In margine ai Tanti popolari LUIGI CIMARRA dei dintorni del Lago di . di Orvieto e delle campagne del " di A. Marsiliani

a 'rivisitazione' di un libro, che abbiamo avuto mo- Nella seconda parte, dedicata ai centri minori della re- L, o di leggere o di consultare negli anni giovanili, gione, sono compresi 57 tra stornelli e rispetti raccolti diventa talvolta spunto per riprendere alcune piste se- in tre comuni del Viterbese, precisamente: condarie, che allora abbiamo evitato di imboccare per- (pp. 281-285, nn. 1012-1039), nella media valle dei Te- ché ci apparivano come inopportune deviazioni, intenti vere al confine con 1'Umbria; Capodimonte (pp. 286- come eravamo a percorrere fino in fondo la strada 288, nn. 1040-1052), centro rivierasco dei lago di Bolse- maestra dell'indagine sul campo. Questo recupero ci na; Latera (pp. 344-346, nn. 1340-1355), al confine con consente di riesaminare il patrimonio di conoscenze ac- la Toscana. La messa a confronto è agevolata dai nume- quisite; di vagliare a distanza di tempo la validità di al- ri d'ordine con cui i testi sono contrassegnati nelle due cune nostre intuizioni, magari dopo aver maturato varie raccolte: esperienze di ricerca e di lettura; di cimentarci in ri- mandi e citazioni con il proposito di tentare un com- BOMARZO BOMARZO CAPODIMONTE LATERA mento personale. Non intendo segnalare tutti gli svilup- Zan. Mars. Zan. Mars. Zan. Mars. Zan. Mars. pi che siffatta operazione di raccordo è capace di pro- 1O 12-473 1022-453 1040-370 1340-451 muovere: senza avere la pretesa di compiere una disa- mina esaudente e puntuale, che necessiterebbe di uno 1O 14-465 1029-406 1043-434 1342-295 spazio ben maggiore rispetto a quello che mi sono pro- 1015-461 1030-400 1044-149 1343-299 posto di occupare con questa nota, mi limito a presen- 1016-462 1031 - 376. 412 1045-110 1344-303 tare tre esemplificazioni, utilizzando i Canti popolari 1032 - 335 1042 -391 1345 - 397 dei dintorni del Lago di Bolsena, di Omieto e delle cam- 1017-464 1033-330 pagne del Lazio, raccolta da cui hanno preso l'avvio in- 1018-454 1034-314 torno agli anni '70 le mie indagini sul folclore e che ri- 1019-459 1035-310 mane a distanza di oltre un secolo la più importante ed 1020-458 1036-334 organica tra quelle di cui disponiamo per il Viterbesel. 1021-460 1037-333 1. Un primo significativo dato è ricavabile dalla compa- razione dei testi folclorici contenuti nei Canti con quelli delle stesse località che compaiono in altre raccolte cronologicamente posteriori; ilesame, che prima facie Il prospetto riepilogativo che propongo indica il nume- può scontato, invece insospettati ro degli stornelli che, rispetto al totale edito da Zanazzo rapporti di dipendenza o derivazione: scopre non sol- per ciascun paese, figurano già in Marsiliani: tanto ben simulate appropriazioni 'indebite', ma rivela Bomarzo: 23 su 28 = 82 % anche i limiti metodologici che inficiano talora i lavori Capodimonte: 6 su 13 = 46,l % di demologi ritenuti generalmente rigorosi ed attendibi- Latera: 11 su 16 = 68,7 % li. Alla nostra bisogna si prestano per un utile raffronto i Canti popolari di Roma e del Lazio, opera di cui il È evidente che percentuali così elevate non possono di- maggior folclorista romano Giggi Zanazzo (1860-1911) pendere dal semplice fattore di casualità, anzi la loro diede l'edizione definitiva un anno prima della sua consistenza convalida l'ipotesi che il folclorista romano, scomparsa, le cui carenze e pregi compilativi sono stati almeno nell'indagine sui tre centri, abbia utilizzato co- già rilevati dal Vettori, curatore della ristampa del 19772. me repertorio la raccolta del Marsiliani o vi abbia rica-

