UNIONE COLLINARE: ALTO ASTIGIANO

Comune di MONTAFIA

Montafia, centro di origine medioevale, costituiva una delle più importanti roccaforti delle colline artigiane. Si hanno testimonianze dall’inizio del XII secolo della presenza del Castello, di cui oggi rimangono solo gli imponenti bastioni che dominano il borgo. Il maniero fu più volte distrutto e ricostruito; la tradizione vuole che nel 1154 esso sia stato dato alle fiamme dall’imperatore Federico Barbarossa. Anticamente il luogo era chiamato Meletum , per la presenza di paludi e zone umide. Pare che il toponimo derivi la prima parte dal verbo montare , nell’accezione dialettale montà, salita; la seconda parte deriva probabilmente dal nome Alpheus. Montafia significherebbe dunque la salita di Alfeo . Il paese, situato sulla sinistra orografica del torrente Triversa , si sviluppa con andamento lineare sulla dorsale appoggiata alla rocca.

Elementi urbani Viale alberato di ingresso al Dall’incrocio tra la Strada Provinciale Villafranca- paese con la Strada Provinciale per Villanova d’Asti, si accede al paese percorrendo un bel viale alberato, uno degli ultimi esempi di questo elemento urbano che un tempo caratterizzava quasi tutti i borghi del Monferrato Astigiano. Oggi di questo elemento urbano si può avere esempio negli ingressi alberati di alcune importanti ville rurali. Piazza passante del Il Municipio, ospitato in una palazzina restaurata Municipio recentemente, si affaccia sulla piazza passante, principale centro della vita civica e collettiva del borgo. Dopo la piazza, oggetto di un accurato intervento di recupero, si raggiunge via Roma che conduce fuori del centro abitato.

Frazioni Bagnasco, il CIRAAS e il Montafia appartiene alla tipologia di paese diffuso: il suo Centro Mostre nella ex territorio è densamente insediato con frazioni, nuclei scuola elementare abitati e case sparse. La frazione più significative è senza dubbio Bagnasco,anche se, i residenti, preferiscono definirsi “comune aggregato” uno dei più suggestivi esempi di recinto (cerchio di case attorno al castello e alla cappella) nel Monferrato Astigiano . Bagnasco fu per molto tempo un paese autonomo, dotato di un proprio Castello. Questo fu distrutto nel tardo medioevo, ma le sue mura sono ancora leggibili nella caratteristica disposizione in cerchio delle case del paese, lungo la via che porta il nome di via del Recinto. Un’altra significativa traccia delle antiche fortificazioni è rappresentata dall’arco d’ingresso. La Parrocchiale è dedicata a San Biagio, patrono di Bagnasco e risale al XVI secolo. Bagnasco è nota anche per i numerosi soffitti in gesso decorato che ornano numerose abitazioni e che sono stati schedati e studiati dal CIRAAS che ha sede nel concentrico. Il Centro Internazionale Ricerche ha anche lavorato a lungo per ricostruire la storia dei “picapere” (scalpellini). In collaborazione con il comune e con l’Ecomuseo bma il Centro organizza annualmente una mostra sui temi del territorio, nella ex scuola elementare. Nell’antico cimitero del borgo si trova la Chiesa romanica di San Giorgio, l’antica pieve dalla quale dipendeva, tra le altro, la Chiesetta di San Martino a Montafia. Composta da tre navate terminanti in altrettante absidi, la prima edificazione è tra l’XI e XII

1 secolo. All’interno della Chiesa si conservano alcuni affreschi risalenti a epoche diverse, tra il XV e il XVII secolo. L’affresco principale dell’abside centrale raffigura San Giorgio a cavallo che uccide il drago. Fruizione: aperta negli orari di visita del cimitero

Elementi singoli Sito del Castello fantasma Il primo documento che testimonia l’esistenza del Castello risale al 1108. Secondo il cronista Bruno Giorgio di Chieri fu Alfia de Variselli che, nel secolo XII, avrebbe munito il luogo di un Castello turrito e di una fitta rete di grotte e sotterranei. Il fortilizio, considerato una delle più imponenti roccaforti dell’astigiano, era circondato da un largo fossato e da un alto bastione. Distrutto e riedificato più volte nel corso dei secoli, è descritto nel Settecento come una ricca dimora signorile dotata di terrazzamenti e di preziosi giardini. Nei primi decenni del XVIII secolo, infatti, il feudo di Montafia fu acquisito da Michele Imperiali, terzo principe di Francavilla, che decise di stabilirvi la propria dimora di campagna. Di questo edificio oggi non rimangono che pochi resti, mentre sono tuttora visibili gli imponenti bastioni d’accesso sulla strada che porta alla Parrocchiale ed al suo sagrato. Parrocchiale di San Dionigi La Parrocchiale intitolata a San Dionigi fu costruita nei e il vicolo sottomuro con il primi decenni del XVIII secolo sul luogo dove già collegamento al sito del sorgeva una Chiesa. Castello fantasma I lavori furono promossi da Maria Irene Delfina di Simiana, moglie del principe Michele Imperiali, contestualmente alla ricostruzione del Castello. La Chiesa fu dotata di una sobria ed imponente facciata classicheggiante che si può ammirare ancora oggi. L’interno, ben conservato come la parte esterna, è caratterizzato da una decorazione a stucco e dagli altari laterali di gusto rococò. La balaustra dell’altare principale, in marmo di Gassino, è opera ottocentesca dello scalpellino Biagio Sartorelli di Bagnasco . Fruizione: durante le funzioni religiose

