«Il Pd? La somma del peggio di Pci e Dc» di Francesco Carriero.

«Il Pd? alle volte mi ricorda la somma del peggio del vecchio Pci e della Dc», parola del primo cittadino di Salerno Vincenzo De Luca, che nella mattinata di ieri, nel corso della presentazione in comune dell’ultima fatica letteraria di Claudio Martelli, “Ricordati di vivere”, ha colto l’occasione per sciorinare una analisi dello stato si salute della politica nostrana, messa a paragone con quella che ha tirato le sorti della nazione dalla fine del secondo conflitto mondiale, fino a Tangentopoli. «Il nostro Paese paga l’aggravante dell’assenza di grandi partiti politici, di uno Stato vero, di una pubblica amministrazione costruita per bloccare le trasformazioni, piuttosto che per aiutarle. Il nostro è un Paese in declino, con una preoccupante depressione generale. Non siamo riusciti ad incidere sul nostro Paese. Oggi, però, il Partito Democratico c’è, nonostante a volte sembri più la somma del peggio tra Pci e Dc». Uno spiraglio di luce in un visione del futuro del nostro paese alquanto pessimistica, un invito a rimboccarsi le maniche per evitare l’imminente disastro e a cambiare il modo di fare politica: «Abbiamo perso le sfide che ci eravamo prefissati di vincere negli anni ‘80 – continua il primo cittadino – perdiamo terreno rispetto a nuove realtà emergenti e non riusciamo a produrre più prodotti di eccellenza mondiale. La rigidità burocratica impostaci sta stringendo la corda intorno al Paese e la nostra logica autoconsolatoria non ci aiuta». De Luca descrive un Italia sull’orlo dell’abisso e ostaggio dei poteri forti: «Scivoliamo in basso – continua – e non riusciamo a conciliare la cultura politica con i bisogni del Paese, perché, soprattutto a sinistra serpeggia un sentimento di estraneità, mentre le stanze del potere sono permanentemente occupate da lobby, corporazioni e famiglie, la cui cupola è difficile da penetrare. A Roma da decenni le stesse venti persone si scambiano i ruoli tenendo per loro il potere, mentre adesso nei partiti in piena crisi di ideologie per esser dirigenti basta essere bravi showman e contemporaneamente portaborse». Ma non tutto è nero per il sindaco di Salerno, che vede nel suo omologo fiorentino una possibilità di riscatto per il partito Democratico: «Renzi – conclude De Luca – ha in se tutte le capacità per cambiare le cose, ma per ora è solo una sommessa in atto».

Renzi-Cav: De Luca, critiche? Parassiti antiberlusconiani

“Lo hanno criticato in molti, soprattutto tra quelli che hanno fatto il Governo insieme con Berlusconi e soprattutto fra quelli che hanno vissuto di parassitismo antiberlusconiano senza concludere assolutamente niente”. Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno e viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, commenta cosi’ le critiche che sono state mosse a , segretario nazionale del Pd, in seguito all’incontro che ha avuto lo scorso sabato con Silvio Berlusconi. A criticare, spiega De Luca, sono stati quelli che hanno governato “senza approvare una legge sul conflitto di interessi quando c’erano possibilita’ e dovere di farlo, soprattutto quando si e’ lasciato campo libero al Pdl su tante tematiche, dalla riforma della giustizia a quella del mercato del lavoro su cui abbiamo prodotto molti sospiri e nessun risultato”. Quello di sabato, per De Luca, “e’ stato un incontro di lavoro nel quadro degli incontri che il segretario nazionale del Pd ha avuto con tutti gli esponenti politici per arrivare a una proposta di modifica di legge elettorale piu’ condivisa possibile”

