NUMERO

PARMA speciale 2015 economica € 5,00 QUADRIMESTRALE della camera di commercio industria artigianato agricoltura di Fondato nel 1869

L'Appennino Tosco-Emiliano Riserva MaB Unesco Un patrimonio della storia, un futuro da costruire Poste Italiane - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 DCB Parma - Rivista quadrimestrale, numero speciale 2015 in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, - D.L. 353/2003 (conv. Poste Italiane - Sped. in A.P.

Associata all'Unione sommario Stampa PARMA ECONOMICA Numero speciale 2015 Periodica Italiana (U.S.P.I.)

Chiuso in redazione il giorno 15/06/2015 cultura e territorio 2 Un riconoscimento prestigioso che aiuta la competitività di Parma 3 La candidatura a Riserva MaB Unesco è uno scatto d’orgoglio 4 L'UNESCO OBIETTIVI GENERALI 8 Un futuro da costruire LA CONSERVAZIONE 14 La funzione di conservazione LO SVILUPPO 54 La funzione di sviluppo economico sociale sostenibile IL SUPPORTO LOCALE 73 La funzione di supporto logistico

Il testo pubblicato è un adattamento di sintesi del dossier di candidatura a Riserva Mab Unesco, sottoposto dal Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano all'International Co-ordinating Council (ICC) of the Man and the Biosphere (MAB) Programme.

I documenti originali e completi del dossier sono pubblicati sul web all’indirizzo: www.parcoappennino.it/uomo. biosfera/

Adattamento per la rivista a cura di Luigi Bertone. Ricerca iconografica a cura di Alessandra Curotti, Francesca Moretti, Natascia Zambonini.

Direttore responsabile Redazione Stampa Questa rivista viene inviata in omaggio agli Andrea Zanlari presso Camera di Commercio I.A.A. Mattioli 1885 srl - Fidenza (PR) addetti commerciali presso le rappresentanze Via Verdi, 2 – Parma diplomatiche e alle Camere di Commercio estere Comitato di redazione Tel. 0521 210249 Fax 0521 282168 Gli articoli firmati o siglati rispecchiano il pensiero in Italia e italiane all’estero, nonché a numerosi Lorenzo Bonazzi e-mail [email protected] degli autori e non impegnano la Direzione della enti ed associazioni italiani ed esteri. Paolo Cavalieri rivista né la Camera di Commercio. Gianpaolo Faggioli Pubblicità È vietata la riproduzione anche parziale degli Gianpaolo Gatti Casa Editrice Edicta s.c. a r.l. articoli e delle illustrazioni senza la citazione Marco Granelli Via Torrente Termina, 3/B - Parma della fonte. Gian Paolo Lombardo Tel. 0521 251848 Fax 0521 907857 La redazione si riserva la scelta degli articoli Enzo Malanca e-mail [email protected] che verranno inviati; i manoscritti non vengono Giancarlo Menta Abbonamento 2013 euro 12,00 restituiti. Giovanni Mora Copie singole euro 5,00

Coordinamento redazionale I canoni di abbonamento possono essere Isabella Benecchi versati sul C/C postale n. 00198432 intestato alla C.C.I.A.A. di PARMA oppure Segreteria di redazione direttamente presso gli uffici camerali. Orietta Piazza; Andrea Della Valentina - Spedizione in abbonamento postale Sec; Chiara Paratico - Sec. Registrazione Tribunale di Parma n. 324 del 21 marzo 1960 cultura e territorio Un riconoscimento prestigioso che aiuta la competitività di Parma L’Appennino, un patrimonio da valorizzare Andrea Zanlari Presidente della Camera di commercio di Parma

La Camera di commercio e Parma Economica sono riconoscibilità al ruolo e alla notorietà di Parma a livello molto liete di ospitare su queste pagine, con un numero mondiale. speciale, un documento di grande interesse, redatto in forma di estratto per dare capacità divulgativa all’impo- La Camera di commmercio è da lungo tempo tra i pro- nente lavoro documentale di analisi, descrizione e pro- tagonisti della vita sociale di Parma e del suo territorio. grammazione che il Parco Nazionale dell’Appennino E’ stata almeno alla pari delle altre istituzioni locali – Tosco Emiliano ha realizzato per sottoporre all’Unesco delle quali è peraltro addirittura più antica – nella mes- la candidatura di questo territorio a Riserva della Bio- sa in valore del patrimonio di conoscenze e di saper fare sfera, nell’ambito del programma Man and Biosphere locali. Essa non può dunque non essere fortemente par- dell’organizzazione culturale delle Nazioni Unite. tecipe di un processo di ulteriore valorizzazione di una città che, per quanto piccola rispetto a questo territorio Il documento offre una lettura senz’altro utile, vorrei e al mondo, ha saputo fare scuola in campi come quello dire istruttiva, per tutti. Ma soprattutto gli operato- dell’agroalimentare, del gusto e non solo. Una città che ri economici, i responsabili e i protagonisti di attività dall’appartenenza a questa rete può sicuramente trarre significative sul piano amministrativo, commerciale e nuovo ossigeno, ma che alla rete può anche dare molto, culturale vi possono trovare opportunità di approfon- come dimostrano proprio molte pagine di questo do- dimento e stimoli non banali. Anche quando formale cumento. o didatticamente descrittivo, infatti, il testo conduce a riflettere su realtà e potenzialità di un patrimonio – di Il percorso intrapreso è nelle radici, nel dna della cit- natura, di storia, di cultura, di conoscenze e di intrapre- tà, della provincia e dei territori dell’Appennino in cui se – che abbiamo costantemente sotto gli occhi e che Parma ha una delle sue matrici: basti pensare al pro- spesso non sappiamo vedere. sciutto, che sulle prime pendici dell’Appennino ha la sua casa. E siccome la matrice di tutto ciò è anche, forse E’ sicuramente merito del Parco Nazionale aver conce- soprattutto, una matrice culturale, è bene che il percor- pito l’idea di proporre questo patrimonio, che insieme so avvenga con l’Unesco, cioè con la più grande, nota e alle potenzialità presenta anche non poche difficoltà e prestigiosa organizzazione culturale del mondo. rischi, per un riconoscimento tra i più prestigiosi. Una proposta, vissuta come elemento di rilancio e di sfida, che ha giustamente trovato il sostegno della generalità delle amministrazioni pubbliche e delle organizzazioni * Mentre andiamo in stampa è arrivata la notizia che l'8 economiche interessate e, naturalmente, quello di que- giugno 2015 l’ICC, accogliendo la candidatura, ha dichia- sta Camera di Commercio. rato l’Appennino Tosco-Emiliano Riserva della Biosfera

Un sostegno, il nostro, convintissimo e fattivo. Per ra- gioni certamente legate alle caratteristiche di questa area straordinaria e difficile posta a cavallo tra Emilia e Toscana. Ma anche per il fatto, non secondario nel contesto di competizione globale nel quale ci troviamo ad operare, che l’istituzione della Riserva MaB, cioè l’ingresso in una rete Unesco, può conferire una grande

2 PARMA economica cultura e territorio La candidatura a Riserva MaB Unesco è uno scatto d’orgoglio Investire sul patrimonio locale e il capitale umano per battere i rischi di dispersione, abbandono, omologazione Fausto Giovanelli Presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano

“Parma Economica” ha accettato di pubblicare una sin- un territorio in cui la metà dei pochi giovani dichiara tesi del documento di candidatura dell’Appennino To- apertamente di vedere il proprio futuro altrove. sco Emiliano alla rete MaB - Uomo e Biosfera dell’U- NESCO. La candidatura MaB UNESCO rappresenta la voglia Questo documento ha l’ambizione di posare una pietra della parte più attiva del territorio di migliorare e di miliare nel divenire dell’Appennino tosco emiliano e di migliorarsi, uno scatto di orgoglio che propone di mi- segnarne in una certa misura il futuro. Da un lato è sta- surarsi all’interno di una rete mondiale di aree rurali di to concepito per ottenere un riconoscimento di grande qualità - diverse delle quali di notorietà straordinaria valore e prestigio come è l’inserimento dell’ampio ter- - e quindi accetta di sottoporsi al giudizio e alla valuta- ritorio candidato nella rete mondiale delle Riserve della zione della grande Organizzazione delle Nazioni Unite Biosfera dell’UNESCO. Dall’altro rappresenta una vo- per l’Educazione la Scienza e la Cultura. E’ infatti pro- lontà forte, diffusa e coesa di migliorarsi e di intrapren- prio qui, nella cultura, nell’atteggiamento e nella moti- dere con impegno e con orgoglio un cammino nuovo in vazione delle risorse umane, il cuore di ogni possibile un momento particolarmente difficile. risposta vincente alle difficoltà e il motore per difendere Perché da un lato emigrazione ed invecchiamento han- i traguardi di eccellenza raggiunti e per conquistarne di no portato ai minimi la tenuta demografica e persino nuovi. psicologica dei borghi e delle comunità delle zone di crinale, dall’altro in tutto l’Appennino giungono pro- Il documento di candidatura merita di essere letto e prio ora i più duri effetti della lunga recessione eco- meditato con attenzione. Non vi sono scritte cose ine- nomica italiana, in particolare per la contrazione della dite o straordinarie, ma straordinaria è l’opportunità di spesa pubblica locale che è stata a lungo un fattore de- identificare un vasto comprensorio dell’Appennino To- terminante della debole economia dell’Appennino. sco Emiliano come una delle Riserve UNESCO. Non solo le comunità ma anche i piccoli comuni han- E inedite sono le connessioni che si propongono tra i no più che la sensazione di essere al capolinea. I rischi tesori della tradizione e le sfide della contemporaneità, si chiamano abbandono, rassegnazione, omologazione. tra il mondo globale e le 100 dimensioni locali dell’Ap- Secoli di fatiche, il lavoro di generazioni, preziosi sape- pennino, tra due importanti Regioni e tra aree geografi- ri e saper fare, eccellenze raggiunte nelle attività agro camente contigue ma che vivono da tempo nella separa- salvo pastorali, le stesse forme del territorio adattato e zione reciproca. Così come inedite sono le connessioni conservato perché sia risorsa duratura per gli insedia- che si propongono tra nuove agricolture e nuovi turismi menti e la vita delle comunità... tutto ciò è a rischio e il focus essenziale sull’atteggiamento, l’orientamento dispersione o omologazione. e la capacity building del capitale umano. Solo un’apertura a nuove idee e dimensioni, con azioni e responsabilità condivise, possono fare la differenza. Le opportunità di oggi per l’Appennino Tosco Emiliano sono davvero in sintonia con i principi ispiratori della rete MaB UNESCO. Acronimo e sigla possono apparire marziani in questo territorio quotidianamente alle prese con frane, invec- chiamento, chiusura di tradizionali piccole attività e in PARMA economica 3 cultura e territorio L'UNESCO Lanciato nel 1971, il programma “L’uomo e la biosfera” (MAB) favorisce la tutela degli ecosistemi e approcci innovativi allo sviluppo economico

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per tradizionale. Si tratta di un patrimonio vi- l’Educazione, la Scienza e la Cultura ce- vente, costantemente aggiornato da comu- lebra quest’anno il suo 70° anniversario. nità e gruppi in risposta al loro ambien- Creata nel 1945 in risposta alle due guerre te e la loro storia, e che fornisce loro un mondiali, l’UNESCO si propone di pro- senso di identità e di continuità promuo- muovere la pace e lo sviluppo sostenibile vendo il rispetto per la diversità culturale attraverso l’istruzione, la scienza, la cultu- e la creatività umana. Di conseguenza, ha ra e la comunicazione. Agendo come la- un impatto importante sulla salute, la si- boratorio di idee e promotore di norme e curezza alimentare, la coesione sociale, la standard internazionali, l’UNESCO con- sostenibilità ambientale e altri obiettivi di tribuisce a rafforzare l’agenda globale nei sviluppo. La Convenzione UNESCO per propri settori di competenza, promuovere la Salvaguardia del Patrimonio Cultura- la cooperazione internazionale e migliora- le Immateriale è stata adottata nel 2003, re le capacità umane e istituzionali. con lo scopo di contribuire alla salvaguar- dia di questo patrimonio, promuoverne la conoscenza a livello nazionale e globale e Il Patrimonio Mondiale sviluppare la cooperazione internazionale in materia. Attualmente, un totale di 364 La Lista del Patrimonio Mondiale UNE- elementi in 105 Paesi sono iscritti nelle SCO riconosce che certi luoghi sulla Ter- liste e registri del Patrimonio Culturale ra sono di ‘eccezionale valore universale’ Immateriale dell’UNESCO. e, come tali, fanno parte del patrimonio comune dell’umanità, da tutelare per le Il Programma MAB (Man and the Bio- generazioni future. La Convenzione del sphere) 1972 per la Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale, un tratta- Lanciato nel 1971, il Programma dell’U- to per la protezione di questi siti, è stata NESCO “L’Uomo e la Biosfera” (MAB) è adottata da 191 Stati Membri. Al luglio un programma intergovernativo che mira 2014, un totale di 1.007 siti in 161 Paesi a creare una base scientifca per il miglio- risultano iscritti nella Lista: 779 beni cul- ramento del rapporto tra popolazioni e il turali, 197 naturali e 31 misti. Questi siti loro ambiente. Combinando scienze na- sono parte di una comunità internazionale turali e sociali, economia e formazione, unita in una missione comune per salva- MAB favorisce la tutela degli ecosistemi guardare il patrimonio naturale e cultu- e la promozione di approcci innovativi rale del nostro mondo, in ragione del suo allo sviluppo economico, socialmente e contributo indispensabile a uno sviluppo culturalmente appropriati e sostenibili per umano e sostenibile. l’ambiente.

Il programma ha portato al riconoscimen- Il Patrimonio Culturale Immateriale to delle Riserve della Biosfera, aree marine e/o terrestri che gli Stati membri s’impe- Il Patrimonio Culturale Immateriale com- gnano a gestire nell’ottica della conser- prende diversi settori della vita comunita- vazione delle risorse e dello sviluppo so- ria, quali tradizioni ed espressioni orali, stenibile, nel pieno coinvolgimento delle pratiche sociali, riti, festività e artigianato comunità locali. 4 PARMA economica cultura e territorio

Scopo della proclamazione delle Riserve Monviso (Piemonte), Miramare (Friuli è promuovere e dimostrare una relazione Venezia Giulia), Selva Pisana (Toscana), equilibrata fra la comunità umana e gli Arcipelago Toscano (Toscana), Circeo (La- ecosistemi, creare siti privilegiati per la zio), Collemeluccio-Montedimezzo (Mo- ricerca, la formazione e l’educazione am- lise), Cilento e Vallo di Diano (Campania), bientale, oltre che poli di sperimentazione Somma-Vesuvio e Miglio d’Oro (Campa- di politiche mirate di sviluppo e pianifica- nia), Parco Nazionale della Sila (Calabria). zione territoriale. Esso sollecita a prendere in considera- Le Riserve della Biosfera si suddivi- zione le conseguenze delle azioni di oggi dono in tre zone interdipendenti che sul mondo di domani e punta quindi ad mirano a soddisfare tre funzioni com- aumentare la capacità delle persone di ge- plementari e si rafforzano a vicenda: stire in modo efficiente le risorse naturali - l’area centrale (Core) comprende am- per il benessere della popolazione umana bienti strettamente protetti e contribui- e l’ambiente. sce alla conservazione di paesaggi, eco- sistemi, specie e variazioni genetiche; In tutto il mondo vi sono attualmente - la zona cuscinetto (Buffer) circonda le (dato 2014) 631 Riserve della Biosfera in aree centrali, ed è utilizzata per attività 119 paesi: compatibili con sane pratiche ecologiche 64 in 28 Paesi dell’Africa; 27 in 11 Paesi che possono rafforzare ricerca scientifica, arabi; 130 in 23 Paesi dell’Asia e del Pa- monitoraggio, formazione e istruzione; cifico; 290 in 36 Paesi d’Europa e Nord - la zona di transizione (Transition) è la America; 120 in 21 Paesi dell’America parte della riserva in cui è consentita la Latina e dei Caraibi. massima attività e in cui si promuove uno sviluppo economico e umano che sia so- In Italia sono state create 10 Riserve: stenibile sul piano socio-culturale ed eco- Valle del Ticino (Lombardia/Piemonte), logico.

PARMA economica 5 Elaborazione curata da: CANDIDATE MaB RESERVE - APPENNINO TOSCO-EMILIANO Cartography of the candidate area - index map at 1:300.000 scale 10°0'0"E 10°20'0"E 10°40'0"E INDEX MAP N " 0 '

0 Zones and administrative boundaries N " ° 4 0 ' 4 0 4 ° 4 4 4

0 5 10 20 30 Km LESIGNANO LANGHIRANO DE' BAGNI 1:300.000 1 cm = 3 km VEZZANO SUL CALESTANO CROSTOLO Basemaps CANOSSA Technical regional map (CTR) Emilia-Romagna Region, 1:25.000 scale, WMS service Technical regional map (CTR) Region, 1:10.000 scale, "Geoscopio" WMS service NEVIANO OpenStreetMap DEGLI ARDUINI Datum & Projection CASINA BERCETO Elipsoid: WGS 1984 Projection: Universal Transverse Mercatore, 32 N Fuse TIZZANO VAL PARMA BAISO

VETTO CORNIGLIO CARPINETI

PALANZANO CASTELNOVO NE' MONTI

RAMISETO

MONCHIO DELLE TOANO CORTI BUSANA FILATTIERA N " 0 ' 0 N

" ° 2 0 ' 4 Zones 0 4

° 2 VILLA

4 COLLAGNA 4 LIGONCHIO MINOZZO CORE COMANO BUFFER TRANSITION

VILLAFRANCA LICCIANA IN LUNIGIANA NARDI SILLANO FRASSINORO FIVIZZANO

GIUNCUGNANO

PIAZZA AL VILLA CASOLA IN SERCHIO COLLEMANDINA LUNIGIANA SAN ROMANO IN Emilia-Romagna GARFAGNANA PIEVE FOSCIANA FOSDINOVO

CASTELNUOVO DI GARFAGNANA

Tuscany

10°0'0"E 10°20'0"E 10°40'0"E Elaborazione curata da: CANDIDATE MaB RESERVE - APPENNINO TOSCO-EMILIANO Cartography of the candidate area - index map at 1:300.000 scale 10°0'0"E 10°20'0"E 10°40'0"E INDEX MAP N " 0 '

0 Zones and administrative boundaries N " ° 4 0 ' 4 0 4 ° 4 4 4

0 5 10 20 30 Km LESIGNANO LANGHIRANO DE' BAGNI 1:300.000 1 cm = 3 km VEZZANO SUL CALESTANO CROSTOLO Basemaps CANOSSA Technical regional map (CTR) Emilia-Romagna Region, 1:25.000 scale, WMS service Technical regional map (CTR) Tuscany Region, 1:10.000 scale, "Geoscopio" WMS service NEVIANO OpenStreetMap DEGLI ARDUINI Datum & Projection CASINA BERCETO Elipsoid: WGS 1984 Projection: Universal Transverse Mercatore, 32 N Fuse TIZZANO VAL PARMA BAISO

VETTO CORNIGLIO CARPINETI

PALANZANO CASTELNOVO NE' MONTI

RAMISETO

MONCHIO DELLE TOANO CORTI BUSANA FILATTIERA N " 0 ' 0 N

" BAGNONE ° 2 0 ' 4 Zones 0 4

° 2 VILLA

4 COLLAGNA 4 LIGONCHIO MINOZZO CORE COMANO BUFFER TRANSITION

VILLAFRANCA LICCIANA IN LUNIGIANA NARDI SILLANO FRASSINORO FIVIZZANO

GIUNCUGNANO

PIAZZA AL VILLA CASOLA IN SERCHIO COLLEMANDINA LUNIGIANA SAN ROMANO IN Emilia-Romagna GARFAGNANA PIEVE FOSCIANA FOSDINOVO

CASTELNUOVO DI GARFAGNANA

Tuscany

10°0'0"E 10°20'0"E 10°40'0"E obiettivi generali Un futuro da costruire Conservazione, sviluppo e sostegno agli attori locali sono le direttrici da seguire

L’Appennino, parte della catena alpino- vitale naturalità e la presenza umana. Esso himalayana, è la catena montuosa spina costituisce da sempre un corridoio natura- dorsale della penisola italiana. L’area can- le adatto alla preservazione di una molti- didata, parte rilevante dell’Appennino tudine di habitat, percorso trasversalmente settentrionale, vuole rappresentare una dal passaggio dell’uomo, il quale ha saputo condizione tipica del territorio montano- sfruttarne anche la natura di punto di con- appenninico, caratterizzata però da una tatto e scambio culturale ed economico. La particolarità unica: l’essere un punto fo- presenza dell’uomo (che ha favorito una cale della frontiera climatica euro-medi- biodiversità funzionale alla sua sopravvi- terranea. Questa caratteristica ha deter- venza e allo sviluppo socio-economico) e minato, insieme all’eredità geologica e ad la presenza di numerose specie endemiche altri fattori, l’impostarsi di un complesso legate alla peculiarità climatica dell’area mosaico ecologico e culturale, a sua volta convivono in un territorio che si vuole base dell’evoluzione del paesaggio. tutelare e studiare, in quanto portatore di Gli elementi caratterizzanti l’Appennino ulteriore diversità genetica e di paesaggio. Tosco-Emiliano sono la presenza di una Qui l’uomo, nel corso dei secoli, non ha stratificazione secolare del paesaggio con- solo selezionato/introdotto nuove specie, nessa agli equilibri dinamici tra una forte e ma ha anche saputo adattarsi e sfruttare le Il Castello di Torrechiara foto G. Vicari.

8 PARMA economica obiettivi generali

per specifici settori e senza un approccio olistico.

La Riserva della Biosfera dell’Appennino Tosco-Emiliano, attraverso il suo model- lo di governance, si propone di orientare, stimolare e mettere a sistema interventi e strategie per uno sviluppo dell’innovazio- ne e della sostenibilità, oggi enunciate e perseguite, ma con difficoltà ad attuarle, da buona parte delle realtà amministra- tive, imprenditoriali e sociali presenti sul territorio. Il processo di candidatura ha promosso esso stesso una crescita culturale e di con- sapevolezza, spronando le comunità locali ad investire nella formazione e nella mo- tivazione delle risorse umane, soprattutto Bambini all'Atelier di Onda risorse naturali presenti sul territorio stes- dei giovani. Il fine non è “soltanto” quello in Onda Ligonchio so, tutelandole istintivamente e adattan- di farli rimanere sul territorio, ma di dar dosi alle peculiarità geologiche, morfolo- loro le opportunità di essere il perno attivo giche, climatiche, botaniche e faunistiche. del flusso di servizi ecosistemici che ema- Questo ha portato ad un frazionamento nano dalla riserva. del paesaggio in numerose tessere, carat- È il capitale umano la principale “infra- terizzate ora da produzioni agroalimentari struttura” su cui il territorio ha più bisogno tradizionali di presidio - tra le quali spicca di investire oggi per un suo sviluppo di il Parmigiano Reggiano ed il suo “habitat” qualità: un capitale umano che necessita di di foraggiere -, ora da aree boscate o da essere reso più consapevole e meglio for- praterie in quota che hanno contribuito mato sui valori e le eccellenze del proprio ad aumentare la biodiversità complessiva. territorio, di comprenderne il potenziale Questo complesso mosaico di biodiver- attualmente attrattivo a livello nazionale sità è stato ispiratore di altrettante forme e internazionale. Potrà così diventare pro- culturali, per lo più correlate alla ruralità, tagonista di nuovi stili di vita e di lavo- che nel corso della storia hanno caratteriz- ro, caratterizzanti una moderna comunità zato le popolazioni residenti e di cui sono rurale, che, anche grazie all’eco-turismo, ancora evidenti le tracce sia architettoni- non rimanga ancora al passato e isolata sul che (il poderoso incastellamento che ha crinale appenninico, ma sia connessa e in caratterizzato il medioevo da Matilde di sintonia con i paradigmi dei tempi della Canossa in poi), sia in moltissimi prodotti globalizzazione. tradizionali di nicchia che sono veri e pro- La comunità locale deve diventare sogget- pri archetipi sociologici, sia in tradizioni to attivo e responsabile della tutela e del- popolari uniche e originali ancora vive (il lo sviluppo della Riserva MaB, facendola “Maggio drammatico”). divenire un laboratorio di innovazione e La Riserva Man and Biosphere vuole sviluppo sostenibile. Questo laboratorio si quindi essere una messa a sistema della ne- attuerà su due ambiti principali, oggi tra cessità percepita e condivisa di conservare loro più strettamente correlabili: in primo questo equilibrio attualmente minacciato luogo sostenendo la continuità/innovazio- dalla progressiva e parziale perdita delle ne delle attività rurali, storicamente domi- risorse umane ed abbandono della con- nate da produzioni identitarie e di pregio duzione rurale, oltre che dai cambiamenti che hanno contribuito a plasmare le pecu- climatici e culturali, ai quali le attuali po- liarità del paesaggio agricolo del territorio; litiche di tutela riescono a rispondere solo in secondo luogo favorendo l’ecoturismo, PARMA economica 9 obiettivi generali

Vigneto a Langhirano foto E. Concari

nuova opportunità, ma anche strumento espletata a partire da un approccio fatto di di conoscenza. La tutela attiva del paesag- innovazione, di sperimentazione ed espe- gio agricolo diventa quindi il nodo centra- rienze pratiche di sostenibilità, per certi le della connessione tra agricoltura e turi- aspetti ( infanzia, acqua ed energia-Reggio smo, nonché dello sviluppo della Riserva Approach) già realizzati con successo e che MaB dell’Appennino Tosco Emiliano. potrebbero essere un importante contribu- to immediato per l’intera rete MaB inter- La Riserva MaB dell’Appennino Tosco- nazionale. A partire dalla comprensione Emiliano intende assolvere le proprie fun- e sperimentazione dei fenomeni naturali zioni di supporto proponendosi al terri- in genere, l’educazione all’ambiente verrà torio come “laboratorio di idee concrete”, sviluppata insieme con la conoscenza del favorendo il confronto di ambizioni e pro- territorio nella sua complessità, intenden- gettualità, mettendo a disposizione una dolo come l’aula didattica preferenziale. rete di relazioni e di competenze che ne La riserva MaB dell’Appennino Tosco facilitino la concretizzazione. In partico- Emiliano valorizza la presenza decenna- lare la riserva assolverà la propria funzione le dell’attenzione di una rete di Università di supporto in tre ambiti principali: l’edu- (in particolare gli atenei di Bologna, Mo- cazione all’ambiente e alla sostenibilità e dena e Reggio, Parma, Firenze, Roma) con la valorizzazione del capitale naturale e del progetti di ricerca e monitoraggio multi- patrimonio culturale; il monitoraggio e la disciplinari. Con particolare attenzione sperimentazione scientifica; l’innovazione ai cambiamenti climatici, essa promuove mediante progetti dimostrativi nell’ambi- progetti pilota per il mantenimento della to del turismo sostenibile, della conserva- biodiversità e indagini a favore di ecosiste- zione e valorizzazione della biodiversità mi peculiari. La ricerca di livello superiore coltivata e allevata, dell’ uso migliore di permette un fermento culturale in grado di acqua e energia. stimolare una tensione nel territorio verso L’”educazione” alla sostenibilità non si l’innovazione e il miglioramento continuo. intende rivolta solo agli studenti, ma an- Riguardo al turismo, la riserva MaB che all’intera comunità locale, agli opera- dell’Appennino Tosco Emiliano intende tori economici ed ai visitatori. Essa verrà sviluppare le esperienze innovative e vin-

10 PARMA economica obiettivi generali

centi del Turismo di Comunità, già attive serva MaB ambisce al rafforzamento di da diversi anni in alcuni borghi del crinale; esperienze-modello finalizzate a recupe- evidenziare i punti di eccellenza del ter- rare ma contemporaneamente a rinnovare ritorio identificati in questa candidatura; e diffondere una cultura agro-silvo-pasto- generare una consapevolezza nuova delle rale endemica di qualità, favorendo le pro- qualità della Riserva nelle comunità loca- duzioni maggiormente in grado di contri- li, coinvolgendole non solo per i servizi di buire alle funzioni di tutela della riserva e accoglienza al turista, ma anche di svol- di trasmetterne ai consumatori valori ed gimento un ruolo informativo-educativo eccellenze, fungendo anche da strumento permanente, per la comprensione e diffu- di marketing territoriale. Questo approc- sione dei valori territoriali ai visitatori. cio tende a rivitalizzare le comunità locali Si intende realizzare l’obiettivo già enun- rurali restituendo loro un rinnovato ruolo ciato di dare più attrattività al territorio, di presidio e tutela del territorio. completando le politiche attuate negli Le funzioni di supporto verranno attuate ultimi anni che valorizzano l’identità ge- grazie ad una rete di collaborazioni capa- ografica, ecologica e culturale e che pro- ce di coinvolgere anche soggetti esterni al muovono la destagionalizzazione dell’of- territorio della riserva MaB, che vedono ferta, la più diffusa distribuzione dei flussi in quest’area un’opportunità di sperimen- turistici. tazione di modelli replicabili anche in altri Nell’ambito dello sviluppo rurale la ri- contesti.

GLI OBIETTIVI PRINCIPALI

Per la conservazione settori e senza un approccio olistico. • Conservare e rinnovare lo storico rap- • Tutelare la biodiversità, le funzioni porto di equilibrio tra uomo e biosfera degli ecosistemi, le infrastrutture ver- nell’Appennino Tosco-Emiliano, oggi di; controllare le specie alloctone la minacciato dal progressivo abbandono cui presenza tende all’aumento. Questi dell’uomo, dai cambiamenti climatici obiettivi sono legati alla conservazione e dalla omologazione culturale: ten- di numerosi habitat e specie presenti (in denze cui le attuali tutele naturalistiche particolare gli Habitat e le specie dei siti Fioritura di crochi foto F. Ferretti riescono a rispondere solo per specifici Natura 2000). • Difendere e promuovere le numerose produzioni agro-alimentari di qualità, spesso di nicchia, (tra cui i 64 prodot- ti DOP, IGP e tradizionali classificati dal Ministero dell’Agricoltura) frutto dell’elevata diversità sociale e climatica dell’area. In alcuni casi si tratta di veri e propri archetipi sociologici, storica- mente caratterizzati da autoproduzione e auto-consumo, oggi minacciati dallo spopolamento delle aree montuose e dalla omologazione delle abitudini ali- mentari. • Tutelare la diversità sociale e culturale, cioè la cultura materiale e l’insieme di valori e tradizioni legati al un rapporto secolare profondo delle piccole comuni- tà di Appennino con la terra e le stagio- PARMA economica 11 obiettivi generali

ni. Un rapporto allentatosi nei decenni in grado di contrastare fenomeni ben della crescente subalternità economica, noti nelle aree rurali-marginali, quali: logistica e culturale rispetto alle aree più disoccupazione, disaffezione dei giova- abitate, industrializzate e urbanizzate a ni, invecchiamento della popolazione, nord e a sud dell’Area MaB. Tutela in spopolamento, fragilità del territorio. questo caso significa contrasto dell’i- Valorizzare la diversità socioeconomica gnoranza e della disaffezione (giovani) intesa come bacino di competenze si- e anche superamento della semplice no- gnifica quindi: sostenere le produzioni stalgia (anziani) del passato, attraverso endemiche e di qualità (DOP, DOCG, la conoscenza, la messa in valore e la IGP…) l’agricoltura biologica e la fo- rimotivazione delle risorse umane pre- restazione sostenibile; promuovere la senti rispetto un futuro di alta sosteni- multifunzione agricola (in particolare bilità e di qualità del rapporto tra uomo alla manutenzione del territorio, alla e territorio (biosfera) in Appennino. produzione di energie rinnovabili ed • Contrastare il dissesto idrogeologico che all’offerta di turismo rurale); incorag- è in gran parte un processo naturale, giare i processi di ritorno alla micro- una componente dinamica della rela- agricoltura anche con “nuove-antiche” zione tra geosfera, biosfera e antropo- produzioni. sfera., ma che la componente antropica •• Promuovere il turismo sostenibile attra- (l’ abbandono dell’uso e della cura capil- verso la presa coscienza, secondo i det- lare della terra registrato negli ultimi 50 tami della Carta Europea per il Turismo anni) ha in certi casi molto amplificato. Sostenibile, dell’importanza di ridurre e • Monitorare i cambiamenti climatici e le gestire gli impatti ambientali dei flussi tu- conseguenze che essi determinano in un ristici; con lo sviluppo dell’eco-turismo e territorio a confine tra due fasce clima- del turismo naturalistico (in relazione an- tiche distinte e quindi area particolar- che al turismo scolastico), l’attenzione mente sensibile alla registrazione degli all’accessibilità del territorio per una cor- effetti del riscaldamento globale sulle retta fruizione, il sostegno alle forme di specie vegetali di montagna. Il monito- Turismo Responsabile di Comunità, l’in- raggio riveste un particolare significato novazione dell’offerta in tutte le stagioni per le azioni di mitigazione e per l’avvio e su tutto il territorio, il sostegno alla re- di un processo di resilienza che coinvol- lazione tra turismo e agroalimentare. ga tutta la comunità. •• Valorizzare la cultura e la storia: sotto- lineare la storia del rapporto intrinseco Escursione sul crinale Per lo sviluppo tra uomo e biosfera attraverso i segni e foto di A.Curotti •• Conservare e valorizzare i paesaggi le- gati ad attività agro silvo pastorali di tradizione e, oggi a rischio di riduzione o abbandono, come le foraggere colli- nari del parmigiano-reggiano, i pascoli di crinale, i terrazzamenti in Lunigiana e Garfagnana. “Paesaggi culturali” che sottendono ecosistemi funzionanti in armonia con attività umane di qualità ; risorse fisiche e processi di buona qualità costitutivi del capitale naturale su cui in- vestire per il futuro. •• Sostenere l’agricoltura di montagna, estensiva e di qualità. In agricoltura il recupero e la tutela della diversità so- ciale e culturale collegata alle carat- teristiche del territorio sono elementi 12 PARMA economica obiettivi generali

