CITTA’ DI Provincia di

Piano Comunale di Protezione Civile

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PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

CITTA’ DI OVADA

1/2 Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo I – Capitolo 2

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INDICE

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MODULO I – PARTE GENERALE

STRUTTURA DEL PIANO

Capitolo 1 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 1 Premessa 2 Il ruolo del nell’ambito delle attività di protezione civile 3 Riferimenti normativi per la regione 4 Le procedure di emergenza 5 Le competenze 6 I doveri dell’autorità comunale di protezione civile

Capitolo 2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE 1 Dati generali 2 Cartografia LA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE 1 Premessa 2 Il Comitato Comunale di Protezione Civile 3 Unità di crisi comunale Capitolo 3 4 Centro Operativo Comunale 4.1 Le funzioni di supporto 5 Il Centro operativo Misto 6 La sala operativa LE RISORSE 1 Premessa 2 Gruppo Comunale di Protezione Civile Capitolo 4 3 Materiali e mezzi 4 Le infrastrutture

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MODULO II – PARTE OPERATIVA

Capitolo 1 SCENARI DI RISCHIO 1. Premessa 2. Analisi storica degli eventi calamitosi 3. Scenari di rischio 4. Scenario 1 – A: rischio idrogeologico 5. Scenario 1 – B:rischio sismico 6. Scenario 1 – C: rischio collasso sistemi tecnologici 7. Scenario 2-A: rischio meteorologico 8. Scenario 2 – B:rischio incendi 9. Scenario 2 – C:rischio bombe d’aereo inesplose 10. Scenario 2 – D: rischio incidenti 11. Scenario 2 – E: rischio trasporti

Capitolo 2 INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE 1. Premessa 2. L'informazione Capitolo 3 PROCEDURE OPERATIVE 1. Premessa 2. Scenario 1 – A: rischio idrogeologico Livello di preattenzione Livello di attenzione Livello di preallarme Livello di allarme Livello di emergenza Superamento emergenza 4. Scenario 1 – B:rischio sismico Livello di emergenza 5. Scenario 1 – C: rischio collasso sistemi tecnologici Livello di emergenza

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Capitolo3 PROCEDURE OPERATIVE 6. Scenario 2-A: rischio meteorologico Livello di emergenza 7. Scenario 2 – B:rischio incendi Livello di emergenza 8. Scenario 2 – C:rischio bombe d’aereo inesplose Livello di emergenza 9. Scenario 2 – D: rischio incidenti Livello di emergenza 10. Scenario 2 – E: rischio trasporti Livello di emergenza

MODULO III – ALLEGATI

SCHEDE MESSAGGISTICA CARTOGRAFIA

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STRUTTURA DEL PIANO

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Il piano è strutturato in tre moduli:

MODULO I

Il modulo I, strutturato in quattro capitoli, costituisce la parte generale del piano in cui vengono riportati, in forma di relazione: x i temi relativi alla legislazione in materia di Protezione Civile; x i dati essenziali ai fini dell’inquadramento territoriale; x la descrizione della struttura comunale di Protezione Civile; x le informazioni sul complesso di personale, mezzi, materiali e strutture destinate all’attività di Protezione Civile.

MODULO II

Il modulo II, strutturato in tre capitoli, costituisce la parte operativa del piano in cui vengono: x identificati gli scenari di rischio relativi al territorio comunale; x definiti i protocolli di formazione ed informazione della popolazione; x definite le procedure operative necessarie all’organizzazione ed all’attivazione delle azioni corrispondenti alle necessità di superamento dell’emergenza.

MODULO III

Il terzo modulo è costituito dagli allegati al piano: x schede di censimento x messaggistica x cartografia

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MODULO I

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Capitolo 1

QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

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1 PREMESSA...... 4 2 IL RUOLO DEL COMUNE NELL’AMBITO DELLE ATTIVITÀ DI PROTEZIONE CIVILE ...... 7 3 RIFERIMENTI NORMATIVI PER LA REGIONE PIEMONTE ...... 9 4 LE PROCEDURE DI EMERGENZA ...... 14 5 LE COMPETENZE ...... 15 6 I DOVERI DELL’AUTORITÀ COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE...... 17

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1 PREMESSA

Con "Protezione Civile" si intendono tutte le strutture e le attività messe in campo dallo Stato per tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Con la legge del 24 febbraio 1992, n.225 l'Italia ha organizzato la Protezione Civile come "Servizio nazionale", coordinato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e composto, come dice il primo articolo della legge, dalle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, dalle regioni, dalle province, dai comuni, dagli enti pubblici nazionali e territoriali e da ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale. Al coordinamento del Servizio nazionale e alla promozione delle attività di Protezione Civile, provvede il Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso il Dipartimento della Protezione Civile. Nella maggioranza dei Paesi europei, la Protezione Civile è un compito assegnato ad una sola istituzione o a poche strutture pubbliche. In Italia, invece, è coinvolta in questa funzione tutta l'organizzazione dello Stato, al centro e in periferia, dai Ministeri al più piccolo Comune, ed anche la società civile partecipa a pieno titolo al Servizio nazionale della Protezione Civile, soprattutto attraverso le organizzazioni di volontariato. Le ragioni di questa scelta, che caratterizza la struttura della Protezione Civile italiana, si possono individuare nell'incontro tra una motivazione istituzionale ed una esigenza operativa legata alle caratteristiche del nostro territorio. Dal punto di vista dell'ordinamento amministrativo, è in corso da anni un processo di riforma orientato ad aumentare il peso, le competenze e le responsabilità delle istituzioni regionali e locali, attuando e sviluppando in forme adeguate alle esigenze di oggi gli orientamenti al regionalismo e alla valorizzazione delle istituzioni locali già presenti nella Carta costituzionale. La Protezione Civile non poteva essere estranea a questo processo, che spiega l'importanza crescente che stanno assumendo nella struttura del sistema nazionale della

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Protezione Civile le Regioni e le amministrazioni locali, l'aumento delle responsabilità e delle competenze loro affidate, l'articolazione dei livelli di decisione e di intervento, la complessità delle esigenze di direzione e coordinamento del sistema ai vari livelli. Il modello di organizzazione della nostra Protezione Civile, che origina dal processo di riorganizzazione dell'ordinamento amministrativo, risulta particolarmente adeguato ad un contesto territoriale come quello italiano, che presenta una gamma di possibili rischi di calamità e catastrofi sconosciuta negli altri Paesi europei. Quasi ogni area del paese risulta interessata dalla probabilità di qualche tipo di rischio, e ciò rende necessario un sistema di Protezione Civile che assicuri in ogni area la presenza di risorse umane, mezzi, capacità operative e decisionali in grado di intervenire in tempi brevissimi in caso di calamità, ma anche di operare con continuità per prevenire e, per quanto possibile, prevedere i disastri. Con l'emanazione delle nuove direttive nazionali e regionali, si afferma sempre di più la consapevolezza che le attività di Protezione Civile non debbano solo limitarsi alla gestione dell'emergenza, ovvero l’attuazione degli interventi diretti ad assicurare alle popolazioni colpite dagli eventi ogni forma di prima assistenza, ma abbiano quali obbiettivi principali, per una seria politica di mitigazione dei rischi e di limitazione dei danni, la previsione (attività dirette allo studio ed alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi ed alla individuazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi) e la prevenzione (attività volte a evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi calamitosi anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione) dei fenomeni calamitosi. Il sistema delle conoscenze, corredato dai dati cartografici e delle informazioni tecnico- amministrative, consente di porre in essere sul piano tecnico le proposte rivolte all'eliminazione o al contenimento dei fattori di rischio; consente, inoltre, di organizzare l'approntamento dei mezzi e delle strutture operative necessarie agli interventi di Protezione Civile, con particolare riguardo alle misure di emergenza. Tale raccolta di dati deve necessariamente essere realizzata secondo schemi standard al fine di omogeneizzare i livelli di conoscenza dei rischi a scala comunale, affinché i dati risultanti dalle elaborazioni siano utili e possano essere gestiti dalla struttura Provinciale di Protezione Civile che deve poterli archiviare in una banca dati o meglio condividere

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attraverso reti informative collegate magari attraverso Internet e quindi accessibili da vari enti ed organismi e non limitati alla struttura comunale. La struttura del piano è basata sulle linee guida "Augustus" elaborate dal Dipartimento di Protezione Civile e dal Ministero dell'Interno che rappresenta una metodologia d'indirizzo per la pianificazione d'emergenza.

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2 IL RUOLO DEL COMUNE NELL’AMBITO DELLE ATTIVITÀ DI PROTEZIONE CIVILE

La legge 142/1990 “Ordinamento delle autonomie locali”, successivamente modificata dal D.Lgs. 267/2000 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali”, attribuisce al Comune secondo l’art 13 comma 1: “tutte le funzioni amministrative che riguardano la popolazione ed il territorio comunale, precipuamente nei settori organici dei servizi alla persona e alla Comunità, dell'assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico, salvo quanto non sia espressamente attribuito ad altri soggetti dalla legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze”. Tale legge può essere considerata come il punto di partenza per una gestione a livello comunale sia delle emergenze sia delle fasi di previsione e prevenzione dei fenomeni calamitosi. Con la legge 225/92 viene istituito il Servizio Nazionale della Protezione Civile, ossia un sistema organico di funzioni e competenze rimesso a più Enti e strutture e coordinato da un'Autorità centrale. L'attuale assetto delle competenze, disegnato dalla legge 225/92, definisce tre livelli di emergenza (nazionale, regionale e Provinciale – locale) a cui corrispondono diversi livelli di attribuzione della responsabilità di direzione e coordinamento degli interventi in fase operativa. Secondo l’art. 15 comma 3 “il Sindaco è Autorità Comunale di Protezione Civile. Al verificarsi dell'emergenza nell'ambito del territorio comunale, il Sindaco assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite”. E’ chiaro che la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita risultano efficaci solo se il Comune ha attivo un piano di emergenza ed una struttura di Protezione Civile. Però per poter affrontare e superare al meglio le situazioni di emergenza, è necessario che il piano di emergenza adottato sia efficace e che la struttura di Protezione Civile sia efficiente.

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Il Comune, dunque, costituisce il primo tassello nel mosaico della gestione delle emergenze intorno al quale si organizzano le altre strutture di Protezione Civile. La gestione di una emergenza, come suggerisce la legge, deve essere il frutto di un continuo ed articolato processo di scambi di informazioni e di organizzazione ordinata dei soccorsi, processi che non si improvvisano nel momento dell'emergenza. L’esperienza dei terremoti che hanno colpito l’Umbria e le Marche è stata determinante per l'approvazione del D.Lgs 112/98 “Conferimento di funzioni e compiti alle Regioni ed agli Enti Locali” che, secondo l’articolo 108, attribuisce ai Comuni le funzioni relative:

1. all'attuazione, in ambito comunale, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali; 2. all'adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione all'emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale; 3. alla predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza, anche nelle forme associative e di cooperazione previste dalla legge 8 giugno 1990, n. 142, e, in ambito montano, tramite le Comunità montane, e alla cura della loro attuazione, sulla base degli indirizzi regionali; 4. all'attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare l'emergenza; 5. alla vigilanza sull'attuazione, da parte delle strutture locali di Protezione Civile, dei servizi urgenti; 6. all'utilizzo del volontariato di Protezione Civile a livello comunale e/o intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali.

Il sistema delle conoscenze, corredato dai dati cartografici e delle informazioni tecnico- amministrative, consente quindi di porre in essere, sul piano tecnico, le proposte rivolte all'eliminazione o al contenimento dei fattori di rischio; consente inoltre di organizzare l'approntamento dei mezzi e delle strutture operative necessarie agli interventi di Protezione Civile, con particolare riguardo alle misure di emergenza.

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L’attività di Protezione Civile, che coinvolge le fasi di previsione e di prevenzione, svolge quindi un ruolo fondamentale sia per la minimizzazione dei rischi a cui è soggetta la popolazione sia per il riduzione dei danni (in termini di persone e cose) causati da eventuali eventi calamitosi. Inoltre con l’art. 12 della Legge 265/1999 “Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli Enti Locali” si trasferiscono al Sindaco le competenze del Prefetto in materia di informazione alla popolazione su situazioni di pericolo per calamità naturali. La legislazione in materia di rischio industriale (D.P.R. 175/1988, L.137/1997 e D.Lgs 334/1999 art 22) sancisce l’obbligo da parte del Sindaco di informazione alla popolazione sui rischi di incidente rilevante.

3 RIFERIMENTI NORMATIVI PER LA REGIONE PIEMONTE

3.1 Legge regionale n. 44/2000

La Regione Piemonte con la legge 44 del 26/04/2000 recepisce la L.225/92, l’articolo 108 del D.Lgs 112/98, la L.265/1999 e la L.137/1997. In particolare vengono qui riportati gli articoli che riguardano specificatamente la pianificazione comunale di emergenza: Articolo 34: “Il presente titolo disciplina il conferimento di funzioni e compiti amministrativi agli Enti Locali in tema di "protezione della natura e dell'ambiente, tutela dell'ambiente dagli inquinamenti e gestione dei rifiuti", "energia" "risorse idriche e difesa del suolo", opere pubbliche" e "Protezione Civile”. Articolo 37: “I Comuni esercitano, nel contesto delle competenze già loro attribuite, le funzioni individuate nel presente titolo in maniera integrata al fine di garantire un adeguato livello di tutela del sistema ambientale nell'ambito del proprio territorio”. Articolo 42: “1. Ai sensi dell'articolo 37, sono attribuite ai Comuni le seguenti funzioni amministrative:

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a) la messa a disposizione della popolazione delle informazioni sulle misure di sicurezza e sulle norme di comportamento da seguire in caso di incidente rilevante ai sensi dell'articolo 1, comma 11, della legge 18 maggio 1997, n. 137 (Sanatoria dei decreti legge recanti modifiche al d.p.r. 17 maggio 1988, n. 175, relativo ai rischi di incidenti rilevanti, connessi con determinate attività industriali); b) il raccordo e l'utilizzo delle informazioni di cui alla lettera a) nonché degli esiti delle istruttorie tecniche sulle industrie a rischio di incidente rilevante, nello svolgimento delle funzioni di cui all'articolo 72; c) gli interventi sotto il profilo urbanistico, in attuazione della normativa Comunitaria e nazionale, nelle zone interessate dalla presenza di industrie a rischio di incidente rilevante”. Articolo 72: “.Ai sensi dell'articolo 37, sono attribuite al Comuni le seguenti funzioni amministrative: a) l'attuazione in ambito comunale delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi stabiliti dai programmi e piani regionali e Provinciali; b) l'adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli per fronteggiare l'emergenza e necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale; c) l'adozione, secondo gli indirizzi regionali e sulla base del piano Provinciale, dei piani comunali e/o intercomunali di Protezione Civile anche nelle forme associative e di cooperazione previste dalla legge 142/1990 e in ambito montano tramite le Comunità montane, nonché cura della loro attuazione; d) l'attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari ad affrontare l'emergenza; e) la vigilanza sull'attuazione da parte delle strutture locali di Protezione Civile dei servizi urgenti; f) l'impiego del volontariato di Protezione Civile a livello comunale e intercomunale anche tramite la costituzione di gruppi comunali e intercomunali”.

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3.2 Legge regionale n. 7/2003

Le disposizioni della legge n.7 sono finalizzate, “in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, all’indirizzo, alla gestione e al controllo del sistema regionale di Protezione Civile da attuare con tutte le componenti che lo costituiscono”. In particolare per quanto riguarda l’attività comunale di Protezione Civile: Articolo 6: (Modello preventivo): 1. L’attività di prevenzione e’ basata sulla programmazione, ed assume un ruolo strategico nel sistema di Protezione Civile regionale. Tale attivita’ comprende: a) l’analisi storica degli eventi ricorrenti sul territorio; b) l’individuazione degli scenari di rischio; c) l’attivazione di programmi di mitigazione; d) l’informazione; e) la predisposizione e l’utilizzo di sistemi previsionali. 2. L’attivita’ di prevenzione si attua in ambito comunale, intercomunale, Provinciale e regionale. Articolo 7: (Pianificazione dell’emergenza): 1. In applicazione di quanto disposto dalla legge 24 febbraio 1992, n. 225 (Istituzione del Servizio nazionale della Protezione Civile) tale attività comprende: a) la quantificazione delle risorse necessarie per fronteggiare i danni attesi; b) la definizione delle esigenze in relazione agli eventi attesi; c) (la predisposizione di un parco risorse regionale); d) la formazione; e) il controllo e la vigilanza sulle pianificazioni territoriali di Protezione Civile di tutti gli enti. 2. L’attività’ di cui al comma 1 si attua in ambito comunale, intercomunale, Provinciale e regionale.

Articolo 8: (Modello di soccorso)

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1. L’attività di soccorso e’ diretta ad assicurare alle popolazioni colpite dagli eventi di cui all’articolo 2 ogni forma di prima assistenza. Tale attività e’ basata sulla pianificazione e comprende: a) la gestione o il concorso nell’emergenza; b)( l’organizzazione del sistema regionale di Protezione Civile strutturato per funzioni di supporto); c) l’attivazione delle procedure di allertamento; d) l’attivazione delle procedure predisposte per i diversi scenari di rischio; e) l’utilizzo delle risorse disponibili; f) il primo intervento tecnico; g) il soccorso sanitario; h) il soccorso socio-assistenziale. 2. L’attività di soccorso si attua in ambito comunale, intercomunale, Provinciale e regionale.

Articolo 11: (Attribuzioni del Sindaco e del Presidente della Provincia): 1. I Comuni si dotano di una struttura di Protezione Civile per fronteggiare a livello comunale gli eventi di cui all’articolo 2, comma 2, lettera a). A livello intercomunale sono consentite forme associative e di cooperazione tra gli Enti Locali per la gestione di una struttura unica di Protezione Civile. 2. Le province si dotano di una struttura di Protezione Civile per fronteggiare gli eventi di cui all’articolo 2, comma 2, lettera b). 3. Il Sindaco e il Presidente della Provincia sono, ciascuno al proprio livello, Autorità di Protezione Civile. Ciascun Sindaco e’ Autorità di Protezione Civile anche a livello intercomunale. 4. Al verificarsi dell’emergenza nell’ambito del territorio comunale, il Sindaco assume la direzione unitaria e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari dandone immediata Comunicazione al Presidente della Provincia, al Presidente della Giunta Regionale e al Prefetto.

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5. In occasione dell’emergenza a livello Provinciale, il Presidente della Provincia compie le attività di cui al comma 4 dandone immediata comunicazione al Presidente della Giunta Regionale e al Prefetto. 6. Quando la calamità naturale o l’evento non possono essere fronteggiati con le risorse, i materiali e i mezzi a disposizione del Comune e della Provincia: a) a livello comunale o intercomunale, il Sindaco chiede l’intervento di altre forze e strutture al Presidente della Provincia che adotta i provvedimenti di competenza, coordinando i propri interventi con quelli dell’Autorità Comunale di Protezione Civile; b) a livello Provinciale, il Presidente della Provincia chiede l’intervento di altre forze e strutture al Presidente della Giunta Regionale che adotta i provvedimenti di competenza, coordinando i propri interventi con quelli dell’autorità Provinciale di Protezione Civile.

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4 LE PROCEDURE DI EMERGENZA

In base alla normativa di riferimento, nazionale e regionale, è possibile determinare una cronologia d’azioni classificabile in base al tipo di emergenza occorsa:

1. al verificarsi dell’emergenza nell’ambito del territorio comunale (EMERGENZA DI TIPO A), il Sindaco assume la direzione unitaria e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni con i propri mezzi e strutture (art. 11 L.R. 7/03); 2. nel caso in cui la natura e la dimensione dell’evento calamitoso lo esigano, il Sindaco chiede l’intervento di altre forze e strutture al Presidente della Provincia di Alessandria e al Presidente della Regione Piemonte che adottano i provvedimenti di competenza, coordinando i propri interventi con quelli dell’Autorità Comunale di Protezione Civile; 3. qualora l’evento calamitoso assuma dimensioni o caratteristiche così rilevanti e tali da dover essere affrontati con mezzi e poteri straordinari, il Prefetto e la Regione richiedono l’intervento dello Stato attraverso la struttura Nazionale di Protezione Civile – Dipartimento (EVENTO DI TIPO C).

In ogni caso, al verificarsi di una situazione d’emergenza, la struttura addetta alla gestione di tali situazioni deve darne comunicazione immediata a:  Presidente della Provincia;  Presidente della Giunta Regionale;  Prefetto.

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5 LE COMPETENZE

Si ritiene utile evidenziare, sulla base della legislazione vigente, come siano ripartite le competenze di indirizzo, pianificazione ed operative in materia di Protezione Civile dal livello nazionale a quello locale.

Competenze per attività di indirizzo normativo  Al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile per i livelli Nazionale, Regionale e Locale;  alla Regione per i livelli Regionale e Locale.

Competenze per attività di pianificazione, ovvero la redazioni dei Piani di emergenza  Al Dipartimento per i piani Nazionali;  Alle Province e alle Prefetture, per i piani di rilevanza Provinciale;  Alle Comunità Montane, per i piani intercomunali relativi al proprio territorio;  Ai Comuni, per i piani comunali ed intercomunali.  Alle Associazioni di comuni (C.O.M.) per i piani di Protezione Civile intercomunali.

Competenze per attività operativa, volta alla gestione e superamento dell’emergenza:  al Sindaco per gli eventi di Protezione Civile naturali o connessi con l’attività dell’uomo che, per loro natura ed estensione, comportino l’intervento coordinato degli Enti od Amministrazioni competenti in via ordinaria, relativamente al territorio comunale (art.2 L.R. 7/2003);  alla Provincia, alla Regione ed al Prefetto per gli eventi di Protezione Civile (per quanto di loro competenza), naturali o connessi con l’attività dell’uomo (evento di tipo B) che, per loro natura ed estensione, comportino l’intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria (art.2 L.R. 7/2003);

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 al Dipartimento, alla Regione ed alla Prefettura per gli interventi di Protezione Civile nelle calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari (art.2 L.R. 7/2003).

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6 I DOVERI DELL’AUTORITÀ COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

I "compiti" che l'Autorità Comunale di Protezione Civile (il Sindaco) deve tenere presente, nell'attività di prevenzione, di preparazione dei piani di emergenza e nella fase di emergenza vera e propria, possono essere raggruppati indicativamente in sette punti:

1. Definire gli scenari di rischio (rappresentazione dei fenomeni che possono interessare un determinato territorio provocandovi danni a persone o cose) per il territorio comunale ed informare periodicamente i cittadini sui provvedimenti e sui comportamenti da adottare in caso di emergenza. 2. Dotare il Comune di una struttura di Protezione Civile (costituita da polizia municipale, tecnici e/o gruppi di volontari locali organizzati). 3. Individuare aree ( ammassamento soccorsi, aree d’attesa e di accoglienza per la popolazione evacuata, aree per atterraggio elicotteri ecc...), da vincolare in sede di pianificazione urbanistica, dotandole di servizi per esigenze di Protezione Civile e punti strategici sugli itinerari di afflusso/deflusso per dirigere colonne di aiuto o evacuazione dei cittadini. 4. Individuare i provvedimenti fondamentali da attivare in caso di emergenza per i vari tipi di rischi. 5. Organizzare un sistema di comando e di controllo in una sala operativa ed un sistema alternativo costituito da radioamatori per mantenersi in collegamento con i responsabili delle attività essenziali (Polizia, Carabinieri, Ospedali, VVF etc.). 6. Mantenere aggiornato un semplice piano di Protezione Civile (pianificazione comunale di emergenza) nel quale sintetizzare gli elementi essenziali di cui sopra. 7. Effettuare periodicamente (almeno ogni 6 mesi) esercitazioni di attivazione del piano di Protezione Civile, possibilmente su allarme e non predisposto.

