La città di e la Piana Reatina. Lineamenti geologici e idrogeologici, tra storia, archeologia e patrimonio naturalistico REGIONE

Evoluzione del olocenico (Pleistocene superiore finale) di quota 375 m, il Marmo bacino intermontano EVOLUZIONE PLIO-QUATERNARIA era caratterizzato da profonde incisioni probabile livello di di Rieti evoluzione del paesaggio vallive legate all’ultimo low-stand della del lago. continentale nell’area reatina soglia travertinosa delle Marmore. Inoltre, Intorno all’anno Il Marmo di Cottanello è strettamente connessa attraverso indagini paleosismologiche è 1000 a.C. ha origine Nelle cave di Monte Lacerone, L’ alle fluttuazioni climatiche stato possibile stimare i tassi di scorrimento una nuova fase lacustre nei dintorni di Cottanello, lungo le faglie bordiere pari a circa 0.5- in una situazione di Versante occidentale dei Monti Reatini nei Monti Sabini, si estrae e all’attività tettonica estensionale che la pietra ornamentale nota hanno caratterizzato questo settore 1.0 mm/anno, ovvero almeno dieci volte clima umido che causa un come “Marmo di Cottanello” degli Appennini a partire dal Pliocene. inferiori ai tassi di deposizione recenti nuovo l’innalzamento della soglia La piana reatina, disposta con un e calcari marnosi (Rosso Ammonitico, del Cenozoico, nell’Oligocene, comincia o “Pietra Persichina”. Tra il Pliocene e il Pleistocene inferiore, nella Piana. Ciò spiega perchè tali faglie, travertinosa delle Marmore e come diretta Caratteristiche di questa sebbene attive e capaci di generare conseguenza (fine età del Bronzo e inizi età asse Nord Nord-Ovest e Sud Marne di Monte Serrone) e calcari con l’Orogenesi Appenninica. Nel Dominio Illustrazioni tratte dal l’antico bacino di Rieti era un semi-graben pietra sono il colore rossastro terremoti, non mostrano alcuna evidenza del Ferro, 1100-800 a.C.) l’abbandono Sud- Est alla confluenza dei selce (Calcari Diasprigni), tali litotipi sono Sabino permangono condizioni di bacino e le venature bianche e Volume “Mapping controllato dalla faglia normale posta al La fiumi Velino, Salto e Turano sovrapposti a depositi calcarei del Calcare fino a gran parte del Miocene, benché grigie: queste vene, riempite Geology in ” margine orientale. Questo bacino era in superficie. degli abitati lacustri. Le popolazioni furono costituisce una depressione caratterizzata Massiccio, che documenta la precedente nel corso del Cenozoico i sedimenti siano di calcite, si sono formate edito da ISPRA - Servizio riempito di sedimenti fluviali, lacustri e di spinte a ripiegare sulle alture circostanti Geologico d’Italia da un’evoluzione tettonica recente, piattaforma carbonatica di tipo bahamiano. sempre più ricchi della porzione terrigena a seguito dei processi di conoide, che oggi ritroviamo in un paio di e in particolare sull’alto morfologico deformazione e rottura calcareo di Rieti (quota 406 m s.l.m.), che colmata prevalentemente da sedimenti Nell’ambito del Dominio Sabino, nei Monti pelitica proprio per le questa mutata che i depositi calcareo- unità de posizionali, EVOLUZIONE DEL LACUS VELINUS continentali di età plio-quaternaria di circa Sabini e Reatini, sono riconosciute le situazione. Nel corso del Miocene, anche marnosi della Scaglia alimentato da un unico iniziò a popolarsi stabilmente dal VI sec. 500 m di spessore massimo, con termini testimonianze di alti strutturali intrabacinali il Dominio Sabino viene interessato dalla hanno subito a seguito reticolo idrografico maggiore espansione del Lago a.C. Tale ambiente lacustre, con una linea conglomeratici più antichi e limoso-argillosi giurassici, identificati dai depositi del tettonica legata all’Orogenesi Appeninica dell’orogenesi appenninica. del paleofiume Nera- Velino avviene tra il 6000 e il di riva compresa tra le isoipse 375-378 Le 44 colonne dell’ interno 2500 a.C. a causa del clima m, permane fino a dopo la conquista della più recenti. Le aree montuose che Gruppo Bugarone particolarmente che determina la compressione dei depositi della basilica di S. Pietro, Velino drenante verso bordano la Piana, i Monti Sabini ricchi in ammoniti (dintorni di del precedente bacino mediante pieghe alcune colonne della basilica SSE. La caldo-umido che favorisce (290 a.C.), quando