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Sommario

Da dove siamo partiti: il progetto C.A.L.Me...... 4 I risultati del progetto C.A.L.Me...... 4 Il paesaggio ...... 4 Il corso d’acqua ...... 5 La fauna ...... 6 La vegetazione ...... 7 Il masterplan di fattibilità ...... 8 Il Contratto di Fiume ...... 9 IL PROGETTO C.A.L.Me. 2 ...... 13 1 CONTESTO PROGETTUALE ...... 13 Affondi di analisi del contesto territoriale ...... 13 Punti di forza del contesto progettuale ...... 17 Elementi di criticità del contesto progettuale ...... 18 Progetti/pianificazioni collaterali e interazioni con C.A.L.Me. 2...... 22 2 OBIETTIVI DEL PROGETTO ...... 24 UN PROGETTO PER IL TERRITORIO, UN PROGETTO PARTECIPATO...... 24 3 STRATEGIE DI INTERVENTO ...... 26 Azione 1 – Opere di riqualificazione ambientale a Pieve Emanuele (MI) ...... 28 Azione 2 – Opere di riqualificazione ambientale a Locate di Triulzi (MI) ...... 29 Azione 3 – Opere di riqualificazione ambientale a (PV) ...... 31 Azione 4 – Opere di riqualificazione ambientale a (PV) ...... 32 Azione 5 – Opere di riqualificazione ambientale a Torrevecchia Pia (PV) ...... 34 Azione 6 – Opere di riqualificazione ambientale a (PV) ...... 36 Azione 7 – Opere di riqualificazione ambientale a (PV) ...... 38 RIPARTIZIONE DELLE RISORSE ...... 40 DISPONIBILITÀ DELLE AREE ...... 41 PIANO DI MONITORAGGIO...... 44 PIANO DI COMUNICAZIONE ...... 51 MANUTENZIONI ...... 58 RISULTATI ATTESI, CRITERI DI VALUTAZIONE E BENEFICIARI ...... 60 4 ORGANIGRAMMA E DISTRIBUZIONE DELLE COMPETENZE ...... 63 5 ORGANIZZAZIONE ...... 65

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ENTE CAPOFILA...... 65 PARTNER ...... 65 ENTI COFINANZIATORI ...... 68 6 ALLEGATI ...... 71

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Da dove siamo partiti: il progetto C.A.L.Me.

Nel 2013 il progetto C.A.L.Me. (Connettività Ambientale Lambro Meridionale) ha ricevuto il cofinanziamento da parte di Fondazione Cariplo nell’ambito del bando Ambiente “Connessione Ecologica”. Il progetto (2014-2015) ha visto il coinvolgimento del Comune di Pieve Emanuele (ente capofila), dei Comuni di Locate di Triulzi e di Siziano, nonchè della Provincia di Lodi e dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca (partner), di Regione Lombardia – D.G. Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile (cofinanziatore), di A.I.P.O. in qualità di Ente territorialmente interessato e fattivamente partecipe alla fase di progettazione. Lo staff tecnico ha visto il coinvolgimento di numerosi professionisti di diversa estrazione: architetto paesaggista (Studio SAP-Arch. Luigini Pirola), idrogeologo (Coop. Soc. REA, Dott. Mino D’Alessio), botanico (Dott. Patrizia Digiovinazzo – Unimib), faunista (Dott. Simone Masin – Unimib), comunicatore e sito web (Dott. Marco Tessaro), sociologo (prof. Giampiero Nuvolati). Il coordinamento tecnico è stato affidato all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, in particolare alla dott.ssa Patrizia Digiovinazzo. Il progetto si è concluso con due importanti risultati:  la realizzazione di un masterplan complessivo per la fattibilità di opere lungo tutto il fiume Lambro Meridionale, che comprende in totale 15 comuni;  l’attuazione del Contratto di Fiume “Lura-Olona-Bozzente-Lambro Meridionale”, sottoscritto da ben 10 comuni. Questi due risultati non sarebbero stati possibili senza un continuo coinvolgimento degli stakeholders, attraverso focus group mirati, sopralluoghi congiunti e una progettazione condivisa con i diretti interessati, sia per le aree pubbliche che per quelle private. In quest’ultimo senso è stata fondamentale la relazione con gli agricoltori proprietari dei terreni e la mediazione da parte delle amministrazioni comunali.

I risultati del progetto C.A.L.Me.

Il paesaggio Il paesaggio del progetto C.A.L.Me. non è, a prima vista, un paesaggio omogeneo. L’area in qualche modo interessata comprende una ampia fascia del sud Milano, affiancata, ad ovest, alla valle del Lambro Settentrionale, dalla periferia metropolitana al Colle di San Colombano, sui territori di una ventina di Comuni e tre Province: Milano, Lodi e . Su una estensione dell’ambito, verso sud, di circa 30 km, il primo terzo soccombe all’urbanizzato o ne contiene a fatica l’avanzata sulla campagna, mentre gli altri due terzi riconducono, con una certa gradualità, al paesaggio agricolo della media pianura idromorfa e della pianura sabbiosa. Si veda il tipo di utilizzazione agricola prevalente dei terreni dell’area, che rappresentano il margine orientale dell’area di massima espressione della risaia (in grigio nella figura seguente, da SIARL) nel contesto della pianura e milanese L’estensione dell’area di pertinenza dell’ambito di interesse può variare dal minimo dei 40 km2 della fascia di 1 km di larghezza geometricamente definita a cavallo dell’asse del fiume, ai 400 km2 di un contorno geografico esteso.

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Dal punto di vista dimensionale e del paesaggio visibile, il fiume Lambro Meridionale non è un elemento di forte impatto; soprattutto considerate le dimensioni della sua valle e, nella parte centro-meridionale incisa, la sua presenza discreta, limitata ad una fascia verde.

Il corso d’acqua Il Fiume Lambro Meridionale, altrimenti definito torrente, impropriamente, vista la costanza delle sue portate ampiamente alimentate dalla città, o colatore, in riferimento alla sua funzione originaria e attuale di scolo, è in realtà un fiume oggi importante, per funzioni e per caratteri idrologici, forse finora trascurato o sottovalutato. L’intero corso del fiume è stato oggetto di ridefinizione cartografica, sia per riconoscere le dinamiche idrologiche attuali, sia per valutare le effettive superfici vallive, con e senza acqua. Da Conca Fallata, in Milano, alla confluenza nel Lambro Meridionale, lo sviluppo dell’alveo è pari a 46,4 km. L’ampiezza della porzione bagnata, rilevata sulla base di immagini satellitari del marzo 2015, in condizioni di portate significative, risultava di complessivi 1,26 km2, per larghezze d’alveo variabili tra 20 e 40 m, eccezionalmente 50-60. Il fondovalle è però ricco anche di altre aree idriche perifluviali pari a 0,2-0,3 km2 e di tracce di percorsi abbandonati, ben riconoscibili sul 10-15% della superficie della valle. Questa caratteristica è fonte di incremento della qualità naturalistica e vincolo alle trasformazioni d’uso. Si tratta, in buona parte, di tracce di percorsi fluviali disattivati sia dalla evoluzione naturale del fiume, sia dall’intervento antropico di regolazione, molto spesso eccessivo. Soprattutto nelle aree interne o al margine della conurbazione milanese, la artificializzazione del fiume è molto spinta e l’alveo risulta totalmente rettificato. In questi tratti il fiume non può più utilizzare gli spazi morfologicamente attribuibili alla valle e risulta, a meno di eventi alluvionali eccezionali, confinato nel suo alveo artificiale. Più oltre, il fiume diviene molto attivo, con forte dinamica erosiva spondale, limitata però a divagazioni attorno al suo tracciato storico e con apparentemente modesta capacità di incidere i bordi esterni della sua valle. Peraltro i rilievi effettuati segnalano circa 15 km di sponde dell’alveo in erosione e una decina di km ( su 60 totali in destra e sinistra idrografica) di bordi esterni della valle pericolosamente avvicinati dalle divagazioni del corso del fiume. A proposito della dinamica idrologica, occorre sottolineare che sono tuttora diffuse situazioni di pericolosità idraulica lungo il fiume nelle aree arginate, per rischio di sormonto degli argini e per allagamenti retroarginali, e nelle aree di transizione tra area urbanizzata del sud Milano e porzione incisa del fiume in ambito agricolo, anche per la scarsa funzionalità del reticolo idrico minore e la eliminazione graduale degli spazi di laminazione locale delle piene. La situazione più grave e nota di rischio di inondazione è concentrata attorno all’abitato e ad alcuni edifici produttivi della frazione Il Moro di Locate di T., dove è stato nel tempo completamente ostruito o riempito lo spazio utile al deflusso della acque di piena nella fascia perifluviale e alla raccolta delle acque in eccesso provenienti dalle campagne circostanti. Infine da sottolineare anche gli aspetti relativi ai processi antropici di degradazione della qualità delle acque, valutati nel corso del progetto Calme, in relazione alla diffusione di punti di scarico di acque reflue o miste nel fiume. Nonostante le molte incertezze relative alla materia sono stati raccolti dati relativi a 112 punti di scarico idrico nel fiume, comprensivi di sfioratori fognari consortili e comunali/locali, scarichi di depuratori e scarichi indistinti, talvolta presumibilmente di acque miste o anche meteoriche non riconosciute. La gran parte dei dati proviene dal censimento effettuato fino al 2012 da ARPA per il “Progetto Fiumi”. Gli indici di qualità sintetici attualmente adottati dalle metodiche regionali di monitoraggio, utilizzando dati

5 provenienti dalle stazioni di Locate di Triulzi e Sant’Angelo L., indicano un progressivo miglioramento dell’indicatore dello “stato chimico” delle acque, ma un livello da scarso a cattivo degli elementi di qualità biologica e dell’indicatore LIMeco, rappresentativo degli elementi chimico-fisici a sostegno dei biologici.

La fauna Per quanto concerne l’aspetto faunistico, il corso del fiume Lambro Meridionale si configura come un quadro piuttosto disomogeneo, che assomma tratti del corso caratterizzati da comunità faunistiche di indubbio valore conservazionistico, con presenza di specie di avifauna acquatica che esigono habitat complessi e non degradati come svasso maggiore (Podiceps cristatus) e tuffetto (Tachybaptus ruficollis), assieme a tratti di minore qualità e caratterizzati da comunità animali assai più banalizzate e impoverite. La situazione è quindi piuttosto eterogenea lungo tutta l’asta fluviale, anche se, dalle analisi eseguite (elaborato B3.Fauna del progetto C.A.L.Me.), il tratto fluviale più settentrionale, approssimativamente compreso tra i Comuni di Milano e Opera, è caratterizzato da una minor qualità faunistica media, con un popolamento faunistico più povero. Di migliore qualità risultano il tratto intermedio, tra Opera e Landriano, e il tratto meridionale fino alla confluenza con il fiume Lambro. I contesti ambientali di migliore qualità risultano invariabilmente quelli definiti da aree di lanca, di morta o comunque tutti i tratti fluviali a corrente debole, nei quali le variazioni del livello sono modeste e la morfologia spondale più sagomata e digradante consente all’avifauna di trovare cibo e riparo nella vegetazione ripariale. La comunità di uccelli nidificanti è ricca e variegata, comprendendo specie comuni ed ubiquitarie come germano reale (Anas plathyrhynchos) e gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), fino a specie decisamente più rare come tarabuso (Botaurus stellaris), falco di palude (Circus aeruginosus) e mestolone (Anas clypeata). Notevole è la presenza di una garzaia, una colonia riproduttiva di ardeidi, di medie dimensioni presente in una lanca nel Comune di Gnignano, dove il conteggio dei nidi attivi ha permesso di stimare la presenza di circa 200 coppie nidificanti di aironi, tra i quali airone cenerino (Ardea cinerea), garzetta (Egretta garzetta), nitticora (Nyctycorax nictycorax), airone guardabuoi (Bubulcus ibis) e airone bianco maggiore (Ardea alba). Una garzaia di dimensioni minori è stata identificata in posizione più meridionale, nel territorio comunale di Villanterio. Almeno due siti di nidificazione di colonie di gruccione (Merops apiaster) sono altresì state identificate nel tratto centro-meridionale dell’asta fluviale del Lambro Meridionale: questa specie, molto visibile e dal piumaggio variopinto, potrebbe rappresentare un valido spunto per le attività di educazione ambientale nei confronti della popolazione. In conclusione, tra le specie ornitiche di interesse comunitario prioritario incluse in Allegato I della Direttiva 79/409/CE “Uccelli” e rilevate nei siti di indagine lungo l’asta fluviale del fiume Lambro Meridionale possiamo anche elencare: cicogna bianca (Ciconia ciconia), falco di palude (Circus aeruginosus), cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) e martin pescatore (Alcedo atthis). Per contro, l’analisi sulle comunità di fauna alloctona vertebrata e invertebrata ha rivelato come i tratti che si configurano a maggiore diversità faunistica siano anche quelli maggiormente colonizzati da fauna alloctona. Le analisi sono state condotte su tre specie, scelte tra quelle maggiormente invasive e problematiche: nutria (Myocastor coypus), testuggini americane appartenenti al genere Trachemys e gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarckii). Tutti e tre i taxa risultano presenti lungo l’asta fluviale, seppur

6 distribuiti in modo disomogeneo nei vari tratti: la distribuzione ricalca, non sorprendentemente, quella delle comunità di avifauna acquatica.

La vegetazione Il paesaggio seminaturale che circonda il Lambro Meridionale è caratterizzato da fasce riparie che, soprattutto nel tratto più a sud (da Siziano alla foce), seguono il percorso meandriforme del fiume. Le immediate vicinanze sono inoltre costituite da lanche, canali irrigui e da un paesaggio agricolo che, tuttavia, si presenta monotono e poco diversificato. Le rive del fiume sono particolarmente penalizzate in termini di conservazione dell’ecosistema fluviale nel primo tratto, tra Milano e Fizzonasco (in Comune di Pieve Emanuele), laddove l’impermeabilizzazione delle sponde e l’eccessiva urbanizzazione impediscono lo sviluppo di una vera e propria fascia riparia, teoricamente costituita da saliceti, ontanete e boschi misti con olmo, quercia e pioppi. Più a sud e fino alla foce, gli habitat seminaturali talvolta rappresentano fasce residuali a margine del coltivo stesso e, anche per la loro rarità, mantengono un elevato potenziale a livello ambientale. Ci si riferisce in particolare a due tipologie di habitat:  le fasce riparie;  le zone umide. Le fasce riparie hanno un’estensione talvolta ridotta, in termini sia di continuità lungo il corso d’acqua sia di spessore. Solitamente le fasce riparie hanno una profondità di circa 15 m e sono caratterizzate soprattutto da robinia nello strato arboreo, a cui si accompagnano pioppi (Populus nigra), olmi (Ulmus minor), più raramente farnia (Quercus robur) e pioppo bianco (Populus alba).

Tratto di sponda a Torrevecchia Pia

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Lo strato arbustivo è caratterizzato dall’alta frequenza e abbondanza di rovo, a cui seguono il sambuco nero (Sambucus nigra), la robinia arbustiva, il biancospino (Crataegus monogyna), l’acero americano (Acer negundo), l’ailanto (Aiilanthus altissima). Nello strato lianoso, accanto all’edera, dominano Parthenocissus quinquefolia, Sicyos angulatus, ossia specie esotiche infestanti, che tendono a soffocare il sottobosco impedendo l’instaurarsi della vegetazione potenziale. In alcuni punti di rilievo si sono osservati interessanti nuclei boschivi residuali che mantengono le specie legnose proprie del contesto ecologico: a e Siziano piccole fasce riparie con ontani neri (Alnus glutinosa) e salici (Salix alba e Salix caprea), a Opera in prossimità dell’oasi del Lamberin una fascia a ontano nero lungo la pista ciclopedonale, nonché altre fasce con pioppo nero (Populus nigra) e salici, a Landriano e Torrevecchia Pia piccoli nuclei con salici arborei ed arbustivi. Sono state inoltre osservate alcune stazioni di Leucojum aestivum, una geofita molto rara e tipica dei boschi umidi di pianura, a Marzano e a . Le zone umide sono molteplici e identificate per lo più con le lanche. Lungo il corso del fiume si può parlare di un vero e proprio sistema di lanche (se ne sono contate 22 attive lungo il corso d’acqua), moltissime delle quali ricche di vegetazione, che rappresentano un patrimonio di biodiversità con un potenziale elevatissimo, dal momento che garantiscono la sopravvivenza di una comunità igrofila molto complessa e in via di rarefazione, proprio a causa della diminuzione delle zone umide. Alcune di esse sono caratterizzate lungo le sponde da Juncus conglomeratus, diversi carici (Carex flacca, Carex acutiformis), Phragmites australis, talvolta Typha latifolia. Tuttavia nella maggior parte dei casi, trattandosi di habitat molto ombrosi e quindi poco adatti allo sviluppo di una vegetazione erbacea igrofila, le specie maggiormente frequenti sono quelle del sottobosco delle vegetazioni in cui sono avvolte, come l’onnipresente rovo, il sambuco, ma talvolta anche il nocciolo (Corylus avellana), il biancospino (Crataegus monogyna)e il corniolo (Cornus mas).

Il masterplan di fattibilità Uno dei risultati principali del progetto C.A.L.Me. è stato la redazione di studi di fattibilità che, per il tipo di documentazione prodotta, sono assimilabili a progettazioni preliminari. Con tale titolo quindi gli studi sono stati inseriti nella documentazione definitiva inviata a Fondazione Cariplo. Per la stesura di questi studi ci si è avvalsi dei rilievi e dei sopralluoghi preliminarmente condotti dai tecnici professionisti di diverse aree tematiche: geologia, paesaggio, vegetazione, fauna. Per ogni area tematica è stata redatta una carta in grado di sintetizzare sia le criticità che le potenzialità riscontrate lungo il fiume, per un buffer di circa 500 m dalla sponda. Dalle singole carte tematiche è stata dedotta una carta di sintesi delle potenzialità, redatta secondo la metodologia expert-based, tenendo quindi conto sia dei dati oggettivi ottenuti dai sopralluoghi, sia dal giudizio dei singoli professionisti che hanno partecipato al progetto. Tale metodo ha dato come risultato aree con superfici e con un grado di potenzialità talvolta diversi tra loro. Si passa così da superfici piccole con una potenzialità molto significativa, a superfici ampie con una potenzialità ridotta, ma comunque degna di rilievo. Sulla base delle carte così ottenute si è proceduto alla redazione dello studio di fattibilità: data la portata dei dati raccolti e l’interesse da parte dei comuni si è infatti deciso di proporre un unico studio in grado di coprire l’intera asta fluviale.

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Lo studio così ottenuto è stato progettato per essere scomposto in moduli di lavoro in modo che, a seconda del finanziamento a disposizione o dell’interesse del comune/Area Metropolitana/Regione, sia possibile effettuare interventi a lotti, senza perdere di vista l’obiettivo di riqualificazione nel suo insieme. E’ sembrata quest’ultima la scelta di progettazione più adeguata, data la complessità degli interventi e il loro costo totale. I Comuni interessati dal masterplan di fattibilità sono: Opera, Locate di Triulzi, Pieve Emanuele, Siziano, Landriano, Torrevecchia Pia, Magherno, Villanterio, Marzano. Inoltre, d’accordo con le amministrazioni comunali della parte nord del territorio in esame, in particolare Rozzano, Opera, Locate di Triulzi e Pieve Emanuele, ci si è concentrati sugli aspetti di pianificazione territoriale di livello superiore. Nel corso dei sopralluoghi e dei tavoli di lavoro si è infatti convenuto che la risoluzione dei problemi ambientali salienti di questi territori (esondazioni, scarichi inquinanti, regimazione delle sponde, scarsa permeabilità degli spazi laterali al corso d’acqua) deve passare attraverso una pianificazione sovracomunale. I tecnici incaricati del progetto C.A.L.Me. sono stati invitati a diversi momenti di confronto con Regione Lombardia, sia la DG Ambiente che a DG Territorio, con A.I.P.O. e con il Consorzio Villoresi, durante i quali sono state sollevate le criticità legate sia agli aspetti idrogeologici che ambientali. Da questi tavoli tecnici sul Lambro Meridionale sono emersi spunti e ipotesi di lavoro che Regione Lombardia inserirà nello studio idraulico che sta coordinando (approvato con DGR 4996 del 30/03/2016) e di cui A.I.P.O. ha tenuto conto nella redazione del proprio masterplan progettuale su tutta l’asta del fiume.

Il Contratto di Fiume Un importante risultato del progetto è stato l’avvio del Contratto di Fiume da parte dei comuni che si affacciano sul Lambro Meridionale. I Contratti di fiume sono strumenti di programmazione negoziata volti alla riqualificazione dei bacini fluviali. Il processo che caratterizza i Contratti di Fiume si basa sulla co-pianificazione, ovvero su un percorso che vede un concreto coinvolgimento e una sostanziale condivisione degli obiettivi da raggiungere da parte di tutti gli attori coinvolti. Il concetto di "riqualificazione dei bacini", nell'ambito dei Contratti di Fiume, è inteso nella sua accezione più ampia e riguarda tutti gli aspetti paesistico-ambientali del territorio. Dal punto di vista amministrativo, il Contratto di Fiume si configura come un Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST) la cui sottoscrizione porta all'adozione di un sistema di regole (utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale e sostenibilità ambientale) che persegue gli obiettivi di:  riduzione dell'inquinamento delle acque;  riduzione del rischio idraulico;  riqualificazione dei sistemi ambientali e paesistici e dei sistemi insediativi afferenti ai corridoi fluviali;  condivisione delle informazioni e diffusione della cultura dell'acqua. Il bacino idrografico Lambro-Seveso-Olona è stato individuato da Regione Lombardia come area prioritaria di intervento e, ad oggi, sono stati sottoscritti il Contratto di Fiume Olona-

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Bozzente-Lura (2004), il Contratto di Fiume Seveso (2006) e il Contratto di Fiume Lambro Settentrionale (2012). Il Lambro Meridionale rappresenta il quarto ambito vallivo del bacino Lambro-Seveso-Olona individuato nel documento “ATLANTE del territorio del sottobacino idrografico del Po Lambro/Olona” che rappresenta lo scenario di riferimento dei Contratti di Fiume. Tale ambito vallivo parte dalle Groane (torrenti Guisa, Nirone, Pudiga, Garbogera) le cui acque confluiscono nel nodo idraulico di Milano e prendono poi il nome, a sud della città, di Fiume Lambro Meridionale il cui territorio è chiaramente divisibile in due parti distinte. La prima, adiacente a Milano, comprende i territori urbanizzati dei comuni di Rozzano, Opera, Pieve Emanuele e Locate Triulzi che costituiscono l’estremità meridionale di un’estesa area sottoposta ad una forte pressione insediativa. La seconda parte, più a sud, è, invece, ancora decisamente caratterizzata dal paesaggio agrario tipico della pianura irrigua che segue l’andamento originario del Lambro Meridionale fino al Po. La continuità di tale ambito, seppur fortemente modificata da interventi di trasformazione definitisi in epoca antica, conserva ancora oggi tracce riconoscibili della propria condizione originaria ed è stato, pertanto, analizzato nella sua interezza. Ad oggi, il comparto dei comuni delle Groane ha già in gran parte sottoscritto il Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura. Il progetto C.A.L.Me ha posto le basi conoscitive necessarie per l’avvio di un processo di definizione di un quadro di attività finalizzate alla tutela e al potenziamento del corridoio ecologico fluviale del Lambro Meridionale attraverso il coinvolgimento attivo delle parti interessate a valorizzare e preservare il bacino fluviale. In tal senso l’adesione al Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura dei comuni che hanno partecipato al progetto C.A.L.Me si configura come la naturale prosecuzione delle attività avviate nel corso del progetto e come la presa in carico dei risultati dello stesso.

