ANALISI RELAZIONE

INDICE

1. INTRODUZIONE ...... 3 1.1 GENERALITA’ ...... 3 2 QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO COMUNALE ...... 4 2.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E MORFOLOGICO ...... 4 2.2 ANALISI DELLO SVILUPPO TERRITORIALE URBANO ...... 6 2.2.1 Lo sviluppo residenziale...... 6 2.2.2 Lo sviluppo produttivo ...... 7 2.3 SERVIZI ESISTENTI (ELEMENTI QUANTITATIVI)...... 9 3 QUADRO RICOGNITIVO DEI SISTEMI SOCIO-ECONOMICI...... 13 3.1 ANALISI DEMOGRAFICA...... 13 3.2 INDAGINE SUL SISTEMA ECONOMICO LOCALE E SUE DINAMICHE 28 3.2.1 Il sistema primario...... 31 3.2.2 Il sistema secondario ...... 33 3.2.3 Il sistema terziario ...... 37 3.2.4 Confronto tra domanda e offerta commerciale e valutazione dell’incidenza della componente gravitazionale rivolta all’esterno del territorio comunale ...... 40 3.2.5 Valutazione degli aspetti critici esistenti ed individuazione delle linee di sviluppo urbanistico della rete commerciale...... 41 4 VINCOLI E LIMITAZIONI ...... 43 4.3 VINCOLI DI POLIZIA IDRAULICA...... 43 4.4 AREE DI SALVAGUARDIA DELLE CAPTAZIONI AD USO IDROPOTABILE ...... 45 4.5 VINCOLO ARCHEOLOGICO...... 45 4.6 FASCIA DI RISPETTO CIMITERIALE ...... 45 4.7 FASCIA DI RISPETTO ELETTRODOTTI, GASDOTTI ...... 46 4.8 FASCE DI RISPETTO STRADALE...... 46 4.9 FASCIA DI RISPETTO DEPURATORE...... 46 4.10 VINCOLO VOLO AEROPORTO MILITARE DI ...... 46 4.11 FASCE DI RISPETTO DEGLI ALLEVAMENTI ...... 46 5 INDICAZIONE DEGLI ATTI DI PROGRAMMAZIONE EMANATI DA ENTI SOVRACOMUNALI ...... 47 5.1 IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE P.T.R...... 47 5.1.1 Premessa ...... 47 5.1.2 Inquadramento paesistico a livello regionale (P.T.R.) con valenza paesaggistica...... 47 5.1.3 Inquadramento paesistico a livello regionale (P.T.R. ) ...... 50 5.1.4 PTPR – stralcio tavola A della Carta delle unità di paesaggio (fonte Regione Lombardia) ...... 50 5.1.5 PTPR – Stralcio tavola D “Quadro di riferimento degli indirizzi di tutela e operatività immediata” (fonte Regione Lombardia)...... 52

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5.2 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.)...... 53 5.2.1 Inquadramento paesistico ...... 53 5.2.2 Inquadramento paesistico a livello provinciale (P.T.C.P.) e la nuova proposta di variante ...... 54 5.3 IL PIANO PAESISTICO PROVINCIALE...... 55 6 PIANIFICAZIONE LOCALE INTERCOMUNALE...... 58 7 PIANIFICAZIONE LOCALE E SUA ATTUAZIONE...... 59

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1. INTRODUZIONE

1.1 GENERALITA’

La presente sezione contiene le analisi, gli studi e le elaborazioni condotti per la formazione del Piano di Governo del territorio del di e si compone dei seguenti elaborati:

• A A Relazione • A 01 Inquadramento • A 02 Attività sovraordinata • A 03 Mosaico degli strumenti urbanistici • A 04 Ricognizione delle istanze dei cittadini al 14/09/2009 • A 05 La struttura della città moderna e il suo sviluppo dagli anni ’80: residenza e attività connesse • A 06 Le attività produttive e il loro sviluppo dagli anni ’80 • A 07 Vincoli e limitazioni • A 08 Stato di attuazione del PRG vigente: residenza e produttivo • A 09 Vincoli stalle per allevamenti intensivi

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2 QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO COMUNALE

2.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E MORFOLOGICO

Si tratta di un territorio a morfologia pianeggiante inciso dall’azione erosiva dei corsi d’acqua attivi e fossili (Paleo alveo Garza-Mella) e in parte rimodellato dalle acque provenienti dalle risorgive. L’origine di questa posizione di pianura è prevalentemente fluvioglaciale e si riscontrano quattro unità ambientali caratteristiche: la zona ghiaiosa posta a nord-est; la sottostante zona delle risorgive (ai cui margini è ubicato Leno); il livello di base della pianura; le superfici ribassate dalle azioni erosive dei percorsi fluviali verso ovest. Bagnolo Mella è situato a 12 Km da e a 38 Km da Cremona, ad una altitudine sul livello del mare variabile da 73 mslm a 98 mslm. Il centro abitato è situato ad una quota media di 86 mslm. L’estensione del territorio comunale è di circa 3.077 Ha. Confina a nord con i territori dei comuni di , e , ad est con il Comune di Ghedi, a sud con i comuni di Leno e e a ovest con i comuni di e Dello. Il Comune è costituito da un unico nucleo urbano abitato di circa 4 Kmq con una popolazione residente al 31.12.2009 è di 12.864 abitanti. Il territorio comunale di Bagnolo Mella è situato in una posizione pressoché baricentrica rispetto alla parte di pianura Padana ricadente nel territorio provinciale bresciano. Risulta attraversato, lungo la direttrice sud, da un asse infrastrutturale di notevole importanza a livello delle comunicazioni: strada provinciale SS 45bis, ferrovia Brescia-Cremona, autostrada Brescia-Cremona-Piacenza; funziona da collettore del traffico locale verso il capoluogo di provincia anche per gli effetti del traffico transitante sulla strada provinciale VII. Come si è detto il territorio comunale fa parte della zona agricola della bassa bresciana. Le relazioni con tali zone costituiscono il riflesso di un’attività agricola impostata prevalentemente sulla zootecnia. Bagnolo Mella si trova, pertanto, in una situazione di particolare rilievo (ed evidenziata nella tavola del contesto regionale), dettata dalla compresenza e sovrapposizione di almeno tre ordini di influenza territoriale:

a. proveniente dal capoluogo bresciano, per cui si potrebbe ipotizzare Bagnolo come parte integrante dell’interland bresciano b. derivante dall’appartenere alla fascia localizzata tra Brescia e Cremona, con tutte le implicazioni economiche, territoriali, viabilistiche che ne conseguono c. dovuta alla presenza della fascia infrastrutturale padana che, passando tra Brescia e Bagnolo, inevitabilmente fa ricadere i suoi effetti sulle aree che investe direttamente o che viene, anche semplicemente, a lambire. Il centro storico come oggi appare si è sviluppato attorno a due nuclei: il primo, di età Romana, ubicato in località Castelvecchio, dove oggi sorge il palazzo Avogadro-Spada, il secondo del XIII secolo, sorto come castello circondato da mura, nell’area, oggi centrale, dove sorgono la chiesa parrocchiale e il palazzo Municipale.

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Lo sviluppo storico dell’abitato di Bagnolo non rispetta il modello tradizionale di crescita concentrica degli insediamenti storici contermini della bassa bresciana, come Ghedi, Manerbio, Leno. Il tracciato della strada ex statale fra Brescia e Cremona ha bloccato lo sviluppo concentrico del paese ed ha favorito uno sviluppo lineare fra il Castelvecchio e “il Crociale”, il crocevia con la Brescia - Cremona.

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2.2 ANALISI DELLO SVILUPPO TERRITORIALE URBANO

2.2.1 Lo sviluppo residenziale

Lo sviluppo residenziale di Bagnolo Mella, a differenza della maggior parte dei nuclei abitati della Bassa Bresciana, non rispetta il modello tradizionale di crescita per anelli concentrici (sviluppo radiale), questo sia per l’origine dualistica del suo centro storico, sia per l’attrazione esercitata dalle infrastrutture stradali e ferroviarie. Analizzando le soglie storiche si rileva come nella prima metà del ‘900 lo sviluppo principale si sia attuato lungo l’asse viario Brescia-Cremona e attorno al nucleo antico del castello, per raggiungere livelli ragguardevoli negli anni cinquanta. Lo sviluppo, abbastanza costante e graduale, vede un importante picco a metà degli anni ’70, in concomitanza con il “boom economico” che ha contraddistinto quel periodo, fenomeno che ha interessato gran parte del nord Italia.

Importante è stato altresì il consolidamento della struttura urbana negli anni ’80 e ’90.

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L’incremento percentuale dal 1980 ad oggi (30 anni) è pari al 22%, di cui il 12% esaurito nel primo periodo dal 1980 al 1995 e il restante 10% nel periodo che va dal 1995 ai giorni nostri. Elemento caratterizzante di entrambi i periodi è il completamento delle aree intercluse e la colmatura dei margini frastagliati del perimetro edificato, che hanno prevalso sulla tendenza all’espansione radiale. Se negli anni 80 e 90 lo sviluppo residenziale si è concentrato soprattutto nelle zone a sud del centro urbano, nel periodo più recente è stata la zona compresa tra l’asse viario nord-sud e quello autostradale, quest’ultima affermatasi come la più dinamica dal punto di vista dello sviluppo edilizio. L’indice residenziale mq/abitante è una ulteriore conferma della gradualità appena descritta in quanto si passa da 106 mq/ab degli anni ottanta ai 115 mq/ab odierni attraverso 113 mq/ab degli anni 90.

2.2.2 Lo sviluppo produttivo

La collocazione delle attività produttive si è storicamente disposta attorno alle principali vie di comunicazione e trasporto (strada statale 45 bis e linea ferroviaria Brescia

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Cremona) ed è stata caratterizzata da un numero contenuto di attività di importanti dimensioni, che oggi si trovano a diretto con tatto con le zone residenziali del centro abitato. Negli anni ottanta lo sviluppo si è indirizzato al di fuori del centro urbano lungo le direttrici per Leno e dell’asse autostradale. Nell’ultimo decennio l’Amministrazione Comunale ha incentivato il trasferimento delle realtà produttive interne alle zone residenziali e la riqualificazione di quelle dismesse (Ex Consorzio Agrario, Facenti, Cantine Salvalai, etc.) creando un indubbio effetto benefico sul territorio. La superficie delle aree produttive negli ultimi trent’anni è passata da 530.000 mq a 760.000 con un deciso incremento nell’ultimo decennio ( da 624.000 a 760.000) dovuto in buona parte alla realizzazione del PL-PIP “la Fontana” che ha assorbito la gran parte della richiesta di nuovi spazi produttivi per le imprese.

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2.3 SERVIZI ESISTENTI (ELEMENTI QUANTITATIVI)

Per la redazione del Piano dei Servizi è stata fatta un’approfondita valutazione della qualità e della quantità dei servizi esistenti. Per ogni singola area e/o edificio appartenente alla categoria dei servizi è stata predisposta una scheda identificativa con una valutazione in termini di qualità fruibilità e accessibilità (All. PdS C). Nell’immagine che segue viene riportato – a titolo esemplificativo – il livello di informazione e di giudizio del rilevatore che contraddistingue la descrizione del soggetto in esame. Tale raccolta costituisce un importante elemento di conoscenza, di memoria e di valutazione della tipologia, della qualità e della dimensione del servizio descritto. Si auspica che le schede dei servizi vengano tenute in costante aggiornamento, anche e soprattutto nelle parti relative alle valutazioni e ai giudizi in ordine alla fruibilità dei servizi.

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ANALISI RELAZIONE

La lettura critica dello stato di fatto consentirà l’individuazione delle carenze qualitative e/o quantitative, al fine di pianificare lo sviluppo dei servizi in base alle richieste del PGT. Per quanto concerne i servizi comunali e il loro sviluppo in rapporto alla crescita della città, si evidenzia come il Comune di Bagnolo Mella abbia da sempre tenuto in grande considerazione il binomio qualità della vita-servizi. Già nei primi anni ’80 i servizi erano ben collocati, di buona qualità e di notevole dimensione. Nel decennio successivo si sviluppano soprattutto le aree a verde pubblico, tra cui il parco Allende e quello in prossimità della chiesa della Stella; in tempi ancora più recenti nasce il polo sportivo di via Borgo Poncarale a nord dell’abitato oltre alle singole zone di verde attrezzato in prossimità delle nuove urbanizzazioni ( Piano di zona Avogadro e PdA 9).

Sul piano quantitativo Bagnolo Mella conta oggi più di 650.000 mq di aree destinate a servizi in cui sono accorpati i servizi alla persona (istituzionali, sociali, scolastici, etc..), le attrezzature sportive, ricreative, i parchi ed i parcheggi, oltre ai servizi per le attività. La dotazione di servizi residenziali per abitante è di 45 mq/ab per servizi reperiti e fruibili, oltre a 3 mq/ab per servizi previsti dal PRG vigente non ancora reperiti. Nella tabella riassuntiva che segue, estratta dai calcoli analitici dettagliati riportati nell’all. PdS D, vengono indicate le quantità complessive dei servizi suddivise per categorie.

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ANALISI RELAZIONE

POTENZIALITA’ DELLE ATTREZZATURE ESISTENTI CONTEGGIO STANDARD AI SENSI D.M. 2/4/1968 N. 1444

RESIDENZA PRODUTTIVO COMMERCIALE TOTALE

SERVIZI 16.748 m2 0 m2 0 m2 16.748 m2 ISTITUZIONALI

SERVIZI SCOLASTICI 48.823 m2 0 m2 0 m2 48.823 m2

SERVIZI 18.414 m2 0 m2 0 m2 18.414 m2 SOCIALI/SANITARI

SERVIZI CULTO 40.636 m2 0 m2 0 m2 40.636 m2

SERVIZI 25.939 m2 0mq 0 m2 25.939 m2 TECNOLOGICI

VERDE SPORTIVO 340.721 m2 36.389 mq 0 m2 377.110 m2 RICREATIVO A PARCO

PARCHEGGI 91.616 m2 35.127 mq 0 m2 126.743 m2

TOTALE 582.897 m2 71.516 m2 0 m2 654.413 m2

Poiché al 31/12/2009 erano i residenti di Bagnolo Mella erano 12.864, la dotazione effettiva di servizi della residenza a quella data era pari a:

582.897 m2 / 12.864 ab. = 45 m2/ab.