1 A. Marsiliani, Canti popolari dei din- schi (Giggi Zanazzo Folklorista, in " Fab- dato sospetto che alcuni di questi li ab- spetto sulla genuinità delle ultime rac- torni del lago di Bolsena, di Orvieto e bri" del folklore. 'Ritratti e ricordi'. Ro- bia scritti o rielaborati egli stesso. Un colte zanazziane abbia piena ragione di delle campagne del Lazio raccolti e an- ma, Signorelli, 1958, p. 31) rileva "lo volume, dunque, che dà l'impressione sussistere, come anche da altre parti è notati da A.M. Ristampa anastatica del- scrupolo nelle trascrizioni", il Vettori di essere stato compilato con criteri stato già osservato: "Diversa considera- l'edizione di Orvieto, 1886. Bologna, (op. cit., p. XIII) insiste sull'empirismo di- tutt'altro che rigorosi". zione si è fatta per i pochi altri stornelli Forni Editore, 1968. La raccolta, per la sinvolto, alieno dal rigore scientifico: Non ho avuto modo di esaminare le car- aggiunti nell'edizione dei Canti rispetto parte che interessa l'Alto Lazio e l'Or- "[Lo Zanazzo] è solito presentare le va- te del fondo Zanazzo e soprattutto il alla nutrita silloge degli Aritornelli, e vietano, comprende 515 testi. Si tratta rianti come se fossero canti autonomi, ms. 2412 conservati presso la Biblioteca ciò per alcune perplessità sulla natura e in massima parte di stornelli e rispetti, non è immune da fastidiosa ripetizioni, Angelica di Roma, per cercare di rico- i modi della formazione dell'ultima e ma non mancano anche canti in ottava non fornisce alcuna indicazione di fon- struire i criteri che il folclorista romano più ampia raccolta di Zanazzo, che [...l rima, alcune lettere in versi, un maggio te, tace ogni notizia sugli informatori, ha adottato per raccogliere i materiali ne revocano in forte dubbio I'attendibi- sacro, una canzone dell'aurora ed un confonde in maniera disinvolta i testi (diretta e totale dipendenza dall'oralità lità" (Stornelli romaneschi. A cura di V. sonetto. raccolti con quelli da lui ricordati, inseri- o utilizzazione di fonti edite? Rispetto Marucci. Roma, Salerno Editrice, 1984, 2 G. Zanazzo, Canti popolari di Roma e sce e sembra prediligere canti popolare- integrale della fonte oppure ritocchi e p. 335). del Lazio. A cura di G. Vettori. Roma, schi di derivazione colta, crea una tale rimaneggiamenti dovuti ad interventi Newton Compton, 1977. Mentre il To- confusione da far sorgere a volte il fon- personali?). Tuttavia mi pare che il so- vato la batteria di stornelli da sottoporre ai suoi infor- convenzionale: 'mandriano' (= livello illetterato, incolto) matori per effettuare un rilevamento o un controllo a / 'artigiano' (=livello colto, elaborato): "A chi pone at- distanza. Anche le differenze testuali tra le due edizioni tenzione a quel canti, sarà facile il discernere la varia risultano dawero minime 3: loro natura: vo' dirti che quelli, i quali hanno veste più semplice e modesta, nacquero tra le montagne e la fre- Marsiliani no 464 (Bomarzo) Zanazzo no 1017 (Bomarzo) scura de' boschi; e fu il mandriano che nella solitudine Bella, che siete nata fra le macchie, Bella, che séte nata fra le macchie, seduto presso ai margini di un torrente, cantando i suoi e battezzata su in cima le querce, e battezzata su in cima a le cèrque versi, li sentiva poi ripetere dall'eco delle cupe valli, co- Dove fanno gl'innidi le cornacchie. Dove fanno gi'innidi le cornacchie. me se a lui rispondesse in segreto la sua stella diana. Gli altri poi più artificiosi e con la chioma allisciata ri- Marsiliani no 371 (Capodimonte) Zanazzo no 1041 (Capodimonte) conoscono per inventore l'artigiano e il barbiere del paese". Sul versante opposto, ma con la stessa menta- S'è annuvolato, e par che voglia Sè annuvolato e pare che wo lità manipolatoria, si colloca lo Zanazzo che "tutto piove' ppiove : omologa al proprio gusto vernacolare, insieme correg- Intorbidate sono le fontane, Intorbidate sé sono le funtane gendo e reinventando" 4. Pouero amore mio, do' te ritrove. Povero amore mio, do' té ritrove? 