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provided by Università del : ESE - Salento University Publishing Atti 8° Convegno Nazionale di Archeozoologia (, 2015), pp. 211-219. DOI Code: 10.1285/i9788883051487p211

Claudia Abatino Sfruttamento e gestione delle risorse animali a Muro Leccese (Lecce): aspetti economici e sociali Exploitation and management of animal resource at Muro Leccese (Lecce, ): economic and social aspects

La ricerca archeologica a Muro Leccese è stata avviata nel 1999 quando, in occasione del restauro del Palazzo del Principe, gli scavi archeologici hanno sin da subito messo in risalto le potenzialità del centro storico, tanto da ritenere imprescindibile la valorizzazione e la tutela di questo patrimonio culturale. Muro Leccese fornisce utili informazioni per comprendere le dina- miche storiche del Salento tra Medioevo e Rinascimento (XVI-XVII secolo d.C.), momento in cui in questo territorio vi era una pericolosa minaccia rappresentata dall’invasione turca. L’obiettivo preposto di questo lavoro è quello di ricavare informazioni sulla gestione delle risorse animali da parte dei contadini del Borgo, cercare di comprendere anche che tipo di alimentazione avessero, confrontando le loro consuetudini alimentari con quelle della famiglia nobiliare che risiedeva nel Palazzo del Principe. Dallo studio emerge che la dieta degli abitanti di “Borgo Terra” fosse basata prevalentemente sul consumo delle quattro prin- cipali specie domestiche, mentre la caccia e la pesca non ricoprirono un ruolo rilevante nell’economia; al contrario, nel Palazzo sono stati recuperati diversi resti di pesci e molluschi di ottima qualità.

The archaeological research at Muro Leccese started in 1999 when the University of Salento was invited to participate in the restoration of the Prince’s Palace. The archaeological excavations immediately brought into evidence the potentials of the Old Town and therefore the importance to promote and protect that particular cultural heritage. Muro Leccese delivers useful information for the understanding of historical dynamics in the region between the Middle Ages and the Renaissance (16th-17th c. AD), a period marked by the dangerous threat of the Turkish invasion. The designated target of this work is to obtain information on the management of animal resource by the farmers of the village (Borgo Terra), in order to understand the diet they followed, as well as to confront their diet with those of the noble family that resided at the Prince’s Palace. The study shows that the diet of the inhabitants of Borgo Terra was based mainly on the four major domestic species, while hunting and fishing did not play an important role in the economy. Alternatively, various remains of fish and shellfish of excel- lent quality were found within the compounds of the Palace.

Parole chiave: XVI-XVII sec., Archeologia urbana, Animali domestici, Tacchino. Keywords: 16th-17th centuries, Urban archaeology, Domestic animals, Turkey.

Origine ed evoluzione di borgo terra lui che concederà Muro nel 1438, elevata a principato, a Florimonte Protonobilissimo, probabile fondatore Le indagini archeologiche nella città di Muro Lec- dell’attuale Borgo Terra. Nel XV secolo fu costruita una cese, piccolo centro della penisola salentina, sono state cinta muraria e un fossato che delimitavano un’area di avviate nel 1999 in occasione del restauro del Palazzo circa un ettaro di terreno e, non molto tempo dopo, fu del Principe, sotto la direzione del Prof. Paul Arthur del costruito anche il castello nell’angolo sudorientale della Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Sa- cinta muraria (Fig. 1). Tra i fattori che hanno determi- lento. Le fonti scritte riguardo la città di Muro Leccese nato la formazione di Borgo Terra vi fu la volontà del- scarseggiano fino al 1250 quando Ludovico de Monti, le famiglia feudataria di riorganizzare i loro possedi- barone di Corigliano d’, è attestato come signo- menti agricoli e di controllare sia la manodopera che la re di Muro. Nel 1380 Muro viene citata in un documen- produzione, ma anche la necessità dovuta alla minaccia to come Terra e Corte Regia da Luigi d’Angiò, aggrega- dell’invasione da parte dei Turchi, che nel 1480 arriva- ta al Principato di Taranto. Successivamente passa in rono ad occupare la città di Otranto per essere poi defi- eredità a Giovanni Antonio Orsini del Balzo, principe nitivamente respinti l’anno successivo (Arthur, Bruno di Taranto e primo marito di Maria d’Enghien ed è 2007).

Università del Salento, via Dalmazio Birago 64, 73100 Lecce; [email protected] 212 C. Abatino

Fig. 1. Pianta di Borgo Terra (da Arthur, Bruno 2007).