Il PRG vigente prevede altresì aree per servizi (da acquisire) pari a m2 43.281 (vedasi tabella riportata nella Tavola del Documento di Piano DdP 03 - Tavola del consumo di suolo), con una conseguente dotazione aggiuntiva di:

m2 43.281 / 12.864 ab. = 3 m2/ab.

La dotazione di servizi del PRG vigente assomma pertanto a:

48 m2/ab. + 3 m2/ab. = 48 m2/ab.

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ANALISI RELAZIONE

Lo stato di fatto dei servizi

Il Comune di Bagnolo Mella non è dotato di PUGSS (Piano urbano generale dei servizi nel sottosuolo), che l’Amministrazione Comunale si impegna a far redigere, dovendo dotarsene ai sensi della L.R. n. 12/05 ad integrazione del Piano dei Servizi. Al Piano dei servizi è unita la raccolta degli elaborati grafici e cartografici relativi alle reti esistenti (All. PdS E), che servirà da base per la formazione del PUGSS.

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3 QUADRO RICOGNITIVO DEI SISTEMI SOCIO-ECONOMICI

3.1 ANALISI DEMOGRAFICA

Per rendere più attendibile il modello di proiezione demografica è stato ampliato il periodo di analisi al ventennio appena scorso in luogo del decennio stabilito dalla legge. Ciò consente una visione di maggior respiro, pur nelle incertezze legate a fattori socio- economici oggi difficilmente ponderabili. Gli indicatori demografici assunti per l’analisi sono i seguenti: • la crescita percentuale della popolazione • il saldo naturale • il saldo migratorio • il tasso di natalità e • il tasso di mortalità • il tasso migratorio • il tasso di crescita totale Nelle tabelle che seguono sono indicati tutti i dati in ingresso utilizzati per l’elaborazione dei grafici tratti dai modelli Istat comunali.

SALDO SALDO RESIDENTI NATI DECEDUTI NATURALE ISCRITTI CANCELLATI MIGRATORIO ANNO a dicembre TOT TOT

1991 10.850 78 82 -4 158 134 24 1992 10.894 104 88 16 231 165 66 1993 10.932 104 99 5 191 166 25 1994 10.863 81 101 -20 149 198 -49 1995 10.953 114 102 12 260 182 78 1996 11.059 95 116 -21 325 198 127 1997 11.143 121 108 13 272 201 71 1998 11.264 111 91 20 324 223 101 1999 11.335 109 100 9 311 249 62 2000 11.381 95 110 -15 308 247 61 2001 11.450 110 94 16 316 263 53 2002 11.605 97 103 -6 414 253 161 2003 11.799 118 112 6 560 313 247 2004 12.006 137 102 35 485 313 172 2005 12.103 108 98 10 464 377 87 2006 12.202 120 108 12 508 421 87 2007 12.415 136 101 35 538 360 178 2008 12.718 122 112 10 596 303 293 2009 12.864 129 124 5 433 292 141

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ANALISI RELAZIONE

SALDO SALDO NATI DECEDUTI ISCRITTI CANCELLATI NATURALE MIGRATORIO ANNO STRANIERI STRANIERI STRANIERI STRANIERI STRANIERI STRANIERI

1993 5 0 5 29 13 16 1994 6 0 6 33 26 7 1995 7 0 7 62 29 33 1996 4 2 2 108 22 86 1997 5 0 5 111 39 72 1998 7 2 5 109 32 77 1999 11 1 10 136 75 61 2000 9 0 9 115 65 50 2001 11 1 10 111 74 37 2002 17 1 16 175 44 131 2003 23 2 21 346 112 234 2004 36 2 34 283 111 172 2005 28 0 28 253 174 79 2006 33 1 32 250 214 36 2007 36 0 36 272 168 104 2008 33 2 31 334 146 188 2009 42 0 42 238 138 100

SALDO SALDO TASSO DI TASSO DI NATURAL TASSO TASSO DI TASSO DI ANNO MIGRATORIO CRESCITA CRESCITA E senza MIGRATORIO MORTALITà NATALITA' senza stranieri NATURALE TOTALE stanieri

1992 16 66 6,07 8,09 9,57 1,47 7,54 1993 0 9 2,29 9,07 9,53 0,46 2,75 1994 -26 -56 -4,50 9,27 7,43 -1,84 -6,33 1995 5 45 7,15 9,35 10,45 1,10 8,25 1996 -23 41 11,54 10,54 8,63 -1,91 9,63 1997 8 -1 6,40 9,73 10,90 1,17 7,57 1998 15 24 9,02 8,12 9,91 1,79 10,80 1999 -1 1 5,49 8,85 9,65 0,80 6,28 2000 -24 11 5,37 9,68 8,36 -1,32 4,05 2001 6 16 4,64 8,23 9,64 1,40 6,04 2002 -22 30 13,97 8,94 8,41 -0,52 13,45 2003 -15 13 21,11 9,57 10,08 0,51 21,62 2004 1 0 14,45 8,57 11,51 2,94 17,39 2005 -18 8 7,22 8,13 8,96 0,83 8,05 2006 -20 51 7,16 8,89 9,87 0,99 8,15 2007 -1 74 14,46 8,21 11,05 2,84 17,31 2008 -21 105 23,32 8,91 9,71 0,80 24,11 2009 -37 41 11,02 9,69 10,09 0,39 11,41

Dall’analisi della serie storica emerge molto chiaramente come la crescita demografica “importante” avuto inizio verso la metà degli anni novanta, dopo quasi vent’anni di sostanziale stazionarietà.

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ANALISI RELAZIONE

Dall’istogramma che segue, nel quale è rappresentata la popolazione residente, si rileva un aumento quasi costante corso dell’ultimo ventennio, con un trend di crescita via via più significativamente elevato soprattutto nell’ultimo periodo. Si passa da 10.850 residenti nei primi anni ’90 a 12.864 al 31/12/2009.

RESIDENTI AL 31 DICEMBRE

13.500

13.000 12864 12 7 18

12.500 12415

12 2 0 2 12 10 3 12.000 12006 11799

11605 11450 11.500 11381 11335 11264 1114 3 11059 RESIDENTI 10953 11.000 10932 10850 10 8 9 4 10863

10.500

10.000

9.500 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

ANNO

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ANALISI RELAZIONE

Diagrammando gli stessi dati in forma di spezzata è possibile individuare i trend di crescita o di calo dalla pendenza della retta in un determinato periodo. Nei primi anni ’90, precisamente dal 1991 al 1995, la situazione era quasi stazionaria con un incremento annuo inferiore allo 0,2%. Alla fine del periodo, dal 1996 al 2000 si assiste ad un leggero aumento con un incremento annuo dello 0,56% fenomeno che si amplifica nei primi anni del nuovo millennio (2000-2005) passando all’1,14% di aumento annuo medio. La tendenza attuale permane indirizzata al rialzo con valori che raggiungono l’1,36% annuo, dato doppio rispetto a quello medio indicato nel PTCP per i comuni del SUS.

RESIDENTI AL 31 DICEMBRE RESIDENTI

13.000

12.500

12.000

11.500

11.000

10.500 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 ANNO

Aumento percentuale sull’intero periodo 1991-2009 : +18.56% Aumento percentuale annuo sull’intero periodo 1991-2009 : +1.03% Aumento percentuale periodo 2006-2009 : + 5.43% Aumento percentuale annuo periodo 2006-2009 : + 1.36%

Istogrammando le crescite percentuali annue si rileva una pervicace positività delle colonne, con l’esclusione (spuria) dell’ anno 1994, che registra un decremento demografico per altro molto contenuto (inferiore allo 0.5%), altro dato significativo è il massimo molto prossimo al 2,5% del 2008.

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ANALISI RELAZIONE

CRESCITA PERCENTUALE POPOLAZIONE DI BAGNOLO MELLA ANNI

2009 CRESCITA PERCENTUALE 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992

-1,00% -0,50% 0,00% 0,50% 1,00% 1,50% 2,00% 2,50% 3,00%

Mettendo a confronto i valori assoluti dei nati, dei deceduti, degli iscritti e dei cancellati si nota come la componente legata alla migrazione sia preponderante rispetto a quella naturale e lo stesso grafico giustifica il valore negativo della crescita percentuale del 1994, unica annata nell’arco temporale considerato in cui entrambi i saldi, naturale e migratorio sono negativi.

NATI E DECEDUTI ISCRITTI E CANCELLATI

600

500

400

residenti 300

200

100

0 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 anni

NATI DECEDUTI ISCRITTI CANCELLATI

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ANALISI RELAZIONE

La componente principale dell’immigrazione è dovuta agli stranieri, quindi per meglio comprendere il fenomeno è indispensabile analizzare le dinamiche di questa parte della popolazione residente. Riproponendo gli stessi grafici visti in precedenza per la sola quota parte della popolazione straniera si nota come gli andamenti siano pressoché identici (cambiano naturalmente i valori assoluti). L’istogramma può essere suddiviso in tre fasi, una relativa ai primi anni ‘90, in cui il numero degli stranieri aumentava del 10% ogni anno, un secondo periodo che va dal 1996 al 2002 in cui il numero dei residenti stranieri triplica in poco più di 7 anni, fenomeno amplificato nella fase più recente con inizio nel 2003 in cui si passa da 932 a 1.814 residenti stranieri.

RESIDENTI STRANIERI

2000 1800

1600 1814 1400 1672 1200 1453 1000 1245 1313 1138 800

RESIDENTI 932 600 400 595 677 483 542 200 330 412 253 102 97 112 165 0 126 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

ANNO 2005 2006 2007 2008 2009

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ANALISI RELAZIONE

STRANIERI RESIDENTI STRANIERI

2000

1800

1600

1400

1200

1000

800

600

400

200

0

1 2 3 6 7 8 9 2 3 4 8 9 9 9 9 94 9 9 9 9 00 0 0 0 0 0 9 9 9 9 9 9 9 9 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1995 1 1 1 1 2 2001 2 2 2 2005 2006 2007 2 2

ANNO

Il dato relativo alle dinamiche demografiche, disaggregate tra saldo naturale (differenza tra nati e deceduti) e saldo migratorio (differenza tra immigrati ed emigrati) con e senza stranieri, mostra quanto sia significativo il contributo fornito da questi ultimi. Il fenomeno è ancora più evidente se si valutano i tassi come indicatori demografici. I massimi del tasso migratorio coincidono quasi perfettamente con i massimi del tasso di crescita totale, a significare come nei momenti maggiormente dinamici prevalga quasi esclusivamente il fattore migratorio su quello naturale. Quest’ ultimo, ottenuto come differenza dal tasso di natalità e di mortalità, ha un andamento abbastanza omogeneo dovuto ad una sostanziale stabilità dei valori assoluti. Dal primo grafico emerge come fino al 1995 il fenomeno migratorio degli stranieri non influenzasse gli sviluppi demografici; infatti le spezzate del saldo migratorio con e senza stranieri praticamente coincidono; il fenomeno si inverte completamente dopo appena un quinquennio, con la spezzata del saldo migratorio totale che coincide con quella relativa al saldo migratorio dei soli stranieri. E’ da notare come nell’ultimo quinquennio il fenomeno non sia più così marcato e il contemporaneo aumento del saldo migratorio senza stranieri dimostri una tendenza del Comune di Bagnolo Mella ad attrarre anche popolazione italiana. Il saldo naturale, in modo meno marcato riflette il medesimo processo, ma con un ritardo di circa quattro anni, infatti dal 2003 il saldo naturale totale si mantiene positivo anche a fronte di un saldo naturale senza stranieri costantemente negativo.

19

ANALISI RELAZIONE

350

300

250

200

150

100

50

0 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

-50

-100 SALDO MIGRATORIO TOT SALDO MIGRATORIO STRANIERI SALDO MIGRATORIO senza stranieri 150

100

50

0 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

-50

-100 SALDO NATURALE TOT SALDO NATURALE STRANIERI SALDO NATURALE senza stanieri

20

ANALISI RELAZIONE

INDICATORI DEMOGRAFICI

30

25

20

15

10 TASSI

5

0 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

-5

-10 ANNI

TASSO MIGRATORIO TASSO DI MORTALITà TASSO DI NATALITA' TASSO DI CRESCITA NATURALE TASSO DI CRESCITA TOTALE

La tendenza è confermata anche nelle realtà dei comuni contermini di analoga dimensione, quali Leno, Manerbio e Ghedi, come si può desumere dai grafici di seguito riportati.

RESIDENTI RESIDENTI 18.500 18.000 17.500 17.000 16.500 16.000 15.500 15.000 14.500 14.000 13.500 13.000 12.500 12.000 11.500 11.000 10.500 10.000 ANNO 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

GHEDI MANERBIO LENO BAGNOLO MELLA

21

ANALISI RELAZIONE

RESIDENTI 3000 STRANIERI

2500

2000

1500

1000

500

0 ANNO 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

STRANIERI BAGNOLO MELLA STRANIERI LENO STRANIERI MANERBIO STRANIERI GHEDI

Oltre alle dinamiche demografiche in senso stretto, sono stati considerati altri elementi particolarmente importanti per il dimensionamento della capacità insediativa residenziale del PGT, quali: • la costante riduzione del numero di componenti per famiglia, con il conseguente aumento del numero di famiglie; nell’ultimo decennio si è verificato un aumento di oltre 860 famiglie, di cui circa la metà dovuto alla riduzione del numero di componenti familiari; • la tendenza ad incremento dello standard abitativo (volume edilizio per abitante) sensibilmente superiore allo standard regionale (100 m3/ab.) conseguente ad incremento dello standard qualitativo residenziale. Il volume medio per abitante ha superato la soglia di 150 m3/ab.).

