DI

REGIONE PROVINCIA DI

Piano Regolatore Esecutivo

P.R.E. 2016

STUDIO AMMINISTRAZIONEDI FATTIBILITÀ COMUNALE GEOMO DI GUARDIAGRELERFOLOGICA E

AGGIORNAMENTOPIAZZA SAN FRANCESCO DELLA N.12 -RELAZIONE 66016 GEOLOGICA (CH)

ALLEGATA AL PRE, RIGUARDANTE LA

CARATTERIZZAZIONE GEOMORFOLOGICA DELLE

SCARPATE, PER LA VARIANTE GENERICA DEL PRE.

Committente: Amministrazione Comunale di Rapino (CH). IL GEOLOGO Determina dirigenziale AREA TECNICA n.° 45 del 14/03/2018. (Dott. Antonio Carabella Ph.D)

______DATA: 11 APRILE 2018

N. facciate compresi allegati 58

IL PRESENTE ELABORATO E' TUTELATO A NORMA DI LEGGE E NON PUO' ESSERE TRASFERITO A TERZI SENZA APPOSITA AUTORIZZAZIONE1 Dott. Geol. DAAntonio PARTE Carabella DEL PROGETTISTA PhD - Studio – RISERVATO di geologia eOGNI indagini UTILIZZO sismiche E DIFFUSIONE - Via Don Minzoni, – VIETATA 51 LA 66016 RIPRODUZIONE Guardiagrele NON (CH) AUTORIZZATA 3384795133

INDICE 1 INTRODUZIONE ...... 3 1.1 CENNI CRONOLOGICI E METODOLOGIA DI LAVORO ...... 3 2 ASSETTO GEOLOGICO – STRUTTURALE ...... 5 3 SISMICITÀ ...... 9 3.1 PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE ...... 12 4 UNITÀ STRATIGRAFICHE ...... 14 4.1 SUCCESSIONE MARINA DEL CRETACICO SUPERIORE - MESSINIANO P.P.... 14 4.1.a - formazione di Bolognano (BOL) ...... 14 4.2 SUCCESSIONE MARINA DEL PLIOCENE SUPERIORE – PLEISTOCENE ...... 16 4.2.a - formazione di Mutignano (FMT) ...... 16 4.3 DEPOSITI CONTINENTALI QUATERNARI ...... 19 4.3.a - Subsintema di Villa Oliveti (AVM1b) ...... 19 4.3.b – Subsintema di Chieti Scalo (AVM4) ...... 21 4.3.c - Depositi olocenici (olo) ...... 23 5 ASSETTO GEOMORFOLOGICO ...... 24 5.1 METODOLOGIE DI STUDIO ...... 26 5.2 FATTIBILITÀ GEOMORFOLOGICA DELL‟AREA IN STUDIO ...... 29 5.2.a Forme e processi legati all‟attività delle acque superficiali ...... 29 5.2.b Processi, forme e depositi legati alla gravità...... 51 6 ZONAZIONE E FATTIBILITÀ GEOMORFOLOGICA ...... 59 6.1 CARTA DELL‟ACCLIVITÀ ...... 61 6.2 CARTA DELLA STABILITÀ – EDIFICABILITÀ ...... 64 BIBLIOGRAFIA ...... 73

2 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 1 INTRODUZIONE

Con Determina Dirigenziale n.° 45 del 14/03/2018 dell‟Area Tecnica; l‟Amministrazione comunale di Rapino ha affidato al Geologo Dott. Antonio Carabella Ph.D l‟incarico per lo studio di fattibilità geomorfologica e aggiornamento della Relazione Geologica allegata al P.R.E., riguardante la caratterizzazione geomorfologica delle scarpate, per la Variante Generica del P.R.E. ('Art. 36, comma 2 lett. a) D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50. Art. 267 d.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207 e s.m.i.) CIG: ZB322B4781. Lo studio di fattibilità geomorfologica e l‟aggiornamento della relazione geologica del P.R.E. si rendono necessari ai sensi del D.P.R. 380/2001 art. 89 e della L.R. 11 Agosto 2011, n.° 28 (Nuove norme per la riduzione del rischio sismico e modalità di vigilanza e controllo su opere e costruzioni in zone sismiche). Visto altresì l‟Ordinanza del P. C. M. n° 3274 del 20.03.2003 pubblicato sul Supplemento ordinario n° 72 alla G.U. n° 105 del 08.05.2003 in cui il Comune di Rapino è inserito in Zona sismica n°1. Lo studio è altresì finalizzato all‟individuazione e alla verifica delle aree di progetto all‟interno delle zone perimetrate dal Piano Stralcio di Bacino per l‟Assetto Idrogeologico “Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi” (P.A.I.) e “Difesa dalle Alluvioni” di cui alla deliberazione 29.01.2008 n° 94/7, alla deliberazione 29.01.2008 n° 94/5, alla deliberazione 29/12/2004 n. 1386, alla deliberazione 29/12/2005 n. 1377 e deliberazione 05/11/2007 n. 1049: delibera del C.R. n° 140/16 del 30/11/99 pubblicato sui B.U.R.A. n° 30 e 31 del 22/09/2000, L.R. 16/09/98 n° 81, L.R. 24/08/2001 n° 43 e L. 18/05/89 n° 183. Circolare Commissario Liquidatore dell‟Autorità dei Bacini di Rilievo regionale dell‟Abruzzo e del Bacino Interregionale del Fiume Sangro n. RA/132630 del 19 maggio 2015. Circolare concernente le procedure per la trasposizione delle scarpate morfologiche (art. 20, comma 1 e Allegato F delle Norme di Attuazione del P.A.I. “Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi”). Chiarimenti circolare Autorità di bacino n. RA/44509 del 11 aprile 2008.

1.1 CENNI CRONOLOGICI E METODOLOGIA DI LAVORO Il lavoro eseguito è stato articolato nelle seguenti fasi: a) Ricerca bibliografica. Contemporaneamente al reperimento dei dati di letteratura sono stati raccolti dati di sottosuolo pregressi consistenti in sondaggi geognostici e prospezioni sismiche a rifrazione. b) Raccolta di tutte le cartografie pregresse. C.T.R.N. Regione Abruzzo scala 1:5.000 – Edizione 2001 – 2007 disponibile sul Geoportale.regione.abruzzo.it/Cartanet e sul portale opendata.regione.abruzzo.it. 3 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Servizio Geologico d‟Italia (1970) - Foglio 147 “” della Carta Geologica d‟Italia alla scala 1:100.000 rilevato da V. Catenacci, E. Davico & F. Casella. Serv. Geol. d„Italia, Roma. Servizio Geologico d‟Italia (2010) - Foglio 361 “Chieti” della Carta Geologica d‟Italia alla scala 1:50.000. Serv. Geol. d„Italia, Roma. Servizio Geologico d„Italia (in stampa) – Note illustrative della Carta Geologica d„Italia alla scala 1:50.000 del Foglio 361 Chieti. Relazione geologica del P.R.E. del Comune di Rapino redatta dal Dott. Geol. L. Marinelli, 6.1998. Studio di Microzonazione Sismica di Livello 1 del territorio del Comune di Rapino redatto dal Dott. Geol. Giovanni Barone. Per la caratterizzazione geomorfologica delle scarpate si è fatto riferimento alla cartografia del Piano Stralcio di Bacino per l‟Assetto Idrogeologico “Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi” (P.A.I.). In particolare, sono stati consultati e rielaborati i Fogli 361E e 370E della Carta delle Acclività in scala 1:25.000 (All. 4), della Carta Geomorfologica in scala 1:25.000 (All.7), della Carta della Pericolosità da Frana in scala 1:25.000 (All.11) e della Carta del Rischio da Frana in scala 1:25.000 (All.12). c) Georeferenziazione del rilievo LiDAR, commissionato dal Comune di Rapino alla Ditta OBEN S.r.l., nel sistema di coordinate WGS 1984 UTM Zona 33N. d) Rilevamento geologico e geomorfologico delle forme e dei relativi depositi superficiali in scala 1:5.000. e) Rappresentazione dei dati su carta geologica e geomorfologica. f) Restituzione in tabelle Excel dei parametri morfometrici, litologici e geomorfologici delle scarpate pericolose analizzate. g) Elaborazione dei dati, relativi a popolazioni di orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia e orli di scarpata di degradazione e/o di frana, e informatizzazione di tutti i dati raccolti utilizzando ArcView GIS e QGIS. h) Analisi dei dati raccolti e confronto dei risultati ottenuti dallo studio di fattibilità geomorfologica rispetto alle conclusioni emerse nella Relazione geologica del P.R.E. del Comune di Rapino redatta dal Dott. Geol. L. Marinelli,6.1998. Si evidenzia che, dai dati fornitici dall‟Amministrazione comunale di Rapino e dall‟ Arch. Cipressi (trasposizione del rilievo LiDAR sulle tavole del P.R.E. di Rapino scala 1:2.000 e sul C.T.R.N. Regione Abruzzo scala 1:5.000), risulta che le quote riportate su cigli e piedi di scarpata fanno riferimento ad un ellissoide di rotazione (quota altimetrica). Pertanto bisogna sottrarre a tali quote 50 metri per ottenere la quota sul livello del mare (quota ortometrica). Per ulteriori approfondimenti circa le metodologie adottate e i risultati ottenuti si rimanda agli appositi capitoli.

4 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 2 ASSETTO GEOLOGICO – STRUTTURALE

L‟area in esame è situata nella fascia media del versante orientale della Maiella, nella porzione meridionale del rilievo (Fig. 1). La sua evoluzione geologica è strettamente legata ai processi tettonici e morfodinamici che hanno interessato questa unità strutturale compresa tra la catena appenninica propriamente detta e l‟adiacente fascia periadriatica (Fig. 1).

Fig. 1 - Schema strutturale del settore esterno abruzzese.

La Maiella è costituita da una struttura anticlinale (antiforme), con asse a direzione circa N-S, che mostra in pianta (Fig. 2) una accentuata convessità verso ENE. Ne deriva che le direttrici tettoniche dalla zona di Alanno alla congiungente Caramanico - Guardiagrele mantengano un andamento NW - SE, per ruotare progressivamente a sud di questa congiungente, fino ad assumere un orientamento NNE - SSW nella Maiella meridionale. 5 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133

Fig. 2 - Schema strutturale del settore esterno dell’Appennino centrale mostrante le principali unità strutturali ricoperte in discordanza dai depositi del Pliocene-Pleistocene inferiore (S): 1) M.ti Sibillini; 2) gran Sasso; 3) Morrone-porrara; 4) Laga; 5) Maiella; 6) Unità alloctone molisane. (Scisciani et alii, 2000).

L‟andamento arcuato, frequente nelle strutture dell‟Appennino, assieme alla marcata vergenza orientale della struttura, indicano e sono conseguenti alla direzione di compressione avvenuta da ovest verso est (Donzelli, 1997).

6 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Il fianco orientale e nord orientale della piega si immergono sotto i sedimenti argillosi del Pliocene con pendenze variabili dai 40°-50°, fino a verticali o sotto la fm delle “Argille scagliose” che sovrascorre a basso angolo la Maiella con vergenza occidentale; sul fianco occidentale la struttura è giustapposta all‟unità carbonatica Morrone, ed al relativo “flysch”, mediante una faglia diretta con rigetto variabile da oltre 1000 metri a sud – Campo di Giove - a pochi metri - a nord - Caramanico. Questa faglia in gran parte attivatasi prima e durante l‟identificazione dell‟avanfossa posta ad occidente della Maiella, ridefinisce solo in parte i rapporti di sovrapposizione tettonica tra l‟unità Morrone e il relativo “flysch” posti al tetto e quelle della Maiella e del relativo “flysch” occidentale posti al letto. A sud la struttura antiforme è bruscamente troncata da un lineamento, con caratteri di sovrascorrimento e di rampa laterale, che sovrappone la struttura del M. Porrara al tetto e la Maiella al letto. La parte più meridionale del fianco orientale della struttura presenta pendenze che vanno dai 10°- 15° fino a 30°-45° nella fascia compresa tra Palena e . Procedendo verso nord le pendenze aumentano progressivamente: da Lama dei Peligni, a Fara S. Martino, a , a Bocca di Valle, gli strati calcarei si immergono, coperti dalla fascia detritica, con pendenze di 50°- 70°, fino a strati subverticali e ribaltati sulle argille del Pliocene inferiore. A nord di Bocca di Valle (Fig. 3) lo stile è all‟incirca lo stesso ma i rapporti fra i calcari, qui di età miocenica, e le argille del Pliocene inferiore della fm. “Fara”, sono mascherati e sigillati dalla discordante Formazione di Mutignano.

Fig. 3 - Sezione geologica del fronte della Maiella nord orientale (Donzelli 1997).

Al suo interno la struttura della Maiella è intersecata da sistemi di faglie inverse e dirette, a rigetto variabile, che ne complicano la regolarità. Le numerose faglie hanno andamenti longitudinali, trasversali od obliqui all‟asse della piega; nel settore settentrionale e meridionale sono prevalenti i 7 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 sistemi a direttrice NW - SE, mentre nel settore centrale sono più frequenti i sistemi con direttrici E-W, N-S e NE-SW. Le faglie che presentano i rigetti maggiori sono di tipo distensivo, con inclinazione del piano di 60°-70°. Alcuni sistemi di faglie distensive presenti sul versante orientale risultano ruotati discretamente e coerentemente con la geometria della piega dimostrandosi un‟eredità alto miocenica come per la faglia che limita ad ovest la struttura lungo la depressione di Caramanico. Descrivendo la struttura della Maiella da nord a sud, si incontra prima il fascio di faglie dirette, con andamento SW-NE, che limitano a SE la struttura di Alanno, poi nella porzione più settentrionale prevalgono sistemi di faglie dirette con orientamento NW-SE.. Il rigetto di queste faglie va da alcuni metri ad un massimo di 200-300 metri; alcuni esempi sono la faglia che da Salle corre verso la Valle dell‟Orfento a nord di Caramanico, e alcune faglie a gradinata ad ovest di Pennapiedimonte. Nella Maiella centrale, sono frequenti le faglie e zone di fratturazione trasversali, a direzione E-W, come presso il Blockhaus - Monte Cavallo; qui i rigetti sono di poche decine di metri anche se si tratta di faglie continue che si susseguono anche per alcuni chilometri. Sul fianco orientale, nella zona del Martellese - M. d‟ Ugni, si riscontra un sistema di faglie a direzione NE-SO, obliquo all‟asse strutturale principale; sempre sul fianco orientale, fra Fara S. Martino e Lama dei Peligni, è presente un sistema di faglie dirette longitudinali a gradinata con piano inclinato e rigetto positivo ad est. Un‟altra zona disturbata da sistemi di faglie, sempre con rigetti modesti, è rappresentata dal Vallone di Taranta, dove faglie ad andamento E-W si intersecano con fasci di faglie NW-SE. Nella parte meridionale la struttura è interessata da faglie NW-SE dirette; le più importanti sono quelle che corrono lungo il Vallone di Femminamorta, da M. Amaro al Vallone di Izzo, e quella che dalla Tavola Rotonda giunge fino a Palena. Le faglie della Maiella sono spesso condensate in fasci, come quelle del fondo di Maiella, del Vallone di Taranta, del M. Amaro, del Vallone dell‟Orfento; in queste aree le frequenti fratture hanno favorito la dissoluzione carsica ed i conseguenti processi erosivi facilitando la formazione di valli e depressioni.

8 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 3 SISMICITÀ

Posizionato fra le propaggini settentrionali della dorsale della Maiella e la costa adriatica, il territorio del Comune di Rapino, si sviluppa a cavallo di due zone sismotettoniche: la fascia pede- appenninica e la zona fra il pede-appennino e l‟Adriatico. La prima include la Maiella, che è stata interessata da due terremoti distruttivi negli ultimi 300 anni; la seconda è caratterizzata da modesta attività sismica. Queste caratteristiche di sismicità sono documentate principalmente dalle informazioni di sismologia storica che, per l‟area abruzzese, coprono un intervallo di tempo di quasi

2000 anni (GRUPPO DI LAVORO CPTI, 1999; fig. 4).

Fig. 4 - Epicentri dei terremoti storici relativi al periodo 217 a.C. - 1992 (quadrati) con Intensità maggiore o uguale al VI grado della scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS) (dal Catalogo CPTI, Gruppo di Lavoro CPTI, 1999) e dei terremoti strumentali (cerchi) registrati dal 1983 al 2003 dalla Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). In figura sono riportate le tracce di superficie delle principali faglie attive dell’area appenninica.

