IVO RINGE LAVAGNE DI PITTURA

FIVE GALLERY

Lugano | via Canova 7 | Switzerland | +41 (0)91 921 11 00 | [email protected]

Nata da un’idea di Igor Rucci, Five Gallery opera dal 2013 nel settore dell’ Arte Contemporanea posizionandosi all’interno di un elegante appartamento d’epoca sito nel centro storico della città di Lugano. L’obiettivo di Five Gallery è quello di riaffermare il principio della Collezione d’Arte

Contemporanea con approfondimenti espositivi e di raccolta dedicati ai Maestri degli anni Settanta e Ottanta e alle innovative forme della giovane creatività internazionale; il Collezionista avrà modo di interagire liberamente con mirati valori espressivi consolidati dalla storia contemporanea ma anche anticipare la scoperta dei nuovi Talenti. Gli autori e le opere rispondono alle scelte ed all’attenta selezione operata da Andrea B. Del Guercio, Direttore Artistico della Galleria.

Artisti rappresentati dalla galleria:

Maestri Lore Bert, Giorgio Cattani, Pietro Coletta, Vittorio Corsini, Claudia Desgranges, Sonja Edle von Hoeßle, Antonio Ievolella, Herbert Mehler, , Cecilia Vissers, Maria Wallenstål-Schoenberg Photo credits: Eberhard Weible (all works) Talenti Christian Costa, Irene Dioli, Ilaria Forlini, Debora Fella, Riccardo Heather Sheehan (studio) Garolla, Carlo Alberto Rastelli, Abraham Sidney Ofei Nkansah, Andreas Moersener (Museum) Valentina Sonzogni e Shendra Stucki Front cover: HERA, acrylic on linen, 120 x 100 cm, 2005 Back cover: UNITY, acrylic on linen, 50 x 50 cm, 2013

IVO RINGE LAVAGNE DI PITTURA

8 giugno – 8 settembre 2017

a cura di Andrea B. Del Guercio

Ivo Ringe. Lavagne di pittura.

Non condivido le preoccupazioni di coloro che escludono, in nome di una presunta purezza scientifica dell'arte, le relazioni che intercorrono tra l'osservazione e il giudizio sull'opera con la personalità del suo autore; senza scadere in una riduttiva scala di nozioni biografiche, ritengo un dato significativo e spesso prezioso, in base all'esperienza diretta di chi frequenta da sempre e vive la vita degli studi d'artista, conoscere e introdurre la percezione dei valori umani nel giudizio sull'operare artistico e della sua produzione di opere e di cultura. Nel caso di Ivo Ringe il tema della personalità assume un peso importante, che non può essere nascosto ed escluso dal confronto diretto con la sua pittura; una marcata energia ed un forte orientamento all'entusiasmo e alla partecipazione esistenziale, sono dati che ne contrassegnano il valore e la carica espressiva. In una prima fase del mio avvicinamento al lavoro di Ringe riconoscevo, sul piano di una percezione emotiva, una condizione di distanza, direi una indipendenza, tra la singola tela e la fruizione; questa condizione di indipendenza e di distanza dell'opera da una immediata e spesso frettolosa carica partecipativa, mi segnalava in essa lo stato di una concettuale vita interiore; le opere di più piccola dimensione, forse per la loro intima fattura, in cui lo sguardo si fa attento alla materia pittorica, inducevano la mia sensibilità ad entrare in più stretta sintonia, approfondendone la conoscenza; così, provenendo dal vivace ed approfondito incontro nello studio a Colonia, con la volontà di apprendere il 'il fare dell'arte' di Ringe, una sua piccola e preziosa tela 'verde scuro', si installa, ben in vista, nella mia collezione contemporanea. Dalla visita in studio e con la Raccolta di opere che documentiamo in questa edizione, ho inteso estrapolare e mettere in evidenza un patrimonio espressivo frutto di una cultura pittorica in cui la volontà progettuale e l'organizzazione dello spazio mentale, mantengono un peso strutturale; l'estensione delle diverse superfici monocrome, dai verdi ai rosa, dai neri ai gialli, sistematicamente diventa la dimensione di appoggio per l'azione di un processo estetico analitico che si articola tra soluzioni segnico-grafiche e geometrie piane; lungo questo processo costruito sul fare dell'arte, in cui i pigmenti hanno uno specifico e significativo apporto, l'eredità' linguistico- concettuale della stagione 'concreta' europea si è venuta arricchendo con le intenzioni vitali del gesto pittorico di derivazione nord- americana. Quella distanza iniziale tra l'opera e la fruizione, diventa prima riservatezza mentale, ma progressivamente si trasforma in un processo di trascrizione del pensiero che si riconosce nella carica e nel peso di una intensa emotività. Nascono opere, anche di