22

ANALISI RELAZIONE

La tendenza, peraltro generalizzata a tutto il territorio nazionale e particolarmente al Nord, alla riduzione dei componenti per famiglia con il conseguente aumento del numero di famiglie vede crescere sensibilmente le famiglie monocomponente (anziano solo, giovane single), con l’insorgenza di problematiche sociali spesso acute legate a problemi di solitudine , in generale, di disagio. Per individuare il tipo di famiglie insediate si propone un’analisi sull’età media dei residenti nei due ultimi censimenti (1991 e 2001).

23

ANALISI RELAZIONE

ETA' DEI RESIDENTI NEL 1991

1000

800

600

400

200

0 Meno di 5 Da 5 a 9 Da 10 a 14 Da 15 a 24 Da 25 a 34 Da 35 a 44 Da 45 a 54 Da 55 a64 Da 65 a74 Da75 e più

-200 ETA

-400 MASCHI - FEMMINE -600

-800

-1000

Maschi 1991 Femmine 1991

ETA' DEI RESIDENTI NEL 2001

600

400

200

0

4 4 9 9 4 9 9 9 4 1 2 2 3 5 5 6 7 a a 19 a a a 49 a a a a a 8 0 5 0 5 5 Da 5 a 9 1 20 a 25 3 5 55 6 7 80 Meno di 5 a a Da Da 15 D Da Da 30 a 34 Da Da 40 a 44 Da 45 D Da Da 60 a 64 Da Da 70 a 74 Da Da Da 85 e più

-200 ANNI

MASCHI FEMMINE -400

-600

-800

Maschi 2001 Femmine 2001

. Gli andamenti sopra descritti sono definiti di tipo “rigonfiante”, tipici delle società con prevalenza di residenti in età lavorativa, compresa tra i 30 e i 35 anni, realtà in cui la

24

ANALISI RELAZIONE

società più giovane ha un peso ridotto rispetto alla fascia centrale e a quella degli anziani. Dal confronto si nota come il grafico tenda ad affusolarsi nel decennio, ovvero la percentuale degli anziani aumenta anche se un segnale incoraggiante arriva dall’aumento della base del grafico. Mentre nel 1991 il cono iniziale era divergente, ovvero i nati erano inferiori alle classi di età immediatamente superiori, gia nel 2001 il cono tende a convergere, ovvero la base del grafico risulta essere più ampia nella fascia di età da 0 a 10 anni rispetto alla fascia di età immediatamente superiore (ovvero quelle dai 10 ai 20 anni circa). Questo dato si differenzia sia dal dato medio nazionale che da quello provinciale, evidenziando effetti legati ad aumento della natalità. La coda del grafico rimane all’incirca sugli stessi valori coerentemente ad un indice di vecchiaia piuttosto elevato (120,53 all’ultimo censimento). Una simile analisi formulata in relazione agli stranieri non pare significativa a causa dell’estrema dinamicità del campione. Può invece ritenersi significativo valutare l’andamento del numero dei minorenni stranieri: dal grafico che segue è chiaro come la pendenza della spezzata che rappresenta il numero assoluto di minorenni stranieri sia in continuo aumento con un primo incremento attorno al 2002 e un secondo più deciso negli ultimi quattro anni.

2000

1800

1600

1400

1200

1000

800

600

400

200

0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 STRANIERI MINORENNI STRANIERI

I nati sono in continuo aumento come mostra l’istogramma riportato e più ancora il diagramma di confronto tra saldo naturale di tutti i residenti e dei soli stranieri. Se non fosse per questi ultimi, il saldo naturale dell’ultimo decennio sarebbe sempre negativo.

25

ANALISI RELAZIONE

NATI

160

140

120

100

80 NATI 60

40

20

0

4 6 7 9 9 9 9 991 992 993 99 995 99 998 000 002 004 005 006 007 008 00 1 1 1 1 1 1 19 1 19 2 2001 2 2003 2 2 2 2 2 2

NATI ANNONATI STRANIERI

RAFFRONTO SALDO NATURALE - SALDO NATURALE STRANIERI

50

RESIDENTI 40

30

20

10

ANNI 0 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

-10

-20

-30

SALDO NATURALE TOT SALDO NATURALE STRANIERI

L’ultima rilevazione, effettuata il 31/12/2009 dall’anagrafe comunale, ha censito 12.864 abitanti, per una densità paria a 411 ab/kmq, significativamente superiore al dato provinciale (247 ab/kmq) e a quello regionale (397 ab/kmq).

26

ANALISI RELAZIONE

Abitante/ kmq

REGIONE LOMBARDIA

PROVINCIA DI BRESCIA

BAGNOLO MELLA

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450

Ab/kmq

27

ANALISI RELAZIONE

3.2 INDAGINE SUL SISTEMA ECONOMICO LOCALE E SUE DINAMICHE

L’analisi dei dati relativi alle attività produttive presenti nel Comune di Bagnolo Mella evidenzia quali settori trainanti dell’economia locale: ƒ il commercio ƒ l’agricoltura ƒ le attività manifatturiere ƒ le costruzioni ƒ le attività immobiliari Ciò in linea con l’andamento economico a livello provinciale, regionale e del Comprensorio della Bassa Bresciana. In termini numerici, infatti, in questi cinque settori si concentra circa l’80% del totale delle imprese presenti sul territorio. Il settore agricolo, fortemente radicato sul territorio rappresenta quasi il 18% del totale delle imprese rispetto al 12% della media provinciale e del 7% circa del dato regionale. Per quanto riguarda le attività manifatturiere il dato si attesta intorno al 24% rispetto al 17% medio provinciale e al 15% circa della Regione Lombardia. Anche il settore delle costruzioni presenta un saldo positivo con un 20% circa rispetto alla provincia di Brescia con il 15% circa e alla Regione Lombardia con il 14%. Il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, che rappresenta il settore principale del comune – in termini numerici – con il 28% delle imprese presenti, evidenzia un peso superiore a quello provinciale e regionale. Il settore relativo alle attività immobiliari, che rappresenta il 10% del totale delle imprese, presenta, nel comprensorio, un peso relativo inferiore rispetto al dato provinciale (13%) e regionale (16%).

28

ANALISI RELAZIONE

Serie1 35,00%

30,00% 28,75%

25,00% 23,94%

19,69% 20,00% 17,42%

15,00%

10,20% 10,00%

5,00%

0,00% AGRICOLTURA/ CACCIA ATTIVITA' COSTRUZIONI COMMERCIO ATTIVITà IMMOBILIARI MANUFATTURIERE INGROSSO E DETTAGLIO

La forza lavoro del territorio di Bagnolo Mella, come si può facilmente evincere dai grafici che seguono, è prevalentemente impegnata nel settore industriale e nel settore del commercio e dei servizi. Il settore agricolo, pur rappresentando quasi il 20% delle attività presenti sul territorio, occupa solamente il 5 % della forza lavoro. Questi due valori non sono da intendersi contraddittori ma derivano dalla sempre maggiore meccanizzazione del settore agricolo. In ogni caso gli occupati in agricoltura nel comprensorio rappresentano un valore comunque superiore rispetto al dato provinciale e quasi doppio rispetto a quello regionale. Il settore industriale vede impegnata il 51% della forza lavoro nel comprensorio, rispetto al 47% a livello provinciale e al 40% a livello regionale. Diverso invece è il discorso degli occupati nella categoria definita “altre attività” dove si concentra, per il comune di Bagnolo Mella, il 43% della forza lavoro, rispetto al 50% a livello provinciale e ad oltre il 56% a livello regionale.

29

ANALISI RELAZIONE

OCCUPATI PER ATTIVITà ECONOMICA

60,00%

51,41% 50,00%

40,00% 43,40%

30,00%

20,00%

10,00% 5,19%

0,00%

AGRICOLTURA OCCUPATI PER ATTIVITà ECONOMICA INDUSTRIA ALTRE ATTIVITà

AGRICOLTURA INDUSTRIA ALTRE ATTIVITà

30

ANALISI RELAZIONE

3.2.1 Il sistema primario Crocevia di scambi commerciali, Bagnolo Mella, anche per il settore agricolo ha rappresentato per decenni, il riferimento di servizi che hanno segnato la storia dell’agricoltura bresciana e italiana. Il primo concimificio per la produzione dei fosfati; il primo mangimificio per l’alimentazione degli allevamenti zootecnici, il deposito provinciale delle merci agricole del Consorzio Agrario Provinciale hanno favorito l’innestarsi in un’area vocata all’agricoltura e all’allevamento di qualità produttive significative. Qualità che sono andate consolidandosi con l’affermarsi della cooperazione lattiero casearia e che, anche dopo la crisi del CAP e la conseguente chiusura degli opifici, ha continuato ad esprimersi a livelli elevati. La fotografia delle imprese agricole e degli allevamenti conferma le vocazioni agricolo/zootecniche di Bagnolo Mella. Bagnolo Mella ha una Superficie Agricola Utilizzabile (SAU) pari a Ha 2.533.02 (dati censimento ISTAT 2000). Il numero totale delle imprese agricola nel 2000 è di 109. Nel 1990 erano 117. (i dati dei due decenni debbono essere interpretati in quanto le modalità di rilevazione sono state diverse). Emerge, comunque, la considerazione che il numero complessivo d’imprese agrarie non è significativamente diminuito. La valutazione sulle dinamiche degli allevamenti è, invece, diversa poiché dal 1991 al 2000 e dal 2000 al 2007 il numero di allevamenti è andato diminuendo in modo significativo

n. n. capi n. allevamenti n. capi n. n. capi allevamenti bovini suini suini allevamenti avicoli bovini avicoli 1990 81 9.409 29 36.028 66 202.075 2000 55 8.812 24 38.895 7 24.153 2007 39 6.842 23 43.413 2 136.736

Nel periodo 1990/2007 diminuisce significativamente il numero di allevamenti bovini e il numero di capi allevati. Ciò è stato determinato dalle norme in materia di quote latte. Nello stesso periodo diminuiscono gli allevamenti suinicoli ma aumentano il numero di capi allevati. Non è comparabile, nei periodi di rilevazione, il dato riguardante gli allevamenti avicoli in quanto i censimenti hanno rilevato anche allevamenti familiari. Il numero di allevamenti avicoli è esiguo e il dato non è significativo. Nel prossimo futuro il comparto agricolo sarà coinvolto in una fase di particolari processi di trasformazione: Bovini da latte: quote latte che verranno rivisitate, probabile trasformazione/soppressione delle “gabbie/quote” produttive aziendali. Gli allevatori esistenti, in un regime di liberalizzazione, potrebbero essere coinvolti in processi di ampliamento degli allevamenti esistenti, aumentando il numero di vacche da latte allevate.

31

ANALISI RELAZIONE

Suini: le dinamiche che caratterizzano il mercato internazionale, in particolare quello europeo della produzione di suini pesanti, mercato gestito da macellatori e stagionatori senza modalità di scambio mercatale riconosciuto. La probabile concentrazione della produzione nelle mani di pochi allevatori, potrebbe determinare la loro specializzazione e l’eventuale forma gestionale convenzionata e/o soccida. Si prevede, pertanto, la trasformazione di alcuni attuali allevamenti da ciclo chiuso a ciclo aperto specializzato. Gli allevatori per rendere ottimali le modalità gestionali, in particolare l’abbattimento dei costi fissi (ammortamenti) e variabili (personale) potranno tendere ad un ulteriore ampliamento degli allevamenti esistenti. Avicoli: settore che a Bagnolo è marginale, solo tre produttori. Le ripetute crisi del settore e una gestione del settore in mano a pochi produttori fa prevedere che non vi saranno ampliamenti e/o richieste di nuovi insediamenti. Tutti gli allevamenti sono ormai chiamati ad applicare la direttiva nitrati e, in futuro, dovranno misurarsi con la redigenda direttiva fosfati I cambiamenti possibili nel prossimo breve - medio periodo sono riconducibili essenzialmente a cinque fattori principali: 1) L’invecchiamento del mondo agricolo e la diminuzione di giovani che scelgono la via imprenditoriale agricola e che quindi dedicano la propria professione e vita alla conduzione delle aziende agrarie. 2) L’internazionalizzazione dei mercati e la nuova PAC. Taglio dei fondi per l’agricoltura nelle future agende europee. Alla nuova PAC si deve aggiungere il diverso quadro internazionale nel quale l’agricoltura è chiamata a muoversi. I Round del mercato mondiale e il venir meno di alcune barriere internazionali, l’allargamento dell’U.E.. 3) L’agricoltura settore garante della compatibilità ambientale. I contributi dell’Unione Europea avranno questo obiettivo principale, che dovrà essere garantito da una presenza qualificata, diffusa d’impresa agricola sul territorio attuando i principi di condizionalità agricola. 4) La necessità di promuovere nuove politiche energetiche sostenendo la produzione da fonti rinnovabili, quasi tutte di origine vegetale: biocarburanti, biogas, biomasse. Tali nuove coltivazioni, di norma, monoculturali richiedono mezzi di lavorazione, raccolta e trasformazione che saranno utilizzati attraverso forme collaborative e/o consorziali e/o lavorazioni in conto terzi e/o lavorazioni convenzionate. 5) Applicazione di nuove regole di tutela e recupero ambientale. La necessità di abbattere l’azoto, il fosforo, i metalli pesanti potrebbe determinare “lavorazioni” degli effluenti che producono ammendanti utilizzabili (senza costi aggiuntivi) dalle aziende condotte a monocoltura. Il numero complessivo delle aziende agrarie dovrebbe mantenersi modificando però la forma di conduzione. Si prevede l’aumento della conduzione a part time, la conduzione hobbistica e/o convenzionata e un aumento di aziende a coltura specializzata (florovivaismo, orticoltura).