Riunione per promuovere l’avvio dell’adesione al Contratto di Fiume Olona-Lura-Bozzente, a Pieve Emanuele

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Allo stato attuale (febbraio 2016) il progetto C.A.L.Me., con il coordinamento di riunioni e momenti di confronto anche on line, ha ottenuto l’importantissimo risultato di portare all’adesione del Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura i seguenti comuni:

COMUNE N° DELIBERA di GIUNTA COMUNALE Rozzano DGC n° 208 del 22/12/2015 Locate di Triulzi DGC n° 5 del 20/01/2016 Pieve Emanuele DGC n° 4 del 18/01/2016 Siziano DGC n° 183 del 25/11/2015 Vidigulfo DGC n° 84 del 16/12/2015 Torrevecchia Pia DGC n° 18 del 09/02/2016 Villanterio DGC n° 17 del 22/02/2016 Landriano DGC n° 12 del 26/01/2016 Marzano DGC n° 13 del 29/02/2016

Su richiesta delle amministrazioni aderenti, il nome del CdF nello Statuto verrà cambiato in “Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura-Lambro Meridionale” per dare risalto a queste importanti adesioni, che completano la volontà di riqualificazione del bacino dell’Olona, “ferma” fino a questo momento alla parte nord di Milano. I tavoli di lavori non si sono conclusi con il progetto CALMe: in vista del presentazione del progetto CALMe 2, e nell’ottica di un proficuo proseguimento con i CdF, altri comuni sono venuti a conoscenza dell’AQST e sono intenzionati a partecipare. Uno di essi è il comune di Torre d’Arese, che ha preso contatti con la dott.ssa Digiovinazzo per approfondimenti in tal senso.

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Estratto della tavola “A.Tavola complessiva- C.A.L.Me. 2”, in cui sono evidenziati i Comuni che hanno sottoscritto l’AQST Contratto di Fiume (agg. Aprile 2016)

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IL PROGETTO C.A.L.Me. 2 1 CONTESTO PROGETTUALE

Il filo conduttore della proposta di progetto è il percorso del fiume che attraversa i territori comunali o li lambisce lungo i loro confini, ma che in ogni caso modella il paesaggio, ora come nel passato, rendendolo unico. Tutte le azioni di progetto, siano esse interventi per il miglioramento degli ecosistemi oppure attività di comunicazione e partecipazione, mirano a consolidare questo filo conduttore e a ristabilire un corretto rapporto uomo-fiume. Come esplicitato nel capitolo iniziale, il fiume modella e contestualizza in modo molto diverso la parte nord dalla parte sud del territorio che attraversa. Nei primissimi comuni che bagna, a nord (Milano, Rozzano e parte di Pieve Emanuele e di Locate di Triulzi), il Lambro Meridionale è rettificato, deviato dal suo naturale andamento, con argini laterali e canali scolmatori su entrambi i lati per smorzare gli effetti delle esondazioni periodiche. L’inurbamento e la cementificazione impediscono l’instaurarsi della fascia di vegetazione riparia, la quale non è accessoria, ma parte integrante dell’ecosistema fluviale. Senza la vegetazione ripariale e il proprio suolo, il corso d’acqua non può svolgere le funzioni ecosistemiche che gli sono proprie, non è in grado di autosostenersi e di contrastare i disturbi e le pressioni sia esogeni che endogeni, di origine naturale o antropica.

Poco più a sud, partendo da Locate di Triulzi e da Pieve Emanuele e proseguendo per tutti gli altri comuni del pavese e del lodigiano, il Lambro Meridionale torna ad essere un ecosistema più completo: oltre all’alveo fluviale vero e proprio, il fiume gode di maggior spazio lateralmente alle sponde e mantiene una fascia ripariale più o meno conservata.

Affondi di analisi del contesto territoriale

A) il territorio di Locate di Triulzi

Il PTCP vigente della Città metropolitana di Milano (approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 93 del 17 dicembre 2013) individua l’area di intervento di Locate di Triulzi all’interno dell’unità tipologica di paesaggio delle “Valli fluviali e valli dei corsi d’acqua minori”, nello specifico nella sotto-unità della “Valle dell’Olona e del Lambro Meridionale” (come riportato nel PTCP precedentemente vigente). “I principali sistemi vallivi rappresentano soluzioni di continuità nella pianura sia dal punto di vista morfologico che dell’uso del suolo. In queste valli fluviali le tipologie di suolo sono molto variabili, legate alla dinamica e all’età di deposizione, nonché alla natura dei materiali trasportati. In qualche caso il corso d’acqua è stato fortemente compromesso dall’urbanizzazione e dalle opere di regimazione dell’ingegneria idraulica che hanno fatto scomparire totalmente la dinamica naturale del fiume.” [Relazione generale del PTCP]. Il Lambro Meridionale, la cui valle è considerata proseguimento della valle dell’Olona, presenta nicchie di panoramicità qualificata, dovute alla sinuosità del suo corso. Il tratto interessato è uno dei primi in cui il corso d’acqua assume le caratteristiche di fiume vero e proprio, poiché nel tratto iniziale ha prevalenti caratteristiche di colatore, con conseguente presenza di aree degradate.

La Tavola 2 Sezione 6 – Ambiti, sistemi ed elementi di rilevanza paesaggistica del PTCP, individua diversi elementi di valore nell’intorno dell’area d’interesse. Tra gli ambiti ed elementi 13 di prevalente valore storico e culturale, diversi insediamenti rurali di rilevanza paesistica e d’interesse storico, oltre ad architetture religiose; sono inoltre evidenziati estesi ambiti agricoli di rilevanza paesaggistica e i pioppeti che caratterizzano diffusamente le sponde del Lambro Meridionale. Tra gli ambiti ed elementi di prevalente valore simbolico sociale fruitivo e visivo- percettivo si segnalano diversi percorsi di interesse storico e paesaggistico, corrispondenti a strade bianche o secondarie ma comunque immerse all’interno della pianura agricola del basso milanese.

Tra le azioni strategiche proposte dal PTCP per il recupero e la valorizzazione di tale unità di paesaggio, figurano il recupero del patrimonio naturalistico e storico-culturale del sistema fluviale, la valorizzazione paesistica dei luoghi della memoria storica, la riqualificazione a scopi naturalistici-ricreativi delle aree degradate, l’impiego di sistemi di fitodepurazione e di ecosistemi filtro, il sostegno alle iniziative volte alla riqualificazione paesistico-ambientale del Lambro-Seveso-Olona.

Si evidenzia inoltre che la restante parte del territorio comunale di Locate di Triulzi fa parte dell’unità di paesaggio “Bassa pianura irrigua”, caratterizzata da una maggior conservazione del paesaggio nelle aree più vicine alla città di Milano, e una progressiva degradazione dello stesso via via che si procede verso est, con perdita di elementi significativi. Nello specifico, la zona è caratterizzata dalla conurbazione Milano-Rozzano-Opera, sviluppatasi a partire dagli anni ’50 e a sviluppo lineare, prevalentemente residenziale e terziario produttivo, che oggi arriva sino all’abitato di Siziano, in provincia di Pavia; questo grande reticolo di urbanizzazione si trova intercluso tra le autostrade A7 e A1, e comprende al suo interno l’insediamento residenziale di Milano 3. Non strutturandosi su assi storici ben definiti (come accade ad altre conurbazioni, ad esempio lungo i navigli o la via Emilia), questa conurbazione appare abbastanza frastagliata e disomogenea, acquisendo i caratteri di periferia metropolitana.

Per quanto riguarda gli elementi naturali e paesaggistici, il PGT del Comune di Locate di Triulzi, soprattutto nella Tavola 05 – Il sistema ambientale stato di fatto del Documento di Piano, riprende ed evidenzia gli elementi già riportati negli elaborati del PTCP, e individua inoltre la fascia in fregio al fiume caratterizzata da boschi; tuttavia, la vegetazione in questa zona si presenta alquanto rarefatta, con diffusi esemplari arborei residui, ed è ormai prevalente lo strato erbaceo-arbustivo.

B) Territorio di Landriano

Il PTCP vigente della Provincia di Pavia (approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 30/26209 del 23 aprile 2015), in accordo con i contenuti del Piano del Paesaggio Lombardo, individua le aree di intervento di Landriano all’interno dell’unità tipologica di paesaggio “Ambito del pavese tra Ticino e Olona”, comprendendo quest’ultimo all’interno delle cosiddette “aree della evoluzione paesaggistica”; si tratta di aree i cui tratti caratteristici del paesaggio sono stati relativamente modificati nel corso del tempo, caratterizzate dalla presenza di alcuni segni e usi anche se in quantità e qualità minori rispetto al passato, tali da non costituire più dominanti paesaggistiche. Per queste aree il PTCP prevede una normativa di indirizzo “volta alla individuazione degli elementi di valore preesistenti al fine di una loro conservazione e/o reinterpretazione nelle future trasformazioni paesaggistiche e territoriali. Tali ambiti sono pertanto quelli per i quali è necessario un approfondimento pianificatorio di tipo paesaggistico, e pertanto rappresentano ambiti primari di copianificazione con i comuni. Gli eventuali interventi di trasformazione di segni permanenti del paesaggio, quando ritenuti necessari, li

14 rispettano ed interpretano ammettendone una evoluzione previa specifica applicazione di adeguate misure di minimizzazione o di compensazione.” [Relazione generale del PTCP]. Il PTCP delinea alcuni indirizzi aggiuntivi suggeriti attuabili per le diverse unità tipologiche di paesaggio, tra cui, in generale: la tutela, il consolidamento e il coerente incremento strutturale degli elementi residuali di naturalità e paranaturalità presenti; la salvaguardia dell’assetto spaziale degli ecomosaici caratterizzanti i territori comunali; la previsione di una rete ecologica locale in attuazione alla REP; lo sviluppo di servizi ecosistemici di livello locale e sovralocale, attraverso l’integrazione delle questioni ecologico-naturalistiche all’interno della pianificazione, della programmazione e della progettazione. Inoltre, per le unità di paesaggio con presenza di corpi idrici, il PTCP raccomanda la promozione della pioppicoltura come elemento caratteristico del paesaggio, di pari passo però con la presenza di unità ecosistemiche di interesse ecologico- naturalistico, sfruttando in particolar modo le aree demaniali; la realizzazione di interventi polifunzionali per il miglioramento della funzionalità ecologica e per l’equilibrio idromorfologico, rimuovendo i fattori di pressione attuali; il contenimento del continuo fenomeno di saldatura conurbativa lungo i corsi d’acqua, tutelando i residui varchi di permeabilità esistenti, garantendo la continuità tra il sistema ripariale e gli spazi liberi esterni ad esso. La Tavola 2.b – Previsioni del sistema paesaggistico-ambientale del PTCP, non rileva particolari caratteri distintivi del paesaggio corrispondenti alle aree d’interesse, né nell’immediato intorno, se non alcune siepi e filari sparsi nella piana agricola circostante il centro storico dell’abitato di Landriano, e le scarpate morfologiche definite che delimitano il corso del Lambro Meridionale.

C) Territorio di Torrevecchia Pia

Il PTCP vigente della Provincia di Pavia (approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 30/26209 del 23 aprile 2015), in accordo con i contenuti del Piano del Paesaggio Lombardo, individua le aree di intervento di Torrevecchia Pia all’interno dell’unità tipologica di paesaggio “Pianura irrigua a est di Pavia – ambito agricolo foraggero”, comprendendo quest’ultimo all’interno delle cosiddette “aree della trasformazione paesaggistica”; queste aree hanno subito trasformazioni radicali alla propria struttura, non presentando più gli usi tradizionali di un tempo. La normativa di indirizzo predisposta per queste aree, prevede una reintroduzione di elementi di qualità capaci di qualificare sia la loro immagine che la condizione ecologica, pur tenendo presente le logiche economiche che le governano attualmente; gli interventi previsti si possono declinare così in due maniere differenti: interpretando le preesistenze residuali ancora presenti, oppure proponendo una nuova definizione dei paesaggi, dimostrandone però la coerenza con il contesto paesaggistico in cui andranno ad inserirsi. Il PTCP delinea alcuni indirizzi aggiuntivi suggeriti attuabili per le diverse unità tipologiche di paesaggio, tra cui, in generale: la tutela, il consolidamento e il coerente incremento strutturale degli elementi residuali di naturalità e paranaturalità presenti; la salvaguardia dell’assetto spaziale degli ecomosaici caratterizzanti i territori comunali; la previsione di una rete ecologica locale in attuazione alla REP; lo sviluppo di servizi ecosistemici di livello locale e sovralocale, attraverso l’integrazione delle questioni ecologico-naturalistiche all’interno della pianificazione, della programmazione e della progettazione. Inoltre, per le unità di paesaggio con presenza di corpi idrici, il PTCP raccomanda la promozione della pioppicoltura come elemento caratteristico del paesaggio, di pari passo però con la presenza di unità ecosistemiche di interesse ecologico- naturalistico, sfruttando in particolar modo le aree demaniali; la realizzazione di interventi polifunzionali per il miglioramento della funzionalità ecologica e per l’equilibrio idromorfologico, rimuovendo i fattori di pressione attuali; il contenimento del continuo fenomeno di saldatura conurbativa lungo i corsi d’acqua, tutelando i residui varchi di permeabilità esistenti, garantendo la continuità tra il sistema ripariale e gli spazi liberi esterni ad esso. 15

Tra gli ambiti, sistemi e/o elementi di rilevanza paesaggistica riportati nella Tavola 2.b – Previsioni del sistema paesaggistico-ambientale del PTCP, si segnalano, nell’intorno delle aree di interesse, siepi e filari residui che contraddistinguono il parcellario agricolo, classificati come prevalenze di valore storico e culturale, e, insistenti sulle aree di progetto o immediatamente adiacenti, le scarpate morfologiche definite del fiume Lambro Meridionale e il PLIS del Lambro Meridionale e del Ticinello, entrambi identificati come elementi di prevalente valore naturale. La Tavola 13 – Carta del Paesaggio del Documento di Piano del PGT del Comune di Torrevecchia Pia riporta diversi elementi di valore paesaggistico ed emergenze puntuali nell’intorno delle varie aree di interesse, tra i quali: formazioni vegetazionali lineari lungo il corso del fiume, pioppeti/arboricoltura da legno, ambiti del PLIS, una parte del territorio dell’Oasi Naturalistica di Torrevecchia Pia.

D) Territorio di Villanterio

Il PTCP vigente della Provincia di Pavia (approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 30/26209 del 23 aprile 2015), in accordo con i contenuti del Piano del Paesaggio Lombardo, individua le aree di intervento di Villanterio all’interno dell’unità tipologica di paesaggio “Pianura irrigua a est di Pavia – ambito agricolo foraggero”, comprendendo quest’ultimo all’interno delle cosiddette “aree della trasformazione paesaggistica”; queste aree hanno subito trasformazioni radicali alla propria struttura, non presentando più gli usi tradizionali di un tempo. La normativa di indirizzo predisposta per queste aree, prevede una reintroduzione di elementi di qualità capaci di qualificare sia la loro immagine che la condizione ecologica, pur tenendo presente le logiche economiche che le governano attualmente; gli interventi previsti si possono declinare così in due maniere differenti: interpretando le preesistenze residuali ancora presenti, oppure proponendo una nuova definizione dei paesaggi, dimostrandone però la coerenza con il contesto paesaggistico in cui andranno ad inserirsi. Il PTCP delinea alcuni indirizzi aggiuntivi suggeriti attuabili per le diverse unità tipologiche di paesaggio, tra cui, in generale: la tutela, il consolidamento e il coerente incremento strutturale degli elementi residuali di naturalità e paranaturalità presenti; la salvaguardia dell’assetto spaziale degli ecomosaici caratterizzanti i territori comunali; la previsione di una rete ecologica locale in attuazione alla REP; lo sviluppo di servizi ecosistemici di livello locale e sovralocale, attraverso l’integrazione delle questioni ecologico-naturalistiche all’interno della pianificazione, della programmazione e della progettazione. Inoltre, per le unità di paesaggio con presenza di corpi idrici, il PTCP raccomanda la promozione della pioppicoltura come elemento caratteristico del paesaggio, di pari passo però con la presenza di unità ecosistemiche di interesse ecologico- naturalistico, sfruttando in particolar modo le aree demaniali; la realizzazione di interventi polifunzionali per il miglioramento della funzionalità ecologica e per l’equilibrio idromorfologico, rimuovendo i fattori di pressione attuali; il contenimento del continuo fenomeno di saldatura conurbativa lungo i corsi d’acqua, tutelando i residui varchi di permeabilità esistenti, garantendo la continuità tra il sistema ripariale e gli spazi liberi esterni ad esso. Tra gli ambiti, sistemi e/o elementi di rilevanza paesaggistica riportati nella Tavola 2.b – Previsioni del sistema paesaggistico-ambientale del PTCP, si segnalano, nell’intorno delle aree di interesse, appartenenti alle prevalenze di valore storico e culturale: siepi e filari residui che contraddistinguono il parcellario agricolo; la Cascina Tombone e la Chiusa Tombone, identificate come nucleo rurale di particolare interesse storico/tipologico; la ex SS235, classificata come viabilità storica, poiché già in epoca romana collegava le città di Brescia (Brixia) e Pavia (Ticinum). Tra gli elementi di prevalente valore naturale, si segnalano le scarpate morfologiche definite del fiume e il geosito che riguarda la deviazione del fiume Lambro Meridionale.

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L’elaborato PR.9 – Rilevanza paesaggistica: beni costitutivi del paesaggio del Piano delle Regole del PGT del Comune di Villanterio, classifica le aree oggetto d’interesse come pioppeti o boschi di latifoglie, quasi tutte interamente identificate come “Aree di elevato contenuto naturalistico” e/o “Aree di consolidamento dei caratteri naturalistici”, a testimonianza della residua naturalità da tutelare presente lungo il corso del Lambro Meridionale. Alcune aree sono anche identificate come coni visuali.

Punti di forza del contesto progettuale

Il contesto territoriale presenta livelli di interesse a diverse scale, come descritto nella proposta di progetto C.A.L.Me. (2013). In particolare:  Buona parte dell’asta del fiume è inserita nell'Area prioritaria per la biodiversità n° 29, da Carpiano fino alla foce (circa 40 Km), per la presenza di habitat peculiari, specie di interesse conservazionistico a livello europeo ed endemismi. E' presente un Habitat inserito in Direttiva Habitat come prioritario, ossia l'Habitat 91E0* - Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae), nonchè formazioni d'idrofite rizofite (Potamogeton spp.), elofite e cariceti di piccola taglia, saliceti a Salix cinerea. La riqualificazione (o la ricostituzione) di questo habitat importantissimo è oggetto delle opere a verde proposte, con il titolo di “riqualificazione delle vegetazione ripariale”.

Habitat e specie citate nello Importanza L’habitat o la specie sono oggetto studio per la definizione conservazionistica e/o di proposta di intervento in dell’Area prioritaria per la regime di tutela C.A.L.Me. 2 ? biodiversità

SI’ *Foreste alluvionali di Alnus Riqualificazione vegetazione ripariale glutinosa e Fraxinus excelsior lungo l’asta fluviale, con la messa a Habitat prioritario 91E0* della (Alno-Padion, Alnion incanae, dimora di Alnus glutinosa e Salix ssp. Direttiva Habitat 92/43 CEE Salicion albae) - (Alnetea (concordate con l’Autorità glutinoso-incanae) competente per il rilascio delle autorizzazioni)

Vegetazione che contribuisce SI’ Formazioni a Potametea alla formazione degli Habitat Riqualificazione delle lanche e messa pectinati 3150 e 3260 della Direttiva a dimora piante acquatiche Habitat 92/43 CEE

Vegetazione che contribuisce Vegetazione erbacea a grandi SI’ alla formazione dell'Habitat carici (Magnocaricion, Riqualificazione vegetazione ripariale 7230 della Direttiva Habitat Phragmition) delle rogge e dei canali scolmatori 92/43 CEE

SI’ Merops apiaster (gruccione) in Direttiva Uccelli Realizzazione di barene per la nidificazione

SI’ Alcedo atthis (martin Allegato I della Direttiva Uccelli Realizzazione di barene per la pescatore) nidificazione

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 L'area è inserita in massima parte nella Rete Ecologia Regionale (RER), secondo la DGR VIII/10962 del 30 dicembre 2009. In particolare le categorie di elementi che riguardano il corso d'acqua sono: Elemento di primo livello della RER. Comprende la maggior parte del corso d'acqua, tra Siziano, Landriano, Torrevecchia Pia, Marzano, Torre d'Arese, Magherno, Villanterio, S. Angelo Lodigiano; Corridoio regionale primario a bassa o moderata antropizzazione, con funzione di collegamento di livello primario tra elementi ecologicamente rilevanti della RER. Comprende il tratto intermedio del corso d'acqua tra Landriano, Torrevecchia Pia, Marzano. Elemento di secondo livello. Tali elementi costituiscono ambiti complementari di permeabilità ecologica in ambito planiziale in appoggio alle Aree prioritarie per la biodiversità, forniti come orientamento per le pianificazioni di livello sub-regionale. Comprende il tratto di fiume iniziale tra Rozzano, Locate di Triulzi e Pieve Emanuele. Varco. Come da definizione del documento regionale, i varchi rappresentano situazioni particolari in cui la permeabilità ecologica di aree interne a elementi della RER viene minacciata o compromessa da interventi antropici. Il tratto di Landriano è definito come "varco da mantenere e da deframmentare", ovvero è necessario preservare l'area da ulteriore consumo di suolo e simultaneamente intervenire per ripristinare la continuità ecologica presso interruzioni antropiche esistenti.