il console a ovest e i Monti Reatini a est, Castiglione di Cottanello, e sovrascorrimenti. La compressione di S. Maria degli Angeli, Nel Pleistocene l’innalzamento dello sbarramento di Manio Curio Dentato dà il via nel 271 sono costituite da sedimenti oppure di ). In appenninica procede da Ovest verso nell’Aula delle Terme di medio si sono travertino presso Marmore e quindi del a.C. ai lavori di taglio dello sbarramento Diocleziano, ripristinata da livello delle acque, che doveva essere delle Marmore. marini del cosiddetto particolare, nei Monti Sabini è Est, seguita dalla tettonica distensiva Michelangelo, sono state attivate nuove faglie Dominio Sabino. Le prime stato recentemente identificato che comincia nel Pliocene, nella parte realizzate con questa pietra. ai margini Ovest, molto alto, come dimostrato dalla presenza L’attuale idrografia della Piana Reatina rocce relative a questo e descritto un alto strutturale occidentale dell’Appennino, e quindi Nord e Sud. Insieme di resti fossili di molluschi ed ostracodi (C. è il risultato dei continui interventi sullo dominio si sono depositate su giurassico notevolmente esteso anche in Sabina. Questo determina lo al sollevamento lacustris) di acque profonde (12-40 m) e sbarramento (Cava Curiana, III sec. una piattaforma carbonatica di e denominato Sabina Plateau sviluppo dei cosiddetti “bacini o conche regionale, la arrivare a quote di circa 380 m s.l.m., fino a.C.; Cava Reatina, inizi del XV sec.; acque basse tra il Trias Superiore e il (Galluzzo & Santantonio, 2002). Mentre intramontani”, quali la Piana di Rieti, la tettonica estensionale a formare travertini in facies di cascata nei Cava Paolina, metà del XVI sec.; Cava Giurassico Inferiore. i depositi giurassici sono caratterizzati Piana di e il Fucino, che per ha favorito la salti morfologici. Clementina, fine XVI sec.), del controllo La fase tettonica estensionale legata da ammoniti, nei depositi cretacici e effetto del rapido sollevamento regionale veloce incisione dei Il clima più secco attorno al 2000 a.C. ha del livello dei due laghi Lungo e Ripasottile all’apertura della Tetide provocò lo cenozoici, a partire dalle Marne a Fucoidi della catena appenninica, nel Pleistocene, corsi d’acqua e la ridotto il lago preistorico a lame stagnanti (un impianto idrovoro mantiene il livello smembramento di questa piattaforma e poi quelli successivi della “Scaglia” s.l., la sedimentazione si evolve in ambiente cattura fluviale del e piccole pozze. Questo ha favorito delle acque 2 metri al di sotto della quota carbonatica e il collasso di alcuni settori assumono importanza, anche litogenetica, continentale. La tettonica distensiva, legata paleofiume Velino da durante il periodo del Bronzo (dal 3000 naturale di 371 m s.l.m. convogliando le che formarono bacini più profondi. Uno di i foraminiferi planctonici e il nannoplancton alla geodinamica di retro-arco del Tirreno, parte del fiume Nera al 1000 a.C.) la diffusione di numerosi acque nel F. Velino a partire dal 1940), e questi settori è appunto il Dominio Sabino, calcareo. Dalla fine del Cretacico, con la è quella attualmente attiva, lungo la la cui diversione verso siti archeologici rinvenuti sopra l’isoipsa ancora del convogliamento delle acque in cui si individuò, appunto, il Bacino chiusura della Tetide e con lo scontro tra porzione emersa della catena appenninica NNO ha indotto della sorgente S. Susanna Sabino. In questo bacino si accumularono la Placca Africana con quella Europea, ed è responsabile della maggior parte dei notevoli cambiamenti nel F. Velino attraverso in alternanza sedimenti carbonatici fini ha inizio l’Orogenesi Alpina e nel corso terremoti storici e recenti nel centro Italia. nella topografia e nella stratigrafia un canale artificiale e del condizionamento e marnoso-argillosi, e in alcuni intervalli, Ricostruzione paleogeografica dell’area. Sempre nel Pleistocene medio, sedimenti silicei e calcareo-silicei. A questi, attraverso la Sabina (da condizioni calde e umide hanno favorito la dall’attività idroelettrica. Galluzzo & Santantonio, Tutto ciò ha determinato si intercalano detriti più grossolani di Due delle 44 colonne formazione di spesse sequenze di travertino 2002; mod.) e corrispondenza