2. Owiamente la raccolta del Marsiliani costituisce un Si tratta di microvarianti che, pur lasciando inalterati la sicuro termine di riferimento cronologico (ante quem, / struttura ed il significato dei testi, evidenziano tuttavia il post quem), rispetto ad altre raccolte od attestazioni re- diverso atteggiamento dei due raccoglitori: il Marsiliani lative all'arca come riprova di una tradizione che si è sembra privilegiare un adeguamento al toscano; predo- mantenuta ininterrotta, rimanendo pressoché intatta nel mina la patina letteraria, per la quale sarebbe difficile tempo oppure accogliendo continue rielaborazioni. giustificare la totale provenienza dall'oralità. Nel punto Proprio questa valenza ha consentito a Romualdo Luzi XII della Prefazione (pp. 12-13) il raccoglitore tenta di di determinare una serie di puntuali corrispondenze ne distinguere una differenza di livelli espressivi sulla base 'Te valentanese". Stornelli popolari raccolti a Valen- di un'opposizione precostituita, che appare meramente tano5:

3 A. Marsiliani, op. cit., p. 139 e p. 122; te le forme che il Marsiliani definisce namorà 43.10, annà 202.6, passim); ana- monte [in assonanza], n. 45.8; la carta G. Zanazzo, op. cit., p. 281 e p. 286. idiotismi (pedicone 'pedale o pedone' logamente ricorrono forme piene (o non trove [in posizione finale di verso], 4 Il Marsiliani, per giustificare I'impron- 103.8, fiala "fiamma' 105.13, onoro 'al- quasi) in parole che, nelle parlate alto- n.134.3; Per testimonie chiamaste le pe- ta toscaneggiante, rimarlda ad una re- loro' 225.3, cotozzo 'collo' 230.7, papà- laziali, sono sistematicamente tronche sce [in rima], n. 183.5). In alcuni casi la mota matrice 1etteraria:"Ma ben pochi ra 'papavero' 314.1, le tittie 'i bambini' (son giovinetto 24.6; Con tutti e quattro presenza del morfema (n. 85, amore I di questi canti campagnoli rivestono 449.3), ma accanto ad esse ne compaio- i remi 34.10); manca l'assimilazione del- due bellissimi colore; n.176, amore lmil- propriamente una forma dialettale; il no altre 'auliche', pressoché esclusive le forme atone dei pronomi personali in le colore; n. 372, piove ldo' ti ritrove) o che fa credere che siano derivati da al- dell'ambito letterario (sciorre 'scioglie- enclisi (è 'I tempo d'amarlo 24.8; Pe' ab- la sua restituzione (n. 4, sonatore lfiori tre contrade d'Italia, e dagli antichi re' 11 1.7, Iùcere 'risplendere' 267.3); beverarlo 42.4; Vienmi 110,l-2; Vederla, n. 15, nome l fiori; n. 93, colori Isole I poeti siciliani, e di Toscana, e con I'an- l'improponibile forma dittongata vuo' e non poterla salutare 122.4; Credevo di odore; n. 110, gente Itormenti, n. 140, dare degli anni vennero modificati a se- (24.5,24.7,30.2,55.2,62.1, 145.3, cavarla 125.3; D'amarmi poco 164.2; E torti lmorte; n. 151, i fiori Iamore; n. condo del gusto dei cantatori" (op. cit., 149.8110. 208,314, 482.3, 508.2) prevale ricoprirmi gli occhi 179,6; vs. giocalla 186, giovanotti1 le tue condotte) garan- p. 13). Pure accettando in linea di prin- rispetto al dialettale vo' (241); l'infinito 207.2; contalle 378.2 [in assonanza ato- tisce o ripristina la rima oppure I'asso- cipio la presenza di vari livelli e stratifi- presente tronco in -a< -e< -ir (vi lasciassi nal); è raro il tratto morfologico che ca- nanza tra versi. cazioni linguistico-formali, rimane forte andar 20.8; Se vuoi veder 'na coppia ratterizza le parlate delllAlta Tuscia, 5 R. Luzi, "Le valentanese". Stornelli po- l'impressione che i testi siano stati ripu- 43.1; morir mi fate 831; fa fiorir la terra quella a nord dei Cimini, cioè la desi- polari raccolti a . Empoli, La liti dei tratti più schiettamente dialetta- 145.6-7; andar cantando 152.1; ti vojo nenza -e del plur. maschile e della 2 Toscografica, 1986. li. A suffragare il nostro giudizio inter- far tremar 162.3, passim) predomina sing. dei tempi verbali (L'òmine morte, viene la vistosità di alcuni fenomeni: a nettamente rispetto a quello con apo- n. 43.8; co' I'occhie basse [in rima], n. livello lessicate sono in genere rispetta- cope della sillaba finale (mette' 39.3, in- 43.9; Co' le mie ingegne, n. 45.2; su le (Nella pag. precedente): Uno scorcio del Lago di Bolsena. (Di lato): Panorama di Bomarzo. (Nelle pag. successive): Il promontorio di Capodimonte. Latera, sulla pendice boscosa digradante verso il piano.