Agricoltura estensiva in montagna foto di G.Bianchini

lo studio delle epoche passate, dalle Sta- in particolare connessi alla produzione tue Stele di Lunigiana alle tracce degli di energia, al prelievo di risorse, all’uso insediamenti dei Liguri, dal patrimonio del suolo, alla capacità di carico turisti- di castelli e di pievi d’epoca Matildica, ca, all’impronta ecologica ed alla conta- ai palazzi dei Malaspina, degli Este, dei bilità ambientale finalizzata alla defini- Vallisneri, fino al “Maggio”, alla storia zione dei servizi ecosistemici. moderna, dal Risorgimento alla Resi- •• Educare alla sostenibilità, intesa come stenza, ad oggi. educazione al rispetto della natura, ma anche come conoscenza delle vocazioni Per il supporto logistico agli attori locali del territorio e affezione ad esso proiet- •• Studiare e monitorare i fattori abiotici tata al futuro: per tutta la popolazione, in e la biodiversità attraverso il rafforza- particolare per specifici categorie molto mento della rete di collaborazioni e i importanti per l’area e le attività con- protocolli di intesa con gli Atenei Uni- nesse, quali gli agricoltori e gli opera- versitari limitrofi (e non solo) al fine di tori turistici, oltre ai tradizionali gruppi ampliare la base conoscitiva ed instal- quali insegnanti e studenti. Programmi lare una rete che possa dare input chia- di educazione saranno estesi anche al di ri alla funzione di tutela e di sviluppo fuori dei confini della Riserva e rivolti ai dell’Area MaB. Stimolare la ricerca sul visitatori che vi soggiorneranno. campo, affinché grazie all’innovazione •• Rafforzare e migliorare la governan- si possano migliorare i paradigmi con ce. Il riconoscimento UNESCO MaB cui si opera in questo territorio soprat- potrà sensibilmente rafforzare, attra- tutto nell’ambito delle infrastrutture, verso una visione unitaria aggiornata, della comunicazione, del settore agrico- autorevolmente e largamente condivisa, lo e turistico. Approfondire gli aspetti il coordinamento e l’interazione tra le e costruire scenari sugli effetti che le azioni progettuali e di programmazione pressioni antropiche possono generare previste nei diversi piani e programmi sugli ecosistemi, sulle specie rare tanto territoriali vigenti, attualmente trop- della flora che della fauna, nonché sulle po frammentati e dispersivi. La riserva dinamiche connesse alla forestazione. MaB sarà strumento importante della Particolare enfasi verrà data al monito- cooperazione territoriale tra i due ver- raggio degli aspetti economici del ter- santi e per l’apertura a più ampie, glo- ritorio dell’Appennino Tosco Emiliano bali relazioni istituzionali e non. PARMA economica 13 LA CONSERVAZIONE La funzione di conservazione

IL MOSAICO ECOLOGICO geomorfologici, topografici e pedologici Il territorio della Riserva rientra nella re- specifici. In questo contesto i due versanti gione biogeografica (Ecozona) Paleartica del crinale prendono connotazioni clima- (Eurasia non Tropicale e Africa Setten- tiche molto peculiari e si determinano le trionale) e risulta interessata dalla presenza basi per una particolare distribuzione degli del confine climatico fra due regioni bio- ecosistemi. geografiche: Continental – Mediterranean, Infine, a partire dalla preistoria e con con- il cosiddetto confine climatico ”euro-me- tinuità temporale, le comunità umane han- diterraneo”. In questo contesto il territo- no frequentato il territorio, fin quasi alle rio indagato si colloca in modo peculiare, massime quote consentite. Chiaramente riassumendo in un area abbastanza ristretta le morfologie e gli ecosistemi condiziona- vari caratteri specifici, capaci di riflettersi rono le frequentazioni umane, ma anche negli ecosistemi e nella relazione tra biosfe- tali frequentazioni hanno accompagnato e ra ed antroposfera. La particolare connota- condizionato gli ecosistemi. zione geografica dell’area permette a questi Il crinale morfostrutturale orientato in di- territori di riassumere significati ecosiste- rezione NW/SE, si discosta in modo si- mici, paesaggistici e culturali sia apparte- gnificativo dagli andamenti prevalenti nel nenti all’area tirrenica (Versilia, e Golfo di resto dell’Appennino che, in questo tratto, Spezia), sia alla Pianura Padana con le sue si allinea, da un lato, con la linea di costa influenze alpine, sia alle Alpi Apuane e allo tirrenica della Riviera di Levante, e dall’al- sbocco meridionale dell’Appennino. tro, con l’andamento del tratto centrale Sono gli assetti geologico-strutturali a ca- della Pianura Padana. ratterizzare questa porzione di Appennino I due versanti, a sud e a nord del crinale, Settentrionale e a definirne gli andamenti sono molto differenti fra loro sia dal pun-

Passo del Cirone cippo di confine foto di AlterEco 14 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

sidio. Alcuni tratti paesaggistici specifici risultano diluiti nella storia e sono anco- ra percepibili, marcati da aspetti ecologici che hanno attecchito là dove le condizioni sono state stimolate anche da alcune inte- razioni (rapporto con le presenze umane, effetti delle attività connesse, rapporto con le presenze selvatiche). Per intuire il potenziale simbolico e strate- gico del crinale basti dire della diffusa pre- senza delle “Cappellette Maestà” (cappelle di santi - ex voto) spesso decorate con ma- teriali marmorei provenienti delle Apuane (preghiere di pietra), scavate a volte anche nei termini calcarenitici locali, distribuite lungo le direttrici preferenziali di valico. Le linee di passaggio attraverso il crinale Laghi Sillara to di vista climatico, che specificatamente foto di E.Concari hanno condizionato la storia di questi luo- orografico. Le complesse relazioni fra ve- ghi e quindi il mosaico ecologico. getazione, suoli e aspetti geomorfologici Le direttrici dei principali passi, che dalla in fascia di confine climatico, offrono le pianura padana conducevano nelle terre basi per intuire il territorio come un im- di Lunigiana e Garfagnana (e viceversa), portante laboratorio per la comprensione individuano tratti territoriali evidenziati del legame territorio-clima e per un moni- da caratteri attitudinali specifici, andando toraggio particolarmente sensibile e tem- a definire quattro tronconi tipologici co- pestivo dei cambiamenti climatici in corso. munque riferibili al crinale nella sua com- I mosaici ecologici inquadrabili nell’area plessità. della Riserva insistono su specifici anda- Questi sono: menti fisiografici e geografici, e possono tratto dal Passo del Cirone al Passo di La- essere definiti da: gastrello; tratto dal Passo di Lagastrello al • una fascia di alta quota in prossimità del Passo del Cerreto/Ospedalaccio; tratto dal crinale; Passo del Cerreto/Ospedalaccio a Passo di • una fascia collinare che si estende in Pradarena; tratto dal Passo di Pradarena al modo pressoché circondariale attorno Passo delle Radici, dove le tendenze stori- alle fasce alte di crinale. che hanno rispettivamente guidato l’avvi- cendamento umano diversamente: La fascia del crinale nel primo larelazione con l’esterno, l’uso del bosco – carbonaie, le “Valli dei Cava- La fascia d’alta quota e crinale, compresa lieri”, le forme antiche di autonomia am- fra 2121 m e 800 m s.l.m., estesa anche ministrativa (come lo Statuto dei Vallisne- alle principali dorsali longitudinali all’an- ri); damento prevalente del crinale. nel secondo i pellegrini e i viandanti, il Il crinale presenta un andamento presso- commercio e gli scambi, l’invaso artificiale ché omogeneo, pur includendo delle diret- del Lagastrello, le carbonaie, le acque sor- trici frequentabili (valichi, collegamenti) genti, la vocazione turistica; da cui deriva una certa settorialità. Nella nel terzo, oltre ai pellegrini e viandanti e al storia questa si è ben evidenziata anche commercio, le aperture sulle Alpi Apuane, perché sostenuta dalla necessità e dalla la lavorazione e forgiatura dei minerali, possibilità di accedere ai luoghi (com- le carbonaie, la “Corte di Nasseta” antica mercio transumanza verso la Maremma, comunità scomparsa, l’uso delle acque, la pellegrinaggio verso Roma, brigantaggio, vocazione turistica; Resistenza) e dal ruolo strategico del pre- nell’ultima l’Abetina Reale in funzione PARMA economica 15 LA CONSERVAZIONE

della segheria ad acqua, la vocazione tu- presenta al contempo una conformazione Schiocchi del Secchia ristica (ancora l’Abetina Reale e la foresta molto caratteristica frutto dell’eredità ge- foto di M. Domenichini dell’Ozola, i rifugi), le valli dei torrenti ologica ed ambientale. Dolo e Ozola - acque sfruttate un tempo Sono notevoli i caratteri di varietà pae- (con l’antica segheria e il trasporto del le- saggistica riscontrabili in questo tratto gname) così come ora (con l’idroelettrico). di versante caratterizzati da importanti La somma di questi tratti offre comunque variazioni fisiografiche. I monti che defi- unitarietà al concetto del crinale, che dal niscono il crinale sono spesso imponenti punto di vista ecologico risulta pressoché con morfologie sommitali dolci oltre che omogeneo: si sottolinea la prevalenza di selvagge, interessati da circhi di origine un mosaico montano a naturalità elevata glaciale. Scendendo di quota si incontra caratterizzato da faggio e praterie di quota. una fascia ampia che presenta i segni degli antichi ghiacciai, con dossi allungati nel- Per quanto riguarda gli elementi trattabili le direzioni di flusso, depositi morenici a in termini di risorse ambientali prevalgono marcare i perimetri frontali e laterali del- i boschi di latifoglie e le faggete. Queste le lingue ghiacciate e numerosi laghetti e ultime occupano un’ampia fascia altitudi- zone umide. Sono diffuse ampie valli con nale (tra 800 e 1.600 m s.l.m.) nella quale tipica conformazione a “U”. il clima è moderatamente e costantemente Altro aspetto degno di nota è la presenza umido, con alte precipitazioni e senza pe- di incisioni profonde (meravigliosi tratti riodi aridi. Salvo rare eccezioni la faggeta scavati in forra – gli “schiocchi” - e impo- si presenta sotto forma di bosco ceduo, nenti valli incise da corsi d’acqua impor- lentamente avviato, naturalmente o artifi- tanti). Il reticolo idrografico si imposta su cialmente in certe zone, a fustaia. strutture geologiche e su variazioni litolo- giche includenti formazioni diversamente Esistono comunque spiccate differenze fra erodibili ma in molti casi fortemente ero- il versante Nord e il versante Sud. dibili. Il versante a Nord del crinale è ampio e La presenza di tavolati calcarenitici di degradante in modo abbastanza omoge- notevole spessore e ampiezza, definisce neo verso la Pianura Padana. Il territorio localmente improvvisi altopiani sostenuti 16 PARMA economica LA CONSERVAZIONE da contorni verticali rocciosi e circonda- praterie che derivano da vaccinieto (o bru- ti da ondulazioni prative e boschive, tali ghiera a mirtillo). Verso le quote maggiori da saper trasmettere un grande potenziale e/o su ripiani in corrispondenza dei cambi estetico esprimendo in modo forte aspetti litologici, dal basso verso l’alto, si incon- scenici quali la verticalità o i contrasti cro- tra specifica, sebbene articolata sequenza matici (Pietra di Bismantova). di boschi, praterie di crinale e affioramenti La continua alternanza di rocce più o rocciosi. meno permeabili determina condizioni La completa assenza di un sistema inse- favorevoli per l’incameramento di acque diativo permanente (nuclei, borghi), limi- (rocce serbatoio) e di conseguenza per la tato raramente a pochi edifici isolati o agli determinazione di complessi sistemi sor- alpeggi stagionali, e l’assenza contempo- gentizi. L’acqua è elemento di grande ranea di infrastrutture, caratterizza oltre- ricchezza e di sottile richiamo. Queste modo la zona di crinale del versante meri- acque presenti in abbondante quantità re- dionale. Qui si presenta una articolazione stituiscono al fiume Po, attraverso i Fiumi in praterie di crinale, affioramenti rocciosi Secchia, Enza e Parma una portata media e bosco molto equilibrata, che conserva d’acqua pari a 65,4 m³/s e una portata di anche una sequenza articolata dal basso piena con valori che superano anche 3.500 verso l’alto costante. m³/sec. Il reticolo idrografico è articolato Le precipitazioni sono mediamente infe- e il sistema di acque è molto distribuito riori rispetto al versante nord. e rappresenta un’importante potenzialità in relazione alle produzioni di qualità, alla La fascia collinare produzione di energia sostenibile, alla di- dattica ed alla definizione e conservazione La fascia Emiliana. Intercorre tra i limi- di molti ecosistemi. ti altitudinali compresi tra gli 800 e i 150 Il versante a Sud si presenta molto ripido, metri s.l.m. ed è compresa tra il crinale con una morfologia pressoché costante ca- appenninico tosco-emiliano e la pianura ratterizzata da profonde incisioni fluviali a padana. V. L’evoluzione morfologica s’imposta su I litotipi maggiormente rappresentati un assetto tettonico distensivo (in presen- sono: arenarie, marne e argille; sono pre- za di valloni importanti -dal punto di vi- senti anche affioramenti di gessi e rocce sta geologico: graben) con faglie dirette ad vulcaniche. Le argille predominano nella angolo medio-alto (tra 50 e 70 gradi), che bassa collina e vengono progressivamente si sviluppano longitudinalmente all’as- sostituite dalle arenarie nella media e alta se della catena appenninica. La presenza collina. Il contemporaneo abbinamento e di rocce arenacee e la forte azione erosi- contrasto di rocce dure (arenarie, marne, va operata dai torrenti determina versanti ofioliti) e plastiche (argille) e l’azione di generalmente ripidi; il reticolo idrografico un’erosione di tipo selettivo, hanno dato è prevalentemente “a graticcio” e quindi luogo ad un paesaggio caratterizzato da fortemente condizionato dalle disconti- massicci rilievi dalle ripide pareti ricoperte nuità delle rocce. I segni della morfologia da estesa vegetazione che si elevano al di glaciale sono assai limitati per fattori d’e- sopra di formazioni argillose con morfolo- sposizione. gie spesso calanchive e in dissesto. Inoltre, In queste fasce si sviluppano spesso salti affiorano potenti successioni di rocce sedi- pseudo verticali a partire dal crinale, con mentarie caratterizzate da ritmiche alter- associazioni vegetazionali pioniere, e dif- nanze di strati arenacei e marnosi (flysch fusione di piccoli frutti selvatici. Il ver- cretacei). I complessi eventi tettonici han- sante è interessato da vegetazione arborea no determinato in alcuni casi assetti strut- costituita alle quote più basse da cerreto turali molto complessi ed articolati. L’area carpineto, e alle quote maggiori da faggete è caratterizzata da una ampia diversità e con presenza di pascoli ricavati da faggete rapida variabilità di ambienti: dalla natura e infine, nelle zone apicali del crinale, da boschiva delle zone più impervie e abban- PARMA economica 17 LA CONSERVAZIONE donate dall’attività agricola, alle coltiva- di carattere gestionale ed insediativo del zione a foraggio per la produzione del Par- territorio che sia nella dimensione della migiano Reggiano, dalle boscaglie di pino variazione degli ecosistemi. Si tratta infatti silvestre ai castagneti, da una fitta rete di di una delle zone più franose del contesto castelli, pievi, borghi, oratori, antiche stra- regionale: il 24,7% del territorio collinare de e torri che nel loro insieme costituisco- e montuoso è interessato da più di 4.000 no le tracce più evidenti del grande retro- fenomeni di dissesto che avvengono pre- terra storico-culturale della collina. valentemente in corrispondenza di litotipi In queste fasce fin dall’antichità si insedia- argillosi come rimobilizzazione di antichi rono pratiche specifiche relative ad alcune corpi franosi spesso riattivati a seguito produzioni (prosciutto, formaggio grana di abbondanti piogge o della fusione del stagionato ma anche il castagneto). Nei manto nevoso. secoli tali pratiche hanno contribuito a Sono qui presenti aree insediate a tessu- modellare il paesaggio fino a connotarne i to prevalentemente discontinuo e talvolta tasselli di un ricco e variegato ecomosaico. rado. Le destinazioni d’uso del suolo più diffu- se sono pertanto i seminativi, soprattutto La fascia Lunigiana foraggere destinate all’alimentazione ani- male per la produzione di Parmigiano reg- Questa porzione dell’area è caratterizzata giano, boschi di latifoglie (roverella, cer- da un sistema collinare assai dolce e da si- ro, carpino nero), pinete (pino silvestre), stemi vallivi articolati ma non particolar- castagneti. Le più significative variazioni mente acclivi. degli ultimi decenni hanno riguardato la Sono evidenti alcuni segni di importanti diminuzione di coltivi e aree aperte a fa- movimenti neotettonici evidenziati da una vore di unità boscate, pressoché imputabili locale ed intensa attività erosiva recente ed ad una seppur limitata contrazione dell’u- attuale. La presenza di lembi di terrazzi al- so agricolo del territorio. luvionali posti a quote fino a 600mt s.l.m., In queste fasce le frane sono elemento di gli estesi fenomeni franosi, gli alvei incas- Sassalbo Castagneto Via dei Lombardi grande importanza sia per le implicazioni sati e soggetti ad intensa erosione verticale foto di AlterEco sc

18 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

duttiva significativa. Il territorio, già urbanizzato in epoca ro- mana, è ancora oggi caratterizzato da un sistema di nuclei insediativi omogenei, a mezza costa, che hanno spesso mantenuto le caratteristiche originarie di impianto e tipologiche.Questi nuclei connotano po- sitivamente il paesaggio per le caratteristi- che degli impianti urbanistici e per la bel- lezza dell’ambiente agrario che li contor- na, a cui susseguono le folte aree boscate.

La fascia Garfagnana

Dal punto di vista morfologico l’area è strutturata intorno al sistema fluviale del Serchio e ai versanti montani che vi con- fluiscono: quello appenninico in riva sini- stra e quello apuano in riva destra. I due Faggeta in Alta Val Parma si impostano sulla distribuzione litotipica versanti montani si saldano alla testata foto di AlterEco sc della zona. Il reticolo idrografico è definito della valle, oltre Piazza al Serchio, nell’a- da corposi sistemi d’acqua di cui il corso rea dell’Argegna e del passo dei Carpinelli avviene prevalentemente in ambienti na- dando origine alla “sella” un delicato am- turali. biente che divide la Garfagnana dalla Lu- A volte i blandi rilievi diffusi sono riferi- nigiana. bili alla presenza dei sedimenti fluvio-la- Sotto il profilo orografico la Garfagnana è custri, ora sollevati rispetto al fondovalle. una delle conche “tettoniche” che caratte- Le rocce del substrato, calcareo-marnose rizzano la Toscana sub-appenninica; la sua ed in subordine argillitiche, affiorano dove conformazione geomorfologica di valle l’azione erosiva dei corsi d’acqua è stata stretta fra due catene montuose ragguar- più intensa e molti rilievi collinari sono devoli – l’Appennino e le Apuane – le con- costituiti da rocce argillitiche e calcareo- ferisce un carattere montuoso accentuato. marnose, molto franose, che mostrano una Le formazioni forestali dominanti sono le storia tettonica molto complessa. faggete alle quote maggiori e i castagneti Il territorio, è caratterizzato dalla presen- sui versanti più bassi, ma sono presenti in za di colture specializzate (oliveto) che si modo significativo e diffuso anche le cer- alternano, con un ritmo che segue l’an- rete e i boschi a dominanza di latifoglie damento delle colline, al castagneto e al decidue termofile. La Garfagnana, fra tut- cerreto carpineto. Il bosco si è mantenuto te le aree della montagna toscana è quella nelle zone meno idonee all’inserimento che presenta un maggior numero di bioto- dell’olivo. pi di interesse vegetazionale (da segnalare, Alle quote maggiori troviamo il casta- tra le altre, alcune rarità botaniche come le gneto o le faggete, con quercus cerris, e stazioni rupestri di leccio e ginepro fenicio le praterie ricavate da faggete destinate al nella valle della Turrite Secca). Le sponde pascolo. Aree a coltivi si trovano nella par- dei corsi d’acqua presentano una ricca va- te più pianeggiante e nelle zone pedecol- rietà di vegetazione di ripa che va dal sali- linari dell’ambito e si tratta, in prevalenza, ce rosso al salice ripariolo, presente un po’ di seminativi arborati e colture orticole. In ovunque, al salicone, al corniolo. alcune aree la fascia collinare tra quota 300 Nell’area della Riserva è incluso il solo e quota 400 metri s.l.m. vengono coltiva- versante appenninico: esso presenta un te ad oliveto. L’agricoltura ha mantenuto andamento dai profili dolci e graduali no- mediamente nella storia una valenza pro- nostante le quote elevate; la rete idrogra- PARMA economica 19 LA CONSERVAZIONE fica è fitta e irregolare; le valli sono brevi e Buffer e l’84% Area Transition. ripide e i corsi d’acqua hanno un regime L’area interessa 38 Comuni che sono da torrentizio. In tutta la valle i corsi d’ac- sempre legati per tradizione al Appen- qua, costituiscono un riferimento forte ed nino Tosco-Emiliano,nelle province di identificativo dei diversi ambienti locali e Reggio Emilia (Baiso, Busana*, Canossa, consentono di individuare sia la struttura Carpineti, Casina, Castelnovo ne’ Monti*, morfologica, sia la struttura degli insedia- Collagna*, Ligonchio*, Ramiseto*, Toano, menti di antica formazione. Vetto, Vezzano, Villa Minozzo*), Parma Si tratta di centri e nuclei, spesso di mode- (Berceto, Calestano, Corniglio*, Monchio sta entità, che si collocano prevalentemen- delle Corti*, Langhirano, Lesignano, Ne- te all’interno di una fascia intermedia com- viano degli Arduini, Palanzano, Tizzano presa tra il fondovalle e l’inizio dei rilievi Val Parma), Modena (Frassinoro), Massa montuosi segnato dal cambiamento coltu- Carrara (Bagnone*, Casola in Lunigiana, rale del suolo (dal seminativo di montagna Comano*, Filattiera*, Fivizzano*, Fosdi- al prevalere del castagno e del faggio). La novo, Licciana Nardi*, Villafranca in Lu- prevalente localizzazione dell’insediamen- nigiana) e Lucca (Castelnuovo Garfagna- to nella fascia intermedia (500-800 m) na, Giuncugnano*, Piazza al Serchio, Pie- evidenzia i caratteri dell’organizzazione ve Fosciana, San Romano in Garfagnana*, agraria e il rapporto di integrazione tra le Sillano, Villa Collemandina*) tra cui tutti attività agricole e la pastorizia intesa come i 16 Comuni facenti parte del Parco Na- attività complementare e integrativa. La zionale dell’Appennino Tosco Emiliano parte bassa della fascia è caratterizzata (indicati con *). da terrazzamenti, segno di sfruttamento La maggiore estensione verso il versante intensivo dei suoli; la parte superiore cor- emiliano rispetto a quello toscano è natu- risponde al limite del cambiamento delle rale conseguenza della diversa morfologia colture agricole forestali ed è delimitata da dei versanti. un uso del suolo caratterizzato da prati- Il fulcro della candidatura si basa sulla pe- pascoli e dalle attività connesse alle risorse culiarità di questo territorio di essere “cri- del bosco. I terreni montani, derivando dal nale”, punto di unione-divisione e quindi di macigno, hanno un più elevato grado di equilibrio e scambio tra climi, ecosistemi, acidità e di conseguenza risultano adatti culture ed economie: il ricco, vario e con- alla coltura del castagno. La presenza del centrato mosaico di diversità già descritto. castagneto da frutto si colloca a ridosso Questo mosaico di habitat, che è uno dei delle praterie di crinale fino a lambire le principali fattori caratterizzanti la proposta aree a seminativo che si sviluppano intor- di Riserva, è anche una peculiarità estre- no ai nuclei di più antica formazione. mamente sensibile alle pressioni esercitate Il sistema insediativo è costituito da centri dai fattori esogeni: per questo motivo essa di fondovalle, da rari centri montani, da necessita di strumenti di conservazione e insediamenti di crinale passo e da alpeggi di una perimetrazione che sia funzionale ed è unito da una fitta rete viabile ed infra- alla sua tutela ma anche alla sua dinamica strutturale lungo la quale si sono attestati di interazione con le aree circostanti. Del i nuclei rurali, le pievi e gli ospedali e da resto, il complesso del territorio consente cui si dipanavano altri percorsi funzionali facilmente uno scambio di materia ed ener- al collegamento con il mare per l’approv- gia tra gli ecosistemi in esso presenti. Sono vigionamento del sale e il trasporto dei infatti pressoché assenti barriere fisiche e minerali ferrosi. antropiche che impediscono interazioni tra le tre diverse zone. DIMENSIONE E ZONIZZA- La suddivisione nelle tre zone Core, Buf- ZIONE fer, Transition è pertanto avvenuta sulla L’area proposta come Riserva di Biosfe- base del ruolo che esse svolgeranno nelle ra copre una superficie di 223.229 ettari, funzioni di conservazione, sviluppo e so- di cui il 4,5% è Area Core, l’11,5% Area stegno logistico. 20 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

Le aree Core esclusivamente il versante settentrionale: Area core “Monte Ventasso” (di 368 ha); Le aree Core sono state tracciate collegan- Area core “Pietra di Bismantova” (di 71 do tra loro aree ad elevate tutela presenti ha). sui due lati del crinale. Tutte le aree core Tutte le aree Core costituiranno il cardine rientrano nelle aree tutelate dal Parco Na- delle funzioni di conservazione della Ri- zionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. serva MaB in quanto sono aree di ricono- Quattro di esse sono tracciate sul crinale sciuto valore naturalistico e risultano già appenninico principale che divide Emilia collocate in aree soggette a gradi di tutela da Toscana. Queste sono state denomina- significativi tra cui, oltre a quelli del Parco te con il nome della cima più alta presente: Nazionale, quelli di Riserve Integrali dello Area core “Monte Sillara” (di 2.277 ha); Stato, dei Parchi regionali emiliani, di siti Area core “Alpe di Succiso” (di 1.964 ha); Natura 2000, e tutelati da leggi naziona- Area core “Cima Belfiore” (di 958 ha); Area li e regionali anche mediante strumenti core “Monte Cusna” (di 4.472 ha). Di fat- di pianificazione territoriale provinciali to queste quattro aree Core corrono lungo (PTCP). tutto il crinale e sono interrotte in soli tre Tra le norme che tutelano tali aree ricordia- punti (i passi di Lagastrello, del Cerreto e mo, per quel che riguarda raccolta di funghi di Pradarena) dove esistono attraversamen- e prodotti del sottobosco, la normativa di ti storici, testimoniati anche dalla presenza riferimento che deriva dalle regolamenta- di antichi ospitali, ora coincidenti con via- zioni a livello di regioni, province e comu- bilità prevalentemente a medio-bassa per- nità montane, così come la pesca, che però correnza, la cui presenza non interrompe la è vietata nelle zone A del Parco. Il pascolo continuità ecosistemica. e le utilizzazioni dei boschi sono normate Le altre due aree Core sono state indi- dalle “Prescrizioni di Massima e di Polizia viduate per dare testimonianza dell’im- forestale” ovvero dalle specifiche leggi re- portanza naturalistica e paesaggistica dei gionali; i tagli di utilizzazione dei boschi, crinali secondari nord-sud, perpendicolari vietati nelle zone A, vanno però preventiva- al crinale appenninico, che caratterizzano mente autorizzati dall’ente Parco nelle zone PARMA economica 21 LA CONSERVAZIONE

B mentre sono consentiti nel rispetto delle in isolate stazioni relitte e gruppi di abe- norme vigenti per quanto riguarda le zone te bianco, abete rosso e tasso presenti tra C del parco (presenti solo marginalmente i boschi di faggio rimandano a periodo all’interno delle aree core qui designate). climatici più freddi. Ma il segno più evi- L’introduzione di armi ed il sorvolo nel dente lasciato dai remoti ghiacciai sono territorio del Parco sono vietati se non i numerosi specchi d’acqua e torbiere sul preventivamente autorizzati dall’ente par- fondo di conche e circhi glaciali, nei quali co. Il campeggio è vietato al di fuori delle trovano rifugio preziose specie vegetali ed aree specificamente attrezzate a tale sco- animali. Anche le rocce testimoniano una po; limitatamente alle zone B e alle zone notevole geodiversità: si passa dalle brulle, C del Parco è consentito il bivacco ovvero scure ofioliti dei Groppi Rossi alle Arena- l’installazione della tenda al tramonto con rie del crinale e ai ritmici Flysch marnoso- rimozione all’alba. argillosi. Nell’area sono stati individuati Il transito con mezzi motorizzati nel Par- almeno 20 habitat diversi d’interesse co- co è vietato al di fuori delle strade statali, munitario, tra i quali sei di prateria, sei provinciali, comunali e vicinali gravate da forestali, uno a brughiera, uno arbustivo, servitù; l’accesso con mezzi motorizzati due torbiere e, infine, quattro riconduci- è comunque vietato nelle zone A, se non bili a falde detritiche e pareti rocciose, per specificamente autorizzato dall’Ente Parco; un’estensione complessiva che oltrepassa sulla viabilità forestale il transito è altre- il 50% della superficie dell’area. Lo stato sì normato dalle “Prescrizioni di Massima di conservazione degli habitat d’interesse e di Polizia forestale” oltre alla normativa comunitario presenti in questa area è da generale e specifica di riferimento. Gli in- considerarsi complessivamente favorevole. Monte Ventasso terventi all’interno dei Siti di Importanza foto di J. Bragazzi Comunitaria e Zone di Protezione Spe- ciale sono normati dalle direttive europee “Habitat” e “Uccelli”, dalle normative na- zionali, dalle misure di conservazione gene- rali e specifiche ovvero dai piani di gestione dei singoli siti qualora approvati. L’area core Monte Sillara include un va- sto complesso montuoso scarsamente an- tropizzato in corrispondenza del crinale Orientale Parmense, da poco sopra il Pas- so della Cisa fino al Passo del Lagastrello. Le vette più alte sono il Monte Marma- gna (1851 m) e il Monte Sillara (1850 m), i corsi d’acqua principali sono il torrente Parma e il torrente Cedra, che scorrono in direzione Nord-Est. E’ caratterizzata da morfologie glaciali tra le più meridionali d’Europa, da ghiaioni, rocce, laghi di va- ria estensione e torbiere in un paesaggio modellato dall’ultima glaciazione che an- cora ne custodisce molte testimonianze. Il substrato roccioso è ricoperto da faggete e praterie di alta quota, brughiere e vegeta- zione casmofitica. Nei secolari castagneti sviluppati sui depositi morenici risaltano grossi massi erratici trascinati a valle dai ghiacciai, mentre negli ambienti d’alta quota diverse specie erbacee sopravvivono 22 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