Carfagna: Ora rendere le primarie obbligatorie per legge

“Finalmente, dalla parte del Pd, c’e’ un interlocutore determinato e risoluto. La credibilita’ di Renzi si misurera’ con l’attuazione dell’accordo raggiunto con Silvio Berlusconi”. Cosi’ la portavoce del gruppo Forza Italia alla Camera dei deputati , intervistata dal quotidiano online Italia-24News. “L’appello che ho lanciato nei giorni scorsi su un accordo ad ampio spettro – ha ricordato Carfagna – e’ stato recepito e ne sono felice. La svolta impressa da Silvio Berlusconi e Matteo Renzi e’ il segno dei tempi. La legittimazione popolare che i due leader hanno ottenuto, il primo con i milioni di voti negli ultimi venti anni, il secondo con le primarie, adesso deve tradursi in scelte decisive per il futuro del Paese. Senza le preferenze – ha continuato Carfagna – rimane il problema dell’individuazione dei parlamentari da inserire in lista. Quella scelta dal Pd e da Renzi e’ un’ipotesi interessante. Le primarie, infatti, sono uno strumento importante e da non sottovalutare. Forse, per renderle piu’ sicure, come forma di tutela assoluta verso chi si candida e chi esprime il proprio voto, sarebbe opportuno – conclude – renderle obbligatorie per legge e regolamentarle gia’ con la nuova normativa elettorale che il Parlamento si accinge a discutere”. Segreteria Pd: De Luca asseconda Matteo Renzi

De Luca lo sa bene: la partita per la segreteria regionale del Pd vale molto. O meglio vale una vera e propria ipoteca per la candidatura a governatore. Nel Governo Letta ormai non ci spera più. O forse non ci ha mai sperato. Il passaggio romano altro non è che il trampolino di lancio per la riproposta alla guida della Regione Campania. Ma ora nonostante le rassicurazioni di Matteo Renzi sull’attribuzione delle deleghe, dopo le sue minacce di dimissioni, De Luca sa bene che dovrà cambiare strategia e puntare dritto al vertice regionale del Pd, anche in considerazione della candidatura del suo nemico politico principale: il deputato scafatese Guglielmo Vaccaro che per primo, probabilmente, ha individuato la strada migliore per arrivare a Santa Lucia. Sul caso romano, dopo la battuta flash di Lupi a Milano dove il Ministro, sulla vicenda De Luca, ha dichiarato «vedremo le sue decisioni ma basta polemiche», all’attacco è andato proprio Vaccaro che ormai da mesi contestata il doppio incarico di Vincenzo De Luca: «Vuol servire due padroni ma sta facendo male il lavoro a Roma e male quello di sindaco a Salerno. In questi mesi altro non ha fatto che rovinare la sua immagine». E le parole di Vaccaro misurano quantomai il peso politico della vicenda. Non fosse altro che il deputato salernitano è fedelissimo di Letta fin dalla prima ora. Tornando al vertice regionale del Pd, De Luca pare voglia puntare su un napoletano, raccogliendo l’invito di Nicodemo e scartando, così, l’ipotesi Landolfi. Il sindaco, infatti, d’intesa proprio con Renzi potrebbe puntare su un renziano partenopeo capace poi di sostenerlo anche nelle eventuali primarie per la corsa a governatore. Da Napoli pare stia scaldando i motori anche Lello Topo, attuale capogruppo regionale pronto a scendere in campo per la segreteria regionale. Ma a quanto pare gli attuali consiglieri di palazzo Santa Lucia sarebbero stati bloccati dalla stessa dirigenza Renzi che li accuserebbe di atteggiamenti troppo morbidi nei confronti della gestione Caldoro.

(andpell)

Direzione Pd: c’è De Luca ma l’uomo di Renzi è Pisani di Andrea Pellegrino

C’è Vincenzo De Luca nella direzione del Pd ma non è Matteo Renzi a trascinarlo.

Nel listino dei venti sindaci indicato dal neosegretario nazionale del Partito democratico c’è un altro salernitano e non è il sindaco del capoluogo di provincia: il primo cittadino di Pollica Stefano Pisani, che rientra nel gruppo dei « della prima ora». Nell’organo di direzione nazionale entra anche un’altra salernitana: la deputata di Agropoli, Sabrina Capozzolo. Ieri l’assemblea del Pd a Milano che ha ufficializzato la nomina di Matteo Renzi a segretario nazionale.