 La Carta delle Potenzialità (“B6.Carta di sintesi delle potenzialità e delle criticità” Progetto C.A.L.Me.), realizzata a seguito dei sopralluoghi e dei censimenti faunistici, vegetazionali e idrogeologici negli anni 2014 e 2015, ha messo in evidenza i numerosissimi punti di forza del territorio preso in esame che, a partire dal tratto meno rettificato (ossia da Pieve Emanuele in poi) conserva habitat potenzialmente interessantissimi per la conservazioni della biodiversità, a tutte le scale (di specie, di ecosistema, di paesaggio). L Le aree potenziali dei diversi tematismi spesso coincidono, talvolta con tutti e tre i tematismi coinvolti. Al riguardo si veda, a titolo di esempio, il confronto tra le tre aree incluse nei Comuni di Landriano, Torrevecchia Pia e Marzano, dove si ha corrispondenza tra le aree potenziali dal punto di vista vegetazionale (voce lanca + mosaico di ambienti e voce mosaico di ambienti) e la presenza di avifauna significativa. Di pari passo, le criticità idrogeologiche rilevate in corrispondenza delle stesse aree non sono così massicciamente presenti come altrove. Nell'ambito del panorama che quindi si è delineato, in ragione delle possibilità offerte dalle contingenze e opportunità, si sono poi individuate alcune aree di intervento: si tratta delle aree che hanno dato forma alle progettazioni del progetto C.A.L.Me. e che sono confluite nella parte “C. stralcio delle progettazioni preliminari”, allegata al bando.

Elementi di criticità del contesto progettuale

Si richiamano in questo paragrafo alcuni punti critici, a loro volta discussi in modo approfondito nell’allegato D – Libretto delle buone pratiche, all’interno del Progetto C.A.L.Me.

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Ci si sofferma in particolare sugli elementi di criticità che la proposta di progetto intende contribuire a risolvere, sia attraverso gli interventi, sia attraverso le attività di comunicazione.  Discontinuità dell’ecosistema fluviale laterale al corso d’acqua, talvolta esiguo sia per lunghezza che per profondità. Nonostante il contesto paesaggistico sia per lo più di tipo agro-forestale, e quindi coerente con lo sviluppo di un ecosistema ben conservato, il protrarsi delle coltivazioni spesso fino al limite della scarpata fluviale impedisce di fatto la continuità della fascia ecosistemica lungo il corso d’acqua. I risultati di una tesi di campo coordinata dall’Università di Milano – Corso di Laurea in Scienze Naturali, sebbene parziali perché condotti su 20 punti distribuiti lungo tutto il corso del fiume, mostrano che l’ampiezza della fascia boscata è piuttosto limitata, non supera in media i 18 metri, con picchi minimi di 6 m. Il “bosco”, se così lo si può definire, è quindi presente solo a ridosso del corso d’acqua e raramente si amplia nelle aree limitrofe, a causa della presenza di coltivi, di abitazioni o infrastrutture viarie.

Tratto spondale a Torrevecchia Pia, in cui si ha discontinuità delle fasce ecosistemiche laterali e fotosimulazione del ripristino che si intende perseguire con gli interventi in progetto

 Composizione semplificata dell’ecosistema fluviale laterale al corso d’acqua, spesso paucispecifica sia dal punto di vista della fauna che della flora, quando non dominato da specie esotiche.

Tratto di sponda in Comune di Magherno. La vegetazione è costituita da specie ruderali arbustive (rovo) e da specie esotiche erbacee (bambù); fotosimulazione del ripristino che si intende perseguire con gli interventi in progetto 19

La vegetazione che caratterizza la maggior parte delle sponde del fiume Lambro Meridionale non è composta da specie igrofile, ma da un miscuglio di specie esotiche o comunque poco coerenti con le caratteristiche ecologiche e stazionali in cui si trovano. Nella maggior parte dei casi le sponde, quando sono vegetate, sono costituite da fasce boschive a Robinia pseudoacacia sia nello strato arboreo che in quello arbustivo, e da un sottobosco caratterizzato da Rubus sp. e da poche altre specie, per le quali si rimanda alla tabella e alla descrizione apposita, nel capitolo sopra citato. Altra forte criticità è l’abbondanza di specie esotiche rampicanti che soffocano la vegetazione esistente, depauperando ulteriormente la compagine floristica dell’area (per questo tema si rimanda alla scheda specifica). I nuclei di vegetazione ripariale individuati nel corso dei sopralluoghi sono esigui e poco ampi, limitati a lembi di ontano nero (Alnus glutinosa), strette fasce con salici (soprattutto Salix alba e Salix caprea) e pioppi (Populus alba, P. nigra), o sporadiche anse di meandro in cui il canneto (Phragmites australis) trova condizioni ecologiche ideali per vegetare.

 Specie esotiche invasive. Un’altra criticità in questo senso è data dall’abbondanza di alcuni animali alloctoni invasivi, concausa dell’attuale destrutturazione dell’ecosistema fluviale. Basti pensare alle nutrie e al gambero della Louisiana, censiti nel corso del progetto C.A.L.Me. e risultati presenti/abbondanti nella maggior parte dei punti di campionamento. La nutria è un grosso roditore che seleziona microhabitat lacustri e fluviali, non disdegnando però anche il reticolo idrico minore, per costruire le proprie tane che possono essere anche molto complesse e spingersi profondamente all'interno delle sponde e negli argini di fiumi, canali e aree vicinali alle raccolte d'acqua. A titolo di esempio, si può riportare la densità di popolazione accertata nello Stato della Florida, pari a 24,7 ind/ha rispetto a valori più bassi, ma consistenti pari a 3.28 ind/ha registrati in una zona lacustre umbra (Cocchi e Riga, 20011). La presenza di questa specie invasiva esotica risulta nociva sia per le fitocenosi che, indirettamente, per le zoocenosi tipiche delle aree fluviali. L'intenso pascolamento messo in atto dalla nutria a carico principalmente della vegetazione igrofila, con predilezione particolare per le essenze tuberose o rizomatose, causa la scomparsa e la riduzione del fragmiteto e in generale la banalizzazione dei microhabitat di ripa, privando l’avifauna legata alle formazioni vegetali igrofile di siti di riproduzione e svernamento. Passeriformi come il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), uccelli palustri come la folaga (Fulica atra), la gallinella d'acqua (Gallinula chloropus) il germano reale (Anas plathyrhynchos) il tarabusino (Ixobrichus minutus) sono tutte specie che vengono danneggiate dalla presenza di questo roditore. Lungo il corso del Lambro Meridionale, popolazioni di questo roditore sono state accertate praticamente in tutte le stazioni di censimento considerate, con l'eccezione dei siti in cui il corso del fiume è raddrizzato e la cementificazione delle sponde, unita alla notevole turbolenza delle acque, rende il sito non idoneo a questa specie.

1 Cocchi R. e F. Riga, 2001 - Linee guida per il controllo della Nutria (Myocastor coypus). Quad. Cons. Natura, 5, Min. Ambiente - Ist. Naz. Fauna Selvatica. 20

Per questo motivo, accanto all’implementazione degli ecosistemi perifluviali prevista nel progetto C.A.L.Me. 2, sarà necessario prevedere azioni di contenimento delle principali specie esotiche animali e vegetali, sia in fase ante operam che post operam. Per le specie vegetali si procederà con le lavorazioni preliminari delle aree, comprensive di decespugliamento e di eradicazione delle specie invasive, mentre per le specie animali, nel caso particolare le nutrie, verranno contattati gli organi preposti al controllo, come già sperimentato con successo nell’ambito di altri progetti di riqualificazione ambientale da parte di alcuni partner (es. Comune di Pieve Emanuele e Comune di Locate di Triulzi). Sarà quindi cura del coordinatore tecnico-scientifico incaricato della supervisione del progetto, prendere contatti in modo tempestivo con gli organi competenti per il contenimento delle specie invasive, diversi a seconda della provincia di appartenenza.

 Artificializzazione delle sponde Il Lambro Meridionale è già oggi un fiume totalmente artificializzato nella sua parte settentrionale, compresa tra il nodo idraulico di Conca Fallata e il ponte della SP28, al Moro di Locate di Triulzi. Qui, l’occupazione urbana di quasi tutti gli spazi di valle circostanti il corso d’acqua, soprattutto a Rozzano e Fizzonasco di Pieve Emanuele, in sponda destra, ha poi determinato l’inevitabile realizzazione di difese arginali sempre più continue e di crescente altezza, a fronte anche dell’incremento delle portate del fiume per consentire di alleggerire i carichi idraulici gravanti sull’area milanese. Gli argini in terra sono continuamente da adeguare e rinforzare, soprattutto con massicciate a scogliera disposte sui paramenti bagnati interni dell’edificio arginale. A questi interventi strutturali, si sommano anche i vincoli che, non senza ragione, limitano gli interventi di rinaturalizzazione degli argini alle piantagioni erbacee e arbustive, per evitare il carico eccessivo e i danni da ribaltamento e caduta di alberi. In ogni caso, le possibilità di rinaturalizzazione degli argini e delle fasce di rispetto del demanio idrico, estese per 4/10 m a partire dal limite esterno dei rilevati d’argine, sono scarsamente considerate e praticate. In questo tratto di fiume sono anche presenti molte altre opere idrauliche e opere di difesa (briglie, muri, derivazioni…) che complessivamente interrompono e riducono la naturalità dell’alveo e delle rive. Gli interventi di contenimento della erosione spondale sono frequenti anche nella parte incisa del fiume, da Pieve-Locate a Sant’Angelo L. Ferme restando le esigenze della sicurezza idraulica, che impongono interventi di contenimento dell’erosione e rafforzamento delle rive, c’è la tendenza a realizzare difese spondali, in genere in scogliera, in molti tratti aperti, se sottoposti a fenomeni significativi di erosione. In molti casi, le opere lineari realizzate divengono poi inutili, perché aggirate, demolite o rese inefficaci. Le analisi condotte fino ad oggi hanno definito i tratti in erosione e quelli in cui l’alveo intacca i margini esterni della valle. Solo le situazioni realmente pericolose per insediamenti antropici, in valle e fuori di essa, non diversamente localizzabili, dovrebbero essere oggetto di intervento, mentre altrove si propone la limitazione degli interventi di artificializzazione e la evoluzione naturale dell’alveo. La riduzione, in tutti i casi non di grave e provata necessità, degli interventi di controllo artificiale della erosione e della naturale mobilità dell’alveo rappresenta il presupposto

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per l’incremento della complessiva naturalità della fascia perifluviale e della valle intera del Lambro Meridionale, pur tenendo presente che la dinamica morfogenetica può localmente e momentaneamente sfavorire l’insediamento vegetale e animale.

 Gestione non finalizzata delle aree del demanio idrico Le aree attribuite al demanio idrico, comprese cioè nelle fasce di rispetto dei corpi idrici e tutte quelle che sono state create e/o abbandonate dal fiume, in particolare negli ultimi 20 anni, dovrebbero essere oggetto di ricognizione e censimento ai sensi dell’art. 32 delle Norme PAI. Ciò invece non capita e rimane in genere incerta la individuazione del demanio idrico e ampiamente sottoutilizzate le sue potenzialità ai fini dell’incentivazione dei processi di rinaturalizzazione previsti, in linea generale, dalle norme PAI, in particolare con riferimento alle aree sottoposte a rischio esondativo. Si noti che, con la Variante PAI in corso di approvazione (Delib. C.I. Autorità di Bacino Po n.5/2015), le fasce a diversa pericolosità idraulica definite sul Lambro M. dal Piano Gestione Rischio Alluvioni sono equiparate alla normativa delle fasce fluviali del PAI. Nel corso del progetto e nell’ambito delle azioni del CdF si dovrà procedere alla ricognizione delle aree di demanio e alla individuazione di quelle sottoposte a pericolosità idraulica media e alta, per destinarle a soli fini di ricostituzione del corridoio ecologico. Inoltre all’esistenza e durata di eventuali concessioni, per rivederne le condizioni in atto da finalizzate alla massima efficacia a fini naturalistici.

Progetti/pianificazioni collaterali e interazioni con C.A.L.Me. 2.

Gli interventi proposti in C.A.L.Me. 2 si inseriscono in un contesto più ampio, che comprende progettazioni e pianificazioni a diversa scala territoriale ed evidenziati nella “tavola generale” allegata. Nel corso del progetto C.A.L.Me. sono state impiegate molte energie per promuovere tavoli tecnici di confronto tra le diverse progettualità in atto, così da evitare sovrapposizioni e inutili dissipazioni di risorse, e, di contro, favorire sinergie costruttive con i diversi attori e stakeholders. Anche in questo caso il momento della comunicazione è stato un passaggio fondamentale, per amplificare positivamente gli effetti di una progettazione e costruire una proposta di riqualificazione territorialmente significativa.  P.L.I.S. Parco del Lambro Meridionale e del Ticinello. Il PLIS vede come ente capofila il Comune di Siziano e come altri comuni aderenti Vidigulfo e Torrevecchia Pia. Per la posizione centrale rispetto al Lambro Meridionale e per il ruolo di ente capofila del PLIS, il Comune di Siziano si è proposto come ente capofila del progetto CALMe 2. Il PLIS comprende circa 616 ettari di superficie che si estende lungo i comuni pavesi costeggiando le rive del Lambro Meridionale e del cavo Ticinello. Il parco è costituito prevalentemente da coltivi, impianti forestali e da alcuni lembi di ambienti con caratteristiche più spiccatamente naturali con vegetazione erbacea igrofila. All'interno del parco sono presenti sia testimonianze agricole di cascine storiche che alcuni biotopi come tifeti, residui di ontaneti e boschi ripariali nei quali vengono tutelate alcune specie animali, quali la licena delle paludi (rara farfalla estinta nella maggior parte del territorio europeo), il cavaliere d'Italia, il martin pescatore ed il falco di palude.

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 Il Parco Agricolo Sud Milano sta coordinando il progetto di compensazione a seguito della realizzazione di un importante e imponente nuovo insediamento commerciale previsto in comune di Locate di Triulzi. Le compensazioni saranno distribuite sui tre territori comunali che si ritiene potranno subire maggiore impatto ambientale a seguito della realizzazione della struttura: oltre a Locate di Triulzi, Opera e Pieve Emanuele. I territori oggetto di compensazione sono ricompresi nel PASM e possono essere sintetizzati in opere di miglioramento della fruizione: infrastrutture leggere per favorire la ciclabilità, ponti pedonali, pannellistica. Oltre a ciò, il progetto di compensazione recepisce le progettualità formulate in passato nei tre Comuni. In questo senso, anche il progetto R.A.R.E. sulla riqualificazione degli spazi aperti (Cofinanziamento Fondazione Cariplo-Bando Spazi Aperti 2010) e il progetto C.A.L.Me. (per gli interventi non oggetto della presente proposta di progetto) sono stati inseriti come opportunità di riqualificazione del territorio.  I comuni di Rozzano, Opera, Pieve Emanuele, Locate di Triulzi, (oltre a Basiglio e la Zona 5 del Comune di Milano) hanno partecipato al progetto NaturalMente – connettiamo Milano alla natura, cofinanziato con un bando di Fondazione Cariplo (Bando Connessione Ecologica 2014) e volto alla riqualificazione ed alla connessione delle oasi presenti in questi comuni. In questo senso, le opere proposte nel progetto NaturalMente si compenetrano con quelle proposte nel progetto C.A.L.Me.: gli ambiti di intervento non si sovrappongono e in alcuni casi si completano, andando a realizzare una rete di connessioni ecologiche in direzione nord-sud (con gli interventi previsti in C.A.L.Me. 2) ed est-ovest (con gli interventi previsti in NaturalMente).  Il Comune di Torrevecchia Pia intende realizzare un tratto di pista ciclopedonale che colleghi l’Oasi comunale (inserita anche nel P.L.I.S.) con il centro del comune stesso. La riqualificazione ambientale che si intende presentare con la proposta di C.A.L.Me. 2 si inserisce perfettamente con la progettazione di infrastruttura leggera promossa dall’Amministrazione Comunale.  Il Comune di Marzano ha in atto una progettazione (in fase definitiva) per la riqualificazione idraulica di una lanca di proprietà comunale, per la quale si è già confrontata con A.I.P.O. ai fini del provvedimento di compatibilità idraulica. La lanca si riempie in parte durante i fenomeni di esondazione del Lambro Meridionale, e in parte dalla roggia Roggiolo dalla quale, tramite una chiusa, è possibile regolare l’entrata di acqua. La lanca si trova immediatamente a valle dell’ambito oggetto di riqualificazione di C.A.L.Me. 2 e si configura come completamento della riqualificazione naturalistica di tutto il comparto.

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2 OBIETTIVI DEL PROGETTO

UN PROGETTO PER IL TERRITORIO, UN PROGETTO PARTECIPATO In questo progetto salta immediatamente all’occhio la consistente rete di parternariato e di cofinanziatori: sette Amministrazioni Comunali, l’Università Milano-Bicocca, Regione Lombardia-DG Ambiente, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po, le Aziende Agricole che si impegnano nelle lavorazioni iniziali sui propri terreni o che in ogni caso dimostrano interesse e condivisione per le opere stesse. Siamo ben consapevoli che una simile rete di soggetti sia più complessa da gestire, sia in termini di coordinamento che di rendicontazione, abbiamo tuttavia ritenuto fondamentale valorizzare il sincero interesse che questi soggetti mostrano per l’idea che sta alla base del progetto C.A.L.Me., e quindi anche del progetto C.A.L.Me. 2. Sebbene infatti l’obiettivo primario sia, naturalmente, potenziare il corridoio ecologico fluviale, ad esso se ne affianca uno altrettanto fondamentale per la buona riuscita delle opere e per il loro mantenimento nel tempo: potenziare la sinergia che si è creata tra i Comuni che si affacciano sul fiume, animati da un vero interesse per la conservazione del fiume e pronti a collaborare in prima persona per quanto di propria competenza.

Potenziare il corridoio ecologico. Il potenziamento del corridoio ecologico si attua su due livelli: il ripristino di singole stepping stones e la realizzazione di un corridoio di naturalità diffusa. Entrambe le opzioni hanno valore dal punto di vista conservazionistico e si compenetrano tra loro con feedback positivi.  Interventi di tipo A). Il miglioramento di ampie aree eterogenee dal punto di vista ecosistemico (zone umide e boschi; prati e fasce boschive ripariali,…) permette di realizzare vere e proprie stepping stones in cui il corridoio ecologico rappresentato dal fiume si configura come un corridoio “a salti” con punti chiave rafforzati dal punto di vista naturalistico. Le stepping stones rappresentano quindi dei punti caldi in cui si concentra biodiversità a più livelli: specifico, sia faunistico che floristico, ecosistemico, perché si vanno a implementare contemporaneamente più habitat, e paesaggistico perché si potenzia un contesto che non sarebbe più solo strettamente agricolo.  Interventi di tipo B). Dall’altra parte, interventi più puntuali e diffusi lungo il fiume favoriscono il miglioramento di tanti microhabitat diversi e, verosimilmente, maggior resilienza all’ecosistema fluviale nel suo complesso.

Potenziare la sinergia tra le parti coinvolte. La rete di attori coinvolti è composita e talvolta non abituata a dialogare con le altre parti. Eppure, c’è un punto che accomuna tutti questi soggetti: il progetto di riqualificare una porzione di territorio per loro così importante (“vitale”, come alcuni amministratori l’hanno definita). Anche in questo caso siamo ben consapevoli del fatto che mantenere viva l’attenzione sui temi ecologici non sia semplice, per questo abbiamo deciso di concentrare molte energie sul piano della comunicazione. Nel capitolo ad esso dedicato vengono esposte le proposte e le attività che poi verranno modulate nei singoli comuni, a seconda delle aree in cui si interverrà (parchi pubblici, aree private, oasi comunali, PLIS). I momenti di conoscenza, ludici e di confronto sono stati pensati per accrescere la consapevolezza del territorio nella cittadinanza e per far capire che il tema che si sta portando avanti è una pianificazione che accoglie in toto l’asta fluviale e i suoi abitanti. Fondamentale sarà il coinvolgimento degli amministratori locali,

24 profondi conoscitori non solo del territorio ma anche di chi ci vive, in grado di coinvolgere le associazioni e i privati e di mettere in moto un fenomeno virtuoso di riavvicinamento al fiume. Il Lambro Meridionale ha infatti un alto valore ecologico/ambientale, ma è aggredito quotidianamente da un modello di sviluppo del territorio che non considera l’ambiente come una risorsa. A causa del degrado e del mutamento degli stili di vita le comunità locali hanno spesso rimosso il fiume dal proprio immaginario. Questi fattori hanno innescato una dinamica viziosa in cui cause ed effetti si autosostengono: + distacco + degrado + distacco…La riqualificazione del fiume deve procedere anche a livello di percezione collettiva. Il piano della comunicazione, per essere efficace, deve RI-avvicinare la cittadinanza al fiume e disinnescare quel meccanismo circolare che in questi ultimi decenni ha invece allontanato l’uomo dal fiume stesso. La strategia di comunicazione deve quindi essere in grado di ricreare il legame emozionale tra l’elemento naturale e la collettività, affinchè le opere stesse di riqualificazione siano durature e, anzi, costantemente monitorate dalla cittadinanza stessa.

Airone guardabuoi fotografato alla garzaia di Villanterio

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3 STRATEGIE DI INTERVENTO

Potenziare il corridoio ecologico. Questo macro-obiettivo viene perseguito attraverso: a) l’implementazione di “sistemi di ecosistemi” di area vasta (stepping stones), per favorire la presenza di habitat con flora e vegetazione igrofila, avifauna acquatica, insetti (in particolare odonati, usati come specie target di aree umide). Tale strategia si concretizza con la rinaturalizzazione di grossi nuclei in cui coesistono diversi habitat (fasce riparie arbustate o boscate, prati umidi e zone umide per gli odonati, prati da sfalcio, barene e garzaie per l’avifauna). b) la riqualificazione di habitat puntuali nell’ottica di migliorare la naturalità diffusa del corridoio ecologico, attraverso la messa a dimora di specie nemorali in boschi congrui, la riqualificazione di fasce boscate e di fasce riparie, anche con la messa a dimora di erbacee igrofile.

