COMUNI DI , , , P.A.T.I. “DIAPASON” Regione – Provincia di

Elaborato Scala V.A.S.

Sintesi non Tecnica

Comune di Castelcucco PROGETTISTI

dott. arch. Silvano De Nardi dott. urb. Paolo Furlanetto dott. arch. Bruno Goggi

Comune di Crespano del Grappa con dott. urb. Matteo Gobbo geom. Stefano Casetta geom. Paolo Daniel

Comune di Paderno del Grappa

Contributi specialistici dott. ing. Andrea Mori Comune di Possagno dott. geol. Eros Tomio

Banche Dati e Quadro Conoscitivo Regione Veneto SIT ambiente & territorio

dott. arch. Andrea Merlo dott. arch. Fabio Casonato

Provincia di Treviso

Agroambiente – VAS e VincA GREENPLAN ENGINEERING

Studio associato

DATA Marzo 2009

COMUNE DI CASTELCUCCO COMUNE DI CRESPANO DEL GRAPPA COMUNE DI PADERNO DEL GRAPPA COMUNE DI POSSAGNO Regione del Veneto

P.A.T.I. Piano di Assetto del Territorio Intercomunale “Diapason”

RRAAPPPPOORRTTOO AAMMBBIIEENNTTAALLEE SSIINNTTEESSII NNOONN TTEECCNNIICCAA

GREENPLAN ENGINEERING Studio associato

Dott. Gino Bolzonello – agronomo

Dott. Mauro D’Ambroso – forestale

Dott. Mario Innocente – ambientalista – pianificatore faunista P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

INDICE

1. PREMESSA ...... 2 2. FORMAZIONE DEL P.A.T.I...... 3 3. CONTENUTI, OBIETTIVI ED AZIONI STRATEGICHE DEL PATI ...... 6 3.1 DAL DOCUMENTO PRELIMINARE AL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO ...... 6 3.2 I CRITERI DI SOSTENIBILITA’...... 7 3.3 GLI OBIETTIVI GENERALI ...... 8 3.4 LE AZIONI STRATEGICHE...... 10 4. SCENARI ...... 12 5. IL SISTEMA AMBIENTALE...... 13 5.1 ARIA...... 13 5.2 CLIMA...... 14 5.3 ACQUA...... 15 5.4 SUOLO E SOTTOSUOLO...... 17 5.5 BIODIVERSITÀ ...... 21 5.6 PAESAGGIO ...... 23 5.7 OBIETTIVI - SISTEMA AMBIENTALE...... 25 6. IL SISTEMA INSEDIATIVO ...... 27 6.1 PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO ...... 27 6.2 ECONOMIA E SOCIETÀ ...... 29 6.3 OBIETTIVI - SISTEMA INSEDIATIVO...... 36 7. IL SISTEMA MOBILITA’ ED INFRASTRUTTURE...... 39 7.1 RETE INFRASTRUTTURALE E TRASPORTO PUBBLICO ...... 39 7.2 OBIETTIVI - SISTEMA MOBILITA’ ED INFRASTRUTTURE ...... 40 8. CONCLUSIONI...... 41

- 1 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

1. PREMESSA

La presente Relazione di Sintesi ha lo scopo di illustrare in maniera sintetica e non “tecnica” gli scenari previsti dal nuovo strumento urbanistico comunale: il Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (PATI) dei Comuni di Castelcucco, Crespano del Grappa, Paderno del Grappa, Possagno e raccoglie le conclusioni finali relative alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) come previsto dalla normativa vigente.

L’obbligo di tale valutazione deriva dalla recente Direttiva Europea 42/2001/CE, che prevede che la Valutazione Ambientale Strategica venga effettuata su tutti i piani e programmi finalizzati alla pianificazione territoriale e, pertanto, anche sui PAT e PATI previsti della Legge Regionale n°11/04 “Norme per il governo del territorio”.

La Valutazione Ambientale Strategica consente di individuare in un lavoro interdisciplinare la soluzione ottimale per soddisfare i fabbisogni urbanistici e le esigenze ambientali di un territorio evitando situazioni di impatto e promuovendo altresì prioritariamente soluzioni per uno sviluppo sostenibile.

- 2 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

2. FORMAZIONE DEL P.A.T.I.

La formazione dei nuovi strumenti urbanistici, tra i quali il PATI, è disciplinata dalla Legge Regionale 23.04.2004, n.11 “Norme per il governo del territorio”.

La novità principale della legge, per quanto concerne lo strumento urbanistico generale comunale, è la sua suddivisione in due diversi momenti: Piano di Assetto del Territorio comunale (PAT/PATI) e Piano degli Interventi (PI).

Il primo, soggetto all’approvazione ora regionale e successivamente provinciale, redatto sulla base di previsioni decennali, “delinea le scelte strategiche di assetto e di sviluppo per il governo del territorio comunale, individuando le specifiche vocazioni e le invarianti di natura geologica, geomorfologica, idrogeologica, paesaggistica, ambientale, di natura agricolo-produttiva, storico-monumentale e architettonica, in conformità agli obiettivi ed indirizzi espressi nella pianificazione territoriale di livello superiore ed alle esigenze della comunità locale”.

Il secondo, soggetto alla sola approvazione comunale, è lo strumento che “in coerenza e in attuazione del PATI, individua e disciplina gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione e di trasformazione del territorio programmando in modo contestuale la realizzazione di tali interventi, il loro completamento, i servizi connessi e le infrastrutture per la mobilità”. Attraverso questo dispositivo normativo, la pianificazione urbanistica comunale potrà contenere gradi di flessibilità funzionali e operativi in grado di evitare il sistematico ricorso all’ente superiore preposto all’approvazione di varianti parziali (Regione o Provincia), nel caso queste ultime non confliggano con il PAT o PATI.

La fase di consultazione ha fatto emergere sinteticamente i seguenti temi e i contributi emersi nei diversi specifici incontri, dai questionari e dai tavoli tecnici riassunti secondo l’analisi SWOT; i risultati raccolti sono stati analizzati per macrotematismi (sistemi insediativo, ambientale, mobilità ed infrastrutture).

Punti di forza – Punti di debolezza Opportunità – Rischi Tematica (situazione attuale) (situazione futura) recupero e valorizzazione del patrimonio paesaggio collinare e montano ambientale esistente (es. itinerari naturalistici) identità territoriale locale conservazione e valorizzazione del ------territorio rurale e le produzioni di qualità locali riduzione del territorio agricolo-collinare recupero delle cave come bacini di Sistema stato ambientale delle cave dismesse laminazione Ambientale ------mancanza di acqua per lo sviluppo riduzione del territorio agricolo a favore di dell’agricoltura nell’area del conoide del altre destinazioni Lastego impoverimento paesaggistico e fenomeni di esondazione legati modificazioni di edifici tipici e/o storici all’efficienza delle rete fognaria esistente mancato recupero e riqualificazione delle cave dismesse

- 3 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

riutilizzo di edifici e aree attualmente sottoutilizzate e/o degradate

nuovi spazi e attrezzature di servizio

potenziamento delle dotazioni in base alle nuove esigenze produttive manifestate dalle aziende industriali seguendo gli indirizzi provenienti dal PTCP della Prov. di Treviso presenza di beni culturali di forte

attrattività sviluppo della bioedilizia e degli interventi

di risparmio energetico e impiego di fonti presenza di servizi a scala territoriale energetiche alternative e rinnovabili

------riconversione di parte dell’ospedale di Sistema Crespano a “Ce.R.D.” Insediativo episodi di degrado urbanistico-edilizio

promozione dell’attività turistico – sportiva strutture e zone produttive dismesse (es. campo di volo)

spinta insediativa comportante sottrazione ------di suolo agricolo

ulteriore riduzione del territorio agricolo per insediamenti civili e produttivi e per infrastrutture

commistione localizzativa tra destinazione d’uso residenziale e produttiva

compromissione delle risorse locali (naturali, storiche e sociali) nell’individuazione delle linee di sviluppo adeguamento tratta stradale e intersezioni

collegamenti intercomunali di tipo ciclabile realizzazione della “Pedemontanina” e pedonale e ambientale (variante S.P. 26)

------potenziamento dei collegamenti Sistema intercomunali di tipo ciclabile e pedonale e Mobilità e traffico di attraversamento, inquinamento ambientale infrastrutture atmosferico e acustico

su S.P. n. 26 ------

trasporti pubblici insufficienti nel garantire compromissione aree agricole e collinari l’accessibilità ai servizi territoriali aumento inquinamento atmosferico e acustico in zona agricola

- 4 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

La premessa per ogni considerazione successiva è la conoscenza dello stato dell’ambiente per il quale è stata elaborata una Metodologia che ha permesso di redigere il Riepilogo del Quadro Conoscitivo Ambientale, dal quale elaborare conseguentemente il Rapporto Ambientale.

Come indicato nell’art. 50 - lettera f) della L.R. 11/04, la formazione del quadro conoscitivo è esplicitata MATRICI nelle forme e nei contenuti, secondo le caratteristiche 01 Informazioni territoriali di base di ogni singolo ambito e livello territoriale esaminato, proponendo una lettura del territorio e delle sue 02 Aria componenti attraverso l’analisi delle 11 matrici previste (come riportate nella Tabella a lato). 03 Clima

Le suddette matrici sono state analizzate attraverso 04 Acqua l’esame dei tematismi che le compongono, i quali sono stati strutturati attraverso l’aggregazione delle 05 Suolo e sottosuolo relative informazioni contenute nelle specifiche banche dati. 06 Biodiversità

Sono stati successivamente individuati degli 07 Paesaggio opportuni Indicatori Ambientali, tali da consentire di Patrimonio culturale, architettonico e 08 monitorare compiutamente l’evolversi della archeologico situazione a seguito dell'attuazione dei piani, in merito agli effetti ambientali significativi al fine, tra 09 Inquinanti fisici l'altro, di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti in essere, così da adottare le 10 Economia e società misure correttive ritenute opportune, il tutto in accordo con quanto previsto dall’art. 10 della 11 Pianificazione e vincoli Direttiva CE 42/2001.

Nei paragrafi successivi, in conformità con quanto previsto nell’Allegato B1 della Direttiva, sono riportate essenzialmente le seguenti informazioni:

 CONTENUTI, OBIETTIVI ED AZIONI STRATEGICHE DEL PATI

 SCENARI

 IL SISTEMA AMBIENTALE articolato nelle singole matrici individuate dalla normativa (L.R. 11/04 - art.50 lettera f)) e riferito allo stato attuale dell’ambiente, sulla base dei dati acquisiti dal Quadro conoscitivo  IL SISTEMA INSEDIATIVO

 IL SISTEMA MOBILITA’ ED INFRASTRUTTURE

 CONCLUSIONI

- 5 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

3. CONTENUTI, OBIETTIVI ED AZIONI STRATEGICHE DEL PATI

3.1 DAL DOCUMENTO PRELIMINARE AL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO

L’articolo 3 della LR 11/2004, al comma 3° prevede che “Al fine dell’adozione del PTRC, del PTCP, del PAT e del P.A.T.I., l’ente territoriale competente elabora un Documento Preliminare (DP) che contiene in particolare:

a) gli obiettivi generali che s’intendono perseguire con il piano e le scelte strategiche di assetto del territorio anche in relazione alle previsioni degli strumenti di pianificazione di livello sovraordinato; b) le indicazioni per lo sviluppo sostenibile e durevole del territorio.

Le Giunte dei Comuni del P.A.T.I. , con rispettive delibere di giugno 2007, hanno adottato il Documento Preliminare (con i contenuti di cui all’art. 3, comma 5, della L.R. 11/2004) per la formazione del Piano di Assetto del Territorio Intercomunale avvalendosi della facoltà di redigere il nuovo strumento mediante la procedura concertata tra Comune, Provincia di Treviso e Regione Veneto, prevista dall’Art. 15 della L.R . 11/2004. In data 11 luglio 2007 è stato sottoscritto l’Accordo di Pianificazione tra Regione del Veneto (Assessore Renzo Marangon), Provincia di Treviso (Assessore Franco Conte) e i Sindaci dei comuni di Castelcucco, Crespano del Grappa, Paderno del Grappa e Possagno per la redazione del P.A.T.I. in forma concertata.

Il Documento Preliminare contiene gli obiettivi generali che si intendono perseguire con il piano e le scelte strategiche di assetto del territorio, anche in relazione alle previsioni degli strumenti di pianificazione di livello sovraordinato, nonché le indicazioni per lo sviluppo sostenibile e durevole del territorio.

Il Documento Preliminare, elaborato con i contenuti stabiliti dall’Art. 3, comma 5, della L.R.11/2004, è stato presentato ai diversi soggetti pubblici e privati interessati alla pianificazione del territorio invitandoli a concorrere nella definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche, sulla base dei principi di concertazione e partecipazione stabiliti dall’Art. 5 della L.R. 11/2004.

Tale procedura, prevista dall’articolo 5 della Legge Regionale n. 11/2004, ha introdotto nella formazione degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica forme di concertazione e partecipazione attraverso il confronto con altri enti pubblici territoriali e le altre Amministrazioni preposte alla cura degli interessi pubblici coinvolti, con le associazioni economiche e sociali portatrici di rilevanti interessi sul territorio e di interessi diffusi, nonché con i gestori di servizi pubblici e di uso pubblico.

Questa fase di consultazione ha permesso di verificare le indicazioni preliminari del documento e di raccogliere utili indicazioni per la redazione del P.A.T.I.

- 6 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

3.2 I CRITERI DI SOSTENIBILITA’

Il P.A.T.I. ha il compito di salvaguardare e valorizzare, nella direzione dello sviluppo sostenibile, la complessità ambientale del territorio. Accanto alla tutela delle risorse ambientali e dei beni storico-culturali, come condizione irrinunciabile per una complessiva riqualificazione della vita degli insediamenti, il P.A.T.I. riconosce la necessità di un cambiamento, in alcuni casi di una trasformazione dei modi di utilizzo del territorio. Le opportunità di cambiamento sono interpretate dal P.A.T.I. come occasioni per valorizzare le risorse ambientali presenti nei diversi tipi di spazio abitabile. Il Piano di Assetto del Territorio Intercomunale ha pertanto il compito di esplicitare, in connessione con un’articolata serie di obiettivi, le risorse disponibili per un progetto di sostenibilità, sia di natura ambientale che sociale ed economica. I criteri generali di sostenibilità utilizzati per la definizione degli obiettivi del piano sono stati individuati limitatamente alle specifiche competenze previste dal P.A.T.I. nonché alla realtà territoriale dei comuni dell’ambito “Diapason”. Successivamente sono elencati i criteri che hanno guidato la redazione del P.A.T.I.