Mars. Luz. Mars. Luz.

Ma il raffronto diventa particolarmente prezioso, quan- do siamo in presenza di singoli testi, che ci vengono re- stituiti dalle fonti scritte più disparate, come ad es. i do- cumenti d'archivio. In un rispetto di Latera (Marsiliani, p. 77, no 195) l'innamorato respinto (o tradito), per sfo- gare la sua invettiva di ingiurie e vituperi che coinvolgo- no l'onorahilità della donna, insiste su una sequenza di metafore oscene attinte dalla sfera della vita quotidiana:

O léuati di qui, ceppo abbruciato, Il rapporto, redatto in sconnesso ma preciso stile buro- Più amanti hai tu che n@mosche al macello; cratico, con il quale 1 gennaio 1751 il pubblico balio Ti credi che di te sia innamorato, ['agente'] del tribunale Felice Visitani presenta una de- Oh Dio quanto è invaghito il tuo cervello! nuncia al Cancelliere di , attesta che il rispetto era Gallina cavalcata da ogni gallo, diffuso nelllAlto Lazio da oltre un secolo 8: Panico spizzicato da ogni uccello, Fonte, dove ci beve ogni cavallo, Sappia V S. Ill.ma come questa notte, verso l'ore cinque Incudine, do' batte ogni martello. incirca, è successo un gran disordine alla casa di Giro- lama Bonacci, alias Sciarpellona (il nome esatto è Colpisce la carica icastica delle immagini, nelle quali Francesca). Mentre essendo andate molte persone in ca- compaiono termini che anche nel linguaggio parlato as- sa di Angela, alias Polloniella, a causa di aver fatto spo- sumono sovente senso traslato: gallina = 'donna', gallo sa Teresa con Giulietto Giagio, li medesimi, dopo usci- = 'uomo' 6; cavalcare nel significato di 'congiungersi ti, dalla casa di detta Angeluccia, hanno cominciato a carnalmente con' 7.

6 Per gallo ='l'uomo considerato nella (Giovanni Sercambi, Il Novelliere. A cura livello locale possiamo citare una sesti- 19062, p. 18;G.D.L. I., Il, p.903,s.v.ca- sua manifestazione di virilità', vd. di L. Rossi. Roma, Salerno Edit., na ricavata da un codice del notaio Er- valcares), ma anche nella letteratura G.D.L.I., VII, p. 560, S.V. gallo6. L'immagi- MCMLXXIV, vol. Ili, exemplo CXLVII, 19, cole Celli di Nepi (metà del XVI sec.): dialettale (G.G. Belli, Tutti i sonetti ro- ne è antica: vedasi il proverbio contenu- p. 178, ma l'intero passo ricalca quasi Nel I'horto mio io ho una radice lche fa maneschi cit., voi. 5, p. 225, no 1942, W. to nella ballata "La donna mia vuoi es- letteralmente Decameron V, 4, 29; Ma- venir lo lacte alle zitelle 1 et é bona al 12-14). Per Nepi cito un'ottava ricavata ser el messere" vv. 9-10: La casa non mi succio Salernitano, Il Novellino. A cura mal de la matrice Iquanto ad vedove, da un codice del notaio Ercole Celli piace 1dove gallina canta e 'I gallo tace di S.S. Nigro. Bari-Roma, Laterza, 1975, tanto ad donne belle. 1 La dicta radice (metà del XVI sec.): Doi anni sò che non (Rimatori del Trecento. A cura di G. Cor- nov. XIII, p. 128; Fiori di leggende. Can- se chiama soprano 1o altramente herba dissi buscie l et voglione un pocho com- si, Torino, UTET, 1980, p. 1057; G.D.L.I., tari antichi editi e ordinati da E. Levi. crescinmano. minzare: Ihaio veduto arare la gallina I VII, p. 558, s.v. gallinalo); io stomeiio ro- Serie prima: Cantari leggendari. Bari, 7 Per una citazione popolare vd. lo stor- et lo gallo e1 grano seminare Iet lo pi- manesco: Fiore d'orme110 1 Mettete la Laterza, 1914, La reina d'oriente, p. 269, nello faleriano: Te ricòrdi, cavalla docchio fare la cusina Ila moscha stare gallina accanto ar gallo, IE poi vedrete