32

ANALISI RELAZIONE

3.2.2 Il sistema secondario

Lo sviluppo del sistema produttivo è uno degli obiettivi basilari della pianificazione comunale in quanto dal sistema secondario dipendono le dinamiche socio-economiche analizzate nel paragrafo precedente. L’individuazione delle necessità di sviluppo dei settori produttivi si basa su un’attenta ricognizione dello stato di fatto, del numero delle imprese e degli addetti, delle tendenze degli anni precedenti ai livelli locale e sovralocale, delle previsioni degli atti di pianificazione provinciale e regionale, degli sviluppi viabilistici nonché delle previsioni dei Comuni confinanti Nel comune di Bagnolo Mella le attività economiche legate al sistema secondario sono da sempre le colonne portanti dell’economia sia per quanto riguarda le unità locali sia per il numero di addetti. Secondo i dati raccolti negli ultimi censimenti dell’industria e dei servizi, l’industria mantiene il primato del numero di unità locali anche se la percentuale passa dal 58% del 1981 al 50% del 2001. La quasi totalità del decremento è stata assorbita dal settore terziario che è passato dal 5 al 14% come mostrano i seguenti grafici

ATTIVITA' ECONOMICHE 1981

12% 9% 5%

16%

58%

Agricoltura Industria e Artigianato Commercio Terziario Amministrazione Pubblica

33

ANALISI RELAZIONE

ATTIVITA' ECONOMICHE 1991

14% 8%

10%

13% 55%

Agricoltura Industria e Artigianato Commercio Terziario Amministrazione Pubblica

ATTIVITA' ECONOMICHE 2001

6% 16%

14%

50% 14%

Agricoltura Industria e Artigianato Commercio Terziario Amministrazione Pubblica

Questa tendenza è in continua evoluzione anche a livello provinciale come dimostra uno studio dell’AIB (associazione industriali Bresciani) in cui emerge come l’economia Bresciana sia cresciuta nell’ultimo decennio ad un ritmo superiore sia alla media nazionale che lombarda.

1995-2000 2001-2007 BRESCIA 5,10 4,53 LOMBARDIA 4,90 3,67 ITALIA 4,90 3,26 Tasso di crescita medio annuo del PIL a prezzi correnti (valori %)

La crescita del Prodotto interno lordo è sempre più legato alla dinamica dei servizi provocando una terziarizzazione dell’economia.

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ANALISI RELAZIONE

Distribuzione del reddito prodotto per settore (valori %)

100%

80% 55,0 60,0 56,8 66,8 65,0 70,4 60%

40%

41,3 20% 38,3 40,8 30,0 33,9 27,5 3,8 1,7 3,2 2,4 1,1 2,1 0% Brescia Lombardia Italia Brescia Lombardia Italia 1995 2007

Agricoltura Industria Servizi

Questa tendenza settoriale è confermata anche dalla crescita degli addetti ai servizi la cui consistenza nella provincia di Brescia ha superato quella degli occupati nell’industria manifatturiera. La crescita dei servizi ha favorito l’occupazione femminile; il 54% dei nuovi posti di lavoro creati nell’ultimo decennio è stato coperto da donne. Il tasso di femminilizzazione è pertanto arrivato anche nei settori dove la presenza delle donne era molto bassa.

TASSO DI FEMMINIZZAZIONE PER SETTORE

54,7 SERVIZI 48,5 45,2 COMMERCIO 40 INDUSTRIA 9,8 COSTRUZIONI 5,4 INDUSTRIA 32,8 2008 MANIFATTURIERA 32,6 1998 27,8 AGRICOLTURA 18,7

SETTORI 0 102030405060 TASSO %

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ANALISI RELAZIONE

Tasso di femminilizzazione per settore (valori %)

L’industria manifatturiera ha ridotto il suo contributo diretto alla formazione del reddito provinciale in misura minore di quanto sia avvenuto mediamente per le altre provincie lombarde.

Industria Totale manifatturiera BRESCIA 1,78 0,15 LOMBARDIA 1,51 -0,39 ITALIA 1,20 0,13 Tasso di crescita medio annuo delle imprese 1999-2008 (valori %)

Pur non esistendo un settore specificatamente caratterizzante il tessuto produttivo locale, i settori più rappresentativi sono quelli legati all’attività tessile, alla produzione e lavorazione dei metalli e fabbricazione di apparecchiature meccaniche ed elettriche. Nell’ultimo decennio il comparto dell’editoria e della stampa in controtendenza rispetto al resto del settore manifatturiero, ha registrato un aumento percentuale dovuto probabilmente al suo intrinseco legame con il settore terziario.

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ANALISI RELAZIONE

3.2.3 Il sistema terziario

Nella presente sezione si intende raffigurare il quadro aggiornato della struttura della rete commerciale di Bagnolo Mella nonché delineare l'evoluzione che ha caratterizzato il settore correlandolo anche con l'andamento demografico. Anzi tutto si considerano le attività commerciali al dettaglio presenti sull'intero territorio comunale, che è stato suddiviso nelle tre seguenti zone commerciali: • zona l: Centro storico; • zona 2 : Territorio a ovest della mezzeria Brescia-Cremona; • zona 3 : Territorio a est della mezzeria Brescia-Cremona. Gli esercizi commerciali vengono poi classificati secondo la merceologia praticata in modo prevalente, ovvero: alimentari - non alimentari. Si precisa che nel computo delle attività è stata considerata anche la media struttura di vendita localizzata in Viale Stazione per la quale è già stata emessa la relativa autorizzazione anche se non ancora attivata. Se·si esamina la situazione attuale del Comune si nota che dei 139 punti vendita , presenti, 41 sono alimentari e 98 non alimentari. Sotto il profilo percentuale: ciò si traduce in un 29,50% appartenente al settore alimentare, confermando una situazione in linea con quella provinciale: che vede il prevalere del settore non alimentare. Prendendo in esame l'andamento della rete distributiva in sede fissa riferito al passato, e precisamente agli anni 1986-1991 per arrivare poi fino al 2000 e quindi al 2009, si segnala un calo, anche se non molto marcato, dell'offerta, poiché si passa dalle 160 unità del 1986 alle 158 di cinque anni più tardi, alle 149 del 2000 e infine alle 139 del 2009. Il decremento quindi, in ventitre anni, è abbastanza contenuto ed è pari al 13,1%. La diminuzione è imputabile completamente al settore alimentare, risultato peraltro conforme a quanto si è verificato in questo lasso di tempo anche nel resto della provincia: infatti, mentre nel 1986 i punti vendita alimentari erano 55, nel 1991 scendono a 52, nel 2000 a 41 per fermarsi allo stesso valore nel 2009. Ciò significa che, se in passato il comparto alimentare occupava inizialmente il 34,37% e successivamente il 32,91% e poi al 27,52%, ora passa al 29,50% dell'offerta commerciale. Il settore non alimentare evidenzia un trend opposto: dai 105 esercizi del 1986, passa ai 106 del 1991, ai 108 del 2000 e infine ai 98 attuali, com'è evidenziato dalla tabella sotto stante.

EVOLUZIONE NUMERO ESERCIZI NEGLI ANNI 1986/1991/2000/2009 1986 1991 2000 2009 ALIMENTARI 55 52 41 41 NON ALIMENTARI 105 106 108 98 TOTALE 160 158 149 139

37

ANALISI RELAZIONE

Si noti come il settore alimentare, almeno come numero di esercizi, non occupi più il posto che aveva in passato all' interno dell'offerta merceologica del Comune. Il settore dei non alimentari al contrario, occupa, percentualmente, uno spazio sempre maggiore all'interno della rete di vendita, passando dal 65,63% del 1986 al 70,52% del 2009. La dislocazione degli esercizi commerciali nelle diverse zone è certamente un dato utile ai fini della valutazione dell'offerta, in particolare se viene raffrontato con il passato. Si nota cosi che: • nel 1986, 98 negozi erano collocati in zona l, 29 in zona 2 e 33 in zona 3; • nel 1991, dei 158 punti vendita attivi, 95 si trovavano nel centro storico, 33 in zona 2 e 28 in zona 3 • nel 2000 erano 85 gli esercizi commerciali ubicati nella zona 1, 28 quelli della zona 2 e 36 quelli della zona 3 • nel 2009, dei 139 negozi attivi, 74 si trovavano nel centro storico, 30 in zona 2 e 35 in zona 3. E' quindi il centro storico che risente della contrazione complessiva del numero degli esercizi, a favore della zona 3 che è invece connotata da un'espansione. Analizzando le variazioni intervenute sotto il profilo merceologico, si osserva che, limitatamente al settore alimentare, il decremento più consistente si registra nel centro storico, dove il numero degli esercizi in ventitre anni diminuisce di ventiquattro unità (pari a un calo del 24,5%). La dinamica è chiarita della tabella successiva.

1986 1991 2000 2009 Alimentari Non aliment. Alimentari Non aliment. Alimentari Non aliment. Alimentari Non aliment. ZONA 1 33 65 34 61 24 61 23 51 ZONA 2 11 18 10 25 9 19 9 21 ZONA 3 11 22 8 20 8 28 9 26 TOTALE 55 105 52 106 41 108 41 98 E' evidente che il centro storico - anche se contrassegnato da un calo numerico delle attività - continua a rivestire una posizione prioritaria sotto l' aspetto del commercio, e all'interno del nucleo antico alcune vie sono contraddistinte da una maggior presenza di punti vendita; tale vocazione è confermata dal raffronto col passato poiché anche nel 1991 su via XXVI Aprile, via Gramsci, via Matteotti, via Solferino la densità commerciale era più elevata che altrove. Attualmente su queste vie si incontra la maggioranza dei punti vendita del territorio comunale; nel corso degli anni però altre strade, appartenenti ad zone diverse, hanno acquisito una considerevole rilevanza. Il numero degli esercizi non è il solo dato utile ai fini di una valutazione dell'offerta commerciale: è bene tenere conto anche della superficie occupata sia dai due diversi settori che considerata nella sua globalità. Attualmente la superficie di vendita totale di cui dispongono i negozi operanti nel Comune di Bagnolo Mella è di 23.171 mq, ripartita fra i 4.908 mq del settore alimentare

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(mq 1.622 Esercizi di vicinato + mq 3.286 Medie strutture di vendita) e i 18.263 mq (mq 5.749 Esercizi di vicinato + mq 12.514 Medie strutture di vendita)di quello non alimentare. La quota percentuale occupata dagli esercizi del comparto "non food" è pertanto pari al 78,82 % del totale. Dunque, anche sotto questo aspetto, gli esercizi del settore non alimentare rivestono una posizione prevalente all'interno dell'offerta commerciale del territorio. Confrontando la situazione attuale con quella passata, dal 1986 ad oggi il settore commerciale è caratterizzato da un costante aumento della superficie di vendita totale. Tale valore passa infatti dai 12.879 mq del 1986 ai 15.566 mq del 1991, ai 19.796 mq del 2000 per salire infine ai 23.171 mq del 2009. In termini percentuali tali saldi assoluti si traducono in un incremento del 20,9% nel quinquennio 1986-1991, in una crescita del 27,2% nel successivo decennio 1991-2000 e infine del 17,0% nel decennio 2000-2009. La ripartizione per zone può essere nuovamente utile indicatore anche per quanto riguarda l'analisi della superficie: si nota infatti che fra il 1991 e il 2009 le superfici dei due settori hanno avuto andamenti distinti a seconda delle diverse zone.

1991 2000 2009 Non Non Non Alimentari aliment. Totale Alimentari aliment. Totale Alimentari aliment. Totale mq mq mq mq mq mq mq mq mq ZONA 1 2.779 4.227 7.006 1.609 4.513 6.122 1.238 3.695 4.933 ZONA 2 2.185 1.833 4.018 2.547 1.944 4.491 2.098 4.950 7.048 ZONA 3 547 3.995 4.542 3.075 6.108 9.183 1.572 9.618 11.190 TOTALE 5.511 10.055 15.566 7.231 12.565 19.796 4.908 18.263 23.171

La superficie degli esercizi alimentari subisce una severa riduzione nella Zona 1, accompagnata dalla chiusura di ben 10 esercizi nel trentennio, con conseguenze non indifferenti sulla matrice sociale del centro storico. La superficie media complessiva aumenta dal 1991 ad oggi, passando dai 98,5 mq del 1991 ai 133 mq del 2000, si porta ai 166,7 del 2009; in linea, il dato medio del settore non alimentare che subisce un incremento, passando da 95 mq del 1991 a 116 mq del 2000, si porta a 186,4 del 2009. Si registra altresì un leggero incremento in termini di superficie media nel comparto degli alimentari, dove tale valore, pari a 106 mq nel 1991, nel 2009 risulta uguale a 119,7 mq. Gli esercizi operanti nel territorio di Bagnolo Mella sono stati quindi classificati in base alla ripartizione introdotta dal D.Lgs. 114/1998 che definisce: • ESV (esercizi di vicinato) quelli con superficie di vendita non superiore a 250 mq; • MSV (medie strutture di vendita) con superficie da 251 mq a 2500 mq; • GSV (grandi strutture di vendita) con superficie maggiore di 2.500 mq.

