FOCUS ON di Francesco Caltagirone e Paolo Crazy Carnevale approfondimenti, storie, testimonianze WOODY, un eroe popolare

ato per lottare, per vincere, possi- bilmente. Woody detestava le can- zoni tristi e perdenti. La malinco- nia, il senso di incombente scon- Nfitta che gravava sulla classe lavo- ratrice, scoraggiamento e apatia erano per lui energie negative, da gettarsi dietro le spalle. Tutto il suo canzoniere, nell’esten- sione delle tematiche, nell’ampio raggio d’azione delle narrazioni poetiche, è soste- nuto dalla convinzione che l’ingiustizia possa essere debellata e che, alle fine di pur interminabili lotte, gli umili, i dannati della terra, troveranno riscatto. Una visione non così lontana, per quanto laica, dalla fi- ducia che impregnava tutto il repertorio di inni sacri, ben conosciuti dalla famiglia che a tali principi lo educò. Non è un caso che con il più autentico e ricorrente procedi- mento di rielaborazione della musica po- polare, gran parte di gospel e di versi com- posti in prospettiva escatologica, si model- lino in lui su tematiche di lotta sociale. Molte musiche si conservarono tali e quali e solo il testo subì gli aggiustamenti del caso, nell’ottica di una ben precisa co- scienza di classe. Il padre di Woody, a di- spetto delle spaventose traversie che an- gustiarono la sua famiglia (incendi, distru- zione della casa, perdita del lavoro, - grazione, malattie), era sostenuto da una solida fede religiosa, a causa della quale quasi rinunciò all’attività di musicista, rite- nuta sconveniente, se non peccaminosa. Esaminando l’enorme panorama di ballate composto da Guthrie nella sua non lun- ghissima vita, ivi compresi appunti, poe- sie, ritagli, disegni, pubblicati a cura di Ro- bert Shelton su “Nato per vincere” alla fine degli anni ’70, sarebbe stimolante valutare

2 LATE FOR THE SKY focus on quali fossero i confini e gli ambiti della straordinaria fiducia di Woody nell’uomo e nel suo percorso di vita. Persino la malat- tia, un implacabile morbo che gli pro- sciugò progressivamente ogni speranza di sopravvivenza, non ne intaccò del tutto l’incrollabile forza d’animo. Un coraggio e una rassegnazione che non possono esse- re svuotati del tutto da una religiosità di base. Il contesto dove tuttavia spese ogni sua risorsa umana e in- tellettuale, fisica, era la vita quotidiana, a fianco dei suoi pari, in un’America attraver- sata da spaventosi sommovimenti che sconvolsero ogni settore della società. Woody non cantava per il popolo, non era il bardo della povera gente e degli sfruttati. Non perse mai la consapevolezza di essere lui stesso parte inseparabile di quell’uma- nità. Lui era il contadino sradicato dalla terra, il bracciante vessato, l’emigrante che guarda chimerici orizzonti, il sindacalista e agitatore, il veicolo di rivalsa da una condi- zione asservita, in vista di una rinascita de- finitiva. Le canzoni di Woody sono immerse nell’umiltà. Mai egli si considera un capo- polo, un leader, un trascinatore di folle. La sua limpida, razionale visione della realtà è come se provenisse dalla bocca dei mina- tori in sciopero, dei lavoratori occasionali, degli agricoltori sorpresi dal tifone nelle baracche scoperchiate. Woody compendia con lucidità ciò che chiunque nell’America che soffre potrebbe testimoniare, se solo avesse un minimo di scolarizzazione, di forza fisica e talento artistico. È il lampo, la appannaggio di una fascia sociale borghe- UNA SCODELLA DI POLVERE favella di una realtà subalterna che a sten- se, illusa di condividere le istanze di un Polvere. Una colonna, un muro di polvere, to riesce ad alzare la testa. Per questo nel- mondo sommerso, ma l’urlo di liberazione sui campi, sugli strumenti di lavoro, sulle le sue liriche non ci sono arzigogoli, ricami, di una massa che si oppone alla prevarica- case dei contadini e sulla loro sconvolta vi- sofismi, voli pindarici. Si procede per linee zione e che cerca di sollevarsi. Il linguaggio ta. Un colossale, impalpabile mostro, diritte, per centrare l’obiettivo, il nocciolo poetico di Woody Guthrie ha il dono dell’u- piombò nel Midwest, travolgendo la già in- della questione. Con una felice espressio- niversalità, per quanto anomala e ben se- stabile vita dei lavoratori dei campi, con un ne inglese, Guthrie “make no bones”, non parata dal resto del mondo sia stata la si- furore da apocalisse, un’irruenza che agli