COMUNE DI PROVINCIA DI

SINTECO SPA Zona Industriale Villanova 7a 32013 Longarone (BL)

PIANO PARTICOLAREGGIATO "SINTECO" VARIANTE 2020

Valutazione di compatibilita' idraulica (DGRV 2948/2009)

ELABORATO N. TITOLO R01 RELAZIONE COMPATIBILIA' IDRAULICA SCALA

CODICE DOCUMENTO

API1975_R01_00

FILE

API1975_R01_00.pdf

PROGETTAZIONE Studio API PROGETTISTA Associazione Professionale Ingegneri Ing. Gaspare Andreella Viale Pedavena 46 - 32032 (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

0 FEBBRAIO 2020 PRIMA EMISSIONE L.BUSNARDO G. ANDREELLA G. ANDREELLA REV. DATA MOTIVO REDATTO VERIFICATO APPROVATO

RIPRODUZIONE O CONSEGNA A TERZI SOLO DIETRO SPECIFICA AUTORIZZAZIONE

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

INDICE 1 PREMESSA...... 3 2 CONTENUTI DELLO STUDIO ...... 5 3 DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE DEI LUOGHI ...... 7 4 CARATTERISTICHE IDROGRAFICHE E DELLA RETE IDRAULICA ...... 10 5 RETI ESISTENTI ...... 12 6 DESCRIZIONE DELI INTERVENTI DI VARIANTE ...... 14 7 VALUTAZIONE DEL RISCHIO E DELLA PERICOLOSITA’ IDRAULICA ...... 17 7.1 Il concetto di rischio ...... 17 7.2 Il Piano di Assetto Idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione (PAI-4 bacini) ...... 18 7.3 Compatibilità dell’intervento con le NTA di PAI ...... 20 8 ANALISI IDROLOGICA ...... 22 8.1 Determinazione delle piogge critiche di assegnata frequenza ...... 22 8.1.1 Curve di possibilità pluviometrica ...... 22 8.1.2 Precipitazioni di progetto ...... 24 9 APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DELL’INVARIANZA IDRAULICA ...... 25 9.1 Determinazione dei contributi specifici delle aree di trasformazione allo stato programmato ...... 26 9.2 Definizione degli interventi di compensazione ...... 28 10 VERIFICHE IDRAULICHE ...... 31 10.1 Superfici ...... 31 10.2 Tempo di corrivazione ...... 31 10.1 Portate massime ...... 32 10.2 Rete di progetto ...... 33 10.3 Verifiche idrauliche condotte ...... 34 10.4 Manufatto limitatore ...... 37 11 CONCLUSIONI ...... 38 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ...... 40

API1975_R01_00.docx I

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

API1975_R01_00.docx II

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

1 PREMESSA

La presente Valutazione di Compatibilità Idraulica (VCI) viene redatta a corredo della “Variante 2020 al Piano Particolareggiato D1-I / 5-6 “Sinteco” nel territorio del Comune di Longarone (BL). La presente VCI è stata redatta ai sensi della Delibera della Giunta Regionale del n. 3637/2002 “Legge 3 agosto 1998, n. 267 – Individuazione e perimetrazione delle aree a rischio idraulico ed idrogeologico. Indicazioni per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici”; e delle successive modifiche ed integrazioni (D.G.R.V. 1322/2006, 1841/2007 e 2948/2009).

API1975_R01_00.docx 3

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

API1975_R01_00.docx 4

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

2 CONTENUTI DELLO STUDIO

Lo scopo fondamentale della VCI è quello di verificare l'ammissibilità delle previsioni contenute nel nuovo strumento urbanistico o nella variante, prospettando soluzioni corrette dal punto di vista dell’assetto idraulico del territorio. Per perseguire tali obbiettivi, è necessario valutare le interferenze che le nuove previsioni urbanistiche possono comportare con l’assetto idrologico ed idraulico del corso/i d’acqua verso il quale sono diretti i deflussi di origine meteorica, con riferimento all’intero bacino idrografico. La VCI deve quindi mettere in evidenza le criticità che interessano la rete di drenaggio, principale e secondaria, nell’attuale conformazione e valutare le modificazioni previste in seguito all’attuazione del nuovo strumento urbanistico. Nei casi in cui si dovessero evidenziare variazioni peggiorative in termini di sollecitazione della rete di drenaggio, la VCI deve essere completata con l’individuazione di sistemi e dispositivi idonei ad annullare (misure di mitigazione e compensazione) tali variazioni, individuando tipologie di intervento, criteri di dimensionamento, eseguendo, se necessario, apposite verifiche idrauliche. Si riporta di seguito il diagramma di flusso delle attività svolte per la redazione della presente VCI.

API1975_R01_00.docx 5

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Figura 2-1 – Diagramma di flusso delle attività da svolgere per la redazione di uno studio di compatibilità idraulica (FOIV Ingegneri del Veneto n.34 dicembre 2008 Coccato, Boccato, Andreella)

API1975_R01_00.docx 6

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

3 DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE DEI LUOGHI

L’area oggetto della presente valutazione si trova in comune di Longarone all’interno dell’area industriale Villanova posta in destra idrografica. Il Comune di Longarone è situato nel settore centrale della provincia di Belluno lungo la valle del Piave e all’interno della Comunità Montana Cadore Longaronese Zoldo. L’intero territorio comunale si trova all’interno del bacino idrografico regionale del fiume Piave.

Figura 3-1 – Inquadramento geografico del territorio comunale.

API1975_R01_00.docx 7

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Figura 3-2: Inquadramento su CTR dell’area in esame.

Figura 3-3: Inquadramento su CTR dell’area in esame.