La distribuzione risulta pertanto:

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• 121 ESV (pari all'87,1% del totale) • 18 MSV; • nessuna GSV. Gli esercizi di vicinato, come già riscontrato dall'esame delle superfici, si trovano maggiormente nel centro storico (sono 71), ma ne sono presenti 25 anche in zona 2 e 25 in zona 3. Tra le medie strutture operanti sul territorio, 10 sono in zona 3, mentre il nucleo antico ne conta 3 e la zona 2 ne annovera 5. I dati riferiti alla densità commerciale del territorio comunale (ovvero al rapporto fra il numero degli abitanti e gli esercizi disponibili), mostrano significative variazioni fra il 1991, il 2000 e il 2009, risultato della chiusura dei piccoli esercizi. Riassumendo, come si può vedere di seguito:

1991 2000 2009 Abitanti per esercizio alimentare 208 277 314 Abitanti per esercizio non alimentare 102 105 131 Abitanti per esercizio (complessivo) 69 76 93

3.2.4 Confronto tra domanda e offerta commerciale e valutazione dell’incidenza della componente gravitazionale rivolta all’esterno del territorio comunale

I dati ricavati dall'analisi condotta sull’evoluzione della rete commerciale locale negli ultimi trent’anni evidenzia una sostanziale tenuta del sistema distributivo dì Bagnolo Mella, se lo si raffronta alle realtà circostanti: la riduzione di 21 unità è infatti prevalentemente attribuibile al settore alimentare (- 14 punti di vendita alimentari), mentre il comparto non alimentare ha registrato una riduzione di 7 punti vendita. Si tratta di un dato parzialmente in controtendenza con l'evoluzione del settore su scala provinciale, regionale e nazionale che, invece, registra una progressiva contrazione del numero degli esercizi in entrambi i settori merceologici. A fronte di tale dato puramente quantitativo stanno inoltre alcuni aspetti di ordine qualitativo che vale la pena di sottolineare: 1) la popolazione residente ha registrato un discreto incremento 2) la distribuzione territoriale degli abitanti sta progressivamente mutando rispetto alle tradizionali agglomerazioni residenziali, concentrandosi nella zona est 3) si è registrato un andamento differenziato tra esercizi del settore alimentare (in contrazione) e quelli dei settore non alimentare (in crescita) 4) sotto il profilo della dimensione del servizio commerciale si è registrato un significativo incremento delle superfici di vendita in entrambi i settori: in particolare nel settore alimentare, nel quale: si registra un'interessante presenza di punti vendita di media dimensione 5) la localizzazione dei punti vendita ha subito alcune modifiche sostanziali, determinando una nuova aggregazione spaziale del commercio sulla via per Leno 6) per il settore commerciale nei Comuni contermini si sono avuti significativi sviluppi delle attività di vendita su grandi superfici, con la nascita di Medie strutture di vendita a Manerbio, Leno e Ghedi. La concorrenza esterna è stata più

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accentuata nel settore dei grandi centri commerciali dì vasta area: (1994), (1995), Castelmella (1998). Da questi fatti è possibile stimare che la quota di spesa delle famiglie residenti che si rivolge a strutture dì vendita ubicate in altri comuni ha avuto in questo decennio un andamento differenziato tra il settore alimentare e quello non alimentare: a fronte di un notevole sviluppo della popolazione (sempre oltre 1% all’anno) e ad un incremento dei consumi pro capite stimabile fra il 5% e il 7%, la superficie di vendita dei negozi alimentari si è ridotta apprezzabilmente. Lo sviluppo della superficie di vendita del settore non alimentare è stato invece abbastanza consistente, anche se ha riguardato nuove merceologie: in questo tìpo di prodotti la crescita dei consumi pro-capite è stata tuttavia più significativa (oltre il 10%). Dunque il "tema" presente nei vecchi piani commerciali, riguardante il recupero delle quote di gravitazione di spesa fuori Comune si ripropone nuovamente nelle prospettive di evoluzione urbanistica commerciale del settore.

3.2.5 Valutazione degli aspetti critici esistenti ed individuazione delle linee di sviluppo urbanistico della rete commerciale.

Come si è evidenziato nel paragrafo precedente, il sistema distributivo del Comune denota una discreta capacità di tenuta, se rapportato alla situazione generale del commercio. Tale considerazione deriva dal discreto grado di ammodernamento ed innovazione che le imprese commerciali hanno dimostrato in questo periodo: da un lato cogliendo le opportunità create dalla nuova residenza e dall'altro miglìorando la propria situazione gestionale, con ampliamenti ed arricchimenti merceologici. Si può in sostanza dire che, anche grazie alla situazione di accentuata aggregazione urbanistica del tessuto urbano, si è costruito nel tempo un sistema di rete commerciale aderente sia al permanere di una tuttora forte “centralizzazione” nel nucleo storico dei servizi pubblici e privati, sia al progressivo decentramento residenziale della popolazione (le medie superfici di vendita alimentari sono tutte ubicate in queste zone), sia infine ai flussi veicolati di transito di dimensione intercomunale. I fattori di maggiore criticità dell'attuale organizzazione del sistema di vendita sono dunque limitati e possono essere sostanzialmente ricondotti alla parte di rete distributiva operante nel nucleo storico, tuttora consistente, in quanto rappresenta il oltre il 53% dei negozi, che evidenzia: • ridotta dimensione unitaria degli esercizi • scarsa dotazione di standards di servizio, con problemi legati all’accessibilità veicolare. I problemi che si pongono sono dunque due: promuovere l'ampliamento dimensionale degli esercizi e accrescere le dotazioni di standard. Sul primo aspetto la nuova disciplina del commercio consente di perseguire l'obiettivo di un ampliamento "automatico" delle superfici fino alla soglia dei 250 mq. Il secondo fattore non è invece risolvibile in termini di singolo punto vendita, ma richiede invece un'azione più generale rivolta al recupero di aree di sosta ai limiti di questa area urbana e, probabilmente, alcuni interventi sul sistema di viabilità urbana.

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Nelle altre zone è necessario differenziare l'analisi tra l'asse viario centrale del territorio comunale e le altre direttrici. Per la Via Gramscì è evidente la situazione di precarietà degli habitat urbani rispetto alla dotazione di standard urbanistici: essa rappresenta una strada di indubbio interesse dal punto di vista commerciale (26 negozi) ed il mantenimento di questa funzione è strettamente legato al recupero urbanistico di spazi adeguati ed attrezzati, in particolare l'area dell'ex Consorzio Agrario. La Via Leno è divenuta un'arteria con vocazione mista, affiancando alle tradizionali attività artigianali qui operanti numerosi punti vendita, di media dimensione e ad elevato impatto territoriale. E' un segmento della distribuzione che localmente va valorizzato, evitando in questo modo un'evasione di spesa delle famiglie verso altre località. Nelle zone urbane comprese tra il centro storico e gli assi stradali, caratterizzate dalla funzione residenziale, andrà incentivata la diffusione degli insediamenti commerciali, possibilmente in forma integrata con le nuove abitazioni ed in nuclei aggregati. L'obiettivo è in sostanza quello di ricercare nell'evoluzione territoriale dettata dal PGT le più opportune misure per dare alla distribuzione nuove opportunità localizzative, dimensionali e tipologiche, che consentano di consolidare il sistema commerciate locale sia attraverso la trasformazione e l'ammodernamento delle attività esistenti che percorrendo la strada di una crescita anche quantitativa del numero dei negozi ubicati nel territono comunale. Tale duplice obiettivo può essere raggiunto attraverso il mantenimento di un'organizzazione del sistema distributivo a funzione di scala prevalentemente comunale, quindi senza previsioni insediative di "grandi strutture di vendita" (esercizi con superficie dì vendita superiore a 2.500 mq), e valorizzando, di contro, il servizio di prossimità, puntando anche ad un ampliamento della superficie media degli esercizi esistenti. Sotto il profilo urbanistico va dunque perseguito l'obiettivo di ricercare la maggiore integrazione possibile tra il commercio e le altre funzioni urbane: residenziale, produttiva e di servizio.

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4 VINCOLI E LIMITAZIONI

Sul territorio comunale sono presenti delle limitazioni d’uso del territorio derivanti dalle disposizioni normative, dai piani sovraordinati vigenti e da studi di settore. Nella Tavola A 07 - Vincoli e limitazioni sono cartografati i vincoli e le limitazioni urbanistiche che di seguito si descrivono.

4.1 VINCOLO DECRETO LEGISLATIVO 22 gennaio 2004, n. 42 recante il "Codice dei beni culturali e del paesaggio" ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 - (Gazzetta Ufficiale 24 febbraio 2004, n. 45).

4.2 VINCOLO LEGGE 8 agosto 1985, n. 431 - Conversione in legge con modificazioni del decreto legge 27 giugno 1985, n. 312 concernente disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale Si riferisce alle Fasce di rispetto del Garza – Molone. Trattasi di area sottoposta a vincolo di tutela paesaggistica (ex art.1 lettera c) della legge 8 agosto 1985, n.431) ai sensi dell’art. 142, primo comma lettera c) del D.Lgs 22.01.2004 n.42 per una fascia di metri 150 da ciascun argine. La suddetta area risulta individuata nella tavola dei vincoli A 07 in scala 1:10.000.

4.3 VINCOLI DI POLIZIA IDRAULICA La definizione dello studio del reticolo idrico minore è contenuta negli atti assunti dal Consiglio Comunale con provvedimento deliberativo n. 30 del 10.05.2004 (di adozione) e n. 51 del 27.09.2004 (di approvazione definitiva) ai sensi della D.G.R. 25 gennaio 2002, n.7/7868, come modificato dalla D.G.R. 1 agosto 2003 n.7/13950. Per l'individuazione del reticolo idrico minore del Comune di Bagnolo Mella sono stati presi a riferimento i seguenti documenti normativi: • RD. 25 luglio 1904, n.523 "Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie"; • RD. 8 maggio 1904, n. 368 "Regolamento per la esecuzione del testo unico della legge 22 marzo 1900, n. 195, e della legge 7 luglio 1902, n. 333, sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosi"; • RD. 11 dicembre 1933, n. 1775 "Approvazione del testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e sugli impianti elettrici"; • L. 5 gennaio 1994, n. 36 "Disposizioni in materia di risorse idriche"; • delibera del Comitato Interministeriale Ambientale 4 febbraio 1977 (G.U. 21 febbraio 1977 n. 48); • D.G.R 30 luglio 1999, n.6/44561 "Direttive relative alla polizia idraulica delle opere di bonifica e modalità di rilascio delle concessioni amministrative delle stesse"; • D.G.R 22 dicembre 1999, n.4/7310 e successivi aggiornamenti;

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• L.R 5 gennaio 2000, n.1 "Riordino del sistema delle autonomie In Lombardia. Attuazione del D.Lgs. 31 marzo 1998, n.112"; • "Direttiva sulla piena di progetto da assumere per le progettazioni e le verifiche di compatibilità idraulica" dell'Autorità di Bacino del Fiume Po (D.C. I. 26/04/2001, n.18); • D.G.R 11 dicembre 2001, n.7/7365 "Attuazione del Piano Stralcio per l'Assetto idrogeologico del bacino del fiume Po (PAI.) in campo urbanistico. Art. 17, comma 5, legge 18 maggio 1989 n.183"; • "Piano Regionale di Risanamento delle Acque: criteri di pianificazione" (D.C.R 15/01/2002, n.7/402); • D.G.R 25 gennaio 2002, n.7/7868 "Determinazione del reticolo idrico • principale. Trasferimento delle funzioni relative alla polizia idraulica concernenti il reticolo idrico minore come indicato dall'art.3, comma 114 della L.R 1/2000. determinazione dei canoni regionali di polizia idraulica" come modificata dalla D.G.R 01/08/2003, n.7/13950; É stata inoltre consultata la seguente documentazione: • mappe del vecchi catasto giacenti nell'archivio del Comune di Bagnolo Mella (fine '800) • mappe catastali del Comune di Bagnolo Mella redatte nel 1964; • cartografie ufficiali (IGM e CTR); • elaborati grafici forniti dai consorzi di bonifica irrigui e di miglioramento fondiario rappresentanti i rispettivi ambiti di competenza, tra i quali: ƒ "Carta dei corpi idrici utilizzati a fini irrigui: attingimenti dalla falda mediante pozzi" e "Carta dei corpi idrici utilizzati a fini irrigui: acque superficiali", redatte dall'ing. G. Rossi per il Consorzio di Bonifica fra Mella e Chiese. ƒ "Elaborato grafico allegato alla richiesta di rinnovo della concessione demaniale per la derivazione d'acqua del Fontanile Molone, Vasi Cavallina e Botta - Tav.1 ", redatta dallo Studio Tecnico dotto ing. Antonio Cominelli ƒ nel gennaio 1999; ƒ "Allegato 2 -piano topografico- alla domanda di concessione in sanatoria ed in via preferenziale per la derivazione ad uso irriguo delle acque del Vaso Garza di Bagnolo Mella (R.d. 11.12.1933, n.1775 - O.P.R. 18.02.1999, n.238), redatta dall'ing. G. Rossi nel dicembre 2000; • "Indagine sommaria preliminare sulla situazione dei corsi d'acqua superficiali soggetti ad esondazione -Allagamenti di via Solferino" redatto dallo scrivente Studio nel dicembre 1993; • "Rilievo delle interferenze dei vasi irrigui con la fognatura comunale sul territorio urbanizzato di Bagnolo Mella" redatto dallo scrivente Studio nel febbraio 1999; • "Sistemazione manufatto via Stella" redatto dallo scrivente Studio nel febbraio 2000;

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• "Rilievo propedeutico allo studio per il piano generale della zona est della fognatura comunale" redatto dallo scrivente Studio nel settembre 2001; • "Studio per il piano generale della zona est della fognatura" redatto dallo scrivente Studio nel settembre 2001; • "Alleggerimento vaso Cucca - esecutivo" redatto dallo scrivente Studio nel luglio 2003; • "Studio per il piano generale zona ovest" redatto dallo scrivente Studio nel luglio 2003;

4.4 AREE DI SALVAGUARDIA DELLE CAPTAZIONI AD USO IDROPOTABILE Le aree di salvaguardia dalle captazioni di acque sotterranee destinate al consumo umano sono regolate dal D.P.R. n° 236 del 24 maggio 1988, recepito dalla Regione Lombardia nella deliberazione di Giunta Regionale n° 6/15137 dell’1 agosto 1996 e richiamato dalle disposizioni contenute nel D.LGS. 152/99 e successive modifiche e integrazioni (D.LGS. 258/00). Ai sensi di tali norme, al contorno di ciascun pozzo dell’acquedotto pubblico (in comune di Bagnolo Mella ne esistono quattro), va definita una fascia di tutela assoluta, con un’estensione di raggio non inferiore a 10 m, da adibire elusivamente alle opere di captazione, e una zona di rispetto di raggio non inferiore a 200 (applicando il criterio geometrico), nella quale valgono le prescrizioni contenute al comma 5 art. 5 del D.LGS. 258/00. L’individuazione della zona di protezione (riferita all’area di ricarica delle falde utilizzate dalla captazione) e la relativa disciplina, vengono, invece, studiate in un quadro unitario di sistemi idrogeologici a scala regionale e di bacino. Dal momento che non sono stati effettuati studi volti alla definizione delle fasce di rispetto si considera per i quattro pozzi idropotabili (Lizzere, Montegrappa, Monari, Pedrocca) un’area di rispetto di 200 metri ciascuno.

