Gentes, anno II numero 2 - dicembre 2015 Strategie e pratiche delle culture contemporanee Tutte le Maestà conducono al turista domenicale alla ricerca di sollievo dalla calura colle1 estiva, seguendo le sirene delle mille sagre paesane che allietano i castelli e i villaggi della verde campa- Elvio Lunghi gna umbra, richiamato dal profumo di porchette e di Dipartimento di Scienze Umane e Sociali salsicce, di torta al testo e di focacce. Magari speran- Università̀ per Stranieri di do d’incontrarvi altrettante Madonne e santi stecchi- ti di quanti ne ha ammirati sfogliando i depliant del Abstract sistema museale regionale. Magari a Bastia, magari Le chiese delle campagne umbre erano un tempo ricche di immagini di- pinte o scolpite da artisti di età medievale o rinascimentale. Gran parte a Ospedalicchio, a Balanzano, come lo informano le immagini in essi contenute sono state distrutte o disperse nei musei di civette statistiche che fanno dell’Italia il più cospicuo tuttodi questi il mondo. edifici Per sono una stati fortunata rinnovati coincidenza in epoche si asono noi salvatepiù prossime le sole Mae le- giacimento di beni culturali al mondo: il nostro pe- està: edicole viarie decorate da una immagine mariana accompagnata - trolio, addirittura. Giunto a Colle, nel cuore del nodo vozione popolare furono protette dall’usura delle intemperie grazie alla stradale che ispirò a Dante Alighieri i versi del canto costruzioneda figure di santi,di una che cappella, per essere alle cui diventate pareti furono oggetto dipinte di una innumerevoli forma di de immagini sacre. Di queste Maestà se ne vedono alcune nel contado che XI nel Paradiso, e che oggi è la via di fuga quando c’è circonda l’ospedale di Collestrada, lungo la strada che collega Perugia ressa per l’ingresso dall’E 45 all’Ipercoop, sulle terre ad : luogo descritto da Dante Alighieri in un celebre verso della Divina Commedia. che appartennero un tempo all’Ospedale della Miseri- cordia di Perugia: si chiederà cosa c’è da vedere oltre Keywords: edicole viarie, pittura medievale, Dante Alighieri, Vincenzo Gioacchino Pecci, l’arco che immette nella corte del castello, prima della

delle danze. Vedrà le mura di pietra schiudersi in al- Un viaggiatore che percorra in auto la E45, risalen- trettantefila alla cassa nicchie della che sagra, hanno prima perso di gligettarsi intonaci nel dipinti,vortice e dove fanno mostra di sé lo stemma dell’Ospedale, o prende il nome dal ponte di San Giovanni sarà allie- il Grifo di Perugia, che qualcuno provò a salvare pri- tatodo il dacorso un delnodo fiume improvviso Tevere, all’altezzadi palazzine del eguado di villini che ma che qualcun altro li portasse via. E poi vedrà uno monofamiliari alternati a magazzini e capannoncini spazioso cortile che fa da corte a una brutta chiesa: di artigianali disposti in pittoresco disordine. Dove il quelle che il vescovo Vincenzo Gioacchino Pecci, non ancora diventato papa, fece ricostruire nel XIX secolo si apre e mostra un valico per il quale s’immette la per togliere l’abitudine ai cristiani di seppellire i loro bretellafiume fa che un’ansa, devia averso mezzogiorno Oriente con la digail nome di cemento di Stra- morti sotto i piedi. Ma non era questo il castello da- da Statale 75, per riprendere subito un discorso che vanti al quale san Francesco combattè la sua guerra parla di case e di magazzini, oltre i quali la natura ride contro Perugia? Non è questo il belvedere che dà sul- di mille colori. Qui la Valle Tiberina prende il nome di la «fertile costa onde Perugia sente freddo e caldo»? Valle Spoletana, e tutte e due di Valle Umbra. Forse il Due tristi Vergini Assunte del Sei-Settecento e un gri- viaggiatore non se ne è accorto, ma è questo uno degli gio santo di Benedetto Bandiera: tutto qui? Se dovessi orizzonti più celebri del bel Paese «dove il sì suona», illustrare al pubblico che frequenta queste sagre pa- esane le opere d’arte un tempo presenti nel castello parla di san Francesco: «Intra Tupino e l’acqua che di Collestrada, una volta visto il poco che resta all’in- discendeche mise /in del bocca colle al elettofiorentino dal beato Dante Ubaldo i versi /dove fertile si terno della chiesa parrocchiale - due Madonne baroc- costa d’alto monte pende». Eccola lì Assisi sulla costa che e un santo tridentino - la sola strada percorribile di un colle, tutta bianca e rosa davanti alla macchia è forse quella che praticai due anni