Presenti tutti gli eletti salernitani delle varie mozioni che si sono contrapposte lo scorso 8 dicembre. In sala anche Vincenzo De Luca poi nominato all’interno della direzione nazionale. Secco «no comment» sull’incompatibilità. Il sindaco aspirante viceministro di Salerno, a quanti gli hanno chiesto notizie sulla sua posizione e sui suoi rapporti con la nuova segreteria Pd, all’indomani della vivace discussione in Parlamento con la deputata campana Pina Picierno, ha risposto: «Sono di una serenità olimpica, e la salute va benissimo». Quanto alle polemiche De Luca dice: «Secondo me non sono incompatibile. La legge 81 stabilisce la competenza del viceministro, che devono essere relative a un dipartimento o a più direzioni generali. Siamo fermi a questa discussione. Le polemiche non mi turbano, sono in totale relax». Ma questa settimana per Vincenzo De Luca potrebbe essere quella della scelta.

Domani in Tribunale si discuterà proprio dell’incompatibilità del sindaco – viceministro, dopo il ricorso presentato dai grillini salernitani. Ancora, è fissata per venerdì la riunione di maggioranza, durante la quale s’attendono le indicazioni del sindaco e che dovrebbe vedere all’ordine del giorno anche la verifica amministrativa richiesta da Sel.

Infine ci sarà da convocare ufficialmente il Consiglio comunale che dovrebbe iscrivere all’ordine del giorno l’argomento decadenza. Il tutto mentre s’attendono risposte da Roma in merito all’attribuzione delle deleghe ed il completamento dell’incarico ministeriale per De Luca. Se ciò non accadrà con molta probabilità De Luca lascerà il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture proseguendo così il sindacato. Dallo stesso Renzi pare che sia giunto il nuovo invito a «decidere al più presto».

Tra l’altro, un altro segnale il rottamatore lo ha lanciato anche ieri in assemblea, puntando su Pisani nel listino dei sindaci.

Nella direzione nazionale del Pd, entrano anche Alfredo D’Attorre, ex segretario provinciale del Pd e attuale coordinatore della regione Calabria per il Partito democratico; Andrea Cozzolino, eurodeputato e possibile avversario interno di De Luca per la candidatura a Governatore della Campania nel 2015; infine il deputato che aveva scelto Salerno, candidandosi nel collegio cittadino, per la sua campagna congressuale a sostegno di .

De Luca: Sono sereno. Pd masochista

“Sono di una serenita’ olimpica”. E “la salute va benissimo”. Non si scompone Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, del Pd, e viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, oggetto di polemiche per l’accumulo delle cariche (Pina Picierno, della segreteria Renzi, lo ha invitato a dimettersi dall’incarico governativo), arrivato a Milano per partecipare all’assemblea nazionale del Pd. “E fate un buon Natale…”, risponde ai cronisti che lo incalzano sui rapporti con la nuova segreteria. Poi tiene il punto sull’incompatibilita’: “Vedo che anche voi non leggete le carte – dice de Luca – qui non si rispetta la legge 81. Non sono incompatibile, secondo me. Ma quello che mi colpisce e’ che nessuno ha letto la legge, per vedere che cosa dice. La legge 81 stabilisce la competenza del viceministro, che devono essere relative a un dipartimento o a piu’ direzioni generali. Siamo fermi a questa discussione”. Quindi le polemiche non la turbano? “No, no, io sono in totale relax – risponde De Luca – e non credo che ci saranno interventi: si insedia il segretario…”. No, guardi che ci saranno interventi: “Parlano? La vocazione al masochismo in questo partito e’ infinita….”. (Tog/Ct/Adnkronos) 15-DIC-13 11:28 NNNN Vincenzo De Luca nella direzione del Pd