sedimenti originatesi in acque basse su una all’interno della Basilica di che hanno ripetutamente sbarrato la Valle il progressivo con l’attuale geografia vicina persistente piattaforma carbonatica S. Pietro, di cui si vede in Velina. Almeno due ordini di terrazzi innalzamento degli (Piattaforma Laziale-Abruzzese), trasportati alto il dettaglio cromatico fluviali e lacustri sono stati controllati da alvei del F. Velino e del e risedimentati nel bacino. Le formazioni piattaforme travertinose formatesi dove versante idrografico In questa figura: destro del F. Turano. tipiche di questo bacino, esposti sul bordo 1 - Giurassico Inferiore oggi sorgono e Rieti. Un nuovo Occidentale e Nord-Orientale della piana 2 - Giurassico-Cretacico Inferiore sbarramento di travertino si è formato della Piana Reatina, sono costituite da 3 - Cretacico-Miocene nell’Olocene in corrispondenza della calcari (e.g. Corniola, Maiolica), marne cascata delle Marmore, che ha sbarrato il Il limite della massima corso del Velino fino a quando, in epoca espansione del Lacus romana, fu scavato il canale artificiale. Velinus tra il 6000 e il I tassi di sedimentazione dei depositi 2500 a.C. di colore recenti (Olocene) della piana azzurro e i laghi relitti di colore blu. reatina sono dell’ordine di 3-6 (da Archivio di Stato- mm/anno. Inoltre, lo spessore Lorenzetti R., 2009). variabile dei depositi alluvionali olocenici confermerebbe Versante orientale dei Monti Sabini che il paesaggio pre-

livelli limoso-argillosi fungono spesso da idraulico di circa 0,2% e una IDROGEOLOGIA DELLA limiti di permeabilità locali, dando luogo direzione generale di deflusso PIANA REATINA a falde libere e in pressione di estensione da sud verso nord. Nel settore La Piana Reatina, pur essendo dotata di e importanza variabile, con emergenze di nord-orientale della piana, la una scarsa permeabilità, è sede di una portata ridotta (spesso inferiore ai 10 l/s). falda è richiamata dal Lago di Ripa falda freatica la cui superficie oscilla Tale falda freatica è in equilibrio dinamico Sottile, privo di emissario ma fornito tra 1 e 4 m dal piano campagna nella con i corsi d’acqua che la solcano, con cui di idrovora; nel settore meridionale Substrato travertinoso dell’antica citta di Reate zona centrale. All’interno dei depositi sono scambiati discreti quantitativi idrici, il Fiume Velino cede acqua alla falda fluvio-lacustri antichi, affioranti sul bordo di entità variabile nel tempo e nello spazio. freatica, per poi invece divenire drenante meridionale della Piana e nei tratti Sono stati stimati deflussi sotterranei di nel settore settentrionale della Piana. terminali delle valli di Salto e Turano, i circa 1 m3/s, un gradiente ALLA SCOPERTA DELLA RIETI SOTTERRANEA Antico pozzo tto l’odierna via Roma della città piano di inclinazione della struttura che per approvi- 550 LEGENDA rispetto alle altre sorgenti gionamento 500 Santa Susanna nell’ambito della Piana di Rieti è possibile ammirare un permetteva di raggiungere il foro.

Canapine Reatina, valori di salinità idrico da 450 meraviglioso scorcio dell’Italia La consolare Salaria dopo aver superato il Vicenna Riara alti (media TDS circa 500 una cisterna 400 So sotterranea: i resti del viadotto fiume Velino, attraverso il solido ponte in mg/l) legati, probabilmente, romana Acqua Martina La Riserva Naturale 350 romano costruito nel III secolo a.C. come pietra dove sono ancora visibili i profondi Capo d’Acqua ad un arricchimento in 300 calcio e magnesio dovuto Inquadramento conseguenza della conquista romana, solchi lasciati dalle ruote dei carri utilizzati Santa Margherita dei Laghi Lungo all’interazione delle acque 250 San Liberato affiancato all’opera di bonifica della piana per il trasporto del sale, raggiungeva il foro, con il complesso dolomitico. Idrogeologico e Ripasottile Totale sali disciolti espressi in mg/litro Totale 200 Cantaro reatina. Questo manufatto, superando il situato dove si estende l’odierna piazza Al contrario, i più bassi valori 150 Onnina fiume Velino, permetteva alla Via Salaria, Vittorio Emanuele II, piegando a destra sulla 0° 10° 11° 12° 13° 14° di salinità delle acque delle La riserva fa parte della Rete Temperatura in gradi centigradi sorgenti San