Torna in Edicola Cronache Del Lunedì. Con Una Sorpresa Granata,La
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Salernitana brutto ko, Lecce corsaro Il Lecce espugna l’Arechi e condanna la Salernitana alla prima sconfitta del 2019.(1-2) Pronti-via e la squadra di Liverani passa: Mancosu (4′) calcia dai 25 metri, la palla cambia direzione e sorprende Micai che, piazzato male, non riesce ed evitare il gol dei salentini. I giallorossi, galvanizzati dal vantaggio-lampo, pigiano il piede sull’acceleratore e al 20′ trovano la rete del 2-0: Tachtsidis serve una palla filtrante nello spazio per Palombi che prende il tempo a Mantovani e Perticone e, a tu per tu con il portiere, deposita in fondo al sacco, siglando il gol dell’ex. La Salernitana prova a riorganizzarsi ma il Lecce non concede praticamente nulla. E nella ripresa sfiora tre volte il tris con Scavone e Calderoni (due volte). Ma ad andare in gol e’ la Salernitana che al 28′ accorcia le distanze con Andre’ Anderson. La rete del brasiliano (la seconda consecutiva), pero’, non basta alla squadra di casa per agguantare almeno il pari. Salernitana; ingaggiato il centrocampista Minala La Salernitana ufficializza il primo rinforzo della sessione invernale di calciomercato. La societa’ di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma ha annunciato il ritorno in granata di Joseph Minala, centrocampista di proprieta’ della Lazio, che aveva indossato la maglia della squadra campana gia’ in due precedenti stagioni. Il calciatore camerunense, idolo della tifoseria per il gol-vittoria siglato lo scorso anno nel derby di Avellino, arriva a titolo temporaneo dai biancocelesti dove negli ultimi sei mesi era rimasto fuori lista. E’ morto Masinga, il papa nero della Salernitana La federazione calcistica sudafricana ha comunicato la notizia della morte dell’ex calciatore Philemon Masinga, che fra il 1997 e il 2001 giocò in Italia con Salernitana, che con i suoi gol pesantissimi centrò la salvezza nel torneo di Serie B 96/97, e Bari. Con i pugliesi in Serie A segnò 24 gol in 75 partite, spesso decisivi, e divenne uno dei simboli della squadra in quegli anni. Prima di arrivare in Italia, Masinga giocò con il San Gallo, in Svizzera, e con il Leeds United, in Inghilterra. In carriera mise insieme 58 presenze con la nazionale sudafricana, diventando uno dei suoi giocatori più rappresentativi. Nel 1997 segnò al Congo il gol che qualificò il Sudafrica ai primi Mondiali di calcio nella storia del paese. Secondo i giornali locali, Masinga era gravemente malato da tempo ed era stato ricoverato lo scorso 21 dicembre per l’aggravarsi delle sue condizioni. 1 a 1 tra Salernitana e Rieti in amichevole 1–1 l’amichevole dell’”Arechi” tra Salernitana e Rieti. Granata vicini al gol nei primi minuti con Gigliotti prima e Castiglia poi, ma è Djuric al 17’ a impegnare severamente Costa con una bella girata all’interno dell’area di rigore. La palla gol più nitida del primo tempo la costruisce però il Rieti, con Gondo che al 31’, sugli sviluppi di un calcio di punizione, colpisce in pieno la traversa. Al 37’ Vitale pesca in area Casasola, che di testa manda di poco alto sopra la traversa. Al 40’ Rieti pericoloso ancora con Gondo, che prova a sorprendere Micai con un pallonetto che si spegne sul fondo e manda le squadre al riposo sullo 0–0. Al 9’ della ripresa il Rieti passa con un calcio di punizione dal limite di Catarino Venancio che non dà scampo al neo entrato Vannucchi e s’infila all’incrocio dei pali. Passano due minuti e la Salernitana trova il pari con Jallow, servito da un preciso cross di Bellomo. La partita scivola via senza ulteriori sussulti, con le due squadre che si accontentano dell’1–1 finale. La Salernitana va forte su Stoian ma tiene in caldo anche Ciciretti di Fabio Setta SALERNO – La Salernitana brucia il Venezia e vola in pole position per ingaggiare Adrian Stoian. Il fantasista rumeno, cresciuto nel settore giovanile della Roma, club con cui ha anche esordito nel 2009 in massima serie, è stato messo in lista di sbarco dal Crotone. Dopo un primo sondaggio del Venezia, la Salernitana si è mossa con decisione allacciando i contatti anche con il procuratore del calciatore, Pietro Chiodi. Il discorso è appena agli inizi, va rimarcato, ma è qualcosa che va al di à del semplice sondaggio. Anche perché la Salernitana batte anche altre piste ed essendo remota l’ipotesi Palladino, segue con grande interesse anche la situazione di Ciciretti, che il Parma sarebbe disposto a cedere in prestito. In cambio ai ducali potrebbe andare Di Gennaro, già vicino a vestire il gialloblù nella scorsa estate oppure Djavan Anderson. L’olandese, al di là della voglia di Gregucci di trattenerlo, sembra destinato ad andare via. L’ex Bari tornerà alla Lazio che potrebbe metterlo a disposizione di Simone Inzaghi se non arrivasse Zappacosta oppure cederlo in prestito, proprio al Parma oppure