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L'analisi dei punti elencati definisce le linee della pianificazione comunale di emergenza che si può scindere in due fasi che, se pur distinte, sono interconnesse: una fase conoscitiva che si traduce sostanzialmente in una fase di preparazione del territorio che corrisponde ai punti 1 (definizione degli scenari di rischio) e 3 (individuazione di aree non soggette a rischio di alcun tipo da attrezzare per fronteggiare situazioni di emergenza) ed una fase di organizzazione per fronteggiare l'emergenza (punti 2-4-5-6- 7),che prevede:  la predisposizione degli elementi tecnici della procedura d'allarme;  l'organizzazione dell'unità locale di crisi con uomini e mezzi adeguati;  l'organizzazione dei programmi di informazione per la cittadinanza e messa a punto di un sistema di verifica del piano di Protezione Civile attraverso esercitazioni mirate e non preordinate.

6.1 Contenuti del Piano Comunale di Protezione Civile

Occorre dar corso, dunque, alla predisposizione di un piano di emergenza, che va elaborato, controllato e sperimentato prima che un evento calamitoso si verifichi. Solo così si può garantire tempestività d’intervento, attuando automatismi procedurali e impiegando personale e mezzi idonei. In particolare, quindi, il piano deve contenere:

1. dati sul territorio; 2. esame preventivo dei rischi; 3. elenco delle strutture e dei mezzi; 4. indicazione dei compiti; 5. indicazione delle procedure d’intervento.

6.1.1 Analisi del territorio L’analisi del territorio, partendo da dati semplici, quali il numero di abitanti, ripartiti per circoscrizione e l’estensione del territorio comunale, scompone nelle sue caratteristiche l’ambiente naturale ed individua i punti forti e deboli e le zone critiche.

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Gli elementi indispensabili per la ricostruzione di uno scenario di rischio di un territorio sono: la pericolosità (probabilità di occorrenza di un evento naturale di data intensità entro una data area e durante un intervallo di tempo prestabilito) e la vulnerabilità (suscettibilità dell’ambiente di un insediamento complesso alle forze distruttive causate da un evento, includendo anche gli effetti secondari -es. gli incendi susseguenti ad un evento sismico). Elementi indispensabili per la determinazione degli scenari di rischio sono:

- la documentazione cartografica di base relativa alla lettura del territorio, allo sviluppo e localizzazione delle infrastrutture e distribuzione della popolazione. In particolare la raccolta dei dati statistici ed identificativi del territorio comunale (dati di rilevanza ambientale e inerenti l'antropizzazione del territorio) deve essere inserita in una banca dati informatizzata. Tutte le informazioni inserite nella banca dati informatizzata saranno di facile accesso e utilizzo per il responsabile della Protezione Civile cittadino e per tutti i funzionari comunali che saranno addetti alla Protezione Civile. Allegati cartografici in formato informatizzato:

x carta di delimitazione del territorio, regionale, Provinciale e comunale;

x carta con informazioni demografiche, con gli insediamenti civili;

x carta dell’uso del suolo;

x carta della rete viaria e ferroviaria;

x cartografia degli insediamenti produttivi;

x carta idrogeologica;

x carta geologica;

x carta geomorfologia;

x carta dei suoli;

x cartografia tematica da elaborare per ogni tipo di rischio.

Dall’incrocio tra le carte di base e le carte tematiche.si ottengono le mappe del rischio

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6.1.2 Esame preventivo dei rischi L’esame preventivo dei rischi che possono determinare situazioni d’emergenza a danno della popolazione del Comune, si fonda su una lettura di tutti gli eventi calamitosi che si sono verificati in passato sul territorio comunale, tenendo conto della loro frequenza e dell’incidenza che hanno avuto sulla collettività. Inoltre, vanno individuate le strutture, presenti sul territorio comunale, che hanno determinato emergenze in altre località.

6.1.3 Elenco delle strutture e dei mezzi L’immediatezza di un intervento in caso di calamità è subordinata al preventivo accertamento delle risorse disponibili sul territorio comunale. Il piano, a tale scopo, individua le disponibilità di personale, di mezzi, di attrezzature e di infrastrutture nell’ambito comunale e intercomunale, anche attraverso accordi con gli istituti e i gruppi di ricerca scientifica con finalità di Protezione Civile, le istituzioni e organizzazioni anche private, i gruppi associati di volontariato civile, gli ordini ed i collegi professionali e convenzioni con soggetti pubblici e privati. L’analisi del personale non è limitata agli operatori comunali, ai quali, peraltro, sono assegnate responsabilità organizzative e direttive, ma va estesa ai cittadini che offrono la loro collaborazione in forma singola o associata. La rilevazione dei mezzi, dei materiali e delle attrezzature va completata definendone, con chi ne abbia la responsabilità, la ubicazione e le modalità per l’utilizzazione in tempi brevi. Particolare rilievo assume in questo settore il censimento delle strutture utilizzabili per il ricovero dei senza tetto e delle aree per la dislocazione di tende e roulottes.

6.1.4 Indicazione dei compiti Prefissati i risultati da conseguire in relazione alla tipologia dell’evento calamitoso da fronteggiare, occorre configurare il compito da assegnare ad ogni persona, ufficio, ente, gruppo di volontari chiamato ad intervenire. La preventiva conoscenza dell’intervento da compiere determina negli interessati un orientamento mentale ed un impadronirsi della parte, favorendo così quegli automatismi operativi che l’emergenza richiede.

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6.1.5 Indicazione delle procedure d’intervento Il piano, infine, enuncia le procedure d’intervento, selezionate per tipologia di rischio, secondo criteri di fattibilità e convenienza, affinché la gestione dell’emergenza si sviluppi nel rispetto di un ordine prioritario, in modo quanto più possibile automatico, per evidenti ragioni di celerità ed efficacia. In questa parte devono essere, pertanto, individuate le azioni da compiere con immediatezza. Tra di esse assume un ruolo di importanza determinante l’aspetto informativo, sia preventivo sia in emergenza. Occorre, quindi, la predisposizione di una rete delle Comunicazioni da attivare rapidamente e di squadre di personale per un sollecito avvio delle ricognizioni. Una particolare cura va posta nell’individuazione delle procedure e delle modalità di divulgazione delle notizie e di allertamento della popolazione.

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Capitolo 2

INQUADRAMENTO TERRITORIALE

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1 Dati generali ...... 4

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1 DATI GENERALI

Il Territorio del Comune di Ovada, situato nella Provincia di Alessandria, si estende per 35,33 Kmq. Le caratteristiche idro – geomorfologiche e sono riportate nella tabella seguente.

 Il Comune è situato al termine delle valli preappenniniche dei torrenti e Stura ed alla loro confluenza.

I principali corsi d’acqua che lo attraversano sono il torrente Orba ed il torrente Stura che confluisce, a valle del centro abitato, nell’ Orba.  Il territorio del Comune di Ovada è geomorfologicamente suddiviso in due parti dalla valle del torrente Orba. A nord di essa prevale una morfologia collinare, che caratterizza i paesaggi monferrini; fino al confine settentrionale si succedono modesti rilievi debolmente acclivi. A sud dell’agglomerato urbano la morfologia collinare cede il passo ai primi contrafforti dell’Appennino ligure. Il passaggio tra ambiente collinare ed Appennino oltre ad essere piuttosto evidente sul terreno, è individuato anche dalla distribuzione delle coltri sul territorio, che risultano molto numerose nella parte settentrionale mentre tendono a ridursi mano a mano che si precede verso sud, dove si trovano litologie che offrono maggiore resistenza agli agenti atmosferici. Il territorio presenta come litologia prevalente una roccia marnosa con intercalazioni arenacee. La roccia è quasi sempre subaffiorante, risultando SPesso molto fratturata.  Il Comune di Ovada confina ad ovest con i Comuni di , e , a nord con e Silvano d’Orba, ad est con Tagliolo e Belforte ed infine a sud con la Provincia di Genova.  Il Comune, dal punto di vista altimetrico è compreso, tra 160 e 500 m. slm.  La sede del Municipio è ubicata a 185 m. slm, e geograficamente è situato a 44° 38' 26'' di latitudine nord e 8° 38' 37'' di longitudine est.  La direzione prevalente del vento, secondo i dati storici è sud-ovest.  Il Comune, al 31/10/2003, ha una popolazione residente di circa 11.577 abitanti, divisi in

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circa 5.223 nuclei familiari.  La densità della popolazione risulta pari a 330 ab/Kmq  Sono abitualmente presenti sul territorio comunale oltre 1.000 persone non residenti e oltre 1.000 persone per attività lavorativa.  In occasione di fiere, congressi, feste e manifestazioni varie, sono ulteriormente presenti dalle 1.000 alle 2.000 persone a seconda dell’evento.  Il territorio del Comune comprende le frazioni di Gnocchetto (235 m s.l.m.), Costa (290 m s.l.m.), San Lorenzo (295 m s.l.m.) e Grillano (283 m s.l.m.).  Le vie principali di comunicazione sono: ƒ (distanze: 51 km da Genova, 34 km da Alessandria, 123,5 km da Torino) ;

ƒex strada statale 456 del Turchino direzione Genova – ;

ƒSP 185 direzione Alessandria;

ƒSP 155 direzione ;

ƒlinea ferroviaria Genova – Ovada (1 h.);

ƒstrade comunali con estensione pari a circa 60 Km

 Stazioni di monitoraggio pluviometricoa monte di Ovada: ƒ (Liguria, prov. di Genova); ƒTurchino (Liguria, prov. di Genova); ƒSassello (Liguria, prov. di Savona); ƒPiampaludo (Liguria, prov. di Savona); ƒ (Piemonte, prov. di Alessandria); ƒ (Piemonte, prov. di Alessandria); ƒ (Piemonte, prov. di Alessandria); ƒPareto (Piemonte, prov. di Alessandria); ƒMombaldone (Piemonte, prov. di Alessandria).

Stazioni Idrometriche a monte dell’abitato di Ovada:

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ƒOrba a Tiglieto in telerilevamento; Sul torrente Stura nel tratto a monte di Ovada, in territorio ligure, sono locate tre stazioni idrometriche in telerilevamento (presso Masone, Campoligure Rossiglione).

 E’ presente nel territorio comunale di Molare la diga di Ortiglieto ad 212 m. s.l.m. avente capacità di invaso pari a 1 ML mc; alcune zone del territorio comunale, interessate dalle attività idrauliche connesse alla gestione della diga, risultano sono soggette rischio idraulico. Attualmente l’invaso è per la maggior parte riempito di detriti, per cui la capacità di invaso risulta notevolmente ridotta

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Capitolo 3

LA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

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1 PREMESSA...... 4 2 IL COMITATO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE ...... 6 3 UNITÀ DI CRISI COMUNALE ...... 8 4 CENTRO OPERATIVO COMUNALE ...... 9 4.1 Funzioni Di Supporto ...... 10 5 IL CENTRO OPERATIVO MISTO ...... 22 6 SALA OPERATIVA...... 29

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1 PREMESSA

Al fine di tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi, il Comune di Ovada si è dotato di una Struttura Comunale di Protezione Civile. La Struttura permanente di Protezione Civile è finalizzata a prevedere e prevenire le varie ipotesi di rischio presenti sul territorio comunale in dipendenza della sua posizione geografica, della natura del suolo, della presenza di insediamenti industriali; di soccorrere le popolazioni sinistrate; di svolgere ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l'emergenza connessa ad eventi calamitosi. La struttura é formata dal:  Comitato Comunale di Protezione Civile;  L’unità di crisi comunale.

Lo schema funzionale della Struttura Comunale di Protezione Civile è riassunto nel seguente diagramma1.

IL SINDACO come titolare del Comune

Costituisce, coordina e presiede coordina dirige

IL COMITATO COMUNALE UNITA' DI CRISI COMUNALE PROTEZIONE CIVILE DI PROTEZIONE CIVILE Organo tecnico COMUNALE organo politico

VOLONTARIATO GRUPPO COMUNALE

LA STRUTTURA COMUNALE organo tecnico organo amministrativo

Fig 1 – schema funzionale

1 tratto dalle linee guida regionali

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Informazioni dettagliate e specifiche sono contenute nel Regolamento Comunale di Protezione Civile (allegato B.5).

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2 IL COMITATO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

Il Comitato Comunale di Protezione Civile è un organo collegiale, permanente, con poteri decisionali, di cui si avvale il Sindaco per garantire lo svolgimento, lo sviluppo e il coordinamento delle attività specificate agli articoli 6, 7, 8 e 9 della legge regionale 14 Aprile 2003 n.7. Il Comitato Comunale di Protezione Civile formula proposte ed osservazioni, esprime pareri, elaborano obiettivi, indirizzi e studi quali supporto alle decisioni dell’autorità di Protezione Civile sia in fase preventiva che in emergenza. In particolare, nel rispetto delle norme vigenti e delle direttive emanate dalla Regione (Regolamento degli Organi e delle Strutture di Protezione Civile art.2 comma 2), ha i seguenti compiti:

 sovrintende al puntuale rispetto di tutte le norme contenute nel Regolamento Comunale di Protezione Civile, nonché sui programmi e piani di Protezione Civile;  sovrintende alla formazione degli elenchi delle risorse disponibili, nonché al loro aggiornamento;  almeno una volta all'anno, revisiona e controlla la dotazione dei materiali e delle attrezzature;  esamina i programmi di addestramento ed esercitazione delle unità assistenziali di emergenza;  nel quadro delle direttive nazionali, regionali e Provinciali, promuove e supporta localmente tutte le iniziative atte a stimolare nei cittadini, la formazione di una moderna coscienza di Protezione Civile;  propone al Sindaco eventuali metodologie per allertare la popolazione;  in caso di evento calamitoso coordina e sovrintende alle operazioni di pronto intervento e soccorso, in stretta collaborazione Provincia, Regione e Prefettura.

Il Comitato Comunale di Protezione Civile è composto dal;

 Sindaco, quale autorità locale di Protezione Civile;

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 Assessore alla Protezione Civile;  Assessore all’Ambiente;  Responsabile dell'Ufficio Tecnico Comunale;  Responsabile Lavori Pubblici;  Comandante della Polizia Municipale;  Comandante della locale stazione dei Carabinieri;  Medico designato dall'Asl;  Coordinatore del Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile.

Il Comitato Comunale di Protezione Civile dura in carica rispettivamente fino alla scadenza del Consiglio Comunale ed opera sino alla nomina del nuovo Comitato.

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3 UNITÀ DI CRISI COMUNALE

E' l'organo di cui si avvale il Comitato Comunale di Protezione Civile, quale supporto tecnico alle decisioni. L’Unità di Crisi Comunale ha sede presso il Municipio ed è strutturata per Funzioni di Supporto. L’Unità di Crisi Comunale è composta da:  il Sindaco;  Responsabili delle nove Funzioni di Supporto.

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4 CENTRO OPERATIVO COMUNALE

Il Centro Operativo Comunale è un organismo straordinario costituito con apposito decreto, che può essere convocato in situazione di emergenza dal Sindaco per la direzione ed il coordinamento delle attività di emergenza. Fanno parte del C.O.C., che è diretto dal Sindaco o da un suo delegato:  i componenti dell’Ufficio Comunale di Protezione Civile;  i Responsabili delle Funzioni di Supporto;  altri soggetti, volontari o rappresentanti di enti pubblici o privati designati dal Sindaco.

Il Sindaco, per assicurare nell’ambito del proprio territorio comunale la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, si serve del Centro Operativo Comunale (C.O.C.). Il Centro Operativo Comunale è il luogo di riferimento per tutte le strutture di soccorso e per la popolazione, dal quale vengono disposti e coordinati, sotto la guida del Sindaco, tutti gli interventi. Il Centro Operativo Comunale viene attivato dal Sindaco al profilarsi di situazioni di emergenza; si mantiene in collegamento con il Centro Operativo Provinciale in situazioni non gestibili a livello comunale.

Tale centro dovrà essere ubicato in struttura possibilmente antisismica, realizzata secondo le normative vigenti, ed i aree di facile accesso e non vulnerabili a qualsiasi rischio.

La struttura del C.O.C. si configura secondo le 9 Funzioni di Supporto.

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4.1 FUNZIONI DI SUPPORTO

L’organizzazione di base per rendere efficace e vitale il Piano di Protezione Civile passa attraverso l’attuazione delle Funzioni di Supporto. Le Funzioni di Supporto, all’interno di un Piano di emergenza, sono l’organizzazione delle risposte che occorre dare alle diverse esigenze presenti in qualsiasi tipo di evento calamitoso. Ogni funzione, rispetto alle altre, acquisterà un rilevo differente a seconda degli effetti causati dal singolo evento calamitoso. La differenziazione della risposta sarà tanto più efficace quanto più il sistema del Piano sarà flessibile. Attraverso l’attivazione delle funzioni di supporto si conseguono quattro distinti obiettivi: 1. Si individuano i responsabili per ogni funzione ed il loro coordinatore 2. I singoli responsabili mantengono vivo, e quindi efficace, il Piano attraverso il quotidiano aggiornamento dei dati e delle procedure relative alla propria funzione di supporto. 3. In caso di emergenza i singoli responsabili di funzione assumono la veste di operatori specializzati nell’ambito della propria funzione di supporto.

Le Funzioni di Supporto, che costituiscono con il Sindaco l’Unità di Crisi, sono 9, escludendo il coordinatore del C.O.C. .

I nominativi dei Responsabili delle Funzioni di Supporto sono contenuti nella scheda 1N allegate al Piano.

Responsabili delle Funzioni di Supporto e i loro sostituiti saranno formalmente nominati con apposito provvedimento amministrativo.

4.1.1 RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE CIVILE E COORDINATORE DEL CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) Il coordinatore del Centro Operativo Comunale è il Sindaco. E’ il punto di riferimento della Struttura Comunale in caso di emergenza, mantiene i contatti con il C.O.C. dei Comuni afferenti, con il servizio di Protezione Civile della Provincia.

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Assicura che le altre funzioni operative che costituiscono l’organizzazione del C.O.C. e che operano sotto il suo coordinamento mantengano aggiornati i dati e le procedure da utilizzare ed attivare in caso di emergenza. Il Coordinatore del C.O.C. è in continuo contatto con l’Amministrazione, per valutare di concerto l’evolversi dell’emergenza e le procedure da attuare.

Attività in situazione di non emergenza

 Collabora con i Responsabili delle funzioni di supporto alla predisposizione e redazione del Piano Comunale di Protezione Civile avvalendosi del supporto degli uffici tecnici preposti alla raccolta dei dati di competenza necessari per la stesura del medesimo.  organizza corsi di formazione in collaborazione con i funzionari delegati per migliorare l’efficienza specifica di ogni singolo operatore.  Aggiorna il Piano a seconda dei cambiamenti territoriali, demografici e fisici del territorio, avvalendosi della collaborazione del Dirigente o Funzionario della Tecnica e Pianificazione.  E’ detentore del materiale relativo al Piano di Protezione Civile.

Attività in situazione di emergenza

 E’ il punto di riferimento della struttura comunale, mantiene i contatti con i C.O.C. dei Comuni afferenti, con il servizio di Protezione Civile della Provincia e con la Regione Piemonte.  Assicura che le altre funzioni operative che costituiscono l’organizzazione del C.O.C., e che operano sotto il suo coordinamento mantengano aggiornati i dati e le procedure da utilizzare e da attivare.  Il Coordinatore del C.O.C. è in continuo contatto con il Responsabile della funzione Tecnica e Pianificazione per valutare di concerto l’evolversi dell’emergenza e le procedure da attuare. 4.1.2 Mantiene i rapporti con gli uffici interni amministrativi/contabili per garantire la regolare e continua attività burocratica collegata all'evolversi dell'evento.

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4.1.2 FUNZIONE 1: TECNICO SCIENTIFICA, PIANIFICAZIONE E’ il Dirigente o Funzionario, appositamente nominato dall’Amministrazione Comunale, che mantiene e coordina i rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche il cui intervento è previsto e attivato in caso di emergenza.

Attività in situazione di non emergenza

 Raccoglie i dati delle varie funzioni, aggiorna il Piano a seconda dei cambiamenti territoriali, demografici e fisici del territorio.  Raccoglie materiale di studio al fine della redazione dei piani di intervento.  Determina le priorità di intervento secondo l’evento, studia le situazioni di ripristino e pianifica le fasi degli interventi.  Organizza squadre di tecnici per la salvaguardia dei beni culturali e predispone zone per il loro ricovero. Studia preventivamente le opere di ripristino delle zone critiche per tipologia di emergenza (es. argini, ponti, edifici vulnerabili, ecc…) onde evitare che quest’ultima abbia un notevole impatto nel suo manifestarsi.

Attività in situazione di emergenza

 Consiglia il Sindaco relativamente alle priorità.  Gestisce il censimento dei danni;  Fa eseguire sopralluoghi da tecnici, per ripristinare la situazione di normalità (quali l’agibilità od inagibilità degli edifici).  Gestirà anche la ripresa, nel più breve tempo possibile, delle attività produttive locali.  Gestirà il censimento danni dei beni culturali provvedendo, ove possibile, al loro ricovero in zone sicure preventivamente individuate.  Aggiorna i dati sulla situazione;  Registra tutte le movimentazioni in successivo sviluppo, prima manualmente e poi con procedure informatiche. Mantiene i contatti operativi con il Servizio Tecnico del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

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4.1.3 FUNZIONE 2: SANITA’, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA E’ il Dirigente o Funzionario, appositamente nominato dall’Amministrazione Comunale, che coordina le attività di soccorso a carattere sanitario, l’attività di assistenza durante l’evacuazione preventiva della popolazione e la messa in sicurezza del patrimonio zootecnico. Coordina, inoltre, le attività relative ai servizi alla persona, organizza le assistenti sociali ed il personale operante nel settore.

Attività in situazione di non emergenza

 Collabora, fornendo informazioni relative alle risorse disponibili come uomini, mezzi, e strutture ricettive locali da utilizzarsi in caso di emergenza.  Programma l’eventuale allestimento di un posto medico avanzato o ospedale da campo.  Organizza opportune squadre sanitarie con le quali poter far fronte alle situazioni di emergenza. Compila schede specifiche in materia e mantiene contatti con altre strutture sovracomunali sanitarie.  Oltre alle competenze sopra riportate mantiene l’elenco degli allevamenti presenti sul territorio, individuandoli cartograficamente. Individua altresì stalle di ricovero o di sosta da utilizzare in caso di emergenza.  Aggiorna l’elenco nominativi di persone anziane, sole, in situazioni di disagio e portatori di handicap, predisponendo anche un programma di intervento in base alla vulnerabilità dei soggetti sopra citati.  Per fronteggiare le esigenze della popolazione sottoposta a stati di emergenza, la funzione assistenza ha anche il compito fornire sostegno psicologico alle persone in carico.

Attività in situazione di emergenza

 Questa funzione esplicherà attività, in sintonia con le altre, per il soccorso alla popolazione e agli animali, cercando di riportare al più presto le condizioni di normalità, secondo i loro Piani Sanitari di emergenza.  Porterà assistenza alle persone più bisognose.

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 Coadiuverà il volontariato nella gestione dei campi di attesa e di ricovero della popolazione.  Sarà garante del funzionamento degli uffici comunali di sua pertinenza nel più breve tempo possibile.

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4.1.4 FUNZIONE 3: VOLONTARIATO E’ il Presidente dell’Associazione Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile che provvede a coadiuvare le Funzioni di Supporto a seconda del personale disponibile, ed eventualmente allestire e gestire centri di accoglienza. Redige un quadro sinottico delle risorse, in termini di mezzi uomini e professionalità specifiche presenti sul territorio, al fine di coordinare le attività dei volontari in sintonia con le altre strutture operative.