terzo cant., ot. 42, v. 1; ibid., p. 275, morèlla, Ila prima vòrta che tti cavalcai: ad tavola ad magnare Iet haio veduto che ber giocare110 (Stornelli romaneschi quarto cant.., ot. 8, v. 4). La sfera ses- Iquanno te misi la bbrijja e Ila sèlla l a una iovene bella Iche la cavalcava uno cit., p. 268, M 167); il sonetto belliano suale è altamente produttiva di nomi spasso per tutta Roma te portai (Inf.: con briglia et con sella. La donna gravida (G. G. Belli, Tutti i so- sostitutivi per indicare 'vulva' e'pene' Gervasio Marini - ; per una ver- L'immagine trivializzata della fontana netti romaneschi. A cura di S. Cagli. Ro- come è documentato sia in lingua che sione umbra, vd. M. Chini, Canti popo- come 'abbeveratoio' ritorna in un altro ma, Avanzini e Torraca edd., 1965, vol. in dialetto (per il prima A. Decameron, lati umbri. Roma, Multigrafica, 1974, p. stomello della raccolta Marsiliani: E li 3, no 951, W. 9-11: Che vò ffà in oggni Concl. delllAutore, 5: "che generalmen- 186, n" 2). La particolare accezione di voglio avvisar li giovanotti, IGli voglio cosa l'indovina, IProtenne da la forma te si disdica agli uomini e alle donne di 'cavalcare' e derivati è antica: ricorre far saper le tue condotte; ICosì sei tu de la panza Ide travede si c'è gallo o dir tutto di foro e caviglia e mortaio e nella novellistica e nella poesia realisti- che stai per queste parti, ISei una fon- gallina). Un'altra maliziosa allusione si pestello e salsiccia e mortadello, ";per la ca (Boccaccio, Decameron, 111, 4, par. 25; tana che abbeveri tutti (p. 74, no 186 di può cogliere nel termine 'uccello', per seconda, i sonetti elencativi del Belli Er Giovanni Sercarnbi, op. cit., vol. I, nov. L, Montef iascone). la sovrapposizione dei significato trasla- padre da li santi e La madre de le sante 5, p. 291; Masuccio Salernitano, op. cit., 8 E. Fagioli, Città di Nepi. Appunti di to di 'membro virile', che compare già (Tutti i sonetti romaneschi cit., vol. 2, nov. IX, p. 84; A. D'Ancona, La poesia storia. Roma, Tipografica LIBERIT, 1978, nella novellistica e nei cantar; antichi pp. 238-239, n. 532 e p. 240, n. 533). A popolare italiana. Livorno, R. Giusti ed., p. 34. cantare vicino alla casa di detta Sciarpellona con paro- Partirò, partirò quando bisogna, le ingiuriose, con dire alla prima: Quando comanderà il nostro sovrano; Chi piglierà la strada di Bologna, Porca buggerona - si vede che non èpiscio vergine. Chi piglierà a Parigi, e chi a Milano. Fiordi melone - non voi che noi cantiamo qui[nel perché in casa v@il Bertone. Purtroppo la silloge contiene soltanto un semplice ap- parato di note linguistiche a pie' di pagina, con la tra- Epoi tutti dicevano molte parole consimili, come: duzione della forma dialettale in quella corrispondente della lingua nazionale; tranne qualche caso (vd, nota 2 Stalla che ci alloggia ogni cavallo; al no 14, p. 20; nota 1 al no 227, p. 89; nota 1 ai numm. Fonte che ci beve ogni animale; 248-249-250-251, p. 98) manca un qualunque commen- Incudine che ci batte ogni martello; to esplicativo circa le modalità esecutive, nonché il cor- Gallina cavalcata da ogni gallo; redo di altre informazioni o riferimenti necessari per Ficora spizzicata d'ogn 'uccello. comprendere il valore di un canto nella sua globalità conforme vi ha detto l'istessa Sciarpellona; conforme ed intendere il criterio in base al quale è stato attribuito senti tutto il vicinato. Dicendoli di più: porca buggero- ad una determinata sezione. Alla prima impressione na: perna di malaccio! sembra che a determinare l'inserimento siano state cor- Alle quali parole li buttasse l'acqua essa Sciarpellona e rispondenze di tipo formale: difatti altri due testi (il no l'ingiuriasse. Li quali sono: Calabrè (un Calabria), il fi- 209 di , Partiròpartirò da questa bella; il no 214 glio di Gratiliano (Domenica Bondi), il figlio di Chiara, del Contado di Viceno, Partirò partirò, lo vederai) pre- Michelangerlo Bonaseta ed altri che li medesimi sanno. sentano nell'incz'pit lo stesso modulo. E' però possibile I1 canto si è conservato vivo nella tradizione orale fino che l'inattualità dell'episodio storico (coscrizione forzata alla metà del novecento, come conferma la versione da nelle armate napoleoniche) abbia in qualche modo me raccolta nel 1968 a Civitacastellana dalla bocca di agevolato e favorito il passaggio ad una situazione più una contadina ottantenne 9: generica (partenza per il servizio di leva e commiato dalla donna amata). Tuttavia nel nostro caso è facile in- Gallina cavalcata d'ogni gallo, tuire che siamo di fronte ad una versione ridotta di una grugnaccio spizzicato d'ogni cèllo, canzone, che possiamo conoscere nella sua forma più stalla dove risiède @i cavallo, completa grazie ad altre lezioni. Innanzi tutto il testo incudine do' bbatte @aimartello. romano, che lo Zanazzo colloca nella sezione 'Canti storici, politici, patriottici' (pp. 248-250, no 898 Canto 3. La iaccolta del Marsiliani riveste per noi un'importan- napoleonico) 10: za fondamentale, perché fissa una fase nel processo di diffusione, di rielaborazione e di adattamento dei testi Partirò, ppartirò, parti' bbisogna, folclorici. Nella sezione 'Partenza e ritorno' compare un Quando cé commanderà e1 nostro Sovrano. rispetto di Gradoli (p. 81, no 210), una quartina di en- Chi pprenderà la strada dé Bbologna, decasillabi a rima alternata con iterazione iniziale: Chi andera e Ppariggi e cchi a Mrnilano.

9 Inf.: Giuditta D'Alessio. L'espressione taggi (seconda strofa) sarei propenso a grugnaccio spizzicato da I'ucelli ritorna cogliere, in aggiunta ad un intento pa- pressoché identica in Stornelli Rornane- rodistico, un riferimento alle miserande schi cit., p, 235, M 33. condizioni di vita cui i coscritti erano co- lo Anche il n" 899 della raccolta costitui- stretti a sottostare. sce una versione frammentaria dello stesso canto: Nun giova li morti piange- re. I Ni per li vivi sperà': I Chi pparte per la guerra, 1 Sé deve fa' ammazzà'. [...l llOh cche ppartenza amara, l Cucuzza fava e ffacioletti, I A l'isola de /l'Erba, I Li facioletti (?). Nella citazione degli or- Oh cheppartenza amara, schiettamente anti-francesi e sanfedisti, scrisse anche, Nina mia cara, fra l'altro, un inno per l'armata aretina anti-giacobina, Nina mia bbella: parodiando la Marsigliese, con un ritornello che suona- So1nato a Roma va: Viva Maria, viva Gesù! La canzone acquistò notevo- e vvad'a mmoril in guerra! le popolarità e fu cantata, con il testo più o meno rima- - - - Quando starò lontano da 'sti paesi, neggiato, in molte regioni italiane ed in diverse epoche la gente cé dirà: "Ecco li francesi!". (1848, 1866...)". Ma nnoi sémo Romani dé bbona nazione, A sua volta lo scrittore fiorano Mario Pratesi (1842- e ccé tocca a mmorì'per Napulione 1921) nei Ricordi dell'Arcipelago Toscano ci tramanda una versione elbana 15: l Oh cheppartenza amara ecc. Quanno starò llontano da %teparte, Partir, partir bisogna Dove comanderà '1 nostro Sovrano: Allora té scriverò della mia