fa per il poco che verde del monte Subasio. Con le sue chiese dalle pa- resta tra Piscille e Sant’Enea, tra Santa Maria Rossa e reti coloratissime che invitano a pensare: “Qui tutto è arte, tutto è bellezza!” Se poi la sera, lontano dalle luci Tevere: trascrivere il verbale della visita pastorale del di Assisi o di Perugia, di o di , questo cardinalela Madonna Fulvio del Piano,Della Corgna, sulla sponda commentare destra della notizia fiume delle immagini perdute e descrivere attentamente le - immagini conservate. Per Collestrada seguire le tappe la “Festa grossa” nel castello di Collestrada di Perugia. Ho ripro- dell’itinerario percorso dal vicario vescovile Dona- posto1 È questo lo stesso un testo argomento che ho lettoil 15 l’11settembre agosto 20152015 all’internoper i “Martedì del to Turri, di colle in colle lungo la sponda sinistra del della Stranieri”: ciclo di conferenze, condiviso con Maria Rita Silvestrelli, che propone a un pubblico composto da colleghi, - studenti e amici perugini dell’Università per Stranieri di Peru- gia, ricerche inedite o vecchi studi sull’arte umbra medievale unfiume resto Tevere, della aidecorazione confini con più la diocesiantica: dise Assisi,c’è ancora pre e moderna. Ho potuto consultare le visite pastorali conservate qualcosa.stando attenzione Le visite pastorali agli edifici non che sono hanno come mantenuto una guida presso l’Archivio Diocesano di Perugia grazie alla cortesia di Isa- bella Farinelli. Paola Monacchia mi ha accompagnato nella visita rossa del Touring Club: non descrivono pedantemen- alla Madonna di Campagna nel contado di Collestrada. te luoghi e monumenti, con nomi di pittori e soggetti 207 Strategie e pratiche delle culture contemporanee Gentes, anno II numero 2 - dicembre 2015 di dipinti. Sono verbali che annotano le magagne tro- decenni dopo dal vescovo Vincenzo Ercolani, il quale vate ai cappellani che avevano in cura le chiese: se il trovò la chiesa di Sant’Ermete «parva, tecta, pavimen- Sacramento avesse il suo tabernacolo e se la pisside tata et quasi tota depicta»: con le pareti ricoperte di che lo conteneva fosse dorata o stagnata, se fazzoletti - e vesti multicolori fossero in ordine per le funzioni, cia, perché la chiesa fu integralmente ricostruita sotto se ci fossero libri e messali da mandare a memoria, ilimmagini. vescovo PecciDi queste nel XIX figure secolo. di santi non è rimasta trac se ci fossero pili per seppellire i defunti. Ma capitava Da Sant’Ermete Donato Turri si spostò alla chiesa di anche che il vicario descrivesse l’icona sopra l’altare San Giovanni, unita alla precedente, e vi trovò una maggiore: se era dipinta o in rilievo, se era su muro o conca di terra dall’aspetto indecente, un tempo utiliz- su tavola. Soprattutto se si trattava di immagini vene- zata come fonte battesimale. Anche questa chiesa ave- rate per un qualche miracolo che aveva attirato folle e va le pareti dipinte dappertutto, come segnalò dieci dato origine alla costituzione di una raccolta di tavo- anni più tardi il vescovo Francesco Bossi. Non ne ri- lette o di ex-voto per grazia ricevuta; o se si trattava di mane traccia. Da Brufa Donato Turri scese la costa in immagini mal messe perché antiche, da rimuovere e direzione di Ospedalicchio, estremo avamposto del bruciare e riporne le ceneri nel sacrario. Capitava an- contado perugino ben al dentro del contado assisano. che che fossero rammentati i titoli degli altari laterali A metà strada tra i due abitati, in mezzo ai campi col- e i nomi dei proprietari, nel caso dovessero provvede- tivati incontrò la chiesa della Madonna di Campagna, re alla penuria di arredi o far rinnovare le immagini che apparteneva all’ospedale di Santa Maria della Mi- consumate dal tempo. È evidente che più antica è la - data del verbale, più preziose sono le notizie che ri- lano originario del castello di San Gregorio in diocesi porta: perché col trascorrere del tempo l’aspetto de- disericordia Assisi. La di chiesa Perugia era e decoratache era officiata da un dipinto da un cappelmurale gli altari si adeguò alla riforma tridentina, mutando che ritraeva Maria Vergine e altri santi, oggetto di una rispetto ai tempi di costruzione di chiese e castelli. Il qualche devozione in ricordo di un atto vandalico che primo verbale che ci sia arrivato nella sua integrità fu aveva lasciato un segno sul volto di Maria in seguito al quello che il cardinale Fulvio Della Corgna inaugurò