La riqualificazione della vegetazione ripariale è sicuramente la strategia di intervento prioritaria: la maggior parte delle sponde è priva di vegetazione congrua con i contesto ecologico, talvolta è addirittura inesistente. L’intento è quello di ricostituire l’Habitat delle Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae), segnalato come habitat di massima importanza anche nella definizione dell’Area Prioritaria per la Biodiversità (si veda a tal proposito il paragrafo introduttivo). Questa strategia di intervento coinvolge le sponde del fiume dei Comuni di Pieve Emanuele, Locate di Triulzi, Landriano, Torrevecchia Pia, Marzano, Villanterio.

La riqualificazione della fascia di transizione è una strategia di intervento che interessa il solo Comune di Landriano, l’unico infatti dove sono state osservate le condizioni sufficienti per procedere con questo delicato e importante intervento, ossia ampliare la fascia propria degli Habitat tipicamente alluvionali (Alno-Padion e Salicion albae) con la riqualificazione di un arbusteto a rovo e del saliceto esistente.

L’implementazione di zone umide lungo il corridoio fluviale si focalizza sulla realizzazione di zone umide utili ad esempio per l’avifauna limicola e per gli odonati e sull’implementazione di alcune lanche attive, attraverso la messa a dimora di piante acquatiche nello specchio d’acqua e igrofile lungo le sponde. Coinvolge i Comuni di Villanterio e Torrevecchia Pia. Un intervento ibrido è quello proposto a Pieve Emanuele, dove il canale scolmatore, attualmente costituito da vegetazione infestante ai bordi e di rifiuti trasportati durante le piene (frigoriferi, pannolini per bambini, sacchetti di plastica) nell’alveo, si configura sia come una zona umida che come una fascia ripariale. L’acqua infatti ristagna, proprio come in una zona umida, nei periodi di magra del fiume, e alcuni ardeidi sfruttano il luogo per procacciarsi il cibo. per questo motivo, accanto alla riqualificazione della fascia fluviale, in sede di progettazione definitiva si procederà alla valutazione di mettere a dimora anche specie erbacee igrofile che possano resistere a brevi periodi di asciutta.

L’implementazione della biodiversità degli habitat boschivi (querco-ulmeti di Alno-Ulmion e querco-carpineti di Carpinion betuli) prossimi all’asta fluviale, attualmente praticamente inesistenti nel territorio o, se presenti, fortemente compromessi, è una strategia di intervento che si concretizza con la realizzazione di una fascia di mitigazione (galleria verde) arboreo-

26 arbustiva e con la messa a dimora di specie erbacce nemorali in boschi congrui, ben conservati. Si intende in questo modo accrescere la funzionalità ecologica e la capacità di resilienza di un ecosistema che, nel territorio considerato, è molto frammentato, ridotto a pochi nuclei e non collegato da corridoi ecologici in grado di consentire scambi e flussi di specie. Questa strategia di intervento coinvolge i Comuni di Marzano, Siziano, Landriano, Villanterio.

La riqualificazione degli habitat aperti è una strategia di intervento non facile da attuare perché, diversamente dalle fasce riparie o dalle lanche, richiede la disponibilità di aree potenzialmente utili a fini produttivi. Il Comune di Torrevecchia Pia ha acquistato un’ex area a coltivo che intende destinare a spazio aperto a scopo naturalistico: su di essa si concentrerà quindi la realizzazione di un prato fiorito, in grado di attirare piccola fauna, soprattutto entomofauna e avifauna.

L’incentivazione della presenza di avifauna acquatica è una strategia di intervento che indirettamente coinvolge la maggior parte delle tipologie di intervento sopra descritte (fascia riparia, fascia di transizione, zone umide), e che direttamente si focalizza sulla realizzazione di barene per la nidificazione dell’avifauna e sulla riqualificazione di una garzaia e della lanca annessa. Gli interventi coinvolgono i Comuni di Torrevecchia Pia e di Villanterio.

Potenziare la sinergia tra le parti coinvolte Le strategie adottate per il potenziamento delle sinergie degli stakeholders vengono descritte nel capitolo dedicato al Piano di Comunicazione. Ci si focalizzerà in particolare su:  forme di partecipazione attiva dei cittadini durante le opere di riqualificazione (es. giornate a tema di “cantiere condiviso");  Momenti ludico-fruitivi (es. "carovana itinerante").  Momenti di confronto tra stakeholders (convegni, seminari tematici).  Animazione del web (social e sito) e realizzazione di video clip. Oltre alle attività descritte nel Piano della Comunicazione, è prevista anche la realizzazione di pannelli didattico-informativi, la cui posizione sarà concordata in fase di progetto definitivo con le amministrazioni comunali, e la realizzazione di una strada ad uso misto di fianco alla fascia di vegetazione riparia a Torrevecchia Pia, che collegherà l’Oasi con il centro del paese (è prevista dall’amministrazione la realizzazione di una ciclabile lungo la S.P. 9) e con la strada bianca che porta a Landriano (e quindi alle aree riqualificate comunali).

Le strategie di intervento si concretizzano nelle Azioni descritte di seguito e sono visualizzabili nella parte “C.stralcio della progettazione preliminare” allegata al presente bando.

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Azione 1 – Opere di riqualificazione ambientale a Pieve Emanuele (MI)

Descrizione dell’ambito – elementi di criticità

Il tratto di fiume che interessa il Comune di Pieve Emanuele è in parte rettificato e parallelamente alle sponde, in alcuni tratti, è stato realizzato un canale scolmatore con funzione idraulica, in caso di esondazioni. Gli argini laterali al corso d’acqua sono rinverditi e costituiti da una fascia boscata a robinia, sambuco e rovi, mentre nelle immediate vicinanze il paesaggio è tipicamente agricolo: prati da sfalcio, risaie, nonché lanche contornate da vegetazione arbustiva e arborea. Si veda a tal proposito la relazione di inquadramento del “progetto R.A.R.E. - Riqualificazione Aree Residuali tra i comuni di Pieve Emanuele e Locate di Triulzi: riutilizzazione di un tratto fluviale intercluso” (Cofinanziamento Fondazione Cariplo-Bando Spazi Aperti 2010) in cui sono stati censiti tutti gli spazi aperti, i loro punti di forza e le loro criticità. In particolare, dai colloqui con A.I.P.O., è emerso che sono in corso progettazioni per la sistemazione idraulica degli argini, mentre nulla è in previsione per la riqualificazione dei canali laterali.

Intervento di tipo A – rafforzamento di stepping stones esistenti

Riprofilatura alveo. L’intervento previsto riguarda la riqualificazione di un tratto di circa 230 m del colatore laterale destro del Lambro M., affiancato all’argine fluviale, tra il ponte della SP28 e l’attuale recapito dello stesso colatore nel Lambro. In questo tratto, il colatore riceve anche, in destra idrografica, gli apporti di colatura della Roggia Marchina, che prende origine dallo stesso colatore circa 1 km più a monte e irriga i terreni della valle qui prevalentemente utilizzati come prati permanenti. L’alveo del colatore risulta fortemente degradato, soggetto a sensibile interrimento da fanghi limosi carichi di materiali organici, con rive interessate da cedimenti spondali e intenso disturbo per l’attività delle nutrie. Abbondante materiale vegetale legnoso cade in alveo per la scarsa manutenzione della vegetazione dell’argine e viene occasionalmente asportato dall’agricoltore che ha in gestione i terreni bagnati dalla roggia Marchina. L’intervento previsto è destinato a favorire la ripresa del normale deflusso idrico nel colatore e la sua capacità di ricevere le acque irrigue e scaricarle in Lambro. Si dovrà procedere, nelle stagioni adatte ad evitare il disturbo alla fauna acquatica, a dragaggi del fondo con pulizia e migliore definizione, con modesto arretramento, della sponda sinistra e, soprattutto, a riprofilatura della sponda destra interessata da cedimenti ed erosioni. Il tutto preceduto da asportazione dei materiali estranei e di rifiuto presenti, nonché da verifica della disattivazione di piccoli scarichi di reflui domestici recapitanti in passato in corpi idrici secondari. Vegetazione ripariale. Lungo il canale precedentemente recuperato (riprofilatura sponde) recuperato verranno messe a dimora specie igrofile arbustive (es. Salix caprea, Salix cinerea, Salix viminalis) ed erbacee (Alisma plantago-aquatica, Butomus umbellatus, Iris pseudacorus, Carex pendula).

Soggetti coinvolti

Comune di Siziano, Comune di Pieve Emanuele, privati proprietari dei terreni, A.I.P.O., Regione Lombardia, Università Milano-Bicocca, imprese per la realizzazione delle opere, fornitori di specie autoctone.

Iconografia

Tratto di canale scolmatore in destra idrografica del Lambro Meridionale. 28

Si osservi la sponda destra priva di vegetazione e i rifiuti all’interno del canale.

Azione 2 – Opere di riqualificazione ambientale a Locate di Triulzi (MI)

Descrizione dell’ambito territoriale – elementi di criticità Il Comune di Locate di Triulzi è lambito per un lungo tratto dal Lambro Meridionale. Le aree prospicienti il fiume sono ambiti agricoli condotti a grano o a riso: gli agricoltori sono piuttosto attenti alla componente ambientale e spesso lasciano margini non coltivati tra la sponda e il campo vero e proprio, in modo da permettere alla vegetazione ripariale di insediarsi. Spesso, tuttavia, la vegetazione “spontanea” è costituita da rovo, rampicanti esotiche (Sicyos angulatus, Parthenocissus quinquefolia, Humulus scandens), robinie e talvolta sambuchi e salici arborei (Salix alba). Rari sono gli esemplari di olmo (Ulmus minor), e rarissimi quelli di ontano nero (Alnus glutinosa). Le sponde naturaliformi sono spesso abitate da specie di notevole interesse conservazionistico quali il tuffetto (Tachybaptus ruficollis), la folaga (Fulica atra), lo svasso maggiore (Podiceps cristatus), il martin pescatore (Alcedo atthis) ed il tarabuso (Botaurus stellaris). La sponda idrografica sinistra, inoltre, è stata negli anni passati oggetto di riqualificazione sia da parte del Parco Agricolo Sud Milano (PASM), sia da parte dell’Amministrazione Comunale stessa. Lungo la sponda sinistra infatti si incontrano, partendo da nord, il laghetto della Decima, gestito da una associazione di volontari, l’area umida della Pizzabrasa, oggetto di riqualificazione da parte del PASM e, più a sud presso la Cascina Resentera, una lanca e un meandro naturaliformi e ricche di avifauna. E’ inoltre già presente un piccolo capanno di avvistamento nell’area meandriforme a Cascina Resentera, spesso utilizzata da esperti di fotografia naturalistica. Le opere del progetto CALMe 2 si concentrano in quest’ultimo ambito, l’unico non ancora oggetto di riqualificazione. Le tre aree (laghetto Decima-Cascina Pizzabrasa-Cascina Resentera), tra loro in sequenza, si configurano quindi come stepping stones a forte valenza ecologica e sono facilmente raggiungibili a piedi o in bicicletta grazie alle strade sterrate che costeggiano il fiume e sono

29 spesso fruite dalla cittadinanza: la riqualificazione in progetto ha perciò duplice valenza ecologica e didattico-fruitiva.

Intervento di tipo A – rafforzamento di stepping stones esistenti

Si prevede la riqualificazione del tratto spondale prospiciente il meandro naturaliforme, che vanta un ricco popolamento di cannuccia di palude (Phragmites australis), habitat ideale per il tuffetto (Tachybaptus ruficollis), la folaga (Fulica atra), lo svasso maggiore (Podiceps cristatus), il martin pescatore (Alcedo atthis) ed il tarabuso (Botaurus stellaris), tra le specie di maggior pregio conservazionistico, nonché microhabitat d’elezione anche per molti passeriformi legati ai canneti come cannareccione (Acrocephalus arundinaceus) e le varie specie di cannaiola, piccoli uccelli che necessitano di aree a canneto per costruire i nidi. Vegetazione ripariale. Il tratto di sponda è per la maggior parte caratterizzato da rovo, robinia (spesso ammalorata), e solo talvolta da sambuco o da esemplari isolati e maestosi di pioppo o olmo. Si prevede quindi una intensa lavorazione preliminare dell’area, con decespugliamento ed eradicazione degli esemplari arborei esotici senescenti o deperenti, e la successiva messa a dimora di piante legnose arboree e arbustive autoctone: lungo la fascia prossima al fiume ontano nero (Alnus glutinosa) e salici arbustivi (Salix caprea, S. cinerea), mentre lungo la fascia più esterna biancospino (Crataegus monogyna) e prugnolo selvatico (Prunus spinosa). La presenza già verificata di esemplari arborei isolati di grandi dimensioni favorisce un sottobosco molto ombroso, perciò verrà valutata in sede di progettazione definitiva-esecutiva la messa a dimora di nuclei di specie erbacee nemorali. Pannello didattico e osservatorio per l’avifauna. Data la significativa presenza di avifauna acquatica, si prevede la sostituzione dell’attuale capanno di osservazione autocostruito e il posizionamento di un pannello informativo.

Soggetti coinvolti

Comune di Siziano, Comune di Locate di triulzi, Università Milano-Bicocca, A.I.P.O., Regione Lombardia, proprietari dei terreni (Fondazione Sviluppo Ca’ Granda) e conduttori dei terreni (Fam. Fedeli). imprese per la realizzazione delle opere.

Iconografia

Meandro e zona umida a Locate di Triulzi. In primo piano le formazioni a Phragmites australis, sullo sfondo la sponda che si intende riqualificare, attualmente priva di vegetazione riparia.

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Azione 3 – Opere di riqualificazione ambientale a Siziano (PV)

Descrizione dell’ambito – elementi di criticità

La fascia perifluviale in Comune di Siziano è caratterizzata da ampie aree agricole appartenenti perlopiù ad un unico proprietario, il quale si prende in carico anche la manutenzione delle fasce spondali, costituite da fasce boschive, talvolta in buono stato di conservazione. Accanto infatti a robinieti e boschi con rovo, sopravvivono boschi ripariali con ontano nero (Alnus glutinosa), molto raro in questi territori sia per l’intenso sfruttamento del territorio, che favorisce l’uso agricolo a discapito delle vegetazioni spontanee, sia per motivazioni ecologiche. Il Lambro Meridionale, infatti, è un corso d’acqua con sponde molto profonde (il dislivello con il piano campagna talvolta è di 6-8 m), ragion per cui le specie legnose che necessitano di acqua nel suolo non riescono ad insediarsi. I soli punti dove sono state ritrovate cospicue fasce ad ontano nero sono Siziano, Opera e Villanterio. Per questi motivi si è deciso di intervenire rafforzando i lembi ad ontaneta, attualmente caratterizzati da un sottobosco paucispecifico, con pochi esemplari di rovo, biancospino e sambuco.

Intervento di tipo B - puntuale di naturalità diffusa

Specie nemorali. Nell’ontaneta si prevede il rafforzamento del sottobosco, attualmente caratterizzato da poche specie legnose ed erbacee, attraverso la messa a dimora di specie nemorali di bosco meso-igrofilo, tipiche delle foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae). Tra esse: Leucojum aestivum, specie tutelata a livello regionale, Carex pilosa, Doronicum pardalianches, Scilla bifolia, Polygonatum multiflorum. In particolare Leucojum aestivum, tra quelle citate forse la meno comune, è stata rilevata in piccoli popolamenti sia a Marzano che a Vidigulfo. Le piante selezionate verranno acquistate presso vivai specializzati in piante autoctone certificate, e verranno trapiantate nella medesima giornata del trasporto, al fine di evitare traumi e stress idrici. In sede di sopralluogo preliminare si verificherà la necessità di un decespugliamento/lavorazione preventivo dell’area. La messa a dimora seguirà il protocollo e le linee guida procedurali previste dalla L.R. del 31 marzo 2008 n. 10 "Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea”. Come descritto nel Piano della Comunicazione, la messa a dimora potrà avvenire anche tramite “giornate aperte di cantiere condiviso” con adulti e bambini.

Soggetti coinvolti

Comune di Siziano, Università Milano-Bicocca, proprietario deil terreni (Fam. Bellomi), fornitori di piante certificate autoctone, AIPO, Regione Lombardia.

Iconografia

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Scorcio di fascia ripariale ad ontano nero presso Siziano

Azione 4 – Opere di riqualificazione ambientale a Landriano (PV)

Descrizione dell’ambito – elementi di criticità

Il territorio comunale di Landriano è lambito per un lungo tratto dal fiume Lambro Meridionale. In alcuni punti, sia a nord che a sud dell’abitato, il fiume svolge un ruolo paesaggisticamente ed ecologicamente rilevante. I terrazzamenti fluviali hanno modellato in modo inusuale il paesaggio circostante, creando discontinuità tra i campi coltivati e favorendo, lungo le piccole scarpate a ridosso dei terrazzamenti, il mantenimento di fasce boschive pressochè intatte. L’andamento meandriforme del fiume, qui non costretto in percorsi rettilinei, ha dato luogo nell’arco di secoli a lanche e piccole zone umide, molte delle quali ancora attive e ambito privilegiato di fauna e flora igrofile altrimenti introvabili. L’amministrazione comunale negli ultimi anni ha incentivato molto l’aspetto naturalistico e di fruizione, realizzando ex novo un parco pubblico (denominato Camp a Bass e dedicato ad Antonio Cederna) a vocazione conservazionistica, una fattoria didattica in cui sono stati fatti interventi di piantumazione (Parco “Paolo e Francesca Taverna”) e gestendo un’oasi (Oasi “La Busa del Rat”). Infine a sud, oltre l’abitato, alcuni lembi boschivi contornano le lanche e le anse del fiume. Tutti questi ambiti di forte naturalità sono tra loro collegati o da piste ciclopedonali o da strade bianche ad uso misto, ma sostanzialmente chiuse al traffico ad eccezione dei mezzi agricoli. Sono queste condizioni ideali sia per interventi di rafforzamento di un’area molto ampia che si presenta già come una stepping stone, sia per interventi più puntuali.

Intervento di tipo A – rafforzamento di stepping stones esistenti

Le potenzialità da valorizzare con opere di riqualificazione sono molteplici, ci si è soffermati perciò su quelle che al momento si sono ritenute le più urgenti. Fascia di transizione. Nel Parco Pubblico Cederna è presente un bellissimo anfiteatro creato dall’incisione del fiume, attualmente occupato alla base da una fascia perifluviale a salici e pioppi, nonchè da una piccola zona umida, mentre lungo la scarpata la fascia a salici lascia via via spazio ad un cespuglieto a rovo, talvolta poco strutturato. 32

I cespuglieti a rovo rivestono una notevole rilevanza ecologica, dal momento che nel periodo di fioritura attirano moltissimi insetti pronubi (il Comune di Landriano sta attivando anche progetti di apicoltura pubblica!). Si intende quindi mantenere intatta la fascia a rovo più distante rispetto all’asta fluviale, e riqualificare la fascia di roveto prossima al fiume, dove si mescola con le specie più igrofile.ù Si procederà quindi con lavorazioni del terreno che comprenderanno il decespugliamento del rovo nei tratti meno conservati, l’eliminazione di eventuali robinie senescenti o deperenti e la realizzazione di chiarie di circa 5X5 m dove verranno messi a dimora salici (Salix caprea, S. alba, S. cinerea, S. viminalis), ontani neri (Alnus glutinosa), pioppi neri (Populus nigra), frassini maggiori (Fraxinus excelsior), ossia specie pioniere, igrofile o meso-igrofile e tendenzialmente eliofile. Specie nemorali. Sempre nel Parco Cederna nel a partire dal 2007 sono stati messi a dimora numerosi alberi autoctoni (es. Quercus robur, Carpinus betulus, Prunus avium, Acer pseudoplatanus, Acer campestre) con l’intenzione di realizzare un bosco planiziale di una dimensione ed una struttura tali da potersi autosostenere senza l’ausilio di eccessive manutenzioni da parte dell’uomo. Il risultato è un bel bosco ad alto fusto, tuttavia con un sottobosco inevitabilmente povero di specie legnose ed erbacee, dal momento che nelle aree limitrofe non ci sono né boschi maturi in cui esse siano presenti, nè corridoi ecologici adatti a garantirne il flusso. Si è quindi deciso mettere a dimora nuclei di specie erbacee nemorali al fine di rendere ecologicamente funzionale uno dei pochi nuovi lembi boschivi assimilabili al querco-carpineto planiziale (Carpinion betuli). Tra esse Leucojum vernum, Vinca minor, Primula vulgaris. Le piante selezionate verranno acquistate presso vivai specializzati in piante autoctone certificate, e verranno trapiantate nella medesima giornata del trasporto, al fine di evitare traumi e stress idrici. In sede di sopralluogo preliminare si verificherà la necessità di un decespugliamento/lavorazione preventivo dell’area. La messa a dimora seguirà il protocollo e le linee guida procedurali previste dalla L.R. del 31 marzo 2008 n. 10 "Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea”. Come descritto nel Piano della Comunicazione, la messa a dimora potrà avvenire anche tramite “giornate aperte di cantiere condiviso” con adulti e bambini. La maggior parte di queste piante presenta radici a fittone o rizomi ingrossati piuttosto semplici da trapiantare. Capanno osservazione avifauna/pannello informativo. Completeranno le opere a verde la messa a dimora di un capanno di osservazione dell’avifauna in prossimità della fascai di transizione riqualificata e di un pannello didattico in un punto da concordare con l’amministrazione comunale in sede di progettazione definitivo-esecutiva.

Intervento di tipo B – intervento puntuale di naturalità diffusa

Vegetazione ripariale. A sud della S.P. 2 il Comune di Landriano è caratterizzato da ambiti agricoli, lanche e lembi residuali di vegetazione ripariale. L’intervento prevede la riqualificazione di un tratto di vegetazione ripariale attualmente caratterizzata da robinie cedue, specie ruderali ed esotiche rampicanti e rovi. Si procederà con le lavorazioni preliminare dell’area, con decespugliamento ed eradicazione degli esemplari arborei esotici senescenti o deperenti, e la successiva messa a dimora di piante legnose arboree e arbustive autoctone: lungo la fascia prossima al fiume ontano nero (Alnus glutinosa) e salici arbustivi (Salix caprea, S. cinerea), mentre lungo la fascia più esterna biancospino (Crataegus monogyna) e prugnolo selvatico (Prunus spinosa). Ipotesi di sesto di

33 impianto sono riportate nell’allegato C e saranno comunque definite in fase di progettazione esecutiva.