grandi dimensioni, orientate a definirsi 'lavagne di pittura'; sono planimetrie che cercano nello spazio una condizione mentale, uno stato d'animo e che si riversano sulla condizione partecipativa della percezione. Nei grandi spazi espositivi museali come nel clima raccolto delle collezioni private, le opere di Ringe sono testimoni di un'esperienza estetica nata e costruita sul perfetto equilibrio tra rigore e passione, tra struttura e energia; dal frammento monocromo alle grandi dimensioni di una installazione della pittura nell'habitat si è in introdotti in uno spazio ancora inedito dell'arte contemporanea. Dall'opera singola ai dittici e da questi allo sviluppo di un trittico, si sviluppa un patrimonio di idee visive che si rinnova mantenendo quell'unità di sistema che appartiene alla storia dell'arte antica, dalla ritrattistica alla pittura sacra; Ivo Ringe costruisce un caleidoscopio di opere che si trasforma lungo una processualità espressiva vitale, forse per rispondere al IX sonetto di Rainer Maria Rilke "Wisse das Bild" ("Conoscere l'immagine"). Nel lavoro di Ivo Ringe si avverte una affermazione estetica decisa, contrassegnata da una volontà tesa alla definizione geometrica dello spazio positivo, ma anche al raggiungimento di costellazioni celesti e di carte geografiche, tra percorsi e tracciati che uniscono i luoghi del 'pensiero'. Il riferimento alla 'lavagna', nell'accezione concettuale di luogo della ricerca e della scrittura, introduce un ideale riferimento a Joseph Beyus di cui Ivo Ringe fu allievo negli anni accademici di Düsseldorf; introduco in questo percorso interpretativo un riferimento alla 'lavagna', non come passiva citazione, ma quale suggerimento ai valori del tracciare linee e dell'individuare spazi, nel rapporto intuitivo che unisce, da sempre, la scienza all'arte, la matematica alla pittura, la filosofia all'estetica. Sulla base di questo percorso di analisi ed all'interno dei diversi passaggi che ne hanno configurato i solidi valori estetici e tecnico- espressivi, dobbiamo ancora soffermare la nostra attenzione sulla successione dei titoli che scandiscono la Collezione delle opere; sono suggerimenti che Ivo Ringe dichiara apertamente, riferendo stati d'animo e emozioni poetiche; affiorano tutti i dati di una personalità intensa, prorompente e partecipe, con opere che narrano di dolcezze familiari racchiuse in un reticolo rosa, per trascrizione di un giardino con i suoi primi verdi, tra le bruciature desertiche del Nuovo Messico, un risveglio d'amore, i rossi e i caldi aranci e i gialli per "Una giornata di sole".

Andrea B. Del Guercio

Ivo Ringe. “Blackboards” of painting.

I do not share the concerns of those who, in the name of an alleged scientific purity of art, refuse the relationship between the observation and judgment of artworks with the personality of their author. Without ending up with a reduced list of biographical facts, I consider introducing the perception of human values in judgment on artworks and its production very significant and precious. In Ivo Ringe's case, personality plays an important role, which cannot be hidden or excluded when in front of his paintings. His considerable energy and a strong orientation to enthusiasm and existential participation, characterize their value and their expressive power. When I approached Ringe's work for the first time, I perceived, on the level of an emotional reading, a state of distance. I noticed an independence of the canvas from its own fruition. This independence from an immediate and often hastily participatory power, revealed to me the presence of its inner conceptual life. Works of a smaller size, perhaps because of their intimate nature, induced my sensitivity to get in closer tune, deepening their knowledge. Thus, with the desire to learn Ringe's "art making", after the lively encounter in the studio in , a small and precious "dark green" canvas is installed in my contemporary collection, in plain sight. From the visit of the studio and in the collection of works we document in this edition, I have extrapolated and highlighted an expressive heritage resulting from a pictorial culture in which the project and mental space organization play a structural role. The extension of different monochrome surfaces, from green to pink, from black to yellow, becomes systematically the foundation for a process of aesthetic analysis articulated between graphic signs and flat geometries; throughout this process, where pigments provides a specific and significant contribution, the linguistic-conceptual inheritance of the “concrete” European season is enriched with the vital intentions of the pictorial gesture of North American origin. That initial distance between the work and its fruition becomes mental sensitivity first, progressively turning into a process of thought transcription, recognizable in the emotional intensity of the works. This process give birth to works, also of bigger size, that can be defined as “blackboards of painting”; plans that seek in space a state of mind. In big museums’ exhibition spaces, as in the more intimate atmosphere of private collections, Ringe's works witness an aesthetic experience that was born and built on the perfect balance between rigor and passion, structure and energy, leading us into a fresh, innovative space in contemporary art. From single works to diptychs and from them to the

