COMUNE DI (FR)

NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE

Codice DEA-27 13.11 Versione 01 Data novembre 2014 Committente di Cassino (FR) Stato del documento Autori Monica Cerulli, Andrea Giura Longo, Alessandro Abaterusso Revisione Georg Josef Frisch, Vezio De Lucia Approvazione

DeA – società di ingegneria Srl Via Germanico, 146 – 00192 ROMA – tel +39 3723326 – fax +39 45596982 – www.deassociati.it – [email protected]

Pianificazione urbanistica e progettazione architettonica, erogazione di servizi di ricerca, analisi e consulenza nel campo dell’ambiente e del territorio

Partita IVA, CF e Iscrizione Registro Imprese RM 10271461005 – R.E.A.-1221986– Capitale Sociale interamente versato € 12.000,00 NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE

Indice

Premessa ...... 3

1. Quadro pianificatorio e programmatico di riferimento ...... 4 1.1 Piano territoriale paesistico n.14 - Ambito Cassino--Ponza ...... 4 1.2 Piano territoriale paesaggistico regionale ...... 4 1.3 Piano di assetto idrogeologico dell'autorità di bacino del - - Volturno ...... 12 1.4 Piano di risanamento della qualità dell'aria ...... 14 1.5 Piano regionale di tutela delle acque ...... 16 1.6 Piano regolatore generale degli acquedotti ...... 18 1.7 Piano regionale di gestione dei rifiuti ...... 21 1.8 Piano territoriale provinciale generale di ...... 26 1.9 Piano Asi ...... 30 1.10 Piano di zonizzazione acustica ...... 32

2. Elementi del quadro di riferimento ambientale ...... 34 2.1 Lo stato delle risorse ambientali e criticità ...... 36 2.2 I beni culturali e del paesaggio ...... 59 2.3 Le aree di interesse naturalistico ...... 65

3. Normativa in campo ambientale ...... 70 3.1 Aria e fattori climatici ...... 70 3.2 Acqua e risorsa idrica, suolo e sottosuolo ...... 73 3.3 Paesaggio e biodiversità ...... 75 3.4 Energia ...... 76 3.5 Rifiuti e bonifiche ...... 77 3.6 Campi elettromagnetici ...... 78 3.7 Rumore ...... 79

4. La metodologia del processo di valutazione ...... 82

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Premessa

Il presente documento, denominato "rapporto sullo stato dell'ambiente", è finalizzato a fornire al documento preliminare di indirizzo una base conoscitiva sintetica e quantomeno ag- giornata dello stato delle risorse ambientali del territorio cassinate, propedeutico alla reda- zione del rapporto preliminare di valutazione ambientale strategica, da redigere in contem- poranea alla fase di adozione/approvazione del nuovo strumento urbanistico del comune di Cassino.

Il rapporto è articolato in tre parti:

– la prima riguarda il quadro conoscitivo della pianificazione e programmazione sovraordinata di riferimento, la cui analisi è funzionale alla formulazione degli obiettivi generali, degli indirizzi per la definizione degli obiettivi specifici; – la seconda parte riguarda l'analisi dei dati ambientali attualmente disponibili; – la terza parte, si riferisce alla normativa in campo ambientale relativa alle diverse componenti ambientali. In conclusione si descrive la metodologia del processo di redazione della valutazione am- bientale strategica sulla base delle risultanze del documento preliminare di indirizzo, at- tualmente all'esame dell'amministrazione comunale.

La seconda parte, in fase di redazione del rapporto preliminare, può essere soggetta a inte- grazioni e ulteriori approfondimenti, in relazione ai possibili contributi che verranno forniti in fase di consultazione sia con i soggetti competenti in materia ambientale che con gli enti e gli altri soggetti interessati.

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1. Quadro pianificatorio e programmatico di riferimento

Nel presente capitolo sono descritti gli strumenti di pianificazione e programmazione vi- genti, in ambito territoriale, sovraordinati al piano urbanistico comunale generale e che si ri- feriscono a settori di competenza inerenti il processo di verifica necessario alla redazione della valutazione ambientale strategica.

Possono essere sommariamente articolati in tre blocchi: i piani di competenza regionale, af- ferenti il paesaggio, la difesa del suolo, la qualità dell’aria, la tutela delle acque, la gestione dei rifiuti; i piani di competenza provinciale di coordinamento territoriale; i piani di compe- tenza comunale relativi alla disciplina urbanistica generale e attuativa.

1.1 Piano territoriale paesistico n. 14 - Ambito Cassino-Gaeta-Ponza

Attualmente risultano vigenti nel 29 piani territoriali paesistici riferiti ad altrettanti ambiti in cui è stato articolato il territorio regionale; quello che riguarda il comune di Cassi- no è l’ambito n. 14 “Cassino, Gaeta, Ponza”. Tale piano territoriale paesistico - ambito 14 (Ptp/14) è stato adottato con Dgr 2281/1987 e approvato con LLrr 24 e 25 del 6 luglio 1998, “limitatamente alle aree e ai beni dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi del- la L 1497/1939 e a quelli sottoposti a vincolo paesistico ai sensi degli artt. 1, 1 ter ed 1 quinquies della L 431/1985”. Il piano risulta pertanto vigente nelle aree e nei beni vincolati con decreto amministrativo o per legge.

Il Ptp/14 è costituito dalle norme tecniche e dagli elaborati grafici a carattere analitico e ri- cognitivo contenenti la graficizzazione dei vincoli di cui alle L 1497/1939 e L 431/1985 nonché l’indicazione dei perimetri dei sub-ambiti e dei sistemi di pianificazione paesistica (tavole E1/n. in scala 1:25.000) e dalle tavole contenenti i progetti di piano paesistico dei sub-ambiti e dei sistemi di pianificazione paesistica (tavole E3/4.5, E3/6 in scala 1:25.000).

Le finalità del Ptp/14 riguardano “la protezione e valorizzazione dell’insieme dei valori paesistici, naturali e archeologici sulle aree vincolate e notificate dallo Stato e dalla regione,

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE nonché sull’insieme dei valori diffusi sui quali agiscono ope legis i vincoli”. L’estensione terri- toriale del Ptp/14 (art. 2 delle Nta) include il piano dei beni diffusi, che comprende i beni pae- saggistici individuati ai sensi della L 431/1985 e disciplinati dal capo II delle Nta, e i due sub-ambiti 14/1 (comprendente parte dei territori dei comuni di Itri, Gaeta, Formia e Min- turno) e 14/2 (isole Ponziane) disciplinati dal capo III delle Nta.

Per quanto riguarda il territorio cassinate, il Ptp/14 "Cassino, Gaeta, Ponza", sulla tavola E1/5 - Vincoli ex legge 431/85, identifica la presenza di diversi beni diffusi su tutto il territo- rio comunale. Buona parte delle zone montuose situate a Nord-Ovest, infatti, rientrano fra i "territori coperti da boschi e foreste o sottoposti a vincoli di rimboschimento - lettera g) art. 1 legge 431/85". Da rilevare anche la presenza di "zone di interesse archeologico - lettera m) art. 1 legge 431/85", riguardanti nello specifico i resti dell'antica città romana di Casinum, fascia pede- montana al margine Sud-Ovest del nucleo urbano attuale, e l'area dell'Abbazia di Monte- cassino. Va infine segnalata la presenza di "fiumi, torrenti e corsi d'acqua iscritti negli elenchi di cui al TU approvato con Rd 1775/37 - lettera c) art. 1 legge 431/85 e che riguardano i fiumi Gari e Rapido e il rio Pioppeto.

Per una più corretta e approfondita individuazione dei beni paesaggistici presenti si riman- da a quanto descritto nel paragrafo successivo relativo al Ptpr, che costituisce integrazione e aggiornamento della ricognizione dei vincoli paesaggistici.

1.2 Piano territoriale paesaggistico regionale

Il piano territoriale paesaggistico della regione Lazio (Ptpr) è stato adottato con Dgr 556/2007 e 1025/2007, ai sensi degli artt. 21, 22, 23 della legge regionale sul paesaggio n. 24/1998 e in ottemperanza agli articoli 135, 143 e 156 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio). Dopo la fase delle osservazioni presentate entro luglio 2008, si è in attesa dalla sua definitiva approvazione.

Il Ptpr sottopone a specifica normativa d'uso l’intero territorio della regione Lazio ed è vol- to alla tutela del paesaggio, del patrimonio naturale, del patrimonio storico, artistico e cultu- rale affinché sia adeguatamente conosciuto, tutelato e valorizzato. La redazione del Ptpr ha comportato la complessiva revisione dei piani paesistici vigenti, la riorganizzazione e siste- matizzazione dell’intera normativa di tutela tenendo conto dei Ptp approvati, della defini-

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE zione della normativa transitoria posta dalla Lr 24/1998 e dell’introduzione di disposizioni che integrano e colmano i vuoti normativi dei precedenti Ptp.

In attuazione del Dlgs 42/2004, il piano intende per paesaggio tutte le parti del territorio i cui caratteri distintivi derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrela- zioni; assume altresì come riferimento la convenzione europea del paesaggio adottata dal comitato dei ministri della cultura e dell'ambiente del consiglio d’Europa il 19 luglio 2000 e ufficial- mente sottoscritta a Firenze il 20 ottobre del 2000 e recepita con L 14/2006.

Il piano si struttura principalmente (sia sotto l’aspetto normativo sia sotto quello della rap- presentazione) nell’individuazione dei Sistemi di paesaggio (indicati nelle tavole A, che hanno carattere prescrittivo nelle zone vincolate con provvedimento amministrativo, altrimenti hanno valore propositivo e di indirizzo), dei Beni paesaggistici (rappresentati nelle tavole B, che hanno carattere prescrittivo), e nell’indicazione di altri Beni del patrimonio naturale e cultu- rale (indicati nelle tavole C, che hanno valore solo descrittivo, propositivo e di indirizzo) che, pur non appartenendo in termini di legge ai beni paesaggistici, costituiscono la loro or- ganica e sostanziale integrazione. Nelle tavole C sono rappresentati inoltre i punti di vista e i percorsi panoramici nonché le aree a rischio paesaggistico in cui la regione promuove strumen- ti per la realizzazione di progetti prioritari di valorizzazione e gestione del paesaggio. Si pre- cisa che la disciplina dei beni del patrimonio culturale e naturale discende, quindi, da pro- prie leggi, direttive o atti costituitivi ed è applicata tramite autonomi procedimenti ammini- strativi indipendenti dalla normativa paesaggistica.

Il piano territoriale paesaggistico regionale è costituito da una relazione generale che illustra le caratteristiche del piano e la procedura e le fasi di realizzazione, dalle tavole A che descrivo- no i Sistemi e gli ambiti di paesaggio e dalle tavole B sui Beni Paesaggistici, dalle norme contenenti le prescrizioni riferibili agli ambiti indicati nelle tavole A e B, oltre che vari allegati descrittivi e conoscitivi che costituiscono il regesto dei beni.

I principali contenuti del Ptpr assumono natura prescrittiva, propositiva e di indirizzo in funzione della presenza di beni paesaggistici individuati ai sensi del Dlgs 42/2004 e sono finalizzati ai seguenti obiettivi generali:

– la tutela dei beni paesaggistici attraverso disposizioni di natura prescrittiva che regolano gli usi compatibili e le trasformazioni consentite; tali disposizioni prescrittive trovano immediata osservanza da parte di tutti i soggetti pubblici e privati e

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prevalgono sulle disposizioni incompatibili contenute nella vigente strumentazione territoriale, urbanistica e settoriale; – la disciplina dei paesaggi sull’intero territorio regionale non interessato da beni paesaggistici, attraverso contenuti di natura propositiva e di indirizzo che definiscono le regole di tutela, uso e valorizzazione; tali contenuti costituiscono orientamento per l'attività di pianificazione e programmazione dei comuni, delle provincie e degli altri soggetti competenti nella redazione dei piani urbanistici o dei piani di settore; – l’individuazione delle aree in cui promuovere strumenti volti ad assicurare lo sviluppo sostenibile, la gestione e la valorizzazione dei paesaggi attraverso progetti mirati e azioni di recupero del territorio regionale con forme di collaborazione e concertazione tra la regione, gli enti pubblici statali e locali e i soggetti privati interessati. Il territorio comunale di Cassino è caratterizzato dalla presenza di un sistema articolato e diffuso di ambiti di paesaggio e di beni paesaggistici dichiarativi, ricognitivi e tipizzati, ine- renti immobili ed aree sottoposti a vincolo e tutelati dal Ptpr.

Per quanto riguarda i sistemi e gli ambiti di paesaggio di cui alla tavola A del Ptpr, il territorio comunale di Cassino è così articolato:

– Sistemi del paesaggio naturale e seminaturale che riguardano una superficie complessiva di 2.690 ettari pari al 32,5% del territorio comunale; – Sistemi del paesaggio agrario che occupano la parte prevalente del territorio comunale pari al 54,6% per oltre 4.500 ettari; – Sistemi del paesaggio insediativo che rappresentano meno del 13% del territorio comunale, pari a 1.075 ettari.

I sistemi del paesaggio naturale e seminaturale, sono caratterizzati da un elevato valore di naturali- tà e semi naturalità in relazione alle specificità geologiche, geomorfologiche e vegetazionali. Comprendono in prevalenza l'area Nord-Ovest del territorio comunale corrispondente al

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Montecassino, l'area del monte Lantere a confine Est con i comuni di Sant’Elia Fiumerapi- do e , le aree di fondovalle situate sul confine meridionale lungo il corso del Gari. Il piano ne prescrive (artt. 21-23) la protezione dei caratteri di naturalità e, in linea subordina- ta, la conservazione dell’uso agricolo silvo-pastorale e del patrimonio edilizio tradizionale esistente; gli interventi sulle infrastrutture devono essere funzionali alla fruizione anche vi- siva del paesaggio nel rispetto del patrimonio naturale e culturale. Per quanto concerne il paesaggio naturale di continuità, caratterizzato da aree con elevato valore di naturalità anche se parzialmente edificate o infrastrutturate, il piano promuove una politica di contenimento e riorganizzazione spaziale degli agglomerati urbani esistenti con interventi di trasformazione che prevedano utilizzazioni del suolo compatibili con la protezione del paesaggio naturale.

I sistemi del paesaggio agrario, costituiti da paesaggi caratterizzati dalla vocazione e dalla per- manenza dell’effettivo uso agricolo, sono individuati in prevalenza lungo il percorso dei fiumi Gari e Rapido, nelle aree pedecollinari fra il Montecassino e il monte Lantere, nel set- tore di fondovalle a Sud di Cassino; il piano prescrive (artt. 24-26) la conservazione dell’uso agricolo e silvo-pastorale nel rispetto delle colture e dei metodi tradizionali e dei valori identitari del paesaggio, la promozione dello sviluppo sostenibile, attraverso la produzione e la commercializzazione dei prodotti locali di qualità, la riconduzione a metodi di coltura tradizionali e modi di utilizzazione del suolo compatibili con la protezione, lo sviluppo agri- turistico, la tutela delle architetture rurali e gli interventi di recupero degli edifici esistenti; sono ammessi inoltre la conservazione dei tessuti dei borghi agricoli e della rete viaria esi- stente, consentendo la sola ristrutturazione urbanistica dei centri rurali esistenti subordina- tamente a un piano attuativo con valenza paesistica finalizzato al recupero, limitati amplia- menti e nuove realizzazioni con indice di fabbricabilità fondiaria di 0,015 mc/mq. Nel pae- saggio agrario di continuità, caratterizzato "ancora dall’uso agricolo ma parzialmente com- promesso da fenomeni di urbanizzazione diffusa", è inoltre ammessa la riorganizzazione spaziale degli agglomerati urbani esistenti di cui costituiscono margine con interventi fina- lizzati alla riqualificazione e al recupero dei paesaggi degradati e alla valorizzazione della funzione di miglioramento del rapporto città campagna. Il paesaggio agrario di continuità riguarda quasi il 30% del territorio comunale caratterizzato da una forte frammentazione e dispersione edilizia ed è articolato in quattro settori principali: a Est del nucleo urbano di Cassino tra il fiume Rapido, le pendici collinari e il confine comunale; a Sud del Montecas- sino fino a Sant'Angelo in Theodice, nella vale del Rapido fra Cassino e Caira, nel settore Sud-Est fra Fontana Rosa e Antridonati.

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I sistemi del paesaggio insediativo sono costituiti dalle porzioni di territorio caratterizzate dalla presenza di insediamenti storici, da processi di urbanizzazione recenti o da infrastrutture e reti; rappresenta meno del 13% del territorio comunale, pari a 1.075 ettari, e include il nu- cleo storico dell’Abbazia di Montecassino e la parte centrale del nucleo urbano di Cassino, posto sotto le pendici della Rocca Ianula, tra le vie Del Foro, Marconi, Di Biasio, Virgilio e corso della Repubblica, classificati nel paesaggio dei centri e nuclei storici, le aree dell'insediamen- to storico diffuso localizzate nel parco delle terme Varroniane, nell’antica città di Casinum e dell'Abbazia; gli insediamenti urbani recenti corrispondenti all’intero nucleo capoluogo, al nuovo quartiere di San Bartolomeo, alle frazioni di Caira e di Sant’Angelo in Theodice nonché ad una numerosa serie di insediamenti e attrezzature sparsi nel territorio per oltre 550 ettari, le reti ferroviarie e l'autostrada A1. Negli ambiti del paesaggio insediativo (artt. 27-32) è prescritta la conservazione e la valorizzazione degli impianti urbani storici, la valo- rizzazione dei beni del patrimonio culturale e degli elementi naturali ancora presenti (aree verdi e corsi d'acqua), il controllo e il mantenimento dei corridoi verdi interni agli insedia- menti e delle visuali verso i paesaggi di pregio contigui; le trasformazioni devono essere orientate alla gestione dell'ecosistema urbano mediante il controllo delle espansioni, la promozione di tessuti funzionalmente integrati, la ricomposizione degli insiemi architetto- nici di qualità.

Articolazione del territorio comunale in sistemi di paesaggio

sistemi del paesaggio (ha) (%) paesaggio naturale 1.940,4 23,4 sistemi del paesaggio naturale paesaggio naturale agrario 214,5 2,6 paesaggio naturale di continuità 535,7 6,5 paesaggio agrario di rilevante valore 849,2 10,4 sistemi del paesaggio agrario paesaggio agrario di valore 1.294,7 15,6 paesaggio agrario di continuità 2.372,2 28,6 paesaggio dei centri e nuclei storici 19,7 0,2 paesaggio dell’insediamento urbano 885,9 10,7 sistemi del paesaggio insediativo reti infrastrutture e servizi 101,4 1,2 paesaggio dell’insediamento storico diffuso 68,3 0,8 totale 8.282 100

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La tavola B riguardante i beni paesaggistici individua su tutto il territorio comunale le aree sot- toposte a vincolo in base alla parte terza del Dlgs 42 del 2004. Non sono presenti beni in- dividuati ai sensi dell'art. 134 c. 1, lett. a) (c.d. dichiarativi).

Tra i beni individuati ai sensi dell'art. 134 c. 1, lett. b) e dell'art. 142 (c.d. beni tutelati per legge) sono presenti:

– il corso dei fiumi Rapido e Gari, del vallone Inferno e dei rii Pioppeto, Ascensione, Castellone, Acquacandida, Fontanelle e Pantano, Faio e le relative sponde e fasce di rispetto di cui all'art. 142 lett. c); – le aree boscate del Montecassino e del monte Lantere e alcune aree situate nella parte meridionale del territorio comunale in località Querceto, di cui all’art. 142 lett. g); – l'area circostante l'Abbazia di Montecassino e i resti dell'antica città di Casinum, come aree di interesse archeologico ai sensi dell'art. 142 lett. m). A tali beni va inoltre aggiunto il Monumento naturale di Montecassino istituito con Dprl 154/2010 ai sensi dell'art. 6 della Lr 29/1997 e facente parte del sistema delle aree naturali protette della regione Lazio, pertanto bene paesaggistico ai sensi dell'art. 142 lett. f).

Beni paesaggistici tutelati per legge ex art. 134 c. 1 lett. b e art. 142 del Dlgs 42/2004 - Estensione e percentuale sulla superficie comunale

tipologia di beni paesaggistici Dlgs 42/2004 rif. normativo (ha) (%) corsi delle acque pubbliche art. 142 lett. c) art. 7 Lr 24/1998 1.370 16,5 aree boscate art 142 lett. g) art. 10 Lr 24/1998 2.016 24,3 aree naturali protette art 142 lett. f) Lr 29/1997 694 8,4 aree di interesse archeologico art. 13 c. 3 lett. a) art. 142 lett. m) 43 0,5 già individuate Lr 24/1998

Beni paesaggistici tipizzati ex art. 134 c. 1 lett. c) del Dlgs 42/2004 - Estensione e percentuale sulla superficie comunale

tipologia di beni paesaggistici rif. normativo ha % aree agricole identitarie art. 51 Lr 38/99 126 1,5 insediamenti urbani storici e territori contermini compren- art. 59 e 60 Lr 8/1999 91 1,1 sivi in una fascia della profondità di 150 m Lr 27/2001 beni puntuali diffusi, testimonianza dei caratteri identitari art. 13 c. 3 lett. a) 165 2 archeologici e storici e relativa fascia di rispetto di 100 m Lr 24/1998 beni lineari, testimonianza dei caratteri identitari archeo- art. 13 c. 3 lett. a) 155 1,8 logici e storici e relativa fascia di rispetto di 100 m Lr 24/1998 beni puntuali e lineari diffusi testimonianza dei caratteri identitari vegetazionali, geomorfologici e carsico-ipogei e la 0,8 0,01 relativa fascia di territorio contermine

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La tavola C, riguardante i “Beni del patrimonio naturale e culturale e azioni strategiche del Ptpr” in- dividua su tutto il territorio comunale la presenza di quei beni che, pur se non tutelati per legge, costituiscono un tassello fondamentale del paesaggio locale cassinate.