Soggetti coinvolti

Comune di Siziano, Comune di Landriano, Università Milano-Bicocca, A.I.P.O., Regione Lombardia, fornitore di specie erbacee autoctone, imprese per la realizzazione delle opere.

Iconografia

Anfiteatro fluviale. In primo piano il roveto e sulla sinistra il saliceto alla base della scarpata fluviale. Sullo sfondo le piantumazioni di specie legnose che richiamano il bosco planiziale.

Azione 5 – Opere di riqualificazione ambientale a Torrevecchia Pia (PV)

Descrizione dell’ambito – elementi di criticità

Il Comune di Torrevecchia Pia ha aderito, insieme ai Comuni di Siziano e Vidigulfo, al PLIS del Lambro Meridionale e del Ticinello. La maggior parte del territorio lambito dal fiume Lambro Meridionale è ricompresa nel PLIS, e nel PGT essa è azzonata anche come “area a Oasi”. L’amministrazione comunale ha puntato molto su di essa, acquistando buona parte della superficie o ottenendola in concessione. Nell’Oasi sono presenti habitat eterogenei e in parte ben conservati. In prossimità del fiume si trova una lanca piuttosto ampia e tuttora attiva, circondata da un bosco misto con dominanza di robinia. Nell’Oasi sono ricompresi un prato che attualmente versa in condizioni non ottimali, ricco di graminacee esotiche (es. Setaria glauca, Cynodon dactylon) e povero di specie a fiore vistoso che potrebbero attirare insetti pronubi, importanti per la biodiversità tanto quanto per la produttività in agricoltura; un ciliegeto in concessione che il Comune intende mantenere con una finalità didattico-fruitiva; una piccola zona umida circondata da bosco e derivante da una “risalita” periodica di acqua; una serie di filari di alberi ad alto fusto. La gestione dell’Oasi è affidata ad un gruppo di volontari esperti in fotografia naturalistica, che si occupa di controllare la fruizione in modo che sia rispettosa, organizza eventi per la cittadinanza e coadiuva le attività di manutenzione ordinaria. Il Comune intende inoltre investire in una fruizione sostenibile, attraverso la realizzazione di una pista ciclopedonale che colleghi il centro di Torrevecchia Pia con Zibido al Lambro, la

34 frazione comunale più prossima all’Oasi. La pista ciclopedonale si collegherebbe inoltre alla strada bianca che da Torrevecchia Pia porta all’adiacente comune di Landriano (ed alle molteplici stepping stones descritte nella scheda precedente) e al sentiero ad uso misto che si intende realizzare in questo progetto, a completamento delle opere di riqualificazione naturalistica.

Intervento di tipo A – rafforzamento di stepping stones esistenti

Vegetazione ripariale. Il tratto di fiume che lambisce l’Oasi è fortemente destrutturato e caratterizzato da sponde erose, spesso prive di vegetazione, o con vegetazione costituita da fasce a rovo, vite del Canadà (Parthenocissus quinquefolia), zucchino spinoso (Sicyos angulatus) e luppolo del Giappone (Humulus scandens). Si è ritenuto quindi urgente riqualificare il tratto più compromesso attraverso il decespugliamento e la lavorazione profonda del terreno lungo un tratto di riva di circa 500-600 m, con conseguente realizzazione di una fascia di vegetazione ripariale, costituita in massima parte da salici arbustivi (Salix caprea, S. viminalis, S. cinerea) e da ontani neri (Alnus glutinosa). Sentiero ad uso misto. A completamento della riqualificazione del tratto di sponda, si realizzerà una piccola strada ad uso misto, che potrà essere utilizzata sia dai pedoni che dai mezzi agricoli, ma non dagli altri veicoli a motore. Questa strada costeggerà la fascia ripariale da Zibido al Lambro (la frazione dove il Comune ha in previsione la realizzazione di una pista ciclopedonale e dove termina la strada bianca diretta alle oasi di Landriano) fino all’Oasi-PLIS di Torrevecchia Pia. Prato fiorito. Attualmente l’area a prato di proprietà comunale versa in uno stato di conservazione non ottimale: come anticipato nel paragrafo descrittivo la vegetazione è ricca soprattutto di graminacee esotiche, l’intenzione è invece quella di realizzare un prato fiorito, ossia una vegetazione erbacea perenne in cui, oltre alle graminacee, siano presenti anche specie a fiore vistoso in grado di attirare insetti pronubi (fondamentali anche per la produttività agricola). Si procederà con un sopralluogo preliminare al fine di identificare con esattezza tutte le specie presenti e rilevare lo stato di conservazione dell’habitat, si passerà a lavorazioni preliminari del terreno al fine di dissodare almeno i primi centimetri di suolo. In presenza di un’eccessiva abbondanza di specie ruderali od esotiche si procederà a lavorazioni preliminari più profonde, al fine di soffocare le piante indesiderate. Si procederà poi con l’acquisto di miscugli di sementi certificati, in cui ci sia una buona percentuale di graminacee e piante a fiore vistoso. Viste le condizioni di umidità del suolo a disposizione, si opterà per specie semi-igrofile (da verificare comunque in fase di sopralluogo preliminare), come il fior di cuculo (Lychnis flos-cuculi), l’erba cucco (Cucubalus baccifer), il ranuncolo bulboso (Ranunculus bulbosus) o di prati pingui (es. Achillea millefolium, Centaurea spp.) Nuova area umida. L’area è caratterizzata da una zona umida naturale, la lanca, ricca di avifauna acquatica tipica di aree boscate e vegetate. Tale lanca, per le sue condizioni di profondità, trofìa e insolazione, risulta attrattiva ed idonea per la comunità degli ardeidi e per alcune specie di rallidi e anatidi, ma scarsamente attrattiva per specie che prediligono ambienti aperti, con acqua a bassa profondità, elevato soleggiamento e vegetazione prevalentemente erbacea, come i limicoli. La realizzazione di una zona umida assolata, nel caso specifico una sorta di prato umido permanentemente inondato, potrà favorire la presenza di limicoli di pregio come il cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), la pavoncella (Vanellus vanellus), il combattente (Philomachus pugnax) e altre specie di piccoli uccelli migratori, legati a prati inondati e raccolte d’acqua di bassa profondità. Barena. La costruzione di una barena sabbiosa vegetata solo su un lato, risulterebbe altresì

35 interessante per aggiungere alla matrice di habitat presenti, alcuni microhabitat sfruttabili da specie di sicuro interesse sia conservazionistico che educativo, specie assai affascinanti e spesso colorate e cospicue, che si prestano ottimamente come soggetti per la pratica della fotografia naturalistica e l’educazione ambientale, come il martin pescatore (Alcedo atthis), il gruccione (Merops apiaster), e le colonie di topino (Riparia riparia). Tutte questa specie sono accomunate dalla necessità di disporre di barene sabbiose prospicienti all’asta fluviale nelle quali scavare i loro nidi. Al tempo stesso, il lato vegetato e meno acclive della barena potrebbe offrire opportunità di riproduzione per i limicoli descritti in precedenza

Soggetti coinvolti

Comune di Siziano, Comune di Torrevecchia Pia, Università Milano-Bicocca, A.I.P.O., Regione Lombardia, fornitori di specie autoctone erbacee, imprese per la realizzazione delle opere.

Iconografia

Tratto di sponda in sinistra idrografica completamente invasa da rampicanti esotiche (Humulus scandens).

Azione 6 – Opere di riqualificazione ambientale a Marzano (PV)

Descrizione dell’ambito – elementi di criticità

La fascia perifluviale in Comune di Marzano è caratterizzata da una serie di meandri, e di lanche, attive o asciutte, che modulano il paesaggio creando delle piccole scarpate. A nord del Comune, presso la frazione Spirago, l’Amministrazione Comunale ha acquistato negli anni passati un tratto di terreno in prossimità della sponda, dove è presente una bella lanca la cui riqualificazione è oggetto di progettazione da parte del Comune e dove è già stata realizzata una pista ciclopedonale molto fruita. Quest’ultima è caratterizzata da una fascia di vegetazione boschiva in diretta continuità con i boschi che caratterizzano l’intorno della lanca, tuttavia tale fascia si trova in uno stato di conservazione non ottimale. Accanto a farnie e carpini bianchi ad alto fusto, infatti, abbondano la robinia, alcune specie esotiche tipiche di ambienti soggetti a disturbo antropico come la fitolacca (Phytolacca americana), l’ailanto (Ailanthus altissima) o l’acero americano (Acer

36 negundo). Un tratto delle sponde che caratterizza questa porzione di comune è particolarmente ricca di specie esotiche o ruderali, nello specifico bambù (Phyllostachys sp.) e ortica (Urtica dioica), oltre all’onnipresente robinia. In prossimità di quegli stessi tratti l’Amministrazione Comunale sta pianificando la realizzazione di orti comunali. In questo senso, quindi,la riqualificazione del tratto di sponda, avrebbe la duplice valenza ecologica e didattica.

Intervento di tipo B – intervento puntuale di naturalità diffusa

Si intende intervenire sia nella fascia di vegetazione boschiva ai lati della pista ciclopedonale, sia lungo il tratto di sponda di proprietà comunale. Galleria verde. La fascia che ombreggia la pista ciclopedonale sarà riqualificata attraverso lavorazioni iniziali di pulitura dalle specie esotiche più invasive e dalla successiva messa a dimora di alberi autoctoni a pronto effetto, al fine di raggiungere il triplice scopo paesaggistico, didattico ed ecologico. Si utilizzeranno piante legnose tipiche dei boschi maturi planiziali, ad oggi completamente assenti nel territorio preso in esame, al fine di implementare i boschi a quercia e carpino tipici della pianura padana (si veda il paragrafo sulle strategie d’azione). Tra le specie: il ciliegio selvatico (Prunus avium), il pado (Prunus padus), l’olmo (Ulmus minor), il tiglio (Tilia cordata), gli aceri (Acer pseudoplatanus, A. campestre), nonché le specie tuttora presenti lungo il percorso come la già citata farnia e il carpino bianco. Verranno invece lasciate le bordure a rovo, che vengono utilizzate dagli uccelli (e dalla cittadinanza!) durante il periodo di fruttificazione. Vegetazione ripariale. Come si evince dalla descrizione introduttiva, un tratto della sponda è caratterizzato da specie esotiche e ruderali infestanti. Si intende riqualificarlo attraverso il decespugliamento e la lavorazione profonda del terreno, con conseguente realizzazione di una fascia di vegetazione ripariale, costituita in massima parte da salici arbustivi (Salix caprea, S. viminalis, S. cinerea) e da ontani neri (Alnus glutinosa). Ipotesi di sesto di impianto sono riportate nell’allegato C e saranno comunque definite in fase di progettazione esecutiva.

Soggetti coinvolti

Comune di Siziano, Comune di Marzano, Università Milano-Bicocca, A.I.P.O., Regione Lombardia, imprese per la realizzazione delle opere.

Iconografia

Tratto di pista ciclopedonale oggetto di riqualificazione in frazione Spirago.

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Azione 7 – Opere di riqualificazione ambientale a Villanterio (PV)

Descrizione dell’ambito – elementi di criticità

Il Comune di Villanterio è il territorio maggiormente lambito dal corso d’acqua (in totale circa 10,2 km di lunghezza). Qui il fiume crea meandri paesaggisticamente suggestivi e nel tempo ha formato numerose lanche, molte delle quali tuttora attive. I terreni in prossimità del fiume nel tratto a monte dell’abitato sono di proprietà privata, di una Società Agricola che si è dimostrata da subito molto interessata alla riqualificazione delle lanche e delle sponde, dal momento che tra le finalità dell’Azienda ci sono anche la fruizione e il turismo. L’area è molto vasta e si presta a innumerevoli spunti di riqualificazione. Oltre a quattro lanche attive, nella proprietà si trova anche una garzaia, un bosco piantumato con specie legnose autoctone, diverse scarpate che i proprietari gestiscono a bosco ceduo e caratterizzate da robinia e sambuco, filari di alberi. In particolare la garzaia risulta di notevole interesse, sia per la sua posizione, che la rende facilmente osservabile e monitorabile, sia per la sua condizione di garzaia incipiente, con notevoli prospettive di ampliamento. Al momento, una stima dei nidi attivi si attesta attorno ai 50-60 nidi, con una comunità dominata da garzetta (Egretta garzetta) e airone cenerino (Ardea alba), ma vi sono ampie possibilità di insediamento per specie meno comuni. Anche una parte dei terreni in prossimità del fiume nel tratto a valle dell’abitato è di proprietà della medesima Società Agricola, in particolare è stato individuato un piccolo ma significativo affluente del Lambro Meridionale (la Roggia Roggiolo), le cui sponde sono boscate, ma versano in condizioni non ottimali, poiché sono dominate da robinia, sambuco e rovo. Rari, ma presenti, sono gli esemplari di ontano nero e salice bianco.

Intervento di tipo A – rafforzamento di stepping stones esistenti

A monte dell’abitato si prevedono i seguenti interventi: Garzaia. Riqualificazione della garzaia tramite l’abbattimento degli alberi ammalorati o senescenti e la sostituzione con esemplari a pronto effetto. Si procederà con le lavorazioni preliminari, tramite decespugliamento ed eradicazione degli esemplari arborei esotici senescenti o deperenti, e la successiva messa a dimora di piante legnose arboree e arbustive autoctone In fase di progettazione esecutiva si potrà valutare l’ipotesi di posizionare apposite piattaforme artificiali in legno trattato che consentano alla comunita’ di ardeidi di sfruttare nuove postazioni per la nidificazione e allargare la colonia. Vegetazione ripariale. L’intervento prevede la riqualificazione di un tratto di vegetazione ripariale attualmente caratterizzata da robinie cedue, specie ruderali ed esotiche rampicanti e rovi. Si procederà con le lavorazioni preliminare dell’area, con decespugliamento ed eradicazione degli esemplari arborei esotici senescenti o deperenti, e la successiva messa a dimora di piante legnose arboree e arbustive autoctone: lungo la fascia prossima al fiume ontano nero (Alnus glutinosa) e salici arbustivi (Salix caprea, S. cinerea), mentre lungo la fascia più esterna biancospino (Crataegus monogyna) e prugnolo selvatico (Prunus spinosa). Ipotesi di sesto di impianto sono riportate nell’allegato C e saranno comunque definite in fase di progettazione esecutiva. Lanca. All’interno della lanca più grande verranno messe a dimora specie erbacee acquatiche, come Nuphar luteum, Nymphaea alba, nonché specie igrofile come Iris pseudacorus, Butomus umbellatus, Alisma plantago-aquatica, Caltha palustris, Lythrum salicaria. Nemorali. Nel bosco piantumato con specie legnose tipiche dei boschi planiziali si prevede il rafforzamento del sottobosco, attualmente caratterizzato da poche specie legnose ed erbacee, attraverso la messa a dimora di specie nemorali di bosco mesofilo (querco-caprineto

38 planiziale). Le piante selezionate verranno acquistate presso vivai specializzati in piante autoctone certificate, e verranno trapiantate nella medesima giornata del trasporto, al fine di evitare traumi e stress idrici. In sede di sopralluogo preliminare si verificherà la necessità di un decespugliamento/lavorazione preventivo dell’area. La messa a dimora seguirà il protocollo e le linee guida procedurali previste dalla L.R. del 31 marzo 2008 n. 10 "Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea”. Come descritto nel Piano della Comunicazione, la messa a dimora potrà avvenire anche tramite “giornate aperte di cantiere condiviso” con adulti e bambini. Ripristino sottobosco. Lungo alcune scarpate mantenute a bosco ceduo, in prossimità del corso d’acqua, verrà ripristinato il sottobosco, previa eliminazione delle robinie ammalorate o della vegetazione arbustiva infestante. Verranno quindi messe a dimora specie legnose tipiche dei boschi planiziali, tra cui Cornus sanguinea, Corylus avellana, Crataegus monogyna, Viburnum opulus.

Intervento di tipo B – intervento puntuale di naturalità diffusa

A valle dell’abitato, presso la Roggia Roggiolo, si prevedono i seguenti interventi: Vegetazione ripariale. Decespugliamento e contenimento delle specie invasive, sia legnose che rampicanti, tramite decespugliamento e la rimozione di eventuali robinie ammalorate o senescenti. Successivamente messa a dimora di specie di vegetazione boschiva igrofila: ontani neri, salici, olmi, nonché di piante erbacee igrofile: Iris pseudacorus, Carex pendula, Butomus umbellatus.

Soggetti coinvolti

Comune di Siziano, Comune di Villanterio, privati proprietari dei terreni, A.I.P.O., Regione Lombardia, Università Milano-Bicocca, imprese per la realizzazione delle opere, fornitori di specie autoctone.

Iconografia

Tratto di lanca in cui mettere a dimora specie acquatiche e igrofile

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RIPARTIZIONE DELLE RISORSE

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DISPONIBILITÀ DELLE AREE Al fine di garantire l’immediata fattibilità degli interventi proposti in fase di stesura della presente proposta, l’Ente capofila (Comune di Siziano) e i partner di progetto territorialmente competenti hanno provveduto ad ottenere un primo formale assenso, da parte dei proprietari, alle realizzazione delle opere proposte. Tale formale assenso è rappresentato da lettere di intenti finalizzate alla successiva stipula di bonari accordi per la realizzazione degli interventi (Siziano, Pieve Emanuele, Locate di Triulzi, Villanterio), allegate al bando. La disponibilità delle aree non si pone laddove i terreni siano di proprietà comunale (Landriano, Torrevecchia Pia, Marzano) o del Demanio (Landriano, Torrevecchia Pia). In quest’ultimo caso, i comuni stanno provvedendo alla formale richiesta di concessione di aree al Demanio. Particolarmente importante è stato il contributo che A.I.P.O. ha fornito in fase di stesura dei progetti preliminari e che fornirà nel corso della progettazione esecutiva e della realizzazione delle opere. Nel corso degli anni passati, infatti, durante i tavoli di lavoro si sono concordare strategie comuni per salvaguardare la biodiversità e garantire la sicurezza idraulica: le linee guida progettuali (tradotte nel “libretto delle buone pratiche C.A.L.Me.”) sono state recepite dalla documentazione che A.I.P.O. sta predisponendo in qualità di masterplan progettuale lungo tutto il Lambro Meridionale. Lungo le fasce di rispetto del corso d’acqua la collaborazione di A.I.P.O. consentirà di effettuare valutazioni in merito alla dotazione arboreo-arbustiva delle sponde, alla compatibilità con la sicurezza idraulica, alla rinaturalizzazione delle stesse ed all’eventuale rimozione di barriere artificiali poste abusivamente lungo i corsi d’acqua. Ulteriore importante contributo è stato fornito da parte di Regione Lombardia DG Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile in fase di concertazione di una progettualità comune da parte degli enti locali, promuovendo e partecipando in prima persona ai momenti di confronto con gli amministratori comunali e promuovendo la loro partecipazione nell’ambito dei Contratti di Fiume. Tale contributo proseguirà nel corso di C.A.L.Me. 2, dal momento che i funzionari della DG Ambiente-Settore Risorse idriche e Programmazione si occuperanno di accompagnare i progettisti e le amministrazioni comunali nella fase di progettazione esecutiva, in modo che tale progettazione sia coerente con le strategie di riqualificazione ambientale promosse dal Settore stesso. Le relative visure catastali sono inserite nella parte “C.stralcio della progettazione preliminare” allegata al bando.

LOCATE DI TRIULZI _ NOTA SU DOCUMENTAZIONE CATASTALE Nel riquadro rosso della figura sottostante è indicato presumibilmente il numero di mappale 23, (inserito nella lettera di intenti della Fondazione Sviluppo Ca’ Granda) che è stato forse oggetto di frazionamenti o accorpamenti da cui deriva l’attuale individuazione di quella stessa area con il mappale 163. Non è però leggibile chiaramente.

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PIANO DI MONITORAGGIO Le azioni di monitoraggio saranno definite entro un apposito “Piano di monitoraggio” redatto e concretizzato da esperti botanici e faunisti, che verranno incaricati dall’Ente capofila (Comune di Siziano). Saranno inoltre predisposti materiali di carattere divulgativo (immagini e testi divulgativi) da utilizzare sul sito web del progetto, durante le serate di presentazione, nel corso delle giornate ludico-fruitive concordate con i partner locali, nei leaflets e nei pannelli divulgativi approntati. I testi saranno concordati con il comunicatore, in modo da integrare la componente strettamente scientifica con le esigenze di carattere divulgativo.

Flora e vegetazione Punto di partenza delle nuove indagini saranno i dati floristici contenuti nel documento allegato al Progetto C.A.L.Me. : “B.2 - Analisi della vegetazione”, che fungeranno da indicazione pre- opera circa l’attuale assetto delle biocenosi presenti presso gli ambiti di intervento. Tutti i dati floristici e vegetazionali raccolti saranno presentati al termine del progetto tramite specifiche relazioni tecniche. Il monitoraggio della flora e della vegetazione può essere di tipo qualitativo (elenchi floristici, presenza/assenza di specie), quantitativo (misurazione della fitomassa) o quali-quantitativo (misura della copertura e dell’abbondanza/dominanza delle specie in una comunità). L’approccio dipende anche dalla scala di indagine che si intende perseguire: a scala dell'organismo (flora), dell'ecosistema (fitomassa e vegetazione), del bioma (vegetazione e complessi di vegetazione). I principali metodi di monitoraggio, tratti dalle “Linee Guida per la predisposizione del Piano di Monitoraggio Ambientale” redatte dal Ministero dell’Ambiente, consistono in: - Rilievo fitosociologico: è un metodo quali-quantitativo e consiste nell’analisi della composizione floristica e si basa sul presupposto che al ripetersi delle medesime condizioni ecologiche la vegetazione è rappresentata dalla stessa combinazione di specie. Le vegetazioni vengono rilevate attraverso un elenco di specie, per ciascuna delle quali, attraverso un indice numerico, è indicata la quantità relativa nell'area occupata (Braun-Blanquet,19282). Grazie a questo approccio quali-quantitativo la fitosociologia mette in relazione le cenosi vegetali con le condizioni ambientali, osservandone la dinamica, consentendo di ricostruire la storia di un ambiente e di prevederne l’evoluzione - Rilievo floristico: è un metodo qualitativo, in cui si stila un elenco floristico delle specie presenti in una determinata area. In questo modo è possibile effettuare analisi di tipo corologico (es. percentuale di alloctonia/autoctonia delle specie) ed ecologico (es. spettro biologico delle specie presenti); - Analisi fisionomica: è anch’esso un metodo qualitativo, che fornisce una descrizione delle formazioni vegetali presenti (es. tipologia di bosco o di prato), senza tuttavia fornire un elenco completo delle specie; - Quadrati permanenti: è un’analisi quantitativa che consente di monitorare nel tempo in modo preciso la presenza e l’abbondanza delle specie in un’area fissa. Consiste nel posizionamento di un quadrato, all’interno di un popolamento elementare, di dimensioni variabili a seconda del tipo di vegetazione, e periodicamente rilevato nel corso delle stagioni vegetative.