Ecco i membri della direzione Pd, c’è anche Vincenzo De Luca. Tra gli altri salernitani, Stefano Pisani e Sabrina Capozzolo. Manuela Rontini, Cristiana Alicata, Giovanna Martelli, Silvia Fregolent, Teresa Armato, Francesca Puglisi, Francesca Bonomo, Simona Bonafe, Alessia Rotta, Roberta Pinotti, Raffaella Paita, Mila Spicola, Lorenza Bonaccorsi, Estella Marino, Sabrina Capozzolo, , Silvana Amati, Patrizia Prestipino, Elisa Filippi, Alexandra Coppola, Assunta Tartaglione, Giuliana Palma, Nadia Ginetti, Annapaola Concia, Maria Antezza, Laura Cantini, Teresa Piccione, Daniela Sbrollini, Claudia Mancina, Caterina Pes, Laura Venittelli, Lura Venturi, Marta Giovannini, Stefania Pezzopane, Caterina Bini, Cecile Kyenge, Lia Quartapelle, Rosa Maria Di Giorgi, , Rosanna Filippin, Laura Puppato, Ilda Curti, Annapaola Cova, Marina Terragni, Elly Schlein, Beatrice Brignone, Elena Gentile, Rita Castellani, Maria Carmela Lanzetta, , Roberto Reggi, Matteo Richetti, Roberto Giachetti, Ermete Realacci, , Emauele Lodolini, Goffredo Bettini, Ernesto Magorno, Sandro Principe, Ettore Rosato, Antonello Giacomelli, Dario Nardella, Nicola Danti, Fabio Maccione, Lele Fiano, Gianluca Lioni, Renato Soru, Mario Morgoni, Antonio De Caro, , Gavino Manca, Luigi Famiglietti, Fausto Recchia, , Angelo Rughetti, Franco Mirabelli, Bruno Astorre, Marco Donati, Marco Guasticchi, Ciro Bonaiuto, Roger De Menech, Roberto Bizzo, Vincenzo De Luca, Salvatore Margiotta, Francesco Sanna, Francesco Boccia, Marco Minniti, Giorgio Tonini, Andrea Martella, Felice Casson, Paolo Cosseddu, Enzo Martines, Mirko Tutino, Samuele Agostini, Andrea Ranieri, Marco Sarracino, Thomas Castangia, Barbara Pollastrini, Concetta Raia, Rosa D’Amelio, Micaela Campana, Enza Bruno Bossio, Margherita Miotto, Valeria Fedeli, Anna Rossomando, Emma Petitti, Sesa Amici, , Michele Meta, , Andrea Cozzolino, , , Matteo Orfini, Francesco Verducci, Andrea Manciulli, Stefano Fassina, Nico Stumpo, Alfredo D’Attorre, . La commissione di garanzia e’ composta da Franco Marini, David Ermini, Enrico Morando, Gianni Principe, Angelo Argento, Gianclaudio Bressa, Salvatore Vassallo, Paola Bragantini, Aurelio Mancuso. A questa lista si aggiungono i cosiddetti membri per funzione, che entrano in direzione: la coordinatrice delle donne, il coordinatore della commissione congresso, i presidenti di regione iscritti al Pd, i sindaci delle citta’ metropolitane, presidenti ed ex presidenti del consiglio, ex segretari nazionali, segreteria e i candidati alle primarie 2013. Infine i 20 componenti della direzione scelti dal segretario, tutti sindaci: Pino Catizone, Stefano Scaramelli, Eugenio Comencini, Luca Pastorino, Stefano Pisani, Federico Vantini, Vladimiro Boccali, Roberto Balzani, Federico Berruti, Andrea Rossi, Romina Mura, Micaela Fanelli, Isabella De Monte, Simonetta Rubinato, Margherita Pedinelli, Stefania Bonaldi, Barbara Paron, Rita Rossa, Monica Chitto’, Carla Rocca.

