COMUNE DI PESCHICI PROVINCIA di

COMPARTO Te1 del Programma di Fabbricazione del Comune di Peschici Località “Matesce” ------VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: RAPPORTO PRELIMINARE DI ORIENTAMENTO (art.5 R.R. n.18 del 09/10/2013)

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Committente: Spett. ANTEA Srl Via San Giovanni in Golfo 205/E Campobasso

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All. I QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

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INDICE

1 PREMESSA ...... 7

1.1 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS)...... 7 2 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO ...... 11

2.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE ...... 11 2.2 SITI DI INTERESSE NATURALISTICO DI IMPORTANZA COMUNITARIA ...... 14 2.2.1 L’AREA DI INTERVENTO ...... 15 2.3 AREE NATURALI PROTETTE DELLA PIANIFICAZIONE NAZIONALE ...... 20 2.3.1 IL TERRITORIO COMUNALE ...... 21 2.3.2 L’AREA DI INTERVENTO ...... 21 2.3.3 AREE PROTETTE MARINE ...... 22 2.3.4 L’AREA DI INTERVENTO ...... 22 2.3.5 RISERVE NATURALI STATALI...... 22 2.3.6 IL TERRITORIO COMUNALE ...... 24 2.3.7 L’AREA DI INTERVENTO ...... 24 2.4 LE AREE NATURALI PROTETTE DALLA PIANIFICAZIONE REGIONALE ...... 24 2.4.1 IL TERRITORIO COMUNALE ...... 24 2.4.2 L’AREA DI INTERVENTO ...... 24 2.5 LE AREE IMPORTANTI PER L’AVIFAUNA (IBA) ...... 26 2.5.1 L’AREA DI INTERVENTO ...... 26 2.6 LA PIANIFICAZIONE PAESAGGISTICA VIGENTE: PPTR E ADEGUAMENTO DEL PdF COMUNALE AL PUTT/p ...... 28 2.6.1 L’AREA DI INTERVENTO: GLI OBIETTIVI DI QUALITA’ PAESAGGISTICA E TERRITORIALE DEL PPTR ...... 29 2.6.2 L’AREA DI INTERVENTO: RAPPORTI CON LA VARIANTE DI ADEGUAMENTEO DEL P.d.F. AL PUTT/P ...... 37 2.7 IL PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI (P.R.T.) ...... 41 2.7.1 L’AREA DI INTERVENTO ...... 42 2.8 IL PIANO REGIONALE PER LE ATTIVITA’ ESTRATTIVE (P.R.A.E.) ...... 44 2.8.1 L’ AREA DI INTERVENTO ...... 45 2.9 IL PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) ...... 48 2.9.1 L’ AREA DI INTERVENTO ...... 49

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2.10 IL PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE ...... 51 2.10.1 L’AREA DI INTERVENTO ...... 52 2.11 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP) ...... 55 2.11.1 L’AREA DI INTERVENTO ...... 55 2.12 IL REGIME VINCOLISTICO DELL’AREA DI INTERVENTO ...... 59 2.13 LE TUTELE DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA ...... 60 2.14 LO STRUMENTO URBANISTICO GENERALE VIGENTE (PDF) ...... 61

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INDICE DELLE FIGURE

Figura 1 Inquadramento territoriale su I.G.M...... 11

Figura 2: Inquadramento territoriale su ortofoto ...... 12

Figura 3 inquadramento territoriale su ortofoto...... 12

Figura 4: Inquadramento territporiale di ambito di rifrerimento su ortofoto ...... 13

Figura 5: inquadramento territoriale su C.T.R...... 13

Figura 6: Inquadramento territoriale di dettaglio su C.T.R...... 14

Figura 7: Zone Umide ...... 19

Figura 8: Sic e ZPS ...... 19

Figura 9 Aree naturali protette ...... 20

Figura 10 aree naturali protette ...... 25

Figura 11 Parco Nazionale del ...... 25

Figura 12: Aree IBA in Puglia ...... 27

Figura 13: Aree IBA nell’ambito territoriale di riferimento ...... 27

Figura 66 paesaggi della regione Puglia ...... 30

Figura 14: Variante di adeguamento del Pdf al PUTT/p: sistema geomorfo-idrogeologico ...... 39

Figura 15: Variante di adeguamento del Pdf al PUTT/p: sistema botanico-vegetazionale 39

Figura 16: Variante di adeguamento del Pdf al PUTT/p: sistema della stratificazione storica e insediativa ...... 40

Figura 17: Variante di adeguamento del Pdf al PUTT/p: percezioni visive ...... 40

Figura 18: Variante di adeguamento del Pdf al PUTT/p: Ambiti Territoriali Estesi (ATE) . 41

Figura 19: PRT: Piano Attuativo 2015-2019 / Tavola trasporto stradale ...... 43

Figura 20: PRT: Pianto attuativo 2015-2019 / Tavola trasporto ferroviario ...... 44

Figura 21 PRAE carta giacimentologica ...... 47

Figura 22: P.A.I., Aree di pericolosità e di rischio ...... 49

Figura 23: P.A.I., Corsi d'acqua ...... 50

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Figura 24: PTA, opere di captazione ad uso potabile ...... 52

Figura 25: PTA, aree di vincolo d'uso degli acquiferi ...... 53

Figura 26: PTA, zone di protezione speciale idrogeologica ...... 53

Figura 27: PTA, Zone di protezione speciale idrogeologica e aree di vincolo d'uso degli acquiferi ...... 54

Figura 28;: PTCP Foggia, Tutela dell'integrità fisica ...... 56

Figura 29: PTCP Foggia, Vulnerabilità degli acquiferi ...... 56

Figura 30: PTCP Foggia, Elementi di matrice naturale ...... 57

Figura 31: PTCP Foggia, Sistema delle Qualità ...... 58

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1 PREMESSA

1.1 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS)

LA NORMATIVA NAZIONALE La Direttiva Europea 2001/42/CEE, concernente “la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente naturale”, entrata in vigore il 21/07/01, introduce la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.). Essa costituisce un processo sistematico di valutazione delle conseguenze ambientali indotte dalla realizzazione di piani e programmi, teso a “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e a contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di un “piano” al fine di “promuovere uno sviluppo sostenibile” (art. 1 della Direttiva 2001/42/CEE). Secondo l’art. 5 della stesa Direttiva il rapporto ambientale deve contenere l’individuazione, la descrizione e la valutazione degli effetti significativi che il piano potrebbe avere sull’ambiente così come le possibili alternative. In sintesi la Valutazione Ambientale Strategica assolve al compito di verificare la coerenza delle proposte pianificatorie con gli obiettivi di sostenibilità, a differenza della V.I.A. che si applica invece a singoli progetti di specifiche opere. Questo nuovo approccio, che supera la semplice valutazione preventiva degli impatti di determinati progetti appartenenti alle categorie, descritte dalle Direttive 85/337/CEE e 97/11/CE sulla Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), nasce dalla consapevolezza che i cambiamenti ambientali sono causati non solo dalla realizzazione di progetti puntuali ma anche dalla messa in atto delle decisioni strategiche contenute negli strumenti di pianificazione e programmazione territoriale, che innestano logiche sinergiche, interazioni, interferenze territoriali, e che dalla valutazione ambientale strategica possono trarre non solo elementi di “veto”, ma anche nuovi indirizzi per il miglioramento delle politiche di trasformazione connesse ai piani stessi. Nell’evoluzione degli studi territoriali va consolidandosi la prassi di un approccio complessivo al territorio, nel senso che gli strumenti di pianificazione, direttamente e indirettamente, influenzano le trasformazioni nel campo biotico, abiotico e umano. L’applicazione di questo approccio organico è reso possibile dalle tecniche più avanzate di pianificazione urbanistica, in quanto attraverso esse si possono attivare tutte le leve per rendere coordinati “disegni urbanistici” con “disegni ecologici”. La pianificazione locale, in particolare, assume in sé tutta una serie di analisi e di valutazioni a scala comunale, ma non può perdere i riferimenti alle strategie territoriali a

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scala intercomunale, regionale, nazionale ed internazionale, in quanto spesso le politiche urbanistiche locali hanno effetti significativi in ambiti molto più vasti. Il Piano, anche al fine di attivare finanziamenti a scala regionale, nazionale e soprattutto comunitaria, deve rendere coordinate le azioni pianificatorie locali con le strategie politiche a scala più vasta, soprattutto in campo ambientale. In tal senso, con la redazione ad esempio dello strumento urbanistico generale comunale, deve essere attivato un apparato di valutazione della Sostenibilità ambientale mediante processi di analisi e di contabilizzazione delle trasformazioni, lette attraverso opportuni indicatori, rispetto ad alcuni temi generali individuati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio per la definizione delle cosiddette Città sostenibili. La legislazione nazionale, con il D.lgs. 3/4/2006 n°152 recante norme in materia ambientale e con il successivo D.lgs. 16/1/2008 n°4 recante ulteriori disposizioni correttive ed integrative al predetto Decreto, introduce un quadro legislativo organico in materia ambientale ed in particolare, oltre a disciplinare le procedure ed i contenuti per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e per l’autorizzazione integrata ambientale (Ippc), introduce anche , all’art.3-quater, il principio del cosiddetto “sviluppo sostenibile”.