4.5 VINCOLO ARCHEOLOGICO Nel territorio comunale sono stati frequenti i ritrovamenti di reperti, tombe, epigrafi di epoca Romana. In Tavola G. 6 sono riportati i principali ritrovamenti così come indicato nella carta Archeologica della Provincia di Brescia. I punti di ritrovamento non sono collegati ad alcun vincolo poiché generalmente l’oggetto del ritrovamento è stato rimosso e conservato in altra sede. Tuttavia considerato che la Sovrintendenza archeologica stima esservi mediamente tre insediamenti Romani per Kmq solo nella pianura (PTCP, Quaderno 2), si consiglia particolare attenzione durante gli scavi di qualsivoglia natura.

4.6 FASCIA DI RISPETTO CIMITERIALE L’attuale fascia di rispetto cimiteriale è stata approvata con provvedimento deliberativo n. 361 del 09.12.1981 del Comitato di Gestione dell’Associazione dei Comuni Servizi di Zona – Ambito territoriale n. 43 in seguito alla richiesta presentata dal comune di Bagnolo Mella con la deliberazione della Giunta Municipale n. 307 del 10.11.1981. Fermi restando i limiti della predetta delimitazione in rapporto alle parti circostanti il cimitero e già edificate, nei nuovi lati influenzate dai futuri ampliamenti vengono indicati i limiti stabiliti dall’art. 8 del Regolamento Regionale n. 6 del 09.11.2004, stabiliti in mt. 200.

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4.7 FASCIA DI RISPETTO ELETTRODOTTI, GASDOTTI ELETTRODOTTI Per quanto riguarda la fascia di rispetto degli elettrodotti dell’alta tensione, non esistendo una normativa univoca per il calcolo di tali fasce che risultano il frutto di calcoli sostanzialmente puntuali e legati da un lato alle caratteristiche strutturali e dall’altra al regime dell’elettrodotto, si è deciso prudenzialmente di tenere una zona di rispetto di 20 m per lato a partire dall’asse del gruppo di conduttori. Tale fascia potrebbe essere suscettibile di variazione in base all’applicazione del D.P.C.M. 08/07/2003. GASDOTTI Per quanti riguarda le reti del gas l’unico tracciato che riveste un’importanza significativa tale da imporre una fascia di rispetto è il metanodotto Zimella – Cervignano D’Adda costituito da 170 Km di metanodotto di diametro 1.400 mm che attraversa il territorio del Comune di Bagnolo Mella sul versante sud in direzione est - ovest. La fascia di rispetto che determina limiti all’edificabilità è di mt. 20,00 dalla mezzeria della tubazione.

4.8 FASCE DI RISPETTO STRADALE Le fasce di rispetto stradali sono definite ai sensi del D.Lgs 285/1992 e s.m.i. e dal DPR 495/1992 e s.m.i.. Le fasce di rispetto stradale così come individuate nella tavola dei vincoli (A 07 scala 1:10.000) sono funzionali alla protezione del traffico, alla realizzazione di nuove strade, all’ampliamento delle strade esistenti, alla realizzazione dei relativi servizi, alla realizzazione di percorsi pedonali e piste ciclabili e ciclopedonali nonchè alla protezione della sede stradale nei riguardi dell’edificazione e viceversa.

4.9 FASCIA DI RISPETTO DEPURATORE Ai sensi della deliberazione 4 febbraio 1977 del Comitato dei Ministri per la Tutela delle acque dall’inquinamento nella tavola dei vincoli (A 07 scala 1:10.000) è individuata la fascia di rispetto di metri 100. Nella fascia di rispetto non è consentito realizzare alcuna costruzione fatto salvo quelle funzionali all’impianto di depurazione.

4.10 VINCOLO VOLO AEROPORTO MILITARE DI GHEDI Ai sensi della legge n. 58 del 04.02.1963 nella zona di terreno individuata nella tavola dei vincoli (A 07 scala 1:10.000) nessuna costruzione e comunque nessuna opera potrà superare la quota s.l.m. di metri 98,00, corrispondente al livello medio dell’aeroporto di Ghedi aumentata di metri 45.

4.11 FASCE DI RISPETTO DEGLI ALLEVAMENTI Nella tavola dei vincoli A 07 in scala 1:10.000 sono indicati con colorazione a linea tratteggiata i limiti di metri 300 e di metri 800 dal perimetro urbanizzato e da urbanizzare degli Ambiti di trasformazione. Queste fasce sono individuate ai fini del rispetto dell’abitato e delle zone di espansione dagli allevamenti zootecnici.

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5 INDICAZIONE DEGLI ATTI DI PROGRAMMAZIONE EMANATI DA ENTI SOVRACOMUNALI

5.1 IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE P.T.R.

5.1.1 Premessa La Regione Lombardia ha pubblicato sul Bollettino Ufficiale n. 32 edizione speciale del 6 agosto 2001, il Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) vero e proprio Piano del Paesaggio Lombardo. Tale piano è stato aggiornato ed integrato con D.G.R. n. 8/6447 del 16 gennaio 2008. Tale piano è stato ripreso nel P.T.R. (Piano Territoriale Regionale approvato dal Consiglio Regionale il 19/12/2009. La Regione con tale strumento persegue la tutela, la valorizzazione e il miglioramento del paesaggio e pertanto le azioni e le prescrizioni volte alla tutela del paesaggio delineano un quadro di interessi prioritari e strategici della Regione. Per paesaggio, si intende, come definito della Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze 20 ottobre 2000) “una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani dalle loro interrelazioni”. La Regione, la Provincia ed il Comune nell’ambito delle rispettive responsabilità e competenze, secondo il principio di “sussidiarietà” perseguono le seguenti finalità: a. la conservazione dei caratteri che definiscono l’identità e la leggibilità del paesaggio, attraverso il controllo dei processi di trasformazione, finalizzato alla tutela delle preesistenze significative e dei relativi contesti; b. il miglioramento della qualità paesaggistica e architettonica degli interventi di trasformazione del territorio; c. la diffusione della consapevolezza dei valori paesistici e la loro fruizione da parte d. dei cittadini.

5.1.2 Inquadramento paesistico a livello regionale (P.T.R.) con valenza paesaggistica

Il P.T.R. individua e salvaguarda prioritariamente gli “Ambiti di elevata naturalità” che nella Provincia di Brescia sono collocati nelle zone montane della Valle Camonica, Alta Valtrompia e Val Sabbia e Alto Garda. Ai fini della tutela paesistica si definiscono di elevata naturalità quei vasti ambiti nei quali la pressione antropica, intesa come insediamento stabile, prelievo di risorse o semplice presenza di edificazione, è storicamente limitata. Il P.T.R. individua nel “Quadro di riferimento degli indirizzi di tutela e di operatività immediata” (tavola D) gli ambiti di criticità. Si tratta di ambiti territoriali, di varia estensione, che presentano particolari condizioni di complessità per le specifiche condizioni geografiche e/o amministrative o per la

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compresenza di differenti regimi di tutela o, infine, per la particolare tendenza trasformativa non adeguata allo specifico assetto paesistico. Il P.T.R. introduce una specifica parte IV al Piano, di indirizzi e criteri per la riqualificazione paesaggistica ed il coordinamento dei potenziali fenomeni di degrado. Il P.T.R. individua inoltre gli ambiti caratterizzati dalla presenza di molteplici aree assoggettate a vincolo ex legge 1497/1939, successivamente ricompresa nel Titolo II del D.Lgs. 490/1999, attualmente nel D. Lgs 22/01/2004 n. 42: Codice dei beni culturali e del paesaggio, per le quali si rende necessaria una verifica di coerenza all’interno dei P.T.C. (Piani territoriali di coordinamento) provinciali, anche avvalendosi della revisione dei vincoli in attuazione dei disposti della l.r. 57/1985.

Gli ambiti principali in provincia di Brescia sono: • Morene del Garda e Fiume Chiese, • Colline di Franciacorta fra i Comuni interessati vi sono e Cologne con ilMonte Orfano vincolato con D.M. 20/11/1963 e il comune di per la parte collinare vincolato con D.M. 4/6/1963. Il P.T.R. individua e tutela tutti i centri e nuclei storici della Regione assumendo per l’identificazione e la perimetrazione la prima levata delle tavole I.G.M. 1/25.000. Rientrano nei compiti e negli obiettivi del P.T.R. il riconoscimento e la tutela della viabilità che presenta i seguenti requisiti: a. rete viaria fondamentale di grande comunicazione; b. tracciati viari storici, che costituiscono la matrice sulla quale si è formato nei secoli il sistema insediativo regionale; c. viabilità di fruizione panoramica e ambientale, attraverso la quale si entra in contatto con i “bei paesaggi” della Lombardia. Per viabilità fondamentale di grande comunicazione si intende l’insieme dei tracciati che collegano tra loro i principali centri urbani lombardi e che adducono ai valichi alpini e alle altre principali “porte” della regione. E’ considerata viabilità storica quella i cui tracciati attuali confermano i tracciati presenti nella prima levata delle tavolette I.G.M. 1/25.000. La permanenza, la continuità e la leggibilità del tracciato antico, anche in presenza di modifiche e varianti, sono considerate di per sé valori meritevoli di tutela; una volta riconosciuti tali tracciati sulla cartografia, si avrà cura non soltanto di evitare interventi che materialmente li cancellino e interrompano, ma anche di conservare e mantenere leggibili, per quanto possibile, i segni storicamente legati alla loro presenza. E’ considerata viabilità di fruizione panoramica e ambientale quella che domina ampie prospettive e quella che attraversa, per tratti di significativa lunghezza, zone agricole e boschive, parchi e riserve naturali, o comunque territori ampiamente dotati di verde, o che costeggia corsi d’acqua e laghi o che collega mete di interesse turistico anche minore; rientrano in questa categoria i percorsi e gli itinerari fruibili con mezzi di trasporto ecologicamente compatibili; sentieri escursionistici, pedonali ed ippici, di media e lunga percorrenza, piste ciclabili ricavate sui sedimi stradali o ferroviari dismessi o lungo gli argini e le alzaie di corsi d’acqua naturali e artificiali. Il P.T.R. assume l’obiettivo di mantenere il carattere di strade panoramiche e di “percorsi verdi”, conseguibile attraverso la definizione di fasce di rispetto di adeguata

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ampiezza, inedificabili o edificabili secondo opportuni criteri e limitazioni, in relazione allo stato di fatto e al giusto contemperamento delle esigenze di tutela e di funzionalità. I Comuni riconoscono la viabilità descritta ed inseriscono nei rispettivi piani urbanistici norme idonee a tutelarne la riconoscibilità e i rapporti con il contesto. I Comuni nella redazione dei nuovi Piani di Governo del Territorio (P.G.T.) e delle loro varianti impostano le scelte di sviluppo urbanistico locale in coerenza con gli obiettivi e gli indirizzi di tutela paesistica contenuti nel Piano del Paesaggio. Il P.T.R. da facoltà ai Comuni nella redazione del P.G.T. con valenza paesistica di predeterminare, sulla base degli studi paesistici compiuti ed in coerenza con “le linee guida per l’esame paesistico dei progetti” D.G.R. n. 7/11049 del 8/11/2002, la classe di sensibilità paesistica delle diversi parti del territorio comunale o di particolari aree di esso. Il P.G.T. indica, per particolari ambiti del territorio comunale, prescrizioni paesistiche di dettaglio che possono incidere anche sugli interventi edilizi. Con l’entrata in vigore del D.Lgs 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” e della L.R. 12/05, si è reso necessario aggiornare e integrare il PTPR che, come anticipato, conteneva già la maggior parte degli elementi specificati nel Codice. L’aggiornamento del P.T.P.R. è stato assunto dal Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) approvato, che con la Legge per il Governo del Territorio ricopre l’importante ruolo di delineare una visione strategica di sviluppo per la Lombardia: esso si qualifica infatti quale strumento di supporto all’attività di governance territoriale della Regione, al fine di rendere coerente la visione strategica della programmazione generale e di settore con il contesto fisico, ambientale, economico e sociale. Ai sensi del D.Lgs 42/04 il PTR assume inoltre valore di Piano paesaggistico; a tal proposito il PTR è costituito infatti da diversi documenti uno dei quali è il “Piano paesaggistico”. Le integrazioni del quadro di riferimento paesistico e degli indirizzi di tutela del tuttora vigente P.T.R sono state approvate anche come P.T.P.R. con D.G.R n. 6447 del 16 gennaio 2008. Esse confermano sostanzialmente le disposizioni generali del P.T.P.R., rafforzandone l’efficacia con misure di indirizzo e prescrittività in funzione delle priorità territoriali messe a sistema dal PTR. del quadro di riferimento paesaggistico; sono inoltre confermate sia la struttura normativa generale sia le letture dei differenti paesaggi regionali per Unità tipologiche di paesaggio. Nel dettaglio, gli aggiornamenti approvati anche dal P.T.R. e immediatamente efficaci riguardano il quadro di riferimento paesistico e in particolare: • aggiornamento e integrazione degli elementi identificativi e dei percorsi di interesse paesaggistico nonché del quadro delle tutele della natura; • osservatorio dei paesaggi lombardi (schede ad alto contenuto iconografico che si configurano quale integrazione delle descrizioni dei paesaggi di Lombardia, già approvate nel 2001, e riferimento per il monitoraggio delle future trasformazioni); • descrizione dei principali fenomeni regionali di degrado e compromissione del paesaggio e situazioni a rischio di degrado. In riferimento a questo ultimo aspetto si cita anche una integrazione degli Indirizzi di tutela con una parte specificamente dedicata alla “Riqualificazione paesaggistica e contenimento dei potenziali fenomeni di degrado”.