I CRITERI GENERALI DEL P.A.T.I. SONO:

a. Preservare e migliorare la situazione della flora e della fauna selvatica, degli habitat, in particolare: - aumentando il territorio sottoposto a protezione; - proteggendo la qualità degli ambiti individuati; - tutelando le specie minacciate e la diversità biologica; - promuovendo tecnologie e tecniche che favoriscono la biodiversità; - riducendo i pericoli per l’ecosistema, la salute umana e la qualità della vita derivanti dalle emissioni nell’atmosfera, nelle acque e nel suolo di sostanze chimiche nocive o pericolose. b. Preservare e migliorare i paesaggi, il patrimonio storico e culturale: - individuando e catalogando le invarianti dell’ambiente, del patrimonio paesaggistico e storico-culturale e proteggendo la qualità degli ambiti individuati; - consolidando, estendendo e qualificando il patrimonio paesaggistico. c. Garantire la funzionalità idrogeologica dei sistemi naturali d. Tutelare la qualità dell’atmosfera e. Utilizzare in modo razionale le risorse rinnovabili e quelle non rinnovabili, avendo cura di: - proteggere la qualità dei suoli quale risorsa limitata e non rinnovabile per la produzione di cibo e di altri prodotti e come ecosistema per gli altri organismi viventi; - promuovere il risparmio energetico come efficienza di utilizzo e riduzione delle necessità di consumo di energia; - garantire usi razionali delle risorse idriche anche adeguando le infrastrutture fognarie; - mettere a punto interventi, incentivi e politiche regolative che contribuiscano a raggiungere i livelli di qualità dei corpi idrici previsti dalla normativa vigente. f. Mantenere e aumentare la qualità dell’ambiente locale attraverso un’articolata serie di interventi e di politiche sia direttamente che indirettamente connessi alla natura del P.A.T.I: - riqualificare e recuperare il paesaggio delle aree degradate; - ridurre la necessità di spostamenti urbani; - sviluppare la sensibilità, l’istruzione e la formazione in campo ambientale; - promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni in materia di sviluppo; - incentivare la certificazione ambientale delle imprese; - identificare i siti inquinati e potenzialmente inquinati con sucessiva bonifica.

- 7 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

3.3 GLI OBIETTIVI GENERALI

Il P.A.T.I. assume in sè tutti gli obiettivi espressi dalla L.R. 11/2004 e, con riferimento al territorio dei comuni di Castelcucco, Crespano del Grappa, Paderno del Grappa e Possagno, li puntualizza e li specifica, articolandoli secondo i settori di intervento in cui si esplica l’azione di Piano. Il piano strutturale è la componente del piano regolatore che guarda al futuro più lontano, fissando i capisaldi di lunga durata che riguardano la conservazione del patrimonio culturale e naturale, nonché l’assetto e lo sviluppo degli insediamenti. In questa ottica si è deciso, pertanto, di privilegiare gli obiettivi di costituzione del Quadro Conoscitivo oltre a quelli legati alla comunicazione (dall’Amministrazione comunale ai cittadini e agli altri soggetti pubblici e privati portatori di interessi inerenti il territorio e viceversa). Non si è ritenuto in questa fase di adottare forme di progettazione partecipata che meglio si collocano nelle fasi operative della pianificazione, quando si cercheranno le soluzioni a problemi più concreti e più circoscritti (la trasformazione di un’area, la progettazione di uno spazio pubblico, e così via), e quindi in sede di progettazione del P.I..

GLI OBIETTIVI GENERALI DEL P.A.T.I. SONO:

a) Perseguire la sostenibilità ambientale attraverso

- interventi di miglioramento e riequilibrio ambientale; - indirizzi e prescrizioni per gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia nelle zone sottoposte a vincolo idrogeologico nelle aree urbanizzate o da urbanizzare; - compatibilità degli interventi con la sicurezza idraulica del territorio, subordinando, ove necessario, l’attuazione di talune previsioni alla realizzazione di infrastrutture, opere o servizi per il deflusso delle acque meteoriche; - interventi di messa in sicurezza degli argini fluviali, anche mediante un’azione di costante monitoraggio delle opere di difesa, di concerto con gli enti sovraordinati ed in particolare con il Genio Civile Regionale e con l’Autorità di Bacino; - integrazione dei contenuti del PTRC definendo le azioni volte a ridurre il livello del rischio sismico; - risanamento e riqualificazione delle aree in situazioni di degrado e dei paesaggi rurali, urbani e periurbani; - riduzione del consumo di suolo agricolo e della frammentazione territoriale; - salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e idrogeologici e degli equilibri ecologici; - tutela dei suoli a vocazione agricola con promozione dell’agricoltura sostenibile; - conservazione e ricostituzione del paesaggio agrario e del relativo patrimonio di biodiversità, delle singole specie animali o vegetali, dei relativi habitat, e delle associazioni vegetali e forestali; - salvaguardia delle attività agricole ambientalmente sostenibili e dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici presenti nel territorio; - recupero e riutilizzazione, anche ai fini turistici delle malghe con il riutilizzo dei pascoli; - connessione tra le zone costituenti elementi di valore ambientale, in modo da avviare la formazione di una rete ecologica, integrata da percorsi pedonali e ciclabili; - indicazione degli interventi di riqualificazione ambientale, ecologica e paesaggistici, in particolare degli insediamenti che si configurano quali detrattori ambientali; - tutela della salute delle persone rispetto all’inquinamento elettromagnetico, acustico, atmosferico, luminoso e da radon; - individuazione delle invarianti paesaggistico-ambientali che assicurano qualità e valore all’ambito, e degli elementi territoriali rilevanti per rarità e specificità;

- 8 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

- miglioramento della funzionalità degli insediamenti esistenti e della qualità della vita all’interno delle aree urbane, definendo per le aree degradate gli interventi di riqualificazione e di possibile riconversione; - individuazione delle opportunità di sviluppo residenziale in termini qualitativi, quantitativi e localizzativi, definendo gli ambiti preferenziali di sviluppo insediativo, in relazione al modello evolutivo storico dell’insediamento.

b) Perseguire la sostenibilità economica attraverso

- individuazione di aree e strutture vocate al turismo di visitazione, all’escursionismo, all’agriturismo, all’attività sportiva, ottimizzando e riqualificando le strutture ricettivo-turistiche esistenti; - rafforzamento delle attrezzature esistenti, in funzione sia della popolazione locale, che di quella legata alla fruizione turistica, secondo modelli culturalmente avanzati; - potenziamento della rete infrastrutturale e dei servizi per la mobilità; - potenziamento del sistema dei parcheggi di scambio e di interconnessione; - definizione dell’assetto fisico-funzionale degli ambiti specializzati per attività produttive di rilievo sovra comunale; - miglioramento della funzionalità complessiva degli ambiti specializzati per attività produttive, commerciali e direzionali, garantendo una corretta dotazione di aree per servizi, opere ed infrastrutture; - delimitazione degli ambiti per la localizzazione delle Medie e Grandi strutture di vendita, dei Centri Commerciali e dei Parchi Commerciali; - definizione dei criteri e dei limiti per il riconoscimento delle attività produttive in zona impropria, precisando la disciplina per le attività da delocalizzare e conseguentemente i criteri per il recupero degli edifici industriali non compatibili con la zona; - precisazione degli standard di qualità dei servizi che si intendono perseguire per ottimizzare il rapporto tra attività di produzione, servizi tecnologici, qualità dell’ambiente e del luogo di lavoro; - ampliamento delle aree produttive in un’ottica intercomunale per il sostegno alle attività locali e la rilocalizzazione degli insediamenti produttivi incompatibili.

c) Perseguire la Sostenibilità sociale attraverso

- miglioramento dell’assetto funzionale degli insediamenti, individuando le parti da riqualificare, riconvertire e quelle in conflitto funzionale; - recupero e valorizzazione di centri storici e delle aree centrali; - riqualificazione delle aree periurbane e/o marginali; - tutela, salvaguardia e valorizzazione dei beni di interesse storico, architettonico, archeologico ed ambientale; - creazione di un sistema di piste ciclopedonali, anche intercomunali, e di percorsi collegati agli itinerari turistici, ai corridoi ecologici, ai percorsi storico-naturalistico-archeologici; - regolamentazione dei percorsi ciclabili, pedonali ed equestri; - regolamentazione dell’accessibilità al Grappa, verificando alternative; - definizione disciplinare di particolari siti e strade panoramiche; - valorizzazione della sentieristica collinare (Castelcucco-Paderno) e del Grappa, retaggio di antichissime attività legate all’economia agricola.

- 9 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

3.4 LE AZIONI STRATEGICHE

Le azioni strategiche affidate al Piano di Assetto del Territorio Intercomunale sono :

1 - AMBIENTE E PAESAGGIO a) realizzazione della Rete Ecologica Locale strutturata in aree nucleo, aree di connessione naturalistica, aree di potenziale completamento e stepping stone; b) mantenimento e rafforzamento dell'assetto fondiario tipico delle zone di conoidi connesso al sistema della viabilità di accesso;

2 - TERRITORIO RURALE a) mantenimento delle attività agricole e delle comunità rurali come presidio del territorio, mediante la promozione delle eccellenze agricole, l'incentivazione delle attività complementari e l'individuazione di invarianti agricolo-produttive;

3 - CENTRI STORICI a) mantenimento degli schemi originari dei centri storici sviluppati lungo le strade di fondovalle e pedemontane nonché lungo le direttrici secondarie verso valle e verso monte; b) recupero dei grandi complessi abbandonati interni alle zone storiche quali ex filande o fabbricati produttivi, complessi scolastici e grandi palazzi residenziali;

4 - AREE URBANE a) riutilizzo dei fabbricati di rilevanza volumetrica presenti sul territorio come contenitori sia di attività residenziali che commerciali - direzionali di cui è necessario prevederne recupero e gradualità temporale; b) riuso dei principali e più significativi manufatti che documentano la storia della civiltà industriale con lo scopo di un loro possibile recupero e riutilizzo per usi culturali, didattici, espositivi; c) potenziamento e integrazione della residenzialità anche con ampliamenti puntuali nelle zone di recente urbanizzazione;

5 - SERVIZI A SCALA TERRITORIALE a) trasformazione e riqualificazione funzionale, urbanistica ed edilizia, dei Poli esistenti (scolastico, culturale, turistico); b) recupero con finalità prioritariamente scolastiche degli Istituti Scalabrini e Suore di Maria Bambina (Crespano del Grappa);

6 - ATTIVITA' PRODUTTIVE - COMMERCIALI a) ristrutturazione nelle aree produttive esistenti con modesti incrementi legati alla ricalibratura dei confini e degli ambiti di pertinenza delle attività e ad eventuali ricollocazioni di attività fuori zona;

- 10 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

b) riconversione di zone e/o attività produttive non più adeguate all’uso inizialmente previsto e/o localizzate in ambiti impropri; c) riconversione mediante adeguati strumenti ed eventuali usi compatibili degli allevamenti intensivi sottoutilizzati o in disuso costituenti un ambiente ormai fortemente degradato;

7 - ATTIVITA' TURISTICHE a) individuazione di aree e strutture idonee destinate alla ricettività e all’agriturismo anche mediante riconversione e recupero;

8 - VIABILITA' a) nuovo asse infrastrutturale sovracomunale "Pedemontanina" con rafforzamento degli svincoli e ricalibratura delle direttrici locali principali; b) individuazione del sistema di piste ciclopedonali, anche intercomunali, e dello schema dei percorsi storico-naturalistico-archeologici.

- 11 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

4. SCENARI

Nella definizione delle strategie e delle linee guida riguardanti il futuro assetto del territorio dell’ambito “Diapason” sono stati considerati alcuni scenari di sviluppo. Sono state analizzate le seguenti alternative di piano:  Opzione “zero”: attuazione delle previsioni della pianificazione vigente,  Opzione 1: “Potenziamento delle aree di frangia dei centri e delle frazioni”,  Opzione 2: “Potenziamento dei capoluoghi”.

OPZIONE “ZERO” Lo scenario si basa sull’attuazione dei PRG vigenti nelle parti non ancora realizzate. Tale opzione consente di soddisfare parzialmente il reale fabbisogno abitativo con il rischio di peggiorare lo stato delle criticità ambientali esistenti.

OPZIONE 1 L’alternativa “1” di assetto del territorio prevede la concentrazione delle linee preferenziali di sviluppo insediativo nelle periferie dei capoluoghi e nelle frazioni. Tale ipotesi si prefigge il soddisfacimento delle esigenze espresse in sede di consultazione e mira ad uno sviluppo equilibrato e policentrico sui nuclei di maggiore dimensione, interessando ambiti di minore importanza dal punto di vista paesaggistico, ambientale e agricolo-produttivo. Lo sviluppo insediativo viene concentrato prevalentemente nelle aree di frangia urbana, che necessitano di consolidamento e riqualificazione. Criticità  Consumo di suolo agricolo;  Incremento del traffico lungo i tratti urbani della S.P. n. 26 e le strade che interessano gli abitati;  Presenza di carenze nei sottoservizi delle frazioni per lo sviluppo previsto.

OPZIONE 2 L’alternativa “2” di assetto del territorio contempla la distribuzione del nuovo carico insediativo finalizzato a soddisfare il fabbisogno di sviluppo nei capoluoghi. Criticità  Consumo di suolo agricolo;  Incremento del traffico nei capoluoghi;  Concentrazione della pressione insediativa;  Difficoltà di attuazione della rete ecologica;  Viabilità e infrastrutture inadeguate per lo sviluppo previsto;  Aumento della conflittualità della residenza con gli insediamenti produttivi.

L’alternativa “2” è stata accantonata perché di fatto non praticabile e sul piano sociale difficilmente sostenibile. Le criticità per questa opzione, oltre ad essere quantitativamente più numerose, determinano un maggiore impatto sul territorio. La sostenibilità è quindi di difficile perseguimento in quanto:  il consumo di suolo agricolo andrebbe a interessare in parte aree agricole anche di valore paesaggistico-ambientale. Viceversa con l’opzione 1 le necessità insediative possono essere indirizzate verso aree periurbane, marginali dal punto di vista agricolo e ambientale;  la viabilità verrebbe ulteriormente aggravata dalla concentrazione insediativa e dalle commistioni di funzioni;  vi sarebbe un aumento dell’inquinamento atmosferico ed acustico da traffico sulle aree centrali;  l’incremento insediativo dei capoluoghi sarebbe in contrasto con gli obiettivi di tutela e valorizzazione delle risorse territoriali.

- 12 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

5. IL SISTEMA AMBIENTALE

5.1 ARIA

Nella valutazione dello stato dell’ambiente e le implicazioni sulla salute dei cittadini, la qualità dell’aria è un parametro fondamentale. L’affermazione di attività artigianali e industriali nella società moderna ha comportato un aumento delle emissioni inquinanti in atmosfera, dovute alle specifiche attività produttive, ai trasporti, alla produzione di energia termica ed elettrica, al trattamento e smaltimento dei rifiuti e ad altre attività di servizio.

