Numero II Dei Quaderni Del
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
!"#$%&&"'(%))#*"'ʹ'"+'*")#*&#',-++%'.%$%++-*"%'ʹ'/0'123452' (%))#*"'%$-$%'6&#'78"..%)#'%9#*-'8-*'"'.%$%++"'-,'6&%'.#&7-!6-&)-'8*-,"+-:"#&-'8-*'+͛%*9%',"'.%$%++-*"%;' 7%!!"#',"'69<-*)#'9%*"%'9"+":"%'%'8%!;'5=' !"#$%$&'"()"$(*"%*$+(,-./$0.+($12.,$'.3$&'"("(%*.12.(.(04-.()$(56.)$1$-&(76"8$*09+(7-*(:)$*&-()"66.(;<;= PRESENTAZIONE ’acronimo SCSM sta per Società di Cultura e Storia Militare. Ora, la cultura militare intesa in L senso lato spazia per un numero straordinariamente eterogeneo di oggetti. Per citare alcuni esempi: dall’arte rappresentativa come la pittura e la statuaria alla poetica, dalla semantica ai generi letterari come il romanzo e la memorialistica, dall’architettura all’ingegneria, fino a toccare le cosiddette scienze dello spirito come l’antropologia, la psicologia o la sociologia. I Quaderni, organo ufficiale della SCSM, hanno fin qui preferito presentare ai Soci e ai lettori una selezione di saggi riguardanti soprattutto il classico e sconfinato campo della Storia militare. L’attuale edizione vuol essere invece tutta dedicata all’altro scopo che compare nel nome e dunque negli obiettivi originari della nostra Società, ovvero alla diffusione della cultura militare. Il n. 2 del 2017 si apre, come di consueto, con l’Editoriale del Presidente Gianpaolo Bernardini della Massa, che condensa, in uno stile solo apparentemente discorsivo e conviviale, acute considerazioni ma anche puntuali giudizi, derivati dal panorama degli ultimi avvenimenti di cronaca che in qualche modo hanno interessato o coinvolto il vasto e variegato mondo della cultura e del pensiero non soltanto militari. Tutto ciò senza ledere minimamente la posizione apartitica e apolitica assunta fin dalle origini dalla SCSM. Il medesimo Presidente inaugura poi il numero con un approfondito saggio di cultura militare, frutto delle sue lunghe ricerche sulla storia – dalle origini ai tempi moderni – delle simulazioni di guerra. Siamo certi che, terminata la lettura di Kriegsspiel (o Gioco di Guerra), il lettore rimarrà colpito dalla straordinaria mole di notizie e implicazioni storiche che contiene, nonché assolutamente affascinato da un argomento ignoto al grande pubblico, in quanto pochissimo trattato dalla letteratura e sconosciuto persino a molti tra i più appassionati ed esperti giocatori di wargames. Completa la panoramica dei lavori compresi in questo numero il notevole saggio di Umberto Maria Milizia su uno dei più profondi pittori della corrente dei Macchiaioli, ingiustamente trascurato dalla critica à la page. Giovanni Fattori pittore di butteri e di soldati è il degno lavoro di un critico e storico dell’arte qual è il Vice Presidente della SCSM, che sa tuttavia unire in maniera impareg- giabile la critica e la perfezione descrittiva dei quadri alla profonda conoscenza della storia militare italiana. La qual cosa è una dote pressoché sconosciuta ai comuni storici dell’arte. Ci doveva essere molto altro, ma i nostri Soci sono ben al corrente dei limitati bilanci della SCSM e della conseguente necessità, incresciosa ma ineludibile, di contenere i costi editoriali attraverso la limitazione del numero delle pagine dei Quaderni. In tale ottica la Redazione si duole di dover rimandare al prossimo numero la prevista pubblicazione dell’interessante saggio del Socio Emilio Bonaiti sul corpo degli Arditi – della cui fondazione si è commemorato nel 2017 il centenario – e dell’ultima parte del ponderoso saggio del Socio Angelo Nataloni e di Mauro Antonellini, Sulle ali della Grande Guerra, la storia, gli aerei, gli assi. Parte III/2, gli assi, che pure avevamo annunciato. L’abituale notiziario delle attività dei singoli Soci e della Società nel suo complesso, l’aggiornamento dei saggi inseriti nel sito arsmilitaris.org, nonché le consuete recensioni chiudono degnamente il secondo numero del XVIII anno dei Quaderni della SCSM. La Redazione AVVISO IMPORTANTE Si sono verificati – anche nel recente passato – diversi disguidi nella spedizione dei vari numeri dei Quaderni, che in alcuni casi, fortunatamente limitati, non sono mai stati ricevuti o sono comunque giunti ai destinatari con notevolissimo ritardo. Per ovviare all’inconveniente, già da qualche tempo il Segretario della SCSM informa tutti i Soci, con una comunicazione di posta elettronica, dell’avvenuta consegna alle poste del Quaderno in distribuzione, chiedendo un cenno di conferma alla ricezione del medesimo, in modo da poter tenere sotto controllo la situazione. I Soci tutti sono pregati di voler tenere conto di tale richiesta, segnalando gli eventuali eccessivi ritardi e le mancate ricezioni. 