API1975_R01_00.docx 8

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

L’area oggetto della presente valutazione si trova in comune di Longarone all’interno dell’area industriale Villanova posta in destra idrografica. Si tratta quindi di un area urbanisticamente dedicata agli stabilimenti produttivi e commerciali ad alto grado di impermeabilizzazione. Catastalmente l’area oggetto del Piano Particolareggiato è individuata dai mappali 363,408,446 del Foglio 35 del Comune di Longarone.

Figura 3-4: Inquadramento su base CATASTALE.

API1975_R01_00.docx 9

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

4 CARATTERISTICHE IDROGRAFICHE E DELLA RETE IDRAULICA

Il territorio del comune di Longarone è attraversato da diversi corsi d’acqua di notevole importanza, di cui il principale è senza dubbio il fiume Piave. Il fiume Piave nasce dalle pendici del monte Peralba, in comune di (BL), ad una quota di circa 2000 metri sul livello del mare. Nei pressi dell’abitato di Sappada riceve il contributo dei primi affluenti importanti. Infatti dalla sinistra idrografica si immettono il “Rio Siera di Sappada” e il “Rio Storto”, mentre dal versante destro arrivano il “Rio del Mulino” e il “Rio Lerpa”. Ma l’affluente più importante è sicuramente il “Torrente Cordevole di Visdende”, che si immette da destra nel Piave nei pressi dell’Ex Miniera di Salafossa scendendo da Cimacanale in direzione sud. fiume Piave alla confluenza ( circa 2.3 m3/s) ed un bacino idrografico di circa 71.5 km2. Lungo la valle di e di riceve nuovamente contributi dagli affluenti laterali: in destra idrografica si immettono alcuni affluenti minori tra cui il “Rio Giau de Rin” e il “Torrente Rin”, mentre in sinistra nei pressi della località Campolongo si immette in torrente Frison. A il fiume Piave riceve le acque del torrente Ansiei, proveniente da Aronzo di Cadore, mentre da destra arrivano i torrenti Piova, Mauria, Talagona e Anfela A il Piave aumenta di molto le sue portate grazie alla confluenza del torrente Boite, e poco dopo, a Longarone, si immette anche il torrente Maè.

API1975_R01_00.docx 10

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Figura 4-1 – Reticolo idrografico del territorio comunale. Il secondo corso d’acqua per importanza è il torrente Maè. Nasce poco più a nord di Pecol (comune di ) ai piedi del monte Civetta e percorre tutta la valle toccando Mareson, Pianaz, Fusine, Dont e Forno di Zoldo. Dopo il lago artificiale di Pontesei il torrente scorre entro la profonda gola detta Canal del Maè, riceve le acque del torrente Grisol, e sfocia nel Piave subito a valle di Longarone. Sempre proveniente dal versante di destra è il torrente Desedan, torrente dal piccolo bacino idrografico e che sfocia presso la località Omonimo. Importante, soprattutto per la disgrazia legata alla Diga, è il torrente Vajont, corso d’acqua che presenta un bacino idrografico totalmente in Regione Friuli, ma che sfocia in sponda sinistra di fronte all’abitato di Longarone. Infine a sud è da segnalare la presenza del Rio della Val Gallina, anch’esso profondamente segnato dalla realizzazione della Diga Enel. Come si può vedere dalla cartografia seguente il territorio comunale è cosi divisibile per appartenenza a bacini idrografici secondati: • L’area a nord-ovest fa parte della Val di Zoldo e del bacino idrografico del torrente Maè; • A sud troviamo il bacino del torrente Desedan; • La porzione di nord est è occupata dalla valle del Piave e contribuisce direttamente alle sue portate; • A sud troviamo una porzione scolante sul bacino del Rio Gallina.

API1975_R01_00.docx 11

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Figura 4-2 – Bacini idrografici nel territorio comunale.

5 RETI ESISTENTI

L’area industriale di Villanova è dotata di una doppia rete separata di fognatura bianche e fognatura nera. In particolare l’area in oggetto è servita da una condotta Dn300 esistente che passa sotto l’attuale viabilità che verrà dismessa per la realizzazione dell’intervento. La condotta si collega al ramo principale proveniente da Nord (ovo 700x1050). Nei pressi dello stabilimento esistente arriva una condotta anche da ovest (Ovo 500x750) che si collega anch’essa al ramo principale. La rete prosegue verso sud (tubazione Dn600 e Dn500) per scaricare in un fosso diretto verso il corpo idrico recettore, il Fiume Piave.

API1975_R01_00.docx 12

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Figura 5-1: Area in esame e reti esistenti.