STIMA DELLE EMISSIONI INQUINANTI IN ATMOSFERA Dai dati indicati dalla Provincia di Treviso nell’ambito della redazione del PTCP, la qualità dell’aria ha registrato una generale riduzione degli emissioni inquinanti, anche se nelle aree urbane, non sempre viene garantito il rispetto della normativa vigente. In Provincia di Treviso le criticità maggiori sono dovute ai seguenti inquinanti: PM10, l’ozono e il benzo(a)pirene. La Regione Veneto, in collaborazione con l’ARPAV, ha intrapreso misure di contrasto all’inquinamento atmosferico attraverso:

 Piano Progressivo di Rientro per le polveri PM10 (DGR n.1408/2006);  Piano progressivo di Rientro per gli ossidi di azoto Nox. Per quanto riguarda il PM10 dalle elaborazioni relative ai macrosettori sono stati individuati quelli maggiormente responsabili delle emissioni inquinanti secondo la metodologia CORINAIR. Per la Provincia di Treviso l’ordine di priorità riguarda i seguenti macrosettori: 7 (trasporto su strada), 8 (altre fonti mobili), 3 (combustione dell’industria), 2 (combustione non industriale), 9 (trattamento e smaltimento rifiuti). Tra le azioni suggerite dal Piano che possono interessare direttamente il PATI si ricordano: interventi di snellimento e fluidificazione di viabilità e traffico, miglioramento del trasporto pubblico, sostegno alla bioedilizia, miglioramento degli impianti di riscaldamento, ecc.. I dati riportati nel Rapporto provinciale mettono in evidenza come Castelcucco, Crespano del Grappa, Paderno del Grappa e Possagno siano territori relativamente poco interessati, rispetto alla media provinciale, da forti fenomeni di inquinamento. Per i principali inquinanti rilevati l’ambito del P.A.T.I. risulta sempre nella classe più favorevole:

criticità  Classificazione dei comuni di Castelcucco e Possagno in A1 Provincia (a media densità emissiva per PM10)  Superamento dei limiti di emissione di CO2 fissati dal Protocollo di Kyoto

- 13 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

5.2 CLIMA

All’interno del Veneto la Provincia di Treviso presenta le tipiche caratteristiche dell’area di transizione tra i rilievi alpini ed il mare. Le caratteristiche climatiche sono suddivisibili in due ambiti principali: quello settentrionale collinare-pedemontano e quello centro-meridionale costituito dall’alta e bassa pianura; i territori dei comuni di Castelcucco, Crespano del Grappa, Paderno del Grappa e Possagno sono posti sul margine tra l’alta pianura ed i primi rilievi collinari e montani. In questo senso i quattro comuni non sono descrivibili in un’unica categoria climatica, quanto piuttosto ad un contesto climatico diversificato. Il territorio di PATI, per localizzazione, appartiene al distretto climatico esalpico. Questo si caratterizza per le precipitazioni medie attorno ai 1500 mm/anno e le temperature medie comprese tra 11 e 13 °C. La presenza del Massiccio e della catena Prealpina in genere condiziona soprattutto le precipitazioni che aumentano rapidamente passando dalla fascia di pianura a quella pedemontana. Le masse d’aria calda e umida infatti si arrestano contro le Prealpi, raffreddandosi e dando luogo a precipitazioni abbondanti. Le temperature viceversa sono meno influenzate da tale configurazione, risentendo unicamente del gradiente altimetrico ed infatti non si differenziano molto, al piede del Grappa, da quelle rilevate nell’alta pianura trevigiana. PRECIPITAZIONI Il regime delle precipitazioni presenta due massimi, in primavera ed in autunno. Il massimo autunnale è generalmente superiore a quello primaverile, mentre l’estate detiene i minimi nei valori delle precipitazioni. Tale andamento generale si modifica in presenza dei rilievi. Il regime delle precipitazioni locali, comune a tutto il trevigiano, presenta un andamento equinoziale, ovvero caratterizzato da due massimi, uno in primavera ed uno in autunno. I valori minimi solitamente si registrano nei due mesi invernali (gennaio e febbraio).

GIORNI PIOVOSI. L’andamento distributivo mensile dei giorni piovosi riflette, sostanzialmente, quello delle precipitazioni. È possibile verificare una tendenza generale alla diminuzione dei giorni piovosi nei periodi freddi, meteorologicamente maggiormente stabili, e la maggiore frequenza degli stessi nella stagione primaverile- estiva ed inizio autunnale. Mediamente nel territorio considerato si rilevano circa 90-100 giorni piovosi all’anno. TEMPERATURE. Nel territorio del PATI si registrano temperature medie assai variabili tra la base del massiccio e l’area collinare e la vetta. Si passa dai 12,5°C del piede montano ai 3,3°C di Cima Grappa. L’escursione media annua è di 20°C in valle e di 15,9°C in vetta, perciò più rilevanti per le pendici del massiccio che non per la vetta, anche a causa della forte umidità estiva che tende a condensare e stazionare sulla vetta. I dati di temperatura per la stazione di Crespano del Grappa evidenziano un valore medio annuo di circa 11 °C, con valori estivi di circa 21 °C, raggiunto in Luglio, e valori invernali di poco superiori a 1 °C, registrati in Gennaio. Le medie dei minimi e quelle dei massimi confermano tali mesi, rispettivamente, come il più caldo ed il più freddo. I valori medi delle minime estive non scendono sotto i 15 °C, le medie dei valori massimi invernali non superano gli 8 °C. UMIDITÀ L’area in esame, come detto, si caratterizza per un’elevata umidità atmosferica, favorita dalla presenza dei rilievi montuosi. Tale parametro condiziona fortemente il benessere delle popolazioni e influisce in modo determinante nella percezione delle temperature e dei picchi di calore. Dai dati rilevati emerge come l’umidità relativa media si attesti tra il 65% e l’85%, rispettivamente a Febbraio e Ottobre, con un dato medio generalmente sopra il 70%. La configurazione morfologica locale e la quota sul livello del mare non favoriscono la formazione delle nebbie, che si formano nei casi di cielo sereno e scarsa circolazione d’aria, in periodo invernale.

- 14 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

5.3 ACQUA

IDROGRAFIA PRINCIPALE Il è caratterizzato da importanti fenomeni carsici che rendono il massiccio assai povero d'acque superficiali. Nel territorio in esame sono comunque presenti, soprattutto per la parte pedemontana, apprezzabili corsi d’acqua che fanno capo ai bacini imbriferi del Fiume Piave e del Fiume Brenta. La rete idrografica risulta abbastanza ramificata con valli profondamente incise dove scorrono corsi d’acqua a carattere torrentizio. Il territorio dei Comuni del PATI Diapason è solcato da tre corsi d’acqua di una certa rilevanza: il torrente Curogna affluente del Piave, il torrente Muson e il torrente Lastego che fanno capo al sistema idrografico Brenta-Bacchiglione. Per una piccola area del territorio montano dei Comuni di Possagno e Paderno si ricade all’interno del bacino del torrente Tegorzo. Crespano del Grappa ricade interamente nel bacino del Brenta ed è solcato da numerosi rii e affluenti del sistema Giaron-Brenton-Pighenzo e dal torrente Lastego, tutti confluenti nel torrente Muson a monte di Spineda, frazione di . Tra i numerosi rii secondari che interessano il territorio di Crespano si ricorda il rio Mardion, che scorre ad est del centro abitato di Crespano prima di entrare nel Lastego. In Comune di Castelcucco ha origine e vi ricade per la quasi totalità il ramo del torrente Muson denominato di “Castelcucco” che confluisce nel Muson “Vecchio” all’altezza del Casonetto in Comune di . Un corso d’acqua di interesse secondario che interessa il comune è lo Schener. Possagno è interessato per la quasi totalità dal bacino del torrente Curogna e dell’affluente Ponticello, mentre una parte montana ricade nel bacino del Tegorzo. Analogamente per Possagno, anche la parte più a nord del Comune di Paderno del Grappa ricade all’interno del bacino del Tegorzo. La parte nord occidentale è interessata dalle sorgenti che danno origine al torrente Lastego che scende verso valle a confine con Crespano del Grappa. Nella parte meridionale vi è una suddivisione poco marcata tra i due bacini del Muson di Castelcucco e quello del Lastego stesso. La parte centrale di territorio, a confine con il Comune di Possagno fa capo, invece, al torrente Curogna e di conseguenza al sistema idrografico del Piave.

INQUINAMENTO RISORSE IDRICHE Il territorio dell’ambito del P.A.T.I. non rientra nell’area designata come zona vulnerabile da nitrati di origine agricola ai sensi dell’art. 92 del D.Lgs. 152/06 (carico massimo di azoto zootecnico pari a 170 kg/ha). I dati relativi ai carichi trofici potenziali evidenziano un carico unitario non considerevole.

QUALITÀ ACQUE SUPERFICIALI INTERNE Il L.I.M. fornisce una misura diretta del grado di inquinamento di un corpo idrico. Oggetto di indagine dell’indice è il livello di inquinamento di natura chimica, chimico - fisica e microbiologica dell’acqua. Il valore dell’indice viene determinato sulla base dei dati derivanti dalle analisi eseguite su campioni d’acqua raccolti periodicamente dal corso d’acqua oggetto di indagine. In sintesi il corpo idrico del Muson dei Sassi, nelle stazioni di prelievo esterne al territorio del P.A.T.I. (, Asolo e Fonte) presenta una qualità delle acque complessivamente buona L’I.B.E. fornisce una diagnosi di qualità di interi reticoli idrografici. Oggetto di indagine dell’indice è la composizione della comunità macrobentonica. Il metodo prevede l’esecuzione di campionamenti su detta comunità, la successiva classificazione delle Unità Sistematiche raccolte in “Gruppi faunistici” e la determinazione del numero totale delle stesse. I dati forniti dall’Arpav dimostrano che la qualità dell’ambiente del Muson dei Sassi nelle stazioni di prelievo esterne al territorio del P.A.T.I. (Monfumo, Asolo e Fonte) sia rimasta pressoché inalterata nel periodo in esame (2000-2007). Le acque del Muson dei Sassi si presentano in buone condizioni (classe I-II): con un ambiente in cui sono evidenti alcuni effetti dell’inquinamento.

- 15 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

ACQUEDOTTO In comune di Castelcucco la rete, nelle sue varie componenti: adduzione, distribuzione, ecc., è gestita dallo Schievenin Gestione S.r.l. con sede a , mentre negli altri Comuni la gestione della distribuzione è autonoma. L’adduzione idropotabile è comunque interconnessa con la rete gestita dalla società Schievenin Alto Trevigiano S.r.l. Infatti, nel territorio montano, principalmente in Comune di Crespano e Paderno del Grappa, sono presenti sorgenti di acqua potabile. Tali sorgenti di approvvigionamento idropotabile fanno capo ad una rete di adduzione completata con un sistema di serbatoi per lo stoccaggio della riserva idrica. Per poter garantire, ed anzi incrementare secondo le future esigenze le dotazioni irrigue dei territori, nonché per poter risolvere, almeno in parte le problematiche di alcune zone della Pedemontana, sono previsti potenziamenti delle opere di adduzione ed accumulo. In generale, per i Comuni del PATI Diapason, non si rilevano invece particolari problematiche per la rete di distribuzione di acqua potabile.

IMPIANTI DI DEPURAZIONE Sono presenti impianti di depurazione della rete fognaria nei comuni di Crespano del Grappa e Possagno, ma sono dislocate anche vasche Imhoff a valle di frazioni minori. L’impianto di depurazione di Crespano del Grappa è dotato di una vasca di prima pioggia in cui confluiscono grosse portate di acque meteoriche, la vasca presenta dei problemi legati alle elevate portate ed alla mancanza di un’adeguata grigliatura. L’impianto comunale di Possagno è costituito da una vasca imhoff da 1.000 a.e.. Esiste un progetto intercomunale tra i comuni di Possagno, e che prevede lo smantellamento dell’impianto ed il collettamento dei reflui al depuratore di Pederobba.

RETE DI FOGNATURA Il progetto della rete fognaria del PATI Diapason risale ancora agli anni settanta e risulta solo in parte realizzato. L’attuale assetto del sistema fognario deriva dal completamento di interventi successivi, non sempre interconnessi e funzionali tra loro. Per quanto riguarda nello specifico le acque nere, il controllo della rete è ancora affidata ai Comuni, anche se è previsto il passaggio della gestione alla società Schievenin Gestione srl. La reti di raccolta delle acque reflue, nei territori del PATI Diapason non sono interconnesse tra loro. Sono scarse le notizie in merito alle loro caratteristiche. Per i Comuni di Possagno e di Crespano del Grappa la rete è mista ed è collegata al depuratore comunale. Nel Comune di Paderno del Grappa la rete è nera mentre a Castelcucco è in parte nera e parte in mista. A completamento del sistema di raccolta, sono installate anche delle stazioni di sollevamento.

RETE DI SMALTIMENTO DELLE ACQUE METEORICHE Non sono disponibili informazioni di dettaglio sulla rete di smaltimento delle acque meteoriche. Tale rete non è stata oggetto di un attento progetto generale o di uno studio pianificatorio, non risulta censita e quasi certamente presenta caratteristiche disomogenee. Generalmente tutti gli interventi costruttivi finora realizzati, non hanno richiesto particolari studi idraulici in quanto le fognature realizzate avevano e hanno lo scopo di collettare con il percorso più breve possibile le acque al corpo idrico recettore (torrente, rio, scolo ecc.). Questo fatto, unitamente alla diminuito interesse per la manutenzione del territorio, ha fatto sì che negli ultimi anni si accentuassero locali fenomeni erosivi e di dissesto idrogeologico nei versati interessati dallo scarico delle acque meteoriche.

criticità  rete fognaria incompleta per estensione e numero di abitanti equivalenti

- 16 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

5.4 SUOLO E SOTTOSUOLO

Dal punto di vista geologico e strutturale la zona interessata dal P.A.T.I. può essere suddivisa nelle seguenti parti:  a Nord il grande massiccio del Grappa ed il M.Tomba, formati da terreni di Età Secondaria, prevalentemente di natura calcarea e dolomitica;  immediatamente a Sud il grande versante meridionale del Grappa, formato ancora da rocce calcaree, e subordinatamente calcareo-marnose verso il basso; le coperture, in genere grossolane, si accentuano verso S in relazione alla presenza di grandi conoidi detritiche, in genere grossolane e di formazione recente (postglaciale);  al centro la Valcavasia, compresa tra il versante del Grappa sopra citato e le colline monoclinaliche poste a Sud della insellatura di Fietta e del fondovalle del T. Ponticello, ad E, In Comune di Possagno;  a Sud una serie di colline di Età Terziaria, in struttura monoclinalica, formate da rocce prevalentemente marnose ed arenacee, con locali presenze di conglomerati;  infine ancora più a Sud ed a Ovest le parti centro meridionali delle grandi conoidi alluvionali, di formazione recente, sopra citate.