Suddivisi principalmente in due categorie tipologiche, le emergenze individuate sono per quanto riguarda la categoria dei “Beni del patrimonio naturale”:

– le aree a “pascoli, rocce e aree nude” situate alle pendici del Montecassino e del monte Lantere, così come segnalate dalla carta dell’uso del suolo (1999); – il reticolo idrografico, compresi i rii e i canali non ricadenti nella tutela di cui all'art. 142 lett. c); mentre per la categoria dei “Beni del patrimonio culturale” vengono individuati:

– parte della via Casilina, nel tratto che staccandosi dal Montecassino attraversa il nucleo urbano e il resto del territorio comunale, le strade provinciali n. 76 e 81, il lungofiume Madonna di Loreto, via Caira e la strada regionale n. 509, segnalate dal piano come “viabilità e infrastrutture storiche” ai sensi dell’art. 60 c. 2 della Lr 28/1999; – l’autostrada A1 segnalata come “viabilità di grande comunicazione” e la ferrovia Roma- Napoli. In ultimo, la tavola C, in coerenza con l’art. 143 del Dlgs 42/2004, riporta anche gli “ambiti prioritari per i progetti di conservazione, recupero, riqualificazione, gestione e valorizzazione del paesaggio regionale”, individuando all’interno del territorio comunale ambiti omogenei, sia di elevato

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE pregio paesaggistico che significativamente compromessi o degradati, dove realizzare pro- getti prioritari per la gestione e conservazione del paesaggio. Tali ambiti per il comune di Cassino sono individuati:

– nelle aree limitrofe alla frazione di Caira, alle pendici del monte Lantere e in maniera frammentata nella parte Sud del territorio comunale compresa tra il fiume Liri e l’autostrada segnalate come sistema agrario a carattere permanente; alle quali si applicano le norme di salvaguardia di cui all’art. 31, 31bis della Lr 24/1998; – nell’area alle pendici Sud del Montecassino come “parco archeologico e culturale”; – nella ferrovia e nell’autostrada come “percorsi panoramici”. In conclusione va precisato che tali beni, in quanto sprovvisti di una classificazione ai fini della tutela, sono disciplinati dalle norme di salvaguardia di cui agli artt. 31 e 31bis della Lr 24/1998.

1.3 Piano di assetto idrogeologico dell'autorità di bacino del Liri - Ga- rigliano - Volturno

L’intero territorio comunale di Cassino rientra nell’ambito del bacino del Liri/Garigliano – Volturno. I piani per l’assetto idrogeologico elaborati dall’Autorità di bacino mirano alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo, alla salvaguardia della qualità delle acque superficiali e sotterranee, all'approvvigionamento, uso e disinquinamento delle stesse, alla compatibilità ambientale dei sistemi produttivi, alla salvaguardia dell'ambiente naturale e alla gestione delle risorse nel loro complesso, e una volta adottati, rappresentano il quadro di riferimento al quale gli strumenti di pianificazione settoriale e territoriale inerenti le risor- se acqua e suolo dovranno essere adeguati. I piani stralcio approvati e adottati e in fase di elaborazione sono i seguenti:

– Psda – piano stralcio difesa alluvioni, approvato con Dpcm del 21/11/2001; – Psai-Rf – piano stralcio di assetto idrogeologico - rischio frana, approvato con Dpcm del 12/12/2006; – Psai-Ri – piano stralcio di assetto idrogeologico - rischio idraulico, approvato con Dpcm del 12/12/2006; – Preliminare del piano stralcio per il governo della risorsa idrica superficiale e sotterranea, adottato dal comitato istituzionale con deliberazione 2/2005; – Psta – piano stralcio tutela ambientale – conservazione zone umide – area pilota Le Mortine, approvato con Dpcm del 27/04/2006; – Psec – piano stralcio erosione costiera, in fase di adozione e approvazione.

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I Suddetti piani, come indicato nella relazione di sintesi (gennaio 2009), insieme a tutte le altre attività in studio e in atto rappresentano sia il quadro conoscitivo che quello pianifica- torio e di programmazione per la definizione del piano di bacino. In particolare, i piani stralcio riguardano sia l'assetto geomorfologico, relativo alla dinamica dei versanti e al peri- colo d'erosione e di frana, sia l'assetto idraulico, relativo alla dinamica dei corsi d'acqua e al pericolo d'inondazione, nonché la definizione delle esigenze di manutenzione, completa- mento ed integrazione dei sistemi di difesa esistenti in funzione del grado di sicurezza compatibile e del loro livello di efficienza ed efficacia.

Le aree di particolare rischio frana segnalate dal piano sono individuate maggiormente nella parte Nord-occidentale del territorio comunale ricoprendo quasi interamente tutta la fascia montana, fino a lambire il margine Nord della cittadina principale di Cassino, localizzando le aree di massima pericolosità nella fascia a monte della via Casilina e nelle aree limitrofe alla frazione di Caira. Il tratto finale del Fiume Gari, racchiuso tra la frazione di San’Angelo in Theodice e il Fiume Liri, comprendendo anche parte delle aree pianeggianti a Sud, sono invece segnalate come aree a rischio esondazione.

Tab. 5.4 - Aree a rischio individuate dal Pai - estensione e percentuale sulla superfi- cie comunale

aree a rischio (ha) (%) area a rischio molto elevato (R4) 44,9 0,5 area a rischio medio (R2) 2 0,02 area a rischio moderato (R1) 2,5 0,03 area di alta attenzione (A4) 377,5 4,6 area di medio-alta attenzione (A3) 2,5 0,03 rischio frana area di media attenzione (A2) 26,2 0,3 area di moderata attenzione (A1) 28,1 0,3 area di rischio potenzialmente alta (Rpa) 0,2 - area di attenzione potenzialmente alta (Apa) 333,2 4 area di versante nella quale non è stato riconosciuto un livello 10,5 0,2 di rischio o di attenzione significativo (C2) area a rischio medio (R2) 3 0,04 rischio idraulico area a rischio moderato (R1) 386,4 4,7

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1.4 Piano di risanamento della qualità dell'aria

Il piano di risanamento della qualità dell'aria è lo strumento di pianificazione con il quale la regione Lazio dà applicazione alla direttiva 96/62/CE, e alle successive direttive integrative in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente.

Il piano di risanamento della qualità dell’aria stabilisce norme tese ad evitare, prevenire o ri- durre gli effetti dannosi per la salute umana e per l'ambiente nel suo complesso, determinati dalla dispersione degli inquinanti in atmosfera.

Il Prqa è stato redatto ai sensi Dlgs 351/1999 conformemente ai criteri stabiliti dal Dm 261/2002. Le azioni e le misure previste dal piano sono direttamente volte a riportare o contenere entro i valori limite di qualità dell’aria gli inquinanti previsti nel decreto del Mini- stero dell’Ambiente e Tutela del Territorio n. 60 del 2 aprile 2002, e produrre un effetto in- diretto sull’inquinante ozono attraverso la riduzione dei suoi precursori.

Obiettivi generali. In accordo con quanto prescritto dalla normativa, il piano persegue due principali obiettivi generali:

– il risanamento della qualità dell’aria nelle zone dove si sono superati i limiti previsti dalla normativa (disciplinato nella Sezione IV delle Nta); – il mantenimento della qualità dell’aria nel restante territorio (disciplinato nella Sezione III delle Nta). Per il perseguimento di tali obiettivi il piano prevede misure di contenimento e di riduzione delle emissioni da traffico, industriali e diffuse, che portino a conseguire il rispetto dei limiti imposti dalla normativa e a mantenere e migliorare la qualità dell’aria nelle aree del territo- rio dove si rilevano specifiche criticità.

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Classificazione del territorio regionale per il risanamento della qualità dell'aria

L'area di intervento. Il comune di Cassino è compreso nella zona B, che include tutti quei comuni con più di 30.000 abitanti e classificati in classe 2 (Dgr 767/2003), dove è stato ac- certato l'effettivo superamento o l'elevato rischio di superamento degli standard della quali- tà dell'aria, e per i quali devono essere predisposti i piani di azione. La Zona B appare frammentata nel territorio e comprende 31 comuni che rappresentano il 17,55% dell'intero territorio regionale in cui risiedono circa 1.192.830 abitanti, pari al 22% della popolazione laziale.

I determinanti del rischio sono di origine diversa anche se ovviamente tra loro interrelati. Il piano prevede tuttavia misure preventive al fine di mantenere un buon livello di qualità dell’aria e di preservare condizioni compatibili con lo sviluppo sostenibile. I provvedimenti orientati al mantenimento della qualità dell’aria riguardano prevalentemente misure volte al- la riduzione delle emissioni diffuse o derivanti da impianti di combustione ad uso civile e industriale, al controllo delle emissioni dei veicoli, al rinnovo e potenziamento del trasporto pubblico con mezzi a basso impatto ambientale. Su tali aspetti il PRQA conferisce ai Co-

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE muni specifiche competenze di controllo e vigilanza, attraverso l'adozione del piano urbano del traffico.

1.5 Piano regionale di tutela delle acque

Il piano regionale di tutela delle acque è stato adottato con Deliberazione di Giunta Regio- nale n. 266 del 2 maggio 2006 e approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 42 del 27 settembre 2007 (Supplemento ordinario al "Bollettino Ufficiale" n. 3 n. 34 del 10 di- cembre 2007).

Il piano si pone l'obiettivo di perseguire il mantenimento dell'integrità della risorsa idrica, compatibilmente con gli usi della risorsa stessa e delle attività socio-economiche delle po- polazioni del Lazio. Contiene, oltre agli interventi volti a garantire il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi del Dlgs 152/2006, le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Il piano, in particolare, individua lo stato dei corpi idrici superficiali e profondi e i corpi idrici soggetti a particolare tutela; ne definisce gli obiettivi di qualità; stabilisce le misure necessarie al loro perseguimento e le priorità e la temporalità nell’attuazione degli interventi.

Obiettivi generali. Il piano persegue tre obiettivi generali:

– il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici (artt. 10-14 delle Nta) classificati, ai sensi del Dlgs 152/2006, in corpi idrici significativi e corpi idrici a specifica destinazione (acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, acque superficiali di balneazione, acque superficiali idonee alla vita dei pesci, acque destinate alla vita dei molluschi); – la tutela delle aree di salvaguardia dei corpi idrici (artt. 15-19 delle Nta) classificate, ai sensi del Dlgs 152/2006, in: aree sensibili, zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, zone vulnerabili da prodotti fitosanitari, aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano, aree sottoposte a tutela quantitativa; – la definizione dei criteri per una corretta gestione della risorsa idrica (artt. 20-25 delle Nta), finalizzati al risparmio idrico, alla efficienza degli impianti di depurazione, al trattamento delle acque reflue industriali e di lavaggio di aree esterne di lavorazione o di stoccaggio, al trattamento degli scarichi di insediamenti e case sparse, allo smaltimento delle acque meteoriche, alla taratura degli scolmatori di piena.

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Le misure da assumersi per il raggiungimento degli obiettivi di piano possono suddividersi in tre categorie: provvedimenti tesi al controllo delle possibili forme di inquinamento in ter- ritori tutelati, interventi sugli impianti di depurazione e risparmio idrico.

L’area di intervento. Il territorio regionale del Lazio è suddiviso in 39 bacini idrografici; di questi: 36 individuano altrettanti corpi idrici significativi, uno raccoglie i bacini endoreici per i quali non è possibile as- sociare corpi idrici significativi e gli ultimi due sono costituiti dai sistemi idrici delle isole Ponziane. Il Comune di Cas- sino ricade nel bacino idrogra- fico n.33 Liri - Garigliano, avente un'estensione pari a 96.988 ha e fa capo all'Autori- tà di Bacino Nazionale Liri - Garigliano - Volturno.

Nella tavola E1 33-35 Tavola di piano: Tutela, sono rappresentati i corpi idrici e le aree di tutela. Nel territorio di Cassino i corpi idrici significativi segnalati sono il Liri, il Gari e il fiume Rapido.

L'intero territorio comunale è classificato fra le aree vulnerabili e ad elevata infiltrazione; in particolare nella classe 1: vulnerabilità elevata ricadono due zone: una strettamente connessa al corso d'acqua dei fiumi Liri, Gari e Rapido e l'altra riguarda una porzione più ristretta di territorio, posta ad est del centro di Cassino, nei pressi delle località di San Bartolomeo e Cappella Morrone. L'area situata a nord-ovest dell'abitato di Cassino, comprendente tutta la fascia montana in corrispondenza del Monumento Naturale di Montecassino, fino ad arri- vare al nucleo urbano di Caira, è stata classificata nelle classi: 2 elevata infiltrazione, 4 vulnerabili- tà molto elevata e classe 5: vulnerabilità molto elevata ed elevata infiltrazione.

Da evidenziare, altresì la mancanza, nel territorio comunale, di aree a specifica tutela e di tutela quantitativa, definite ai sensi del Dlgs 152/2010.

Nella tavola E2 33-35 Tavola di piano: Stato di qualità, si evince come, la totalità del territorio comunale rientra in classe 3 - sufficiente, pertanto solo una piccola porzione, a nord del

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE corso idrico del Liri, in prossimità della frazione , è classificata in classe 4 - scadente.

Anche nella tavola E3 33-35 Tavola di piano: obiettivi di qualità, il territorio comunale rientra fra le aree di intervento con obiettivo di qualità 3 - sufficiente.

1.6 Piano regolatore generale degli acquedotti

Il piano regolatore generale degli acquedotti (PRGA) è stato approvato con decreto del Presidente della Repubblica nel 1968, poi modificato con variante dalla Regione Lazio, ap- provata con decreto interministeriale del 15 novembre 1976. Successivamente, con Dgr n. 825 del 27 agosto 2004 è stato adottato un aggiornamento al piano, che non risulta ancora definitivamente approvato.

Il PRGA definisce i fabbisogni idrici e le previsioni di portata da riservare ai singoli comuni del Lazio definendo la programmazione dell'utilizzo della risorsa idrica e individuando le opere acquedottistiche, nonché le opere di captazione e di derivazione, necessarie all'ap- provvigionamento. L’aggiornamento del piano effettuato nel 2004 assume come orizzonte temporale il 2015 proiettando le previsioni fino al 2040.

I comuni del Lazio, in base alle disposizione di legge vigenti sono suddivisi in 5 ambiti terri- toriali ottimali: ATO1 Lazio Nord – Viterbo; ATO2 Lazio Centrale – Roma; ATO3 Lazio Centrale – Rieti; ATO4 Lazio Meridionale – Latina; ATO5 Lazio Meridionale – Frosinone; suddivisi, poi, in ulteriori comprensori. Per definire la domanda idropotabile agli orizzonti temporali del 2015 e del 2040 la proposta di aggiornamento al PRGA ha preliminarmente raccolto i dati ISTAT sull’evoluzione demografica e sulla popolazione residente, integran- doli con le indagini sulla popolazione fluttuante (stagionale o legata al pendolarismo, ecc.), per poter effettuare una stima delle dotazioni idriche future, maggiormente rappresentativa della realtà territoriale, nell’ottica di preservare per il futuro un consumo idropotabile com- patibile.

La definizione della portata media annua e di punta, espressa in l/s da riservare per ciascun ambito territoriale ottimale è avvenuta moltiplicando gli abitanti equivalenti all’orizzonte temporale del 2040 per la dotazione standard espressa in litri/abitante*giorno; di seguito

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE sono indicate le previsioni al 2040 relativamente alle portate medie e di punta previste dal PRGA per ogni ATO.

n. comuni Pop. res. e flut. al 2040 Q.media annua (l/sec) Q.punta (l/sec)

ATO 1 61 324.536 1.314,70 1.769,70 ATO 2 94 2.634.647 10.672,80 14.465,10 ATO 3 81 196.646 796,6 1.192,80 ATO 4 38 1.022.040 4.140,20 5.574,00 ATO 5 103 1.000.289 4.052,10 4.671,50

Obiettivi generali. Il piano persegue i seguenti obiettivi generali:

– garantire il risparmio idrico e l’ottimizzazione dello sfruttamento delle risorse idriche; – definizione delle dotazioni idriche per ogni abitante al 2015, distinte per Comune al fine di garantire e soddisfare l’esigenza di consumo idrico pro-capite; – valutazione dei fabbisogni idrici al 2040 per ogni ATO, con il valore minimo giornaliero di 350 litri/abitante*giorno; – garantire la formazione di una riserva strategica per fare fronte ad eventuali incrementi di consumo idrico ad oggi non prevedibili. A tal fine il PRGA definisce, per ogni Comune, la valutazione dei bilanci idrici e le modalità di definizione delle portate da riservare e, conseguentemente, la valutazione dell’entità delle portate da riservare relativamente ad ogni singola risorsa idrica captata o non captata di- sponibile.

L’area di intervento. Il territorio comunale di Cassino, appartiene all’ATO 5. Il PRGA indica la presenza delle seguenti risorse idriche captate;

Risorsa Nome risorsa Comune Ubicazione Q da riservare (l/s) Q accertata (l/s)

Pozzo Caira Cassino 7,5 7,5

Pozzo Montecassino Cassino 340,0 147,0

Sorgente Palombara Cassino 180,0 180,0

Pozzo S.Angelo Cassino 4,0 4,0

Sorgente Sorgentina Cassino 5,0 1,0

Le risorse non captate indicate dal piano sono:

Risorsa Nome risorsa Comune Ubicazione Q da riservare (l/s)

Sorgente Gari Cassino Risorsa impegnata dal nuovo PRGA 165,0

Sorgente Gari Cassino Risorsa disponibile 335,0

Totale da riservare 500,0

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Sorgente Acquafredda Cassino Totale da riservare 163,0

Sorgente Cassino Secim Cassino Totale da riservare 194,5

Il PRGA indica, per il comune di Cassino, una popolazione residente equivalente al 2015 (in considerazione delle tendenze relative alla popolazione residente e fluttuante) di 43.584 unità, definendo una quantità media idrica pro-capite di 181,6 l/s e una quantità di punta di 201,3 l/s. Al fine di soddisfare tali esigenze, il PRGA indica una quantità di risorsa idrica al 2015 da riservare pari a 546,0 l/s, indicando le seguenti risorse idriche per il soddisfacimen- to dei fabbisogni idropotabili:

Q. da riservare Q. accertata Risorsa Nome risorsa Tipo di riserva Ubicazione risorsa (l/s) (l/s) Sorgente Gari consortile Cassino 48,0 48,0

Sorgente Gari - Cassino 4,0 4,0

Pozzo Caira locale Cassino 7,5 7,5

Sorgente Cippone-Collelungo consortile S.Biagio- 4,4 4,4

Sorgente Forestelle - 0,0 0,0

Sorgente Madonna del Canneto consortile Picinisco 4,5 4,5

Pozzo Montecassino locale Cassino 340,0 147,0

Sorgente Oliveto Oscuro consortile Cervaro 0,0 0,0

Sorgente Palombara locale Cassino 180,0 180,0

Pozzo S.Angelo - Cassino 4,0 4,0

Sorgente Sorgentina consortile Cassino 5,0 1,0

Sorgente Vaccareccia consortile S.Elia Fiumerapido 1,4 1,4

Sorgente Gari - Cassino 2,0 2,0

Sorgente Gari - Cassino 3,5 3,5

Sorgente Gari - Cassino 2,5 2,5

Sorgente Gari - Cassino 5,0 5,0

Sorgente Gari consortile Cassino 48,0 48,0

Sorgente Gari consortile Cassino 3,0 3,0

Sorgente Gari consortile Cassino 12,0 12,0

Sorgente Gari consortile Cassino 62,0 31,0

Sorgente Gari consortile Cassino 13,0 6,5

Totale 749,8 515,3

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Tale elenco comprende sia risorse consistenti, già captate e da captare, ma anche risorse strettamente locali, per le quali, invece, è auspicato il progressivo abbandono. In considera- zione della quantità idrica accertata, come detto pari a 515,3 l/s, è possibile stabilire al 2015, per il Comune di Cassino una quantità di 44.521.920 l/giorno; considerando, inoltre, le previsioni del PRGA al 2040, che prevedono, per l’ATO 5, il consumo di 350 l/giorno per abitante, è possibile calcolare una popolazione residente equivalente servita di 127.205 abi- tanti equivalenti.

1.7 Piano regionale di gestione dei rifiuti

Il piano regionale di gestione dei rifiuti nasce con lo scopo di uniformare e razionalizzare la programmazione che si è succeduta nel tempo, aggiornare la pianificazione al mutato qua- dro normativo nazionale, nonché superare l’emergenza dei rifiuti urbani nella Regione La- zio, fornendo una rappresentazione dell’intero ciclo dei rifiuti, dalla produzione alla reim- missione come materiali sul mercato o allo smaltimento finale.

Con deliberazione del consiglio regionale 18 gennaio 2012, n.14 viene approvato il piano di gestione dei rifiuti della regione Lazio ai sensi dell’articolo 7, comma 1, della Lr 27/1998. Il piano è strutturato in due sezioni: la sezione I è dedicata al piano dei rifiuti urbani e la se- zione II ai rifiuti speciali e contiene riferimenti agli altri piani. L’orizzonte temporale di pro- grammazione del Piano si estende fino all’anno 2017; le previsioni delle azioni in esso con- tenute hanno inizio dall’anno 2011.

In conformità all’art. 199 del Dlgs. 152/06, il Piano regionale di gestione dei rifiuti prevede misure tese alla riduzione delle quantità, dei volumi e della pericolosità dei rifiuti, nonché: a) le condizioni e i criteri tecnici in base ai quali, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia, gli impianti per la gestione dei rifiuti, ad eccezione delle discariche, possono essere localizzati nelle aree destinate ad insediamenti produttivi; b) la tipologia e il complesso degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti urbani da realizzare nella Regione, tenendo conto dell'obiettivo di assicurare la gestione dei rifiuti urbani non pericolosi all'interno degli ambiti territoriali ottimali […], nonché dell’offerta di smaltimento e di recupero da parte del sistema industriale; c) la delimitazione di ogni singolo Ambito Territoriale Ottimale sul territorio regionale […];

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE d) il complesso delle attività e dei fabbisogni degli impianti necessari a garantire la gestione dei rifiuti urbani secondo criteri di trasparenza, efficacia, efficienza, economicità e autosufficienza della gestione dei rifiuti urbani non pericolosi all'interno di ciascuno degli ambiti territoriali ottimali […], nonché ad assicurare lo smaltimento dei rifiuti speciali in luoghi prossimi a quelli di produzione al fine di favorire la riduzione della movimentazione di rifiuti; e) la promozione della gestione dei rifiuti per ambiti territoriali ottimali attraverso una adeguata disciplina delle incentivazioni, prevedendo per gli ambiti più meritevoli, tenuto conto delle risorse disponibili a legislazione vigente, una maggiorazione di contributi; a tal fine le Regioni possono costituire nei propri bilanci un apposito fondo; f) le prescrizioni contro l’inquinamento del suolo ed il versamento nel terreno di discariche di rifiuti civili ed industriali che comunque possano incidere sulla qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei […], nel rispetto delle prescrizioni [dettate dai Piani di bacino finalizzate alla conservazione del suolo ed alla tutela dell'ambiente]; g) la stima dei costi delle operazioni di recupero e di smaltimento dei rifiuti urbani; h) i criteri per l'individuazione, da parte delle Province, delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti nonché per l'individuazione dei luoghi o impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti, nel rispetto dei criteri generali [individuati dallo Stato]; i) le iniziative dirette a limitare la produzione dei rifiuti ed a favorire il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti; l) le iniziative dirette a favorire il recupero dai rifiuti di materiali e di energia; m) le misure atte a promuovere la regionalizzazione della raccolta, della cernita e dello smaltimento dei rifiuti urbani; n) i tipi, le quantità e l’origine dei rifiuti da recuperare o da smaltire, suddivisi per singolo Ambito Territoriale Ottimale per quanto riguarda rifiuti urbani; o) la determinazione, nel rispetto delle norme tecniche [indicate dallo Stato], di disposizioni speciali per rifiuti di tipo particolare […]; p) i requisiti tecnici generali relativi alle attività di gestione dei rifiuti nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria. Obiettivi generali. Il piano persegue principalmente tre obiettivi generali:

Ob1) Obiettivi di riduzione alla fonte della produzione di rifiuti; Ob2) Obiettivi di RD (%) in linea con quelli previsti dal legislatore nazionale; Ob3) Istituzione di un sistema integrato di impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti che sia efficiente, dotato delle migliori tecnologie disponibili, teso a garantire l’autosufficienza impiantistica.