2 Braun-Blanquet J., 1928. Pflanzensoziologie. Springer, Berlin. 44

Nel caso specifico, data l’entità e la tipologia delle opere, che si presume apportino significativi miglioramenti a livello di biodiversità di specie e di comunità biologiche, si opta per un monitoraggio a livello di specie (sia quelle messe a dimora, sia le possibili esotiche collaterali in fase di cantiere) e di comunità di vegetazione (bosco/zona umida/prato/ fascia ripariale). Si prevede di effettuare monitoraggi ante operam e post operam tramite rilievi floristici per le:  specie nemorali messe a dimora nel sottobosco (es. Siziano, Villanterio). Periodo: febbraio-marzo 2017 ante operam; marzo-aprile 2018 post operam. Le specie nemorali iniziano la stagione vegetativa nella prima parte del periodo primaverile.  piante acquatiche nelle lanche (es. Villanterio). Periodo: giugno 2017 ante operam; giugno e settembre 2018 post operam. Le piante acquatiche iniziano la stagione vegetativa nella seconda parte del periodo primaverile e in piena estate. Si prevede di effettuare monitoraggi ante operam e post operam tramite rilievi fitosociologici per:  la vegetazione riparia di nuova realizzazione/riqualificata (Locate di Triulzi, Pieve Emanuele, Landriano, Torrevecchia Pia, Villanterio). Periodo: aprile-maggio 2017 ante operam; aprile-maggio e settembre-ottobre 2018 post operam (la seconda fase di campo serve per la verifica della presenza di specie esotiche, che hanno una stagione vegetativa tardiva).  la vegetazione di transizione (Landriano). Periodo: aprile-maggio 2017 ante operam; aprile-maggio e settembre-ottobre 2018 post operam (la seconda fase di campo serve per la verifica della presenza di specie esotiche, che hanno una stagione vegetativa tardiva).  la riqualificazione fasce boscate (Villanterio).  Periodo: aprile-maggio 2017 ante operam; aprile-maggio e settembre-ottobre 2018 post operam (la seconda fase di campo serve per la verifica della presenza di specie esotiche, che hanno una stagione vegetativa tardiva).  Il prato da sfalcio (Torrevecchia Pia).  Periodo: maggio-giugno 2017 ante operam; maggio-giugno e settembre-ottobre 2018 post operam (la seconda fase di campo serve per la verifica della presenza di specie esotiche, che hanno una stagione vegetativa tardiva).

I contenuti di massima del piano di monitoraggio della flora e della vegetazione sono di seguito elencati.

 Monitoraggio delle specie esotiche Come si evince dalla relazione finale sulla vegetazione del progetto C.A.L.Me., le sponde del Lambro Meridionale sono per la maggior parte “libere”, ossia non vincolate dall’urbanizzato o da infrastrutture che ne costringono o ne alterano il percorso. Tuttavia la vegetazione che le contraddistingue risulta spesso di ampiezza scarsa e con una composizione specifica spesso semplificata e limitata ad elementi esotici. Partendo dallo stato di fatto, quindi, si intende monitorare l’evoluzione del tratto di sponda riqualificato, con particolare attenzione

45 all’eventuale ri-proliferazione delle specie esotiche eradicate oppure a nuove specie esotiche per potrebbero insediarsi in seguito ai movimenti terra in fase di cantiere. Per questo motivo sarà determinante che il botanico incaricato segua le fasi di progettazione esecutiva, ed affianchi la Direzione Lavori in fase di cantiere, segnalando tempestivamente procedure poco consone. Il metodo utilizzato sarà quindi quello del rilievo floristico e particolare attenzione nel piano di monitoraggio dovrà inoltre riguardare: - lo stoccaggio del terreno e/o del cotico erboso eventualmente rimosso e da riposizionare il sede al termine delle lavorazioni; - la scelta delle specie sia erbacee che legnose da mettere a dimora, per evitare importanti errori tecnici, come talvolta accade, mettendo a dimora cultivar od essenze simili a quelle spontanee nel territorio; - il contenuto dei miscugli per sementi da prato da sfalcio, nel momento in cui verrà realizzato il prato fiorito, al fine anche in questo caso di evitare la proliferazione di specie indesiderate o poco consone con il contesto ecologico e geografico.

 Monitoraggio delle specie autoctone messe a dimora Le opere prevedono la messa a dimora di specie autoctone su una superficie molto vasta di territorio, per quanto riguarda sia le specie erbacee che quelle legnose arboree ed arbustive. Le specie erbacee messe a dimora sono nemorali (nel sottobosco riqualificato o già ben conservato), acquatiche (nelle lanche), igrofile (in prossimità delle sponde fluviali, delle lanche o delle rogge che si andranno a riqualificare), di prato (riqualificazione di prati fioriti). Per ognuna di queste categorie verranno posizionati dei quadrati di monitoraggio permanenti, che dovranno avere una dimensione e una posizione congrua con l’ambito oggetto di riqualificazione. Si eseguirà quindi un rilievo floristico, così come descritto nel paragrafo precedente. Particolare attenzione nel piano di monitoraggio dovrà inoltre riguardare: - la scelta delle specie sulla base delle condizioni ecologiche dell’habitat, dal momento che la corologia, e quindi l’autoctonia, di una specie non è il solo parametro da tenere in considerazione nella scelta delle piante da mettere a dimora. Un altro parametro necessario da considerare è infatti anche il contesto ecologico in cu si sta lavorando (umidità, grado di assolazione etc). - il posizionamento degli shelter e dei tutori per ciascun esemplare di pianta legnosa messa a dimora, al fine di evitare danneggiamento da parte della fauna erbivora talvolta molto presente nel territorio. Gli shelter si sono dimostrati efficaci nel preservare le piante messe a dimora in altre occasioni di riqualificazione (progetto R.Am.P.E., Bando 2008 Fondazione Cariplo - Area Ambiente - Tutelare e Valorizzare la Biodiversità), ricadenti nel Comune di Pieve Emanuele e quindi in un ambito territoriale assolutamente confrontabile con la presente proposta di progetto. Anche in questo caso quindi sarà determinante che il botanico incaricato segua le fasi di progettazione esecutiva, ed affianchi la Direzione Lavori in fase di cantiere.

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 Monitoraggio della vegetazione ripariale e delle fasce boschive. Il monitoraggio della vegetazione ripariale riguarda tratti territoriali importanti, poiché per la quasi totalità dei Comuni partner si prevede la riqualificazione di tratti spondali e il conseguente ripristino della vegetazione ripariale. Fatte salve le misure di monitoraggio elencate nei punti precedenti, nel contesto ripariale si punterà particolare riguardo non solo sulla flora, ma anche sulla vegetazione. Dovrà quindi essere predisposto un piano che preveda anche rilievi sulla vegetazione, ad esempio di tipo fitosociologico, particolarmente usati nei Piani di Monitoraggio pubblici e nelle valutazioni di compatibilità delle opere anche a livello regionale. Il rilievo fitosociologico, per le caratteristiche descritte nel paragrafo precedente, si dimostra particolarmente efficace. Esso fornisce dati sintetici, che racchiudono non solo informazioni sulla presenza/assenza di una specie, ma anche informazioni ecologiche inerenti lo stato di conservazione o di evoluzione della fitocenosi.

Fauna a) Fauna vertebrata omeoterma, avifauna svernante e nidificante: piani di monitoraggio Premesse. La valutazione sullo stato delle biocenosi di un habitat su scala ridotta, non possono prescindere da un piano di monitoraggio accuratamente concepito, che sia in grado di restituire un dato il più possibile attendibile dell’evoluzione delle biocenosi stesse, in relazione ai cambiamenti di habitat. Il monitoraggio dovrà perciò essere effettuato nel periodo più appropriato, ripetuto un numero idoneo di volte, al fine di evitare i rischi complementari di sovrastima o di sottostima del popolamento e eseguito con la metodologia più corretta in relazione al tipo di habitat in cui ci si trova ad operare. La valutazione del popolamento su avifauna acquatica, sia essa nidificante o svernante, intendendo con tale definizione la comunità di uccelli che gravita attorno agli invasi e ai corsi d’acqua e che necessita di acqua e/o vegetazione igrofila per completare il suo ciclo riproduttivo, e che comprende specie appartenenti a generi e famiglie diverse, può essere effettuata in modo efficiente e speditivo attraverso la metodica del conteggio diretto su transetto lineare , metodica che prevede l’individuazione preliminare di un numero adeguato di percorsi lineari di campionamento, denominati transetti, di lunghezza standard, che risultino rappresentativi dell’intera area da campionare. Tali transetti vanno quindi posizionati sul territorio nel modo più uniforme possibile, a coprire l’intera area sulla quale effettuare il rilievo. A differenza di altri tipi di transettazione (transetto quadrato), il transetto lineare risulta particolarmente idoneo a campionare corsi d’acqua e fiumi, nei quali la fauna tende a distribuirsi lungo le rive o comunque in un intorno lineare coerente con la disposizione del transetto stesso. Per questa ragione è bene che i transetti di ogni tratto di fiume siano doppi: uno per ciascuna sponda, in modo da evitare il rischio di sottostima del popolamento. Una volta identificati e collocati sul territorio i transetti, attraverso opportuna georeferenziazione, si procederà alla progettazione logistica del campionamento, che solitamente deve essere effettuato nelle stagioni e negli orari nei quali maggiore è l’attività degli animali. Ai fini di questa campagna di monitoraggio si identificheranno transetti lineari di lunghezza pari ad 1 km, con un intorno considerato di 250m.

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Nel caso dell’avifauna acquatica solitamente si procede a due campagne di campionamento annuali: una localizzata nel periodo invernale, idealmente compresa tra i mesi di dicembre e gennaio, al fine di identificare la comunità degli uccelli svernanti nel sito. La seconda campagna di campionamento usualmente si colloca nel periodo compreso tra i mesi di maggio e luglio, al fine di identificare e conteggiare tutti gli individui in riproduzione nel sito stesso. In entrambi i casi il campionamento deve essere effettuato sui due versanti spondali nella stessa giornata di campo, onde evitare sovrastime del popolamento. Per convenzione si considera, ai fini del rilievo, anche un cosiddetto “intorno” del transetto stesso, cioè un’area ridotta adiacente al fiume entro la quale ricercare eventuali individui di avifauna nidificante da includere nel conteggio: ciò per includere nel censimento anche specie acquatiche che nidificano a qualche distanza dal corso d’acqua o che frequentano anche le fasce boscate adiacenti al fiume. L’ampiezza di tale fascia, è di circa 250 m per transetti di 1km. I transetti così identificati dovranno essere percorsi a piedi, a passo lento, con l’ausilio di apposita strumentazione ottica (binocolo e cannocchiale): ogni individuo appartenente all’avifauna acquatica che sia presente sull’acqua, sulle sponde e in volo dovrà essere annotato su apposite schede prestampate e identificato. Ai fini dell’identificazione della comunità di passeriformi canori nidificanti, congiuntamente al campionamento mediante osservazione diretta, verranno eseguiti anche punti d’ascolto ogni 200m lungo il transetto considerato, per censire le specie presenti e non visibili, attraverso il canto.

Cronologia e logistica monitoraggio. Al fine di ottenere dati che possano essere comparati tra loro, e con il dato estrapolabile dal progetto CALMe 1, il calendario dei monitoraggi sui siti interessati da opere di riqualificazione ambientale dovrà essere effettuato una prima volta in condizioni di ante-operam, sia per i rilievi sulla comunità svernante che per quelli sulla comunità nidificante e una seconda volta a lavori conclusi, per la registrazione del dato di presenza al sito in stato di post-operam. Pertanto, coerentemente con il cronoprogramma di progetto, la temporizzazione delle quattro campagne di monitoraggio su tutti i siti sarà la seguente indicata in tabella

MONITORAGGIO ANTE-OPERAM MONITORAGGIO POST-OPERAM Avifauna svernante: gennaio 2017 Avifauna svernante: dicembre 2018 Avifauna nidificante: giugno 2017 Avifauna nidificante: giugno 2018

I dati, quali-quantitativi, saranno comparati statisticamente tra loro, e, limitatamente al dato sulla comunità nidificante, verrà effettuata una analisi comparativa con il dato del progetto CALMe1.

b) Indagine sulla comunità odonatologica Premessa. Gli odonati costituiscono un taxa faunistico particolarmente adatto a fungere da bioindicatore dello status ecologico di ambienti umidi oggetto di ripristino ecologico. Le libellule infatti, essendo insetti predatori, buoni volatori capaci di colonizzare rapidamente nuovi territori a seguito di cambiamenti delle condizioni ecologiche, ed avendo un ciclo vitale strettamente legato all’ambiente acquatico, possono offrire indicazioni sulle dinamiche biologiche in atto entro un ambiente umido riqualificato già nel medio-breve periodo. 48

Diverse specie di libellule, negli ultimi decenni, hanno subito in Lombardia un forte declino, a causa soprattutto dell’inquinamento idrico e della distruzione/alterazione degli ambienti umidi naturali, in particolare per quanto riguarda i biotopi fluviali in ambito planiziale. Al fine di valutare la buona qualità ecologica delle aree umide oggetto di riqualificazione nell’ambio del progetto C.A.L.Me. 2, si propone perciò un monitoraggio biennale volto alla caratterizzazione faunistica delle stesse e dei settori limitrofi, mediante un’indagine odonatologica di campo.

Obiettivo della ricerca sarà caratterizzare la struttura della comunità di odonati presenti in alcuni siti di intervento, fornendo un inventario biologico con particolare attenzione verso eventuali specie di interesse ecologico o conservazionistico. Il monitoraggio inoltre potrà fornire importanti indicazioni sull’evoluzione dei diversi ecosistemi acquatici, sulla qualità ecologica dell’ecotono ripario e sull’eterogeneità dell’habitat, offrendo spunti concreti su eventuali buone pratiche di manutenzione e/o attività gestionali da intraprendere in tutti i biotopi di progetto, e più in generale lungo le aste fluviali in ambito planiziale, per la conservazione degli odonati.

I siti prescelti per il monitoraggio, rappresentativi di tutte le tipologie di intervento e di ambienti umidi interessati dal progetto C.A.L.Me. 2 sono: Pieve Emanuele (riqualifica del canale scolmatore), Torrevecchia Pia (prato umido) e Villanterio (lanca e roggia Roggiolo).

Attività di campo Sarà realizzato un censimento qualitativo e semi-quantitativo delle popolazioni di odonati presenti nei 3 siti di indagine, tramite la ricerca e l’identificazione degli stadi immaginali e delle esuvie. L’utilizzo congiunto di queste due metodologie permetterà di ottenere informazioni dettagliate sul ciclo vitale di questi insetti e sull’ecologia delle differenti popolazioni negli habitat considerati. Le zona umide saranno monitorate attraverso la percorrenza di transetti standard, da visitare nelle ore centrali della giornata (indicativamente 10-17), in presenza di idonee condizione meteorologiche (tempo assolato e vento debole o assente). Durante ciascuna uscita saranno ricercati a vista sia gli adulti (anche con l’ausilio di ottiche specifiche), sia le esuvie degli odonati, attraverso un apposito protocollo tratto e adattato dalla metodologia proposta da Smallshire, D. e Beynon, T. all’interno del manuale “Dragonfly Monitoring Scheme Manual” edito nel 2010 dalla British Dragonfly Society. Le specie che richiedano, per la corretta identificazione a livello di specie, l’osservazione di particolari anatomici non rilevabili a distanza, saranno oggetto di fotografie con obiettivo macro e/o di cattura temporanea con retino entomologico, analisi in campo e successivo immediato rilascio. Le esuvie saranno invece raccolte e successivamente attribuite in laboratorio, utilizzando chiavi dicotomiche standard. La presenza tra gli odonati sia di specie precoci, che sfarfallano a fine aprile – inizio giugno, sia di specie tardive, osservabili con maggiori consistenze da agosto fino all’autunno inoltrato, rende necessaria l’esecuzione di un minimo di 3 uscita annuali per sito, al fine garantire un’adeguata copertura della stagione di volo di tutte le specie. Il calendario di svolgimento dei rilievi, che potrà subire nel corso delle due annualità leggere variazioni in ragione delle condizioni metrologiche e ambientali, è presentato in sintesi nella seguente tabella.

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Periodo indicativo Obiettivo uscita Maggio – 15 Giugno Osservazione specie precoci Osservazione comunità odonatologica nel periodo di massima 15 Giugno - Luglio abbondanza Agosto – 15 Settembre Osservazione specie tardive

I dati raccolti saranno analizzati, anche con l’uso di indici statistici di sintesi e confluiranno in un’apposita relazione finale di monitoraggio, che, oltre a rendere conto delle osservazioni, offrirà una prima valutazione circa l’efficacia delle azioni di progetto.

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PIANO DI COMUNICAZIONE Ruolo e finalità del Piano Nel caso del Progetto C.A.L.Me. 2, il Piano di “Comunicazione e partecipazione” riveste un ruolo particolare e più impegnativo rispetto ad altri contesti di progetto di rete, quali le attività di studio/educazione ambientale o la promozione di azioni partecipate, ad esempio legate alla resilienza della comunità, o le attività di progettazione vera e propria. In questo caso, il ruolo centrale delle attività programmate è ricoperto dalle operazioni pratiche destinate alla realizzazione delle opere, cioè da azioni tecniche di progettazione ed esecuzione specializzata. La gran parte di queste attività non può che essere, di fatto, compiuta da soggetti tecnici allo scopo incaricati, nelle forme e nei tempi imposti dalla normativa relativa agli incarichi professionali e fiduciari e/o alle opere pubbliche, con tutte le limitazioni e le rigidità che ne conseguono. Fatte salve, peraltro, le situazioni in cui è stato possibile coinvolgere nelle realizzazioni soggetti locali, proprietari o gestori di aree, con le necessarie competenze e attrezzature, che intervengano direttamente su propri terreni o terreni vicini. Inoltre, le opere da realizzare sono già definite nella entità, tipologia e localizzazione, per quanto non necessariamente nel dettaglio, dalla fase di preparazione e progettazione realizzata in precedenza e presentano margini di manovra e possibilità di variazione limitati. Le finalità delle azioni proposte non sono dunque centrate sulla partecipazione alla progettazione già realizzata e da realizzare, anche se anche di questa si occupano, ma su obiettivi di più ampio respiro e di più lunga prospettiva. Vogliono cioè portare i cittadini :  a sperimentare e toccare con mano  a comprendere e sapere di più e/o più approfonditamente  ad individuare obiettivi e intraprendere azioni future Non è infatti la semplice abbondanza e appetibilità dell’informazione o la sola disponibilità di occasioni di controllo e critica che possono produrre efficaci e duraturi cambiamenti sulla gestione dell’ambiente e sulla sensibilità collettiva, ma l’incremento della conoscenza scientifica e tecnica, la comprensione dei problemi pratici ed economici e la partecipazione ad un progetto e una prospettiva ricca di idealità. In particolare il presente Piano intende operare per il rafforzamento di un obiettivo sovracomunale di protezione/ miglioramento ambientale di tutto il corridoio ecologico del Lambro Meridionale, ambito che si vorrebbe progettare, per le sue caratteristiche e dimensioni, in chiave unitaria e con una visione di sottobacino. Pertanto, considerati i tempi di avvio e realizzazione (2017-18), si ritiene che le attività del progetto coincideranno, almeno in parte, e dovranno integrarsi con le altre azioni relative alla sistemazione idraulica e ambientale della parte nord del bacino, da parte di Regione Lombardia, e auspicabilmente, con l’avvio delle prime azioni proposte per il Lambro Meridionale nel Contratto di Fiume.

Obiettivi e azioni di progetto Per ciascuno dei temi di sensibilizzazione, in precedenza elencati, si individuano strumenti d’azione e si propongono specifiche attività, tenuto conto che i programmi formulati oggi, proprio perché presuppongono partecipazione e condivisione, sono soggetti, necessariamente, ad una successiva ampia revisione e a possibili sostanziali rivisitazioni. La scelta tra le varie opzioni individuate, come la scelta della tempistica e della collocazione sul territorio delle attività di seguito proposte in un ampio elenco di opzioni, potranno essere precisate solo ad avvio delle attività di progetto, sulla base delle opportunità, preferenze, propensioni e disponibilità di mezzi di ciascun partner, con il contributo degli stakeholders locali.

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1) Condivisione e partecipazione attiva Si intende privilegiare le forme di partecipazione diretta e fattiva dei cittadini, attraverso la visita ai cantieri e la attivazione di momenti di lavoro pratico/manuale e in campo nelle situazioni che lo consentono. Le attività vengono definite anch’esse “cantieri” e vengono lanciate e realizzate nelle varie aree di intervento, in collaborazione con i Comuni, cercando di accorpare più siti vicini e lasciando la scelta della tipologia d’azione e delle occasioni alle amministrazioni e agli stakeholders locali Cantiere “cartellonistica e segnaletica” Consiste in un cantiere di progettazione di cartelli informativi e della segnaletica tipo da utilizzare in tutti i siti. Può anche comprendere la realizzazione di una prima serie di cartelli segnaletici per uno o più dei siti di intervento Cantiere “piantagione” Vengono organizzate una o più giornate di lavoro manuale in campo per piantagione di specie erbacee nemorali in siti di bosco Cantiere “prepara il terreno” Si realizza con una o più giornate di pulizia dei terreni destinati all’intervento o loro preparazione per gli interventi di piantagione o sistemazione Visita guidata ai cantieri Consiste in mezze giornate di visita a cantieri aperti e in fase operativa, con la presenza degli operatori incaricati. Deve corrispondere alla fase avanzata delle realizzazioni.

