<<

nostro secolo, possa essere ora sacerdote supremo si chiamava Melissa così trascurato e deserto. Essen (il re delle api). I legami La storia Peccato! Se le risorse calabresi tra le api e Demetra possono fossero più congrue si potrebbe di Pasquale Attianese avere la loro ragione anche in ripopolare come una volta il ciò che questi insetti, viventi in centro, così ricco di palazzi ma, una comunità ordinata, sono il ancor di più, di chiese. simbolo della vita dello Stato, Il nome Melissa, dal punto di vi- del quale ultimo Demetra era la sta etimologico, ha a che fare col creatrice. Le api simboleggiano nome greco Meli-toz Melissa, altresì la fondazione delle colo- miele, ape. Era anche il nome nie, la forza inebriante del miele di una sacerdotessa di Delfi e e l’entusiasmo, (da qui Pindaro, di alcune figlie di Melisseo. Dal Pythica 4, 106, chiama ape del- Lessico Classico (Zanichelli), fica la Pythia). 1991, pag. 758) si ricava: le api che dai fiori traggono il loro dol- ce nutrimento, furono messe in ll paese di Melissa, attualmente vario rapporto con le ninfe, che in preda ad un abbandono da sono le divinità alimentatrici del- parte di numerosi suoi abitanti, la fiorente vita della natura. Si costretti ad emigrare all’estero o raccontava che una ninfa chia- al Nord Italia, per la scarsa eco- mata Melissa (= la placatrice, da nomia, si trova arroccato su un colle, con una superficie di melissa, meilissa) aveva sco- 50,94 Km quadrati. Quota alti- perto i pregi e l’uso del miele e metrica massima m 256. Gli che perciò, alle api, s’era calabriadato il attuali abitanti sono 4716, e cer- nome di melissai. tamente sono in via di diminu- Lo stesso nome si dava pure zione per effetto del sempre più alle sacerdotesse, specialmente massiccio fenomeno migratorio a quelle di Demetra, la dea che al quale da anni il paese è sot- procura agli uomini l’alimento toposto. La posizione del paese delle biade (Il miele e le api era- (In alto) Torre Melissa (In basso) L'antico borgo di Melissa moderno si svolge attorno al no simbolo di nutrimento) ed a nucleo originario del vecchio paesequelle di Artemide Efesia, il cui castello, di cui restano, purtrop- po, scarse rovine. Molte sono le case abbandona- te o cadenti. Passeggiando bel per le vie del borgo si avverte a piene mani un senso di malinconia e di tri- stezzail profonda. Non sembra possibile che un centro, tanto frequentato fino all’inizio del

www.ilbelpaesecalabria.it situato sulla via Egnazia da Sa- lonicco a Florina). Centro civico della fascia collinare presilana, è stato specialmente noto per i fatti di sangue verificatisi nel 1948, che affrettarono l’ema- nazione della legislazione sul- la spartizione del latifondo. Nel territorio, nei pressi dell'antica miniera di zolfo, vi era una fonte d'acqua termale detta di S. Do- menica (acqua solforosa, usata per i bagni nella dermatosi ed emessa da argille turchine del periodo terziario). La cinta mura- ria medievale ed il Castello feu- dale, con gli avanzi della Cortina e torrione cilindrico, sono attual- Zona Frischia mente in stato di abbandono. E' superstite, invece, un fortilizio In “Le colonie Italo-albanesi di feudale (presso Torre Melissa) , Storia e demografia, Il Complesso edilizio fortificato secoli XV-XIX”, di D. Zangari eretto nel 1500 dai Principi di a pag. 132 si dice: «S. Nicola (in località “Valle Va- dell’Alto e sorgono nel- calabriagno” presso la stazione ferro- la regione del Marchesato e, più viaria di T. Melissa) è stato di precisamente, nel territorio di Grotte rupestri recente restaurato. I monumenti Melissa, alla fortuna del cui feu- più importanti sono: gli avanzi Più innocente allusione farebbe, do questi due casali albanesi, del fortilizio di età rinascimenta- invece, derivarne l’etimologia dal per molto tempo, furono asso- le; le torri angolari speronate e ciati. La conoscenza topografica nome della ninfa, la quale “Melli- dovrebbe aprirci la via ad affron- ficum prima invenit et hinc data tare i quesiti preliminari del loropaese est occasio fabulandi Melissam sviluppo storico e demografico, in apem fuisse conversam”. ai primi contatti con la popola- L’impronta dell’antico suggello zione indigena, all’epoca del comunale recava incisa una nin- loro stanziamento.bel fa boschereccia, appoggiata col Ed in primo luogo, diciamo, che gomito sinistro su un tronco di il più assurdo fanatismo per le arboscello, dai cui rami pendo- il no sciami d’api su favi di miele, stregonerie, cui si aggiunge la posizione e la formazione del mentre essa tiene le dita della terreno ove Melissa s’adagia, tra mano destra su le api, in atteg- cave e grotte sotterranee, diede giamento di prendersi cura delle impulso alla fantasia dei suoi medesime”. abitanti, ad immaginare che, dal- Da “Calabria”, Guida artistica ed la maga di tal nome, coeva della archeologica, dizionario coro- Sibilla Cumana, traesse origine grafico, L. Pellegrini Edit. 1972, il paese» [Cifr. Quanto sulle stregonerie di Emilio Barillaro pag. 55-56: scrisse Caterina Pigorini-Beri, in “In Cala- «Melissa (greco: Melissa, ape, bria”, Torino Casanova 1892, 103-104]. miele: cifr. Melissi, centro greco Chiesa Madre di S. Nicola www.ilbelpaesecalabria.it Chiesa Madre di S. Nicola: interno cordonate; la torretta merlata e La spiaggia di Torre Melissa le guardiole. Molto interessante la Chiesa di Crotone 34 Km. È sito a m 265 S. Maria dell’Udienza: l'Oratorio s.l.m. (ab. 4800, territorio Kmq rurale, sito fuori dell’abitato civi- 50,94), sul costone di una roc- co – Icona della Titolare». cia a picco di un profondo bur- Da “La Provincia di Crotone” di rone inaccessibile per secoli dal G.B. Maone, Graficart Crotone mare, tanto che solo nel 1958 fu 1991, Melissa: “Il Giustiniani possibile superare le difficoltà e scrive che gli scrittori calabre- collegare i due abitanti. Fu feu- si considerano antichissimo do dei Sambiase, dei De Riso, questo paese che sarebbe fon- dei Morano, dei Malatacca, dei dato da Melisso, re di Creta, o Campitelli, dei Pignatelli, che lo dei Melissei della stessa isola. tennero sino all’eversione della Il toponimo Melissa, ricordato feudalità”. anche da Ovidio nelle Meta- calabriaDalla sua storia emergono due morfosi, deriva dal greco ape, grandi tragedie: la prima il 1633, come testimoniano le api dello con la morte del feudatario che stemma comunale; secondo al- esercitava lo “ius primae noctis”; la seconda il 29 Ottobre 1949, con la morte a Fragalà in con- flitto con la polizia, dei contadini Angelina Mauro, Giovanni Zito paese e Francesco Nigro, fatto che accelerò l’approvazione delle leggi della Riforma agraria. Sul posto, il sacrificio dei contadini è Portale Chiesa dell'Udienzabel ricordato da un monumento del il Treccani.