LA NORMATIVA REGIONALE Anche secondo la LR n°20/2001 ed il Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) della Regione Puglia, che fissa gli indirizzi i criteri e gli orientamenti per la formazione il dimensionamento ed il contenuto dei Piani Urbanistici Generali (PUG), la VAS rappresenta uno strumento fondamentale che è parte integrante del processo di elaborazione ed approvazione del PUG ed in particolare il Rapporto Ambientale rappresenta uno degli elaborati di piano più significativi. Secondo la normativa regionale la VAS ha la finalità di verificare in modo esplicito la coerenza delle scelte di piano con gli obiettivi di sostenibilità dello sviluppo del territorio che la Regione Puglia ha definito prioritari nell’art.1 della LR n°20/2001. Anche per la normativa regionale la VAS si configura pertanto come un necessario supporto alla definizione delle scelte di piano, utile in particolare a individuare preventivamente gli effetti derivanti dall’attuazione delle singole scelte e, di conseguenza, a selezionare tra le opzioni alternative quelle maggiormente rispondenti agli obbiettivi di sostenibilità del PUG. Nel contempo la VAS individua le misure di pianificazione volte ad impedire, mitigare o compensare l’incremento delle eventuali criticità ambientali già presenti ed i potenziali impatti negativi delle scelte pianificatorie operate dal PUG. Sempre per quanto attiene alla normativa regionale si rappresenta quanto segue:

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-Sul BURP n. 21 del 17.02.2014 e stata pubblicata la L.R. n. 4/2014 “Semplificazioni del procedimento amministrativo. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 12 aprile 2001, n. 11 (Norme sulla valutazione dell’impatto ambientale), alla legge regionale 14 dicembre 2012, n. 44 (Disciplina regionale in materia di valutazione ambientale strategica) e alla legge regionale 19 luglio 2013, n. 19 (Norme in materia di riordino degli organismi collegiali operanti a livello tecnico‐amministrativo e consultivo e di semplificazione dei procedimenti amministrativi)”; - ai sensi dell’art. 4 della legge Regionale n. 44/2012 come modificata dalla Legge Regionale n. 04/2014 “Attribuzione ed esercizio della competenza per la VAS”: “Ai comuni e delegato l’esercizio, anche nelle forme associative disciplinate dal testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, emanato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, delle competenze per l’espletamento dei procedimenti di verifica di assoggettabilita a VAS di cui all’articolo 8 per i piani o programmi approvati in via definitiva dai comuni, nonche per l’espletamento dei procedimenti di VAS di cui agli articoli 9 e seguenti rivenienti da provvedimenti di assoggettamento di piani o programmi di cui sopra”; -ai sensi dell’art. 4 comma 7 bis. della citata legge regionale, “ I procedimenti di cui al comma 3, avviati dalla Regione alla data di entrata in vigore del presente comma, sono conclusi dai comuni, ad esclusione dei procedimenti di VAS rinvenienti da provvedimenti di assoggettamento a VAS definiti in sede regionale.”; -ai sensi dell’art. 3 comma 14, “La VAS costituisce, per i piani e programmi a cui si applicano le disposizioni della presente legge, parte integrante del procedimento di adozione e approvazione. I provvedimenti amministrativi di approvazione adottati senza la previa VAS, ove prescritta, sono annullabili per violazione di legge.”; -ai sensi dell’art. 8 comma 3: “L’autorita procedente puo trasmettere all’autorita competente, entro i trenta giorni successivi al termine di cui al comma 2, le proprie osservazioni o controdeduzioni relativamente a quanto rappresentato dai soggetti competenti in materia ambientale e dagli enti territoriali interessati nell’ambito della consultazione, in modo da fornire ulteriori elementi conoscitivi e valutativi.”; -ai sensi dell’art. 8 comma 4: “Salvo quanto diversamente concordato con l’autorita procedente, l’autorita competente, sulla base degli elementi di cui all’allegato I alla Parte Seconda del d.lgs. 152/2006 e tenuto conto dei contributi pervenuti dai soggetti competenti in materia ambientale e dagli enti territoriali interessati, verifica se il piano o programma possa avere impatti significativi sull’ambiente e, entro novanta giorni dalla data di presentazione dell’istanza di cui al comma 1, sentita l’autorita procedente, adotta il provvedimento di verifica assoggettando

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o escludendo il piano o programma dalla VAS di cui agli articoli da 9 a 15 e, nel caso, definendo le necessarie prescrizioni. La tutela avverso il silenzio dell’Amministrazione e disciplinata dalle disposizioni generali del processo amministrativo. L’art. 12 comma 3 del D.lgs. 152/2006 dispone che: “Salvo quanto diversamente concordato dall’autorita competente con l’autorita procedente, l’autorita competente, sulla base degli elementi di cui all’allegato I del presente decreto e tenuto conto delle osservazioni pervenute, verifica se il piano o programma possa avere impatti significativi sull’ambiente.”; -l’art. 3 comma 10 della Legge n. 44 del 14/12/2012 riporta che: “Sono comunque esclusi dal campo di applicazione della presente legge: a. i piani e i programmi destinati esclusivamente a scopi di difesa nazionale caratterizzati da somma urgenza o coperti dal segreto di Stato; b. i piani e i programmi finanziari o di bilancio; c. i piani di protezione civile in caso di pericolo per l’incolumita pubblica; d. i piani di gestione forestale o strumenti equivalenti, riferiti a un ambito aziendale o sovraziendale di livello locale, redatti secondo i criteri della gestione forestale sostenibile e approvati dalle Regioni o dagli organismi dalle stesse individuati; e. il piano stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico, di cui al comma 1 dell’articolo 67 del d.lgs. 152/2006, e le relative varianti; f. le varianti urbanistiche determinate dall’approvazione del piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, laddove riguardino piccole aree a livello locale, ovvero comportino modifiche minori a piani e programmi vigenti.”.

Il presente Rapporto Ambientale preliminare di verifica di VAS è stato redatto in conformità ai criteri ed ai contenuti fissati dall’art.13 del D.Lgs n. 152/2006 e dall’allegato VI del predetto decreto nonché in conformità a quanto disposto dalla LR 14/12/2012 n.44 ”Disciplina regionale in materia di valutazione ambientale strategica” e dal relativo Regolamento 9/10/2013 n.18 ; dalla LR 12/2/2014 n.4 “Semplificazioni del procedimento amministrativo.Modifiche e integrazioni alla LR 12/4/2001 n.11 (Norme sulla valutazione dell’impatto ambientale),alla LR 14/12/2014 n.44 (Disciplina regionale in materia di valutazione ambientale strategica) e alla LR 19/7/2013 n.19 (Norme in materia di riordino degli organismi collegiali operanti a livello tecnico –amministrativo e consultivo e di semplificazione dei procedimenti amministrativi). Si è tenuto conto altresì,per la parte pertinente, anche di quanto riportato nella Circolare “Indirizzi e note esplicative sul procedimento di formazione dei Piani Urbanistici Generali (PUG)”

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2 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

2.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Le opere in progetto, ricadono nel territorio comunale di Peschici e prevedono la sistemazione urbanistica di una maglia denominata “Te1” dal Piano di Fabbricazione comunale, e destinata a “zona d’uso turistico”.

Il comparto è situato in località “Matesce”, nella parte orientale dell’agro comunale, in prossimità del limite amministrativo di . L’area dista circa 5 km in linea d’aria dal centro abitato di Peschici e a circa 1,2 km dalla zona costiera. L’accessibilità alla zona in oggetto a risulta garantita dalla strada litoranea Peschici-Vieste, SP. 52

Le opere in oggetto costituiscono il naturale completamento edificatorio del nucleo Te già completato con la realizzazione dell’adiacente Villaggio Mira (nucleo Te2).

L’intera maglia soggetta a Piano di Lottizzazione ha una superficie territoriale complessiva di circa mq. 38.000.

L’area è catastalmente individuata al Fg. 9, ptc. 77. Le coordinate geografiche sono: 41°55’41”N, 16°04’51” e insistite ad una quota di circa 25 m s.l.m. con pendenza costante del 7% a degradare sulla costa.

Figura 1 Inquadramento territoriale su I.G.M.

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Figura 2: Inquadramento territoriale su ortofoto

Figura 3 inquadramento territoriale su ortofoto.

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Figura 4: Inquadramento territporiale di ambito di rifrerimento su ortofoto

Figura 5: inquadramento territoriale su C.T.R.

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Figura 6: Inquadramento territoriale di dettaglio su C.T.R.

2.2 SITI DI INTERESSE NATURALISTICO DI IMPORTANZA COMUNITARIA

ZONE UMIDE DI IMPORTANZA INTERNAZIONALE

Uno dei primi atti di cooperazione internazionale in tema di tutela ambientale è certamente rappresentato dalla “Convenzione sulle zone umide d’importanza internazionale, specialmente come Habitat d’uccelli acquatici” sottoscritta nel 1971 a Ramsar (Iran) e ratificata dall’Italia con il D.P.R. n. 448 del 13/3/1976.

Sono state individuate sul territorio italiano n. 47 zone umide d’importanza internazionale, di cui n. 3 in Puglia (Saline di Margherita di Savoia, Torre Guaceto, Le Cesine).

DIRETTIVA 409/79

Con la direttiva comunitaria n. 409/79 “Protezione della specie di uccelli selvatici e dei loro Habitat” si fa obbligo agli Stati membri di classificare i territori idonei come “Zone di protezione speciale (Z.P.S.)”.

DIRETTIVA 92/43/CEE-HABITAT

Successivamente è intervenuta la direttiva n. 92/43/CEE denominata “Habitat” inerente la conservazione degli Habitat naturali e seminaturali; tale nuova direttiva prevede

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l’istituzione di un sistema europeo di aree protette, denominato Natura 2000, in un quadro complessivo di protezione degli Habitat e delle specie minacciate nell’Unione Europea.

Con delibera n. 2305 del 30 maggio 1995 la Regione Puglia ha accettato l’incarico del Ministero dell’Ambiente di realizzare, sul proprio territorio regionale, il censimento dei siti di importanza comunitaria (1^ fase scadenza 31/12/1995) e dei biotopi di importanza regionale o locale (2^ fase scadenza 31/12/96).

DPR 8/9/1997 n.357

Con D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli Habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche” lo Stato Italiano ha disciplinato le procedure per l’adozione delle misure previste dalla direttiva 92/43/CEE “Habitat” relativa alla conservazione degli Habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, ai fini della salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione degli Habitat naturali elencati nell’allegato A e delle specie della flora e della fauna indicate agli allegati B, D ed E allegati al regolamento.