Attività in situazione di non emergenza

 Partecipa alla stesura del Piano di Protezione Civile;  Opera costantemente sul territorio, approfondendo la conoscenza dell’ambiente e di conseguenza le zone di rischio o criticità.  Con corsi di formazione interna alla struttura di Protezione Civile forma gli Operatori nei vari settori d’intervento.  Organizza esercitazioni mirate ad affrontare le emergenze previste nel piano.  Studia la funzionalità delle aree di attesa, di ricovero della popolazione e di ammassamento soccorsi al fine di garantirne l’efficienza nei momenti di bisogno.

Attività in situazione di emergenza

 Fornisce ausilio a tutte le Funzioni di Supporto ed alle Istituzioni nella gestione delle aree di attesa e di ricovero della popolazione, nonché per quelle di ammassamento soccorsi.

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4.1.5 FUNZIONE 4: MATERIALI E MEZZI L’Amministrazione Comunale incarica un Dirigente o Funzionario appartenente al Corpo di Polizia Municipale e un Dirigente o Funzionario appartenente all’Ufficio Tecnico, con mandato congiunto di attivare e coordinare, in caso di emergenza, il personale ed i mezzi al fine di affrontare in prima battuta le varie richieste di intervento e di sorveglianza disposte per fronteggiare l’evento. Mantiene costantemente un quadro aggiornato dei materiali e della attrezzature tecniche a disposizione.

Attività in situazione di non emergenza

 Compila le schede relative a mezzi, attrezzature e risorse umane utili all’emergenza, in disponibilità dell’Amministrazione Comunale, del Volontariato e delle Aziende che detengono mezzi particolarmente idonei alla gestione della crisi (movimento terra, escavatori, espurgo, gru, camion trasporto animali, autobus, ecc…).  Stipula eventuali convenzioni con ditte ed imprese al fine di poter garantire la disponibilità del materiale richiesto.

Attività in situazione di emergenza

 Coordina la movimentazione di persone, mezzi e materiali, secondo necessità.

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4.1.6 FUNZIONE 5: SERVIZI ESSENZIALI ED ATTIVITA’ SCOLASTICA L’Amministrazione Comunale incarica un Dirigente o Funzionario appartenente al Corpo di Polizia Municipale e un Dirigente o Funzionario appartenente all’Ufficio Tecnico, con mandato congiunto di attivare e coordinare le attività relative ai servizi scolastici con tutto il personale operante nel settore e che provvede a coordinare i rappresentanti dei servizi essenziali (luce, gas, acqua), al fine di provvedere agli interventi urgenti per il ripristino delle reti.

Attività in situazione di non emergenza

 Tiene contatti con gli Enti preposti ( ENEL, TELECOM, ecc..) al fine di monitorare costantemente il territorio ed aggiornare gli eventuali scenari di rischio.  Predispone calendari per la formazione del personale scolastico sulle varie fonti di rischio e norme comportamentali conseguenti.  Fa eseguire prove simulate di evacuazione.

Attività in situazione di emergenza

 Mantiene i rapporti con i rappresentanti dei servizi essenziali, quali fornitura di gas, acqua, luce, telefoni, ecc…, al fine di programmare gli interventi urgenti per il ripristino delle reti, allo scopo di assicurare la riattivazione delle forniture .  Sarà garante che il personale scolastico provveda al controllo dell’avvenuta evacuazione degli edifici.  Qualora questi edifici servissero come centri di accoglienza della popolazione, il personale a sua disposizione coadiuverà il volontariato nell’allestimento all’uso previsto.

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4.1.7 FUNZIONE 6: CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE E’ il Dirigente o Funzionario, appositamente nominato dall’Amministrazione Comunale, che, al manifestarsi dell’evento calamitoso, avvalendosi dei Funzionari del Comune e delle risorse a disposizione, deve provvedere al organizzare e coordinare le attività di censimento danni a persone, edifici e privati, servizi essenziali, infrastrutture pubbliche, impianti industriali, ecc…, mediante la raccolta dei moduli di denuncia preventivamente preparati.

Attività in situazione di non emergenza

 Predispone la formazione del personale sulle modalità della comunicazione, in modo da poter dialogare in emergenza, nonché sulla compilazione dei moduli di indennizzo.  Definirà l’organizzazione preventiva per la gestione delle richieste d’indennizzo e predisporrà una metodologia operativa da tenere in caso di emergenza.

Attività in situazione di emergenza

 Gestisce le pratiche burocratiche relative alla denuncia di persone, cose, animali, ecc… danneggiate a seguito all’evento.  Raccoglie le perizie di danni agli edifici e ai beni storici e culturali.

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4.1.8 FUNZIONE 7: STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E’ il Dirigente o Funzionario, appositamente nominato dall’Amministrazione Comunale che coordina le attività delle strutture locali preposte al controllo della viabilità ed alla scelta degli itinerari d’evacuazione.

Attività in situazione di non emergenza

 Programma l’eventuale dislocazione di uomini e mezzi a seconda delle varie tipologie di emergenza, formando ed esercitando il personale in previsione dell’evento, assegnando compiti chiari e semplici.  Analizza il territorio e la rete viaria, predisponendo eventuali via di accesso e fuga alternative dal territorio interessato alla crisi.

Attività in situazione di emergenza

 Il responsabile della funzione dovrà coordinare le varie componenti locali istituzionalmente preposte alla viabilità. In particolare dovrà regolamentare localmente i trasporti e la circolazione, vietando il traffico nelle aree a rischio ed indirizzando e regolando gli afflussi dei soccorsi.  Per fronteggiare l’emergenza sarà in continuo contatto con il Coordinatore e la funzione tecnica e pianificazione.  Sarà anche il gestore delle attività di sgombero delle abitazioni o edifici a rischio nelle varie emergenze.

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4.1.9 FUNZIONE 8: TELECOMUNICAZIONI L’Amministrazione Comunale incarica un Dirigente o Funzionario appartenente al Corpo di Polizia Municipale e un Dirigente o Funzionario appartenente all’Ufficio Tecnico, con mandato congiunto di coordinare, di concerto con i responsabili delle società erogatrici dei servizi di telecomunicazione ed i radioamatori, le attività per garantire la funzionalità delle comunicazioni in emergenza, provvedendo alla predisposizione di una rete non vulnerabile in ufficio indipendente.

Attività in situazione di non emergenza

 Studia possibili canali di telecomunicazione alternativi a quelli ordinari attraverso esercitazioni mirate.  Predispone piani di ripristino delle reti di telecomunicazione, ipotizzando anche l’utilizzazione delle organizzazioni di volontariato e radioamatori.  Predispone, ove possibile, anche una rete di telecomunicazioni alternativa, al fine di garantire l’affluenza ed il transito delle comunicazioni di emergenza dalla/alla Sala Operativa Comunale.

Attività in situazione di emergenza

 Il responsabile di questa funzione, di concerto con responsabili delle società erogatrici dei servizi di telecomunicazione e con il rappresentante dei Radioamatori e del Volontariato, organizza e rende operativa, nel più breve tempo possibile, una eventuale rete di telecomunicazioni non vulnerabile.

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4.1.10 FUNZIONE 9: ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE L’Amministrazione Comunale incarica un Dirigente o Funzionario appartenente al Corpo di Polizia Municipale e un Dirigente o Funzionario appartenente all’Ufficio Tecnico, con mandato congiunto di aggiorna la stima della popolazione residente nella zona a rischio distinguendo, tra coloro che necessitano di alloggio presso i centri di accoglienza. Individua inoltre gli alunni che risiedono nelle zone a rischio.

Attività in situazione di non emergenza

 Individua preventivamente le strutture ricettive necessarie, indicando una priorità di uso;  Mantiene aggiornati i dati relativi alle strutture ricettive.  Verifica periodicamente le risorse destinate all’assistenza della popolazione.

Attività in situazione di emergenza

 Stima la popolazione coinvolta dal possibile evento calamitoso.  Verifica la disponibilità delle strutture ricettive  Garantisce, in caso di necessità, l’assistenza alla popolazione nelle aree di attesa e nei centri di accoglienza;  Se necessario, richiede l’acquisto di materiali per l’assistenza alla popolazione.

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5 IL CENTRO OPERATIVO MISTO

I Centri Operativi Misti operano in via ordinaria con personale di supporto messo a disposizione dai Comuni che, nelle fasi di allertamento e di allarme, potrà essere integrato in relazione alle necessità, da ulteriori funzionari appartenenti ad Enti/Amministrazioni pubbliche o private. Ciascun Centro Operativo Misto sarà di norma composto da2 :

 Sindaco del Comune sede di C.O.M. ,o suo delegato, che lo presiede;  Funzionario della Provincia di Alessandria, Coordinatore;  Funzionario della Prefettura;  Sindaci dei Comuni appartenenti al C.O.M. o loro delegati;  Funzionario dei Vigili del Fuoco;  Rappresentante della Croce Rossa Italiana;  Ufficiale o Sottufficiale dei Carabinieri e/o Polizia di Stato;  Funzionario del Magistrato per il e/o Funzionario del Servizio Opere Pubbliche Difesa Suolo;  Rappresentante S.S.R.-118;  Responsabile Ufficio Tecnico del Comune sede di C.O.M.;  Responsabile Polizia Municipale sede di C.O.M.;  Rappresentante delle Associazioni di volontariato operanti presso il C.O.M.;  Rappresentanti Enti dei servizi tecnici essenziali;  Rappresentante della Soprintendenza per i beni culturali;  Funzionario degli Enti/Organizzazioni interessate in base al tipo di rischio.

I Centri Operativi Misti svolgono i seguenti compiti2:

 Fornire tempestive informazioni all’Ufficio Provinciale di Protezione Civile e, se attivato, al Centro Coordinamento soccorsi (C.C.S.), dislocando sul territorio personale dei Comuni e/o personale volontario, utilizzando anche le Associazioni del volontariato di

2 Tratto dalle linee guida Provinciali

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Protezione Civile presenti nel territorio con le quali possono essere stipulate apposite convenzioni.  A tale scopo dovranno essere presidiati, nei vari assetti dell’ allertamento e dell’ allarme secondo le necessità, tutti i ponti e le zone ritenute più pericolose per la sicurezza degli abitati.  Fornire informazioni su modelli prestabiliti e con procedure concordate  Adeguare e verificare anche con esercitazioni i propri moduli operativi con particolare riguardo ai sistemi di comunicazione ed alle pianificazioni comunali di emergenza.  Ricevere le disposizioni dal Servizio Provinciale di Protezione Civile e – se attivato – dal Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) e smistarle rapidamente ai Comuni di competenza ed al personale operante nei punti di vigilanza o nel teatro delle operazioni di soccorso.  Coordinare le attività di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite da eventi calamitosi.  Adottare tutti i provvedimenti, compresi quelli per fronteggiare l’emergenza e necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi nell’ambito territoriale di competenza “C.O.M.” (art. 72 L.R. 44/00 lettera b) (art. 72 L.R. 44/00 lettera d) (art. 72 L.R. 44/00 comma f).

Le Funzioni di Supporto del COM sono 14: FUNZIONE 1: TECNICA E DI PIANIFICAZIONE Questa funzione comprende i Gruppi Nazionali di ricerca ed i Servizi Tecnici nazionali e locali. Il referente sarà il rappresentante del Servizio Tecnico del comune o del Genio Civile o del Servizio Tecnico Nazionale, prescelto già in fase di pianificazione; dovrà mantenere e coordinare tutti i rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche per l’interpretazione fisica del fenomeno e dei dati relativi alle reti di monitoraggio. FUNZIONE 2: SANITÀ’, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA Saranno presenti i responsabili del Servizio Sanitario locale, la C.R.I., le Organizzazioni di volontariato che operano nel settore sanitario.In linea di massima il referente sarà il rappresentante del Servizio Sanitario Locale. 3 - MASS-MEDIA ED INFORMAZIONE

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La sala stampa dovrà essere realizzata in un locale diverso dalla Sala Operativa.Sarà cura dell’addetto stampa stabilire il programma e le modalità degli incontri con i giornalisti. Per quanto concerne l’informazione al pubblico sarà cura dell’addetto stampa, coordinandosi con i sindaci interessati, procedere alla divulgazione della notizia per mezzo dei mass-media. 4 – VOLONTARIATO I compiti delle Organizzazioni di volontariato, in emergenza, vengono individuati nei piani di Protezione Civile in relazione alla tipologia del rischio da affrontare, alla natura ed alla specificità delle attività esplicate dalle Organizzazioni e dai mezzi a loro disposizione. Pertanto, in Sala Operativa, prenderà posto il coordinatore indicato nel piano di Protezione Civile che avrà il compito di mantenere i rapporti con la consulta Provinciale per il volontariato. Il coordinatore provvederà, in «tempo di pace», ad organizzare esercitazioni congiunte con altre forze preposte all’emergenza al fine di verificare le capacità organizzative ed operative delle suddette Organizzazioni. 5 - MATERIALI E MEZZI La funzione di supporto in questione è essenziale e primaria per fronteggiare una emergenza di qualunque tipo. Questa funzione censisce i materiali ed i mezzi in dotazione alle amministrazioni; sono censimenti che debbono essere aggiornati costantemente per passare così dalla concezione del “censimento” delle risorse alla concezione di “disponibilità” delle risorse. Si tratta di avere un quadro delle risorse suddivise per aree di stoccaggio. Per ogni risorsa si deve prevedere il tipo di trasporto ed il tempo di arrivo nell’area dell’intervento. Alla gestione di tale funzione concorrono i materiali e mezzi comunque disponibili. Nel caso in cui la richiesta di materiali e/o mezzi non possa essere fronteggiata a livello locale, il coordinatore rivolgerà richiesta a livello centrale. 6 - TRASPORTO, CIRCOLAZIONE E VIABILITA’ La funzione riguardante il trasporto è strettamente collegata alla movimentazione dei materiali, al trasferimento dei mezzi, ad ottimizzare i flussi lungo le vie di fuga ed al funzionamento dei cancelli di accesso per regolare il flusso dei soccorritori. Questa funzione di supporto deve necessariamente operare a stretto contatto con il responsabile

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 24/30 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo I – Capitolo 3 della funzione 10, “Strutture Operative”.Per quanto concerne la parte relativa all’attività di circolazione e viabilità il coordinatore è normalmente il rappresentante della Polstrada o suo sostituto; concorrono, a pari titolo, per questa attività, oltre alla Polizia Stradale, i Carabinieri ed i Polizia Municipale. Si dovranno prevedere esercitazioni congiunte tra le varie forze al fine di verificare ed ottimizzare l’esatto andamento dei flussi lungo le varie direttrici. 7 - TELECOMUNICAZIONI Questa funzione dovrà, di concerto con il responsabile territoriale delle aziende di telecomunicazioni, con il responsabile Provinciale P.T. con il rappresentante dell’associazione di radioamatori presente sul territorio, organizzare una rete di telecomunicazione alternativa affidabile anche in caso di evento di notevole gravità. Il responsabile di questa funzione è normalmente un esperto di telecomunicazioni. 8 - SERVIZI ESSENZIALI In questa funzione prenderanno parte i rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio coinvolto. Mediante i Compartimenti Territoriali e le corrispondenti sale operative nazionali o regionali deve essere mantenuta costantemente aggiornata la situazione circa l’efficienza e gli interventi sulla rete. L’utilizzazione del personale addetto al ripristino delle linee e/o delle utenze è comunque coordinata dal rappresentante dell’Ente di gestione presente nella funzione. 9 - CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE L’effettuazione del censimento dei danni a persone e cose riveste particolare importanza al fine di fotografare la situazione determinatasi a seguito dell’evento calamitoso per determinare sulla base dei risultati riassunti in schede riepilogative gli interventi d’emergenza. Il responsabile della suddetta funzione, al verificarsi dell’evento calamitoso, dovrà effettuare un censimento dei danni riferito a: • persone • edifici pubblici • edifici privati• impianti industriali

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• servizi essenziali • attività produttive • opere di interesse culturale • infrastrutture pubbliche • agricoltura e zootecnia Per il censimento di quanto descritto il coordinatore di questa funzione si avvarrà di funzionari dell’Ufficio Tecnico del Comune o del Genio Civile e di esperti del settore sanitario, industriale e commerciale. E’ ipotizzabile l’impiego di squadre miste di tecnici per le verifiche speditive di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti. 10 - STRUTTURE OPERATIVE S.a.R. Il responsabile della suddetta funzione, dovrà coordinare le varie strutture operative presenti presso il CCS e i COM: • Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco • Forze Armate • Forze dell’Ordine • Corpo Forestale dello Stato • Servizi Tecnici Nazionali • Gruppi Nazionali di Ricerca Scientifica • Croce Rossa Italiana • Strutture del Servizio sanitario nazionale • Organizzazioni di volontariato • Corpo Nazionale di soccorso alpino

11 - ENTI LOCALI In relazione all’evento il responsabile della funzione dovrà essere in possesso della documentazione riguardante tutti i referenti di ciascun Ente ed Amministrazioni della zona interessata all’evento. Si dovranno anche organizzare gemellaggi fra le Amministrazioni comunali colpite, le “municipalizzate” dei comuni o delle regioni che portano soccorso per il ripristino immediato dei servizi essenziali (riattivazione delle discariche, acquedotto, scuole, servizi vari etc.).

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 26/30 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo I – Capitolo 3

12 - MATERIALI PERICOLOSI Lo stoccaggio di materiali pericolosi, il censimento delle industrie soggette a notifica e a dichiarazione o altre attività pericolose che possono innescare ulteriori danni alla popolazione dopo un evento distruttivo di varia natura, saranno preventivamente censite e per ognuno studiato il potenziale pericolo che può provocare alla popolazione. 13 - ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE Per fronteggiare le esigenze della popolazione che a seguito dell’evento calamitoso risultano senza tetto o soggette ad altre difficoltà, si dovranno organizzare in loco delle aree attrezzate per fornire i servizi necessari. Dovrà presiedere questa funzione un funzionario dell’Ente amministrativo locale in possesso di conoscenza e competenza in merito al patrimonio abitativo, alla ricettività delle strutture turistiche (alberghi, campeggi etc.) ed alla ricerca e utilizzo di aree pubbliche e private da utilizzare come aree di ricovero della popolazione. Per quanto concerne l’aspetto alimentare si dovrà garantire un costante flusso di derrate alimentari, il loro stoccaggio e la distribuzione alla popolazione assistita. Si dovranno anche censire a livello nazionale e locale le varie aziende di produzione e/o distribuzione alimentare. 14 - COORDINAMENTO CENTRI OPERATIVI Il coordinatore della Sala Operativa che gestisce le 14 funzioni di supporto, sarà anche responsabile di questa funzione in quanto dovrà conoscere le operatività degli altri centri operativi dislocati sul territorio al fine di garantire nell’area dell’emergenza il massimo coordinamento delle operazioni di soccorso razionalizzando risorse di uomini e materiali. Con l’attivazione delle 14 funzioni di supporto tramite i loro singoli responsabili , si raggiungono due distinti obiettivi: si individuano a priori i responsabili delle singole funzioni da impiegare in emergenza e in “tempo di pace”, si garantisce il continuo aggiornamento del piano di emergenza con l’attività degli stessi responsabili. I responsabili delle 14 funzioni di supporto avranno quindi la possibilità di tenere sempre efficiente il piano di emergenza. Questo consente di avere sempre nella propria sala operativa esperti che già si conoscono e lavorano per il Piano di emergenza. Ciò porterà a una maggiore efficacia operativa fra le “componenti” e le “strutture operative” (amministrazioni locali, volontariato, FF.AA, Vigili del Fuoco, etc.).

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Il responsabile della funzione 14 assumerà anche il ruolo di coordinatore della Sala Operativa.

Ovada è sede del C.O.M. n°16, a cui appartengono i seguenti comuni3:  Rocca Grimalda;  Silvano d’Orba; Ovada (comune capo C.O.M.);  .

3 Rivistazione dei Centri Operativi Misti della Provincia di Alessandria (D.G.P. n°712/2003 del 18/12/2003)

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6 SALA OPERATIVA

E’ la struttura che consente al Sindaco di gestire tecnicamente l’emergenza, soprattutto nelle fasi iniziali in cui vengono privilegiate le operazioni di soccorso e l’attività di assistenza. Tale struttura che va attivata con immediatezza al manifestarsi di un qualsiasi evento premonitore di calamità, deve:  disporre di un integrato e sicuro sistema di comunicazione;  mantenere il costante collegamento con la sala operativa Provinciale per l’aggiornamento sull’evolversi della situazione;  ricevere tutte le notizie per una rapida valutazione dell’evento e di attivare l’organizzazione della Protezione Civile;  ricevere le richieste di intervento per soccorso da soddisfar secondo un ordine di priorità e sulla base della disponibilità delle risorse;  inoltrare eventuali richieste di intervento esterno (Provincia, Regione e Prefettura);  coordinare l’intervento delle squadre operative comunali e dei volontari;  diffondere le informazioni alla popolazione.

All’interno della sala operativa vi operano:  il Sindaco;  Assessore alla Protezione Civile;  i Rappresentanti delle Funzioni di Supporto;  dipendenti comunali in qualità di centralinisti e dattilografi;  rappresentanti di enti od organismi ritenuti necessari in relazione alla tipologia dell’evento calamitoso. la sala operativa è dotata di 1. linee telefoniche da attivare in emergenza; 2. impianto ed antenna radio; 3. impianto ed antenna televisiva;

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4. radio  IC 2000 (Prefettura);  IC 2350 (Prefettura 2);  IC V210T (Provincia);  IC V200T (C.R.I.);  IC U210T (Magispo);  ALAN 68S (C.B.);  Radio vv.f;  Radio portatile p.c. ;  Radio IC F1010 (automezzo Bremach);  Radio IC F310 (automezzo Defender); 5. trasformatore 220V/12V; 6. impianto luci di emergenza con generatore di corrente; 7. computer completo e generatore di continuità; 8. stampante 670; 9. stampante HP; 10. tavoli e sedie; 11. elenchi telefonici; 12. copia del piano Provinciale di Protezione Civile; 13. copia del piano comunale di Protezione Civile; 14. diario degli avvenimenti; 15. modulistica; 16. materiale da cancelleria; 17. lavagna a fogli; 18. apparecchio televisivo; 19. contrassegni per autovetture; 20. impianto di amplificazione sonora montato su autovettura della P.M..

Gli addetti della sala operativa sono tenuti a compilare il Modulo Comunicazioni, in cui sono registrate tutte le chiamate ricevute ed effettuate.

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Capitolo 4

LE RISORSE

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PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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1 PREMESSA...... 4 2 GRUPPO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE...... 5 2.1 Personale comunale...... 6 2.2 Personale volontario...... 6 3 MATERIALI E MEZZI...... 8 4 LE INFRASTRUTTURE...... 9 4.1 Strutture sanitarie ...... 9 4.2 Strutture ricettive ...... 10 4.3 Aree di attesa e ammassamento soccorsi ...... 10

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1 PREMESSA

Le risorse costituiscono il complesso di personale, mezzi, materiali e strutture a cui far ricorso per poter attuare un intervento di soccorso. Affinché il Sindaco possa operare con immediatezza, in caso di calamità, è necessario che tali risorse siano preventivamente individuate per tipologia, caratteristiche tecniche ed ubicazione. La costituzione di una banca dati delle risorse disponibili sul territorio comunale consente una più agile, tempestiva ed efficace gestione degli interventi di soccorso.

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2 GRUPPO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

Il Gruppo Comunale Operativo di Protezione Civile è il principale organismo operativo del Comune sul territorio. Esso è costituito da personale dipendente e da personale del Volontariato, sotto la Direzione del Sindaco e degli altri organi del servizio comunale di Protezione Civile. Il Gruppo Comunale Operativo di Protezione Civile del Comune di Ovada è costituito, mediante nomina da parte del Sindaco, dalle seguenti figure ed organi:  i dipendenti comunali individuati per professionalità ed attitudine;  Gruppo Volontari della Protezione Civile e A.I.B.;  i volontari singoli o associati ed organizzati;  i Vigili del Fuoco Volontari ove costituiti in accordo con il Corpo Nazionale.