L’analisi dei reperti faunistici

Il materiale analizzato è stato rinvenuto all’interno dei due sili XVII e LXV1 (Fig. 2), situati rispettivamente nelle aree di scavo V e VIII di Borgo Terra, i quali furono Fig. 2. Rilievo del silo LXV (LAM - Laboratorio di Archeologia Medievale, colmati intenzionalmente tra la fine del XVI secolo ed Università del Salento). il primo quarto del XVII secolo d.C. Osservando i risul- tati del calcolo del numero dei resti (NR) e del numero Lo studio del materiale in esame ha consentito im- minimo di individui (NMI), per ogni taxon, si riscontra portanti considerazioni sulla gestione delle risorse ani- che il materiale è caratterizzato, in entrambi i conte- mali e sull’alimentazione degli abitanti del borgo. Tra sti, soprattutto dalla presenza delle principali categorie le categorie dei principali animali domestici rinvenute domestiche: bovini, caprovini, suini e pollame (Tabb. 1, all’interno dei due sili, la più rappresentata è quella dei 2). Scarsi sono i resti di animali selvatici, rappresentati caprovini, a cui corrisponde il 55,1% del NR, seguiti dai da frammenti attribuibili a volpe, lepre e tasso, mentre suini con il 26,5%, dal pollame con il 16,9% ed infine dai una modesta quantità di reperti testimonia il consumo bovini con il 1,5% (Tab. 3). Dall’analisi della distribuzio- di anatidi, anseridi e columbiformi. Il buono stato di ne degli elementi anatomici (Tab. 4) si può constatare conservazione dei reperti ha permesso anche il ritro- l’elevata presenza degli elementi che compongono il vamento di alcuni frammenti di guscio d’uovo ed un cranio per bovini, caprovini e suini. Considerando le buon numero di resti appartenenti a specie marine, tra variazioni delle percentuali relative alle varie parti ana- cui molluschi ed echinodermi. All’interno del silo LXV tomiche per gli caprovini, si evince un consumo mag- è stata riscontrata anche una grande quantità di mala- giore delle porzioni riferibili agli arti anteriori (27,5%) cofauna terrestre. Si tratta di un centinaio di resti at- rispetto a quelli posteriori (12,9%). Anche nei suini l’arto tribuibili alla chiocciola borgognona e di una notevole anteriore è più rappresentato dell’arto posteriore, con quantità di lumache rigatelle. percentuali rispettivamente del 20,2% rispetto al 14%. Per i bovini il numero esiguo di frammenti non permet-

1 Il materiale osteologico dell’area V è stato recuperato all’interno del te di poter avanzare ipotesi sulla tendenza al consumo silo XVII (UUSS 2067, 2081, 2084, 2086), mentre quello dell’area VIII di alcune parti rispetto ad altre. Il bue è rappresentato nel silo LXV (UUSS 3716, 3735, 3739, 3741). Sfruttamento e gestione delle risorse animali a Muro Leccese 213 medioevo e post-medioevo

Taxa NR % NMI Taxa NR % NMI Animali domestici Animali domestici Bue - Bos taurus 4 1,0% 2 Cavallo - Equus caballus 1 0,2% 1 Pecora o Capra - Ovis vel Capra 121 10 Bue - Bos taurus 7 1,7% 3 Pecora - Ovis aries 26 39,2% 10 Pecora o Capra - Ovis vel Capra 211 14 Capra - Capra hircus 4 2 Pecora - Ovis aries 34 59,7% 7 Maiale - Sus domesticus 124 32,2% 7 Capra - Capra hircus 8 3 Pollame - Gallus gallus 32 8,3% 5 Maiale - Sus domesticus 69 16,3% 7 Animali selvatici Cane - Canis familiaris 1 0,2% 1 Volpe - Vulpes vulpes 20 5,2% 3 Gatto - Felis catus 1 0,2% 1 Lepre - Lepus sp. 1 0,3% 1 Pollame - Gallus gallus 91 21,5% 7 Avifauna Tacchino - Meleagris gallopavo 1 0,2% 1 Avifauna ind. - Aves ind. 12 3,1% - Totale 424 Anatra ind. - Anas sp. 4 1,0% 1 Animali selvatici Cornacchia grigia - Corvus cornix 17 4,4% 4 Volpe - Vulpes vulpes 1 20,0% 1 Gazza - Pica pica 1 0,3% 1 Lepre - Lepus sp. 3 60,0% 1 Oca ind. - Anser sp. 1 0,3% 1 Tasso - Meles meles 1 20,0% 1 Molluschi terrestri Totale 5 Rigatella - Eobania vermiculata 16 4,2% 16 Microfauna Molluschi marini Roditori ind. - Rodentia ind. 1 - 1 Riccio marino - Paracentrotus lividus 1 0,3% 1 Avifauna Cardio - Cerastoderma edule 1 0,3% 1 Avifauna ind. - Aves ind. 18 64,3% - Totale determinati 385 39,1% Anatra ind. - Anas sp. 5 17,9% 1 Coste 301 50,3% Piccione ind. - Columba sp. 5 17,9% 3 Vertebre 78 13,0% Totale 28 Frammenti indeterminabili 220 36,7% Ittiofauna Totale Indeterminabili 599 60,9% Cefalo comune - Mugil cephalus 1 - 1 Totale 984 Molluschi terrestri

