Musica E Musicisti

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Musica E Musicisti CONTRAPPUNTI FIAMMA NICOLODI - -- 19 - - - Come si organizzò la vita musicale italiana durante il fascismo' Quali MUSICA E furono le principali correnti e quanta fortuna riscossero' Secon­ MUSICISTI do quali strategie si articolò il rap­ NEL porco musicisti-potere' -A queste VENTENNIO FASCISTA e ad alt re complesse domande il volume si propone di dare una risposta, altingendo per la pri­ ma volla dai documenti inediti degli archivi storici del regime Li re 4800U I", "'.1.... 1 Ih""b""" I .. ,\',,,, .1,.1,. tJII..,-, , ISBN 88 -7656-005·X OENTI\O IL NOVECENTO COI\ I\ENTI MUSICAU NEL VENTENNIO F...SCIST... .6, ma del seco ndo Quartelto di Alfano nella propria abitazione. Festa del Consiglio nazionale de lle Corporazioni, del Consiglio supenore grande, alla presenza dei criti ci romani più distinti che elogia rono il delle belle arti, del D irettorio nazion ale fascista dei musicisti e, sul più specifico versant e degli incarichi musicali; d iresse il Liceo (poi Conser­ Q uartetto napoletano (G. De Rogaris Procida, r' vl., R. Finizio, 2" vl., S. Scarano, v.la, S. Viterbini, vcl.], l'abile fattur a dell a com posizione ­ vetorto) G . Verdi di Torino (1923'39), fu sovrintendente del Teatro poco più tardi ded icata all'ospite illustre -, ma soprattutto l'amabile Massimo di Palermo (194° -42), titolare de lla cattedra di «Studi sul sera ta offerta dal padron e di casa. Piaggeria, affinità di vedute, comu­ teat ro lirico » al Conserva torio di S. Cecilia (dal 19-n); fece pane de lla nione di amorosi e pratici sensi, bisogn i econ om ici primari: chi sa? giuria nei principali concorsi italiani di composizione (nel '40 fu Q uesta fu comu nque la pittu ra d 'ambiente stesa con penna insolita­ invitato a Weim ar pe r i premi internaz ionali de lla H itler Jugend e della mente addomesticata dall'anrim odern ista Bru no Barilli, il quale, si not i Gioven tù italiana del [ittorio . GiI ). bene, fmiva per rit rarre M ussolini con alcune di qu elle immagini Ma proprio l'esperienza palermitana permette di aprire uno spira­ eroiche e virili già riservate al suo primo (e più forte) amore musicale; glio su alcune inccngruità di livelli operativi, sulle lace razioni spesso Gi usep pe Verdi. (E dunque; gioco di ironica finzione o traslin erazione profonde che il processo integrativo perseguito da l regime poteva naturale di un mito ugualmente amato ?); pr ovocare. Scriven do a M ussolini, Alfano avrebbe infatti lamentato il ruolo Entrando nell'abitazione dd Presidente dci Consiglio ci si seme subito <lO anti-a rtistico » di funzionario che era stato chiamato a ricoprire al accolti colla pi ù famigliare: semplicità. {...] Contempliamo un momento que­ Teatro Massim o (che prevedeva oh retuno il condiz ionamento e la st'uomo che ha raggiunto miracolosamente l'apogeo della potenza. Con un supe rvisjone del MinCulPop e dell a Direzione generale pe r il teatro); gesto egli fermò gli slanci sediziosi di un popolo deluso dalla guerra e ne «un vero asservimento .., dirà, «con tutte le alee, le responsabilità disperse gli impeli insani. Egli domina oggi la nazione con tUIiO il peso della sua incommc:nsurabile volontà, la stringe in pugno. la rjsolleva, ne ottiene una amm inistrative - cioè assoluramenre ami-a nisriche - e (...l l'obbligo di forza immensa e l'innalza