turalistico (in Zona A del Parco Naziona- le) in cui l’antropizzazione è assente o di scarsissimo rilievo. Gran parte dell’area si trova poi nella zona B del Parco Nazionale, dove l’antropizzazione risulta scarsa e pre- valentemente volta alla conservazione ed al conseguimento degli equilibri naturali in parte classificate riserve naturali biogeneti- che. Strutture e infrastrutture esistenti sono funzionali alla gestione del patrimonio na- turale, alla vita delle popolazioni locali e perseguono le finalità del Parco. L’ambien- te naturale ne risulta pertanto influenzato nelle sue caratteristiche e va salvaguardato in quanto tale. Include estesi boschi, prate- rie, terreni coltivati, di proprietà pubblica e privata e anche rare case sparse. Quasi la metà della superficie dei questa Alpe di Succiso L’area core Alpe di Succiso - Monte core area è coperta da 17 habitat di interes- foto di F. Ferretti Acuto - Monte Alto. I confini delimita- se comunitario, dei quali 4 prioritari: for- no un’area che si appoggia al lato setten- mazioni erbose a Nardus, ricche di specie, trionale del crinale dell’Appennino to- su substrato siliceo delle zone montane e sco-emiliano, dal confine provinciale con delle zone submontane dell’Europa conti- Parma (Lagastrello) al passo del Cerreto, nentale, ghiaioni silicei dei piani montano ed include l’articolato, alpinistico crinale fino a nivale, faggeti degli Appennini di di Monte Acuto, i Groppi di Campora- Taxus e Ilex, lande secche europee, lan- ghena, il Monte Alto dal quale si diparte de alpine boreali, formazioni a Juniperus al di là del roccioso e storico intaglio del communis su lande o prati calcicoli, for- Passo di Pietratagliata, l’aereo, altissimo mazioni erbose calcicole alpine e subalpi- contrafforte dell’Alpe di Succiso e Monte ne, praterie con Molinia su terreni calcarei, Casarola, proteso a “T” verso la Pianura torbosi o argillo-limosi (Molinion caeru- ad isolare, tra vasti affioramenti arenacei, leae), bordure planiziali, montane e alpine i due grandi circhi glaciali dai quali origi- di megaforbie igrofile, praterie montane nano i torrenti Liocca a Ovest e Secchia a da fieno, torbiere di transizione e instabili, Est. Alla base dei circhi glaciali e sul fondo (Androsacetalia alpinae e Galeopsietalia delle conche lasciate dalle antiche more- ladani), ghiaioni del Mediterraneo occi- ne sono visibili i laghi Gora, Gonella, di dentale e termofili, pareti rocciose silicee Monte Acuto e Mesca in avanzato stato di con vegetazione casmofitica, prati pionieri interramento, talora soggetti a completo su cime rocciose. prosciugamento estivo. L’area è caratteriz- zata da foreste di faggio (una buona metà L’area core Cima Belfiore si estende sul della superficie) quasi interamente gover- crinale dell’Appennino tosco-emiliano, a nate a ceduo (ci sono interessanti esempi monte del passo del Cerreto fino al pas- anche in alta quota di sterzi accompagnati so di Pradarena, ed include i versanti del da vetuste carbonaie), poi vaccinieti e pra- Monte Tondo (1.781 m), Cima Belfiore terie di alta quota si alternano a ghiaioni e (1810 m) e il contrafforte di Monte Ca- rupi rocciose di arenaria scura e granulare, valbianco (1.855 m). Verso valle il sito è a frequenti giacitura inclinata con liscio- delimitato dal corso del Secchia che a ni e poche strutture torreggianti, di raro Nord di Cerreto dell’Alpi scorre tra ver- effetto scenico a contornare ad esempio il santi a strapiombo (gli Schiocchi del Sec- bellissimo circo delle Sorgenti del Secchia. chia) costituiti da Arenarie del Monte Comprende aree di eccezionale valore na- Cervarola profondamente incise. L’area è PARMA economica 23 LA CONSERVAZIONE attraversata dal torrente Riarbero che pro- Sillano (1.874 m) e a Nord dall’imponente segue poi tra spettacolari affioramenti di massiccio del Monte Cusna (2.120 m). Le arenarie, quando la valle assume l’aspetto praterie d’altitudine e i vaccinieti occupa- di un orrido profondo, con pareti di oltre no superfici significative, inframezzate da 300 m. La tipologia ambientale prevalen- rupi e cenge rocciose e ghiaioni ospitanti te è costituita dalle faggete cedue. Le al- una rara e relitta flora artico-alpina. L’area tre tipologie di boschi (castagneti, cerrete, è molto nota tra i botanici. Alle quote più rimboschimenti di conifere, abetine resi- basse vi sono faggete cedue e in conversio- due di Abete rosso e Abete bianco, boschi ne. Le acque che si raccolgono nel circo igrofili) hanno superfici marginali. Estese glaciale aperto sul versante Nord-Ovest praterie d’alta quota e vaccinieti si esten- del Monte Prado formano il lago Barge- dono lungo il crinale. tana. Le faggete sono predominanti e a Numerosi sono gli habitat di interesse co- tratti sono inframezzate da Abeti bian- munitario che coprono buona parte della chi e Abeti rossi, talvolta di dimensioni superficie dell’area: formazioni erbose sec- eccezionali. Presenti anche castagneti, che seminaturali e facies coperte da cespu- querceti, incolti, e la limitrofa stretta val- gli su substrato calcareo (Festuco-Brome- le del torrente Dolo con boscaglie di tipo talia) con stupenda fioritura di orchidee, igrofilo. Sono particolarmente numerosi i formazioni erbose a Nardus, ricche di spe- ruscelli, gli acquitrini e le pozze alimentati cie, su substrato siliceo delle zone monta- dalle acque di fusione della neve. Presso la ne e delle zone submontane dell’Europa Pania di Corfino si ha un’area di grande continentale, ghiaioni dell’Europa cen- importanza per la nidificazione di spe- trale calcarei, pavimenti calcarei, foreste cie ornitiche legate all’ambiente palustre alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus (Aquila chrysaetos), in ecosistemi stabili excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, sottoposti a tutela, solo moderatamente Salicion albae), faggeti degli Appennini disturbati da attività escursionistica. di Taxus e Ilex, faggeti degli Appennini di Diversi habitat d’interesse comunitario Abies alba e faggeti di Abies nebrodensis, coprono parte della superficie del sito: fiumi alpini con vegetazione riparia legno- formazioni erbose a Nardus, ricche di spe- sa a Salix elaeagnos, lande secche europee, cie, su substrato siliceo delle zone monta- lande alpine boreali, formazioni a Junipe- ne (e delle zone submontane dell’Europa rus communis su lande o prati calcicoli, continentale), ghiaioni dell’Europa cen- formazioni erbose calcicole alpine e subal- trale calcarei, pavimenti calcarei, foreste pine, praterie con Molinia su terreni cal- alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus carei, torbosi o argillo-limosi (Molinion excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, caeruleae), bordure planiziali, montane Salicion albae), faggeti degli Appennini di e alpine di megaforbie igrofile, praterie Abies alba e faggeti di Abies nebrodensis, montane da fieno, torbiere di transizione fiumi alpini con vegetazione riparia legno- e instabili, ghiaioni silicei dei piani mon- sa a Salix elaeagnos, lande secche europee, tano fino a nivale (Androsacetalia alpinae lande alpine boreali, formazioni a Junipe- e Galeopsietalia ladani), ghiaioni del Me- rus communis su lande o prati calcicoli, diterraneo occidentale e termofili, pareti formazioni erbose calcicole alpine e subal- rocciose calcaree con vegetazione casmofi- pine, praterie con Molinia su terreni cal- tica, pareti rocciose silicee con vegetazione carei, torbosi o argillo-limosi (Molinion casmofitica, prati pionieri su cime roccio- caeruleae), bordure planiziali, montane se, foreste di Castanea sativa. e alpine di megaforbie igrofile, praterie L’area core Monte Cusna si estende attra- montane da fieno, torbiere di transizione versando il crinale dell’Appennino Tosco e instabili, ghiaioni silicei dei piani mon- Emiliano, da Passo Pradarena fino al Passo tano fino a nivale (Androsacetalia alpinae delle Forbici, allungandosi a Sud-Est fino e Galeopsietalia ladani), ghiaioni del Me- alla Pania di Corfino e delimitata a Sud- diterraneo occidentale e termofili, pareti Ovest dalla dorsale dominata dal Monte rocciose calcaree con vegetazione casmofi- 24 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

tica, pareti rocciose silicee con vegetazione submontane dell’Europa continentale, casmofitica, prati pionieri su cime roccio- ghiaioni dell’Europa centrale calcarei, pa- se, foreste di Castanea sativa. vimenti calcarei, foreste alluvionali di Al- L’area core Monte Ventasso. Il Monte nus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno- Ventasso (1.727 m) costituisce un alto Padion, Alnion incanae, Salicion albae), massiccio isolato dalle cime prossime al faggeti degli Appennini di Abies alba e crinale, situato tra le valli del Secchia e faggeti di Abies nebrodensis, laghi eutro- dell’Enza. I boschi di Faggio, alternati a fici naturali con vegetazione di Magno- castagneti, ricoprono i fianchi del monte potamion o Hydrocharition, lande secche fin quasi alla sommità, dove la prateria europee, lande alpine boreali, formazioni a sommitale e i vaccinieti sono interrotti da Juniperus communis su lande o prati cal- affioramenti rocciosi di arenarie del Mon- cicoli, formazioni erbose calcicole alpine e te Modino che ospitano una rara vegeta- subalpine, praterie con Molinia su terreni zione rupicola. Sul versante meridionale calcarei, torbosi o argillo-limosi (Molinion prevalgono i pascoli e gli incolti e sul ver- caeruleae), bordure planiziali, montane e sante Nord-occidentale, in una conca con alpine di megaforbie igrofile, praterie ma- morfologie glaciali, vi è il lago Calamone gre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus che conserva un’area torbosa di elevato in- pratensis, Sanguisorba officinalis), praterie teresse naturalistico. montane da fieno, torbiere di transizione L’area risulta interessante per gli habitat e instabili, ghiaioni silicei dei piani mon- cartografati al suo interno o in prossimi- tano fino a nivale (Androsacetalia alpinae tà, ben visibili nel paesaggio che circonda e Galeopsietalia ladani), ghiaioni del Me- il rilievo: formazioni erbose calcicole ru- diterraneo occidentale e termofili, pareti picole o basofile dell’Alysso-Sedion albi, rocciose calcaree con vegetazione casmofi- formazioni erbose secche seminaturali e tica, pareti rocciose silicee con vegetazione facies coperte da cespugli su substrato cal- casmofitica, prati pionieri su cime roccio- careo (Festuco-Brometalia) con stupenda se, foreste di Castanea sativa. fioritura di orchidee, formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato L’area core Pietra di Bismantova com- siliceo delle zone montane e delle zone prende l’isolato massiccio di grande im-

Pietra di Bismantova e Gessi Triassici foto di J. Bragazzi PARMA economica 25 LA CONSERVAZIONE patto paesaggistico che si caratterizza come una mesa calcarenitica miocenica con pareti verticali alte e strapiombanti e un pianoro sommitale con praterie e for- mazioni di tipo arbustivo prevalentemente a Nocciolo. È situato sul colmo del largo contrafforte che separa i bacini di Enza e Secchia, presso Castelnuovo ne’ Monti. Il rilievo, che raggiunge un’altitudine di 1.047 metri e, a causa del suo isolamen- to, è visibile da gran parte dell’Appennino reggiano, è costituito da un piastrone di biocalcareniti di età miocenica deposte in ambiente di piattaforma continentale in- terna (Membro della Pietra di Bismantova della Formazione di Pantano) che poggia su sedimenti argillitici (Argille varicolori di Cassio) e pelitico-arenacei (Arenarie di Scabiazza, Formazione di Ranzano). Tale contesto geologico, che vede la sovrapposi- zione di rocce ad erodibilità marcatamente differente, è la causa primaria dell’attuale assetto morfologico, in quanto i processi erosivi agiscono più efficacemente sulle formazioni argillitico-pelitiche basali ri- spetto alle più resistenti calcareniti sopra- stanti. Alla base della Pietra di Bismanto- va si estende una fascia acclive, costituita della Pietra di Bismantova, di fatto facenti Lago Padule da falde detritiche di diversa età, che passa parte dello stesso crinale secondario, sono foto di AlterEco sc con limite netto alle blande forme impo- state scelte anche in virtù del loro valore state sulle successioni argillitiche basali, a simbolico nello sviluppo culturale e sociale loro volta interessate da paleofrane, frane del territorio e per la relazione che attorno quiescenti e attive. L’intorno del massiccio ad esse vi è tra uomo e biosfera soprattutto è caratterizzato da querceti cedui, campi nell’ambito dell’agricoltura di montagna e coltivati e prati da sfalcio, siepi e prate- del turismo naturalistico. rie aride arbustate, dominate dal Gine- Queste aree completano quindi l’insieme pro comune, in un contesto tipicamente delle aree che hanno una significativa rile- submontano. Qui insistono almeno otto vanza come cardine simbolico per le fun- habitat di interesse comunitario, dei quali zioni logistiche, costituendo visibile fonte 3 prioritari, che coprono quasi la metà del- di ispirazione e di richiamo: in tutta la la superficie del sito, in particolare habitat Riserva è sempre possibile vedere almeno rupicoli e di vegetazione erbacea pioniera. un’area Core a cui potersi riferire garan- La Pietra è luogo di tanti valori: della tendo una percezione chiara dei collega- geologia e della letteratura, della storia e menti che esistono tra le diverse zone. della spiritualità, dell’alpinismo e del par- migiano reggiano, del turismo e dell’atti- Le aree Buffer vità agricola, del paesaggio e della natura. Sono presenti almeno otto habitat di inte- Un’unica area Buffer, di 25.834 ha, circon- resse comunitario, rupicoli e di vegetazio- da tutte le sei aree Core, fungendo così ne erbacea pioniera, dei quali 3 prioritari. non solo da “cuscinetto difensivo”, ma anche da corridoio ecologico tra queste. L’area Core del Monte Ventasso e quella L’area buffer è stata ideata individuando 26 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

per lo più aree già soggette a gradi di tu- ne, delle aree tampone è garantita dalla tela quali quelli del Parco Nazionale, dei continuità di estensione delle aree Buf- Parchi regionali emiliani, della rete Natu- fer, concentriche rispetto ai core stes- ra 2000 e degli strumenti di pianificazione si. In talune aree l’estensione dell’area territoriale provinciali. buffer è ridotta, ma solo in presenza di versanti acclivi lungo i quali la confor- Il perimetro dell’area buffer è stato defini- mazione stessa del territorio costituisce to seguendo alcuni criteri: una forma di tutela efficace. A titolo di • funzione di collegamento tra le aree esempio l’area buffer si assottiglia anche core che spesso sono separate solo da attorno all’Area Core della Pietra di Bi- piccoli tratti, in corrispondenza dei va- smantova, ricalcando per lo più i confini lichi e dei passi principali caratterizzati, di tutela del Parco Nazionale che com- da quando vi è memoria storica, dall’at- prendono tale importante rilievo. Ciò si traversamento umano. Tali valichi non giustifica per la stessa forma e connota- costituiscono però un’interruzione eco- zione della Pietra di Bismantova (una logica, come dimostrano studi sul ter- rupe arenacea che spunta sulle rocce ritorio, ma sono veri e propri corridoi argillose circostanti) che di fatto la ren- ecologici che vengono tutelati con stru- de isolata, non facilmente accessibile e menti normativi adeguati; protetta dal contesto circostante. • funzione di protezione delle aree core: Nelle aree Buffer sono presenti alcuni abi- questa funzione propria, per definizio- tati che, per la loro peculiare collocazio-

I 37 habitat di interesse comunitario e 3 habitat di interesse regiona- le (qui equiparati) (3130) Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis); (6520) vegetazione dei Littorelletea Uniflorae e/o degli Isoëto- Praterie montane da fieno; (7140) Torbiere di transi- Nanojuncetea; (3140) Acque oligomesotrofe calcaree zione e instabili; (7210) Paludi calcaree di Cladium con vegetazione bentica di chara; (3150) Laghi eutro- mariscus e di Carex davalliana; (7230) Torbiere basse fici naturali con vegetazione del tipo Magnopotamion alcaline; (8110) Ghiaioni silicei; (8130) Ghiaioni del o Hydrocharition; (3230) Fiumi alpini a vegetazione Mediterraneo occidentale e termofili delle Alpi; (8210) riparia legnosa a Myricaria germanica; (3240) Fiumi Pareti rocciose con vegetazione casmofitica, sottotipi alpini e loro vegetazione riparia legnosa di Salix elae- calcarei; (8220) Pareti rocciose con vegetazione ca- agnos; (3250) Fiumi mediterranei a flusso permanente smofitica, sottotipi silicicoli; (8310) Grotte non ancora con Glaucium flavum; (3260) Vegetazione sommersa di sfruttate a livello turistico; (9110) Faggeti del Luzulo- ranuncoli dei fiumi submontani e delle pianure; (3270) Fagetum; (9150) Faggeti calcicoli (Cephalanthero- Chenopodietum rubri dei fiumi submontani; (4030) Fagion); (9180) Foreste di valloni del Tilio-Acerion; Lande secche (tutti i sottotipi); (4060) Lande alpine e (91E0) Foreste alluvionali residue di Alnus glutinosa e subalpine; (5130) Formazioni di Juniperus communis Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Sa- su lande o prati calcarei; (6110) Terreni erbosi calca- licon albae); (9210) Faggeti degli Appennini a Taxus rei carsici (Alysso-Sedion albi); (6170) Terreni erbosi e Ilex; (9220) Faggeti degli Appennini con Abies alba; calcarei alpini; (6210) Formazioni erbose secche semi- (9260) Foreste di Castanea sativa; (92A0) Foreste a naturali e facies coperte da cespugli su substrato calca- galleria di Salix alba e Populus alba; (Alp) Habitat reo (Festuco Brometalia); (6230) Formazioni erbose di di rilevanza naturalistica nell’ambito locale: Praterie Nardo, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone primarie acidofitiche di impronta alpina; (Cn) Habi- montane (e delle zone submontane dell’Europa conti- tat di rilevanza naturalistica nell’ambito locale: Tor- nentale); (6410)Praterie in cui è presente la Molinia su biere acide montano-subalpine (Caricetalia nigrae); terreni calcarei e argillosi (Eu-Molinion); (6430) Bor- (Psy) Habitat di rilevanza naturalistica nell’ambito dure planiziali, montane e alpine di megaforbie igro- locale: Pinete appenniniche di pino silvestre. file; (6510) Praterie magre da fieno a bassa altitudine

PARMA economica 27 LA CONSERVAZIONE

Lupo Appenninico foto M. Mendi

ne geografica, costituiscono gli avamposti ni ambientali, sociali ed economiche con il della biodiversità d’eccellenza e costitu- crinale Appennino Tosco-Emiliano Euro- iscono il punto di partenza per espletare Mediterraneo, ovvero tra il Passo della Cisa le funzioni di sviluppo che si completerà ed il Passo delle Forbici. Oltre a ciò, anche nella direzione delle aree Transition. in considerazione dello spopolamento ed all’invecchiamento che caratterizza i Co- Le aree Transition muni dell’alto crinale (per lo più aderenti al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco La principale ratio con cui è stata definita Emiliano), l’ampliamento verso valle della l’Area Transition è stata quella di coinvol- Area Transition è, di fatto, l’espressione del- gere i territori che possono vantare relazio- la volontà di coinvolgere le risorse umane

Il ritorno del Lupo All’interno della zona candidata a Riserva si ha la all’avanguardia nel panorama nazionale. In Italia fortuna di poter osservare il Lupo (Canis lupus), spe- la specie è legalmente protetta ed oggetto di ricerca dal cie considerata Vulnerabile (VU) D1 nella Lista Rossa 1971. Il Lupo è elencato in appendice II, IV della di- italiana di IUCN. La specie è considerata tale sperché rettiva Habitat (92/43/CEE), incluso nell’appendice la stima massima di popolazione in Italia è di 800 in- II della CITES e nell’appendice II della Convenzione dividui sul territorio nazionale, quindi il numero di di Berna (1979) in base alla quale sono proibiti l’uc- individui maturi è necessariamente molto inferiore alla cisione ed il commercio e la distruzione delle tane. Il soglia di 1000 per la quale una specie è valutabile in Lupo era ampiamente diffuso sul territorio della Ri- questa categoria. L’uccisione illegale la frammentazio- serva della Biosfera fino alla meta del 1800, ma venne ne amministrativa delle istituzioni locali l’ibridazione localmente sterminato negli anni 40. Nei primi anni con i cani rappresentano elementi di forte criticità. A ’70, la distribuzione del lupo era frammentata e li- fronte di questa situazione il Parco Nazionale con il mitata a pochi comprensori montani dell’Appennino proprio Servizio Conservazione della natura e il Pro- centromeridionale, ma a partire dagli anni ’80 anche getto Life ExTRA rappresentano il riferimento nella grazie alla rinaturalizzazione dei territori montani e gestione dei problemi relativi alla convivenza con il alla protezione legale accordata alla specie, si e assistito lupo, non solo all’interno dell’area di pertinenza del ad un incremento demografico della popolazione e ad Parco, ma anche ben al di là dei suoi confini ammini- un’espansione dell’area di presenza della specie. strativi, attraverso un progetto di gestione e di studio

28 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

te vocate per la sperimentazione e la diffu- sione di un modello di sviluppo sostenibile, La tutela dell’Aquila reale supportando, proteggendo e valorizzando Nel territorio della Riserva si è svolto un progetto “Monito- le aree core e buffer. raggio e Conservazione dell’Aquila reale in tre parchi regionale Per questi motivi, in linea di principio e dell’Emilia Romagna” e successivamnete nel 2009 il Parco Na- salvo motivate eccezioni, l’Area Transition zionale ha attivato uno “Studio preliminare sull’Aquila reale” è stata estesa, per complessivi 187.413 et- finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Ter- tari a tutto il territorio dei Comuni che ritorio e del Mare” e affidato alla LIPU di Parma. Obiettivo hanno manifestato interesse alla candida- generale del progetto è il monitoraggio della presenza di Aquila tura a Riserva MaB UNESCO. reale nel territorio del Parco ed in particolare del tasso di involo delle cinque coppie che nidificano nell’area protetta o nelle sue immediate vicinanze. Obiettivi specifici sono: L’IMPORTANZA PER LA CONSER- • sviluppare linee guida per la gestione della specie nel territo- VAZIONE DELLA BIODIVERSITA’ rio del Parco; • creare un effetto sinergico tra il personale afferente a tutti gli Dall’esame dei dati relativi al numero di Enti territorialmente interessati dalla presenza della specie; specie presenti in Italia rispetto al totale • implementare le conoscenze e lo scambio di informazioni tra europeo (indicatore utilizzato per misura- il personale di vigilanza del Parco; re la ricchezza biologica nonostante i li- • sensibilizzare, informare e coinvolgere attivamente le comu- miti ad esso associati) si può certamente nità locali sull’importanza della tutela delle specie protette; evidenziare un buon livello di biodiversità • sviluppare comportamenti “ecosostenibili” attraverso informa- per il territorio italiano, che corrisponde al zione e formazione puntuale dei fruitori delle aree protette. rilevante numero di habitat presenti ed alla varietà della sua fisionomia geografica ed estensione in latitudine. Questa ricchezza dell’Appennino nella tutela delle peculia- è confermata anche a livello regionale. rità di questo territorio, innanzitutto favo- Nel territorio della Riserva sono stati ri- rendone e sollecitandone la comprensione, conosciuti almeno 37 habitat di interesse quindi stimolandone la valorizzazione me- comunitario, di cui 6 prioritari e 3 di in- diante azioni di sviluppo socio-economico teresse regionale. Vi sono presenti almeno sostenibile. Le aree Transition includono 122 specie tra uccelli, anfibi pesci e inver- quindi insediamenti, aree produttive e turi- tebrati di interesse conservazionistico co-

Aquila reale stiche e soprattutto le estese aree agricole e munitario, di cui 3 di interesse prioritario foto di M. Mendi rurali e per tanto sono quelle maggiormen- (vedi box dedicato).

Si segnala la presenza di: Lupo, Aquila Re- ale (Lista rossa nazionale come specie vul- nerabile, Lista rossa dell’Emilia-Romagna come specie minacciata di estinzione) Tri- tone crestato, Salamadrina dagli occhiali, salamandra pezzata, Rana temporaria, diverse specie di chirotteri, Osmoderma eremita, coleottero di interesse priorita- rio. Assai ricca è la biodiversità floristica: almeno 260 specie vegetali acquatiche e terrestri di interesse conservazionistico comunitario e regionale, tra cui si segnala l’endemismo e specie prioritaria la Primu- la appenina.

Rilevanti esperienze di conservazione della Biodiversità, degli Habitat e delle PARMA economica 29 LA CONSERVAZIONE unità di paesaggio con il quale si è realizzata una ricerca ca- In un sistema che ha visto nella storia po- pillare delle antiche varietà di interesse chi contatti commerciali con l’esterno, si agrario (orticole e frutticole) ancora pre- sono mantenute sul territorio varietà vege- senti nell’area. Il progetto ha coinvolto le tali e razze animali che altrove sono state scuole (a tutti i livelli, dalle materne alla rapidamente sostituite da varietà e razze scuola secondaria) per far sì che la ricerca standardizzate ai sistemi di coltivazione e fosse diffusa su tutto il territorio proprio allevamento più produttivi. Questo ricco attraverso il coinvolgimento della popola- patrimonio di biodiversità agraria rappre- zione. Il risultato è stata un’ampia raccolta senta oggi un plusvalore alle produzioni di accessioni, semi e segnalazioni di pian- locali che interpretano l’identità territo- te madri, che sono state raccolte presso il riale e quindi quel vantaggio competitivo centro “La Piana” di Camporgiano gestito sostenibile che consente di creare econo- dall’Unione Comuni. Qui le varietà sono mie positive anche per piccole produzioni. state riprodotte e, al contempo, è stata av- L’idea di realizzare una Banca del Germo- viata la fase di identificazione e caratteriz- plasma nasce all’interno di un vasto pro- zazione in collaborazione con gli Istituti getto denominato “Home Gardens” con universitari di Pisa (varietà orticole) e Fi- il quale si vuole favorire la diffusione di renze (fruttiferi). cultivar locali, allo scopo di mantenere un La conservazione cosiddetta in situ delle alto livello di biodiversità rurale ed evita- antiche varietà ha visto il suo coronamen- re la scomparsa di quel bagaglio di cono- to con l’istituzione, nel 2008, di una delle scenze sugli usi, i metodi di coltivazione, sedi della Banca Regionale del Germopla- la cultura dei luoghi legata a piatti tipici sma, ovvero il “luogo” dove si conservano particolari, alla cura delle malattie, ai sa- le risorse genetiche autoctone vegetali di peri e alle tradizioni secolari. interesse agrario e forestale, sotto forma di La Banca Regionale Toscana del Ger- semi o piante, allo scopo di garantirne la moplasma. La legge regionale 64/2004 tutela. La Banca è un laboratorio biologi- sancisce la costituzione di: Banca regionale co dove vengono effettuate operazioni di del germoplasma (art.6) al fine di garan- difesa da forme di contaminazione, altera- tire la tutela, mediante la conservazione zione o dispersione del materiale genetico ex situ, delle risorse genetiche. La Banca conservato. Presso il Centro “La Piana” svolge tutte le operazioni dirette a salva- sono conservate decine di antiche varietà guardare il materiale in essa conservato di orticole, oltre ad un impianto di oltre Monte Cusna da qualsiasi forma di contaminazione, al- 200 piante madri di fruttiferi (mele, pere, foto di F. Ferretti terazione e distruzione. Nella Banca con- fluiscono tutte le risorse genetiche iscritte nei repertori. Coltivatore Custode (art.9), ovvero chi provvede alla conservazione, presso le aree originali di prelievo, ovvero quelle considerate tradizionali luoghi di presenza delle risorse genetiche a rischio di estinzione iscritte nei repertori. Il Regi- stro regionale delle varietà da conservazione (art.10) tenuto dalla competente struttura della Giunta regionale, in cui possono es- sere iscritte le varietà già iscritte nei reper- tori e a rischio di estinzione, su istanza di privati interessati al rilancio produttivo. A partire dal 2004 l’allora Comunità Montana della Garfagnana, poi trasfor- mata in Unione Comuni Garfagnana, ha dato l’avvio al progetto “Home Gardens” 30 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

Paesaggio collinare foto di G. Bianchini

susine, ciliegie, fichi, gelsi…). Sono una nale è stato portato avanti un progetto di trentina di antiche varietà quelle iscritte ricerca per analizzare lo stato di conserva- al Registro Regionale. Il Centro ospita zione di habitat e specie e per pianificare anche un campo sperimentale di viti con l’eventuale attività di salvaguardia. Il pro- oltre 2000 piante che rappresentano una gramma di monitoraggio a lungo termine cinquantina di antichi vitigni locali. A se- ha messo in evidenza i decrementi nume- guito della caratterizzazione genetica svi- rici e le perdite di vitalità delle popola- luppata in collaborazione con l’Università zioni nel tempo. Lo scopo del progetto di di Pisa, è stato possibile verificare che ben ricerca, iniziato nel 1999 e conclusosi nel- 25 vitigni non appartengono a nessun data la primavera del 2002 nel Parco Regionale base europeo e, quindi, rappresentano va- dell’alto Appennino di Reggio Emilia, è rietà esclusive dell’area. Inoltre, in Garfa- la verifica dello status di conservazione di gnana sono presenti 35 coltivatori custodi popolazioni molto ristrette di alcune spe- che costituiscono quasi il 30% dei Coltiva- cie, ritenute localmente rare, al fine di ave- tori custodi dell’intera Regione Toscana e re informazioni precise circa il loro locale questo dà il segno del significato culturale rischio di scomparsa. del recupero del senso di appartenenza e Le 15 specie considerate: coda di topo identità territoriale che è stato possibile alpina (Alopecurus gerardi Vill.); lino ca- avviare nell’area della Garfagnana. pitato (Linum capitatum Kit.); giunco di Lo studio delle popolazioni delle specie Jacquin ( Juncus jacquinii L.); margheri- vegetali rare/minacciate. La rarità delle ta alpina (Leucanthemopsis alpina (L.) specie vegetali può essere correlata a di- Heyw.); crotonella alpina (Lychnis alpina versi fattori, come il legame ad habitat pe- L.); salice erbaceo (Salix herbacea L.); sa- culiari o a fattori distributivi e geografici. lice astato (Salix hastata L.); salice seghet- Questi taxa, o alcune popolazioni locali, tato (Salix breviserrata Fold.); rododendro possono quindi essere facilmente minac- rosso (Rhododendron ferrugineum L.); ciate di scomparsa, come conseguenza peverina a tre stimmi (Cerastium cera- della naturale dinamica della vegetazione stioides (L.) Britton); carice puzzolente o per l’impatto umano. (Carex foetida All.); ranuncolo di Küpfer In parte dell’area dell’attuale Parco Nazio- (Ranunculus küpferi Greuter e Burdet); PARMA economica 31 LA CONSERVAZIONE senecione biancheggiante (Senecius inca- della letteratura botanica del passato, sono nus L.); vecchia del Monte Cusna (Vicia risultate tutt’ora presenti; 2. per la specie cusnae Foggi e Ricceri); primula dell’Ap- Juncus jacquinii, al momento dello svol- pennino settentrionale (Primula apennina gersi del programma, non sono state ri- Widmer). confermate alcune delle stazioni note fino Si tratta di piante di alta montagna, spes- a 30 anni fa; 3. alcune specie (Salix hastata; so con connessioni con zone artiche o Salix breviserrata; Linum capitatum) han- dell’Europa centrale, localmente rare. La no visto l’individuazione di nuove stazioni loro presenza è discontinua o ristretta ad di crescita presso il Monte Cusna e l’Alpe uno o pochi siti di crescita. Di fatto la di Succiso; 4. le specie indagate sono state maggior parte di queste specie trova con- cartografate attraverso sistemi informativi dizioni di vita ideali dove perdura una co- territoriali (GIS), predisponendo così una pertura nevosa prolungata e la frequente base obiettiva per indagini e monitorag- contrazione del periodo di durata dell’in- gi futuri; 5. di tutte le specie indagate si nevamento al suolo potrebbe danneggiarle può confermare lo stato di rarità, viste le in modo grave. esigue superfici coperte, mentre nella so- Utilizzando i dati raccolti entro le aree stanza nessuna di queste può definirsi al campione è stato valutato lo status delle momento veramente minacciata; 6. fat- popolazioni vegetali e sono stati parago- tori di disturbo sono comunque attivi, in nati tra loro i dati delle differenti annate. particolare il calpestio ad opera dei turisti Nello specifico per quanto riguarda Salix (Monte Prado) e un certo sovrappascolo herbacea e Juncus jacquinii è stato tentato che interessa alcune delle specie conside- un confronto anche con alcune popola- rate (M.te Cusna e M.te Prado). Un fat- zioni degli stessi taxa che crescono in am- tore di disturbo è legato ai cambiamenti biente alpino. climatici in atto, che localmente ha parti- I risultati della ricerca sono depositati colare riscontro anche nella copertura ne- presso l’Università di Pavia, Dipartimento vosa al suolo che di anno in anno presenta Le pendici della Garfa- di Ecologia del Territorio. In particolare una tendenza ad una più breve durata; 7. gnana emerge che: 1. tutte le specie indagate in rispetto ad alcune popolazioni alpine con- Archivio Montagna Appennino Studio d'arte quanto ritenute localmente rare sulla base frontabili, presentano una particolare pro- Fotografica

32 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

le, se non nei fenomeni macroscopici, per mancanza di indagini specifiche. In parte si può sopperire a questa carenza attraver- so l’identificazione delle “minacce” per gli habitat e le specie ricavandole da piani di gestione e misure di conservazione relative alle Aree Natura 2000. Inoltre è possibile verificare l’evoluzione dell’uso del suolo attraverso coperture di immagini aeree o satellitari. Il Parco nazionale sta comun- que procedendo con fondi appositamente dedicati dal Ministero dell’ambiente ita- liano (fondi ex capitolo 1551) a una serie di monitoraggi sull’evoluzione di habitat e specie presenti. In sintesi si possono individuare trend ge- nerali che hanno vasto impatto sull’area: • aumento della superficie boscata a disca- pito di aree destinate a pascolo, all’uso agricolo, alle praterie di vetta, ai greti nudi di fiumi e torrenti: le aree definite bosco sono in continuo aumento su tut- ta l’area come del resto in Europa e in Italia. Questa fase di espansione è ini- ziata circa 60 anni fa e sta continuando a ritmo elevato. I boschi nella parte più Spulatura delle castagne duzione inferiore di infruttescenze e quin- foto ddi AlterEco sc alta del crinale coprono oltre l’80% del di una bassa capacità di auto mantenersi. territorio e si sono espansi a discapito di i semi di alcune tra le specie studiate sono colture e pascoli. La causa principale va stati inviati alla Banca del Germoplasma ricercata nello sviluppo socioeconomico dei Kew Gardens (“The Millenium Seed e nell’utilizzo massiccio dei combusti- Bank Project”, Kew Gardens, Gran Breta- bili fossili oltre che nel sistema di nor- gna), sulla base di un accordo stipulato tra me di tutela del bosco che sono divenu- questo ente e il Parco Regionale (dettagli te vigenti a partire dall’inizio del secolo al paragrafo 14.3.4). Per queste specie è scorso. In base ad una stima sintetica si stata quindi attuata una forma di protezio- può affermare che nell’area proposta a ne preventiva in caso di scomparsa locale. Riserva la superficie boscata negli ul- Tale operazione permetterà la conserva- timi 60 anni è all’incirca raddoppiata. zione vitale dei semi per almeno 100 anni, Per comprendere meglio il fenomeno con la possibilità di un loro utilizzo in caso dell’espansione dei boschi a discapito di di scomparsa; per una specie in particolare aree aperte, con perdità di biodiversità e ( Juncus jacquinii) è stato predisposto ne- quindi per un’esigenza di gestione delle gli anni terminali del progetto, un piano dinamiche naturali che, in alcuni casi, se di reintroduzione nelle zone che ne hanno libere di evolvere, possono anche limi- visto la scomparsa recente. tare o far decadere la qualità paesaggi- stica, il Parco Nazionale ha attivato nel 2008 il “Progetto Paesaggio” (in colla- DINAMICHE DEL RAPPORTO borazione con Diproval: Dipartimento UOMO-BIODIVERSITA’ di Protezione e Valorizzazione Agroali- mentare sez. Economia - Università di L’evoluzione degli habitat e dell’uso del Bologna), avviando uno “Studio dell’e- suolo nell’area è difficilmente identificabi- voluzione del paesaggio agro-forestale PARMA economica 33 LA CONSERVAZIONE

nel Parco Nazionale dell’Appennino no di sviluppo rurale ed altri strument Tosco-Emiliano”. È emerso come le finanziari sono stati largamente utilizza- dinamiche naturali di colonizzazione e ti per contrastare questo trend con esiti di crescita da parte del bosco nelle aree non sempre positivi. Negli ultimi 5 anni liberate dall’intervento antropico e la stiamo assistendo però a minimi segnali perdita delle funzioni originarie delle d’interesse verso la castanicoltura e dun- aree rurali, provocano variazioni strut- que si può ipotizzare un rallentamento turali degli elementi paesaggistici su una del trend di decrescita della superficie scala temporale limitata, che in molti destinata a castagneto da frutto. casi richiedono una gestione attiva per • aumento delle superfici urbanizzate nel- mantenere viva la percezione del bene e le zone più basse della Riserva: nei co- anche la biodiversità espressa da queste muni più bassi della Riserva si assiste a aree. Sono quindi state individuate pri- fenomeni di espansione delle aree urba- orità e attivati interventi specifici di ge- nizzate destinate a complessi residen- stione attiva, sia con fondi del Parco sia ziali e industriali a discapito delle aree attingendo al PRSR, di mantenimento agricole. Il fenomeno seppur presen- e ripristino degli spazie aperti, in aree te è di modesta entità in rapporto alla con dimensione paesaggistica rilevante superficie della proposta di Riserva. I o d’eccellenza nelle quali il cambiamen- comuni nella pianificazione più recente to degli elementi del paesaggio, in par- hanno tuttavia messo in atto misure per ticolare il rapporto spaziale tra praterie, la conservazione del suolo. coltivi e bosco, sta modificando anche la Ovunque è forte il legame identitario fra percezione del bene stesso da parte dei comunità e territorio, in particolar modo cittadini più sensibili ed interessati. nelle aree caratterizzate dagli usi civici, • diminuzione delle formazioni arboree e dove i cittadini residenti nelle frazioni arbustive singole e delle formazioni line- hanno diritto di utilizzare per il proprio ari (siepi): la meccanizzazione agricola sostentamento beni provenienti dalle aree anche nelle zone montane e collinari rurali. I diritti solitamente sono il pascolo, ha provocato ristrutturazioni aziendali il legnatico, il fungatico, ecc. Questi diritti profonde con conseguente concentra- collettivi su proprietà indivise hanno raf- zione di stalle e animali. Questo fatto forzato nei secoli i legami delle comunità ha portato all’eliminazione di elementi residenti con il proprio territorio. lineari quali alberi singoli e siepi all’in- terno di parcoli o pratipascoli, sempli- ficando di fatto il mosaico foraggere UNA GRANDE VARIETA’ GENETI- / bosco e riducendo gli ecotoni fra un CA ecosistema e l’altro e riducendo la bio- diversità. Il Piano di sviluppo rurale ha Sono numerose le specie importanti, alle contrastato la pratica di estirpazione di quali sono stati dedicati studi specifici (in elementi arborei singoli e lieari con ri- particolare nell’ambito di progetti Life), sultati discreti. per la conservazione della diversità ge- • diminuzione dei castagneti da frutto: i netica nell’area candidata a Riserva della castagneti da frutto, un tempo diffusi Biosfera: su tutta l’area proposta a Riserva MaB •• Lupo italiano. Di questo protagonista, soprattutto a ridosso di paesi e villaggi, da alcuni decenni, di uno spettacolare stanno via via trasformandosi in boschi processo di espansione si è già detto più misti con presenza sempre minore di ca- sopra. Così come è già stato descritto il stagno. Questo fatto è collegato all’emi- costante impegno dedicato al suo studio grazione dalle zone più alte dell’Appen- e alle azioni legislative ed amministrati- nino e alla contemporanea cessazione ve volte a minimizzare i conflitti e favo- delle cure colturali necessarie al mante- rire una convivenza fra lupo ed attività nimento del castagneto da frutto. Il Pia- zootecniche. 34 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