Il Sindaco, esaminati gli elenchi delle organizzazioni e delle associazioni e il Registro dei Volontari del Comune, con apposito Decreto provvede ad integrare, arricchire o ampliare il Gruppo Comunale Operativo, che potrà risultare così formato oltre che dalle risorse normalmente previste, anche da cittadini volontari in possesso dei requisiti necessari e dalle associazioni e organizzazioni di volontariato, il cui apporto sia ritenuto valido ai fini dell'attività di Protezione Civile. Il Sindaco può in via eccezionale nominare tra i componenti del gruppo cittadini e persone in possesso di particolari requisiti o meriti professionali e/o che si siano distinti nell’ambito del settore della Protezione Civile. I titolari di responsabilità delle funzioni di supporto appartengono individualmente a quest’ultima categoria. A tutti i componenti il Gruppo viene fornita adeguata attrezzatura. I membri del Gruppo indossano una divisa riconoscibile, fornita dal Comune, e possono utilizzare i mezzi di proprietà comunale. I volontari nominati a diverso titolo quali componenti del Gruppo Comunale di Protezione Civile vengono automaticamente iscritti nel Registro dei Volontari, e partecipano a tutte le attività ed iniziative del Servizio. Ad essi si applica per quanto consentito la normativa nazionale, regionale, Provinciale e comunale in materia di gestione giuridica, finanziaria ed assicurativa del Volontariato.

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2.1 Personale comunale

Il personale in organico agli Uffici del Comune di Ovada e del Corpo di Polizia Municipale costituisce il nucleo da allertare con priorità e la cui tempestiva presenza nella sede di lavoro consente l’avvio delle operazioni di soccorso. L’elenco dei nominativi del personale comunale di Protezione Civile è riportato nella scheda N allegata al Piano.

2.2 Personale volontario

Il personale volontario costituisce una componente essenziale dell’organizzazione locale dei servizi di Protezione Civile per l’insostituibile azione di supporto e di integrazione nelle attività di previsione, prevenzione e soccorso svolte dalle strutture comunali. Nel Comune di Ovada è presente un Gruppo Volontari della Protezione Civile e A.I.B. costituitosi nel 1992.

2.2.1 Gruppo Volontari della Protezione Civile e A.I.B1. Il gruppo nasce nel 1992 con una delibera comunale che lo riconosce come squadra antincendio boschivo comunale in base alla legge 01/03/1975 N°47 a cui aderiscono N°16 volontari. Tra gli anni 1992-1994 visto le esigenze di operare non solo nel settore degli incendi boschivi, i volontari decidono di partecipare ad un corso di Protezione Civile, tenutosi in Prefettura ad Alessandria,per essere più presenti e preparati a svolgere il volontariato da loro scelto ; nell’ anno 1994 vengono riconosciuti dal comune di Ovada con una delibera come squadra di Protezione Civile comunale in base alle leggi 266/91 225/92 d.p.r. 50/93 l.r. 10/90. Il gruppo si identifica come Gruppo Volontari della Protezione Civile e A.I.B. Città di Ovada. Nel 1994 nasce in Piemonte l’ Associazione Volontari A.I.B. del Piemonte che nel 2000 diventerà Corpo di cui il Gruppo di Ovada ne è parte integrante.

1 Tratto dal convegno “1992-2002 dieci anni di Protezione Civile” del Gruppo Volontari della Protezione Civile

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Il Gruppo Volontari della Protezione Civile e A.I.B svolge attività di prevenzione ed emergenza per quanto riguarda il settore della Protezione Civile e dell’ Antincendio Boschivo. Collabora a stretto contatto con le forze istituzionali preposte allo scopo, sia durante l’ emergenze che dopo. Collabora, inoltre, con la Prefettura di Alessandria per il progetto scuola sicura.

Le associazioni di volontariato appartenenti alla Struttura Comunale di Protezione Civile sono:  la Croce Verde Ovadese;  l’ A.R.I. ;  il Gruppo Volontari della Protezione Civile e A.I.B. . L’atto costitutivo Gruppo Volontari della Protezione Civile e A.I.B è allegato al presente Piano (allegato B.4).

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3 MATERIALI E MEZZI

Le risorse “materiali e mezzi” vanno suddivise in due gruppi: 1. mezzi e materiali di proprietà del Comune:  dotazioni organiche dell’Amministrazione Comunale;  dotazioni organiche del Corpo di Polizia Municipale;  dotazioni organiche della C.R.I. e dell’A.S.L.;  dotazioni organiche dei VVF;  dotazioni organiche del Gruppo Volontari della Protezione Civile. 2. Mezzi e materiali di proprietà privata.

Gli elenchi delle risorse materiali e mezzi (allegato B.3) sono redatti e mantenuti aggiornati dagli Uffici Comunali competenti.

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4 LE INFRASTRUTTURE

4.1 Strutture sanitarie

Le strutture sanitarie (ospedale, ambulatori, ecc...) costituiscono il supporto logistico indispensabile per qualsiasi intervento di emergenza. Il censimento di tali strutture consente una conoscenza globale delle disponibilità in modo da individuare eventuali esigenze integrative (resesi necessarie a causa dell’emergenza), da richiedere alla Provincia e Prefettura.

Sul territorio comunale di Ovada sono presenti  Presidio Ospedaliero “Ospedale Civile” dotato di servizio di pronto soccorso;  Medicina legale;  Poliambulatorio.

Il Presidio Ospedaliero è del piano per le Maxi-Emergenze, che attualmente è in revisione.

Maggiori specifiche sulle strutture sanitarie sono contenute nella scheda B allegata al Piano Comunale.

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4.2 Strutture ricettive

Per strutture ricettive si intendono tutte le infrastrutture in grado di essere adibite al temporaneo ricovero della popolazione colpita da calamità. Nelle risorse alloggiative, che possono essere utilizzate per il ricovero di popolazione, rientrano le strutture alberghiere, le scuole, le case di riposo e tutte le altre infrastrutture che possono essere dotate di posti letto, servizi igienici e mensa. Le strutture ricettive individuate sul territorio ed impiegate per affrontare situazioni di emergenza (nell’ambito degli scenari di rischio individuati, ad esclusione del rischio terremoto – vedi cap. 1 modulo II), sono:

Scenario di rischio Posti n° Struttura Cucina Mensa 1-A 1-B 1-C 2-A-B-C-D-E letto 1. Scuola elementare Statale 250 si si 2. Scuola media Pertini 150 no si Scuola materna/elementare via 3. 110 no si Dania; 4. Scuola materna Via Galliera. 50 si si 5. Albergo Italia 30 si no 6. Istituto Barletti – sez. ITI 800 no no 7. Istituto Barletti – sez ITC Vinci 500 no no 8. Istituto Barletti – liceo Pascal 85 no no 9. Albergo Vittoria 53 si no 10. Palazzetto dello sport 100 no no 11. Casa di riposo Lercaro 115 -- si 12. Casa di riposo M. Camera 20 -- si

TOTALE POSTI LETTO 2263

Nella tabella, le priorità di utilizzo sono state visualizzate tramite un codice colore:

Primarie Secondarie Verifica di agibilità prima dell’utilizzo

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La struttura della tabella, rispecchia anche la priorità di utilizzo delle strutture, in quanto alcune di queste si prestano maggiormente al ruolo di accoglienza della popolazione evacuata. I centri di accoglienza individuati sono immuni dai rischi che sussistono sul territorio a parte il rischio terremoto.

4.2.1 Rischio terremoto In caso di terremoto, l’Ufficio Tecnico provvede a verificare l’agibilità delle suddette strutture. In caso di inagibilità di alcune o di tutte le strutture ricettive, si provvede alla realizzazione di tendopoli roulottopoli presso:  piazzale attrezzato per manifestazioni presso Via Gramsci;  campo sportivo Moccagatta;  campo sportivo Scolopi;  centro sportivo Geirino, previa verifica di agibilità del ponte di San Paolo;  parco Pertini;  piazzale adiacente a cimitero urbano sito in viale Rimembranza.

Per maggiori informazioni sulle strutture ricettive individuate consultare le relative schede allegate al piano

4.3 Aree di attesa e ammassamento

Dato che le strutture di accoglienza sono concentrate in una porzione limitata del centro della città, si è deciso di individuare le aree di attesa in questa zona, in quanto risulta logisticamente più semplice la gestione della popolazione evacuata. Le aree sono:  piazza Martiri della Benedicta antistante la scuola elementare Damilano;  via Dania presso la scuola materna/elementare;  parcheggio supermercato Bennet;

Le aree di ammassamento dei soccorsi sono:

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 Piazzale Rimembranza;  Capannone Coinova;  Piazza Matteotti Municipio,  Parcheggio supermercato Bennet;  campo sportivo Moccagatta nel caso in cui non sia adibito a tendopoli;  campo sportivo Scolopi nel caso in cui non sia adibito a tendopoli.

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MODULO II

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PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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Capitolo 1

SCENARI DI RISCHIO

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PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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1. PREMESSA...... 4 2. ANALISI STORICA DEGLI EVENTI CALAMITOSI...... 5 2.1 Eventi naturali...... 5 2.2 Eventi antropici ...... 12 3. SCENARI DI RISCHIO ...... 15 4. SCENARIO 1-A: RISCHIO IDROGEOLOGICO...... 16 4.1 Torrente Stura ...... 17 4.2 Torrente Orba ...... 23 4.1 Indicatori di evento...... 30 5. SCENARIO 1-B:RISCHIO SISMICO ...... 38 6. SCENARIO 1-C: RISCHIO COLLASSO SISTEMI TECNOLOGICI ...... 40 6.1 Diga di Ortiglieto ...... 40 6.2 Collasso reti di distribuzione ...... 41 7. SCENARIO 2 – A RISCHIO METEOROLOGICO...... 43 7.3 Nubifragi ...... 43 7.4 Nevicate...... 43 7.5 Siccità ...... 44 8. SCENARIO 2 – B:RISCHIO INCENDI ...... 46 9. SCENARIO 2 – C:BOMBE AEREE INESPLOSE ...... 48 10. SCENARIO 2 – D: RISCHIO INCIDENTI...... 50 10.1 Incidenti ferroviari ...... 50 10.2 Incidente presso deposito prodotti petroliferi ...... 51 10.3 Incidenti autostradali...... 52 11. SCENARIO 2–E: RISCHIO TRASPORTI (RILASCIO DI SOSTANZE PERICOLOSE) 53

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1. PREMESSA

La tipologia dei rischi possibili si deduce non solo dallo studio delle caratteristiche del territorio comunale e dall’analisi dell’ambiente e delle attività antropiche, ma anche dalla frequenza con cui alcuni fenomeni si sono manifestati nel passato. Tali eventi, che possono dar luogo ad interventi di Protezione Civile, possono identificarsi in eventi naturali ed eventi antropici.

Gli eventi naturali sono fenomeni che spesso sono difficilmente prevedibili, per cui non sempre esistono indicatori facilmente osservabili utili nella formulazione della previsione. Tuttavia uno studio più approfondito del territorio ed iniziative di ricerca e di studio degli eventi possono ridurne le conseguenze, diminuendo i rischi per l'ambiente e per la popolazione.

Eventi naturali

ñ fenomeni geologici (terremoti)

ñ eventi meteorologici (nubifragi, neve, siccità, trombe d’aria,...)

ñ fenomeni idrogeologici (alluvioni, frane, valanghe,...)

Lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali, la crescente espansione degli insediamenti urbani ed industriali, il sempre più capillare uso delle vie di comunicazione comportano alterazioni all'ambiente fisico ed al territorio cui sono inevitabilmente connessi motivi di "rischio" per l'integrità del territorio stesso e soprattutto per le persone.

Eventi antropici

ñ incidenti rilevanti (incendio, esplosione, rilascio sostanza tossica/inquinante,...) ñ incidenti nei trasporti (ferroviari, stradali, rilascio sostanza tossica/inquinante,...) ñ incendi (boschivi) ñ collasso di sistemi tecnologici (collasso dighe, black-out elettrico e idrico,...) ñ bombe d’aereo inesplose

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2. ANALISI STORICA DEGLI EVENTI CALAMITOSI

L’analisi storica degli eventi calamitosi verificatisi nel territorio del comune di Ovada risulta, dunque, importante ai fini dell’individuazione degli scenari di rischio.

2.1 Eventi naturali

2.1.1 Fenomeni idrogeologici Il territorio di Ovada è stato più volte soggetto ad eventi alluvionali più o meno gravi determinati dai torrenti Stura e Orba. Inoltre, è rilevabile sul territorio anche una cospicua attività franosa, dovuta spesso a fenomeni meteoclimatici. L’analisi storica di tali eventi è stata possibile consultando gli archivi del progetto AVI (Aree Vulnerate Italiane)1e quelli della Polizia Municipale. Per quanto riguarda gli eventi alluvionali, la ricerca ha fornito 26 eventi alluvionali e 34 fenomeni franosi rilevanti, spalmati nell’arco di un secolo.

2.1.1.1 Alluvioni Le informazioni sui danni causati dagli eventi alluvionali riportati nella tabella seguente, riguardano principalmente danni ai beni: - edifici pubblici (scuole....); - infrastrutture di comunicazione (strade comunali, Provinciali, autostrade, e ferrovie); - strutture di interesse pubblico (opere di regimazione fluviale, ponti, viadotti e dighe); - infrastrutture a rete (elettrodotti, acquedotto e linee di telecomunicazioni); - edifici civili (centri abitati, case sparse e nuclei rurali); - edifici industriali. In base ai dati disponibili, poche sono state le vittime, se si escludono quelle dovute al crollo della diga di Sella Zerbino.

1 Il Progetto Speciale AVI è stato sviluppato dal Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche (GNDCI) e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) allo scopo di realizzare un censimento delle aree storicamente vulnerate da calamità geologiche (frane) ed idrauliche (piene).

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Danni a Anno Mese Giorno Note Località Danni a beni persone Infrastrutture di comunicazione 1867 9 17 -- Ovada Vittime 6 Edifici civili Strutture di interesse pubblico 1882 10 28 -- Ovada -- 1889 6 23 -- Ovada -- 1896 8 6 -- Ovada -- 1911 11 24 -- Ovada Infrastrutture di comunicazione Edifici civili 1915 9 25 -- Ovada Strutture di interesse pubblico Ovada - A monte 1915 6 25 -- dell'abitato -- Ovada - Regione 1915 9 25 -- Ghiaie -- Ovada - Regione 1915 9 25 -- Gorino -- 1916 11 5 -- Ovada Strutture di interesse pubblico 1925 5 26 -- Ovada Infrastrutture di comunicazione Infrastrutture di comunicazione Edifici industriali 1926 5 16 -- Ovada Edifici civili Infrastrutture a rete Strutture di interesse pubblico Infrastrutture di comunicazione Edifici industriali 1935 8 13 -- Ovada Vittime 111 Edifici civili Strutture di interesse pubblico Infrastrutture di comunicazione Edifici industriali 1935 8 14 -- Ovada - Oltre Orba Vittime 72 Edifici civili Infrastrutture a rete Strutture di interesse pubblico 1957 6 -- Ovada Strutture di interesse pubblico Strutture di interesse pubblico Edifici di interesse artistico 1962 11 8 -- Ovada Edifici civili Infrastrutture di comunicazione 1963 9 1 -- Ovada Strutture di interesse pubblico 1965 9 27 -- Ovada -- Strutture di interesse pubblico Edifici civili 1966 10 15 -- Ovada Vittime 2 Infrastrutture a rete Edifici pubblici Edifici civili Il massimo livello di Infrastrutture di comunicazione inondazione presso Edifici industriali 1968 11 1 Ovada Ovada è raggiunto alle Infrastrutture a rete 8.30 del 1 novembre Strutture di interesse pubblico Edifici pubblici 1970 10 7 -- Ovada - Gnocchetto Strutture di interesse pubblico

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Danni a Anno Mese Giorno Note Località Danni a beni persone Strutture di interesse pubblico 1970 10 7 -- Ovada - Gnocchetto Edifici civili Infrastrutture di comunicazione Strutture di interesse pubblico Edifici civili 1977 10 7 -- Ovada Infrastrutture di comunicazione Edifici industriali Infrastrutture a rete Strutture di interesse pubblico Allagata la parte 1980 10 16 Ovada Edifici civili bassa di Ovada Infrastrutture di comunicazione Edifici civili 1987 8 24 -- Ovada Sfollati 10 Edifici pubblici 2000 Ovada Chiusura ponte su torrente 2003 10 2 Fraz. Gnocchetto Stura per inagibilità Tabella 1 – eventi alluvionali censiti – anni 1867 ó 2000

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2.1.1.2 Frane Relativamente ai fenomeni franosi censiti, dalla tabella seguente si deduce che i danni riguardano principalmente le infrastrutture di comunicazione ed in particolare la strada Grillano e la SS n. 456 del Turchino. La causa principale di questi fenomeni franosi sono essenzialmente le precipitazioni meteoriche. E’ da notare che il tratto comunale della linea ferroviaria Genova – Ovada è stato interessato da fenomeni franosi due volte determinando però danni lievi, mentre l’autostrada A26 è stata interessata, nel tratto comunale, una sola volta ma con gravi danni.

anno mese giorno note Località Cause Danni a cose

1855 2 24 -- Ovada Erosione -- Infrastrutture di Ovada - Lungo la comunicazione - 1882 10 28 -- strada della -- Strada Comunale Cappellette (Grave) Lungo la linea Infrastrutture di ferroviaria al 1907 10 26 -- Sovraccarico naturale comunicazione - casello 42 presso Ferrovia (Lieve) l'abitato Infrastrutture di La strada è Gnocchetto - comunicazione - 1934 11 18 interessata per oltre Lungo la ex SS n. Precipitazioni Strada Provinciale 50 m. 456 del Turchino (Grave) Ovada – Lungo la Infrastrutture di ex SS n. 456 del 1937 12 2 -- Precipitazioni comunicazione - Turchino verso Strada statale (Lieve) Alessandria Monteggio 1968 11 1 -- Precipitazioni -- (sinistra Orba) Ovada - Lungo 1976 9 -- -- ex SS n. 456 del -- -- Turchino al km

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anno mese giorno note Località Cause Danni a cose

Ovada - Lungo ex SS n. 456 del 1976 9 -- -- Turchino al km -- -- 46+300 verso Masone Ovada - Lungo la 1976 10 ------SP per Acqui Infrastrutture di comunicazione - Ferrovia (Lieve) 1976 10 4 -- Picassine -- Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Grave) Grillano - Lungo 1976 10 13 -- la strada per -- Cremolino Gnocchetto - Lungo la ex SS n. 1977 5 20 ------456 del Turchino al km 46+500 Ovada - Lungo la A26 corsia nord Infrastrutture di 1978 3 19 -- poco oltre le Precipitazioni comunicazione - gallerie di Autostrada (Grave) Belforte 1985 3 8 -- Grillano Precipitazioni -- Edifici civili - Nuclei 1985 3 8 -- Sant’Evasio Precipitazioni rurali Vigneti Infrastrutture di Strada Nuova comunicazione - 1994 11 7 Chiusura strada Costa e Strada Precipitazioni Strada comunale Costera Infrastrutture a rete - Elettrodotto (Lieve)

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anno mese giorno note Località Cause Danni a cose

Frane e smottamenti 1994 11 7 Granozza -- -- non localizzati. Strada Nuova Danni alla sede 1994 12 2 Chiusura strada Costa e Strada Precipitazioni stradale Costera Infrastrutture di Strada San 1995 4 17 Chiusura strada Precipitazioni comunicazione - Bernardo Strada comunale Panicata – Lungo 1995 11 27 Chiusura strada la ex SS n. 456 Precipitazioni -- del Turchino Panicata – Lungo 1996 1 11 Chiusura strada la ex SS n. 456 Precipitazioni -- del Turchino Infrastrutture di 1996 1 11 Chiusura strada Via G. Villa Precipitazioni comunicazione - Strada comunale Infrastrutture di 1996 7 23 -- Strada Grillano Precipitazioni comunicazione - Strada comunale Infrastrutture di 2000 11 17 -- Strada Grillano Precipitazioni comunicazione - Strada comunale Strada San Infrastrutture di 2001 2 9 Chiusura strada Bernardo Precipitazioni comunicazione - (casc.Canavera) Strada comunale Infrastrutture di Strada Grillano 2002 11 26 Chiusura strada Precipitazioni comunicazione - (casc. Bassi) Strada comunale

Tabella 2 – eventi franosi censiti – anni 1855 ó 2002

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2.1.2 Fenomeni geologici Il territorio del comune di Ovada non è classificato a rischio sismico, ma risente comunque degli effetti di eventi sismici che si verificano nel Novese e nel Tortonese.

2.1.2.1 Terremoto 11/04/2003 Il recente terremoto che ha colpito il Tortonese è stato avvertito nel comune di Ovada con una intensità pari al 7° della Mercalli. Nel territorio comunale non si sono registrati gravi danni. Comunque, in città, i sopralluoghi effettuati dall’Ufficio Tecnico hanno rivelato la presenza di diverse crepature, alcune leggere altre più consistenti, all’interno delle abitazioni e anche in edifici pubblici e privati.

2.1.3 Fenomeni meteorologici Relativamente ai fenomeni meteorologici che hanno interessato il territorio di Ovada, si registrano nubifragi e nevicate eccezionali, che hanno creato disagi alla popolazione e determinato, per quanto riguarda le precipitazioni nevose, situazioni critiche anche sull’ autostrada A26. In questo ultimo caso tali eventi hanno richiesto l’attivazione C.O.C. .

2.1.3.1 Inverno 2002, 2003 e 2004

- In questi ultimi tre anni2, a seguito di nevicate eccezionali, è avvenuta la paralisi del traffico autostradale nel tratto compreso tra le uscite di Ovada e Masone; A causa gravità della situazione (numerosi autoveicoli coinvolti), si è reso necessario l’intervento del Gruppo Comunale di Protezione Civile per la distribuzione di generi di conforto agli automobilisti.

2.1.3.2 Siccità estate 2003

- L’estate 2003 è stata caratterizzata da una forte siccità che ha determinato lievi disagi per la popolazione dovuti al limitato razionamento dell’acqua; tale situazione non ha comportato, di fatto, un massiccio intervento comunale per la distribuzione di acqua potabile tramite autobotti.

2 si è deciso di riportare nella casistica solo gli eventi occorsi negli ultimi tre anni, essendo quelli più significativi

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2.2 Eventi antropici

2.2.1 Incidenti nei trasporti Il comune di Ovada è attraversato da due strade Provinciali, dalla rete autostradale e dalla rete ferroviaria.

2.2.1.1 Incidenti sulla rete stradale Provinciale e comunale Non si registrano incidenti tali da far attivare il C.O.C. . Si registra un intervento del Gruppo Volontari della Protezione Civile nel 1995 per la bonifica del torrente Orba a causa di un versamento di liquido inquinante, dovuto al rovesciamento di un camion cisterna.

2.2.1.2 Incidenti autostradali e ferroviari Relativamente ad incidenti stradali, attualmente non si registrano interventi del Gruppo Comunale di Protezione Civile. Nella tratta ferroviaria Genova – Ovada – Acqui Terme, non si hanno notizie di incidenti.

2.2.2 Incendi Attualmente non si registrano incendi boschivi che abbiano interessato zone abitate e che abbiano determinato l’attivazione del C.O.C. per l’evacuazione della popolazione interessata.

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2.2.3 Collasso sistemi tecnologici Relativamente al black-out di reti elettriche, gas e telecomunicazioni, non si ricordano eventi significativi, se non quello relativo al black-out elettrico dell’Agosto 2003 che ha interessato tutto il territorio nazionale, causato da un’interruzione di fornitura elettrica dalla Svizzera e che comunque si è risolto senza provocare disagi alla popolazione.