gira intorno agli obbiettivi, li afferra, li svi- tuazione dei conflitti interclassisti negli istanti faceva pensare quasi a un flagello scera, li esamina nell’unica prospettiva at- Stati Uniti d’America. L’appello all’esercito bibilico, scatenando una sindrome da ulti- traente, quella della risoluzione di proble- dei lavoratori non può prescindere da due mi giorni, fra disperazione e rassegnazio- mi. Prende il toro per le corna. Questa sua parole chiave: mobilitazione e unità. Tutta ne. Le pagine autobiografiche di “Bound facondia e capacità di evidenziare le reali la lirica di Guthrie rifugge dall’epica spic- for glory” restituiscono con rara pregnanza necessità dei suoi simili è l’unico privilegio ciola e dall’enfasi. Ciò che conta è il fare e persino con ironia il senso di catastrofe che detiene, con modestia, ultimo e disere- fronte comune, credere senza divisioni alla che incombeva sulle comunità dell’Oklaho- dato quanto gli altri. Quando il successo e meta da raggiungere. Senza badare al co- ma e dei paesi limitrofi. Non c’è riparo che il consenso lo raggiungono, trova il modo lore della pelle, distinzione di mansioni, ol- valga e si cercano buchi sempre più di amplificare la portata della sua voce, tre privilegi e retromarce. La storia sa disil- profondi, almeno per salvare la pelle. Si scrivendo sui giornali, prestandosi alle sta- ludere e rinfocolare speranze, in un’aritmia cantano canzoni, quasi come in un rito zioni radio. Anche la sua musica è del tutto che si sviluppa in inesplicabili flussi e ri- apotropaico. “The Sherman Cyclone” reci- coerente con la personale concezione mo- flussi, a seconda delle singole realtà stori- ta: “Potevi vedere la tempesta che si avvi- rale dell’arte. Woody non è un virtuoso del- che. Il XX secolo in America è stato un sus- cinava e le nuvole sembravano nere come lo strumento. Le melodie sono semplici, ri- seguirsi di conquiste e perdite di terreno, la morte. E ciò arrivò sulla nostra cittadina petitive, essenziali, l’abito ideale per ciò di rigurgiti reazionari e alate utopie. Woody e lasciò la sua traccia di morte”. Era un ca- che c’è da raccontare o da denunciare. La Guthrie insegna, che ovunque spiri il ven- taclisma inimmaginabile per la nostra non sua musica è un folk glabro, disossato, af- to, sempre, il pericolo è costantemente così inquieta porzione di emisfero. Paura, fascinante di candore e necessità. Non è quello di abbassare la guardia. smarrimento e desiderio di vivere in comu-

LATE FOR THE SKY 3 matizzare qualsiasi contrarietà, guardando avanti e accettando di confrontarsi con tut- ti i mutamenti possibili di situazione, tiran- do dritto come un animale che ha perso la vista ma non l’orientamento e la certezza dell’istinto. Il 14 aprile 1935 (Woody aveva tredici anni) scoppiò il finimondo a partire dalla terra degli “okies”, fino a raggiungere l’Arizona, il Dakota e il Nebraska. So Long It’s Been Good To Now You coniuga miste- riosamente il senso di un immane pericolo con la gioia dello scambio, la solidarietà, il sentirsi parte di uno stesso nucleo. “Si pensava che fosse arrivato il giorno del Giudizio”, sentenzia Woody, rievocando certo le letture in famiglia o in chiesa. Talkin Dust Bowl una delle “dust bowl ballads” ricorda con nostalgia la sere- nità dei tempi passati. “Nel ’27 avevo una piccola fattoria ed era come un paradiso”. Una nera tempesta di polvere riempì il cielo ed io “barattai la mia fattoria per un’auto- mobile Ford”. Un’altra canzone ricorda gli scuri giorni dell’ira: Tre Great Dust Storm: Ecco la nuvola che “lasciò un terrificante segno sulla nostra grande nazione”. Sono le radio locali ad annunciare alla popola- zione sgomenta la prossima discesa del nione ogni istante, come se fosse l’ultimo. del carattere fondamentalmente positivo “sipario nero”. “Da Albuquerque a Clovis e Nelle pagine del romanzo di Woody, a pro- di Guthrie nei confronti delle avversità. In in tutto il New Mexico dicono fosse la più posito della sciagura, quasi se ne ride, per tutta la sua vita, il giovane Woody, a partire minacciosa mai vista”. La polvere, canta esorcizzare il male, caratteristica peculiare dai giorni della tempesta, imparò a sdram- Woody, con il realismo di un Omero davanti