•• Abete bianco, abete rosso, faggio e nei boschi misti dell’Appennino ha im- tasso. Queste specie importanti per la portanza rilevante per il paesaggio in conservazione del patrimonio genetico area montana, oltre che per il manteni- sono state oggetto di studio nell’ambito mento e la stabilità dei versanti. di due progetti LIFE-NATURA: “Mi- •• Specie erbacee del crinale. Queste sure di salvaguardia delle popolazioni specie sono state oggetto di studio relitte di Abies alba Miller, Picea excel- nell’ambito del network GLORIA, che sa Lam., Taxus baccata L. e dei loro ha- ha come obiettivo quello di stabilire e bitat naturali sull’Appennino Emiliano” mantenere una rete di monitoraggio si- e “Conservazione delle abetaie e faggete te-based per l’osservazione delle piante appenniniche in Emilia-Romagna”. In di alta montagna. La rete si è sviluppata particolare i progetti hanno trattato le da una decina di anni circa, quando fu- foreste con abete bianco e abete rosso rono individuati i siti di studio del cri- e le foreste con faggio e tasso presen- nale appenninico. Ad oggi il program- ti nell’Appennino settentrionale. Gli ma di monitoraggio GLORIA è stato obiettivi specifici sono stati: l’elimina- applicato da più di 100 gruppi di ricer- zione dei fattori di disturbo per le po- catori in più di un centinaio di regioni polazioni di conifere relitte; il ripristino montane sui sei continenti. I ricercatori di habitat naturali con abete bianco e sono tenuti a continuare il monitorag- abete rosso; la diffusione delle prove- gio dei siti a intervalli di tempo variabili nienze locali di abete bianco e abete tra i cinque e i dieci anni. rosso; la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della conservazione La varietà genetica delle colture e gli alle- del patrimonio genetico. L’analisi filo- vamenti tipici ha notevole risonanza nella genetica evidenzia come le popolazioni qualità del prodotto che si può trovare sul di abete rosso dell’Abetone (Campolino territorio. Oltre alle varietà tradizional- -PT-) e del Passo del Cerreto (RE) si mente riconosciute, alcune possono van- vadano a differenziare da quelle alpine, tare una caratterizzazione genetica docu- denotando una peculiarità genetica. La mentata: varietà genetica che si può riscontrare

Pecore al pascolo foto di F. Ferretti PARMA economica 35 LA CONSERVAZIONE

La pecora Cornigliese (o del Corniglio) poveri e difficili. Questa razza rappresenta è originaria dell’alto Appennino parmense un patrimonio, da tutelare come elemen- (Emilia-Romagna), fu ottenuta alla metà to di biodiversità e di presidio di territori del ‘700 dai Borboni, che governavano a fragili e a rischio di spopolamento, ai quali Parma, mediante incroci fra pecore locali può offrire un’opportunità economico- e la pregiata razza Merinos spagnola, allo produttiva. L’allevamento del Cavallo Ap- scopo di migliorare la qualità della lana. penninico rappresenta pertanto un baluar- Agli inizi del ‘900 un diverso orientamen- do contro l’abbandono della montagna, fa- to nelle produzioni indusse a migliorare vorendo l’utilizzo di terreni destinati altri- la razza per l’attitudine carne attraverso menti a rimanere incolti e, di conseguenza, incroci con arieti Bergamaschi. Da ricer- destinati a degradarsi, con la possibilità di che effettuate nel 1994 (FAO) risultava- essere impiegato anche nell’ambito della no censite non più di 50 capi della razza boschicoltura per trasportare la legna o Corniglio. La consistenza attuale del- altri carichi. la razza in provincia di Parma è intorno alle 700 unità (dati APA). Nonostante La Vacca Reggiana viene classificata fra le ciò è attualmente considerata a rischio popolazioni bovine derivate dal Bos Bra- di estinzione secondo la griglia FAO. chicerus e le sue origini sarebbero comuni Conosciuta anche coi sinonimi di pecora ad altre razze autoctone quali l’Ottonese e Mucca (per la buona produzione di latte la Modenese. Secondo fonti storiche ac- e per l’abbondante giogaia) è una razza di creditate la storia della razza Reggiana ini- grande mole. Si tratta di una razza a tri- zia con l’invasione dell’Italia da parte dei plice attitudine, in cui attualmente pre- Longobardi che, calati nel Friuli nell’anno vale quella per la produzione della carne. 568, al momento dell’insediamento nella La lana inoltre presenta qualità tessili non valle Padana, recavano con se gli armenti trascurabili. depredati nelle grandi pianure della Pan- nonia. Le ricerche hanno evidenziato che Il Cavallo Appenninico è una razza re- il loro latte possiede tutte le caratteristiche centemente riconosciuta, frutto di “conta- chimico fisiche ideali per la produzione di minazioni” o “meticciamento” tra popola- formaggio Parmigiano-Reggiano e dimo- zioni equine di interesse locale di tipologia strato che il latte della fromentina, rispetto medio-pesante e cavalli di razza Franches a quello di altre razze cosmopolite è più Cipolla di Treschiettto Montagnes con caratteristiche di tempe- ricco di proteine, caseine, calcio, fosforo e foto di Archivio Comune di ramento e frugalità estremamente inte- si caratterizza per una maggiore acidità e Bagnone ressanti. Il nucleo originario partito dalla collina reggiana, attraverso i vari incroci e “meticciamenti” successivi si è quindi modificato ed adattato all’ambiente in cui veniva allevato ed ha portato alla defini- zione di un cavallo in grado di valorizzare appieno i diversi terreni marginali colli- nari appenninici e montani. Il “Cavallo dell’Appennino” è stato inserito nel Re- gistro Anagrafico nazionale delle razze- popolazioni equine a limitata diffusione. Attualmente si contano 777 capi iscritti al Registro anagrafico, esemplari provenienti quasi esclusivamente dalle regioni Emilia- Romagna e Toscana. Il loro requisito fon- damentale della razza è che si adatta bene alla difficile vita all’aria aperta per tutto l’anno, nelle zone calanchive e nei terreni 36 PARMA economica LA CONSERVAZIONE minore contenuto in cloruri. Ma è da stu- Il castagno, la sua coltivazione, hanno di più recenti che si ha la conferma che le costituito per secoli una delle forme più migliori caratteristiche del latte della Reg- radicate e diffuse di sostentamento per il giana dipendono anche da fattori genetici. territorio appenninico e rappresenta un La produttività, in termini quantitativi è elemento del paesaggio tipico del terri- inferiore alle razze più diffuse. Le sue pos- torio del Parco Nazionale. In parte per sibilità competitive sono pertanto intima- malattie e in parte per abbandono, il ca- mente legate alla valorizzazione economi- stagneto è una delle risorse del paesaggio ca del suo latte. La lavorazione in purezza culturale dell’Appennino più a rischio di del latte di Reggiana per la produzione di degrado e perdita. Anche se oggi la casta- formaggio Parmigiano-Reggiano ha avuto nicoltura non costituisce più un elemento un ruolo determinante per il recupero della centrale nell’economia montana, il vasto razza in quanto le qualità casearie di questa patrimonio di tradizioni e conoscen- razza hanno contribuito a dimostrare con- ze ad essa legato permane nella cultura cretamente come la Reggiana sia in grado della popolazione locale ed è oggetto di di dare una prospettiva di reddito ai suoi un interesse crescente e di una sensibili- allevatori con la produzione di un formag- tà sempre più diffusa se non dal punto di gio di qualità superiore che riesce a spun- vista strettamente produttivo (anche se tare prezzi più elevati rispetto alla media di nel versante toscano del Parco vengono mercato del Parmigiano Reggiano. prodotte farine di castagno DOP) so- prattutto per l’aspetto legato al turismo La cipolla di Treschietto appartiene alla eco-compatibile. Ne sono un esempio il specie Allium Cepa L., ottenuta dalla col- recupero di antichi metati utilizzati in tivazione di una varietà da sempre coltivata passato per l’essiccazione delle castagne nel paese di Treschietto, tanto che nel 2004 ed ora riconvertiti ad un uso ricettivo e’ stata dichiarata dall’ARSIA Regione (come i bivacchi della Val Bratica a Casa- Toscana come varietà locale autoctona. Le rola, PR) e l’utilizzo dei castagneti come caratteristiche che la rendono unica, oltre luogo di soggiorni didattico-culturali de- alla forma appiattita, il colore rosso rubino dicati a studenti e ragazzi. all’esterno e bianco con striature rosse nella parte interna, sono una consistenza tene- ra, carnosa e ricca d’acqua, ma soprattutto LA GEOLOGIA l’aroma marcato e la dolcezza del gusto poco pungente e gradevole anche ai palati La storia geologica dell’Appennino set- più delicati. Posto sul versante meridionale tentrionale sotteso all’area di Riserva è dell’Appennino Tosco Emiliano, raggiun- complessa e affascinante e meriterebbe un gibile con strade carrozzabili solo dopo il trattato a sé. Qui non si può che riassume- 1950, Treschietto ha potuto mantenere, re il meccanismo geologico che ha deter- anche grazie al suo isolamento, un am- minato l’attuale paesaggio e le peculiarità biente intatto ed incontaminato. Un gran geologiche che anche oggi controllano la numero di piccoli produttori, ed un ancor caratteristiche chimico-fisiche dei suoli, la più ristretto di custodi del seme, individuati circolazione delle acque, la colonizzazione dopo un progetto di recupero, caratterizza- da parte di specie vegetali e animali, uomo zione e conservazione, garantisce tutto il ci- compreso. clo produttivo dalla riproduzione del seme Anche per i criteri geologici l’area candi- alla produzione di cipolle in erba e di ci- data MaB si ritrova ad essere una “terra di polle mature, attraverso metodi tradizionali incontro” lungo il confine che è determi- di coltivazione, senza uso di fitofarmaci, nato morfologicamente dal crinale. Ma il diserbanti e concimi chimici. Tutto questo crinale stesso esiste in funzione della storia ha permesso al prodotto di essere iscritto la geologica di quest’area: è legato al mede- Repertorio Regionale delle risorse geneti- simo processo orogenetico che ha confor- che autoctone Toscane. mato l’intera penisola italiana e connesso PARMA economica 37 LA CONSERVAZIONE alla collisione delle placche Europea e dell’allevamento. Tali argille, oltre a costi- Africana a partire dalla fine del Meso- tuire il principale substrato per le forag- zoico. Questa collisione ha determinato gere, hanno anche costituito una risorsa l’impilarsi di numerose falde che sono sta- unica che ha determinato l’insediarsi di te deformate, scollate e accatastate le une un’industria ceramica di eccellenza a nord sulle altre dalla pressione lentissima gene- dell’area della Riserva. Oltre a questi sedi- rata dai movimenti della litosfera. menti, esistono tracce della travagliata sto- In quest’area si sono scontrate-incontrate ria geologica precedente, che determinano due unità paleogeografiche postesi in aree peculiarità la cui conoscenza è necessaria molto lontane tra loro (100-200km) defi- sia per le politiche di tutela e salvaguardia nite le une “unità alloctone” (liguri e epi- sia per una consapevole fruizione. Eccone liguri) e le altre “unità autoctone” (unità le principali: toscane). Le prime unità sono costituite da rocce di varia natura, sedimentate in I Gessi triassici (evaporiti) sono tra le un profondo mare (Bacino ligure) ubicato rocce più antiche dell’Appennino: la loro tra l’odierna Corsica e la costa tirrenica, in origine risale infatti a oltre 200 milioni di un periodo di tempo compreso tra il Giu- anni fa; a quel tempo le masse continentali rassico superiore e l’Eocene medio, cioè erano tutte riunite a formare un unico su- tra 150 e 45 milioni di anni fa circa. Le per-continente, la Pangea, bagnato ad est seconde comprendono una successione di dal mare della Tetide, la grande insenatura rocce esclusivamente di origine sedimen- oceanica. Le acque di questo antico mare, taria e di natura prevalentemente carbo- evaporando all’interno di vaste lagune de- natica, depositate in ambiente meno pro- positarono gesso, calcare e sale. La presen- fondo con precipitazione di gessi, anidriti za di quest’ultimo, che oggi si trova solo e cloruri a seguito dell’esteso processo di in profondità, è testimoniata dalla salinità evaporazione di un grande mare. delle Fonti di Poiano (RE), la maggiore Le unità autoctone sono le unità che nor- risorgente carsica dell’Appennino setten- malmente ritroviamo a maggiore pro- rionale. fondità, in quanto sono state ricoperte Queste rocce appartenenti alla ‘Forma- dalle unità liguri. L’orogenesi e l’erosio- zione delle Anidridi di Burano’ affiorano ne hanno però creato delle pieghe e del- in pochissime località, e nell’Appennino le incisioni che hanno fatto emergere tali settentrionale in un solo luogo: all’inter- unità profonde: la linea di contatto tra no dell’area a Riserva, lungo una fascia di queste unità e la falda che le ricopre è circa 23 km, che va dalla vallata del Fiume proprio il crinale! La diversa natura del- Secchia, in Emilia, a Sassalbo, sul versante le rocce che costituiscono i due versanti toscano. determinano le differenti pendenze, la Tutta quest’area, per la solubilità di queste direzione e densità del reticolo idrologi- rocce, è caratterizzata da un paesaggio car- co e la struttura dei corpi idrogeologici. sico, con la presenza di particolari forme come grotte, pozzi, inghiottitoi, torrenti Come detto, gran parte delle unità litolo- sotterranei, karren e doline. Ambienti di- giche presenti nell’area è stata generata versificati, per substrato roccioso, esposi- in un braccio oceanico in fase di chiusura, zione, pendenza, di non facile accesso ed progressivamente riempito da sedimenti utilizzo fin dal passato, hanno determina- fino alla completa chiusura del golfo, la to un elevata biodiversità: 21 habitat di in- sua emersione e sollevamento recente. Le teresse comunitario, una vegetazione pe- rocce sono perciò costituite da sedimenti culiare e tendenzialmente alofila, con oltre medio-fini, con una significativa presenza 600 specie di flora (alcune rare e rarissime) di argille/crete che hanno controllato le e ben 17 specie di chirotteri. tipologie di suolo presenti e hanno deter- Le Ofioliti. Una peculiarità delle unità li- minato paesaggi collinari dolci facilmente guridi è la presenza di rocce ignee costitu- adattabili alle necessità della pastorizia e ite per lo più da rocce basaltiche scure e 38 PARMA economica LA CONSERVAZIONE rossastre (da cui i toponimi rupi e rocche terizzante del paesaggio per la loro tipica di Rossena e Rossenella); sono porzioni di alternanza di strati più o meno erosi dagli crosta oceanica dislocati tra le argille du- agenti atmosferici. rante l’orogenesi appenninica, fino a deter- La Pietra di Bismantova, lo spettacolare minare elementi unici del paesaggio perché blocco di roccia arenacea giallognola, che più resistenti all’erosione dei sedimenti cir- sembra galleggiare sopra un mare di sedi- costanti. Da segnalare i numerosi minerali menti argillosi, è già stata descritta sopra. tra cui la rara datolite ed i “cuscini di lava” È una caratteristica formazione geologica, prodotti dal raffreddamento rapido della oltre che geosito, costituita da una roccia lava nelle acque marine. Gli affioramenti biocalcarenitica formata dall’accumulo di più rappresentativi di queste rocce, chia- antiche sabbie insieme a frammenti di gu- mate ofioliti, sono tutelati da una Riserva sci di molluschi, echinidi (ricci di mare), Regionale, anche sito SIC. L’asprezza e la alghe corallinacee, foraminiferi e denti di selettività degli ambienti rupestri, la diver- pesci. Questi sedimenti furono deposti sità geomorfologica e microclimatica, le ca- durante il Miocene, sul fondo di un mare, ratteristiche fisico-chimiche del substrato poco profondo, ricco di vita, a clima tem- ne fanno importanti luoghi di rifugio per perato. La sagoma squadrata e le pareti specie vegetali rare, per piante degli alti cri- rocciose alte fino a 150 m. si devono all’e- nali appenninici o, al contrario, della flora levata resistenza all’erosione dell’arenaria mediterranea e per endemismi. 7 gli habitat che ne forma la mole, così in risalto perché di interesse comunitario, dei quali tre pri- appoggiata su rocce più tenere meno re- oritari. sistenti all’erosione come marne e argille. Le Torbiditi, depositi alternati di arenarie e sedimenti più fini sono connesse all’ap- I depositi glaciali. L’’Appennino setten- porto di sedimenti generato nel fondale trionale porta in modo diffuso segni evi- marino da una corrente di torbida, un flus- denti solo dell’ultima fase glaciale, Wurm, so molto rapido di acqua e fango sospeso compreso tra i 70.000 e i 10.000 anni fa. a causa di una frana sottomarina, anche di Circhi glaciali scavati nei versanti N e NE grandi dimensioni. Le torbiditi sono chia- del crinale, depositi morenici, laghi e zone mate anche “Flysch”, termine che sta ad umide sono gli elementi che testimoniano indicare tutti quei sedimenti derivanti da la presenza di antichi ghiacciai anche di una catena che emerge e viene smantellata. dimensioni importanti, fino a 7-8 km di Nell’Appennino Settentrionale sono pre- lunghezza. Tra questi si ricordano i circhi senti due tipologie di Flysch che si diffe- di Monte Alto, da cui ha origine il fiu- renziano dal tipo di substrato sul quale si me Secchia, del Monte Prado, del Monte sedimentano: Cusna, del Monte La Nuda; i numerosi la- - i flysch più vecchi (Cretaceo-Eocene) ghi del parmense (Santo, Ballano, Lagdei, delle Unità Liguri, sedimentati su crosta i Lagoni…) il sistema lacustre del Cerre- oceanica e legati alle fasi si subduzione to, il Lago della Bargeana. La successi- della crosta oceanica del bacino Ligure- va evoluzione degli specchi d’acqua che Piemontese; punteggiano queste montagne, nel fondo - i flysch più giovani (Oligocene-Mioce- di depressioni (circhi glaciali) scavate dai ne) delle unità Toscane e Umbro-Marchi- ghiacci, spesso sbarrate dai cordoni mo- giane, con substrato continentale (placca renici, ha fatto sì che alcuni di essi sano Apula), legati alla fase di collisione conti- trasformati in altrettante torbiere e zone nentale tra Africa ed Europa durante LA umide tra i più importanti e fragili ecosi- quale è attiva la subduzione della placca stemi, di grande valore per la biodiversità apula sotto quella europea. presente. Sono rocce tipiche di tutto l’Appennino e costituiscono da sempre uno dei materiali La sismicità preferenziali nella realizzazione di opere L’Appennino tosco-emiliano è interessato in muratura, oltre che un elemento carat- da terremoti frequenti che, tuttavia, rara- PARMA economica 39 LA CONSERVAZIONE mente superano magnitudo 6 Richter. In no produce modificazioni territoriali e Emilia, le aree del parmense e del reggia- ambientali in tempi talvolta rapidi, spesso no sono state interessate da eventi sismici interferendo in modo negativo sulla vita e che storicamente hanno prodotto effetti le opere dell’uomo ed assumendo di con- non superiori all’ ottavo grado Mercalli, seguenza una grande rilevanza sociale ed mentre in Lunigiana e Garfagnana si ha economica. Le frane, in un territorio come memoria storica di eventi con effetti più l’Appennino settentrionale, costituiscono gravi, fino al decimo grado Mercalli. La per diffusione e numero una caratteristica diversa entità dei danni va spiegata con i peculiare in gran parte ascrivibile alla evo- diversi litotipi presenti nelle due aree, che luzione naturale del paesaggio. È un dato amplificano in modo diverso eventi con di fatto che i costi a carico della colletti- energia simile. vità conseguenti al dissesto idrogeologico sono in continuo aumento e motivano gli Il dissesto idrogeologico sforzi delle Istituzioni per le attività di co- L’area della Riserva è una delle aree ita- noscenza, previsione, prevenzione e miti- liane a maggior dissesto idrogeologico, gazione degli effetti. con oltre il 20% del territorio collinare e montano interessato da accumuli di frane attive o quiescenti. Gran parte dei corpi di USO DEL SUOLO E POPOLAZIO- frana possiede caratteri di notevole persi- NE stenza nel tempo (fino a 13.000 anni fa circa) e la loro attuale distribuzione è il Per una corretta lettura del territorio ser- risultato di una evoluzione millenaria dei ve conoscere le trasformazioni che le varie versanti, in cui a periodi di quiescenza si componenti fisiche, ambientali, produtti- alternano, in occasione di eventi climatici ve, infrastrutturali, insediative hanno su- eccezionali e di forti terremoti, rimobi- bito nell’arco del tempo e la loro sequenza lizzazioni in massa più o meno estese. La documentata da segni, opere e manufatti distribuzione territoriale delle frane rivela che compongono il sistema delle preesi- la loro stretta dipendenza dalle formazioni stenze. a litologia prevalentemente argillosa e/o Le aree Core risultano fin dall’antichità strutturalmente complesse. Tale fenome- territorio di transito, ma non di attività

Dissesto idrogeologico 40 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

appenninici scendevano fino al Po. Sono proprio i borghi che hanno avuto sviluppo a partire da questo reticolato di fortificazioni, nonché le pievi, i conventi e le rocche edificati in epoca medioevale, a conferire una connotazione culturale e paesaggistica unitaria ai territori costi- tuenti le aree Buffer e Transition della Riserva. Da quanto sopra emerge l’organizzazione insediativa e, in un certo senso anche quel- la infrastrutturale attuale, non si discosta- no da quell’assetto che nelle varie epoche ha subito adeguamenti alle esigenze fisi- che, economiche, militari e religiose con- tingenti senza sostituirsi al preesistente. Questa trasformazione graduale, senza sconvolgimenti traumatici, ha permesso Pieve di Sorano residenti. Buffer e Transition Zone, sia a foto di P. Caponi di trasferire fino ai giorni nostri le memo- nord che a sud della catena montuosa ap- rie delle epoche successive attraverso sia penninica, includono regioni accomunate l’organizzazione generale che segni do- dalle medesime vicissitudini storico-cul- cumentali. Le testimonianze puntiformi turali: la Lunigiana interna (Alta e media più evidenti e diffuse delle varie epoche Valle del fiume Magra) e la Garfagnana storiche sono rappresentate da elementi di (Alta valle del Serchio) sul versante to- architettura religiosa, militare, produttiva, scano, come l’Alta Val d’Enza e l’Alta Val insediativa, infrastrutturale. Secchia sul versante emiliano, furono abi- Un aspetto di assoluto rilievo è costituito tate da tribù dell’antico popolo dei Liguri dall’architettura militare rappresentata da (gli Apuani, i Friniati), successivamente fortezze, rocche, castelli e nuclei murati fuse con popolazioni celtiche provenienti come segno inconfutabile della necessità da nord, per essere poi progressivamente di difesa contro le mire espansionistiche o colonizzate con la forza dai Romani, che a consolidare un’organizzazione politico – impiantarono un’economia agraria artico- territoriale. lata tra piccole, medie e grandi proprietà, Gli insediamenti abitativi storici a dimo- condotte con il modello di azienda a mo- strazione dalla prevalente struttura agra- nocultura, tale da imporre lo smercio dei ria, presentano una localizzazione per lo prodotti nei mercati urbani. più su rilievi collinari o rocciosi; per dare Un sistema difensivo di “castra”, a difesa risposta ad una duplice esigenza di dife- dei territori conquistati, correva su en- sa da un lato e di “consumo” della minor trambi i versanti dell’intero arco appen- quota possibile di terreno suscettibile di ninico, spingendosi a nord fino alla stessa utilizzazione agricola dall’altro. Sono pre- rupe di Canossa, dove alcuni ritrovamenti valentemente dislocati nella fascia altime- fanno ipotizzare la presenza di un forti- trica fra i 400 e gli 800 m s.l.m., una fascia no romano a difesa della nuova città di che individua il limite degli insediamenti Luceria (presso l’attuale abitato di Ciano permanenti, al di sotto della zona destina- d’Enza). ta a bosco e a pascolo e al di sopra di quella È su questo antico sistema di strutture mi- agricola e seminativa. Quest’ultima è stata litari che si innestò fin dall’Alto Medioevo, caratterizzata in alcuni suoi tratti caratte- consolidandosi poi in epoca matildica, una ristici dalla nascita (si ritiene dopo l’anno rete di fortificazioni di più ampio respiro mille,presso conventi o strutture sociali di che includeva anche quei baluardi difensi- una certa forza) della tecnica produzione vi delle vie di comunicazione che dai passi di formaggi a lunga stagionatura,quale PARMA economica 41 LA CONSERVAZIONE

l’attuale parmigiano reggiano. I versanti rapporto alla popolazione insediata, fatto Ponte di Ca' di Gnano foto di J. Bragazzi argillosi hanno storicamente ospitato,con questo che ha spinto allo sfruttamento di una accentuazione quasi monocolturale aree sempre più marginali e morfologica- nei tempi più recenti,ampie foraggere di mente difficili fino alla realizzazione dei montagna e di collina,intervallate da siepi terrazzamenti artificiali. e fascie boscate,che costituiscono un pa- Contemporaneamente allo sviluppo dei esaggio tipico.Negli ultimissimi anni tale borghi, le aree boscate subirono progres- “paesaggio” tende a lasciare più spazio al sive riduzioni a favore delle coltivazioni, bosco nelle quote più montane. ma venivano anche bruciate dai pastori Nel fondovalle, lungo le vie di maggior per favorire la crescita delle praterie utili transito, sono ubicati i centri a prevalente per il pascolo. Le colture erano sostan- carattere commerciale, mentre nelle zone a zialmente le medesime tradizionalmente più elevata altimetria, destinate a pascolo, praticate fin dall’antichità, mentre la pa- si riscontrano gli alpeggi, nuclei a specifico storizia continuava a costituire un’attivi- uso pastorale-agricolo a carattere stagio- tà complementare ed integrativa rispetto nale direttamente connessi con il fenome- all’agricoltura. no della transumanza. La coltivazione del castagno, come dettp Gli elementi ricorrenti legati al settore altrove, ha costituito per secoli una delle produttivo fanno parte di un sistema in cui forme più radicate e diffuse di sostenta- assumono caratteri testimoniali dello svol- mento. gimento della vita legata all’attività agri- La coltivazione della vite e dell’olivo d’al- cola ed in particolar modo al ciclo della tro canto disegnarono fin dall’antichità i castagna, tanto da poter essere individuate pendii terrazzati tuttora diffusamente pre- come emergenze storico-culturali suscet- senti sui versanti tirrenici dell’area buffer tibili di salvaguardia e valorizzazione. (tra i vini si segnala la D.O.C “Colli di I territori a sud del crinale si distinguo- Luni” della Lunigiana), ma un’eccezionale no per la presenza di un patrimonio edi- testimonianza della loro presenza sussiste lizio diffuso sul territorio: tale peculiarità anche a nord dell’Appennino, in Comune è legata alla spiccata frammentazione dei di Vetto, dove un microclima particolar- fondi dovuta in gran parte all’insufficien- mente favorevole consentì queste colture za della superficie agricola coltivabile in tipicamente mediterranee fin dall’antichi- 42 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

tà e dove recentemente si è avviato un im- loro attività quotidiana. portante progetto di recupero e riutilizzo L’evoluzione del paesaggio forestale si pre- di tali terrazzamenti. senta particolarmente importante non solo Nel periodo fra l’Unità d’Italia e gli anni per l’area occupata, ma anche per il signi- immediatamente precedenti la prima ficato che ai giorni nostri viene loro attri- guerra mondiale si registra un’importante buito. Malgrado la ridotta attenzione data contrazione della superficie forestale, do- alle forme del paesaggio forestale rispetto vuta soprattutto all’espansione delle aree al paesaggio agricolo, anche le caratteristi- agricole e pascolive. Successivamente il che dei boschi sono profondamente legate bosco inizia la sua crescita inarrestabile, alla società, non solo per gli articolati rap- arrivando circa ad un’estensione attua- porti con l’agricoltura e la pastorizia, ma le pari a circa tre volte quella degli anni anche per la vasta gamma di usi del legno ’20, con un enorme incremento, conside- nel corso dei secoli. Rispetto alla maggiore rato l’arco temporale relativamente breve. diversità del paesaggio agrario e pastora- Nella valutazione va tenuto conto che le le, derivante dalla molteplicità degli usi statistiche moderne hanno modificato del suolo ad essa collegata, il paesaggio notevolmente i criteri di rilevamento: In- forestale si presenta tendenzialmente più ventario Nazionale, ISTAT e FAO negli semplice ed omogeneo. Infatti, in presenza anni 85 e lo stesso dicasi con l’inventario delle colture forestali continue, le diversità forestale del 2005, se paragonati al Corine si rilevano principalmente nelle specie e 2000. Èopportuno riflettere sul fatto che nella struttura interna, piuttosto che nella si tratta di differenze più o meno pari ai qualità del mosaico. possibili errori di rilevamento attribuiti ai I principali utilizzatori del suolo nell’inte- rilievi svolti fra la seconda metà dell’800 ra Riserva (Core, Buffer, Transition), sono ed i primi del ‘900. le popolazioni locali. L’uso del suolo pre- L’area è esemplificativa di come la base del valente è quello agricolo (foraggiere, pa- paesaggio naturale del paesaggio italiano scolo, castagneti, uliveti, vigne, cereali), ma sia stata modificata ben prima del periodo molto diffuso è anche il taglio del bosco romano e si rileva ancora nella memoria per la produzione di legna da ardere. degli abitanti che parlano di bosco “come Su tutto il territorio sono molto diffuse un giardino”, di un bosco oggetto di at- pratiche tradizionali, un tempo essenziali tività che richiedevano di percorrerlo e di per la sussistenza delle popolazioni locali coltivarlo tutto e che oggi a tratti lo per- (caccia, pesca, raccolta funghi), oggi per lo Castello delle Carpinete foto di A. Curotti cepiscono come inospitale o estraneo alla più importanti retaggi culturali e attività ricreative. Scendendo dalle porzioni più alte del cri- nale verso i due versanti (dalle aree Core verso le aree Transition) l’uso del suolo si intensifica, passando da spontaneo e col- lettivo, ad organizzato e privatistico. Nello specifico, su tutte le aree Core, l’u- tilizzo del suolo a scopi antropici è assai limitato, essendo sporadici e di insedia- menti umani riconducibili essenzialmen- te a case sparse ed isolate. Principalmente è riconducibile al taglio del bosco per la produzione di legna da ardere, secondo le regole imposte dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, a be- neficio delle popolazioni locali sotto la forma aggregata e collettiva degli usi ci- vici (Per uso civico si intende un diritto PARMA economica 43 LA CONSERVAZIONE di godimento, spettante ai membri di una taglio del bosco per la produzione di legna collettività, che si concretizza su terreni da ardere ma in queste aree a beneficiarne di proprietà comunale, non scaturente sono per lo più privati (molto meno diffusi da una legge formale, ma radicato nella gli usi civici) che oltre all’autoconsumo, in prassi collettiva). I vacineti delle zone più parte la commercializzano. alte vengono utilizzati per la raccolta dei Nelle parti altimetricamente più basse mirtilli, secondo le regole imposte dal compaiono piccole ma strutturate zone Parco Nazionale dell’Appennino Tosco artigianali per o più dedicate alla trasfor- Emiliano, soprattutto dai residenti sia a mazioni di produzioni agroalimentari scopo privato che imprenditoriale. Solo (Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Par- secondariamente gli utilizzatori sono ma). Soprattutto sul versante reggiano sia aziende agricole locali, che utilizzano tali denota la presenza di piccoli insediamenti aree per il pascolo o, ancor più raramen- industriali per produzione di ceramiche e te per lo sfalcio delle foraggere destinato le correlate cave (per lo più in disuso) di all’alimentazione delle “mucche del Par- argilla. migiano Reggiano”. Gli usi tradizionali delle risorse naturali, Nell’area Buffer, pur aumentando il nu- comuni ad entrambi i versanti della Riser- mero la dimensione degli insediamenti va, sono principalmente legati alle attività umani, l’utilizzo del suolo a scopi antro- agricole e zootecniche, allo sfruttamento pici rimane limitato, continua ad essere del bosco per ricavarne legna da arde- prevalente il taglio del bosco per la pro- re, alla captazione della risorsa idrica per duzione di legna da ardere (a beneficio utilizzo energetico (dal mulino alla cen- sia di usi civici, sia di privati), secondo trale idroelettrica) e irriguo, alla raccolta le regole imposte dalle tutele vigenti, ma dei prodotti del sottobosco, alla gestione aumenta l’uso agricolo del suolo da parte dei castagneti e del pascolo, alla caccia e di aziende locali, e va intensificandosi la alla pesca. Parte di queste attività, in pros- presenza di foraggere sul versante Nord simità dei crinali, erano ed in parte sono mentre compaiono sul versante Sud i ca- ancora regolamentate nell’ambito degli stagneti destinati prevalentemente alla Usi Civici, beni pubblici ad uso colletti- produzione della farina di castagna. Sul vo di antica tradizione, nati per garantire versante nord, in parti minimali dell’area sostentamento alle comunità attraverso un Buffer il suolo è anche utilizzato ai fini uso accessibile a tutti delle risorse agro- “turistici” con presenza di piste da sci di silvo-pastorali. A questi si sovrappongono discesa e di fondo. in epoca più recente e quindi in chiave più Nelle aree Transition gli insediamen- moderna, l’attività turistica e produttiva, ti umani aumentano significativamente, con una particolare incidenza del settore scendendo verso valle su entrambi i ver- agro-alimentare. santi, sia in numero che in dimensioni, significativo diviene quindi anche l’utiliz- zo del suolo ai fini urbanistici e di servi- I VALORI STORICO-CULTURALI zio alle popolazioni residenti. I principali utilizzatori del suolo nelle aree Transition Il valore culturale che contraddistingue sono però le aziende agricole locali: nel l’area candidata a Riserva MaB UNESCO versante Nord è prevalente l’uso del suo- è il risultato – unico e peculiare – di una lo a foraggere destinate all’alimentazione millenaria e continua interrelazione tra delle “mucche del Parmigiano Reggiano”, presenza antropica e territorio. nel versante Sud si consolida la presenza Luogo impervio, un tempo non transi- di castagneti coltivati e appaiono uliveti e tabile in gran parte dell’anno, ma anche vigneti (soprattutto in Lunigiana) e colti- fonte di risorse naturali di importanza vazioni di farro e altri cereali(soprattutto fondamentale per le comunità insediate in Garfagnana). lungo le sue pendici per i suoi boschi, la Continua ad essere presente la prassi del disponibilità di pascoli e di risorse idriche, 44 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