2.2.3.1 Diga di Ortiglieto 13 Agosto 19353 Per quanto riguarda la diga sul torrente Orba, si ricorda il collasso della diga di Sella Zerbino il 13 Agosto del 1935. A seguito di un evento meteorologico eccezionale, si verificò un’intensa precipitazione piovosa (400 mm in meno di un’ora), che fece aumentare considerevolmente il livello del lago sino a portarlo al limite della pericolosità. Essendo il muro delle dighe allo stesso livello (325 s.l.m.), da entrambe è venuta a cadere, durante la tracimazione, un uguale spessore di lama stramazzante con la differenza che, mentre dalla diga grande (Bric Zerbino) la massa d’acqua caduta da 50 metri non causava danni apprezzabili, la stessa massa acqua caduta da un’altezza di circa 15 metri nella diga piccola (Sella Zerbino), provocava l’immediato disgregamento della sella e il conseguente cedimento del muro di contenimento fondato sulla sella stessa. Le cause del tragico crollo si possono imputare a due fatti: 1. La diga di Sella Zerbino era fondata su terreno profondamente fratturato e facilmente erodibile. 2. La tracimazione, che fu la causa del disgregamento della sella, avvenne per il sottodimensionamento degli organi di scarico, che non furono sufficienti a smaltire l’acqua della piena. I danni causati dal crollo furono gravissimi: - 111 vittime (98 presso la frazione Borgo e 13 presso Zona Rebba); - Distruzione della frazione Borgo con 365 senza tetto e 71 abitazioni distrutte; - Danni ingenti alle zone Rebba e Geirino.

3 Le seguenti informazioni sono tratte dal libro “Il crollo della diga secondaria del serbatoio di Ortiglieto” dell’ing. Cannonero A.

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E’ da sottolineare che: - il ponte della Veneta resistette all’impatto; - la zona di p.zza Castello, potenzialmente inondabile, fu risparmiata dall’onda di piena in quanto il muro dello Sferisterio resistette all’impatto.

2.2.4 Bombe d’aereo inesplose Al momento non si registrano ritrovamenti di bombe d’aereo tali da necessitare l’evacuazione temporanea della popolazione potenzialmente a rischio.

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3. SCENARI DI RISCHIO

Sulla base della raccolta dei dati presso le varie autorità competenti (Regione, Provincia, ecc.,) e sulla base dei dati storici, sono stati elaborati, sia in forma cartografica, sia descrittiva, gli scenari relativi alle seguenti principali fonti di rischio:

SCENARIO 1-A: RISCHIO IDROGEOLOGICO – alluvioni e frane SCENARIO 1-B: RISCHIO SISMICO

SCENARIO 1-C: RISCHIO COLLASSO SISTEMI TECNOLOGICI – diga di Ortiglieto – collasso reti di distribuzione

Relativamente agli scenari individuati, sono state predisposte procedure operative descritte nel capitolo 3.

In conformità con le disposizioni impartite dal Dipartimento della Protezione Civile, gli scenari di rischio prendono in considerazione il massimo evento atteso; il piano, quindi, è stato strutturato ipotizzando il più elevato grado d’intensità, la maggiore estensione e le peggiori conseguenze.

Sono stati considerati, inoltre, altri scenari di rischio che hanno determinato situazioni d’emergenza, che hanno interessato il territorio Comunale e che potrebbero ripresentarsi in futuro. Tali situazioni possono essere definite come micro – emergenze, ovvero:

SCENARIO 2-A: RISCHIO METEREOLOGICO – nevicate, nubifragi e siccità

SCENARIO 2-B: RISCHIO INCENDI – boschivi SCENARIO 2-C: RISCHIO BOMBE AEREE INESPLOSE SCENARIO 2-D: RISCHIO INCIDENTI – ferroviari – deposito prodotti petroliferi – autostradali SCENARIO 2-E: RISCHIO TRASPORTI – incidenti con rilascio di sostanze pericolose

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4. SCENARIO 1-A: RISCHIO IDROGEOLOGICO

4.1 Rischio alluvioni

L’analisi dei torrenti Stura ed Orba è finalizzata ad avere un quadro complessivo e aggiornato delle aree inondabili, in relazione agli interventi di arginatura e manutenzione degli alvei che sono stati eseguiti nel corso degli anni. La situazione del Comune di Ovada si può definire particolare, in quanto la zona maggiormente popolata si trova ad essere delimitata dagli alvei dei due torrenti che confluiscono subito a valle del centro storico, presso piazza Castello. Questa situazione potrebbe determinare condizioni critiche soprattutto nella zona della confluenza nel momento in cui entrambi i torrenti si dovessero trovare in piena. Il verificarsi, in modo simultaneo su entrambi i torrenti, di una piena straordinaria che determini la chiusura contemporanea dei ponti sulle s. p. per Alessandria, Novi Ligure ed Acqui Terme determinerebbe gravi problemi di accesso alla città di Ovada, che potrebbero comportare l’isolamento della città. Infatti l’unica strada alternativa sicura per i soccorsi esterni ha origine presso il Comune di Rossiglione (Strada Termo e Strada Requaglia). Ma, essendo il Comune di Rossiglione soggetto anch’esso ad esondazione in caso di piena straordinaria del torrente Stura, questa via alternativa potrebbe risultare inaccessibile, rendendo di fatto la città di Ovada isolata. Questo costituisce un fattore limitante nel caso in cui la città dovesse essere raggiunta da soccorsi esterni. Nei paragrafi seguenti vengono analizzati i percorsi dei due torrenti al fine di individuare le potenziali aree inondabili e le sezioni critiche5. Le aree inondabili sono state numerate e la numerazione è riportata sulla relativa mappa (allegato A.1). Nell’allegato A.1 è anche riportata la viabilità alternativa6.

5 Le informazioni sono tratte dallo studio idraulico realizzato dallo Studio tecnico Foglino (Acqui Terme). 6 L’utilizzo della viabilità alternativa avviene quando le tre Provinciali di accesso al Comune risultano impraticabili.

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Per ogni area inondabile è presente una scheda in cui vengono riportate tutte le informazioni utili per la gestione dell’emergenza compresa la viabilità alternativa, mentre per le sezioni critiche si fa riferimento alla scheda dedicata allegata al piano (scheda Z). Le suddette schede, corredate da ulteriori specifiche, sono raggruppate nella scheda X “Aree inondabili”.

La scheda X, che contiene dati sensibili, è a disposizione delle Autorità Competenti in situazioni di ALLARME e/o EMERGENZA. In allegato al Piano (allegato B.8) è presente l’elenco delle persone disabili residenti nel territorio comunale. Tale allegato viene consultato delle Autorità Competenti solo in condizioni di EMERGENZA7.

Si ritiene utile precisare che, “poiché lo scenario di rischio previsto, monitorato e sorvegliato nel tempo, potrebbe manifestarsi in modo ben differente da quanto descritto dal relativo prefigurato scenario di rischio, i valori assunti nel sistema di soglie, nonché i relativi livelli di criticità, devono precauzionalmente ed adeguatamente includere una quota di non conoscenza, cioè di incertezza nella valutazione dei prefigurati scenari”8.

4.1.1 Torrente Stura Il torrente Stura entra nel territorio comunale di Ovada poco prima della frazione di Gnocchetto. Si possono individuare due tronchi principali: - tratto compreso tra fraz. Gnocchetto e ponte di Belforte - tratto compreso tra ponte di Belforte e ponte sulla SP per Novi Ligure

7 I dati sensibili sono trattati in base al D.Lgs. 30/06/2003 n.196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”. 8 Tratto dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27.02.2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di Protezione Civile.”

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Tratto Gnocchetto – ponte di Belforte Questo primo tratto dell’alveo risulta molto incassato non presentando problematiche idrogeologiche particolari, se non in alcuni brevi tratti, in cui sono presenti due aree inondabili con alcune unità abitative:

ST9.1 Frazione Gnocchetto

ST.2 Località Panicata inf. (ex. s.s. 456 del Turchino)

In questo tratto la ex s.s. 456 del Turchino non viene interessata da esondazioni.

4.1.1.1 ST.1: Frazione Gnocchetto La parte interessata è posizionata sotto la ex s.s. 456 del Turchino, e coinvolge la parte bassa di un capannone adibito al ricovero di roulotte e caravan.

AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori

------ST.1 Fraz. Gnocchetto Depositi Allevamenti Scuole n° alunni 1 ------

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. 10 Ponte (t. Stura) Medio moderato Pian Struttura in acciaio 4.00 m Asfalto 5 10% Portata Max: 10 t Comune di Belforte ó Pila in alveo H @15m Tabella 4.1.1

9 ST: Stura 10 rischio idraulico medio moderato: aree inondabili, individuate su evidenze morfologiche, da acque con bassa energia e/o tiranti modesti h<40 cm, – aree a bassa probabilità di inondazione Tr=200-500 anni (tratto da “Indagine geologica per il progetto di variante al P.R.G. vigente con verifiche di compatibilità idraulica ed idrogeologica del P.A.I.” redatto dallo Studio Tecnico Foglino – Acqui Terme).

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4.1.1.2 ST.2: Località Panicata inf. (ex. s.s. 456 del Turchino). La parte interessata è costituita da una piana posizionata in sponda sinistra orografica a circa 5 m al di sopra della quota dell’alveo. E’ presente un piccolo nucleo abitato costruito su un terrazzo rialzato che, in caso di esondazione, viene a trovarsi isolato per l’impraticabilità della strada di accesso.

AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori Località Panicata 5 ------ST.2 inf. Depositi Allevamenti Scuole n° alunni (Ex SS 456 del Turchino) ------

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. 11 Ponte (t. Stura) Molto elevato Pian Carpeneto Struttura in acciaio 4.00 m Asfalto 10% Portata Max: 10 t Comune di Belforte Pila in alveo H @15m Tabella 4.1.2

Tratto ponte di Belforte – ponte SP per Novi Ligure Questo secondo tratto è quello che presenta le criticità maggiori, in quanto è caratterizzato da una fascia inondabile che interessa aree appartenenti al tessuto urbano della città:

ST.3 Via Voltri/via Pastorino

ST.4 Piazzale attrezzato per manifestazioni – via Ripa Molino

ST.5 Strada Novi – strada – Regione Brizzolesi

11 rischio idraulico molto elevato: aree inondabili da acque a elevata energia e tiranti ingenti h>40 cm, con presenza di rilevante presenza di erosione e deposito, divagazione dell’alveo, ecc. – aree ad elevata probabilità di inondazione Tr=20-50 anni (tratto da “Indagine geologica per il progetto di variante al P.R.G. vigente con verifiche di compatibilità idraulica ed idrogeologica del P.A.I.” redatto dallo Studio Tecnico Foglino – Acqui Terme);

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4.1.1.3 ST.3 :Via Voltri/via Pastorino L’area interessata dall’esondazione, che ha inizio a valle della diga di Belforte, interessa un’ampia parte abitata di via Voltri. In alcuni tratti il piano di campagna è ad una quota inferiore al livello stradale; questo comporta, in caso di esondazione, un ulteriore aggravamento della situazione. In particolare, nell’area sono presenti: - l’Istituto sup. “C. BARLETTI” sez. associata ITC “DA VINCI”; - la sede dei VVF di Ovada; - un albergo; - due distributori di carburante. Nella zona ST.3 sono, inoltre, presenti numerose attività commerciali ed alcuni depositi. Attualmente, dopo i lavori di manutenzione dell’alveo (rimozione detriti con conseguente abbassamento quota di fondo), l’area è stata classificata a rischio medio moderato. Inoltre, presso località Volpina, si potrebbe generare una situazione critica nel caso in cui l’omonimo rio dovesse presentare difficoltà di deflusso.

AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori

Via Voltri/via 122 6 20 38 ST.3 Pastorino Depositi Allevamenti Scuole n° alunni 2 -- 1 167

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. Asfalto Medio moderato Strada Termo e km 11 4.00 m 5ó10% strada Requaglia Sterrato -- -- (km 15) km 4

Tabella 4.1.3

4.1.1.4 ST.4: Piazzale attrezzato per manifestazioni – via Ripa Molino L’area è classificata ad elevato rischio di inondazione. Nei pressi del mulino sono presenti: - due unità abitative;

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- il deposito del mulino. Il piazzale, quando non è sede di manifestazioni, quali spettacoli circensi, festa dell’Unità, ecc. è adibito a parcheggio. In condizioni di elevata criticità viene disposto lo sgombero delle autovetture dall’area vietandone di conseguenza l’accesso.

AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori

15 -- 1 8 ST.4 via Ripa Molino Depositi Allevamenti Scuole n° alunni 1 ------

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. Asfalto Molto Elevato Strada Termo e km 11 strada Requaglia 4.00 m 5 10% -- -- Sterrato ó (km 15) km 4 Tabella 4.1.4

4.1.1.5 ST.5: Strada Novi – strada Masio – Regione Brizzolesi L’area, classificata a medio rischio di inondazione è posizionata in sponda dx orografica ad una quota di 168 m s.l.m. , circa 3 – 4 m al di sopra dell’alveo. In Regione Brizzolesi sono presenti numerose attività produttive con incluso un centro sportivo ma non abitative. L’area interessata è sede di numerose unità produttive ed abitative.

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AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE - Via Novi Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori - strada Masio 18 -- 22 54 ST.5 - Regione Depositi Allevamenti Scuole n° alunni Brizzolesi 1 ------

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. Asfalto Medio moderato Strada Termo e km 11 strada Requaglia 4.00 m 5 10% -- -- Sterrato ó (km 15) km 4 Tabella 4.1.5

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4.1.2 Torrente Orba Il torrente Orba entra nel territorio comunale di Ovada in corrispondenza dell’abitato di Molare. Il tratto di alveo che arriva sino in corrispondenza della cascina Rebba è caratterizzato da aree inondabili in cui non sono presenti nuclei abitati, industrie, allevamenti e altre attività. Dal tratto di alveo poco a valle della cascina Rebba sino al confine comunale si possono individuare 9 aree inondabili critiche12:

OR13.1 Strada Rebba – Zona ex mulino

OR.2 Strada Rebba

OR.3 Strada Grillano – tratto terminale rio Pisciarollo

OR.4 Regione Carlovini – area industriale

OR.5 Regione Carlovini – monte area industriale

OR.6 Zona sottostante sferisterio comunale

OR.7 P.za Nervi – stabilimento VEZZANI

OR.8 P.za Nervi – monte stabilimento VEZZANI

OR.9 Via Rocca Grimalda – Regione Campone e zona depuratore

12 Le informazioni sono tratte dallo studio idraulico realizzato dallo Studio tecnico Foglino (Acqui Terme). 13 OR:Orba

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4.1.2.1 OR.1: Strada Rebba La parte interessata è posizionata sotto la Strada Rebba e coinvolge unicamente un’attività produttivache occupa l’edificio dell’ex mulino. Nell’area sono anche posizionati i pozzi di captazione che alimentano l’acquedotto di Ovada.

AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori

-- -- 1 OR.1 Strada Rebba Depositi Allevamenti Scuole n° alunni ------

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. 14 Asfalto Elevato Strada Termo e km 11 strada Requaglia 4.00 m 5 10% -- -- Sterrato ó (km 15) km 4 Tabella 4.2.1

14 Rischio idraulico elevato: aree inondabili da acque con tiranti ingenti h>40 cm, con presenza di modesti fenomeni di erosione e deposito, – aree a moderata probabilità di inondazione Tr=100-200 anni (tratto da “Indagine geologica per il progetto di variante al P.R.G. vigente con verifiche di compatibilità idraulica ed idrogeologica del P.A.I.” redatto dallo Studio Tecnico Foglino – Acqui Terme);

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4.1.2.2 OR.2: Strada Rebba La zona, a rischio medio moderato, coinvolge due unità abitative e un deposito della Società Acque Potabili SPA. .

AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori

3 ------OR.2 Strada Rebba Depositi Allevamenti Scuole n° alunni 1 ------

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. Asfalto Medio moderato Strada Termo e km 11 strada Requaglia 4.00 m 5 10% -- -- Sterrato ó (km 15) km 4 Tabella 4.2.2

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4.1.2.3 OR.3: Strada Grillano – tratto terminale rio Pisciarollo La zona, a rischio medio moderato, viene inondata dal rio Pisciarollo in caso di mancato assorbimento da parte del torrente Orba e coinvolge due unità abitative.

AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori

14 ------OR.3 Strada Grillano Depositi Allevamenti Scuole n° alunni ------

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. Asfalto Medio moderato Strada Termo e km 11 strada Requaglia 4.00 m 5 10% -- -- Sterrato ó (km 15) km 4 Tabella 4.2.3

4.1.2.4 OR.4 – Regione Carlovini – area industriale La zona, a rischio elevato, coinvolge: - lo stabilimento ORMIG (costruzione di macchine industriali); - altre attività industriali; - un centro sportivo.

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AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori

Regione Carlovini -- -- 10 150 OR.4 Area industriale Depositi Allevamenti Scuole n° alunni ------

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. Asfalto Elevato Strada Termo e km 11 strada Requaglia 4.00 m 5 10% -- -- Sterrato ó (km 15) km 4 Tabella 4.2.4

4.1.2.5 OR.5: Regione Carlovini – monte area industriale La zona, a rischio medio moderato, interessa il fabbricato del mattatoio comunale, ora in disuso, ed una unità abitativa.

AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori

4 ------OR.5 Regione Carlovini Depositi Allevamenti Scuole n° alunni ------

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. Asfalto Medio moderato Strada Termo e km 11 strada Requaglia 4.00 m 5 10% -- -- Sterrato ó (km 15) km 4 Tabella 4.2.5

4.1.2.6 OR.6: zona sottostante sferisterio comunale La zona, a rischio elevato, coinvolge alcune cascine non abitate. La zona risulta comunque frequentata nel periodo diurno in quanto è oggetto di attività agricole.

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AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori

Zona sottostante ------OR.6 sferisterio comunale Depositi Allevamenti Scuole n° alunni ------

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. Asfalto Elevato Strada Termo e km 11 strada Requaglia 4.00 m 5 10% -- -- Sterrato ó (km 15) km 4 Tabella 4.2.6

4.1.2.7 OR.7:P.za Nervi – stabilimento VEZZANI L’area, a rischio elevato, coinvolge lo stabilimento Vezzani e un’altra attività produttiva. La quota dell’argine, su cui è locato lo stabilimento, è di circa 4 metri al di sopra della quota di alveo. La presenza del ponte sulla Provinciale per Alessandria, che rappresenta una sezione critica a causa del restringimento della sezione dell’alveo, potrebbe generare un aggravamento della situazione, nel caso in cui il deflusso risultasse ulteriormente ostacolato e rallentato dalla presenta di inerti, di vegetazione ed altre barriere.

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AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori

P.za Nervi -- -- 2 52 OR.7 Stab.VEZZANI Depositi Allevamenti Scuole n° alunni ------

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. Elevato SP 200 Sottopasso 6.00 m Asfalto 5 10% via Cappellette ó Altezza 3.50 m Tabella 4.2.7

4.1.2.8 OR.8:P.za Nervi – monte stabilimento VEZZANI L’area, a rischio medio moderato, è ubicata a monte dello stabilimento Vezzani e coinvolge due caseggiati, un’abitazione ed un’attività produttiva.

AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori P.za Nervi 85 -- 1 2 OR.8 Monte Depositi Allevamenti Scuole n° alunni Stab.VEZZANI ------

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. Medio moderato SP 200 Sottopasso 6.00 m Asfalto 5 10% via Cappellette ó Altezza 3.50 m Tabella 4.2.8

4.1.2.9 OR.9: Via Rocca Grimalda – Regione Campone e zona depuratore L’area in sponda sx. orografica è classificata a rischio medio moderato; la quota è di circa 3 m al di sopra della quota d’alveo. Nell’area sono presenti il canile municipale, il depuratore, una industria e tre abitazioni. La zona dove è locato il canile municipale ed il depuratore viene interessata da locale esondazione del rio Moretta, nel caso in cui l’Orba

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non riesca ad assorbirne la portata. In questo caso è necessario monitorare costantemente la zona per stabilire se, e quando, evacuare gli animali dal canile.

AREA LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE Abitanti residenti Disabili Attività produttive Lavoratori

19 1 1 -- OR.9 Via Rocca Grimalda Via Pio Camera Depositi Allevamenti Scuole n° alunni -- 1 -- --

RISCHIO IDRAULICO VIABILITÀ ALTERNATIVA Larghezza Strada Fondo P max Manufatti stradali Limitazioni min. Medio moderato Sottopasso SP 200 6.00 m Asfalto 5 10% ó Altezza 3.50 m Tabella 4.2.9

4.2 Indicatori di evento

Nell’ambito delle possibili emergenze ipotizzabili, assume particolare rilievo il rischio idrogeologico, con riferimento alla prevedibilità dell’evento ed alle conseguenze che possono verificarsi in danno della collettività. La previsione di una possibile situazione di rischio idrogeologico viene elaborata dal Sistema Regionale di Allertamento.

4.2.1 Cenni sul sistema regionale di allertamento per situazione di rischio idrogeologico derivanti da condizioni meteoidrologiche critiche Il settore Meteoidrografico e reti di Monitoraggio fornisce un servizio quotidiano di valutazione del rischio idrogeologico la cui insorgenza ed evoluzione, legata a precipitazioni intense, è in grado di generare situazioni di dissesto in forma più o meno gravosa per il territorio e le popolazioni ivi residenti. Tale servizio viene svolto dalla Sala Situazione Rischi Naturali sia in fase previsionale, attraverso la valutazione della situazione meteorologica ed idrologica attesa, sia in fase di monitoraggio per mezzo della rete regionale. Questo servizio fornisce costantemente al Settore Regionale di Protezione Civile l’evoluzione della situazione meteorologica attesa ed osservata. Il sistema di allertamento è basato su:

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- una suddivisione in zone di allertamento ovvero in ambiti territoriali caratterizzati da risposta meteoidrologica e/o idrologica omogenea in caso di insorgenza di rischio. Ovada è inserita nella ZONA G / – ORBA.