il lancio di un sasso, come riferì il cappellano interroga- 20 ottobre 1564, cioè l’anno seguente la conclusione to dal visitatore: «Et primo visitavit figuram beatissi- del Concilio nel castello di Trento. In realtà Fulvio Del- me Virginis in muro depictas cum alijs figuris hinc et la Corgna si limitò a muovere soltanto i primi passi e hic in forma devota cum signo in facie ut capellanus poi fece staffetta con un vicario individuato nella per- audivisse asseruit causato ex iactu lapidis et provenit sona dell’arciprete Donato Turri. Il quale proseguì la ex signo sic facto sanguis». In chiesa c’era un secondo altare, sotto il quale si leggeva il nome del donatore: del suo impegno capitò sulle colline a guardia di Assi- «Hoc opus fecit fieri dominus Prosperus de Assisio». La si,sua una corsa volta per ultimata almeno laun visita lustro ai e castellisolo nei sulle giorni sponde finali porta d’ingresso era normalmente spalancata perché del lago Trasimeno. Il 24 agosto 1568 Donato Turri i viandanti passandoci davanti potessero rivolgere uscì di Perugia dalla porta di San Pietro, attraversò il preci alla Madonna, ma il vicario ordinò che vi si met- Tevere e visitò la chiesa «sine cura» di Santa Maria di tesse un cancello di legno, per impedire che chiunque «ponte novo», nella quale non trovò nulla da segnalare potesse entrarci compiendovi sconcezze: soprattutto salvo ordinare alla donna che la custodiva di chiudere gli animali. Fu visitata anche la casa del cappellano, la porta a chiave e non usare la piazza antistante come che conservava al suo interno numerose prove della aia per tritare il grano. Dove sia questa chiesa non si devozione cresciuta intorno all’immagine. La chiesa sa: va cercata nella zona artigianale di Ferriera. Di se- della Madonna di Campagna è un buon esempio di - una condizione comune alle campagne perugine, dove stello di Brufa, dove entrò nella chiesa parrocchiale di non c’è quasi più nulla di antico nelle chiese parroc- Sant’Ermete,guito l’arciprete che salì apparteneva la collina fino alla a commenda raggiungere di il San ca chiali dei villaggi per le sistematiche ricostruzioni av- Luca dell’ordine gerosolomitano. Visitò il tabernacolo venute al tempo di Vincenzo Gioacchino Pecci (1846- in legno dorato posto sopra l’altare maggiore, al cui interno rinvenne quattro particole eucaristiche. So- stesso1877), primavescovo vescovo Pecci dia Perugia,favorire poila dispersione cardinale e infinedelle immaginipontefice conantiche il nome che di potevano Leone XIII trovarsi (1878-1903). al loro inter Fu lo- inpra rilievo. l’altare In trovò chiesa anche trovò un unpolittico secondo di legno altare con dedicato figure anon Sant’Ermete, identificate con di santiuna immaginee sopra ancora in rilievo un Crocifisso del san- alla costruzione delle chiese “Leonine”. Al contrario to, e con le pareti che mostravano «turpitudini» che hannono, per conservato raccogliere il leloro risorse aspetto finanziarie originario necessarie moltissi- ordinò di scialbare. Cosa fossero queste sconcezze lo me Madonne poste all’esterno di castelli e villaggi. si deduce dal verbale della visita che fu compiuta due Erano queste edicole sacre destinate a proteggere i 208 Gentes, anno II numero 2 - dicembre 2015 Strategie e pratiche delle culture contemporanee campi coltivati, quasi ovunque costruite per iniziativa dei proprietari dei terreni e poi diventate di pubblico dominio in seguito a eventi straordinari che avevano dalun librovestito in mano,fatto diidentificato peli di cammello dalla croce e dallainscritta parola nel richiamato una massa crescente di visitatori, con la «nimbo;Ecce a sinistra San Giovanni Battista,Ecce agnus identificato Dei. Ecce conseguente organizzazione di una festa patronale qui tollit peccata mundi»; a destra il profeta Daniele destinata a raccogliere elemosine per poter costruire » che si legge nel filatterio: « S. Daniel altricon una due lunga tondi barbacon personaggi bianca, identificato a mezzo busto:dal nome a sini « - Collestradaun edificio die Ospedalicchioculto da decorare ha le con caratteristiche immagini votive. di un » che si legge nel filatterio. Sopra ancora ci sono attoL’evento di vandalismo miracoloso nei verificatosi confronti neldi una contado Maestà tra rurale, Brufa, sporge la mano destra in un gesto di benedizione, a seguito da una forma di riparazione collettiva presso- stra una figura maschile alata vestita di bianco che