API1975_R01_00.docx 13

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

6 DESCRIZIONE DELI INTERVENTI DI VARIANTE

L’area oggetto della presente valutazione si trova in comune di Longarone all’interno dell’area industriale Villanova posta in destra idrografica. Catastalmente l’area oggetto del Piano Particolareggiato è individuata dai mappali 363,408,446 del Foglio 35 del Comune di Longarone. Il Piano Particolareggiato “Sinteco” disciplina un ambito territoriale che è stato delimitato nel P.R.G. (oggi Piano degli Interventi P.I.) con apposita variante ai sensi dell’art. 48 della L.R. 11/2004 e dell’art. 50 c.4° della L.R. 61/1985 e disciplinato per attivare gli interventi ammessi previa approvazione di un piano attuativo di iniziativa pubblica. Su tale ambito, che riguarda parte degli azzonamenti a "Zona Industriale" D1-I/5 e D1-I/6 ed una porzione di viabilità esistente, è stato approvato un Piano Particolareggiato ai sensi degli artt. 19 e 20 della l.r. 11/2004. La presente variante prevede l’aggiornamento del precedente Piano Particolareggiato con alcuni adattamenti dovuti alle esigenze aziendali. Al fine di raggiungere le superfici produttive necessarie si rende tuttavia necessario prevedere un incremento dell’indice fondiario esistente per la realizzazione di ulteriori 600 m2 coperti, corrispondenti al 10% dell’indice esistente. La normativa vigente (l.r. 11/2004 art. 20 c. 8bis) consente la possibilità di incremento fino ad un massimo del 15% dell’indice esistente senza che ciò configuri variante al P.I.; l’incremento previsto rientra pertanto entro quanto normativamente ammesso. Dal punto di vista dell’insediamento produttivo l’intervento si caratterizza comunque non tanto per il fatto di incrementare le possibilità edificatorie quanto per consentire un ampliamento delle strutture in continuità allo stabilimento esistente, permettendo un’ottimizzazione del ciclo produttivo ed una miglior possibilità di utilizzare le capacità edificatorie ammesse attraverso una migliore sistemazione ed uso anche degli spazi scoperti. Per quanto concerne la viabilità la variante al Piano conferma la dismissione della strada di separazione fra i due azzonamenti e conseguentemente del suo incrocio con l’asse principale della viabilità di Villanova; l’intervento non comporta penalizzazioni per gli accessi dli stabilimenti localizzati sullo stesso asse dal momento che la dismissione non interviene su fronti prospettanti le altre proprietà per le quali è garantito l’autonomo accesso alle proprie pertinenze. Un rilievo dettagliato dell’area del P.P. ha definito in 13.913 m2 l’ingombro complessivo (derivante da 12.245,63 m2 fondiari oltre ai 1.667,49 m2 di viabilità in acquisizione). Rispetto alla copertura ammessa dall’indice fondiario (50% dei lotti fondiari pari a 6.123 m2) è stata utilizzata una quota parte della potenzialità aggiuntiva ammessa dalla normativa (560 m2 pari al + 9% rispetto ai 918 m2 ed al +15% massimi consentiti);

API1975_R01_00.docx 14

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Figura 6-1: Planimetria Stato di Fatto e di progetto.

API1975_R01_00.docx 15

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

All’interno del nuovo macrolotto è pertanto ammessa una superficie coperta massima di 6.683 m2 rispetto ai 2.010 esistenti consentendo quindi di triplicare lo stabilimento attuale. Il resto della superficie di pertinenza, pari a 7.230 m2, sarà destinato per 304 mq a verde di arredo sul fronte viabilità, ai parcheggi attuali confermati ed ai nuovi parcheggi a verde di progetto, oltre naturalmente agli spazi di mobilità. Quale dato indicativo, seppur non rilevante ai fini normativi, va segnalato che l’indice di copertura massimo sul nuovo macrolotto, è pari al 48% (minore pertanto dell’indice del 50% previsto dal P.I.), per segnalare che all’interno del lotto non si crea quindi un addensamento maggiore di quello “normale” previsto per la zona industriale.

L’area in oggetto ha una superficie di 1.3 ha, pertanto l’intervento di colloca come intervento Significativa Impermeabilizzazione Potenziale, classificato secondo la loro superficie secondo quanto indicato nell’Allegato A alla DGR 2948/2009, con il criterio indicato nella seguente Tabella 1, come descritto nelle tabelle seguenti.

Tabella 1 – Criterio per la classificazione degli interventi in base alla superficie coinvolta (DGR 2948/2009) Classe di intervento Definizione 0 Trascurabile impermeabilizzazione potenziale Intervento su superfici di estensione inferiore a 0.1 ha 1 Modesta impermeabilizzazione potenziale Intervento su superfici comprese fra 0.1 ha e 1 ha 2 Significativa impermeabilizzazione potenziale Intervento su superfici comprese fra 1 e 10 ha e interventi su superfici di estensione oltre 10 ha con Imp. < 0.3 3 Marcata impermeabilizzazione potenziale Intervento su superfici superiori a 10 ha con Imp. > 0.3

API1975_R01_00.docx 16

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

7 VALUTAZIONE DEL RISCHIO E DELLA PERICOLOSITA’ IDRAULICA

7.1 Il concetto di rischio

Con il termine di rischio, ed in riferimento a fenomeni di carattere naturale, si intende il prodotto di tre fattori: la pericolosità o probabilità di accadimento dell'evento calamitoso (P); la pericolosità di un elemento va pertanto riferita al periodo di ritorno T, che esprime l'intervallo di tempo nel quale l'intensità dell'evento calamitoso viene superata mediamente una sola volta; il valore degli elementi a rischio intesi come persone, beni localizzati, patrimonio ambientale (E); la vulnerabilità degli elementi a rischio (V), cioè l'attitudine a subire danni per effetto dell'evento calamitoso. Generalmente il rischio può esprimersi mediante un coefficiente compreso tra 0 (assenza di danno o di pericolo) e 1 (massimo pericolo e massima perdita). Si definisce danno il prodotto del valore del bene per la sua vulnerabilità: D = E x V In definitiva “la formula che descrive il rischio” assume il seguente aspetto: R = P x E x V = P x D. Pertanto, si può dire che il rischio sia la combinazione di un certo livello di danno potenziale con un certo livello di pericolosità.

Figura 7-1 – Il concetto di rischio La mitigazione del rischio si attua operando su questi due termini (mitigando la pericolosità e/o il danno potenziale).