Le principali emergenze archeologiche Le Statue Stele Lunigianesi o stele an- le tracce di insediamento della prima tropomorfe: un’importante testimonian- età del Ferro e di un villaggio di età tar- za di civiltà preistoriche e protostoriche do - romana e barbarica rispettivamen- che hanno interessato l’area a partire dal te a Codiponte e Luscignano (Casola in III millennio a.C. fino al VI sec. a.C. Lunigiana); La funzione di queste statue, ancora in il Parco Lunigianese delle Incisioni parte da scoprire, era collegata ad esigen- Rupestri, in territorio di Filattiera, ze di culto. I ritrovamenti sono spesso dove sono evidenti delle coppelle e dei lungo grandi valli di collegamento e in macigni incisi, presenti anche a Bagnone zone montane in corrispondenza di im- (Macigno della Grande Madre di Jera), portanti vie di comunicazione tra vaste a Corniglio, sull’Alpe di Succiso (RE- regioni d’Europa. Il museo delle Statue Coppella della Sorgente). Stele si trova a Pontremoli (MS); l’area di Luceria, un antico abitato nella l’area archeologica di Campo Pianelli Val D’Enza (Canossa) dove è riemer- presso la Pietra di Bismantova (Castel- so anche un lungo tratto di selciato e in novo ne’Monti), insediamento risalenti parte porticato, identificato come l’asse all’età del Rame (III millennio a.C.) cui si principale che attraversava la città pa- sovrapposero villaggi appartenenti a cul- rallelamente alla val d’Enza, e che colle- ture terramaricole, successivamente un’im- gava la Via Emilia con le colonie romane portante necropoli, con importanti reperti di Lucca e Luni ed infine nuclei abitati Etruschi e Liguri; la necropoli di epoca romana presso S. il villaggio preistorico sul Monte Vale- Bartolomeo, lungo il Secchia (Villa Mi- stra (Carpineti); nozzo); l’insediamento di origine ligure presso Murella: sito in Comune di Castelnovo il Monte Pisone (San Romano in Gar- in Garfagnana, sono state trovate trac- fagnana) risalente al IV sec. a.C. e quello ce di frequentazione d’età etrusca (VI-V del Castelliere di Fragno” (Calestano) secolo a.C.) l’Appennino fu abitato fin dalla preistoria giungere in Maremma; la via Francigena: alle altitudini meno elevate ed oggi disvela antica via di pellegrinaggio che nella por- la storia delle popolazioni che l’hanno oc- zione ovest della riserva attraversa Berceto cupato attraverso numerosi ritrovamenti per proseguire poi verso sud in Lunigiana. archeologici. Testimonianze di questo importante tran- sito all’interno dei territori della Riserva Le antiche vie di comunicazione. Va con- sono gli ospizi di accoglienza per i pelle- siderato che il crinale appenninico, fin grini: edificati in modo simmetrico sui due dall’antichità, non ha mai costituito un versanti per rendere più sicuro e agevole reale impedimento agli scambi tra i due lo spostamento di uomini e animali, era- versanti; a tutt’oggi si conserva il ricordo no presenti sia lungo il tracciato principale di antiche vie di collegamento, percorse come l’Ospedale di San Giacomo (Filat- per motivi commerciali o religiosi: le co- tiera), che lungo le varianti, come l’antico siddette “Vie del sale”: rete di sentieri pre- Ospitale di San Pellegrino in Alpe (Frassi- senti anche all’interno della riserva - lungo noro) posto sulla via Bibulca (che ora ospi- la Val di Taro – e dirette al mare, dove le ta un Museo etnografico ed è tutt’ora metà merci venivano scambiate con il sale, pre- importante di pellegrinaggio), l’Ospizio di zioso per la conservazione degli alimenti; San Nicolao sul Valico di Tea (Giuncu- le vie della transumanza, che dall’Appen- gnano), posto sull’antica via tra Lunigiana nino attraversavano la Garfagnana per e Garfagnana, o l’Ospizio di San Leonar- PARMA economica 45 LA CONSERVAZIONE do al Dolo (Villa Minozzo), lungo la Via del Purgatorio Dantesco) era montagna delle Forbici, recentemente recuperato e sacra già per Etruschi e Liguri (le ipotesi destinato nuovamente all’accoglienza de- etimologiche sul suo nome sono ricondot- gli escursionisti. Oratori, santuari, mona- te all’etrusco man -cioè pietra scolpita- e steri e maestà innalzati lungo l’itinerario tae -cioè altare per sacrifici-) ; al Monte si aggiunsero e talvolta sostituirono luoghi Valestra (Carpineti), abitato dai Liguri fin di preghiera già esistenti: come la Pieve dal IX – VIII secolo a.C., definito “sacro” di Sorano (Filattiera), costruita in un sito per l’aura magica che lo circonda, nata da eletto fin dalla preistoria all’esercizio del un intreccio di storia e leggende alimen- culto (ne sono testimonianza le statue ste- tate dalla presenza di una grotta tettonica le e le tombe dell’età del ferro), la Pieve conosciuta come “Buco del Diavolo”; alla di Toano, la Badia romanica di Marola, Pania di Corfino (Villa Collemandina), il la Pieve di Codiponte e le innumerevoli cui toponimo Pania ha probabilmente la chiese intitolate ai Santi cui erano devoti i stessa radice prelatina, per alcuni studio- pellegrini, che punteggiano la via Franci- si anche preindoeuropea, di Appennino, gena e le sue varianti. dove “pen” sta per “vetta, altura con rife- Il sacro ed il trascendente sono del resto rimenti sacri”. valori che hanno attraversato indenni i Ai piedi della Pietra sorge ora l’eremo secoli, se non persino i millenni, pur cam- benedettino seicentesco, eretto sul sito biando forma, rituali e credo religioso: al- di una chiesa quattrocentesca dedicata al cune emergenze geologiche e naturalisti- Santissimo Salvatore; sul Monte Valestra, che, considerate sacre fin dalla preistoria, dove la sacralità del luogo si è tramandata hanno tramandato il proprio potere sug- nei secoli attraverso l’edificazione di luo- gestivo sulle popolazioni, concretandosi ghi di culto ancora oggi meta di pellegri- poi in manufatti testimoniali ed architet- naggio, sorgono l’oratorio pre-matildico tonici e conservando un valore simbolico di San Michele e quello seicentesco di S. a tutt’oggi riconosciuto non soltanto dalle Maria Maddalena, costruito sulle vestigia comunità locali. Basti pensare alla spetta- di un eremo trecentesco. S. Maria Madda- colare Pietra di Bismantova ( la “montagna lena, cui sono intitolati anche un piccolo

Il Maggio drammatico È una tra le più interessanti manifestazioni culturali nelle esecuzioni (violino fisarmonica e chitarra). La e folkloriche dell’Appennino tosco-emiliano, una tradi- scenografia è scarna ed artigianale, i costumi sono ric- zione di teatro in musica. Espressione autentica della camente decorati e corredati da vere e proprie armature. tradizione orale delle comunità che lo hanno traman- Ad ogni oggetto in scena (siano costumi, armi o piccole dato sino ad oggi, ha le sue radici nelle espressioni rituali costruzioni) è affidato un preciso linguaggio simbolico, tipiche della cultura agro – silvo – pastorale e nelle feste che accompagna il canto, la mimica del volto, il movi- propiziatorie dalle quali probabilmente ha mutuato il mento dei piedi e l’intenso codice gestuale che insieme nome: “Feste di maggio”, maggiolate, maggio. Le rap- forniscono la chiave di lettura di tutto lo spettacolo. presentazioni del Canto del Maggio si tengono nei po- Il Maggio Drammatico, diffuso su tutto l’Appennino meriggi d’estate in radure (spesso castagneti) aie, piaz- tosco emiliano, presenta oggi complessi attivi nell’area ze, con il pubblico disposto circolarmente intorno agli reggiana e lucchese. Ogni estate viene realizzata una attori in scena, i quali fanno rivivere storie di cavalieri Rassegna Nazionale di Teatro Popolare, che raccoglie che si sfidano a duello nell’eterna lotta tra il bene e il in un unico cartellone tutti gli spettacoli, giunta alla male. I testi, per la maggior parte di ispirazione epico- XXXVI° edizione. cavalleresca, sono scritti in italiano aulico (principal- Nel capoluogo del comune di Villa Minozzo, è allestito mente quartine di ottonari ed ottave di endecasillabi), un museo del Maggio Drammatico con testi, costumi, vengono cantati dagli attori in costume con un accom- disegni, fotografie, video, riviste specializzate ed ogget- pagnamento strumentale tradizionale ed essenziale ti di scena.

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di richiamo culturale e turistico. Anche le pievi e gli ospitali erano parte di questa organizzazione territoriale: rappresenta- vano la dimensione religiosa del potere matildico e svolgevano anche un ruolo assistenziale e di controllo delle vie di co- municazione. Si ricordano a tale propo- sito la Badia Vallombrosana a S. Michele Cavana (Lesignano de’ Bagni), le Pievi di Sasso, Bazzano e Scurano (Neviano de- gli Arduini), di S.Vitale (Carpineti), di Toano, di Paullo (Casina); l’Ospedalac- cio, al P.sso omonimo, l’Ospitale di San Geminiano, edificato nella leggendaria Selva Romanesca dei Prati di San Gemi- niano, e l’Abbazia benedettina, entrambi a Frassinoro, sulla via Bibulca (strada che connetteva Modena con Lucca attraverso il Passo delle Radici). Al tempo di Matilde è ricondotto anche un importante sviluppo alla coltivazione del castagno: all’epoca vennero moltiplica- te le piante e messe a dimora in aree vocate nel rispetto di un criterio agronomico an- Statua Stele oratorio con bivacco ai piedi del Monte cora oggi definito sesto d’impianto matil- foto di P. Caponi Ventasso (Busana) e quello secentesco di dico, che permetteva di sfruttare l’erba del Campaiana di Corfino (Villa Collemandi- sottobosco quale pascolo per le greggi e na), è una delle strutture dedicate al culto raccogliere agevolmente le foglie da utiliz- di venerazione della santa su entrambi i zare nella stalla come alimento e giaciglio versanti appenninici. per gli animali. Al regno di Matilde, protagonista con La struttura insediativa che caratteriz- Gregorio VII, Enrico IV ed Enrico V za il territorio della Riserva ha una ma- dell’aspro conflitto e delle relazioni tra trice storica fondamentale nel periodo Impero e Papato (in sostanza tra politica e matildico: potente feudataria di origine religione in Europa - universalmente nota longobarda, appartenente alla famiglia l’umiliazione dell’imperatore e il perdono imperiale,vicinissima al Papa Grego- di Canossa del 27 gennaio 1077), è rico- rio VII, nominata vice regina d’Italia,la nosciuto un importante ruolo nel processo Grancontessa Matilde nel 1076 entrò in di formazione dell’identità culturale e pa- possesso di un vasto regno,che compren- esaggistica di gran parte dei territori della deva la Lombardia, l’Emilia, la Romagna Riserva, tra Lucca e la Pianura Padana. Le e la Toscana e che aveva il proprio centro eredità di quel periodo, si ritrovano oggi politico a Canossa. Matilde potenziò le nelle evidenze del paesaggio collinare e strutture difensive preesistenti e dispo- montano e dei suoi beni architettonici e se la costruzione di rocche, torri, borghi culturali. fortificati, pievi ed ospitali, configurando Il medioevo è quindi un’epoca di grande così un sistema difensivo e di controllo suggestione,con cui ancor oggi le popo- territoriale di grande forza ed eviden- lazioni residenti continuano a confrontar- za. I castelli - tra cui quelli di Canossa, si riconoscendo un’origine della propria Rossena, Carpineti,Sarzano,Bismantova identità culturale anche in un patrimonio (ora perduto)… una rete di fortificazioni immateriale fatto di usi e costumi (rievo- ancora ben leggibile sul territorio e oggi cazioni e settimane “matildiche a Canossa, PARMA economica 47 LA CONSERVAZIONE

Frassinoro, Quattro Castella, Palanzano, lunghi di stagionatura) dell’attuale Parmi- Vetto), di artigianato artistico di recente giano Reggiano. elaborazione e promozione( cosiddetta Un altro prodotto (che affonda le pro- Ars Canusina, col suo consorzio pub- prie origini in epoca romana) fortemente blico-privato nel Comune di Casina),di rappresentativo è il Prosciutto di Parma prodotti gastronomici tipici, oltrechè di D.O.P.; nonostante la zona di produzio- forme di arte e teatro agreste e popolare ne (concentrata soprattutto in Val Parma) uniche e originali, come è senz’altro “il sia delimitata ad est dal fiume Enza e ad Maggio”,tutt’ora rappresentato sul terri- ovest dal torrente Stirone e si estenda a 5 torio (paragrafo 15.6.1). km a sud della via Emilia,arrestandosi al Il periodo tardo medioevale, signorile di sotto dei 900 metri di altitudine, è la e rinascimentale ha lasciato l’impron- grande attenzione al mantenimento del- ta delle presenze spesso in conflitto dei le caratteristiche artigianali del prodotto Malaspina,degli Estensi e dei Medici, con (messe in tensione dai moderni processi di rocche, castelli (della Verrucola, di Coma- industrializzazione dell’agro-alimentare) no, di Gragnola, di Malaspina a Filattiera, che ne ha fatto un “must” della cultura di Fosdinovo), imponenti fortificazioni alimentare italiana nel mondo e che rap- (la Fortezza di Montalfonso e quella del- presenta quella propensione all’evoluzione le Verrucole), centri storici di Fivizzano nel solco della tradizione che caratterizza (città dei primi libri a stampa -anno 1470- tutta la Riserva. Questo prodotto è cele- con omonimo museo) e Castelnuovo Gar- brato e raccontato all’interno del “Museo fagnana con la sua Rocca Ariostesca (Lo- del prosciutto e dei salumi parmigiani” di dovico Ariosto è stato governatore della Langhirano, che fa parte del circuito dei Garfagnana, al tempo della stesura defi- Musei del Cibo di Parma. nitiva de “l’Orlando Furioso”) e di arte (il Nello sviluppo del sistema insediativo Pietro da Talada pittore Pietro da Talada, maestro di Borsi- storico della Riserva MaB gioca un ruolo Trittico di Borsigliana gliana del ‘400). Il cibo della tradizione è anch’esso ele- mento plurale e al tempo stesso unifi- cante per il territorio della Riserva: mol- te produzioni di origine contadina sono infatti saldamente presenti su entrambi i versanti appenninici (come la filiera del- la castagna o le produzioni casearie di tipo ovino) e sono ora oggetto di tutela e valorizzazione, così come specialità cu- linarie che affondano le proprie origini nel medioevo sono al centro di iniziative culturali e di intrattenimento di grande richiamo, come “La tavola di Bisanzio” (carni ovine),che si svolge nella zona di Baiso e Carpineti. Diverse sono comun- que le tradizioni culinarie,anche in rela- zione alle caratteristiche climatiche: per esempio olio o burro come condimenti fondamentali,distinguono i due versanti. La prima fascia collinare sul versante nord è il luogo d’origine (nel tardo me- dioevo e probabilmente presso strutture civili-religiose robuste sul piano econo- mico e culturale in grado di sostenere dimensioni produttive adeguate e tempi 48 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

LA GUERRA E LA RESISTENZA Un evento di portata epocale come l’epilogo della II di vittime dei rastrellamenti dell’estate del 1944 (ope- Guerra Mondiale è stato vissuto con sofferta e attiva razione Wallenstein) in territorio parmense, tra cui partecipazione da parte delle popolazioni della area. 33 civili a Neviano degli Arduini, 15 a Monchio delle Dopo lo sbarco degli alleati in Italia, le armate tedesche Corti e decine di altri tra Palanzano, Corniglio, Tiz- si ritirando verso nord,si attestarono lungo la “Linea zano Val Parma, Calestano, Langhirano. Gotica”: un sistema di fasce fortificate successive,che Numerosi comuni e località della Riserva sono sta- correva dal Mar Tirreno al Mare Adriatico,proprio ti in seguito insigniti di Medaglia d’oro della attraverso l’Appennino. Resistenza,Medaglie al Valore Militare o per merito I territori della Riserva perciò sono stati coinvolti pro- civile, in memoria delle tante vittime innocenti e del fondamente dal conflitto di liberazione condotto dagli coraggio con cui le popolazioni parteciparono.Il coin- alleati americani e britannici su questo fronte, che nel volgimento profondo rispetto a questa pagina di sto- suo primo tratto occidentale passava da Castelnuovo ria nazionale che tutt’oggi accomuna le popolazioni Garfagnana. La stessa Resistenza partigiana è stata della Riserva, è testimoniato dalla presenza capillare un fenomeno di ampia partecipazione popolare: ne fu- di associazioni quali le sezioni locali dell’ANPI (As- rono prova la coraggiosa”Repubblica di Montefiorino”e sociazione Nazionale Partigiani d’Italia) e degli isti- purtroppo anche le numerose rappresaglie sulla popo- tuti associati alla rete INSMLI (Istituto Nazionale lazione civile compiute dai nazi-fascisti proprio nei per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia) territori appenninici individuati dalla Riserva, anche come gli attivissimi Istituti Storici della Resistenza a molta distanza dalla Linea Gotica, tra cui le stra- e dell’Età Contemporanea di Lucca,Reggio Emilia, gi di Regnano (Casola in Lunigiana, 13 vittime), di Parma e Modena. Sono presenti ovunque monumenti Cervarolo (Villa Minozzo, 24 vittime) e della Bettola e strutture espositive,quali ad esempio i musei della (Vezzano sul Crostolo, 32 vittime), gli eccidi di Valla Resistenza di Sasso (Neviano degli Arduini) e di Fo- e San Terenzo Monti (Fivizzano), oltre alle centinaia sdinovo.

centrale la viabilità: fin dalle epoche prei- transito di uomini e merci. storiche, in modo particolare con la cultura L’Appennino Tosco Emiliano non è quin- terramaricola, gli insediamenti andarono di solo teatro di eventi di grande portata infatti ad occupare posizioni strategiche storica: è stato soprattutto, e lo è tutt’oggi, naturalmente difese lungo le vie di tran- luogo di vita quotidiana, di socialità e coo- sito legate ai percorsi fluviali; percorsi che, perazione, di condivisione di spiritualità e data la conformazione dell’Appennino, di un sentire comuni; in sintesi, è luogo in mettevano in comunicazione i bacini del cui -a fronte di una pluridecennale perdi- Secchia, dell’Enza e del Taro a nord, ri- ta demografica e di segni di subalternità e spettivamente attraverso i passi di Parada- degrado culturale, effetto delle dinamiche rena, Cerreto, Ospedalaccio e Lagastrello, fino a pochi anni fa vincenti e dominanti con gli itinerari lungo i bacini idrografici dell’industrializzazione dei distretti vicini della Garfagnana e della Lunigiana a sud, di pianura e di costa -si tende ora a rinno- fino agli sbocchi sul mare del Serchio e del vare una consapevolezza ed una memoria Magra. Questi itinerari si consolidarono sedimentate attraverso i secoli e a trasmet- con la colonizzazione etrusca, che penetrò tere dalle nuove generazioni un’orgoglio anche le valli minori incrementando gli identitario positivo,moderno e aperto al scambi tra un versante e l’altro dell’Ap- mondo. pennino, ed in misura ancora maggiore Significative sono alcune realtà musicali e con la colonizzazione romana, in quanto teatrali contemporanee,che si ispirano alle in tempi relativamente brevi collegavano radici culturali e ambientali dell’Appen- le colonie della Val Padana alle basi navali nino tosco-Emiliano, utilizzando talvolta sul Tirreno; controllare i percorsi di colle- i dialetti locali: Lassociazione (“Aforismi gamento significava infatti condizionare il da castagneto”, “A strapiombo” e “Libere PARMA economica 49 LA CONSERVAZIONE correnti dorsali” i titoli significativi dei diffuso un po’ in tutti i territori della Ri- loro album), Anima Montanara (musica serva, soprattutto tra la popolazione più su testi di poesia popolare locale), Cor- anziana, è l’uso del dialetto; nel versante te Transumante di Nasseta (con “Saga, il emiliano si parlano il dialetto reggiano e canto dei Canti”, forma originale in Italia quello parmigiano, varietà idiomatiche di “Teatro equestre barbarico montano” della lingua Emiliano-Romagnola, che è celebra il millenario rapporto tra uomini riconosciuta fra le lingue minoritarie eu- e cavalli). ropee dal Consiglio d’Europa e censita Anche alcune attività artigianali tradizio- dall’UNESCO nell’”Atlas of the world’s nali uniscono i versanti appenninici: un languages in danger” tra quelle “Definitely museo (Cervarezza –RE) ricorda la lavo- in danger”. razione del sughero, testimonianza stori- Nell’Appennino reggiano, in particolar ca dei legami tra i pastori transumanti del modo dalla linea Vetto-Baiso verso l’alto versante emiliano ed il mondo toscano da crinale, sono parlati un insieme di dialetti cui proveniva la materia prima; una tradi- che presentano caratteristiche differenti zione radicatasi a partire dall’800 e perma- addirittura da paese a paese; anche sul ver- nente a tutt’oggi attraverso l’attività quali- sante toscano, nell’area lunigianese, ritro- ficata di alcune imprese. viamo una parlata assimilabile ai dialetti Ma anche gli antichi mestieri, alcuni dei emiliano-romagnoli. quali in declino o scomparsi: il boscaiolo, Anche le parlate dell’Alta Garfagnana ri- il carbonaio, il “picciarìn” (chi lavorava e sentono di forti influssi settentrionali: le scolpiva la pietra), il pastore, il “cavallaro” e influenze del dialetto lucchese (di tipo to- il contadino, e alcune produzioni alimen- scano) si rarefanno man mano che si risale tari che discendono dalla tradizione ed ac- il Serchio e soprattutto nei paesi situati sui comunano tutti i territori della riserva, tra crinali. A cura della Banca dell’identità e cui ad esempio quelle dei formaggi ovini. della memoria della Garfagnana è stato Antichi mestieri mescolati a tradizioni e recentemente pubblicato un “Dizionario folklore, nel loro ripetersi semplice e ritua- Garfagnino”. le, hanno costituito il collante tra le perso- Per queste ragioni il dialetto è oggetto di Antica Maestà ne e tra le persone ed il territorio. Molto studio, di approfondimento, di performan- foto di P. Guidugli

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Etnografico della Lunigiana a Villafranca in Lunigiana. Un altro museo, quello del sughero di Cervarezza, oltre a svolgere la sua speci- fica funzione di narrazione e tutela di un patrimonio culturale tradizionale, accoglie nei suoi locali anche l’Ufficio di Informa- zione Turistica provinciale per il comparto della montagna reggiana, riuscendo così ad intercettare un maggior numero di po- tenziali visitatori. Azione importante di promozione è rap- presentata anche dai numerosi eventi cul- turali ed enogastronomici, come le feste e le sagre organizzate in tutta la riserva ed imperniate sulle eccellenze del territorio, tra cui, solo per citarne alcune: la Fiera del Antichi mestieri ce teatrali (numerose le compagnie che Parmigiano Reggiano di Casina, il Festival recitano in dialetto) e persino di pubbli- del Prosciutto di Parma (che coinvolge, tra cazioni, come il “Dizionario garfagnino” gli altri, i comuni di Calestano, Corniglio, - disponibile on line sul sito della Banca Langhirano, Lesignano de’Bagni, Nevia- dell’identità e della memoria della Gar- no degli Arduini e Tizzano Val Parma), la fagnana (centro di raccolta documentale, Fiera del Cavallo dell’Appennino a Co- anche multimediale, sulla storia, la cultura mano, la Festa del farro IGP della Garfa- e le tradizioni della Garfagnana) - o come gnana a Piazza al Serchio, la Fiera “Sapo- il quotidiano “Gazzetta di Parma” che nel- ri” a Fivizzano dedicata ai prodotti tipici la versione web propone propri articoli an- della Lunigiana, nonché le numerose feste che in versione dialettale. della castagna, dei funghi e dei prodot- Pro loco ed associazionismo sono ovun- ti del sottobosco; a queste si aggiungono que molto attive e svolgono funzioni di interessanti eventi di marketing e promo- aggregazione sociale oltre che occupar- zione legati ad esempio a latterie e caseifi- si anche di raccogliere l’eredità culturale ci, come “I concerti della Via Lattea”: una contadina per raccontarla ad un pubblico rassegna attiva dal 2003 che dal 2011 in- più ampio: è il caso di strutture espositive clude anche i concerti de “I Suoni DiVini” come il Museo Uomo-Ambiente di Baz- e si propone di portare la musica eseguita zano (Neviano degli Arduini), che fa par- dal vivo in luoghi inusuali come caseifici, te del circuito “I musei del mondo rurale” caselli, cantine, acetaie ed altre strutture dell’Emilia-Romagna ed è stato realizzato legate alle attività produttive tipiche del dall’associazione culturale “Il camino”, che territorio emiliano. ne cura la gestione e l’attività culturale e La transumanza, altro fenomeno cultu- di ricerca. rale di antica memoria, viene rievocata e I musei della civiltà contadina, sparsi nel celebrata attraverso numerose iniziative territorio della riserva e presenti in tutte organizzate dal Parco Nazionale dell’Ap- le cinque province, conservando utensili e pennino Tosco-Emiliano: eventi di tea- rievocando antiche pratiche rurali contri- tro, -musica e trekking per ripercorrere buiscono a mantenere memoria anche dei le antiche strade dall’Appennino verso la diversi stili di vita; fra i tanti ricordiamo Maremma transitando per la Garfagna- anche il Museo Etnografico provinciale na, mentre l’antica via Francigena nel suo di San Pellegrino in Alpe, il Museo della complesso è oggetto di valorizzazione da Civiltà contadina di Castelnovo ne’Monti oltre un decennio grazie all’Associazione (di cui è custode e responsabile dell’allesti- europea delle Vie Francigene. mento l’Istituto Agrario Motti); il Museo Tra le azioni efficaci messe in atto con lo PARMA economica 51 LA CONSERVAZIONE scopo di conservare antiche tradizioni ed usi, è da segnalare il recupero architetto- nico, funzionale e a scopo didattico della struttura del metato: luogo di essicazione delle castagna prima della sua macinatura in farina. Anche le rinnovate produzioni di qualità ripercorrono le antiche e originarie tecniche di essicazione e macinatura, oltre al recupero dei vecchi cultivar della zona. La presenza dei Consorzi dei Castanicol- tori, impegnati in prima linea nei confron- ti delle problematiche dei castagneti (ve- spa cinese), contribuisce a dare un ulterio- re nuovo impulso a questa coltivazione e a mantenere viva la cultura della castagna preservando al contempo il paesaggio del castagneto, diffuso e più o meno in declino in tutta l’area della Riserva. Ad opera del Parco Nazionale è infine da le cinque province interessate, è possibile Scena di Maggio epico foto di AlterEco sc menzionare il recupero di pascoli abban- tracciare un profilo attendibile dell’anda- donati a Logarghena e all’Orecchiella, con mento demografico e della composizione progetti legati alla valorizzazione di razze della popolazione. locali come la pecora cornigliese, la pecora Osservando i dati 2001 – 2011 si eviden- massese e quella garfagnina. Sono inoltre ziano due tendenze demografiche oppo- stati recuperati i pascoli nel ramisetano, ste, che si compensano vicendevolmente, ora utilizzati dal cavallo del Ventasso. delineando per la Riserva un trend positi- vo: mentre i comuni di crinale attraversa- no una fase di calo demografico, i territori LA POPOLAZIONE RESIDENTE in area transition mostrano quasi ovunque (con la sola eccezione della Garfagnana) Le cifre riportate nella seguente tabella una tendenza alla crescita,in alcuni casi sono da considerarsi stime e frutto di ap- molto significativa. È il caso di alcuni co- prossimazioni, in quanto la momento non muni della provincia di Parma (Langhira- sono disponibili censimenti dettagliati dei no, Calestano, Lesignano de’ Bagni), che residenti permanenti o stagionali nelle aree registrano un aumento di popolazione del Core, Buffer e Transition della Riserva. 18,2%, contrastando così il trend negativo Per le aree Core gli “stagionali” sono da dei territori di crinale. intendersi i gestori ed i turisti che pernot- I Comuni di crinale, quelli cioè che ospi- tano nei rifugi e foresterie (utilizzando il tano la maggior parte delle core e buf- dato degli arrivi). fer areas, sono quelli più soggetti al calo Per le aree buffer e Transition, per stagio- demografico, con dati che,dal 2001 al nali, sono stati oltre ai turisti (utilizzando 2011,scendono del 2,7% nel crinale garfa- il dato degli arrivi) i proprietari di “secon- gnino e addirittura del 14,4% nel crinale de case” che nell’arco dell’anno trascorro- parmense. no anche lunghi periodi sul territorio, non Gli indicatori demografici considerati (in- esistono infatti altre motivazioni climati- dice di vecchiaia, indice di ricambio e di che, culturali o economiche che vedano la struttura della popolazione attiva) sono significativa presenza di residenti stagio- ovunque molto elevati, a significare l’alta nali. incidenza di popolazione anziana, anche in fascia lavorativa.Se si comparano però i Disponendo di dati omogenei per perio- dati 2001 – 2011 relativi ai singoli comuni, do di rilevamento in ciascun comune del- appare interessante una tendenza al rin- 52 PARMA economica LA CONSERVAZIONE

Una realtà in crescita in tutta la riserva è l’integrazione tra i sistemi agricolo e turi- stico, che si evince dal numero di agrituri- smi in costante ascesa: ciò fa intravedere l’opportunità di nuova occupazione per i giovani, fornendo loro la possibilità di fer- marsi nella terra d’origine. Il nuovo interesse mostrato dalle nuove generazioni verso le opportunità lavorati- ve del mondo agricolo, testimoniato anche da un aumento consistente delle iscrizioni agli istituti di Agraria (+12% nel 2014), costituisce indubbiamente una spinta ad Tabella dei residenti della Riserva MaB invertire la tendenza all’abbandono di giovanimento della popolazione. Questa questi territori; un significativo riscon- tendenza nell’ultimo decennio coinvolge tro di questo trend è nel grande interesse territori posti a quote meno elevate(come manifestato verso la Misura 112 del Pro- per esempio Canossa, Vezzano sul Cro- gramma di Sviluppo Rurale 2007-2013 stolo, Langhirano, Calestano e Villafranca “Insediamento di giovani agricoltori”, in Lunigiana in cui dal 2002 al 2011 si destinata ad aspiranti imprenditori under riscontra un abbassamento dell’indice di 40, che al 31/12/2013 aveva raccolto oltre ricambio della popolazione attiva), e altre- 400 domande nelle sole province di Par- sì anche alcuni comuni del crinale, come ma e Reggio Emilia; tra quelle ammesse Ramiseto, Collagna, Ligonchio, Villa Mi- a finanziamento, molte riguardano nuove nozzo, Frassinoro, Corniglio e Comano. aziende agricole che hanno eletto la loro La Riserva dimostra pertanto di disporre sede nei comuni della Riserva. Significati- di risorse umane giovani e dinamiche, in va anche la presenza di giovani donne tra i grado di svolgere un ruolo strategico nella beneficiari dei contributi. valorizzazione e tutela delle eccellenze del Dati dell’ultimo censimento alla mano, territorio. le aziende italiane condotte da giovani In linea generale, la realtà socio-econo- agricoltori sono mediamente più este- mica della riserva è strutturata essenzial- se, allevano più capi, molto spesso fanno mente sul comparto agricolo e di trasfor- agricoltura biologica e diversificano pun- mazione di prodotti di qualità (parmi- tando sull’attività agrituristica; quello del giano reggiano,prosciutto di Parma, oli, ricambio generazionale è quindi un snodo mieli,farro di Lunigiana e Garfagnana strategico,in modo particolare per i terri- oltrechè su artigianato e attività di servi- tori della riserva MaB, che si propongono zio private e pubbliche; i servizi scolastici come laboratorio di sperimentazione di e sanitari sono diffusi e coordinati attorno pratiche innovative anche in campo agri- a quei comuni che nel tempo hanno svi- colo. luppato un carattere più spiccatamente Interessante infine il dato complessivo urbano (Langhirano, Castelnovo ne’Mon- dell’incidenza della popolazione stranie- ti, Castelnuovo Garfagnana, Fivizzano), ra sui residenti, che al 1° gennaio 2011 si mentre le aziende agricole,zootecniche o attesta addirittura al 9,7% nei comuni del impegnate in attività agro-silvo-pastorali parmense e supera il 7% in quelli della pro- sono presenti su tutto il territorio. I turi- vincia di Reggio Emilia e Massa Carrara smi più tradizionali ( villeggiatura,neve) (la media nazionale è del 7,5%), mentre si sono più condensati nella fascia alta. arresta al di sotto del 5% nei comuni del- Presente un po’ ovunque, a nord e a sud la Garfagnana; le comunità straniere più dell’Appennino, è il fenomeno del pendo- numerose all’interno del territorio della ri- larismo verso aree e i distretti industriali serva provengono da Romania e Marocco. confinanti. Il territorio che si candida a divenire Area PARMA economica 53 LO SVILUPPO La funzione di sviluppo economico sociale sostenibile

MaB è idoneo a essere considerato un Nazionale dell’Appennino Tosco Emilia- modello di sviluppo sostenibile per tutta la no (che si è concretamente proposto come catena appenninica e più in generale, con agenzia di ricerca e sviluppo sostenibili, le dovute declinazioni, per tutte le aree attraverso i suoi 105 progetti in corso) si montane in cui vi è una significativa pre- sono sviluppate sul campo ricerche sulla senza antropica fino ai crinali. convivenza uomo-natura ed esperienze Negli ultimi decenni in questo territorio vi originali di educazione alla sostenibilità sono stati al tempo stesso: a) un possente e pedagogia delle scienze della natura . ritorno di naturalità (crescita della copertu- Inoltre, con la collaborazione fondamen- ra boschiva,ritorno di specie animali selva- tale degli Enti Locali, dei GAL e con la tiche; b) un passaggio - anche conflittuale gestione concertata dei Piani di Sviluppo - ad una nuova visione delle sua identità e Rurale, sono state coinvolte e motivate delle sue potenzialità e vocazioni, dopo un molte imprese agricole e turistiche – per periodo di subalternità periferica e cultu- lo più cooperative – nella costruzione di rale ai modelli industriali e manifatturieri reti che favoriscano relazioni tra turismo delle aree limitrofe di pianura e della costa; naturalistico e culturale, che sta prenden- c) l’avvio di nuovi circuiti economici più do piede, e attività agricole, zootecniche e orientati alla qualità ambientale. In altre silvo-pastorali di qualità, estensive e tra- parole questo territorio sta tornando ad es- dizionali, che storicamente hanno carat- sere luogo di convivenza e nuovo equilibrio terizzato questo territorio. Inoltre nell’a- tra biosfera e antroposfera. rea candidata a Riserva MaB, agricoltura Centri abitati in zona transition Grazie soprattutto all’operato del Parco e turismo non sono attività appannaggio foto di G.Bianchini

54 PARMA economica LO SVILUPPO

senza antropica sul territorio è una degli elementi fondamentali per il perpetuarsi dell’equilibrio uomo-biosfera.