9 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 I dati di sismologia strumentale, che coprono l‟ultimo ventennio, non mostrano attività sismica di rilievo o particolari concentrazioni di terremoti. Si osservano alcuni eventi sismici di piccola magnitudo (M 4.0), localizzati fra la Maiella, Chieti e la costa, attribuibili principalmente al periodo di attività sismica del febbraio e luglio 1992. È bene tenere presente che questo settore dell‟Italia centrale non è mai stato ben coperto dal monitoraggio sismico, sia a scala nazionale (Rete Sismica Nazionale dell‟Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) che a scala locale (Rete Regionale dell‟Abruzzo). È quindi possibile che parte dell‟attività sismica locale non compaia nei cataloghi dei terremoti strumentali, perché sfuggita all‟osservazione sismologica o per difficoltà di localizzazione degli ipocentri. Ad ogni modo, è verosimile ritenere che se parte delle informazioni sono mancanti, queste sono relative a terremoti di piccola magnitudo (M<4.0) e microsismicità (M<3.0), poiché terremoti o sequenze sismiche di energia superiore non sarebbero passati inosservati. Fra i terremoti storici, quelli di maggiore rilievo sono sicuramente gli eventi sismici della Maiella del 3 novembre 1706, con intensità epicentrale (I0) pari al IX-X grado della scala Mercalli-Cancani-

Sieberg (MCS) e magnitudo macrosismica (Fig. 4) pari a 6.6, e del 26 settembre 1933 (I0 = VIII-IX grado MCS, Ma = 5.6). Le zone epicentrali di questi eventi sismici sono localizzate a sud dell‟area in studio. La zona epicentrale dell‟evento del 1706 è localizzabile nella porzione centrale della montagna della Maiella. L‟area epicentrale dell‟evento del 1933 è posta poco più a S-E, nei pressi di Lama dei Peligni. Entrambi questi terremoti hanno provocato gravi danni in tutta l‟area circostante la Maiella, inclusi i centri abitati ed in particolare la fascia compresa fra Lettomanoppello-Turrivalignani ed . Dalla distribuzione degli epicentri dei terremoti storici di figura 4, si osserva un terzo terremoto di intensità elevata (I0 = IX-X grado MCS, Ma = 6.3) posizionato immediatamente ad ovest (San Valentino in Abruzzo Citeriore). Si tratta di un evento di età romana, databile al 101 d.C., la cui localizzazione è basata su una sola osservazione macrosismica: un‟epigrafe, attualmente conservata nell‟abbazia di San Clemente a Casauria, che ricorda la ricostruzione di una “pesa pubblica” nei pressi di San Valentino in Abruzzo Citeriore, distrutta da un terremoto. La posizione dell‟epicentro non è ben vincolata; secondo alcuni studiosi, l‟area epicentrale potrebbe essere più a S-W di quella riportata nel catalogo, nella zona di Sulmona. Lo stato delle conoscenze sismotettoniche sui terremoti distruttivi della Maiella è ancora scarso e ad oggi non esiste una interpretazione sulla geometria, la profondità e la cinematica delle strutture responsabili di questi eventi. Ciò che si può dire dall‟osservazione delle carte di sismicità a scala regionale è che la loro posizione è esterna rispetto a quella dei terremoti appenninici. La genesi di questi ultimi è riconducibile ad una tettonica estensionale, che ha la sua espressione in superficie nei sistemi di faglie normali che post-datano le

10 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 strutture compressive, bordano bacini sintettonici quaternari e spesso dislocano morfologie e depositi di età tardo-quaternaria (si veda ad es. BARCHI et alii, 2000 cum bibl.). È quindi plausibile che i terremoti della Maiella, esterni all‟area appenninica in distensione, siano riconducibili ad un contesto tettonico diverso, ma la natura di tale contesto deve essere approfondita con studi mirati. Fra i terremoti con area epicentrale all‟interno della zona coperta dal Foglio 361 meritano di essere ricordati due eventi del XIX secolo che a distanza di 5 mesi colpirono la zona compresa fra la

Maiella e la costa adriatica, a sud di Chieti. Si tratta del terremoto del 10 settembre 1881 (I0 = VIII grado MCS, Ma = 5.4), noto nei cataloghi come terremoto di Lanciano, e quello del 12 febbraio

1882 (I0 = VII grado MCS, Ma = 4.9), noto come terremoto di Chieti. Il primo provocò il massimo danneggiamento ad Orsogna (VIII grado) e Lanciano (VII-VIII grado) ed ebbe una vasta area, compresa fra le pendici orientali della Maiella (Guardiagrele) e la costa adriatica (), con risentimenti pari al VII grado. Il secondo fu anch‟esso caratterizzato da una vasta area di VII grado, compresa fra -Orsogna-Chieti e la costa adriatica. Sebbene si tratti di terremoti relativamente piccoli (M<5.5), le informazioni macrosismiche a disposizione sono numerose, soprattutto per l‟evento del 1881, e di conseguenza l‟area epicentrale è piuttosto ben vincolata. Come per gli eventi della Maiella, anche per i terremoti del 1881 e 1882 non si dispone di informazioni sulle caratteristiche delle strutture tettoniche che li hanno originati. I rilevamenti geologici nell‟ambito del progetto CARG non offrono informazioni conclusive al riguardo. Infatti, non sono presenti strutture tettoniche di superficie di importanza rilevante ad attività recente, ma solo faglie minori. Certamente, la presenza di questi terremoti è indicativa di una tettonica attiva e le strutture sismogenetiche potrebbero essere localizzate in profondità, al di sotto delle unità plio- quaternarie della Formazione di Mutignano.

Fig. 5 - Carta delle Intensità (MCS) relative al terremoto del 3 novembre 1706 e del terremoto del 26 settembre 1933.

11 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 3.1 PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE Già con l‟O.P.C.M. n° 3274 del 20.03.2003, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale in data 08/05/2003 (Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica), coerentemente con l‟Eurocodice 8 (EC8) furono gettate le prime, se pur timide, basi per la Microzonazione sismica. Infatti il punto 2 lettera h, relativo ai criteri per l‟individuazione delle zone sismiche - individuazione, formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime zone - così recita […l’eventuale definizione di sottozone, nell’ambito dello stesso comune, differenziate anche in relazione alle caratteristiche geolitologiche e geomorfologiche di dettaglio…]. Con l‟ O.P.C.M. n° 3907 del 13.11.2010 è iniziato il programma di Microzonazione sismica di tutto il territorio nazionale. Con il termine Rischio Sismico vengono identificati e valutati (espressi come danni attesi), gli effetti prodotti da un terremoto atteso, su un dato territorio in un determinato intervallo di tempo. I fattori che concorrono alla definizione del Rischio Sismico sono: la pericolosità di base, la pericolosità locale (P), la vulnerabilità degli edifici (V) e del sistema urbano e l‟esposizione (E). La pericolosità sismica di base è intesa come la misura dello scuotimento al suolo atteso in un dato sito ed è legata alle caratteristiche sismotettoniche, alle modalità di rilascio dell‟energia alla sorgente, alla propagazione delle onde sismiche dalla sorgente al sito. La pericolosità sismica locale intesa a scala sub-comunale è la misura dello scuotimento al sito che in relazione alle caratteristiche geologiche, geomorfologiche, morfologiche e geotecniche locali può differire dallo scuotimento di base. In occasione di eventi sismici si sono evidenziati effetti, generalmente indicati come effetti locali, connessi a particolari condizioni geologico morfologiche, che hanno prodotto danni anche molto diversificati su edifici di caratteristiche strutturali analoghe (Fig. 6), anche a distanza di poche decine di metri (Risposta Sismica Locale).

Fig. 6 – Distribuzione dei danni rispetto alla zona epicentrale.

12 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Gli elementi che influiscono nella variazione della RSL, producendo differenziati effetti locali, a livello qualitativo sono (Fig. 7): 1) la topografia; 2) la litologia dei terreni, 3) la morfologia sepolta, 4) il contatto tra litotipi differenti, 5) il comportamento anelastico dei suoli, 6) la liquefazione e la risonanza dei terreni, 7) le faglie e fagliazioni. Nelle aree che presentano particolari condizioni morfologiche (creste rocciose, cocuzzoli, dorsali, scarpate, etc.), possono verificarsi focalizzazioni dell‟energia sismica incidente con conseguente esaltazione dell‟ampiezza delle onde. Analoghi fenomeni si possono avere alla superficie di depositi alluvionali, di corpo di frana e di falde di detrito, anche per spessori di poche decine di metri, per effetto della riflessione multipla e dell‟interferenza delle onde sismiche entro il deposito stesso.

Fig. 7 – Effetti locali.

Danni consistenti possono verificarsi quando la frequenza di risonanza di un terreno (depositi alluvionali, falde di detrito e corpi di frana) raggiunta durante un evento sismico corrisponde a quella propria dell‟edificio. Altri casi di modificazione del comportamento sismico dei terreni sono quelli che producono deformazioni permanenti e/o cedimenti dovuti alla liquefazione dei depositi sabbiosi saturi d‟acqua o addensamento dei terreni granulari sopra falda. Infine sono da sottolineare i problemi connessi con fenomeni di stabilità di vario tipo con attivazione e riattivazione di frane potenziali e crolli di massi da pareti rocciose. Per i dati e le considerazioni sulla Microzonazione sismica di livello 1 si rimanda allo studio realizzato dal geologo Giovanni Barone.

13 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 4 UNITÀ STRATIGRAFICHE

Qui di seguito vengono presentate le caratteristiche delle unità litostratigrafiche riconosciute nell‟ area studiata attraverso un rilevamento geologico alla scala 1:5.000 e in certi casi anche di maggior dettaglio. Per la redazione della legenda della carta geologica si è fatto riferimento al volume dell‟APAT (ex Servizio Geologico Nazionale oggi ISPRA), 1992 - Carta Geologica d’Italia - 1:50.000. Guida al rilevamento. Quaderno serie III Vol. 1. Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

Fig. 8 – Carta geologica della zona del territorio comunale di Rapino dove si evidenziano i limi con argilla della formazione di Mutignano (FMTa) e le ghiaie con livelli di sabbia dei depositi della successione del Quaternario continentale.

4.1 SUCCESSIONE MARINA DEL CRETACICO SUPERIORE - MESSINIANO P.P.

4.1.a - formazione di Bolognano (BOL) La formazione di Bolognano può essere distinta in tre differenti membri, correlabili con i tre membri in cui è stata distinta la formazione Bolognano nel foglio 361 Chieti. In questa trattazione verranno riportati solo i membri affioranti nel territorio del Comune di Rapino. membro calcarenitico a briozoi (BOL1): è costituito da calcareniti lito-bioclastiche a grana media e grossolana, di colore biancastro, grigio o avana, porose e a media coerenza, in strati (da decimetrici a metrici) e banconi spesso in risalto morfologico, con geometrie lenticolari e stratificazione incrociata. Il contenuto fossilifero è dato da abbondanti e prevalenti frammenti di briozoi, da placche e radioli di echinidi a luoghi rinvenibili anche interi, da lepidocycline,

14 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 miogypsine, amphistegine, heterostegine, denti di pesce e bivalvi (Pecten). Sono presenti livelli di glauconite con clasti fosfatici e limonitici riferibili a orizzonti di hard ground, che caratterizzano la base e il tetto dell‟unità. Lo spessore complessivo osservabile varia tra i 50 e i 150 m. Dai dati disponibili in letteratura questo membro è attribuibile ad un intervallo temporale che si estende dal RUPELIANO p.p. al LANGHIANO p.p. (biozone SBZ22a - SBZ26); membro calcarenitico a lithotamni (BOL3): è costituito da calcareniti a grana media e fine, di colore biancastro in strati da decimetrici a metrici e da calcari marnosi di colore avana e grigio sottilmente stratificati, caratterizzati dalla presenza di abbondanti frammenti di lithotamni, briozoi, lamellibranchi, brachiopodi, ditrupe, echinodermi e foraminiferi bentonici. La base è caratterizzata dalla frequente presenza di intercalazioni di calcareniti avana ricche di operculine ed heterostegine. Lo spessore affiorante varia da alcune decine di metri fino a circa 100 m. Dai dati disponibili in letteratura questo membro è attribuibile ad un intervallo temporale che si estende dal TORTONIANO p.p. al MESSINIANO (biozone SBZ26 - Globorotalia conomiozea). L'ambiente deposizionale della formazione è riferibile ad una rampa carbonatica, caratterizzata da variazioni nel tasso di esportazione dei sedimenti che traducono fasi di progradazione e retrogradazione degli ambienti. Tra la microfauna presente sono riconoscibili: Orbulina spp., Globigerinoi-des trilobus (Reuss), Elphidium sp., Operculina sp., Heterostegina sp., milionidi, rotalidi. L‟intervallo biostratigrafico va dalla base della biozona SBZ22a alla comparsa della Bulimina echinata d‟Orbigny (biozona a Globorotalia conomiozea) (RUPELIANO p.p. - Messiniano p.p.). Questa formazione è correlabile con intervalli stratigrafici descritti nei fogli 360 Torre de‟ Passeri (Servizio geologico d‟Italia, 2006a) e 359 L‟Aquila (Servizio geologico d‟Italia, 2006d). In particolare per quanto riguarda il Foglio L‟Aquila la formazione di Bolognano è equivalente all‟intervallo calcareniti a miogypsine e lepidocycline (CFR2) dell‟unità calcareniti a macrofora- miniferi (CFR), all‟unità spongolitica (SPT), ai calcari a briozoi e lithotamni (CBZ), alle calcareniti di M. Fiore (CMF) ed infine all‟unità argilloso-marnosa (UAM). Per quanto riguarda il Foglio Torre de‟ Passeri la formazione di Bolognano corrisponde all‟omonima unità individuata e cartografata, all‟unità spongolitica (SPT), ai calcari a briozoi e lithotamni (CBZ), all‟unità argilloso-marnosa (UAM) e alle calcareniti di M. Fiore (CMF). Analoghe equivalenze sono riscontrabili con le unità oligo-mioceniche distinte nei Fogli 369 Sulmona (Servizio geologico d‟Italia, 2006b) e 368 Avezzano Servizio geologico d‟Italia, 2006c).

15 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133

Fig. 9 - Affioramento di calcareniti della formazione di Bolognano in prossimità della cava GEA S.r.l. in Contrada Foce.

4.2 SUCCESSIONE MARINA DEL PLIOCENE SUPERIORE – PLEISTOCENE

4.2.a - formazione di Mutignano (FMT) La formazione Mutignano rappresenta la totalità della successione marina del Pliocene superiore- Pleistocene affiorante nell‟area in studio. I termini della formazione di Mutignano sono riferibili ad ambienti che vanno dall‟offshore allo shoreface. La loro organizzazione verticale individua un chiaro trend coarsening e thickening upward, interpretabile come una fase di progradazione degli ambienti deposizionali verso le aree bacinali, con tendenza al colmamento del depocentro plio- pleistocenico. Le esposizioni naturali migliori si hanno soprattutto in corrispondenza delle forme calanchive e dei Fossi così come lungo le scarpate morfologiche dei rilievi sommitali presenti nell‟ area, oltre che nelle scarpate di cave e nei tagli stradali dove è possibile osservare alcuni aspetti importanti di questa formazione. Nell‟ambito della formazione Mutignano sono stati riconosciuti i seguenti membri e litofacies affioranti: associazione pelitico-sabbiosa (FMTa): è costituita da argille e argille marnose grigio-azzurre, limi con argille sabbiose e argille siltose avana sottilmente stratificate con rari livelli e strati sabbiosi ocra caratterizzati da strutture incrociate e ripple, a luoghi con abbondanti macrofossili quali gasteropodi, bivalvi, scafopodi e coralli; il rapporto sabbia/argilla è nettamente inferiore all‟unità. In alcuni affioramenti, in corrispondenza dei livelli argillosi sono stati osservati contatti discordanti e slump a scala metrica. Nell‟area del comune di Rapino l‟associazione pelitico-sabbiosa è presente, anche se ricoperta da una coltre eluvio colluviale, ad est della zona Centro storico - Colle Ceso, in

16 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 zona Case Nuove - Ortaglio e in località Madonna della Libera. Nelle altre zone del territorio comunale le argille e i limi con argille di colore grigio sono entrambi ricoperti da una spessa successione sedimentaria continentale (Fig. 10);

Fig. 10 – Limo con argilla consistente della formazione di Mutignano (FMTa) rinvenuto a – 14,10 m dal p.c. nella zona di Borgo Pretara – Coste Micucci e Madonna della Libera.

associazione conglomeratica (FMTb): è presente in affioramento esclusivamente nel settore SO del Foglio 361 Chieti (NO del territorio del Comune di Rapino), si intercala alla associazione pelitico- sabbiosa e comprende conglomerati poligenici ben cementati che formano banconi e strati da decimetrici a metrici, livelli di ghiaie, brecce e blocchi eterometrici dispersi in una matrice argilloso-siltosa. I clasti sono costituiti da calcari e, in misura minore, da selce derivanti dalle successioni carbonatiche locali; associazione sabbioso-pelitica (FMTc): consiste in un‟alternanza di sabbie e sabbie siltose giallo- ocra, a diverso grado di cementazione, ed argille e argille siltose grigiastre sottilmente laminate; lo spessore degli strati sabbiosi aumenta, dal basso verso l‟alto, passando da sottile a medio ed il rapporto sabbia/argilla è pressoché pari a 1. I livelli sabbiosi sono generalmente in rapporto erosivo sulle peliti e possono presentare laminazioni parallele, incrociate e hummocky; frequente è, inoltre, la presenza di piritizzazione interstrato. È presente una ricca macrofauna a bivalvi (Pecten, Chlamys, Ostrea, ecc.) e gasteropodi di ambiente marino. Lo spessore massimo affiorante è stato valutato in circa 10-15 metri; associazione sabbioso-conglomeratica (FMTd): questa unità è rappresentata da una successione di sabbie e arenarie di colore giallastro, frequentemente bioturbate, in strati da medi a spessi, alternate a lenti e strati di ghiaie e di conglomerati, ben sciacquati e selezionati, costituiti da clasti di qualche