verso l'avvenire: sprofondato in una poltrona, una stabile residen za (quasi un esilio) .. a Palermo". gamba sull'altra e il capo appoggiato alla spalliera, in posa di chi è stanco e Do po appena d ue anni giunsero puntuali le dimissioni perch é, come soddisfano, Benito Mussolini offre tutto il suo volto muscoloso, pallido e Ione avrebbe confessato il musicis ta all'amico Amedeo Gi annini, « no n è alla luce che piove dal soffino. Immobile, senza batter ciglio, parla ora a bassa proprio < mestiere > d 'un artista fare il sovrint ende nte d 'un teatro voce con chi gli è piti vicino; si placa nella quiete musicale l'eecilazione e il qualsiasi quando non si è libe ri di dare agli spenacoli un indirizzo fervore della sua giornata di lavoro e la sua faccia si vela di calma come il proprio »98. fuoco che diventa cenere. L..] La macchina istituzionale del fascismo , alla qu ale ci si era dimostrati Il maestro Alfano gli siede accanto, impettito e compreso. [...} Secondo il fieri di appartenere e collaborare, dedicandole spesso le proprie nostro parere il nuovo lavoro di F. Alfano è degno della piu seria considerazio­ ne. [...] Ora senza ricorrere colla mente ai capolavori del passato e ricordando migliori energie e che magari aveva saputo garant ire convenienti sopratuttc quello che i nosrri tempi ci possono dare, noi dobbiamo riconoscere app annaggi econom ici e una confacente carriera, viene vissut a adesso molta solidità costruttiv a, molta saggezza corurappunnsrica e una notevole co me un insaziabile e disumano Moloc. Ma per le recriminazioni, l logica tema tica nel poderoso lavoro del M. Alfano. La sua musica piena di sensi di disgusto, le pratiche esorcistiche è ormai tardi. voluminosità armoniche, corposa e sonora segue sempre una linea di svolgi­ mento necessario; ed è quadra, simmetrica, ordinata, ricca e piena di un"attivi­ tà istrumentale sostenuta e vigorosa. La sua struttura è larga e i ritmi più Ildebrando Pnretti diversi vi svolgono un giuoco vario, opport uno e felicissimo%. Lo smacco subito con le prime nomine all'Accademia d 'Italia nel Ildebrando Pizzerti, Gian Francesco M alipiero, Alfredo Casell a: tre '29 (la sua candidatura era stata presentata dall'ex -nazionalista Rob erto studi-campione sulla generazione dell'So che dal canto nostro non Forges-Davanzati) e che si ripet erà dieci anni più tard i, quando dal vorremm o considerare circosc ritti ai mu sicisti pr esi in esame, ma ballottaggio uscirà eletto Cile a, è compensat o per Alfano da altre , assumere - fer ma restando l'individualità delle singole (storie >- come anche se meno pr esugiose investiture. D ivenne membro della Corpora­ modelli di confronto per molti altri artisti - coetanei e pi ù giovani -, zione delle profession i e de lle arti (in rappresentanza dei composito ri), gravitant i in quello stesso cenacolo di élite, con i quali essi condivisero 97 Lerre ra di F. Alfano a Mus.olini, da Firenze, 16 maggio 1941 [ACS SPD OI\D 18 I % Il. MI\ILLI , Cro ,, (Jch~ mu,ica/' romane. Una ura/a in Cala del Due(' in G L ' A rt ~ ' wl. 9Il Leltera di F. Alfano aJ A. Giannini , da Sun R~mo , 17 luglio t942 [xcs AG fa .cis ta », Il ('927), n . 