DM 2/4/2000

Il Ministero dell’Ambiente ha reso pubblico il primo elenco delle Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.) e dei Siti di importanza comunitaria (S.I.C.) proposti dalle Regioni ed in attesa dell’approvazione dell’elenco definitivo da parte della Commissione Europea con la finalità di consentire la conoscenza, la valorizzazione e la tutela.

DM 3/9/2002

Le “Linee Guida per la gestione dei siti Natura 2000” (DM 3/09/2002 pubblicato sulla G.U. n°224 del 24/09/2002).

DPR 12/3/2003 n.120

Il DPR 357/97 è stato modificato ed integrato con il DPR 12/3/2003 n°120 che ha dato maggiore rilievo ed importanza alle misure di conservazione e tutela degli habitat naturali e seminaturali nonché della flora e della fauna selvatica 8 G.U. n. 124 del 30/5/2003) che ha introdotto notevoli innovazioni soprattutto in merito alla procedura di valutazione d’incidenza per piani e progetti ed interventi ricadenti in aree SIC e ZPS.

2.2.1 L’AREA DI INTERVENTO

Al fine di verificare la coerenza localizzativa ovvero l’ammissibilità dell’intervento in rapporto alla salvaguardia degli habitat naturali e/o seminaturali e delle specie animali e vegetali presenti nel territorio oggetto di intervento si sono riportate le planimetrie delle

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Zone Umide individuate nella Regione Puglia nonché i Siti d’Importanza Comunitaria (S.I.C) e le Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.).

Dal confronto con le allegate planimetrie si evince che il territorio del comune di Peschici:

. Non è direttamente interessato da “Zone Umide”; si segnala alla distanza di 1km in direzione nord, verso la zona costiera, la presenza di una Zone Umida; trattasi della Zona Umida denominata “Pantano di Sfinale”. Data la sua localizzazione, l’area di intervento non interferisce con tale Zona Umida.

. E’ interessato dal Sito d’Importanza Comunitaria (S.I.C) denominata “Manacore del Gargano”, codice IT 9110025;

. Non è interessato dalla presenza di Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.).

In particolare l’intervento di cui trattasi in quanto ricadente all’interno della suddetta zona SIC, necessita di “verifica di incidenza ambientale” ai sensi del DPR 357/97 come modificato ed integrato dal DPR 12/3/2003 n°120 nonché ai sensi della L.R. n°11/2001e LRn.17/2007.

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Tabella 1 SIC Provincia di Foggia

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Tabella 2 ZPS provincia di FOGGIA

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Figura 7: Zone Umide

Figura 8: Sic e ZPS

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Figura 9 Aree naturali protette

2.3 AREE NATURALI PROTETTE DELLA PIANIFICAZIONE NAZIONALE

La L. 6/12/91 n° 394 – Legge Quadro delle aree protette (G.U. n°292 del 13/12/91) detta principi fondamentali per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette al fine di promuovere e garantire, in forma coordinata la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale.

La Delib. Min. Amb. 2/12/1996 – “Classificazione delle aree protette” (G.U. n°139 del 17/giugno/1997) individua la seguente classificazione di opere protette:

a) Parco Nazionale;

b) Riserva naturale statale;

c) Parco naturale interregionale;

d) Parco naturale regionale;

e) Riserva naturale regionale;

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f) Zona umida di importanza internazionale (ai sensi della convenzione di Ramsar, di cui al D.P.R. n°448 del 13/3/1976)

g) Zona di protezione speciale (Z.P.S.) (ai sensi della direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici);

h) Zona speciale di conservazione (Z.S.C.) (ai sensi della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli Habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche);

i) Altre aree naturali protette.

La Delib. Min. Amb. 2/12/1996 approva un primo <> (G.U. n°141 del 19/giugno/1997).

2.3.1 IL TERRITORIO COMUNALE

Per quanto attiene alle aree naturali protette della pianificazione nazionale si specifica che il Comune di Peschici risulta interessato dal “Parco Nazionale del Gargano”, istituito a partire dal 1991 (D.M. 4/12/91; D.M. 4/11/93; D.M. 17/11/94; D.P.R. 5/6/95; DPR 18/5/2001). Detto parco nazionale si estende per una superficie di 118144 Ha ed interessa i territori di: Lesina, , , , , , Peschici, Vieste, , Monte S. Angelo, S. Giovanni Rotondo, S. Marco in Lamis, , Sannicandro Garganico, , , , , Tremiti.

2.3.2 L’AREA DI INTERVENTO

L’area di intervento risulta interamente ricadente all’interno del suddetto Parco Nazionale del Gargano. In particolare, l’area di intervento ricade in Zona 1, la cui regolamentazione è stabilita dal DPR 5/6/1995 di istituzione. Con riferimento alle misure di salvaguardia si specifica che l’intervento in progetto non rientra nei “divieti generali” di cui all’art.3 né rientra nei” divieti in zona 1” di cui all’art.4 del citato DPR 5/6/1995 che all’art.5 comma 1 comunque dispone che “sono fatte salve le previsioni contenute negli strumenti urbanistici comunali vigenti “ (come il Piano di lottizzazione di cui trattasi), previo comunque acquisizione dell’autorizzazione da parte dell’Ente Parco.

Ciò stante, atteso che il Piano di Lottizzazione di cui trattasi è previsto dallo strumento urbanistico generale (Programma di Fabbricazione) di cui costituisce lo strumento urbanistico esecutivo ; tenuto conto che il PdiF risulta peraltro vigente già prima dell’istituzione stessa del Parco Nazionale del Gargano, non si rileva pertanto alcuna

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incoerenza del Piano di cui trattasi con le disposizioni di tutela del Parco Nazionale del Gargano fermo restando l’acquisizione della necessaria autorizzazione.

2.3.3 AREE PROTETTE MARINE

Per quanto attiene alle aree naturali protette marine, il territorio comunale di Peschici non risulta attualmente interessato da alcuna perimetrazione.

2.3.4 L’AREA DI INTERVENTO

Non si rileva alcuna interferenza localizzativa tra l’area d’intervento e le aree marine protette.

2.3.5 RISERVE NATURALI STATALI

Viene riportato di seguito l’elenco delle riserve naturali statali riferite alla regione Puglia che risultano attualmente istituite con specifico DM.

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Tabella 3 riserve naturali statali presenti in Puglia

(*) Le Riserve Naturali indicate con un asterisco sono ricomprese nel Parco Nazione del Gargano.

Ris. N.P.A. = Riserva Naturale di Popolamento Animale

Ris. N.B. = Riserva Naturale Biogenetica

Z.U. Ramsar = Zona Umida prevista dalla Convenzione di Ramsar

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2.3.6 IL TERRITORIO COMUNALE

Per quanto attiene alle riserve naturali statali, nel territorio comunale non è presente alcuna riserva nazionale statale.

2.3.7 L’AREA DI INTERVENTO

Data l’assenza di riserve naturali statali all’interno dei limiti comunali di Peschici, non si rileva pertanto alcuna interferenza localizzativa tra l’area d’intervento e tali aree.

2.4 LE AREE NATURALI PROTETTE DALLA PIANIFICAZIONE REGIONALE

2.4.1 IL TERRITORIO COMUNALE

Per quanto attiene alle aree naturali protette della pianificazione regionale, di cui alla LR n°19/97, ovvero ai parchi regionali istituiti, si rileva che il territorio comunale di Peschici non risulta direttamente interessato da tali perimetrazioni.

2.4.2 L’AREA DI INTERVENTO

Per quanto attiene al rapporto tra l’area d’intervento e le aree individuate dalla pianificazione regionale in materia di aree naturali protette ovvero individuate dalla L.R. n. 19/97 non si rileva, alcuna interferenza; cioè l’area oggetto d’intervento non ricade all’interno di alcuna area naturale protetta della pianificazione regionale individuata e/o istituita ai sensi della LR n°19/97.

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Figura 10 aree naturali protette

Figura 11 Parco Nazionale del Gargano

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2.5 LE AREE IMPORTANTI PER L’AVIFAUNA (IBA)

I siti individuati come prioritari per l’avifauna sono denominati IBA (Important Bird Area). Le IBA sono luoghi che sono stati identificati in tutto il mondo, sulla base di criteri omogenei, dalle varie associazioni che fanno parte di Bird Life International, una rete che raggruppa numerose associazioni ambientaliste dedicate alla conservazione degli uccelli in tutto il mondo. Molti paesi sono ormai dotati di un inventario dei siti prioritari per l'avifauna (IBA) ed il lavoro si sta attualmente completando a livello mondiale. In Italia il progetto IBA è curato dalla LIPU.

Le IBA sono state individuate come aree prioritarie per la conservazione dell'avifauna anche in ottemperanza all'articolo 10 della Direttiva "Uccelli" che prevede che gli Stati membri stimolino le attività di ricerca e monitoraggio finalizzate alla conservazione.

2.5.1 L’AREA DI INTERVENTO

L’area oggetto d’intervento risulta interessata interamente da un’area IBA, identificata con il codice n. 203 e denominata “Promontorio del Gargano e Zone Umide della Capitanata”.