COUNTRY JOE McDONALD Ray Edenton. La scelta dei brani è Thinking Of Woody Guthrie (Vanguard 1969) vincente, soprattutto alla luce del fatto che a quei tempi il materiale Tra i molti dischi tributo dedicati al magnifico di Guthrie non era ancora troppo vagabondo Woody Guthrie, un po’ per origina- noto al pubblico rock e McDonald lità, un po’ per stuzzicare i lettori nella ricerca aveva il vantaggio del quasi esor- di oggetti perduti, vorrei citare questo vecchio dio in materia. Pastures Of Plenty, vinile accreditato a Country Joe McDonald, au- una splendida versione di Tom tentico pioniere della psichedelica anni ‘60, Joad, la spedita Sinking Of The con una tradizione familiare nell’attivismo po- Ruben James, le più note This litico da far rispettare, tanto che il suo nome di Land Is Your Land (in cui McDo- battesimo pare essere Joe Stalin McDonald. nald si lancia in un elogio di Guth- Con l’etichetta giusta alle spalle (la Vanguard rie) e Pretty Boy Floyd, quest’ulti- aveva pubblicato fior dischi di artisti votati al ma beneficiate da una bella rilet- folk revival nei primi anni ‘60), con una pro- tura proprio dai suddetti Byrds pensione alla canzone politica già dimostrata l’anno precedente. Roll On Colum- nella sui militanza con Country Joe & The Fish, bia è una dolce canzone dedicata McDonald spiazzò tutti quando nel 1969 se ne all’omonimo fiume del nord ovest uscì con questa raccolta di vecchie canzoni fir- la cui melodia è ripresa da quella mate Woody Guthrie arrangiate in chiave country-rock. Erano gli del classico di Leadbelly Goodnight Irene. Non manca il classico anni in cui Ry Cooder iniziava la sua rilettura dei classici della genere talking blues da cui Dylan aveva attinto a piene mani, nella grande depressione in una meravigliosa chiave filologica, eppure fattispecie abbiamo qui Talking Dust Bowl dedicata all’arida zona il disco di Country Joe suona ancora fresco, nonostante gli anni in cui Guthrie era nato. When The Curfew Blows è invece uno slow trascorsi e il genere ora un po’ datato. Al suo fianco c’è una serie country blues di buon effetto, So Long It’s Been Good To Know di personaggi di spicco, come Hargus Pig Robbins, che già aveva You con il suo andamento malinconico rimane una delle più belle lavorato nel disco nashvilliano dei Byrds, Norbert Putnam (già a canzoni d’addio nel vasto repertorio della canzone americana. Muscle Shoals e al fianco di Elvis) e le chitarre di Grady Martin e Paolo Crazy Carnevale

4 LATE FOR THE SKY focus on alle ceneri di Troia, “coprì gli steccati e i fie- alternativa della fiumana errante. In una cali, racconti di furiosi disastri dovuti a in- nili, i nostri trattori in una selvaggia tempe- delle canzoni principe di Woody, This Land curia e alle logiche perverse dello sfrutta- sta di polvere. Caricammo i nostri macinini, Is Your Land si legge: “C’era un alto muro mento selvaggio. Al di là dei recuperi scio- ci ammassammo le nostre famiglie, sferra- che tentava di fermarmi e una scritta dipin- vinisti che negli anni qualcuno ha diffuso gliammo sulla strada dove non saremmo ta diceva PROPRIETA’ PRIVATA”. La salvez- per ridimensionare la portata eversiva del- mai più tornati”. Nelle liriche di Guthrie re- za da questo incubo non c’è. Se vi è una la figura di Guthrie, egli è sempre stato un siste tuttavia una forma di irrisione nei speranza di ascesa essa appartiene al nemico della prepotenza è come tale si è confronti dell’accanimento naturale, quasi mondo dell’al di là, secondo un ribalta- sempre schierato. Comunista, sì, forse, co- in un titanico delirio di invulnerabilità. Per mento di conquiste proprio delle religioni e me può esserlo un americano erede delle la gente falcidiata dal disastro, privata del della cultura popolare. La ricompensa, il forti, per quanto rimosse tradizioni di lotta minimo sostentamento, non resta che l’e- biblico ribaltamento di ruoli dove gli ultimi della società statunitense, virulente fino sodo in massa, senza danaro e sicurezze, scalzeranno i primi è una salvifica Pie In dalla seconda metà dell’800. Pronto a con poche masserizie sottratte allo stor- The Sky, di Joe Hill, una torta che prima o scendere in campo, arruolandosi, in con- mo. I Ain’t Got No Home certifica il forzoso dopo la moltitudine dei diseredati potrà trasto con le convinzioni pacifiste, per argi- coraggio di chi non ha più neppure la tran- mangiare a sazietà (“avrai la torta in cielo nare la macchia del crescente nazifascismo quillità di quattro muri. Woody sembra ca- quando morirai in Paradiso”). Fino