Tab. 1. Borgo Terra, area V, silo XVII: elenco delle specie determinate e Rigatella - Eobania vermiculata 2177 - 2177 relativo numero dei resti (NR) e numero minimo di individui (NMI). Chiocciola borgognona - Helix pomatia 129 - 129 Molluschi marini da soli 11 frammenti ed il NMI calcolato è pari a 3, di cui Riccio marino - Paracentrotus lividus 16 4,9% - un individuo giovanile, uno subadulto ed uno adulto. Patella - Patella caerulea 3 0,9% 3 I resti di caprovini sono riferibili ad almeno 22 indi- Murice - Bolinus brandaris 2 0,6% 2 vidui, di cui 2 neonati, 9 giovanili, 3 subadulti, 7 adulti e Mitilo - Mytilus galloprovincialis 303 93,5% 65 1 senile. I dati relativi all’età di morte ottenuti dall’ana- Totale 324 lisi della fusione delle epifisi delle ossa lunghe (Bullock, Totale determinati 3089 81,0% Rackham 1982) dimostrano che il 21% degli individui Coste 344 47,4% veniva macellato entro il primo anno di età, il 69% ve- Vertebre 92 12,7% niva invece macellato tra il secondo e il terzo anno di Frammenti indeterminabili 289 39,9% età, mentre solo il 10% veniva abbattuto oltre il terzo Totale Indeterminabili 725 19,0% anno. I dati ottenuti osservando l’eruzione, la sostitu- Totale 3814 zione e l’usura dei denti (Payne 1973) hanno dimostrato Tab. 2. Borgo Terra, area VIII, silo LXV: elenco delle specie determinate che ben il 70,2% degli individui veniva ucciso entro il e relativo NR e NMI. primo anno di vita, e tra questi quasi il 57% tra i 6 e i 12 mesi di vita, lasciando intuire che l’allevamento fosse 214 C. Abatino

NR % NR NMI osservate, ove possibile, le caratteristiche che differen- Bovini 11 1,5% 3 ziano le capre dalle pecore riscontrando una maggiore Caprovini 401 55,1% 22 presenza di queste ultime rispetto alle prime, con per- Suini 193 26,5% 12 centuali rispettivamente del 84% e 16% (Zeder, Lapham Pollame 123 16,9% 11 2010; Zeder, Pilaar 2010). Purtroppo solo un calcagno e Totale 728 100,0% 48 un radio integri di pecora si sono conservati integri ed Tab. 3. NR, NMI e relative percentuali delle principali specie domesti- è stato possibile calcolare rispettivamente un’altezza al che. garrese di 67,8 cm e 68,7 cm, con una media di 68,2 cm Bovini % Caprovini % Suini % (Teichert 1975). Cranio 5 45,5% 159 39,4% 84 43,5% I resti di suini sono riferibili ad almeno 12 indivi- Arto anteriore 3 27,3% 111 27,5% 39 20,2% dui, di cui 1 neonato, 2 individui giovanili, 3 subadulti Arto posteriore 2 18,2% 52 12,9% 27 14,0% e 6 adulti. Osservando lo stadio di fusione delle epifisi Estremità 1 9,1% 82 20,3% 43 22,3% delle ossa lunghe (Bull, Payne 1982), si riscontra che il Totale 11 100,0% 404 100,0% 193 100,0% 60% dei suini veniva macellato entro il primo anno di Tab. 4. NR e relative percentuali delle tre principali specie domestiche età, un altro 11,4% tra il secondo ed il terzo anno, men- suddivisi per elemento anatomico. tre il 28,6% veniva abbattuto dopo il terzo anno di vita. Dall’analisi dell’eruzione, sostituzione ed usura dei Grado di usura età NR % denti (Bull, Payne 1982) si deduce che il 25% dei suini A 0-2 mesi 0 - veniva macellato entro il primo anno di età, il 66,7% B 2-6 mesi 4,6 13,6% tra il secondo ed il terzo anno, momento in cui si ha C 6-12 mesi 19,2 56,6% la maggior resa di carne, mentre il 8,3% veniva ucciso D 1-2 anni 3,6 10,6% dopo il terzo anno di vita (Tab. 6). E 2-3 anni 1,5 4,4% Sono stati recuperati anche 4 frammenti riferibili F 3-4 anni 0 - ad altre specie domestiche: 1 osso del carpo di caval- G 4-6 anni 2 5,9% lo, 1 frammento di mascellare di cane, 1 metacarpo di H 6-8 anni 2 5,9% gatto e 1 tibiotarso di tacchino (Tab. 2). Il ritrovamento I 8-10 anni 1 2,9% dell’osso di tacchino, quasi integro, è importante poi- Tab. 5. Dati sulla mortalità dei caprovini in base all’eruzione, sostitu- ché si tratta di una delle prime attestazioni di questa zione e usura dei denti (Payne 1973). specie animale in Italia2. Gli animali selvatici sono poco Età NR % NR NMI rappresentati, infatti si contano soltanto 26 resti ossei sotto i 7 mesi 3 25,0% 1 di cui 4 di lepre, 21 frammenti di volpe e un frammen- tra 7 e 11 mesi 0 0,0% 0 to di femore di tasso (Tabb. 1; 2). I resti di volpe sono tra 12 e 18 mesi 1 8,3% 1 riconducibili ad almeno 3 individui, di cui 1 giovanile tra 19 e 23 mesi 3 25,0% 1 e 2 adulti. Su due frammenti di cranio di volpe di un tra 24 e 30 mesi 2 16,7% 1 individuo adulto sono state osservate tracce di scuoia- tra 31 e 35 mesi 2 16,7% 2 mento per recuperare la pelliccia dell’animale, mentre oltre i 35 mesi 1 8,3% 1 sul coxale dell’individuo giovane sono state riscontrate Totale 12 100,0% 7 tracce di macellazione che testimoniano anche il suo