3 CASSINO – IL” MONUMENTO” INCRIMINATO, LA CUI INAUGURAZIONE È STATA SOSPESA. LA FORMA È QUELLA DI UN PARACADUTE APERTO. IN UNA TARGA INSERITA NEL PARACADUTE SAREBBE DOVUTA COMPARIRE LA SEGUENTE SCRITTA, IN TRE LINGUE: “In Memoria e Monito di tutti i Soldati caduti nel 1944 durante la sanguinosa Battaglia di Cassino e delle Vittime Civili di quella terribile guerra” “In Memory and Recognition of the Soldiers of all nations who feel in the bloody Battle of Cassino and all the Civilians Victims of the terrible war” “In Erinnerung und zur Mahnung an alle im Jahre 1944 während der blutigen Schlacht um Cassino gefallen Soldaten und allen Zivilen opfern dieses schrecklichen Krieges” 4 EDITORIALE ari Soci, come ricorderete, nel precedente editoriale ci eravamo riservati di tornare C sull'argomento relativo all'apposizione di una lapide in ricordo di una bambina di tredici anni seviziata e uccisa dai partigiani poco dopo la Liberazione e alle proteste di una certa Associazione. La querelle si è conclusa apponendo una lapide, sì, ma senza alcun specifico riferimento relativo alle circostanze né ai responsabili del fatto. Così la bambina – o meglio, il ricordo della sua barbara fine – ha avuto una parvenza di giustizia e gli oppositori possono vantarsi di aver evitato un possibile vulnus alla loro vulgata. Ciò premesso ci ripromettiamo di non parlare più né di questa Associazione né delle ineffabili iniziative sue e/o di alcuni dei suoi componenti, soprattutto per evitare che anche queste pagine possano divenire un refrain atto solo ad amplificare quel clamore che cercano in ogni modo di suscitare. Cambiando argomento, apprendiamo dai mass-media che è stata sospesa, per evitare possibili turbamenti della memoria e della sensibilità della città di Cassino, l'inaugurazione di una stele commemorativa dedicata a tutti i caduti, militari e civili, in quei terribili mesi del 1944. Sempre dai mass-media abbiamo appreso che per qualcuno questo sarebbe stato uno sfregio alla Guerra di Liberazione; ma non è chiaro se lo "sfregio" sarebbe stato causato dalla presenza alla cerimonia del Generale tedesco Hans-Werner Fritz, Presidente della Confederazione Tedesca Paracadutisti, un’Associazione d’Arma, o dal fatto che la stele ricordi – da quel poco che abbiamo avuto modo di vedere – un paracadute e quindi i Fallschirmjäger tedeschi che lì combatterono. Sul fronte di Cassino si scontrarono durissimamente, per mesi, da una parte truppe tedesche e, dall'altra, truppe americane, inglesi, neozelandesi, australiane, polacche, canadesi e francesi. Queste ultime, composte da reparti coloniali, si distinsero per il valore in battaglia, ma anche e soprattutto per le atroci azioni di saccheggi, violenze e stupri condotte contro la popolazione civile con l'esplicito consenso dei loro superiori. La stessa Abbazia venne distrutta senza un motivo valido dai bombardamenti alleati, avendone i tedeschi scrupolosamente rispettata la neutralità fino all'ultimo momento. Non ci risulta che, in occasione delle proteste di cui sopra, sia stato fatto un qualsiasi minimo accenno a tutto ciò, né tanto meno che si sia protestato per la visita fatta pochi mesi fa a Cassino da una delegazione francese fra cui vi erano dei reduci marocchini. Tra l'altro, è lecito dubitare che questi reduci fossero realmente tali, se non altro per motivi anagrafici; se così fosse dovremmo congratularci con loro per la longevità! Quel che più conta: ci riesce difficile credere che, dopo 74 anni, ancora ci sia chi si ostina a ricordare le azioni di una delle parti in conflitto e trascurare – o forse ignorare – tutto il resto. Si parla ancora sempre e solo delle rappresaglie naziste, ma si trascurano ed ignorano quelle altrettanto ignobili degli altri schieramenti. Quindi i paracadutisti tedeschi, il cui valore a Cassino e su tutti gli altri fronti venne riconosciuto dagli stessi Alleati, erano dei soldati, ma nazisti, e questo basta per condannarli per sempre. Seguendo questa perversa logica, allora anche i soldati italiani dell'epoca dovrebbero essere considerati solo come soldati fascisti, almeno fino al 1943; non parliamo poi dei soldati romeni, bulgari, ungheresi … Evidentemente non si vuole considerare che i soldati combattono le guerre volute dai governanti, né si chiedono se ciò sia giusto o meno. Il loro dovere è quello di obbedire, salvo poi scoprire che hanno combattuto una guerra sbagliata per una causa ancor più sbagliata. Chiudiamo queste righe ricordando alcuni frammenti di un passo dello storico israeliano Martin Levi van Creveld (citato in Auftragstaktik nel Quaderno 1/2016): "Un esercito […] che non fuggì, non si disintegrò. Anzi, ostinatamente continuò a combattere. Il soldato tedesco […] non fugge anche quando enormemente inferiore […]”. L'unica e forse ultima motivazione che dette loro il necessario coraggio per continuare a battersi era – pur sapendo che la guerra era persa – la difesa del "sacro" suolo patrio. 5 Tutto questo per dire che, a nostro parere, non