Il Cavaliere chiama Mara, De Luca porta tutti a cena di Andrea Pellegrino

Se Silvio Berlusconi ha annunciato una sua telefonata durante la convention di Forza Italia (questo pomeriggio all’Hotel Mediterannea), Vincenzo De Luca ha deciso di portare tutti a cena. Venerdì gustoso, insomma, per entrambi gli schieramenti politici. I forzisti potranno ascoltare direttamente il loro leader, mentre amministratori comunali e dirigenti del Pd si ritroveranno direttamente a tavola. “Nonno 13” dovrebbe essere il ristorante individuato da Vincenzo De Luca, che arriverà oggi da Roma, dopo giorni complicati che lo hanno visto sempre di più stretto in un angolo, nonostante la schiacciante vittoria di Matteo Renzi in città. Non si sa cosa De Luca dirà ai suoi, l’unica cosa certa, si vocifera negli ambienti comunali, è che si pagherà alla “romana”. Naturalmente il sindaco – viceministro dovrà pur dire qualcosa, soprattutto dopo la vivace discussione con Pina Picierno, neo componente della segreteria Renzi, che ora punta dritta alla segreteria regionale del Pd. Ed a quanto pare sembra che sia già in pole position per succedere ad Enzo Amendola. Al Comune di Salerno da giorni il clima è di attesa soprattutto per quel che accadrà da ora a fine anno. Le date già segnate sul calendario scadenzano i tempi: domenica assemblea nazionale del Pd, nella quale ritornerà il figlio di De Luca (Piero, ndr) mentre farà il suo ingresso, per l’area Renzi, il presidente del Consiglio comunale Antonio D’Alessio. Ad inizio settimana, invece, il segretario provinciale del Pd, Nicola Landolfi, con molta probabilità nominerà la sua segreteria. Tra i nomi di sicuro c’è segnato già quello di Ginetto Bernabò, il consigliere comunale renziano della prima ora, mentre per gli altri con molta probabilità si attenderanno le indicazioni dei big (Iannuzzi, Andria e naturalmente De Luca). Poi sempre Landolfi dovrebbe convocare l’assemblea per la nomina della direzione, nella quale, si auspica (per eleganza istituzionale) che trovi posto anche la componente lettiana di Vincenzo Pedace. Il 17 dicembre, invece, il caso De Luca approderà in Tribunale, con la discussione dell’incompatibilità promossa dai Cinque Stelle. A Roma, intanto, i grillini sono pronti a mettere Renzi con le spalle al muro, facendo calendarizzare la mozione contro il viceministro. Il 20 dicembre al Comune, invece, ci sarà il vertice di maggioranza: fino ad allora il quadro dovrebbe essere più chiaro e forse in questa sede De Luca, se non lo farà stasera, scioglierà la riserva. A seguire la conferenza dei capigruppo per stilare l’ordine del giorno della seduta del 30 dicembre. Ci sarà anche la decadenza, ma con molta probabilità sarà come sempre all’ultimo punto. Insomma, sempre in posizione utile per scappatoie dell’ultimo minuto. Il disegno, almeno ad oggi, sarebbe superare il mese di febbraio per l’eventuale decadenza del sindaco, in modo da spedire il Comune di Salerno alle urne nella primavera del 2015, in contemporanea con le elezioni regionali e quasi sicuramente con le politiche. Un piano politico, questo, che prevede naturalmente l’attribuzione delle deleghe al viceministro De Luca e dunque il prosieguo dell’incarico romano. Chimicamente c’è chi accomuna questa situazione alla «precipitazione» in attesa che si faccia chiarezza mentre c’è chi spera che il clima natalizio e le pietanze di stasera possano addolcire il periodo in discesa del sindaco De Luca.

D’Alema, Salerno tra un po’ si scrivera’ in cirillico…

“Salerno tra un po’ si scrivera’ in cirillico”. Massimo D’Alema liquida con una battuta il caso dei risultati plebiscitari al primo turno in favore di Matteo Renzi a Salerno, grazie al sostegno del viceministro e sindaco Vincenzo De Luca. “Ragiona – dice – come nelle guerre di religione del 500, quando un popolo seguiva la fede del conquistatore. De Luca lasci liberi i suoi concittadini do pensarla diversamente”. Intervenendo a un incontro dei sostenitori dell’area Cuperlo ad Avellino, D’Alema si dice “sorpreso” anche dell’adesione renziana di Antonio Bassolino. E sull’eventualita’ che l’ex governatore della Campania possa tornare a un impegno politico diretto, D’Alema si augura “un altro po’ di riposo, viste le ultime scelte. Ma non nelle istituzioni napoletane, dopo essere stato tradito da quelli che prima lo avevano divinizzato”. E riferendosi all’attuale sindaco di Napoli, D’Alema esprime un goudizio netto: “De Magistris non rappresenta la mia idea di sindaco, di magistrato, di nulla”.

