L'anno Della Stella Vanoliana
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L’Anno della stella vanoliana di Giacomo Bazzani Prefazioni di Meo Sacchetti Ruth Vanoli Con il contributo di: Con il patrocinio di: ISBN 978-88-944740-0-8 9 788894 474008 “Mi domando -disse- se le stelle brillano perché un Stella che cammini nello spazio senza fine giorno ciascuno possa ritrovare la propria” fermati un istante solo un attimo ascolta i nostri cuori (Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe) (Antonello Venditti) Quando mi hanno proposto di scrivere la prefazione di questo volumetto, che raccoglie con un lavoro certosino gli articoli più significativi di Giacomo Bazzani, narratore ed amico della nostra “Vanoli family”, ho accettato volentieri, anche se un po’ stupito... In primo luogo perché, come ben avrete imparato a cono- scermi, io sono una persona molto sintetica, essenziale, e per questo motivo non aspettatevi un lungo preambolo... in secondo luogo perché, quando si tratta di parlare della mia squadra, preferisco sempre più il campo alle parole. Ed in questo caso il concetto di campo vorrei estenderlo a tutto il contesto, alla Società con il presidente Aldo Vanoli in primis, a tutti i collaboratori, tecnici e non che hanno aiutato la squadra a comprendere il valore di giocare per la nostra realtà ed i nostri colori. Questo senso di appartenenza e questo piacere di stare insieme ci ha permesso di raggiungere risultati al di là delle aspettative e del valore del singolo atleta, il quale ha avuto sicuramente una motivazione in più per cercare di dare il meglio di se stesso. Tutti voi, che li avete incondizionatamente supportati ed incitati. Mi auguro che questo ambiente, accogliente ma in modo discreto, possa sempre rimanere un valore aggiunto, caratterizzarsi per la sua sportività e continuare ad aiutarci a fare gruppo per nuove sfide che via via andremo ad affrontare, sempre con lo spirito giusto e col piacere di condividerle. “Mi domando -disse- se le stelle brillano perché un A presto per una nuovaStella entusiasmante che cammini stagione... nello spazio senza fine giorno ciascuno possa ritrovare la propria” fermati un istante solo un attimo ascolta i nostri cuoriMeo Sacchetti (Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe) (Antonello Venditti) “Ma se io avessi previsto tutto questo...” (citazione dall’ultimo capitolo di questo testo, dal momento che l’ho appena letto) le emozioni non sarebbero state così grandi, un po’ come vivere una partita di cui non si conosce già il risultato. Il giorno in cui conobbi Giacomo Bazzani, chiedendo chi mai fosse il Ciranone nostro ai tifosi accalcati a fine gara attorno al campo e andando a cercarlo con mio stupore in mezzo ai tifosi della curva e non al tavolo della stampa, il mio intento era di stringergli la mano, abbracciarlo e ringraziarlo per la passione, l’acume e l’ironia, per la giusta misura di chi sa come vanno le cose del mondo, eppure per lo stile scanzonato e la giocosa profondità, perché, alla fine, o forse all’inizio, di un gioco il nostro stava scrivendo (ma, alle volte, non solo, così come si fa con le grandi passioni, inneschi o pretesti per altro) invece, se non ricordo male, gli dissi qualcosa come: “il lunedì mattina, la prima cosa che faccio è legge- re i suoi articoli... o, meglio, per fortuna che ci sono i suoi articoli..” Chissà cosa avrà pensato... Se quel giorno, il 7 maggio 2017, giorno dell’ultima del campionato di LBA 2016/2017 contro Reggio Emilia, il giorno degli striscioni “grazie per questi 8 anni”, “non sarà una retrocessione a spegnere una passione”, avessi immaginato ciò che accadde dai giorni successivi, non sarebbe così emozionante oggi rileggersi questi artico- li apparsi su Sportgrigiorosso. Sì, perché la condizione ottimale per leggersi questi testi è esserci stati, e riattivare precise emozioni vissute. Perché nell’anno della stella, nel testo in cui si vuole celebrare una incredibile annata sportiva (ma non solo) ricordare questo antefatto? Perché è nel giorno delle vacche più magre (sportivamente parlando) che io e Giacomo ci siamo conosciuti e non è poca cosa sapere da dove arriviamo, qual è l’inizio delle storie, e chi lo può sapere meglio di lui? Perché è tanto esemplare quanto accaduto che sembra uscito dalla penna di un narratore di iperboli o da un cantastorie come il Cirano. E perché abbiamo condiviso i momenti difficili è giusto trattenere il fiato e magari emozionarsi pensando quanto è stato importante gioire tutti insieme in questa “annata dai pianeti allineati” e ricordarlo rileggendo queste righe. Perché le storie per diventare tali devono essere raccontate. Per questi e tanti altri motivi ringrazio Giacomo, che racconta qui della gioia sportiva che vale di più se condivisa e che la racconta conoscendo lo spirito e il valore delle cose, sempre, nel bene e nel male, con il coraggio di chi si mette in gioco in prima persona, l’entusiasmo di un