Quqderno di Srudi e Notizie di Storiq Nofurole dello Romogno Quad.Studi Nat. Romagna,20l 15-20, giugno 2005 tsSN1123-6787

Pier Luigi Stagioni

UN ASCOMICETE POCO CONOSCIUTO PER QUANTO VISTOSO: CALOSCYPHAFaLGENS (PERS.)BOUD. DESCRIZIONE E PRIMA SEGNALAZIONE PER LA ROMAGNA (AscomycetesPezizales Caloscyphaceae)

Riassunto

Interessantee raro incontro con un ascomicetemolto appariscentenel ParcoNazionale delle ForesteCasentinesi, Monte Falteronae Campigna(in località Campigna),in ambientequasi puro di abetinaa 1050m di quota.Descrizione macro e microscopica,tassonomia ed ecolo- gia. Segnalatoper la prima volta in Romagna.

Abstract

[Caloscyphafulgens (Pers.)Boud., a little known although showy ascomycete.Description andfirst recordfrom Romagnal A rare and conspicuousfinding of a very showy ascomycetein Campigna locality, in the National Park of CasentineForests, Mount Falteronaand Campigna(Northern Apennines, Forlì-CesenaProvince), under Abies alba at 1050m a.s.l..Macro and microscopical descrip- tions, taxonomyand ecology.Reported for the first time from Romagna. Key Words: ,Caloscyphaceae, , Campigna, Romagna, ltaly, Abies alba, conifer seedspathogen fungi.

Premessa

Il ritrovamento al quale si fa riferimento è avvenuto a fine aprile 2004 dopo un'annata particolarmente scarsa, a livello sia quantitativo sia qualitativo, di comparse di carpofori di qualunque genere. 112003, infatti, è stato un anno molto avaro tanto per i micologi quanto per i micofagi, fatto principalmente dovuto alla esagerata scarsità di precipitazioni. A parere degli esperti anche i12004 doveva rivelarsi povero di funghi per la sof- ferenza patita dai miceli nell'annata trascorsa. Con il passare dei mesi questa opinione è stata parzialmente smentita in quanto

l5 si è registratala presenzadi vari generifungini, con comparsadi specienon sem- pre frequentie con periodi di crescitaabbastanza particolari. Si sonoraccolti vari Hygrophorus e Tricholoma frno a tarda stagione, addirittura anche Amanita phalloidese A. citrina; di quest'ultima,oltre alla forma tipica, ho avuto modo di osservareanche tre esemplari nella fo. alba nella prima settimana di dicembre, in boschi di cerro (Quercuscerris) a 350 m di altitudine. E' noto che la piantafungo vive sotterranea;solo il carpoforo,che è il corpo frut- tifero, si manifesta esteriormentee, al pari di molte essenzearboree o arbustive, risentemolto dell'andamentoclimatico, non solo dell'anno in corso.

Descrizione e osservazioni varie

Caloscyphafulgens (Pers.)Boud. è un graziosoe vistoso ascomiceteche, gene- ralmente,non stentaa farsi notaresul brunastrofondo di aghi di abete(Fig. 1). Si presentain coppe più o meno regolari di dimensioni molto variabili, da un centimetrodi diametroper un centimetrodi altezzafino a sei e più cm di diame- tro per tre di altezza. La superficieinterna è di un vivo colore giallo uovo tendenteal giallo carico, quella esterna,inizialmente concolore, è leggermentepiù sbiadita,poi col tempo tendentea virare al giallo sporcofino al grigio blu verdastro,variazione di colo- re che si manifestaaccentuatamente con la manipolazionedegli ascocarpi.Gli "bluing" anglosassonidefiniscono questo viraggio col termine : imbluente. Il carpoforo è normalmentesessile; in alcuni esemplariè presenteun piccolo gambocentrale leggermente clavato nella partebassa, lungo al massimoun cen- timetro in quelli più grandi. Alla sezionela carneè biancastrae non virante. Saporequasi nullo, appenater- roso e odore ugualmentenullo. Col tempo le coppe si allarganolacerandosi a partire dal bordo e allargandosi "spiattellato" come petali di una rosa,fino a raggiungereun aspettoprostrato e sul substrato,che è semprecostituito, tanto nel casoriferito che in letteratura,da terreno ricoperto di aghi di abete. Nei bollettini di ricercatori americani, in particolare per quanto riguarda la rac- colta e la selezionedi semi di abeterosso, si fa riferimento al modo in cui que- sto fungo si insedianel rivestimentoesterno dei semi e, sviluppandosi,li porta alla mummificazione(non al marciumecome spessosuccede a causadella trop- pa umidità), precludendoquindi la possibilitàdi germinazione. Stranamenteanche in semi raccolti direttamentedagli alberi, con I'ausilio di eli- cotteri, e poi immagazzinati insieme ad altri, si è notata la presenza di Caloscyphafulgense la cosa,visto appuntoche I'infezione si associavaprinci- palmente al più o meno lungo permaneredei semi sul terreno, è risultata quanto meno sorprendente.Per questo e per i danni che provoca è un fungo molto stu- diato e monitorato in Nord-America proprio perchè i produttori di semelo temo- no come dannosoagente patogeno.

t6 Fig. I - Ca1o,irr7ilrulilgens (Pels.)Boud. nel suo an.ìbientenaturale.