Visita guidata ai cantieri

2) Conoscenza e responsabilità Con questo tipo di azioni si punta a fornire strumenti di conoscenza e comprensione dei problemi e degli aspetti interessanti delle diverse aree e del fiume nel suo complesso relativamente a temi di interesse ambientale e di pianificazione e approfondimenti specifici relativi a questioni gestionali. Inoltre questa azione rappresenta lo spazio di conoscenza e informazione sul progetto e il suo avanzamento

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Quaderni approfondimento Sono contributi tematici di taglio scientifico e/o tecnico, assemblati dallo staff di progetto su temi relativi alla connessione ecologica in genere e alle conoscenze acquisite o comunque disponibili riguardo al Lambro Meridionale, all’area del sud Milano e Pavese, o ad aree paragonabili per ambiente o per approccio partecipativo e strumenti messi in campo. Un tema importante di approfondimento potrà essere rappresentato dal Contratto di Fiume Olona- Bozzente – Lura - Lambro Meridionale e dalla possibilità di operare con lo strumento del Piano di Sottobacino dedicato al LM. Un altro, certamente dall’approfondimento sulla normativa dei vincoli, idraulici, paesaggistici, geologici e sulla gestione attuale della aree demaniali. Laboratori di idee con stakeholders, prevalentemente a tema Incontri partecipati con le associazioni e i cittadini e, in genere, gli stakeholders, compresi i rappresentanti del settore agricolo, raggruppati per macroaree, piuttosto che intervento per intervento (2 incontri complessivamente ?) e centrati su temi specifici. Es. Bozza di Quaderno condiviso delle buone pratiche e delle regole per tipo di azione o area. Criteri per impostazione sistema dei percorsi ciclopedonali. Criteri per la gestione delle aree agricole perifluviali, ecc. Laboratorio con i tecnici delle amministrazioni Incontri con tecnici delle amministrazioni ed esperti, aperti comunque al pubblico, su questioni rilevanti di gestione del territorio, come la gestione delle aree di vincolo perifluviale e la corretta gestione delle aree di vecchio e nuovo demanio idrico.

3) Costruzione e condivisione di obiettivi Lo scopo principale di questa serie di azioni è la costruzione di una immagine e di una prospettiva unitaria nella pianificazione e gestione dell’area di progetto da parte delle comunità che la sostengono Carovana itinerante Consiste nella programmazione di più tappe di informazione-animazione nelle piazze delle città coinvolte per la conoscenza del proprio territorio e quello dell’intero “sistema fiume”. Si utilizza un furgone attrezzato che porta in piazza l’intero territorio su immagine di dimensioni circa 4x16 m e propone attività di animazione per riconoscimento siti, valutazione e proposta (es. foto sotto).

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Informazione e animazione in piazza (uso di grandi mappe del territorio) Gran tour ciclistico Escursione progettata con il contributo delle associazioni e cittadini, via social e mail, rappresenta la sperimentazione di almeno alcuni dei tracciati ciclopedonali che dovranno costituire l’ossatura futura del sistema di fruizione Convegno generale di chiusura Il convegno/festa è l’occasione per la ripresentazione della maximappa generale del fiume e per il suo aggiornamento sia in base a quanto fatto nel progetto, sia con nuove proposte e lancio di tesi per il futuro. Con il metodo dei tavoli di lavoro tematici, in ipotesi, si discutono e approvano: il quaderno delle buone pratiche e la sezione “regole”, un accordo sul censimento e i criteri di gestione delle aree del demanio idrico, la bozza della mappa generale dei sentieri e dei percorsi ciclabili, la mappa dei “luoghi della natura” e il documento sullo stato di avanzamento delle attività di sottobacino nell’ambito del Contratto di Fiume.

Ipotesi di programmazione delle azioni di comunicazione/partecipazione Fase 1 (inizio 2017) Perfezionamento, tramite contatti diretti, dell’elenco degli stakeholders e dei soggetti interessati (es. primo contatto scuole per espressioni di interesse) Avvio degli spazi nei social con segnalazione delle fasi di progettazione, delle fonti di informazione e dati, della possibilità di richiedere interventi ad hoc, ecc. Aggiornamento del sito web del progetto Calme, con messa a disposizione di tutte le informazioni sugli interventi in fase di progettazione esecutiva con link ai siti comunali in spazi dedicati. Predisposizione di un pacchetto illustrativo semplificato delle opere progettate per la diffusione via mail agli stakeholders, scuole e cittadini che ne fanno richiesta

Fase 2 (primavera 2017) Realizzazione della settimana della carovana itinerante con attività informative e di animazione con la maximappa del Lambro Meridionale per il lancio del “sistema fiume”.

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Raccolta delle osservazioni, dei progetti nuovi e della percezione diffusa riguardo alla importanza, significato e futuro del fiume e della sua valle in una ottica unitaria.

Fase 3 (autunno 2017) Stagione dei cantieri, sia in forma di attività pratiche manuali e creative, sia come visite ai cantieri delle opere secondo un calendario e modalità da perfezionare in fase esecutiva. Si può pensare a 3 cantieri di lavoro tematici e a 1 visita ad ognuno dei cantieri di lavoro in date da concordare localmente

Fase 4 (inverno 2017-18) Approfondimento/consolidamento delle conoscenze e delle competenze su argomenti e temi scientifici e tecnici. Incontri con stakeholders a tema/i. Incontro con i tecnici delle amministrazioni

Fase 5 (primavera/estate 2018) Tour ciclistici (ipotesi 2 tour) di visita e progettazione percorsi in una prospettiva di connessione e unità del corridoio di natura e fruizione del Lambro Meridionale Convegno festa chiusura con rivisitazione della maximappa del fiume, approvazione tesi e regole, rilancio dei progetti nel Contratto di Fiume In tutte le fasi di attività prosegue l’attività informativa condotta attraverso gli strumenti web e social con dettagli operativi da definire in fase esecutiva. Tutte le attività che comportano il coinvolgimento dei cittadini e delle amministrazioni saranno progettate in collaborazione con queste tenendo conto prioritariamente dei calendari delle attività pubbliche e/o private di rilievo sociale, definendo di volta in volta l’opportunità di agganciare le iniziative di progetto ad eventi esistenti e sentiti dalle comunità, piuttosto che evitare le date concorrenti. L’ipotesi attuale è quella di far coincidere più possibile gli eventi di progetto con i calendari degli eventi locali di rilevanza sociale.

Gli strumenti tecnici di comunicazione Realizzazione e/o alimentazione e animazione della piattaforma on line rappresentata dal sito web di progetto, prosecuzione di quello di Calme1, e da uno o più indirizzi social, in particolare facebook con funzioni informative relative a: - Risultati delle analisi di approfondimento e dei materiali di progettazione - Documentazione tecnica e scientifica relativa all’area di nuova o recente produzione - Osservatorio dello stato di avanzamento dei progetti e delle realizzazioni - Forum cittadini sui temi di assetto complessivo In più, il responsabile della comunicazione si occupa dei rapporti con la stampa in stretta collaborazione con il coordinatore del progetto, l’ente capofila e i partner.

Dati utili (enti, spazi, date, ecc.) In fase di predisposizione del progetto e durante le attività del precedente Progetto CALMe sono stati presi contatti con singoli operatori, associazioni ed enti vari. Inoltre è stato

55 effettuato, con l’aiuto delle Amministrazioni comunali, un primo censimento degli enti registrati, delle strutture di interesse per eventi, feste e incontri di lavoro e, infine, una verifica dei calendari delle iniziative previste o tradizionali del paese. Se ne riporta un breve e preliminare riassunto come premessa ad un lavoro di ricerca di tutte le possibili sinergie con le realtà locali e le loro “buone pratiche”. Comune di Pieve Emanuele Il Comune di Pieve è impegnato in diversi progetti di opere e educazione ambientale, avendo come riferimento principale l’oasi dei laghetti del Tolcinasco, presso la quale si svolgono attività e visite. Con la Protezione Civile si effettua la Giornata dei fiumi puliti. Molti eventi culturali e ricreativi sono concentrati nella “Primavera Pievese (mese di maggio). E’ attivo il Progetto del “Cantiere Culturale Pievese” cofinanziato da Fondazione Cariplo. La terza o l’ultima domenica di settembre si festeggia il santo patrono, S. Alessandro Comune di Locate di Triulzi Il Comune di Locate festeggia il santo patrono S. Vittore, l’8 maggio. Nel mese di maggio si svolgono quest’anno altre iniziative interessanti come La Festa delle Corti (28-29/5) e la Sfilata delle Biciclette in Fiore (28 maggio).

Comune di Landriano Il Comune e le associazioni locali organizzano varie iniziative soprattutto tra primavera ed estate. In aprile è stata realizzata l’iniziativa “Vivere i parchi urbani” con presenza di scuole e esperti. All’interno della estate landrianese si svolgono, tra l’altro, la marcia “Stralandriano” e la “Festa di fine estate”, il 20 settembre. Diverse iniziative riguardano percorsi e marce dal centro alle frazioni, in particolare Pairana. Recentemente è stata organizzata una mostra su “Landriano e il suo territorio”. Landriano dispone di una Fattoria didattica, presso il Lambro, molto frequentata e dotata di una sala da 100 posti. Il Comune stampa anche un giornalino comunale di notizie. Il santo patrono è S. Vittore (8 maggio). Comune di Siziano Il comune, che è Ente gestore del PLIS del Lambro Meridionale e del Ticinello, stampa un bel periodico di informazioni. Rilevante è il “Maggio Sizianese” con vari eventi tra cui la “Festa degli orti”, la “Festa di Primavera”, la “Mostra di fotografia naturalistica”, una gara ciclistica, la manifestazione “Medioevo nel Borgo”, ecc. Inoltre si segnalano: “Puliamo il mondo” e la festa patronale nella seconda settimana di settembre (San Bartolomeo). Sono presenti molte associazioni ed enti di vario indirizzo: Legambiente, Fotoreporter, il GAS “A tutto GAS”, la Pro Loco Siziano, la Università della Terza Età (UNITRE Siziano), ed altre. Il Comune dispone di un teatro da 250 posti e dell’area attrezzata all’aperto del “Gesiolo”. Con il contributo di Fondazione Cariplo (Bando Biodiversità 2010), inoltre, il Comune ha realizzato le “vetrine della biodiversità”, importanti luoghi all’interno dell’abitato in cui sono state ricostruiti gli habitat naturali principali del territorio (zone umide, vegetazione riparia, prato da sfalcio) Comune di Torrevecchia Pia Il Comune ha, appena avviato, un progetto “pedibus” cofinanziato da Regione Lombardia. Sono presenti varie associazioni tra cui un Gruppo Acquisto Solidale (GASGAS) e alcuni circoli e associazioni culturali. La festa patronale si svolge in corrispondenza della ricorrenza della Natività di M.V., l’8 settembre. Comune di Marzano

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Il santo patrono del paese è S. Mauro che si festeggia il 15 gennaio. Sono presenti alcune associazioni tra cui i Volontari per Marzano, con obiettivi di cura della sicurezza. Comune di Villanterio Anche nel Comune di Villanterio sono presenti diverse realtà di volontariato, come associazioni genitori, l’Associazione Podistica Tripè, con cui si organizzano camminate e corse per strade bianche, il “Circolo socio-culturale”, il “Gruppo culturale Iniziative sociali”. Inoltre una Accademia Musicale e un Corpo bandistico. Il patrono, S. Giorgio, viene festeggiato nella sagra con mercatino in piazza del primo maggio. Viene organizzata annualmente la Festa delle Associazioni di Volontariato (17/7). Il prossimo 13 novembre si dovrebbe tenere la prima edizione della manifestazione podistica “Corsa del Lambro”. Tra gli spazi utili, da segnalare il Cortile del castello, sede comunale, con annessa piccola arena, una palestra e un centro sportivo con tribune per spettatori e il salone del teatro dell’oratorio con annesso campo illuminato.

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MANUTENZIONI

Manutenzioni nel corso del progetto. Tutti gli interventi in progetto saranno appaltati con capitolati tecnici che prevedano la manutenzione delle opere di nuova realizzazione per la durata del progetto. In particolare saranno effettuati interventi di manutenzione ordinaria (almeno 2 interventi annuali) e, ove necessario straordinaria (irrigazioni di soccorso in presenza di estati siccitose), al fine di garantire il corretto attecchimento e sviluppo delle opere a verde. Il processo di gestione diretta dell’appalto delle opere da parte di ciascun Comune, nonché il coinvolgimento degli Enti territorialmente competenti (A.I.P.O. e Regione Lombardia), rappresentano inoltre idonee garanzie alla corretta redazione dei capitolati tecnici. Per aver una ulteriore garanzia di corretta realizzazione delle opere e delle manutenzioni nel solo periodo della durata del progetto, inoltre, la Direzione Lavori e l’eventuale Piano della Sicurezza, verranno seguiti da ciascun Comune tramite l’ufficio tecnico competente. Parte del cofinanziamento del personale è infatti dedicato a queste attività specifiche. Per la gestione degli ambiti naturalistici sarà infine avviato, entro le azioni di divulgazione e informazione previste nel progetto (si veda a tal proposito il capitolo sul piano della comunicazione), un processo di partecipazione diretta e coinvolgimento delle comunità locali, al fine di promuovere interventi dei cittadini per la tutela e la sorveglianza delle opere a verde realizzate. Un esempio su tutti sono le attività di educazione ambientale già promosse da alcune amministrazioni comunali (es. Landriano e Siziano), che verranno riprese anche nel progetto C.A.L.Me. 2, nel corso delle quali i bambini e i ragazzi delle scuole sono stati coinvolti nella messa a dimora di piante legnose. Un’estensione di questa attività potrà essere la messa a dimora anche di alcune piante erbacee di facile posizionamento (es. sottobosco). Manutenzioni post-progetto. Nel periodo successivo alla conclusione del progetto, per una durata di almeno 3 anni, così come previsto dal Bando di Fondazione Cariplo, le manutenzioni saranno a carico delle amministrazioni comunali o dei privati, a seconda dell’impegno sottoscritto. Le manutenzioni prevedono gli sfalci annuali delle opere a verde, laddove necessario (es. vegetazione ripariale, fascia boscata, riqualificazione del sottobosco, prato fiorito) e così come previsto nei capitolati di appalto per la gestione del verde pubblico, nonché le eventuali irrigazioni di soccorso straordinarie in caso di estati siccitose. Alcuni comuni prevedono inoltre di coinvolgere associazioni o enti locali, come la Protezione Civile, molto attive ad esempio a Locate di Triulzi e a Pieve Emanuele, che già si occupano periodicamente di alcune manutenzioni e che hanno le attrezzature adatte ad effettuare lavorazioni di sfalcio e decespugliamento. Si riportano a tal proposito le lettere di impegno firmate dai singoli Comuni o dai proprietari dei terreni e riportate per esteso nella documentazione allegata al bando. Comune Documento redatto Siziano Lettera di impegno da parte dell’Amministrazione Comunale Locate di Triulzi Lettera di impegno da parte dell’Amministrazione Comunale Pieve Emanuele Lettera di impegno da parte dell’Amministrazione Comunale Landriano Lettera di impegno da parte dell’Amministrazione Comunale Torrevecchia Pia Lettera di impegno da parte dell’Amministrazione Comunale

Villanterio Lettera di impegno sottoscritta dal proprietario (si veda la lettera di manifestazione di intenti al progetto, in cui si specifica che il proprietario si 58

occuperà della manutenzione ordinaria almeno per i primi 3 anni dal termine del progetto) Marzano Lettera di impegno da parte dell’Amministrazione Comunale

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RISULTATI ATTESI, CRITERI DI VALUTAZIONE E BENEFICIARI

Potenziare il corridoio ecologico a) Riqualificazione/miglioramento degli habitat in 5 macroaree (Pieve Emanuele, Locate di Triulzi, Landriano, Torrevecchia Pia, Villanterio) e in 2 aree puntuali (Marzano e Siziano), tutte ugualmente importanti nell’ottica di un corridoio ecologico che copra tutta l’asta fluviale b) Rafforzamento di stepping stone di vasta area, attraverso il miglioramento di diversi ecosistemi: bosco, zona umida/fascia di transizione tra fiume e bosco, fascia ripariale. c) Aumento della biodiversità specifica in merito a flora (acquatica, igrofila, mesoigrofila), vegetazione (boschi, fasce riparie, zone umide, prati da sfalcio), avifauna (acquatica e limicola), entomofauna (odonati).

Potenziare la sinergia tra le parti coinvolte d) a) Aumento della consapevolezza da parte dei cittadini e degli stakeholders in generale (amministrazioni locali, associazioni, proprietari agricoli) sia dei problemi e delle difficoltà di gestione, sia delle enormi potenzialità del corridoio ecologico. e) b) Sinergia tra le amministrazioni locali e le autorità competenti per la pianificazione sovraordinata e le autorizzazioni (es. ambientale, idraulica).

RISULTATI ATTESI CRITERI DI VALUTAZIONE

Ci si attende la riqualificazione dell’Habitat delle Foreste alluvionali di Alnus glutinosa  Km totali di fascia ripariale e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion riqualificata incanae, Salicion albae).  Numero di piante legnose messe a dimora  Vitalità delle specie messe a dimora Ci si attende un miglioramento  Incremento dell’avifauma e significativo della comunità di avifauna dell’odonatofauna (rapporto tra il presente al sito, sia in termini di numero numero di individui censiti in fase di specie presenti, svernanti e ante e post operam di riproduttive, sia in termini di fitness avifauna/odonatofauna) riproduttiva degli individui nidificanti. VEGETAZIONE RIPARIALE VEGETAZIONE Implementazione della biodiversità specifica, attualmente bassa, dei lembi di ontaneta e dei boschi riconducibili al

 Incremento del numero di piante

querco-carpineto; messe a dimora, grazie a propagazione autonoma (rapporto miglioramento della funzionalità ecologica tra il numero di individui censiti in del bosco, dal momento che un aumento fase ante e post operam nei quadrati permanenti) NEMORALI delle specie vegetali favorisce un

conseguente aumento delle specie di fauna.

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Ci si attende un aumento della diversità specifica e, a conclusione lavori, dopo adeguata naturalizzazione delle opere, la presenza di una serie di specie, al  Numero di nidi presenti dopo la momento scarsamente rappresentate, realizzazione della barena

BARENA quali i limicoli e gli uccelli nidificanti su barene sabbiose.

Miglioramento della funzionalità ecologica

del tratto di sponda e di pista ciclopedonale riqualificati;  Mq di galleria verde realizzati Ruolo didattico-educativo delle specie  Numero di piante legnose messe a messe a dimora, dal momento che l’area è dimora molto fruita e che l’Amministrazione Comunale ha in previsione la realizzazione

GALLERIA VERDE GALLERIA di orti pubblici.

Comunità degli ardeidi: incremento del numero di presenze nella stagione  Rapporto tra il numero di nidi presenti ante e post operam riproduttiva. Incremento nel numero di  Numero delle specie presenti in specie presenti e nidificanti. colonia (ante e post operam) GARZAIA

Ci si attende la riqualificazione dell’Habitat

delle Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion  Mq di fascia di transizione realizzati  Numero di piante legnose messe a incanae, Salicion albae). dimora  Vitalità delle specie messe a dimora Ci si attende un miglioramento  Incremento dell’avifauma e significativo della comunità di avifauna dell’odonatofauna (rapporto tra il presente al sito, sia in termini di numero numero di individui censiti in fase di specie presenti, svernanti e ante e post operam di avifauna/odonatofauna). riproduttive, sia in termini di fitness

riproduttiva degli individui nidificanti. FASCIA DI TRANSIZIONE DI FASCIA

Aumento degli habitat di spazio aperto,  Mq di prato fiorito realizzato con conseguente aumento della  Incremento n° specie a fiore vistoso biodiversità specifica sia della flora che (rapporto tra cenismento ante e post

PRATO PRATO operam) FIORITO della fauna (in particolare entomofauna)

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 N di specie acquatiche e igrofile erbacee messe a dimora  Incremento del numero di piante

Ci si attende un miglioramento della messe a dimora, grazie a

complessità generale dell’ecosistema, sia propagazione autonoma (rapporto della componente erbacea igrofila ed tra il numero di individui censiti in fase ante e post operam nei quadrati acquatica (che si andrà direttamente ad permanenti) implementare), sia della componente  Incremento dell’avifauma e faunistica (che avrà una implementazione

ZONE UMIDE ZONE dell’odonatofauna (rapporto tra il indiretta) numero di individui censiti in fase ante e post operam di avifauna/odonatofauna).

Beneficiari. Complessivamente, grazie agli interventi realizzati ed alle attività di comuicazione e divulgazione, potranno beneficiare dei risultati del progetto:

 Cittadini (bambini e adulti);  amministratori locali;  altri stakeholders (proprietari dei terreni, agricoltori affittuari);  tecnici e professionisti che parteciperanno alle giornate di approfondimento;  simpatizzanti con le tematiche ambientali proposte, tramite l’animazione dei siti internet (fb e sito web già attivo).

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4 ORGANIGRAMMA E DISTRIBUZIONE DELLE COMPETENZE

Coordinamento locale, affidamento incarichi professionali, predisposizione accordo bonario con i privati, predisposizione gare di appalto per l’esecuzione delle opere, direzione lavori, responsabile unico procedimento ed eventuale piano sicurezza opere. Spese correnti e acquisto di materiale promozionale

Gli incarichi professionali affidati riguarderanno: Coordinamento progettuale scientifico e segreteria, declinato nella supervisione e coordinamento del gruppo di lavoro, con assistenza diretta alla gestione delle varie fasi operative per enti capofila e partner, professionisti ed imprese. Organizzazione e reporting a cadenza annuale (2 report) di incontri di confronto e armonizzazione delle azioni di progetto (si stima un minimo di 4 giornate/mese di lavoro nel biennio di progetto) Progettazione opere ambiti, che consiste nella progettazione definitiva ed esecutiva di

tutte le opere di riqualificazione ambientale previste dalle azioni 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7 Comunicazione, con modalità di partecipazione attiva dei cittadini durante le opere di riqualificazione, nel corso di momenti ludico-fruitivi e di confronto tra stakeholder (convegni, seminari tematici). Animazione delle piattaforme web di condivisione più usate (es. Facebook) Grafica, promozione e internet, con aggiornamento trimestrale del sito esistente

ENTE CAPOFILA ENTE (www.progettocalme.it); impostazione grafica e impaginazione dei leaflet e dei pannelli Comune di Sizianodi Comune divulgativi; cortometraggio video sulle potenzialità ambientali del Lambro Meridionale Supporto amministrativo e report finanziario che consiste nella consulenza amministrativa agli enti capofila e partner, supporto ai processi di gestione dei flussi finanziari tra capofila e partner, rendicontazione parziale e conclusiva di progetto.