In considerazione del suo posizionamento in un contesto ad uso agricolo attiguo ad un insediamento turistico esistente, nonché in prossimità di sedi viarie di medio scorrimento, quale la SP. 52, e la sua distanza dalla zona costiera, l’area oggetto di Piano risulta pertanto del tutto esclusa da flussi migratori significativi che invece interessano prevalentemente le aree a maggior valenza ambientale (con specifico riferimento alle aree costiere e paludose site sulla fascia litoranea).Non si rileva pertanto alcuna possibile incidenza negativa significativa delle opere in progetto con le aree IBA

Figura 12: Aree IBA in Puglia

Figura 13: Aree IBA nell’ambito territoriale di riferimento

2.6 LA PIANIFICAZIONE PAESAGGISTICA VIGENTE: PPTR E ADEGUAMENTO DEL PdF COMUNALE AL PUTT/p

Il Paesaggio è da considerarsi una delle componenti ambientali più significative, possiede un rilevante interesse pubblico e pertanto è oggetto di specifica tutela. Esso rappresenta, secondo il Dlgs. 42/2004 un “Bene culturale”, perché in esso si esprimono i valori storici, naturali, morfologici ed estetici del territorio. Il Paesaggio è espressamente tutelato dall’art. 9 della Costituzione, dal D. lgs 42/2004 e sta assumendo negli ultimi anni una importanza strategica per lo sviluppo sostenibile del territorio.

Recentemente, con Delibera n. 176 del 16 febbraio 2015, pubblicata sul BURP n. 40 del 23/03/2015, la Giunta regionale ha approvato il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale della Regione Puglia.(PPTR) Il PPTR, in attuazione della intesa interistituzionale sottoscritta ai sensi dell’art. 143, comma 2 del Codice disciplina l'intero territorio regionale e concerne tutti i paesaggi di Puglia, non solo quelli che possono essere considerati eccezionali, ma altresì i paesaggi della vita quotidiana e quelli degradati. Esso ne riconosce le caratteristiche paesaggistiche, gli aspetti ed i caratteri peculiari derivanti dall'azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni e ne delimita i relativi ambiti ai sensi dell'art. 135 del Codice. Prima dell’approvazione definitiva del PPTR, con Delibera n.45 del 23/12/2014 il Consiglio Comunale di Peschici ha adottato ai sensi dell’art. 5.06 delle NTA del PUTT/P e dell’art. 16 della L.R. 56/80, la variante al Pdf per l’adeguamento al pre-vigente PUTT/p, pubblicato all’Albo pretorio comunale in data 06/01/2015. Si specifica che ai sensi dell’’art. 106 comma 4 delle NTA del PPTR attualmente vigente , “le varianti di Adeguamento al PUTT/p degli Strumenti urbanistici generali e dei PUG adottati dopo la data dell’11/01/2010 e prima della data di entrata in vigore del PPTR, proseguono il proprio iter di approvazione ai sensi del PUTT/p”. La Variante di Adeguamento del PdiF del comune di Peschici al PUTT/P è in corso di approvazione definitiva da parte della Regione. Pertanto in tale studio si effettuerà una verifica di compatibilità dell’intervento in oggetto rispetto al PUTT/P ed alla relativa Variante di Adeguamento sopracitata nonché rispetto al vigente PPTR. Si specifica che l’intervento in oggetto ricade nella perimetrazione dei cosiddetti Territori Costruiti approvata con Delibera del Consiglio Comunale n. 38 del 30/11/2001 e già assentita ,prima della redazione dell’adeguamento del PdiF al PUTT/P, con prescrizioni dalla Regione Puglia giusta nota n. 1761/00 PFG del 17/02/2004. Si specifica che all’interno dei cosiddetti “territori costruiti”, di cui all'art. 1.03 co. 5 delle NTA del PUTT/P, in base alle disposizioni del PUTT/P non trovano applicazione le norme di tutela contenute nel sopra

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citato strumento di pianificazione paesaggistica regionale (PUTT/P) di cui al Titolo II (Ambiti territoriali Estesi) ed al Titolo III (Ambiti territoriali Distinti). Pertanto non si rileva alcun contrasto tra l’intervento in progetto e le disposizioni di tutela paesaggistica del pre-vigente PUTT/P. Con riferimento invece al vigente PPTR,recentemente approvato, si rappresenta quanto segue: L’art. 106, comma 6 delle NTA del PPTR, dispone che “fatta salva l'acquisizione dell'autorizzazione paesaggistica ove presenti beni paesaggistici di cui agli articoli 134 e 157 del Codice, nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici generali al PPTR, nei territori costruiti di cui all'art. 1.03 co. 5 e 6 delle NTA del PUTT/P, trovano applicazione esclusivamente gli Obiettivi di qualità paesaggistica e territoriale del relativo Ambito paesaggistico interessato, nonché le linee guida indicate all'art. 79, co 1.3”. Rientrando l’area in esame nella perimetrazione dei cosiddetti “Territori costruiti”, si deve pertanto procedere esclusivamente ad una valutazione di coerenza dell’intervento in progetto con gli Obiettivi di qualità paesaggistica e territoriale relativi all’Ambito di Paesaggio interessato (Ambito del Gargano) fermo restando l’acquisizione, sui progetti definitivi delle opere previste dal Piano di Lottizzazione di cui trattasi, della necessaria autorizzazione paesaggistica, di cui all’art. 146 del D.Lgs 42/2004, in quanto l’area oggetto d’intervento è soggetta a vincolo paesaggistico Ministeriale. Per completezza di informazione, inoltre, essendo in corso l’iter di approvazione dello strumento urbanistico vigente al PUTT/P, si valuterà altresì la conformità dell’intervento in progetto rispetto a tale variante di adeguamento del PdiF al PUTT/P.

2.6.1 L’AREA DI INTERVENTO: GLI OBIETTIVI DI QUALITA’ PAESAGGISTICA E TERRITORIALE DEL PPTR

In coerenza con il Codice dei Beni Culturali e del paesaggio (comma 2 art. 135 del Codice), il PPTR articola il territorio regionale in “ambiti di paesaggio”, ovvero “sistemi territoriali e paesaggistici individuati alla scala sub regionale e caratterizzati da particolari relazioni tra le componenti fisico-ambientali, storico-insediative e culturali che ne connotano l’identità di lunga durata”. Ogni ambito di paesaggio è a sua volta suddiviso in “figure territoriali e paesaggistiche” che rappresentano le unità minime di paesaggio, ovvero quelle “entità territoriale riconoscibile per la specificità dei caratteri morfolitologici che persistono nel processo storico di stratificazione di diversi cicli di territorializzazione”. Con riferimento agli ambiti di paesaggio individuati dal PPTR della Regione puglia, l’area oggetto di studio ricade nell’ambito 1 denominato “Gargano” ed in particolare nell’unità di paesaggio “La costa alta del Gargano”.

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Figura 14 paesaggi della regione Puglia

Di seguito si riportano,testualmente, gli Obiettivi di Qualità Paesaggistica e Territoriale dell’Ambito di Paesaggio d’interesse (Ambito1/Gargano):

A.1 Struttura e componenti Idro-Geo-Morfologiche 1. Garantire l’equilibrio geomorfologico dei bacini idrografici; 1.2 Salvaguardare e valorizzare la ricchezza e la diversità dei paesaggi regionali dell’acqua. 1.3 Garantire la sicurezza idro geomorfologica del territorio, tutelando le specificità degli assetti naturali. 2.Migliorare la qualità ambientale del territorio. 9. Valorizzare e riqualificare i paesaggi costieri. Con riferimento a tali obiettivi, il Piano di Lottizzazione in oggetto: Ricade in un piccolo avvallamento e presenta attualmente un utilizzo agricolo (in parte ad uliveto in parte a seminativo). Nell’area che sarà oggetto d’intervento non si rinvengono brani di paesaggio naturale oggetto di specifica tutela e che presentano particolari

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componenti che caratterizzano, con la loro presenza, l’ambito in esame (es. uliveti monumentali, uliveti terrazzati, valloni, doline, vore, inghiottitoi, ulteriori beni paesaggistici); Non modifica sostanzialmente l’attuale equilibrio geomorfologico con opere di sbancamento e/o reinterro. La presenza dell’attuale “corso d’acqua episodico”, per il quale è stato effettuato uno studio idraulico di dettaglio, non subirà alcuna modifica o operazione di artificializzazione; la soluzione progettuale, nella sua articolazione plano-volumetrica, è stata configurata proprio in funzione di consentire il naturale deflusso delle acque meteoriche di ruscellamento. Prevede l’utilizzo di materiali compatibili e drenanti sia per la viabilità interna che per il trattamento delle superfici esterne (crf. Allegato IV del presente studio); Segue l’andamento naturale del terreno che presenta una pendenza costante del 9% e non interessa in alcun modo versanti o elementi significativi dal punto di vista geomorfologico; Non prevede eccessive impermeabilizzazioni del suolo (indice di copertura di progetto pari a 0,08); Si inserisce in un contesto sufficientemente distante dal litorale costiero (non rientra nei 300 m dalla linea di costa); Contribuirà alla valorizzazione dell’area adottando strategie di turismo ecocompatibile;

A.2 Struttura e componenti Ecosistemiche e Ambientali

1. Garantire l’equilibrio geomorfologico dei bacini idrografici;

2. Migliorare la qualità ambientale del territorio;

2.2 Aumentare la connettività e la biodiversità del sistema ambientale regionale;

2.7 Contrastare il consumo di suoli agricoli e naturali a fini infrastrutturali ed edilizi.

4. Riqualificare e valorizzare i paesaggi rurali storici;

4.2 Promuovere il presidio dei territori rurali.

9. Valorizzare e riqualificare i paesaggi costieri;

9.6 Decomprimere la costa attraverso progetti di delocalizzazione

Con riferimento a tali obiettivi, il Piano di Lottizzazione in oggetto: Non presenta all’interno dell’area che sarà direttamente interessata dalle opere in progetto ecosistemi di particolare valore sul piano scientifico e naturalistico.