IL TURISMO

Il turismo ha tradizionalmente rappresen- tato, in particolare nella fascia medio alta del territorio della Riserva, un’attività rile- vante per brevi periodi estivi e, in qualche punto attrezzato, anche invernali. In so- stanza è stato ed è ancora settore econo- mico non prevalente, integrativo rispetto altre fondamentali e prevalenti attività qua- esclusivo del tessuto imprenditoriale, ma li agricoltura ed allevamento, produzione sono sempre più spesso un’importante agro-alimentare, artigianato e servizi. Rile- integrazione al reddito anche di famiglie vante, all’interno del turismo tradizionale, occupate in altri settori. l’apporto del ritorno per le ferie di persone L’integrazione di formazione, agricoltu- e famiglie originarie deI territorio. Il tradi- re di qualità ed eco-turismo può essere il zionale turismo di villeggiatura, così come mezzo attraverso cui coinvolgere le co- quello delle stazione sciistiche è tuttavia munità e il tessuto economico locale nella chiaramente in declino; crescono d’altro tutela e nella valorizzazione del mosaico lato i nuovi turismi della natura, dello sport, ecosistemico e culturale che questo terri- dell’educazione, dell’enogastronomia, del torio può vantare, dando loro contempo- fine settimana, più brevi, ma più distribuiti raneamente prospettive di sviluppo eco- nell’arco delle diverse stagioni. nomico e sociale sostenibile e gratificante. L’offerta turistica esistente nell’area candi- Gli indicatori che consentiranno di valu- data a Riserva MaB UNESCO è nume- tare se il laboratorio di sviluppo sosteni- rosa e diversificata. Le varie forme turisti- bile dell’Appennino Tosco Emiliano sta che, alcune moderne, alcune radicate nella funzionando efficacemente saranno cor- cultura e nelle tradizioni del territorio, relate alla funzione turistica e agricola del sono in grado di soddisfare domande mol- territorio. Per il Turismo si utilizzerà il set to differenti riguardo ai contenuti e alle di indicatori definito dal Parco Nazionale stagioni. http://www.parcoappennino.it/ dell’Appennino Tosco-Emiliano nell’am- carteguide.php bito della sottoscrizione della Carta Eu- Eccone le principali che, per lo spessore ropea del Turismo sostenibile delle Aree della proposta e per l’interesse riscontrato, Protette (estendendoli a tutto il territorio rappresentano punti di riferimento, han- della Riserva). no già generato impatti positiva e che ci Per quanto riguarda l’agricoltura verran- si augura possano essere rafforzati e mag- no valutati gli indicatori che monitorano giormente diffusi anche grazie al ricono- le dinamiche della Superficie Agricola scimento dell’area a Riserva Biosfera MaB Utilizzata e del patrimonio forestale, lo Unesco. sviluppo delle produzioni DOP ed IGP e dell’agricoltura Biologica, nonché la cre- Turismo escursionistico polivalente. azione di nuove imprese agricole (soprat- Raccoglie diverse forme di turismo tra cui tutto giovanili). le attività che si svolgono a piedi, in bici- In termini più generali verrà monitorato cletta, a cavallo, con le ciaspole, ecc. Tra l’andamento demografico e gli occupati queste: per settore dell’Area MaB ed in particola- •• L’Alta Via dei Parchi. È un itinerario di re dei Comuni di crinale, in quanto la pre- trekking che percorre tutto il crinale ap- PARMA economica 55 LO SVILUPPO

penninico della Regione Emilia Roma- della zona, partendo dal castello di Ter- foto di B. Vanicelli gna, unendo appunto tutte le aree pro- rarossa, dove due tracciati si sviluppano tette (regionali e nazionali) di questo sulle due sponde del Magra fino a rag- territorio. Si estende di fatto ricalcando giungere i valichi storici della Lunigia- la tratta emiliano romagnola del più im- na con la Liguria e l’Emilia. portante Sentiero Italia 00 del CAI che •• Il Garfagnana Trekking. Diverse sono unisce tutta la penisola e l’arco Alpino. le possibilità escursionistiche offerte dal La tratta tra il Passo della Cisa e quello territorio della Garfagnana ed adatte a delle Forbici viaggia sul crinale appen- tutte le stagioni. Sono presenti diversi ninico, confine tra il clima continentale itinerari adatti al trekking con un per- e quello mediterraneo, cioè appunto sul corso ad anello articolato in nove tap- fulcro della Riserva, attraversandone le pe che si sviluppa sui crinali della ca- principali aree Core. È utilizzato e uti- tena apuana e dell’Appennino. Oltre al lizzabile tutto l’anno, sia pure - data la trekking sono presenti itinerari adatti quota - in modi assolutamente diversi all’alpinismo, all’escursionismo, alla quando è in condizioni invernali. mountain-bike, ecc. •• Il Trekking Lunigiana. La Lunigiana •• Il Sentiero Spallanzani (CAI). Il Parco offre le migliori condizioni per il trek- Nazionale dell’Appennino Tosco Emi- king, la mountain bike e l’equitazione. liano può vantare una vasta rete sentie- Presenta 250 chilometri di sentieri da ristica con oltre 183 sentieri attivi sul percorrere e 14 posti tappa del circuito proprio territorio. Tra questi il sentiero “Trekking Lunigiana”, che da Aulla ri- Spallanzani attraversa tutte le fasce di sale la Val di Magra fino a Pontremoli, vegetazione dell’Appennino Reggia- per poi ridiscendere verso Fosdinovo. no, partendo da Ventoso di Scandiano Accanto al “Trekking Lunigiana”, lo (130 m.) e arrivando fino a S. Pellegri- S.T.E.L., il Sistema Turistico Escursio- no in Alpe (1.500 m) sul crinale Tosco nistico Lunigiana, un percorso escur- Emiliano. L’itinerario lungo 115 km sionistico che taglia trasversalmente il con un dislivello complessivo di 5.000 territorio e si collega al “Trekking Lu- m. Si può percorre tutto in una setti- nigiana”, mettendo in risalto i castelli mana, oppure a tratti. Ha le attrattive

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cavalli tra Emilia e Garfagnana. •• La Grande Ippovia. Il suo lungo ed ar- Neve Natura ticolato percorso si snoda dalla provin- Neve Natura è il progetto, ideato dal Parco Nazionale dell’Ap- cia di Piacenza e quella di Rimini e, con pennino Tosco-Emiliano, che porta gli studenti della città a con- una rete di sentieri, permette di arrivare tatto con l’ambiente, la popolazione e le tradizioni dell’Appenni- dalle zone più interne a quelle della co- no. Neve Natura non ha le caratteristiche della gita scolastica né sta alternando itinerari che toccano la del ‘turismo bianco’ conosciuto: è un’esperienza fisica ed educativa zona del Paco Nazionale dell’Appen- attraverso la quale i ragazzi vivono l’ambiente in modo intenso e nino Tosco Emiliano, la fascia precol- a volte faticoso, ma sempre ricco di emozioni ed esperienze, attra- linare, le rigogliose estensioni pianeg- verso una immersione totale nell’inverno appenninico più vero e gianti dell’interno, le ricca e varia fascia profondo. Apprendono nozioni teoriche e pratiche sugli ambienti costiera. Un’esperienza che, grazie alla della nostra montagna, imparano a riconoscere i luoghi, a muo- varietà nella tipologia dei percorsi, of- versi con e senza attrezzature e ad orientarsi. fre soluzioni adatte ad età ed esigenze diverse. •• La rete dei rifugi. All’interno del terri- di un museo geologico all’aria aperta. Il torio della Riserva sono presenti 19 ri- sentiero si svolge in sette tappe e tocca fugi, tra loro interconnessi da un’ottima molti siti visitati a scopo scientifico da rete di percorsi, che ospitano gli escur- Lazzaro Spallanzani. sionisti durante i soggiorni prolungati •• L’Appennino Reale. Appennino Rea- sul territorio. le è il nome di un progetto d’area, ma anche di una manifestazione invernale Turismo invernale. Negli ultimi 60 anni che si svolge nei Parchi dell’Appennino sul crinale sono sorte e si sono affermate Tosco Emiliano alla fine di marzo. La sul versante nord, alcune stazioni di sci al- manifestazione esprime il patto siglato pino, che recentemente risentono di ricor- tra il Parco Nazionale e il parco regio- renti crisi di mercato e “di modello”. nale del Frignano per valorizzare nuove Per primo il comprensorio sciistico, or- forme di sport e di turismo sostenibi- mai stazione turistica multistagionale di le nelle zone di crinale comprese tra il Cerreto Laghi, presso il passo del Cerreto, Cusna e il Cimone, lungo le numero- crocevia tra le regioni Toscana, Liguria ed se e panoramiche strade forestali, per Emilia. Cerreto Laghi raccoglie ormai tutte foto di O. Bartoli trekkers, mountain-bike,sci di fondo o le caratteristiche naturali e molte dotazioni sportivo ricreative (seggiovie, palaghiaccio, ecc.) in grado di soddisfare diversificate ri- chieste di turismo invernale. Gli operatori turistici di Cerreto hanno recentemente partecipato al progetto europeo Eco clu- ster, per la buona gestione ambientale di distretti d’impresa omogenei. Sci alpino e altre attività si praticano an- che a Febbio Rescadore sulle pendici del monte Cusna, frequentato per lo sci alpi- nismo ed escursionistico, come il vicino monte Prado, fino alla primavera avanza- ta. Altresì a Ventasso Laghi, Prato Spilla, Ospitaletto e Schia si pratica lo sci alpino. Per lo sci di fondo si segnala l’eccellenza del centro di Boscoreale-San Gimignano (Piandelagotti) e altresì i centri di Pratiz- zano e Pian Vallese. Grazie anche al progetto Neve Natura, PARMA economica 57 LO SVILUPPO

Lago del Cerreto

operativo dal 2007, l’ escursionismo inver- molti anni mete di pellegrinaggio e turi- nale è ormai più che una nicchia ed è in smo religioso. crescita in tutto intero il versante nord del crinale e alle tradizionali stazioni si affian- Turismo agrituristico. Ormai ben svilup- cano, come punti di riferimento, i borghi pato, ancorché di avvio assai recente sul più elevati e i passi. versante nord, è inoltre il turismo agritu- ristico, che può contare circa 130 strutture Turismo religioso. Delle grandi direttrici distribuite sul territorio dell’Appennino che solcarono l’Europa del Medio evo una Tosco Emiliano. All’interno di tali strut- delle più importanti fu la via Francigena, ture è possibile usufruire dei servizi di per- che univa la Gran Bretagna e la Francia nottamento e ristorazione e talvolta parte- a Roma, descritta nel famoso diario di cipare ad attività di educazione ambientale viaggio di Sigerico nel 991. L’itinerario ed alle produzioni sostenibili. interessa l’area candidata proprio nel pas- Ecoturismo. Nei territori sottoposti a saggio cruciale dei valichi Appenninici, in candidatura si è sviluppata una forma di particolare il Passo Cisa, dopo l’attraver- ecoturismo incentrato sull’impegno am- samento di Berceto ( duomo Medievale), bientale e sociale. Questo è stato possibile per poi scendere in Lunigiana, toccare grazie alla presenza delle 7 aree protette la Pieve di Sorano (Filattiera) e scende- (Parco Nazionale dell’Appennino Tosco re ancora verso Lucca e verso Roma. Va- Emiliano, Parco Regionale dei 100 Laghi, rianti del percorso principale sono la Via Parco Regionale del Frignano, Riserva del Volto Santo ( tra Lunigiana e Garfa- Naturale dello Stato dell’Orecchiella, La gnana) e la Bibulca (tra alto Frignano e Riserva Naturale dello Stato di Lamaros- Garfagnana). Il percorso stradale, segna- sa, La Riserva Naturale dello stato della lato con indicazioni turistiche, è anche un Pania di Corfino, Riserva Statale Guadi- percorso trekking. Più localmente anche ne Pradaccio) il cui perimetro si estende il Santuario della Madonna dell’ Argegna a diversi comuni della Riserva MaB, alla ( tra Casola e Giuncugnano),il Santuario presenza di numerose guide ambientali della Madonna della Pietra e soprattutto escursionistiche che accompagnano i tu- S. Pellegrino in Alpe con chiesa, reliquie risti all’interno o nei dintorni delle aree del Santo e Museo sono ancor oggi e da protette ed alla presenza di numerosi corsi 58 PARMA economica LO SVILUPPO

d’acqua che rendono possibili attività quali una nuova forma di accoglienza turistica, ad esempio la pesca sportiva. nata in Appennino, che si rivolge ai turi- Le escursioni con la guida ambientale- sti attratti dall’autenticità dei luoghi, dalla escursionistica è molto apprezzata per la genuinità dei rapporti umani, dalla speci- capacità di questa figura, molto presente ficità della cultura e delle tradizioni locali sul territorio, di introdurre alla scoperta che ricercano un rapporto più stretto con dei segreti della natura e delle tradizioni il territorio che desiderano visitare, con le culturali, senza rincorrere record sporti- persone che vi abitano. vi, ma insegnando a guardarsi attorno e a Lo scopo del Turismo di Comunità è quello capire gli ambienti visitati grazie al valore di coinvolgere la collettività in tutte le sue aggiunto della conoscenza e della sicurez- forme, (organizzate, pubbliche e private) za di un professionista. per promuovere in modo sinergico e par- La pesca e le attività lungo i corsi d’acqua tecipato lo sviluppo sostenibile turistico del sono molto praticate. Le abbondanti e fre- territorio. L’originalità di questa forma di quenti piogge che caratterizzano l’Appen- ospitalità turistica sta nel coinvolgere tut- nino e, soprattutto, la Garfagnana consen- te quelle persone, abitanti in un borgo o in tono la presenza di corsi d’acqua vocati una valle, che sono disponibili a qualificare alla pratica della pesca sportiva. Fiumi, e arricchire l’accoglienza e l’ospitalità del torrenti e laghi nati con la costruzione di proprio territorio offrendo esperienza, alcune dighe rendono l’intero compren- competenza e testimonianza della cultura sorio vocato a questa attività. Il territorio materiale del luogo: vecchi mestieri, tradi- è solcato da numerosi rii e torrenti le cui zioni, gastronomia tipica, produzioni locali acque, fredde e ben ossigenate, rappresen- di qualità, artigianato tradizionale. tano l’habitat ideale per numerose specie Diversi sono i progetti sviluppati in Ap- ittiche. Soprattutto in primavera alcuni pennino, tra i quali, i più significativi dei torrenti dell’Appennino Tosco Emilia- sono rappresentati dalle esperienze dei no (per primo tradizionalmente l’Enza) si Briganti del Cerreto (una cooperativa prestano bene alla pratica del Canyoning e con sede a Cerreto Alpi, fra le prime ad del Torrentismo. avviare un progetto pilota e di successo Turismo Responsabile di Comunità è di turismo di comunità), e della coope-

AUTUNNO D’APPENNINO

L’Autunno nell’ area candidata è stagione ricca di ini- promozione di un turismo naturalistico, innovativo e ziative e eventi folcloristici e culturali, durante la quale destagionalizzato (progetto Castagneto Albergo e Ca- è possibile svolgere molte attività all’aria aperta. Come stagneto Giardino); ad esempio la raccolta dei funghi e delle castagne per recupero di biodiversità a rischio (il castagneto che sta la loro degustazione nelle sagre e nei ristoranti dei due perdendo velocemente capacità produttiva e caratteriz- versanti. zazione autonoma a causa delle malattie e dell’abban- Per valorizzare queste attività, il Parco Nazionale dono che lo trasforma in bosco ordinario); dell’Appennino Tosco Emiliano, in sinergia con al- recupero culturale e identitario dei borghi (il castagneto tri enti del territorio (comuni, Comunità Montana come albero del pane e il suo recupero come recupero del dell’Appennino reggiano, GAL Antico Frignano e Ap- territorio abbandonato); pennino Reggiano, Provincia di Parma) ha ideato una promozione di un cartellone eventi culturali, enoga- strategia denominata Autunno di Appenino alla quale stronomici e artistici (convegni, mostre o concorsi di fanno riferimento un insieme di azioni/progetti con pittura e fotografia) comune che possa davvero pro- valenze plurime: muovere l’Appennino in Autunno come nuova stagione promozione di percorsi di educazione ambientale (set- turistica, mettendo in rete ed ottimizzando sinergie tra timane studentesche sul territorio: progetto Castagneto risorse pubbliche e aziende private del territorio. Scuola);

PARMA economica 59 LO SVILUPPO rativa di comunità Valle dei Cavalieri in tà. In questo territorio sono presenti sui zona Alpe di Succiso, oggetto di attenzio- due versanti 5 parchi avventura tra cui il ne e studio anche a livello accademico e primo nato in Emilia Romagna, Parco internazionale(Giappone) come modello Avventura Cerwood, presso il quale in di conservazione di vitalità di piccoli inse- convenzione col Parco Nazionale è at- diamenti e comunità di montagna. tivo “Dedalus”, un laboratorio didattico esperienziale sulla natura d’Appennino. Turismo sportivo. La diffusa presenza nella Riserva di aree naturali o strutturate Turismo culturale. Il turismo legato a siti e attrezzate permettono lo svolgimento di d’importanza storica e artistica presenti su una consistente varietà di attività di turi- tutto il territorio è uno dei settori rilevanti, smo sportivo: soprattutto rivolto a: •• L’Arrampicata. La Pietra di Bisman- I Siti Canossiani. Le terre matildiche, tra tova, offrendo diverse appassionanti e Canossa e Frassinoro, connotate dal pro- lunghe vie, può considerarsi la più inte- filo dei castelli e dalla presenza di antiche ressante e completa palestra di roccia di pievi, case-torre (84 nel solo comune di tutta l’Emilia Romagna. La salita sul ta- Carpineti) e di borghi storici, rappresen- volato sommitale è premiata all’arrivo da tano un vasto comprensorio, in cui la ci- un panorama senza eguali su tutto l’arco viltà del medioevo è ancora ben leggibile appenninico. Bouldering e arrampicata sul territorio. Le linee fortificate (evidenti sportiva sono praticate 12 mesi l’anno. soprattutto nell’Appennino reggiano) si •• In Bici su strada e in Mountain susseguivano da ovest a est, lungo diffe- Bike. L’area della Riserva vanta un ter- renti quote altimetriche. Nonostante le ritorio ideale per la pratica del ciclotu- distruzioni e le inevitabili trasformazioni, Foto di G. Bianchini rismo sia su strada, con un gran numero di strade minori poco o per nulla fre- quentate dal traffico motorizzato, ide- ali quindi per essere percorse tanto in bicicletta che in mountain-bike laquale può usufruire anche di una ricchissima rete di strade forestali. Con l’obietti- vo di promuovere il turismo sosteni- bile all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano grazie all’utilizzo di biciclette a pedalata as- sistita, è nato anche il progetto Parco Bike nell’ambito del quale sono stati in- dividuati 26 percorsi, per uno sviluppo complessivo di 1.300 km. •• I Parchi Avventura. I Parchi Avventu- ra propongono una serie di percorsi in sospensione sugli alberi, con passaggi, appigli e funi che sfruttano i suppor- ti naturali delle piante o un sistema di piattaforme collegate da passerelle, reti, ponti tibetani e tirolesi. A bassissimo impatto ambientale, essi offrono una at- trazione ludico-sportiva in sicurezza e a stretto contatto con la natura e permet- tono di stimolare la coordinazione, l’e- quilibrio, la capacità di concentrazione e in minima parte anche una certa fisici- 60 PARMA economica LO SVILUPPO

promosse con l’obiettivo di tutelare le pro- duzioni tipiche dell’area valorizzandone le tradizioni stanno via via allargando il loro richiamo. Tra le principali: Il Concorso Menu a Km Zero. La stra- ordinaria ricchezza di prodotti agroali- mentari di alta qualità e la grande cultura enogastronomica dell’area hanno stimo- lato l’ideazione del concorso “Appennino Gastronomico - Menu a Km zero”: un percorso del gusto nel Parco per scoprirne le eccellenze e il loro legame con i luoghi di produzione. Ogni anno sono proposti menù con prodotti, locali e di stagione, provenienti dalle campagne vicine che ol- tre a garantire qualità, freschezza e tipicità, riducono l’inquinamento causato dai tra- sporti. Una giuria popolare e una tecnica, Fortezza delle Verrucole la rete castellana matildica è ancora ben composta da esponenti di Alma, scuola in- foto di AlterEco sc leggibile sul territorio e rappresenta un ternazionale di cucina italiana, premiano i richiamo culturale e turistico di grande ri- menu che meglio utilizzano e abbinano i levanza. Sono raggiungibili in auto,ma il prodotti locali, favorendo così la riscoperta Sentiero Matilde,segnalato e georeferen- di ricette tradizionali. ziato consente di attraversa tutta l’area a Le Strade dei Vini e dei Sapori. Le stesse piedi,con m bike e a cavallo. produzioni alimentari di alta qualità han- I Castelli di Lunigiana. Nell’età medioe- no contribuito a diffondere una cultura vale i castelli nei territori della Lunigiana enogastronomica di eccellenza. Per gusta- hanno fatto da sfondo per le vicende e le re e assaporare queste eccellenze sono sta- battaglie tra le grandi famiglie signorili, te create le Strade dei Vini e dei Sapori, un come i Malaspina, che si sono alternate sistema integrato di offerte turistiche che e susseguite per il dominio dei feudi. Essi si snodano per un intero percorso lungo il sono i più importanti custodi della storia e quale si toccano luoghi del vino visitabili delle tradizioni di un intero territorio, oggi (vigneti, aziende, cantine) e attività im- ne sono ancora presenti più di 100. prenditoriali collegate (ristoranti, alberghi, Le Fortezze di Garfagnana. La storia ha agriturismi, enoteche). Nell’area della Ri- lasciato un segno profondo in Garfagna- serva sono presenti: la Strada del Prosciut- na, zona desiderata da molte popolazioni to (PR), la Strada del Fungo (PR), Strada per la sua posizione strategica in quanto dei vini e dei sapori Colline di Scandiano terra di confine dell’area contesa fra Luc- e Canossa (RE), Strada dell’Alto Appen- ca, Pisa, Firenze, Genova ed Estensi nella nino (RE), Strada del Vino dei Colli di fascia più settentrionale. A testimonianza Candia e Lunigiana (MS). di ciò sono tuttora presenti fortezze, ca- Il Paniere dei Parchi dell’Appennino stelli e borghi fortificati, perfettamente in- Emiliano raccoglie e mette in connessione i seriti nel paesaggio tipicamente rurale di prodotti agro-alimentari e i servizi turistici questa zona, centri attrattori di turismo, di che esprimono una radicata e stretta rela- attività culturali e di studio. I più impor- zione con il proprio territorio di origine e tanti sono la Fortezza di Montalfonso, a che sono qualitativamente in linea con i va- Castelnuovo di Garfagnana, in posizione lori di tutela ambientale perseguiti dai Par- dominante sul paese, e la poderosa Fortez- chi e dalle Aree Protette. Aceti; marmellate za delle Verrucole a San Romano. succhi, nettari e sciroppi; sottoli e sottaceti, sughi e condimenti per pasta; pane, dolci Turismo enogastronomico. Le iniziative e prodotti da forno; erbe officinali; farine PARMA economica 61 LO SVILUPPO cereali; mirtillo nero dell’Appennino mo- Terme di Equi. Qui, ai margini dell’area denese, lamponi, more, ribes, fragole e altri della Riserva, da secoli le acque piovane piccoli frutti; miele; frutta, verdura e ortag- dell’area di Equi Terme (Fivizzano) ven- gi; Parmigiano Reggiano D.O.P., pecori- gono raccolte dall’imponenza delle Apua- ni, altri formaggi e yogurt; salumi, salami ne, filtrate nel sottosuolo, arricchite di sali e norcineria; il Savurett e la Spongata di minerali preziosi per la salute e quindi ri- Corniglio; tagli di carne; tortelli, tortellini, affidate alla superficie, dove, poco distante anolini, pasta fresca e gnocchi; vini, liquori dal borgo medioevale, vengono raccolte e e distillati sono gli elementi di un catalogo sfruttate: il cuore di marmo delle Apua- on-line di oltre 100 prodotti che l’utente ne è l’origine delle acque curative che da può anche cercare per ambiti geografici uti- secoli alimentano le terme. Il turista può lizzando una mappa geo-referenziata. dunque coniugare ai benefici effetti delle acque Apuane, il soggiorno in una terra Turismo di viaggio e termale. Garfagna- come la Lunigiana, incontaminata e ricca na e Lunigiana sono caratterizzate dalla di antiche testimonianze. presenza di attività e opportunità tipiche Le strutture turistiche e rinomate che attirano numerosi turisti: Le attività turistiche nell’area candidata La Ferrovia Aulla-Lucca, tra i Parchi di sono gestite fondamentalmente da impre- Apuane ed Appennino, connette il fon- se familiari, titolari di agriturismi,alberghi, dovalle di Lunigiana e Garfagnana e serve ristoranti e anche di immobili (case date gli spostamenti dai borghi rurali delle due in affitto). valli verso le aree urbane limitrofe, attra- l turisti “di ritorno”(persone e famiglie verso un percorso che si fa strada, tra pon- originari dei luoghi che tornano per le ti e gallerie, in luoghi paesaggisticamente ferie),sono una parte non trascurabile e suggestivi. Questa storica via di mobilità normalmente si collocano presso immo- sostenibile, è oggi anche un elemento di bili di proprietà delle famiglie di origine. attrazione per turisti. Sono sempre più gli Ci sono anche strutture un po’ più consi- stranieri, inglesi, tedeschi, americani, au- stenti come campeggi (in particolare quel- straliani, ma anche tanti italiani che deci- li di Cervarezza, Cerreto Laghi, Febbio) dono di accedere ai Parchi (Appennino ed e ostelli (come Sologno, Fivizzano cen- Apuane) attraverso questa ferrovia. tro, Terrarossa e Corniglio) e le case va-

foto di G. Bianchini 62 PARMA economica LO SVILUPPO

canza gestiti da piccole società commer- pennino Reale (tra Appennino di Modena ciali, cooperative,associazioni ambienta- e Reggio), che stanno assumendo in pro- liste e parrocchie.C’è inoltre una rete in prio l’onere di iniziative di promozione, crescita e sempre più frequentata di rifu- sviluppo o formazione, per l’uso di stru- gi di proprietà pubblica o di usi civici o menti Web e 2.0, costruzione e vendita di associazioni,normalmente affidati a privati pacchetti di offerta turistica legata all’am- per la gestione. biente e/o ai beni culturali. Recentemente Le stazioni sciistiche sono gestite da so- sono nate altresì aggregazioni di singoli cietà commerciali sostenute con finan- professionisti e imprese per la attività di ziamenti pubblici. Gli enti pubblici sono accompagnamento, guida ed educazione altresì proprietari di diverse strutture, nor- ambientale. malmente affidati in gestione a privati. Le Le attività di animazione, soprattutto nei due regioni, ciascuna per la parte di terri- mesi estivi, sono invece frequentemente torio di competenza, svolgono attività di organizzate da associazioni di volonta- promozione e sostegno alle attività turisti- riato, pro loco, in collaborazione con le che, con proprie leggi, iniziative e enti di amministrazioni locali. In genere coinvol- promozione. gono assieme turisti e residenti in tutti i Sul territorio candidato stanno nascendo centri, anche piccolissimi,del territorio. aggregazioni di operatori, come l’ Asso- È presente inoltre un “turismo interna- ciazione operatori turistici della Lunigiana zionale semi-stanziale” (soprattutto da o Parco Appennino Turismo (Re) o Ap- Inghilterra e Olanda),che si concretizza

La Carta Europea del Turismo Sostenibile

Dal punto di vista delle strategie generali o attività turistica che rispetti e preser- di gestione del Turismo, va citato che il vi nel lungo periodo le risorse naturali, Parco Nazionale dell’Appennino Tosco culturali e sociali e contribuisca in modo Emiliano ha recentemente intrapreso il equo e positivo allo sviluppo economico percorso di avvicinamento all’adozione e alla piena realizzazione delle persone della “Carta Europea del Turismo So- che vivono, lavorano o soggiornano nelle stenibile” (CETS) il quale rappresenta aree protette. In questo senso rappresen- uno strumento per la tutela e la valo- ta un’opportunità importante per indi- rizzazione delle Aree Protette. La Carta viduare insieme nuove ed efficaci forme impegna i firmatari, le aree protette, ad di sviluppo sostenibile del territorio e per attuare una strategia locale per realizza- migliorarne la capacità di attrazione tu- re una forma di sviluppo, pianificazione ristica.