4 , p. In; cfr. anch~ 1\. DE RENSIS, M"SIoli'li ~lIsiCIJla cìr., ~ .1 2). pp. 24 ·2} . qll ,66 CORR ENTI MUSICA LI NEL VENTENN IO FASCISTA DENTRO Il. NOVECENTO "7 non poche idee, con formandosi agli stessi (o analoghi) meccanismi di Risalgono al r907-08 i primi saggi sull'opera francese, An,me et integrazione con il regime. Barbebleue di Dukas e Pelleas el MéliJande"" (ma su Deb ussv era Il venrennic non significò per alcuno dei tre compositori un periodo intervenuto fin dal 1904 con un articolo che per la prima volta rivelò a di ìnsolvenee lavorat iva, dì letargo o di emarginazione. E dunque Prezzolini, suo compagno di studi a Reggio Emilia, il genio del grande semp licistico suona negare il problema dei rapporti con il fascismo o la Claudio) 100: due contribu ti fondamentali pio per le proiezioni riflessive benevola iscrizione di questa stagione entro parentesi londa, qua si che e creative adombrate, che per i rilievi srilisrici addoni. Dalla puntualiz­ venti ann i potessero essere cosi facilmente cancellati. Ma improp rio e zazione analitica delle conquiste - per le due opere parla di « perfezio­ fuorviante è d'altro canto il reperimento di un'indistinta e omologa ne .. -, dal fascino sottile di quest' <Il arte ammalata» 101 e anche, in sigla (fascis ta l per tutto ciò che in quel tempo fu fatto. negativo, dai presunti errori riguard anti un'inadeguata attenzione al Se difficile, per non d ire impossibile, risulta accertare in che misura, rapporto parola-musica 102, pare affacciarsi e prendere corpo una molla con quale fede, spontaneità, ecc. la dittatura venne accetta ta dai nostri com pensativa che invita al cimen to: artisti, forse di maggior imeresse è vedere sia come il terreno d'intesa fu ideolcgicameme prepa rato (pio che provocato) dagli antefatti, sia Noi italiani un nostro, veramente nostro dramma lirico non l'abbiamo ancora, come l'aspetto proteitorme rivestire dal fascismo in campo musicale né possiamo sperare ce lo diano i maestri della nostra cosidena giovine lCUOUz. E pure io spero fermamente in un rinnovamento musicale prossimo, e pure io consenu adesio ni e collaborazioni [più o meno attive) da parte dell'ala ho fede che fra i giovani musicisti italiani ci sia l'ignoto che all'Italia di domani contemporanea di indirizzo conservatore (con Pìeaemì, come da quella darà iJ dramma lirico quale deve essere, quale non è ancora, quale non è stato mode rnisra (con Malipiero e Casella). mai 1(1). Da notare ancora che il legame che uni ognuno di quest i musicisti al fascismo non si configura con caratteristiche di anomalia e di eccenrri. L'opera italiana dell'Bee, il melodramma, che pure Pizzeni non cità, ma come un segmento su scala ventennale di un pio organico cessa di ammirare, sia come valore coruinuativo di una tradizione modo di porsi di ciascuno di loro di fronte alle strutture del mondo carica di < autenticità" sia per alcuni dementi snlistici di verosimiglian ­ reale: liberali, totalitarie e più tardi democratiche (ciò che appunto za drammarurgica (il gioco apparente delle asimmetrie nella continuità giustifica o, se si vuole, incoraggia, il tipo di indagine intrapresa
Recommended publications
  • L'opera Italiana Del Novecento