L’acquisto di materiale promozionale dipende dalle attività specifiche concordate in base al Piano della Comunicazione. Alcuni esempi: giga mappa in nylon del fiume con gli ambiti di riqualificazione, da usare nelle giornate ludico-fruitive; leaflets promozionali delle giornate di cantiere aperto, delle attività ludico-fruitive e dei convegni; cartelloni di promozione alle iniziative; account del sito internet.

Le spese correnti riguardano i materiali di consumo, la convocazione di riunioni di coordinamento, i costi di segreteria, comprensivo di messa a disposizione di sala riunioni

per tutti gli incontri tra gli attori di progetto.

Coordinamento locale, predisposizione accordo bonario con i privati e/o domanda di concessione per le aree demaniali, predisposizione gare di appalto per l’esecuzione delle opere, direzione lavori, responsabile unico procedimento e predisposizione

PARTNER dell’eventuale piano sicurezza opere.

Comuni di: Locate di Locate di: Comuni

Triulzi, Pieve Emanuele, Emanuele, Pieve Triulzi,

Landriano, Torrevecchia Torrevecchia Landriano, Pia, Marzano, Villanterio. Pia,Marzano,

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Valutazioni ecologiche, consistenti nella valutazione in itinere e finale in relazione alle scelte e all'efficacia ecologica delle opere di riqualificazione in progetto, a cura del

Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e del Territorio e di Scienze della Terra.

Affidamento di incarichi per i monitoraggi della fauna e della flora.

Bicocca - Fauna: monitoraggio biennale di taxa target (uccelli e odonati) indicatori ecologici per una valutazione quantitativa e qualitativa dell'impatto delle opere di progetto sulla biodiversità. Sono previste un totale di circa 45 giornate di campo. Comprese relazioni

PARTNER finali di analisi dati e individuazione di eventuali criticità in corso e post operam Flora e della vegetazione: monitoraggio biennale della flora: specie erbacee messe a dimora (nemorali), piante acquatiche (lanche); monitoraggio biennale della vegetazione: Università Milano Università fasce riparie riqualificate; prato fiorito; nuova zona umida. Sono previste in totale circa 30 giornate di campo suddivise nei due anni. Comprese relazioni finali di analisi dei dati e individuazione di eventuali criticità in corso e post operam .

Valutazioni idrauliche, che consistono nelle autorizzazioni di compatibilità idraulica,

partecipazione a tavoli tecnici e supporto con sopralluoghi in fase di progettazione esecutiva e DL a cura di Uffici AIPO.

Valutazioni pianificatorie e normative. Affiancamento nella fase di progettazione e realizzazione per coerenza con indirizzi normativi e pianificatori. Coerenza di indirizzo con le azioni di progetto inserite nel Contratto di Fiume "Olona-Lura-Bozzente-Lambro

Meridionale", che recepisce anche gli studi preliminari del progetto C.A.L.Me. a cura di Ambiente; A.I.P.O. Ambiente;

Regione Lombardia DG DG RegioneLombardia Regione Lombardia, DG Ambiente - Struttura Pianificazione tutela e riqualificazione

COFINANZIATORI DI TIPO 1 TIPO DI COFINANZIATORI risorse idriche.

Compartecipazione al progetto effettuando le lavorazioni preliminari nelle aree di

proprietà, mettendo a disposizione mezzi (che non figurano nel cofinanziamento) e s.s.

dipendenti della propria Società Agricola.

DI TIPO 2 TIPO DI

Francesco e figli e Francesco

COFINANZIATORI COFINANZIATORI AgricolaTosi Soc.

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5 ORGANIZZAZIONE

ENTE CAPOFILA Comune di Siziano Il Comune di Siziano è ente capofila del PLIS “Parco del Lambro Meridionale e Ticinello”, istituito con Delibera della Giunta Provinciale di Pavia n. 10 del 15/01/2009 e comprendente attualmente i comuni di Siziano, Vidigulfo e Torrevecchia Pia. Per la posizione centrale rispetto al Lambro Meridionale e per il ruolo di ente capofila del PLIS, il Comune di Siziano si è proposto come ente capofila del progetto CALMe 2. Negli anni passati l’amministrazione comunale ha partecipato a diversi bandi della Fondazione Cariplo, sia in qualità di partner che di ente capofila. In particolare si ricorda il cofinanziamento ricevuto da Fondazione Cariplo (Bando Biodiversità 2009) per il progetto dal titolo “Interventi di incremento della biodiversità nel PLIS di neo- istituzione Parco del Lambro Meridionale e Ticinello”, che ha previsto la piantumazione e rinaturazione di alcune zone all’interno del Parco, nonché la realizzazione di importanti punti didattici chiamati “vetrine della biodiversità” per ricostruire habitat tipici del PLIS in ambito urbano, dove la fruizione è maggiore. Si intende sfruttare le vetrine della biodiversità anche nell’ambito della presente proposta di progetto (si veda a tal proposito il piano della comunicazione). Sul sito comunale il PLIS è ampiamente pubblicizzato e, in seguito al progetto cofinanziato nel 2009 da Fondazione Cariplo, sono stati pubblicati numerosi opuscoli didattico-informativi sulle peculiarità sia di flora che di fauna dell’area protetta (www.comune.siziano.pv.it/ comune/comune_action.php). Nell’ambito della presente proposta di progetto il Comune di Siziano si occuperà del coordinamento locale, della predisposizione dell’accordo bonario con il privato, della direzione lavori sul proprio Comune, di individuare un responsabile unico procedimento ed eventualmente del piano della sicurezza. Si occuperà di affidare gli incarichi esterni per il coordinamento tecnico-scientifico generale, la progettazione, i monitoraggi faunistici e floristici, la comunicazione, la parte grafico-pubblicitaria e il supporto amministrativo e del report finanziario.

PARTNER Comune di Locate di Triulzi E' ente territorialmente interessato per quanto riguarda il tratto di Lambro Meridionale situato in provincia di Milano. Il comune ha inoltre all'attivo la partecipazione a progetti promossi da Fondazione Cariplo, alcuni aventi come soggetto il fiume Lambro Meridionale, in cui ha già svolto il ruolo di partner. In particolare: Progetto R.A.R.E. - Riqualificazione Aree Residuali tra i comuni di Pieve Emanuele e Locate di Triulzi: riutilizzazione di un tratto fluviale intercluso” (Bando Spazi Aperti 2010); il progetto C.A.L.Me.-Connettività Ambientale del Lambro Meridionale (Bando Ambiente “Realizzare la Connessione Ecologica” 2013); il progetto NaturalMente – connettiamo Milano alla natura, (Bando “Connessione Ecologica” 2014). Il Comune è compreso nel Parco Agricolo Sud Milano che, nel 2013, ha terminato alcuni lavori di riqualificazione presso la lanca vicino a Cascina Pizzabrasa. Sebbene catastalmente l’area sia

65 in Comune di Pieve Emanuele, tuttavia essa si trova in sponda idrografica sinistra del fiume Lambro Meridionale e viene fruita soprattutto dalla cittadinanza locatese. Nel proprio territorio vanta inoltre altre cascine storiche tuttora abitate: Cascina Nesporedo, Cascina Resentera, Cascina Tappa, Cascina Flora, Cascina Venturina. Locate si distingue inoltre per aver approvato un PGT con consumo di suolo molto ridotto che salvaguarda la connessione ecologica del Lambro Meridionale e amplia dove possibile il territorio tutelato dal Parco Agricolo Sud Milano.

Comune di Pieve Emanuele Il comune di Pieve Emanuele è ente territorialmente interessato per quanto riguarda il tratto di Lambro Meridionale situato in provincia di Milano. Il PGT del comune di Pieve Emanuele, in fase di approvazione, descrive e valorizza le componenti ambientali del Lambro Meridionale: nelle tavole di piano il PGT riporta e amplia i vincoli ecologici e paesaggistici lungo le sponde del fiume. Il Comune di Pieve Emanuele ha partecipato, insieme al Comune di Locate di Triulzi, ai progetti cofinanziati da Fondazione Cariplo elencati nel paragrafo precedente, ed è stato inoltre Ente Capofila dei progetti R.Am.P.E. e R.Am.P.E. 2 (Riqualificazione ambientale a Pieve Emanuele), entrambi cofinanziati da Fondazione Cariplo, rispettivamente nel 2008 e nel 2010 (Bando “Tutelare e valorizzare la Biodiversità”). Il Comune è compreso nel Parco Agricolo Sud Milano ed ha nel proprio territorio diverse aree naturalisticamente rilevanti: la cosiddetta “valle delle Volpi”, area agricola ricca di lanche e prati da sfalcio, il Parco Natura, un’area pubblica molto ampia che in parte costeggia le rogge Corio e Pizzabrasa e che si collega con l’Oasi dei laghetti del Tolcinasco, un’area di 9 ettari in parte a tutela naturalistica e gestita dall’amministrazione comunale, in cui sono presenti piccole zone umide, prati da sfalcio, filari e frutteti con cultivar di frutti antichi. Quest’ultima area è molto fruita dalla cittadinanza e l’amministrazione comunale organizza eventi per la promozione del territorio e delle peculiarità naturalistiche.

Comune di Landriano Il Comune di Landriano rappresenta un territorio di confine tra gli ambiti che risentono della pressione urbana milanese, soprattutto in termini di traffico e uso delle aree per insediamenti produttivi e di servizi, e le aree lodigiane e pavesi sostanzialmente agricole. Questa preoccupazione di conservazione e compatibilità è opportunamente espressa anche nel vigente PTCP della Provincia di Pavia. Il PGT del Comune, approvato nel 2011, prevede diversi interventi di compensazione ambientale, correlati a significativi insediamenti terziari/produttivi e l’incremento del patrimonio delle aree verdi e dei parchi. La presenza più significativa, da questo punto di vista, è rappresentata dal Parco pubblico Cederna, area di poco meno di 10 ettari, collocata a fianco del fiume subito a sud del centro cittadino e oggetto di vari interventi di incremento e riqualificazione del patrimonio vegetazionale. Nel centro storico, sul Lambro, è presente anche il notevole Castello di Landriano o Taverna, attualmente in abbandono, dotato di uno spazio verde circostante recuperabile anche a funzioni ecologiche. Da segnalare inoltre l’Oasi naturalistica “La Busa del Ratt”, lanca abbandonata del fiume, oggi alimentata da acque di falda. La sua cura, avviata nel 2001 è affidata a Legambiente di Landriano e vede la realizzazione di attività didattiche. Il Comune di Landriano gestisce invece direttamente una fattoria didattica, anch’essa lungo il Lambro, con spazi per incontri e per osservazione della fauna tipica e domestica. A Landriano 66 si svolgono e si sono svolte diverse iniziative, sia di sensibilizzazione ambientale, sia di rilievo storico-culturale.

Comune di Torrevecchia Pia Le aree di interesse progettuale del Comune di Torrevecchia Pia si trovano lungo il Lambro, tutte all’interno del PLIS del Ticinello e del Lambro Meridionale, in un contesto agricolo e naturale pregevole e in buona continuità sia con gli spazi circumfluviali posti a nord tra Zibido al L. e Landriano, sia con quelli a sud, fino a Marzano. Il Comune, il cui nucleo principale si trova in realtà discosto rispetto al corso del fiume, aderisce al PLIS Ticinello e all’interno di esso, attraverso la azione di varie associazioni, in particolare attualmente di una associazione di fotografia naturalsitica, cura la lanca detta Oasi La Morta, presso la quale sono già stati effettuati in passato interventi di riqualificazione ed altri sono previsti dall’attuale progetto. Per il PGT vigente, tutta l’area interessata dai progetti, in sponda sinistra a sud di Zibido al L. presenta sensibilità paesaggistica molto alta e risulta in salvaguardia paesaggistica e ambientale. L’amministrazione comunale sostiene la gestione naturalistica dell’area e la sua fruizione controllata, anche finanziando in proprio gli interventi di riqualificazione.

Comune di Villanterio Il territorio di Villanterio si colloca, con quello di Magherno, a cavallo del tratto fluviale di Lambro Meridionale caratteristico sia per gli aspetto naturalistici, sia per la geomorfologia dell’alveo, che devia il suo corso improvvisamente verso NE per cause prevalentemente geologiche. Questo tratto di fiume è, per questo, definito geosito di tipo geomorfologico e interesse locale. Tutta la fascia fluviale è considerata di “consolidamento dei caratteri naturalistici”, anche se in tutto l’abitato storico il fiume risulta costretto in una fascia localmente molto limitata. Le aree di maggiore interesse naturalistico sono quelle a monte dell’abitato, mentre il tratto a valle appare in gran parte storicamente rettificato. Sono anche presenti, in questa zona ad est del paese, elementi ambientali di pregio, ad es. alcune opere idrauliche, come pure alcuni interventi infrastrutturali (viabilistici) di forte impatto paesaggistico ed ecologico. Nonostante le dimensioni (3300 ab.), sono presenti diverse associazioni e si organizzano attività culturali e visite ai luoghi interessanti del territorio.

Comune di Marzano Il Comune di Marzano è un piccolo comune di 1700 abitanti, con gli abitati di Marzano, Spirago e Castel Lambro collocati, non lontani uno dall’altro, presso la sponda del Lambro e in posizione centrale e caratteristica rispetto a tutto l’ambito fluviale considerato, almeno per il settore agricolo centro-meridionale del lambro Meridionale. Alcune porzioni abitate sono anche interne alla valle morfologica, ma non sono sensibilmente interessate da aree di inondazione. Il PGT comunale vigente, approvato nel 2013, vincola diverse aree perifluviali ad utilizzazioni naturalistiche, con riferimento sia alla rete ecologica, sia a tutele introdotte dal vigente PTCP della Provincia di Pavia. 67

Università degli Studi di Milano-Bicocca - Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio e di Scienze della Terra (D.I.S.A.T.). Il DISAT opera da diversi anni nel campo della progettazione e della riqualificazione ambientale. In particolare:  2014-2015. Partecipazione al Progetto C.A.L.Me. Coordinamento tecnico-scientifico degli studi di fattibilità lungo il Lambro Meridionale. Partner di progetto cofinanziato da Fondazione Cariplo (Bando Ambiente 2013), assegno di ricerca alla dott.ssa Patrizia Digiovinazzo.  2012-2013. Partecipazione al Progetto LIFE - Natura "Emonfur", per la stesura di un protocollo per il monitoraggio della biodiversità vegetale ed animale nei boschi periurbani. Ente capofila ERSAF Lombardia.  2011-2013: Progetto Rampe2. Progettazione e coordinamento nell’ambito della riqualificazione ambientale ai Laghetti del Tolcinasco (Pieve Emanuele) – partner nel progetto cofinanziato da Fondazione Cariplo (bando 2010 - Tutelare e valorizzare la biodiversita') e Comune di Pieve Emanuele. assegno di ricerca alla dott.ssa Patrizia Digiovinazzo e al dott. Simone Masin.  2007-2011: dott.ssa Luciana Bottoni è vicepresidente della Commissione per il Paesaggio del Parco Agricolo Sud Milano  2008-2010: Progetto Rampe. Progettazione e coordinamento nell’ambito della riqualificazione ambientale ai Laghetti del Tolcinasco (Pieve Emanuele) – partner nel progetto cofinanziato da Fondazione Cariplo (bando 2008 - Tutelare e valorizzare la biodiversita') e Comune di Pieve Emanuele  2010: stesura dei piani di gestione dei SIC “Fontanile Nuovo” e “Bosco di Cusago”  2010: Progetto Rare. Coordinamento nell’ambito del censimento sugli Spazi Aperti promosso da Fondazione Cariplo – partner nel progetto "Spazi Aperti" cofinanziato da Fondazione Cariplo, Comune di Pieve Emanuele e Locate di Triulzi  2007: partecipazione al progetto PRAGMA per il monitoraggio di specie esotiche infestanti. Ente capofila: Provincia di Milano  2003-2005: Partecipazione al progetto finanziato dalla comunità europea (Concerted Action, V° Framework Program EVK2-2001-00362) dal titolo “Framework for the coordination of Biodiversity and Habitats”. In collaborazione con Istituto Alterra, Wageningen e altri 12 istituti universitari e di ricerca europei  2004: studi propedeutici per la stesura del piano di gestione della Riserva Naturale “Fontanile Nuovo”, all’interno del Parco Agricolo Sud Milano  2004: Studio propedeutico al piano di gestione dell’istituenda riserva naturale “Bosco di Cusago” in Comune di Cusago (MI)

ENTI COFINANZIATORI Regione Lombardia DG Ambiente La Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile di Regione Lombardia si occupa di tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile, in particolare di qualità dell'aria, di risorse 68 idriche, di energia, di rifiuti, di parchi e paesaggio, valutazioni di impatto ambientale e, infine, di attività estrattive e bonifiche. L'Ente è inoltre coinvolto nella promozione e nel coordinamento dei Contratti di Fiume. In particolare la Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile è tra i firmatari dei Contratti di Fiume di Olona-Bozzente-Lura (2004), Seveso (2006) e Lambro Settentrionale (2012). Per quest'ultimo hanno sottoscritto il documento anche 54 Comuni, 5 Province, la Comunità Montana del Triangolo Lariano, l'Autorità di Bacino del Fiume Po, l'Agenzia Interregionale per il Po, ARPA Lombardia, ERSAF, 2 Parchi Regionali, 2 PLIS, 13 Associazioni regionali e locali, Istituto Mario Negri, IRSA CNR, Fondazione Lombardia per l'Ambiente. Nell'ambito di tale attività Regione Lombardia, con il supporto di ERSAF, ha sviluppato uno scenario strategico denominato "Atlante del territorio del sottobacino idrografico del Po Lambro-Olona" che rappresenta un allegato (cfr. Allegato 1) dell'AQST Contratto di Fiume Lambro Settentrionale ma che dà una una descrizione interpretativa dell'intero territorio del bacino Lambro-Seveso-Olona. In particolare l'Atlante individua Indirizzi e Misure multisettoriali, declinati a varie scale, che permettono di sviluppare le strategie delineate nel Piano Territoriale Regionale e nella Pianificazione di bacino per la valorizzazione, la riqualificazione e il contenimento del degrado del territorio del sottobacino del Po Lambro-Olona con gli obiettivi di qualità delle acque, difesa dei suoli, sicurezza idraulica, qualità ecosistemica e neoruralizzazione. La DG Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile ha già partecipato come cofinanziatore al progetto CALMe, e grazie ai tavoli di lavoro da esso promossi 10 comuni hanno deciso di aderire al Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura-Lambro Meridionale. Sono in via di definizione, da parte dei Comuni sottoscrittori, le schede di azione e di programmazione con le quali le amministrazioni entreranno fattivamente a far parte dell’AQST. Il cofinanziamento al progetto CALMe 2 rappresenta dunque il naturale proseguimento della collaborazione della Direzione Generale con gli Enti Locali, al fine di realizzare le opere/attività contenute nelle azioni programmatiche.

Agenzia Interregionale per il fiume Po L'Agenzia Interregionale per il fiume Po è articolata in una Sede centrale, a Parma, e in Uffici territoriali dislocati nelle quattro aree regionali di riferimento: Piemonte, Lombardia, Emilia- Romagna e Veneto. L'art. 4 dell'allegato alla L.R. 5/2002 di istituzione indica che le funzioni svolte dell'Agenzia Interregionale per il Po riguardano, limitatamente alle finalità della presente proposta, la programmazione operativa degli interventi; la progettazione e l'attuazione degli interventi; la polizia idraulica, la gestione del servizio di piena; l'istruttoria per il rilascio dei provvedimenti di concessione delle pertinenze idrauliche demaniali; il monitoraggio idrografico. Le principali attività consistono dunque nella progettazione ed esecuzione degli interventi sulle opere idrauliche di prima, seconda e terza categoria sull’intero bacino del Po, per un tratto complessivo di 3564 km. L'Ufficio territoriale di Milano è competente per il rilascio di autorizzazioni per opere direttamente adiacenti alle sponde del Lambro Meridionale e coordina le opere di sistemazione e di manutenzione dell'argine e dell'alveo fluviale. A titolo di esempio si elencano alcune opere in previsione per il periodo 2011-2013, inerenti l'area di progetto:  lavori di manutenzione e sistemazione idraulica del Fiume Lambro Meridionale con taglio della vegetazione in alveo;  lavori di sistemazione delle sponde del fiume Lambro Meridionale in Comune di Milano; 69

 lavori di ripristino della confluenza tra i fiumi Lambro Meridionale e Lambro Settentrionale in Comune di Sant'Angelo Lodigiano (LO);  lavori di ripristino funzionale del sifone Lambro Meridionale all'intersezione con il Naviglio Pavese, in loc. Conca Fallata in Comune di Milano. A.I.P.O. ha già partecipato al progetto C.A.L.Me. mettendo a disposizione importanti competenze professionali, come l'ingegnere idraulico e l’esperto biologo, e partecipando ai tavoli di lavoro con i tecnici incaricati della stesura degli studi di fattibilità.

Soc. Agr. Tosi Francesco e figli s.s. La Società Agricola Tosi Francesco e figli s.s. mette a disposizione alcune delle aree di proprietà per la riqualificazione degli ambienti naturali. Tra le finalità dell’azienda agricola, infatti, ci sono anche quelle fruitive. E’ quindi nell’interesse dei proprietari riqualificare gli habitat improduttivi, come le lanche, le scarpate, le fasce fluviali, le rogge, al fine di mantenere un buon livello di biodiversità, favorire la presenza di specie rare e rendere il paesaggio visivamente più godibile anche per eventuali fruitori dell’area. A tale scopo i proprietari si sono resi disponibili a cofinanziare le opere mettendo a disposizione messi e operai per le fasi delle lavorazioni inziali e impegnandosi nelle manutenzioni post progetto (si veda la lettera di intenti firmata).

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6 ALLEGATI

Alla presente relazione vengono allegati:

 Curriculum vitae dei professionisiti. Al fine di organizzare il budget sono stati preventivamente contattati alcuni liberi professionisti esperti in tematiche ambientali, di cui si riportano le esperienze più significative funzionali al progetto C.A.L.Me. 2. Si tratta dei tecnici e professionisti che hanno partecipato alla realizzazione degli studi propedeutici e della progettazione preliminare delle opere di C.A.L.Me., attenti conoscitori del territorio e delle problematiche disaminate nella presente relazione. Si sottolinea tuttavia che l’amministrazione comunale non può ritenere vincolante la presenza di tali professionisti, dal momento che è soggetta alla legislazione vigente in merito all’affidamento degli incarichi esterni.

 Shapefiles delle aree di intervento definite nel progetto preliminare consegnato al termine del progetto C.A.L.Me. e gli stralci del progetto C.A.L.Me. 2.

 Cronoprogramma.

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