17 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 centimetro in prevalenza calcarei e, subordinatamente, silicei. Sia le sabbie che i conglomerati sono in genere organizzati in set tabulari al cui interno è possibile osservare stratificazione e laminazione incrociata a basso angolo. Negli strati sabbiosi sono stati osservati ripples simmetrici e stratificazione di tipo flaser, tipici di ambienti di spiaggia. Localmente sono presenti livelli da millimetrici a centimetrici di peliti grigie. In più punti si osserva, all‟interno della successione sabbiosa, una potente intercalazione pelitica (spessore massimo di 20-25 m) di notevole continuità laterale (fino a 3-4 km) con terminazione a pinch-out verso SSW. Il tetto di tale intercalazione è suborizzontale o debolmente immergente verso oriente, mentre la base immerge moderatamente verso NNE. L‟associazione sabbioso-conglomeratica forma la parte sommitale del centro storico abitato del Comune di , del Comune di San Martino S.M., del Comune di Guardiagrele e dei rilievi dell‟area teatina. Il suo spessore è variabile fra i 15 ed i 30 metri. L‟associazione a foraminiferi permette di riferire l‟unità alle biozone a Globorotalia inflata (PLIOCENE superiore) e a Globigerina cariacoensis (PLEISTOCENE p.p). Le associazioni a nannofossili calcarei indicano l‟intervallo stratigrafico compreso tra la biozona MNN18 (per la presenza di Discoaster brouweri ΤAN SIN ΗOK) del Pliocene superiore e la biozona MNN19d (per la presenza dei diversi morfotipi di Gephyrocapsa) del Pleistocene inferiore. La biozona a Globorotalia inflata si distingue dalla sovrastante biozona a Globigerina cariacoensis per l‟assenza di G. cariacoensis, per un maggiore contenuto in foraminiferi planctonici (fino all‟80%). Nelle associazioni pleistoceniche è invece nettamente prevalente il benthos, con percentuali oltre il 90% o addirittura il 100%. Tra i foraminiferi planctonici presenti in ambedue le biozone ricordiamo: Neogloboquadrina pachyderma D‟ORBIGNY, Globigerinoides elongatus

(D‟ORBIGNY), G. gomitulus (SEGUENZA), G. ruber (D‟ORBIGNY), Orbulina universa D‟ORBIGNY,

Sphaeroidina bulloides D‟ORBIGNY. Nel benthos della biozona a G. cariacoensis sono stati determinati: Ammonia beccarii (LINNÈ), A. inflata (SEGUENZA), A. papillosa (D‟ORBIGNY),

Anomalinoides ornata (COSTA), Brizalina alata (SEGUENZA), B. spatulata (WILLIAMSON), Bulimina elegans D‟ORBIGNY, B. elegans D‟ORBIGNY marginata FORNASINI, B. exilis BRADY, B. etnea

SEGUENZA, B. fusiformis WILLIAMSON, B. marginata D‟ORBIGNY, B. su-blimbata PANIZZA,

Cassidulina neocarinata THALMANN, Cibicidoides ungeria-nus (D‟ORBIGNY), Dorothia gibbosa

(D‟ORBIGNY), Elphidium crispum (LINNÈ), Gyroidina soldanii (D‟ORBIGNY), Globobulimina ovula

(D‟ORBIGNY), Hanza-waia boueana (D‟ORBIGNY), Martinottiella communis (D‟ORBIGNY), Melonis padanum (PERCONIG), M. soldanii (D‟ORBIGNY), Praeglobobulimina ovata (D‟ORBIGNY), Pullenia bulloides (D‟ORBIGNY), Sigmoilopsis celata (COSTA), Uvigerina mediterranea (HOFKER),

Valvulineria bradyana (FORNASINI).

18 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 4.3 DEPOSITI CONTINENTALI QUATERNARI I depositi della successione del Quaternario continentale affiorano prevalentemente lungo le valli dei fiumi Pescara, Alento, Foro e Moro, e dei loro affluenti principali. Essi sono riferibili principalmente ad ambienti fluviale e di conoide alluvionale ed, in minor misura, a depositi di versante e a travertini. I depositi fluviali e di conoide sono organizzati in terrazzi di diversi ordini. Per ogni ordine è stato possibile riconoscere, nella maggior parte dei casi, la morfologia e la continuità fisica degli affioramenti. La correlazione tra i depositi dei diversi terrazzi è stata eseguita procedendo dai depositi attuali verso quelli via via più antichi, tenendo conto di diversi fattori, quali l‟altezza dei depositi sul fondovalle, la presenza e lo stato di evoluzione dei suoli alla sommità dei terrazzi, la presenza di eventuali livelli e lenti vulcanoclastici intercalati nelle coltri di alterazione al tetto dei terrazzi, il ritrovamento di faune a vertebrati, il ritrovamento di industrie litiche, l‟estensione areale e lo spessore dei depositi terrazzati che sono in relazione con gli eventi deposizionali di maggiore importanza. Questi elementi hanno permesso di arrivare ad una definizione dei diversi sintemi e subsintemi che caratterizzano l‟area, secondo le norme pubblicate dal Servizio Geologico Nazionale (1992) e le successive integrazioni (Fig. 11).

Fig. 11 - Schema morfo-litostratigrafico dei depositi del Quaternario continentale.

4.3.a - Subsintema di Villa Oliveti (AVM1b) Il subsintema di Villa Oliveti è formato da conglomerati clasto-sostenuti con matrice sabbioso- siltosa, a ciottoli calcarei, silicei e arenacei, da arrotondati a ben arrotondati, con granulometrie generalmente comprese tra 5 e 10 cm (localmente maggiori), ben organizzati con stratificazioni incrociate, piane e concave, e piano parallele. Ad essi si intercalano orizzonti costituiti da sabbie e limi, in strati da medi a sottili e con laminazioni pianoparallele e incrociate, di spessore variabile da 50-60 cm a 4-5 m. I corpi conglomeratici e gli orizzonti sabbiosi hanno una geometria tabulare alla 19 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 scala dell‟affioramento. Ad est della Maiella, in particolare nel comune di Rapino nelle zone del: Centro storico - Colle Ceso (Fig. 12), Borgo Lucina (Col di Lana) e parzialmente nella zona di Coste Micucci – Madonna della Libera, affiorano ghiaie e conglomerati poco organizzati, in corpi lenticolari, con abbondante matrice e con clasti poco arrotondati di dimensioni fino a 50 cm, da clasto-sostenuti a fango-sostenuti, riferibili a debris flow. La parte alta di questi depositi è alterata, e mostra clasti parzialmente disgregati. Sono anche frequenti i noduli dovuti alla riprecipitazione di carbonato di calcio specialmente negli orizzonti più superficiali e negli orizzonti sabbiosi intercalati ai conglomerati.

Fig. 12 - Ghiaie e conglomerati del subsintema di Villa Oliveti (AVM1b) affioranti sotto gli archi del Centro storico di Rapino. I depositi di questo subsintema sono terrazzati; la morfologia e la continuità fisica delle superfici sommitali dei terrazzi sono ancora ben preservate. Il limite inferiore è costituito dal contatto erosivo sui depositi della successione marina terrigena o con i depositi delle unità quaternarie più antiche. Il tetto è costituito dalla superficie deposizionale o dal contatto con le unità più recenti. Lo spessore varia da pochi metri a 30-35 metri. Si tratta in sintesi di depositi alluvionali, lungo le valli principali, e di conoide alluvionale, a ridosso della Maiella. L‟età è riferibile alla base del Pleistocene superiore.

20 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Fig. 13 – Carta e sezione geologica della zona del centro storico di Rapino dove si evidenzia il contatto tra i limi con argilla della formazione di Mutignano (FMTa) e le ghiaie e conglomerati del subsintema di Villa Oliveti (AVM1b).

4.3.b – Subsintema di Chieti Scalo (AVM4) Nel subsintema sono state distinte due litofacies: depositi alluvionali e detriti di falda.

I primi (AVM4b) depositi di questo subsintema sono costituiti da conglomerati eterometrici, con clasti di 5-10 cm, caratterizzati da stratificazioni incrociate ed embricature, alternati a sabbie e limi con stratificazioni e laminazioni pianoparallele e incrociate; si intercalano lenti di argille e torbe.

21 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Nella zona a est della Maiella, in particolare nel Comune di Rapino nelle zone di: Borgo Lucina (cimitero), Madonna di Carpineto – Borgo Piano Giardino (campo sportivo) e Borgo Pretara (Pretara) affiorano conglomerati eterometrici, a clasti poco evoluti con diametro fino a 60-70 cm, ricchi di matrice e caotici, organizzati in corpi generalmente tabulari alla scala dell‟affioramento, riferibili a debris flow. Questi sedimenti costituiscono le grandi conoidi alluvionali formatesi allo sbocco dei principali valloni del versante NE della Maiella. La base non è osservabile in affioramento, se non ai margini del terrazzo o in sondaggio, dove è costituita dalla superficie erosiva del contatto sui depositi delle formazioni marine, o sui depositi delle unità più antiche.

Fig. 14 – Limo con argilla debolmente sabbioso della formazione di Mutignano, rinvenuto a – 10,50 m dal p.c. in località Pretara, al di sotto delle ghiaie carbonatiche in matrice limoso sabbiosa del Subsintema di Chieti Scalo (AVM4b). Il tetto è costituito dalla superficie deposizionale della sommità del terrazzo, o dal contatto erosivo con i depositi olocenici. Lo spessore affiorante dei depositi è di 15-30 m.

Fig. 15 – Log stratigrafico relativo al subsintema di Chieti Scalo (AVM4b) da elaborazione di un sondaggio geognostico in località Pretara. 22 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Si tratta in sintesi di depositi fluviali, lungo le valli principali, e di conoide alluvionale, a ridosso della Maiella. L‟età è riferibile al Pleistocene superiore.

4.3.c - Depositi olocenici (olo) I depositi olocenici non sono stati riferiti ad un sintema in quanto i sedimenti che costituiscono l‟unità sono ancora in formazione e, quindi, il tetto dei depositi è soggetto a continue trasformazioni. L‟unità è stata, inoltre, suddivisa in diverse litofacies, che sono descritte di seguito.

4.3.c.1 Depositi alluvionali (olob) Questi depositi affiorano all‟interno del Fiume Foro e dei suoi affluenti e fossi principali (Fosso l‟Arsella, Fosso San Siro, Torrente Vesola San Martino, Fosso Sterparo e Fosso Balzanello). Sono costituiti da un‟alternanza di sabbie, ghiaie e limi, con livelli e lenti di argille e torbe o sono riferibili all‟alveo e alla piana alluvionale attuale, osservabili solo occasionalmente in corrispondenza dei fronti di scavo di alcune cave e in sondaggio. Lo spessore di questi depositi varia da qualche metro a 5-10 m.

4.3.c.2 Coltri eluvio colluviali (Olob2) Sono formate da limi, limi sabbiosi e limi argillosi da grigiastri a bruno-rossastri, a luoghi con abbondanti concrezioni nodulari di carbonato di calcio, caratterizzati da una struttura interna massiva o con accenni di stratificazione mal definita e discontinua, e costituiscono il prodotto dell‟alterazione dei depositi pelitico-sabbiosi della successione marina terrigena. In alcuni tagli di maggiore estensione, sono osservabili diversi orizzonti sovrapposti, caratterizzati alla sommità da livelli a colorazione grigia più scura. Questi depositi sono ubicati nel fondo di molte vallecole. In tale unità sono comprese le terre rosse presenti sulle unità carbonatiche, e localmente sedimenti di suolo. Il limite inferiore è costituito dal contatto erosivo con i sintemi più antichi, o con le unità della Successione marina terrigena.

4.3.c.3 Depositi di frana (Oloa1). I depositi di frana derivano dall‟alterazione delle formazioni presenti. Sono caratterizzati da litologie differenti a seconda delle unità coinvolte dalle frane. Si tratta generalmente di depositi pelitici e pelitico-sabbiosi, che derivano dall‟associazione pelitico-sabbiosa della formazione di Mutignano; dove le frane hanno coinvolto le ghiaie con livelli di sabbia dei depositi della successione del Quaternario continentale, i depositi di frana possono contenere ghiaie e sabbie limose sciolte e blocchi carbonatici.

23 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 5 ASSETTO GEOMORFOLOGICO

L‟area pedemontana e costiera della regione abruzzese è stata oggetto di studio da parte di diversi naturalisti e geologi fin dalla fine del 1800. I primi autori, tuttavia, erano più attratti dai vicini rilievi della Montagna della Maiella e dalle diffuse manifestazioni bituminose presenti nel suo versante settentrionale e nell„area di Alanno. Numerosi Autori si sono inoltre occupati espressamente dello studio della geomorfologia dell„area pedemontana abruzzese, a partire da Castiglioni (1935) e Demangeot (1965). L‟ampia monografia di Demangeot (1965) analizza la fascia pedemontana abruzzese considerando i depositi continentali quaternari come importante chiave nella comprensione dell‟evoluzione del paesaggio. L‟autore riconosce diversi ordini di terrazzi per i quali tenta un‟attribuzione cronologica in base alla correlazione con le fasi climatiche del Quaternario e mette in luce chiaramente i fenomeni di sollevamento che hanno interessato l‟area nel Pleistocene, condizionando in maniera importante l‟evoluzione geologica e geomorfologica di tutto il settore pedemontano adriatico. Ambrosetti et alii (1982) riprendono tali tematiche per la realizzazione della Carta Neotettonica d‟Italia (CNR-Progetto Finalizzato Geodinamica) e riaprono un‟importante fase di studi sul sollevamento della catena appenninica e della fascia pedemontana, tema che ancora oggi è di grande attualità per le implicazioni sulla tettonica recente. Su questa base, sono stati condotti lavori mirati allo studio dei depositi alluvionali e di versante delle valli fluviali della fascia periadriatica (Nesci & Savelli, 1986; Nesci et alii, 1991; Coltorti & Dramis, 1988, 1995; Fanucci et alii, 1996) e allo studio della geomorfologia quantitativa, della morfodinamica e della morfotettonica dei fiumi abruzzesi (Lupia Palmieri et alii, 1995, 1998, 2001; Centamore et alii, 1996). Sempre per gli aspetti geomorfologici, particolare attenzione ha suscitato, dopo il lavoro di Almagià (1910), l‟analisi dei fenomeni franosi, che rappresentano uno degli elementi più importanti nel modellamento dei versanti e nell‟evoluzione del paesaggio nell‟area teatina e pescarese e nell‟area pedemontana abruzzese in generale (D‟Alessandro & Pantaleone, 1991; Buccolini et alii, 1994a, 1994b; Centamore et alii, 1997, per citare solo alcuni). Di recente i fenomeni franosi dell‟area del foglio, come di tutta la regione, sono stati oggetto di lavori specifici di censimento e inventario nell„ambito del Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia, D‟Alessandro et alii, 2007). Il rilievo dell‟Appennino centrale è quindi costituito, dal punto di vista geomorfologico, da una serie di dorsali allungate in direzione variabile da NW-SE a N-S, separate da strette valli ad esse parallele o da ampie depressioni intermontane sviluppatesi a seguito di una complessa evoluzione geologico - geomorfologica tra il Neogene e il Quaternario (Dramis, 1993; Cinque,

24 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 1993; Bartolini, 1999; Bigi et alii, 1997; Ollier, 1999). Proprio questi due ultimi processi, e la naturale competizione con gli agenti morfosculturali, sono responsabili della formazione del rilievo attuale. Le morfostrutture (come anche le morfotessiture) si suddividono in diversi ordini in funzione delle dimensioni e nel lavoro di D‟Alessandro et alii, 2003 sono state analizzate le morfostrutture di 1°, 2° e 3° ordine con dimensioni di riferimento rispettivamente di 103-104 km2, 102-103 km2 e 10-102 km2, come sono infatti la catena (con all‟interno le singole dorsali, le valli e le conche intermontane), la fascia pedemontana e le piane che formano il rilievo dell'Appennino centrale (Fig. 16).