ad allo- che vuole impadronirsi del mondo. Ma non valcare l’onda con inossidabile spirito gua- ra, sarà un duro viaggiare, senza sosta, tale credo da sottovalutare gli orrori dei re- scone, a sfidare la vita, a provocarla, auto- “Hard Traveling’, Lord”… visionismi. Sempre in nome di un ideale convincendosi che l’ingegno e la forza del- conservato intatto. È impresa ardua pesca- la braccia avrebbero superato ogni ostaco- CANZONI DI LOTTA E DI RABBIA re fra le canzoni di Woody quelle che han- lo. Una poderosa campagna di sensibiliz- Sono più che “topical songs”, canzoni di no testimoniato con più vigore il suo inde- zazione, atta ad abbassare i salari della attualità, rapite alla cronaca dei giornali, fesso impegno politico. “1913 Massacre” è manodopera migrante, richiamò alla sbara- come decenni più tardi avrebbero fatto Phil una delle ballate che più mi ha colpito per glio migliaia di esuli che guardavano alla Ochs o Tom Paxton. Sono invece canzoni di la cruda verosimiglianza. Le canzoni sui mi- come a un Eden terreno. Mentre malcontento, di rabbia, di rivendicazione, natori in sciopero, sulla scia di uno Zola, il lavoro, in realtà, sarà appannaggio di po- di denuncia, di presa di coscienza. Questa sono fra le testimonianze più vivide dello chi, oltre il confine delle terre devastate, è la quintessenza del repertorio di Woody scandalo di Guthrie per la crudeltà dei pa- oltre le montagne superate con mezzi di Guthrie, canzoni del Quarto Stato, nate droni. In quell’anno, a Calumet, Michigan, fortuna a prezzo di enormi sforzi, oltre la dall’esigenza di emancipazione, per il recu- lo spirito del Natale che aleggiava sulle frontiera, c’è una popolazione sospettosa, pero di una dignità di vita. Canzoni sinda- maestranze riunite con le loro famiglie per ricca e gelosa dei propri privilegi, con le ar- mi spianate, affidate a vigilantes (“have you seen the vigilante man… has he got a gun and a club in his hand?”) e polizia lo- cale, per respingere l’ondata dei cenciosi “battiporta”, un esercito di poveri disposto a tutto. “Sono sulla montagna e guardano verso il West ed esso sembra la terra pro- messa”. Ci sono dunque solo bastoni e fu- cili che attendono i “working men” che non hanno altra aspirazione che quella di sot- tomettersi ad un lavoro qualunque. In Ca- lifornia, senza il tintinnio rassicurante dei “Do re mi”, ammonisce sarcasticamente Woody, è meglio non entrare neppure. I frutti pendono abbondanti dagli alberi, ma piuttosto che offrirli agli “invasori”, nell’ot- tica di un gioco domanda-offerta avvitato a spirale, si preferisce lasciarli marcire o av- velenarli purché non siano consumati. Il Tom Joad di “Furore” è uno dei “senza ter- ra”, protagonisti di questa discesa agli in- feri. Lui che sarà “ovunque ci sia un’ingiu- stizia”, come Woody, è pronto sempre a mettersi in gioco e a ricostruire anche sulla sabbia. Seppelliti i luoghi natali, come nuove Ercolano, dalla pioggia bigia, le fa- miglie alloggiano in veri campi di concen- tramento, fra minacce e ferimenti, non in- frequenti uccisioni, fame. Nel disperato ri- torno a casa, nelle terre addormentate del- la recente devastazione, risiede l’estrema

LATE FOR THE SKY 5 una festa da ballo, fu profanato da un ve- pullula di episodi sanguinari, di repressioni nefico scherzo provocato ad arte da tira- feroci e di soppressione dei più elementari piedi assoldati dai datori di lavoro. La falsa diritti di esercizio della libertà. Così, Lud- notizia di un incendio provocò ondate di low Massacre, racconta quando un accam- panico e a porte, deliberatamente chiuse, pamento di scioperanti, ancora una volta 73 bambini persero la vita, calpestati. La minatori, fu brutalmente dato alle fiamme storia del sindacalismo americano, a di- con il cherosene. Il racconto di Woody spetto dei luoghi comuni, è realmente esi- esclude risvolti lirici, essendo la sua, nuda stita e ha avuto grande forza e successo, fi- cronaca di una strage. La più celebre fra le no a quando “la paura dei rossi”, nel dopo- canzoni schierate di Woody non può esse- guerra, dopo l’allineamento ideologico nel- re che Deportee, interpretata da molti e l’emergenza, non ha inquinato gli obbietti- ancora oggi così accorata nel suo messag- vi e le strategie dei quadri sindacali. Essa gio. Essa, come è noto, racconta di un tra-

A TRIBUTE TO WOODY GUTHRIE Various Artists (Warner Bros.1972, 1989)

