L'italia Difficile Di Zampa Alla Realtà

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L'italia Difficile Di Zampa Alla Realtà SABAT017 AGOST01991 PAGINA 17 L'UNITÀ II manifesto del film «L'onorevole Angelina», con Arnia Magnani; nella foto piccola Nino Manfredi in «Anni ruggenti»; a sinistra del titolo e sotto, due immagini di Luigi Zampa Il femoso regista è morto giovedì a Roma all'età di 86 anni «Quando misi Autore beffardo e sarcastico, riuscì a raccontare con lucida il naso nella ironia gli anni del dopoguerra e del boom economico coniazione Nei suoi film il ritratto impietoso di un paese senza morale targata De» È morto, l'altro ieri a Roma, Luigi Zampa. Aveva 86 anni e dall'i­ Dal libro di Fianca Faldini e nizio di quest'anno, dopo un'operazione chirurgica al femore, GoffredoFofi- 'L'avventurosa era ricoverato a Villa Monica, una clinica capitolina. Fu autore storia del cinema italiano' di testi rappresentati in teatro nell'immediato dopoguerra, poi (Feltrinelli}, ijbbiamo tratto sceneggiatore e regista cinematografico, testimone attentissimo queste testimonianze di Luigi di un cinema e di una società, a cavallo tra gli anni Quaranta e Zampa, nelle quali il reg^a Cinquanta, in totale trasformazione. Autore di poco più di una racconta episodi libati ai suoi trentina di film, ne consegna almeno cinque o sei alla storia no­ film più importami. bile del nostro cinema: Vivere in pace. Anni difficili, L'onorevole Angelina, Anni facili, Processo alla città. Ieri un messaggio di cor­ doglio è stato inviato dal presidente Cossiga ai familiari del regi­ UIIOI ZAMPA sta. Tra i tanti suoi collaboratori, Ennio de Concini ne ha ricor­ wm L'Onorevole Angeli­ dato 'i modi delicati, l'intelligenza viva, lo spiccato senso dell'u­ na. I soggetti buoni nascono morismo». Non dirigeva un lilm dal 1979 ma, ha ricordato il fi­ sempre dalle cose vere. Era il glio Fabrizio, «non si è mai dato per vinto. Il fatto di non poter momento in cui si stava rior­ più lavorare gli procurava un senso di rabbia costante». Fu an­ ganizzando la viti politica e che autore di due romanzi: Il successo e Sazia di giorni. I funera­ intervistammo una popolana li oggi a Roma nella chiesa di Santa Maria dei miracoli, a piazza che ci raccontò che il giorno del Popolo. , in cui non ave/ano distribuito il pane con la tessera, aveva capeggiato tutti per occupare i fabbrk:ati, e che tutti ora vo­ levano portarla in Parlamento D ricordo di Ettore Scola ma lei non volwa andarci per­ chè sapeva a stento leggere e tra gli sceneggiatori scrivere... Mi hanno accusato di avere un finale conformista, lo so. Ma noi ci siamo attenuti di «Anni ruggenti», l'opera L'Italia difficile di Zampa alla realtà. Gli altri avrebbero voluto che l'onore/ole Angeli­ ambientata nell'epoca fascista na avvolta in un panno rovso marciasse contro :utte le bar­ riere. Ma a me che sono co­ munista, e che ho sempre vo­ tato Pei, sembrava un finale retorico... «Scoprì per primo Anni dimetti e tinnì facili. Il pubblico lo capì Anni difficili è il mio primo film con Brancati. Lo sceneg­ il ridicolo giò, insieme ad Amidei, Tala- e fu fl successo rico, Evangelisti. Ecco, tra gli sceneggiatori c'era l'onorevo­ le Evangelisti, allora quello di un paese tragico» Ora è solo nostalgia era il suo mestiere1, dopo si è dedicato alla politica. A quel tempo c'era la tendenza al fi­ «Fórse il primo regista della commedia all'italia­ Suso Cecchi D'Amico, sceneggiatrice di molti film di Luigi Zampa,nale rivoluzionano, magari na». Ettore Scola pensa a Zampa cosi, come a ci ha invialo il seguente ricordo del'regista scomparso. col protagonista che spara­ un capitolo centrale della storia del nostro cine­ si, per questo mio film mi ac­ ma, un uomo che usò i principi del neorealismo cusarono di qualunquismo. SUSO CICCHI D'AMICO Ma, Dio mio, come si fa ad ac­ per raccontare la sfera dei sentimenti. Scola la­ cusare di qualunquismo l'au­ vorò con lui nel '62, alla sceneggiatura di Anni •f T na notizia che apprendo col dolore del rimorso. tore del film, o uno degli auto­ ruggenti: «Scrivere per lui era gratificante, si entu­ I I Non vedevo Zampa da anni. Avevo saputo che ri, se il film è fatto con sinceri- siasmava delle idee dei suoi collaboratori». \*J non stava bene ed avevo avuto la vigliaccheria di tA...Anni facili ebbe il divieto non cercarlo. Eppure mi sarebbe piaciuto di di esportazione all'estero. commentare con lui l'avvicendarsi sugli schermi della te­ Ponti mi chiamò, disse che levisione dei suoi film, che ora si possono anche acqui­ era una rovina.. Andai al Mi­ MARITA Ctim stare in videocassetta dal giornalaio. nistero a parlare con un fun­ zionario: «Ma caro Zampa, lei a« ROMA. «Le idee degli al­ da rifare, che doveva veder­ Quando Zampa