Pallotta a Perugia o per la Madonna della Carraia a Pa- chedestra saluta una Maria figura nel femminile racconto vestita dell’Annunciazione di azzurro con rife un- nicarola,ché identica dove a quantole immagini si verificò sacre per erano la Madonna state colpite della ritolibro nel in Vangelo mano, identificabilidi Luca. L’intradosso nell’arcangelo della nicchia Gabriele è nel corso di un gioco delle bocce da un giocatore irri- - tato per aver perso; o a quanto era avvenuto nei san- zo busto: la chiave di volta ha un agnello metafora di tuari di Santa Maria a Mongiovino o della Madonna Cristo;decorato nei da clipei cinque mediani, clipei con a sinistra altrettante c’è unfigure santo a mez con della Sbarra a Panicale, dove l’occasione che aveva barba e capelli bianchi e con due chiavi in mano, che - ritrae l’apostolo Pietro; a destra un santo con il capo ta l’abbandono e l’incuria in cui era stata lasciata una stempiato e una lunga barba scura, una spada e un li- preesistenteinnescato la costruzione edicola sacra. di Laun parete edificio di di testa culto della era Masta- bro in mano, che ritrae Paolo di Tarso; in basso a sini- donna di Campagna è decorata da due dipinti murali - che risalgono a due differenti età. Sotto c’è una sorta lata e una bandiera in mano, verosimilmente la di edicola viaria: cioè un muro con una nicchia che è martirestra una bretonefigura femminile Orsola; a condestra indosso una santa una veste vestita scol di decorata dappertutto di immagini. Sul fondo della nic- - zione. Su questo affresco mi trovai a scrivere quasi con un bimbo tra le braccia: la croce iscritta nel disco trent’annirosso intenta fa una a sfogliare succinta un scheda libro, d’incertaper un libro identifica di ico- chia compare una figura femminile vestita di verde e nella Madonna con Gesù bambino. Maria è seduta so- agli amici Pier Maurizio Della Porta, Ezio Genovesi e prache una circonda sorta ildi caposgabello, dell’infante dietro il identifica quale due il creature gruppo Corradonografia Fratini musicale (1987), in Umbria e trattai nel di secolo un pittore XV insiemeperugi- alate - angeli di aspetto femminile - stendono un drap- no del XIV secolo al quale spettavano vari affreschi tra po rosso. Altri due angeli sono lì a suonare un liuto e Assisi, Perugia, Deruta e Costano: pittore individuato una ribeca. Il bimbo si volta a sinistra - la destra di chi per primo da Giampiero Donnini nel 1977 collegando guarda - per compiere un gesto di saluto in direzione un San Cristoforo nel nartece di ingresso della basilica inferiore del San Francesco in Assisi a una Santa Giu- Quest’ultima ha in mano una spada e una ruota che la liana che protegge le sue monache conservata nella di una figura femminile in piedi accanto al trono. Galleria Nazionale dell’Umbria, ma proveniente dal monastero di Santa Giuliana di Perugia: affresco data- invecefanno identificareun uomo anziano in Santa dal capo Caterina nimbato, di Alessandria, con barba to al 1376. Lo stesso pittore fu attivo anche a Bettona, epatrona capelli deibianchi, filosofi vestito e dei dilegisti. casula A sinistrae di mitra, del un trono pasto c’è- dove dipinse nel 1380 una Maestà per il palazzo del rale e un libro in mano, che lo fanno riconoscere per Podestà e dieci anni più tardi (1394) alcuni affreschi un santo vescovo, anche se non ci sono elementi per nell’oratorio della confraternita di Sant’Andrea. La risalire a una identità precisa. Altrettanto anonimo è Maestà inglobata nella Madonna di Campagna fu di- il santo vescovo dall’aspetto giovanile che compare pinta negli stessi anni, cioè negli anni ottanta del Tre- all’esterno della nicchia, sulla sinistra, anch’esso ve- cento. Rivedendola a distanza di tempo non posso che stito di casula e di mitra: trovandosi il dipinto in terri- - torio perugino, nel contado di Porta San Pietro, si po- liche che vi compaiono sono del tutte identiche agli trebbe parlare dei santi patroni Ercolano e Costanzo, angeliconfermare che si questa pavoneggiano prima impressione: accanto alla Santale figure Giuliana ange nell’immagine che ha dato nome al gruppo. L’impor- tanza occupata dalla santa Caterina di Alessandria nel ma altrettanto plausibile è l’identificazione nei santi consesso dei santi e il gran numero di personaggi in- leRufino soluzioni e Vittorino, sono probabili patroni madi Assisinessuna città certa. confinante. L’archi- tenti alla lettura, o