API1975_R01_00.docx 17

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

7.2 Il Piano di Assetto Idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione (PAI-4 bacini)

Al fine di caratterizzare l’effettiva attitudine delle aree oggetto di studio ad essere soggetta ai fenomeni di esondazione, è necessario fare riferimento ai documenti ufficiali di pianificazione a scala di bacino redatti da parte dell’autorità idraulica competente. Nel caso in esame il documento di riferimento è il “Progetto di Piano stralcio per l’assetto idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione” (PAI) (http://pai.adbve.it/PAI_4B_2012/idro_piave.html), realizzato dall’Autorità di Bacino dell’Alto Adriatico (2004) aggiornato nel giugno 2007 e adottato in via definitiva nel Novembre 2012 con delibera n.3 del Comitato istituzionale. La fase propositiva del (PAI) descrive le modalità con le quali il piano, sulla base degli “Atti di indirizzo e di coordinamento” di cui al D.P.C.M. 29.9.1998, ha inteso affrontare le problematiche di cui alla L. 267/1998 e della L. 365/2000. In tal senso il PAI definisce, quali fondamentali punti di partenza, la caratterizzazione del territorio in termini di pericolosità (effetti sulla pianificazione del territorio), nonché la schematizzazione da attribuire al territorio in funzione dell’uso (programmazione per la rimozione delle cause e la mitigazione degli effetti). Pertanto, già in fase di classificazione del territorio, in termini di pericolosità, si può stabilire una priorità di interventi che, in sede di classificazione del territorio in termini di rischio, potrà essere ulteriormente affinata. La cartografia allegata al PAI, riporta la perimetrazione delle aree aventi pericolosità idraulica differenziandole per livello di pericolosità, le aree fluviali e le “zone di attenzione”, definite nell’art. 5 delle NTA del PAI, per le quali vi sono informazioni di possibili situazioni di dissesto a cui non è ancora stata associata alcuna classe di pericolosità e che sono individuate in cartografia con apposito tematismo e le relative norme tecniche sulle aree perimetrale che devono essere recepite dagli strumenti urbanistici di scala inferiore. Nel luglio 2014, l’Autorità di Bacino ha formulato una proposta di associazione delle classi di pericolosità in tali aree (D.P.C.M. 21/11/2013 – GU n.97 28/11/2014)1, Nel caso in esame, le aree perimetrate son riportate nella tavola 50 di PAI e indicate nell’elaborato grafico 13.1 in allegato alla presente relazione e nella seguente figura. La proposta è stata convertita in legge con Decreto Segretariale n. 4 del 10/02/2015. Per quanto riguarda gli interventi in variante ed oggetto della presente VCI si rileva che l’area si trova in zona a pericolosità media P2.

1 Piano Stralcio per L'assetto idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione (CI 9/11/2012 - consultabile cliccando sui seguenti link: http://www.adbve.it/Documenti/AREE_ATTENZIONE/index_AA.php?folder=VFJFVklTTy9WYWxkb2JiaWFkZW5lL1ZFRElfUFJPUE9T VEFfRElfQUdHSU9STkFNRU5UTw==

API1975_R01_00.docx 18

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Figura 7-2 – Quadro di unione della cartografia del PAI del fiume Piave - Pericolosità idraulica con evidenziate le tavole ricadenti nel territorio esaminato.

Figura 7-3 – Stralcio tavola 28.

API1975_R01_00.docx 19

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

7.3 Compatibilità dell’intervento con le NTA di PAI

Come precedentemente accennato, l’intervento oggetto della presente variate è costituito da un ampliamento di un edificio produttivo di circa 6 683 m2 con relativa viabilità e annessi per complessivi 13 913 m2 circa in area classificata a pericolosità idraulica media (P2). Per le aree localizzate in area P2 valgono le indicazioni contenute nelle NTA di PAI all’art. 11, oltre che quelle relative all’art. 8, vigenti per tutte le zone di attenzione. Secondo l’art. 11, è consentita l’attuazione delle previsioni urbanistiche urbanistici vigenti alla data di adozione del Piano (01.12.2012). Essendo il Piano Particolareggiato in esame antecedente a tale data esso può considerarsi rientrante in questa fattispecie. Tuttavia, al fine di considerare ammissibili gli interventi in tali aree, il PAI prescrive di indagare la natura del pericolo considerata nella classificazione del grado di pericolosità idraulica. Tali indagini sono state svolte dal Prof. Luigi D’Alpaos con diversi studi dal 2004 al 2015 fino all’ultimo, datato 2018 mediante l’applicazione di un modello idraulico bidimensionale in occasione del passaggio della piena del 1 966 con la presenza di alcune forzanti per meglio verificare il grado di sicurezza delle aree limitrofe al corso del fiume Piave. Tale studio, che costituisce una richiesta di aggiornamento del Piano stesso, ai sensi dell'art.6 comma 1 lett. C delle Norme di Attuazione del PAI, è stato recentemente approvato dalla Giunta Regionale con DGR 1453 del 08/10/2019 e trasmesso al Distretto Idrografico delle Alpi Orientali. Secondo il professore, “Pur in presenza di una forzante estremamente severa, la destra idrografica di fatto non risulterebbe coinvolta in fenomeni di un qualche significato ingegneristico né per i tiranti d’acqua che vi si stabiliscono, secondo il calcolo, né per le velocità”. Del che è stata redatta una tavola grafica di proposta di modifica del PAI che esclude l’area oggetto di variante dalla possibilità di allagamento, come evidenziato nella seguente figura.

Area in variante Area in variante

VIGENTE PROPOSTA

Figura 7-4 – Confronto tra il PAI vigente e la proposta di modifica approvata DGR 1453 del 08/10/2019

API1975_R01_00.docx 20

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Relativamente all’art. 8 comma 3, non sono previsti né abbassamenti del piano campagna, né piani interrati. In merito allo stesso articolo comma 4, l’intervento inoltre è localizzato in una zona industriale quali interamente sviluppata. Pertanto esso non interferisce con le condizioni esistenti di funzionalità idraulica, non comporta la riduzione del volume invasabile nell’area. La realizzazione dell’intervento, inoltre, non implica un aumento delle condizioni di pericolo attuali e recepisce quanto previsto dalla normativa di settore relativamente al principio dell’invarianza idraulica, come descritto nel seguente capitolo 9. Pertanto, l’intervento previsto dalla presente variante può considerarsi compatibile con le NTA di PAI.

API1975_R01_00.docx 21

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

8 ANALISI IDROLOGICA

8.1 Determinazione delle piogge critiche di assegnata frequenza

Per quanto riguarda la determinazione delle precipitazioni critiche di assegnata frequenza, da utilizzare nell’applicazione del principio dell’invarianza idraulica alle trasformazioni previste dalla presente Variante, si è fatto riferimento alle curve di possibilità pluviometrica indicate nel PAT vigente.