Nel mare di tribute album dedicati al grande Woody Guthrie, quello tratto dai due concerti tenuti nel 1968 alla di New York e nel 1970 all’ di L.A. è sicura- mente uno dei più succulenti e genui- gico incidente aereo, quando il 28 gennaio ni. Pubblicato con notevole ritardo, ri- 1948, braccianti stagionali messicani furo- spetto ai concerti, il doppio vinile, in no rispediti a casa, forzatamente, e periro- seguito riproposto in un unico CD (con no nel disastro. Sono versi rimasti impressi qualche omissione, come si usava nei nella memoria, alcuni di essi indimentica- primi anni dell’era digitale) è un’auten- bili nella dolce melodia di Martin Hoff- tica manna, sia per il suo contenuto mann, composta su testo di Woody: complessivo, sia per la presenza di “Goodbye to my Juan, goodbye Rosalita, una fulminante performance, più unica adios mis amigos, Jesus y Maria, you won’t che rara, di & The Crackers have a name when you ride the big airpla- (che di lì a sarebbero divenuti ne, all they will call you will be The Band), la prima apparizione pub- deportees…” Canzoni come You Gotta Go blica post incidente, che ha ancora og- Down And Join The Union, Union Maid, sto- gi dell’incredibile. Il disco in questione raccoglie una ventina di classici firmati da Guth- ria di una giovane donna del sindacato che rie proposti da artisti del circuito folk dell’epoca, con notevole trasporto. I non si lascia spaventare dall’autorità costi- brani sono mescolati, in modo amabile, il primo concerto si fonde col secondo. Forse tuita (“I’m sticking to the union, till the day avrebbe giovato maggiormente se il set dilaniano fosse stato mantenuto compatto e I die”), cosi come Tom Joad, dove il prota- non spezzettato e seminato tra gli altri contributi, ma tant’è. Il disco rimane un caposal- gonista proclama “noi lavoratori dobbiamo do per avvicinarsi a Guthrie tramite arrangiamenti più rockeggianti. Non poteva manca- unirci”, come Solidarity Forever, composta re la grande Odetta, una delle voci fondamentali del folk revival, e naturalmente il com- da Ralph Chaplin, testimoniano quanto pagno di scorribande Pete Seeger e l’epigono Jack Elliott. Qua e là ci sono anche gli in- Guthrie credesse nell’unità sindacale. Ge- terventi di Will Geer e Rober Ryan, gli attori che presero parte alle due serate raccontan- sù Cristo diventa un trascinatore popolare do le gesta di Woody. Dylan da vita a un breve set folgorante, dove la musica di Guthrie in Jesus Christ, figura che parte da quella si tinge di rockabilly, propendo un suono assolutamente nuovo, con quella voce taglien- del fuorilegge Jesse James. Qui viene sot- te che non era ancora quella di Nashville Skyline. Le canzoni sono spettacolari, sia la tolineato come neanche Cristo oggi scam- pacata Dear Mrs. Roosevelt che le più animate Ain’t Got No Home e Grand Coclee Dam. perebbe ai sicari. La conoscenza non può Assieme a Dylan la parte del leone la fa il giovane Arlo che affiancato dalla sua band ag- essere differita al trascendente. We Will Fi- gredisce letteralmente Do Re Me, Oklahoma Hills e Jesus Christ. E a questo punto va ght Till We Win assicura il poeta, “combat- detto che il gruppo in questione, che funzionò da home band al concerto californiano, teremo fino alla vittoria”. Il tema della di- era formato da quelli che sarebbero divenuti gli (Gib Gilbeau, John Beland scriminazione razziale tocca The Ballad Of e Stan Pratt) addizionati con il basso di e la slide di un funambolico Ry Isaac Woodard. In There’s A Better World si Cooder, già a sua volta autore di filologiche riletture guthriane. La stessa formazione fa garantisce l’avvento di un mondo migliore, poi miracoli nella corposa Ramblin Round eseguita con voce tuonante da Odetta. Tra le distruggendo il razzismo come un demone. voci femminili possiamo ascoltare anche Joan Baez e l’azzurrocchiuta Judy Collins che Questo era Woody Guthrie come un arcan- rilegge Deportee, Roll On Columbia e duetta con Seeger in Union Maid. C’è anche Coun- gelo con la spada fiammante, col cipiglio try Joe con Woman At Home. Jack Elliott fa sue invece 1913 Massacre e Howdido. Tra gli del senza legge Pretty Boy Floyd, hobo e altri musicisti coinvolti vanno citati ancora Richie Havens, Tom Paxton e Earl Robinson. cantastatorie, un “bum”, come il “vaga- Paolo Crazy Carnevale bondo” di Chaplin, con la fronte così alta da non arrendersi mai.