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A norma dell’art. 199, c. 3, lett. c) del Dlgs 152/2006 e sulla base delle norme vigenti il pre- sente piano individua un solo Ambito Territoriale Ottimale per la gestione dei Rifiuti Ur- bani, coincidente con l’intero territorio regionale, mentre, ai sensi dell’art. 200, c. 7 del Dlgs. 152/2006, individua cinque Sub – ATO (uno per ogni provincia) all’interno dei quali verrà organizzata la raccolta dei rifiuti urbani ed assimilati e garantita l’autosufficienza degli im- pianti di selezione dei rifiuti urbani indifferenziati.

Per quanto riguarda la pianificazione relativa alla gestione della raccolta differenziata, il pia- no ha provveduto a classificare i comuni del Lazio in zone omogenee, individuato ulteriori parametri significativi, quale la distanza media da percorrere tra i diversi punti di raccolta in funzione della tipologia insediativa, valutata sulla base del numero di abitanti e della densità abitativa.

Il piano ha individuato le seguenti quattro classi: A: comuni molto popolosi, ad alta densità abitativa; B: comuni mediamente popolosi, a media densità abitativa; C: comuni scarsamen- te popolosi, a bassa densità abitativa; Roma: comune di Roma.

Ai fini della raccolta differenziata e del raggiungimento degli obiettivi previsti dalla norma- tiva vigente, il piano prevede di attivare o rimodulare i servizi di RD sulla base della suddi- visione in aree omogenee e secondo le seguenti modalità:

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Frazione zona A zona B zona C ROMA

Organico domiciliare domiciliare di prossimità (solo centri urbani) domiciliare

Verde domiciliare domiciliare di prossimità (solo centri urbani) domiciliare

Carta domiciliare di prossimità stradale domiciliare

Vetro domiciliare di prossimità stradale domiciliare

Plastica imb36 domiciliare di prossimità stradale domiciliare

Beni durevoli domiciliare ecocentri ecocentri domiciliare

Altro ecocentri ecocentri ecocentri ecocentri

L’area di intervento. Nel piano regionale di gestione dei rifiuti, il comune di Cassino è com- preso nel sub-ATO n. 1 della provincia di Frosinone, ed è classificato nella zona omogenea A, relativamente alla pianificazione della raccolta differenziata.

Nel Piano non sono presenti discariche attive ricadenti nel comune di Cassino. Sono bensì segnalati gli impianti, riguardanti le filiere dei rifiuti da imballaggio, aggiornati a dicembre 2008, come elencati di seguito:

Ragione sociale Tipologia di rifiuto

C.R.C.M. S.r.l. Carta

CENTRO RACCOLTA CARTA E MACERO S.r.l. Carta

FORMISANO FERRO S.r.l. Acciaio

In aggiunta ad essi, il piano riporta un impianto di smaltimento dei rifiuti liquidi, di compe- tenza regionale ma ricadente nel comune di Cassino:

Tipologia Tipologia ri- Quantitativo Scadenza auto- Comune Gestione N. atto AIA impianto fiuto autorizzato rizzazione Impianto di Durata 5 anni a B2865 del 100 t/g e Cassino Sila S.r.l. trattamento NP partire dal 30.06.2009 31.110 t/a rifiuti liquidi 30.06.2009

Ai sensi della propria norma di riferimento (Lr 27/1998) la regione Lazio ha individuato nel piano di gestione dei rifiuti lo strumento unitario di disciplina anche della tematica della bonifica dei siti inquinati. Dall'analisi dello stato pianificatorio attualmente vigente in mate- ria di bonifiche, la necessità di ottemperare a integrazioni tecniche e aggiornamenti, scaturi- sce dai molteplici accordi di Programma a scala regionale, dalla perimetrazione di due SIN (Siti di Interesse Nazionale), e dall'entrata in vigore del nuovo Codice Ambientale (Dlgs 152/2006), tali da rendere non più esaustivi i contenuti del vigente Piano regionale di boni-

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE fica dei siti inquinati (ex Dcr 112/2002). Pertanto, la regione sta provvedendo alla redazio- ne del nuovo Piano Regionale delle Bonifiche.

A prova di quanto suddetto, con deliberazione di giunta regionale 14 dicembre 2012, n. 591, la regione ha definito una proposta avente come oggetto l'approvazione del documen- to denominato "Adeguamento del Piano Regionale delle bonifiche dei siti contaminati del Lazio di cui alla Dcr 10 luglio 2002, n.112 (Piano di Gestione dei Rifiuti del Lazio ai sensi dell'art.7, c. 1 della legge regionale 9 luglio 1998, n.27 e successive integrazioni".

Il Piano Regionale delle Bonifiche dei Siti Contaminati, sulla base dei dati acquisiti in rela- zione all’anagrafe delle aree da bonificare, prevede:

– l’ordine di priorità degli interventi; – l’individuazione delle aree da bonificare e delle caratteristiche generali degli inquinanti presenti; – le modalità per l’intervento di bonifica e risanamento ambientale; – la stima degli oneri finanziari; – le modalità di smaltimento dei materiali da asportare. La priorità degli interventi, che il piano delle bonifiche deve necessariamente prevedere, viene calcolata sulla base dell'indice di rischio (metodo ARGIA), alla quale viene dato un determinato punteggio. Pertanto, i diversi siti contaminati vengono classificati secondo quattro livelli di priorità di intervanto:

– altissima priorità (indice di rischio compreso tra 6 e 10); – alta priorità (indice di rischio compreso tra 4,5 e 6); – media priorità (indice di rischio compreso tra 2,5 e 4,5); – bassa priorità (indice di rischio inferiore a 2,5). Di seguito si riportano nel dettaglio l'ordinamento delle priorità, per le diverse tipologie di siti contaminati (aree industriali, discariche o punti vendita carburanti) ricadenti nel comune di Cassino.

Tab. 5.1 - Siti contaminati - Aree industriali o discariche

Cod. Indice di rischio Stato avanzamento iter Denominazione sito prov. FR019 Area Ex Marini 5,97 - alta priorità Piano della caratterizzazione FR084 Impianto depurazione località Agnone 5,56 - alta priorità Progetto di bonifica FR035 SKF Industrie Spa - via Casilina 4,69 - alta priorità Piano della caratterizzazione FR082 Discarica SAF località Panaccioni 4,68 - alta priorità Piano della caratterizzazione Fonte: Arpa Lazio - www.arpalazio.net

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Tab. 5.2 - Siti contaminati - Punti vendita carburanti

Cod. prov. Denominazione sito

FR003 Esso Italiana Srl - PVC FR007 Esso Italiana Srl - PVC n. 5703

Nel territorio comunale ricade un'ulteriore discarica, anch'essa individuata dal piano come sito contaminato. Posta in località Nocione, risulta di competenza dell'ente pubblico.

Il Comune di Cassino rientra nel Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) di Frosinone. Sito in- dividuato con Dm 468/2001 e perimetrato con decreto del 2/12/2002 - GU del 7/03/2003 e decreto del 23/10/2003 - GU del 2/02/2004. Un recente provvedimento mi- nisteriale, del gennaio 2013, ha trasferito alle regioni la competenza del disinquinamento di 18 dei 57 Siti di Interesse Nazionale. Tra i quali il SIN Frosinone.

Nell'allegato 1 al suddetto Piano vengono elencati i siti regionali sottoposti a procedura di bonifica in corso o conclusi. Nel comune di Cassino non sono presenti procedimenti di bonifica conclusi. Di seguito si riportano i siti con l'iter ancora in atto.

Tab. 5.3 - Elenco dei siti regionali con iter procedurale in corso

Cod. Denominazione sito Tipologia sito Sito di Interesse Nazionale prov. FR019 Area Ex Marini recupero/trattamento rifiuti - FR084 Impianto depurazione località Agnone recupero/trattamento rifiuti - FR020 Discarica località Nocione discarica - FR035 SKF Industrie Spa - via Casilina industriale - FR082 Discarica SAF località Panaccioni discarica Frosinone FR003 Esso Italiana Srl - PVC distributore carburante - FR007 Esso Italiana Srl - PVC n. 5703 distributore carburante -

1.8 Piano territoriale provinciale generale di Frosinone

Il piano territoriale provinciale generale della provincia di Frosinone è stato redatto secon- do la Lr 38/1999 e successive modificazioni; ai sensi di tale legge, il parere di conformità per i piani urbanistici comunali non spetta più alla regione, ma alla provincia.

Compito primo di tale strumento è di tutelare e promuovere caratteri e valori del territorio provinciale e indirizzarne i processi di trasformazione e di sviluppo secondo quattro ordini di obiettivi strategici:

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– valorizzazione diffusa dell’ambiente con requisiti di larga fruibilità sociale, condizione per uno sviluppo sostenibile (sistema ambientale); – riordino e qualificazione delle “costruzioni insediative provinciali”, fattore di identità della comunità locale, nella dimensione d’area vasta e intercomunale (sistema insediativo morfologico e pianificazione urbanistica); – modernizzazione e sviluppo dei sistemi funzionali provinciali e locali come offerta di sedi alle nuove funzioni produttive, strategiche e di servizio, in condizioni competitive, di integrazione e accessibilità (sistema insediativo funzionale e relazionale); – efficienza del sistema di mobilità e del trasporto pubblico e maggiore specializzazione delle reti e delle attrezzature nei livelli di relazione interprovinciale, provinciale e dei bacini locali di mobilità (sistema della mobilità).

I contenuti del Ptpg sono espressi attraverso disposizioni strutturali e programmatiche, se- condo l’art. 20 della Lr 38/1999. Le disposizioni strutturali stabiliscono l’assetto program- matico morfologico, funzionale e relazionale del territorio provinciale e i relativi obiettivi e strategie operative a medio termine, mentre le disposizioni programmatiche stabiliscono le modalità e i tempi di attuazione delle disposizioni strutturali.

Per quanto attiene il sistema ambientale, il piano delinea specifici indirizzi di tutela, recupe- ro e valorizzazione del rilevante patrimonio di risorse naturali, al fine di connettere le aree di maggiore valore naturalistico delle dorsali montane e dei principali percorsi fluviali con quelle interposte di minore valore o con valore residuale o potenziale; in modo tale da fa- vorire la conservazione degli ecosistemi e assecondare i processi di rinaturalizzazione delle aree collinari e fluviali. Pertanto sono stati individuati e proposti dal Ptpg, 10 sistemi am- bientali, così individuati: per il Sistema ambientale montano:

– i ed Ernici – i e le Mainarde – il Massiccio di Monte Cairo – i , Ausoni, Aurunci per il sistema ambientale delle valli fluviali:

– la valle del fiume Liri; – la valle del fiume Sacco – la valle del fiume – la valle del fiume Rapido – la valle del fiume Garigliano

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– la valle del fiume Cosa In quest'ottica di tutela e valorizzazione, il piano propone la costituzione della rete ecologica provinciale, in grado di connettere a sistema i principali luoghi della naturalità.

Per determinare ulteriori tutele, il piano provinciale propone l'istituzione di nuove aree pro- tette di interesse provinciale. Tra le quali rientra, per quanto riguarda Cassino, la proposta dell'area circoscritta dalle Terme Varroniane, identificata nella tavola TP1-SE del Ptpg con il numero 36, situata già nell'ambito omogeneo di elevato valore naturalistico del sistema ambientale della valle del fiume Garigliano.

Per quanto riguarda il sistema insediativo morfologico e funzionale, i tre sistemi locali facenti capo ad , Frosinone e Cassino in cui la regione ha suddiviso il territorio provinciale (cfr. Docup 2000- 2006), sono stati ulteriormente articolati dal Ptpg a fini programmatici (piani d’area) in 10 subsistemi locali funzionali: Anagni, , , Frosinone, , Sora, , Cassino, Atina, S. Giorgio a Liri con diversa specializzazione funzio- nale e di attività.

Subsistema di Cassino. È oggi il più forte della provincia e l’unico a presentare un’offerta di funzioni superiore alla domanda locale. Ha una specializzazione molto netta nelle produ- zioni di processo e nella formazione universitaria e una più debole nei servizi per l’ambiente, nella formazione scolastica e nei servizi di stazione e centri merce. Vi è un so- stanziale equilibrio nelle funzioni amministrative. Di fronte a questi dati positivi si colloca- no deficit rilevanti in tutte le funzioni strategiche, nelle produzioni innovative e nei servizi al consumo. In estrema sintesi, mentre l’industria di processo, insediata nell’area grazie al favorevole regime di aiuti esistente un tempo, ha prodotto risultati apprezzabili sull’economia locale trainando la nascita e il rafforzamento di funzioni a essa connesse co- me quelle di distribuzione (e in particolare i servizi di stazione e centri merce, il trasporto di merci e il trasporto di passeggeri), non altrettanto sembra essere accaduto per l’università che, con l’esclusione dei servizi scolastici, non ha prodotto ricadute importanti sulle altre funzioni interdipendenti. L’industria innovativa, la ricerca, la direzionalità, i servizi alla pro- duzione, i servizi per la cultura e il tempo libero e gli stessi servizi al consumo presentano ancora deficit gravi o, visto in altre prospettive, rilevanti margini di crescita. L’obiettivo proposto dal piano è proprio quello di dare slancio al processo di valorizzazione delle fun-

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE zioni interdipendenti con l’università, e contemporaneamente rafforzare il ruolo di centrali- tà di Cassino.

Le operazioni di riordino e qualificazione proposte dal Ptgp, da condurre attraverso intese intercomunali con i centri contermini, sono orientate a una maggiore specializzazione fun- zionale e caratterizzazione formale delle aree urbane e produttive in trasformazione, anche in rapporto alla rete viaria. Nello specifico, gli interventi riguardano il potenziamento della superstrada che collega le “cittadelle” di servizi innovativi d’interesse provinciale (universita- ri, direzionali, commerciali, per i trasporti); la riqualificazione della città consolidata che ri- chiede un incremento e una capacità strutturante dello spazio pubblico; il completamento dei quartieri esistenti per le nuove espansioni oltre alla conclusione dei margini urbani ri- spetto al territorio agricolo per contenere la diffusione insediativa extraurbana del territorio vallivo e collinare.

Al fin di raggiungere gli obiettivi preposti, il piano ha predisposto, nel caso di concentra- zioni di attività di interesse provinciale e intercomunale, dei modelli organizzativi a lungo termine coerenti con le esigenze delle attività stesse (Prusst medio bacino del Liri-Sora, bas- so Lazio-Cassino, Alta Valle del Sacco). Questo si traduce nella definizione di ambiti dove riorganizzare e integrare i sistemi di attività per le funzioni centrali strategiche, e dove rior- ganizzare e riaggregare l’offerta di aree produttive o miste esterne agli agglomerati Asi.

Nello specifico, per le funzioni centrali e di servizio sono individuati gli ambiti di organizza- zione integrata delle sedi di attività e servizi strategici (Ais), esistenti e di previsione, mentre in me- rito alle attività produttive e relativi servizi sono individuati gli ambiti di riorganizzazione e svi- luppo di sedi di attività produttive (Ars) e gli ambiti di riorganizzazione di sedi di attività miste (Arm).

Ais 9- Cassino. Intende sviluppare una doppia polarità di livello territoriale, in parte prossi- ma al centro urbano e dedicata all’Università di Cassino e alle attività di ricerca con i servizi connessi, in parte localizzata fuori dal centro ma prossima alle principali vie di comunica- zione e destinata a raccogliere in futuro le esigenze di sviluppo di attività strategiche legate alla direzionalità economica, al centro servizi per la grande distribuzione, al centro congres- si e fieristico, ai servizi per le imprese, ed altre funzioni non ancora pienamente prevedibili. L’accessibilità alle aree sarà assicurata dalla viabilità esistente (Sora-Cassino-Gaeta; A1 - ex tronco A2; via Casilina, raccordi Asi) e dalla previsione di un nuovo tracciato della Casilina esterno a Cassino. Inoltre, dovrà essere assicurato un sistema di collegamenti con la stazio-

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE ne ferroviaria da realizzare per mezzo di un servizio di trasporto pubblico su gomma e di un servizio ferroviario metropolitano.

Ars 4- Cassino. In questo caso il piano attende gli esiti circa le proposte della costituzione di un nuovo Consorzio Asi interprovinciale che interessa tali aree. In ogni caso il Ptpg consi- dera tali realtà interne all’ambito Ars 3 – – Ausonia , definisce come usi da favorire quelli destinati alle attività meccaniche e di servizio, alla commercializzazione e alla logistica; inoltre viene favorita le rilocalizzazione di quelle attività produttive – artigianali a oggi localizzate o previste dagli strumenti urbanistici comunali lungo la Ss 6 Casilina in prossimità o addirittura interne ai centri abitati. In quest’ottica, la realizzazione di servizi per le imprese, sarà necessaria, in quanto ad oggi sono totalmente assenti, e congiuntamen- te dovranno essere potenziate le connessioni con la rete viaria di livello territoriale.

Arm 2- Aquino - -Villa S. Lucia - Cassino. In questo caso il Ptpg inten- de procedere a una riorganizzazione e concentrazione di quelle attività commerciali – artigianali esistenti all’interno delle aree produttive previste dagli strumenti urbanistici co- munali lungo la SS 6 Casilina. Tale riorganizzazione deve comprendere anche un adeguato livello di accessibilità differenziata per le merci e per i servizi urban oriented. Le destinazioni d’uso industriali dei quattro comuni vengono rilocalizzate all’interno dell’ambito Ars 4 – Cassino riportato all’interno dell’agglomerato Asi di , e lungo la Casilina, ven- gono favoriti esclusivamente interventi di completamento di aree già insediate destinate prevalentemente ai servizi rivolti all’urbano. Allo stesso tempo il piano indica come esigen- za prioritaria il mantenimento di alcune discontinuità ambientali tra i centri lungo l’asse via- rio, per evitare il fenomeno di saldamento tra gli insediamenti.

1.9 Piano Asi

Il piano per le aree di sviluppo industriale – agglomerato di Cassino - Pontecorvo (piano Asi) è stato redatto in base alle prescrizioni dell’art. 5 comma 2 lett. a) e dell’art. 7 della Lr 13/1997, secondo quanto previsto dall'art. 51 del Dpr 218/1978. Realizzato originariamen- te per il consorzio industriale di Frosinone, interessa un’area di circa 680 ettari, ed era ini- zialmente parte integrante del più ampio piano regolatore territoriale per il consorzio indu- striale di Frosinone insieme agli agglomerati di Anagni, Frosinone, Sora - Isola Liri e Ce- prano. Successivamente, la gestione del piano e delle aree da esso normate è passata al con-

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE sorzio per lo sviluppo industriale del Lazio meridionale (Cosilam), istituito con Dpgr 435/2003.

Le finalità del Cosilam e del piano Asi sono quelle di garantire indipendenza ad un territo- rio penalizzato da scelte politiche volte a favorire la parte Nord della provincia, razionaliz- zando e coordinando:

– l’individuazione delle aree che formano gli agglomerati e, all’interno di questi, le aree destinate agli insediamenti produttivi e complementari di supporto; – la regolamentazione delle attività produttive e complementari di supporto alla produzione nelle aree esterne agli agglomerati al fine di assicurarne un più armonico inserimento del tessuto produttivo territoriale; – precisando le zone di rispetto esterne lungo il perimetro degli agglomerati; – indicando le infrastrutture a rete destinate a servire gli agglomerati connettendoli tra loro, con il territorio regionale e le grandi infrastrutture di trasporto. Nello specifico, il territorio di Cassino, le aree ricadenti nella gestione del Cosilam e norma- te dal piano Asi, interessano la parte Ovest del territorio comunale, confinante con il co- mune di Piedimonte San Germano, compresa fra l’autostrada A1 a Sud e la via Casilina a Nord. Attualmente non direttamente connessa con l’autostrada, è raggiungibile attraverso la strada statale n. 630. Per risolvere i problemi di connessione, il piano prevede la realizza- zione di un accesso più diretto dal casello autostradale di Cassino per la strada provinciale n. 275 che porta allo stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano, per poi articolarsi all’interno dell’area in maniera più razionale.

– le zone a destinazione produttiva all’interno delle quali sono possibili attività industriali ed artigianali, con le relative strutture di servizio; – le zone intercluse costituite da porzioni parzialmente edificate, dove non è ammessa la nuova edificazione ed è prescritto il mantenimento dello stato dei luoghi; – le zone per servizi all’interno delle quali localizzare le attrezzature collettive a servizio dell’agglomerato.

Zonizzazione del piano Asi - superficie delle aree incluse nel territorio comunale

(%) sulla sup. (%) sulla zone (ha) nucleo Asi sup. comunale zone a destinazione produttiva 163,1 24,3 2 zone intercluse 21,1 3,1 0,3 zone per servizi 10,8 1,6 0,1 Totale 195 29 2,4

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1.10 Piano di zonizzazione acustica

Attualmente il Comune di Cassino non dispone di un piano di zonizzazione acustica vigen- te. Una prima stesura di tale piano venne redatta in seguito all'adozione nel 2004 dell'ultima variante generale al piano regolatore, mai giunta ad approvazione. In conseguenza della de- cadenza della variante, è andato morendo anche il piano di zonizzazione acustica.