8.1.1 Curve di possibilità pluviometrica

Per il calcolo delle precipitazioni di assegnato tempo di ritorno nel territorio oggetto di Variante al PAT, si è fatto riferimento allo studio di regionalizzazione delle precipitazioni estreme condotto nell’ambito dello studio riguardante il dimensionamento delle opere idrauliche, condotto nel 1996 dall’Autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione (“Legge 193 del 18/05/1989, Art. 23: Studi finalizzati alla redazione dei Piani di Bacino – Dimensionamento delle opere idrauliche”). Lo scopo principale della regionalizzazione delle precipitazioni estreme è quello di consentire la valutazione, attraverso semplici relazioni matematiche, dell’altezza dell’afflusso meteorico h in una qualsiasi località ricadente all’interno della regione esaminata, una volta fissati il tempo di ritorno Tr e la durata t della precipitazione stessa. Il procedimento che consente di raggiungere questo obiettivo non è una semplice estrapolazione dei risultati delle analisi statistiche usuali, applicate alle singole stazioni pluviometriche, ma si basa su procedimenti che tengono conto dell’andamento generale dei parametri che caratterizzano il legame tra le grandezze h, Tr e t sull’intera superficie della regione esaminata. Le relazioni utilizzate per l’analisi regionale delle precipitazioni sono quindi espresse da una equazione del tipo:

h = f (x,t,Tr) che fa dipendere esplicitamente l’altezza di afflusso meteorico, h, dalla posizione geografica del luogo, x, dalla durata della pioggia, t, e dal tempo di ritorno Tr ad essa associato. Tale equazione si può ottenere ricorrendo alla combinazione di una legge statistica per i valori estremi, che esprime la dipendenza dell’afflusso meteorico dal tempo di ritorno, con una curva di possibilità climatica che evidenzia invece l’influenza della durata sul fenomeno. I parametri di queste due leggi variano generalmente con la posizione geografica evidenziandone così l’effetto. La formula di regionalizzazione proposta nello studio citato per il territorio dell’Autorità di Bacino è espressa dalla seguente Equazione 1. h(x,t,Tr) = H(x)1+ 0.35Y (Tr)t n(x) (1) dove: h = altezza di precipitazione [mm]; t = durata dell’evento [ore];

API1975_R01_00.docx 22

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Y (Tr) = −ln(−ln(1−1 Tr)), variabile ridotta di Gumbel con Tr espresso in anni. I parametri dell’equazione H(x) ed n(x) sono stati valutati nell’ambito dello studio dell’Autorità di Bacino, complessivamente per 584 stazioni pluviometriche e successivamente omogeneizzati prevenendo alla redazione di carte delle isolinee dei due parametri che permettono di determinare i valori dei parametri per qualsiasi punto del territorio di competenza dell’Autorità (Figura 8-1). Per una più dettagliata valutazione dei parametri H(x) e n(x) del territorio comunale è stata svolta un’elaborazione GIS al fine di determinare la media pesata dei parametri sul territorio comunale.

Parametro H (x) Parametro n (x)

LONGARONE LONGARONE

Figura 8-1 – Legge 193 del 18/05/1989, Art. 23: Studi finalizzati alla redazione dei Piani di Bacino – Dimensionamento delle opere idrauliche Isolinee dei parametri H(x) e n(x) (Autorità di bacino dell’Alto Adriatico 1996) Se ne ottiene: • H(x)=22.80 • n(x)=0.43

Sostituendo i valori di H(x) ed n(x) relativi alla zona indagata, ricavati mediante elaborazioni GIS dalla cartografia allegata allo studio e pari rispettivamente a 22.80 e 0.43, si ottengono le equazioni di possibilità climatica scritte nella classica forma:

n h(Tr) = a t p caratterizzate dai parametri caratteristici a e n riportati nella seguente Tabella 2

Tabella 2 – Valori dei coefficienti a ed n in funzione del tempo di ritorno2

Tr 5 10 20 30 50 100 200

2 Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione (1996) - Studio di regionalizzazione delle precipitazioni estreme condotto nell’ambito della redazione dei Piani di Bacino

API1975_R01_00.docx 23

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Y(Tr) 1.500 2.250 2.970 3.384 3.902 4.600 5.296 a 34.77 40.76 46.50 49.81 53.94 59.51 65.06 n 0.43 0.43 0.43 0.43 0.43 0.43 0.43

8.1.2 Precipitazioni di progetto

Le precipitazioni di progetto sono state calcolate facendo riferimento alle equazioni di possibilità climatiche ricavate nel precedente paragrafo 8.1.1 e sono riportate nella successiva tabella.

Tabella 3 – Precipitazioni di progetto in mm al variare della durata e del tempo di ritorno TEMPO DI RITORNO (anni) Durata 5 10 20 30 50 100 200 (ore) 0.25 19 22 26 27 30 33 36 0.5 26 30 35 37 40 44 48 1 35 41 47 50 54 60 65 2 47 55 63 67 73 80 88 3 56 65 75 80 87 95 104 4 63 74 84 90 98 108 118 6 75 88 100 108 117 129 141 12 101 119 135 145 157 173 189 18 120 141 161 173 187 206 225 24 136 160 182 195 212 233 255

API1975_R01_00.docx 24

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

9 APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DELL’INVARIANZA IDRAULICA

Secondo il principio dell’invarianza idraulica, previsto dall’Allegato A della DGR 2948/09 “Modalità operative ed indicazioni tecniche relative alla valutazione di compatibilità idraulica per la redazione di strumenti urbanistici”, nella redazione dei nuovi strumenti urbanistici generali, deve essere prevista l’adozione di misure di mitigazione del rischio idraulico allo scopo di “trattenere le acque piovane per il tempo necessario a consentire un regolare smaltimento nella rete fognaria”.