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Non sono presenti sull’area d’intervento aree naturali e/o seminaturali “sensibili” quali lembi di habitat prioritari e/o di habitat d’Interesse Comunitario e/o Specie Vegetali Prioritarie di cui alla Direttiva 92/43/CEE. L’area d’intervento pur posizionandosi in prossimità ad un ecosistema naturale , non interrompe comunque la funzionalità di alcun corridoio ecologico attualmente esistente. E’ verosimile supporre che, data la presenza di aree già antropizzate e della strada litoranea, nonché la localizzazione di habitat di pregio concentrati a sud rispetto all’area di intervento, la sottrazione di habitat agricolo in favore di un habitat di tipo antropico non comporterà alcuna modifica sostanziale degli attuali equilibri presenti nell’ecosistema complessivo che ad oggi caratterizza con la propria presenza l’ambito territoriale di riferimento, specialmente se si considera oltre che la limitata estensione dell’area oggetto di lottizzazione anche e soprattutto la sua localizzazione in un ‘area del tutto priva di naturalità (coltivo). L’area oggetto d’intervento rientra in un piccolo avvallamento e presenta attualmente un utilizzo agricolo (prevalentemente ad uliveto che non presenta soggetti con caratteristiche di monumentalità), in cui non si rinvengono forme di paesaggio rurale storico oggetto di specifica tutela e di rilevante valenza paesaggistica per l’ambito in esame. Il progetto non modifica sostanzialmente l’attuale equilibrio geomorfologico dei luoghi : la presenza dell’attuale “corso d’acqua episodico”, per il quale è stato effettuato uno studio di dettaglio, non subirà alcuna modifica o operazione di artificializzazione. Il mantenimento di tale corso d’acqua, assieme all’allocazione di specie vegetazionali tipiche del contesto paesaggistico di riferimento, ridurrà al minimo l’impatto paesaggistico dell’intervento migliorando, contestualmente, la qualità ambientale del sito in termini di percezione, comfort e, seppur limitatamente, di connessione ecologica in considerazione della prevista messa a dimora di soggetti arborei ed arbustivi della flora locale. Non prevede eccessive impermeabilizzazioni del suolo (indice di copertura di progetto pari a 0,08); il conseguente consumo di suolo, seppur previsto, sarà comunque di modesta entità soprattutto in considerazione della limitata estensione dell’area d’intervento e della notevole superficie libera (ovvero non impermeabilizzata) prevista in progetto. Anche le ridotte superfici pavimentate previste in progetto saranno sistemate a fondo naturale e/o comunque con pavimentazione drenante. Si rappresenta altresì, sempre con riferimento al consumo di suolo, che l’intervento in progetto, in quanto non costituisce variante alla zonizzazione dello strumento urbanistico generale vigente bensì rappresenta la mera attuazione di una sua previsione, non realizzerà pertanto alcun consumo immotivato della risorsa “suolo”; quanto sopra in considerazione del fatto che il P.di F. vigente, come del resto tutti gli strumenti di pianificazione urbanistica, possiede comunque, in maniera intrinseca, la finalità primaria di

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pianificare in modo razionale e corretto l’utilizzazione stessa del territorio comunale proprio al fine di ottimizzare e non già sprecare la risorsa “suolo” e nel contempo incentivare lo sviluppo socio-economico della popolazione residente. In sintesi il Piano di Lottizzazione di cui trattasi risulta del tutto coerente ad un programma di trasformazione del territorio che ha già ottenuto, attraverso le forme partecipative interne al processo di formazione e approvazione dello strumento urbanistico generale, le approvazioni di tutti gli Enti preposti al controllo del territorio.

Si inserisce in un contesto sufficientemente distante dal litorale costiero (non rientra nei 300 m dalla linea di costa) pertanto contribuirà ,a differenza degli insediamenti localizzati entro la fascia dei mt 300 dalla linea di costa, a valorizzare e riqualificare il paesaggio senza pertanto incidere significativamente, ed in maniera negativa, su aree, come quelle costiere, dotate di un maggiore grado di naturalità e pertanto sicuramente più sensibili; Contribuirà, pertanto, per localizzazione e per tipologia d’intervento, alla valorizzazione dell’area adottando strategie di turismo ecocompatibile;

A.3 Struttura e componenti antropiche e storico – culturali 2.4 Elevare il gradiente ecologico degli agroecosistemi; 2.8 Elevare il gradiente ecologico degli eco mosaici; 3.Valorizzare i paesaggi e le figure territoriali di lunga durata. 3.4 Favorire processi di auto-riconoscimento e riappropriazione identitaria dei mondi di vita locali; 4. Riqualificare e valorizzare i paesaggi rurali storici; 4.1 Valorizzare i caratteri peculiari dei paesaggi rurali storici. 4.4 Valorizzare l’edilizia e manufatti rurali tradizionali anche in chiave di ospitalità agrituristica; 4.5 Salvaguardare gli spazi rurali e le attività agricole. 4.6 Promuovere l’agricoltura periurbana; 5. Valorizzare il patrimonio identitario culturale-insediativo; 5.3 Favorire il restauro e la riqualificazione delle città storiche; 5.5 Recuperare la percettibilità e l’accessibilità monumentale alle città storiche. 5.6 Riqualificare e recuperare l’uso delle infrastrutture storiche (strade, ferrovie, sentieri, tratturi); 5.8 Valorizzare e rivitalizzare i paesaggi e le città storiche dell’interno; 6. Riqualificare i paesaggi degradati delle urbanizzazioni contemporanee; 6.3 Definire i margini urbani e i confini dell’urbanizzazione;

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6.4 Contenere i perimetri urbani da nuove espansioni edilizie e promuovere politiche per contrastare il consumo di suolo. 6.5 Promuovere la riqualificazione, la ricostruzione, e il recupero del patrimonio edilizio esistente; 6.6 Promuovere la riqualificazione delle urbanizzazioni periferiche; 6.7 Riqualificare gli spazi aperti periurbani e/o interclusi; 6.8 Potenziare la multifunzionalità delle aree agricole periurbane; 6.11 Contrastare la proliferazione delle aree industriali nel territorio rurale; 7. Valorizzare la struttura estetico-percettiva dei paesaggi della Puglia; 7.1 Salvaguardare i grandi scenari caratterizzanti l’immagine regionale. 7.2 Salvaguardare i punti panoramici e le visuali panoramiche (bacini visuali, fulcri visivi). 7.3 Salvaguardare e valorizzare le strade, le ferrovie e i percorsi panoramici e di interesse paesistico-ambientale. 7.4 Salvaguardare e riqualificare i viali storici di accesso alla città; 8. Progettare la fruizione lenta dei paesaggi; 8.7 Promuovere ed incentivare una fruizione costiera sostenibile, multimodale e di alta qualità paesaggistica; 8.8 Valorizzare ed adeguare i collegamenti interno costa con modalità di spostamento sostenibili, multimodali e di alta qualità paesaggistica. 9. Valorizzare e riqualificare i paesaggi costieri; 9.1 Salvaguardare l’alternanza storica di spazi inedificati ed edificati lungo la costa pugliese. 9.3 Salvaguardare la diversità e varietà dei paesaggi costieri storici della Puglia; 9.4 Riqualificare ecologicamente gli insediamenti a specializzazione turistico-balneare. 9.5 Dare profondità al turismo costiero, creando sinergie con l’entroterra. 11. Garantire la qualità territoriale e paesaggistica nella riqualificazione, riuso e nuova realizzazione delle attività produttive e delle infrastrutture. 11.5 Garantire la qualità paesaggistica e ambientale delle aree produttive attraverso la definizione di regole e valutazioni specifiche.

Con specifico riferimento alla struttura e componenti antropiche e storico – culturali, ed ai relativi obiettivi paesaggistici, si specifica quanto segue:

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. Il territorio comunale di Peschici è interamente interessato da vincolo paesaggistico ex L.1497/39 (oggi D.lgs 42/2004). Con riferimento alle motivazioni che supportano il predetto vincolo il Decreto annovera una serie di componenti paesaggistiche che, in maniera sinergica, costituiscono una vera e propria “bellezza d’insieme” oggetto di specifica tutela paesaggistica. In particolare nel Decreto di vincolo si fa riferimento ad “un complesso di cose immobili, visibile dal mare e dalle strade che convergono nella zona, che si stende in armonico profilo ed articola una pittoresca sequenza di scogliere, cale marinaresche, elementi architettonici ed urbani” (Tratto da D.M. 15/11/1971, G.U. n. 308-06/12/1971). L’intervento di cui trattasi per il suo posizionamento defilato dalla linea di costa ,in un ambito territoriale poco visibile dai principali luoghi di fruizione visiva di uso pubblico, non realizza alcuna interferenza con le predette bellezze d’insieme in quanto l’area oggetto d’intervento non risulta prossima alla linea di costa né a nessun bene di particolare valore storico- testimoniale, nè interferisce in alcun modo con il contesto di riferimento visuale delle predette peculiarità tutelate dallo specifico provvedimento di vincolo paesaggistico. . L’area di intervento non presenta al suo interno caratteri peculiari dei paesaggi rurali storici, in quanto non rientra nel novero degli “uliveti terrazzati dei versanti garganici e dei valloni”, nè degli “agrumeti residuali di versanti e le oasi agrumarie di Vico, Rodi e Ischitella”, nè rientra nel “mosaico agro-silvo-pastorale dell’altopiano carsico” nè rientra fra i “relitti dei coltivi tipici delle piccole pianure alluvionali garganiche caratterizzanti dall’alternanza di colture ortive e vigneti con mandorli, agrumi e carrubi”. . Rientra in un piccolo avvallamento e presenta un utilizzo agricolo (ad uliveto), ad oggi in condizioni di degrado in quanto in abbandono; l’area non presenta alcun esemplare con caratteristiche di monumentalità (tali esemplari sono presenti in altre parti del territorio), ovvero sull’area d’intervento non si rinvengono forme di paesaggio agrario oggetto di specifica tutela e di notevole valenza paesaggistica; . L’area non presenta al suo interno manufatti di alcun pregio dal punto di vista storico-testimoniale di tipologia rurale, né ,in considerazione della sua notevole distanza dal tessuto urbano consolidato di Peschici si inserisce in alcun contesto urbano e periurbano; . Il progetto di cui trattasi rappresenta il naturale completamento urbanistico di un insediamento turistico già esistente (Villaggio Mira), contribuendo pertanto al rafforzamento, in termini di servizi ed offerta turistica, dell’esistente villaggio ;