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HERE’S TO YOU NICOLA AND BURT no, ancora, i versi della già citata Old Judge questo poemetto in onore di Sacco e Van- Fra gli svariati argomenti che Guthrie ha Thayer (“toglimi i ceppi, gira la chiave e la- zetti, ristampato in Italia per i tipi della Al- approfondito nella sua ciclopica produzio- sciami libero”) e di Vanzetti’s Letter dove, batros, insieme a una prefazione dell’insi- ne, il tributo agli anarchici italiani Nicola con fierezza, si rifiuta la grazia e si richiede gne foklorista Roberto Leydi e tutti i testi, Sacco e Bartolomeo Vanzetti, scritto con la scarcerazione per palese innocenza. Se tradotti a fronte, corredati delle partiture. una serie di ballate tematiche, quando l’e- più trascurabili sembrano le altre propo- Sono linee melodiche piane, semplici, in co della loro uccisione si era stemperato ste, particolarmente emotiva è Sacco’s Let- tonalità maggiore, suonate con una tecni- nel tempo, è certo un capitolo commoven- ter To His Son. Fra i teneri versi che Pete ca approssimativa forse, ma scaturita da te nella sua parabola di storyteller. Si recò Seeger accompagna con il banjo, leggia- quella lucida visione del mondo che pochi personalmente nella zona di Boston per mo: “Non piangere Dante perché morte e come Woody potevano detenere. Come Joe approfondire luoghi e atti della barbara lacrime sono state versate. Sii forte, sii co- Hill, il sindacalista “giustiziato” per le sue esecuzione messa in atto contro i due ita- raggioso. Scendi di un gradino ad aiutare i idee, Sacco e Vanzetti hanno trovato in liani il 23 Agosto 1927. Accusati senza pro- deboli che ti sono vicini. Quelli più deboli Woody Guthrie il cantore perfetto del loro ve, scagionati dagli stessi autori rei confes- che reclamano il tuo aiuto, i perseguitati, coerente e tenace ideale di fratellanza. Se si di un omicidio a scopo di rapina, il pesci- le vittime. Sono loro i tuoi amici tuoi e i passerete da Villafalletto, (CN), sulla tom- vendolo piemontese e il calzolaio pugliese miei…. Come tuo padre e Bartolo che sono ba di Bartolomeo Vanzetti troverete fiori furono mandati sulla sedia elettrica, a puro caduti, hanno lottato e sono caduti, ieri, ancora freschi. titolo intimidatorio, perché italiani, emigra- per conquistare la gioia della libertà per Francesco Caltagirone ti, anarchici e soprattutto sindacalisti. La tutti”. Non si troveranno grandi melodie in tardiva riabilitazione avvenuta nel 1977 non attenua l’orrore di una macchia che in- fanga la storia del sistema giuridico ameri- cano. Woody si gettò generosamente nel SO LONG IT’S BEEN compito che gli era stato affidato dal pro- prietario della Folkways Moses Asch, com- ponendo undici ballate, a cui si aggiunge la toccante lettera di Sacco al figlio cantata GOOD TOO KNOW YOU e musicata da Pete Seeger. Era il 1946 quando fu chiamato a lavorare su “uno dei più grandi eventi storici del nostro tempo”. (Ricordando Woody Guthrie) Il progetto, riferisce Ed Cray su “Ramblin man. The life and the times of Woody Guth- rie” non andò così bene, a causa del clima li anni ’70, non è una questione di nesis, degli America, qualcuno prediligeva di Guerra Fredda e del piglio polemico nei nostalgia, sono stati un autentico la disco music, chi ascoltava i cantautori si testi di Guthrie. La poesia avrebbe ceduto calderone di idee, nel bene e nel lanciava su Bennato, Finardi e altri. Io il mio alla politica. Lui stesso non era soddisfatto male forse, ma lo sono stato. Solo disco di Woody Guthrie ero condannato a del proprio lavoro, vivendo un periodo di Gnegli anni ‘70 era possibile che consumarlo da solo, non lo potevo portare dipendenza dall’alcool. L’amara vicenda esistessero delle case discografiche illumi- ai festini dove si ballava allacciati, difficil- dei due lavoratori italiani, capri espiatori di nate a tal punto da immettere sul mercato i mente trovavo qualcuno con cui condivide- un sistema reazionario e ostinato, viene dischi di un cantautore defunto da dieci an- re il piacere dell’ascolto, anche chi condivi- raccontata, lungo i versi, nell’effettivo ac- ni, inattivo da molto prima per colpa d’una deva con me la passione per CSNY e Dylan cadimento dei fatti, parlando delle testi- malattia implacabile. Questa casa disco- faticava ad apprezzare la voce sgraziata di monianze raccolte in buonafede o mano- grafica si chiamava Albatros e si occupava Woody e la sua chitarra. Eppure per me fu vrate, dell’accanimento del giudice Web- in maniera abbastanza filologica alla pub- amore a prima vista, o meglio a primo ster Thayer e della mobilitazione mondiale blicazione di dischi che provenivano dal ca- ascolto. Ascoltare quel disco, semplice nel- che comunque non impedì il misfatto. Il la- talogo dell’americana Folkways. Era l’equi- voro su Sacco e Vanzetti sembra, a distan- valente (e forse dietro c’erano le stesse za di anni, guadagnare ulteriore valore. La persone) di quello che erano i Dischi dello più