- l’individuazione di alcune situazioni meteoidrologiche (sintesi dello stato meteo – idro – nivo – geologico relativo ad una entità territoriale):

NOME CODICE CRITICITÀ Ordinaria attenzione 1 - Assente Moderata criticità 2 - Moderata, cioè in grado di coinvolgere ambiti territoriali ristretti ( a scala comunale o Provinciale) e/o di determinare danni di media gravità a scala regionale Elevata criticità 3 - Elevata, cioè in grado di coinvolgere ambiti territoriali estesi (a scala Provinciale e regionale) e/o di determinare danni di gravità rilevante a scala regionale Criticità prevista a lungo termine 1P - Assente nel periodo di validità del codice (36 ore a partire dal momento dell’emissione delle previsioni) - Da moderata ad elevata ma incerta nel periodo successivo (a più di 36 ore dal momento dell’emissione delle previsioni)

Tabella 3 – Situazioni Meteoidrologiche

- una distinzione del rischio idrogeologico a seconda del tipo di precipitazione, del tipo di effettive dell’estensione di territorio coinvolto: CODICE NOME CAUSA EFFETTI Idrogeologico alluvionale Precipitazioni intense e 1. Superamento di livelli idrometrici critici diffuse su uno o più lungo i corsi d’acqua principali, con bacini idrografici conseguente sviluppo di fenomeni principali, da alcune alluvionali; centinaia a qualche 2. Superamento di livelli idrometrici critici a migliaio di chilometri lungo i corsi d’acqua a regime torrentizio quadrarti con conseguente sviluppo di fenomeni di trasporto di massa e di inondazione; 3. superamento di livelli pluviometrici critici su settori montuosi e collinari con conseguente sviluppo di fenomeni franosi. Idrogeologico localizzato Precipitazioni intense e 4. Superamento di livelli idrometrici critici localizzate su porzioni di lungo la rete idrografica minore e di bacini idrografici smaltimento delle acque piovane, con principali, da alcune conseguente sviluppo di fenomeni di b decine a qualche inondazione in ambito urbano per centinaio di chilometri insufficiente smaltimento delle acque quadrarti piovane; 5. Superamento di livelli idrometrici critici lungo i corsi d’acqua a regime torrentizio

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Idrogeologico localizzato Precipitazioni intense e 4. Superamento di livelli idrometrici critici localizzate su porzioni di lungo la rete idrografica minore e di bacini idrografici smaltimento delle acque piovane, con principali, da alcune conseguente sviluppo di fenomeni di decine a qualche inondazione in ambito urbano per centinaio di chilometri insufficiente smaltimento delle acque quadrarti piovane; b 5. Superamento di livelli idrometrici critici lungo i corsi d’acqua a regime torrentizio con conseguente sviluppo di fenomeni di trasporto di massa e di inondazione localizzati; 6. superamento di livelli pluviometrici critici su settori montuosi e collinari con conseguente sviluppo di fenomeni franosi localizzati. Nevicata eccezionale a Precipitazioni solide 7. Superamento di livelli nivometrici critici sui bassa quota prolungate ed intense su settori montuosi, collinari e di pianura con uno o più bacini conseguenti gravi difficoltà di svolgimento c idrografici principali da di fondamentali attività umane. alcune centinaia a qualche migliaio di chilometri quadrarti

Tabella 4 – rischi idrogeologici - la valutazione delle situazioni Meteoidrologiche critiche attraverso una FASE PREVISIONALE ed una FASE di MONITORAGGIO15

Considerando l’insieme dei Rischi (tabella 3) ed i diversi tipi di Situazione Meteoidrologica (tabella 4), le Situazioni Meteoidrologiche, che si possono generare per ogni rischio, sono:

SITUAZIONE TIPO DI RISCHIO16 CODICE METEOIDROLOGICA Moderata criticità 2a Rischio a Elevata criticità 3a Criticità prevista a lungo termine 1Pa Moderata criticità 2b Rischio b Criticità prevista a lungo termine 1Pb Moderata criticità 2c Rischio c Criticità prevista a lungo termine 1Pc

15 La fase previsionale si articola in due momenti corrispondenti alla formulazione di una previsione meteorologica e di una previsione degli effetti indotti dalle precipitazioni sul territorio regionale. La fase di monitoraggio ha lo scopo di fornire informazioni che confermino la situazione prevista o la aggiornino in funzione di un’imprevista evoluzione del fenomeno meteorologico. 16 Per maggiori informazioni si veda il manuale d’uso del Sistema di Allertamento Regionale redatto a cura del Settore Meteoidrografico e Reti di Monitoraggio allegato al Piano (Allegato B6).

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Nel caso in cui, sia durante la Fase Previsionale che durante la Fase di Monitoraggio, in una o più zone di allertamento, vengano superati i valori di Soglia, si passa da una situazione di Ordinaria Attenzione (codice 1), ad una di Moderata Criticità (codice 2) o di Elevata Criticità (codice 3) a seconda della gravità dei casi. Le informazioni relative alla situazione attesa (Fase Previsionale) e osservata (Fase di Monitoraggio) vengono rappresentate all’interno di opportuni Documenti Informativi10: - Bollettino di Allertamento per Rischio Idrogeologico (documento previsionale); - Bollettino di Aggiornamento sulla Situazione Meteoidrologica (documento di monitoraggio); - Tabelle di dettaglio dei Livelli Pluviometrici (documento di monitoraggio); - Tabelle di dettaglio dei Livelli Idrometrici (documento di monitoraggio); - Tabelle di dettaglio dei Livelli Nivometrici (documento di monitoraggio). Tali Documenti sono disponibili sulla RUPARPIEMONTE. Per ogni stazione idrometrica e pluviometrica sono definite le soglie di portata e di pioggia cumulata/intensità orari massima ordinarie (colore verde) e straordinarie (colore rosso).

Nella figura 1 viene riportata, come esempio, la striscia idrometrica relativa all’idrometro di .

fig. 1: idrogramma stazione Casal Crmelli

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In base al bollettino di allertamento per Rischio Idrogeologico, il Servizio di Protezione Civile Provinciale aggiorna i C.O.M. sull’evoluzione della situazione, indicando un livello di criticità che può variare tra :

ñ PREATTENZIONE; ñ ATTENZIONE; ñ PREALLARME; ñ ALLARME; ñ EMERGENZA.

Il C.O.C., per poter effettuare una previsione a scala locale sull’evoluzione della situazione, ha la possibilità di accedere alla rete RUPARPIEMONTE per eseguire il monitoraggio idro – pluviometrico. Le stazioni idro – pluviometriche che possono essere consultate on line sono: - Idrometri Per il torrente Orba è presente una stazione idrometrica in telerilevamento nei pressi della centrale elettrica di Tiglieto, mentre per il torrente Stura ci sono tre stazioni idrometriche locate a Masone, Campoligure e Rossiglione, quindi nel territorio della Regione Liguria. Prossimamente la Struttura Comunale di Protezione Civile sarà abilita al monitoraggio on – line delle suddette stazioni. - Pluviometri ƒRossiglione (Liguria, prov. di Genova); ƒTurchino (Liguria, prov. di Genova); ƒSassello (Liguria, prov. di Savona); ƒPiampaludo (Liguria, prov. di Savona); ƒFraconalto (Piemonte, prov. di Alessandria – RuparPiemonte); ƒBosio (Piemonte, prov. di Alessandria – RuparPiemonte)); ƒPonzone (Piemonte, prov. di Alessandria – RuparPiemonte)); ƒPareto (Piemonte, prov. di Alessandria – RuparPiemonte)); ƒMombaldone (Piemonte, prov. di Alessandria – RuparPiemonte).

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Le stazioni locate nella Regione Liguria non sono, per il momento, consultabili on-line.

4.3 Procedure di evacuazione

Per contenere gli effetti negativi generati da un evento alluvionale la Struttura Comunale di Protezione Civile ha definito dei criteri generali di evacuazione delle aree inondabili, precedentemente individuate. Le operazioni di evacuazione interessano:

1. Abitanti residenti e lavoratori 2. Mezzi e materiali 3. Animali

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1. Nel caso di prevedibile esondazione, tutti i lavoratori, delle attività produttive presenti nell’area, sono evacuati. I mezzi di evacuazione sono mezzi propri e mezzi messi a disposizione dalla Struttura Comunale di Protezione Civile. In ogni area è individuato un punto di ritrovo dove devono confluire coloro che non possono lasciare l’area in modo autonomo. Per quanto riguarda, invece, la popolazione residente, la Struttura Comunale di Protezione Civile si riserva di decidere, di volta in volta in base alla situazione in corso, le modalità di evacuazione, fermo restando l’evacuazione delle abitazioni che sono state valutate critiche.

2. La Struttura Comunale di Protezione Civile avvisa la popolazione, residente nelle aree interessate dalla prevedibile esondazione, di sgomberare l’area da autovetture e mezzi, il cui coinvolgimento potrebbe aggravare la situazione e potrebbe, inoltre, essere fonte di inquinamento. A fronte della richiesta di sgombero di materiali, la Struttura Comunale di Protezione Civile, valuterà, di volta in volta in base alla situazione in corso, se e come effettuarne l’evacuazione.

3. Nel caso in cui nell’area siano coinvolti allevamenti, canili, ed ogni altra struttura adibita a ricovero di animali, la Struttura Comunale di Protezione Civile ne ordinerà lo sgombero

L’avviso di evacuazione viene effettuato dalla Polizia Municipale e/o dalla Protezione Civile (Volontari) a mezzo di megafono.

Tutte le informazioni necessarie all’evacuazione di persone, mezzi e animali sono contenute, per ogni area esondabile, nella scheda X.

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4.4 Rischio frane

Sul territorio non sono presenti fronti frana che coinvolgano parti significative del tessuto urbano. Come indicato per il rischio meteorologico, a fronte di intense e prolungate precipitazioni, si possono verificare fenomeni franosi localizzati (innesco di frane quiescenti) che interessano prevalentemente la rete viaria comunale. Per le procedure operative si fa riferimento a quelle sviluppate per lo scenario di rischio meteorologico.

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5. SCENARIO 1-B:RISCHIO SISMICO

Secondo la nuova riclassificazione sismica effettuata dalla Regione con la delibera D.G.R. 61-11017 del 17.11.2003, (in base all’ordinanza del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20.03.2003), il Comune di Ovada è stato inserito in zona 4. A questa zona corrisponde la classe con il rischio più basso.

Fig. 2:Classificazione sismica dei Comuni piemontesi

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La città di Ovada è stata interessata diverse volte da fenomeni sismici come evidenziato nel paragrafo 2. I sismi non hanno mai avuto come epicentro il territorio del Comune ma sono sempre stati localizzati nelle zone limitrofe soprattutto del Novese e del Tortonese. L’intensità media, in base ai dati storici, è compresa tra il 5° e, al massimo, 7° grado della scala Mercalli17. I danni maggiori, determinati dagli eventi sismici occorsi sul territorio, si limitano alla formazioni di crepe, che in alcuni casi hanno reso inagibili alcuni stabili. Non si sono mai registrati crolli direttamente collegati a fenomeni sismici. Lo scenario di rischio, in base ai dati disponibili, risulterebbe, dunque, abbastanza limitato.

E’ importante sottolineare che lo scenario di rischio previsto potrebbe manifestarsi in modo ben differente da quanto precedentemente affermato, in quanto bisogna tenere conto di una quota di non conoscenza, cioè di incertezza nella valutazione del prefigurato scenario, che è intrinseca del rischio considerato.

17 L’energia liberata all’ipocentro (magnitudo,) che dipende da diversi fattori come la tipologia della roccia, la quantità di energia accumulata, l’ampiezza della zona di frattura, viene espressa con la scala Richter con valori da 1 (minima energia) a 9 (massima energia). La scala della intensità macrosismica (scala Mercalli con dodici livelli di intensità crescente) misura, invece, gli effetti generati in superficie dall’onda nella Regione colpita dal sisma (modificazioni alla configurazione originaria della superficie del suolo, danni ai fabbricati, ecc.).

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6. SCENARIO 1-C: RISCHIO COLLASSO SISTEMI TECNOLOGICI

6.1 Diga di Ortiglieto

Il rischio di collasso tecnologico è essenzialmente costituito dal crollo della Diga di Ortiglieto. Le informazioni sotto riportate sono tratte dalla bozza del piano di emergenza dighe in fase di redazione dall’ente gestore TIRRENO POWER SPA. La Diga per altezza e capacità d’invaso, rientra nelle competenze tecnico e giuridico – amministrative del Servizio Nazionale Dighe – Ufficio Periferico di Torino. I compiti di vigilanza e manutenzione sono ricoperti dalla TIRRENO POWER SPA. di Roma, concessionario per il servizio. La Diga di Ortiglieto è stata costruita tra il 1938 ed il 1940 ed è classificata come opera di ritenuta muraria a gravità ordinaria; il volume dell’invaso è pari a 1,05∂106 m3 .

Il rischio di esondazione a cui è soggetto una parte del territorio Comunale di Ovada è dovuto a: 1. manovre idrauliche normali od eccezionali; 2. collasso della diga.

6.1.1 Manovre idrauliche normali od eccezionali Dagli studi idraulici effettuati dalla TIRRENO POWER SPA., le possibili esondazioni a valle della diga interessano l’alveo del torrente Orba per una lunghezza massima di circa 18 km, ossia sino alla confluenza dei torrenti Stura ed Orba, a valle dell’abitato di Ovada. In base agli studi idraulici effettuati dalla TIRRENO POWER SPA. nel caso di manovre idrauliche normali od eccezionali, con il corso del torrente Orba in piena ordinaria, non emergono situazioni che presentino particolari aspetti di criticità. Le sezioni che potrebbero generare criticità sono rappresentate dal ponte ferroviario e dal ponte di San Paolo, in quanto rappresentano bruschi restringimenti di sezione.

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Al momento, la TIRRENO POWER SPA. non ha effettuato lo studio idraulico nel caso di manovre idrauliche normali od eccezionali con il corso del torrente Orba in condizioni di piena straordinaria (come già indicato nel § 4.2). E’ da sottolineare che in caso di piena straordinaria, l’effettuazione di manovre idrauliche ordinarie o straordinarie potrebbero determinare l’allagamento di fasce di pertinenza fluviale che altrimenti non sarebbero interessate da eventi alluvionali.

6.1.2 Collasso della diga Nell’ipotetico caso di collasso della diga, gli studi idraulici hanno evidenziato che presso l’abitato di Ovada, a seguito della portata di collasso, si verificano esondazioni che interessano aree urbane estese e cascine sparse. In particolare le aree inondabili interessano C. Spinola, C. Passalacqua fino alla località “Off. Elettriche”. Gran parte dell’area abitata tra la ferrovia e l’alveo del torrente Orba risulta esondabile (meandro sez. 23 e 24). Altre aree urbane esondabili si trovano presso Località Borgo ed in prossimità della confluenza con il torrente Stura (C. Di Mero). E’ importante sottolineare che attualmente la diga di Ortiglieto è per buona parte riempita di detriti, mentre lo studio effettuato è stato realizzato tenendo conto della massima capacità di invaso.

Attualmente, gli allegati allo studio, a cui si è fatto riferimento, non sono ancora disponibili in quanto lo studio è in fase di integrazione da parte della TIRRENO POWER SPA. . Nel caso in cui fosse necessario l’evacuazione urgente di aree a rischio, si seguono, in via generale, le procedure di evacuazione esposte nel § 4.3, con eventuali variazioni decise secondo le necessità.

6.2 Collasso reti di distribuzione

Il collasso delle reti di distribuzione di elettricità, gas e acqua e delle reti telefoniche potenzialmente può coinvolgere l’intera popolazione e può essere determinato da guasti di

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carattere prettamente tecnico oppure può essere indotto da altri eventi calamitosi come esondazioni, nevicate, frane ecc. . Nel caso di guasti di carattere tecnico ci si aspetta che il ritorno alle normali condizioni di esercizio sia sufficientemente breve da determinare lievi disagi alla popolazione. Nel secondo caso, i tempi di ritorno alla normale condizione di esercizio dipendono strettamente dalla gravità del danno indotto dall’evento calamitoso verificatosi e dunque i disagi per la popolazione potrebbero essere anche molto rilevanti per il prolungato disservizio. In entrambi i casi, ogni ente gestore, attiva le proprie procedure interne di emergenza, inviando squadre operative per la risoluzione del disservizio, richiedendo eventualmente l’appoggio della Struttura Comunale. Per quanto riguarda le rete elettrica, è da segnalare la presenta di tre elettrodotti che attraversano il territorio comunale.

E’ importante sottolineare che lo SCENARIO di RISCHIO COLLASSO DI SISTEMI TECNOLOGICI previsto potrebbe manifestarsi in modo differente da quanto precedentemente affermato, in quanto bisogna tenere conto di una quota di incertezza nella valutazione del prefigurato scenario.

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7. SCENARIO 2 – A RISCHIO METEOROLOGICO

7.1 Nubifragi

Per cause naturali, negli ultimi anni si è assistito, sempre più frequentemente, a fenomeni temporaleschi molto violenti, accompagnati anche da trombe d'aria, che hanno arrecato danni ad abitazioni, attività produttive, cose, animali e persone. In genere questi eventi sono sempre preannunciati con sufficiente anticipo dagli organi competenti, anche se spesso è difficile prevederne l'esatta intensità e il luogo in cui si possano manifestare. Lo scenario di rischio si limita al manifestarsi di allagamenti localizzati e circoscritti che possono determinare danni a singoli edifici e interruzioni puntuali della viabilità (sottopassi). In particolare per questo ultimo aspetto, si possono individuare alcuni tratti critici della viabilità comunale che, a fronte di precipitazioni di elevata intensità, hanno subito localizzate interruzioni per smottamenti e/o cedimenti della sede stradale. In generale questi fenomeni non hanno quasi mai comportato l’isolamento di frazioni o centri abitati isolati. La viabilità stradale maggiormente sensibile ad eventi caratterizzati da precipitazioni di elevata intensità è evidenziata nell’elenco seguente: - Strada Cappellette; - Strada Sant’Evasio; - Strada Nuova Costa; - Strada Grillano; - Strada San Bernardo.

7.2 Nevicate

Il rischio da nevicate eccezionali a bassa quota, rientra nel caso di emergenza di natura prevedibile.

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La Regione Piemonte ha classificato il rischio di nevicata eccezionale a bassa quota come “RISCHIO C” che determina condizioni di criticità nello svolgimento di ordinarie e fondamentali attività umane con conseguente necessità di coinvolgimento delle autorità di Protezione Civile. Nel caso in cui la situazione meteorologica sia di moderata criticità, gli scenari di rischi che si possono presentare nel territorio comunale sono i seguenti: - rallentamento e possibile interruzione del traffico veicolare nei punti critici della viabilità principale e autostradale; - isolamento di borgate e abitazioni sparse con conseguente difficoltà di approvvigionamento; - interruzione generalizzata della fornitura elettrica e telefonica per crollo delle linee; - possibili crolli delle coperture di edifici e capannoni;

Nel territorio di Ovada, il verificarsi di forti nevicate a bassa quota può determinare i seguenti scenari di rischio: - blocco dell’autostrada A26 nel tratto Ovada – Masone, come testimoniano i numerosi interventi della Struttura di Protezione Civile Comunale. - temporaneo isolamento dei nuclei abitati sparsi e delle frazioni Costa, Gnocchetto, Grillano e San Lorenzo; - avaria della linea elettrica ferroviaria con conseguente possibile blocco di un convoglio sulla tratta di competenza comunale.

Una volta a conoscenza della possibilità di manifestazioni temporalesche o nevose, a titolo preventivo, vengono allertate le squadre preposte al soccorso e i mezzi interessati all'intervento.

7.3 Siccità

Negli anni precedenti non si sono mai registrate situazioni di siccità così gravi da determinare una situazione critica dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico e che abbiano impegnato il Comune in una intensa attività di supporto alla popolazione.

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Attualmente, vista la tendenza verso comportamenti estremi delle condizioni meteorologiche, è necessario prendere in considerazione anche il rischio siccità come un rischio reale che coinvolge tutta la popolazione residente sul territorio. Il rischio siccità è caratterizzato da un’emergenza che non si verifica in tempi brevi (come il rischio di nubifragi e nevicate) ma può essere caratterizzata da una durata di molti mesi, come accaduto nell’estate 2003. In caso di grave siccità, potrebbe capitare che la qualità delle acque di alimentazione dei pozzi di captazione dell’acquedotto si deteriori sino a presentare standard di potabilità inferiori ai parametri di legge. In questo scenario, che determinerebbe il forte razionamento o l’interruzione della fornitura idrica in tutto Comune, le aree di territorio maggiormente interessate sono: - il centro cittadino e la periferia che dipendono interamente dalla rete di distribuzione dell’acquedotto; - la parte di territorio in sponda sx. orografica del torrente Orba che coinvolge, oltre che abitazioni isolate, le frazioni Grillano, San Lorenzo, La Corte e La Guardia in quanto la qualità delle acque delle sorgenti presenti, in caso di forte siccità, tende verso standard di potabilità al di sotto dei limiti di legge. - la parte di territorio in sponda dx orografica del torrente Orba in zona Lercaro, in cui è presente la casa di riposo. La parte di territorio a sud di Ovada, zona frazione Costa, zona Requaglia e Termo risente in modo minore dei disagi, in quanto le sorgenti ed i pozzi, anche in caso di forte siccità, presentano acque che mantengono un sufficiente standard di potabilità, essendo il carico idrico a monte molto elevato. L’intervento della Struttura Comunale di Protezione Civile, in collaborazione con VVF e altre eventuali strutture preposte, è finalizzato all’organizzazione di una rete di distribuzione alternativa di acqua potabile. E’ importante sottolineare che lo SCENARIO di RISCHIO METEOROLOGICO previsto potrebbe manifestarsi in modo differente da quanto precedentemente affermato, in quanto bisogna tenere conto di una quota di incertezza nella valutazione del prefigurato scenario.

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8. SCENARIO 2 – B:RISCHIO INCENDI

Nella Provincia di Alessandria le località maggiormente interessate da incendi sono concentrate nella parte più meridionale della Provincia in particolare nell’alto Ovadese e nel territorio del Parco Regionale delle "Capanne di Marcarolo". Si tratta di aree poco o per niente abitate, scarsamente servite da strade con superfici boscate molto vaste nelle quali è molto elevata la presenza di specie resinose (le più facilmente aggredibili dal fuoco) e con superfici a pascolo abbandonate sulle quali si accumulano notevoli quantità di erba secca facilmente infiammabile; il grande numero di visitatori che nei fine settimana "invade" queste zone e che non sempre si comporta in modo rispettoso dell’ambiente (accensione fuochi, abbandono di rifiuti, lancio dai veicoli di mozziconi di sigaretta, fiammiferi, ecc.) è spesso causa di incendi. In queste aree sono numerosi anche gli incendi di chiara origine dolosa.

Il territorio di Ovada è per circa il 30% boscato; la copertura boschiva è concentrata per la maggior parte nella zona a Sud e caratterizzata da una densità abitativa molto bassa. Il rischio di incendi che possano coinvolgere la popolazione (in particolare i centri abitati isolati), dunque, si può ritenere ridotto, ma potrebbe diventare più consistente per il progressivo mutamento delle condizioni climatiche estive caratterizzate, sempre più frequentemente, da temperature molto elevate e forte siccità.

Lo scenario di rischio incendio interessa in modo significativo: - le frazioni di Ovada; - abitazioni isolate. Dal punto di vista del rischio incendio, le abitazioni isolate costituiscono un problema serio in quanto è difficile avere una conoscenza puntuale della distribuzione dei centri abitati isolati. L’intervento della Struttura Comunale di Protezione Civile a supporto della Regione e dell’A.I.B., è normalmente limitato ai casi in cui sia direttamente coinvolta la popolazione, animali da allevamento o patrimonio abitativo.

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E’ importante sottolineare che lo scenario di rischio previsto potrebbe manifestarsi in modo differente da quanto precedentemente affermato, in quanto bisogna tenere conto di una quota di incertezza nella valutazione del prefigurato scenario.

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9. SCENARIO 2 – C:BOMBE AEREE INESPLOSE

Secondo uno studio effettuato dalla Provincia di Alessandria, il Comune di Ovada è stato classificato ad alto rischio per presenza di bombe d’aereo inesplose. Questo fatto risulta abbastanza ricorrente nel corso di lavori e movimenti di terra lungo sponde fluviali in prossimità di ponti stradali e ferroviari e in altre zone che durante la IIª Guerra Mondiale sono state oggetto di incursioni aeree. “Molte aree che all’epoca del conflitto erano periferiche all’abitato e dedite all’agricoltura risultano attualmente già saturate dall’espansione urbanistica o attraversate da strade di grande comunicazione, e zone industriali e nodi ferroviari sono rimasti tali, anche se in alcuni casi non rivestono più la stessa importanza. Sicuramente in molte di queste zone sono state effettuate opere di bonifica ma non è detto che esse abbiano rilevato la totalità degli ordigni. Il problema del ritrovamento casuale di bombe inesplose resta quindi ancora un fatto molto probabile, specialmente in quelle zone colpite esternamente agli obbiettivi più noti che possono essere interessate da futuri insediamenti residenziali e industriali e dalla costruzione di nuove reti stradali e tecnologiche, che spesso i piani regolatori individuano proprio in quelle zone isolate sulle quali non esistono informazioni bibliografiche. Così come nel recupero di zone industriali dismesse o nella manutenzione di ponti ed argini, intorno ai quali possono esistere notizie generiche senza una precisa definizione dell’area effettivamente investita18.”