Dal punto di vista tettonico strutturale gli elementi principali che caratterizzano la zona sono: la grande anticlinale M. Grappa÷M.Tomatico e la sua diramazione secondaria del M. Tomba a N, la piega a ginocchio, la giacitura monoclinalica degli strati a S del T. Ponticello, una lunga faglia presunta nelle Marne di Possagno (nel fondovalle) con andamento secondo la valle e la faglia a S di Costalunga, con la stessa direzione.

LITOLOGIA DEL SUBSTRATO  Rocce compatte per cementazione date da calcari selciferi con intercalazioni argillose e locali brecce; si è compresa in questa tipologia la parte inferiore della “Formazione di Fonzaso” costituita da un accumulo caotico di frammenti di calcare e di selce, cementato e dolomitizzato, in facies frana sottomarina. L’età è Dogger p.p. (Giurese medio). Si ritrova questo litotipo sul versante meridionale del Massiccio del Grappa;  Rocce compatte stratificate rappresentate da calcari di vario colore, stratificati, a volte con letti di selce scura e intercalazioni argillose, localmente micritici; si sono comprese in questa tipologia varie formazioni, distinte dal punto di vista dell’aspetto macroscopico e della datazione.  Rocce superficialmente alterate con substrato compatto costituite prevalentemente da arenarie con stratificazione grossolana e copertura di alterazione data da sabbia variamente limosa ed argillosa in buono spessore; è un insieme di rocce costituito da arenarie, arenarie glauconiose e marnose e marne siltose.  Rocce tenere prevalenti, con subordinati interstrati e bancate resistenti, rappresentate (A) da calcari marnosi localmente selciferi, fittamente stratificati di colore variabile da rosso a grigiastro e (B) da siltiti e marne.  Rocce tenere a prevalente coesione rappresentate da marne argillose e siltose riccamente fossilifere con importante copertura argillosa di alterazione superficiale; è un insieme di rocce costituito da vari termini: argilliti, marne argillose, siltiti, siltiti marnose, localmente arenarie calcaree, alternanti in maniera a volte non regolare. IDROGEOLOGIA E' da ricordare che, dal punto di vista della costituzione litologica, ed in stretta relazione alla situazione idrografica, il territorio può essere considerato suddiviso nelle seguenti porzioni principali:  a N il Massiccio del Grappa formato da rocce carbonatiche (calcari di vario tipo) interessati da una circolazione sotterranea per fratturazione e carsismo. Il livello di base del sistema idrico sotterraneo è molto profondo. La rete idrografica superficiale è raramente attiva;

- 17 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

 la zona delle conoidi centro-meridionali, in essa il sottosuolo è costituito da materiali grossolani, in spessore di alcuni metri, e pertanto molto permeabili, poi il substrato è formato da materiali a debole o nulla permeabilità. L'idrografia naturale è praticamente assente, fatte salve alcune incisioni torrentizie i cui letti giungono al substrato praticamente impermeabile.  al centro le colline calcaree caratterizzate da un sistema carsico di dimensioni contenute e da importante copertura di terra rossa con permeabilità limitata. La circolazione superficiale è praticamente assente (in relazione al carsismo diffuso). Le acque superficiali, dopo brevi percorsi, incontrano veloci vie di penetrazione nel sottosuolo. Lungo i versanti si riscontrano tracce di idrografia superficiale non (o raramente) attiva;  presso la porzione di SE (nelle alluvioni prossime al corso del T. Muson, in Comune di Castelcucco) il sottosuolo è costituito da terreni a bassa o nulla permeabilità. La circolazione idrica superficiale è importante e ramificata.

Acque superficiali E’ da considerare, relativamente alla idrografia, che la morfologia e la grande diffusione di rocce e terreni superficiali ad elevata permeabilità, determinano la presenza in genere di corsi d’acqua attivi per brevi periodi nel corso dell’anno. Solamente i tratti di fondovalle di alcuni corsi maggiori hanno carattere permanente. Sono stati individuati  corso d'acqua permanente;  corso d'acqua temporaneo;  sorgente;  opera di captazione di sorgente;  limite di rispetto delle opere di presa;  area soggetta a inondazioni periodiche;  area a deflusso difficoltoso o soggetta a ristagno idrico;  perimetro di area interessata da risorgive.

Acque sotterranee La porzione S del Massiccio del M. Grappa ed il versante meridionale Il Massiccio del Grappa, è formato da rocce carbonatiche (in gran prevalenza calcari di vario tipo) interessati da una circolazione sotterranea per fratturazione e carsismo. Approfondendo brevemente la problematica idrogeologica nel sistema carsico possiamo riconoscere tre zone:  la più superficiale (zona di aerazione o vadosa) è interessata da movimenti idrici verso il basso, è prevalentemente zona di dissoluzione;  la mediana (zona di transizione o intermedia), la percolazione dell'acqua è più concentrata. Periodicamente, nel corso di eventi pluviometrici particolarmente intensi, è interessata da inondazioni e da saturazione. Alimenta la falda presente nelle alluvioni della pianura;  quella profonda (zona di imbibizione), è sempre colma d'acqua (acqua di fondo - Grundwasser). I movimenti idrici avvengono in pressione. Nel sottosuolo dell’area vi sono probabilmente vari acquiferi frammentati e con comunicazione tra loro minore e più accentuata nei momenti di piena. In essi la presenza idrica e la relativa circolazione sono legate in prima battuta ad una permeabilità per fatturazione e carsismo, esiste anche una permeabilità minore per porosità. GEOMORFOLOGIA Il territorio può essere suddiviso, in cinque parti, così individuate procedendo da N a S:  a N la porzione meridionale dell’altopiano del M. Grappa;  subito a S il versante meridionale del M. Grappa;  poi il fondovalle della V. Cavasia (porzione occidentale) e la sella di Fietta;

- 18 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

 le colline terziarie, monoclinaliche, con assi disposti in direzione SW-NE;  le porzioni W e S delle conoidi. Il tutto si è formato in tempi geologici diversi e grazie all’azione di processi di vario tipo: sedimentari, tettonici, esogeni di accumulo e di erosione. Anche attualmente l’area è interessata, dal punto di vista geologico, dalla compresenza di molti fattori di trasformazione sia endogeni che esogeni, tra questi ultimi è da citare l’azione dell’uomo, che in tempi recenti ha acquistato particolare importanza. Dal punto di vista geomorfologico sono state rilevate:  le forme strutturali  le forme di versante dovute alla gravità  le forme fluviali, fluvioglaciali e di versante dovute al dilavamento  le forme carsiche  le forme glaciali e crionivali  le forme artificiali CAVE L’attività di cava ha interessato l’area per un lungo periodo. Prevalentemente è stata legata all’escavazione di argille marnose (Marna di Possagno) realizzata quasi completamente in Comune di Possagno. La attività di scavo si è molto ridotta a partire dall’inizio degli anni ’80 del secolo scorso ed oggi solamente poche porzioni marginali delle antiche zone di cava sono ancora attive. In carta sono state riportate nel modo più accurato possibile (ma non esaustivo nel particolare) le aree di concessione. E, con la simbologia di “orlo di scarpate”, le scarpate di scavo. La gran parte delle cave è classificabile tra le “cave abbandonate o dismesse” di cui al Titolo V° della L.R. 44/82. MINIERE L’area interessata da attività mineraria ricade nei Comuni di Possagno e Paderno del Grappa. E’ una grande concessione mineraria denominata “Possagno” intestata alla ditta “Industria Cementi Giovanni Rossi Spa”. E’ in atto da circa 40 anni. La prima concessione fu rilasciata in data 02.09.1957 dal Corpo delle Miniere di Padova. L’ultima, un rinnovo, è stata emessa dalla Regione Veneto con la D.R.G.V. n. 2852 del 12.09.2006. La superficie rappresentata in carta è quella corrispondente a quanto previsto dalla D.G.R.V. citata. E’ da considerare che la superficie della concessione è andata variando e riducendosi nel tempo. L’attività mineraria è accompagnata dalla progressiva sistemazione ambientale delle aree esaurite.

RISCHIO SISMICO I quattro Comuni sono classificati sismici in Zona 2 dalla Deliberazione n. 67 del 03.12.2003 del Consiglio Regionale del Veneto, in applicazione del disposto dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20.03.2003; precedentemente erano già stati classificati di seconda categoria - con sismicità massima S = 9° M.C.S. - dal D.M. 14.05.1982, “Aggiornamento dell’elenco delle zone sismiche della Regione Veneto”.

RISCHIO IDRAULICO L’Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione nella delibera n. 1 del 3 marzo 2004 in conformità con quanto prescritto dalla legge 3 agosto 1998, n. 267, e le sue successive modifiche ed integrazioni, ha adottato il "Progetto di Piano stralcio per l’assetto idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione” (PAI). Tale documento non evidenzia particolari problematiche idrauliche per i territori del PATI. L'analisi delle criticità riassunta nella relazione generale, infatti, non segnala problematiche di sorta. Le condizioni di rischio idraulico per il torrente Muson riguardano la fascia pedemontana da San Zenone degli Ezzelini fino a Maser, ma non i territori del PATI oggetto del presente studio, inoltre, sia il Muson che i suoi principali affluenti scorrono lungo valli molto al di sotto dei piani di imposta dei fabbricati.

- 19 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

A quanto risulta, per il territorio dei Comuni del PATI Diapason non è stata adottata alcuna cartografia di perimetrazione della pericolosità idraulica. In tal caso le norme di attuazione del PAI (articolo 7) prevedono che, in assenza di specifici progetti, valutazioni o studi approvati dai competenti organi statali o regionali, ovvero in assenza di specifiche previsioni contenute nel Piano regolatore vigente, debbano essere considerate pericolose le aree che sono state soggette ad allagamento nel corso degli ultimi cento anni.

ASPETTI PEDOLOGICI La classificazione dei suoli è determinata in via preliminare con riferimento alla Carta dei terreni agrari della Provincia di Treviso - Comel (1971), in modo più approfondito e aggiornato alla recente Carta dei Suoli della Provincia di Treviso – ARPAV (2008). La classificazione pedologica ARPAV, come riportata alla Carta dei Suoli della Provincia di Treviso, si articola su quattro livelli gerarchici, strutturati come segue.  Distretti di suolo  Sovraunità di paesaggio  Unità di paesaggio  Unità cartografiche IRRIGAZIONE La mancanza di irrigazione di soccorso produce un sensibile grado di criticità verso l’attività agricola nei periodi di carenza degli apporti meteorici. Come già anticipato, il Consorzio di Bonifica ha redatto già nel 1990 un progetto generale per l’irrigazione della Pedemontana che comprendeva anche i Comuni del PATI Diapason e prevedeva la posa di una condotta irrigua proveniente dal Comune di Pederobba. La possibilità di realizzare l’opera è vincolata al reperimento di importanti risorse finanziarie. Quindi, a fronte di indirizzi che prevedono una scarsa possibilità di derivazione, è necessario sfruttate le fonti locali immagazzinando l’acqua in aree come ex cave o in appositi bacini di invaso da individuare opportunamente.

criticità  Presenza di aree impermeabili  Presenza localizzata di insufficienze idrauliche  Presenza di varici di cava non ricomposte  Presenza di fenomeni erosivi e franosi

- 20 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

5.5 BIODIVERSITÀ

La Biodiversità, o diversità biotica, indica il livello di differenziazione delle specie presenti in un determinato ambiente. Si esprime attraverso due componenti, la ricchezza (densità di specie) e l’omogeneità, legata alla dominanza e alla rarità delle specie stesse. La diversità biotica è quindi tendenzialmente ridotta negli ambienti sottoposti a stress ambientali, mentre aumenta negli ambienti stabili e nelle comunità assestate. Vi è per altro una correlazione stretta tra diversità biotica e diversità ecologica (ecodiversità), quest’ultima definita come diversità di processi e diversità biologica valutabili in una determinata area. Sul territorio comunale dei comuni compresi nel PATI sono rilevabili una serie di ambienti omogenei, che rappresentano unità bioambientali eterotipiche, risultanti dall’integrazione di una determinata collettività di specie presenti (biocenosi) con il luogo fisico dove essa vive (biotopo), definiti ecosistemi. L’ecosistema è quindi l’insieme delle componenti biotiche (vegetazione e fauna) e abiotiche (suolo, acqua, aria), ovvero l’insieme di biotopo e di biocenosi. In termini di stretta biodiversità il territorio, proprio per la sua elevata varietà di ambienti, si caratterizza per una generale ricchezza di specie, soprattutto nella componente floristica. Il Massiccio del Grappa rappresenta in tal senso la principale fonte di diversità biologica. La flora ivi rinvenibile è molto variegata. Ricerche specialistiche hanno permesso di accertare almeno 1575 specie vegetali diverse che, rapportate al dato complessivo di 5599 valido per l’Italia, testimoniano appunto la notevole ricchezza del sito, che quindi ospita il 28% del patrimonio floristico specifico rispetto all’intero territorio nazionale.

GLI ASSETTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI Alla luce di quanto esposto, tenendo conto della complessità delle risorse biotiche presenti, si possono individuare:  aree protette,  habitat in riduzione,

Aree Protette Comprendono le aree di protezione faunistica e i Siti “Natura 2000”, tutelati ai sensi della Direttiva 92/43/CEE e successive normative di recepimento. Tra questi è compreso il Sito di Interesse Comunitario (SIC) nonché Zona di Protezione (ZPS) IT3230022 Massiccio del Grappa. Il SIC/ZPS IT3230022 Massiccio del Grappa Il sito di importanza comunitaria (SIC e ZPS) comprende il Massiccio del Grappa. Trattasi di un vasto ambito montano che si estende tra la valle del Brenta e la valle del Piave ed è delimitato a Sud dai centri abitati che si sviluppano ai piedi della dorsale, da (ad Ovest) a Pederobba (ad Est). Verso Nord-Est l’area interessa la dorsale dai Solaroli, al Peurna e al Tomatico, che si sviluppa prevalentemente in territorio bellunese, fino a raggiungere la periferia di . Verso Nord-Est e poi verso Nord si dirama anche la dorsale del Pertica, del Fredina e del Roncone nella porzione culminale, assai aspra e scoscesa, verso i versanti inferiori e laterali delimitanti la valle di Seren. Verso Ovest si diparte la dorsale Asolone, Col della Berretta, Col del Fenilon, che delimita il Massiccio verso la valle del Brenta. L’area è parte della rete Natura 2000. È inserita nella regione biogeografica alpina, come da classificazione europea, estendendosi per una superficie di 22.474 Ha, nelle provincie di Treviso, Belluno e Vicenza. L’ambito è considerato di rilevante interesse per la notevole presenza di fenomeni carsici, per la complessità ambientale e per la diversità geomorfologica. Si rinvengono fiumi alpini con vegetazione riparia, perticaie di pino mugo e foreste alluvionali residue dell’Alnion glutinoso-incanae. Permangono formazioni vegetali di grande interesse sui prati aridi pedemontani (Saturejon subspicatae) e montani (Caricion austroalpinae), nonché in ambienti di forra (Tilio-Acerion, Cystopteridion).