Si ritiene comunque attendibile, allo stato attuale, il quadro di riferimento fornito per la suddivisione del territorio comunale in zone acustiche, redatto in funzione delle destina- zioni e dell’intensità d’uso delle aree (densità di popolazione ed abitativa, densità di esercizi commerciali ed uffici, densità di attività artigianali, volume di traffico stradale). Tale classifi- cazione è stata poi verificata attraverso una diffusa campagna di rilevamenti fonometrici necessari ad individuare condizioni di livelli sonori incompatibili con le funzioni insediate e ad evidenziare situazioni nelle quali procedere a localizzati interventi di risanamento acusti- co. La campagna fonometrica è stata condotta nel 2008 e ha evidenziato una sostanziale congruità con i valori massimi ammissibili previsti dalla normativa individuando solo 4 si- tuazioni (corrispondenti a insediamenti posti in prossimità del tracciato autostradale) in cui sono stati superati i limiti di legge e per i quali si richiedono interventi di risanamento acu- stico.

Si riporta in sintesi l'articolazione del territorio secondo le classi acustiche di legge:

Classe I - aree particolarmente protette: riguarda l'Ospedale civile Santa Scolastica e gli edifici del- le Case di Cura Villa Serena, San Raffaele (sita in via G.Di Biasio) e S. Anna (sita in via He- rold). Rientrano in questa classe anche gli edifici scolastici, i cimiteri cittadini di Cassino, Caira e S. Angelo in Thedice, e le aree naturalistiche e boscate.

Classe II - aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: sono comprese in questa classe: le aree di connessione tra la prima classe acustica e la terza; il centro abitato di Caira, ad esclusione di una fascia comprendente gli edifici allineati lungo Corso Basilio, classificati in classe III; le aree limitrofe ai corsi d'acqua.

Classe III - aree di tipo misto: sono le zone maggiormente presenti e che riguardano la gran parte del sistema insediativo esistente caratterizzato da livelli più intensi di traffico veicolare e dalla compresenza di funzioni residenziali e commerciali e di servizio. Sono state inserite in questa classe tutte le aree rurali.

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Classe IV - aree di intensa attività umana: include le aree urbane prospicienti le strade di mag- giore traffico, ovvero corso della Repubblica, via Enrico de Nicola e viale Dante, e le due aree commerciali in località San Bartolomeo su via Casilina e in località Sferracavalli nelle vicinanze dell'abitato di Caira.

Classe V - aree prevalentemente industriali: riguarda la grande area di sviluppo industriale (ASI), la cartiera a nord della ferrovia limitrofa all'area industriale ASI e l'altra cartiera situata lun- go la strada provinciale n.76.

Classe VI - aree esclusivamente industriali: non sono presenti aree ricadenti in questa classe acu- stica.

Il piano individua inoltre due fasce di rispetto stradale e ferroviaria. La fascia A, più vicina all'infrastruttura e larga 100 m, è stata attribuita alla classe V; la fascia B, larga 150 m, è stata assegnata alla classe IV.

Nella tavola 3 del piano di classificazione acustica sono state individuate, ai sensi dell'art.3, c. 4 della Lr 18/2001, le aree destinate alle attività temporanee (spettacoli mobili all'aperto) contrassegnate dalla sigla AAT e classificate in base all'area in cui ricadono. A tal proposito il regolamento dispone specifici limiti orari e acustici entro i quali gli spettacoli si devono attenere.

Obiettivi generali. Compito principale del piano è quello di garantire una protezione dal ru- more della popolazione e del territorio nel rispetto dei limiti di legge perseguendo i seguenti obiettivi:

– stabilire, nelle diverse zone, condizioni di esposizione all’inquinamento acustico compatibili con le scelte di gestione urbanistica del territorio e con il clima acustico rilevato; – limitare, ove possibile, il ricorso a piani di risanamento acustico necessari nelle situazioni in cui le attività insediate e previste non siano coerenti con i livelli del clima acustico definiti per ciascuna zona.

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2. Elementi del quadro di riferimento ambientale

Le tematiche ambientali con cui il piano urbanistico comunale generale di Cassino potrebbe interagire, determinando impatti, sono state selezionate a partire dai contenuti riportati nell'Allegato VI del Dlgs 152/2006. Oltre che ai temi e agli aspetti propriamente ambientali (componenti biotiche e abiotiche), sono stati presi in considerazione anche i fattori di pres- sione ambientale strettamente connessi ai temi ambientali, come per esempio: i rifiuti, la mobilità e l'energia. Il quadro viene altresì completato con l'analisi degli aspetti economico- sociali (popolazione e salute umana, settori produttivi), al fine di disporre delle informazio- ni necessarie a comprendere come le varie componenti agiscono sullo stato e la qualità dell'ambiente.

La redazione del rapporto ambientale richiede una base di conoscenza comune e condivisa. A tal proposito, nella stesura del presente documento, lo stato ambientale delle risorse si configura come una "descrizione preliminare" poiché verrà integrata ed ulteriormente ap- profondita dei contributi che verranno forniti nella fase di consultazione sia con i soggetti competenti in materia ambientale che con gli enti e le associazioni del territorio. Comunque nell'ottica della trasparenza e della ripercorribilità delle scelte, di seguito sono indicate le fonti dei dati attualmente disponibili per ogni tematica ambientale.

Tematiche ambientali Documenti, Rapporti, Statistiche Fonte

- Piano per il risanamento della quali- - Regione Lazio tà dell'aria (Dcr 66/2009) - Arpa Lazio - Rapporto sullo stato della qualità - Arpa Lazio - Sezione di Frosinone dell'aria nella Regione Lazio 2011 - SIARL - Servizio Integrato Agrome- - La qualità dell'aria della provincia di teorologico del Lazio (www.arsial.it) Frosinone (anni 2006-2007-2008) Aria e fattori climatici - Ispra (www.ispraambiente.it) - Annuario dei dati ambientali (2013) - Qualità dell'aria - SINAnet: rete del Sistema Informati- - Gas climalteranti - Documento di pianificazione nazio- vo Nazionale Ambientale nale - Aeronautica Militare Italiana - Gli indicatori del clima in Italia nel (www.meteoam.it) 2013 (anno IX) - Ufficio Idrografico e Mareografico di Roma (www.idrografico.roma.it) - www.comuni-italiani.it - Piano di tutela delle Acque (Dcr - Comune di Cassino - ufficio tecnico 42/2007) Acqua e risorse idriche - Co.S.I.La.M. - Consorzio per lo svi- - Piano Regionale degli acquedotti luppo industriale del Lazio Meridio- - Gestione del servizio idrico (Dgr 825/2004 - Adozione aggior- nale (www.cosilam.it) - Acque superficiali e sotterranee namento al piano) - ACEA ATO5 - (www.aceaato5.it) - Depurazione delle acque - Monitoraggio quali-quantitativo - ATO5 Lazio Meridionale Frosinone Fiume Gari - Cassino (FR) Progetto (www.ato5fr.it)

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di ricerca (VAS e Università La Sa- - VAS - Verde Ambiente e Società (va- pienza di Roma) sonlus.it) - Carta della biodiversità ittica - Pro- vincia di Frosinone

- Piano regionale delle attività estrat- tive (PRAE) Suolo e sottosuolo - Censimento delle attività estrattive (Tav. n.36/41) - Uso e difesa del suolo - Progetto IFFI - Inventario dei feno- meni franosi in Italia (webGIS - Ispra (www.ispraambiente.it) - Rischio idrogeologico Cart@net-IFFI) - Rischio sismico - Regione Lazio - Piano regionale di previsione, pre- - Protezione civile - Rischio incendi boschivi venzione e lotta attiva contro gli in- cendi boschivi (2011-2014)

- Regione Lazio - Azienda regionale Beni culturali e paesaggistici - Piano territoriale paesaggistico ter- ritoriale (Tav.B – Beni paesaggistici; per i parchi - (www.arplazio.it) Beni culturali, archeologici e - Tav.C Beni del patrimonio naturale e - Ispra (sgi2.ispraambiente.it) architettonici culturale e azioni strategiche del - sitap.beniculturali.it - Beni paesaggistici Ptpr) - Geositi - Banca dati dei Geositi del Lazio - Progetto Biodiversità 2008. Step di avanzamento della Rete Ecologica Regionale del Lazio - Rapporto Fina- - SITR – Sistema informativo della le Regione Lazio - Piano Territoriale Provinciale Gene- - Ministero dell'Ambiente e della Tu- rale della Provincia di Frosinone tela del Territorio e del Mare (www.minambiente.it) Natura e Biodiversità - Annuario dei dati ambientali (2013) - Regione Lazio - Azienda regionale - Biodiversità - Piano di azione del sistema delle - Fauna e flora aree naturali protette della regione per i parchi - (www.arplazio.it) - Aree protette Lazio – 2° conferenza del sistema - Ente regionale parco dei Monti Au- - Rete ecologica delle AA.NN.PP. (conferenza runci - (www.parcoaurunci.it) 19.01.2010) - www.parchilazio.it - Lazio:il piano regionale dei parchi e - www.parks.it delle riserve naturali (a cura di - www.leps.it/obl Maurizio Aiello) - WebGis SITAP - Carta della biodiversità ittica - Pro- vincia di Frosinone (2009) Popolazione e salute umana - XV Censimento della popolazione e - Istat - Dinamica demografica delle abitazioni (2011) - Ministero dell'Ambiente e della Tu- - Salute umana - -XIV Censimento della popolazione e tela del Territorio e del Mare - Inquinamento acustico delle abitazioni (2001) (www.minambiente.it) - Inquinamento elettromagne- - Inventario nazionale degli stabili- - Regione Lazio tico e da radon menti suscettibili di causare inci- - Arpa Lazio denti rilevanti ai sensi dell'art.15, c. - Stabilimenti a rischio di inci- 4 del Dlgs 334/1999 e ss.mm.ii. denti rilevanti - Mobilità, trasporti e sicurez- za stradale

- Gestione Servizi Energetici (atlaso- Energia - Piano energetico regionale le.gse.it)

- Piano Regionale di Gestione dei Ri- fiuti (2012) - Piano Regionale delle Bonifiche siti - Ministero dell'Ambiente e della Tu- inquinati (aggiornamento 2012) tela del Territorio e del Mare - Stato delle procedure per la bonifica (www.minambiente.it) Rifiuti e bonifiche di aree contaminate (marzo 2013) - Comune di Cassino - Raccolta differenziata - Rapporto bonifiche (2010) (www.comune.cassino.fr.it) - Siti da bonificare - Rapporto rifiuti speciali (2010) - www.cassinoaraccolta.it - Il monitoraggio della qualità dell'a- - Federambiente ria nei pressi del termovalorizzatore (www.federambiente.it) di (2012) - Arpa Lazio - Il tempo del riciclo. Calendario rici- clario 2014

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2.1 Lo stato delle risorse ambientali e criticità

ARIA E FATTORI CLIMATICI Qualità dell'aria ed emissioni climalteranti. La qualità dell'aria della regione Lazio è controllata da una rete di postazioni fisse, che copre l'intero territorio regionale. Consiste attualmente di 41 postazioni chimiche di misura, alcune dotate di sensori meteorologici, ri- partite nelle cinque province su 21 comuni. Così distribuite:

– Provincia di Roma - n.10 – Comune di Roma - n.13 – Provincia di Frosinone - n.8 – Provincia di Latina - n.5 – Provincia di Rieti - n.2 – Provincia di Viterbo - n.3 Inoltre comprende cinque centri provinciali di gestione e validazione dei dati, collocati presso le sezioni provinciali dell'Agenzia coordinate da un centro regionale di raccolta, ela- borazione e diffusione dei dati.

Le stazioni di misura della rete sono finalizzate alla rilevazione delle situazioni di inquina- mento atmosferico prodotte dalle diverse tipologie di sorgente (traffico, industria, ecc.) e a protezione dei diversi soggetti recettori (popolazione, vegetazione). I principali inquinanti monitorati attraverso la strumentazione automatica ai sensi del decreto legislativo 13 agosto

2010, n.155 e s.m.i, sono: il biossido di zolfo (SO2), gli ossidi di azoto (NO e NO2), il mo- nossido di carbonio (CO), l'ozono (O3), particolato fine (PM10 e PM2.5) e il Benzene

(C6H6).

Nella provincia di Frosinone il monitoraggio della qualità dell'aria è costantemente monito- rata da 8 stazioni fisse, 1 postazione mobile e 3 campionatori gravimetrici per il PM10. La sede provinciale dell'Arpa Lazio gestisce le centraline ubicate nei comuni di Anagni, Feren- tino, Alatri, Frosinone, Ceccano, Cassino e . A partire da settembre 2010 è stata attiva la centralina "Frosinone - via Mazzini" che rileva anche il PM2.5, come richiesto nel Dlgs 155/2010.

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Tab. 6.1 - Stazioni di monitoraggio nella provincia di Frosinone

Denominazione Comune Tipo stazione Caratteristica della zona stazione Alatri Alatri Anagni Anagni Zona influenzata da sorgenti da traffico veicolare e in- Cassino Cassino Urbana/industriale dustriale Ceccano Ceccano Ferentino Postazione rappre- Fontechiari Fontechiari sentativa del fondo Zona distante da sorgenti emissive rurale Frosinone scalo Zona influenzata da sorgenti da traffico veicolare e in- Frosinone Urbana/industriale FR - Mazzini dustriale Fonte: Arpa Lazio - www.arpalazio.net Non tutte le stazioni di misura dispongono degli strumenti atti alla misurazione delle so- stanze inquinanti. A tal proposito nella tabella che segue per ogni centralina sono evidenzia- te le sostanze monitorate dalle stesse.

Tab. 6.2 - Inquinanti monitorati nella provincia di Frosinone suddivisi per stazione

Denominazione Sostanze inquinanti stazione Benzene CO NOx PM10 PM2.5 O3 SO2

Alatri X(1) X X(1) X(2) X(2)

Anagni X X X(2)

Cassino X(2) X X X(1) X

Ceccano X X(1) X

Ferentino X X X(1) X

Fontechiari X X X X X(2)

Frosinone scalo X X X X X(2) Frosinone Mazzini X X X X X X Note: (1) monitoraggio attivato dal 2010; (2) monitoraggio attivo fino al 2010 Fonte: Arpa Lazio - www.arpalazio.net

Monossido di carbonio (CO). La concentrazione di monossido di carbonio (CO) viene misurata nelle centraline di: Cassino fino a maggio 2010, Ferentino, Frosinone Scalo, Alatri da giugno 2010 e Frosinone - via Mazzini solo da settembre 2010. La normativa impone un valore limite di 10 mg/m³ della concentrazione massima su otto ore in un anno, tale limite non viene mai superato nella provincia di Frosinone per gli anni 2005-2011.

Tab. 6.3 - Standard di legge e concentrazione media annua di CO negli anni 2005- 2011 per ogni stazione della provincia di Frosinone

Parametro di legge Stazione 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Numero superamenti: 10 Alatri ------0 mg/m³ per la media mas- Cassino 0 0 0 0 0 - -

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sima sulle 8 ore Ferentino 0 0 0 0 0 0 0 Frosinone scalo 0 0 0 0 0 0 0 FR - via Mazzini ------0

Alatri ------0.7 Cassino 1.1 1.2 0.9 0.8 0.8 - - Concentrazione media an- Ferentino 1 1.2 0.9 0.7 0.6 0.5 0.4 nua Frosinone scalo 1.3 1.3 1.1 1.2 0.8 0.7 0.6 FR - via Mazzini ------0.4 Fonte: Arpa Lazio - Rapporto sullo stato della qualità dell'aria nella regione Lazio 2011 La concentrazione di CO nell’ambiente è strettamente legata alle emissioni di alcune attività industriali come la lavorazione della carta e del legno, la produzione di ghisa e acciaio, la raffinazione del petrolio, ma la principale fonte di emissione è costituita senza dubbio dal traffico locale. A ragione di ciò gli andamenti giornalieri della sostanza inquinante rispec- chiano, proprio, i flussi del traffico veicolare, raggiungendo i massimi valori a inizio e fine giornata, in concomitanza con le ore di punta, soprattutto nei giorni feriali.

Dalla figura 6.1, di seguito riportata, si può evincere una netta diminuzione dal 2005 al 2011 della concentrazione di monossido di carbonio. In riferimento alla stazione di Cassino, nel- la quale dal 2005 al 2009 (ultimo anno di monitoraggio) si rileva una riduzione della con- centrazione media annua pari a 0.3 mg/m³.

Fig. 6.1 - Concentrazione media annua di monossido di carbonio negli anni 2005- 2011 nelle stazioni di Cassino, Ferentino e Frosinone Scalo

Fonte: Arpa Lazio - Rapporto sullo stato della qualità dell'aria nella regione Lazio 2011

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Con un maggiore dettaglio, nelle figure successive si nota l'andamento per ogni singolo me- se delle concentrazioni di CO, misurate nelle medesime postazioni della figura precedente.

Fig. 6.2 - Concentrazioni medie mensili di CO registrate nel triennio 2006-2008

Fonte: Arpa Lazio (Sezione di Frosinone) - La qualità dell'aria della provincia di Frosinone. Anni 2006 - 2007 - 2008

Nei grafici sopra riportati si osservano valori medi mensili piuttosto bassi in tutte e tre le stazioni, al di sotto di 3 mg/m³ in tutto il triennio; le concentrazioni maggiori si rilevano nel periodo freddo (gennaio e dicembre) quando il traffico automobilistico si intensifica. Men- tre, i valori si abbassano nelle stagioni primaverile ed estiva.

Ossidi di azoto (NO - NO2). Gli ossidi di azoto vengono prodotti durante i processi di combustione a causa della reazione che, ad elevate temperature, avviene tra l'azoto e l'ossi- geno presente nell'aria. Tali ossidi vengono emessi direttamente in atmosfera a seguito di tutti i processi di combustione ad alta temperatura (impianti di riscaldamento, motori dei veicoli, combustioni industriali, centrali di potenza, ecc.), per ossidazione dell'azoto atmo- sferico e, solo in piccola parte, per ossidazione dei composti dell'azoto contenuti nei com- bustibili utilizzati.

Si riportano di seguito, i valori misurati, nel rispetto dei limiti di legge per il biossido di azo- to (NO2), nelle stazioni della provincia di Frosinone dal 2005 al 2011. Sono riportati, inoltre nella tabella 6.4, i valori limite (orario e annuale) di riferimento per i vari anni che, fino al 2010, erano maggiorati di un margine di tolleranza come previsto dal Dm 60/2002.

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Tab. 6.4 - Standard di legge NO2 per la provincia di Frosinone

Anno di riferimento

Indicatore Valore limite Stazione 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 normativo Dlgs155/2010 Valore limite orario in µg/m³ 250 240 230 220 210 200 200 Alatri 0 0 4 8 0 0 8 200 µg/m³ da non su- Anagni 0 0 0 0 0 0 0 Numero su- perare più di 18 vol- Cassino 0 0 3 0 0 0 0 peramenti te/anno civile Ceccano 0 0 0 0 0 0 0 di valore li- Ferentino 84 0 0 0 0 0 9 mite orario (Periodo mediazione: 1 Fontechiari 0 0 0 0 0 0 0 ora) Frosinone scalo 3 0 0 0 0 0 0 FR - via Mazzini ------0 Valore limite annuo in µg/m³

50 48 46 44 42 40 40 Alatri 49 53 51 44 45 41 49 Anagni 45 45 45 38 41 34 36 Cassino 55 59 57 50 46 45 52 Media 40 µg/m³ Ceccano 39 42 40 37 32 33 36 annua (Periodo mediazione: 1 Ferentino 77 59 64 52 48 49 54 anno civile) Fontechiari 11 10 10 8 8 8 8 Frosinone scalo 58 57 56 49 51 48 48 FR - via Mazzini ------33 Fonte: ARPA Lazio - Rapporto sullo stato della qualità dell'aria nella Regione Lazio 2011.

Dall'esame dei dati sopra esposti, si evidenzia che il valore limite viene superato per più di 18 volte in un anno, nella stazione di monitoraggio di Ferentino, nel 2005. Le medie annue risultano sempre superiori rispetto al valore limite per ogni anno indagato, ad esclusione delle centraline di Anagni, Ceccano e Fontechiari, per quest'ultimo si evidenziano i valori più bassi. Le restanti stazioni di misura, pur diminuendo, rispetto al 2005, sono sempre fuo- ri norma.

Come risulta dai dati disponibili, riferiti all'andamento medio mensile nel triennio 2006- 2008, si evidenzia una variazione stagionale dell'inquinante, con valori maggiori nel seme- stre autunno-inverno che diminuiscono nel restante periodo dell'anno.

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Fig. 6.3 - Andamento mensile e confronto delle medie annuali di biossido di azoto nel triennio 2006-2008 nella provincia di Frosinone

Fonte: Arpa Lazio (Sezione di Frosinone) - La qualità dell'aria della provincia di Frosinone. Anni 2006 - 2007 - 2008

I valori critici, per quanto riguarda la media annua di concentrazione di biossido di azoto della rete di monitoraggio provinciale, si registrano soprattutto nelle stazioni urbane di Fe- rentino (il cui carattere di stagionalità è meno marcato rispetto alle altre stazioni), Cassino e Frosinone; i valori più bassi si registrano nella stazione di fondo di Fontechiari, per la quale si registrano valori dell'ordine di 10 µg/m³.

Benzene (C6H6). Gli andamenti annuali delle concentrazioni medie mensili del benzene sono registrate esclusivamente nella stazione di Frosinone Scalo, unica cabina di monito- raggio della rete di Frosinone attrezzata per la rilevazione di questa sostanza inquinante.

In osservanza dei limiti fissati dalla normativa (prima Dm 60/2002 poi Dlgs 155/2010), dalla tabella sottostante, si evince che il valore limite non viene mai superato, pertanto dal 2006 la media annua scende completamente al di sotto dei 5 µg/m³, ed è in costante dimi- nuzione per effetto del rinnovo del parco veicolare e dei provvedimenti di riduzione del contenuto di benzene nelle benzine della rete nazionale, ad eccezione del 2008 come evi- dente dalla figura 6.4, di seguito riportata.