IERI OGGI

DOMANI

Figura 9-1 – Principio dell’invarianza idraulica

L’area in oggetto ha una superficie di 1.3 ha, pertanto l’intervento di colloca come intervento Significativa Impermeabilizzazione Potenziale, per cui devono essere predisposti idonei meccanismi atti a garantire l’invarianza idraulica dell’intervento.

Nel presente capitolo viene svolto il calcolo particolare dell’invarianza idraulica, come previsto dalla normativa vigente In particolare, nel seguente paragrafo 9.1 si determina l’impatto delle previsioni urbanistiche sul regime idraulico del territorio in termini di aumento della portata scaricata rispetto allo stato attuale. Nel paragrafo 9.2 si definiscono gli interventi tesi alla mitigazione di tale impatto.

API1975_R01_00.docx 25

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

9.1 Determinazione dei contributi specifici delle aree di trasformazione allo stato programmato

Per la determinazione del contributo specifico delle aree individuate in occasione di eventi meteorici di assegnata frequenza, si utilizza l’espressione di Turrazza:   H  S Q = t p dove H è l’altezza di precipitazione tp è il tempo di pioggia e  è il coefficiente di deflusso.

Per ciascuna area individuata è stato considerato il coefficiente di deflusso  determinato nel precedente paragrafo sulla base dell’ambito di trasformazione di appartenenza, mentre come altezza di precipitazione H è stata considerata la precipitazione con tempo di ritorno 50 anni di durata tp pari a 30 minuti.

In analogia con quanto riportato nel DGR 2948 del 6 ottobre 2009, per quanto riguarda le superfici impermeabili quali parcheggi asfaltati, piazzali pavimentati, marciapiedi e tetti si è assunto un coefficiente di deflusso pari a 0.9, mentre per quanto riguarda le aree a verde, esse vengono classificate come superficie permeabili, e viene assegnato loro il corrispondente coefficiente di deflusso pari a 0.2.

Tabella 4 – Coefficienti di deflusso Dgr.2948/2009

La sintesi delle superfici di trasformazione con i relativi coefficienti di deflusso così calcolati è riportata nella seguente Tabella 5. Le superfici suddivise per destinazione d’uso del suolo sono state desunte dai dati progettuali.

Tabella 5 – Coefficienti di deflusso Stato attuale Stato di progetto Coefficiente Coefficiente di deflusso di deflusso Destinazione d'uso Superficie [m2] att Superficie [m2] prog Superfici coperte 2010.0 0.9 6683.0 0.9 Strada accesso 1495.0 0.9 0.0 0.9 Piazzali 2901.0 0.9 6395.0 0.75 Piazzali non asfaltati 6315.0 0.3 0.0 0.6 Verde 663.0 0.2 306.0 0.2 Totale 13384 0.58 13384 0.84

API1975_R01_00.docx 26

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Per quanto riguarda lo stato di fatto si è considerato impermeabile lo stabilimento esistente, i Piazzali e la viabilità esistente (coefficiente 0.9) mentre è stato considerato, in via cautelativa, semipermeabile (Coeff. 0.3) la porzione nord dell’area non edificata.

Per lo stato di progetto ovviamente è stato assegnato un coefficiente di 0.9 alle superfici impermeabilizzate costituite da coperture esistenti e di progetto, mentre vista la realizzazione di parcheggi a verde, anche se non vengono indicate le superfici esatte all’interno della presente Variante, si considera un coefficiente leggermente più basso e pari a 0.80 (corrispondente ad un’area impermeabilizzata con parcheggi a verde pari a 30%).

Il coefficiente di deflusso medio di progetto risulta pari a 0.84. Sostituendo il valore di altezza di precipitazione e durata critico precedentemente ricavato, applicando il coefficiente di deflusso medio allo stato attuale att si ottiene la portata proveniente dall’area oggetto allo stato attuale.

Applicando alla medesima pioggia il coefficiente di deflusso medio di progetto prog si ottiene la portata proveniente dall’area oggetto allo stato di variante. Il volume da invasare si ottiene applicando il principio dell’invarianza idraulica, ovvero deve essere invasato il volume ottenuto dalla differenza del volume di precipitazione efficace ante e post operam. I risultati delle elaborazioni condotte sono riportati nelle tabelle che seguono: Tabella 6 – Applicazione del principio dell’invarianza idraulica

Stato attuale Altezza di precipitazione 40 [mm] Volume di precipitazione 312 efficace [m³] 173.2 Portata in uscita [l/s] 129 Coefficiente udometrico [l/s ha]

Stato di progetto Altezza di precipitazione 40 [mm] Volume di precipitazione 448 efficace [m³] 248.7 Portata in uscita [l/s] 186 Coefficiente udometrico [l/s ha]

Invarianza idraulica Volume di laminazione 135.98 [m³] Volume di laminazione 104 specifico [m³ ha]

Come indicato nella precedente tabella, per mitigare gli effetti delle opere in progetto sul regime idraulico del territorio è necessario ricavare un volume di laminazione pari a 136 m3.

API1975_R01_00.docx 27

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

9.2 Definizione degli interventi di compensazione

Come descritto nel precedente paragrafo, per mitigare l’impatto degli interventi di progetto sul regime idraulico del territorio è necessario ricavare un volume di laminazione pari a 85.8 m3. Tali volumi vengono di norma ricavati realizzando aree a verde soggette a temporanea sommersione, vasche di laminazione, attraverso il sovradimensionamento delle condotte di scarico e dei pozzetti delle acque bianche.

Per la determinazione del volume d’invaso da considerare nella progettazione, il volume necessario alla laminazione determinato con il criterio descritto nel precedente paragrafo 9.1 può essere depurato del contributo del velo superficiale e dei piccoli invasi in funzione dalla natura dell’area scolante secondo il criterio indicato nella seguente Tabella 7.