Tab. 6. Dati sulla mortalità dei suini in base all’eruzione, sostituzione e consumo alimentare. Tra i resti di uccelli il maggior usura dei denti (Bull, Payne 1982). numero di reperti è attribuibile a cornacchie grigie (17 NR; 4 NMI). Si annoverano anche 9 resti di anatra, finalizzato al consumo di tagli di carne più pregiata e 5 di piccioni, 1 di oca e 1 di gazza (Tabb. 1; 2), tutti at- alla produzione di prodotti caseari. Il 10,6% degli in- tribuibili ad individui adulti. Su un frammento di ulna dividui non superava il secondo anno di vita e il 19,2% prossimale di cornacchia grigia sono state osservate degli individui veniva abbattuto in età adulta (Tab. 5). tracce di macellazione che testimoniano l’uso alimen- Durante lo studio del campione osteologico sono state 2 Riguardo l’introduzione e diffusione del tacchino in Italia si riman- da a De Grossi Mazzorin, Epifani 2015. Sfruttamento e gestione delle risorse animali a Muro Leccese 215 medioevo e post-medioevo tare anche di questa specie animale. La consultazione ra, mentre, per le lumache rigatelle si può supporre che di alcuni trattati di cucina scritti dai più famosi scal- solo un numero nettamente inferiore a quello riscon- chi vissuti tra il XV e il XVIII secolo, ha consentito il trato sia il risultato degli scarti di alimentazione dell’a- reperimento di utili informazioni sulle diverse specie bitato, poiché la maggior parte presentano dimensioni animali, sui metodi di preparazione dei vari alimenti e troppo modeste per ipotizzarne un consumo alimen- sulle proprietà terapeutiche che alcune di queste specie tare e si ritengono, con molta probabilità, intrusive. avevano secondo la credenza dell’epoca. Nel trattato di (Tabb. 1; 2). Antonio Frugoli5 suggerisce diversi modi Domenico Romoli, detto il Panonto, La singolar dottrina, per cucinare questo alimento, ma afferma anche che pubblicata a Venezia nel 1560, vengono elencati i pe- sono difficili da digerire e non consigliabili a chi soffre riodi migliori dell’anno per cibarsi di ciascuna specie di disturbi alle vie urinarie. Anche Baldassarre Pisanel- animale e vengono citati anche i cornacchiotti. L’autore li, nell’opera Trattato della natura de’ cibi, et del bere afferma «I Cornacchiotti giovani son migliori de gli Stornelli, pubblicata a Venezia nel 1659, afferma che «si digerisce e comincian di Giugno durando tutto Luglio»3. Anche nell’o- tardi e facilmente si converte in flemma, e nuoce a chi patisce pera di Antonio Frugoli Pratica e scalcaria, pubblicato a di Renella»6. Roma nel 1638, si parla di alcune specie di uccelli, tra cui i “cornacchiotti” e le “agazze”, e delle loro qualità in Osservazioni conclusive cucina. Il Frugoli specifica che, pur non essendo uccelli ammessi in cucina, ovviamente riferendosi alle cucine Il confronto tra le abitudini alimentari degli abitan- e ai banchetti di élite, ha voluto provarli più per curio- ti del Borgo e i nobili che risiedevano nel Palazzo ha sità che per la loro bontà, dato che non sono prelibati consentito di definire un quadro più dettagliato sull’a- come altri volatili ed hanno una carne molto più dura e limentazione e sull’economia a Muro Leccese tra il XVI difficile da digerire. Lo scrittore afferma «Mi è parso di e il XVIII secolo d.C. Nella tabella 7 sono messi a con- ponere li sopradetti uccelli non recipienti, e più per curiosità, fronto gli elenchi delle specie determinate provenienti che per la bontà loro, ma se alcuno se ne volesse servire possa sia dagli strati di Borgo Terra sia da quelli del Palazzo valersene, se bene che molti di loro saranno buoni in Primave- del Principe7. I dati riguardanti il borgo sono il risultato ra, & altri nell’Autunno, & altri nell’Inverno, e perché sono di- dell’insieme dei materiali recuperati dal silo XVII, dal versi uccelli, saranno di diverse qualità ancora, poiché alcuni silo LXV e da Casa Fiorentino, una casa contadina me- saranno di più dura carne, & altri meno, per la diversità loro, dievale, rinvenuta durante le campagne di scavo tra il e perciò non si farà di questi molta stima, dove che altro di 2003 e il 20048. buono non hanno, se non che dominano ancora loro la sostan- In entrambi i contesti il campione è costituito preva- za Aerea, & anco per la velocità delli loro movimenti, ma non lentemente da animali domestici: nel borgo prevalgono saranno però buoni come detti uccelletti piccoli, perché questi i resti di caprovini (32,1%), mentre nel Palazzo la per- sono di più dura carne assai, si come saranno di più dura di- centuale più alta si registra per i resti di suini (22,4%). I gestione ancora...»4. frammenti di bovini sono esigui in entrambi i contesti, Unico è il frammento di pesce, attribuibile a cefalo, mentre i resti del pollame raggiungono il 18,8% del NR rinvenuto nel silo LXV, mentre diversi sono i frammen- nel Palazzo del Principe e 8,8% a Borgo Terra. ti di esoscheletro e spine di ricci di mare e numerosi i Analizzando i dati relativi all’età di morte degli ani- frammenti di conchiglie di molluschi. Prevalentemente mali e alla distribuzione delle parti anatomiche (Fig. 3), si tratta di frammenti di mitili, il cui numero dei resti nel borgo si è osservata una tendenza al consumo di arti