development of a triptych, there is a prosperity of visual ideas, constantly renewed but maintaining a unity that belongs to ancient art history, from portraiture to sacred painting; Ivo Ringe builds a kaleidoscope of works that transform along vital expressive processes, perhaps as an answer to the 9th sonnet of Rainer Maria Rilke "Wisse das Bild". In the work of Ivo Ringe there is a resolute aesthetic statement, defined by the determination to achieve a geometric definition of positive space, but also celestial constellations and geographical maps, between paths and trails that connect the “places of thought”. The reference to the 'blackboard', in the conceptual sense of “place of research and writing”, introduces an ideal reference to Joseph Beyus, of whom Ivo Ringe was a scholar in the academic years in Dusseldorf. I did not introduce into this interpretative itinerary the reference to the “'blackboard” as a passive quote, but as a hint to the values of drawing lines and identifying spaces, in the intuitive relationship that has always connected science with art, mathematics to painting, philosophy to aesthetics. Based on this analysis and within the various steps that have shaped its solid aesthetic and its technical-expressive values, we still have to address the issue of the series of titles that characterize the collection of works. A sequence of suggestions that Ivo Ringe openly states, reveals moods and poetic emotions. All the details of an intense, eager and participatory personality emerge through his works that tell about family sweetness enclosed in a pink lattice, a garden with its first greens, the desert burns of New Mexico, a resurrection of love, warm red and orange and yellow for "a sunny day”.

Andrea B. Del Guercio Translated by Chiara Finadri

RUN,BABY,RUN, acrylic on linen, 30 x 24 cm, 2016

SUMMER GARDEN, acrylic on linen, 30 x 24 cm, 2016

SUN II, acrylic on linen, 120 x 100 cm, 2014

THIS SPRING, acrylic on linen, 120 x 100 cm, 2014

LOVIN LIGHT, acrylic on linen, 60 x 50 cm, 2015

MORNING LOVE, acrylic on linen, 60 x 50 cm, 2015

HERE, acrylic on linen, 30 x 24 cm, 2017

Städtische Galerie Lippstadt

SCARLET IV, acrylic on linen, 50 x 60 cm, 2017

SCARLET ON A MIRROW OF A FIELD, acrylic on linen, 90 x 160 cm, diptych, 2017

SCARLET V, acrylic on linen, 60 x 50 cm, 2017 | in the middle: SCARLET MINE, acrylic on linen, 60 x 50 cm, 2017

SCARLET MINE II, acrylic on linen, 60 x 50 cm, 2017

ST.YVES II, oil on linen, 30 x 25 cm, 2017 | in the middle: ST.YVES V, oil on linen, 30 x 25 cm, 2017

ST.YVES VI, oil on linen, 30 x 25 cm, 2017

SCARLET FIELD, acrylic on linen, 110 x 90 cm, 2017

LITTLE FIELD UMBRA BLUE, acrylic on linen, 30 x 24 cm, 2015

FIELD UMBRA PINK, acrylic on linen, 30 x 24 cm, 2015

MAHAGONY MIRROW OF A FIELD I, acrylic on linen, 90 x 160 cm, diptych, 2017

MAHAGONY MIRROW OF A FIELD II, acrylic on linen, 90 x 160 cm, diptych, 2017

MORE YOU CAN THINK, acrylic on linen, 50 x 50 cm, 2013

IVO RINGE

Ivo Ringe was born in in 1951. He began his studies at the Kunstakademie in Düsseldorf with Joseph Beuys, in 1972. He belonged to the Minimal Art group of Beuys’ students. He lives and works in Cologne.

MAIN SOLO EXHIBITIONS

2017 Five Gallery, Lugano, Switzerland 2016 Wisse das Bild, Galerie Floss und Schultz, Cologne, 2016 Die Proportion der Dinge, Galerie Nana Preussners, Hamburg, Germany 2016 Morphic Fields, Hionas Gallery, New York, USA 2015 Institut für Konkrete Kunst und Konkrete Poesie, Kunsthaus Rehau (IKKP), Germany 2011 Schaltwerk Kunst, Hamburg, Germany 2011 Also sprach Zarathustra, Kunstkontor Köln, Köln, Germany 2010 Così parlo Zarathustra, Antico Castello sul Mare, Rapallo, Italy 2009 The Strange Territory of the Other, Multi-Art International, Bonn, Germany 2009 Der Moment des Tuns, Schaltwerk Kunst, Hamburg, Germany 2007 Marina Wolff, Milan, Italy

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