Tabella 7 –Contributo al volume di invaso specifico degli invasi minori e di superficie (m³/ha) in funzione della natura dell’area scolante (Consorzio di Bonifica veneto Orientale)

Applicando il criterio sopra descritto, risulta un volume dei piccoli invasi pari a 30.84 m³, come indicato nella seguente tabella riassuntiva.

Stato di progetto Piccoli invasi Destinazione d'uso Superficie [m2] (m3/ha) Volume (m3) Superfici coperte 6683 45.00 30.07 Strada accesso 0 45.00 0.00 Piazzali 6395 41.00 26.22 Piazzali non asfaltati 0 41.00 0.00 Verde 306 35.00 1.07 Totale 13384 57.36

Pertanto il volume di laminazione minimo diventa: 푉표푙푢푚푒 = 136 − 57.40 = 78.60 푚푐 Per garantire l’invaso del volume necessario (circa 78.6 mc) e visto il progetto di urbanizzazione dell’area in esame, si propone la realizzazione di un invaso interrato posto al di sotto dei pizzali.

API1975_R01_00.docx 28

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Questi invasi possono essere realizzati mediante la posa in opera di appositi elementi in polipropilene interrati che fungono da serbatoio delle acque in eccesso secondo lo schema illustrato nelle successive Figura 9-2 e Figura 9-3.

Figura 9-2–Vasca di ritenuta realizzata con elementi monolitici in polipropilene

Figura 9-3– Schema di una vasca di ritenuta realizzata con elementi monolitici in polipropilene

Al fine di garantire l’effettivo riempimento dell’invaso, al volume di laminazione sarà collegato un manufatto munito di bocca tassata che limiti la portata scaricata al valore invariante (170 l/s), se

API1975_R01_00.docx 29

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256 non possibile lo scarico a gravità verso la rete esistente si dovrà realizzare un impianto di sollevamento. Il manufatto limitatore potrà essere realizzato semplicemente installando una tubazione di scarico di piccolo diametro opportunamente dimensionata in base al carico idraulico presente all’interno della vasca in modo tale da scaricare la portata prevista. Vista la mancanza di corpi idrici recettori lo scarico potrò avvenire in fognatura bianca previo nulla osta dell’ente gestore della condotta.

API1975_R01_00.docx 30

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

10 VERIFICHE IDRAULICHE

10.1 Superfici

Per la determinazione delle portate oggetto dello scarico nella rete fognaria si fa riferimento alla seguente tabella:

Stato attuale Stato di progetto Coefficiente Coefficiente di deflusso di deflusso Destinazione d'uso Superficie [m2] att Superficie [m2] prog Superfici coperte 2010.0 0.9 6683.0 0.9 Strada accesso 1495.0 0.9 0.0 0.9 Piazzali 2901.0 0.9 6395.0 0.75 Piazzali non asfaltati 6315.0 0.3 0.0 0.6 Verde 663.0 0.2 306.0 0.2 Totale 13384 0.58 13384 0.84

10.2 Tempo di corrivazione

L’area d’intervento è inserita in un contesto di Zona Industrializzata a superficie pianeggiante. Dopo tale osservazione diventa poco realistico utilizzare la formula classica per superfici di versante, cioè la formula di Giandotti, anche perché, comunque, l’area è molto piccola se confrontata con le superfici per le quali la formula ha valore. E’ noto che una pioggia intensa, utile per i calcoli di un sistema di accumulo/smaltimento, ha una durata pari al tempo di corrivazione (tc) della superficie in esame. Infatti, tc è il tempo necessario affinché le acque di deflusso superficiale provenienti da tutta l’area considerata raggiungano la sezione di chiusura dell’area stessa, originando quindi la portata di massima piena definita all’interno della stessa. Nello specifico, per ambienti urbani e mutuando le norme del PRRA della Regione Lombardia, si considera che il tc sia uguale alla somma del tempo medio di residenza fuori rete (t0) delle particelle d’acqua piovuta con quello della rete (tr) seguendo il percorso più lungo secondo l’equazione:

푡푐 = 푡표 + 푡푟

Per il calcolo di t0, si usa la formula proposta da Boyd:

휕 푡0 = 푘 ∗ 푆

Per il calcolo di tr si usa invece:

API1975_R01_00.docx 31

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

√1.5 ∗ 푆 푡 = 푟 푣 Dove: • k = 2.51; • S è la superficie del bacino (S) espressa in km2; • δ = 0.38; • v = velocità media nella rete assunta pari a 1 m/s in bacini pianeggianti; Dall’equazione precedente risulta che il tempo di corrivazione caratteristico per l’area in esame è pari a circa 0.6 ore. Cautelativamente quindi si utilizzato, anche per la stima dei volumi di invarianza idraulica, un tempo di corrivazione e pioggia di circa 0.5 h, ovvero 30 minuti.

10.1 Portate massime

Per il calcolo della portata massima che può interessare l’area in esame si utilizza il metodo cinematico proposto da Turazza nel 1880, meglio noto nella letteratura anglosassone come “metodo razionale”. E’ un metodo largamente usato per il calcolo della portata conseguente ad una assegnata precipitazione.

Se in un bacino di superficie S cade, per una pioggia di durata tp, una precipitazione di altezza h, solo una frazione Φ del volume meteorico risulta efficace agli effetti del deflusso dato che la frazione 1-Φ si perde per evapotraspirazione, infiltrazione nel terreno. Per quanto riguarda la precipitazione si fa riferimento alle altezze di pioggia calcolate al paragrafo precedente con Tempo di ritorno 50 anni. La formula per il calcolo delle portate è quindi: 푆 ∗ ℎ ∗ 훷 푄 = 푡푐

Superfici Superficie impermeabile totale (m^2) 12’930 Portata totale in arrivo 250 l/s Tabella 8: Portate massime caratterizzanti l’area in esame.