Fig. 16 - Schema morfostrutturale dell’Abruzzo centro-orientale (D’Alessandro et alii, 2003). 25 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Le forme principali del modellamento dell„area studiata che ricadono nel Foglio 361 Chieti, sono riferibili pressoché a tutta la gamma dei processi geomorfologici: forme strutturali, forme di versante dovute alla gravità, forme dovute alle acque correnti superficiali, forme carsiche, glaciali, superfici relitte, forme di origine antropica. L„area teatina, in particolare, come gran parte della regione abruzzese, è soggetta a dissesti geomorfologici di varia natura, a causa della diffusa presenza di litotipi argillosi e sabbioso-conglomeratici, delle forti acclività e delle condizioni climatiche, caratterizzate da notevoli escursioni termiche e da precipitazioni che si concentrano disomogeneamente nello spazio e nel tempo (Almagià, 1910; D„Alessandro, 1996; D„Alessandro & Pantaleone, 1991; Centamore et alii, 1997; D„Alessandro et alii, 2003). Assai diffuse, nel territorio del Comune di Rapino, sono le forme dovute alle acque correnti superficiali, d„accumulo e d„erosione. Le forme che più marcatamente caratterizzano tutta l„area pedemontana sono i terrazzi fluviali. Oltre ai terrazzi fluviali si individuano conoidi alluvionali ben sviluppati a ridosso della Montagna della Maiella allo sbocco dei valloni principali. Forme carsiche, epigee e ipogee, sono presenti limitatamente sul versante della Montagna della Maiella, dove affiorano i litotipi calcarei. Le forme glaciali, relitte e inattive sono molto diffuse sulla Montagna della Maiella. I processi glaciali hanno fortemente influenzato il modellamento dell‟area studiata soprattutto a causa della elevata produzione di materiale detritico che, durante le diverse fasi glaciali pleistoceniche, è stato recapitato alla base dei versanti e allo sbocco dei valloni principali (F. Foro), alimentando potenti ed ampie conoidi alluvionali. Le forme dovute alla gravità sono rappresentate principalmente da frane di dimensioni e tipologie molto variabili, che presentano un diverso stato: attive, quiescenti e inattive.

5.1 METODOLOGIE DI STUDIO Qui di seguito vengono presentate le caratteristiche geomorfologiche emerse nell‟area studiata attraverso un rilevamento geomorfologico alla scala 1:5.000. Per la redazione della legenda della carta geomorfologica si è fatto riferimento al volume dell‟APAT (ex Servizio Geologico Nazionale oggi ISPRA), 1992 - Carta Geomorfologica d’Italia - 1:50.000. Guida al rilevamento. Quaderno serie III Vol. 4. Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Il rilevamento geomorfologico, atto a fornire un quadro morfogenetico dell‟area studiata con ragionevoli previsioni sulle tendenze future, è stato condotto alla scala di dettaglio. In generale, i principali processi morfogenetici vengono raggruppati in: • Processi endogeni: tettonici, sismici e vulcanici. • Processi esogeni (di erosione e di accumulo): gravitativi (movimenti di massa), per acque correnti superficiali, lacustri, eolici, marini, ecc. • Processi antropici. 26 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Attraverso l‟osservazione diretta del paesaggio, sono state analizzate e descritte le forme e i depositi ad esso connessi, in relazione alle caratteristiche litostratigrafiche e strutturali del substrato, cercando di stabilirne la genesi e la successione temporale. L‟analisi in campagna ha permesso il riconoscimento diretto delle forme e dei processi legati a diversi agenti morfogenetici; in particolare si è rilevata la presenza predominante delle forme generate dall‟azione della forza di gravità e dall‟erosione delle acque correnti superficiali. In seguito all‟individuazione di queste forme, si è prestata una particolare attenzione allo stato di attività, quest‟ultimo fondamentale nella formulazione di ipotesi attendibili circa la futura evoluzione geomorfologica dell‟area in studio. Lo stato di attività delle forme si distingue in: Attivo: rientrano in questa definizione tutte quelle forme e depositi legati a processi in atto all‟epoca del rilevamento e/o ricorrenti a cicli stagionali. Quiescente: le forme e i depositi sono messi in luce da evidenze geomorfologiche o testimonianze storiche di funzionamento nell‟attuale sistema morfoclimatico e morfodimamico e che, non avendo esaurito la loro evoluzione hanno una concreta possibilità di riattivarsi. Inattivo: se le forme e i depositi sono riferibili a condizioni morfoclimatiche e morfodinamiche diverse dalle attuali, ed hanno portato a termine la loro evoluzione. L‟attività è stata stabilita dall‟osservazione dell‟evoluzione della forma considerata, anche in tempi brevi, soprattutto per quanto riguarda i fenomeni connessi con l‟azione delle acque correnti superficiali, infatti, in corrispondenza di solchi di erosione, degli alveo in approfondimento, dei calanchi si è notata un‟evoluzione, talvolta anche vistosa, soprattutto in corrispondenza dei calanchi. Tutte le informazioni sono state raccolte su carta geomorfologica, in scala 1:5.000 in cui sono state distinte le varie forme, i processi, e i depositi superficiali in base agli agenti morfogenetici principali, secondo l‟uso di diversi colori. L‟analisi geomorfologica dell‟area è stata effettuata attraverso cinque fasi principali. 1) Reperimento della cartografia del Piano Stralcio di Bacino per l‟Assetto Idrogeologico “Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi” (P.A.I.). In particolare sono stati consultati e rielaborati i Fogli 361E e 370E della Carta delle Acclività in scala 1:25.000 (All. 4), della Carta Geomorfologica in scala 1:25.000 (All.7) , della Carta della Pericolosità da Frana in scala 1:25.000 (All.11) e della Carta del Rischio da Frana in scala 1:25.000 (All.12). 2) Georeferenziazione del rilievo LiDAR, commissionato dal Comune di Rapino alla Ditta OBEN S.r.l., nel sistema di coordinate WGS 1984 UTM Zona 33N.

27 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 3) Rilevamento di campagna delle forme e dei relativi depositi superficiali. Dall‟osservazione diretta delle forme, dei depositi e dei processi in atto si è giunti alla rappresentazione dei dati raccolti su carta geomorfologica in scala 1:5000. 4) Restituzione in tabelle Excel dei parametri morfometrici, litologici e geomorfologici delle scarpate pericolose analizzate. 5) Elaborazione dei dati relativi a popolazioni di orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia e orli di scarpata di degradazione e/o di frana e informatizzazione di tutti i dati raccolti utilizzando ArcView GIS e QGIS. Si evidenzia che dai dati fornitici dall‟Amministrazione comunale di Rapino e dall‟ Arch. Cipressi (trasposizione del rilievo LiDAR sulle tavole del P.R.E. di Rapino scala 1:2.000 e sul C.T.R.N. Regione Abruzzo scala 1:5.000) risulta che le quote riportate su cigli e piedi di scarpata fanno riferimento ad un ellissoide di rotazione (quota altimetrica). Pertanto bisogna sottrarre a tali quote 50 metri per ottenere la quota sul livello del mare (quota ortometrica).

28 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 5.2 FATTIBILITÀ GEOMORFOLOGICA DELL’AREA IN STUDIO L‟area studiata è stata suddivisa in Zone come da Piano Regolatore Esecutivo (Fig. 17).

Il rilevamento di campagna ha permesso il riconoscimento diretto delle forme e dei processi legati a diversi agenti morfogenetici; in particolare si è rilevata la presenza predominante delle forme generate dall‟azione della forza di gravità e dall‟erosione delle acque correnti superficiali. In seguito all‟individuazione di queste forme, si è prestata una particolare attenzione allo stato di attività, fondamentale nella formulazione di ipotesi attendibili circa la futura evoluzione geomorfologica dell‟area in studio. Lo stato di attività delle forme si distingue in: Attiva: rientrano in questa definizione tutte quelle forme e depositi legati a processi in atto all‟epoca del rilevamento e/o ricorrenti a cicli stagionali. Quiescenti: le forme e i depositi sono messi in luce da evidenze geomorfologiche o testimonianze storiche di funzionamento nell‟attuale sistema morfoclimatico e morfodinamico e che, non avendo esaurito la loro evoluzione hanno una concreta possibilità di riattivarsi.

Fig. 17 – Quadro d’unione costruito sulla carta geomorfologica del P.A.I. relativo alla suddivisione del territorio di Rapino in zone come da P.R.E.

5.2.a Forme e processi legati all’attività delle acque superficiali Le acque superficiali incidono in maniera determinante sulla stabilità dei versanti e sulla evoluzione geomorfologica del territorio innescando, molte volte, fenomeni erosivi e di scalzamento al piede con formazione di fenomeni franosi. Le forme, i processi e i depositi legati a questo tipo di erosione sono in questa zona molto sviluppate, in relazione, naturalmente anche alla natura litologica delle aree interessate; per questo motivo si procederà, di seguito, ad una loro descrizione completa.

5.2.a.1 Aree a dilavamento diffuso e concentrato Le acque di scorrimento superficiale sono responsabili della formazione di forme di dilavamento prevalentemente diffuso e concentrato. Queste forme e processi legati alle acque superficiali si sviluppano soprattutto in destra idrografica del Fosso l‟Arsella (posto ad est del centro storico di Rapino) ma anche nelle restanti aree d‟ impluvio dei torrenti e dei fossi come il Torrente Vesola San Martino, l‟affluente sinistro del Fosso

29 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 l‟Arsella che costeggia ad ovest il centro storico di Rapino, e il Fosso Sterparo che incide più ad ovest (Fig. 17).

5.2.a.2 Scarpate di erosione fluviale o torrentizia. Secondo le Norme Tecniche di Attuazione del Piano Stralcio di Bacino per l‟Assetto Idrogeologico “Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi” (P.A.I.) le Scarpate sono le rotture naturali del pendio, di qualsiasi origine e litologia, con angolo (a) maggiore di 45° e altezza (H) maggiore di 2 metri; detti limiti di inclinazione ed altezza non valgono per le Scarpate di Frana attive o quiescenti (di cui al punto 3 del presente allegato F). Non sono considerate scarpate le pareti artificiali di cava, comprese quelle storiche o dimesse, gli sbancamenti stradali, ecc. Gli elementi fisici che definiscono una scarpata sono (Fig. 18): · Ciglio: linea di rottura a monte, dove la pendenza aumenta bruscamente; · Piede: linea di rottura a valle, dove la pendenza diminuisce bruscamente; · Fronte: area di raccordo fra ciglio e piede; · Angolo (a): inclinazione del fronte; · Altezza (H): dislivello tra il ciglio ed il piede della scarpata; · Tetto: area a monte del ciglio; · Pedata: area a valle del piede. Con i termini interno ed esterno si intendono la direzione dal fronte della scarpata verso il Tetto e verso la Pedata, rispettivamente.

Fig. 18 – Fisiografia di scarpata.

30 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Quando il fronte presenta rotture di pendio multiple (scarpata multipla), la massima ampiezza della pedata affinché la scarpata sia considerata unica è pari a 1/2 dell'altezza della scarpata per altezze fino a 20 metri e, per altezze eccedenti i 20 metri, ad ulteriore 1/4 dell'altezza della scarpata. Gli elementi cartografati sul Piano (P.A.I.) appartengono a tre categorie genetiche di scarpate a loro volta dotate di più tipologie interne: A - Strutturali (faglie) B - Di Frana (nicchie di distacco) C - Erosive (incisione di corpi sedimentari). Sullo stesso ciglio di scarpata si può manifestare più di una di queste categorie. Sono escluse le scarpate artificiali, nei limiti stabiliti al punto 2 del presente Allegato F. I corpi sedimentari incisi della categoria C appartengono a quattro tipologie principali: C1 - Terrazzo costiero Depositi fluviali ghiaiosi e depositi litorali ghiaiosi e sabbiosi: corpi progradanti complessivamente con granulometria dei depositi crescente verso l‟alto stratigrafico. C2 - Terrazzo fluviale Depositi fluviali ghiaiosi e sabbiosi: corpi a litologia mista complessivamente con granulometria dei depositi decrescente verso l‟alto stratigrafico. C3 - Colmamento di valle intermontana Depositi ghiaiosi e sabbiosi del canale assiale della valle e depositi lacustri: corpi interdigitati di litologia ghiaiosa, sabbiosa e limosa, travertini e sartumi in proporzioni varie. C4 - Conoide pedemontana Depositi di ghiaie e massi del sistema di canali trasversali all‟asse vallivo: corpi a litologia grossolana crudamente stratificati con occasionali livelli di limi lateralmente discontinui. I depositi di conoide (C4), in particolare, hanno spesso età pre-quaternaria e frequentemente esprimono scarpate in roccia; per i fronti dei depositi sciolti di conoide, comunemente del Quaternario recente, in letteratura è anche in uso la specifica denominazione di Scarpate in Detrito.

31 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 All‟interno dell‟area studiata (Fig. 17) sono molto diffuse le scarpate di erosione fluviale o torrentizia (C2) classificate ai sensi dell‟allegato F delle N.T.A. del P.A.I. come scarpate che generano pericolosità da scarpata (Ps) (Fig. 19).

Fig. 19 – Stralcio della carta della pericolosità da frana del P.A.I. relativo al territorio di Rapino. Relativamente alle zone del Piano Regolatore Esecutivo (P.R.E.) del Comune di Rapino (Fig. 17), si andranno a descrivere i risultati ottenuti dal rilevamento geologico e geomorfologico e dalle successive elaborazioni cartografiche derivanti dalla sovrapposizione e dall‟analisi dei dati di campagna e pregressi (Relazione geologica del P.R.E. del Comune di Rapino redatta dal Dott. Geol. L. Marinelli, 6.1998, Studio di Microzonazione Sismica di Livello 1 del territorio del Comune di Rapino redatto dal Dott. Geol. Giovanni Barone, Relazione Tecnica OBEN del rilievo delle scarpate e Fogli 361E - 370E della Carta delle Acclività in scala 1:25.000 - All. 4, della Carta Geomorfologica in scala 1:25.000 - All.7, della Carta della Pericolosità da Frana in scala 1:25.000 - All.11 e della Carta del Rischio da Frana in scala 1:25.000 - All.12). Nella zona A (Centro Storico – Colle Ceso), come si può osservare in cartografia (Fig. 20), sono presenti due orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato non attivo (All.7 P.A.I.). Tali scarpate, orientate NNE-SSW, di lunghezza pari a, rispettivamente, 1391 metri (ID A1a) e 663 (ID A2 – foto 8 di Fig. 22), presentano acclività media di 30° - 40°. Sono poste ad ovest rispetto al centro storico e sono costituite da conglomerati eterometrici alternati a sabbie e limi (AVM4b-

32 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Pleistocene superiore) e da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni di sabbie e limi (AVM1b-base del Pleistocene superiore). Dal rilievo LiDAR, commissionato dal Comune di Rapino alla Ditta OBEN S.r.l., è possibile attribuire le seguenti quote altimetriche per quanto riguarda i cigli e i piedi di scarpata sopra descritte (Fig.21).

Fig. 20 – Carta geomorfologica sovrapposta alla carta della pericolosità da frana del P.A.I. relativa alla zona del Centro Storico – Colle Ceso (A) nel Comune di Rapino.

33 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 À Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non Quiescente Quiescente Quiescente STATO DI ATTIVIT DI STATO frana frana GENESI torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia Orlo di scarpata di di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi degradazione e/o di di e/o degradazione di e/o degradazione ETÀ p.p. p.p. p.p. (FMTa) (FMTa) (FMTa) (AVM4b) (AVM1b) (AVM4b) (AVM4b) (AVM4b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM4b) (AVM1b) superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pliocene sup.- Pliocene sup.- Pliocene sup.- Pliocene LITOLOGIA sabbioso-limose sabbioso-limose sabbioso-limose matrice sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni Conglomerati clasto-sostenuti in in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati grigio o grigio-azzurro,o grigio massiveo grigio-azzurro,o grigio massiveo grigio-azzurro,o grigio massiveo di 5-10 cm alternati a sabbie e limi e sabbie a 5-10 alternati di cm limi e sabbie a 5-10 alternati di cm limi e sabbie a 5-10 alternati di cm limi e sabbie a 5-10 alternati di cm Argille ed argille marnose di colore colore di marnose argille ed Argille colore di marnose argille ed Argille colore di marnose argille ed Argille di 5-10 cm alternati a sabbie e limi. e sabbie a 5-10 alternati di cm Conglomerati eterometrici, con clasti clasti con eterometrici, Conglomerati clasti con eterometrici, Conglomerati clasti con eterometrici, Conglomerati clasti con eterometrici, Conglomerati clasti con eterometrici, Conglomerati laminate con intercalazioni sabbiose e e sabbiose intercalazioni con laminate e sabbiose intercalazioni con laminate e sabbiose intercalazioni con laminate N-S N-S N-S N-S E-W E-W E-W NNE-SSW NNE-SSW NNE-SSW NNW-SSE NNE-SSW NNE-SSW NNE-SSW DIREZIONE 663 716 644 265 814 906 338 264 343 222 369 1391 1245 1287 LUNGHEZZA (m) LUNGHEZZA À(°) 15°-30° 15°-40° 15°-30° 10°-15° 10°-15° 10°-15° 10°-15° 10°-15° 15°-40° 15°-30° 15°-30° 10°-15° 10°-15° 10°-15° ACCLIVIT 408486- 417453- 409330- 408394- 390384- 493462- 462460- 489499- 430496- 429499- 440448- NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON MORFOMETRIASCARPATADELLA QUOTA PIEDE (altimetrica) PIEDE QUOTA 411489- 436481- 416335- 416391- 392389- 390407- 503466- 466463- 494500- 432501- 432501- 475485- 443451- 385412,5- QUOTA CIGLIO (altimetrica) CIGLIO QUOTA A2 A3 A4 A5 A6 A7 A8 A1a A9a A9b A10 A11 A12 A13 ID SCARPATA ID AREA

CENTRO STORICO CENTRO STORICO CENTRO STORICO CENTRO STORICO CENTRO STORICO CENTRO STORICO CENTRO STORICO CENTRO STORICO CENTRO STORICO CENTRO STORICO CENTRO STORICO CENTRO STORICO CENTRO STORICO CENTRO STORICO

Fig. 21 – Tabella zona A Centro Storico - Colle Ceso.