- 21 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

FLORA E VEGETAZIONE Inquadramento floristico La situazione della flora e della vegetazione naturale presente nel territorio del PATI Diapason è in gran parte riferibile a quella specificamente ascrivibile al Massiccio del Grappa, ove si concentrano la maggior parte delle entità floristiche e delle associazioni di vegetazione. Gli studi specialistici in tale settore hanno evidenziato come la flora esistente nell’area sia di estremo interesse, assai variegata e con numerosi endemismi. Il Massiccio annovera infatti quasi un terzo delle specie botaniche italiane. Il complesso floristico è divisibile in 7 gruppi corotipici.

La vegetazione La vegetazione dell’ambito, analogamente alla flora, si connota per la numerosità delle associazioni presenti, conseguenza delle diversissime condizioni morfologiche e microclimatiche possibili sul Massiccio. Poiché le condizioni climatiche variano notevolmente con il gradiente altimetrico, una sintetica disamina della vegetazione presente, nelle sue principali formazioni tipologiche, è possibile distinguendo delle “fasce di vegetazione” o “fasce altitudinali”. È possibile individuare almeno due iniziali grandi fasce di vegetazione, adottando la terminologia del Pignatti: quella medioeuropea comprendente i boschi di latifoglie termofile quali i querceti, i carpineti e gli ostrieti, e quella subatlantica, ampiamente rappresentativa del Grappa, con le faggete, gli aceri-tiglieti e gli abieteti.

Partendo dal fondovalle si individuano: - una fascia collinare e submontana, - una fascia montana soprastante.

Uso del suolo L’uso del suolo costituisce la prima e fondamentale analisi ricognitiva delle caratteristiche ambientali, ed in particolare vegetazionali, di un territorio. Sono state definite, ai fini del PATI, n. 24 categorie di destinazione d’uso del suolo, volte ad evidenziare la dotazione vegetazionale e l’utilizzo del territorio connesso con l’attività umana L’analisi della carta dell’uso del suolo mette in evidenza alcuni aspetti che caratterizzano il territorio comunale:

 il notevole ruolo svolto dal Massiccio del Grappa nel complessivo assetto naturale ed ambientale del territorio comunale. Le superfici a bosco, a pascolo e incolte risultano nettamente prevalenti e contribuiscono ad apportare benefici notevoli in termini di riequilibrio della pressione antropica della fascia pedemontana e collinare.  la buona dotazione di strutture arboreo-arbustive lineari dei sistemi vallivi a rete, con caratteristiche vegetazionali diversificate, connesse con la porzione montana attraverso alcune frange vallive (Val Organa, il torrente Lastego, il sistema idrografico del Muson di Castelcucco e delle valli incise a Sud di detto centro, le valli a Sud di Crespano - Valle Longa, Valle Cao di Breda, Valle Cao di Castagne, il torrente Erega). Le siepi si localizzano preferibilmente lungo la viabilità minore e poderale, i corsi d’acqua e le delimitazioni di proprietà;  la dominanza delle colture erbacee (seminativi e prati) nella porzione planiziale e collinare coltivata, diffuse su gran parte delle superfici agricole maggiormente integre;  la frammentazione e la dispersione, per contro, degli appezzamenti a colture legnose, talvolta residuali ed organizzati, tranne che in pochi caso, in reliquati;

criticità  Presenza di barriere insediative ed infrastrutturali  Semplificazione dell’agroecosistema agricolo pedemontano  Dismissione della pratica di alpeggio

- 22 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

5.6 PAESAGGIO

Si sono individuati gli assetti paesaggistici secondo il “principio fondamentale della integratività gerarchica”, secondo cui le perimetrazioni devono derivare da valutazioni rigorose, allo scopo di non compromettere le funzioni bio-ecosistemiche. Le interazioni tra fattori abiotici e fattori biotici, nel sistema complesso delle reciproche interrelazioni e interferenze, come delineato nella Convenzione Europea del Paesaggio e nel Codice Urbani, costituiscono “l’origine della storia delle trasformazioni del paesaggio”, e le modificazioni assumono, nei riguardi dell’uomo, “dimensione storica, «consapevolezza e responsabilit໓. Nel territorio di PATI si riscontra una notevole diversificazione della struttura paesaggistica, risultato di connotati fisico-morfologici assai mutevoli. Si possono distinguere ambiti territoriali con assetti ambientali, agricoli ed insediativi sufficientemente omogenei, per i quali è possibile adottare una suddivisione in tipologie:  Paesaggio aperto di conoide  Paesaggio collinare boschivo  Paesaggio collinare della Val Maor  Paesaggio collinare delle Valli  Paesaggio di fondovalle fluviale  Paesaggio montano boschivo  Paesaggio montano degli affioramenti rocciosi  Paesaggio montano di transizione  Paesaggio montano pascolivo  Paesaggio pedemontano di fondovalle torrentizio  Paesaggio pedemontano a seminativo  Paesaggio pedemontano ad insediamento diffuso  Paesaggio pedemontano boschivo  Paesaggio pedemontano in transizione  Paesaggio subcollinare ad indirizzo misto  Paesaggio ad insediamento diffuso  Paesaggio urbano e/o antropico

APPARATI PAESISTICI si sono individuati gli apparti paesistici che seguono:

Habitat umano prevalente

 Apparato residenziale (RSD): funzioni insediative, residenziali, di servizio. Vi sono comprese le aree edificabili, le aree scolastiche, aree a parcheggio, aree di culto, ecc. Sostanzialmente identificabile con l’insediato residenziale.  Apparato sussidiario (SBS): funzioni infrastrutturali di trasporto, energia, industria. Vi sono comprese le aree produttive, commerciali, le reti tecnologiche, i piazzali di deposito. Sostanzialmente identificabile con l’insediato produttivo.  Apparato produttivo (PRD): tessere con alta produzione di biomassa (seminativi, vigneti, orti, frutteti, pioppeti, foraggere, ecc.). Sostanzialmente identificabile con le porzioni rurali.  Apparato protettivo (PRT): vi appartengono gli elementi in grado di proteggere altri elementi o parti dell’ecomosaico. Sono comprese le siepi, i filari, le alberate, i parchi urbani, i giardini, le macchie residuali.

- 23 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

Habitat naturale prevalente

 Apparato connettivo (CON): vi appartengono gli elementi in grado di garantire la connessione ecosistemica all’interno dell’ecomosaico. Sono compresi i corridoi naturali e gli stepping stone presenti nel territorio.  Apparato resistente (RNT): funzioni prevalenti di tipo metastabilizzante (elementi con alta capacità di resistenza ovvero in grado di produrre alta BTC). Sono riconducibili ai boschi maturi e di vecchio insediamento o comunque a quelli meglio strutturati ed ha maggiore biomassa.  Apparato resiliente (RSL): vi appartengono elementi con alta capacità di recupero ad eventuali fenomeni perturbativi ed a bassa BTC. Funzione attribuibile ai prati e prati arborati a scarso input energetico, nonché agli incolti, presenti in ambiti contermini alle aree boscate.  Apparato escretore (EXR): è costituito dalla rete dei corpi idrici superficiali. La funzionalità principale è depurare l’ecomosaico di base dei cataboliti prodotti dallo stesso.  Apparato geologico (GEO): costituito da elementi dominati da processi geologici e geomorfologici (aree con roccia affiorante, ghiaioni, ecc.).  Apparato stabilizzante (STB): elementi con funzione prevalentemente stabilizzatrice del territorio fisico (es. vegetazione a macchia su versanti instabili.  Apparato di cambiamento (CHG): vi appartengono gli elementi ad alta capacità di trasformazione, ad esempio aree dismesse, terreni marginali, aree periferiche agli insediamenti (residenziali e produttivi).  Apparato di disturbo (DIS):

criticità  Abbandono del pascolo ed espansione del bosco sul piano montano  Progressiva mineralizzazione degli spazi del pedemonte  Presenza di ampie varici di cava non ricomposta  Semplificazione paesaggistica della porzione pedemontana

- 24 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

5.7 OBIETTIVI – SISTEMA AMBIENTALE

Tutela, salvaguardia e valorizzazione delle aree rurali, collinari e montane di interesse paesaggistico ed ambientale e delle aree aperte integre:  Delimitazione delle aree di invariante, di natura paesaggistica, ambientale e produttiva.  Identificazione dei corsi d’acqua (Torrente Erega, Astego, Muson di Castelcucco, Musil, ecc.) quali elementi di connessione naturalistica tra le aree integre del territorio rurale pianeggiante.  Individuazione delle core areas, buffer zones, corridoi ecologici principali e secondari, nodi, varchi di permeabilità faunistica.  Mantenimento e rafforzamento dell'assetto fondiario tipico delle zone di conoidi.  Limitazione del consumo dei suoli ad elevata vocazione agricola.  Individuazione di elementi detrattori del paesaggio da riqualificare e/o assoggettare a integrazione e mitigazione ambientale.  Individuazione dei paesaggi agrari, storici, naturalistici, identitari da tutelare e valorizzare.  Inedificabilità e/o contenimento degli insediamenti nelle aree di pregio.  Individuazione dei coni visuali relativi ad ambiti di particolare pregio paesaggistico-ambientale.  Riqualificazione paesaggistica ed ambientale con eliminazione degli elementi di degrado e possibilità di ricorrere al credito edilizio per la loro eliminazione.  Interventi di mitigazione ed integrazione ambientale degli insediamenti produttivi.  Localizzazione delle strutture agricolo-produttive in contiguità di preesistenze al fine di mantenere l’integrità territoriale.  Redazione nelle zone rurali, per strutture edilizie di maggiore dimensione, di Progettazioni Unitarie per la verifica dell’inserimento ambientale e paesaggistico.  Predisposizione di indirizzi per la disciplina delle aree investite da nuova viabilità, ridefinendone usi e sistemazioni, prevedendo gli interventi necessari alla mitigazione dell’impatto visivo/acustico e all’abbattimento o riduzione degli effetti negativi in materia di deflusso delle acque e degli altri inquinanti.  Potenziamento dei percorsi ciclabili e pedonali in funzione turistico-ricreativa con riferimento alle presenze storico – artistiche (ville e parchi), agli elementi culturali e sociali (Museo Gipsoteca Possagno), alle presenze e siti di interesse paesaggistico ambientale.

Tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio edilizio di antica origine  Individuazione di manufatti ed aree di interesse storico, architettonico, paesaggistico, monumentale ed identitario (villa Fietta, villa Perusini, Tempio Canova, Gipsoteca,…).  Valorizzazione e recupero del patrimonio edilizio esistente attraverso il riutilizzo dei fabbricati rurali non più funzionali all’attività agricola e di quelli abbandonati, anche con eventuali destinazioni residenziali o turistico-ricettive.

Difesa dal rischio idraulico  Individuazione delle aree che presentano difficoltà di deflusso delle acque meteoriche e del relativo rischio di esondazione e conseguenti interventi mirati alla riduzione del rischio stesso.  Definizione di norme per limitare l’impermeabilizzazione dei suoli e misure compensative a garantire l’invarianza della risposta idraulica dopo qualsiasi intervento edificatorio.  Individuazione degli interventi di miglioramento e riequilibrio generale del sistema idraulico (bacini di laminazione).

Tutela e salvaguardia delle risorse idriche  Potenziamento e completamento della rete fognaria nei centri abitati dell’ambito del P.A.T.I.  Tutela e salvaguardia delle opere di presa acquedottistiche da aree profonde.  Monitoraggio dei consumi idrici ed incentivazione al risparmio della risorsa acqua.  Incentivi per la bioedilizia e l’agricoltura ecocompatibile, ai fini della diminuzione dei consumi idrici ed del recupero delle acque utilizzate e piovane.

- 25 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

Tutela dall’inquinamento dell’aria  Rispetto del DM 60/2002.  Modifiche della rete stradale principale finalizzate alla riduzione del traffico nelle aree urbane.  Aumento del verde pubblico e privato nelle aree urbane.  Incentivazioni per il risparmio energetico e per l’edilizia sostenibile.  Potenziamento dei percorsi ciclabili e pedonali e delle aree a traffico limitato o pedonali nei centri urbani.  Previsione di fasce alberate di filtro a tutela delle aree residenziali e strutture pubbliche da insediamenti e infrastrutture inquinanti.  Incentivazione alla rilocalizzazione degli insediamenti produttivi in ambito urbano.

Tutela dalle emissioni acustiche  Redazione e/o aggiornamento del Piano di Zonizzazione Acustica e redazione dei relativi Regolamenti.  Nuove previsioni viarie per la riduzione del traffico veicolare sulle principali arterie stradali che attraversano le aree urbane (es. S.P. n 26).  Potenziamento delle barriere a verde a margine degli insediamenti residenziali a difesa dalle emissioni acustiche inquinanti.  Applicazione degli interventi previsti dalla L.R. 11/2004 (perequazione, compensazione, credito edilizio) per i fabbricati residenziali in aree ad elevato inquinamento acustico.

Recupero ambientale degli ambiti di cava  Riqualificazione delle cave dismesse secondo i criteri individuati nel P.I. sulla base di un piano intercomunale.  Piano per l’apertura e l’ampliamento di nuove cave da definirsi in sede di P.I. finalizzato al rimodellamento delle esistenti.

- 26 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

6. IL SISTEMA INSEDIATIVO

6.1 PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO

CENTRI E NUCLEI ABITATI Il territorio intercomunale è caratterizzato dalla presenza di più centri e nuclei edificati posti lungo le principali direttrici viarie ed in zona agricola.

Castelcucco Il centro urbano segue la direttrice nord-sud della strada provinciale n. 6 “Pradazzi” nel tratto dalla fine della Val Organa al confine comunale sud in località Casonetto. Questa porzione di territorio edificato si è formata a partire dagli insediamenti storici della Chiesa e del Cannaregio, a nord, fino ad unirsi con il centro storico della Posa a sud, costituendo ora un unico insediamento che si appoggia sulla dorsale viaria del Viale Trento Trieste e di Via San Gaetano.

Crespano del Grappa L’abitato di Crespano del Grappa comprende l’intera zona urbanizzata del Comune delimitata a nord dalla fascia pedemontana ed a sud dalla zona a territorio aperto integro. E’ tagliata baricentricamente dalla S.P. 26 che costituisce anche, grossomodo, il limite sud della porzione di territorio comunale interessata a Piano d’Area mentre ad est lungo il confine con il comune di Paderno l’ATO è segnata da nord a sud dalla profonda incisione del torrente Lastego con significativa vegetazione ripariale. L’insediamento di Crespano è raccolto in un unico centro che si diffonde radialmente lungo la viabilità principale strada pedemontana per espandersi a nord secondo le principali vie di penetrazione della fascia pedemontana e verso su in direzione di Fonte sulla S.P. 157.