API1975_R01_00.docx 32

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

10.2 Rete di progetto

La rete di scolo delle acque meteoriche ricadenti all’interno dell’area di variante in cui è prevista la realizzazione di un ampliamento allo stabilimento esistente dovrà essere realizzata in ottemperanza alle indicazioni della DGRV 2948/2009 in merito alla compatibilità idraulica e al Piano di Tutela della Acque in merito alla qualità delle acque di scarico. Infatti le acque scolanti i Piazzali e i parcheggi, in quanto possono contenere sostanze pregiudizievoli per l’ambiente dovute al dilavamento dei piazzali, dovranno essere oggetto di Autorizzazione “Qualitativa” allo scarico da parte della Provincia di Belluno ai sensi dell’articolo 39 del PTA della Regione Veneto. Dovrà quindi essere valutata la possibilità di installazione di impianto di trattamento delle acque di prima o seconda pioggia a seconda delle casistiche di cui al prima citato art. 39 del PTA (Piano di Tutela delle Acque). La rete dovrà essere realizzata in modo separato: • Rete di scolo delle acque meteoriche delle superfici coperte; • Rete di scolo delle acque meteoriche dei piazzali e parcheggi. La rete scolante i tetti andrà direttamente all’interno dell’invaso. La rete scolante i piazzali invece sarà diretta ad un eventuale impianto di trattamento delle acque di prima pioggia e successivamente al bacino di invaso.

Figura 10-1: Planimetria di progetto.

API1975_R01_00.docx 33

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

In via preliminare sono state individuati 4 rami di condotte scolanti rispettivamente la parte ovest ed este delle coperture e dei piazzali. Considerando che ciascuna condotta capterà circa la metà dei deflussi dei piazzali o delle coperture si ottiene una portata di progetto di circa 65 l/s per le condotte dei tetti e di 60 l/s per i piazzali. Le condotte per lo scolo dei piazzali dovranno essere preferibilmente realizzate in PVC mentre le condotte per lo scolo delle acque dei tetti potranno essere realizzate in CLS.

10.3 Verifiche idrauliche condotte

Per la verifica della condotta di scarico si applica la formula di Chezy con coefficiente scabrezza K di Gauckler-Strickler:

2 1 3 2 Q = K  RH  i  w  A dove RH rappresenta il raggio idraulico, i la pendenza del tratto di condotta, w il grado di riempimento e A la sezione del tubo. La verifica si ritiene soddisfatta per grado di riempimento inferiore a 0.75. Assumendo un coefficiente di scabrezza di Strickler pari a • 75 m1/3/s per le condotte in CLS • 100 m1/3/s per le condotte in PVC la verifica si ritiene soddisfatta per grado di riempimento inferiore a 0.75 e per velocità inferiori a 3 m/s. La pendenza minima per i diametri individuati è pari a 0.1%.

API1975_R01_00.docx 34

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Figura 10-2: Condotta PVC Dn400.

API1975_R01_00.docx 35

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

Figura 10-3: Condotta CLS Dn500.

API1975_R01_00.docx 36

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

10.4 Manufatto limitatore

Il manufatto di scarico per garantire il riempimento degli invasi in progetto può essere verificato con la formula della luce a battente con pareti a spigolo vivo:

푄 = 휇 ⋅ 푆 ⋅ √2𝑔 ⋅ ℎ dove: il carico h è la distanza tra il baricentro della luce e il pelo libero; il coefficiente di contrazione cq assume il valore di 0.60 Sostituendo i valori, imponendo un carico idraulico di 0.85 m Per un diametro della luce circolare di 0.3 cm risulta che la portata convogliabile attraverso lo scarico è pari circa 170 l/s.

API1975_R01_00.docx 37

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

11 CONCLUSIONI

Sulla base delle indagini condotte, descritte nei precedenti paragrafi si conclude che: 1. L’intervento in variante appare conforme a quanto indicato nelle NTA di PAI, in particolare agli art. 8 e 11; 2. Il sistema di captazione e smaltimento delle acque meteoriche previsto si è dimostrato idoneo allo smaltimento dei deflussi prodotti dall’evento critico; 3. I volumi destinati alla laminazione delle piene sono sufficienti a garantire il principio dell’invarianza idraulica definito nella Delibera della Giunta Regionale del Veneto n. 2943/2009.

API1975_R01_00.docx 38

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

API1975_R01_00.docx 39

Studio API Associazione Professionale Ingegneri Viale Pedavena 46 - 32032 Feltre (BL) tel. e fax 0439 302404 email [email protected] web www.studioapi.it CF E P.IVA 00752840256

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione (2012) - Progetto di Piano stralcio per l’assetto idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta- Bacchiglione - Legge n. 267/98 e Legge n. 365/00;

Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione (2000) –Progetto di Piano Stralcio per la Sicurezza idraulica del medio e basso corso del fiume Piave;

Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione (1996) – Quaderno 1 – Legge 183 del 18 maggio 1989, Art. 23: Studi finalizzati alla redazione dei piani di bacino – Dimensionamento delle opere idrauliche. Parte II Capitolo 4 “Regionalizzazione delle precipitazioni estreme nel territorio dell’Autorità”.;

Coccato M., A. Boccato, G. Andreella (2008) - Lo studio di compatibilità idraulica nella vigente normativa regionale - FOIV Ingegneri del Veneto, Periodico di informazione della Federazione Regionale degli ordini degli ingegneri del Veneto - numero 24 - dicembre 2008;

Commissario Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 26 settembre 2007 che hanno colpito parte del territorio della Regione Veneto (2009) – Valutazione di Compatibilità idraulica – Linee Guida.

Da Deppo L., C. Datei, P. Salandin (2001): Sistemazione dei corsi d’acqua - Edizioni Libreria Cortina;

API1975_R01_00.docx 40