con un libro in mano, potrebbero voltoIn pratica: esterno senza della scritte nicchia o attributi è decorato identificabili, da tre tondi tutte con offrire una pista da seguire nella ricerca di un even- tuale committente, come se il proprietario del terreno figure a mezzo busto: in alto il Cristo benedicente con209 Strategie e pratiche delle culture contemporanee Gentes, anno II numero 2 - dicembre 2015 accanto al quale fu innalzata la Maestà potesse avere che fu fatto rimuovere. Dalla chiesa del castello Dona- esercitato la professione di uomo di lettere, o meglio to Turri raggiunse la chiesa di Santa Marta, che dipen- ancora di legista, notaio o avvocato che fosse. E tutta- deva anch’essa dall’ospedale della Misericordia, e vi via, in mancanza di una ulteriore documentazione, trovò un solo altare di forma indecente, che fu fatto resta questa una pista impraticabile, a meno che non rimuovere. Nel corso della giornata il visitatore tra- si riesca a risalire al nome della famiglia che donò versò i boschi sulle colline che limitano il corso del questi terreni all’Ospedale della Misericordia di Peru- gia. In tempi recenti sulla parete soprastante l’edicola dove visitò la chiesa di San Rocco che aveva alle spalle fiume Tevere e raggiunse il castello di Miralduolo,- in un cielo in tempesta. Per quanto ne so il dipinto è tichissime, che furono fatte riparare; così come fu fat- ancoraè stata inedito,ritrovata ma un’immagine è agevole riconoscervi di un Cristo la crocifisso maniera todell’altare riparare maggiore l’aspetto la indecente parete decorata dell’altare con figuredei Santi an di Dono Doni, importante pittore di Assisi del XVI se- Rocco e Sebastiano. Di tutti questi dipinti e di tutte colo, protagonista della stagione tridentina nella città queste chiese - a Ospedalicchio, a Colle, a Miralduolo - - non è rimasta traccia alcuna per essere state rico- struite in epoca posteriore. Da San Rocco Donato Tur- chiesedi san Francesco.di Assisi negli La figura anni delSessanta Cristo delè identica Cinquecento. a quel ri s’incamminò lungo la strada che tornava al ponte di Nela che deduco Doni chereplicò Doni in funumerose chiamato Crocifissioni a dipingere in questo varie San Giovanni e vi incontrò una chiesa intitolata a San- affresco in tempi non lontani dall’episodio vandalico ta Caterina. È questa una semplicissima cappella a che fu segnalato da Fulvio Della Corgna, o meglio an- due spioventi posta lungo la strada tra Ferriera e Tor- cora dal suo vicario Donato Turri. Se prestiamo ascol- giano, sulla cui fronte si leggono due date: sull’archi- to alla notizia della presenza in chiesa di un secondo trave l’anno 1338, nel timpano l’anno 1768. Dieci anni altare, che vi era stato fondato da un cittadino di Assi- più tardi il distretto di Miralduolo fu visitato da Fran- si, se ne deduce che la devozione verso questa imma- cesco Bossi, che vi raccolse l’opinione popolare come - la chiesa di Santa Caterina fosse stata costruita cento anni prima da un certo Bartolomeo Putii, lasciandole chegine si aveva ricava superato dalla lettura i confini del strettamente verbale di visita locali che coin vi in dote un terreno. La chiesa aveva un pavimento compìvolgendo dieci le annimunicipalità appresso confinanti. Francesco È Bossi; l’impressione il quale, sconnesso e le pareti scrostate, salvo quella dietro arrivato alla Madonna di Campagna una volta lasciato l’altare maggiore che era tutta dipinta. Questi affre- il castello di Colle, osservò come questa fosse oggetto schi esistono ancora, per quanto piuttosto malconci, e di un grande concorso popolare per la devozione ver- rappresentano uno Sposalizio mistico di santa Cateri- na di Alessandria alla presenza di angeli. Di Caterina della gloriosa Vergine che vi era dipinta sopra l’altare si sa poco o nulla e la stessa Chiesa cattolica ha posto maggiore,so i molti cosamiracoli affermata che vi daaveva molti compiuto e attestata una dalle figura ta- in dubbio la sua reale esistenza. Leggenda vuole che volette votive che pendevano dalle pareti. E tuttavia Caterina fosse una bellissima giovane egiziana, che si l’interesse suscitato dal presunto miracolo restò am- convertì al cristianesimo e fu costretta a disputare piamente circoscritto: il 25 marzo 1569 si dette inizio alla costruzione di una basilica monumentale sopra la vincendo la contesa. Nonostante questo fu condanna- Porziuncola di Assisi, soffocando sul nascere