In base allo studio effettuato, le zone che hanno subito un maggior bombardamento, e che, quindi, presentano una maggiore concentrazione di bombe inesplose, sono in prossimità: - dei ponti per Alessandria e Novi Ligure; - delle stazioni ferroviarie di Ovada e Ovada Nord. - del primo passaggio a livello della tratta Genova – Acqui Terme in direzione Genova.

18 tratto da “Analisi fotointerpretativa e bibliografica finalizzata all’individuazione di zone a rischio per presenza di bombe d’aereo inesplose.” redatto dalla Provincia di Alessandria.

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Il ritrovamento di un ordigno, determina uno scenario di rischio che dipende dal luogo di ritrovamento e dalla carica di esplosivo. Quest’ultimo fattore è determinante per la definizione del raggio di evacuazione che viene stabilito dalla squadra di artificieri. In allegato al piano (allegato B.2) è presente la relazione e la relativa cartografia.

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10. SCENARIO 2 – D: RISCHIO INCIDENTI

10.1 Incidenti ferroviari

Il territorio del Comune di Ovada è attraversato dalle linee ferroviarie: - Genova – Acqui Terme per uno sviluppo di circa 4 km; - Ovada – Alessandria per uno sviluppo di circa 3,5 km. Sulla linea Genova – Acqui Terme viaggiano sia treni adibiti a trasporto passeggeri sia treni merci. Il tratto, di competenza comunale della linea Ovada – Alessandria, presenta le seguenti caratteristiche: - linea a binario unico; - 1 passaggio a livello non custodito posizionato sulla rete viaria cittadina. Il tratto, di competenza comunale della linea Genova – Acqui Terme presenta le seguenti caratteristiche: - linea a binario unico con sdoppiamento in corrispondenza della stazione. - 3 passaggi a livello non custoditi (strada interessata ex s.s. 456 del Turchino); - attraversamento in tre punti del torrente Stura. - una galleria lunga circa 1 km. Gli scenari di rischio ipotizzabili si possono identificare in: - incidente in galleria con possibile sviluppo di incendio (tratta Genova – Acqui Terme); - scontro frontale tra due convogli; - incidente presso passaggi a livello; - deragliamento. In genere, questi tipi di emergenza coinvolgono aree sotto il diretto controllo e gestione dell’Azienda TRENITALIA SPA., che già è titolare di piani e procedure di soccorso da attivare immediatamente dopo il verificarsi dell’incidente. Il piano verrà integrato con informazioni più dettagliate sulla portata del traffico ferroviario delle due tratte e sulle procedure di emergenza non appena saranno fornite da TRENITALIA SPA. .

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In caso di incidente rilevante, o di specifica richiesta, viene attivato il C.O.C. a supporto delle squadre operative di TRENITALIA SPA..

10.2 Incidente presso deposito prodotti petroliferi

Sul territorio del comune è presente il deposito commerciale di prodotti petroliferi RESTIANI SPA. . Il deposito ha una potenzialità complessiva di stoccaggio pari a 561 m3 così suddivisa19: - 406 m3 gasolio stoccato in 4 serbatoi interrati - 50 m3 gasolio agricolo stoccato in 1 serbatoio interrato - 15 m3 petrolio agricolo stoccato in 1 serbatoio interrato - 30 m3 benzina agricola stoccata in 1 serbatoio interrato - 1 m3 gasolio da riscaldamento stoccato in 1 serbatoio interrato - 50 m3 olio combustibile 3/5 stoccato in 1 serbatoio interrato - 9 m3 oli lubrificanti in contenitori da 1 a 30 kg e in fusti da 200 kg custoditi 1 locale di deposito.

Il rischio presente, come evidenziato dal piano di emergenza della società, è di incendio ed il livello di rischio risulta basso in relazione alla tipologia dei prodotti presenti. Di fatto 516 m3 sono prodotti di Categoria C con un punto di infiammabilità superiore a 65°. Lo scenario di rischio ipotizzabile riguarda l’evacuazione delle abitazioni locate a monte del deposito (distanza di poche decine di metri) e la chiusura della SP per Alessandria. L’attivazione del C.O.C. avviene in caso di: - evacuazione delle abitazioni limitrofe dovuta alla presenza di nube tossica. - chiusura della SP

19 Informazioni tratte dal piano di emergenza della Restiani SPA.

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10.3 Incidenti autostradali

Il territorio comunale è attraversato dall’autostrada A26 per circa 1700 m di cui 900 circa sono in galleria: - CIUTTI 535 m circa; - ROCCADARME 530 m circa. In genere, questi tipi di emergenza coinvolgono aree sotto il diretto controllo e gestione della Società Autostrade, che già è titolare di piani e procedure di soccorso da attivare immediatamente dopo il verificarsi dell’incidente. Lo scenario di rischio, che determinerebbe l’attivazione del C.O.C. (su richiesta o autonomamente ), è la chiusura del tratto autostradale per incidente la cui gravità sia tale da non poter essere gestito dalle squadre operative della Polizia Stradale e della società Autostrade.

E’ importante sottolineare che lo SCENARIO di RISCHIO INCIDENTI previsto potrebbe manifestarsi in modo differente da quanto precedentemente affermato, in quanto bisogna tenere conto di una quota di incertezza nella valutazione del prefigurato scenario.

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11. SCENARIO 2–E: RISCHIO TRASPORTI (RILASCIO DI SOSTANZE PERICOLOSE)

Il trasporto merci su gomma rappresenta la stragrande maggioranza della movimentazione di materiali, strutture e sistemi operativi tra le varie attività produttive del paese. La città di Ovada, in cui è presente una realtà industriale cospicua, e il cui territorio è attraversato dalla autostrada A26, può considerarsi una zona a media densità di circolazione. Il trasporto di materiale pericoloso, sulla rete stradale comunale, è ridotto in quanto non sono presenti sul territorio aziende che fanno uso di sostanze chimiche pericolose. E’ possibile, inoltre, che si possa verificare il transito occasionale attraverso il territorio comunale di sostanze pericolose. Lo scenario di rischio risulta quindi ridotto.

Qualora si verificasse un incidente stradale o ferroviario con versamento di sostanze tossiche o pericolose sono seguite le normali pratiche d’intervento urgente con la presenza contemporanea di Vigili del Fuoco, Aziende specializzate nella bonifica delle sostanze tossiche, Carabinieri, Polizia Stradale, Polizia Municipale ed eventualmente ambulanze e volontari, qualora fossero coinvolte persone con sintomi specifici da intossicazione. Nell’ambito della gestione degli interventi di soccorso tecnico è stato istituito un servizio di emergenza trasporti denominato SET sotto il coordinamento dei Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco, con lo scopo di affrontare e contenere le conseguenze di situazioni di emergenza nei trasporti stradali e ferroviari di prodotto chimici. Il SET si prefigge di affiancare e supportare gli Enti competenti dello Stato per la salvaguardia delle persone, dei beni e dell’ambiente20.

20 Tratto dall’allegato B.7 procedure di emergenza S.E.T. .

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Nel caso l'incidente fosse di notevole entità, il Sindaco attiva il Centro Operativo Comunale, dandone comunicazione al C.O.M

E’ importante sottolineare che lo scenario di rischio previsto potrebbe manifestarsi in modo ben differente da quanto precedentemente affermato, in quanto bisogna tenere conto di una quota di incertezza nella valutazione del prefigurato scenario.

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Capitolo 2

INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE

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PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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1. PREMESSA...... 4 2. LA INFORMAZIONE...... 6 2.1 La comunicazione propedeutica ...... 6 2.2 La comunicazione preventiva ...... 7 2.3 Comunicazione in stato di crisi ...... 7

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1. PREMESSA

L'esito positivo degli interventi di soccorso è condizionato in forma determinante dalla collaborazione della popolazione. E' di importanza fondamentale, pertanto, un coinvolgimento della cittadinanza sia attraverso un'azione di sensibilizzazione alle diverse problematiche di carattere tecnico - operativo, sia attraverso una capillare divulgazione del Piano di Protezione Civile, almeno nelle sue parti sostanziali, quali le ipotesi di rischio prese in esame e le procedure operative di intervento. L'educazione al comportamento, da promuovere in fase di prevenzione, deve costituire un impegno primario di un Comune, che si deve porre l'obiettivo, innanzi tutto, della formazione di una cultura della Protezione Civile e, poi, di un addestramento della popolazione all'autoprotezione. Perché il cittadino possa assumere un ruolo di protagonista nell’attività di Protezione Civile, è necessario svolgere una corretta attività informativa sulla reale situazione del territorio e delle emergenze che si possono verificare, avvalendosi della scuola, delle Associazioni e Gruppi di Volontariato, dei Vigili del Fuoco, dei mass-media, di mostre, conferenze, manifesti, volantini, ecc. I temi principali da approfondire in tal senso sono: - rischi relativi al territorio; - norme di comportamento per i singoli rischi; - nozioni di primo soccorso; - organizzazione locale di Protezione Civile.

Inoltre, risulta necessario svolgere periodiche esercitazioni di Protezione Civile per conseguire il duplice obiettivo di verificare concretamente le procedure di intervento pianificate, con particolare riguardo ai sistemi di allarme, alle operazioni di primo tempo, agli itinerari e modalità di evacuazione, all'afflusso alle zone di raccolta/centri di smistamento, ecc. e di vagliare il grado di preparazione della collettività. A tal fine, verranno pianificate esercitazioni programmate e non programmate per verificare la risposta:

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- della Struttura Comunale di Protezione Civile; - delle strutture pubbliche (es. scuole); - della cittadinanza.

E' inoltre opportuno divulgare tra i cittadini i numeri telefonici, riservati esclusivamente a tale esigenza, da utilizzare per la comunicazione e la richiesta di informazioni. Per quanto attiene all'informazione alla popolazione, la diffusione dell'informazione dovrà essere effettuata a cura della Sala Operativa. Preliminarmente, dovrà essere eseguito il censimento di quali siano le emittenti radio- televisive che, avendo nei loro palinsesti trasmissioni in diretta, siano in grado di interrompere le trasmissioni stesse per diffondere i messaggi della Protezione Civile. Alle emittenti radiofoniche individuate saranno inviati: - brevi messaggi registrati contenenti la descrizione generale del fenomeno in atto e la sua prevedibile evoluzione; detti messaggi saranno aggiornati con frequenza temporale prestabilita; - con riferimento a quelle che con il loro segnale coprono in modo migliore le zone più interessate dall'evento; saranno richiesti collegamenti in diretta nei quali i responsabili della funzione di informazione del COC o altra persona autorizzata, fornirà informazioni più articolate. I dati di tutte le emittenti individuate saranno ampiamente pubblicizzati presso tutta la popolazione interessata. Per quanto riguarda la diffusione di notizie sulla natura e sulla gravità dell'evento rivolte a tutti gli operatori dell'informazione, considerando che tale diffusione deve avere le caratteristiche della completezza ed al contempo della precisione scientifica ed essere valutativa degli effetti indotti dall'evento, la stessa deve far capo principalmente al responsabile della Centro Operativo Comunale.

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2. LA INFORMAZIONE

L'informazione rappresenta uno degli aspetti basilari per la costruzione di un efficace sistema di Protezione Civile e per poter realizzare concretamente quanto contenuto nel Piano di Emergenza. Maggiore è, da parte della popolazione, la conoscenza delle situazioni di rischio che esistono nel territorio in cui vive, maggiori sono le possibilità di attivare comportamenti che conducano ad una efficace autodifesa, obiettivo fondamentale di ogni sistema di Protezione Civile e condizione indispensabile per agevolare tutte le operazioni di intervento e di soccorso. Una corretta informazione porta anche ad attenuare una delle principali vulnerabilità che condizionano l'efficacia degli interventi della Protezione Civile nella gestione delle emergenze: la vulnerabilità dovuta al comportamento errato che può assumere una popolazione, o parte della stessa, poco informata o del tutto disinformata. Perché l'informazione sia efficace, venga ricordata, porti a comportamenti corretti ed assunti spontaneamente dai cittadini, verrà fornita in modo adeguato e costante, sia nei momenti di non emergenza che in quelli di emergenza. Le tipologie nelle quali l'attività informativa può essere suddivisa sono: - la comunicazione propedeutica; - la comunicazione preventiva; - la comunicazione in stato di crisi.

2.1 LA COMUNICAZIONE PROPEDEUTICA

Assolve alla necessità che la popolazione sia costantemente informata sul sistema di Protezione Civile esistente nel territorio in cui vive. In particolare, l'informazione avrà l’obiettivo di: - informare i cittadini sulla costituzione e articolazione della Struttura Comunale di Protezione Civile

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- indicare,con chiarezza, le autorità ed i referenti responsabili a livello locale nonché i modi con cui gli stessi sono, all'occorrenza, rintracciabili. Quanto sopra costituisce l'attività principale, in situazione di non emergenza, del Responsabile del C.O.C. .

2.2 LA COMUNICAZIONE PREVENTIVA

Ha lo scopo principale di informare la popolazione, nel modo più chiaro ed esauriente possibile, sui diversi rischi che insistono nel territorio in cui vive. La conoscenza degli eventi che possono accadere, della loro probabile intensità, della loro evoluzione e delle conseguenze attese sia sulle persone che sull'ambiente, la conoscenza , ancora dei comportamenti da assumere nel caso in cui si verifichino emergenze dovute a tali eventi, rappresenta la condizione indispensabile per creare nella popolazione una vera a propria "cultura" di Protezione Civile. Tale attività fa capo, egualmente a quanto previsto per il punto precedente, al Responsabile del C.O.C. , ed è compiuta - attraverso la diffusione capillare di opuscoli divulgativi, per ognuna delle tipologia di rischio considerate nel Piano di Emergenza; - una costante attività di sensibilizzazione da effettuarsi nelle scuole di ogni ordine e grado e presso tutte le associazioni che nel territorio organizzano, per i più diversi scopi e fini, quote molto rilevanti della popolazione.

2.3 COMUNICAZIONE IN STATO DI CRISI

Per quanto attiene all'informazione alla popolazione, la diffusione dell'informazione viene effettuata a cura della Sala Operativa. Le comunicazioni, da effettuare alla popolazione direttamente interessata all’evento, sono comunicate a cura della Polizia Municipale e del Gruppo Volontari della Protezione Civile attraverso megafono.

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L’informazione alla popolazione sull’evoluzione della situazione viene effettuata attraverso l’emittente tele – radiofonica TeleRadio City di Castelletto d’Orba ed eventualmente anche all’emittente RAITRE Regionale, a cui saranno inviati comunicati contenenti la descrizione generale del fenomeno in atto e la sua prevedibile evoluzione. I dati dell’emittente TeleRadio City saranno ampiamente pubblicizzati presso tutta la popolazione. Per quanto riguarda la diffusione di notizie sulla natura e sulla gravità dell'evento rivolte a tutti gli operatori dell'informazione, considerando che tale diffusione deve avere le caratteristiche della completezza ed al contempo della precisione scientifica ed essere valutativa degli effetti indotti dall'evento, la stessa fa capo principalmente al Responsabile – Coordinatore del Centro Operativo Comunale. E', altresì, compito esclusivo del Responsabile del Centro Operativo Comunale rilasciare dichiarazioni ufficiali, mentre ogni altra dichiarazione non autorizzata rilasciata da altri soggetti va subito smentita, poiché genera confusione e cancella la credibilità del Responsabile.

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Capitolo 3

PROCEDURE OPERATIVE

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PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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PREMESSA...... 4 SCENARIO 1-A:RISCHIO IDROGEOLOGICO...... 5 1. LIVELLO DI PREATTENZIONE ...... 6 2. LIVELLO DI ATTENZIONE...... 7 3. LIVELLO DI PREALLARME...... 9 4. FASE DI ALLARME...... 19 5. FASE DI EMERGENZA ...... 29 6. SUPERAMENTO EMERGENZA ...... 39 SCENARIO 1-B:RISCHIO SISMICO ...... 49 1. FASE DI EMERGENZA ...... 49 1.1 PREMESSA...... 49 SCENARIO 1-C:RISCHIO COLLASSO SISTEMI TECNOLOGICI ...... 59 Manovre idrauliche normali od eccezionali ...... 59 Collasso della diga...... 59 SCENARIO 1-C:RISCHIO COLLASSO SISTEMI TECNOLOGICI ...... 60 1. FASE DI EMERGENZA ...... 60 SCENARIO 2-A:RISCHIO METEOROLOGICO...... 70 1. FASE DI EMERGENZA ...... 70 SCENARIO 2-B:RISCHIO INCENDIO ...... 80 1. FASE DI EMERGENZA ...... 80 SCENARIO 2-C BOMBE AEREO INESPLOSE...... 90 SCENARIO 2-D INCIDENTI ...... 98 1. FASE DI EMERGENZA ...... 98 SCENARIO 2-D RISCHIO INCIDENTI...... 106 2. FASE DI EMERGENZA ...... 106 SCENARIO 2- E RISCHIO TRASPORTI ...... 115 1. FASE DI EMERGENZA ...... 115

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PREMESSA

A titolo esemplificativo, viene riportato un esempio di schema utilizzato per l’individuazione delle procedure operative di ogni Responsabile di Funzione, al fine di facilitare la lettura delle procedure seguenti.

INPUT

Funzione CONDIZIONE AZIONE

OUTPUT (MODULISTICA)

Schema operativo esemplificativo

Si evidenzia che tutte le procedure operative riportate per ogni Responsabile di Funzione sono di indirizzo generale. Tali procedure hanno lo scopo di fornire al Responsabile un’ impostazione di base, mentre indicazioni operative puntuali sono decise dal Responsabile in base all’evolversi della situazione in corso.

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SCENARIO 1-A:RISCHIO IDROGEOLOGICO

Lo scenario di rischio idrogeologico viene affrontato dalla Struttura Comunale di Protezione Civile attraverso diversi livelli di allertamento connessi al tipo di criticità in corso. I livelli di allertamento sono comunicati al Centro Operativo Comunale (C.O.C.) dal Centro Operativo Misto (C.O.M.) in base alle comunicazioni della sala operativa della Provincia. I livelli di allertamento sono cinque:  PREATTENZIONE;  ATTENZIONE;  PREALLARME;  ALLARME;  EMERGENZA. Al termine dell’emergenza, si apre una fase di POST – EMERGENZA per ripristinare le condizioni di normalità. E’ da sottolineare che un evento alluvionale può generare ulteriori emergenze come il collasso delle reti di distribuzione di energia, gas, acqua e telecomunicazioni.

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1. LIVELLO DI PREATTENZIONE

Il livello di PREATTENZIONE, comunicato al C.O.C. dal C.O.M. indica una criticità prevista a lungo termine. Ciò significa che:  nel periodo di validità delle previsioni (36 ore) la criticità è assente  nel periodo successivo alle 36 ore (ossia a più di 36 ore dall’emissione delle previsioni) la criticità può diventare da moderata ad elevata ma incerta1. Il livello di PREATTENZIONE non necessita l’attivazione del Centro Operativo Comunale ma impone una particolare attenzione all’evolversi della situazione meteorologica che viene aggiornata continuamente dal Servizio di Protezione Civile Provinciale. Il Responsabile della Protezione Civile Comunale, per avere un quadro maggiormente dettagliato sull’evoluzione della situazione, consulta il Servizio Sperimentale di Previsione e Monitoraggio dei Rischi Naturali su RuparPiemonte1

1 vedi cap. 1 - § 4.2.

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2. LIVELLO DI ATTENZIONE

Comunicazione livello di ATTENZIONE da C.O.M. 16

Attiva il Centro Operativo Comunale (C.O.C.)

IL SINDACO Verifica collegamenti con la sala C.O.M.

Verifica reperibilità Informa Responsabili delle Funzioni di Supporto Responsabili delle Funzioni AT-02 di Supporto.

FUNZIONE 2 FUNZIONE 5 FUNZIONE 1 FUNZIONE 3 FUNZIONE 4 Sanità, ass. sociale e Servizi essenziali e attività Tecnica e di Pianificazione Volontariato Materiali e mezzi veterinaria scolastica

FUNZIONE 7 FUNZIONE 9 FUNZIONE 6 FUNZIONE 8 Strutture operative locali e Assistenza alla Censimento danni Telecomunicazioni viabilità popolazione

Conferma reperibilità AT-01

Fig. 2.1 – Schema operativo – fase di ATTENZIONE

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Consultazione rete telematica RUPA RPIEMONTE y monitoraggio meteorologico y monitoraggio pluviometrico Consultazione rete telematica Comunità y monitoraggio idrometrico montana Alta Valle Stura

Funzione 1 Tecnica e di Pianificazione

Verifica di reperibilità squadre di tecnici

SCENARIO 1-A / ATTENZIONE Fig. 2.1 – Attività Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione

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SCENARIO 1-A:RISCHIO IDROGEOLOGICO

3. LIVELLO DI PREALLARME

Comunicazione livello di PREALLARME dal C.O.M. 16

Continuo aggiornamento della sala operativa C.O.M. sull'evoluzione della situazione

Informa la popolazione sullo mod. PA-10 TeleRadio City/RAITRE regionale IL SINDACO stato dell'evento in corso

se cessato Comunica alla popolazione il mod. PA-21 livello di pre cessato livello di allertamento allarme

Convoca tutti i Responsabili delle Richiesta di convocazione mod. PA-01 Funzioni di Supporto

Coordina l'attività delle Funzioni di Supporto

FUNZIONE 2 FUNZIONE 5 FUNZIONE 1 FUNZIONE 3 FUNZIONE 4 Sanità, ass. sociale e Servizi essenziali e attività Tecnica e di Pianificazione Volontariato Materiali e mezzi veterinaria scolastica

FUNZIONE 7 FUNZIONE 9 FUNZIONE 6 FUNZIONE 8 Strutture operative locali e Assistenza alla Censimento danni Telecomunicazioni viabilità popolazione

Fig. 3.1 – Schema operativo – fase di PREALLARME

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scheda N (risorse umane)

Attiva Il personale di supporto alla mansione mod. PA-03

Consultazione rete telematica Funzione 1 RUPA RPIEMONTE y monitoraggio meteorologico Tecnica e di Pianificazione y monitoraggio pluviometrico Consultazione rete telematica Comunità y monitoraggio idrometrico montana Alta Valle Stura

Aggiorna lo scenario di rischio in base ai dati acquisiti aree inondabili

SCENARIO 1-A / PREALLARME Fig. 3.2 – Attività Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2003 Rev. 0 data: 10/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

mod. PA - 03

Prepara le squadre per eventuali emergenze di carattere sanitario-veterinario sul territorio. SCENARIO DI RISCHIO Funzione 2 Richiede la disponibilità di mezzi in base allo Sanità, ass. Sociale e Veterinaria scenario di rischio

mod. PA - 15

Prepara le squadre di volontari per eventuale SCENARIO DI assistenza a PRCM RISCHIO

Coordinamento con Funzione Volontariato

SCENARIO 1-A / PREALLARME Fig. 3.2 – Attività della Funzione 2: Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

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Prepara squadre di volontari per esigenze delle mod. PA - 03 altre Funzioni di Supporto

Funzione 3 Volontariato Coordinamento con In caso di necessità, collabora all'organizzazione Funzione Assistenza alla delle aree di attesa e dei centri di accoglienza. Popolazione

SCENARIO 1-A / PREALLARME Fig. 3.5 – Attività della Funzione 3: Volontariato

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2003 Rev. 0 data: 12/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

SCENARIO DI RISCHIO

Verifica disponibilità materiali e mezzi per eventuale attivazione centri di accoglienza e aree di attesa. Funzione 4 mod. PA-04 Materiali e Mezzi Verifica la disponibilità di mezzi e attrezzature per operazioni di evacuzione/soccorso.