    PIERO MIOLI L'OPERA ITALIANA DEL NOVECENTO MANZONI MILANO, 2018 PREMESSA Cento anni: così Giuseppe Rovani volle intitolare il suo grande romanzo storico-ciclico, narrando vicende comprese fra il 1750 e il 1849 e fra l’altro largheggiando di curiose situazioni e riflessioni musicali (l’edizione definitiva del libro è del 1868-69); e così dovrebbe pur chiamarsi questo sommario panorama del '900 teatro-musicale italiano, nonostante tutti gli imbarazzi che presiedono a tali quadrature cronologiche e tutti i rischi che esso corre fornendo forse più dati che idee. Cent’anni, un secolo, un lungo segmento temporale tutto sommato finito da poco: ma se la fine di questo fatidico '900 si trova a sfumare nell’inizio del secolo seguente, il '100 del Duemila che è in corso, altrettanto si deve riconoscere oggi e si sarà asserito allora del suo inizio sfumato dalla fine del secolo precedente. Nell’impossibilità, dunque, di fissare un avvio riferibile a un preciso fattore di carattere sociale, civile, culturale, per non dire artistico e musicale, sarà provvedimento modesto e rassegnato ma almeno utile e chiaro quello che accetta di dare l'inizio al semplicissimo 1901 e la fine all'altrettanto schietto 2000, permettendosi il credibile lusso di procedere qualche anno ancora. L’imbarazzo non viene a mancare, s’intende, né s’abbassa il rischio, ma da parte sua, almeno, la matematica non ammette né repliche né sfumature. Prima di pervenire al corpo del discorso diacronico, descrittivo, impostato insomma come una giusta suddivisione in periodi, è però sembrato bene fornire degli schizzi storico-culturali che sappiano inquadrare degnamente, si spera, le fasi storiche del genere, un genere significativo ma assai esigente come il teatro d’opera italiano: dunque il diverso “panorama” sincronico promesso dall’indice comprende gli elementi generali, alcuni fenomeni particolari, i luoghi teatrali nel loro complesso e qualche teatro in vista più di altri, ovviamente e principalmente le prime culle della nuova produzione operistica.
    [Show full text]
  • Ildebrando Pizzetti
    ILDEBRANDO PIZZETTI Nato a Parma nel 1880, Ildebrando Pizzetti fu iniziato dal padre allo studio del pianoforte; studiò poi Composizione al Conservatorio della sua città ed ottenne il Diploma nel 1901, mettendosi ben presto in luce con le musiche di scena per “La nave” di D'Annunzio (nel 1908); nello stesso anno assunse la cattedra di Armonia e Contrappunto al Conservatorio di Firenze, che diresse poi dal 1917 al 1923. Nel 1924 venne nominato direttore del Conservatorio di Milano, che lasciò nel 1936 per assumere la cattedra di perfezionamento in Composizione, lasciata vacante da Ottorino Respighi, all'Accademia di Santa Cecilia di Roma (fra i suoi allievi si ricordano Nino Rota, Mario Castelnuovo – Tedesco, Gianandrea Gavazzeni e molti altri). All'intensa attività creativa, il musicista affiancò fin dalla giovinezza quella di critico, di musicologo e di direttore dei propri lavori teatrali e sinfonici in tournées artistiche non solo in Europa, ma anche nell'America del Nord. Fu poi anche presidente dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia (dal 1949) e negli ultimi anni della sua vita diresse l'Istituto di Studi Verdiani a Parma. Anch’egli fu insignito dei titoli di Grande Ufficiale e Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Partendo dalla produzione strumentale, specificamente dai suoi due Quartetti per archi, dai due Trii per pianoforte e archi, e dalla Sonata per violino e pianoforte, si nota un gusto per la freschezza melodica che troviamo anche nelle pagine operistiche come Fedra e La figlia di Jorio di Gabriele D'Annunzio, in Fra' Gherardo, Lo straniero, Orseolo, Assassinio nella cattedrale (da Eliot) e Clitennestra, l'ultima sua opera.