qualsi- tasulla al martirio,vera fede che contro consisté una nell’essereschiera di filosofisottoposta pagani, allo voglia iniziativa concorrente nella cornice della Valle strazio di una ruota dentata, e rotta questa per il soc- Spoletana. Il giorno seguente, 25 agosto 1568, Donato corso di un angelo, a essere decapitata con la spada: Turri raggiunse il castello di Ospedalicchio ed entrò per questo Caterina si accompagna a una spada e a nella chiesa di San Cristoforo, che per non avere cap- una ruota, come abbiamo visto alla Madonna di Cam- pellano dipendeva dalla parrocchia di Collestrada. La pagna. Nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze si parete dietro l’altare maggiore era decorata con alcu- racconta come Caterina vedesse in sogno Gesù bam- - bino che stando in grembo alla madre le metteva un poggiato a una delle pareti laterali, che fu fatto rimuo- anello al dito, prendendola in sposa. Come si destò dal verene figure e rinnovare. di santi, Da mentre qui Donato un secondo Turri risalì altare la eracollina ap sonno si accorse di portare lo stesso anello. È l’episo- in direzione del castello di Collestrada. Visitò la chiesa di Santa Maria, unita all’ospedale di Santa Maria della conduce a Torgiano. Maria vi ha perso la testa e gli Misericordia di Perugia, e vide che la parete alle spalle altridio raffigurato personaggi sulla sono Maestà molto che consumati, sta lungo ma la strada vi si vede che dell’altare maggiore era decorata con l’immagine del- distintamente Gesù bambino che mette l’anello al dito la Vergine tra i santi Rocco e Sebastiano. Il corpo della di Caterina, attorniati da angeli festanti. I personaggi chiesa era stato recentemente imbiancato e aveva un - altare di forma incongrua su una delle pareti laterali, lette da Giovanni Boccati: pittore di Camerino del XV hanno l’inconfondibile fisionomia delle figure predi 210 Gentes, anno II numero 2 - dicembre 2015 Strategie e pratiche delle culture contemporanee secolo che scelse Perugia come seconda casa, vi tra- l’identità. La chiesa era piccola e aveva croci di consa- scorse lunghi soggiorni sia in età giovanile che nella crazione dappertutto. Non riusciva a contenere tutto il popolo che vi conveniva e i parrocchiani avrebbero pastorale di Francesco Bossi - è dunque errata la data desiderato una chiesa più capiente, dicendosi contrari 1338parte finaleche si della legge vita, sull’architrave e giusto 100 della anni primaporta -la lavorò visita a trasferire il titolo di parrocchia nella chiesa della per i monaci benedettini di San Pietro in varie località Madonna all’esterno dell’abitato. Donato Turri si dis- nel contado perugino. Due secoli più tardi, nel 1764, se favorevole a questa soluzione e ordinò che la si co- la chiesa di Santa Caterina dei Bucarelli fu visitata dal struisse tanto grande quanto era necessario. La chiesa vescovo Filippo Amadei, che vi trovò un solo altare fu ricostruita negli anni seguenti - sopra il portale del- corrispondente all’odierna immagine antica. Si può la chiesa odierna c’è una ceramica con la data 1594 - e concludere che la chiesa di Santa Caterina ha mante- fu decorata con una pala d’altare «ab antiquo eximio nuto la condizione di Maestà viaria e che fu ampliata Pictore effigiata» - così il vescovo Amadei il 9 maggio con una tettoia per accogliere i viandanti che percor- 1763 - che ritraeva Sant’Egidio con ai piedi un gruppo revano la via. La scelta di un episodio della vita leg- - gendaria di santa Caterina ricorda la condizione che si geva la data 1581 e il nome della badessa Lucrezia è già vista nella Madonna di Campagna sull’opposto Baldeschi.di monache La in chiesa abito bianco, odierna sotto fu ricostruita le quali figure negli si anni leg versante del colle: piuttosto che una commissione da centrali dell’Ottocento al tempo del vescovo Vincenzo parte di una comunità rurale, si trattò di un segno Gioacchino Pecci - nel timpano della facciata c’è un d’appartentenza sociale da parte del proprietario dei mattone con la data 1861 - e non ha nulla di antico al terreni che vi si affacciavano: verosimilente un legista suo interno: né quello che doveva avere l’aspetto di un o un professore universitario di quei lontani tempi. Di polittico tardogotico del XV secolo, né tantomeno la Giovanni Boccati è nota in Umbria un’attività come tela tridentina con il ritratto del santo. Dei tempi pittore di tavole, a Perugia e a Orvieto, ma non