34 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133

Fig. 22 – Documentazione fotografica relativa agli orli di scarpate di erosione fluviale o torrentizia ID A2 e ID A3.

Sempre nella zona A (Fig. 20), a nord del centro storico, sono presenti altre due scarpate di erosione fluviale o torrentizia in stato non attivo (All.7 P.A.I.), orientate E-W, che rappresentano la prosecuzione delle scarpate precedentemente descritte. La loro lunghezza è pari a, rispettivamente, 716 metri (ID A3 – foto 6 e 7 di Fig. 22) e 644 (ID A4). Tali scarpate presentano acclività media di 15° - 30° e sono costituite da conglomerati eterometrici, con clasti di 5 – 10 cm, alternati a sabbie e limi (AVM4b-Pleistocene superiore). Dal rilievo LiDAR è stato possibile attribuire la quota altimetrica a cigli e piedi delle scarpate (Fig.21). Nello stesso settore, poco più a nord, troviamo una scarpata orientata E-W di egual genesi, stato di attività, acclività e composizione litologica, di lunghezza pari a 265 metri (ID A5). Per quanto concerne il settore posto ad est del centro storico, si osservano (Fig. 20) due orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato quiescente, orientati entrambi N-S, di lunghezza pari a, rispettivamente, 814 metri (ID A6) e 906 (ID A7). Queste scarpate, aventi acclività media di 10° - 15° (Fig.21), sono costituite da argille ed argille marnose di colore grigio o grigio azzurro laminate con intercalazioni sabbiose (FMTa Pliocene superiore – Pleistocene p.p.). Nella porzione posta a sud del centro storico di Rapino si rileva una scarpata in stato non attivo, di direzione variabile da N-S a NNE-SSW, di lunghezza pari a 338 metri nel primo tratto (ID A9a) e

35 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 264 metri nel secondo tratto (ID A9b). Le scarpate di cui sopra, aventi acclività media di 15°- 30°, sono costituite da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni di sabbie e limi (AVM1b-base del Pleistocene superiore). Per le quote relative al ciglio e al piede si rimanda alla tabella di figura 21. Immediatamente più a sud si osserva un orlo di scarpata, in stato non attivo, orientato NNW-SSE, avente una lunghezza pari a 343 metri (ID A10). Questa scarpata presenta una acclività media di 15°- 30° ed è costituita da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni di sabbie e limi (AVM1b-base del Pleistocene superiore). Attraverso il rilievo LiDAR è stato possibile attribuire le quote del ciglio e del piede di tale scarpata

(Fig. 21). Infine, nel settore posto ad ovest del centro storico, precisamente a S-W, sono stati cartografati altri due orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato non attivo, orientati NNE-SSW e di lunghezza pari a, rispettivamente, 1245 metri (ID A11) e 1287 metri (ID A12). Queste scarpate presentano acclività media di 15° - 30° (ID A11) e 10° - 15° (ID A12) e sono costituite rispettivamente da conglomerati eterometrici, con clasti di 5 – 10 cm, alternati a sabbie e limi (AVM4b-Pleistocene superiore) e da argille ed argille marnose di colore grigio o grigio azzurro laminate con intercalazioni sabbiose (FMTa Pliocene superiore – Pleistocene p.p.). Per le quote, ottenute dal rilievo LiDAR, relative ai cigli e ai piedi di scarpata, si rimanda anche in questo caso alla tabella di figura 21. Nella zona B (Case Nuove - Ortaglio), osservando in cartografia (Fig. 23), sono presenti due orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato quiescente (All.7 P.A.I.), orientati NNW-SSE, di lunghezza pari a, rispettivamente, 304 metri (ID B2) e 317 metri (ID B3). Tali scarpate, aventi acclività media 10° - 15°, poste nel settore centro-orientale della zona B, precisamente ad est della località Case Nuove, sono costituite da argille ed argille marnose di colore grigio o grigio azzurro laminate con intercalazioni sabbiose (FMTa Pliocene superiore – Pleistocene p.p.). Si precisa che gran parte della zona B non è coperta dal rilievo LiDAR pertanto è stata usata come cartografia base la Carta Tecnica Regionale in scala 1:5.000.

36 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133

Fig. 23 – Carta geomorfologica sovrapposta alla carta della pericolosità da frana del P.A.I. relativa alla zona di Case Nuove - Ortaglio (B) nel Comune di Rapino. Nel settore centrale della zona B (Fig. 23), precisamente a sud di Case Nuove, sono presenti altri due orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato quiescente (All.7 P.A.I.), orientati NNE-SSW, la cui lunghezza è pari a, rispettivamente, 920 metri (ID B4) e 1200 (ID B5). Queste scarpate presentano acclività media di 15° - 30° e sono costituite da argille ed argille marnose di colore grigio o grigio azzurro laminate con intercalazioni sabbiose (FMTa Pliocene superiore – Pleistocene p.p.). Verso il settore meridionale della zona B troviamo due scarpate; la prima, orientata NNE-SSW, di egual genesi, stato di attività e composizione litologica rispetto alle scarpate precedentemente descritte, avente una lunghezza pari a 1040 metri (ID B6a) e una acclività media di 15° - 40°, e la seconda, con direzione NE-SW, la cui lunghezza è pari a, 702 metri (ID B7). Questa scarpata, avente anch‟essa acclività media di 15° - 40°, è costituita da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni di sabbie e limi (AVM1b-base del Pleistocene superiore) e rappresenta la prosecuzione della scarpata B5 descritta in precedenza. Le quote ortometriche (metri s.l.m.) relative ai cigli di scarpata sono state ricavate dal C.T.R.N. della Regione Abruzzo scala 1:5.000. Tali quote, cosi ricavate, sono state convertite in quote altimetriche aggiungendo l‟ellissoide di rotazione (cfr. Cap. 1.1).

37 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Per quanto concerne il settore posto a SW di Case Nuove, si osservano due orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato quiescente, orientati entrambi N-S, di lunghezza pari a, rispettivamente, 280 metri (ID B8) e 299 metri (ID B9). Tali scarpate, aventi acclività media di 10° - 15°, sono costituite da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni di sabbie e limi (AVM1b-base del Pleistocene superiore). Sempre nella zona B (Fig. 23), ad ovest di Case Nuove, è stato rilevato un orlo di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato non attivo, distinto in due segmenti orientati N-S e NNW- SSE. La lunghezza dei due segmenti è pari a, rispettivamente, 924 metri (ID B10a) e 304 metri (ID B10b – foto 9 Fig. 24).

Fig. 24 – Documentazione fotografica relativa agli orli di scarpate di erosione fluviale o torrentizia ID B10b e ID C1a. L‟acclività media risulta essere di 30° - 40° e questi due tratti di scarpata presentano una composizione litologica costituita da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni di sabbie e limi (AVM1b-base del Pleistocene superiore). Dal rilievo LiDAR è stato possibile attribuire una quota ai cigli e ai piedi di tali scarpate (Fig.25). Infine è stato individuato e cartografato un orlo di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato non attivo che costeggia ad est località Case Nuove. La scarpata presenta direzione NNE-SSW, lunghezza pari a 761 metri (ID B11) e acclività media uguale a 10° - 15°. Dal punto di vista litologico è costituita da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni

38 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 di sabbie e limi (AVM1b-base del Pleistocene superiore). Per le quote, ottenute dal rilievo LiDAR, relative ai cigli e ai piedi di scarpata, si rimanda anche in questo caso alla tabella di figura 25. À Attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non Quiescente Quiescente Quiescente Quiescente Quiescente Quiescente Quiescente Quiescente Quiescente Quiescente STATO DI ATTIVIT DI STATO frana frana frana GENESI torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia Orlo di scarpata di di scarpata Orlodi di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi degradazione e/o di di e/o degradazione di e/o degradazione di e/o degradazione ETÀ sup.- sup.- sup.- sup.- sup.- sup.- (FMTa) (FMTa) (FMTa) (FMTa) (FMTa) (FMTa) Pliocene Pliocene Pliocene Pliocene Pliocene Pliocene Pliocene (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene LITOLOGIA laminate con intercalazioni intercalazioni con laminate intercalazioni con laminate intercalazioni con laminate intercalazioni con laminate intercalazioni con laminate intercalazioni con laminate sabbiose e sabbioso-limose e sabbiose sabbioso-limose e sabbiose sabbioso-limose e sabbiose sabbioso-limose e sabbiose sabbioso-limose e sabbiose sabbioso-limose e sabbiose matrice sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni Conglomerati clasto-sostenuti in in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati grigio o grigio-azzurro,o grigio massiveo grigio-azzurro,o grigio massiveo grigio-azzurro,o grigio massiveo grigio-azzurro,o grigio massiveo grigio-azzurro,o grigio massiveo grigio-azzurro,o grigio massiveo Argille ed argille marnose di colore colore di marnose argille ed Argille colore di marnose argille ed Argille colore di marnose argille ed Argille colore di marnose argille ed Argille colore di marnose argille ed Argille colore di marnose argille ed Argille N-S N-S N-S N-S NE-SW NE-SW NNW-SSE NNW-SSE NNE-SSW NNE-SSW NNW-SSE NNE-SSW NNE-SSW NNE-SSW DIREZIONE 289 304 317 920 372 702 280 299 924 304 761 512 1200 1040 LUNGHEZZA (m) LUNGHEZZA À(°) 10° - 15°-10° 15°-10° 15°-10° 30°-15° 30°-15° 40°-15° 40°-15° 40°-15° 15°-10° 15°-10° 30°-15° 30°-15° 40°-15° 40°-15° ACCLIVIT 510474- 529482- MORFOMETRIASCARPATADELLA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON 474RILEVATA NON - QUOTA PIEDE (altimetrica) PIEDE QUOTA 460472- 415438- 415440- 410450- 410465- 587536- 591470- 553574- 548574- 476550- 513476- 532485- 500552- 545585- QUOTA CIGLIO (altimetrica) CIGLIO QUOTA B1 B2 B3 B4 B5 B7 B8 B9 B6a B6b B11 B12 B10a B10b ID SCARPATA ID AREA ORTAGLIO ORTAGLIO ORTAGLIO ORTAGLIO ORTAGLIO ORTAGLIO ORTAGLIO ORTAGLIO ORTAGLIO ORTAGLIO ORTAGLIO ORTAGLIO ORTAGLIO ORTAGLIO CASE NUOVE- CASE NUOVE- CASE NUOVE- CASE NUOVE- CASE NUOVE- CASE NUOVE- CASE NUOVE- CASE NUOVE- CASE NUOVE- CASE NUOVE- CASE NUOVE- CASE NUOVE- CASE NUOVE- CASE NUOVE- CASE Fig. 25 – Tabella zona B Case Nuove - Ortaglio. Nella zona C (Vicenne - Contrada Foce), come da suddivisione P.R.E. del Comune di Rapino (Fig. 17), osservando in cartografia (Fig. 26) si rileva la presenza di un orlo di scarpata di erosione

39 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 fluviale o torrentizia in stato non attivo, orientato NNE-SSW, di lunghezza pari a 1941 metri (ID C1a - foto 10 Fig. 24). Tale scarpata, avente acclività media pari a 15° - 30°, posta nel settore centro meridionale della zona e a SW rispetto al centro storico, rappresenta la prosecuzione naturale della scarpata indicata con ID A1a ed è costituita da conglomerati eterometrici alternati a sabbie e limi

(AVM4b-Pleistocene superiore). Dal rilievo LiDAR, eseguito dalla Ditta OBEN S.r.l., è stato possibile attribuire le quote altimetriche relative a ciglio e piede di scarpata (Fig.27).

Fig. 26 – Carta geomorfologica sovrapposta alla carta della pericolosità da frana del P.A.I. relativa alla zona di Vicenne - Contrada Foce (C) nel Comune di Rapino. In figura 26, nel settore centro-orientale della zona C, nei pressi della località Vicenne, sono presenti altri due orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato non attivo, suddivisi rispettivamente in tre e due segmenti. Per quanto riguarda l‟orlo contrassegnato con l‟ID C2, esso è suddiviso in C2a, C2b e C2c; i tre segmenti sono orientati rispettivamente N-S, NNE-SSW e N-S e presentano una lunghezza pari a 312 (C2a), 428 (C2b) e 325 metri (ID C2c). Queste scarpate hanno acclività media di 15° - 30° e sono costituite da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni di sabbie e limi (AVM1b-base del Pleistocene superiore). Per le quote, ottenute dal rilievo LiDAR, relative ai cigli e ai piedi di scarpata, si rimanda anche in questo caso alla tabella di figura 27. Sempre rimanendo nel settore di SW rispetto al centro storico di Rapino si osserva l‟orlo di scarpata di erosione fluviale o torrentizia contrassegnato con l‟ID C3. Il primo

40 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 segmento (ID C3a), orientato NNW-SSE, avente una lunghezza pari a 718 metri, classificato come non attivo, è costituito da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con

intercalazioni di sabbie e limi (AVM1b-base del Pleistocene superiore). Il segmento (ID C3b) presenta egual genesi, acclività (15° - 30°) e composizione litologica mentre si differenzia per lunghezza (pari a 441 metri) e stato di attività (quiescente). Le quote, relative a cigli e piedi di scarpata, sono consultabili nella tabella (Fig.27). À Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non Quiescente Quiescente Quiescente Quiescente STATO DI ATTIVIT DI STATO GENESI torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia Orlo di scarpata di di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione ETÀ (AVM4b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM4b) (AVM4b) superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene limi limi limi limi limi limi limi LITOLOGIA a sabbie e limi e sabbie a limi e sabbie a limi e sabbie a in matrice sabbioso-siltosa matrice in sabbioso-siltosa matrice in sabbioso-siltosa matrice in sabbioso-siltosa matrice in sabbioso-siltosa matrice in sabbioso-siltosa matrice in sabbioso-siltosa matrice in Conglomerati eterometrici, eterometrici, Conglomerati eterometrici, Conglomerati eterometrici, Conglomerati con intercalazioni di sabbie e e sabbie di intercalazioni con e sabbie di intercalazioni con e sabbie di intercalazioni con e sabbie di intercalazioni con e sabbie di intercalazioni con e sabbie di intercalazioni con e sabbie di intercalazioni con con clasti di 5-10 cm alternati 5-10alternati di cm clasti con 5-10alternati di cm clasti con 5-10alternati di cm clasti con Conglomerati clasto-sostenuti clasto-sostenuti Conglomerati clasto-sostenuti Conglomerati clasto-sostenuti Conglomerati clasto-sostenuti Conglomerati clasto-sostenuti Conglomerati clasto-sostenuti Conglomerati clasto-sostenuti Conglomerati N-S N-S N-S NNE-SSW NNE-SSW NNW-SSE NNW-SSE NNE-SSW NNE-SSW NNE-SSW DIREZIONE 312 428 325 718 441 165 745 1941 1530 1759 LUNGHEZZA (m) LUNGHEZZA À(°) 15° - 30°-15° 30°-15° 30°-15° 30°-15° 30°-15° 30°-15° 30°-15° 30°-15° 30°-15° 30°-15° ACCLIVIT MORFOMETRIASCARPATADELLA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON 486 - NON RILEVATA486 NON - 487RILEVATA- NON RILEVATA487 NON - 521RILEVATA- NON RILEVATA521 NON - 530RILEVATA- NON 461RILEVATA- NON QUOTA PIEDE (altimetrica) PIEDE QUOTA 489577- 547490- 490546- 546572- 572543- 543554- 550540- 575535- 587493- 565462- QUOTA CIGLIO (altimetrica) CIGLIO QUOTA C4 C5 C6 C7 C2c C2a C2b C3a C3b C1a ID SCARPATA ID FOCE FOCE FOCE FOCE FOCE FOCE FOCE FOCE FOCE FOCE AREA VICENNE- VICENNE- VICENNE- VICENNE- VICENNE- VICENNE- VICENNE- VICENNE- VICENNE- VICENNE- CONTRADA CONTRADA CONTRADA CONTRADA CONTRADA CONTRADA CONTRADA CONTRADA CONTRADA CONTRADA CONTRADA

Fig. 27 – Tabella zona C Vicenne - Contrada Foce. 41 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Infine, nel settore occidentale della zona C (Fig. 26), nei pressi di Contrada Foce, sono stati rilevati due orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato quiescente (All.7 P.A.I.), orientati NNE-SSW, la cui lunghezza è pari a, rispettivamente, 1759 metri (ID C4) e 1530 metri (ID C5). Queste scarpate presentano acclività media di 15° - 30° e sono costituite da conglomerati eterometrici alternati a sabbie e limi (AVM4b - Pleistocene superiore). Come da quadro d‟unione relativo alle zone del P.R.E. del Comune di Rapino (Fig. 17), proseguendo verso nord si passa alla descrizione della zona D denominata Coste Micucci - Madonna della Libera (Fig. 28). Nel settore nord di suddetta zona, nei pressi della zona industriale di Rapino, è presente un orlo di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato quiescente, situato in destra idrografica del Fosso Sterparo, orientato NNE-SSW, avente una lunghezza pari a 576 metri (ID D1) e acclività media di 10° - 15°. Tale scarpata è composta da conglomerati eterometrici alternati a sabbie e limi (AVM4b Pleistocene superiore). Le quote relative a ciglio e piede di scarpata sono state attribuite e inserite all‟interno della tabella di figura 29.