Quantoalle origini, questofungo fu per la prima volta trovato nel 1964,descrit- to e classifìcatoancora allo stadio asessuato,come Geniculodendronpyriforme G. A. Salt;fi poi identificatocome Coloscypha fulgens quando fu rinvenutoallo statosessuato (PnoEN, 1978). La posizionetassonomica di Calosc'yphaè statadiscussa da EcxsLno (1968)e LE Gel (1969), ed è stata posta in evidenzacome piuttosto isolata nelle P eztzales/ P y ronem ataceae. Culosc',-pha.fulgens appartenevaalla famiglia Pyronemataceaeftno al 20O2 quandoHenuRla (2002),basandosi parzialmente su analisifilogenetiche di SSU rDNA effettuateda L,cxovtcr et al. (1997),istituisce una nuovafamiglia chia- rnandolaCaloscyphaceae, rappresentata al momentosolo da questofungo. Modofogicamente(cfr. Hnnna,qln,l.c.) questafamiglia è cararbrizzatada spore privedi guttula,mononucleate, senza pareti secondarie cianofile a qualunquesta- dio di sviluppo,molte parafisitipicamente ristrette all'apice e presenzadi pig- menticarotenoidi (Fig. 2). Come risultasempre dalle analisi di L,qNovlcret al. (1.c.),la stirpe in cui Caloscyphaè raggruppataperò non presentaalcuni di que- sti caratteri(HnNseN, 2002), in particolarepigmenti carotenoidie spore uninu- cleate.HeNsEN (1.c.)propone allora di accettarela famiglia creatada Hnnrranln (1.c.)però, al contempo,suggerisce di proseguirenegli studi molecolari per risol-

t7 vere chiaramente la relazione di Caloscypha con il resto delle in quanto, pur stante questedifferenze, il profilo filo- genetico di Caloscypha.fulgens fa parte del gruppo che com- prende i membri della famiglia delle Pyronemataceae.

Reperti

Il ritrovamento è avvenuto in una abetina (Abies alba) quasi pura con sporadica presenzadi faggio (Fagus silvatica) e ancor più rari aceri di monte (Acer Fig. 2 - Asco di Caloscypha fulgens (Pers.) Boud. (sono visibili le otto spore lisce) e alcune tipiche parafisi forcate pseudo-platanus). Anche in rastremate. altre abetine circostanti si è fatto lo stessoritrovamento pur se con densità inferiore. Arbusti presenti in questi habitat sono:Sambucus nigra, Rubus sp.pl. Il sottobo- sco erbaceo è abbastanza scarso e vede presenza di Senecio nemorensis, Geranium nodosum, Cardamine trifolia e Aremonia agrimonioides, tutte specie tipiche di abetina. Macroscopicamentel'identificazione di Caloscyphafulgens apparemolto facile, specialmenteper il viraggio della superficie esternae per I'intenso colore inter- no. Microscopicamente Caloscyphafulgens ha spore tonde, lisce e non ornamen- tate, aspettoquesto non proprio comune negli ascomiceti a coppa dove di solito le spore sono ellittiche o fusiformi e molto spessoprovviste di punteggiature, reticolature e appendici varie. Le caratteristichedei particolari microscopici sono: - spore di diametro 5,6 - 7,5 pm, uninucleate e senzaguttula; - aschi mediamente di 120 x 10 pm, ottosporici a spore uniseriate; - parafisi in parte molto nettamentesettate, spesso forcate nella parte bassae rastremateall'apice. Ad un esame frettoloso e superficiale Caloscyphafulgens può essereconfusa con Aleuria rhenana, soprattutto per il colore simile, ma la presenzadi un pro- nunciato stipite, spore reticolate ed ellissoidi, il periodo e I'ambiente di crescita la fanno differenziare facilmente. Anche Aleuria aurantia è simile in apparenza per forma e colore, ma le spore, l'assenzadel viraggio al colore verde-blu sulla superficie esternae la comparsa autunnaleparimenti ci aiutano a non incorrere in errori di determinazione.

l8 Stagionediversa di maturazione,un lungo piederadicante e feltrato e sporeellit- tiche ci impedisconodi confonderlacon la bellissima Sowerbyellaimperialis, che ha pure ambientedi crescita simile. AncheA.cervus epispartizs, di taglia nor- malmente inferiore, può somigliare al fungo presentato ma lo differenziano molto bene spore,periodo di crescitae habitatdiversi.

Conclusioni

Ho ritenuto interessantesegnalare questo ritrovamento che mi è parso degno di nota, non tanto per I'apparizione precocequanto per l'abbondanza della fruttifi- cazione:infatti finora non era stato mai reperito così copioso durantele escur- sioni alla ricerca di altre entità primaverili. Forse la saltuarietàdi comparsaè dovutaproprio a condizioni stagionaliparticolari. Ritengo che Caloscyphafulgens possa avere una facile e notevole micetazione quandouna primaverapiovosa, come quella del2004, segueun precedentelungo periodo siccitoso.Questa ipotesi saràcomunque oggetto di verifica per gli anni a venire. Nella poca letteraturareperita si trova però conforto a questeargomentazioni; vi viene riferito infani come questoascomicete abbia comparse,sì abbondanti,ma molto occasionali e temporalmenteabbastanza distanziate (Benev, 1994 e BnErreNsA,cH& KneNzr-IN,1984). Allo stato attuale delle conoscenzequesto ritrovamento risulta la prima segnala- zione di Caloscyphafulgens per la Romagna.

Ringraziamenti

Voglio ringraziarei componentidell'Associazione Micologica Alfonsineseper lo stimolo datomi ad affrontarequesto impegno in seguitoalla presentazionedi alcuneimmagini di Caloscyphafulgensdurante un convegnomicologico da loro organizzafo;in particolare un sentito grazie all'amico Lorenzo Lanconelli per la revisionedel testoe gli utili suggerimenti.

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