conosciuta di queste canzoni è forse la Zodiaco per la musica latino americana im- più bella e coinvolgente: Two Good Men, in pegnata (dagli Inti Illimani in giù). Erano di- cui si descrive la vita quotidiana dei due schi che costavano meno degli altri e ave- uomini nelle loro pacifiche occupazioni e vano un booklet spartano con i testi in lin- l’ingranaggio mortifero nel quale fatalmen- gua originale e traduzione in italiano. Cre- te vengono incastrati. L’esopiana Old Jud- do, col senno di poi, che abbiano avuto ge Thayer mette insieme una curioso be- una certa importanza nel mio apprendi- stiario di animali parlanti, chi pro, chi con- mento dell’inglese da autodidatta, e anche tro, la causa dei due. Vanzetti’s Rock, nel nella formazione di parte dei miei gusti suo romanticismo, è fra i pezzi più interes- musicali. Era la fine del decennio credo, santi. Folk essenziale sono Red Wine e You quando alla Standa di Bolzano acquistai il Souls Of Boston. Ricca d’ispirazione è We disco di Woody Guthrie intitolato Poor Boy. Welcome To Heaven, che promette ai due Certo, era stata una scelta azzardata. I miei martiri un’eternità radiosa. Significativi so- amici preferivano comprare i dischi dei Ge-

LATE FOR THE SKY 7 vorato. E poi sapevo che Woody era stato non poco importante nella formazione del primo Dylan. Oggi si fa presto a parlare di Dylan, ci sono decine di libri su di lui, ci so- no studi approfonditi, lui stesso infarcisce le sue registrazioni di citazioni, ma allora c’era solo la biografia di Scaduto, e c’erano i testi tradotti dalla Newton Compton. Era- vamo tutti autodidatti in materia e una del- le poche certezze era quella che Woody Guthrie fosse una delle fonti. Anche più di quanto si possa immaginare. Basta pensa- re ai furti di melodie tradizionali per adat- tarvi testi originali: oltre alla succitata Je- sus Christ mi viene in mente la ninna nan- na dedicata al figlio Arlo (Good Night Little Arlo) ripresa da una canzone per bambini intitolata Swim Swim Swimmy I Swim. grande depressione, Woody Guthrie diven- Woody Guthrie, che portava il nome di un ne presto un vagabondo, un musicista gi- presidente degli Stati Uniti, era nato e cre- rovago appassionato di lotte sindacali. In sciuto in quelle stesse terre in cui viveva la tutto e per tutto sembra incarnare una se- famiglia di Tom Joad nel romanzo di Stein- rie di figure classiche della letteratura beck, era figlio di un attivista politico che americana, pur essendo una figura assolu- gli trasmise sicuramente la passione per le tamente reale e tangibile. In lui rivivono lotte sociali e l’avversione a ogni genere di echi di Tom Sawyer e soprattutto Huck fascismo (la scritta che aveva appiccicato Finn, fino al citato e coevo Tom Joad. È la alla chitarra, “This Machine Kills Fascists”, seconda metà degli anni ‘30 quando ha fatto più di un proselito, su tutti vorrei Woody Guthrie parte per la sua scoperta la sua struttura musicale (oltre a Woody citare Billy Bragg). La sua formazione mu- dell’America, a bordo dei vagoni dei treni c’erano Sonny Terry e Cisco Huston a dare sicale è come quella di molti suoi conterra- merci, da vero hobo, vivendo e condividen- una mano), ma così interessante da ascol- nei e contemporanei legata alla presenza do esperienze di altri personaggi come il tare seguendone i testi, fu un’esperienza in famiglia di qualcuno, nella fattispecie Kerouac dei Vagabondi del Dharma, come davvero illuminante. Quell’accostamento uno zio, che suonava la chitarra e che glie- la barbona Boxcar Bertha, autrice di un’in- tra musica tradizionale e temi come il viag- ne insegnò i rudimenti. Cresciuto a cavallo teressante autobiografia, come il protago- gio, la figura degli “hobos”, il talking blues tra Oklahoma e Texas (il libro autobiografi- nista di un bel film con Lee Marvin e Ernest e addirittura l’omosessualità femminile na- co Questa terra è la mia terra contiene mol- Borgnine: L’imperatore del Nord. Quando scosta nelle parole di Who’s A Gonna ti ricordi di questo periodo) all’epoca della nel 1937 Woody arriva nella Terra Promes- Shoes Your Pretty Little Feet, tutto era una sa di California trova lavoro presso la sta- rivelazione, una serie di porte che si apriro- zione radio KFVD di e nono- no una dopo l’altra. Non passò molto che stante le proprie posizioni politiche, il pro- acquistai un altro disco di quella serie così prio impegno civile e sindacale la sua fama interessante, si intitolava Bound For Glory, comincia a diffondersi, parallelamente ai vi era raccontata la storia di Woody, attra- crescenti problemi con l’emittente, che lo verso la voce del suo amico e attore Will portano nel 1940 a trasferirsi a New York, Geer, e vi erano altre canzoni che mi entra- dove entra in contatto col più giovane, ma rono nella pelle, oltre al cavallo di battaglia ugualmente impegnato Pete Seeger. New This Land Is Your Land c’erano Grand Cou- York è più fertile e più ricettivo, qui cono- lee Dam, Do Re Me, Vigilante Man