Sulla piazza Don Bosco, piazza sagrato della Parrocchiale, cui si arriva percorrendo un suggestivo vicolo sottomuro lungo gli antichi bastioni, si apre l’ingresso al sito del Castello. Chiesa di San Martino Sulla sommità del Colle della Varisella , all’interno del cimitero, sorge la Chiesa romanica di San Martino. Essa fu la parrocchiale del paese fin quando gli abitanti di Varisella e Cacciarie si raccolsero intorno al colle dell'attuale Montafia. Pregevole è l’apparato decorativo nella parte esterna dell’abside: la fascia superiore ha una cornice continua a scacchiera in rilievo realizzata in pietra chiara; poco al di sotto, si nota una serie ininterrotta di archetti, con un bestiario scolpito. All’interno della Chiesa, in prossimità dell’arco absidale, è conservato un affresco, probabilmente del XVI secolo, rappresentante San Martino che dona il mantello al povero.

2 Fruizione: sempre aperta Palazzina Liberty su via Nel paese si possono ancora ammirare alcuni edifici del Roma primo Novecento. Su via Roma si affaccia un elegante edificio Liberty, in mattoni a vista, che oggi ospita la Farmacia comunale. L’edifico ha su un lato un balcone belvedere che si apre sulle verdeggianti colline circostanti.

Elementi particolari Strade panoramiche Montafia è al centro all’area di fruizione turistica denominata Colline dei Boschi . Le strade di collegamento con i nuclei ed i borghi vicini, che intervallano tratti di dorsale con ripidi saliscendi in mezzo ai boschi, sono di alto valore paesaggistico e ambientale. Soffitti di gesso e picapere In numerose case contadine del paese, soprattutto nelle frazioni Zolfo e Bagnasco, sono conservati i tipici soffitti in gesso, diffusi nell’area del Monferrato Astigiano . Si tratta di pannelli portanti in gesso misto a canne o altre elementi lignei, decorati con motivi a rilievo. Per raccontare le vicende costruttive e decorative dei soffitti di gesso, il CIRAAS ha organizzato svariate mostre e pubblicazioni. La Sala Museale Paolo Sartorelli , ubicata nella sede del CIRAAS a Bagnasco, è dedicata invece alla lavorazione della pietra ad opera della famiglia Sartorelli che si fermò definitivamente a Bagnasco nel 1700, Fruibilità: contattare il CIRAAS, tel 0141997066; www.ciraas.it Fonti solforose Nel territorio di Montafia, lungo il fondovalle, esistono due fonti di acqua solforosa. Esse sono situate adiacenti la strada pianeggiante che, seguendo il corso del torrente Triversa , collega Cerreto a Villafranca. La prima si trova poco lontano dalla frazione Bagnasco. La seconda, la cui caratteristica fontana è stata restaurata nel 2005, è sita in frazione Zolfo, ai piedi del concentrico di Montafia.

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Avvenimenti Festa d'estate , 3a domenica di giugno Inaugazione mostre del CIRAAS, 15 agosto Festa patronale di San Dionigi , 3 a domenica di ottobre Festa della Comunità Collinare Alto Astigiano , itinerante nei comuni dell’Unità Collinare

Siti internet http://www.comune.montafia.asti.it/ http://www.altoastigiano.it http://www.ciraas.it http://www.ilmonferrato.info/bs/montaf/montaf1.htm http://www.lacabalesta.it/testi/comuni/montafia.html http://web.infinito.it/utenti/s/shadoweb/Bagnasco/main.htm

Bibliografia I soffitti di gesso nel Basso Monferrato , a cura di E.FIANDRA, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, CIRAAS, Provincia di Asti, 2000 Alberto Gatti fotografo 1848-1904. Montafia: ambiente e territorio , catalogo della mostra, 1979 C. BOBBA, Antiche zecche della provincia di Asti: Asti, Cisterna, , Incisa, , Montafia, Passerano, Rocca d'Arazzo , Asti 1971 G. CLARETTA , I signori di Montafia, , , Varisella e : dissertazione storico-critica e genealogica. Con documenti in Giornale araldico-genealogico diplomatico , 1882-1883 E. DEZZANI, Montafia: cenni storici , Asti 1951 E. FIANDRA, I soffitti di gesso nel Basso Monferrato , Roma 1971 G. GASCA QUEIRAZZA, C. MARCATO, G. B. PELLEGRINI, G. PETRACCO SICARDI, A. ROSSEBASTIANO, Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani , Torino 1997, p.408 Il Piemonte paese per paese, vol. IV, Firenze 1994, p.330-332 G. PEIRA, Caratteristiche di alcune fonti situate nella zona dell'Alto Astigiano , Tesi di laurea, Università di Urbino, Facoltà di Farmacia, a.a. 2001-2002 R. ROSSETTI, Da Montafia, note rusticane. Versi , Asti 1909 T. VALENTE, F. ZANCHETTIN, Montafia (Frazione Bagnasco): S. Giorgio in Chiese romaniche nella Provincia di Asti. Frammenti di storia da salvare , 1982

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