è 303 e il numero minimo di individui è 65, ma sono 5 Op. cit., Libro III, Cap. LV, p. 174. presenti anche 3 patelle, 2 murici e 1 cardio (Tabb. 1; 2). 6 Pisanelli, op. cit., pp. 138-139. 7 Un numero davvero elevato di frammenti è riferibi- In un precedente lavoro sono stati analizzati i dati relativi ai resti faunistici rinvenuti durante le campagne di scavo dal 1999 al 2000 le ai molluschi terrestri, nello specifico 2.193 lumache nel Palazzo del Principe. Le indagini archeologiche interessarono rigatelle e 129 chiocciole borgogne. Queste ultime rien- le aree del cortile e parte del fossato, quest’ultimo localizzato im- mediatamente a nord del Palazzo. Cfr. De Grossi Mazzorin, Nocera travano nell’alimentazione degli abitanti di Borgo Ter- 2005. 3 Libro II, cap. XVV, p. 27. 8 Per l’analisi dei materiali di Casa Fiorentino cfr. De Grossi Mazzorin, 4 Libro II, cap. CXVIII, pp. 130-131. Nocera 2010. 216 C. Abatino

XVI secolo - inizi XVII secolo Taxa Borgo Terra Palazzo del Principe Animali domestici NR % NMI NR % NMI Cavallo - Equus caballus 2 0,1% 2 - Bue - Bos taurus 12 0,8% 6 11 6,7% 4 Pecora o Capra - Ovis vel Capra 403 31 30 8 Pecora - Ovis aries 60 32,1% 17 3 20,0% Capra - Capra hircus 12 5 - Maiale - Sus domesticus 246 16,6% 21 37 22,4% 9 Cane - Canis familiaris 1 0,1% 1 - - - Gatto - Felis catus 6 0,4% 4 6 3,6% 3 Pollame - Gallus gallus 145 9,8% 16 31 18,8% 5 Tacchino - Meleagris gallopavo 1 0,1% 1 - - - Animali selvatici Cervo - Cervus elaphus - - - 1 0,6% 1 Volpe - Vulpes vulpes 21 1,4% 4 2 1,2% 1 Lepre - Lepus sp. 4 0,3% 2 3 1,8% 2 Coniglio - Oryctolagus cuniculus 2 0,1% 1 - - - Tasso - Meles meles 1 0,1% 1 - - - Microfauna Roditori ind. - Rodentia ind. 6 0,4% 3 5 3,0% 5 Rettili Tartaruga - Testudo hermanni - - - 3 1,8% 2 Avifauna Avifauna ind. - Aves ind. 66 4,5% - 10 6,1% - Anatra ind. - Anas sp. 9 0,6% 2 - - - Piccione ind. - Columba sp. 5 0,3% 3 - - - Cornacchia grigia - Corvus cornix 17 1,1% 4 - - - Gazza - Pica pica 1 0,1% 1 - - - Oca ind. - Anser sp. 1 0,1% 1 - - - Ittiofauna Pesci - Pisces ind. - - - 16 9,7% 16 Cefalo comune - Mugil cephalus 1 0,1% 1 - - - Molluschi terrestri Chiocciola borgognona - Helix pomatia 129 8,7% 129 - - - Molluschi marini Riccio marino - Paracentrotus lividus 17 1,1% - - - - Cardio - Cerastoderma edule 3 0,2% 3 - - - Patella - Patella caerulea 4 0,3% 4 - - - Ostrica - Ostrea edulis - - - 7 4,2% 7 Murice - Bolinus brandaris 2 0,1% 2 - - - Mitilo - Mytilus galloprovincialis 303 20,5% 65 - - - Totale determinati 1480 100,0% 165 100,0%

Tab. 7. NR e NMI delle specie determinate rinvenute nei contesti di Borgo Terra e del Palazzo del Principe tra XVI e XVII secolo d.C. Sfruttamento e gestione delle risorse animali a Muro Leccese 217 medioevo e post-medioevo