Sgarbi: “De Luca come Berlusconi” di Andrea Pellegrino

«Non vedo e non capisco i reati. Mi piacerebbe sapere solo chi pagherà se il Crescent sarà dissequestrato. Oppure cosa accadrà: andrà giù?». Vittorio Sgarbi questo pomeriggio sarà nuovamente a Salerno per presentare il suo libro. Al cantiere del Crescent era stato in occasione dell’inaugurazione delle luci d’artista, ed ora all’indomani del provvedimento del sequestro del cantiere della mezza luna di Bofill commenta così: «Penso che siamo al colpo di stato continuo da parte delle Procure. Non trovando una Ruby come nel caso di Berlusconi, cercano di bloccare così Vincenzo De Luca». «Quando sbloccheranno il cantiere (perché lo sbloccheranno) – afferma il critico d’arte – saranno i contribuenti italiani a pagare? Io da cittadino italiano, da contribuente, sono stanco di pagare indagini ed intercettazioni telefoniche per quei processi (vedi il caso Tortora) che non hanno portato a nulla. Mi piacerebbe sapere solo quanto cosa tenere fermo un cantiere e soprattutto dopo chi pagherà questi danni».

Lei ha espresso, durante la sua visita a Salerno, un giudizio positivo sull’opera, conferma tutto?

«Inizialmente ho avuto delle perplessità poi vendendolo da vicino ciò che avrei evitato è l’ultimo piano. Una struttura più bassa in linea con l’edificio di architettura fascista del Comune. Poi non mi risulta che un architetto come Bofill sia un distruttore delle città. Quindi non vedo da dove sorgano tutte queste polemiche».

Quasi in contemporanea all’inchiesta Crescent per De Luca si è aperto anche il caso tessere Pd, all’indomani del’exploit di Renzi in città

«Quando De Luca ha dato i voti a Bersani nessuno ha detto nulla. Il sindaco di Salerno ha un grosso ascendente verso i suoi elettori e li ha convinti a votare Renzi. Tutto qui. Io mi auguro che Renzi vada al governo e faccia la riforma della giustizia».

Ma De Luca, in questo momento, paga il prezzo di una guerra di potere, soprattutto interna al Pd?

«Certamente. Ma se in caso di vittoria di Renzi, anche De Luca sarà vincitore e penso che per lui non ci saranno più problemi»

Non sarà colpa del doppio incarico?

«Io ho un’altra teoria: reputo che il cumulo di incarichi faccia risparmiare gli enti pubblici. Io vorrei mille sindaci parlamentari. Così c’è un vero risparmio. E se è pure consigliere provinciale, ben venga. Avrà tre incarichi al prezzo di uno. Quanto a De Luca, faccio un esempio: se un docente è bravo può insegnare in due università, quindi penso che De Luca possa fare bene il sindaco ed il viceministro. Ma ripeto io sono favorevole al cumulo delle cariche. Poi non prendiamoci in giro: un sindaco ministro ha più potere e ne beneficia la sua città. L’unica cosa che farei è sostituire le Regioni con una semplice assemblea composta dai parlamentari di quell’area geografica. D’altronde i consiglieri regionali non servono a nulla meglio che s’incontrino i parlamentari».

Ma intanto De Luca resta senza deleghe. Renzi riuscirà in questa impresa? «Colpa del Ministro. Ci sono ministri che hanno poca propensione a dividere il potere. Se attribuisco un pezzo di potere al vice ne perdo io Ministro. E’ questione di mentalità e non penso che Renzi riesca a far cambiare questa mentalità. C’è chi distribuisce le deleghe e chi no. De Luca in questo momento sostanzialmente non ha incarichi specifici al Ministero, non può far nulla, salvo gli atti ordinari. Anche il suo posto lo occupa il ministro».