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. Non si rileva alcuna interferenza di carattere visivo e/o percettivo del progetto di cui trattasi con le peculiarità presenti nel contesto paesaggistico di riferimento in quanto l’intervento è posizionato “a monte” della strada litoranea nonché è retrostante l’esistente insediamento del “Villaggio Mira”; pertanto saranno totalmente salvaguardate le libere visuali dalla strada litoranea verso il mare, ovvero verso la costa. Pertanto ,in funzione della localizzazione dell’intervento oltre la fascia dei mt 300 dalla linea di costa , saranno pienamente salvaguardati i grandi scenari del litorale, i punti panoramici e le visuali panoramiche (bacini visuali, fulcri visivi) attualmente presenti nell’ambito territoriale di riferimento e posizionati soprattutto a ridosso della linea di costa. . L’intervento in progetto non interferisce con il contesto di riferimento visuale di alcun manufatto di pregio architettonico e/o di valore storico-testimoniale; . L’area risulta “confinata” a nord dall’attuale villaggio Mira, che costituisce, di fatto, una “barriera” visuale che non consentirà di apprezzare visivamente l’intervento in progetto dalle visuali posizionate dalla strada litoranea esistente; . Non sono presenti sull’area che sarà oggetto d’intervento aree naturali e/o seminaturali “sensibili” quali lembi di habitat prioritari e/o di habitat d’Interesse Comunitario e/o Specie Vegetali Prioritarie di cui alla Direttiva 92/43/CEE .

Con specifico riferimento alle linee guida indicate all’art.79, co 1.3 delle NTA del PPTR, si rappresenta che il progetto di cui trattasi non rientra ,in considerazione della notevole distanza dal tessuto edificato consolidato di Peschici , nel novero degli interventi di “trasformazione urbana” ; pertanto le predette linee guida non risultano pertinenti per l’intervento di cui trattasi ll Piano in oggetto ha comunque fatto propri, in termini di contestualizzazione del progetto, le linee guida definite dal DRAG Puglia Parte II “criteri per perseguire la qualità dell’assetto urbano”, (crf. Allegato III del presente studio), perseguendo comunque gli obbiettivi di sostenibilità paesistico-ambientale mediante: . Lo studio dell’orografia del terreno e della sua morfologia ed idrologia ha “suggerito” la sistemazione plano-volumetrica dell’intervento limitando al minimo indispensabile i movimenti di terra ,l’impermeabilizzazione,l’interferenza con il reticolo; . Un approccio sostenibile della soluzione progettuale che prevede la riduzione delle opere di impermeabilizzazione del suolo, il rispetto delle “micro invarianti” presenti nell’ambito di intervento, lo studio dei rapporti visuali con il contesto paesaggistico di riferimento; . La riduzione del traffico veicolare ed il conseguente utilizzo di sistemi di trasporto ecocompatibile per gli spostamenti all’interno dell’area oggetto d’intervento;

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. Lo studio degli orientamenti dei corpi di fabbrica in coerenza con l’andamento geo- morfologico dei luoghi; . L’analisi dei fattori ambientali e di contesto prevedendo la possibilità di sfruttare fonti energetiche sostenibili e riutilizzare, ove possibile, le risorse presenti (es. recupero e riuso della risorsa “acqua”); . Il potenziamento dei servizi posti in posizione baricentrica rispetto alla previsione urbanistica di riferimento (maglia Te 1 e Te 2 del PdF di Peschici); . L’implementazione di scelte sostenibili derivanti dal presente rapporto ambientale preliminare e da studi di dettaglio riguardanti l’area in esame; . Il generale perseguimento di comfort ambientale e coerenza con l’attuale assetto paesaggistico; In definitiva, il Piano in oggetto, che prevede il completamento di un Villaggio turistico esistente, oltre a seguire le direttive prestazionali derivanti dalle linee guida regionali e da studi specifici sul contesto, non presenta sostanziali incoerenze con gli obiettivi di qualità paesaggistica e territoriale dell’ambito di intervento fissati dal PPTR atteso che la soluzione progettuale adottata non interferisce con alcuna peculiarità paesistico-ambientale né con aree caratterizzate da evidenti criticità . In sintesi l’intervento in progetto per localizzazione e per la soluzione progettuale adottata persegue gli Obiettivi di Qualità Paesaggistica e Territoriale dell’Ambito Paesaggistico interessato e della relativa Figura territoriale; pertanto non si rileva alcuna incoerenza dell’intervento in progetto con il PPTR attualmente vigente.

2.6.2 L’AREA DI INTERVENTO: RAPPORTI CON LA VARIANTE DI ADEGUAMENTEO DEL P.d.F. AL PUTT/P

Con specifico riferimento alla pianificazione derivante dal PUTT/P, si specifica che l’intervento in oggetto ricade nella perimetrazione dei Territori Costruiti approvata con Delibera del Consiglio Comunale n. 38 del 30/11/2001 ed assentita con prescrizioni dalla Regione Puglia con nota n. 1761/00 PFG del 17/02/2004: in particolare le prescrizioni introdotte dalla Regione sono finalizzate ad effettuare “in sede di valutazione di interventi edilizi previsti negli stessi Pdl, vanno tutelati quegli elementi caratterizzanti in territorio stesso (costa, aree boscate, zone umide) che costituiscono risorse non riproducibili”. Si specifica che per l’area in oggetto, non sono presenti “quegli elementi caratterizzanti in territorio stesso (costa, aree boscate, zone umide) che costituiscono risorse non riproducibili”. Pertanto non si rinvengono motivi ostativi alla realizzazione dell’intervento proposto che ottempera alle prescrizioni regionali.. A conferma di ciò e, soprattutto, per maggior chiarezza e coerenza espositiva, si riporta in seguito una verifica di coerenza del Piano in essere con la Variante di Adeguamento del

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PdF al PUTT/P che, sebbene non risulta attualmente vigente, potrà risultare in futuro il quadro di riferimento paesaggistico per l’intervento in progetto. Dallo screening delle componenti paesaggistiche individuate dalla Variante di adeguamento del Programma di Fabbricazione comunale al PUTT/p, adottata dal Consiglio comunale di Peschici con Delibera n.45 del 23/12/2014, si evince che l’area oggetto di intervento: . per quanto riguarda le emergenze geo-morfo-idrogeologiche, non presenta al suo interno Vincoli iodrogeologici, né rientra nella zona litoranea/adlitoranea; non presenta al suo interno versanti significativi dal punto di vista paesaggistico. o L’area in oggetto è caratterizzata dalla presenza di due reticoli idrici, non significativi, trattati in seguito nel capitolo relativo al P.A.I. redatto dall’Autorità di Bacino della Puglia. . Per quanto riguarda le emergenze di tipo botanico vegetazionale, si rileva sull’area di lottizzazione la presenza dell’area annessa di bosco, per fascia perimetrale avente una profondità di 30 m lineari, così come si evince dalla figura che segue. Tale fascia risulterà comunque libera da qualunque forma di edificazione. . Per quanto riguarda le emergenze di tipo storico, l’area risulta soggetta a vincolo ex lege 1497/39, oggi D.Lgs 42/2004; . Non si rinviene la presenza di alcun elemento puntuale in ordine di vincolo archiettetonico/archeologico. . Per quanto riguarda invece la calssificazione degli ATE, ai sensi dell’art. 2.01 delle NTA del PUTT/p, l’area oggetto d’intervento, in coincidenza con l’area annessa del bosco, viene classificata dalla Variante di Adeguamento quale ATE di tipo “B” - valore rilevante, “laddove sussistano condizioni di compresenza di più beni costitutivi con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti”; nella restante parte l’area oggetto d’intervento viene classificata dalla Variante di adeguamento quale ATE di tipo “C” - valore distinguibile, “ laddove sussistano condizioni di presenza di un bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti”. . Pertanto con riferimento alle disposizioni rivenienti dalla adottata Variante di Adeguamento del PdiF. al PUTT/P, che risulta in via di approvazione definitiva da parte della Regione, il Piano di Lottizzazione di cui trattasi non trova alcuna incoerenza per quanto attiene agli aspetti di tutela paesaggistico-ambientale . Per quanto attiene poi agli aspetti prettamente urbanistici la predetta Variante di Adeguamento del P,diF. Al PUTT/P conferma in toto, per l’area oggetto dell’intervento di cui trattasi, le previsioni insediative già previste dal P.diF.

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. Pertanto ,complessivamente, nella Variante di Adeguamento del P.diF. al PUTT/P non si rilevano motivi ostativi alla realizzazione dell’insediamento di cui trattasi, sia per quanto attiene agli aspetti paesaggistico-ambientali che per quanto attiene agli aspetti urbanistici.

Figura 15: Variante di adeguamento del Pdf al PUTT/p: sistema geomorfo- idrogeologico

Figura 16: Variante di adeguamento del Pdf al PUTT/p: sistema botanico- vegetazionale

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Figura 17: Variante di adeguamento del Pdf al PUTT/p: sistema della stratificazione storica e insediativa

Figura 18: Variante di adeguamento del Pdf al PUTT/p: percezioni visive

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Figura 19: Variante di adeguamento del Pdf al PUTT/p: Ambiti Territoriali Estesi (ATE)

2.7 IL PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI (P.R.T.)

Il Piano Attuativo 2015-2019 del Piano Regionale Trasporti della Regione Puglia è redatto in conformità all’art. 7 della L.R. 18/2002, come modificata dalla LR 32/2007, e sulla base dei contenuti della L.R. 16 del 23 giugno 2008 riguardante i “Principi, indirizzi e linee di intervento in materia di Piano Regionale dei Trasporti”. Il Piano Attuativo definisce gli interventi infrastrutturali per le modalità stradale, ferroviaria, marittima ed aerea e delle relative caratteristiche, interrelazioni e priorità di attuazione. L’ elaborazione del Piano Attuativo è stato caratterizzato da: - pianificazione e programmazione particolarmente congiunta dell’Amministrazione regionale e di molti Enti Locali pugliesi, - il principio della co-modalità, la sostenibilità delle scelte del Piano e il riconoscimento delle priorità strategiche. E’ stata effettuata una classificazione della rete di interesse regionale al fine di elevare i livelli di servizio, di sicurezza e di informazione a residenti, operatori economici e turisti che si muovono nella regione. La predetta classificazione ha considerato non solo i grandi assi di comunicazione ma anche gli indispensabili snodi per l’accesso a servizi a valenza strategica, a porti, aeroporti e interporti, nonché gli elementi di viabilità a servizio di poli produttivi e sistemi territoriali a valenza regionale strategica paesaggistico-ambientale (parchi, sistemi turistici, ecc.).