Rilevante è l'assenza di ossa di pesce tra i resti di Borgo Terra, ad eccezione dell'unico frammento di ce- falo rinvenuto nel silo LXV, al contrario di quanto ri- scontrato nel Palazzo del Principe dove sono stati re- cuperati diversi resti di pesci di ottima qualità, come cernie, spigole, orate e pagri, e frammenti di ostriche. Tra i resti di pasto dei contadini sono stati rinvenuti, invece, diversi frammenti di molluschi marini di minor pregio, come mitili, cardi, patelle e murici. Fig. 3. Distribuzione degli elementi anatomici delle principali specie domestiche relative al Borgo e al Palazzo del Principe tra XVI e XVII secolo d.C. Ringraziamenti anteriori, sia dei caprovini che dei suini, i quali sono Ringrazio il Prof. P. Arthur, direttore scientifico del- più poveri di carne rispetto all’arto posteriore, mentre, lo scavo archeologico, e la Prof.ssa B. Bruno, coordina- nel Palazzo non si è osservata una particolare tenden- trice dello scavo archeologico, per avermi dato la possi- za nel consumo di parti anatomiche di caprovini, ma bilità di intraprendere le analisi sui reperti faunistici; la è evidente un consumo maggiore di arti posteriori di Dott.ssa Stefania Alfarano per avermi fornito la relazio- suino. Non è da escludere che nel borgo venissero pre- ne relativa alle diverse aree di scavo e per la documenta- parati i prosciutti, oltre a tagli di carne pregiata, che poi zione grafica. Un ringraziamento particolare va al Prof. venivano serviti sulla tavola dei nobili al Palazzo. L’alta J. De Grossi Mazzorin per i suoi utili suggerimenti e il percentuale di caprovini abbattuti entro il primo anno suo costante supporto. di età all’interno del borgo lascia ipotizzare che l’alle- vamento fosse finalizzato principalmente alla produ- Bibliografia zione di buoni tagli di carne. Sulla mensa dei nobili nel Palazzo del Principe venivano consumati tagli di carne Arthur P., Bruno B. (a cura di) 2007, Muro Leccese: alla scoperta di una terra medievale, . migliori, come si evince dall’alta percentuale di agnelli Bull G., Payne S. 1982, Tooth eruption and epiphyseal fusion in pigs and wild abbattuti entro i primi 6 mesi di vita. boar, in B. Wilson, C. Grigson, S. Payne (a cura di), Ageing and Sexing Tra gli animali domestici sono presenti, sia nel Animal Bones from Archaeological sites, BAR, British Series, 109, Oxford, pp. 55-72. campione di Borgo Terra che in quello del Palazzo del Bullock D., Rackham J. 1982, Epiphyseal Fusion and Tooth Eruption of Feral Principe, anche specie che non rientravano nell’ali- Goats from Moffatdale, Dumfories and Galloway, in B. Wilson, C. Grigson, mentazione, come ad esempio il gatto, utile anche per S. Payne (a cura di), Ageing and Sexing Animal Bones from Archaeological sites, BAR, British Series, 109, Oxford, pp. 73-80. cacciare i piccoli roditori che, in un borgo così ricco di De Grossi Mazzorin J., Nocera A. 2005, Analisi preliminare dei resti faunistici sili per la conserva di cereali, risultava necessario. È at- del Palazzo del Principe a Muro Leccese (LE), in G. Malerba e P. Visentini testata, infatti, la presenza di sei resti di Felis catus tra (a cura di), Atti del 4° Convegno Nazionale di Archeozoologia, Perdenone, 13-15 novembre 2003, Pordenone, pp. 381-387. i materiali provenienti dal borgo e altri sei frammenti De Grossi Mazzorin J., Nocera A. 2010, Nuovi dati archeozoologici della città dai contesti relativi al Palazzo del Principe. medievale e moderna di Muro Leccese (Lecce), in A. Tagliacozzo, I. Fiore, I resti di selvaggina non sono abbondanti, né all’in- S. Marconi, U. Tecchiati (a cura di), Atti del 5° Convegno Nazionale terno del Borgo né tra i resti relativi al Palazzo. Le due di Archeozoologia, Rovereto, 10-12 novembre 2006, Rovereto, pp. 317-320. specie maggiormente rappresentate sono la lepre e la De Grossi Mazzorin J., Epifani I. 2015, Introduzione e diffusione in talia volpe, la quale veniva sicuramente cacciata sia per scopi di animali esotici dal Nuovo Mondo: il caso del tacchino (Meleagris alimentari che per ricavarne la pelliccia, come confer- gallopavo L.), L’Idomeneo, 20, pp. 55-74. Driesch A. von den 1976, A Guide to the Measurement of Animal Bones mato dalle tracce di scuoiamento rinvenute sul cranio from Archaeological sites, Peabody Museum Bulletins, 1, Cambridge/ di un esemplare esaminato. Tra i reperti nel borgo è Massachusetts. stato rinvenuto anche un frammento di tasso, mentre Payne S. 1973, Kill-off Patterns in Sheep and Goats: the Mandibles from Asvan Kale, Anatolian Studies, 33, pp. 281-303. dal Palazzo del Principe proviene l’unico resto di cervo. Payne S., Bull G. 1988, Components of variation in measurements of pig bones and teeth, and the use of measurements to distinguish wild from domestic pig remains, Archaeozoologia, 2, pp. 27-65. 218 C. Abatino

Teichert M. 1975, Osteometrische Untersuchungen zur Berechnung der Widde- Maiale - Sus domesticus risthöhe bei vor- und frühgeschictlichen zur Berechnung der Widderisthöhe P4: 1) L=11,9 WP=13,3; 2) L=11,7 WP=13,1; M1: 1) L=17,2 bei vor- und Schafen, in A.T. Clason (a cura di), Archaeozoological Studies, WA=13,6 WP=14,1; 2) L=15,4 WA=13,2 WP=13,5; 3) L=14,8 New York, pp. 51-69. WA=13 WP=12,9; M2: 1) L=20,8 WA=16,5 WP=16,8; 2) Zeder M.A., Pilaar S.E. 2010, Assessing the reliability of criteria used to WA=16,3 WP=15,3; P : 1) L=13,5 WP=8,6; M : 1) L=4,8 identify mandibles and mandibular teeth in sheep, Ovis, and goats, 4 1 Capra, Journal of Archaeological Science, 37 (2010), pp. 225-242. WA=10,6 WP=11,6; M2: 1) L=18,9 WA=12,5 WP=12,5; 2) Zeder M.A., Lapham H.A. 2010, Assessing the reliability of criteria used to WA=13,5 WP=14; M3: 1) L=30,4 WA=13,4; ulna: 1) DPA=36,4 identify postcranial bones in sheep, Ovis, and goats, Capra, Journal of SDO=26,2 LO=55 BPC=21,2; 2) DPA=34,2 SDO=25,6 Archaeological Science, 37 (2010), pp. 2887-2905. BPC=22,2; tibia: 1) Bd=32,8 Dd=28; 2) Bd=30 Dd=26,3; 3) Bd=29,5 Dd=25,6; astragalo: 1) GLl=38 GLm=35,4 Dl=20,2 Appendice Bd=22,4.