se ne dell’ultima ricostruzione Sant’Egidio conserva due conosceva un’attività come frescante nelle chiese del tele che ritraggono il vescovo Pecci che consacra gli contado, salvo una proposta da me suggerita alcuni altari della chiesa. anni fa per la decorazione della “Madonna di Tripoli” Seguendo il crinale del colle che conduce dal ca- alle porte di Marsciano e per un affresco all’esterno stello di Sant’Egidio all’ospedale di Colle, all’incrocio della cappella della Porziuncola a Santa Maria degli con la strada di valico che collega Perugia a Ospeda- Angeli. A mio parere, rintracciarne le caratteristiche a licchio seguendo il percorso della via Francesca che Miralduolo getta una nuova luce sul ruolo che fu eser- citato da questo pittore camerte negli anni di passag- s’imbatté nella “Madonna castri S. Egidij”, dipenden- gio tra il Gotico che muore e il Rinascimento che nasce teporta come fino il vicinoa castello e alla dal via monastero Flaminia, Donatofemminile Turri di nelle città dell’Umbria: non presenza eccentrica e oc- Santa Giuliana di Perugia: chiesa grande e di decente casionale, ma radicata e diffusa. Da Miralduolo Dona- forma che presentava numerosi ex voto con animali to Turri risalì la strada in direzione del ponte di San bruti, che furono fatti rimuovere dal visitatore. Accan- Giovanni. Due mesi prima, il 27 giugno 1568 l’arcipre- to alla chiesa c’era un ospedale presso il quale i vian- te era disceso dal colle di Perugia e aveva attraversato danti trovavano ospitalità a pagamento, ma il visita- il contado di Porta Sole per fare il suo ingresso nel ca- tore ordinò che fossero accolti gratuitamente anche stello di Sant’Egidio, dove aveva visitato la chiesa par- i pellegrini più poveri. Tra le chiese rurali del conta- rocchiale di Sant’Egidio “de colle”, che s’intitolava a un do perugino, la Madonna della Villa di Sant’Egidio è santo eremita che si era trasferito in Gallia dalla Gre- forse l’esempio più evidente dell’aspetto variopinto cia e vi aveva fondato una abbazia, Saint Gilles du Gard, destinata a diventare una delle più importanti molteplici funzioni: di tappa lungo una rotta di pelle- mete di pellegrinaggio dell’Occidente. A Egidio furono che presentavano questi edifici destinati ad assolvere più comunità rurali. È anche un segnale di quanto è Perugia, lungo le rotte che erano seguite dai pellegrini andatogrinaggio perduto e di santuario nelle chiese di confine parrocchiali collegato con laa unarifor o- direttidedicate in Francia.numerose Il castellochiese nei di Sant’Egidio confini della del diocesi Colle di di- ma tridentina che rinnovò gli altari sullo scorcio del pendeva dal monastero cistercense di Santa Giuliana Cinquecento, o a metà Ottocento con la ricostruzione di Perugia. Donato Turri ne visitò la chiesa e vi trovò pressoché integrale di queste chiese su iniziativa del l’altare maggiore sprovvisto del tabernacolo - con la riforma tridentina il culto eucaristico aveva preso il In origine alle porte del castello di Sant’Egidio c’era posto in precedenza occupato dalle sacre immagini - unavescovo Maestà e futuro isolata pontefice all’altezza Vincenzo di un Gioacchino valico stradale. Pecci. ma lo trovò fornito di una tavola dipinta che ritraeva Questa immagine esiste ancora, chiusa all’interno di una Madonna tra quattro santi, dei quali ignoriamo una sorta di inferriata che recinta l’altare, ma vi rima- 211 Strategie e pratiche delle culture contemporanee Gentes, anno II numero 2 - dicembre 2015 ne la sola Madonna con il bambino perché i due santi nio medievale: che tanto buio non doveva essere se che sono ai lati sono stati in parte distrutti con la so- prestiamo ascolto a Dante quando lodò i santi della vrapposizione di una corona di angeli in stucco: vi si nostra terra. Provate a immaginare la sorpresa che riconosce un Sant’Antonio Abate a sinistra, per la for- coglieva i viandanti quando passavano per questi pa- ma del bastone a cui si appoggia, e un santo monaco a raggi ed entravano in queste chiese prima di bussare destra, verosimilmente sant’Egidio. Prima del recente alle porte degli ospizi: vedevano le Madonne sorride- restauro, nel 1980 Pietro Scarpellini collegò questa re? Sentivano gli angeli cantare? Proviamo a tenerci Madonna a un gruppo di affreschi che facevano capo a caro quel che resta, per il poco che ci è rimasto. e non lontana dall’anno 1313, che è conservata nella Bibliografia Galleriauna Maestà