mi chiamò a lavorare per lui (e glie­ mi fa un film in cui racconta tri lo entusiasmavano. A la­ sela con il ricordo dei tede­ ne sarò sempre grata) la televisione non esisteva ancora, che la burocrazia <' corrotta e vorarci uno si sentiva gratifi­ schi. Luigi Zampa invece no. e non dimenticherò mai la nostra stupefazione nell'ap- che il fascismo risorge e sa cato. Gli proponevi qualcosa O meglio: applicava si gli prendere che Vivere in pace era stato programmato con che non è vero. Insomma lei e lo vedevi scattare in piedi: stessi principi del neoreali­ successo in America e in Russia. Ci piaceva a tal punto fa­ racconta queste cose e noi "Ah, proprio quello che ci smo, ma alla sfera dei senti­ mica possiamo farle vedere voleva!". Forse proprio que­ menti, preferiva raccontare re il nostro lavoro che non ci aspettavamo altra gratifica­ zione. all'estero...» Dio lo punì per­ sto entusiasmo lo ha mante­ la tragedia privata di chi ché entro sei mes scopiò lo nuto giovane a lungo. E poi, usciva dalla guerra, il sentire Buon narratore, eccellente direttore di attori, privo di scandalo dei tabacchi, lo per dirne un'altra, erano fa­ dell'uomo medio». Vìvere in ogni calligrafismo,. Zampa, uomo gentilissimo, buono e scandalo delle banane e, il mose duran!» le riunioni di pace, del '46, segue esatta­ sostanzialmente innocente, è un regista estremamente cielo mi è testimone, di scan­ lavoro le sue passeggiate per mente questa linea. Appena rappresentativo degli anni Cinquanta. Il pubblico avverti la stanza, velocissime, com­ un anno prima c'è stata Ro­ dali hanno continuato a scop­ prese, andava perfino a ma atta aperta, «ma Zampa la sincerità delle sue proposte e lo ripagò con un succes­ piarne fino a queste mattina... sbattere nei mobili». Ettore con quel film - continua Et­ so che ora sta tramutandosi in nostalgia. Proceauo alla città. Per sce­ Scola ricorda con queste im­ tore Scola -, in mezzo alla gliere gli attori mi vidi tutte le magini Luigi Zampa. Imma­ tragedia nazionale si cimen­ sceneggiate napoletane. Tut­ gini nette «anche se purtrop­ tò con la tragedia di un uo­ DARIOFORMISANO te. C'era un teatro vicino ali po io ci ho lavorato poco». mo che deve ricostruire la Ferrovia dove la sceneggiata Precisamente per la durata propria dignità. Insomma •1 ROMA. L'altro ieri pome­ pa. Un punto di vista «non eia registi come Antonioni e di un ufficiale nazista. Un gior­ aderisce al fascismo suo mal­ con Nino Manfredi, Una que­ cominciava alle undici del della sceneggiatura di un sceglieva di guardare anche riggio, ignara di quanto stava ideologico», dove la scelta di De Santis, Cottafavi e Germi. E no questi capita nella fattoria e grado, salvo poi ritrovarsi li­ stione d'onore. Molti grandi at­ mattino perche i contadini film: Anni ruggenti, del 1962. il lato buffo o ridicolo del accadendo in una clinica ro­ temi forti, quasi sempre pesca­ sceneggiatori come Piero Telli- familiarizza, complice il vino, cenziato, dopo la guerra, dal tori furono diretti da lui, com­ che venivano dalla campagna con Nino Manfredi. -La sto­ rapporto, per esempio, con mana poco lontana, Raiuno ti dall'attualità, raramente si ni (con cui avrebbe scritto Vi­ con il soldato di colore. Ubria­ sindaco che da gerarca lo ave­ presi Jean Gabln (in È più faci­ lo affollavano p rim.i di rientra­ ria era quella di una sorta di il fascismo». ha trasmesso un vecchio film coniugava con la lucidità di un veri- in pace e L'onorevole An­ chi, il tedesco e l'americano va incoraggiato a «schierarsi») le che un cammello del 1950) e re al paese. Uno degli attori ispettore satirico gogoliano Zampa, insomma, pro­ di Luigi Zampa, del 1963: Fre­ messaggio, spesso confonden­ gelina) . Attrici come Carla Del marciano abbracciati verso la piace al pubblico ma scontcn-. Totò, che diresse ne /JI paten­ minori lo trovai II.. Andai tra le - ricorda il regista -, uno che prio come via di mezzo tra la nesia dell'estate. Uno di quel dosi, complice il registro più Poggio (sua protagonista, nel città: la gente che li incontra ta un po' tutti: l'irritata opinio­ te, un episodio di Questa è la quinte e, mentre gli spiegavo arriva in un paesino dove lezione dei neorealisti e i pri­ film balneari, In molti episodi, grottesco che satirico, con un '42, in Signorinette e C'è sem­ ne pubblica postfascista e il vita. la cosa ogni tanto ero interrul- viene preso per un impor­ festeggia la fine della guerra... to dalla moglie che gli diceva mi approcci alla commedia legati da un tenue filo narrati­ generico e fastidioso «qualun­ pre un ma..). Più o meno negli La guerra dunque, il razzi­ progressismo di sinistra che Gli anni Settanta sono stati tante personaggio di Roma, all'italiana.
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