Tab. 6.5 - Standard di legge C6H6 per la provincia di Frosinone

Anno di riferimento

Indicatore Valore limite Stazione normativo Dlgs155/2010 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Valore limite orario in µg/m³

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10 9 8 7 6 5 5 5 µg/m³ Media Frosinone 5.3 4.5 3.4 4.1 3.5 3.1 3.2 annua (Periodo mediazione: 1 scalo anno civile) Fonte: ARPA Lazio - Rapporto sullo stato della qualità dell'aria nella Regione Lazio 2011 L'analisi del grafico, rappresentato nella successiva figura, mette in evidenza il caratteristico trend delle stazioni urbane di traffico, nel quale le estremità (mesi invernali) sono caratteriz- zate dai valori più elevati ed il punto centrale di flesso, relativo ai mesi estivi, dai valori più bassi.

Fig. 6.4 - Valori mensili delle concentrazioni di benzene rilevati negli anni 2005-

2011 nella stazione di monitoraggio di Frosinone Scalo Fonte: ARPA Lazio - Rapporto sullo stato della qualità dell'aria nella Regione Lazio 2011

Particolato (PM10). La normativa stabilisce per il particolato atmosferico dei valori limite sulle concentrazioni sia per le medie annue, che devono essere inferiori ai 40 µg/m³, sia per le medie giornaliere che non devono superare i 50 µg/m³ per più di 35 volte in un anno. Tra questi due standard di legge è il numero di superamenti della media giornaliera quello che più facilmente supera il valore limite; questo misura in qualche modo l'entità di feno- meni di inquinamento atmosferico da PM10 di tipo locale.

Nella provincia di Frosinone le prime misurazioni che sono state rilevate fanno riferimento alle sole postazioni di Fontechiari e Frosinone Scalo. Nella stazione di Cassino la misura- zione del PM10 è iniziata a febbraio del 2007, in quella di Anagni nell'agosto del 2005, infine nell'estate 2010 sono state attivate quelle di Ceccano, Ferentino, Alatri e Frosinone - via Mazzini.

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Tab. 6.6 - Valori limite delle concentrazioni di PM10 negli anni 2005-2011

Anno di riferimento

Indicatore Valore limite Stazione normativo Dlgs155/2010 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Alatri ------77 50 µg/m³ da non supera- Anagni - 71 52 34 46 18 38 Numero su- re più di 35 volte/anno Cassino - - 54 62 63 47 69 peramenti di civile Ceccano ------110 valore limite Ferentino ------65 giornaliero (Periodo mediazione: 24 Fontechiari 14 11 10 10 4 2 11 ore) Frosinone scalo 124 140 138 117 122 108 108 FR - via Mazzini ------53

Alatri ------36 Anagni - 38 35 33 36 32 34 Cassino - - 36 37 36 31 40 Media 40 µg/m³ Ceccano ------56 annua (Periodo mediazione: 1 Ferentino ------38 anno civile) Fontechiari 22 24 24 23 22 19 21 Frosinone scalo 50 64 58 52 51 47 55 FR - via Mazzini ------33 Fonte: ARPA Lazio - Rapporto sullo stato della qualità dell'aria nella Regione Lazio 2011

Le concentrazioni di PM10 misurate nelle centraline di Cassino, Frosinone Scalo, Anagni e Fontechiari evidenziano un andamento stagionale variabile, con valori di concentrazione media giornaliera che nei mesi autunnali e invernali superano la soglia dei 50 µg/m³.

Nel grafico di fig. 6.5 gli andamenti relativi al triennio 2006-2008 mostrano un trend abba- stanza simile di concentrazione; nel 2008, rispetto al biennio precedente, si evidenzia una leggera diminuzione nei valori di concentrazione relativi ai mesi di marzo, di aprile e dell'ul- timo bimestre (novembre - dicembre).

Nella provincia di Frosinone i valori più elevati si registrano nella stazione di Frosinone Scalo, che generalmente oltrepassa nell'anno solare il limite di 35 giorni di superamento consentiti dalla normativa vigente; le concentrazioni più basse di particolato atmosferico, invece, sono state registrate sempre nella stazione di fondo di Fontechiari; sebbene siano stati rilevati durante l'anno superamenti della soglia limite di 50 µg/m³, causati generalmen- te da particolari condizioni atmosferiche.

Dalle ultime misurazioni sperimentali rilevate sul sito dell'Agenzia regionale - Arpa Lazio, nella postazione di Cassino è stata rilevata una media giornaliera (aggiornata al 30.09.2014) pari a 21 µg/m³, con la messa in evidenza di 29 giorni di superamento della soglia limite di 50 µg/m³.

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Fig. 6.4 - Confronto tra i trend annuali dei valori di concentrazione del PM10 Fonte: ARPA Lazio - La qualità dell'aria della provincia di Frosinone. anni 2006 - 2007 - 2008

Particolato fine (PM2.5). Con l'adozione definitiva, da parte dell'Unione Europea, della di- rettiva 2008/50/CE che detta limiti di qualità dell'aria, è stato introdotto l'obbligo di moni- toraggio del PM2.5. Tale direttiva è stata recepita dalla legislazione italiana con il Dlgs 155/2010, che abroga numerosi precedenti decreti (tra cui il Dm 60/2002). Per il particola- to fine (PM2.5) il decreto non prevede dei limiti di media giornaliera come per il PM10, ma rende effettivo l'obbligo di monitoraggio di tali polveri, con l'obiettivo di raggiungere entro il 2015 un valore limite medio annuo pari a 25 µg/m³ e di 20 µg/m³ entro il 2020 in una se- conda fase.

Nella provincia di Frosinone il PM2.5 viene misurato nelle centraline di: Fontechiari da giu- gno 2005, Cassino da luglio 2010 e Frosinone - via Mazzini da settembre 2010.

I valori registrati sono, come si evince dalla tabella sotto riportata, tali da non destare preoccupazione per la salute umana. Per Fontechiari il valore rimane sempre sotto la soglia fissata al 2015, per Frosinone Mazzini la concentrazione di PM2.5 riferita al 2011 raggiunge lo standard di legge, mentre a Cassino si registra la media annua di 27 µg/m³, dato comun- que inferiore rispetto al valore limite, al 2015, aumentato del margine di tolleranza stabilito per il 2011, corrispondente a circa 28 µg/m³.

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Tab. 6.7 - Valori limite delle concentrazioni di PM2.5 negli anni 2005-2011

Anno di riferimento

Indicatore Valore limite Margine di Stazione normativo Dlgs155/2010 tolleranza 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 20% a giu- gno 2008, Fontechiari - 18 18 16 16 15 17 riduzione da 25 µg/m³ gennaio

successivo e Media (valore limite ogni 12 me- Cassino ------27 annua da raggiunge- si in percen- re entro il tuale annua 2015) costante fi- no a 0% en- FR - via Mazzini ------25 tro il 2015 Fonte: ARPA Lazio - Rapporto sullo stato della qualità dell'aria nella Regione Lazio 2011

Biossido di zolfo (SO2). Il biossido di zolfo nel Lazio mostra concentrazioni di scarso ri- lievo. Nella provincia di Frosinone le medie di concentrazione annua, riportate in tabella

6.8 con i relativi standard di legge previsti per il SO2, si attestano su valori inferiori ai 2 µg/m³. Infatti i trend confermano gli andamenti mensili nei quali i valori medi globali, nel triennio 2006-2008, oscillano tra 1 µg/m³ e 2.2 µg/m³ nel semestre freddo e 0.5 µg/m³ e 1.2 µg/m³ in quello caldo.

Fig. 6.5 - Confronto tra i trend annuali dei valori di concentrazione del SO2 Fonte: ARPA Lazio - Rapporto sullo stato della qualità dell'aria nella Regione Lazio 2011

Dall'esame dei dati riportati nella sottostante tabella si evidenzia che non vi è nessun supe- ramento dei valori limite nelle centraline di misura della provincia, né di quello orario né di quello giornaliero. Data la situazione registrata negli ultimi anni, nel 2010 sono stati elimi-

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE nati molti analizzatori; a tal proposito le uniche centraline della provincia dotate di analizza- tore per il monitoraggio della concentrazione di SO2 sono: Cassino e Frosinone - via Maz- zini, quest'ultima attivata da settembre 2010.

Tab. 6.7 - Valori limite delle concentrazioni di SO2 negli anni 2005-2011

Anno di riferimento Indicatore Valore limite Stazione normativo Dlgs155/2010 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Alatri 1.3 1.4 1.3 1.4 1.2 - - Anagni 1.4 1.1 1.6 1.2 0.9 - - - Cassino 1.2 1.1 1.2 1.4 1.4 0.8 0.8

Ceccano 0.9 1.1 0.9 1.1 1.1 - - Media annua (Periodo media- Ferentino 1.3 1.7 1.5 1.0 1.1 - - zione: 1 anno civile) Fontechiari 0.5 0.6 0.7 0.6 0.8 - - Frosinone scalo 1.3 1.2 1.4 1.4 1.2 - - FR - via Mazzini ------1.3

Alatri 0 0 0 0 0 0 - Numero su- Anagni 0 0 0 0 0 0 - peramenti di valore limite 3 µg/m³ Cassino 0 0 0 0 0 0 0 giornaliero Ceccano 0 0 0 0 0 0 - (Periodo media- Ferentino 0 0 0 0 0 0 - 125 µg/m³ zione: 24 ore) Fontechiari 0 0 0 0 0 0 - Frosinone scalo 0 0 0 0 0 0 -

FR - via Mazzini ------0

Alatri 0 0 0 0 0 0 - Numero su- Anagni 0 0 0 0 0 0 - peramenti di Cassino 0 0 0 0 0 0 0 valore limite 24 µg/m³ orario Ceccano 0 0 0 0 0 0 - (Periodo media- Ferentino 0 0 0 0 0 0 - 350 µg/m³ zione: 1 ora) Fontechiari 0 0 0 0 0 0 - Frosinone scalo 0 0 0 0 0 0 -

FR - via Mazzini ------0 Fonte: ARPA Lazio - Rapporto sullo stato della qualità dell'aria nella Regione Lazio 2011

Ozono (O3). Per quanto riguarda l'ozono la centralina di Cassino non dispone dell'analiz- zatore utile al monitoraggio di tale inquinante. In tutta la provincia di Frosinone viene at- tualmente misurato esclusivamente nelle stazioni di Fontechiari e Frosinone - via Mazzini (attiva da settembre 2010). La centralina di Alatri, in funzione dal 2005, è stata dismessa nell'agosto 2010.

Tab. 6.8 - Valori limite delle concentrazioni di PM2.5 negli anni 2005-2011

Anno di riferimento Indicatore nor- Valore limite Stazione mativo Dlgs155/2010 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Superamenti - Alatri 5 0 5 1 0 0 - soglia informa- zione (Periodo media- Fontechiari 22 5 28 17 9 0 101 180 µg/m³ zione: 1 ora)

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FR - via Mazzini ------10

25 giorni all'anno come media su 3 Alatri 13 5 13 11 7 5 - superamenti va- anni lore obiettivo 120 µg/m³ me- (Periodo media- Fontechiari 62 43 56 64 53 53 143 dia massima su zione: massima 8 ore media su 8 ore consecutive FR - via Mazzini ------64 nell'anno)

18.000 µg/m³ come media su 5 Alatri 15.123 10.210 10.415 10.490 7.881 8.209 - anni AOT 40 µg/m³h (media su 5 an- (Periodo media- Fontechiari 31.725 28.541 28.140 27.498 27.255 23.891 56.836 ni) zione: maggio - luglio tra le 8:00 e le 20:00 (ora FR - via Mazzini ------27.052 Europa centrale))

Meno di 3 ore Alatri 0 0 0 0 0 0 - Numero supe- consecutive ramenti di soglia Fontechiari 0 0 0 0 0 0 1 di allarme (Periodo media- 240 µg/m³ zione: 1 ora) FR - via Mazzini ------0

Fonte: ARPA Lazio - Rapporto sullo stato della qualità dell'aria nella Regione Lazio 2011 Come evidente dai dati descritti nella tabella soprastante la soglia di allarme non è mai stata superata, se non per una sola volta nel 2011 nella postazione di Fontechiari; mentre quella d'informazione viene raggiunta in più occasioni ad Alatri e con maggiore frequenza a Fon- techiari.

Nel 2011 la centralina di Fontechiari ha registrato il valore obiettivo (143 µg/m³) pari al doppio del limite previsto dalla normativa vigente. Nella stazione di Alatri, l'AOT 40 non è stato mai (negli anni monitorati 2005-2011) superato, mentre a Fontechiari il valore risulta sempre superiore ai 18.000 µg/m³. Anche la stazione di monitoraggio di Frosinone Mazzi- ni, dal primo anno di attivazione (2011), ha immediatamente evidenziato superamenti del valore obiettivo e dell'AOT 40, rispettivamente con valori pari a 64 giorni l'anno e 27.052 µg/m³.

ACQUA E RISORSA IDRICA, SUOLO E SOTTOSUOLO Qualità e tutela delle acque. Lo stato qualitativo delle acque superficiali interne fa riferi- mento alla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE, recepita dalla legislazione nazionale con il DLgs 152/06, che ha profondamente innovato gli obiettivi di qualità e le procedure

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE di indagine e valutazione. In attuazione del decreto appena citato, a partire dal 2008, gli enti preposti hanno iniziato ad adeguare i piani di monitoraggio alle nuove richieste normative.

Nel territorio comunale di Cassino ricadono tre stazioni di monitoraggio della qualità delle acque superficiali, e sono:

Codice stazione Codice stazione Provincia Comune Bacino Corpo idrico (2005-2010) attuale

Frosinone Cassino 01:18 F1.18 Liri - Garigliano Fiume Rapido 2 Frosinone Cassino 01:19 F1.19 Liri - Garigliano Fiume Gari 2 Frosinone Cassino S.N. F1.72 Liri - Garigliano Fiume Gari 1 Note: S.N. stazione attiva dal 2011 Fonte: Arpa Lazio - www.arpalazio.net Le nuove procedure di valutazione qualitativa dei corpi idrici superficiali, si basano sull'ana- lisi dell'ecosistema acquatico e sullo studio della composizione/abbondanza delle comunità vegetali e animali che lo costituiscono (diatomee bentoniche e macrofite, macroinvertebrati bentonici e pesci). Pertanto lo stato di qualità ecologico viene determinato sulla base degli indici biologici e chimico-fisici ed è rappresentato in cinque classi: elevato, buono, suffi- ciente, scadente e pessimo. Altresì, lo stato chimico dei corpi idrici viene valutato attraverso la determinazione del livello di concentrazione di sostanze inquinanti e dannose per l'am- biente; se tali concentrazioni sono inferiori rispetto allo standard di legge, il sito monitorato risulta "buono" altrimenti "non buono".

Tab. 6.9 - Giudizio di qualità ecologica e chimica dei corpi idrici superficiali, che at- traversano il Comune di Cassino, per il triennio 2011-2013 i- r-

Codice stazione Chim Bacino idrografico Corpo idrico (dal 2011) fisica - LIMeco Diatomee Macrofite Macroinve tebrati o Qualità c Liri - Garigliano Fiume Rapido 2 F1.18 1 1 3 3 Liri - Garigliano Fiume Gari 2 F1.19 2 1 3 Liri - Garigliano Fiume Gari 1 F1.72 2 1 1 2

Giudizio di qualità ecologica Giudizio di qualità chimico-fisica 1 Elevato Buono - nessun superamento 2 Buono Non buono - uno o più superamenti 3 Sufficiente 4 Scadente 5 Pessimo Fonte: Arpa Lazio - www.arpalazio.net Dalla tabella sopra riportata si deduce che, sia il Fiume Rapido sia il Fiume Gari presentano uno stato di qualità ecologica buona. Infatti non si riscontra mai, nel triennio monitorato, rilevanti alterazioni delle comunità biotiche animali e vegetali. Per quanto riguarda lo stato

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE chimico, il monitoraggio delle sostanze microinquinanti prioritarie ha evidenziato, solamen- te nel primo tratto del Fiume Gari (dalla confluenza ...), una criticità che non ha consentito perciò, il raggiungimento dello stato chimico "buono" per i tre anni in esame.

A Cassino sono presenti due stazioni di monitoraggio per la valutazione della qualità delle acque sotterranee.

Provincia Comune Codice stazione Denominazione stazione Bacino

Frosinone Cassino/ S.70 Capodacqua 1 Liri Frosinone Cassino S.19 Gari opera di presa Liri - Garigliano Fonte: Arpa Lazio - www.arpalazio.net Dalle analisi rilevate, per la qualità chimico-fisica dei corpi idrici sotterranei, è emerso che, nel solo anno 2012, i parametri di base (macrodescrittori) sono risultati superiori ai limiti di legge, tanto da pregiudicare lo stato qualitativo delle acque.

Tab. 6.10 - Giudizio di qualità chimico-fisica dei corpi idrici sotterranei, afferenti il bacino idrografico Liri-Garigliano, per il triennio 2011-2013

Bacino idrografico Denominazione stazione Codice stazione Qualità Chimico-fisica

2011 2012 2013 Liri Capodacqua 1 S.70 Liri - Garigliano Gari opera di presa S.19 Fonte: Arpa Lazio - www.arpalazio.net

Risorsa idrica. Il Comune di Cassino è ricompreso nel territorio dell'Ambito Territoriale Ottimale n.5 - Lazio Meridionale - Frosinone, il cui gestore del servizio idrico integrato è stato individuato, già dal 2003 in virtù della convenzione di cooperazione tra gli enti locali ricadenti nel predetto ATO, nella società ACEA ATO5 Spa.

Relativamente alla distribuzione delle acque, del territorio comunale, il sistema è costituito da una rete che si estende per circa 130 km. L'acquedotto comunale è alimentato da cinque pozzi e una sorgente. Con l'ausilio di una precedente convenzione, stipulata tra la regione Lazio e la regione Campania, l'acquedotto riceve, attraverso una derivazione di proprietà comunale, un ulteriore contributo da parte dell'Acquedotto della Campania Occidentale, gestito dalla Società ENI Acqua Campania.

La rete idrica comunale, pertanto, risulta così costituita:

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– due pozzi in località Palombara, di diametro pari a 1 ml e profondi circa 30 ml, attrezzati con impianto di sollevamento con pompa sommersa da 200 Cv; – tre pozzi in località Montecassino, di diametro pari a 30 cm e profondi circa 110 ml, attrezzati con impianto di sollevamento con pompa sommersa da 150 Cv; – una sorgente in località Capo d'Acqua, a circa 260 m slm, dalla quale si attinge una portata media pari a 15 lt/s.; – due serbatoi di accumulo della capacità di 1.000 mc e 1.500 mc, ubicati in località Montecassino, ad una quota di 115 m slm. Attraverso un impianto di sollevamento, viene alimentata una vasca di medie dimensioni situata a una quota più alta rispetto ad essi, al fine di garantire l'approvvigionamento idrico delle zone più alte del territorio comunale; – un serbatoio di accumulo della capacità di 1.500 mc, ad oggi mai utilizzato. I dati forniti dall'amministrazione comunale, sottoscritti in data maggio 2013, indicano che la rete di distribuzione, la cui realizzazione risale all'immediato dopoguerra, versa in cattive condizioni di vetustà ed inefficienza (a causa dei materiali obsoleti e della mancanza di pro- tezione catodica), tale da determinare una perdita di oltre il 70% dell'acqua immessa in rete.

Tab. 6.11 - Fonti di approvvigionamento e dotazione idrica del comune di Cassino

Dotazione idrica Fonti di approvvigionamento n. fonti Località [l/s] [mc/anno]

Pozzo 2 Palombara 130 4.100.000

Pozzo - serbatoio 3 Montecassino 120 3.750.000

Sorgente 1 Capo d'Acqua 15 470.000 Fornitura in pressione (13 atm) 170 5.360.000 da ENI Campania

Totale fornitura immessa nella rete di distribuzione 435 13.680.000

Fonte: Amministrazione comunale Tenuto conto di una popolazione servita di circa 28.000 residenti e di una popolazione flut- tuante di circa 10.000 unità, la dotazione idrica pro-capite stimata risulta di 250 l/giorno, con un totale dei consumi effettivi di circa 4.000.000 mc/anno. Pertanto si rileva che le perdite della rete idrica possono essere stimate pari a circa due terzi del totale immesso in rete (9.680.000 mc/anno di perdite).

Il sistema fognario del comune di Cassino si estende per circa 70 km, esso copre quasi la totalità del centro urbano e gran parte del territorio aperto. Comprende cinque impianti di sollevamento gestiti dall'Amministrazione comunale situati: due in via S. Angelo, uno in via Ausonia Vecchia, uno in via Puncicardi (all'incrocio con via Appia), e un'altro in via Cap-

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE pella Marrone. Un altro impianto di sollevamento risulta sito in via San Marco, gestito già dall'ACEA ATO5. Il comune ha previsto la realizzazione di un impianto idrico di adduzio- ne a servizio del Campus Universitario di Cassino. Sono presenti, inoltre, una serie di pozzi, rilevati sulla carta tecnica regionale, posti tra il centro urbano e la frazione di Caira.

La rete fognaria della parte centro - settentrionale del comune confluisce nel depuratore posto in località Agnone, che ha una capacità di 33.029 abitanti equivalenti (ae), mentre la frazione S. Angelo in Theodice, lungo la Sp 76, è servita da un piccolo depuratore dalla ca- pacità di 822 ae. A servizio dell'area industriale, indotto Fiat di Cassino sito in località Casi- lina Nord-Ausonia, il comune nel 2007 ha realizzato una rete fognaria, successivamente completata e attivata dal consorzio Cosilam (Consorzio di Sviluppo Industriale del Lazio Meridionale). Nel contempo, è stato anche realizzato un impianto di depurazione, insisten- te nel comune di Villa S. Lucia, nel quale confluiscono sia gli scarichi provenienti dalla rete fognaria della zona industriale sia gli scarichi delle utenze civili di detta zona. Gli scarichi di tale depuratore confluiscono nel corso d'acqua "Rio Pioppeto" che a sua volta si immette nel fiume Gari. In dettaglio l'area industriale è dotata di quattro impianti di sollevamento di varie dimensioni, tre dei quali vengono gestiti dal consorzio Cosilam e il rimanente dal co- mune di Cassino.

Nel territorio aperto il trattamento dei liquami avviene tramite singoli dispositivi tipo vasca Imhoff.

Suolo e sottosuolo. Relativamente allo stato della risorsa suolo le categorie di identifica- zione dell'uso del suolo sono state definite in base alla classificazione Corine Land Cover, analizzando gli usi presenti nel territorio comunale fino al quarto livello di dettaglio. La su- perficie agricola comunale, stimata su base cartografica, comprensiva di seminativi, arboreti, prati e pascoli, è di 4.700 ettari.