alla Spal, che già si è fatta avanti. Dalla Lazio, però potrebbe tornare, questa volta a titolo definitivo, il centrocampista Minala, rimasto praticamente fermo in questi primi sei mesi di stagione. Oltre che per i giocatori in esubero, però (leggi a destra) la Salernitana sta ricevendo diverse offerte per alcuni giocatori al momento non in lista di sbarco. Dopo il Pescara, infatti, ha chiesto informazioni su Vitale anche il Perugia che nei giorni scorsi si era mosso anche per Pucino. Il Carpi continua a pressare Jallow. Venerdì, a tal proposito, è in agenda l’incontro tra Salernitana e Chievo per anticipare l’obbligo di riscatto fissato per giugno in caso di promozione per una cifra di poco inferiore ai due milioni. In difesa, se come sembra, dovesse partire Perticone, non è da escludere il ritorno del difensore Monaco, fuori lista a Perugia. In attacco piace e non poco l’attaccante del Perugia Bianchimano, seguito però da diversi club del torneo cadetto e di terza serie. Immutato il grande amore dei tifosi per il “Siberiano” di Francesco La Monica “Voi che vivete liberi, voi che siete guidati dalla lealtà del vostro spirito, scolpite nel vostro cuore il nome di Carmine “Il Siberiano”, e narrate ciò che è stato”. Questa la frase scalfita dai tifosi della Salernitana nella targa a lui dedicata, apposta proprio vicino al bar della Curva Sud dove Carmine Rinaldi, detto “Siberiano”, amava riunirsi con i suoi fedelissimi nei momenti che precedevano l’inizio di ogni partita. Fisico da granatiere, biondo, occhi azzurri, era chiamato da tutta la città sportiva “Il Siberiano” perché era solito presentarsi allo stadio con la sua maglietta a maniche corte con qualsiasi temperatura. Insieme a Ciccio Rocco e agli amici di sempre ha disegnato pagine indelebili della storia della Salernitana, e che ha fatto della sua “fede” incondizionata per la casacca una ragione di vita. In questi giorni, il compianto Siberiano avrebbe compiuto gli anni, e sono ancora in tanti a ricordarlo con affetto sin da quel maledetto 12 aprile 2010, quando Carmine venne stroncato da un infarto a soli 46 anni. Il Siberiano ha rappresentato, e rappresenta tuttora, il punto di riferimento della Salerno Ultras, l’esempio da seguire, il capo ultrà amato e rispettato da tutte le tifoserie d’Italia. “Il ricordo di Carmine resterà indelebile nel cuore di ognuno di noi che lo abbiamo realmente conosciuto e vissuto. Carmine era una persona sana, che non parlava mai male di nessuno. Ha sempre sostenuto l’ideale Ultras e ha cercato di tramandarlo a noi ragazzi della GSF in maniera pulita. Inoltre, il Siberiano viene ricordato e ammirato tuttora anche dalle tifoserie rivali perché era una persona che sapeva farsi voler bene da tutti. Al suo funerale ho visto tifosi avversari piangere come se avessero perso un familiare. Quel giorno, mentre ero vicino alla bara, sentii la voce di un uomo, che scandì con fermezza queste parole :”Ciao grande”. Era la voce di “Franchino ‘O Sciamano, storico capo ultrà della Cavese. Ciò dimostra quanto Carmine fosse grande. Si può dire che la GSF sia morta insieme a lui proprio nel giorno della sua sepoltura”, riferisce un suo caro amico visibilmente commosso. Innumerevoli sono gli aneddoti legati alla sua figura, indelebili nei cuori e nelle menti di chi per anni è stato al suo fianco, come Walter:”Era il 1984, trasferta a Reggio Calabria, durante il primo approccio al successivo gemellaggio. Eravamo in 5 della GSF ospitati in curva Nord dai reggini. Carmine non venne perché insieme a Fiore Cipolletta ed altri ebbe un problema all’auto. Al ritorno in treno fummo intercettati dagli allora famigerati “Viking” della Lazio di ritorno da una trasferta in Sicilia. Appena ci videro con le sciarpe granata al collo, ci circondarono con evidenti intenzioni tutt’altro che pacifiche. Appena si resero conto che eravamo salernitani si fermarono e, quasi ossequiandoci, dissero che eravamo degni di rispetto perché a capo avevamo uno dei più grandi Ultras del panorama italiano. Era in momenti come questi che era possibile toccare con mano la grandezza e il carisma di quest’uomo. Carmine difendeva sempre e comunque la sua città e i suoi fratelli granata, anche quando non era presente”. Un uomo che amava e difendeva strenuamente i colori granata, come ricorda Antonio Di Filippo:” Estate 1995. La Salernitana veniva dal meraviglioso torneo di B che terminò col triste epilogo di Bergamo. Le aspettative per la stagione prossima erano roboanti, eppure l’Asics propose delle maglie troppo rosse e troppo poco granata, Questione di marketing, si disse. La Curva Sud, con i GSF di Ciccio Rocco e Carmine organizzò una protesta clamorosa. I più grossi del gruppo indossarono una divisa granata fiammante e, sotto la sede della società, allora sul lungomare, sfilarono uno alla volta, rimarcando che il colore della Storia e del cuore fosse quello e nessun altro.