Fig. 28 – Carta geomorfologica sovrapposta alla carta della pericolosità da frana del P.A.I. relativa alla zona di Coste Micucci - Madonna della Libera (D) nel Comune di Rapino. Sempre nella zona D (Fig. 28), rispettivamente in sinistra e destra idrografica del Fosso Sterparo, sono presenti altri due orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato quiescente (All. 7 P.A.I.), orientati NNE-SSW e E-W e aventi acclività media di 10° - 15°. La loro lunghezza è pari a

42 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 120 metri (ID D2) e 138 (ID D3). Dal punto di vista litologico sono costituite da conglomerati eterometrici, con clasti di 5 - 10 cm, alternati a sabbie e limi (AVM4b - Pleistocene superiore). Dal rilievo LiDAR è stato possibile attribuire le quote ai cigli e ai piedi di tali scarpate (Fig. 29). À Non attivo Non Quiescente Quiescente Quiescente Quiescente Quiescente STATO DI ATTIVIT DI STATO GENESI torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia Orlo di scarpata di di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione ETÀ (AVM4b) (AVM4b) (AVM4b) (AVM4b) (AVM4b) (AVM1b) superiore superiore superiore superiore superiore superiore Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene limi LITOLOGIA a sabbie e limi e sabbie a limi e sabbie a limi e sabbie a limi e sabbie a limi e sabbie a in matrice sabbioso-siltosa matrice in Conglomerati eterometrici, eterometrici, Conglomerati eterometrici, Conglomerati eterometrici, Conglomerati eterometrici, Conglomerati eterometrici, Conglomerati con intercalazioni di sabbie e e sabbie di intercalazioni con con clasti di 5-10 cm alternati 5-10alternati di cm clasti con 5-10alternati di cm clasti con 5-10alternati di cm clasti con 5-10alternati di cm clasti con 5-10alternati di cm clasti con Conglomerati clasto-sostenuti clasto-sostenuti Conglomerati N-S E-W NNE-SSW NNE-SSW NNE-SSW NNE-SSW DIREZIONE 576 120 138 335 111 1007 LUNGHEZZA (m) LUNGHEZZA À(°) 10° - 15°-10° 15°-10° 15°-10° 15°-10° 15°-10° 15°-10° ACCLIVIT 456449- 456433- MORFOMETRIASCARPATADELLA NON RILEVATA NON RILEVATA NON 412 - NON RILEVATA412 NON - 454RILEVATA- NON QUOTA PIEDE (altimetrica) PIEDE QUOTA 436-392 420392- 460457- 458455- 458434- 423422- QUOTA CIGLIO (altimetrica) CIGLIO QUOTA D1 D2 D3 D4 D5 D6 ID SCARPATA ID AREA COSTE COSTE COSTE COSTE COSTE COSTE COSTE Fig. 29 – Tabella zona D Coste Micucci - MICUCCI- MICUCCI- MICUCCI- MICUCCI- MICUCCI- MICUCCI- MADONNA MADONNA MADONNA MADONNA MADONNA MADONNA MADONNA DELLA LIBERA DELLA LIBERA DELLA LIBERA DELLA LIBERA DELLA LIBERA DELLA LIBERA DELLA Madonna della Libera. Nel settore nord, a SW rispetto alla scarpata contrassegnata con l‟ID D1, sono presenti due orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato quiescente, situati rispettivamente in destra e 43 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 sinistra idrografica del Fosso Sterparo, orientati N-S e NNE-SSW, aventi lunghezza pari a 335 (ID D4) e 942 metri (ID D5) e acclività media di 10° - 15°. Suddette scarpate sono composte da conglomerati eterometrici alternati a sabbie e limi (AVM4b Pleistocene superiore). Anche in questo caso, le quote relative a ciglio e piede di tale scarpata sono state attribuite e inserite all‟interno della tabella di figura 29. Infine, ancora più ad ovest rispetto alla zona industriale, è presente un orlo di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato non attivo, orientato NNE-SSW, di lunghezza pari a 595 metri (ID D6) e avente acclività media di 10° - 15°. Questa scarpata è costituita da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni di sabbie e limi (AVM1b - base del Pleistocene superiore). All‟interno della zona E (Madonna di Carpineto - Borgo Piano Giardino), nei pressi del Campo Sportivo Comunale, come si può osservare in cartografia (Fig. 30), sono presenti due orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato non attivo, orientati NNE-SSW, di lunghezza pari a, rispettivamente, 499 metri (ID E1) e 780 metri (ID E2 – foto 1 e 2 Fig. 30 ). Tali scarpate, aventi acclività media di 15° - 30°, sono costituite da conglomerati eterometrici alternati a sabbie e limi

(AVM4b-Pleistocene superiore). Dal rilievo LiDAR è stato possibile attribuire le quote altimetriche relative a cigli e piedi delle scarpate (Fig.31).

Fig. 29 – Carta geomorfologica sovrapposta alla carta della pericolosità da frana del P.A.I. relativa alla zona di Madonna di Carpineto - Borgo Piano Giardino (E) nel Comune di Rapino. 44 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Fig. 30 – Documentazione fotografica relativa a l’orlo di scarpata di erosione fluviale o torrentizia ID E2.

Nel settore centro-orientale, nelle vicinanze di Madonna di Carpineto, si osserva un gruppo di 4 scarpate di erosione fluviale o torrentizia. Si tratta, nello specifico, delle scarpate contrassegnate con ID E3-E4-E5 e E6. La prima (ID E3), situata in sinistra idrografica rispetto al Torrente - Vesola San Martino, in stato non attivo e con orientazione N-S, è caratterizzata da una lunghezza pari a 709 metri e da una litologia costituita da conglomerati eterometrici alternati a sabbie e limi (AVM4b- Pleistocene superiore). L‟acclività media è corrispondente a quella delle scarpate descritte in precedenza (10° - 15°). La seconda scarpata (ID E4), anch‟essa posta in sinistra idrografica del Torrente Vesola - San Martino, orientata NNE-SSW, di lunghezza pari a 404 metri e costituita da conglomerati eterometrici alternati a sabbie e limi (AVM4b-Pleistocene superiore), è stata classificata come quiescente. Per quanto riguarda l‟acclività media, essa è indicata pari a 15° - 30°. Infine le ultime due scarpate di erosione fluviale o torrentizia, situate ad est di Madonna di Carpineto e poste, rispettivamente, in sinistra (ID E5) e destra (ID E6) idrografica del Torrente Vesola - San Martino, sono classificate come quiescenti. Suddette scarpate presentano direzione N- S e NNE-SSW, lunghezza pari a 295 metri (ID E5) e 942 metri (ID E6) e acclività media uguale a 15° - 30°. Dal punto di vista litologico sono costituite da conglomerati eterometrici alternati a sabbie e limi (AVM4b-Pleistocene superiore). Per le quote, ottenute dal rilievo LiDAR, relative ai cigli e ai piedi di scarpata, si rimanda alla tabella di figura 31. 45 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Nel settore orientale di questa zona (Fig. 29), nei pressi della località Arsenale, è presente un orlo di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato non attivo, orientato N-S, avente una lunghezza pari a 431 metri (ID E7) e acclività media di 15° - 30°. Tale scarpata è composta da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni di sabbie e limi (AVM1b-base del Pleistocene superiore). Nel settore occidentale, in prossimità delle località Coste Micucci e Casa Martino, sono presenti altri tre orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato non attivo (All.7 P.A.I.), orientati NE-SW, la cui lunghezza è pari a, rispettivamente, 177 metri (ID E8), 212 (ID E9) e 87 (E10). Queste scarpate presentano acclività media di 15° - 30° e 10° - 15° e sono costituite da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni di sabbie e limi

(AVM1b-base del Pleistocene superiore). Le quote relative a ciglio e piede di scarpata sono state attribuite e inserite all‟interno della tabella di figura 31.

46 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 À Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non Quiescente Quiescente Quiescente STATO DI ATTIVIT DI STATO GENESI torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia Orlo di scarpata di di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione ETÀ (AVM4b) (AVM4b) (AVM4b) (AVM4b) (AVM4b) (AVM4b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) (AVM1b) superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore superiore Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene limi limi limi limi LITOLOGIA a sabbie e limi e sabbie a limi e sabbie a limi e sabbie a limi e sabbie a limi e sabbie a limi e sabbie a in matrice sabbioso-siltosa matrice in sabbioso-siltosa matrice in sabbioso-siltosa matrice in sabbioso-siltosa matrice in Conglomerati eterometrici, eterometrici, Conglomerati eterometrici, Conglomerati eterometrici, Conglomerati eterometrici, Conglomerati eterometrici, Conglomerati eterometrici, Conglomerati con intercalazioni di sabbie e e sabbie di intercalazioni con e sabbie di intercalazioni con e sabbie di intercalazioni con e sabbie di intercalazioni con con clasti di 5-10 cm alternati 5-10alternati di cm clasti con 5-10alternati di cm clasti con 5-10alternati di cm clasti con 5-10alternati di cm clasti con 5-10alternati di cm clasti con 5-10alternati di cm clasti con Conglomerati clasto-sostenuti clasto-sostenuti Conglomerati clasto-sostenuti Conglomerati clasto-sostenuti Conglomerati clasto-sostenuti Conglomerati N-S N-S N-S NE-SW NE-SW NE-SW NNE-SSW NNE-SSW NNE-SSW NNE-SSW DIREZIONE 87 499 780 709 404 295 942 431 177 212 LUNGHEZZA (m) LUNGHEZZA À° 10° - 15°-10° 15°-10° 15°-10° 30°-15° 30°-15° 30°-15° 30°-15° 30°-15° 15°-10° 15°-10° ACCLIVIT 392363- 372363- 441439- MORFOMETRIASCARPATADELLA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON 372 - NON RILEVATA372 NON - RILEVATA382 NON - 452RILEVATA- NON QUOTA PIEDE (altimetrica) PIEDE QUOTA 372-370 381379- 395366- 387364- 375353- 374367- 432418- 440438- 463453- 445441- QUOTA CIGLIO (altimetrica) CIGLIO QUOTA E1 E2 E3 E4 E5 E6 E7 E8 E9 E10 ID SCARPATA ID DI DI DI DI DI DI DI DI DI DI AREA BORGO BORGO BORGO BORGO BORGO BORGO BORGO BORGO BORGO BORGO MADONNA MADONNA MADONNA MADONNA MADONNA MADONNA MADONNA MADONNA MADONNA MADONNA MADONNA CARPINETO- CARPINETO- CARPINETO- CARPINETO- CARPINETO- CARPINETO- CARPINETO- CARPINETO- CARPINETO- CARPINETO-

Fig. 31 – Tabella zona E Madonna di Carpineto - Borgo Piano Giardino.

47 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 La zona F (Borgo Lucina) comprende i fabbricati a nord del centro storico, il Cimitero comunale e località Col di Lana. A NW, in corrispondenza della rotatoria della Strada Statale N. 263 Val di Foro, in località Coste dei Micucci, si osserva un orlo di scarpata di erosione fluviale o torrentizia, in stato non attivo, orientato anch‟esso NE-SW, di lunghezza pari a 207 metri (ID F1) e costituito da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni di sabbie e limi

(AVM1b-base del Pleistocene superiore). L‟acclività media è pari a 15° - 30°. Dalla cartografia (Fig. 32), ad ovest del Cimitero si nota la presenza di una scarpata di erosione fluviale in stato non attivo, con direzione N-S, che costeggia la Strada Statale N.263 Val di Foro. Tale scarpata, di lunghezza pari a 371 metri (ID F2), è costituita da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni di sabbie e limi (AVM1b-base del Pleistocene superiore) e presenta una acclività media di 15° - 40°. Immediatamente a nord del Cimitero, individuato in destra idrografica del Fosso l‟Arsella, si osserva un orlo di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato non attivo. Suddetta scarpata è suddivisa in due tratti orientati, rispettivamente, N-S (ID F3a) e NNW-SSE (ID F3b) e di lunghezza pari a 125 e 416 metri. Entrambi sono costituiti da conglomerati eterometrici alternati a sabbie e limi (AVM4b-Pleistocene superiore) e presentano acclività media pari a 10° - 15°. I dati relativi alle quote sono riportati parzialmente nella tabella di figura 33.

Fig. 32 – Carta geomorfologica sovrapposta alla carta della pericolosità da frana del P.A.I. relativa alla zona di Borgo Lucina (F) nel Comune di Rapino. 48 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Poco più a nord si identifica un orlo di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato quiescente, anch‟esso suddiviso in due tratti orientati, rispettivamente, NNE-SSW (ID F4a) e N-S (ID F4b) e di lunghezza pari 128 e 580 metri. Questa scarpata presenta una acclività media di 10° - 15° ed è costituita da sabbie, ghiaie e limi fluviali dell'alveo e della piana alluvionale attuale, conglomerati e sabbie dei conoidi ad essa eteropici (Olob-Olocene). Infine, in destra idrografica rispetto al Fosso l‟Arsella, è presente una scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato quiescente, di lunghezza pari a 487 metri (ID F5) e orientazione N-S. L‟acclività media risulta essere di 10 ° - 15° mentre dal punto di vista litologico, tale scarpata, è costituita da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso siltosa con intercalazioni di sabbie e limi

(AVM1b-base del Pleistocene superiore). À Non attivo Non attivo Non attivo Non attivo Non Quiescente Quiescente Quiescente STATO DI ATTIVIT DI STATO GENESI torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia torrentizia Orlo di scarpata di di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione di scarpata Orlodi o fluviale erosione ETÀ (Olob) (Olob) Olocene Olocene (AVM1b) (AVM1b) (AVM4b) (AVM4b) (AVM1b) superiore superiore superiore superiore superiore Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene Pleistocene e limi e limi e LITOLOGIA conoidi ad essaeteropici ad conoidi essaeteropici ad conoidi Sabbie, ghiaie e limi fluviali fluviali limi e ghiaie Sabbie, fluviali limi e ghiaie Sabbie, matrice sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni sabbioso-siltosa con matrice limi e sabbie di intercalazioni Conglomerati eterometrici, con con eterometrici, Conglomerati con eterometrici, Conglomerati Conglomerati clasto-sostenuti in in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati in clasto-sostenuti Conglomerati dell'alveo e della piana alluvionale alluvionale piana della e dell'alveo dei sabbie e conglomerati attuale, alluvionale piana della e dell'alveo dei sabbie e conglomerati attuale, clasti di 5-10 cm alternati a sabbie sabbie a 5-10alternati di cm clasti sabbie a 5-10alternati di cm clasti N-S N-S N-S N-S NE-SW NNW-SSE NNE-SSW DIREZIONE 207 371 125 416 128 550 492 LUNGHEZZA (m) LUNGHEZZA À(°) 15° - 30°-15° 40°-15° 15°-10° 15°-10° 15°-10° 15°-10° 15°-10° ACCLIVIT MORFOMETRIASCARPATADELLA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON RILEVATA NON QUOTA PIEDE (altimetrica) PIEDE QUOTA 418416- 410408- 362354- 354364- 350344- 340344- 342340- QUOTA CIGLIO (altimetrica) CIGLIO QUOTA F1 F2 F5 F3a F4a F3b F4b ID SCARPATA ID DI AREA BORGO BORGO BORGO BORGO BORGO BORGO BORGO LUCINA LUCINA LUCINA LUCINA LUCINA LUCINA MADONNA MADONNA CARPINETO- Fig. 33 – Tabella zona F Borgo Lucina. 49 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 L‟ultima zona (G - Borgo Pretara, Fig. 34), situata a NW dell‟area di studio, è caratterizzata dalla presenza di soli tre orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia localizzati a nord della zona industriale nei pressi di località Pretara.