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- Il Piano, relativamente al sistema ferroviario, ne riconosce il ruolo di elemento ordinatore della rete di trasporto pubblico e di grande opportunità per il trasporto delle merci in sinergia con il sistema dei porti. I potenziamenti in corso di completamento sulla linea adriatica e la previsione della nuova linea AC Bari-Napoli sono considerate dal Piano opportunità strategiche per migliorare l’integrazione della regione con l resto del paese. La interoperabilità tra le reti e la gerarchizzazione dei servizi ferroviari passeggeri consentiranno alla ferrovia di esprimere le proprie potenzialità. - Le linee di intervento del Piano in materia di trasporto marittimo si concentrano sugli strumenti organizzativi, tecnologici, infrastrutturali che possono integrare i porti pugliesi, al fine di contribuire all’affermazione della Puglia come piattaforma logistica nel contesto internazionale, anche attraverso l’apertura di rotte di Autostrade del Mare e in un’ottica di sviluppo sul lungo periodo che sfrutta la connessione con il Corridoio VIII e il Corridoio I.

- Per quanto attiene al trasporto aereo, la funzione che il Piano si assume è quella di riconoscere quali interventi, in parte già delineati dal Masterplan del sistema aeroportuale pugliese (Aeroporti di Puglia) e in parte derivanti dai meccanismi del mercato, possono assumere una valenza strategica rispetto al sistema complessivo della mobilità pugliese e quali azioni di supporto possono massimizzare i risultati delle strategie in corso, in particolare nell’ottica della co-modalità che conforma tutto il Piano. Il P.R.T. è articolato per bacini e per reti nelle varie modalità del trasporto e definisce in particolare:

. gli interventi sulla rete ferroviaria;

. gli interventi sulla rete stradale;

. gli interventi sui porti;

. gli interventi sugli aeroporti;

. gli interventi sui centri merci.

Viene attuato per il P.R.T. un “processo di pianificazione” ovvero una costruzione continua nel tempo del disegno di riassetto dei sistemi di trasporto regionali attraverso azioni che tendono a superare la tradizionale separazione tra una programmazione tipicamente settoriale, quale è quella trasportistica, e le politiche territoriali.

2.7.1 L’AREA DI INTERVENTO

Con riferimento al suddetto Piano Regionale dei Trasporti (P.R.T.), l’area oggetto d’intervento, così come si evince dai principali elaborati grafici allegati, non risulta

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interessato direttamente da significativi interventi regionali programmati attinenti alla rete ferroviaria, alla rete stradale, ai porti, agli aeroporti, ai centri merci, alla rete autostradale ed ai centri intermodali passeggeri.

Non si rilevano pertanto contrasti e/o disarmonie tra l’area d’intervento e la pianificazione nazionale e/o regionale sovraordinata in materia di trasporti.

Figura 20: PRT: Piano Attuativo 2015-2019 / Tavola trasporto stradale

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Figura 21: PRT: Pianto attuativo 2015-2019 / Tavola trasporto ferroviario

2.8 IL PIANO REGIONALE PER LE ATTIVITA’ ESTRATTIVE (P.R.A.E.)

NORMATIVA NAZIONALE PER LE ATTIVITA’ ESTRATTIVE La disciplina delle attività estrattive è regolata, a livello nazionale, dal R.D. 29 giugno 1927 n. 1443. Nel settore minerario sono state emanate negli ultimi anni una serie di leggi che prevedono una reimpostazione della politica mineraria rivolta essenzialmente all’incentivazione della produzione e alla tutela dell’occupazione che si concretizza in agevolazioni per la ristrutturazione delle attività di rilevante interesse per l’economia nazionale o per la cessazione delle attività non più sufficientemente remunerative, promovendo processi di riconversione. Le principali leggi di riferimento sono: 6 ottobre 1982 n. 752 – Norme per l’attuazione della politica mineraria; 15 giugno 1984 n. 246 – Integrazione e modifiche al D.P.R. 9.4.1959 n. 128 di Polizia mineraria; 30 giugno 1990 n. 221 – Nuove norme per l’attuazione della politica mineraria. La disciplina delle attività di cave e torbiere, con i D.P.R. 14 gennaio 1972 n. 2 e 24 luglio 1977 n. 616, è stata trasferita alle Regioni.

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La successiva emanazione delle leggi regionali ha subordinato l’attività ad un’autorizzazione preventiva all’estrazione.

L.R. n°37/85 La legge di disciplina delle attività estrattive della Regione Puglia, n. 37/1985, presuppone iter procedurale di autorizzazione per la coltivazione di cave, nel quale il rilascio dell’autorizzazione è subordinato a determinate garanzie circa l’attuazione del recupero ambientale della cava e del riuso del sito a fine attività estrattiva. In detta legge, inoltre, è prevista l’emanazione di un P.R.A.E. (Piano regionale attività estrattiva) attraverso cui programmare un razionale svolgimento dell’attività.

P.R.A.E. Il P.R.A.E., è stato adottato dalla Regione Puglia con deliberazione di G.R. n° 1744 del 11/12/2000 (B.U.R. n°50 del 29/03/2001) ed è stato solo recentemente approvato definitivamente.

Deliberazione di G.R. 23/2/2010 n°445 Con Deliberazione di G.R. 23/2/2010,n°445 sono state apportate alcune variazioni significative alle NTA ed al Regolamento del PRAE . Oltre alla “carta giacimentologica” ,estesa a tutto il territorio regionale e che individua in sintesi la “risorsa”, la variante al PRAE individua specifiche aree da sottoporre a “Piani Particolareggiati” nonché aree di “possibile estrazione di pietra ornamentale”. Sono individuate altresì dalla variante al PRAE le “aree di possibile intensa fratturazione” presenti nel territorio regionale.

2.8.1 L’ AREA DI INTERVENTO

Con riferimento al Piano Regionale per le Attività Estrattive (P.R.A.E.), così come si evince dagli elaborati grafici allegati, l’area di intervento: - non risulta interessata da Bacini di tipologia B.P.P B.C. B.N. Con riferimento alla Variante al Piano Regionale per le Attività Estrattive (D.G.R. n°445 del 23/2/2010), così come si evince dagli elaborati grafici allegati, l’area oggetto d’intervento: - Presenta in prevalenza “depositi conglomeratico - sabbiosi scioli” e in minima parte ”calcareniti e calcilutiti variamente cementate di aspetto tufaceo”.

- non rientra in aree da sottoporre a “Piani Particolareggiati”;

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- non rientra in aree di “possibile estrazione di pietra ornamentale”;

- rientra fra le “aree di possibile intensa fratturazione”.

Non si rilevano pertanto disarmonie tra le opere in progetto e la pianificazione Regionale in materia di attività estrattive.

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Figura 22 PRAE carta giacimentologica

2.9 IL PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.)

Il Piano di Bacino, di cui alla L. 183/89, si configura quale documento di carattere conoscitivo, normativo e tecnico operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, difesa e valorizzazione del suolo ed alla corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato. Con deliberazione n° 25 del 15/12/2004 il Comitato Istituzionale per l’Autorità di Bacino della Puglia ha adottato il Piano di Bacino stralcio Assetto Idrogeologico (P.A.I.) ai sensi di quanto disposto dall’art. 19 della L n° 183/89 dell’art. 1 del d.l. n° 180/98, convertito con modificazioni nella L. 267/98; dell’art. 1 bis del d.l. n°279/2000, convertito con modificazioni nella L. n°365/2000; nonché dell’art. 9 della L.R. n° 19/2002. Il P.A.I della Regione Puglia, che risulta approvato definitivamente con Deliberazione del Comitati Istituzionale n.39 del 30/11/2005, si compone della Relazione Generale, della Relazione illustrativa, delle norme d’attuazione nonché della Carte delle aree soggette a rischio idrogeologico. In particolare sono state individuate e perimetrate sulla relativa cartografia le seguenti tipologie d’aree a cui corrisponde una specifica classificazione della pericolosità da frana,della pericolosità idraulica nonché della derivata classificazione del rischio. Alla predetta classificazione è associata la relativa normativa di riferimento. AREE A PERICOLOSITA’ DA FRANA . PG3: aree a pericolosità da frana molto elevata . PG2: aree a pericolosità da frana elevata . PG1: aree a pericolosità da frana medie e moderata AREE A PERICOLOSITA’ IDRAULICA . A.P.: aree ad elevata probabilità di inondazione . M.P.: aree a moderata probabilità di inondazione . B.P.: aree a bassa probabilità di inondazione AREE A RISCHIO . R4: aree a rischio molto elevato . R3: aree a rischio elevato . R2: aree a rischio medio . R1: aree a rischio moderato

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2.9.1 L’ AREA DI INTERVENTO

L’area che sarà interessata dal Piano di cui trattasi: 1 non presenta aree a pericolosità da frana; 2 non presenta aree a pericolosità idraulica da probabile inondazione 3 non presenta aree di rischio

Figura 23: P.A.I., Aree di pericolosità e di rischio

La carta idrogeomorfologica dall’Autorità di Bacino segnala, per l’area interessata, la presenza di due reticoli. Per suddetto reticolo è stato redatto specifico “Studio di compatibilità idrologica ed idraulica” allegato al presente Studio. Lo studio dell’orografia del terreno e della sua

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morfologia ed idrologia ha “suggerito” la sistemazione plano-volumetrica dell’intervento limitando al minimo indispensabile i movimenti di terra ,l’impermeabilizzazione,l’interferenza con il reticolo. La compatibilità idrologico-idraulica del sito in oggetto fa riferimento alle normative attuali in materia di sicurezza idraulica del territorio e in particolare all’articolo n. 6 comma 7 delle Norme Tecniche di Attuazione (N.T.A.) del “Piano di Assetto Idrogeologico” (P.A.I.) della Regione Puglia, approvato con Deliberazione del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Puglia (A.d.B. - Puglia) n.39 del 30/11/2005.