Liberato e Onnina L’assetto idrogeologico della l’antica via del sale, di raggiungere la città via Garibaldi formava gli antichi cardo possono essere dovuti alla loro Valle Reatina è influenzato Natura 2000 la quale è il evitando allagamenti e impaludamenti, e decumano e proseguiva fino all’antico Le analisi chimico-fisiche delle acque della dall’idrodinamica della falda principale strumento della sorgente di S. Susanna hanno riscontrato, interazione con i terreni del assumendo così un ruolo di estrema Foro da Est, attraverso la cosidetta Porta Una delle complesso calcareo-marnoso. basale dell’area sabino- politica dell’Unione Europea volte per la conservazione della importanza per la Reate romana che Interocrina, e conduceva in direzione di reatina, che presenta quattro dell’antico biodiversità. Si tratta di una permeabili, che ospita la grandi emergenze: a nord- necessitava di un diretto collegamento con dopo aver superato il torrente viadotto SORGENTE DI S. SUSANNA rete ecologica diffusa su tutto falda a livello regionale. La est le sorgenti di S.Susanna l’Urbe. Cantaro. La passeggiata prosegue tra i sottostante La sorgente di Santa Susanna sgorga (portata media 5,5 m3/s); il territorio dell’UE, istituita ai a quota 390 m s.l.m. nel settore nord- vasta area di ricarica della sensi della Direttiva “Habitat” La struttura, inglobata nei sotterranei di vicoli medievali del centro storico, tra archi, l’odierna Via ad est la Piana di S.Vittorino, Roma orientale della Piana Reatina; le acque sorgente, non facilmente sede delle Sorgenti del per garantire il mantenimento alcune nobili dimore reatine, è formata volte, pietre e in via del Porto, nel passato a lungo termine degli habitat della sorgente alimentano il Canale di delimitabile nella sua Peschiera e di altre numerose da grandiosi fornici costruiti con enormi via dell’Acqua, a testimonianza del porto totalità, si estende verso emergenze (circa 30 m3/s in naturali e delle specie di blocchi squadrati di travertino, a sostegno fluviale della città di Rieti considerata S.Susanna, tributario del Fiume Velino, e totale); a sud (fuori figura) le flora e fauna minacciati o nord; le linee di deflusso del piano stradale e che testimoniano il la “Venezia di acqua dolce”. parzialmente il Fiume di S. Susanna, che sorgenti Le Capore (5 m3/s), rari a livello comunitario. raccoglie anche le acque delle sorgenti indicano un drenaggio nella valle del Torrente Farfa; nella limitrofa località Canapine, con preferenziale dai Monti a nord-ovest (fuori figura) nota come il Sinai francescano, per avervi Reatini verso la sorgente di le gole di Montoro-Stifone, LA VALLE SANTA E IL CAMMINO DI FRANCESCO San Francesco dettato la regola definitiva recapito finale nel Lago di Ripa Sottile. La struttura idrogeologica dei Monti sede dell’omonima sorgente S.Susanna. Per l’eccezionale portata e per le Reatini va ad alimentare prevalentemente dell’ordine dei francescani; a Poggio Le acque che alimentano la sorgente di lineare (15 m3/s). Le maggiori Francesco d’Assisi visse una fonti antiche tramandano il 1209 come S.Susanna hanno portata variabile e caratteristiche del paesaggio questa sorgente le sorgenti ubicate al bordo orientale della strutture idrogeologiche che Bustone, alle falde del Terminillo, dimora Piana Reatina. Tra queste si annoverano la delle stagioni più intense della prima data dell’arrivo del Santo in queste regime perenne (portata media 5,5 m3/s) e è stata dichiarata ai sensi della L.R. 46/77 alimentano queste importanti scelta dal Santo quando, nel 1209 giunse sorgente di S. Susanna (5,5 m3/s, quota sorgenti sono rappresentate sua breve vita nella Valle terre e che lasciò la Valle nell’aprile del provengono dall’acquifero indistinto della della Regione Lazio, Monumento Naturale 383 m s.l.m.) ed altre sorgenti di minore nella Valle Reatina e dove è ancora visibile dagli acquiferi carbonatici S. Reatina, che ha ricevuto una 1226, solo sei mesi prima della morte. e rappresenta quindi un “Geosito”, ossia un portata, quali S. Liberato (0,1 m3/s, 580 il romitorio; a La Foresta, dove si ritiene che Maiolica e del Calcare Massiccio, molto delle dorsali dei Monti significativa connotazione, in termini pure Per il Patrimonio Geologico di