appassionato di pallacanestro e la giusta misura di chi ama lo sport. Ruth Vanoli L’ANNO DELLA STELLA VANOLIANA Avvertenza per l’uso Narrarvi debbo, come si confà, del perchè di sto titolo. Presto detto; all’inizio della stagione, la decima nella massima serie per la Vanoli, il solito neurone di nord-ovest ha partorito la ciofeca di collegare l’importante fatto con l’uso in voga in un noto sport minore di affibbiare una stella alla squadra che inanella il decimo scudo. Come vedete niente di che. Solo che, ma guarda che curiosi sono gli dei del basket, l’anno della stella vanoliana è pure coinciso con una stagione che è già sta- ta infiocchettata con millanta aggettivi: strepitosa, clamorosa, straordinaria, eccezionale, sorpren- dente, stupefacente, incredibile, strabiliante, sbalorditiva, meravigliosa, affascinante, incantevole. Vista la rilevante circostanza, nel solito neurone di nord-ovest è sgorgata pure l’idea, che sulle prime doveva rimanere “domestica”, di raccogliere e mettere in fila una dietro all’altra per vedere l’effetto che fa, un po’ di lagne che hanno accompagnato questa stagione storica per il basket cremonese. Siccome si trattava di un bel lavoraccio, al Ciranone vostro è venuto subito dopo in mente di coinvolgere nella faccenda la pasionaria del tifo biancoblù, al secolo Giovanna Visioli, la quale si è messa di buzzo buono è si è riletta, bontà sua, un fracasso di articoli segnalando quelli secondo lei “degni” di una eventuale pubblicazione. Mi ha pure riferito che si è divertita un sacco e mezzo. Quindi è toccato rileggerli pure a me; non è una cosa che faccio spesso, e quando la faccio è soprattutto per correggere gli strafalcioni che qualcuno dei miei 12 lettori amabilmente ha la gentilezza di farmi notare. Devo onestamente confessarvi che mi sono divertito anch’io, ma non per la rilettura in sé, ma perché mi è toccato rivivere le emozioni che questa strepitosa, clamorosa, straordinaria, eccezionale, sorprendente, stupefacente, incredibile, strabiliante, sbalorditiva, me- ravigliosa, affascinante, incantevole stagione ci ha regalato. E qualche pelo più o meno sparso è ritornato a fare la ola. Divertimento per divertimento mi son detto: ma vuoi vedere che si diverte anche il popolo vano- liano? Ecco quindi il perché del presente volumetto, che non ha altre ambizioni che quella, per l’appunto, di rimembrare i 9 mesi passati in apnea per seguire le mirabolanti imprese dei regàs, e, naturalmente, di vincere il premio Strega... Il risultato di tutto sto rebelotto sono i 20 articoli che trovate, compresi i cinque, e cioè tutti, delle “cronache fiorentine”, che sono parsi “rappresentativi” di tutta la stagione. Vi stupirà il primo, scritto il 22 Agosto 2017, e vi domanderete che accidenti c’entra con tutto il resto. Beh, sarà un inguaribile romantico ma il Ciranone vostro in quella incredibile estate ci vede decisissimamente piantato il seme che, opportunamente innaffiato per 12 mesi, è rigogliosamente fiorito nell’anno della stella vanoliana. Raccontata la genesi, corre l’obbligo di sottolineare che tutto ciò non sarebbe stato possibile senza Fabio Tuminello, Alex Everet e Simone Manini, rispettivamente Direttore, Editore e Art Director, Editor, Content director, Redattore, fotografo, operatore, tappabuchi, one man band di 1 Sportgrigiorosso, ai quali va il mio più fraterno ringraziamento per aver imbarcato, ormai quasi cinque anni or sono, uno anche più fuori di melone di loro tre messi assieme, così come tocca ringraziare pure Silvia Cocchetti che in questa banda di squinternati positivi mi ci ha fatto entrare. Detto di Giovanna Visioli che ha fatto davvero un miracolo (faccenda a cui peraltro è abituata perché solita far apparire pullman da tutte le parti), devo ringraziare anche Ruth Vanoli e il Meo Nazionale che hanno accettato di “prefarre” sta roba, e il fatto che non c’abbiano pensato su un attimo ha riempito il Ciranone vostro di legittimo orgoglio, come se il premio Strega l’avesse vinto per davvero. Un particolarissimo ringraziamento lo devo a Bartolomeo Vurchio, l’autore delle foto che “ingentilisticono” tutta la faccenda, perché ha terminato la sua fatica su un letto di ospedale. Ho la presunzioncella di ritenere che ciò gli abbia un po’ sollevato il balelotto, ma del resto non volevo rinunciare alle sue foto perché, oltre ad essere di prima, pare che “parlino” essendo dei sorpren- denti “carpe diem” (esempio lampante la foto che vedete in questa pagina). 2 Last but non least debbo ringraziare pure la mia dolce Gigia per avermi supportato e sopportato in tutti questi anni. Voi non avete idea di quante “sere-quasi-notti” ha dovuto sorbirsi il Ciranone suo che proprio a due metri dalla camera da letto ticchettava sul PC; un ticchettio che di giorno senti e non senti, ma di “sera-quasi-notte” assomiglia parecchio ad una scarica di mitragliatrice. A volte trovo qualcuno dei miei 12 lettori che mi chiede come faccio a mettere giù le mie lagne.