Paderno del Grappa Il centro urbano di Paderno del Grappa coincide con l’area prevalentemente di pianura del comune. All’interno del capoluogo sono dislocati i principali servizi comunali. Particolare importanza riveste l’Istituto Filippin” che costituisce uno dei più importanti complessi scolastici – educativi della regione. L’Istituto è anche proprietario di Villa Fietta (dal 1956), catalogata tra le Ville Venete e ubicata a nord del centro; il Palazzo è senza dubbio il più importante edificio signorile del , costruito nella prima metà del 1500. L’edificio venne ristrutturato tra il 1709 e il 1726 con intervento del famoso architetto Giorgio Massari. Sono presenti inoltre i centri storici di Bernardi e Farra oltre ad una serie di aggregazioni edilizie storiche quali Erega, Case Costarezzo, Case Brunelli, Colli, Fighet, Cotti e Laguna. Nell’urbanizzato dovranno essere promossi interventi di recupero e di riqualificazione di ambienti compromessi o degradati presenti nell’ambito di tutela paesaggistica al fine di reintegrare i valori preesistenti o di realizzarne altri che risultino coerenti con questi.

Possagno Posto ai piedi del Monte Grappa, nella parte occidentale della Valcavasia il territorio possagnese è formato da terreno semipiano, mentre due terzi è montuoso. L’abitato è tutto concentrato nell’area pianeggiante, fino al Tempio Canoviano, sopra del quale la montagna è stata conservata pressoché intatta. Tra i colmelli (case raccolte in contrade secolari) quelli più caratteristici sono Masiere, Cuniàl, Vardànega, Fornaci, Pastega, Marconi, Bironi. Possagno è attraversato dalla Provinciale n.26, che collega la S.R. “Feltrina” (a est, nel Comune di Pederobba, con la “Valsugana” (a ovest, nel Comune di ). Il comune di Possagno è caratterizzato inoltre da alcune urbanizzazioni sparse a nord della S.P. n. 26 “Pedemontana del Grappa”.

- 27 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

COMPLESSI ED EDIFICI DI PREGIO ARCHITETTONICO

Costruito storico I centri storici, i nuclei rurali antichi e l’edificazione tradizionale sparsa, rappresentano uno dei patrimoni più importanti e preziosi del territorio trevigiano. A partire da questo periodo il patrimonio culturale, architettonico ed archeologico ha subito impoverimenti e stravolgimenti dovuti all’intenso sviluppo insediativo ed alla conseguente modifica del paesaggio urbano e rurale. Gli agglomerati urbani sono individuabili nei centri storici di Crespano del Grappa, Paderno del Grappa, Possagno e Castelcucco. Sono presenti nuclei storici e colmelli, posti lungo i principali assi viari e nelle località che presentavano un centro di aggregazione (civile o religioso). Tra i principali si possono ricordare La Gherla di .Crespano, Fietta, Fusere e Farra a Paderno, Vardanega, Masiere, Broi, Cunial, Olivi a Possagno, Patt, Foscarini, Posa, Botignoli a Castelcucco. Tali aggregazioni, fondendosi, originando talvolta tratti edificati periviari continui e veri e propri borghi.

Beni Artistici Si deve evidenziare la presenza del Tempio Canoviano in Possagno, (Bellezza individua D.Lgs 42/2004) e della Gypsoteca dello scultore, da considerarsi emergenze di rango e interesse internazionale.

Complessi ed edifici di pregio architettonico In questo quadro si ritiene utile segnalare alcune emergenze architettoniche/ambientali presenti sul territorio: A Castelcucco: Villa Perusini, l’antico borgo di Santa Margherita,le chiesette campestri di Santa Lucia e di San Bortolo rappresentano delle unicità da salvaguardare e valorizzare; A Possagno: Tempio Canoviano, Casa Canova e relativo complesso, Chiesa dedicata a S. Francesco, Chiesa dedicata alla Madonna della Neve, Chiesa dedicata a S. Bartolomeo –, Chiesa dedicata a S. Rocco, Chiesa dedicata a S. Giacomo, Chiesa dedicata a S. Antonio, Via Crucis adiacente al tempio Canoviano, Chiesa di S Giustina, Il complesso ex Latteria A Paderno del Grappa: Villa Fietta (del Massari), Chiesa parrocchiale di Paderno, Chiesa parrocchiale di Fietta, Chiesa di Fusere, Chiesa annessa agli Istituti Filippin, Chiesa Madonna della Salute A Crespano: Villa Manfrotto – Canal, Villa Beltramini – Canal P., Villa Guadagnin – Aita, Villa Ogniben, Chiesa Beata Vergine del Covolo, Chiesetta di S. Pancrazio, Campanile Chiesa S. Marco.

BENI ETNOANTROPOLOGICI Si riferiscono ai valori e alle risorse locali in grado di definire l’identità e la memoria dei cittadini, e comprendono beni materiali e immateriali, quali edifici, religiosi, festività, sagre, mercati, ricorrenze, prodotti tipici, sistemi e pratiche colturali tradizionali e altri. Gli aspetti legati alla religiosità hanno avuto un ruolo fondamentale fin dai tempi più antichi. Sono tuttora presenti notevoli testimonianze, spesso erette in prossimità di incroci stradali. Si riferiscono a oratori campestri, sacelli e capitelli. Un particolare aspetto delle devozione popolare riguarda i capitelli verdi, alberi che supportano, anche in aperta campagna o in zona montana, immagini sacre. Una citazione particolare va riservata al Santuario della Madonna del Covolo in Crespano, secolare luogo di pellegrinaggio.

RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI Non è posto il Vincolo Archeologico, di cui al D. Lgs. 490/99, in alcun tratto del territorio del PATI.

criticità  Spazi urbani degradati, sottoutilizzati e con insufficiente dotazione infrastrutturale  Episodi di mancata integrazione tra centri storici e aree urbane di recente realizzazione  Insufficiente programmazione per il recupero del patrimonio insediativo storico

- 28 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

6.2 ECONOMIA E SOCIETÀ

ABITAZIONI Per un'analisi strutturale del patrimonio abitativo esistente sono stati utilizzati i dati trasmessi dall’ufficio tecnico comunale e quelli elaborati nei censimenti.

Consistenza del patrimonio edilizio abitativo La conoscenza della dotazione abitativa comunale è ritenuta necessaria, non solo ai fini della quantificazione di eventuali fabbisogni pregressi, ma anche per definire le potenzialità di trasformazione legate al ri-uso e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Il comune con la maggior percentuale di abitazioni occupate del 2001 è Crespano del Grappa. Nel medesimo censimento gli edifici non occupati in ambito PATI risultano pari a 818 (+164), con una percentuale del 18,35, ben superiore sia alla media provinciale (9,49%) sia a quella regionale (14,79%). Per quanto riguarda le condizioni di affollamento, nel 2001 il dimensionamento medio dell’alloggio si attesta tra i 120 mq circa. Tale valore è in diminuzione rispetto al 1991 (0,61 abitanti/stanze), a testimonianza di standard abitativi con un aumento di 20 mq rispetto al 1981. Nel 1981 il rapporto mq/ab era di 30 mq/ab, nel 2001 arriva a 45 mq/ab. Nel 2001 l’indice di affollamento di 1,00 famiglie/abitazioni è pressoché invariato rispetto a quello del decennio precedente. Ulteriori valutazioni relative alle condizioni di affollamento degli alloggi al 2001, sono ricavabili dal rapporto mq/stanza pari a 2,5 a differenza di quello rilevato nel 1981 pari a 18 mq. In merito al titolo di godimento, nel 2001 emerge che la proprietà, con il 74% delle abitazioni, risulta essere il titolo più diffuso. Tale fenomeno, che risente della notevole influenza della cultura rurale, ha avuto un notevole sviluppo a partire dagli anni ’60, favorito dalla diffusione della piccola proprietà dei suoli (spesso edificabili) e dal crescente reddito familiare. In riferimento all’epoca di costruzione si evidenzia come il 66% delle abitazioni dell’ambito PATI sono state costruite dopo il secondo dopoguerra, delle quali il 43% negli anni successivi al 1972. Questa suddivisone consente di individuare e quantificare alcune caratteristiche del patrimonio edilizio esistente, in particolare dello stato di conservazione: - Deficitarie (edifici antecedenti al 1945); - Mediocri (edifici costruiti tra il 1946 e il 1971); - Discrete o buone in generale (edifici costruiti dopo il 1971). Il patrimonio edilizio appare in un sufficiente stato di conservazione e caratterizzato da una sufficiente dotazione di servizi. Tuttavia tra le abitazioni costruite prima del 1971 ed in particolare in quelle realizzate prima del secondo dopoguerra, si possono rilevare le maggiori carenze. Pertanto meno della metà del patrimonio edilizio abitativo è da considerarsi relativamente “giovane”. Tale “giovinezza” generalmente è qualificata da un conseguente stato di conservazione generalmente buono.

Pressione insediativa La pressione insediativa sul territorio comunale ha avuto negli ultimi anni un'ulteriore accelerazione, interessando aree rurali e/o periurbane. L’andamento della distribuzione della popolazione a partire dal 1981 è caratterizzato dal consolidamento del ruolo preminente del capoluogo in termini insediativi, da un aumento della presenza abitativa nei nuclei, e da una diminuzione dell’insediamento residenziale nelle case sparse. Solo nel Comune di Possagno si è in presenza di una diminuzione della popolazione residente nei nuclei.

- 29 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

MOVIMENTO ANAGRAFICO

Andamento demografico Per l’analisi delle dinamiche demografiche dei comuni dell’ambito PATI sono stati utilizzati i censimenti della popolazione dal 1871 al 2001, quelli dell’ultimo trentennio relativi all’ambito intercomunale e le rilevazioni comunali dal 1996. I dati dei censimenti permettono una lettura sul lungo periodo che consente di individuare alcune sezioni storiche caratterizzate da andamenti demografici significativi e alternanza tra momenti di crescita e di calo della popolazione residente. Nel primo trentennio (1871-1901) la popolazione cresce costantemente raggiungendo il proprio apice negli 8.303 abitanti del 1931. Negli anni successivi e fino alla seconda guerra mondiale la popolazione non raggiunge i valori precedenti molto probabilmente a causa dell’emigrazione. Dal secondo dopoguerra l’andamento demografico è risultato costantemente negativo, solo Crespano riesce a limitare e a parzialmente inventare il trend. Solo dal 1981 l’andamento demografico è tornato ad essere positivo fino a raggiungere nel 2001 per i comuni di Castelcucco e Crespano del Grappa, il massimo storico. Dai rilevamenti comunali risulta che nel 2006 la popolazione residente dell’ambito PATI ha superato il valore di 11.000 unità. L’aumento di popolazione ha registrato un ulteriore impulso nell’ultimo decennio, ha avuto una media annua di 139 nuovi residenti.

STATO CIVILE Uno dei fenomeni che caratterizzano le società moderne è dato dal progressivo invecchiamento della popolazione. Questo fenomeno ha effetti rilevanti su tutto l’assetto socioeconomico del territorio condizionando pesantemente la tipologia dei servizi pubblici e privati, la domanda residenziale e la mobilità. Anche i comuni del PATI non sono immuni da questo fenomeno. Se si considera come è cambiata la struttura della popolazione per classi di età nei quindici anni fra il 1991 e il 2005 si può cogliere appieno i notevoli mutamenti intervenuti nella struttura della popolazione. Nel 2001 in termini percentuali la quota di popolazione con 65 anni e più si attesta sul 18% circa. Oltre a ciò il numero delle persone fra 30 e 64 anni raggiunge il 50% pertanto quasi il 70% della popolazione è formato da persone mature. Alcune importanti indicazioni possono poi essere tratte dal valore assunto da due indicatori: l'indice di vecchiaia (dato dal rapporto fra la popolazione ultrasessantacinquenne e i giovani, età fra 0-14 anni) e l'indice di dipendenza o di carico sociale (totale della popolazione in età improduttiva e popolazione in età attiva). Il primo indice si attesta su valore pari a 110,3% nel 2005, confermando da una parte, il forte aumento del peso delle fasce anziane rispetto a quelle giovani, e da un'altra, il fatto che la popolazione anziana sia oramai più numerosa di quella giovane. Per quanto concerne invece l'indice di dipendenza, 50,6% nel 2005, mostra come il peso della popolazione in età non attiva sia crescente nel tempo, e abbia raggiunto nel 2005 un valore per il quale nell’ambito esiste una persona in età non attiva per ogni due persone in età attiva. L’indice di ricambio ((pop 60-64 / pop 15-19)*100) per i comuni del PATI si attesta su 121,4 ovvero al di sotto della media provinciale (125,5). ISTRUZIONE Dal confronto tra il 1991 ed il 2001 emerge un deciso aumento del livello di istruzione superiore ed universitaria. I diplomati in termini assoluti presentano l’aumento più consistente (+1.252), pur non essendo, dal punto di vista dell’istruzione, la classe maggioritaria. I laureati si sono duplicati negli ultimi dieci anni e di converso diminuiscono in termini assoluti e percentuali le persone con licenza media inferiore ed elementare, nonché quelle prive di titolo di studio e gli analfabeti. Il “tasso di incidenza scuola superiore” si attesta sul 27,3%, valore lievemente inferiore alla media provinciale (30,3%). Inferiore alla media provinciale (6,4%) risulta essere il “tasso di incidenza università” che nell’ambito PATI non supera il 6,0%.

- 30 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

SANITÀ I dati sanitari sono quelli forniti dall’Azienda ULSS n. 8 di Asolo che comprende 37 Comuni della Provincia. Si riporta di seguito una breve sintesi del “Bilancio di salute – Anno 2004” dell’Azienda ULSS n. 9 di Treviso.

Nell’ASL 8 l’andamento nel tempo dei tassi standardizzati di incidenza per tutti i tumori è stabile nei maschi e in modesto incremento, non significativo. Per valutare l’andamento del cancro dello stomaco nel sesso femminile (228 casi in 10 anni) non è stato possibile stimare la variazione percentuale annua (APC), poiché il numero dei casi osservati è inferiore a 30 all’anno. Sono stati quindi calcolati i tassi standardizzati medi di tre periodi: 1990-1993; 1993-1996;1997-1999). Nei maschi, (320 casi in 10 anni) si osserva un modesto decremento, non significativo, e una sostanziale stabilità nelle donne. I tassi di incidenza del tumore della prostata mostrano un significativo incremento annuo; tale andamento, che è riscontrabile nei dati italiani e, in generale, nei dati dei paesi industrializzati è verosimilmente legato sia a cambiamenti nella prevalenza dei fattori di rischio sia, e in misura molto importante, alla variazione nella pratica clinica e diagnostica. Da segnalare riguardo al tumore della mammella sia il rilievo di una più bassa incidenza rispetto alle altre zone in Registro sia l’incremento molto contenuto, mentre a livello regionale e nazionale si registra un aumento annuo statisticamente significativo del 1.7%. In entrambi i sessi l’incidenza di cancro del colon retto presenta un incremento che non è significativo, diversamente da quanto si osserva a livello regionale nei maschi e a livello nazionale in entrambi i sessi. Nei maschi, polmone e vescica che presentano un deficit di incidenza, significativo per il polmone, mostrano una tendenza alla diminuzione nel tempo, seppure non significativa.