Figura 24: P.A.I., Corsi d'acqua

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2.10 IL PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE

Il Piano di tutela delle acque, individuato dal D.Lgs.152/99 ”Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole”, rappresenta lo strumento prioritario per il raggiungimento e il mantenimento degli obbiettivi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei e degli obbiettivi di qualità per specifica destinazione , nonché della tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Il Piano di Tutela delle acque si configura come strumento di pianificazione regionale, elaborato e adottato dalle Regioni, e sottoposto al parere vincolante delle Autorità di Bacino. Nella gerarchia della pianificazione regionale il Piano di Tutela delle acque si colloca come strumento sovraordinato di carattere regionale le cui disposizioni hanno carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni e gli Enti pubblici nonché per i soggetti privati. Gli obiettivi, i contenuti e gli strumenti previsti per il Piano di Tutela vengono specificati all’interno dello stesso D.Lgs.152/99, che introduce profonde innovazioni nel panorama normativo italiano in relazione alla tutela delle risorse idriche. La Regione Puglia ha approvato il Piano di Tutela delle Acque con Delibera di Consiglio regionale n.230 del 20/10/2009. Partendo dalla descrizione delle caratteristiche dei bacini idrografici e dei corpi idrici, il Piano di tutela delle acque: . identifica le pressioni e gli impatti esercitati dall’attività antropica sullo stato delle acque superficiali e sotterranee ; individua i pozzi di approvvigionamento potabile; . individua il contenuto salino delle acque circolanti negli acquiferi carsici della Murgia e del Salento . . individua specifici programmi e misure di miglioramento ai fini del raggiungimento dei singoli obbiettivi di qualità per le acque; . individua e classifica (tipo a – b - c - d ) le zone di protezione speciale idrogeologica; . individua le aree vulnerabili da contaminazione salina ; . individua le aree di tutela quali-quantitativa . Il Piano è inteso non come semplice strumento vincolistico, ma come strumento a sostegno di processi di trasformazione e valorizzazione del territorio che sappiano coniugare esigenze di sviluppo con esigenze di tutela delle risorse idriche.

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2.10.1 L’AREA DI INTERVENTO

L’area interessata dal Piano di cui trattasi non essendo interessata dalle perimetrazioni del PTA, non è classificata tra le “aree di tutela quali quantitativa”; non è classificata quale “zona di protezione speciale idrogeologica”. Pertanto non si rilevano disarmonie tra il Piano di cui trattasi ed il Piano di Tutela delle Acque.

Figura 25: PTA, opere di captazione ad uso potabile

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Figura 26: PTA, aree di vincolo d'uso degli acquiferi

Figura 27: PTA, zone di protezione speciale idrogeologica

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Figura 28: PTA, Zone di protezione speciale idrogeologica e aree di vincolo d'uso degli acquiferi

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2.11 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP)

Per quanto attiene al rapporto tra il Programma in parola e gli strumenti di pianificazione territoriale, va evidenziato che per la Provincia di Foggia ha definitivamente approvato, con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 84 del 21.12.2009 pubblicato su BURP n. 90 del 20/05/2010, il Piano Territoriale di Coordinamento provinciale (PTCP).

Il PTCP è l’atto di programmazione generale riferito alla totalità del territorio provinciale, che definisce indirizzi strategici e l’assetto fisico e funzionale del territorio con riferimento agli interessi sovracomunali.

Fra le finalità principali, il PTCP persegue:

. La tutela e valorizzazione del territorio rurale, delle risorse naturali, del paesaggio e del sistema insediativo d’antica e consolidata formazione;

. Il contrasto al consumo di suolo;

. La difesa del suolo con riferimento agli aspetti idraulici e a quelli relativi alla stabilità dei versanti;

. La promozione delle attività economiche nel rispetto delle componenti territoriali storiche e morfologiche del territorio;

. Il potenziamento e l’interconnessione funzionale della rete dei servizi e delle infrastrutture di rilievo sovracomunale e del sistema della mobilità;

. Il coordinamento e l’indirizzo degli strumenti urbanistici comunali.

2.11.1 L’AREA DI INTERVENTO

Con riferimento alla “tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio” (Titolo II delle NTA del PTCP), si riporta che l’area oggetto di intervento:

. Non ricade fra le aree a pericolosità geomorfologica nè fra le aree a pericolosità idraulica.

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Figura 29;: PTCP Foggia, Tutela dell'integrità fisica

. Per quanto riguarda la “fragilità dell’acquifero sotterraneo”, l’area rientra fra le aree con vulnerabilità intrinseca degli acquiferi “normale” (classe più bassa); stante la tipologia delle opere previste, non si rilevano criticità.

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Figura 30: PTCP Foggia, Vulnerabilità degli acquiferi

Con riferimento alla “Tutela dell’identità culturale del territorio di matrice naturale”:

. L’area non risulta interessata da “boschi e arbusteti”, bensì risulta caratterizzata quale “area agricola”.

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. L’area risulta interessata da “Aree di tutela dei caratteri ambientali e paesaggistici dei corpi idrici”, data la presenza dei reticoli idrici già affrontati nel paragrafo riguardante il PAI della Regione Puglia.

Figura 31: PTCP Foggia, Elementi di matrice naturale

Con riferimento alla “Tutela dell’identità culturale del territorio di matrice antropica” si sostanzia che l’area in oggetto:

. Non risulta interessata da “zone archeologiche”, ne da “beni architettonici e paesaggistici extraurbani.

Per quanto riguarda il Sistema della Qualità, presenta al suo interno “Aree di tutela dei caratteri ambientali e paesaggistici”.

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Figura 32: PTCP Foggia, Sistema delle Qualità

L’area, ad oggi, pur presentando al suo interno aree di tutela dei caratteri ambientali e paesaggistici, vede la presenza di una area edificata e urbanizzata nelle sue immediate adiacenze sul lato nord (Villaggio Mira).

Non si evincono motivi sostanziali di conflittualità fra il Piano in oggetto e il PTCP di Foggia.

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2.12 IL REGIME VINCOLISTICO DELL’AREA DI INTERVENTO

Con riferimento alla presenza/assenza di tipologie di vincolo, si evidenzia che l’area di intervento:

. Risulta soggetto a vincolo sismico (L. 02/02/1974 n° 64)

. Risulta soggetta a vincolo idrogeologico (R.D.L. 30/12/23 n° 3267 e R.D. 16/05/1926 n° 1126);

. Risulta soggetta a vincolo paesaggistico (L.s. 29/06/1939 n° 1497 oggi Dlgs 22/1/2004 n°42);

. non presenta al suo interno manufatti soggetti a vincolo monumentale (L.s. 01/06/1939 n° 1089 oggi D.Lgs 42/2004);

. non presenta al suo interno aree e/o manufatti soggetti a vincolo archeologico(L.s. 01/06/1939 n° 1089 oggi D.Lgs 42/2004);

. non risulta soggetta a vincolo di uso civico (L. 16/6/1927 n°1766 –R.D. 26/2/1928 n° 332);

. non risulta soggetta a vincolo faunistico (L. 11/02/1992 n° 157).

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2.13 LE TUTELE DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA

Con riferimento alla presenza di tutele e/o criticità rivenienti dalla pianificazione sovraordinata, si evidenzia che l’area di intervento:

. Rientra in un Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C. ai sensi della Direttiva 92/43/CEE);

. Non rientra in una Zona Umida di importanza internazionale (convenzione di Ramsar);

. Non rientra in una Zona Speciale di Conservazione (Z.S.C.);

. Non rientra in una Zona di Protezione Speciale (Z.P.S. ai sensi della direttiva 79/409/CEE);

. Rientra nel Parco Nazionale (Parco Nazionale del Gargano);

. Non rientra in una Riserva Naturale Statale;

. Non rientra in un Parco Naturale interregionale;

. Non rientra in un Parco Naturale Regionale e/o Riserva Naturale Regionale e/o Biotopo e/o Monumento naturale (L.R. 19/97);

. Non risulta interessata da aree a vincolo d’uso degli acquiferi (PTA);

. Risulta interessata dalla presenza di due reticoli idrici (PAI);

. Non risulta interessata da aree destinate ad attività estrattiva (PRAE);

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2.14 LO STRUMENTO URBANISTICO GENERALE VIGENTE (PDF)

Le opere in progetto ricadono in zona Tipizzata “Nucleo Te1”, prevista nel Programma di Fabbricazione come nuova lottizzazione residenziale, con una superficie territoriale di 38.000 mq, un indice di fabbricabilità territoriale ifT = 0,72 mc/mq e una conseguente volumetria di 27.387 mc.

Tutti gli indici e parametri relativi al Nucleo Te1 vengono di seguito riportati. L’intervento in progetto, per quanto attiene ai parametri urbanistico-edilizi utilizzati, è perfettamente conforme allo strumento urbanistico generale vigente.

Tabella 4 Parametri urbanistici nucleo Te1 secondo PdF vigente

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