Tab. 6.12 - Uso del suolo nel territorio di Cassino

Tipo di superfici ha % Superfici artificiali

Aree prevalentemente residenziali, per servizi e per attività 1.127,2 13,5 Spazi per le infrastrutture 664,2 8,0 totale 1.791,4 21,5

Superfici agricole

Sistemi agricoli e agroforestali complessi 228,4 2,7 Colture legnose permanenti 399,6 4,8 Seminativi irrigui 4.061 48,8

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totale 4.689 56,3

Territori boscati e ambienti seminaturali

Aree forestali 1.285,3 15,4 Aree seminaturali in evoluzione 506,6 6,1 totale 1.791,9 21,5

Corpi idrici 55,3 0,7

Superficie comunale 8.327,6 100% Fonte: Corine Land Cover 2006

Difesa del suolo. Le condizioni di rischio rilevanti, che interessano il territorio comunale di Cassino, sono quelle relative alle problematiche connesse all'assetto geomorfologico, de- rivanti dall'instabilità dei versanti, e quelle attinenti l'assetto idraulico relativamente alle di- namiche dei corsi d'acqua e delle sorgenti.

Per ciò che concerne gli aspetti geomorfologici: la piana di Cassino-Caira a Nord-Est è de- limitata dalla faglia della Marsica, che interessa i monti di Venafro e Monte Cifalco, ad Ovest dalla faglia Theodicea e a Sud dall'allineamento Monte Trocchio - Monte Porchio, che sembra essere una prosecuzione sud orientale della faglia che mette in contatto Monte Cairo con i sedimenti lacustri ed alluvionali che colmano la . Per tale ragione, in queste due macroaree si concentra la maggior parte dei fenomeni franosi e di sprofonda- menti naturali improvvisi, meglio conosciuti come "sinkholes".

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Fig. 6.6 - Sistemi di Faglia Fonte: Microzonazione sismica - relazione illustrativa (giugno 2012) In sintesi di seguito sono indicate le superfici interessate dai diversi livelli di attenzione:

Tab. 6.13 - Aree a rischio individuate dal Pai - estensione e percentuale sulla super- ficie comunale

aree a rischio (ha) (%) area a rischio molto elevato (R4) 44,9 0,5 area a rischio medio (R2) 2 0,02 area a rischio moderato (R1) 2,5 0,03 area di alta attenzione (A4) 377,5 4,6 area di medio-alta attenzione (A3) 2,5 0,03 rischio frana area di media attenzione (A2) 26,2 0,3 area di moderata attenzione (A1) 28,1 0,3 area di rischio potenzialmente alta (Rpa) 0,2 - area di attenzione potenzialmente alta (Apa) 333,2 4 area di versante nella quale non è stato riconosciuto 10,5 0,2 un livello di rischio o di attenzione significativo (C2) area a rischio medio (R2) 3 0,04 rischio idraulico area a rischio moderato (R1) 386,4 4,7

Per quel che riguarda la vulnerabilità idrogeologica, circa il 20% del territorio comunale è soggetto a vincolo idrogeologico.

Aree estrattive. Il Piano regionale delle attività estrattive (Prae) individua sul territorio di Cassino tre aree destinate all'attività estrattive. Come si evince dalla tabella sottostante so- lamente una cava è, ad oggi, in esercizio; le altre due aree risultano da tempo dismesse.

Tab. 6.14 - Elenco delle cave attive e dismesse ricadenti nel territorio di Cassino

Provincia Comune Codice PRAE Tipo Litologia Calcari dolomitici e dolomie da Frosinone Cassino CSS001 In esercizio inerti per costruzioni Calcari da inerti per costruzioni e/o Frosinone Cassino CSS003 Non in esercizio malte cementizie Sabbie e ghiaie da inerti per costru- Frosinone Cassino CSS004 Non in esercizio zioni Fonte: Arpa Lazio - www.arpalazio.net Rischio incendio boschivo. i fattori predisponenti degli incendi boschivi sono quelli che ne favoriscono l'innesco e l'estensione. Le caratteristiche della vegetazione, le condizioni climatiche e la morfologia del terreno costituiscono i fattori predisponenti utilizzati come elementi di riferimento per l'elaborazione degli indici di previsione del rischio. Il territorio

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE di Cassino dispone di un capitale rurale e naturale di rilevante valore. Ben 2.200 ettari misu- rano i boschi montani e ripariali e le aree seminaturali. Con delibera 569/2000, la regione Lazio si è dotata di un reticolo di strutture organizzate su tutto il territorio per le azioni di protezione civile, individuandone anche le zone di intervento. Cassino rientra nella 13° zo- na della provincia di Frosinone.

Il piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi attri- buisce al comune di Cassino un indice di rischio complessivo di 3,17, corrispondente a una classe di rischio: molto basso (2,19 - 3,26).

POPOLAZIONE E SALUTE UMANA Dinamica demografica. Come già descritto nel documento preliminare di indirizzo (cap.2 I caratteri socio-economici del territorio), nell'ultimo decennio intercensuario (2001-2011) la dina- mica demografica ha subito una leggera accelerazione, registrando un incremento della po- polazione di circa 900 unità (2,7% nell'intero decennio). Nello stesso periodo, si registra al- tresì una fortissima crescita dei nuclei familiari (22,1%), essendosi nel frattempo determina- ta una progressiva e costante riduzione del numero medio di componenti per famiglia: da 2,87 nel 2001 a 2,41 nel 2011.

Tab. 6.15 - Popolazione residente e nuclei familiari al 2001 e al 2011 n. medio componenti Popolazione residente Nuclei familiari per famiglia 2001 2011 2001 2011 2001 2011 Cassino 32.762 33.658 11.428 13.954 2,87 2,41 Sll di Cassino 137.310 50.071 56.955 2,74 2,41 Provincia Frosinone 492.661 174.881 196.247 2,77 2,51 Fonte: Istat - www.demo.Istat.it e Censimento della popolazione 2011 In merito alla condizione abitativa, i dati definitivi dell'ultimo censimento ottobre 2011 si riferiscono solamente alle abitazioni e agli altri tipi di alloggio (caravan, roulotte, baracche, rimesse, garage, cantine, ecc.) occupati da persone residenti. Mentre, per quanto riguarda lo stock abitativo totale, che comprende anche le abitazioni non occupate, si riferiscono a dati provvisori, che probabilmente sottostimano la loro effettiva consistenza. Secondo i dati al momento disponibili, a ottobre 2011 le abitazioni occupate dai residenti nel comune di Cassino ammontavano a circa 13.245 unità, cui si devono aggiungere altri 33 tipi di alloggio abitati da famiglie residenti. Rispetto al 2001, il numero di abitazioni occupate da residenti è aumentato del 16,3%, in contrasto con l'incremento dei nuclei familiari suddetto (22,1%).

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Tale discrepanza trova spiegazione nel fatto che un consistente numero di famiglie uniper- sonali, formate probabilmente da persone anziane, risultano convivere all’interno della pro- pria abitazione con altre famiglie, spesso quelle dei propri figli.

Tab. 6.16 - Stock abitativo e tassi di occupazione delle abitazioni alla data delle ul- time 2 rilevazioni censuarie (2001 e 2011)

2001 2011 abitazioni tasso di abitazioni tasso di Abitazioni Abitazioni occupate da occupazione occupate da occupazione totali totali* residenti (%) residenti (%) Cassino 13.064 11.388 87,2 14.452 13.245 91,6 Sll di Cassino 61.176 49.113 80.3 65.196 54.643 83,8 Provincia Frosinone 219.969 172.677 78,5 236.385 190.237 80,5 * dato provvisorio suscettibile di sensibili variazioni Fonte: Istat, censimento della popolazione e delle abitazioni (2001 e 2011) Salute umana. Per le problematiche relative alla tutela della salute umana sono stati presi in considerazione gli aspetti derivanti dall'inquinamento acustico, elettromagnetico e radon, legati dall'esposizione della popolazione al rumore e alle radiazioni ionizzanti e non.

Come riportato nel paragrafo 5.10, del presente documento, il comune di Cassino dispone di una zonizzazione acustica mai giunta ad approvazione, pertanto decaduta. In assenza di dati più aggiornati, si ritiene utile utilizzare tale disciplina per l'analisi conoscitiva dei livelli di immissione ed emissione sonora nel territorio comunale. La campagna fonometrica con- dotta nel 2008, ha rilevato solamente quattro situazioni in cui si sono superati i limiti di leg- ge; si tratta soprattutto di insediamenti posti in prossimità del tracciato autostradale.

Riguardo all'emissione di radiazioni non ionizzanti, non sono attualmente disponibili dati relativi a rilevamenti e monitoraggi dell'inquinamento elettromagnetico sul territorio comu- nale. Relativamente alle emissioni da campi elettromagnetici a bassa frequenza, è opportu- no segnalare che il comune di Cassino è attraversato da: un elettrodotto posto a Nord di Caira; due linee in direzione Nord-Ovest e un'ultima linea per il servizio di elettrificazione posta lungo il tracciato dell'alta velocità.

Per quanto riguarda l'inquinamento da radiazioni ionizzanti, la regione Lazio ha predispo- sto una rete di monitoraggio con campionamenti attivati a partire dal 2010. Come si evince dalla figura sottostante, all'interno del comune di Cassino, non ricade nessuna stazione di misura.

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Fig. 6.7 - Rete di monitoraggio radiazioni ionizzanti della regione Lazio Fonte: Arpa Lazio - www.arpalazio.net Ai sensi del Dlgs 334/1999 e ss.mm.ii., la regione Lazio ha predisposto un inventario degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti. Nel territorio di Cassino non sono presenti aziende a rischio.

Un ulteriore parametro da analizzare riguarda il parco veicolare presente a Cassino. Dai dati reperibili per gli anni dal 2004 al 2011, si rileva un lieve e costante aumento del 6,2% del tasso di motorizzazione, che si attesta su 768 auto ogni mille abitanti.

Tab. 6.17 - Parco veicolare nel comune di Cassino

Popolazione Trasporti Veicoli Trattori Tasso di Anno Auto Motocicli Autobus Totale residente Merci Speciali e Altri motorizzazione (a) (b) (b/a)

2004 32.769 23.693 2.520 107 2.254 428 176 29.178 723 2005 32.835 24.007 2.786 110 2.405 485 233 30.026 731 2006 32.926 24.537 3.013 120 2.647 557 270 31.144 745 2007 33.251 24.920 3.251 120 2.774 585 314 31.964 749 2008 33.456 25.406 3.472 128 3.041 600 360 33.007 759 2009 33.503 25.483 3.695 127 2.699 493 173 32.670 761 2010 33.617 25.539 3.777 128 2.652 502 142 32.740 760 2011 33.658 25.840 3.919 132 2.656 503 124 33.174 768 Fonte: Istat, www.demo.istat.it, dati ACI (Automobile Club d'Italia)

ENERGIA Consumi energetici. I dati desunti dal piano energetico regionale e relativo piano d'azione mettono in evidenza la produzione di energia elettrica da impianti, di potenza superiore a

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10 Mw, a fonti rinnovabili e l'attività di trasformazione dai principali impianti termoelettrici nel periodo 2000-2007. Nel comune di Cassino sono presenti due impianti termoelettrici.

Tab. 6.18 - Impianti termoelettrici con potenza installata maggiore di 10Mw

Potenza Impianto Energia Produzione (Gwh) max (Kw) 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Cassino Elettrica 363,10 375,30 388,80 349,10 394,80 347,00 343,40 319,60 52.000 Gr 100 Termica 31,40 29,20 30,20 28,90 3,80 3,80 1,60 5,00 Cassino Elettrica 337,70 364,40 376,60 384,80 402,60 376,00 373,70 347,10 52.000 Gr 300 Elettrica 28,40 28,40 30,10 32,40 47,80 52,30 58,10 59,70 Fonte: Piano energetico della Regione Lazio Nel comune di Cassino risultano installati 210 impianti per una potenza totale di 8.570 Kw.

Fig. 6.8 - Impianti installati nel Comune di Cassino Fonte: Gestore Servizi Energetici (atlasole.gse.it)

RIFIUTI E BONIFICHE Raccolta differenziata. L'11 aprile 2013 è iniziata la raccolta differenziata porta a porta nel comune di Cassino. Con il primo step ha preso via la raccolta nei seguenti quartieri: Co-

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE losseo, Solfegna Cantoni, Folcara, S. Angelo, Panaccioni, Collecedro e Andridonati. Dal 1 giugno il servizio ha interessato un secondo step comprendente i quartieri di Campo dei Monaci, via Casilina Sud, Le Residenze, S. Bartolomeo, Cappella Morrone, S. Antonino, S. Michele, Selvotta, S. Pasquale-Pisciarello, Capodacqua, Caira, via Carponeto, via Sferraca- valli. Dall'8 luglio la raccolta differenziata è partita infine nel centro urbano, completando con il terzo step la copertura del territorio comunale di Cassino.

Dai dati forniti dall'Amministrazione comunale, emerge che la percentuale dei rifiuti diffe- renziati, nel triennio 2010-2012, si attesta su una media del 5,5%.

L'entrata in vigore della RD (aprile 2013), come si nota dalla tabella sottostante, ha consen- tito un rapido incremento della quota di rifiuti differenziati pari all'85% rispetto all'anno precedente (2012). Tale quota è andata progressivamente aumentando, raggiungendo nel semestre gennaio -giugno 2014, il 65%.

Tab. 6.18 - Produzione di Rifiuti solidi urbani (RSU) e raccolta differenziata (RD)

2010 2011 2012 2013 2014*

RSU totali (Kg) 20.363.740 20.194.150 20.144.556 17.004.180 7.464.440 RSU pro capite (Kg/ab) 605,02 599,98 598,51 505,20 221,77 RD (Kg) 1.166.480 1.080.110 1.096.278 5.100.820 4.851.860 RD pro capite (Kg/ab) 34,66 32,09 32,57 151,55 144,15 % RD su RSU 5,7 5,3 5,4 30,0 65,0 INDIFFERENZIATO 19.197.260 19.114.040 19.048.278 11.903.360 2.612.580 Note: * dati disponibili per il solo primo semestre (fino a giugno 2014) Fonte: Elaborazione su dati comunali Obiettivo dell'amministrazione è quello di ridurre totalmente la produzione di rifiuti; so- prattutto la porzione di indifferenziato, che ad oggi ammonta ancora a circa il 30% dei ri- fiuti totali prodotti. Obiettivo che trova una sua strategia nel progetto presentato dal co- mune, denominato "Cassino zero rifiuti", il quale ha ottenuto dei finanziamenti da parte della provincia per la realizzazione di servizi innovativi e il potenziamento della raccolta dif- ferenziata. Due azioni già messe in atto sono: il compostaggio domestico e la casa dell'ac- qua.

Bonifica dei siti contaminati. Per quanto riguarda lo stato degli impianti si riporta sinte- ticamente quanto descritto nel paragrafo 5.9 Piano regionale di gestione dei rifiuti. Nel comune di Cassino sono presenti solo due discariche, ormai inattive da tempo: la discarica sita in lo- calità Nocione e la discarica SAF in località Panaccioni. Entrambe oggetto di piani per la

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE bonifica dei siti contaminati.

Prima della sua dismissione, presso la discarica "Panaccioni", veniva conferito il prodotto terminali della lavorazione, eseguita nell'impianto di preselezione e preparazione di Colfeli- ce (impianto di trattamento meccanico biologico-TMB, attivato nel 1997). La parte risultan- te, sottoforma di combustibile derivato dai rifiuti (cdr), veniva in ultimo, trasportata nel termovalorizzatore di San Vittore del Lazio (attivo dal 1 agosto 2002).

Tab. 5.3 - Elenco dei siti contaminati e l'iter procedurale Cod. Denominazione sito Tipologia sito Stato avanzamento iter prov. FR019 Area Ex Marini recupero/trattamento rifiuti Piano della caratterizzazione FR084 Impianto depurazione località Agnone recupero/trattamento rifiuti Progetto di bonifica FR020 Discarica località Nocione discarica Piano della caratterizzazione FR035 SKF Industrie Spa - via Casilina industriale Piano della caratterizzazione FR082 Discarica SAF località Panaccioni discarica Piano della caratterizzazione Fonte: Adeguamento al Piano regionale delle bonifiche dei siti contaminati del Lazio (2012) Si deve inoltre aggiungere l'esistenza di un centro di raccolta comunale, comunemente de- nominata "isola ecologica", situata in via Pescarola. È un'area attrezzata per il conferimento di tutti quei rifiuti che, per tipologia e/o dimensioni, non possono essere depositati nei ma- stelli o nei sacchi dati in dotazione per la raccolta differenziata porta a porta.

2.2 I beni culturali e del paesaggio

BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI Gli elaborati del PTPR, come descritti nel capitolo 5 del presente documento, forniscono il quadro conoscitivo a livello regionale in materia di beni culturali e paesaggistici. Le tipolo- gie di vincolo considerate sono quelle previste dal codice dei beni culturali e del paesaggio (Dlgs 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i.), ovvero:

– i beni culturali dichiarati con provvedimenti amministrativi, cioè i beni immobili il cui interesse culturale è stato dichiarato dal competente ministero, a norma dell'art.13 del Dlgs 42/2004; si tratta di 2 siti di interesse storico-architettonico e di 12 beni archeologici, elencati nella successiva tabella. – i beni paesaggistici individuati con dichiarazione di "notevole interesse pubblico" (c.d. vincoli dichiarativi) ai sensi dell'art. 134, comma 1, lettera a) del Codice; nel territorio comuna- le di Cassino non sono presenti immobili e aree facenti parte di questa categoria di vincolo.

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Tab. 6.17 - I beni del patrimonio monumentale storico-architettonico e archeologico

Beni del patrimonio monumentale storico e architettonico Cod.reg. Denominazione Tipologia spm_0354 Abbazia di Montecassino Chiesa Spm_0355 S. Agata Chiesa Beni del patrimonio archeologico Cod.reg. Denominazione Decreto ministeriale arp_0201 Resti di ambienti, strutture murarie 05.10.1974 arp_0202 Ninfeo Ponari, strutture murarie 05.10.1974 arp_0203 Strutture pertinenti al centro urbano antico 05.10.1974 arp_0204 Anfiteatro 14.07.1960 arp_0205 Necropoli 16.01.1962 arp_0206 Tomba di Ummidia Quadratilla 17.09.1959 arp_0207 Teatro romano 25.01.1974 arp_0208 Ambiente: strutture murarie e diverticoli contigui all'antico teatro 06.05.1963 arp_0209 Resti strutture murarie 21.06.1976 arp_0210 Cisterna 21.06.1976 arp_0211 Cisterna 21.06.1976 arp_0212 Ruderi dell'antica villa di Marco Terenzio Varrone 27.07.1937 Fonte: Regione Lazio - Repertorio dei Beni Culturali ( PTPR - Allegato H parte prima) – i beni paesaggistici tutelati per legge (c.d. vincoli ricognitivi), cioè i beni immobili apparte- nenti alle categorie di cui al comma 1, art. 142, Dlgs 42/2004; nel territorio del comu- ne di Cassino si ritrovano immobili appartenenti alle categorie di cui alle lettere c (fiumi, torrenti, corsi d'acqua e relative sponde o argini), f (parchi e riserve nazionali o regionali), g (parchi e riserve nazionali o regionali) e m (zone di interesse archeologi- co). – i beni paesaggistici tipizzati (c.d. vincoli ricognitivi), cioè gli ulteriori immobili e aree sot- toposte a tutela dai piani paesaggistici ai sensi dell'art. 134, comma 1, lettera c) del Dlgs 42/2004. I beni denominati con la lettera c) i fiumi, i torrenti e i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicem- bre 1933, n. 1775, e relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna, sommano una superficie di circa 1.370 ettari di aree, pari a circa 16,5% del territorio comunale. Di se- guito sono elencati i corsi d'acqua ritenuti pubblici con regio decreto 09.12.1909.

Tab. 6.13 - I beni del patrimonio monumentale storico-architettonico e archeologico

Cod. reg. Denominazione Limiti del vincolo da Gazzetta Ufficiale

C060_1046 Rio Pioppeto o Chiappeto dallo sbocco fino a La Volta

C060_1047 Rio Fontanelle dallo sbocco ad ovest di Madonna della Neve

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dallo sbocco alla confluenza dei due rami che scendono da C060_1052 Vallone Inferno Serra del Lauro e da Forcella Pratolungo C060_1053 Rio Castellone dallo sbocco a 1.5 Km a monte del vallone Carmine dallo sbocco alla confluenza del rio che scende da est di C060_1054 Rio Ascensione Monte Lantore (declassata la sponda est in loc. Pastinelle) dallo sbocco al suo ultimo opificio (declassato un tratto in C060_1055 Rio Acquacandida prossimità dell'attraversamento con la S.S. Casilina C060_1063 Fiume Gari e Rapido dallo sbocco a Fontana Rinalda

C060_1064 Fiume Garigliano - Liri dalla foce al punto in cui passa nella provincia di L'Aquila

- Canale delle Sorgenti di Cassino Tutto il suo corso dallo sbocco alla confluenza dei due rami Pozzo Corno e - Vallone Facciata ed Elcineta Montecairo Fonte: Regione Lazio - Repertorio della ricognizione dei beni tutelati per legge (PTPR - Allegato C) Alla tipologia di beni denominata con la lettera f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi appartiene il Monumento Naturale di Montecassino (co- dice regionale ID_RL f127) istituito con Dprl 11 marzo 2010, n.154 ai sensi dell'art. 6 della legge regionale 29/1997 e facente parte del sistema delle aree naturali protette della regione Lazio. Si estende su 694 ettari di superficie ricadenti interamente nel comune di Cassino, e comprende tutto il rilievo del monte omonimo situato nella propaggine meridionale del massiccio di Monte Cairo appartenente alla catena delle Mainarde (Appennino centrale). E' gestito dal Parco Naturale dei Monti Aurunci.

Alla tipologia di beni con la lettera g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o dan- neggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'art. 2, commi 2 e 6, del Dlgs 18 maggio 2001, n. 227 appartengono le aree boscate del Montecassino, del monte Lan- tere e alcune aree situate nella parte meridionale del territorio comunale in località Querce- to. Coprono una superficie di poco superiore ai 2.000 ettari, pari a circa il 24% del territorio comunale.

Nel territorio di Cassino sono presenti due aree di interesse archeologico individuate ai sen- si della lettera m) zone di interesse archeologico, art. 142 del Dlgs 42/2004: l'area circostante l'Abbazia di Montecassino e i resti dell'antica città di "Casinum". Tali aree, occupano una superficie rispettivamente di circa 10 e 33 ettari, pari allo 0,5% del territorio comunale.