    [Show full text]
  • La Filosofia Della Musica Di Giannotto Bastianelli E L'opera Di Ildebrando Pizzetti
    De Musica, 2019 – XXIII(2) Musica come dramma: la filosofia della musica di Giannotto Bastianelli e l'opera di Ildebrando Pizzetti Marco Brighenti Abstract Giannotto Bastianelli (1883-1927), critico, pianista e compositore, svolse un ruolo centrale nel rinnovamento musicale italiano del primo Novecento. In particolare, le sue due opere estetiche maggiori, La crisi musicale europea (1912) e Il nuovo dio della musica (1927), si pongono quasi come manifesto programmatico di quella che Massimo Mila chiamava la “generazione dell’Ottanta” (Casella, Malipiero, Pizzetti, Respighi). In particolare, Bastia- nelli fu il primo fra i critici e musicologi a comprendere la natura innovatrice dell’opera di Ildebrando Pizzetti (1880-1868). Il musicista parmense risco- priva i modi dell’antica musica medievale in vista di una purificazione e idea- lizzazione dello stile, equidistante sia dall’esuberanza melodica verista che dai vari sperimentalismi europei, in vista della creazione di un Dramma Mu- sicale astorico e atemporale. Nel saggio si ripercorrono le fasi del sodalizio artistico e umano di Bastianelli e Pizzetti, e i punti di contatto estetico, con una particolare attenzione all’influsso dell’estetica di Benedetto Croce. Keywords : Idealismo italiano; Filosofia della musica; Generazione dell’ot- tanta Quest’opera è distribuita con licenza Creative Commons At- tribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale 16 De Musica, 2019 – XXIII(2) Abstract Giannotto Bastianelli (1883-1927), critic, pianist and composer, played a cen- tral role in the Italian musical renewal of the early twentieth century. In par- ticular, his two major aesthetic works, The European Music Crisis (1912) and The New God of Music (1927), are almost a manifesto of what Massimo Mila called the "Generazione dell'80" (Casella, Malipiero, Pizzetti, Respighi).
    [Show full text]
  • ELETTRA Di Giraudoux
    ELETTRA di Giraudoux PERSONAGGI ELETTRA CLITENNESTRA AGATA LA MOGLIE DI NARSETE EUMENIDI IL MENDICANTE EGISTO IL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE IL GIARDINIERE IL RAGAZZO I MAGGIORDOMI Invitati, soldati, servì, scudieri, ancelle, mendicanti. La corte interna del palazzo di Agamennone. ATTO PRIMO Scena prima. Uno straniero(Oreste) entra, accompagnato da tre bambine, mentre dall’altra parte arrivano il giardiniere vestito a festa e gli invitati del villaggio. Prima bambina. Com'è bello il giardiniere! Seconda bambina. Lo credo. È il giorno delle sue nozze. Terza bambina. Ecco, signore, questo è il palazzo di Agamennone- Lo straniero. Che strana facciata! È diritta? Prima bambina. No. Manca l’ala destra. Sembra di vederla, ma è un miraggio. Come il giardiniere che viene qui per parlarvi. Invece non viene e non potrà dire neanche una parola. Seconda bambina. Oppure belerà. O miagolerà. Il giardiniere. La faccia è diritta, straniero; non date retta a quelle bugiarde. Ciò che vi trae in inganno è che il lato destro è costruito in pietra celtica, che trasuda in certe stagioni; allora gli abitanti della città dicono che il palazzo piange. Mentre il lato sinistro è di marmo argivo il quale si illumina all’improvviso anche di notte, nessuno ha mai saputo perché. E allora dicono che il palazzo ride. Il fatto è che in questo momento il palazzo ride e piange allo stesso tempo. Prima bambina. Così è sicuro di non sbagliare. Seconda bambina. È proprio il palazzo adatto a una vedova. Prima bambina. O ai ricordi d'infanzia. Lo straniero. Non rammentavo una facciata così sensibile. Il giardiniere.