PARMA economica 63 LO SVILUPPO attraverso l’acquisto e l’uso per vacanze di immobili abbandonati. Il Progetto Ecocluster Il Parco Nazionale, con le attività che sono state prima descritte, ha operato con qual- Oltre all’adesione dell’Ente ne ambientale per “Cluster” che efficacia per la destagionalizzazione, Parco alla Carta Europea del intendendo per Cluster un’a- innovando ed estendendo luoghi e moda- Turismo Sostenibile, all’in- rea territoriale caratterizzata lità del turismo tradizionale, cercando di terno del territorio sono stati dalla presenza di attività eco- trasformare in turismo e cultura le mani- avviati dei progetti finaliz- nomiche omogenee per dimen- festazioni tradizionali identitarie e di folk- zati alla gestione ambientale. sione e tipologia. Tale progetto lore, favorendo la nascita di nuove imprese Uno di questi progetti è il pro- è stato sperimentato nel cluster turistiche in località che sino a pochi anni getto europeo Life + Ecocluster turistico Cerreto Laghi coin- fa non si riteneva potessero essere attratti- – Environmental Coopera- volgendo gli operatori turistici ve ed incentivando forme di offerta turisti- tion model for Cluster, avente presenti nell’area in un comi- ca integrative al reddito familiare (B&B) la finalità di sviluppare un tato di gestione. e/o agriturismo). modello di sistema di gestio- Il Parco ha altresì realizzato la propria rete di centri visita (attualmente 9, presto 12),convenzionandosi con operatori pri- e gestione dei rifiuti, alla qualità delle vati o cooperative di gestione di strutture acque reflue, alla presenza di automezzi di ospitalità in punti selezionati del terri- circolanti, nonché al disturbo alla flora ed torio, attivando i medesimi con interventi alla fauna selvatica conseguente a rare ma di arredo,attrezzature e strumenti interat- intense frequentazioni di alcuni punti del tivi e multilingue di informazione turistica territorio. e culturale. Sono invece già oggi riscontrabili degli impatti positivi, correlati al recente svilup- I flussi turistici sono comunque ancora po dell’ecoturismo, in parte spontaneo in modesti e per questo ad essi non sono parte promosso dal Parco nazionale e dalle imputabili impatti negativi significativi altre aree protette (Orecchiella e Riserve sull’ambiente. Le uniche eccezioni ri- dello Stato, Parco Regionale dei Cento guardano le (poche) località del versante Laghi, Parco Regionale del Frignano, zone Nord del crinale appenninico ove negli SIC e ZPS). Il modello turistico promosso anni ‘60/70/80 sono cresciute stazioni dai Parchi, che implicitamente o esplici- sciistiche (Cerreto Laghi, Febbio, Schia, tamente prevede anche un programma di Prato Spilla, Ventasso, Ospitaletto, Ci- educazione ambientale, sta indirettamente vago, Pian de Lagotti). Negli ultimi anni anche stimolando gli operatori turistici del alcune sono state chiuse o faticano, per territorio a conoscere le valenze ambien- mancanza di neve,ad avere una apertura tali e culturali dello stesso, divenendo di stagionale. In alcune di queste (soprattut- fatto anche loro dei trasmettitori di cono- to per Cerreto Laghi in Comune di Col- scenza ai turisti. lagna) si è registrata una crescita edilizia disordinata o comunque in linea coi ca- noni obsoleti dei decenni scorsi. Vi sono L’AGRICOLTURA inoltre degli impatti legati alla gestione delle piste ed alla produzione della neve Il comparto agricolo è storicamente im- artificiale e, in poche domeniche all’an- portante per il territorio montano della no, anche quelli collegati ad un signifi- Riserva non solo per la valorizzazione dei cativa presenza di automobili e pullman. prodotti tipici, presenti in gran numero sia Si tratta comunque di stazioni sciistiche sul versante emiliano che su quello tosca- di piccole e piccolissime dimensioni e a no, ma anche per il ruolo insostituibile di queste dimensioni sono dunque propor- presidio e tutela del territorio, della sua in- zionati gli impatti negativi riscontrati: in tegrità e stabilità e delle risorse naturali ed particolare in relazione alla produzione antropiche in esso presenti. 64 PARMA economica LO SVILUPPO foto di G.Bianchini

I dati emersi dal 6° censimento generale anch’essi un ruolo significativo nel com- dell’Agricoltura (2010) indicano i boschi parto agricolo della riserva, e ciò è do- come destinazione d’uso del suolo agrico- vuto in gran parte al rinnovato interesse lo complessivamente più diffusa nell’area per l’agricoltura dedicata all’alta qualità, individuata dalla Riserva, seguita a breve incardinata sul fronte emiliano soprattut- distanza dai seminativi e dai prati perma- to sull’allevamento bovino da latte per la nenti e pascoli. produzione di Parmigiano Reggiano. I due versanti appenninici contribuisco- Significative in questo senso sono infatti no però in modi differenti a delineare il le superfici destinate a foraggere e prati quadro complessivo della realtà agricola: stabili a Ramiseto, Villa Minozzo e Ca- numericamente, il contributo più impor- stelnovo ne’Monti, come a Tizzano Val tante è dato dal versante emiliano, dove Parma, Berceto e Corniglio. la superficie boscata ha peraltro subìto un Quello che possiamo definire il “paesag- evidente incremento negli ultimi decenni gio del Parmigiano Reggiano”, fatto di fo- a causa del progressivo abbandono delle raggere intervallate da boschi, è del resto attività agricole e silvo-pastorali, consen- uno degli scenari tipici di questa porzione tendo la naturale evoluzione delle radure di Appennino, pertanto il mantenimento e dei campi in bosco (trattandosi infatti delle produzioni di qualità non solo ga- spesso di aree idonee all’agricoltura, non rantisce linfa vitale all’economia locale, solo di terreni svantaggiati per condizio- ma permette di preservare l’identità di pa- ni clivo-altimetriche). Mentre il bosco, esaggio di questi luoghi. sebbene con superfici inferiori, riveste in In tutta la Riserva si assiste peraltro ad proporzione agli altri usi agricoli il ruolo un rinnovato interesse per il recupero e la predominante sul versante toscano, per i valorizzazione di razze autoctone. Oltre a comuni emiliani della riserva sono i se- quelle citate nel capitolo relativo alla bio- minativi a dominare il comparto agricolo, diversità, si debbono ricordare le Vacche sebbene siano concentrati per lo più in rosse (dal cui latte molto probabilmente fasce altimetriche di alta collina (Neviano nelle abbazie di monaci circa 8 secoli fa degli Arduini e Langhirano nel parmen- ebbe origine il Parmigiano Reggiano) e la se, Toano, Carpineti, Casina e Castelnovo pecora Cornella Bianca (che è al centro di ne’Monti nel reggiano). un progetto mirato a contrastare la pro- Prati permanenti e pascoli occupano gressiva diminuzione dei capi). Altri alle- PARMA economica 65 LO SVILUPPO vamenti di piccole dimensioni sul versante Nei Comuni di montagna della Valle del toscano garantiscono la conservazione di Serchio è presente un’agricoltura strut- razze bovine autoctone a rischio estinzio- turalmente più debole, fatta di aziende ne, come la Pontremolese o la Garfagni- medio-piccole che praticano ordinamen- na, nonché di razze ovine tipiche come ti colturali prevalentemente estensivi. Il la Massese (a prevalente attitudine alla mantenimento di queste aziende è legato produzione di latte), contribuendo così al principalmente al loro carattere residen- mantenimento della biodiversità e delle ziale e alla possibilità di integrare redditi tradizioni culturali che in questi territori familiari conseguiti in gran parte in altri sono strettamente connesse alla vita rurale. settori. In queste zone quindi l’agricoltura, In area lunigianese la rilevante superficie più che per la sua funzione produttiva, ri- destinata a prati permanenti e pascoli de- veste importanza perché, assicurando co- nuncia infatti il ruolo dominante del set- munque la presenza dell’uomo sul territo- tore zootecnico nei comparti bovino e ovi- rio, riduce i rischi di degrado ambientale. caprino, tradizionalmente orientato alla Anche in Lunigiana, dove è stata sempre produzione di latte; nei territori collinari, un settore trainante dell’economia, l’agri- sino ad arrivare in alcune zone al limite coltura è basata su una conduzione preva- altimetrico per la coltivazione della vite lentemente familiare; la tipologia dell’a- (550 m s.l.m.) nell’areale di produzione, la gricoltura praticata è, per le zone collinari, viticoltura ricopre storicamente un ruolo caratterizzata da versanti terrazzati adibi- centrale nell’economia agricola; ciò è te- ti alla coltivazione di cereali, olivi e viti, stimoniato anche dalla produzione di vini mentre per le aree montane è identificata ad I.G.T. Val di Magra. Importante è an- in coltivi cerealicoli in prossimità degli che la produzione di Miele. È di Lunigia- abitati, ed estesi castagneti che precedono na il primo miele DOP italiano. una fascia di boschi di faggio prima degli Nelle aree lunigianese e garfagnina, dopo alpeggi. i boschi e i prati permanenti, una super- Anche in quest’area della riserva si regi- ficie agricola limitata,ma pur sempre per- stra però un progressivo accorpamento di centualmente significativa è destinata alle aziende sia per motivi economico-fun- coltivazioni legnose agrarie; tra queste do- zionali sia per il progressivo invecchia- mina il castagno, che in Garfagnana rap- mento dei conduttori. Mentre le quantità presenta oltre il 94% delle coltivazioni. delle diverse produzioni hanno registrato Tutto il territorio della riserva presenta complessivamente variazioni modeste, il diffusamente il fenomeno della diminu- numero degli addetti all’agricoltura come zione del numero di aziende agricole e peraltro in tutta Italia è fortemente dimi- dell’aumento progressivo della dimensio- nuito in assoluto e anche in percentuale ne aziendale media: un processo, quest’ul- rispetto agli addetti ad altre attività. timo, in atto già da alcuni decenni, conte- L’attività agro-silvo-pastorale. Un tratto stualmente accompagnato da una progres- comune della fascia altimetrica oltre i 900 siva diminuzione della Superficie Agricola metri è la pastorizia. L’allevamento della Utilizzata (SAU). Ciò accade per l’estro- pecora, nelle comunità poste a quota più missione dal mercato delle aziende meno alta, ha storicamente prevalso su quello competitive, la cui superficie viene poi della vacca per motivi climatici e orografi- parzialmente assorbita da quelle che so- ci. La pecora, animale più rustico e meno pravvivono o che sono generate dall’unio- esigente rispetto alle stesse razze bovine ne delle precedenti. Il fenomeno è partico- autoctone, ha garantito il punto ottimale larmente evidente soprattutto nei comuni di “sfruttamento sostenibile” del territorio del crinale appenninico e si verifica anche ed è stata (insieme al castagno ed alla le- nel settore lattiero caseario, con la forma- gna) la fonte di sostentamento principale zione di operatori di dimensione sempre della popolazione sino agli anni sessanta più grande caratterizzati da maggiore or- del secolo scorso. ganizzazione e competitività. Quasi tutte le famiglie possedevano un 66 PARMA economica LO SVILUPPO

gregge, composto da qualche decina a più italiana. Attualmente rappresenta circa il di cento o duecento capi, a seconda della 70% del patrimonio ovino, che conta nel qualità e vastità dei terreni e della forza complesso circa 10.000 capi nell’area della della famiglia. Gli allevamenti più grossi Riserva. ricorrevano ad aiuti esterni (garzoni). Tra i prodotti della pastorizia il principale Poiché nella fascia altimetrica più alta era- è il formaggio pecorino, prodotto in modo no rari e poco produttivi i prati sfalciabili diffuso sia a livello aziendale-familiare che per approvvigionarsi del fieno, quasi uni- in caseifici. versalmente praticata era la transumanza, Il nome del Pecorino dell’Appennino prevalentemente verso le piane della Ver- Reggiano è pubblicato sulla Gazzetta Uf- silia-Lucchesia, la Maremma ma anche, ficiale della Repubblica (ai sensi del DLG più recentemente, la pianura padana. 173/98 e DM 350/99) nell’elenco annuale La transumanza, oltre che fenomeno di nazionale dei Prodotti agroalimentari tra- matrice economica, è divenuta un fatto dizionali, mentre è in itinere la domanda culturale, di relazione, di costumi, che giu- per il riconoscimento DOP. Il Pecorino stifica le numerose influenze linguistiche, dell’Appennino Reggiano prodotto a lat- alimentari e persino comportamentali del- te crudo è già inserito tra i presidi Slow la Toscana nel crinale emiliano, la stessa Food. tradizione del Maggio drammatico, i ma- Ad una quota altimetrica superiore a quel- trimoni “misti”, e che ha segnato il terri- la del territorio agricolo destinato alle fo- torio con i passi e la viabilità storica, che raggere per bovini (segnatamente nel ter- anche in questa parte di Appennino prese ritorio emiliano per la produzione del Par- il nome di Via Maremmana. migiano Reggiano) è perciò caratterizzato Oggi gli allevamenti sono quasi esclu- dall’equilibrio tra bosco - pascolo e prato sivamente stanziali e come in passato si - pascolo ovvero dall’esercizio dell’attività prediligono le pecore da latte; la razza agro-silvo-pastorale. La tutela della biodi- più diffusa è la massese, che essendo di versità in questa fascia dipende dall’inter- taglia medio-grande riesce anche a forni- pretazione in chiave moderna dei mecca- re discrete quantità di carne. Molto sin- nismi spesso inscindibili di questa attività, golare è il colore scuro del mantello, che che di fatto è multifunzionale e che confe- foto di G. Bianchini non trova riscontro in alcuna altra razza risce al paesaggio un aspetto inconfondi-

PARMA economica 67 LO SVILUPPO bile: l’alternanza di bosco e pascolo sino ai matico dei castagneti. Se c’è una pianta limiti della vegetazione arborea (secondo arborea che può essere presa a simbolo parametri dimensionali che la diminuzio- del paesaggio forestale storico italiano è ne degli allevamenti oggi spinge a favore sicuramente il castagno e questo si rivela del bosco mettendo a rischio le radure an- particolarmente interessante nell’area can- che più ampie) la vegetazione ripariale e didata a Riserva della Biosfera. Per molto le siepi poste a marcare i confini poderali, tempo le superfici a castagneto sono state l’ampia rete di sentieri e camminamenti incluse fra quelle agrarie; la motivazione ad uso dei pastori-boscaioli, la protezione riguarda la produzione del frutto, che le delle sorgenti per preservare un patrimo- rendeva estranee alla concezione che le nio indispensabile durante gli alpeggi. piante forestali fossero adibite solo alla Diffusi su tutto il territorio candidato a produzione di legna e legname. In realtà è riserva MaB, denominati diversamente proprio la gamma di prodotti ricavabili dal a seconda delle zone, sono i beni pub- castagno, da quelli riguardanti l’alimenta- blici ad uso collettivo (come ad esempio zione dell’uomo e degli animali, ai pro- i cosiddetti Usi Civici) che discendono dotti legnosi come le foglie, assieme alla strettamente dall’economia di tipo agro- plasticità della specie che le ha consentito silvo-pastorale nonché dalla necessità di di avere un ruolo assolutamente premi- garantire un minimo comune livello di so- nente nel paesaggio culturale. I castagneti stentamento a tutte le famiglie dei villaggi da frutto ci consentono poi di accennare di montagna attraverso un uso accessibile al valore paesaggistico delle piante monu- a tutti del bosco (legnatico) e del pascolo. mentali nel paesaggio italiano; anche in L’esistenza e la gestione dei Beni colletti- questo caso il settore della conservazio- vi ha permesso efficacemente che si con- ne della natura ha da tempo incorporato servasse nel tempo la destinazione storica questi esemplari all’interno del paesaggio di uso del suolo e costituisce di fatto un naturale da proteggere. La coltivazione esempio di sviluppo sostenibile adottato e e la cultura del castagno, per quanto ben gestito in modo diretto e partecipato dalle radicato in diverse zone della Riserva comunità locali interessate. candidata, ha visto un periodo di fles- Il ruolo del Castagneto. L’area montana e sione. Oltre all’abbandono, altre cause collinare è caratterizzata dal caso emble- della diminuzione dei castagneti risiedo- foto di G.Bianchini

68 PARMA economica LO SVILUPPO

mali, ha caratterizzato la cultura e il pae- saggio di buona parte della montagna ap- penninica. Il termine di “civiltà del casta- gno”, utilizzato per descrivere il complesso dei rapporti tra castanicoltura e società, esprime pienamente la ricchezza di questo complesso di relazioni storiche. Dopo una fase di abbandono, si assiste in questi anni ad una lenta ripresa del- la coltura del castagno, da attribuirsi alla crescente domanda di frutto e legname, all’attenuarsi dei fenomeni patologici più devastanti e al riconoscimento del suo ruo- lo paesaggistico. La castanicoltura infatti, se correttamente gestita, può svolgere nu- merose funzioni, quali: formazione di red- dito (anche nella fascia di reddito integrativo, importante per la resistenza residenziale in montagna); difesa del patrimonio boschivo da dissesti idrogeologici; conservazione del no in malattie, quali il cancro corticale e paesaggio; preservazione del patrimonio sto- il mal dell’inchiostro, nonché in attività rico-culturale locale; mantenimento di sistemi distruttive,quali l’estrazione del tannino agroforestali tradizionali; salvaguardia della

Impasto per gnocchetti di dalle cortecce seguita al loro abbandono e, biodiversità. castagne più recentemente all’ingresso di un paras- L’agricoltura di qualità incentivata sul ter- sita alloctono,la così detta “vespa cinese” ritorio è funzionale alla Riserva della Bio- (Dryocosmus kuriphilus), per la quale solo sfera in quanto espressione e promotrice negli ultimi mesi e solo in alcune parti del- di biodiversità coltivata e allevata, nonché le aree a castagneto, sono state introdotte componente paesaggistica coerente, da specie antagoniste. conservare anche in quanto strumento di La grande importanza data al castagno accrescimento dei valori scenografico, sto- nelle aree montane era legata al suo mag- rico, culturale ed ecologico. giore rendimento nutritivo rispetto ai ce- La tradizionale attività agricola e foresta- reali per unità di superficie, visto che il le promiscua (vedi il caso del castagneto, rendimento calorico per ettaro era netta- esemplare per tutto il territorio della riser- mente superiore al grano (Pitte, 1986); an- va) genera di per sé un impatto positivo che per questo è stato chiamato “l’albero nella conservazione, sviluppo e logistica del pane”. della biodiversità coltivata e naturale oltre La sua coltivazione richiedeva la contem- che nella diversità del mosaico paesaggi- poranea coltura agraria o il pascolo per te- stico tipico del paesaggio rurale. Inoltre, nere pulito il sottobosco, consentendo una per quanto in genere l’attività agricola forte integrazione con le attività agricole. possa comportare l’utilizzo di fertilizzanti Le foglie venivano usate come alimento e pesticidi, in questo territorio il predo- o lettiera per gli animali, mentre il ceduo minare di un’agricoltura di tipo estensivo produceva una gamma di assortimenti le- in tutta l’area della riserva minimizza gli gnosi molto vasta, così come il carbone impatti dell’attività stessa sull’ambiente. era ricercatissimo dai fabbri. Associati alla Ad esempio nella filiera del Parmigiano sua coltivazione vi erano una serie di ma- Reggiano, le foraggere da cui si attinge il nufatti, quali gli essiccatoi per seccare le cibo per le vacche non vengono trattate castagne e i mulini per la produzione della con alcuna sostanza chimica e necessitano farina, in un complesso sistema che, unito di pochissime lavorazioni meccaniche.Da all’utilizzazione del fogliame per gli ani- presidiare e vigilare in questo comparto è PARMA economica 69 LO SVILUPPO piuttosto il mantenimento di elevato stan- ti quantità di risorse ambientali – suolo dard di tutela della tradizione per quanto ed acqua – per il suo mantenimento, e riguarda le aree di approvigionamento del comporti la produzione di sostanze in- foraggio e la qualità dei mangimi. quinanti (liquami usati come fertilizzanti Non è da sottovalutare la funzione di pre- talora in eccesso sul versante emiliano), sidio ambientale che la presenza dell’uomo le caratteristiche prevalenti del comparto garantisce specialmente nei contesti più zootecnico all’interno della riserva ne mi- naturali, lontani dai centri abitati: anche nimizzano in realtà il potenziale impatto quei piccoli interventi manutentivi e con- negativo sull’ambiente. Come nel caso servativi effettuati dagli agricoltori (come dell’agricoltura, siamo infatti in presenza ad esempio il mantenimento di sentieri, di allevamenti per lo più estensivi, di pic- terrazzamenti, muri a secco e corsi d’ac- cole e medie dimensioni; come si evince qua) possono infatti contribuire a ridurre dai dati registrati dall’Anagrafe Naziona- i rischi legati al dissesto idrogeologico e a le Zootecnica al 31/12/2010, soprattut- prevenire gli incendi. to il versante toscano è caratterizzato da L’aumento diffuso di aziende agrituri- aziende che, mediamente, non possiedo- stiche tra il 2003 ed il 2012 nelle aree no più di 10 capi ciascuna. Quando l’at- montane, sia del versante emiliano che tività zootecnica è poi praticata in zone di quello toscano, nonché le sempre più marginali, altrimenti destinate al degrado numerose attività di promozione dei pro- o alla scomparsa, garantisce un’azione di dotti locali, DOP e ICG, denotano un fondamentale importanza nel presidio di rinnovato interesse per l’ambiente rurale e aree a rischio spopolamento. Il territorio l’agricoltura che può garantire uno svilup- candidato ha quindi una forte connota- po sostenibile anche alle zone più disagia- zione esemplificativa a livello nazionale, te della riserva. Considerazioni analoghe in quanto pone le proprie basi sulla con- possono essere tratte per la zootecnia: sapevolezza che l’uomo sia parte attiva di nonostante il comparto esiga importan- un ecosistema complesso che nella Riser-

foto di G. Bianchini 70 PARMA economica LO SVILUPPO

trasformazione di prodotti del sottobosco o da impianti di troticoltura e commercia- lizzazione del prodotto lavorato. Altra at- tività ultimamente in aumento è quella del taglio e vendita legna da ardere. Dell’attività turistico-ricettiva si è detto. Rimane da parlare del discreto sviluppo e dell buon livello di addetti nei servi- zi pubblici (scolastici, sanitari e sociali). Scuole dell’infanzia, primarie e seconda- rie, biblioteche, sono presenti in modo diffuso. La ragguardevole estensione della Riserva, inoltre, includendo o avendo in prossimità anche centri dal carattere più urbano (Langhirano, Castelnovo ne’Mon- ti, Castelnuovo Garfagnana, Fivizzano) attorno ai quali si sono concentrati istituti scolastici superiori, teatri, grande distri- buzione, impianti sportivi, presidi sanitari di area vasta, le assicura una soddisfacente dotazione di servizi ad ogni livello e dif- ferente tipologia, raggiungendo in alcuni casi ruoli di eccellenza: come il Reparto di Riabilitazione Cardiologica dell’Ospedale di Castelnovo ne’Monti, che ogni anno ospita oltre 400 pazienti provenienti an- che da fuori Provincia e Regione, e che Mercato di paese va della Biosfera trova la sua naturale col- nel 2008 ha inaugurato insieme al Parco foto di G. Bianchini locazione di studio. Nazionale e all’associazione “Un cuore di montagna” un sentiero cardioprotetto nei pressi della Pietra di Bismantova. Le altre attività economi- Sono inoltre presenti, anche se abbastanza che rare, attività produttive industriali, come il comparto della produzione idroelettri- Oltre al già citato settore agricolo e agro- ca, l’agroindustria o, nelle vicinanze della alimentare legato alla produzione e stagio- riserva, il comparto ceramico con attività natura dei due prodotti di eccellenza (Par- estrattive presenti nei comuni di Carpineti migiano Reggiano e prosciutto di Parma), e Baiso. Le attività di estrazione e lavora- anche oltre confini della Riserva si sono zione di pietre, è un’altro settore presente generate altre realtà produttive di trasfor- su entrambi i versanti della riserva; una mazione, caratterizzate da politiche com- specializzazione che ha origini storiche merciali basate sulla differenziazione dei per ricavarne materiale da costruzione prodotti derivati. Ad esempio, una filiera ed elementi decorativi. È ancora presenta lattiero-casearia funzionale non solo alla qualche piccola realtà da cui si estrae are- produzione del parmigiano reggiano, ben- naria utilizzata nella produzione di pietra sì rivolta ad offrire, oltre che localmente da taglio, importante per i recuperi e i re- anche alla grande distribuzione una gam- stauri di edifici e manufatti. Si segnala la ma di prodotti di qualità artigianale,come lavorazione del sughero per la produzione latte yogurt, panna cotta, budini e che di tappi, attività storica nata a Cervarez- ha aperto una gelateria a Reggio Emilia, za, quando molti pastori ne appresero in gestita da una cooperativa sociale. Altri Maremma le tecniche mettendole a frutto esempi sono rappresentati dalle ditte di al loro ritorno in paese. Delle decine di la- PARMA economica 71 LO SVILUPPO boratori sorti negli anni ’50, ora ne restano 3 o 4 aziende; ma la tradizione del sughero è stata esportata grazie a famiglie di ar- tigiani locali dando vita a due importanti complessi industriali: Eurosughero, con sede in provincia di Parma e Italsughero, con stabilimenti a Reggio Emilia, Spagna e Portogallo. L’artigianato è diffuso, in particolare a servizio dell’edilizia o per subforniture a distretti vicini così come il commercio al dettaglio anche nei più piccoli borghi. La comunità della riserva si presenta ben equilibrata e piuttosto vivace nella distri- buzione delle attività. Le persone impiegate nelle attività finora descritte sono indifferentemente uomini e donne, non essendovi alcun impedimento nell’accesso al lavoro legato a differenze di genere se non per quanto attiene lavora- zioni fisicamente impegnative, riscontra- bili ad esempio in alcuni ambiti del settore agricolo o in quello produttivo. Le attività sopradescritte sono concentrate nella transition zone. Le attività turistiche, oltre che in zona transition, si svolgono anche in zona buf- fer, dove viene effettuata la raccolta di pro- dotti del sottobosco e il taglio della legna. Le attività sopracitate, sono generalmente del valore dei territori di provenienza, in positive perché necessarie al mantenimen- particolare per la biodiversità coltivata ed to di una comunità, quella appenninica, e allevata e per il turismo consapevole. quindi del fondamentale presidio al terri- Il taglio della legna, visto il notevole in- torio. cremento avvenuto negli ultimi anni della Da rilevare come l’industria idroelettrica, crescita del bosco e considerato che tal- abbia da un lato un impatto positivo, per la volta questo fattore costituisce motivo di produzione di energia rinnovabile, dall’al- perdita di qualità paesaggistica e in alcuni tro può rappresentare un elemento di cri- casi anche di biodiversità, non si ritiene, ticità per gli ecosistemi acquatici. essendo comunque il taglio adeguatamen- Tutte le attività di trasformazione e com- te normato, e risorsa energetica rinnovabi- mercializzazione dei prodotti, costituisco- le, che possa avere impatti negativi. no un mezzo di promozione del territorio, veicolano conoscenza e consapevolezza

72 PARMA economica IL SUPPORTO LOCALE La funzione di supporto logistico

LA RICERCA E IL MONITORAG- I programmi e progetti più significativi GIO in corso, che potranno avere relazioni con il programma di gestione della Riserva Alle attività di ricerca e monitoraggio sono: condotte sul territorio della Riserva, che già sono numerose e diversificate, mag- 1) il già menzionato LIFE08 NAT/ giormente concentrate nelle zone Core IT/000369 GYPSUM (www.lifegypsum. e Buffer - dove per la presenza del Parco it): tutela e gestione di Habitat associati Nazionale e dei Siti Rete Natura 2000, vi alle formazioni gessose dell’Emilia-Roma- è stato un maggior interesse scientifico - si gna (2010-2015), che ha messo in campo darà un impulso ulteriore con il riconosci- numerose azioni concentrate nell’area dei mento dello status di Riserva MaB. Gessi Triassici. Nello specifico sono stati Ne saranno accentuate le caratteristiche di realizzati: il monitoraggio degli habitat, interdisciplinarità e i focus, maggiormen- delle colonie di pipistrelli, degli acquiferi te rivolti alle tematiche che promuovono carsici; la redazione di materiale divulgati- la presenza dell’uomo in una zona di cri- vo e informativo; attività didattico-educa- nale Appenninico, la conservazione della tiva nelle scuole e attività informativa per diversità biologica, lo sviluppo di attività il pubblico (bat nights); l’elaborazione di economiche compatibili, il mantenimento un piano di gestione specifico per questa dei valori culturali esistenti. area carsica; l’intervento di restauro na- turalistico con ripristino idraulico e mor- È soprattutto il Parco Nazionale che si è fologico della zona delle Fonti di Poiano; occupato di programmi e attività di ricerca l’allestimento di uno spazio informativo e che inoltre vanta importanti esperienze sui Gessi Triassici, finalizzato alla cono- nella partecipazione a progetti europei an- scenza degli aspetti caratterizzanti. che transnazionali.

Fonti di Poiano PARMA economica 73 IL SUPPORTO LOCALE

2) L’attivazione, con l’Università degli lupo “ Minimizzare l’impatto del randagi- Studi di Modena e Reggio Emilia, di uno smo canino sulla Conservazione del lupo specifico Dottorato di Ricerca (2014- in Italia”. A seguito dell’intensa e proficua 2017) conseguente al ripristino naturali- attività di ricerca e gestione del lupo svolta stico effettuato alle Fonti di Poiano: M3ES dal Parco Nazionale,, un ulteriore impor- Models and Methods for Material and tante apporto alla conoscenza scientifica Environmental Sciences - Department of arriverà da questo progetto appena avvia- Life Sciences –“ Census of Emilia Roma- to e finalizzato a migliorare le condizioni gna’s () ponds: location and ecological per la conservazione dei lupi, affrontando characterization of different typologies il problema delle minacce antropogeniche for their management and conservation”. connesse con la presenza di cani randagi, Un’attività di ricerca, monitoraggio e ca- con ricadute importanti a livello gestiona- ratterizzazione ecologica di stagni utile le su tutta la Riserva MaB. quindi per gli aspetti di gestione futura. 5) Il progetto, in convenzione con l’univer- 3) Il LIFE14NAT/IT/001129 BARBIE – sità di Modena e Reggio Emilia, Dipar- Conservation and management of Barbus timento di Scienze Chimiche e Geologi- meridionalis and Barbus plebejus in the che “Definizione del Quadro conoscitivo Emilian tributaries of Po River. Con l’o- geologico-tecnico inerente le condizioni biettivo di conservare e recuperare le po- di instabilità della Pietra di Bismantova” polazioni autoctone di due specie di barbo finalizzato anche all’ analisi del rischio nei negli affluenti emiliani del fiume Po, in 14 confronti dell’attività turistico –fruitiva siti della RN2000, attraverso interventi in dell’area e degli eventuali e possibili inter- situ ed ex situ, nonché l’elaborazione di li- venti di mitigazione. nee guida. (2014-2017). Nello specifico i corsi d’acqua della Riserva interessati dal 6) Attività di ricerca e monitoraggio su progetto di conservazione e gestione di habitat e specie, svolte di recente per la questa popolazione ittica sono l’Enza, il redazioni delle Misure Specifiche di Con- Secchia e il Parma. servazione e dei Piani di Gestione dei SIC e ZPS presenti nella Riserva. Si tratta di 4) Il LIFE 13 NAT IT 728 MIRCO – strumenti realizzati con il PRSR da pro-

Fiume Secchia -Talada foto di James Bragazzi 74 PARMA economica IL SUPPORTO LOCALE

nergia sostenibile, da includere nel Pro- gramma di Gestione.

9) Una proficua collaborazione con l’Uni- versità di Parma, con la quale sono in esse- re degli accordi finalizzati allo studio della biodiversità vegetale nei Siti di Interesse Comunitario del versante toscano del Par- co Nazionale dell’Appennino Tosco Emi- liano e all’acquisizione di conoscenze su habitat aperti e forestali in fase evolutiva verso stadi ecologici successivi.