I beni paesaggistici inerenti le aree e gli immobili tipizzati ed individuati dal Ptpr, ai sensi dell'art. 134, comma 1, lettera c), ed in base alle disposizioni dell'art. 143 del Codice, indivi- duati nelle tavole B, costituiscono anch'essi patrimonio identitario della regione Lazio. In particolare, sono:

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– le aree agricole identitarie della campagna romana e delle bonifiche agrarie; – gli insediamenti urbani storici e territori contermini per una fascia di 150 metri; – i beni puntuali diffusi, testimonianza dei caratteri identitari archeologici e storici e rela- tiva fascia di rispetto di 100 metri; – i beni lineari, testimonianza dei caratteri identitari archeologici e storici e relativa fa- scia di rispetto di 100 metri; – i beni puntuali e lineari diffusi, testimonianza dei caratteri identitari vegetazionali, geomorfologici e carsico-ipogei e la relativa fascia di territorio contermine di 50 metri. In riferimento al comune di Cassino, sono individuati come beni paesaggistici tipizzati gli immobili e le aree elencati nelle tabelle di seguito riportate.

Tab. 6.14 - Aree agricole identitarie della campagna romana e delle bonifiche agrarie

Cod. reg. Denominazione

Taa_08 Piana del fiume Liri fra i fiumi Gari e Sacco Fonte: Regione Lazio - Immobili ed aree tipizzate individuate dal PTPR ( Allegato F1 A)

Tab. 6.15 - Insediamenti urbani storici e nuclei di fondazione

Cod. reg. Denominazione

cs_504 Abbazia di Montecassino cs_505 Cassino Fonte: Regione Lazio - Immobili ed aree tipizzate individuate dal PTPR ( Allegato F1 B - Parte prima)

Tab. 6.16 - Beni geomorfologici e carsico - ipogei

Cod. reg. Denominazione

tg_032 Sorgenti del Gari Fonte: Regione Lazio - Immobili ed aree tipizzate individuate dal PTPR ( Allegato F1 B - Parte prima)

Tab. 6.17 - Beni storico-archeologici puntuali e lineari

Beni puntuali Cod. reg. Denominazione bene vincolato Loc. Colle Nuovo: villa età repubblicana, tardo impero; due epigrafi erano già state segnalate in pas- tp_3206 sato come provenienti dalla zona tp_3207 Loc. Ariello: tracciato viario antico: muri di contenimento, età repubblicano - imperiale

tp_3208 Insediamento rurale: scarsi materiali di superficie medio - tardo impero

tp_3209 Insediamento rurale: scarsi materiali di superficie, età repubblicano - imperiale

tp_3210 Insediamento rurale: scarsi materiali di superficie di età repubblicana

tp_3211 Insediamento rurale: scarsi materiali di superficie di età repubblicana, inizio impero

tp_3212 Loc. S. A. in Theodice, Colle Nuovo: tracciato viario antico, basoli divelti in località Mastro Nardi

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tp_3213 Loc. Casali: insediamento rurale: frammenti fittili di superficie di età repubblicana, tardo impero

tp_3214 Insediamento rurale: materiale fittile di superficie età repubblicano - imperiale

tp_3215 Insediamento rurale: scarso materiale di superficie, primo tardo-impero

tp_3216 Loc. Colle Penaccione: insediamento frammenti fittili di superficie, età tardo repubblicana Loc. Colle Nuovo: insediamento rurale, materiali fittili di superficie, età repubblicana - medio tardo tp_3217 impero tp_3218 Insediamento rurale medio - tardo impero

tp_3219 Fittili frammentari, II sec. a.C. - I, II sec. d.C.

tp_3220 Frammenti fittili

tp_3221 Frammenti fittili da arcaico a tardo repubblicano

tp_3222 Frammenti fittili, una scheggia di selce Loc. Colle Cedro, necropoli: tombe a cappuccina, materiali fittili di superficie, età repubblicano - im- tp_3998 periale Loc. Colle Cedro: tracciato vario antico detto "via Appia", muri di contenimento, età repubblicano - tp_3999 imperiale tp_4000 Loc. Querceto: via Latina vetus, tracciato vario, muri di contenimento, età repubblicano - imperiale Loc. Colle Cedro-Querceto: villa rustica, presenza di strutture murarie relative a torcular, materiali tp_4001 fittili di superficie, I sec. a.C. Loc. Colle Canne, villa: struttura murarie in opera incerta, abbondanti materiali fittili di superficie, età tp_4002 repubblicano - tardo impero tp_4003 Loc. Monte Trocchio: castello di Torrocolo, menzionato dal 1057

tp_4004 Loc. S. Lucia: Vicus (?), età repubblicano - imperiale

tp_4005 Loc. Faio: insediamento rurale, scarsi materiali di superficie, inizio impero

tp_4006 Insediamento rurale: scarsi materiali di superficie, età repubblicana

tp_4007 Loc. Rio Faio: insediamento rurale, scarsi materiali di superficie, medio tardo impero

tp_4008 Loc. La Foresta: due elementi di fregio di tufo, II-I sec. a.c.

tp_4009 Insediamento rurale: scarsi materiali di superficie, inizio impero

tp_4010 Loc. Casa Martina: insediamento rurale, scarsi materiali di superficie, inizio impero

tp_4011 Loc. Antridonati: insediamento rurale, scarsi materiali di superficie, medio - tardo impero Loc. Colle della Corte: insediamento rurale: scarsi materiali di superficie, età repubblicana - medio tp_4012 tardo impero tp_4013 Insediamento rurale: scarsi materiali di superficie, età repubblicana - medio tardo impero

tp_4014 Insediamento rurale: scarsi materiali di superficie, età repubblicana - medio tardo impero

tp_4015 Insediamento rurale: scarsi materiali di superficie, età repubblicana - tardo impero Ponte romano sul Gari (via Latina vetus); resti della spalletta d'attacco, età repubblicana - tardo im- tp_4016 pero

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Via Latina nova, età repubblicano - imperiale; segnalati tratti basolati conservati tra Colle Larone e S. tp_4017 Lucia e presso il casello ferroviario Rocca D'Evandro tp_4018 Loc. Casale Olivieri: insediamento rurale, scarsi materiali di superficie medio - tardo impero

tp_4019 Area con materiali di superficie media-tarda età repubblicana

tp_4020 Loc. S. Pietro in Foresta: area di ritrovamento moneta

tp_4021 Loc. Colle Olivieri: villa, molto materiale di superficie, età repubblicana - tardo impero

tp_4022 Tomba, III sec. a.C.

tp_4023 Casali Olivieri: insediamento rurale, scarsi materiali fittili di superficie, medio - tardo impero

tp_4024 Loc. Ariello, villa: due tratti murari perimetrali in fondazione; materiali fittili di superficie, II sec. a.C. Loc. Antridonati - Mortola: area di ritrovamento del frammento di mandibola Dicerhimus Merckii tp_4025 Iaeg, periodo quaternario tp_4026 Loc. Colle Nuovo, Casali Olivieri: frammento lapideo con epigrafe

tp_4027 Loc. S. Angelo in Theodice: tomba, inizio impero

tp_3224 Monte puntiglio: abitato bronzo-ferro

tp_3223 Porta Paldi: abitato del paleolitico medio

tp_3225 Loc. Agnone: abitato del paleolitico

tp_3229 Resti di muro megalitico

tp_3228 Resti di ambiente, strutture murarie

tp_3231 Strada romana, sostruzioni

tp_3230 Resti di muri, vasca

tp_3232 Porta campana

tp_3233 Resti strutture murarie

tp_3227 Terrazzamento

tp_3234 Resti di acquedotto

tp_3226 Caverna dell'eremita, culto bronzo medio 1-2

Beni lineari Cod. reg. Denominazione bene vincolato

tl_0307 Casilina Fonte: Regione Lazio - Immobili ed aree tipizzate individuate dal PTPR ( Allegato F2)

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2.3 Le aree di interesse naturalistico

NATURA E BIODIVERSITÀ Aree protette. Sul territorio di Cassino non sono presenti siti della rete "Natura 2000".

Come ricordato in precedenza è presente un ambito appartenente alle aree protette della regione Lazio denominato Monumento Naturale di Montecassino, vincolato ai sensi dell'art.142, lett. f), Dlgs 42/2004 come bene paesaggistico in forza di legge.

Il Monumento Naturale di Montecassino è situato nell'ultimo tratto della Valle del Liri, lungo il percorso dell'antica via Latina (oggi via Casilina), e comprende tutto il rilievo del monte omonimo situato come pro- lungamento meridionale del massiccio di Monte Cairo appartenente alla catena delle Mainarde.

Il territorio è caratterizzato da una morfologia piuttosto varia; si presenta con dorsali e profondi valloni di natu- ra carbonatica che determinano la presenza di fenome- ni di carsismo epigeo e ipogeo (doline, cavità e grotte) tipiche della catena appenninica. Le acque meteoriche responsabili di questo fenomeno, alimentano le sorgen- ti del fiume Gari, visibili presso la villa comunale di Cassino.

Dal punto di vista floristico, all'interno dell'area sono presenti comunità vegetali piuttosto articolate che comprendono diversi tipi di vegetazione: faggete, agrifoglio e la dafne della faggeta, alberi di cerro, castagni, boschi di roverella, con il sottobosco arricchito dall’endemica olivella, leccete e ostrieti, boschi misti di querce e aceri, elleboro puzzolente e il bucaneve, anemone, ciclamino primaverile, violette, orchidee, prati che ricoprono i grandi pianori carsici, giunco, peonia maschio, cespugli della macchia mediterranea (ginestre, l’albero di giuda e i fiori di mirto), ecc. Questo eterogeneo paesaggio costituisce l’ambiente ideale per diverse specie animali: insetti(lepidotteri, bianconera italiana e la mnemosine, far- falle comuni, ecc.), uccelli migratori (il rigogolo, il cuculo e le rondini), uccelli notturni (usi- gnolo e il succiacapre, e rapaci come la civetta, il gufo e il barbagianni, l’assiolo e l’allocco), rapaci diurni (il gheppio e la poiana), piccoli rettili ( lucertola comune, il ramarro e serpen-

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NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE GENERALE società di ingegneria srl RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE ti), mammiferi (faina, volpe e il gatto selvatico), piccoli roditori, tassi, cinghiali, lepri, e negli ultimi anni è stato constatato anche il ritorno di alcuni esemplari di lupo.

Di notevole rilevanza ambientale e naturalistica è, senza dubbio, il geosito "Sorgenti del Gari" individuato dal piano territoriale paesaggistico regionale, come bene tipizzato di inte- resse geomorfologico e carsico.

Biodiversità e rete ecologica. Il processo di perdita e frammentazione degli ambienti na- turali per cause antropiche costituisce, per le sue conseguenze ai diversi livelli ecologici, ambientali, paesistici e territoriali, una causa primaria di biodiversità. In senso lato, la frammentazione dell'habitat naturale può essere definita come il processo che genera una progressiva riduzione della superficie degli ambienti naturali e un aumento del loro isola- mento: le superfici naturali vengono, così, a costituire frammenti disaggregati e progressi- vamente isolati inseriti in una matrice territoriale di origine antropica.

La regione Lazio in merito a questo tema ha elaborato la rete ecologica regionale "R.Eco.R.d", quale parte integrante del Piano Regionale delle Aree Protette (PRANP) così come previsto dall'art. 7 della legge regionale 29/1997 in materia di "aree naturali protette". La definizione della rete ecologica regionale ha condotto all'individuazione di una serie di elementi la cui salvaguardia è fondamentale per garantire l'efficienza ecologica del sistema ambientale. Tali elementi includono:

– i nodi del sistema costituiti dalle aree naturali protette già istituite (parchi naturali, riserve naturali, monumenti naturali, siti della Rete Natura 2000); – le aree centrali primarie o secondarie (core areas) determinate da aree a massima naturalità e costituiscono ambiti preferenziali per l'integrazione degli istituti di protezione della biodiversità. Queste vengono associate alle unità di paesaggio in cui ricadono – le connessioni formate dai corridoi su rete idrografica e le connessioni ecologiche areali (aree di continuità naturale). Da questi elementi dipendono le dinamiche di dispersione delle popolazioni biologiche tra i diversi nodi della rete; – le stepping stones cioè frammenti ambientali di habitat ottimale (o subottimale) immersi nella matrice di paesaggio antropizzata, sono utili al mantenimento della connettività per le specie abili ad effettuare movimenti a medio/breve raggio attraverso ambienti non idonei. In riferimento al comune di Cassino le aree centrali della rete ecologica regionale sono state identificate all'interno del Monumento Naturale di Montecassino, già individuato come area protetta in virtù del suo elevato valore naturalistico.

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Fig. 6.5 - Distribuzione del valore ecologico secondo la Carta della Natura nel Lazio Fonte: Ispra - Annuario dei dati ambientali 2013 Allo scopo di tenere adeguatamente conto anche di quelle aree importanti per alcune specie ritenute particolarmente sensibili ai processi di natura antropica, seppur presenti in aree a bassa ricchezza specifica, tanto da non essere tra le aree centrali primarie e secondarie, la re- te ecologica individua le cosiddette "aree focali".

Fig. 6.6 - Individuazione delle aree centrali primarie e secondarie in relazione ai

nodi del sistema (aree naturali protette) Fonte: ARP - Progetto Biodiversità 2008. Step di avanzamento della Rete Ecologica Regionale del Lazio - Rapporto Finale Come evidente dalle figure 6.6 e 6.7, il Monumento naturale di Cassino costituisce conti- nuità con le aree di maggiore naturalità dei Monti della Meta e delle Mainarde. Pertanto le aree focali (di colore marrone nell'immagine sotto riportata), individuate nella propaggine meridionale del Monte Cairo, limitrofe all'insediamento urbano di Cassino, costituiscono le cosiddette "stepping stones" utili al mantenimento della connettività di particolari tipologie di specie.

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Fig. 6.7 - Individuazione delle aree focali per le specie sensibili Fonte: Agenzia Regionale per i Parchi - WebGis SITAP Lazio Sul tema della rete ecologica anche il piano territoriale provinciale di Frosinone individua degli ambiti omogenei di elevato valore naturalistico, per i quali detta obiettivi e strategie te- si a favorire la conservazione degli ecosistemi e i processi di rinaturalizzazione delle aree collinari e delle valli fluviali.

Gli ambiti insistenti nel comune di Cassino, suddivisi in sistemi ambientali montani o delle valli fluviali, sono: per il sistema ambientale montano:

– i Monti della Meta e le Mainarde (n.6); – il Massiccio di Monte Cairo (n.7); per il sistema ambientale delle valli fluviali:

– la Valle del Fiume Liri (n.1); – la Valle del Fiume Garigliano (n.8); – la Valle del Fiume Rapido (n.9). Per determinare ulteriori tutele agli ecosistemi già fortemente minacciati dal degrado e dall'espansione edilizia e infrastrutturale, il piano provinciale ricorre alla proposta di una nuova area protetta. Tale proposta interessa l'area circoscritta dalle Terme Varroniane (n.36

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Terme di Varrone) situata già nell'ambito omogeneo di elevato valore naturalistico della Valle del Fiume Garigliano (sistema n.8).

Fig. 6.8 - Estratto della tavola TP1-SE del Ptpg di Frosinone relativa al territorio co-

munale di Cassino Fonte: Provincia di Frosinone - Tav. TP1 Sistema ambientale: tutela ecologica e valorizzazione delle risorse naturalistiche; co- struzione della rete ecologica provinciale; sistema insediativo morfologico e funzionale; sistema della mobilità

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3. Normativa in campo ambientale

Viene qui riportata una rassegna della normativa relativa alle diverse componenti ambientali con particolare riguardo agli aspetti pertinenti il presente studio. Tali disposizioni costitui- scono il quadro di riferimento per l'analisi della coerenza esterna degli obiettivi di piano con le politiche ambientali comunitarie, nazionali e regionali. Le disposizioni normative riporta- te nel seguito verranno inoltre utilizzate per l'individuazione degli obiettivi di sostenibilità e, in relazione a questi ultimi, della significatività degli impatti prevedibili sulle componenti ambientali.

3.1 Aria e fattori climatici

NORMATIVA A LIVELLO COMUNITARIO

L'Unione europea ha emanato una serie di direttive al fine di controllare il livello di alcuni inquinanti in aria. In particolare si citano:

– Direttiva 96/62/CE relativa alla valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente; stabi- lisce il contesto entro il quale effettuare la valutazione e la gestione della qualità dell'a- ria secondo criteri omogenei in tutti i paesi dell'Unione europea (direttiva quadro), demandando a successive direttive "figlie" la definizione dei parametri tecnico- operativi specifici per gruppi di inquinanti; – Direttiva 99/30/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zol- fo, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo (prima direttiva figlia); – Direttiva 00/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene, ed il monossido di carbonio (seconda direttiva figlia); – Direttiva 02/03/CE relativa all'ozono nell'aria (terza direttiva figlia); – Decisione Consiglio Ue 2002/358/CE, del 25 aprile 2002 di approvazione del protocollo adottato il 10 dicembre 1997 a Kyoto nell'ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che ha previsto l'esecuzione congiunta dei relativi impegni; – Direttiva 04/107/CE relativa all'arsenico, cadmio, mercurio, nichel e idrocarburi policiclici aro- matici in aria;

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– Direttiva 08/50/CE 107/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa. Ha abrogato tutte le direttive sopracitate tranne la 2004/107/CE ribaden- done, di fatto, i contenuti ed aggiungendo il PM2.5 tra gli inquinanti da monitorare.

NORMATIVA A LIVELLO NAZIONALE

L'emanazione dei diversi decreti di recepimento delle direttive europee ha contribuito a ra- zionalizzare il quadro di riferimento e a qualificare gli strumenti di controllo e pianificazio- ne del territorio.

– Dlgs 351/1999, recepisce la direttiva 96/62/CE e costituisce quindi il riferimento "quadro" per l'attuale legislazione italiana; – Dm 60/2002, è la norma che recepisce la prima e la seconda direttiva figlia; definisce infatti, per gli inquinanti di cui al gruppo I del Dlgs. 351/1999 con l’aggiunta di ben- zene e monossido di carbonio (CO), i valori limite e le soglie di allarme, il margine di tolleranza, il termine entro il quale il limite deve essere raggiunto, i criteri per la raccol- ta dei dati di qualità dell’aria compreso il numero di punti di campionamento, i metodi di riferimento per le modalità di prelievo e di analisi; – Dm 261/2002 individua le modalità tecniche di valutazione preliminare della qualità am- biente, i criteri per l’elaborazione di piani e programmi per il raggiungimento dei limiti previsti nei tempi indicati dal Dm 60/2002; – Dlgs 183/2004, recepisce la direttiva europea 02/03/CE riguardante l’ozono in atmo- sfera (terza direttiva figlia), in particolare indica “valori bersaglio” da raggiungere entro il 2010. Demanda a regioni e province autonome la definizione di zone e agglomerati in cui la concentrazione di ozono superi il valore bersaglio; per tali zone dovranno es- sere adottati piani e programmi per il raggiungimento dei valori bersaglio. Piani e pro- grammi dovranno essere redatti sulla base delle indicazioni del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. La normativa riporta anche valori a lungo termi- ne (al disotto dei quali non ci si attende alcun effetto sulla salute), soglie di informa- zione (valori al di sopra dei quali possono esserci rischi per gruppi sensibili) e soglie di allarme (concentrazioni che possono determinare effetti anche per esposizioni a breve termine); – Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii. norme per la tutela ambientale Provvede al riordino, al coor- dinamento e all'integrazione delle disposizioni legislative in materia ambientale; – Dlgs 152/2007 (recepisce la direttiva 2004/107/CE) è l’ultima norma "figlia" emanata e, si riferisce ad un gruppo di inquinanti (l’arsenico, il cadmio, il mercurio, il nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), per cui non è ancora possibile una misura in continuo e che si trovano prevalentemente all’interno del particolato sottile. Anche in questo caso vengono stabiliti i limiti di qualità dell’aria, le modalità di misura e le in- formazioni da fornire al pubblico. L’insieme di tutte queste norme costituiva la base normativa su cui si fonda tutto il control- lo attuale della qualità dell’aria.

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– Dlgs 155/2010, attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa, recepisce la direttiva 2008/50/CE - 107/CE. quest’unica norma sostituisce sia la legge quadro (Dl 351/99) sia i decreti attuativi (che fornivano modalità di misura, indicazioni sul numero e sulla collocazione delle postazioni di mo- nitoraggio, limiti e valori di riferimento per i diversi inquinanti) ribadendo i fondamen- ti del controllo dell’inquinamento atmosferico e i criteri di monitoraggio e introducen- do, in base alle nuove evidenze epidemiologiche, tra gli inquinanti da monitorare an- che il PM2.5, ormai ben noto per la sua pericolosità. Oltre a fornire una metodologia di riferimento per la caratterizzazione delle zone, de- finisce i valori di riferimento che permettono una valutazione della qualità dell’aria, su base annuale, in relazione alle concentrazioni dei diversi inquinanti. Nella tabella sotto- stante, viene riportato il riepilogo degli adeguamenti normativi stabiliti dal Dlgs. 155/2010.

Valori limite, livelli critici, valori obiettivo, soglie di allarme per la protezione della salute umana per inquinanti diversi dall'ozono (Allegato XI e XII Dlgs 155/2010) Valore stabilito Inquinante Indicatore normativo Periodo mediazione (µg/m³) Valore limite protezione sa- lute umana (da non supe- 1 ora 350 rare più di 24 volte per an- no civile) Valore limite protezione sa- lute umana (da non supe- Biossido di zolfo 24 ore 125 rare più di 3 volte per anno (SO2) civile) Livelli critici per la vegeta- anno civile e inverno (1 ottobre - 20 zione 31 marzo) 3 ore consecutive in una stazio- Soglia di allarme ne con rappresentatività >100 500 Kmq Valore limite protezione sa- lute umana (da non supe- 1 ora 200 rare più di 24 volte per an- no civile) Biossido di azoto Valore limite protezione sa- (NO2) anno civile 40 lute umana 3 ore consecutive in una stazio- Soglia di allarme ne con rappresentatività >100 400 Kmq Ossidi di azoto Livelli critici per la vegeta- anno civile 30 (NOx) zione Monossido di Valore limite protezione sa- 8 ore consecutive 10 Carbonio (CO) lute umana

– Dlgs 250/2012 riguarda modifiche e integrazioni al Dlgs 13 agosto 2010, n.155, recante attua- zione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa;

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– Dlgs 30/2013 attuazione della direttiva 2009/29/CE che modifica la direttiva 2003/87/CE al fine di perfezionare ed estendere il sistema comunitario per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra; – Dm ambiente 29 novembre 2013 individuazione delle stazioni speciali di misurazione della qualità dell'aria previste dall'art.6, comma 1, e art.8, commi 6 e 7 del decreto legislativo 13 agosto 2010, n.155.