e Jesus sce anche il ricercatore Alan Lomax che ini- Christ, un’arguta rivisitazione del perso- zia a registrare sistematicamente le canzo- naggio di Gesù Cristo adattata, non a caso, ni di Woody, creando un importante archi- alla musica di una ballata tradizionale che vio per la Biblioteca del Congresso. Questo in origine parlava del fuorilegge Jesse Ja- materiale il cui corpus è davvero immenso mes. A quel punto, Woodrow Wilson Guth- e imprescindibile ha il suo cuore nelle co- rie, da Okemah, Oklahoma, era diventato siddette Asch Recordings, effettuate nel uno dei miei eroi, al fianco di Tex Willer, 1944, che sono il punto di partenza della ri- Corto Maltese, Li’l Abner Yokum e John scoperta del patrimonio di Woody a opera Steinbeck. Anzi, sembrava proprio uno dei dei folksinger degli anni ‘60. In questo pe- personaggi di John Steinbeck, la sua storia riodo Guthrie pubblica anche il libro Que- così come potevo leggerla nel libretto che sta terra è la mia terra, entra a far parte di accompagnava Bound For Glory pareva una sorta degli Almanac Singers, una via di davvero uscita dalle pagine di Furore e La mezzo tra collettivo musicale e supergrup- battaglia, libri che avevo letteralmente di- po di cui fanno parte anche Pete Seeger,

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Lee Hays, Millard Lampell e Pete Hawes. Il gruppo propone filologicamente alcune canzoni del patrimonio tradizionale ameri- cano precorrendo i Weavers, che faranno altrettanto tempo dopo con contaminazio- ni pop. Nello stesso periodo, Woody Guth- rie trova anche il tempo per imbarcarsi in- sieme all’amico folksinger Cisco Huston al- la volta dell’Europa, dove per un po’ segue Klezmatics e con le sue poesie musicate da le truppe americane impegnate sul fronte Billy Bragg e Wilco. Per quanto riguarda le della linea gotica. Tornato in patria, conti- ristampe dei suoi dischi, se non riuscite nua a vivere sulla East Coast dove continua proprio a trovare i vecchi vinili della Alba- a essere attivo e considerato come autenti- tros, potete andare a sfogliare il catalogo co capo scuola, in particolare dal giovanis- Folkways che propone diversi titoli, dalla simo Jack Elliott, in arte Ramblin’ Jack, che raccolta inedita Long Ways To Travel (con ne segue le orme e ne diffonde il verbo. Di materiale del periodo 1944-1949) a i CD fatto, sebbene sia morto nel 1967 nel New che contengono le Asch Recordings, peral- Jersey a causa del morbo di Huntington, tro funestati da un fastidioso fruscio che malattia ereditata dalla madre, la sua car- nei dischi Albatros non c’era. Negli anni ‘90 riera era già terminata nel 1952, quando la la Music Club ha pubblicato una bella rac- suddetta malattia lo costrinse ad interrom- colta di classici guthriani, intitolata The pere ogni attività. Woody Guthrie ha lascia- Very Best Of Woody Guthrie in cui ci sono to un patrimonio inestimabile e una schie- quasi tutte le canzoni da avere. Qualcosa è ra di epigoni ed eredi che pochi altri posso- reperibile anche nel catalogo Rounder. Per no vantare, a partire da Bob Dylan che nel quanto riguarda gli Almanac Singers, la suo primo disco gli dedicò l’ispirata Song MCA ha pubblicato nel 1996 un CD con par- To Woody e più tardi un poemetto dal tito- te del loro catalogo, quello più tradiziona- lo Last Tough On Woody Guthrie, fino al fi- le. In questi giorni dovrebbe essere in cir- glio Arlo, cantautore anch’egli e protagoni- colazione anche una “nuova” incisione del sta di una manciata di bei dischi e di colla- 1949, indicata come live, ma sarebbe più borazioni con Pete Seeger, l’antico amico giusto dire davanti a un’audience, perché del padre. In mezzo ci sono tutti gli altri, da sicuramente anche le registrazioni di Lo- Jack Elliott a Phil Ochs, a Billy Bragg, max e Asch erano dal vivo in studio. Il tito- but not least, su Woody Guthrie venne gi- Springsteen, Country Joe MacDonald (uno lo di questo disco è The Live Wire.Per i rato anche un bel film, intitolato come This dei più impegnati sul fronte politico), Joan completisti (ma anche per gli altri) è alta- Land Is Your Land, a dirigerlo è stato Hal Baez, il grande James Talley e molti altri. mente raccomandata l’autobiografia Que- Ashby, nel 1976, con un ottimo David Car- I tributi a lui dedicati non si contano, dal sta terra è la mia terra ristampata tempo fa radine nella parte di Woody; si aggiudicò primo, e più bello, che racchiude il concer- da Marcos y Marcos, ma sarebbe da cerca- anche il premio come miglior colonna so- to del 1968 alla Carnegie Hall, a quello inti- re anche una raccolta di testi edita nel nora non originale, basata ovviamente sul- tolato Folkways: A Vision Shared (che 1979 da Mazzotta e curata da Robert Shel- le canzoni di Guthrie. omaggia anche Leadbelly), a quelli come ton. Include poesie, testi e disegni di Paolo Crazy Carnevale Til We Outnumber’Em, come quelli dei Woody ed è assolutamente deliziosa. Last

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