queste aree, elemento del Patrimonio Geologico italiano. m s.l.m.) e Vicenna Riara (0,07 m3/s, Sabini e dei Monti Reatini il Santo abbia elaborato il Cantico delle 374 m s.l.m.), alla base del versante religiosi e storici. Con certezza, è noto che S. Francesco sembra aver mostrato una (della Serie Umbro-Sabina, creature. In ognuna di queste località vi Le acque della Sorgente nordoccidentale dei Monti Reatini, e la di mare aperto) e quella dei Egli giunse nel Reatino nel 1223, ma non predilezione, Egli, infatti, amava ritirarsi S. Susanna sgorgano Complesso calcareo indifferenziato Complesso detritico Acquifero sorgente del Cantaro (0,5 m3/s, 400 è un santuario, segno del Suo passaggio SSW Complesso calcareo superiore Complesso delle alluvioni Sorgente M. Puzzari NNE Monti Giano-Nuria-Velino si possono escludere soggiorni precedenti; in solitudine nei luoghi della montagna dalla copertura detritica, Rosso Ammonitico Complesso calcareo-marnoso Linea piezometrica m s.l.m.), nella parte meridionale degli nella Valle Reatina, che ha preso, di 1500 (di piattaforma carbonatica). che maschera la Complesso calcareo basale Marne a Fucoidi Direttrice usso sotterraneo stessi. Nel bordo occidentale della Piana calcarea, tra le cavità carsiche che di Complesso dolomitico Linea Tettonica Altre emergenze di acque conseguenza, il nome di Valle Santa. “Il sorgente geologica in l’assetto geologico-strutturale determina frequente si aprono sui rilievi dei Monti 1000 sotterranee sono presenti Cammino di S.Francesco”, poi, comprende senso stretto, posta in Piana Reatina l’emergenza di falde minori (e.g., La Valle Santa Reatini e Sabini: a , località nota in prossimità della Piana oltre ai quattro santuari, il Faggio di San S.ti S. Susanna Sorgente Onnina, portata media 36 Faggio di corrispondenza del punto 500 S.ti Canapine negli alvei dei Fiumi Salto per avervi rappresentato per la prima volta, l/s). Le linee rappresentano i principali Riserva Naturale San Francesco Francesco a , il M. Terminillo per la di contatto, ribassato da e Turano (circa 0,5 m3/s) e flussi idrici sotterranei (azzurro: dal Laghi Lungo nella notte del Natale 1223, un presepe una linea tettonica, tra i m 0 sono alimentate dal substrato visita alla reliquia del corpo del Poverello complesso calcareo; viola: contributi Santuario e Ripasottile vivente, che diede origine alla tradizione calcari della Maiolica, 0 1 km carbonatico-marnoso di Greccio e lo spostamento verso il convento molto permeabili per dal complesso dolomitico; verde: Santuario di che oggi porta la scena della natività nelle della Serie Umbro-Sabina. Poggio Bustone francescano di Posta. fratturazione e carsismo, dal complesso calcareo-marnoso). case di tutto il mondo; a Fonte Colombo, a monte, e le marne con intercalazioni calcaree (Marne a

Fucoidi) a bassissima permeabilità nell’insieme, con SSE Monti Sabini NNW

funzione di barriera idraulica, a valle. Una parte delle Greccio acque provenienti da tale emergenza si infiltra verso F. Turano Lago di Piediluco SSW F. Salto M. Puzzari NNE Rieti F. Velino S.te Onnina sud in una conoide sepolta alimentando il Gruppo F. Velino F. Velino Santuario SS...tttee CCaanntttaarroo della Foresta

sorgivo delle Canapine. Un’ulteriore quantità di Lago Ripa Sottile 1500 Lago Lungo acqua alimentaPiana Reatina la falda freatica della Piana Reatina. (Elaborato dai rilievi originali di S.te Vicenna Riara 1000 S.ti Canepine S.ti S.Susanna Rivodutri campagna inediti del Dott. R. Graziano per Santuario il Progetto CARG del Foglio 347 Rieti) di Fonte Colombo 500 S.ti Canapine S.ti S. Susanna S.te S.Liberato Piedicolle

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AUTORI Silvana Falcetti, Servizio Geologico d’Italia, [email protected]; Luca Guerrieri, Servizio Geologico d’Italia, [email protected]; Maurizio Marino, Servizio Geologico d’Italia, [email protected]; Lucio Martarelli, Servizio Geologico d’Italia, [email protected]; Riccardo Massimiliano Menotti, CNR-IFAC, [email protected]; Fabrizio Millesimi, Geo-Logos, [email protected]; Paolo Moretti, Servizio Geologico d’Italia, [email protected]; Anna Rosa Scalise, Servizio Geologico d’Italia, [email protected]

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