MARTEDì 4 FEBBRAIO 2020 Diodato al 70° Festival della Canzone Italiana, in gara nella categoria Big, canta "", un atto di ribellione che fotografa l'amore nel senso più ampio possibile. È un invito ad abbattere i muri dell'incomunicabilità, Diodato a 2020 con "Fai a farsi sentire, a non soffocare nel silenzio delle incomprensioni, del non Rumore" detto, dove muore ogni umanità.

Scritta e composta da Diodato con la collaborazione per le musiche di Edwyn Roberts, "Fai rumore" è una sinfonia di pensieri ed emozioni che cercano ad ogni costo la propria espressione. Ascoltando il brano la sensazione è quella di vedere scorrere le immagini di un vissuto lontano, CRISTIAN PEDRAZZINI che si mescola in modo indissolubile alle impressioni del presente. La canzone è musicalmente caratterizzata da semplicità e ricercatezza, animata da una delicata prima strofa piano e voce che lascia spazio ad una seconda parte più ritmica e decisa, per poi culminare con l'esplosione del secondo ritornello della voce di Antonio.

"Fai Rumore" farà parte di "Che Vita Meravigliosa", il nuovo album di [email protected] Diodato in uscita il 14 febbraio. Fotografia realista di un vissuto fatto di SPETTACOLINEWS.IT passioni e fragilità, amori, solitudini, cadute e rinascite, il nuovo lavoro di Antonio si contraddistingue anche per uno sguardo attento alla società, ai rapporti tra esseri umani, alle barriere invisibili che caratterizzano il nostro tempo.

"Non credo di essere mai stato così tanto me stesso, d'essere mai stato in grado di mettere così a fuoco il mio vissuto e tutte le sensazioni che mi hanno portato a dare questo titolo prima a una canzone e poi a questo album. - dice Diodato - Ero pronto a condividere, a raccontare questa condizione di perenne viaggiatore, navigante felicemente disperso, di osservatore talvolta malinconico, talvolta disincantato, di eterno bambino innamorato di questa giostra folle".

Un nuovo linguaggio per Diodato e temi sfaccettati attraversati in "Che vita meravigliosa", un album che si configura come un vero e proprio racconto, di sé stesso e della realtà che lo circonda. Lo spirito dell'album è perfettamente rappresentato da una copertina dal sapore fantastico, un'opera di Paolo De Francesco: un disegno di figure retoriche quasi surrealista, dove c'è il conflitto tra l'ambizione di un tutto visibile e la ricerca di una verità nascosta nelle cose e nelle persone. È piena di ritorni alla tracklist: c'è un palazzo - alveare e una piscina di calma apparente che sta per essere sconvolta da un missile, metafora

Pag. 1 / 3 degli accadimenti, del male e del bene che sconvolgono le nostre vite. Sullo sfondo, una fabbrica che richiama nell'immaginazione di Antonio l'Ilva, lo stabilimento siderurgico che ha avvelenato , città per cui lui stesso si batte assiduamente.

Un album composto da 11 brani che rappresenta un'ulteriore evoluzione nella ricerca del suono e nella scrittura che si fa ancor più asciutta e diretta, flusso di coscienza e analisi profonda e scrupolosa di sentimenti innescati dal vissuto del quotidiano.

Il viaggio di Diodato parte da "Che vita meravigliosa", brano manifesto di questo album, inno alla vita, alla gioia e ai dolori che accomunano gli esseri umani. Il brano fa parte della colonna sonora de "La Dea Fortuna", il nuovo film di Ferzan Ozpetek, acclamato da pubblico e critica, in sala dallo scorso dicembre.

Dall'empatia che si prova quasi inaspettatamente per le persone che incrociamo per caso nella nostra quotidianità, racconto di un onesto artigiano del lavoro ne "Il commerciante", la tracklist continua con la connessione intima e profonda di "La lascio a voi questa domenica", la cui sorte del protagonista suicida sotto un treno non scalfisce i passeggeri annoiati.

Annullamento, rassegnazione ma anche e soprattutto consapevolezza di un "noi" giunto alla fine ma che è capace di sopravvivere in un altrove, sono dentro "Fino a farci scomparire".

La bellezza tanto precaria quanto sana e superficiale di un legame che è meglio non inizi mai è in "Ciao, ci vediamo", la stanchezza e la delusione di un sentimento in passato fortissimo, che oggi però si trascina in un vortice di frustrazione nelle note ritmate di "Non ti amo più", i ricordi che tornano a vivere nella nostra memoria, immagini potenti ed evocative nel ricordo presente lasciato da un amore in "Quello che mi manca di te".

Un percorso alla ricerca dell'essenziale invisibile, della consapevolezza della fragilità di fondo degli esseri umani, di cui è possibile rendersi conto osservando la linea continua che esiste tra la nostra interiorità e il mondo che ci circonda, di cui il brano "Alveari" è perfetta espressione.

La malinconia di "Solo", la forza distruttiva interiore che porta alla convinzione che nulla valga veramente la pena, lascia il posto alla positività di "E allora faccio così", che rappresenta il desiderio di riscossa, la forza di rialzarsi dalle cadute della vita e realizzare i propri progetti.

Nel 2020 Diodato sarà live per la prima volta all'Alcatraz di Milano (22 aprile 2020) e all'Atlantico di Roma (29 aprile 2020).

Diodato FAI RUMORE di A. Diodato - E. Roberts - A. Diodato Ed. Carosello C.E.M.E.D./Music Union/Starpoint International Milano - Roma

Sai che cosa penso, Che non dovrei pensare, Che se poi penso sono un animale E se ti penso tu sei un'anima, Ma forse è questo temporale Che mi porta da te, E lo so non dovrei farmi trovare Senza un ombrello anche se Ho capito che Per quanto io fugga Torno sempre a te Che fai rumore qui, E non lo so se mi fa bene,

Pag. 2 / 3 Se il tuo rumore mi conviene, Ma fai rumore sì, Che non lo posso sopportare Questo silenzio innaturale Tra me e te. E me ne vado in giro senza parlare, Senza un posto a cui arrivare, Consumo le mie scarpe E forse le mie scarpe Sanno bene dove andare, Che mi ritrovo negli stessi posti, Proprio quei posti che dovevo evitare, E faccio finta di non ricordare, E faccio finta di dimenticare, Ma capisco che, Per quanto io fugga, Torno sempre a te Che fai rumore qui, E non lo so se mi fa bene, Se il tuo rumore mi conviene, Ma fai rumore sì, Che non lo posso sopportare Questo silenzio innaturale tra me e te. Ma fai rumore sì, Che non lo posso sopportare Questo silenzio innaturale, E non ne voglio fare a meno oramai Di quel bellissimo rumore che fai.

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