    [Show full text]
  • Lettura De L'oro Di Ildebrando Pizzetti
    FACOLTA’ DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE MODERNE Corso di Laurea in Filologia Moderna TESI DI LAUREA SPECIALISTICA in CRITICA LETTERARIA E LETTERATURE COMPARATE LETTURA DE L’ORO DI ILDEBRANDO PIZZETTI RELATORE CORRELATORE Prof.ssa Francesca Petrocchi Prof. Franco Carlo Ricci LAUREANDA Elisa Zampetta Matr. 42 Anno accademico 2007 - 2008 LETTURA DE “L’ORO” DI ILDEBRANDO PIZZETTI INDICE 1 PREMESSA 4 CAPITOLO PRIMO: UN NUOVO IDEALE MUSICALE 1.1 Orizzonti musicali italiani del primo Novecento 8 1.2 La generazione del 1880 16 CAPITOLO SECONDO: ILDEBRANDO PIZZETTI. 2.1 Biografia 22 2.2 Incarichi e collaborazioni 26 CAPITOLO TERZO: MUSICA E DRAMMA 3.1 Teoria del dramma: rivoluzione del dramma ottocentesco 31 1 CAPITOLO QUARTO: L’ORO 4.1 Ideazione de L’Oro 39 4.2 Tema dell’opera 42 4.3 Sinossi 47 CAPITOLO QUINTO: ANALISI COMPARATA ATTO PRIMO: MUSICA E TESTO 5.1 L’ouverture 67 5.2 Personaggi dell’opera 72 5.3 Duetto tra Giovanni e Cristina 81 5.3 Scene corali 87 CAPITOLO SESTO: ANALISI COMPARATA ATTO SECONDO 6.1 Introduzione 91 6.2 Intermezzo corale 93 6.3 Secondo duetto tra Giovanni e Cristina 95 6.4 Finale del secondo atto 102 CAPITOLO SETTIMO: ANALISI COMPARATA ATTO TERZO 7.1 Introduzione 105 2 7.2 Scena prima: Giovanni e il figlio 108 7.3 Terzo duetto tra Giovanni e Cristina 112 7.4 Finale: scena corale 118 LIBRETTO 123 CONCLUSIONI 173 RIASSUNTO IN LINGUA INGLESE 178 APPENDICE: Carteggi e critica musicale 180 OPERE E COMPOSIZIONI DI ILDEBRANDO PIZZETTI 184 NOTA BIBLIOGRAFICA 187 3 PREMESSA Tutte le vie dell’uomo sembran dritte all’uomo; ma il Signore pesa i cuori (G.
    [Show full text]
  • The Cambridge Companion to Twentieth-Century Opera Edited by Mervyn Cooke Frontmatter More Information
    Cambridge University Press 0521780098 - The Cambridge Companion to Twentieth-Century Opera Edited by Mervyn Cooke Frontmatter More information The Cambridge Companion to Twentieth-Century Opera This Companion celebrates the extraordinary riches of the twentieth- century operatic repertoire in a collection of specially commissioned essays written by a distinguished team of academics, critics and practitioners. Beginning with a discussion of the century’s vital inheritance from late-romantic operatic traditions in Germany and Italy, the wide-ranging text embraces fresh investigations into various aspects of the genre in the modern age, with a comprehensive coverage of the work of individual composers from Debussy and Schoenberg to John Adams and Harrison Birtwistle. Traditional stylistic categorizations (including symbolism, expressionism, neo-classicism and minimalism) are reassessed from new critical perspectives, and the distinctive operatic traditions of Continental and Eastern Europe, Russia and the Soviet Union, the United Kingdom and United States are subjected to fresh scrutiny. The volume includes essays devoted to avant-garde music theatre, operettas and musicals, and filmed opera, and ends with a provocative discussion of the position of the genre in today’s cultural marketplace. © Cambridge University Press www.cambridge.org Cambridge University Press 0521780098 - The Cambridge Companion to Twentieth-Century Opera Edited by Mervyn Cooke Frontmatter More information The Cambridge Companion to TWENTIETH- CENTURY OPERA ..............................