Gatto - Felis catus Le misure sono espresse in millimetri e sono sta- III metacarpo: 1) GL=30,9 Bd=5,1. te rilevate secondo il metodo proposto da A. von den Driesch (1976). Le abbreviazioni sono quelle adottate Gallo - Gallus gallus dall’autrice in lingua inglese. Per le misure dei denti dei Coracoide: 1) GL=55,6 Lm=53,6 Bd=14,7 BF=12,1; 2) GL=55,5 suini e per la misura HTC dell’omero si è fatto riferi- Lm=53,2 Bd=14,7 BF=10,5; 3) GL=54,7 Lm=52,8 BF=10,8; 4) mento allo studio proposto da S. Payne e G. Bull (1988). GL=54,2 Lm=51,8 Bd=12,6 BF=10,5; 5) GL=53,8 Lm=52,2 Bd=15 BF=12,6; 6) GL=53,2 Lm=51,8 Bd=14,7 BF=11,8; sca- Cavallo - Equus caballus pola: 1) GL=74 Dic=11; 2) GL=69,7 Dic=11,1; 3) Dic=12,4; Capitato: 1) GB=40,9. 4) Dic=11,8; 5) Dic=11,5; 6) Dic=11,3; omero: 1) GL=73,2 Bp=29,1 Bd=15,4 SC=6,7; 2) GL=73,1 Bp=18,5 SC=6,5 Bue - Bos taurus Bd=14,6; 3) GL=72,8 Bp=18,6 Bd=14,6 SC=6,3; 4) GL=71,1 Omero: 1) BT=75,6. Bp=18,6 Bd=14,5 SC=6,3; 5) GL=68 Bp=17,3 SC=6,1 Bd=14,2; 6) GL=66 Bp=18 SC=6,4; 7) GL=59,9 Bp=17 Bd=13,1 SC=5,7; Pecora o capra - Ovis vel Capra 8) Bd=14 SD=6; 9) Bd=13,8; radio: 1) GL=71,4 SC=2,9 Bd=7,1; 2) GL=63,8 Bd=5,5 SC=2,8; 3) GL=61,9 Bd=6,8 SC=2,9; M3: 1) 10=21,5x8,9; 2) 10=21,9x8; mandibola: 1) 3=56; 15a=32,9; 2) 7=77,1 8=48,9 9=23,9 15b=26,6 15c=17,8; 3) 4) GL=60,5 Bd=6 SC=2,8; 5) GL=59,6 SC=1,6 Bd=5,7; 6) 7=74,8 8=51,7 9=24 10=21,5 12=69,5 13=69,5 15a=36,3 GL=57,6 SC=1,8 Bd=5,5; 7) Bd 6,7; ulna: 1) GL=71,8 Dip=13,2 15b=21,7 15c=17,6; 4) 9=26 15b=20,9 15c=14,6; 5) 9=22 SC=3,8 Bp=8,9 Did=9,64; 2) GL=71,6 Dip=12,6 Bp=8,3 10=22,1 15b=19,7; scapola: 1) GLP=31,4 LG=24,5 BG=19,1; SC=3,98 Did=9,37; 3) GL=66,9 Dip=11,9 Bp=8,4 SC=4,2 2) LG=27 BG=20,2 SLC=16; radio: 1) Bd=29,3 DD=20 Did=8,9; 4) GL=66,7 Did=8,8 Bp=7,9 Dip=12,9 SC=3,7; 5) BFd=23,2; metacarpo: 1) Bp=25,4 Dp=17,4 SD=14,9 Dip=11,5 Bp=8,3 SC=3,8; 6) Did=8,6; 7) Did=8,4 SC=3,4; DD=11,2; 2) Bp=24; rotula: 1) GL=27,4 GB=19,8; metatar- 8) Did=8,4; II-III metacarpo: 1) GL=38,8 Bp=11,3 Did=7,1; so: 1) Bp=20,9 SD=11,5 DD=10,8; 2) Bp=19,7 Dp=20,7. 