Fig. 34 – Carta geomorfologica sovrapposta alla carta della pericolosità da frana del P.A.I. relativa alla zona di Borgo Pretara (G) nel Comune di Rapino. Le prime due scarpate in stato quiescente, orientate NNE-SSW, aventi lunghezza pari a, rispettivamente, 515 metri (ID G1 - sinistra idrografica Fosso Sterparo) e 574 metri (ID G2 - destra idrografica Fosso Sterparo), presentano un‟acclività media di 10° - 15° e sono costituite da conglomerati eterometrici alternati a sabbie e limi (AVM4b - Pleistocene superiore). I dati relativi alle quote sono riportati parzialmente nella tabella di figura 35. In fine si rileva un piccolo orlo di scarpata di erosione fluviale o torrentizia in stato non attivo, orientato NE-SW, di lunghezza pari a 130 metri (ID G3). Tale segmento si è originato ed è costituito da conglomerati clasto sostenuti in matrice sabbioso – siltosa con intercalazioni di sabbie e limi del Pleistocene superiore (AVM1b).

MORFOMETRIA DELLA SCARPATA AREA ID SCARPATA LITOLOGIA ETÀ GENESI STATO DI ATTIVITÀ QUOTA CIGLIO (altimetrica) QUOTA PIEDE (altimetrica) ACCLIVITÀ (°) LUNGHEZZA (m) DIREZIONE Conglomerati eterometrici, (AVM4b) Orlo di scarpata di BORGO G1 388 - 363 NON RILEVATA 10° - 15° 515 NNE-SSW con clasti di 5-10 cm alternati Pleistocene erosione fluviale o Quiescente PRETARA a sabbie e limi superiore torrentizia

Conglomerati eterometrici, (AVM4b) Orlo di scarpata di BORGO G2 391 - 363 NON RILEVATA 10° - 15° 574 NNE-SSW con clasti di 5-10 cm alternati Pleistocene erosione fluviale o Quiescente PRETARA a sabbie e limi superiore torrentizia Conglomerati clasto-sostenuti (AVM1b) Orlo di scarpata di BORGO in matrice sabbioso-siltosa G3 380 - 371 NON RILEVATA 10° - 15° 130 NE-SW Pleistocene erosione fluviale o Non attivo PRETARA con intercalazioni di sabbie e superiore torrentizia limi Fig. 35 – Tabella zona G Borgo Pretara. 50 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 5.2.a.3 L’approfondimento dell’alveo L‟analisi dei corsi d‟acqua che insistono nel sub bacino del Torrente Vesola San Martino, del sub bacino del Torrente l‟Arsella (foto 3 di Fig. 36) e dei fossi principali (Fosso San Siro, Fosso Sterparo e Fosso Balzanello) ha evidenziato la presenza di tratti di alveo in approfondimento.

Fig. 36 – Documentazione fotografica relativa all’approfondimento degli alvei torrentizi.

5.2.b Processi, forme e depositi legati alla gravità L‟azione dell‟attività gravitativa nell‟area in esame interessa le zone che insistono sulle formazioni prevalentemente argillose. Questo fenomeno non può prescindere dalla presenza di coltri superficiali eluvio – colluviale e/o depositi detritici, più o meno spessi, responsabili in parte di detti movimenti. Spesso, infatti i fenomeni franosi sono in relazione alle coltri di alterazione superficiali e sono rappresentati da movimenti di scorrimento e colamento, che possono coinvolgere masse alterate della formazione limoso-argillosa. Le azioni che alterano gli equilibri naturali di un versante sono molteplici: le principali cause predisponenti sono quelle connesse ai fattori geologici, morfologici e idrogeologici come la forma e le dimensioni dei corpi geologici, la diversità litologica, la giacitura degli strati, l‟alterazione, la permeabilità e la pendenza e quelle determinanti legate alla combinazione di più fattori, compresi quelli dovuti al decadimento delle proprietà meccaniche dei terreni interessati anche a seguito di un evento sismico.

51 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 5.2.b.1 Le frane

Le frane sono state definite da Varnes come un movimento controllato dalla gravità che può essere superficiale o profondo, rapido o lento, in roccia o in terra.

CLASSIFICAZIONE DELLE FRANE PROPOSTA DA VARNES La classificazione del Varnes si basa sulla tipologia della superficie di scorrimento e subordinatamente sul tipo di materiale coinvolto nella frana. In questa trattazione si terrà conto esclusivamente delle tipologie che coinvolgono i versanti esaminati. Cause predisponenti: rocce lapidee massive o stratificate, fratturate, alterate e/o carsificate in versanti molto ripidi. Cause determinanti: escursione termica, gelo e disgelo, azione erosiva di acque superficiali alla base del versante, sollecitazioni sismiche e azioni antropiche. A) Crolli Per crollo si intende il movimento di caduta in aria libera di materiali di qualunque dimensione e tipologia (rocce, detriti e terre). È un fenomeno da rapido a estremamente rapido, caratteristico di pendii molto acclivi, fino ad essere aggettanti (Fig. 37).

Fig. 37 - Frana per crollo (Varnes, 1958 ).

Generalmente il distacco avviene in corrispondenza di superfici di discontinuità molto inclinate e preesistenti, non sono rare comunque le superfici di neoformazione. Tali discontinuità sono costituite generalmente da: giunti di stratificazione, piani di faglia, fratturazione tettonica, fessurazione di varia natura, piani di scistosità o di laminazione, superfici di contatto tra materiali aventi caratteristiche geomeccaniche differenti.

52 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 I materiali spostati quando raggiungono il piano campagna, se la morfologia lo consente, possono continuare il movimento a salti e rimbalzi lungo il versante. Il distacco iniziale, la caduta a terra e i successivi impatti possono provocare un‟intensa frantumazione del materiale coinvolto, in diversi elementi di dimensioni molto variabili. Il materiale accumulato alla base dei versanti, se le condizioni morfologiche lo consentono, può essere coinvolto in successivi movimenti gravitativi. I fenomeni di crollo presentano un‟elevata pericolosità causata dall‟alta energia cinetica coinvolta, dai tempi di evoluzione estremamente rapidi (dell‟ordine dei secondi) e da una notevole difficoltà di previsione. Tale tipologia di frana è diffusa lungo i versanti del centro storico di Rapino. Ne sono un esempio i numerosi crolli in materiale detritico - ghiaioso sabbioso che ha interessato le zone di San Giovanni (Codice IFFI 0690079500) e di San Lorenzo (Codice IFFI 0690610100).

Fig. 46 – Carta geomorfologica della zona del centro storico di Rapino dove si evidenziano le frane da crollo in materiale detritico - ghiaioso sabbioso che hanno interessato le zone di San Giovanni (Codice IFFI 0690079500) e di San Lorenzo (Codice IFFI 0690610100).

Fig. 38 – Carta geomorfologia relativa alle frane da crollo presenti lungo i versanti del centro storico di Rapino.

53 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 B) Ribaltamenti (topples) Cinematica: moto di ribaltamento frontale del materiale che ruota intorno ad un punto posto al di sotto del baricentro della massa. Si possono avere successivi sviluppi in crolli e/o scorrimenti.

Fig. 39 - Frana per ribaltamento (Varnes, 1958 ). Cause predisponenti: rocce non lapidee costituenti, ad esempio, terrazzi morfologici composti da detrito e rocce lapidee massive o stratificate, fratturate, alterate e/o carsificate in versanti molto ripidi. Cause determinanti: escursione termica, gelo e disgelo, azione erosiva di acque superficiali alla base del versante (caso dei terrazzi morfologici), sollecitazioni sismiche e azioni antropiche.

C1) Scorrimenti traslativi (rock slide) Cinematica: moto di traslazione del materiale per superamento della resistenza al taglio. Il movimento avviene lungo superfici di discontinuità poco scabrose e preesistenti (stratificazioni, laminazioni, fratturazioni ecc).

Fig. 40 - Frana per movimento traslativo (Varnes, 1958 ).

Cause predisponenti: rocce a comportamento plastico (terre e detrito), rocce lapidee massive o stratificate, fratturate, alterate e/o carsificate a franapoggio uguale o minore del versante. Cause determinanti: escursione termica, gelo e disgelo, azione erosiva di acque superficiali alla base del versante, sollecitazioni sismiche, azioni antropiche. Quindi tutte le cause naturali e non che fanno diminuire la resistenza al taglio lungo le superfici di discontinuità. Questa tipologia di frana è presente nella zona B di Case Nuove – Ortaglio rispettivamente con un orlo di scarpata di degradazione e/o di frana in stato attivo (Codice IFFI 0690466700 – ID B6b – Fig. 41) e un orlo quiescente (Codice IFFI 0690486900 – ID B12). 54 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133

Fig. 41 – Stralcio della carta geomorfologica del P.A.I. relativo alle frane della zona B di Case Nuove – Ortaglio (Codice IFFI 0690466700 ID B6b - Codice IFFI 0690486900 – ID B12). Ad ovest del capoluogo (Zona A Centro Storico – Colle Ceso Fig. 20) è presente un corpo di frana di egual cinematismo ma in stato non attivo con una scarpata di frana con stesso stato di attività (Codice IFFI 0690487100 – ID A13 Fig. 42).

Fig. 42 – Stralcio della carta geomorfologica del P.A.I. relativo alla frana della zona A del Centro Storico – Colle Ceso (Codice IFFI 0690487100 – ID A13).

C2) Scorrimenti rotazionali (rock slump) Cinematica: moto di rotazione del materiale che avviene attorno ad un punto esterno al versante. Tale punto di rotazione risulta situato al di sopra del baricentro della massa in movimento. Il movimento lungo la superficie di neoformazione avviene per superamento della resistenza al taglio del materiale. Tale tipologia di movimento interessa sia rocce che terreno sciolto. La morfologia risultante dopo l‟innesco di tale tipologia di frana é data da una forma arcuata.

55 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133

Fig. 43 - Frana per scorrimento rotazionale (Varnes, 1958 ). Cause. predisponenti: presenza di sequenze sedimentarie a comportamento plastico nella maggior parte dei casi e subordinatamente a comportamento attritivo come arenarie e similari. Cause determinanti: infiltrazione di acque meteoriche o antropiche, sollecitazioni sismiche e azioni antropiche quali sbancamenti, trincee e appesantimenti dei versanti. Frane per scorrimento rotazionale in stato quiescente sono presenti nel sub-bacino del Torrente l‟Arsella (Fig.44) . Sia in destra idrografica (Codice IFFI 0690487600) che in sinistra idrografica (Codice IFFI 0690027000) del sopracitato torrente sono presenti anche i loro orli di scarpata di frana anch‟essi in stato quiescente (ID A8 – Fig. 21, ID B1 – Fig. 24).

Fig. 44 – Stralcio della carta geomorfologica del P.A.I. relativo alle frane della zona A del Centro Storico – Colle Ceso (Codice IFFI 0690487600 ID A8 - Codice IFFI 0690027000 ID B1)

56 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 D) Espansioni laterali (lateral spreads) Cinematica: il movimento interessa masse rocciose lapidee fratturate e sovrapposte a rocce a comportamento molto plastico. Il movimento si realizza per mobilitazione dei blocchi lapidei fratturati a comportamento rigido che seguono e accentuano le deformazioni presenti nel sottostante litotipo a comportamento plastico.

Fig. 45 - Frana per espansioni laterali (Varnes, 1958 ).

Cause predisponenti: rocce/terreni a comportamento plastico sovrastate da rocce lapidee massive o stratificate e/o fratturate a comportamento rigido. Cause determinanti: incremento delle pressioni interstiziali del substrato plastico o del carico piezometrico nelle rocce rigide sovrastanti spesso con elevata permeabilità per fratturazione.

E) Colamenti Cinematica: come dice la parola stessa tali frane danno origine a vere e proprie colate che possono essere in roccia o in terra. In quest‟ultimo caso, frequentemente la colata si ha per raggiungimento del limite liquido dei terreni coinvolti (argille, argille limose e limi argillosi). La superficie di scorrimento non è mai ben definita, si parla infatti di “banda di scorrimento”. Colate in rocce lapidee: lente colate con annesse deformazioni plastiche che interessano sequenze stratigrafiche in giacitura molto inclinata. La velocità di tali colate varia in base al contenuto in acqua. Colate in terra: movimenti plastici a velocità molto variabile. Si possono individuare i seguenti tipi di colate:  debris flow (colate di detrito molto rapide)  block flow (colate rapide di blocchi)  soil creep (colate superficiali estremamente lente)  soliflusso (lobi superficiali estremamente lenti)  silt flow (colate di limi da rapide a molto rapide)  wet sand or silt flow (colate rapide di sabbia satura o di limi saturi)  earth flow (colate di terra da rapide a molto rapide)  dry sand flow (colate rapide di sabbia asciutta)  loess flow (colate rapide di loess)

57 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133

Fig. 46 - Frana per colamento (Varnes, 1958 ). Cause predisponenti: substrati argillosi, arenaceo – sabbiosi alterati e coltri eluvio – colluviali accompagnati a morfologia acclive e presenza di acqua sono da ritenersi cause predisponenti. Cause determinanti: incremento delle pressioni interstiziali e raggiungimento del limite plastico.

F) Frane complesse Cinematica: combinazioni tra le tipologie di frane sopra citate di cui non è possibile definire correttamente l‟estensione considerando che possono agire in concomitanza oppure in diversi stadi.

58 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 6 ZONAZIONE E FATTIBILITÀ GEOMORFOLOGICA

Al fine di ottenere una compatibilità geologica generale degli interventi e delle previsioni, rispetto alla strumentazione urbanistica vigente nel Comune di Rapino, si è provveduto alla elaborazione di una zonazione del territorio interessato dalla Variante del Piano Regolatore Esecutivo. Partendo dalla Relazione geologica del P.R.E. del Comune di Rapino, redatta dal Dott. Geol. L. Marinelli, 6.1998, si sono sovrapposti ad essa gli elaborati geologici e geomorfologici nonché la Carta dell‟Acclività specie nelle aree non perimetrie del suddetto studio. In particolare alla Carta di Stabilità – Edificabilità (Dott. Geol. L. Marinelli, 1998) sono state sovrapposte la Carta Geologica (Sezione Orsogna 1:10.000 Foglio 361 “Chieti”), la Carta Geomorfologica in scala 1:5.000, la Carta delle Acclività (All. 4 del Piano Stralcio di Bacino per l‟Assetto Idrogeologico “Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi”) e gli elaborati cartografici dello Studio di Microzonazione Sismica di Livello 1 del territorio del Comune di Rapino redatto dal Dott. Geol. Giovanni Barone. In una prima fase, dopo aver elaborato una carta geomorfologica relativa alle singole aree di progetto del P.R.E. (vedi cap. 5), si è provveduto ad una rielaborazione della carta di pericolosità da frana (Fig. 47) esclusivamente per quanto riguarda la pericolosità da scarpata (Ps) utilizzando in modo critico anche il rilievo LiDAR.

Fig. 47 – Carta della Pericolosità da frana modificata riguardante la zona del Centro Storico – Colle Ceso. 59 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Successivamente si è provveduto alla georeferenziazione delle tavole relative alla Codificazione delle strategie Coerenti: Zonizzazione Centro Storico – Colle Ceso, Zonizzazione Case Nuove – Ortaglio, Zonizzazione Madonna di Carpineto – Borgo Piano Giardino, Zonizzazione Coste Micucci – Madonna della Libera, Zonizzazione Borgo Lucina, Zonizzazione Borgo Pretara e Zonizzazione Vicenne – Contrada Foce, al fine di valutare gli interventi proposti sul territorio dalla Variante del Piano Regolatore Esecutivo del Comune di Rapino. Tali tavole, cosi georeferenziate, sono state sovrapposte alla carta di pericolosità da frana modificata (Fig. 48).

Fig. 48 – Sovrapposizione della Carta della Pericolosità da frana modificata sulla tavola relativa alla Codificazione delle strategie Coerenti - Zonizzazione Centro Storico – Colle Ceso.

In una fase successiva, avvalendosi della consultazione della Carta di Stabilità – Edificabilità, redatta dal Dott. Geol. L. Marinelli per il P.R.E. si è potuto effettuare una valutazione cartografica relativa alla pericolosità da scarpata. Tale valutazione riguarda, in particolare, l‟edificato esistente e le aree interessate dal Piano Regolatore Esecutivo del territorio comunale.

60 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 6.1 CARTA DELL’ACCLIVITÀ I fattori morfologici desunti dalle C.T.R.N. in possesso, hanno permesso la realizzazione della Carta dell‟Acclività nella quale il territorio comunale viene classificato in relazione al valore cliviometrico rilevato. Tale Carta assume particolare rilevanza in quanto evidenzia la potenziale instabilità dei versanti determinata, in primo luogo, dai fattori geometrici di forma, lunghezza ed altezza. Per la realizzazione della Carta delle Acclività è necessario stabilire a priori il numero e l‟ampiezza delle classi di pendenza. Il numero varia generalmente da 2 a 10 mentre l‟ampiezza dell‟intervallo dei valori di ciascuna classe può essere fissa o variabile. Il Centro di Studi Fitosociologici ed Ecologici di Montpellier, in accordo con diversi autori (Guerra, Motriol, 1978), propone la classificazione riportata nella Figura 49:

Classe Pendenze % Tipo di rilievo I 0 – 2 pianeggiante II 3 – 5 soave III 6 – 8 moderato IV 9 – 15 moderatamente accentuato V 16 – 25 accentuato VI > 25 molto accentuato

Fig. 49 - Classi di pendenza secondo il Centro di Studi Fitosociologici ed Ecologici di Montpellier.