    [Show full text]
  • Pizzetti Ildebrando
    PIZZETTI ILDEBRANDO Compositore italiano (Parma 20 IX 1880 - Roma 13 II 1968) 1 Figlio di un professore di pianoforte ed insegnante di teoria nella scuola musicale di Reggio Emilia, studiò nel conservatorio della città natale (1895-1901), prima con T. Righi (armonia e contrappunto), poi con G. Tebaldini (composizione), al quale dovette una stretta conoscenza del canto gregoriano e della polifonia vocale, che avrebbero avuto poi largo impiego nella sua produzione. A 17 anni aveva già composto varia musica religiosa, un poemetto sinfonico dal titolo Extrase e un Canto di guerra ispirati, rispettivamente, a V. Hugo e ad Ossian. Sabina fu il primo tentativo teatrale, cui seguì I bevitori d'acqua, ma i due tentativi rimasero allo stato di abbozzo. Si diplomò nel 1901 e in questo stesso anno insegnò al conservatorio di Parma nel corso di quartetto. Nel 1902, ritenendo ancora che l'unica forma di opera musicale fosse il melodramma fiorito di melodie, fermò la sua attenzione su Le Cid. Con quest'opera sperò di vincere il concorso bandito da un'importante casa editrice, ma la partitura non venne accolta perché incompleta. Nel 1905, scartata l'idea di un'opera su Enea, rivolse la sua attenzione ad un argomento di carattere contadino (Lena), imperniato su una figura di donna che al di là dei principi sociali afferma la superiorità dell'amore. Nacque da qui il tema fondamentale della drammaturgia pizzettiana e per di più in Lena c'è il germe di un'opera particolarmente cara a Pizzetti, L'Oro. Frattanto, dopo essere stato sostituto di C. Campanini al Teatro Regio di Parma, nel 1907 ottenne l'incarico di composizione nel conservatorio della stessa città e l'anno successivo passò a Firenze, al conservatorio Cherubini, per la cattedra di armonia e contrappunto.
    [Show full text]
  • Il Rapporto Pizzetti-Tebaldini, Articolo Paola Cirani
    287 PAOLA CIRANI Il rapporto Pizzetti-Tebaldini nell’Epistolario della Sezione Musicale della Biblioteca Palatina di Parma. Nuovi spunti per la ricerca Con lettera datata 28 dicembre, alla fine del 2005, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali comunicava all’allora Direttore della Biblioteca Palatina di Parma, Leonardo Farinelli, il parere favorevole riguardo alla proposta di acquisto in antiquariato di un nutrito gruppo di documenti, che si ritenevano smarriti, relativi a Ildebrando Pizzetti (Parma, 1880-Roma, 1968),1 con contestuale assegnazione degli stessi alla Sezione Musicale della Biblioteca.2 La medesima Istituzione, già dal 1968 – per lascito testamen- tario e in alcuni momenti successivi –, era venuta in possesso dell’impo- nente raccolta di scritti3 e volumi esistenti nello studio romano di Pizzetti, congiuntamente ad arredi, quadri e altri oggetti appartenuti al musicista;4 pertanto, tale incremento del patrimonio andò a inserirsi in un contesto 1 Ildebrando Riccardo Innocenzo Giuseppe Pietro Pizzetti, nato a Parma in Borgo Strinato (Strada Felice Cavallotti), era figlio primogenito del ventisettenne Odoardo e della ventiseienne Teresa Fava. Odoardo si era trasferito da Parma a Reggio Emilia per insegnarvi solfeggio e pianoforte. 2 Dal 2016 la Biblioteca Palatina fa parte del Complesso Monumentale della Pilotta, assieme a Galleria Nazionale, Museo Archeologico Nazionale e Teatro Farnese. 3 Prima dell’arrivo a Parma del materiale facente parte del Lascito testamentario, Bruno Pizzetti, figlio di Ildebrando, vendette gli originali delle lettere maggiormente significative alla casa d’aste Christie’s; tali scritti furono acquisiti dall’Archivio Storico dell’Enciclopedia Italiana Treccani di Roma. Nel 1996 e in periodi successivi, Bruno donò alla Sezione Musicale della Biblioteca Palatina altro materiale documentario.
    [Show full text]