sorte: Quando saremo per la via ddi Bologna, Quando tu lleggerai queste mie carte, Chi n'anderà a Parigi e chi a Milano Saperai la mia vita o la mia morte. Stai zitta, larà! Oh che ppartenza amara, ecc Stai zitto, larà! Bella s'io moro in guerra e tu lo sai, Vi ringrazio, padre e madre, Fa bbene a Il'anima mia mejo cheppoi> Dell'arte che m'hai dato: Ricordete ch'al mondo io t'amai. Ora che m'hai allevato, Nun té scordare da l'amici tui. Non mi vedrai mai più! Oh che ppartenza amara, ecc. Stai zitta, larà! Una versione ancora differente compare, con commenti Stai zitta, larà, larà! (p. 292) affatto generici, in pubblicazioni il cui intento è più di- Si sviluppa in tal modo un orizzonte comparativo, nel chiaratamente divulgativo come Il Canto popolare stru- quale la pluralità di versioni con rielaborazioni, aggiun- mento di comunicazione e di lotta di S. Boldrini 11; i te e riduzioni, ci permette di concludere che, questo Canti politici italiani 1793-1945 a cura di L. Mercuri - canto, divenuto immediatamente popolare, è andato C. Tuzzi 12 e il Canzoniere italiano a cura di P. P. Paso- soggetto-- ad un continuo processo di trasformazione ed lini 13. Più circostanziate notizie sono contenute nel aggiornamento, di riutilizzazione e di adattamento, con- commento del Vettori 14: "Questa canzone, famosissima fermando quanto con la consueta lucidità osserva il è I e ancora oggi- - molto eseguita, attribuita al popolare Bronzini: "analogamente al fenomeno della parola che cantastorie toscano Anton Francesco Menchi, che la si fa lingua, le creazioni o le innovazioni dei singoli avrebbe scritta nel 1799 in occasione della leva obbliga- componenti la collettività possono venire assimilate toria imposta da Napoleone. Egli si sarebbe servito di dalla collettività stessa, e farsi tradizione, con un pro- un modulo musicale più antico, lo stesso utilizzato dal- cesso di scelta e di eliminazione, che non è meccani- l'anonimo autore di Maremma. I1 Menchi, di sentimenti smo passivo ma attività creatrice" 16.

11 S. Boldini, Il canto popolare strumen- triottici. A cura di R. Caddeo). Compton, 1975, testo n" 259, pp. 280- sangue le contrade europee, lontana to di comunicazione e di lotta. Roma, 14 G. Vettori (a cura di), Canzoni italiane 281; COmmento PP. 463-464. dalla sua terra ormai raggiungibile solo ESI, 1975, p. 97 di protesta 1794 1 1974 dalla Rivoluzio- 15 Attingo la notizia da: M. Pratesi, Rac- con la nostalgia e col canto". 12 L. Mercuri - C. Tuzzi (a cura di), Canti ne Francese alla repressione cilena. Ro- conti. A cura di G. Luti e J. Soldateschi. 16 G. B. Bronzini, Il mito della poesia po- politici italiani 1793-1945. Roma, Editori ma, Newton Compton, 1976, IV ediz., Roma, Salerno Editrice, MCMLXXIX, p. polare. Roma, Edizioni delllAteneo, Riuniti, 1973, 11 ediz., p. 52. testo no 3, p. 54; commento pp. 317- XLIV. La novella è del 1890. 1 curatori 1966, p. 18. 13 P. P. Pasolini (a cura di), Canzoniere 318. Identico commento insieme con dell'opera commentano:"Così la storia, italiano. Milano, Garzanti, 1972, 2, no l'indicazione delle esecuzioni discografi- nell'eco delle imprese napoleoniche e 760, p. 463. Lo scrittore segnala di aver che compare anche nell'altro volume nelle lucerne dei coscritti elbani, torna a desunto il testo da una raccolta degli curato dal Vettori: Il folk italiano. Canti consegnare il senso della pietà per la inizi del '900 (Inni di guerra e canti pa- e poesie popolari. Roma, Newton povera umanità destinata a bagnare di