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L’aggiornamento normativo proposto nell’ambito del PTR è dunque volto a migliorare l’efficacia della pianificazione paesaggistica e delle azioni locali rispetto a: • salvaguardia e valorizzazione degli ambiti, elementi e sistemi di maggiore connotazione identitaria, delle zone di preservazione ambientale indicate dal PTR (laghi, fiumi, idrografia artificiale, geositi), dei siti UNESCO; • sviluppo di un approccio maggiormente propositivo in riferimento alla valorizzazione dei percorsi di interesse paesistico e degli insediamenti storici e tradizionali, alla ricomposizione dei paesaggi rurali, urbani e rurali tramite la rete verde, alla riqualificazione delle situazioni di degrado e al contenimento dei rischi di compromissione del paesaggio come strategia di governo delle trasformazioni; • inserimento degli interventi nel paesaggio, con particolare attenzione a reti della mobilità e impianti tecnologici.

5.1.3 Inquadramento paesistico a livello regionale (P.T.R. )

Come anticipato nell’inquadramento legislativo, il P.T.R. approvato il 19/12/2009 conferma e avvalora il contenuto del P.T.P.R. in materia paesistica; si fa dunque riferimento a questo documento per l’inquadramento del paesaggio a scala regionale, considerato anche il fatto che esso costituisce strumento di disciplina paesistica attiva del territorio attualmente in vigore. Il suo contenuto si applica all’intero territorio lombardo, ma opera effettivamente la dove e fino a quando non siano vigenti atti a valenza paesistica di maggior dettaglio. Il quadro di riferimento paesistico contribuisce alla programmazione regionale, orientando e verificando sotto il profilo paesistico le politiche di settore (con particolare riguardo a quelle agricole e quelle relative ai lavori pubblici). Il Piano è costituito da un insieme di elaborati ed in particolare nella tavola A classifica il territorio regionale in unità tipologiche di paesaggio corredate da una descrizione e dalla definizione di specifici indirizzi di tutela. Ai sensi di tale classificazione il comune di Bagnolo Mella è completamente interessato dalla Fascia della bassa pianura, e nel dettaglio dall’unità dei Paesaggi della pianura cerealicola.

5.1.4 PTPR – stralcio tavola A della Carta delle unità di paesaggio (fonte Regione Lombardia)

La Fascia della “bassa pianura irrigua” a livello regionale si estende, con caratteristiche diverse, dalla Sesia al Mincio. Tale paesaggio trova le sue origini nella bonifica secolare iniziata dagli etruschi, tramandata ai romani e conseguentemente continuata nell’alto medioevo. Questo ambito è sempre stato caratterizzato da una produzione agricola adaltissimo reddito e reca le tracce delle successive tecniche colturali e di appoderamento. La pianura irrigua è costituita da tre grandi tipi di paesaggi configurati dai tipi di coltura: risicola, cerealicola, foraggiera e dal paesaggio delle fasce fluviali. Nello specifico il territorio di Bagnolo Mella si colloca principalmente nella fascia delle colture cerealicole, soprattutto maicole, che presenta i seguenti caratteri definitori:

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• distribuzione dell’uso del suolo nella dominanza dei seminativi cerealicoli, ma con compresenza, per la pratica dell’avvicendamento, anche di altre colture; • forma, dimensione, orientamento dei campi spesso derivante dalle secolari bonifiche e sistemazioni irrigue condotte da istituti e enti religiosi; • caratteristiche tipologiche e gerarchiche nella distribuzione e complessità del reticolo idraulico; • presenza di filari e alberature, ma anche boscaglie residuali che assumono forte elemento di contrasto e differenziazione del contesto; • reticolo viario della maglia poderale e struttura dell’insediamento in genere basato sulla scala dimensionale della cascina isolata, del piccolo nucleo di strada, del centro ordinatore principale; • vari elementi diffusivi di significato storico e sacrale quali ville, oratori, cascinali fortificati ecc.

Il piano per il paesaggio delle colture cerealicole esprime indirizzi di tutela (come di seguito illustrato):

Indirizzi di tutela I paesaggi della bassa pianura irrigua vanno tutelati rispettandone la straordinaria tessitura storica e la condizione agricola altamente produttiva. Questa condizione presuppone una libertà di adattamento colturale ai cicli evolutivi propri dell’economia agricola. Ciò va tenuto presente, ma nel contempo va assicurato il rispetto per l’originalità del paesaggio nel quale si identifica tanta parte dell’immagine regionale, della tradizionale prosperità padana. I gravi fenomeni di inquinamento della falda impongono innanzitutto una salvaguardia ecologica della pianura rispetto a moderne tecniche di coltivazione (uso di pesticidi e concimi chimici) che possono fortemente indebolire i suoli e danneggiare irreversibilmente la falda freatica. L’uso di fertilizzanti chimici e diserbanti va controllato e ridotto. Come pure vanno controllati e limitati gli allevamenti fortemente inquinanti che hanno, specie nella pianura orientale, una notevole diffusione. La modernizzazione dell’agricoltura ha fortemente penalizzato il paesaggio agrario tradizionale. L’impressione più netta e desolante è la scomparsa delle differenze, delle diversità nel paesaggio padano, tutto si amalgama, si uniforma essendo venute a cadere le fitte alberature che un tempo ripartivano i campi e, essendo ormai votate alla monocoltura ampie superfici agricole, essendo scomparsa o fortemente ridotta la trama delle acque e dei canali. A questa situazione non concorre però soltanto una diversa gestione dell’attività agricola ma anche l’impropria diffusione di modelli insediativi tipicamente urbani nelle campagne, la necessità di infrastrutture ed equipaggiamenti tecnologici, i processi di allontanamento dei presidi umani dalle campagne verso le città. Gli indirizzi normativi possibili, al fine di invertire queste tendenze, sono di diversa natura. Attraverso una più accurata gestione della pianificazione urbanistica, bisogna evitare i processi di deruralizzazione o sottoutilizzazione provocati da attese in merito a previsioni insediative ma anche prevedere localizzazioni e dimensionamenti delle espansioni urbane che evitino lo spreco di territori che per loro natura sono preziosi per l’agricoltura. Si sottolinea poi l’assoluta urgenza di una tutela integrale e di un recupero del sistema irriguo della bassa pianura, soprattutto nella fascia delle risorgive, e nelle manifestazioni

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colturali collegate a questo sistema (marcite, prati marcitori, prati irrigui). Promuovere la formazione di parchi agricoli adeguatamente finanziati dove la tutela delle forme produttive tradizionali sia predominante svolgendo un ruolo di testimonianza colturale e di difesa dall’urbanizzazione (si pensi, ad esempio, al vasto comprensorio agricolo della Bassa Milanese). Sviluppare nuove linee di progettazione del paesaggio agrario orientando scelte e metodi di coltivazione biologici. Incentivare la forestazione dei terreni agricoli dismessi (set-aside) o comunque la restituzione ad uno stato di naturalità delle zone marginali anche tramite programmi di salvaguardia idrogeologica (consolidamento delle fasce fluviali). Incentivare il recupero della dimora rurale nelle sue forme e nelle sue varianti locali; nel contempo sperimentare nuove tipologie costruttive per gli impianti al servizio dell’agricoltura (serre, silos, stalle, allevamenti, ecc.) di modo che rispondano a criteri di buon inserimento nell’ambiente e nel paesaggio. Ricostituire stazioni di sosta e percorsi ecologici per la fauna di pianura e l’avifauna stanziale e di passo. La cultura contadina Il ricchissimo patrimonio delle testimonianze e delle esperienze del mondo contandino va salvaguardato e valorizzato con misure che non contemplino solo la “museificazione”, ma anche la loro attiva riproposizione nel tempo. Si collegano a ciò le tecniche di coltivazione biologica, la ricomposizione di ampi brani del paesaggio agrario tradizionale, la riconversione ecologica di terreni eccessivamente sfruttati e impoveriti.

5.1.5 PTPR – Stralcio tavola D “Quadro di riferimento degli indirizzi di tutela e operatività immediata” (fonte Regione Lombardia) Revisione della Tavola D del P.T.R.

Il 16 gennaio 2008 la Giunta Regionale ha approvato la proposta di Piano Territoriale Regionale (DGR n. 6447 del 16.01.08), che il Consiglio Regionale ha approvato. Il P.T.R. è l’esito di un’intensa attività di confronto interna alla Regione e con il territorio, attraverso momenti istituzionali, di partecipazione e informazione, tra cui in particolare gli Incontri sul Territorio con Enti locali e altri soggetti che hanno responsabilità di governo per il territorio. L’approvazione della Giunta Regionale rappresenta anche un importante momento della Valutazione Ambientale che ha accompagnato la predisposizione degli elaborati ed è finalizzata a garantire la sostenibilità delle scelte del Piano. In particolare con la DGR n. 6447 del 16.01.08 acquistano immediata efficacia alcuni contenuti che costituiscono un aggiornamento del Piano Territoriale Paesistico Regionale (vigente dal 2001), che è stato assunto e aggiornato dal P.T.R. adottato nel luglio 2009 dal Consiglio Regionale ed approvato il 19/12/2009. Il Piano paesaggistico regionale comprende la nuova Normativa che si propone a revisione e sostituzione delle Norme di attuazione del PTPR vigente. La revisione normativa ha seguito due fondamentali linee di azione: • l’aggiornamento di carattere giuridico a fronte del nuovo quadro legislativo e normativo vigente; • l’introduzione dei nuovi temi di specifica attenzione paesaggistica alla luce dei compiti indicati dalla l.r. 12/2005, dei contenuti richiesti dal D. Lgs. 42/2004 e

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delle priorità di preservazione ambientale e degli obiettivi del Piano territoriale regionale. L’aggiornamento normativo è correlato alla revisione della tavola D del P.T.R vigente, ora denominata “Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale” e corredata dalle tavole D 1a, 1b, 1c e 1d, relative, per i diversi ambiti regionali, al “Quadro di riferimento delle tutele dei laghi insubrici”. Dall’esame della tavola D aggiornata si osserva che, per quanto concerne l’area interessata dal Comune di Bagnolo Mella non sono state apportate modifiche.

5.2 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.)

5.2.1 Inquadramento paesistico

Il P.T.C.P. trova le sue origini nel 1991, a seguito dell’entrata in vigore della legge n.142/90 che attribuiva alla Provincia il compito di formare tale strumento urbanistico. La versione originaria del PTCP, le cui fasi di analisi-studio e redazione si sono prolungate fino al 1998, non è arrivata alla adozione perché il quadro legislativo e programmatico europeo, nazionale e regionale, nel frattempo, è profondamente mutato. Successivamente adeguato a tali cambiamenti, il piano è stato sottoposto all’iter di approvazione che ha trovato definitivamente compimento nel 2003 con l’adozione formale degli elaborati che lo costituiscono, ai sensi dell’ art. 3, comma 31, della L.R. 1/2000, da parte del Consiglio Provinciale, con Deliberazione n. 41 del 3 novembre 2003. Il piano è stato approvato definitivamente, ai sensi dell’ art. 3, commi 34 e 35 della L.R. n. 1/2000,con D.C.P. n. 21 del 22 aprile 2004 (pubblicata sul BURL n. 52 del 22 dicembre 2004 Serie Editoriale Inserzioni). Il Consiglio provinciale ha adottato nel 2009 una variante al P.T.C.P. per adeguamento alla legge 12/2005 individuando anche le zone agricole strategiche. Si tratta quindi di uno strumento recente che, alla stesura dello studio in oggetto, si dimostra attuale e, anche grazie all’autorità delle fonti, può essere interpretato in modo attendibile per rappresentare lo stato dei fatti contemporaneo. Il PTCP si struttura rispetto a quattro sistemi territoriali di analisi e di valutazione per l’orientamento delle scelte e delle decisioni: • il sistema ambientale; • il sistema del paesaggio e dei beni storici; • il sistema della mobilità; • il sistema insediativo. Il PTCP di Brescia, così come approvato, è costituito dai seguenti elaborati: I) Primo Quaderno Documento Preliminare; II) Secondo Quaderno Progetto Preliminare; III) Terzo Quaderno Progetto definitivo costituito da: • -Relazione; • -Norme Tecniche di Attuazione; • -Allegati I, II, III, IV alle N.T.A.;

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-Tavole del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale: • Tav. 1: Struttura e mobilità - 1:50.000; • Tav. 2: Paesaggio - 1:25.000 ; • Tav. 3: Ambiente e rischi, Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici - 1:50.000. I tematismi paesistici indagati dal PTCP presentano un grado di dettaglio a scala provinciale, pertanto, vengono in genere approfonditi e mappati con più precisione nell’ambito degli strumenti di pianificazione urbanistica. Per un inquadramento paesistico del territorio comunale di Bagnolo Mella a livello intercomunale, si può far riferimento ad un estratto della cartografia del PTCP relativo a Bagnolo Mella ed ai Comuni limitrofi.