Numerosi altri progetti di ricerca, ora conclusi, condotti negli anni dal Parco Nazionale e dalle Aree protette - il Par- co Regionale Alto Appennino Reggiano e parte del Parco Regionale Valli del Cedra foto di L. Notari fessionisti, specialisti e Dipartimenti Uni- e del Parma - che esso ha incluso all’atto versitari, il cui iter di approvazione è in della sua istituzione, hanno portato im- fase conclusiva e che oltre ad aggiornare portantissimi contributi alla conoscenza lo stato delle conoscenze forniscono in- del territorio della Riserva e alle capacità dicazioni precise sulla prosecuzione delle gestionali, dimostrando inoltre una spic- attività di monitoraggio e di gestione nei cata tendenza all’attrazione di risorse e Siti Rete Natura 2000 presenti in tutta la competenze dedicate. Riserva e che saranno considerati nel Pro- gramma di Gestione della Riserva stessa. 1) E’ già stato descritto il LIFE09/ENV/ IT//000188 Enviromental Cooperation 7) Gli studi realizzati nell’ambito del model for cluster - ECO-CLUSTER Svi- progetto già concluso LIFE-NATURA luppo di un modello di sistema di gestione “Conservazione delle abetaie e faggete ambientale per Piccole e Medie Imprese; appenniniche in Emilia-Romagna”, sulle modello ripetibile e da riproporre in altre specie target Abete bianco, abete rosso, aree della Riserva e pertanto da tenere in faggio e tasso, importanti per la conser- considerazione nella redazione del Pro- vazione del partimonio genetico, hanno gramma di Gestione. portato ad azioni gestionali, ancora ripe- tibili e da inserire nel Programma di Ge- 2) Il LIFE07/NAT/000502 EXTRA stione della Riserva, quali l’eliminazione (www.lifextra.it): Monitoraggio lupi orsi e dei fattori di disturbo per le popolazioni ungulati, monitoraggio danni al bestiame di conifere relitte; il ripristino di habitat e assistenza alle aziende agricole (2009- naturali con abete bianco e abete rosso; la 2013), che ha posto particolare attenzio- diffusione delle provenienze locali di abete ne su uno dei più gravi impedimenti alla bianco e abete rosso; la sensibilizzazione conservazione del lupo, il conflitto con gli dell’opinione pubblica sul tema della con- interessi delle popolazioni locali. servazione del patrimonio genetico. 3) Co.R.E.M. - Sottoprogetto C Istituzio- 8) I PAES (Piani di Azione per l’Ener- ne di un osservatorio MARITIME (www. gia Sostenibile) che i numerosi Comuni projectcorem.eu). Cooperazione delle Reti e Unioni montane dell’area della Riserva ecologiche nel Mediterraneo (Italia-Fran- stanno per concludere, potranno fornire cia) con azioni direcupero e tutela di siti indirizzi ed indicazioni gestionali nell’at- compromessi, individuazione e scambio di tuazione delle politiche nel campo dell’e- buone pratiche, responsabilizzazione dei PARMA economica 75 IL SUPPORTO LOCALE soggetti coinvolti nella gestione, in colla- Triassici) uno dei più importanti acquiferi borazione con l’università degli Studi di carsici dell’Appennino settentrionale, con Parma (2010 – 2013). conseguente miglior definizione della sua intrinseca vulnerabilità e di ricerca spele- 4) Il LIFE: LIFE95NAT/IT/000610 ologica, nell’area di Sassalbo (Fivizzano- Conservation measures of relic popula- MS – evaporiti Triassiche), con individua- tions of Abies alba Miller, Picea excelsa zione dei principali caratteri idrogeologici Lam., Taxus baccata L. and of their natu- delle sorgenti carsiche presenti ral habitats in the Emilia Apennine. “Viabilità tra pianura padana e tirreno: archeologia e storia tra Canossa e Luni” 5) Il LIFE96NAT/IT/003115 Preserva- (con il dipartimento di Scienze Archeolo- tion and conservation of Canis Lupus po- giche dell’Università degli Studi di Pisa) pulations through biological surveys and progetto di ricerca con scavi archeologici, non-poaching. tra Emilia e Toscana; “Azioni di ricerca e studio per la caratte- 6) Il LIFE97NAT/IT/004163 Conserva- rizzazione degli intonaci e malte di allet- tion actions for Apennine Abies alba and tamento realizzati con l’utilizzo del gesso, Picea excelsa forests and Apennine beech per la realizzazione degli interventi di re- forests with Abies alba. cupero dell’edilizia storica e monumentale situati in diverse località del Parco Na- 7) Il LIFE00NAT/IT/007214 Azioni di zionale, caratterizzati dalla vicinanza di conservazione del lupo in 10 SIC di tre affioramenti di Gessi Triassici” – Istituto parchi della Regione Emilia-Romagna. di Diagnostica e Sperimentazione per il Restauro dei Beni Culturali (Bologna); 8) Il LIFE00NAT/CP/IT/000046 Carni- studio utile anche per le scelte tipologiche vori e zootecnia: strumenti per la preven- nel restauro di alcuni fabbricati significa- zione del danno tivi dal punto di vista architettonico e cul- turale. Si segnalano inoltre i seguenti progetti del “La Valle del Tassobbio”, autori vari del Parco Nazionale conclusi: 2011: uno studio a 360° (naturalistico, sto- “Progetto Paesaggio” (con Diproval: Di- rico archeologico, geologico-geomorfolo- partimento di Protezione e Valorizzazione gico) su una vallata significativa dell’area Agroalimentare sez. Economia - Univer- candidata, ne ineressa ben 5 comuni, ed sità di Bologna) - “Studio dell’evoluzione inclusa nel Paesaggio Protetto della Colli- del paesaggio agro-forestale nel Parco Na- na Reggiana- Terre di Matilde. Lo studio zionale dell’Appennino Tosco-Emiliano” diventato pubblicazione, rappresenta un (2008-2009); utile strumento per la valorizazione dell’a- “Conoscenza e Valorizzazione del patri- rea, creando consapevolezza e stimolo an- monio geologico” (con Università di Mo- che nella comunità locale. dena e Reggio – Dipartimento di. Scienze della Terra): progetto che con il coinvol- gimento di Istituti Universitari e della L’EDUCAZIONE ALLA SOSTENI- Società Speleologica Italiana in attività BILITA’ di ricerca (anche attivando tesi di laurea e borse di studio…) ha permesso di ap- L’educazione ambientale è uno dei com- profondire le informazioni sui principali piti fondamentali affidati direttamente ai geositi del Parco (Pietra di Bismantova e Parchi Nazionali e regionali dalla Legge Gessi Triassici) quadro 394. “TRIAS I e II”, (con la Società Speleo- Nel Parco Nazionale Appennino Tosco logica Italiana e l’Università di Bologna, Emiliano, le attività di educazione am- Dip. Sc. della Terra), progetto di moni- bientale come “valore in sé” e come sup- toraggio delle Fonti di Poiano (nei Gessi porto alla promozione del territorio sono 76 PARMA economica IL SUPPORTO LOCALE

Didattica in funzione mazione ordinaria. - in rassegne/soggiorni/lezioni organiz- zati direttamente dal Parco. Si tratta at- tualmente di Neve Natura e Autunno d’Appennino,iniziative già descritte sopra, che hanno un’identità e un format ormai definito e anche una finalizzazione di messa in valore di stagioni, località, spe- cifiche opportunità delle diverse parti del territorio. Si svolgono in moduli cultural- mente omogenei,ma organizzativamente flessibili, in relazione a meteorologia, lo- calizzazione, bisogni dell’utenza. - nella realizzazione e gestione, in part- nership con ENEL e secondo gli indirizzi pedagogici di Reggio Children, dell’A- telier “Di Onda in Onda” delle acque e delle energie (vedi Box). L’ Atelier è CEAS riconosciuto dalla regione Emi- lia-Romagna ed è altresì una delle porte del Parco. Si tratta inoltre di uno dei tre progetti strategici individuati dal PPES, anche per le sue caratteristiche di centro di eccellenza e anche ricerca pedagogica, in relazione con il Reggio Approach, un cresciute in quantità, in qualità e anche in Made in Italy immateriale, di riconosciuto articolazione, con contenuti, forme, tempi valore internazionale (per esempio Reg- e partnership plurime e diverse con sog- gio-CHILDREN ha realizzato la pro- getti pubblici e privati. gettazione del Children Park all’Expo di Nessun approccio di tipo accademico, ma Milano 2015). L’Atelier di Ligonchio rap- il tentativo di coniugare le proposte di va- presenta un’unicità di offerta formativa, lori e problematiche dell’ambiente con la che può e deve essere combinata con altri conoscenza e l’identità del territorio e del tipi di offerta e dovrà essere a disposizione Parco stesso. Fondamentale la scelta, già di scolaresche e famiglie almeno nel corso sperimentata come positiva, di proporre i dell’intero anno solare. contenuti disciplinari e pedagogici insieme - nella realizzazione e gestione, in colla- con l’esperienza fisica sensoriale e relazio- borazione con la Provincia di Reggio, di nale, attraverso l’immersione e il soggior- ‘Dedalus’ (laboratorio della natura protet- no nei luoghi. Ciò ha realizzato altresì, più ta), con affidamento in concessione delle o meno direttamente, l’esito complemen- strutture e della gestione a tutti gli effetti a tare di un investimento sulla promozione operatori privati (parco avventura Cerwo- territoriale a medio e lungo termine. od), in base a una apposita convenzione. Le iniziative per l’educazione ambientale - Nella realizzazione e gestione di progetti si sono concretizzate: specificamente indirizzati come WAC - - nell’assegnazione di un budget annuale life ex-tra e Life Gypsum, con l’utilizzo alle scuole pubbliche del territorio, an- di strutture che Parco (Palalupo) e con il nualmente accompagnato con un semina- supporto logistico e la collaborazioni a va- rio formativo rivolto a dirigenti e docenti, rio titolo dei centri visita e dei punti info per progetti di studio aventi come tema del Parco. l’ambiente e/o il parco,progetti elaborati e Gli obiettivi specifici delle diverse atti- gestiti autonomamente dalle scuole e dai vità sono calibrati sull’utenza, così come docenti, nell’ambito della loro program- l’approccio di lavoro, i linguaggi e le me- PARMA economica 77 IL SUPPORTO LOCALE todologie utilizzate; lo scopo è costruire della filiera agricola estensiva di montagna insieme gli strumenti critici necessari per e dell’eco-turismo sostenibile, attraverso comprendere l’importanza della conser- un processo di sensibilizzazione, coinvol- vazione, in chiave moderna, delle risorse gimento e formazione delle popolazioni naturali, l’esplorazione degli ecosistemi, la locali, le quali d’altra parte potranno co- lettura degli aspetti storici e antropologici gliere l’opportunità di rinascita sociale ed del paesaggio. economica solo comprendendo le peculia- La candidatura come “Riserva della Bio- rità del proprio territorio. Una peculiari- sfera” rappresenta l’occasione per rafforza- tà che può maggiormente apprezzarsi nel re e mettere a sistema questo modus ope- confronto con altre esperienze e singola- randi del Parco Nazionale dell’Appennino rità. Tosco Emiliano, anche per i territori che Da questa considerazione nasce la conti- ne circondano il perimetro, capace di inte- nua ricerca da parte del Parco Nazionale di grare i temi “classici” dell’educazione am- estendere le proprie collaborazione ad altri bientale con l’approfondimento dell’iden- parchi, enti e a tutte le istituzioni poten- tità territoriale e il sostegno al perpetuarsi zialmente in grado di offrire e ricevere dal

L’Atelier ‘Di Onda in Onda’

Al centro dei programmi di educazione ambienta- di lavoro individuale o di gruppo per i bambini. Tutti le del Parco Nazionale vi è un nuovo e moderno gli spazi atelier sono progettati in relazione tra di loro, approccio educativo ai temi scientifici, che pro- sensibili alle valenze stagionali, senza una progressione muove un’idea forte di infanzia e di educazione e lineare ma con possibili processi ed esplorazioni combi- punta a migliorare la qualità della vita dei bambini, natorie, che tengono sempre come riferimento principale delle famiglie e delle comunità. Un’esperienza, un il tema della sostenibilità ambientale. approccio fondante che vuole essere centrale an- L’Atelier di Ligonchio è stato realizzato con una “vi- che nella gestione della Riserva della Biosfera, con sion” che tiene insieme acqua ed energia, l’aumento del- l’ambizione che l’approccio pedagogico dell’atelier la consapevolezza delle relazioni tra acqua ed energia diffuso, sperimentato a Ligonchio, possa diventare è tra l’altro il primo obiettivo dichiarato dalle Nazioni un importante riferimento educativo e culturale per Unite per la Giornata mondiale dell’Acqua. L’Atelier tutta l’area appenninica. di Onda in Onda è un luogo che consente di esplorare Di Onda in Onda è un atelier diffuso, cioè plurimo, sia i fenomeni fisici sia le qualità materiche ed espressive differenziato e composto da più luoghi di sperimen- dell’acqua e dell’energia attraverso la sperimentazione tazioni, definiti “campi”, collocati nel territorio. Sono e l’esplorazione in ambienti appositamente progettati, presenti spazi esterni considerati idonei e situati all’in- ricchi di materiali e possibilità. Il progetto propone un terno dell’area del Parco e spazi interni, individuati approccio alla conoscenza che invita i bambini, i ra- all’interno della centrale idroelettrica Enel e nella sede gazzi, gli adulti a guardare le cose in modo inconsueto, del Parco Nazionale di Ligonchio, in modo da garanti- a incuriosirsi e interrogarsi su ciò che apparentemente re la visione di un unico grande atelier dove esplorazio- non si spiega, a ricercare e riprovare, a costruire ipotesi ne e sperimentazioni esterne ed interne si intrecciano e e teorie, cercando di verificarle con la sperimentazione. alimentano tra di loro. Questo permette ai bambini e Più in generale la cultura dell’atelier, nata nell’am- ai ragazzi, negli spazi esterni, l’esplorazione di alcuni bito dell’esperienza educativa dei Nidi e delle Scuole fenomeni della natura attraverso un’immersione am- dell’infanzia del Comune di Reggio Emilia, significa bientale e stagionale percettiva ed emotiva che rende la tenere insieme creatività e razionalità, teoria e prati- sperimentazione più facilmente partecipata e completa. ca; significa fare esperienza, creare connessioni, “pen- Per un processo di apprendimento di qualità occorre che sare con le mani”. In questo senso gli atelier si offrono piacere e sforzo siano entrambi presenti e contempora- come contesti esperienziali inconsueti in cui allenare il nei: la motivazione partecipata all’apprendimento è un pensiero creativo, apprendere in gruppo e sperimentare elemento irrinunciabile che l’adulto deve sempre tenere linguaggi differenti. in considerazione quando progetta e predispone contesti

78 PARMA economica IL SUPPORTO LOCALE

Un contributo originale dell’Appennino Tosco Emi- liano alla Rete mondiale delle Riserve MaB

Il riconoscimento dell’Appennino Tosco “Atelier di Onda in Onda” di Ligonchio; Emiliano a Riserve di Biosfera potrà ap- Il contributo dell’agroalimentare: la re- portare al network mondiale delle Riserve lazione tra conservazione della biosfera MaB due importanti originali contributi: e perseguimento dell’agricoltura di qua- Il contributo del “Reggio Approach”, cioè lità, quando finalizzata a produzioni il know how e l’approccio educativo pro- di qualità caratterizzate da antichi e mossi da Reggio Children, che si espri- rigorosi disciplinari di produzione (Par- me attraverso la cultura dell’atelier già migiano Reggiano, Prosciutto di Parma, sperimentato dal Parco col progetto dell’ altri prodotti DOP e IGP)

Parco un know how in termini di sviluppo Riserva Naturale Statale dell’Orecchiella, sostenibile, conservazione ed educazione la Riserva Regionale di Rossena e Cam- ambientale. Rivestono particolare valo- potrera”, l’ECOPARCO – Pinetina di re, a questo fine, i protocolli d’intesa con Vezzano sul Crostolo, il Consorzio di Il Parco Nazionale delle Cinque Terre, il Bonifica dell’Emilia Centrale, i numerosi Parco Naturale Regionale di Montemar- operatori (Centri Visita del Parco, Società cello-Magra, il Parco dei Cento Laghi, il Cooperative e Guide Ambientali Escur- Parco del Frignano ed il Parco delle Alpi sionistiche) che si rivolgono sia al mondo Apuane e con diverse Università. della scuola che al pubblico in generale. Da ricordare inoltre ulteriori azioni spe- In tutto il territorio candidato a Riserva cifiche, che hanno coinvolto il territorio MaB esiste comunque una sensibilità dif- della riserva con il supporto del Parco Na- fusa rivolta all’educazione ambientale e zionale e di diversi soggetti istituzionali: alla sostenibilità; sono presenti infatti altre - le campagne di scavo archeologico, svol- “organizzazioni” con proposte ed attività te ed in programmazione, su entrambi i ben strutturate: tra queste ricordiamo la versanti, con il coinvolgimento diretto di

Atelier di Onda in Onda foto Studio Arlotti PARMA economica 79 IL SUPPORTO LOCALE studenti universitari, docenti, istituzioni di, concorrono e sono ripartite le compe- museali sempre corredate da importanti tenze dello Stato Italiano, delle Regioni azioni di divulgazione pubblica (visite agli Emilia Romagna eToscana, delle Province scavi ed eventi espositivi dei reperti più si- di Parma, Reggio Emilia, Modena, Lucca, gnificativi) Massa Carrara e dei 38 Comuni, secondo - progetti di scambio internazionale: a) la i rispettivi territori e secondo quanto pre- partecipazione al programma LLP (Life- visto dal nostro ordinamento. long Learning Programme) Comenius; In materia di gestione territoriale e am- b) la cooperazione con il Parco Nazionale bientale su tutta la Riserva le due Regioni di Jiuzhaigou, in Cina, nella provincia di Toscana ed Emilia-Romagna (e per delega Sichuan, che oltre ad essere Patrimonio di queste le cinque Province) hanno com- Mondiale dell’Umanità è anche Riserva petenza, ciascuna per il proprio territorio, MaB dal 1997. Saranno attivati studi ge- nella definizione delle politiche e degli in- ologici e naturalistici con scambio di stu- dirizzi generali attraverso la pianificazione denti dell’Università di Modena e Reggio ed anche prescrizioni legislative. Emilia (Dipartimento di Scienze Chimi- I principali piani e programmi di livello che e Geologiche) e della Sichuan Uni- regionale e provinciale, vigenti sul terri- versity., i cui docenti si sono stati in visita torio della Riserva MaB dell’Appennino al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Tosco Emiliano sono: il Piano Territoria- Emiliano; c) percorsi formativi sul turismo le Regionale (PTR) della Regione Emi- sostenibile attivati con l Paul Smith’s Col- lia-Romagna e della Regione Toscana; il lege di New York, una delle più prestigiose Piano Territoriale Paesistico Regionale istituzioni statunitensi, situato all’interno (PTPR) della Regione Emilia-Romagna; del Parco degli Adirondacks. il Piano di indirizzo Territoriale (PIT) – con valore di Piano Paesaggistico - della Regione Toscana; il PTCP delle Provincia LA GESTIONE E IL COORDINA- di Modena, Reggio Emilia e di Parma; il MENTO DELLA RISERVA PTC delle Provincia di Massa Carrara e di Lucca. Le competenze. La Riserva di Biosfera I Comuni hanno competenza per l’attua- non ha di per sé uno stato legale proprio zione delle prescrizioni generali e degli gli e non ha personalità giuridica. È un’ en- indirizzi di livello superiore, e per la de- tità di fatto, definita dal riconoscimento finizione di scenari urbani e di sviluppo UNESCO e dalle intese e dalla collabora- entro i confini comunali. Ogni comune ha zione tra le diverse aree ed enti che com- un proprio piano urbanistico. pongono la Riserva. All’interno di essa le Il Parco Nazionale ha piena competenza aree Core hanno interamente lo status di sulla tutela ambientale e sulla conservazio- aree di Parco Nazionale; le aree Buffer lo ne della biodiversità, che disciplina attra- hanno esclusivamente per la parte rica- verso le misure di salvaguardia in vigore e dente nel territorio del Parco Nazionale; il “Piano Per il Parco” (in corso di appro- le rimanenti hanno status correlati a livelli vazione), nonché sulle politiche di svilup- di tutela di carattere regionale (Parchi re- po sostenibile che disciplina attraverso il gionali dell’Emilia Romagna, SIC e ZPS); Piano per lo sviluppo economico e socia- sono tutelati dalla legge Galasso, recepita le per le attività compatibili” (in corso di nel Codice dei Beni Ambientali e Cultu- approvazione). Nell’ambito della Riserva rali recepita e s.m.i., nonché dai Piani di MaB dell’Appennino Tosco Emiliano, il Coordinamento Territoriali regionali e Parco nazionale esercita le funzioni di tu- provinciali. tela in particolare nelle aree Core (tutte in Non vi è una relazione diretta tra il peri- territorio Parco Nazionale) e Buffer (per metro delle aree core, buffer e transition lo più in territorio Parco Nazionale) e le ed i confini delle autorità amministrative funzioni di sviluppo soprattutto nelle aree locali e regionali. Su tutta la Riserva, quin- Transition. 80 PARMA economica IL SUPPORTO LOCALE

PARMA economica 81 IL SUPPORTO LOCALE

Gli “Enti di Gestione dei Parchi e della Biodiversità Emilia Centrale ed Emi- lia Ovest” (istituiti dalla Regione Emilia Romagna) - hanno competenza all’inter- no dei loro confini, in particolare per gli aspetti di tutela ambientale e di conser- vazione della biodiversità, inoltre hanno anche la gestione dei siti Natura 2000. Nell’ambito della Riserva MaB, tali Enti, esercitano tale competenza in minima parte nelle Aree Buffer e principalmente nelle Aree Transition. A fronte di un così articolato insieme di soggetti istituzionali e di competen- ze - al quale occorre aggiungere un an- munque, ogni qualvolta ne faranno richie- cor più esteso e diversificato complesso sta almeno 1/4 dei soggetti aventi diritto a di organizzazioni sociali, organizzazioni parteciparvi. Le indicazioni e le decisioni economiche, portatori di interesse, rap- dell’”Assemblea Consultiva Permanente” presentanze di cittadini - assumono una verranno verbalizzate, rese pubbliche e particolare rilevanza gli strumenti di par- fornite al ”Comitato di Gestione”. tecipazione di cui sarà dotata la Riserva e L’“Assemblea Consultiva Permanente” la relazione, oltre che la composizione, de- sarà composta, su base volontaria e non gli organi che avranno titolo nella gestione retribuita da: della Riserva. tutti i membri del Comitato di Gestione L’Assemblea Consultiva Permanente. (struttura di coordinamento e gestione Per le condizioni sopra esposte, l’intera operativa della Riserva); Riserva di Biosfera dell’Appennino To- i rappresentanti dei Comuni, delle Unio- sco Emiliano avrà un unico organismo ni dei Comuni, delle Province e delle generale, l’ “Assemblea Consultiva Per- Regioni sui cui territori ricade l’area del- manente”, a cui è demandata la funzione la Riserva MaB dell’Appennino Tosco di consultazione, partecipazione e rappre- Emiliano; sentanza delle Comunità Locali e degli i rappresentanti dei soggetti gestori di stakeholder della Riserva. Essa fungerà da tutte le aree protette, SIC e ZPS sui cui stimolo al Comitato di Gestione (struttu- territori ricade l’area della Riserva MaB ra di coordinamento e gestione operativa dell’Appennino Tosco Emiliano; della Riserva), fornendo indicazioni per la i rappresentanti di tutte le CCIAA stesura del Programma di Gestione della operanti nell’area della Riserva MaB Riserva, definendo la “Politica di tutela, dell’Appennino Tosco Emiliano; gestione e sviluppo della Riserva MaB I rappresentanti del Corpo Forestale dell’Appennino Tosco Emiliano, appro- dello Stato aventi giurisdizione nell’area vando (a maggioranza) il Programma di della Riserva MaB dell’Appennino To- Gestione, sollecitandone e promuoven- sco Emiliano; done l’attuazione, verificandone e valu- I rappresentanti dei Consorzi di Bonifica tandone i risultati e richiedendone un sui cui territori ricade l’area della Riserva periodico aggiornamento. L’Assemblea MaB dell’Appennino Tosco Emiliano; Consultiva Permanente sarà inoltre chia- I Rappresentanti dei GAL (Gruppi di mata, una volta all’anno, ad esprimere una azione Locale), ovvero i soggetto gestori valutazione sulla gestione della Riserva da dei fondi europeo per lo Sviluppo Rurale parte del Comitato di Gestione. (PSR) aventi giurisdizione nell’area del- Presieduta dal Presidente del Parco Na- la Riserva MaB dell’Appennino Tosco zionale dell’Appennino Tosco Emiliano, Emiliano; si riunirà almeno una volta all’anno e, co- I rappresentati di tutte le Università ed 82 PARMA economica IL SUPPORTO LOCALE

Istituti di Ricerca operanti nell’area del- indette e apportando contributi costruttivi la Riserva MaB dell’Appennino Tosco alla efficace gestione della Riserva. Emiliano; i dirigenti scolastici degli istituti di istru- Il Comitato di gestione. La funzione di co- zione primari e secondari presenti nell’a- ordinamento e gestione operativa di tutta la rea della Riserva MaB dell’Appennino Riserva MaB dell’Appennino Tosco Emi- Tosco Emiliano; liano è demandata al Comitato di Gestio- i rappresentanti delle principali associa- ne, organismo specificatamente ideato per zioni imprenditoriali e cooperative (As- la Riserva di Biosfera e sarà istituito solo sociazioni di categoria, Consorzi di tute- dopo l’eventuale riconoscimento. la di DOP e IGP, consorzi turistici, etc.) Il Comitato di Gestione, supportato operanti nell’area della Riserva MaB dall’Ufficio MaB ha il compito di redigere dell’Appennino Tosco Emiliano; la bozza del Programma di Gestione in li- i rappresentanti delle principali associa- nea con gli indirizzi dell’Assemblea Con- zioni ambientaliste, culturali, giovanili e sultiva Permanente esplicitati nella “Po- ricreative (WWF, Legambiente, Lipu, litica di tutela, gestione e sviluppo della CAI, UISP, ARCI,CSI etc.) e comitati Riserva MaB dell’Appennino Tosco Emi- di cittadini presenti ed operanti nell’area liano. Una volta approvato il Programma della Riserva MaB dell’Appennino To- di Gestione dalla Assemblea Consultiva sco Emiliano; Permanente, il Comitato di Gestione ne L’ “Assemblea Consultiva Permanente” è sostiene l’attuazione e periodicamente da considerarsi un organismo con auto- (una volta all’anno) ne riporta lo stato di nomia relativa, in quanto i soggetti che attuazione e l’efficacia all’Assemblea Con- vi partecipano risponderanno ai mandati sultiva Permanente che ne valuta l’efficacia ed alle prerogative delle istituzioni e dei dei risultati. soggetti che in essa rappresentano. Tutti Il Comitato di Gestione si riunirà, presso i soggetti che faranno parte dell’ “Assem- la sede del Parco Nazionale dell’Appenni- blea Consultiva Permanente” della Riser- no Tosco Emiliano, a cui ne sarà affidato va MaB dell’Appennino Tosco Emiliano il coordinamento (nella figura del Presi- dovranno sottoscrivere un “Protocollo di dente) e la segreteria organizzativa, con Intesa”, con cui esprimono la loro con- cadenza almeno trimestrale, ma anche più divisione e accettazione rispetto alla fun- soventemente su richiesta di almeno 1/3 zione dell’organismo ed alle regole che dei soggetti aderenti. ne disciplinano l’attività, impegnandosi a Il “Comitato di gestione” sarà costituito Calanchi Canossa foto A. Curotti partecipare attivamente a tutte le riunioni da 11 rappresentanti di Istituzioni ed Enti che hanno rilevanza sul territorio della Ri- serva e possono vantare le competenze e le prerogative funzionali a garantire l’indi- rizzo, il coordinamento e la gestione delle principali funzioni (tutela, monitoraggio, sviluppo, educazione, funzioni di suppor- to) della Riserva MaB nel suo complesso (senza distinzioni specifiche tra aree Core, Buffer e Transition). Il Comitato d Ge- stione è da considerarsi un organismo con autonomia relativa: i soggetti che la com- pongono risponderanno infatti ai mandati ed alle prerogative degli organi delle isti- tuzioni che rappresentano. Il Coordinatore. La Riserva di Biosfera dell’Appennino Tosco Emiliano avrà un unico coordinatore: il Presidente dell’En- PARMA economica 83 IL SUPPORTO LOCALE te Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano ( soggetto promotore della can- didatura) , nell’esercizio delle sue funzioni e dunque con il mandato degli organismi direttivi dell’ente. Il Presidente del Parco Nazionale, in quanto organo e legale rappresentante dell’ente promotore ha la responsabilità giuridico-amministrativa della presente candidatura e, una volta riconosciuto lo status di Riserva MaB, avrà la responsa- bilità della corretta redazione dei rapporti di attività da inviare periodicamente al Ministero dell’Ambiente, al Comitato Nazionale MaB ed a Parigi SEDE MaB UNESCO, per tutta la durata decennale dell’eventuale accettazione della proposta da parte dell’UNESCO. proprio Piano Pluriennale Economico e Cavalli al pascolo foto di J.Bragazzi Il Presidente del Parco è nominato dal Sociale per lo sviluppo delle attività com- Ministro dell’Ambiente, previa consulta- patibili, cooperando con istituzioni e sta- zione della autorità regionali e locali, se- keholders anche al di fuori del suo peri- condo quanto previsto dalla legge quadro metro, o del territorio dei 16 Comuni che sulle aree protette italiane (L. 394/91 e lo compongono, diventando così labora- successivi aggiornamenti) torio di sviluppo sostenibile riconosciuto La scelta di individuare come soggetto ed apprezzato da tutta questa porzione di coordinatore della Riserva MaB, il Parco appennino. Sono infatti molti i progetti Nazionale dell’Appennino Tosco Emilia- che il Parco Nazionale sta realizzando no, attraverso l’organo del suo Presidente in partnerariato con soggetti territoriali (cioè della persona di volta in volta in ca- limitrofi ma esterni al proprio territorio rica, o di chi temporaneamente ne faccia e che sarebbero ora ricompresi nella Ri- le veci), trova motivazione da più consi- serva MaB derazioni: Il Parco Nazionale dell’Appennino To- Tutte le aree Core della Riserva MaB sco Emiliano è soggetto certo, la cui du- dell’Appennino Tosco-Emiliano fanno rata nel tempo è garantita dallo Stato e parte del Parco Nazionale. dalle Leggi italiane, vigilato dal Ministe- Il Parco Nazionale dell’Appennino To- ro dell’Ambiente, dotato di organi colle- sco-Emiliano si distende sul crinale ap- giali deliberanti e di controllo (consiglio penninico che è caratterizzato da essere direttivo e comunità del parco) nonché di confine climatico euro-mediterraneo, strutture, personale e bilancio autonomo, ovvero il fulcro su cui è incentrata la che possono garantire la segreteria e la candidatura a Riserva MaB, tematica gestione operativa della riserva. sulla quale il Parco sta lavorando su più Il Presidente del Parco Nazionale dell’Ap- fronti (monitoraggio, tutela, educazione, pennino Tosco Emiliano, coordinatore sviluppo) da diversi anni della Riserva di Biosfera, presiede sia Il Parco Nazionale si estende su entram- l’“Assemblea Consultiva Permanente” be le Regioni interessate dalla Riserva (organo attraverso il quale tutti gli sta- MaB ed il suo status di istituzione nazio- keholders locali dell’intera Riserva posso- nale gli conferisce la capacità di dialogare no partecipare alle scelte ed alle decisioni facilmente con entrambe. che la riguardano), sia il “Comitato di Ge- Il Parco Nazionale dell’Appennino To- stione” (struttura di coordinamento e ge- sco Emiliano opera da anni, soprattutto stione operativa della Riserva), fungendo attuando la banca progetti contenuta nel anche da soggetto di raccordo tra questi 84 PARMA economica IL SUPPORTO LOCALE

due organismi. terizzano i programmi operativi che com- Il Presidente verrà supportato, nell’adem- pongono il programma di gestione della piere alle responsabilità inerenti la Riserva Riserva (per la tutela e la conservazione MaB, dal consiglio direttivo del Parco Na- della Riserva MaB; per il monitoraggio zionale e da un “Ufficio MaB Appennino e la ricerca scientifica; per il sostegno allo Tosco Emiliano” costituito da personale sviluppo sostenibile; per l’educazione alla del Parco e professionisti specificatamente sostenibilità e la formazione professionale incaricati (le cui competenze copriranno le rispetto ai valori e le eccellenze dell’Area principali funzioni della Riserva) e coor- MaB). dinato dal Direttore del Parco Nazionale I laboratori partecipativi saranno degli dell’Appennino Tosco Emiliano. L’Ufficio strumenti per tutta la Riserva della Biosfe- MaB avrà come compiti principali: ra (affrontando tematiche connesse a tutte supportare il Coordinamento della Ri- le zonizzazioni), aperti a tutti gli interessa- serva (da parte del Parco Nazionale ti (imprese, associazioni, comitati, cittadi- dell’Appennino Tosco Emiliano) nella ni,….) ed avranno lo scopo di raccogliere gestione dei rapporti con e tra l’Assem- spunti, progetti e stimoli utili ad orientare blea Consultiva Permanente ed il Comi- la gestione della Riserva. In particolare tato di Gestione di cui curerà la segre- nella fase di start-up i contributi raccolti teria organizzativa e la verbalizzazione dei laboratori partecipativi saranno base degli incontri; di riferimento per il Comitato di Gestio- gestire la comunicazione ed informazio- ne nella stesura del primo Programma di ne inerente la Riserva rivolgendosi sia Gestione e dei 4 programmi operativi che alle comunità locali che all’esterno; lo costituiscono. supportare l’attuazione del Programma Negli anni successivi, i laboratori parteci- di Gestione ed il suo monitoraggio pativi permanenti, oltre a fornire indica- zioni utili alle revisioni del programma di I Laboratori partecipativi permanenti gestione, avranno anche lo scopo di mo- sono gli strumenti che offriranno l’oppor- nitorarne l’attuazione, offrire indicazioni tunità a tutti gli stakeholders e alle comu- sulle priorità di intervento, evidenziare nità locali di partecipare in modo fattivo eventuali criticità. alla gestione della Riserva. Essi affronte- Per ciascun laboratorio partecipativo sono ranno quindi i 4 temi cardine che carat- previsti almeno 4 incontri all’anno, con

Il mare da crinale PARMA economica 85 IL SUPPORTO LOCALE cadenza periodica, ed organizzati in sedi stenibile e l’agricoltura di qualità differenti in modo tale che siano, progres- • un programma operativo per l’educa- sivamente, ospitati da tutti i Comuni ade- zione alla sostenibilità e la formazione renti alla Riserva della Biosfera. professionale rispetto ai valori e le ec- cellenze dell’Area MaB Il Programma di Gestione. All’atto della I programmi operativi saranno composti candidatura non è stato elaborato il “Pro- esclusivamente da interventi e azioni con- gramma di Gestione” della Riserva MaB crete. Per ogni intervento/azione previsto dell’Appennino Tosco Emiliano, ma è sta- nei programmi operativi verrà quindi in- to realizzato un “documento di indirizzo dicato, oltre ai soggetti responsabili per al Programma di Gestione” presentato l’attuazione (possibilmente facenti parte e approvato all’unanimità il 24 febbraio dell’Assemblea Consultiva Permanetene), 2014 dalla Comunità di Parco del Parco anche almeno un indicatore di monito- Nazionale dell’Appennino Tosco Emilia- raggio dell’attuazione ed almeno un indi- no (organo previsto dal decreto istitutivo catore di performance correlato ad una o del Parco che racchiude tutte le ammi- più scadenze temporali. Sulla base di tali nistrazioni locali e regionali afferenti al indicatori, il Comitato di Gestione, alme- territorio Parco) in quella occasione spe- no una volta all’anno fa un rapporto sullo cificatamente allargata a tutti i Sindaci di stato di attuazione del Programma all’As- Comuni esterni al Parco ma interessati ad semblea Consultiva Permanente. aderire alla Riserva MaB ed ai principali Il Programma di Gestione della Riserva stakeholders locali. Il “Documento di In- MaB dell’Appennino Tosco Emiliano non dirizzo” è stato reso pubblico attraverso il sarà vincolante, ma avrà forza riferimento sito web dedicato alla candidatura (http:// culturale e di “moral suasion”. Le Istitu- www.parcoappennino.it/uomo.biosfera) zioni, Enti ed Associazioni che compon- ed i suoi contenuti sono stati oggetto di di- gono sia l’Assemblea Consultiva Perma- scussione e confronto nella maggior parte nente, sia il Comitato di Gestione aderen- degli incontri successivi alla sua pubblica- do a tali organismi sottoscrivono un pro- zione, tant’è che nel riportarli nel dossier tocollo di intesa che li impegna, nei limiti di candidatura sono state apportate del- delle loro possibilità e risorse, ad attuare le integrazioni o piccole modifiche. Tale (o a facilitare l’attuazione) del Programma documento sarà integrato, aggiornato e di Gestione. approvato nell’ambito dell’incontro istitu- L’attuazione del Programma di Gestione è tivo congiunto dell’Assemblea Consultiva in carico innanzitutto ai membri del Co- Permanente e del Comitato di Gestione, mitato di Gestione e sarà ispiratore e parte integrante il Pro- Il Programma di Gestione, senza distin- gramma di Gestione, esplicitando le stra- zioni particolari tra le Aree Core, Buffer tegie e gli obiettivi di conservazione, mo- e Transition sarà composto da interventi e nitoraggio e sviluppo della Riserva stessa. azioni concrete la cui singola responsabi- Il Programma di Gestione sarà suddiviso lità di attuazione, sia da un punto di vista in 4 programmi operativi: delle principali competenze, sia relativa- • un programma operativo per la tutela mente alle risorse necessarie all’attuazio- e la conservazione della Riserva MaB, ne, sarà in capo ad uno, o più, dei mem- con dei Focus specifici per ogni Area bri facenti parte il Comitato di Gestione Core – soggetto che redige il Programma di • un programma operativo per il monito- Gestione - o a soggetti con cui i membri raggio e la ricerca scientifica nell’Area del Comitato di Gestione avranno siglato MaB,, con dei Focus specifici per le accordi e convenzioni specifiche anche per Area Core e Buffer aree e/temi particolari (in primis i membri • un programma operativo per il sostegno dell’Assemblea Consultiva Permanente allo sviluppo sostenibile dell’Area MaB, che approva il Programma di Gestione. incentrato in particolare sul turismo so- 86 PARMA economica

di Lodi e UNICREDIT