Il servizio di conservazione del suolo degli USA, ha proposto una classificazione morfologica in base alla pendenza, secondo lo schema riportato nella figura 50:

Morfologia Pendenza in % 1 – Zone pianeggianti < 3 2 – Zone con pendenze soavi 3 – 10 3 – Zone con pendenze moderate 10 – 20 4 – Zone con pendenze accentuate 20 – 30 5 – Zone con pendenze molto accentuate 30 – 50 6 – Scarpate > 50

Fig. 50 - Classi di pendenza secondo il servizio di conservazione del suolo USA.

61 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Stante lo scopo applicativo della carta prodotta è stato deciso di “pesare” le varie classi di acclività eseguendo un‟analisi statistica che tenesse conto della frequenza delle frane per i diversi valori di pendenza. Le classi di acclività utilizzate nella legenda sono state quindi scelte effettuando una analisi preventiva di supporto decisionale, basata sui risultati dell‟incrocio del file Grid delle pendenze reali prodotto nell‟ambito del presente lavoro, con le frane areali così come risultanti dalle carte geomorfologiche Cotir (Bacino del Fiume Sangro) e Aquater (aggiornata dal Dipartimento di Scienze della Terra dell‟Università di Chieti) opportunamente vettorializzate. Tale incrocio ha permesso di calcolare per ciascun corpo di frana la pendenza media ed altre grandezze statistiche utili alla determinazione dell‟intervallo di pendenze nel quale si innesca un dato fenomeno franoso. I risultati di questo incrocio, esplicitati nella tabella seguente, mostrano come alcuni fenomeni di dissesto lento si inneschino già a partire da acclività tra i 3° ed i 5°, salendo per raggiungere un massimo in corrispondenza delle acclività tra 10° e 30°, per poi ridiscendere.

Media delle acclività riscontrate Quantità di occorrenze nel corpo frana 0° e 3° 83 3° e 5° 108 5° e 10° 932 10° e 15° 1.792 15° e 30° 1.904 30° e 45° 148 > 45° 3

Fig. 51 - Valori di acclività delle frane cartografate dalle carte geomorfologiche Aquater e Cotir.

In figura 52 è riportato lo stralcio della Carta delle Acclività del territorio del comune di Rapino. Nella stessa immagine (Fig. 52) è illustrata la legenda con le classi di acclività istituite per la realizzazione della Carta delle Acclività. Le classi individuate sono le seguenti:

CLASSE 0°-3° Pendenza compresa tra lo 0% ed il 5%. CLASSE 3°-5° Pendenza compresa tra il 5% ed il 9% CLASSE 5°-10° Pendenza compresa tra il 9% ed il 18% CLASSE 10°-15° Pendenza compresa tra il 18% ed il 27% CLASSE 15°-30° Pendenza compresa tra il 27% ed il 58% CLASSE 30°-45° Pendenza compresa tra il 58% ed il 100% CLASSE >45° Pendenza maggiore del 100%

62 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133

Fig. 52 - Stralcio della Carta delle Acclività del territorio del comune di Rapino.

63 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 6.2 CARTA DELLA STABILITÀ – EDIFICABILITÀ Si andranno qui a descrivere le classi proposte nella Carta della Stabilità – Edificabilità (Dott. Geol. L. Marinelli, 1998) individuate secondo le seguenti caratteristiche: Aree stabili – edificabili Aree strutturate da depositi alluvionali pleistocenici ghiaiosi e da argille siltose calabriane con acclività inferiore a 10%. Aree mediamente stabili – edificabili Aree strutturate dalle argille siltose calabriane con acclività compresa tra il 10% e il 20%. Irrilevanti le isole instabili. Aree instabili – inedificabili Versanti strutturati dalle argille siltose calabriane con acclività superiori al 20% ed alvei dei corsi d‟acqua torrenziali. Tale carta sintetizza i risultati della sovrapposizione delle cartografie di base precedentemente elaborate dal Dott. Geol. L. Marinelli. Tuttavia nella Carta di Stabilità – Edificabilità, per motivi cronologici, legati ad una successiva pubblicazione sul B.U.R.A. del Piano Stralcio di Bacino per l‟Assetto Idrogeologico “Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi” (P.A.I.) e “Difesa dalle Alluvioni”, non si è tenuto conto di quanto prescritto dalle Norme Tecniche di Attuazione del P.A.I. Pertanto si è provveduto ad una giusta sovrapposizione della cartografia geologica del P.R.E. con la Carta della Pericolosità da Frana (All.11) modificata nella sua componente Ps (Pericolosità da scarpata). Di seguito si andrà ad illustrare il risultato della sovrapposizione delle cartografie sopra citate iniziando dalla zona denominata Centro Storico – Colle Ceso (Fig. 53). Secondo la Variante del P.R.E. del comune di Rapino, all‟interno dell‟area perimetrata nella Carta di Stabilità – Edificabilità, sono previste zone di Completamento (B1, B2, B3 e B4) e di Espansione (C) soprattutto nell‟area del nucleo abitato posto ad ovest rispetto alla zona del Centro Storico (A) dove predomina il vincolo da aree a pericolosità da frana molto elevata P3 (Capo II Artt. 14 e 15 Norme Tecniche di Attuazione del Piano Stralcio di Bacino per l‟Assetto Idrogeologico “Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi”) e il vincolo da Scarpate morfologiche Ps (Capo V Art. 20 Norme Tecniche di Attuazione del Piano Stralcio di Bacino per l‟Assetto Idrogeologico “Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi”). Lo stesso vincolo da scarpata (Ps) legato all‟art. 20 delle N.T.A. del P.A.I. è presente anche in tutte le zone che bordano le aree classificate da Marinelli, 1998 come stabili ed edificabili. Le restanti aree, interessate da fenomeni gravitativi (frane e deformazioni superficiali lente) e processi erosivi come l‟approfondimento degli alvei (Torrente Vesola San Martino, Torrente l‟Arsella, Fosso San Siro, Fosso Sterparo e Fosso

64 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Balzanello - Fig. 36) sono classificate nella Variante P.R.E. (Fig. 48) come zone Agricole ordinarie (E1), zone Agricole di salvaguardia paesaggistica (E2), zone Agricole di salvaguardia idrogeologica (E3) e Verde di rispetto ambientale (Vra).

Fig. 53 – Carta della Stabilità – Edificabilità della zona “Capoluogo” (Centro Storico – Colle Ceso) sovrapposta alla Carta di Pericolosità da frana modificata. La Carta della Stabilità – Edificabilità della zona “Capoluogo” (Fig. 53) comprende anche la Zonizzazione Madonna di Carpineto – Borgo Piano Giardino e in parte la Zonizzazione di Case Nuove Ortaglio. Nella zona di Madonna di Carpineto – Borgo Piano Giardino, posta a nord rispetto al Centro Storico, la Variante del P.R.E. del Comune di Rapino, prevede zone di Completamento (B2 e B3), Orti urbani (Ou), Zona Attrezzature alberghiere (T) Verde pubblico sportivo (Vps), zone Agricole di salvaguardia paesaggistica (E2) e zone Agricole di salvaguardia idrogeologica (E3). Il vincolo da scarpata (Ps), legato all‟art. 20 delle N.T.A. del P.A.I. è presente, non solo in tutte le zone che bordano le aree classificate da Marinelli, 1998 come stabili ed edificabili, ma anche ai bordi del sito che ospita in depuratore comunale. Le restanti aree, interessate da fenomeni gravitativi (frane e deformazioni superficiali lente) e processi erosivi come l‟approfondimento dell‟alveo del Torrente l‟Arsella, sono classificate nella Variante P.R.E. (Fig. 54) come zone Agricole ordinarie (E1) e Verde di rispetto ambientale (Vra).

65 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Fig. 54 – Sovrapposizione della Carta della Pericolosità da frana modificata sulla tavola relativa alla Codificazione delle strategie Coerenti - Zonizzazione – Madonna di Carpineto – Borgo Piano Giardino.

Nella Zonizzazione di Case Nuove - Ortaglio, posta a sud rispetto al Centro Storico, la Variante del P.R.E. del Comune di Rapino, prevede zone di Completamento (B2, B4 e B5), Orti urbani (Ou), zone di Espansione (C), Verde pubblico attrezzato (Vpa) e zone Agricole ordinarie (E1). Nelle aree dove sono presenti fenomeni gravitativi predominano il vincolo da aree a pericolosità da frana elevata (P2) e molto elevata P3 (Capo II – III Artt. 14, 15 e 17 Norme Tecniche di Attuazione del Piano Stralcio di Bacino per l‟Assetto Idrogeologico “Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi”) e il vincolo da Scarpate morfologiche Ps (Capo V Art. 20 Norme Tecniche di Attuazione del Piano Stralcio di Bacino per l‟Assetto Idrogeologico “Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi”). Tali zone, unitamente alle aree in cui sono attivi i processi erosivi, sono destinate a zone Agricole di salvaguardia idrogeologica (E3), zone Agricole di salvaguardia paesaggistica (E2) e Verde di rispetto ambientale (Vra). Le restanti aree, interessate da fenomeni gravitativi (frane e deformazioni superficiali lente) e processi erosivi come l‟approfondimento dell‟alveo del Torrente l‟Arsella, sono classificate nella Variante P.R.E. (Fig. 55) come zone Agricole ordinarie (E1) e Verde di rispetto ambientale (Vra).

66 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Fig. 55 – Sovrapposizione della Carta della Pericolosità da frana modificata sulla tavola relativa alla Codificazione delle strategie Coerenti - Zonizzazione – Case Nuove - Ortaglio.

Per quanto riguarda la zona di Vicenne – Contrada Foce (Fig. 56), posta ad ovest del Centro Storico, si possono osservare due diverse classi di stabilità – edificabilità introdotte da Marinelli, 1998. La prima che interessa il nucleo abitato è classificata stabile – edificabile mentre l‟area posta immediatamente ad ovest di essa è zonata come area mediamente stabile – edificabile nonostante essa sorga sui conglomerati eterometrici alternati a sabbie e limi (AVM4b - Pleistocene superiore). Secondo la Variante del P.R.E., all‟interno dell‟area perimetrata come stabile – edificabile, sono previste zone di Completamento (B3 e B4) e di Orti urbani (Ou). Per quanto riguarda l‟area di Contrada Foce (area ARVS, Marinelli, 1998) essa è zonata come Industriale (D1), Agricola di salvaguardia paesaggistica (E2) e Recupero degrado ambientale (DA). Per quanto riguarda l‟area classificata mediamente stabile – edificabile sono previste zone Agricole ordinarie (E1), zone di Completamento (B4) e zone di Espansione (C27). Inoltre in tutte le zone che bordano le aree classificate come stabili ed edificabili vige il vincolo da Scarpate morfologiche Ps (Capo V Art. 20 Norme Tecniche di Attuazione del Piano Stralcio di Bacino per l‟Assetto Idrogeologico “Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi”).

67 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133

Fig. 56 – Carta della Stabilità – Edificabilità della zona “Vicenne” (Vicenne – Contrada Foce) sovrapposta alla Carta di Pericolosità da frana modificata. Le restanti aree, interessate da fenomeni gravitativi (frane e deformazioni superficiali lente) e processi erosivi come l‟approfondimento degli alvei sono classificate nella Variante P.R.E. (Fig. 57) come zone Agricole ordinarie (E1).

Fig. 57 – Sovrapposizione della Carta della Pericolosità da frana modificata sulla tavola relativa alla Codificazione delle strategie Coerenti - Zonizzazione Vicenne – Contrada Foce.

68 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Si passerà ad illustrare l‟area denominata Coste Micucci – Madonna della Libera, divisa da Marinelli, 1998 in due settori (Coste Micucci e Aree Industriali: Zona “A” e Zona “B”), classificata prevalentemente stabile – edificabile (Fig. 58).

Fig. 58 – Carta della Stabilità – Edificabilità della zona “Coste Micucci” (Coste Micucci – Madonna della Libera) sovrapposta alla Carta di Pericolosità da frana modificata. Nel primo settore (Zona “A”), posto a nord, il P.R.E. prevede zona Industriale (D1), zona Servizi Autovetture (SA) e zona Agricola di salvaguardia paesaggistica (E2). Relativamente al secondo settore (Zona “B”), posto a sud, il P.R.E. prevede zone Piccola industria (D2a, D2b, D2c, D2d, D2e e D2f) e zona Agricola di salvaguardia paesaggistica (E2). Per quanto riguarda una piccola area classificata mediamente stabile – edificabile, posta a SE della zona Coste Micucci – Madonna della Libera, sono previste zone di Completamento (B3) e Verde di rispetto ambientale (Vra). Inoltre, lungo molti orli di scarpata di erosione fluviale o torrentizia del Fosso Sterparo, come previsto dal Capo V Art. 20 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Stralcio di Bacino per l‟Assetto Idrogeologico “Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi”, insiste il vincolo da Scarpate morfologiche (Ps). Nelle restanti aree, interessate da fenomeni gravitativi (frane e deformazioni superficiali lente) e processi erosivi, come l‟approfondimento dell‟alveo di Fosso

69 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Sterparo, la Variante P.R.E. (Fig. 59) prevede zone Agricole ordinarie (E1) e Verde di rispetto ambientale (Vra).

Fig. 59 – Sovrapposizione della Carta della Pericolosità da frana modificata sulla tavola relativa alla Codificazione delle strategie Coerenti - Zonizzazione Coste Micucci – Madonna della Libera.

Anche per la Zonizzazione di Borgo Pretara il P.R.E., come per la zona di Coste Micucci – Madonna della Libera, individua piccole zone di Completamento (B4), zona Industriale (D1), zona Servizi Autovetture (SA) e zone Agricole ordinarie (E1). Il vincolo da scarpata (Ps) legato all‟art. 20 delle N.T.A. del P.A.I. è presente in tutte le zone che bordano le aree interessate da processi erosivi come l‟approfondimento dell‟alveo del Fosso Sterparo. La restante area è classificata nella Variante P.R.E. (Fig. 60) come zona Agricola di salvaguardia paesaggistica (E2).

70 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Fig. 60 – Sovrapposizione della Carta della Pericolosità da frana modificata sulla tavola relativa alla Codificazione delle strategie Coerenti - Zonizzazione Borgo Pretara.

Riguardo la Zonizzazione di Borgo Lucina, lo studio del Geol. Marinelli non ha previsto una classificazione del territorio rispetto alla stabilita – edificabilità. Pertanto si andrà a descrivere esclusivamente la sovrapposizione tra la Carta della Pericolosità da frana modificata e la tavola di Codificazione delle strategie Coerenti - Zonizzazione del Piano Regolatore Esecutivo del Comune di Rapino. Il P.R.E. prevede la zona di rispetto Cimiteriale, alcune zone di Completamento (B2 e B4) e la fascia di rispetto del Tratturo Centurelle - Montesecco. Il vincolo da scarpata (Ps), previsto dall‟art. 20 delle N.T.A. del P.A.I., insiste in tutte le zone che bordano le aree interessate da processi erosivi come l‟approfondimento degli alvei (Torrente Vesola San Martino, Torrente l‟Arsella - Fig. 36). Le restanti aree sono classificate nella Variante P.R.E. (Fig. 61) come zone Agricole ordinarie (E1), zone Agricole di salvaguardia paesaggistica (E2), zone Agricole di salvaguardia idrogeologica (E3) e Verde di rispetto ambientale (Vra).

71 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Fig. 61 – Sovrapposizione della carta della Pericolosità da frana modificata sulla tavola relativa alla Codificazione delle strategie Coerenti - Zonizzazione Borgo Lucina.

72 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 Bibliografia

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74 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133 II - Il bacino idrografico del Fiume Tordino. Geogr. Fis. Din. Quat., 21, 113-129, 1 fig., 2 tabb., 3 carte f.t. Lupia Palmieri E., Centamore E., Ciccacci S., Del Monte M., D„alessandro L., Fredi P., Pugliese F . (2001) - Geomorfologia quantitativa e morfodinamica del territorio abruzzese. III - Il bacino idrografico del Fiume Saline. Geogr.Fis. Din. Quat., 24 (2), 157-176. Lupia Palmieri E., Ciccacci S., Civitelli G., Corda L., D„alessandro L., Del Monte M., Fredi P. & Pugliese F. (1995) - Geomorfologia quantitativa e Morfodinamica del territorio abruzzese: I. Il bacino idrografico del Fiume Sinello. Geogr. Fis. Din. Quat., 18, 31-46, 1 fig., 2 tabb., 3 carte, Torino. Nesci O. & Savelli D. (1986) – Cicli continentali tardo-quaternari lungo i tratti vallivi mediani delle Marche settentrionali. Geogr. Fis. Dinam. Quat., 9, 192-211.

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76 Dott. Geol. Antonio Carabella PhD - Studio di geologia e indagini sismiche - Via Don Minzoni, 51 66016 Guardiagrele (CH) 3384795133