Alla scalinata d'accesso resti di colonne (Dall'alto in basso) - Chiesa di S. Maria: e di strutture; sul portale stemma degli campanile, abside e facciata Spinelli. Alcuni avanzi archeologici nel capoluogo: resti di una cinta e di un tri deriverebbe dalla fama che castello. Nella frazione Torre, nei pressi vi godeva la maga Melissa. Il della stazione ferroviaria, torre di guardia Aragonese, di proprietà privata, capoluogo (la frazione Torre è ben conservata. a 12 Km, sulla costa) dista da Panorama di Torre Melissa www.ilbelpaesecalabria.it Centro eminentemente agrico- Alcuni avanzi archeologici nel lo (con la riforma 404 contadini capoluogo: resti di una cinta e ebbero assegnati 1437 Ha di di un castello. Nella frazione poderi e di quote integrative), Torre, nei pressi della Stazione famoso per il suo vino “Melissa”, ferroviaria, torre di guardia che gareggia con quello di Cirò Aragonese, di proprietà privata, ben conservata. e Cirò Marina. Tuttavia il reddito pro-capite è relativamente bas- so (£. 6.420.000) ed il problema dell’emigrazione è sempre vivo e continuo nel . Nella frazione Torre, alcune iniziative in atto per la valorizzazione tu- ristica, vanno man mano conse- guendo un buon successo turi- stico soprattutto per la mitezza del clima, la limpidezza delle ac- Questo territorio ospita i vitigni più que marine e le lunghe distese antichi e prestigiosi della Magna Grecia di spiaggia a sabbia bianca. Numerose le chiese: nella Parrocchiale, dedicata a S. Francesco, si conserva una Chiesa di S. Giacomo: parte lapide bella statua del Paolano in legno di carpino, di notevole pregio artistico. La Chiesa dell’Udien- za, del 1700, nei pressi del cimi- calabria tero ha un bel portale di pietra; nell’altare centrale, tre paliotti intarsiati con gesso colorato, opera di un artigiano locale dei

Resti della Chiesa di S. Maria delle paeseGrazie primi anni del 1700. Nella Chiesa cinquecentesca di S. Giacomo si conserva un monu- bel mentino rinascimentale con lapi- de dedicata al feudatario che Manufatto che deturpa l'assetto archi- esercitava, come già accenna- tettonico e urbano del centro storico. il to, lo ius primae noctis; il busto osceno, che completava il monumento, nell’800 è stato polverizzato ed usato come stucco [Notizia, questa rivelatasi non corrispondente al vero, in quanto la statua del conte, in frammenti è tuttora conservata nella sacrestia della chiesa]. Alla scalinata d’accesso resti di Chiesa di S. Giacomo: monumento colonne e di strutture; sul porta- rinascimentale con lapide le stemma degli Spinelli. La Torre www.ilbelpaesecalabria.it