Nazionale e due santi dell’Umbria firmata dama Marino proviene da Perugiadall’ab- E. Lunghi, Osservazioni su Dono Doni, in Arte e Mu- bazia di San Paolo di Valdiponte, a pochi chilometri sica in Umbria tra Cinquecento e Seicento. Atti del XII di distanza da Sant’Egidio risalendo la sponda sinistra Convegno di Studi Umbri ( - Gualdo Tadino 13 del Tevere: la Maestà delle Volte a Perugia, una Ma- novembre - 2 dicembre 1979), Perugia, Università de- donna nella Badia di Valfabbrica, la Maestà di Piazza gli Studi di Perugia 1981, pp. 93-101. ad Assisi, una Madonna e due angeli a Pieve Pagliaccia. F. Todini, Contributi alla pittura del Trecento ad As- A distanza di tempo e con il restauro dei vari dipinti sisi: Puccio Capanna e i suoi seguaci, in “Esercizi”, 2, il gruppo non sembra più omogeneo. Più che l’attività 1979, pp. 33-42. di un solo pittore vi si vede la replica di un venerato F. Todini, La pittura umbra dal Duecento al primo Cin- prototipo che doveva trovarsi in una qualche chiesa quecento, Milano, Allemandi 1989. di Perugia - la cattedrale di San Lorenzo? -, forse una P.M. Della Porta, C. Fratini, E. Genovesi, E. Lunghi, Maestà riconducibile al senese Duccio di Boninsegna Iconografia musicale inUmbria nel XV secolo, Assisi, a giudicare dalle caratteristiche del gruppo, al quale Laboratorio Medievale 1997, p. 104. guardarono i pittori che dipinsero le Madonne nelle E. Lunghi, Una ricerca sulle opere d’arte nel contado ville del contado. Per una ragione che ignoro, in se- di Porta San Pietro, in G. Riganelli, Tra Tevere e Genna: guito a una manifestazione di devozione popolare la il territorio medievale di Perugia lungo la “Strata de Maestà alle porte di Sant’Egidio diventò il fulcro di Collina” dai sobborghi della città fino all’attuale con- una costruzione assai capiente, un’aula in forma di fine comunal parallelepipedo larga tanto, profonda tanto e alta tan- pp. 411-527. to, sul genere dei santuari costruiti in un solo giorno e, Perugia, Tipolitografia Grifo srl 2014, dei quali ha scritto in più occasioni il compianto don Mario Sensi. Sulle quattro pareti di questo ambiente furono dipinte su tre registri in quattro differenti tem- pi più di settanta immagini tra Madonne col Bambino, - ni centrali del Trecento, un secondo gruppo nei primi anniCrocifissioni del Quattrocento, e figure di altresanti: ancora le più antichesono datate nei decen 1477 e le più recenti sono datate 1493. Una volta costruita questa sorta di scatola, sulle pareti esterne furono ri- proposte due nicchie: quella in direzione del valico fu Fig. 1. Collestrada, Madonna di Campagna (foto di E. Lunghi). decorata con una Madonna della Misericordia, nella quale si è riconosciuta la maniera di Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino Marche; mentre quella che guarda verso Sant’Egidio fu decorata sullo scorcio del Quattrocento, ma ne è rimasto un piccolo frammento con un sottarco a lacunari. Non voglio dilungarmi nel- e farmi bello con il riconoscimento dei pittori: alcuni davverola descrizione importanti, di queste altri immagini, bravi, altri identificarne meno. Però lai santi Ma- donna della Villa è più vicina a Collestrada di quanto lo sia la Madonna di Campagna sotto Brufa, o la Santa Caterina sotto Miralduolo, ed è a questo monumento Fig. 2. Maestro di Santa Giuliana, Madonna col Bambino e santi, che dobbiamo guardare quando si vuole immaginare Collestrada, Madonna di Campagna (foto di E. Lunghi). quale aspetto avessero i villaggi umbri nel millen- 212 Gentes, anno II numero 2 - dicembre 2015 Strategie e pratiche delle culture contemporanee

- pagna (foto di E. Lunghi). Fig. 3. Dono Doni, Crocifissione, Collestrada, Madonna di Cam

Fig. 6. Sant’Egidio, Maestà della Villa (foto di E. Lunghi)

Fig. 4. Miralduolo, Santa Caterina (foto di E. Lunghi).

Fig. 7. Fratelli Salimbeni, Madonna della Misericordia, Sant’Egi- dio, Maestà della Villa (foto di E. Lunghi).

Fig. 5. Giovanni Boccati, Sposalizio mistico di S. Caterina, Miral- Fig. 8. Pittore perugino del XIV secolo, Madonna col Bambino e duolo, Santa Caterina (foto di E. Lunghi). santi, Sant’Egidio, Maestà della Villa (foto di E. Lunghi).

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Fig. 9. Sant’Egidio, Maestà della Villa, parete occidentale (foto di E. Lunghi).

Fig. 10. Sant’Egidio, Maestà della Villa, parete orientale (foto di E. Lunghi).

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