5.2.2 Inquadramento paesistico a livello provinciale (P.T.C.P.) e la nuova proposta di variante

Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia (P.T.C.P.) adottato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 41 del 03/11/2003 ed approvato dal Consiglio Provinciale con delibera n. 21 del 22 aprile 2004 e pubblicato sul B.U.R. n. 52 del 22 dicembre 2004, è stato oggetto nel marzo 2009 di una variante adottata dal Consiglio Provinciale per adeguarlo alla L.R. n. 12/2004. All’art. 90 delle nuove NTA “Gli oggetti paesistici” definisce che: “Sono le componenti in cui si articola il territorio provinciale identificate in relazione ai caratteri del paesaggio fisico e naturale, del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale, del paesaggio storico-culturale, del paesaggio urbano, della rilevanza paesaggistica, della criticità e del degrado”. Per ognuna di esse il P.T.C.P. detta all’Allegato I indirizzi di tutela volti a preservare i valori paesaggistici presenti e a governarne le trasformazioni in un’ottica di sostenibilità. L’Allegato I è così articolato: componenti del: I. paesaggio fisico e naturale II. paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale III. paesaggio storico culturale IV. paesaggio urbano V. criticità e degrado VI. rilevanza paesistica, componenti identificative, percettive e valorizzative del paesaggio. Per ciascuna componente vengono descritti: 1. i caratteri identificativi (descrizione e/o sottoclassificazione) 2. gli elementi di criticità 3. gli indirizzi di tutela.

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Il Comune verifica, aggiorna e specifica le componenti del paesaggio e i relativi indirizzidi tutela in coerenza con l’art. 84 e l’allegato I. L’identificazione delle componenti, e in particolare l’attribuzione di valenza provinciale, è rilevante ai sensi della definizione della sensibilità paesaggistica nel P.G.T. secondo le indicazioni dell’allegato I. Si riconoscono di rilevanza paesistica provinciale le seguenti componenti identificative,percettive e valorizzative del paesaggio: 1. Ambiti connotati dalla presenza di fattori fisico-ambientali e/o storico culturali che ne determinano la qualità nell’insieme. Tali ambiti svolgono un ruolo essenziale per la riconoscibilità del sistema dei beni storico-culturali e delle permanenze insediative, nonché per la salvaguardia di quadri paesistici di elevata significatività 2. Contesti di rilevanza storico-testimoniale (ambiti della riconoscibilità di luoghi storici) 3. Luoghi caratterizzati da beni storici puntuali (landmarks) 4. Punti panoramici 5. Visuali panoramiche 6. Sentieri (in coerenza con il piano sentieristico provinciale e con le realizzazioni e/o progetti di piste ciclo-pedonali in corso) 7. Itinerari di fruizione paesistica 8. Aree protette istituite (parchi, riserve, monumenti naturali, P.L.I.S. istituiti) 9. Aree protette di progetto, finalizzate all’estensione e connessione del sistema ambientale e paesistico provinciale. Il Comune verifica, aggiorna e specifica, gli ambiti e gli elementi di rilevanza paesaggistica e detta le disposizioni per la loro tutela e valorizzazione in coerenza a quanto disciplinato all’art. 84 e all’allegato I. Tali indicazioni dovranno garantire la coerenza morfologica e tipologica degli interventi previsti rispetto alle preesistenze fisico-ambientali e storico-culturali verificate in un ampio e significativo contesto.

5.3 IL PIANO PAESISTICO PROVINCIALE

Indicazioni per il territorio di Bagnolo Mella e per i comuni contermini. • Il P.T.C.P. con la tavola paesistica non individua nel territorio di Bagnolo Mella alcuna componente del Paesaggio fisico e naturale. • Le componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale. • Il territorio comunale non urbanizzato è in gran parte interessato da: ƒ seminativi e prati in rotazione. Questi costituiscono l’elemento di connotazione principale del paesaggio con la trama delle strade interpoderali e del sistema dei canali di irrigazione e possono anche in futuro determina degli elementi di criticità. Infatti vi è il rischio di perdita della preminente e caratterizzante attività produttiva agricola oppure di una eccessiva concentrazione di allevamenti che possono produrre fenomeni di inquinamento ambientale anche in presenza delle reti irrigue oltre che alterare lo storico rapporto fra manufatti e campagna. ƒ aree agricole di valenza paesistica. Tali zone da salvaguardare sono ubicate in prossimità del sistema viario storico e del sistema irriguo rurale,

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costituendo una rete di fruizione paesistico percettiva del paesaggio agrario. Elementi di criticità sono costituiti dalla interruzione della continuità degli elementi di fascia “lineare”. ƒ una ampia fascia di area agricola di valenza paesistica è collocata a nord dell’abitato. ƒ altre fasce di area agricola di valenza paesistica sono individuate lungo i corsi d’acqua e lungo la viabilità storica. Questi elementi prodotti dall’uomo nei secoli passati per rendere fertili le campagne rappresentano anche a Bagnolo Mella una importante testimonianza storica dei processi insediativi e dell’antropizzazione. Elementi di criticità sono dovuti alla perdita o riduzione della vegetazione ripariale, modificazione delle sponde e nuova edificazione nell’immediato contesto o fenomeni di inquinamento da reflui agricoli, civili o industriali. ƒ fontanili. A Bagnolo Mella sono stati individuati alcuni fontanile che sono identificati cartograficamente nelle tavole di analisi del piano Paesistico Comunale. ƒ cascine di antica formazione. Questi immobili costituiscono l’architettura storica presente nel territorio che è caratterizzata nella zona per la tipologia a corte e per le caratteristiche costruttive ed i materiali utilizzati. Per queste è stata fatta un’analisi puntuale con relativa schedatura. • Elementi di criticità sono dovuti all’intrusione di elementi tipologici e costruttivi estranei al contesto con modificazioni di tipi di materiali e delle coperture. • Le componenti del paesaggio storico culturale sono caratterizzati dalla rete storica principale e secondaria che costituisce la struttura relazionale dei beni storici culturali intesi non solo come elementi episodici, ma come sistema che intelaia le permanenze insediative storiche. • Alcuni tracciati coincidono con percorsi di valore panoramico e determinano punti di vista privilegiati nel contesto naturale. • La rete stradale storica principale e secondaria viene cartografata nella tavola di analisi del P.P.C. • Vengono individuati cartograficamente e in un apposito elenco nell’allegato n. 2 del P.T.C.P. in quanto per caratteristiche tipologiche, architettoniche, costruttive e collocazione storica contribuiscono in modo determinante alla definizione del paesaggio. • La tutela e la valorizzazione di tale patrimonio documentale e la sua eventuale estensione, costituiscono uno dei mandati che il P.T.C.P. assegna al Piano Paesistico Comunale. • A Bagnolo Mella esistono: architetture religiose (Chiese), architetture residenziali (palazzi e ville), architetture pubbliche e monumenti civili ecc. • Elementi di criticità sono l’eccessiva conurbazione e la saldatura lungo la rete dei nuclei originari con la conseguente perdita del rapporto anche percettivo con la campagna. • Sono la cancellazione dei caratteri originari dei centri storici a causa di interventi urbanistico-edilizi distruttivi, di sostituzione acritica o di trasformazioni del tessuto edilizio storico e dei suoi caratteri morfologici ed architettonici peculiari. • Inserimento di edifici non coerenti con il sistema insediativo.

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• Ampliamenti per addizione dei nuclei storici, in particolare modo quelli che ancora conservano un rapporto diretto con il paesaggio agrario, strutture che introducono elementi di forte conflitto dimensionale e di proporzione con la percezione dell’esistente. • Perdita di leggibilità per occultamento, interferenza percettiva, accostamento e sovrapposizione di elementi impropri per tipologia, caratteristiche architettoniche e materiche. • Le componenti del paesaggio urbano sono date dalle aree edificate con destinazione residenziale o produttiva e le aree impegnate per diverse destinazioni dai P.R.G. vigenti. • Completano le componenti del paesaggio urbano la viabilità non storica esistente e la viabilità di progetto. • Le componenti del paesaggio urbano a Bagnolo Mella sono costituite dal centro storico, dalle zone urbanizzate di tipo residenziale e produttivo, dalla viabilità esistente e quella di progetto.

Centri e nuclei storici. Il P.T.C.P. individua il nucleo storico sulla base della perimetrazione e della consistenza all’epoca della prima levata della carta I.G.M. La tutela, la valorizzazione ed il miglioramento delle condizioni di fruibilità di tale patrimonio storico ed urbanistico costituiscono uno dei mandati che il P.T.C.P. assegna nei P.R.G. Rivestono carattere identificativo fondamentale non solo gli edifici o i manufatti del centro storico in sé, ma la struttura morfologico-insediativa ed il rapporto che storicamente si è determinato con il territorio di contesto, con le infrastrutture ed in genere con le altre componenti paesistiche. Nella percezione da lontano prevalgono le emergenze monumentali e l’omogeneità del costruito pur nella varietà delle diverse componenti.

Componenti di criticità e degrado del paesaggio. Sono le aree interessate da attività estrattive anche dismesse o da discariche ed altri ambiti degradati soggetti ad usi diversi che costituiscono elementi di forte anomalia nella percezione paesistica in quanto interrompono la continuità della pianura coltivata.

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6 PIANIFICAZIONE LOCALE INTERCOMUNALE

Il Comune di Bagnolo Mella è formato da un unico centro abitato circondato da una zona omogenea a vocazione agricola. Attorno all’abitato si snoda la zona agricola ben oltre i confini amministrativi del Comune. Infatti il territorio presenta caratteristiche omogenee anche per la restante dei comuni confinanti. Ciò nonostante si presentano due eccezioni rappresentate: a nord dall’area a ridosso della strada provinciale SS 45 bis a confine col territorio del Comune di Poncarale e a nord est a confine col territorio del Comune di Montirone. La parte agricola del territorio comunale a ridosso della strada provinciale SS 45 bis confina con una porzione di territorio che il Comune di Poncarale nel corso degli ultimi anni ha destinato ad insediamenti produttivi, consolidandola ulteriormente con le previsioni del nuovo PGT. La porzione di territorio agricolo posto a nord est si incunea per un fronte di circa 400 mt a est e per circa 300 mt a nord con una zona residenziale del Comune di Montirone. Queste due situazioni, pur rappresentando un’anomalia rispetto alla restante parte del territorio, non determinano per il Comune di Bagnolo situazioni di squilibrio urbanistico. Si ritiene comunque doveroso porre delle limitazioni per futuri insediamenti produttivi agricoli per l’area a ridosso della parte residenziale del Comune di Montirone.

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7 PIANIFICAZIONE LOCALE E SUA ATTUAZIONE

Il Comune di Bagnolo Mella è dotato di PRG vigente approvato con DGR n.38561 del 25.09.1998, variante approvata con DGR n.41820 del 05.03.1999 e variante approvata con DGR n.8934 del 24.04.2002. Nella tavola A 08 - Stato di attuazione del PRG vigente: residenza e produttivo sono riportati gli interventi urbanistici realizzati per l’attuazione del citato PRG, che risulta praticamente esaurito, rimanendo da attuare un solo comparto di espansione residenziale. Sintesi dell’attuazione del PRG:

• Zone A/B è stato dato corso ad importanti e risolutivi interventi di recupero del centro storico, che hanno riguardato i complessi edilizi che meglio si prestavano alla loro trasformazione. Le zone di completamento non presentano più lotti liberi. Gli interventi di recupero/riconversione effettuati sono i seguenti:

SUPERFICIE VOLUMI DENOMINAZIONE TERRITORIALE RESIDENZIALE COMMERCIALE P.R. "VIA ROMA" RISTRUTTURAZIONE 4.901,60 mq 13.958,31 mc 0,00 mc "EX FACENTI" P.R. 15.024,00 mq 18.981,00 mc 10.701,33 mc "EX CONSORZIO" P.R. / 3.585,00 mc 10.755,00 mc "EX MATEROSSI" P.R. "SALVALAI" / 23.122,18 mc 0,00 mc RICONVERSIONI TOTALE 19.925,60 mq 59.646,49 mc 21.456,33 mc

• Zone C sono state attuate tutte le espansioni previste con eccezione del PdA “Della Torre” in fase di convenzionamento. Con riferimento numerico alla Tav. A 08 - Stato di attuazione del PRG vigente: residenza e produttivo, le lottizzazioni attuate sono le seguenti

SUPERFICIE DENOMINAZIONE VOLUMI TERRITORIALE 1 7.770,00 mq 4.200,00 mc 2 23.300,00 mq 17.568,00 mc 3 15.852,00 mq 17.400,00 mc 4 7.810,00 mq 4.200,00 mc 5 11.730,00 mq 13.000,00 mc 6 40.323,00 mq 26.700,00 mc 7 4.192,77 mq 2.300,00 mc 8 52.242,00 mq 48.327,00 mc

RESIDENZIALI RESIDENZIALI 9 12.217,00 mq 10.000,00 mc 10 53.310,00 mq 65.743,00 mc 11 23.691,98 mq 20.450,00 mc 12 8.801,00 mq 7.602,56 mc

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ANALISI RELAZIONE

TOTALE 261.239,75 mq 237.490,56 mc

• Zone D Sono state esaurite tutte le espansioni produttive, che di seguito si elencano , con riferimento numerico alla Tav. A 08 - Stato di attuazione del PRG vigente: residenza e produttivo, le lottizzazioni attuate sono le seguenti

A 10.751,00 mq B 146.960,00 mq C 63.648,10 mq D 12.431,00 mq E 10.055,00 mq F 27.206,00 mq PRODUTTIVI TOTALE 271.051,10 mq

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