2) GL=37,5 Bp=10,3 Did=6,3; coxale: 1) DiA=8,8; femo- re: 1) GL=78 Lm=74,3 Bp=15,1 Dp=10,2 SC=6,2 Bd=14,4 Pecora - Ovis aries Dd=12,1; 2) GL=76,2 Lm=72,7 Bp=15,3 Dp=10,5 Bd=14,8 Scapola: 1) GLP=32 LG=25,9 BG=18,7 SLC=17,5; omero: 1) Dd=12,8 SC=6,1; 3) GL=69,3 Lm=65,4 Bp=15,1 Dp=9,5 Bd=30,8 DD=26,6 BT=27,8 HTC=13,8 SD=14,9 Dd=16,2; SC=6,3 Bd=13,8 Dd=12,6; 4) GL=69,2 Lm=65,4 Bp=14,2 2) Bd=29,2 DD=24,5 BT=27,5 HTC=14,1; radio: 1) GL=171 Dp=9,7 SC=6,3 Bd=14,1 Dd=12,1; 5) Bd=15,1 Dd=11,7; 6) Bp=33,8 BFp=29,2 Dp=15,8 SD=15,8 Bd=30,7 Dd=21 Bd=14,6 SC=6,7; tibia: 1) GL=117 La=112,7 Bd=11,5 Dd=11,6 DD=9,5; 2) Bp=33 BFp=30,6 Dp=16,6; 3) Bp=31,6 BFp=29,4 SC=5,7; 2) GL=96,2 La=92,5 Dip=17,8 SC=5 Bd=11 Dd=11,6; Dp=16,3; 4) Bp=30,5 BFp=28,4; 5) Bp=29,8 BFp=27,7 3) GL=96 La=92 Dip=17,9 SC=5 Bd=10,9 Dd=11; 4) Bd=12,1 Dp=15; tibia: 1) Bd=26,8 Dd=21,8; 2) Bd=26,5 Dd=21,2; Dd=12,8 SC=6,1; 5) Bd=11,2 Dd=12,2; 6) Bd=11,1 Dd=11,8 3) Bd=26,4 Dd=21,4; 4) Bd=25,2 Dd=19,3; calcagno: 1) SC=5,8; 7) Dip=16,9 8) SC=5,6; 9) Dd=11,5; metatarso: GL=59,5 GB=19,3. 1) GL=81,5 Bp=12,7 SC=5,6 Bd=13; 2) GL=72,2 Bd=12,8 SC=5,8; 5) GL=65,7 Bp=13,5 SC=5,9 Bd=11,7; 4) Bp=13,4; 3) Capra - Capra hircus Bp=12,8 SC=5,9. Radio: 1) Bp=30,8 BFp=29,6; ulna: 1) DPA=28,8; tibia: 1) Bd=25,8 Dd=20,2. Tacchino - Meleagris gallopavo Tibia: 1) La=151,5 Dd=20,2. Sfruttamento e gestione delle risorse animali a Muro Leccese 219 medioevo e post-medioevo Volpe - Vulpes vulpes GL=32,4 Bp=8,2 SC=3,9 Bd=8,2. Scapola: 1) GLP=16 LG=15 BG=10,2 SLC=14,6; II metacarpo: 1) GL=37,4 Bd=5,4; III metacarpo: 1) GL=42,1 Bd=4,6; IV Cornacchia grigia - Corvus cornix metacarpo: 1) GL=42,2 Bd=4,8; V metacarpo: 1) GL=34,5 Scapola: 1) Dic=11,9; omero: 1) GL=66,7 Bp=17,6 SC=5,7 Bd=5,9; 3) GL=34,3 Bd=5,8; 2) GL=32,7 Bd=5,6; II metatar- Bd=14,4; 2) GL=66,5 Bp=18 SC=6,1 Bd=14,8 3) GL=65,1 so: 1) GL=51,4 Bd=5,1; III metatarso: 1) GL=51,1 Bd=5,4; IV SC=6,2 Bd=14,7; 4) GL=63,9 Bp=17,1 SC=5,7 Bd=13,5; 5) metatarso: 1) GL=55,9 Bd=4,5. GL=63,1 Bp=17,4 SC=5,8 Bd=14,6; 6) SC=6,3 Bd=14,3; 7) SC=5,7 Bd=15,1; ulna: 1) GL=83 Bp=9,9 Dip=11,1 SC=4,4 Lepre - Lepus sp. Did=9,1; 2) Bp=9,8 Dip=11,3 SC=4,4; 3) Bp=9,5 Dip=10,7 IV metatarso: 1) GL=57,8 Bp=6 SD=4,1 Bd=5,8. SC=4,7; tibia: 1) GL=90,4 La=88,8 Dip=13,8 SC=4,2 Bd=8,7 Dd=8; 2) GL=90,3 La=88,7 Dip=12,2 SC=4,1 Bd=8,9 Dd=8; Anatra - Anas sp. 3) Dip=13,8 SC=4; 4) SC=4,2 Bd=8,5 Dd=7,9; 5) SC=3,9 Coracoide: 1) GL=56,4 Lm=52,9 Bd=24,3 BF=21,3; scapo- Bd=7,8 Dd=7,7. la: 1) GL=79,7 Did=12,3; ulna: 1) GL=78,5 Dip=13,9 Bp=10,9 SC=5 Did=11,1 2) Dip=10,8 Bp=9,9 SC=4,3; 3) Dip=10,4 Anatra - Anser sp. Bp=9 SC=4,7. Femore: 1) Bd=20,1 Dd=16,8

Piccione - Columba sp. Omero: 1) GL=40,4 Bp=13,7 SC=4,5 Bd=9,6; Metatarso: 1)