NORMATIVA A LIVELLO REGIONALE

L'azione a livello regionale si è principalmente articolata da una parte sulla messa a punto di schemi dedicati al contenimento delle situazioni a maggiore criticità ambientale e dall'altra all'attuazione dei diversi piani di valutazione della qualità dell'aria e piani d'intervento se- condo quanto previsto dalla normativa vigente. La regione Lazio ha emanato leggi e delibe- re per organizzare oneri e competenze e gestire le eventuali criticità in ambito ambientale. In particolare:

– Lr 14/1999 organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decen- tramento amministrativo. Gli articoli 111 e 112 riguardano le competenze della regione e le funzioni e i compiti delle province, quest'ultime limitate alla vigilanza e controllo sulle emissioni atmosferiche, alla tenuta del catasto delle emissioni e all'esercizio delle funzioni amministrative concernenti le autorizzazioni per la costruzione di nuovi im- pianti industriali; – Dgr 1316/2003 e Dgr 128/2004 la regione Lazio ha emanato due delibere di riferi- mento per le azioni da intraprendere in caso di eventi a maggiore criticità ambientale. Tali provvedimenti riguardano le aree dei comuni di Roma e Frosinone secondo quan- to emerso dal piano di zonizzazione della qualità dell'aria; – Legge regionale 6/2008 disposizioni regionali in materia di architettura sostenibile e bioedili- zia; – Dgr 66/2009 approvazione del Piano di risanamento della qualità dell'aria, con il quale si persegue l'obiettivo del miglioramento della qualità dell'aria, attraverso misure di con- tenimento e di riduzione delle emissioni inquinanti; – Dgr 133/2010 adozione del protocollo ITACA regione Lazio residenziale e non residenziale, ai sensi della legge regionale 6/2008; – Dgr 217/2012 nuova zonizzazione del territorio regionale e classificazione delle zone e agglomerati ai fini della valutazione della qualità dell'aria ambiente.

3.2 Acqua e risorsa idrica, suolo e sottosuolo

NORMATIVA A LIVELLO COMUNITARIO

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Le principali direttive europee che hanno influenzato il quadro normativo italiano in mate- ria di protezione delle acque dall'inquinamento, sono:

– Direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai ni- trati provenienti da fonti agricole; – Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane; – Direttiva 98/83/CEE concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano; – Direttiva 2000/60/CE disposizione del parlamento europeo e del Consiglio che isti- tuisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque; – Direttiva 2006/11/CE riguarda disposizioni sull'inquinamento provocato da certe sostanze pericolose scaricate nell'ambiente idrico; – Direttiva 2006/118/CE riguarda la protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento; – Direttiva 2009/128/CE disposizione che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi; – Direttiva 2009/90/CE individua specifiche tecniche per l'analisi chimica e il monitoraggio dello stato delle acque - Direttiva 2000/60/CE; – Direttiva 2008/105/CE concernente standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque - modifica e successiva abrogazione delle direttive del Consiglio 82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE e 86/280/CEE, nonché modifica della direttiva 2000/60/CE; – Direttiva 2008/56/CE direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino.

NORMATIVA A LIVELLO NAZIONALE

– Legge 319/1976 (legge Merli) recante norme per la tutela delle acque dall'inquinamento; – Legge 183/1989 recante norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo; – Legge 36/1994 (legge Galli) disposizioni in materia di risorse idriche; – Dlgs 152/1999 modificato con Dlgs 258/2000 reca le disposizioni per la tutela delle ac- que dall'inquinamento e recepisce la direttiva 91/271/CE; – Dlgs 31/2001 attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano, definisce i requisiti di qualità delle acque, fissandone "valori di parame- tro" che non possono essere superati a garanzia di una totale e certa assenza di rischio; – Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii. norme per la tutela ambientale. Provvede al riordino, al coor- dinamento e all'integrazione delle disposizioni legislative in materia ambientale; – Dlgs 49/2010 pone agli enti competenti in materia di difesa del suolo, l'obiettivo di mitigare le conseguenze per la salute umana, per il territorio, per i beni, per l'ambiente, per il patrimonio culturale e per le attività economiche e sociali, derivanti da eventi al- luvionali.

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NORMATIVA A LIVELLO REGIONALE

– Lr 53/1998 organizzazione regionale della difesa del suolo in applicazione della legge 183/89; – Lr 38/1999 norme sul governo del territorio; – Lr 17/2006 disciplina regionale relativa al programma d'azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e all'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamen- to, delle acque di vegetazione dei frantoi oleari e di talune acque reflue; – Dcr 42/2007 approvazione del Piano Regionale di Tutela delle Acque regionali (Ptar) ai sen- si del Dlgs 152/99 e ss.mm.ii.; – Dgr 44/2013 attuazione delle disposizioni di cui all'art.120 del Dlgs 152/06 e ss.mm.ii., individuazione della rete di monitoraggio delle acque superficiali della Regione Lazio.

3.3 Paesaggio e biodiversità

NORMATIVA A LIVELLO COMUNITARIO

– Direttiva 92/43/CEE concernente la conservazione degli habitat naturali; – Convenzione sulla diversità biologica, Rio de Janeiro - 1992, ratificata con legge 124/1994; – Convenzione europea del paesaggio, Firenze - 2000, ratificata dal governo italiano nel dicembre 2005; – Direttiva 2009/47/CE (ex 79/409/CEE) relativa alla conservazione degli uccelli selvatici.

NORMATIVA A LIVELLO NAZIONALE

– Legge 394/1991 legge quadro sulle aree protette; – Legge 157/1992 di attuazione della Direttiva 79/409/CEE e ss.mm.ii.; – Dpr 357/1997 di attuazione della Direttiva 92/43/CEE e ss.mm.ii.; – Dlgs 42/2004 codice dei beni culturali e del paesaggio; – Legge 14/2006 ratifica ed esecuzione della convenzione europea del paesaggio; – Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii. provvede al riordino, al coordinamento e all'integrazione delle disposizioni legislative in materia ambientale; – 2010 strategia nazionale per la biodiversità.

NORMATIVA A LIVELLO REGIONALE

– Lr 46/1977 recante la costituzione di un sistema di parchi regionali e delle riserve naturali. Con questa legge la Regione Lazio è stata una delle prime ad operare in materia di aree na- turali protette; – Lr 29/1997 norme in materia di aree naturali protette regionali;

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– Lr 42/1997 norme in materia di beni e servizi culturali del Lazio; – Lr 38/1999 norme sul governo del territorio; – Lr 8/2012 conferimento di funzioni amministrative ai comuni in materia di paesaggio ai sensi del Dlgs 22 gennaio 2004, n.42.

3.4 Energia

NORMATIVA A LIVELLO COMUNITARIO

– Direttiva 2002/91/CE recante il rendimento energetico in edilizia; – COM (2006) 545 piano d'azione per l'efficienza energetica. Illustra una serie di politiche e di azioni per intensificare il processo finalizzato a conseguire entro il 2020 un risparmio annuo dei consumi di energia primaria; – Direttiva 2006/32/CE direttiva sull'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici, in particolare fornisce un quadro normativo per rafforzare la cooperazione in materia di efficienza energetica a livello europeo; – COM (2007) 1 comunicazione della commissione al Consiglio europeo e al parlamento europeo. Una politica energetica per l'Europa. L'obiettivo indicato dalla commissione è quello di ri- durre (rispetto ai valori del 1990) del 30% le emissioni di gas da effetto serra; e un'ulte- riore riduzione di almeno il 20% da conseguire comunque entro il 2020, come impe- gno perentorio da parte dell'Ue.

NORMATIVA A LIVELLO NAZIONALE

– Dlgs 192/2005 di recepimento della direttiva comunitaria Direttiva 2002/91/CE rela- tiva al rendimento energetico in edilizia; – Dm 20 luglio 2004 nuova individuazione degli obiettivi quantitativi per l'incremento dell'efficien- za energetica negli usi finali di energia, ai sensi dell'art. 9, c. 1, del Dlgs 16 marzo 1999, n.79; – Dm 18 dicembre 2008 incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ai sensi dell'art.2, c. 150, della legge 24 dicembre 2007, n.244 (legge finanziaria 2008); – Dlgs 83/2012 recante misure urgenti per la crescita del Paese - decreto legge convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n.134 (capo IV misure per lo sviluppo e il rafforza- mento del settore energetico); – Dlgs 102/2014 relativo all'attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza ener- getica.

NORMATIVA A LIVELLO REGIONALE

– Lr 14/1999 organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decen- tramento amministrativo. Disciplina l'organizzazione a livello regionale e locale delle fun- zioni e dei compiti amministrativi trasferiti e delegati dallo Stato a norma degli artt.117

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e 118 della Costituzione, perseguendo l'obiettivo di concorrere a realizzare un ampio ed efficiente decentramento amministrativo. Tra queste funzioni rientra anche la mate- ria dell'energia (art.50): ricerca, produzione, trasporto e distribuzione di qualsiasi forma di energia, comprese le fonti rinnovabili, l'elettricità, l'energia nucleare, il petrolio e il gas naturale; – Lr 15/2004 disposizioni per favorire l'impiego di energia solare termica e la diminuzione degli spre- chi idrici negli edifici; – Lr 6/2008 disposizioni regionali in materia di architettura sostenibile e bioedilizia; – Dgr 133/2010 adozione del protocollo ITACA regione Lazio.

3.5 Rifiuti e bonifiche

NORMATIVA A LIVELLO COMUNITARIO

– Direttiva 91/156/CEE recante modifica della direttiva del Consiglio del 18 marzo 1991 che modifica la direttiva 75/442/CEE relativa ai rifiuti; – Direttiva 91/689/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa ai rifiuti pericolosi; – Direttiva 94/62/CE direttiva del parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 1994, su- gli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio.

NORMATIVA A LIVELLO NAZIONALE

– Dlgs 22/1997 recante attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/ CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio; – Legge 426/1998 nuovi interventi in campo ambientale. Vengono definite le prime aree di interesse nazionale da ricomprendere nel programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale previsto dalla medesima legge, allo scopo di individuare gli interventi di in- teresse nazionale, gli interventi prioritari, i soggetti beneficiari, i criteri di finanziamen- to dei singoli interventi e le modalità di trasferimento delle relative risorse; – Dm 471/1999 relativo al regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicu- rezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell'art.17 del Dlgs 22/1997 e ss.mm.ii.; – Dm 468/2001 regolamento recante programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale. Tale provvedimento individua i siti di interesse nazionale (SIN) ai fini della bonifica, tra i quali il SIN Frosinone. Con Dm 11/01/2013 è stato declassato a sito di interesse regionale (SIR); – Dm 2/12/2002 e Dm 23/10/2003 perimetrazione del sito di interesse nazionale di Frosinone; – Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii. provvede al riordino, al coordinamento e all'integrazione delle dispo- sizioni legislative in materia ambientale (aggiornamento Dlgs 4/2008);

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– Dlgs 205/2010 recante disposizioni in attuazione della direttiva 2008/98/CE del parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive; – Legge 116/2014 legge di conversione del Dl 91/2014 recante disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea.

NORMATIVA A LIVELLO REGIONALE

– Lr 71/1983 recante prima disciplina regionale in materia di smaltimento dei rifiuti solidi ed inter- venti finanziari per la realizzazione delle relative opere nei comprensori di "Cassino-Formia-Gaeta" e dei "Castelli Romani"; – Lr 38/1995 recante disciplina regionale in materia di smaltimento dei rifiuti di cui al Dpr 10 set- tembre 1982, n.915 e ss.mm.ii., funzioni regionali, provinciali e comunali; – Lr 27/1998 recante disciplina regionale della gestione dei rifiuti e ss.mm.ii.; – Lr 23/2006 recante modifiche alla legge regionale 9 luglio 1998, n.27; – Dgr 451/2008 bonifica di siti contaminati - linee guida - indirizzi e coordinamento dei procedimen- ti amministrativi di approvazione ed esecuzione degli interventi disciplinati dal Dlgs 152/2006, par- te IV, titolo V e dalla legge regionale n.27/1998 e ss.mm.ii.; – Dcr 14/2012 approvazione del piano di gestione dei rifiuti del Lazio, ai sensi dell'art.7, c.1 del- la legge regionale 9 luglio 1998, n. 27; – Dgr 591/2012 approvazione del documento denominato "adeguamento del piano regionale delle bo- nifiche dei siti contaminati del Lazio di cui alla Dcr 112/2002.

3.6 Campi elettromagnetici

NORMATIVA A LIVELLO COMUNITARIO

– Raccomandazione 1999/512/CE raccomandazione del Consiglio relativa alla limitazio- ne dell'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 Hz. GUCE legge 30 luglio 1999, n.199; – Rettifica della direttiva 2004/40/CE relativa alle prescrizioni minime di sicurezza e di sa- lute relative all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici) - GU legge 30 aprile 2004, n.159.

NORMATIVA A LIVELLO NAZIONALE

– Legge 36/2001 legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elet- tromagnetici; – Dpcm 08/07/2003, fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni dei campi elettrici e magnetici alla fre-

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quenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti. In base al quale è stato definito il regime dei limiti normativi da rispettare connessi al funzionamento e all'esercizio degli elet- trodotti; – Dpcm 08/07/2003, fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni dei campi elet- trici e magnetici ed elettromagnetici a frequenze comprese tra 100 Khz e 300 Ghz. In base al quale è stato definito il regime dei limiti normativi da rispettare per le emissioni a radiofrequenza, escluse le sorgenti pulsate quali i radar; – Dlgs 259/2003 codice per le comunicazioni elettroniche con l'iter autorizzativo degli impianti; – Dm 29/05/2008 approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di ri- spetto per gli elettrodotti (GU n.156, del 5 luglio 2008 - Suppl. Ordinario n.160); – Dm 29/05/2008 approvazione delle procedure di misura e valutazione dell'induzione magnetica (GU n.153, del 2 luglio 2008).

NORMATIVA A LIVELLO REGIONALE

– Dgr 1138/2000 disposizioni per l'installazione, la modifica e l'esercizio di impianti di radiocomu- nicazioni. (BURL n.16, del 10 giugno 2000); – Rr 1/2001 regolamento regionale per la disciplina delle procedure per l'installazione, la modifi- ca ed il risanamento di sistemi radioelettrici (BURL n.7, del 10 marzo 2001 - suppl. ordinario n.8); – Dgr 141/2014 aggiornamento al programma di monitoraggio della rete regionale di sorveglianza della radioattività ambientale nella regione Lazio. Programma di monitoraggio 2013-2014 (art. 104, Dlgs 230/95).

3.7 Rumore

L'inquinamento acustico costituisce un importante problema ambientale, in grado di incide- re negativamente sulla qualità della vita della popolazione. Il traffico stradale rappresenta la principale e più diffusa sorgente di rumore, soprattutto nelle aree urbane, e di sicura impor- tanza nella determinazione dell'esposizione della popolazione al rumore. Di non scarsa rile- vanza, sono altresì da considerare, il traffico ferroviario e il traffico aereo.

Ulteriori possibili fonti di rumore sono le attività industriali, artigianali, agricole, commer- ciali, i cantieri e altre attività temporanee quali concerti, spettacoli, ecc. I dati attualmente disponibili, a livello nazionale, sull'esposizione al rumore della popolazione sono ancora scarsi e spesso poco confrontabili, a causa delle diverse tecniche di rilevamento e di analisi utilizzate.

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NORMATIVA A LIVELLO COMUNITARIO

– Direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale.

NORMATIVA A LIVELLO NAZIONALE

– Dpcm 1/1991 recante limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'am- biente esterno; – Legge 447/1995 legge quadro sull'inquinamento acustico. Introduzione del rumore nell'am- biente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, tale da interferire con le legittime funzioni degli ambienti stessi; – Dpcm 14/11/97, in ottemperanza a quanto disposto dalla legge 447/95 vengono in- dividuati i valori limite delle sorgenti sonore articolati, secondo l'impostazione di cui al precedente Dpcm 1/1991, in funzione di 6 classi di destinazione d'uso del territorio, alle quali corrispondono altrettanti valori limite da rispettare nei due periodi di riferi- mento (diurno e notturno); – Dlgs 194/2005 di recepimento della direttiva comunitaria Direttiva 2002/49/CE rela- tiva alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale. Per le infrastrutture dei trasporti è previsto che i valori limite assoluti di immissione e di emissione, all'interno delle rispettive fasce di pertinenza, siano fissati con gli specifici decre- ti attuativi:

– Dlgs 285/1992 nuovo codice della strada; – Dm 31/10/97 metodologia di misura del rumore aeroportuale. Disciplina le procedure sia per la classificazione degli aeroporti e del loro intorno in relazione al livello di inquinamen- to acustico prodotto, che per la definizione delle caratteristiche dei sistemi di monito- raggio da porre in essere; – Dpr 459/1998 disposizioni in materia di inquinamento acustico derivante da traffico ferrovia- rio; – Dm 29/11/2000 recante criteri per la predisposizione, da parte delle società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto o delle relative infrastrutture, dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore; – Legge 179/2002 disposizioni in materia ambientale; – Dpr 142/2004 disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico deri- vante dal traffico veicolare.

NORMATIVA A LIVELLO REGIONALE

– Lr 18/2001 disposizioni in materia di inquinamento acustico per la pianificazione ed il risanamento del territorio - modifiche alla legge regionale 6 agosto 1999, n.14. Stabilisce disposizioni per la

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determinazione della qualità acustica del territorio, per il risanamento ambientale e per la tutela della popolazione dall'inquinamento acustico.

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4. La metodologia del processo di valutazione

Il processo di valutazione del nuovo piano regolatore urbanistico comunale pone in rela- zione le scelte pianificatorie con le risorse ambientali, valutandone i possibili impatti, al fine di stabilire le condizioni di ammissibilità e/o le misure di mitigazione da introdurre, per eliminare o ridurre gli eventuali impatti negativi presenti. Le risorse ambientali trattate in questa sede, riguardano tutto il complesso di componenti ambientali, di fattori fisici, socio- economici e culturali che caratterizzano il territorio cassinate nonché, più in generale, l'am- bito territoriale che è prevedibile risulti interessato dagli effetti positivi o negativi, legati all'attuazione dello strumento urbanistico. L’individuazione dei possibili impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del piano regolatore generale comunale (definiti dal c. 1, art. 12 del Dlgs 152/2006) viene sviluppata attraverso una valutazione qualitativa degli effetti ambientali. Utilizzando lo strumento dell’analisi matriciale, vengono individuate le relazioni "causa-effetto" tra le azioni di piano e gli obiettivi specifici assunti come parametri di riferimento per le componenti ambientali ritenute pertinenti, esprimendo un giudizio qualitativo sulle caratteristiche dell’impatto atteso (impatto potenzialmente negativo, impat- to potenzialmente positivo, impatto incerto).

Operazione preliminare allo svolgimento dell’analisi matriciale è quella di definire per cia- scuna componente ambientale, i parametri di riferimento ritenuti pertinenti attraverso la presente indagine dello stato delle risorse e sulle eventuali criticità presenti in relazione agli specifici campi di applicazione del piano urbanistico. L’indagine è condotta sulla base dei dati e delle fonti attualmente disponibili presso l’amministrazione comunale e gli altri enti competenti.

Le componenti ambientali assunte nell’analisi sono:

– popolazione e salute umana; – aria e fattori climatici; – acqua e risorse idriche; – suolo e sottosuolo; – beni culturali e paesaggistici;

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– natura e biodiversità; – energia; – rifiuti e bonifiche; La scelta dei parametri di riferimento è stata effettuata sulla base degli indicatori proposti dall'agenzia per la protezione dell'ambiente della regionale Lazio (Arpa), in occasione del ri- lascio del parere sulla stesura del rapporto ambientale del comune di Formia e dal catalogo obiettivi - indicatori 2011 per il monitoraggio del contesto ambientale curato dall’Ispra, come sostegno per la stesura della Vas. Per quanto riguarda la componente popolazione i para- metri sono stati invece selezionati a partire dai dati rilevati dall’Istat per la redazione del 15° censimento generale della popolazione e delle abitazioni.

In relazione agli specifici parametri di riferimento selezionati, verrà riportata per ciascuna componente ambientale una preliminare individuazione della significatività degli impatti in relazione alle azioni di piano.

Il sistema di analisi dei possibili effetti significativi si baserà, come per la valutazione di coe- renza esterna, sulla formulazione di un giudizio sintetico utilizzando la seguente scala di va- lori:

– () - colore verde: impatto atteso positivo e comunque compatibile con il contesto ambientale di riferimento e con le risorse ambientali presenti; – () - colore giallo: non è individuabile un impatto atteso significativo con ripercussioni dirette sulla componente ambientale considerata; – () - colore rosa: impatto atteso potenzialmente negativo che può richiedere eventuali misure di mitigazione; – (-) - colore grigio: impatto atteso non valutabile o non pertinente. Per lo svolgimento dell’analisi matriciale, inoltre, gli obiettivi e le azioni di piano saranno ar- ticolate in tre categorie:

– localizzazione, che sintetizza l’effetto delle scelte localizzative legate all’individuazione delle aree di intervento e alla loro destinazione funzionale in relazione alla specifiche condizioni del contesto urbano e ambientale; – pressione, ovvero le azioni riconducibili alle scelte dimensionali dell’intervento che rappresentano i principali contenuti della variante al PRG vigente e che ragionevolmente potrebbero costituire delle potenziali criticità indotte dalle previsioni di piano sulle componenti ambientali; – mitigazione, che include la azioni derivanti da specifiche scelte progettuali funzionali e morfologiche e descrive il loro effetto di mitigazione sugli impatti generati dal piano.

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L’individuazione dei possibili impatti ambientali verrà condotta quindi partendo dall’analisi della pressione definendo quindi degli impatti potenziali, a questa analisi verrà aggiunta per via cumulativa quella relativa agli impatti derivanti dalla localizzazione dell’intervento e quella relativa agli impatti derivanti dalla mitigazione.

A conclusione dell’analisi verrà formulato un giudizio complessivo sugli impatti sulle diver- se componenti ambientali.

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