I comuni del PATI presentano una media annua di infortuni tra le minori del complesso ASL n°08. Paterno risulta essere uno dei comuni con il più alto tasso di infortuni ogni mille abitanti (>60), mentre Crespano del Grappa registra l’unico tasso di infortuni ’91-01 in aumento. LAVORO Il numero di occupati nei comuni dell’ambito PATI, nel 2005, è di 4.392. Nel 2001 il tasso di occupazione si attestava al 51,1%: tale valore era pressoché in linea sia con la media provinciale (51,9%) sia con la media regionale (50,4%). Il tasso di disoccupazione rilevato nel 2001, pari al 3,6%, è superiore al valore provinciale (3,2%) e inferiore a quello regionale (4,1%). Nel 2001 il 50% della popolazione attiva è occupata nel settore secondario. Rispetto al 1981 la popolazione attiva in agricoltura si è più che dimezzata attestandosi al 5% circa.

IMPRESE E UNITÀ LOCALI La sub-area dell’Asolano, comprendente l’ambito del PATI, nel 2001 ha fatto registrare una vocazione nel settore manifatturiero dovuto al valore dell’indice di specializzazione rispetto alla media provinciale. A fronte di un incremento del PIL medio provinciale del 61% tra 1981 e il 2001, nella sub-area asolana gli addetti complessivi dell’industria e dei servizi sono cresciuti del 30%, percentuale inferiore alla media provinciale (36%). La distribuzione della popolazione attiva dell’ambito PATI nei settori produttivi è caratterizzata dalla marginalità della settore primario e soprattutto dalla presenza ancora rilevante degli addetti nel settore industriale in una fase socioeconomica di tendenziale crescente terziarizzazione. AGRICOLTURA Le caratteristiche strutturali, tecniche ed economiche del Settore Agricolo sono oggetto di puntuale valutazione, in riferimento all’ampia estensione degli spazi aperti che si riscontra in ambito di PATI e alla presenza di assetti ambientali di specifico pregio. Allo stesso tempo particolare attenzione è posta ai rapporti che si instaurano negli agroecosistemi tra le diverse componenti, specificamente negli ambiti propriamente agricoli, in quelli a prevalenza naturalistico-ambientale (Rete ecologica) e nelle aree in trasformazione.

- 31 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) L’evoluzione appena ricordata è valutabile mediante un indicatore pertinente, misurato e monitorato nel tempo, vale a dire lo spazio disponibile all’agricoltura. La determinazione della Superficie Agricola Utilizzabile (SAU) viene effettuata a scadenza regolare dall’ISTAT e permette di verificare le variazioni nell’occupazione del territorio agricolo (vedasi variazioni SAU 1929 – 1990).

Le colture Gli usi agricoli del suolo sono attualmente indirizzati principalmente alle colture erbacee, che appaiono predominanti, con prevalenza delle foraggere, seguono i seminativi, mais in primo luogo, risultano minoritarie le legnose, rappresentate dalla vite, con presenza significativa dell’olivo. Altri utilizzi appaiono marginali. La trasformazione degli indirizzi produttivi verificatasi nel secolo scorso, a partire dal censimento agricolo del 1929 (agricoltura non meccanizzata e non dotata di concimi e biocidi di sintesi), ha indotto una diminuzione generalizzata della SAU, meno rilevante in Castelcucco. Generale appare la contrazione degli spazi coltivati a seminativi, vi è un incremento delle foraggere esclusivamente in Crespano ed una notevole diminuzione dei pascoli in Paderno e Possagno.

Le malghe In territorio montano sono attive alcune Malghe, che praticano l’alpicoltura, con allevamento di bovini da latte, da riproduzione e da carne, nonché con produzione aziendale di latticini. Risultano attualmente caricate: - in Crespano del Grappa: nessuna - in Paderno del Grappa: Malga Mure, Malga Cason del Sol - in Possagno: Malga Archeson, Malga Paradiso, Malga Balbi-Campini La produzione di formaggi annovera il Morlacco del Grappa e il , per i quali è in corso la richiesta di Denominazione di Origine Protetta (DOP) e che sono già compresi nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali di cui al DM 22 luglio 2004 del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 agosto 2004. Vengono prodotti anche altri latticini, in particolare burro e ricotta. Alcune malghe, oltre alla vendita diretta dei prodotti citati, esercitano anche l’attività di Agriturismo. Altre Malghe che alpeggiano bovini non da latte sono: Malga Archeset in Possagno I pascoli delle Malghe Boccaor, Val de Melin, Ardosa, in Crespano del Grappa e Paderno del Grappa vengono pascolati da ovini e, saltuariamente, da bovini. Nel comune di Castelcucco non sono presenti strutture di Malga. INDUSTRIA Gli attivi nell’industria e nell’artigianato in valori assoluti sono passati da 1621 nel 1981 a 2214 nel 2001, con una costante progressione in aumento nell’arco di tempo considerato. In termini percentuali gli attivi nel secondario sono passati dal 47,2% al 50,3% (nel 1991 erano il 49,6%). Tale valore risulta superiore a quello medio provinciale. Le unità locali nel secondario si attestano a 293, pari a 31% del totale. Per quanto riguarda gli addetti del settore secondario rappresentano il 54% degli addetti in ambito PATI. Ad eccezione di Crespano del Grappa, che registra un indice pari al 4,2, il rapporto addetti/unità locali è di circa 8%. Le attività produttive presenti nel territorio con i relativi addetti (quasi 2.000 in totale). Rispetto al ventennio precedente il settore prevalente risulta essere quello manifatturiero. Il settore delle costruzioni dopo una flessione degli anni novanta ritorna ad avere una considerevole importanza. Nell’ultimo decennio gli occupati del settore secondario sono cresciuti numericamente del 23%.

- 32 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

TURISMO L’attività turistica sviluppata nell’ambito intercomunale del PATI è legata soprattutto alla presenza delle numerose bellezze naturalistiche, alla presenza del Museo Gipsoteca del Canova a Possagno e dal museo della Grande Guerra di Crespano del Grappa. Altre manifestazioni sono a carattere più locale e legate a ricorrenze, fiere, eventi enogastronomici e sportivi. Dai dati della Regione Veneto del 2005 le presenze turistiche sono 28.042, mentre gli arrivi risultano essere 7.476. Le strutture ricettive presenti nel territorio del PATI sono 25 di cui oltre la metà nei comuni di Crespano del Grappa e Castelcucco. La permanenza media dei turisti è di 3,5 giorni, valore sostanzialmente in linea con la media provinciale. Il tasso di turisticità dell’ambito ((presenze/giorni)/popolazione*1000) è di 6,9. ENERGIA Dal punto di vista energetico la componente petrolifera continua a coprire il 50,6 % della domanda complessiva di energia in Italia seppure in presenza di un maggiore utilizzo di gas naturale (30,6%) e di fonti rinnovabili (idroelettrico, geotermico).

Energia elettrica Il fabbisogno energetico nella Provincia di Treviso viene soddisfatto attraverso quattro fonti principali: energia elettrica, gas naturale (metano), prodotti petroliferi, combustibili fossili. Nel successivo grafico sono riportati i consumi a livello provinciale di energia elettrica divisi per settore; si evince un generale aumento dei consumi in particolare nell’industria. RIFIUTI Il D.Lgs. N. 22/1997 detto anche decreto Ronchi e la L.R. n. 3/2000 ha disciplinato la materia dei rifiuti definendo norme finalizzate alla loro riduzione e ponendo obiettivi per la raccolta differenziata. Tra gli altri, importanti obiettivi del decreto Ronchi sono:  il ruolo assegnato alle discariche nell’ambito locale: soluzione sempre più residuale di un processo più generale di gestione dei rifiuti;  lo smaltimento obbligatorio dei rifiuti urbani non pericolosi all’interno della Regione dove vengono prodotti. L’analisi della quantità e qualità dei rifiuti consente inoltre di descrivere perfettamente le caratteristiche e le condizioni di una società. I comuni del PATI aderiscono al Consorzio Azienda Intercomunale di Bacino Treviso Tre per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani. Il Consorzio gestisce l’intero ciclo dei rifiuti: spazzamento, raccolta, smaltimento, trattamento, riciclo e recupero, tariffazione, servizi accessori.

Rifiuti speciali (pericolosi e non, da demolizione) Non risultano a disposizione dati relativi ai rifiuti speciali nei comuni dell’ambito P.A.T.I..

Rifiuti urbani La raccolta differenziata nell’ambito PATI si attua con la seguente suddivisione: - la raccolta del secco - la raccolta dell’umido - la raccolta del vegetale - la raccolta del vetro - la raccolta di carta e cartoni - la raccolta della plastica - la raccolta delle lattine di alluminio - la raccolta dei rifiuti pericolosi - la raccolta dei rifiuti speciali agricoli - la raccolta di elettrodomestici

- 33 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

Rispetto al 2004 i dati a disposizione indicano una produzione lievemente in crescita di rifiuti, associata però ad una diminuzione anche se marginale della sensibilità della cittadinanza verso la raccolta differenziata. Questo dato va legato a una generale flessione della raccolta differenziata registrata nell’anno 2005.

INQUINANTI FISICI

INQUINAMENTO LUMINOSO La legge della Regione Veneto n.22 del 27.06.1997 “Norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso” prescrive misure di prevenzione dell’inquinamento luminoso su territorio regionale al fine di tutelare e migliorare l'ambiente. Le sorgenti principali che possono causare inquinamento luminoso sono: - impianti di illuminazione pubblici; - impianti di illuminazione stradali; - impianti di illuminazione privati; - impianti di illuminazione di monumenti, opere, ecc.; - impianti di illuminazione di stadi, complessi commerciali, ecc.; - fari rotanti; - insegne pubblicitarie, vetrine. I comuni del P.A.T.I. fanno parte dell’elenco dei comuni con territorio inserito nelle fasce di rispetto individuale ai sensi della legge regionale 27 giugno 1997, n° 22. Il territorio del P.A.T.I. Diapason rientra nella ZONA DI PROTEZIONE PER GLI OSSERVATORI PROFESSIONALI (estensione di raggio pari a 25 km), con riferimento specifico all’osservatorio di Asiago. Nel comune di Crespano del Grappa è presente un osservatorio astronomico non professionale “Centro incontri con la natura” Casa Don Bosco. I comuni del P.A.T.I. Diapason sono caratterizzati da un aumento della luminanza totale rispetto a quella naturale tra il 100% e il 300%. Tali valori risultano comunque tra in linea con quelli della fascia pedemontana trevigiana e tra i più bassi riscontrati nel territorio provinciale.

RADIAZIONI IONIZZANTI Il radon è un gas nobile e radioattivo naturale che si forma dal decadimento del radio, generato a sua volta dal decadimento dell'uranio. Il radon è un gas molto pesante e viene considerato estremamente pericoloso per la salute umana se inalato. In generale i locali al piano terra risultano interessati dal radon in quanto sono a contatto con il terreno (fonte di provenienza del gas). L’indicatore “Percentuale di abitazioni attese superare un determinato livello di riferimento di concentrazione media annua di radon” è stato elaborato sulla base delle misurazioni annuali rilevate nell’ambito delle indagini nazionale e regionale condotte, rispettivamente, alla fine degli anni ‘80 e nel periodo 1996-2000. Nel territorio “Diapason” la stima percentuale di abitazioni che superano il livello di riferimento di 200 Bq/m3 è pari al: - 4,3 % a Castelcucco - 4,2 % a Crespano del Grappa - 4,1 % a Paderno del Grappa - 3,5 % a Possagno Il valore medio P.A.T.I. si attesta su 4,0%. Tale valore risulta essere leggermente superiore alla media provinciale (3,7%), comunque lontano da livelli di criticità.

RADIAZIONI NON IONIZZANTI Impianti attivi radiotelevisivi (RTV) e stazioni radiobase (SRB) È una tipologia di impianti fissi per telecomunicazione (stazioni radiobase SRB) Nell’ambito del P.A.T.I. sono presenti le seguenti stazioni radiobase:

- 34 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

- Impianto OMNITEL in via Col di San c/o torre piezometrica (altra postazione) a Castelcucco; - Impianto TELECOM in via XXIV maggio c/o magazzini comunali (su palo) a Crespano del Grappa; - Impianto WIND in via XXIV maggio c/o area magazzini comunali (al suolo) a Crespano del Grappa; - Impianto OMNITEL in via XXIV maggio (su palo) a Crespano del Grappa; - Impianto WIND in via S. Giacomo, 4 c/o Istituto Filippin, (su edificio) a Paderno del Grappa; - Impianto TELECOM in via S. Giacomo, 4 (su edificio) a Paderno del Grappa; - Impianto OMNITEL in via Cardinal Graffi c/o villa Fietti (su edificio) a Paderno del Grappa; - Impiano TELECOM in via degli impianti sportivi c/o stadio comunale a Possagno.

Linee elettriche ad alta tensione Il territorio intercomunale è attraversato delle seguenti linee elettriche:

COMUNE TENSIONE CODICE NOME

CASTELCUCCO VELLAI - ROMANO D'EZZELINO cd 132 kV 23.730 CRESPANO d. G. BIFRANGI PADERNO d. G. 132 kV 28.572 FONTE - VELLAI POSSAGNO

In adeguamento alla normativa regionale i Comuni del P.A.T.I. hanno individuato nel proprio PRG le fasce di rispetto da elettrodotti. L’indicatore “Sviluppo in chilometri delle linee elettriche (varie tensioni) in rapporto all’area considerata” è stato elaborato sulla base del catasto ARPAV degli elettrodotti, completo per circa l’80%.

RUMORE Piano Regionale dei Trasporti La Regione Veneto, predisponendo il Piano Regionale dei Trasporti, ha previsto una sezione relativa all’inquinamento acustico ad integrazione della parte relativa alla componente aria. I fattori principali che contribuiscono a definire i livelli sonori a bordo strada sono: - il volume totale di traffico; - la velocità media dei veicoli; - la composizione dei flussi di traffico; - la pavimentazione stradale. I principali fattori che intervengono nella riduzione dei livelli all’aumentare della distanza dalla strada sono le schermature prodotte da ostacoli, l’assorbimento acustico del terreno e quello atmosferico.

Zonizzazione acustica del territorio intercomunale Solamente i comuni di Crespano del Grappa e Paderno del Grappa sono dotati di un recente piano di classificazione acustica.

criticità  Scarsa presenza di attività agricole innovative  Raccolta differenziata sotto i livelli provinciali  Presenza di allevamenti in prossimità di centri abitati  Inquinamento acustico lungo la S.P. n. 26 dovuto ad elevati flussi di traffico veicolare  Stato di attuazione del piano di classificazione acustica per Castelcucco e Possagno

- 35 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

6.3 OBIETTIVI – SISTEMA INSEDIATIVO

Difesa del patrimonio di antica origine  Individuazione dei centri storici e dei nuclei rurali di antica origine con relative norme di tutela e valorizzazione mantenendo gli schemi originari dei centri storici sviluppati lungo le strade di fondovalle e pedemontane nonché lungo le direttrici secondarie verso valle e verso monte.  Individuazione delle aree di interesse storico, architettonico, archeologico, paesaggistico ed ambientale.  Individuazione degli edifici di interesse monumentale e delle Ville Venete.  Recupero dei grandi complessi abbandonati interni alle zone storiche quali ex filande o fabbricati produttivi, complessi scolastici e grandi palazzi residenziali (ex ospedale, il Collegio femminile, Il Castellare, Villa Manfrotto-Canal, Ex latteria Zarpellon, complesso ex albergo Soccal).

Riduzione delle emissioni in atmosfera  Incentivazione agli interventi di bioedilizia e edilizia sostenibile.

Aumento del verde nelle zone urbane  Aumento della dotazione di verde pubblico e/o privato all’interno degli insediamenti urbani.  Potenziamento e ridisegno del sistema del verde pubblico e privato.

Recupero del patrimonio edilizio con riduzione del consumo di suolo agricolo  Consolidamento e riqualificazione dei nuclei rurali e delle aree di edificazione diffusa in zona agricola, con recupero laddove necessario di standard e viabilità.  Contenimento dell’edificazione diffusa di abitazioni e di annessi rustici all’esterno delle strutture insediative, consentendone l’attuazione solo se necessari e pertinenti alla conduzione dei fondi agricoli.  Riutilizzo delle aree dismesse o di insediamenti da rilocalizzare per le necessità insediative.

Miglioramento delle aree di frangia e periurbane  Consolidamento delle aree periurbane e marginali con interventi di definizione del limite urbano. Interventi di mitigazione ed integrazione ambientale, recupero di standard ed infrastrutture delle aree marginali.

Riqualificazione delle parti urbane degradate e/o in conflitto funzionale  Riqualificazione, riconversione e rilocalizzazione degli insediamenti produttivi in zona impropria e non compatibili con il contesto ambientale.

Riqualificazione e riorganizzazione delle aree centrali  Progettazione dei vuoti residui tra gli insediamenti esistenti in maniera da riordinare/riorganizzarne il sistema complessivo rispetto ai temi dell’accessibilità e dell’offerta di servizi.  Spostamento dell’attività “Morosin” di Crespano incentivando la trasformazione dei fabbricati in destinazione residenziale-commerciale con opportuni incrementi.  Rimozione degli elementi di degrado nell’area antistante la chiesetta di “San Paolo” a Crespano volta alla restituzione di una maggiore visuale eliminando le volumetrie emergenti con spostamenti in posizioni defilate o con eventuale utilizzo del credito edilizio.  Riutilizzo dei fabbricati di rilevanza volumetrica presenti sul territorio come contenitori sia di attività residenziali che commerciali – direzionali con relativa previsione di recupero e gradualità temporale.  Recupero architettonico ed urbano del complesso storico dell’ex Opificio Andreatta inserendolo tra le eccellenze culturali locali.

Individuazione di aree di trasformazione  Interventi di recupero dell'edificato esistente e riqualificazione del tessuto urbano marginale e degradato.

- 36 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

Previsione di aree per lo sviluppo insediativo  Castelcucco: potenziamento e integrazione con ampliamenti puntuali e mirati (località a sud del Comune e nelle porzioni ad ovest ed a est, di più recente edificazione).  Crespano del G. nord : interventi di recupero dell'edificato esistente e limitati ampliamenti ma a tipologia indirizzata. Crespano del G. sud : interventi di recupero dell'edificato esistente e ampliamenti.  Paderno del G: ampliamenti del tessuto urbano esistente e interventi di recupero dell'edificato esistente.  Possagno: ampliamenti del tessuto urbano esistente e interventi di recupero dell'edificato esistente.

Potenziamento degli standard  Costituzione di un sistema continuo ed unitario “del verde” integrandovi un insieme di aree “protette”: verde pubblico, verde sportivo e ricreativo, verde privato (individuale o condominiale), pertinenze scoperte delle ville, aree boscate e verde dei corsi d’acqua e delle aree agricole interconnesse, ambiti di interesse naturalistico.  Recupero con finalità prioritariamente scolastiche degli Istituti Scalabrini e Suore di Maria Bambina (Crespano del Grappa).  Trasformazione e riqualificazione funzionale, urbanistica ed edilizia, dei Poli esistenti (Istituto Filippin, Gipsoteca Canoviana, Istituto Cavanis).  Previsione di un istituto scolastico di nuova formazione adiacente al complesso sportivo di Crespano del Grappa.

Tutela degli insediamenti dall’inquinamento del traffico veicolare  Potenziamento del verde come filtro e schermatura dall’inquinamento atmosferico ed acustico dovuti ai flussi veicolari.

Riqualificazione, riconversione e riorganizzazione e completamento degli insediamenti produttivi  Crespano del G.: zona artigianale da completare con eventuali modesti incrementi legati alle necessità di rilocalizzazione di attività esistenti sparse nel territorio e/o ritenute non compatibili e in contrasto con i siti esistenti.  Possagno: ristrutturazione con modesti incrementi legati alla ricalibratura dei confini e degli ambiti di pertinenza delle attività ed ad eventuali ricollocazioni di attività fuori zona.  Paderno del G.: ristrutturazione delle aree produttive esistenti ("Farra" e località "4 strade") con modesti incrementi legati alla ricalibratura dei confini e degli ambiti di pertinenza delle attività ed ad eventuali ricollocazioni di attività fuori zona.  Castelcucco: zona artigianale da completare con eventuali modesti incrementi legati alle necessità di rilocalizzazione di attività esistenti sparse nel territorio e/o ritenute non compatibili e in contrasto con i siti esistenti.  Riconversione mediante adeguati strumenti ed eventuali usi compatibili (residenza, ecovillaggio) degli allevamenti intensivi sottoutilizzati o in disuso costituenti un ambiente degradato (in località “Fontanelle a Crespano, in località “Patt” a Castelcucco).  Interventi di riqualificazione in località “via Giare” a Sud Ovest dell’ATO 10 (Crespano del Grappa), attualmente interessata da insediamenti zootecnici intensivi frammisti ad attività artigianali, agroindustriali, magazzinaggio e servizi comunali e/o di interesse pubblico.

Sostegno alle attività turistiche e sociali  Incentivazione dell’attività turistica mediante individuazione di aree e strutture idonee destinate alla ricettività e all’agriturismo anche attraverso riconversione e recupero.  Recupero e riutilizzazione, anche a fini turistici, di malghe, con il recupero funzionale dei pascoli e dell’alpeggio e della produzione tipica specializzata dei prodotti caseari.  Specifico circuito delle emergenze storico culturali del territorio quali: il tempio di Possagno, la Gipsoteca del Canova, il Santuario della Madonna del Covolo, Casa Chiavacci.

- 37 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

 Individuazione di un’area sulla linea di cresta del Grappa idonea al volo libero con previsione di ampliamento della zona già esistente finalizzato alla riorganizzazione della viabilità e della sosta.

Tutela degli insediamenti dall’inquinamento del traffico veicolare lungo le principali arterie stradali  Potenziamento del verde come filtro e schermatura dall’inquinamento atmosferico ed acustico lungo le zone residenziali in fregio alla SP 26.

Tutela degli insediamenti residenziali dalle emissioni in atmosfera e acustiche  Rilocalizzazione delle attività incompatibili; rispetto del DM 60/2002.

- 38 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

7. IL SISTEMA MOBILITA’ ED INFRASTRUTTURE

7.1 RETE INFRASTRUTTURALE E TRASPORTO PUBBLICO

Negli ultimi anni la mobilità ha conosciuto una forte crescita sia a livello di passeggeri, sia di merci. Tale fenomeno ha interessato l’intero nord-est ed in particolare l’area centrale veneta con la Provincia di Treviso. Le proiezioni del Piano Generale dei Trasporti nel prossimo decennio prevedono che la domanda di mobilità (in particolare su gomma) sia destinata ancora a crescere in maniera consistente, aggravando di conseguenza le attuali carenze. I Comuni dell’ambito PATI sono collocati nell’area pedemontana del Veneto all’interno della quale i collegamenti e gli spostamenti di persone e merci sono basilari e inevitabili. Gli spostamenti e gli attraversamenti che interessano il territorio in questione sono dovuti sostanzialmente a pendoralismi lavorativi o di studio, all’accesso all’offerta locale (di servizio, svago e tempo libero) e al traffico di attraversamento per raggiungere altre località. La rete stradale del PATI presenta alcuni assi viari di livello sovracomunale (strade provinciali) che costituiscono un sistema interconnesso, volto a favorire i collegamenti con i principali centri urbani locali e con i poli di attrazione in area allargata (Bassano del Grappa, Asolo, Montebelluna). Asse principale è dato dalla S.P. 26 Pedemontana del Grappa, cui confluiscono direttamente tutte le altre provinciali ad eccezione delle S.P. 148 e 149 (ex S.S. di Cima Grappa). In area propriamente montana sono le S.P. 140 e 141. In area pedemontana e collinare sono le S.P. 129, 157, 20, 6 e la 150. La dotazione di pista ciclabile urbana si attesta nella provincia di Treviso mediamente sui 4 km per comune. I comuni dell’ambito PATI si pongono al di sotto della media provinciale. Unicamente il comune di Crespano del Grappa ha disponibile una statistica sulle piste ciclabili realizzate, pari a 1.108 metri.

I comuni dell’ambito PATI sono serviti dalle seguenti linee di trasporto: - LINEA 2: Bassano del Grappa – Paderno del Grappa – Castelcucco – Possagno – Pederobba; - LINEA 3: Crespano del Grappa – Paderno del Grappa – ; - LINEA 4: Castelfranco Veneto – Possagno – Castelcucco – Cavaso; - LINEA 4 TER: Castelfranco Veneto – Paderno del Grappa – Possagno – Cavaso del Tomba; - LINEA 7: Bassano del Grappa – Paderno del Grappa – Castelcucco – Possagno.

criticità  Impatti derivanti da attraversamento dei centri abitati e delle zone agricole e collinari-montane di arterie di traffico

- 39 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

7.2 OBIETTIVI - SISTEMA MOBILITA’ ED INFRASTRUTTURE

Riduzione del traffico all’interno dell’area intercomunale e in particolare nelle aree urbane attraverso:

 Individuazione del nuovo asse infrastrutturale sovracomunale "Pedemontanina" con rafforzamento degli svincoli e ricalibratura delle direttrici locali principali (Paderno – Fonte, Crespano - Fonte, Castelcucco).  Previsione di un “impianto di risalita” Crespano - Cima Grappa finalizzato alla regolamentazione dell’accessibilità automobilistica all’area del Grappa ed in particolar modo di quella relativa all’utenza turistica.  Previsione di un sistema di piste ciclopedonali, anche intercomunali, e schema dei percorsi collegati agli itinerari turistici, ai corridoi ecologici, ai percorsi storico-naturalistico-archeologici.  Potenziamento di aree di sosta e parcheggio nelle aree urbane.  Messa in sicurezza dei nodi critici e dei punti di conflitto viario.  Incentivazione degli interventi tesi alla riduzione degli accessi lungo le strade maggiormente trafficate.  Creazione di percorsi protetti e di aree pedonali.

Riduzione dell’inquinamento atmosferico ed acustico nei centri abitati

 Incremento di percorsi pedonali e ciclabili connessi alla sentieristica collinare (Castelcucco-Paderno) e del Grappa.  Opere di mitigazione ambientale nel contesto del potenziamento e/o realizzazione della nuova viabilità, in particolare di quella maggiormente impattante (Pedemontanina).

- 40 - P.A.T.I. Diapason – Sintesi non Tecnica 2009

8. CONCLUSIONI

E’ stata effettuata la verifica del livello di sostenibilità in riferimento ai singoli indicatori dei sistemi ambientale, sociale ed economico ed altresì determinata la sostenibilità totale.

E’ verificata la presenza di un trend positivo in termini di sostenibilità complessiva crescente per le scelte operate dal PATI.

A tal proposito il PATI, per gli interventi più significativi, prevede indicazioni di mitigazione o compensazione che possono essere di diversa natura:

 opere di mitigazione strettamente collegate agli impatti;  opere di ottimizzazione degli interventi previsti dal PATI;  opere di compensazione, ovvero interventi non direttamente collegati con le opere di Piano, che vengono realizzati a titolo di “compensazione ambientale”.

Le azioni significative per le quali si ritiene debbano essere previste delle misure di mitigazione, anche alla luce della verifica di sostenibilità, sono:

 i nuovi ambiti di sviluppo insediativo sia residenziale che produttivo;  il territorio rurale.

La rilevanza degli interventi previsti è legata soprattutto agli effetti diretti ed indiretti sull’ambiente. In particolare, in un’ottica di sostenibilità ambientale, si deve porre attenzione al consumo di suolo, all’accessibilità degli insediamenti ai servizi di interesse comune, al mantenimento dell’integrità agricola degli spazi rurali ed ecosistemica degli spazi naturali, alla tutela della biodiversità ed al risparmio energetico.

E’ stata infine programmata l’azione di monitoraggio, procedimento fondamentale di gestione del Piano che consente:

 la verifica di attuazione delle previsioni di Piano;  il controllo dell’effettiva coerenza degli obiettivi di Piano in fase realizzativa;  la corrispondenza degli effetti del Piano agli obiettivi prefissati.

Le altre finalità, proprie del monitoraggio, sono:

 informare sull’evoluzione dello stato del territorio;  verificare periodicamente il corretto dimensionamento rispetto all’evoluzione dei fabbisogni;  verificare lo stato di attuazione delle indicazioni del piano;  valutare il grado di efficacia degli obiettivi di piano;  attivare per tempo azioni correttive;  fornire elementi per l’avvio di un percorso di aggiornamento del piano;  definire un sistema di indicatori territoriali di riferimento per il comune.

Le attività di monitoraggio sono finalizzate al mantenimento degli impegni previsti e alla verifica diacronica dei risultati conseguenti alle azioni di Piano.

I soggetti che effettuano concretamente il monitoraggio, sono individuati in:

 organi competenti (ARPAV, etc…);  enti territoriali (Comuni, Provincia, Regione, …);  studi ed incarichi specifici.

- 41 -