RISORSE

Ditte fornitrici mod. PA-05

Servizi comunali

SCENARIO 1-A / PREALLARME Fig. 2.5 – Attività della Funzione 4: Materiali e Mezzi

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mod. PA-07 Richiede la disponibilità del: Responsabile dei Servizi Essenziali Responsabile Attività Scolastiche

scheda V (Enti Gestori) mod. PA - 17 (ENEL) Richiede la disponibilità per supporto agli uffici Funzione 5 operativi di ENEL, ARCALGAS e ACQUE POTA BILI mod. PA-18 Servizi Essenziali ed Attività (ARCALGAS) Scolastica

Invia, se necessario, tecnici per verificare la mod. PA - 03 funzionalità delle reti dei servizi comunali

Informa i Dirigenti scolastici, delle scuole in SCENARIO DI zone a rischio, dello stato di ALLERTA-livello di RISCHIO PREA LLA RME

SCENARIO 1-A / PREALLARME Fig. 2.6 – Attività della Funzione 5: Servizi Essenziali ed Attività Scolastica

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2003 Rev. 0 data: 14/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 6 Predispone le verifiche dei danni che potranno Censimento Danni essere determinati dall'evento previsto

SCENARIO 1-A / PREALLARME Fig. 2.7 – Attività della Funzione 6: Censimento Danni a persone e cose

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Predispone un piano viario alternativo al normale SCENARIO DI transito stradale per le zone inondabili RISCHIO

Funzione 7 Strutture Operative e Viabilità Mantiene i contatti operativi con le forze istituzionali sul territorio (Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia, ecc...).

SCENARIO 1-A / PREALLARME Fig. 2.8 – Attività della Funzione 7: Strutture Operative e Viabilità

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2003 Rev. 0 data: 16/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Richiesta di disponibilità per supporto a: - Provincia mod. PA - 11 - Regione - Prefettura

Funzione 8 Richiesta di disponibilità per supporto a mod. PA-09 Telecomunicazioni centralino Direzione Territoriale Telecom

Scheda V (Enti Gestori)

Verifica di reperibilità Responsabile Radio mod. PA - 16 Amatori

SCENARIO 1-A / PREALLARME Fig. 2.9 – Attività della Funzione 8: Telecomunicazioni

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Comunicazione stima popolazione coinvolta a: - Protezione Civile Regionale - Protezione Civile Provinciale mod. PA - 12 - Assessorato Provinciale - Assessorato Regionale - Prefettura

Funzione 9 mod. PA - 13 Assistenza alla Popolazione Verif ica della disponibilità strutture ricettive

Verif ica disponibilità personale destinato mod. PA-08 all'assistenza alla popolazione

SCENARIO 1-A / PREALLARME Fig. 2.10 – Attività della Funzione 9: Assistenza alla popolazione

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2003 Rev. 0 data: 18/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

SCENARIO 1-A:RISCHIO IDROGEOLOGICO

4. LIVELLO DI ALLARME

Comunicazione livello di ALLARME dal C.O.M. 16

mod. AL-01

Informa la popolazione sullo TeleRadio City/RAITRE regionale stato dell'evento in corso mod. AL-01a

Aggiorna continuamente la sala operativa C.O.M. se cessato Comunica alla popolazione il allarme cessato livello di allertamento

IL SINDACO

mod. AL-17 In caso di necessità ordina Odi nanza l'evacuazione delle aree a sgombero abiato rischio

Coordina l'attività delle Funzioni di Supporto

FUNZIONE 2 FUNZIONE 5 FUNZIONE 1 FUNZIONE 3 FUNZIONE 4 Sanità, ass. sociale e Servizi essenziali e attività Tecnica e di Pianificazione Volontariato Materiali e mezzi veterinaria scolastica

FUNZIONE 7 FUNZIONE 9 FUNZIONE 6 FUNZIONE 8 Strutture operative locali e Assistenza alla Censimento danni Telecomunicazioni viabilità popolazione

Fig. 4.1 – Schema operativo – fase di ALLARME

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scheda X

Monitoraggio a vista nelle aree critiche da parte di personale preparato. Funzione 1 Pianifica le priorità di intervento in base all'evolversi Tecnica e di Pianificazione della situazione Aggiorna scenario di rischio in base ai dati acquisiti dal monitoraggio

indicazioni operative a scenario di Comunica al Sindaco lo stato di aree inondabili rischio pre-emergenza

Funzione Materiali e Mezzi

mod. A L- 04

SCENARIO 1-A / ALLARME Fig. 4.2 – Attività Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 20/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Assicura l'apertura di una farmacia

Funzione 2 Coordina le squadre per eventuali emergenze di Sanità, ass. Sociale e Veterinaria carattere sanitario sul territorio. SCENARIO DI RISCHIO Coordina le attività di messa in sicurezza del scheda P patrimonio zootecnico a rischio. (Magazzini)

scheda Q (Mezzi)

in caso di necessità richiede mod. A L- 03 materiali e mezzi

Invia in ogni area di attesa un medico

in caso di Coordina le squadre di volontari per assistenza a Coordinamento con evacuazione PRCM residenti nelle zone a rischio Funzione Volontariato

In caso di necessità richiede al Sindaco l'acquisto di materiale sanitario per mod. A L- 15 assistenza alla popolazione

SCENARIO 1-A / ALLARME Fig. 4.3 – Attività della Funzione 2: Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

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Funzione 3 Invia squadre di volontari per esigenze delle Volontariato altre Funzioni di Supporto

Collabora all'organizzazione delle aree di attesa e dei centri di accoglienza. Coordinamento con Funzione Assistenza alla in caso di Coordina le squadre di volontari nelle aree di Popolazione evacuazione attesa e nei centri di accoglienza

Coordinamento con Funzione Sanità, ass. Sociale e Veterinaria

SCENARIO 1-A / ALLARME Fig. 4.4 – Attività della Funzione 3: Volontariato

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 22/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Coordina le squadre e i mezzi seguendo la priorità Indicazioni da di intervento determinata dalla Funzione Tecnica e Funzione Tecnica Pianificazione.

Se i mezzi comunali non sono sufficienti a fronteggiare il prevedibile stato di emergenza, mod. AL-10 richiede al Sindaco l'attivazione di mezzi non Funzione 4 comunali Materiali e Mezzi Se tutti i mezzi a disposizione del C.O.C. non sono sufficienti a fronteggiare il prevedibile stato di mod. A L- 05 emergenza, richiede materiali e mezzi a Provincia , Regione e Prefettura

Invia i mezzi necessari per l'evacuazione della popolazione residente nelle zone interessate dall'allarme generale per l'evacuazione in caso di evacuazione Invia i materiali necessari per l'assistenza alla Coordinamento con Funzione popolazione, presso i centri di accoglienza e le aree di attesa Assistenza alla Popolazione

SCENARIO 1-A / ALLARME Fig. 4.5 – Attività della Funzione 4: Materiali e Mezzi

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Convoca il: Responsabile dei Servizi Essenziali mod. A L- 06 Responsabile Attività Scolastiche

Assicura, in collaborazione con uffici Funzione 5 operativi ENEL, ARCALGAS e ACQUE Coordinamernto squadre di tecnici Servizi Essenziali ed Attività POTABILI la f unzionalità delle reti dei Servizi Scolastica comunali

scheda V (Enti Gestori)

Coordinamento con Se necessario, richiede al Sindaco l'ordinaza Funzione Tecnica e di per la chiusura delle scuole Pianificazione

mod. A L- 08

Si accerta che il personale scolastico provveda al controllo dell'avvenuta evacuazione delle scuole nelle zone a rischio.

in caso di evacuazione Dispone che il personale delle scuole, adibite a centro di accoglienza, aiuti il volontariato ed il personale incaricato nell'allestimento all'uso previsto.

SCENARIO 1-A / ALLARME Fig. 4.6 – Attività della Funzione 5: Servizi Essenziali ed Attività Scolastica

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 24/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Predispone le verifiche dei danni determinati dall'evento Funzione 6 Censimento Danni Raccogliere le prime richieste di danno subite da persone, edifici, attività produttive e agricole.

SCENARIO 1-A / ALLARME Fig. 4.7 – Attività della Funzione 6: Censimento Danni a persone e cose

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Istituisce e gestisce i cancelli di accesso alle mod. A L- 09 aree a rischio Funzione 7 Strutture Operative e Viabilità

Invia squadre per presidiare le situazioni di Coordinamento con criticità Funzione Tecnica e di Pianificazione

mod. A L- 13

in caso di Allerta la popolazione interessata di procedere evacuazione all'evacuazione

Accerta l'effettiva evacuazione delle zone a rischio

SCENARIO 1-A / ALLARME Fig. 4.8 – Attività della Funzione 7: Strutture Operative e Viabilità

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In caso di necessità, richiede assistenza a Scheda V Telecom - Centralino Direzione Territoriale (Enti Gestori)

Convoca presso il C.O.C il Responsabile dei mod. A L- 11 Radio Amatori Funzione 8 Telecomunicazioni Assicura, in collaborazione con il Responsabile Radio Amatori il collegamento con le squadre operative

Tiene nota di tutti gli spostamenti delle suadre operative impegnate sul territorio

SCENARIO 1-A / ALLARME Fig. 4.9 – Attività della Funzione 8: Telecomunicazioni

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Funzione 9 Comunica al Sindaco la situazione aggiornata sulla mod. A L- 12 Assistenza alla Popolazione disponibilità delle strutture ricettive

In caso di inadeguatezza delle strutture ricettive disponibili, individua altre strutture idonee mod. AL-16 richiedendone l'uso al Sindaco

Garantisce l'assistenza alla popolazione nelle aree Coordinamento con di attesa e nei centri di accoglienza Funzione Volontariato

in caso di mod. A L- 14 Esegue il censimento della popolazione evacuata evacuazione

In caso di necessità richiede al SIndaco l'acquisto mod. A L- 15 di materiali per assistenza alla popolazione

SCENARIO 1-A / ALLARME Fig. 4.10 – Attività della Funzione 9: Assistenza alla popolazione

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SCENARIO 1-A:RISCHIO IDROGEOLOGICO

5. LIVELLO DI EMERGENZA

Livello di EMERGENZA

mod. EM-02

Informa la popolazione sullo TeleRadio City/RAITRE regionale stato dell'evento in corso mod. EM-05

Aggiorna continuamente la sala operativa C.O.M.

IL SINDACO

Dispone la chiusura Odi nanza di precauzionale delle scuole chiusura scuole

Coordina l'attività delle Funzioni di Supporto

FUNZIONE 2 FUNZIONE 5 FUNZIONE 1 FUNZIONE 3 FUNZIONE 4 Sanità, ass. sociale e Servizi essenziali e attività Tecnica e di Pianificazione Volontariato Materiali e mezzi veterinaria scolastica

FUNZIONE 7 FUNZIONE 9 FUNZIONE 6 FUNZIONE 8 Strutture operative locali e Assistenza alla Censimento danni Telecomunicazioni viabilità popolazione

Fig. 5.1 – Schema operativo – fase di EMERGENZA

29/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Pianifica le priorità di intervento in base all'evolversi indicazioni della situazione operative a

Funzione Materiali e Mezzi Funzione 1 Tecnica e di Pianificazione

Trasmette alla Provincia, Regione e Prefettura i primi mod. EM- 01 dati sui danni subiti

SCENARIO 1-A / EMERGENZA Fig. 5.2 – Attività Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 30/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Assicura l'apertura di una farmacia

Coordina le squadre per eventuali emergenze di carattere sanitario sul territorio.

In caso di necessità, il servizio veterinario esegue un censimento degli allevamenti colpiti

Dispone, in caso di necessità, il trasferimento d'animali in stalle d'asilo Funzione 2 in caso di necessità richiede Sanità, ass. Sociale e Veterinaria materiali e mezzi Determina aree di raccolta per animali abbattuti

mod. EM- 04 Invia in ogni area di attesa un medico

In caso di necessità richiede al SIndaco l'acquisto di mod. EM-09 materiale sanitario per assistenza alla popolazione

SCENARIO 1-A / EMERGENZA Fig. 5.3 – Attività della Funzione 2: Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

31/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Invia squadre di volontari per esigenze delle altre Funzioni di Supporto

Funzione 3 Collabora all'organizzazione e alla gestione delle Volontariato aree di attesa e dei centri di accoglienza. Coordinamento con Funzione Assistenza alla Popolazione Coordina le squadre di volontari nelle aree di attesa e nei centri di accoglienza

SCENARIO 1-A / EMERGENZA Fig. 5.4 – Attività della Funzione 3: Volontariato

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 32/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Coordina le squadre e i mezzi seguendo la priorità Indicazioni da di intervento determinata dalla Funzione Tecnica e Funzione Tecnica Pianificazione.

Se i mezzi comunali non sono sufficienti a fronteggiare lo stato di emergenza, richiede al Sindaco l'attivazione di mod. EM- 06 mezzi non comunali

Se tutti mezzi a disposizione del C.O.C. non sono Funzione 4 sufficienti a fronteggiare l'emergenza, richiede materiali mod. EM- 07 Materiali e Mezzi e mezzi a Provincia , Regione e Prefettura

Provvede alla sistemazione, presso i centri di accoglienza, del materiale eventualmente fornito dalla Regione, Provincia e Prefettura.

Invia materiali presso i centri di accoglienza e aree di attesa, per l'assistenza alla popolazione.

SCENARIO 1-A / EMERGENZA Fig. 5.5 – Attività della Funzione 4: Materiali e Mezzi

33/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Assicura, in collaborazione con gli uffici operativi ENEL, ARCALGAS e ACQUE POTABILI la funzionalità delle reti Coordinamernto squadre di tecnici dei Servizi comunali

scheda V Funzione 5 (Enti Gestori) Servizi Essenziali ed Attività Scolastica Si accerta che il personale scolastico provveda al controllo dell'avvenuta evacuazione delle scuole

Dispone che il personale delle scuole, adibite a centro di accoglienza, aiuti il volontariato ed il personale incaricato nell'allestimento all'uso previsto.

Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura eventuali danni ed interruzzioni ai servizi di mod. EM- 11 telecomunicazione

SCENARIO 1-A / EMERGENZA Fig. 5.6 – Attività della Funzione 5: Servizi Essenziali ed Attività Scolastica

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 34/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Gestisce l'ufficio per la distribuzione e raccolta dei moduli di richiesta danni.

Raccoglie verbali di pronto soccorso e veterinari per danni subiti da Funzione 6 persone e animali sul suolo pubblico da allegare ai moduli per i Censimento Danni risarcimenti assicurativi.

Raccoglie le denunce di danni subite da cose (automobili, materiali vari, ecc..) sul suolo pubblico per aprire le eventuali pratiche di rimborso assicurative.

SCENARIO 1-A / EMERGENZA Fig. 5.7 – Attività della Funzione 6: Censimento Danni a persone e cose

35/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Predispone il servizio per la chiusura della viabilità nelle zone colpite dall'evento.

In caso di necessità richiede al Sindaco l'emissione di apposite ordinanze

A fronte dell'ordinanza di sgombero, accerta che gli abitanti Funzione 7 abbiano lasciato le zone interessate dall'evacuazione. Strutture Operative e Viabilità

Per le operazioni di controllo delle zone evacuate (antisciacallaggio) mantiene i rapporti con i Responsabili delle forze Istituzionali sul territorio

Assicura la scorta ai mezzi di soccorso e a strutture preposte esterne per l'aiuto alle popolazioni delle zone colpite.

SCENARIO 1-A / EMERGENZA Fig. 5.8 – Attività della Funzione 7: Strutture Operative e Viabilità

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 36/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Garantisce il f unzionamento delle comunicazioni f ra i COC e C.O.M. e con altre strutture (Prefettura, Provincia, Regione, Comuni limitrofi, ecc...).

Collaborazione con radio amatori Scheda V Funzione 8 volontariato (Enti Gestori) Telecomunicazioni Azienda Poste e Telecomunicazioni Telecom.

Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura eventuali danni mod. EM- 10 ed interruzzioni ai servizi di telecomunicazione

Assicura, in collaborazione con il Responsabile Radio Amatori il collegamento con le squadre operative

Tiene nota di tutti gli spostamenti delle suadre operative impegnate sul territorio

SCENARIO 1-A / EMERGENZA Fig. 5.9 – Attività della Funzione 8: Telecomunicazioni

37/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Comunica al Sindaco la situazione aggiornata sulla mod. EM-13 disponibilità delle strutture ricettive

Garantisce l'assistenza alla popolazione nelle aree Coordinamento con di attesa e nei centri di accoglienza Funzione Volontariato Funzione 9 Assistenza alla Popolazione

In caso di necessità richiede al Sindaco l'acquisto mod. EM-09 di materiali per assistenza alla popolazione

In caso di inadeguatezza delle strutture ricettive disponibili, individua altre strutture idonee mod. EM- 08 Ne richiede l'uso al Sindaco tramite ordinanza

SCENARIO 1-A / EMERGENZA Fig. 5.10 – Attività della Funzione 9: Assistenza alla popolazione

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 38/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

SCENARIO 1-A:RISCHIO IDROGEOLOGICO

6. SUPERAMENTO EMERGENZA

superamento EMERGENZA

Comunicazione alla popolazione la fine mod. SE-01 TeleRadio City/RAITRE regionale dell'emergenza

IL SINDACO Da la priorità al rientro delle persone evacuate nelle loro abitazioni

Coordina l'attività delle Funzioni di Supporto

FUNZIONE 2 FUNZIONE 5 FUNZIONE 1 FUNZIONE 3 FUNZIONE 4 Sanità, ass. sociale e essenziali e attività Tecnica e di Pianificazione Volontariato Materi al i e mezzi veterinaria scolastica

FUNZIONE 7 FUNZIONE 9 FUNZIONE 6 FUNZIONE 8 Strutture operative locali e Assistenza alla Censimento danni Telecomunicazioni viabilità popolazione

Fig. 6.1 – Schema operativo – fase di SUPERAMENTO EMERGENZA

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Valuta i danni agli edifici pubblici e priva ti, nonché alle chiese e ai beni culturali e indicazioni Funzione Materiali e Mezzi artistici, predisponendo la loro messa in operative a sicurezza

Valutate l'entità dell'evento determina la priorità degli Funzione 1 interventi di ripristino. Tecnica e di Pianificazione

Informa Provincia, Prefettura e Ufficio del Governo mod. SE-02 sulle attività in corso

Richiede al Sindaco la revoca dello stato di mod. SE-05 emergenza

Informa Provincia, Prefettura e Ufficio del Governo mod. SE-08 sui danni causati dall'evento

SCENARIO 1-A / SUP.EMERGENZA Fig. 6.2 – Attività Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 40/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Cessato lo stato di emergenza, determina Funzione 2 per il settore di pertinenza la fine delle operazioni di Sanità, ass. Sociale e Veterinaria supporto sanitario

SCENARIO 1-A / SUP.EMERGENZA Fig. 6.3 – Attività della Funzione 2: Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

41/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Coordinamento con Funzione 3 Coordina le squadre di volontari sino al Funzione Assistenza alla Volontariato completo superamento dell'emergenza Popolazione

SCENARIO 1-A / SUP.EMERGENZA Fig. 6.4 – Attività della Funzione 3: Volontariato

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 42/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Rimuove il materiale usato durante l'emergenza facendo altresì rientrare Indicazioni da uomini e mezzi impiegati seguendo le direttive della Funzione Tecnica funzione tecnica e pianificazione.

Funzione 4 Richiede al Sindaco la revoca dell'attivazione di mod. SE-06 Ma te r i a l i e Me z z i mezzi non comunali impiegati nell'emergenza

Richiede al COM la revoca dello stato di emergenza mod. SE-07

SCENARIO 1-A / SUP.EMERGENZA Fig. 6.5 – Attività della Funzione 4: Materiali e Mezzi

43/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 5 cura, in collaborazione con gli uffici operativi ENEL, ARCALGAS e ACQUEDOTTO, il ripristino delle reti di Servizi Essenziali ed Attiv ità erogazione ed esegue controlli sulla sicurezza delle Scolastica medesime.

Richiede al Sindaco l'ordinanza per la riapertura delle mod. SE-04 scuole

SCENARIO 1-A / SUP.EMERGENZA Fig. 6.6 – Attività della Funzione 5: Servizi Essenziali ed Attività Scolastica

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 44/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Raccoglie perizie giurate, denunce e verbali di danni subiti da persone, cose e animali, nonché quelle rilevate dai tecnici della f unzione tecnica e pianificazione e compila i moduli di indennizzo preventivamente richiesti in Regione.

Funzione 6 Censimento Danni

compila i moduli di indennizzo preventivamente richiesti in Regione.

SCENARIO 1-A / SUP.EMERGENZA Fig. 6.7 – Attività della Funzione 6: Censimento Danni a persone e cose

45/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Ordina alle squadre operative della Polizia Coordinamento con Funzione 7 Municipale di riaprire la circolazione nei tratti Funzione Tecnica e di Strutture Operative e Viabilità colpiti, dopo essersi ulteriormente assicurati del Pianificazione buono stato della sede stradale.

SCENARIO 1-A / SUP.EMERGENZA Fig. 6.8 – Attività della Funzione 7: Strutture Operative e Viabilità

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 46/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 8 mantiene il contatto radio con le squadre operative Telecomunicazioni fino al completo superamento dell'emergenza.

SCENARIO 1-A, / SUP.EMERGENZA Fig. 6.9 – Attività della Funzione 8: Telecomunicazioni

47/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Garantisce l'assistenza alla popolazione nelle aree di attesa e nei centri di Coordinamento con accoglienza sino al completo superamento Funzione Volontariato dell'emergenza Funzione 9 Assistenza alla Popolazione

In caso di necessità richiede al Sindaco l'acquisto mod. SE-03 di materiali per assistenza alla popolazione

SCENARIO 1-A, / SUP.EMERGENZA Fig. 6.10 – Attività della Funzione 9: Assistenza alla popolazione

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 48/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

SCENARIO 1-B:RISCHIO SISMICO

1. LIVELLO DI EMERGENZA

1.1 PREMESSA

Al manifestarsi dell’evento, qualora l’intensità della scossa fosse del quinto grado della scala Mercalli ed il conseguente effetto sul territorio determinasse danni anche se di lieve entità, tutti i Responsabili delle Funzioni di Supporto che compongono il C.O.C. , vista la possibile interruzione dei collegamenti telefonici, si recheranno, automaticamente e nel più breve tempo possibile, presso la sede del Centro Operativo Comunale.

LIVELLO DI EMERGENZA

A ttiva il C.O.C.

Avvisa il: - Presidente della Provincia - Presidente della Regione - Prefetto mod. EM-02

IL SINDACO Informa la popolazione sullo stato dell'evento in corso TeleRadio City/RAITRE regionale mod. EM- 05

Dispone lo sgombero degli edifici non agibili

Coordina l'attività delle Funzioni di Supporto

FUNZIONE 2 FUNZIONE 5 FUNZIONE 1 FUNZIONE 3 FUNZIONE 4 Sanità, ass. sociale e essenziali e attività Tecnica e di Pianificazione Volontariato Materiali e mezzi veterinaria scolastica

FUNZIONE 7 FUNZIONE 9 FUNZIONE 6 FUNZIONE 8 Strutture operative locali e Assistenza alla Censimento danni Telecomunicazioni viabilità popolazione

Fig. 1.1 – Schema operativo – fase di EMERGENZA

49/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Convoca ed invia squadre sul territorio per verificare lo Collaborazione operativa con Vigili de l stato dei danni Fuoco

Determina i criteri di priorità d'intervento Indicazioni operative a nelle zone e sugli edifici più colpiti Funzione Materiali e Mezzi

Comunica alla Funzione Sanità, ass. Sociale e Veterinaria la portata dell'evento Funzione 1 Tecnica e di Pianificazione Fa eseguire sopralluoghi sugli edifici pubblici in modo Comunica al Sindaco per da dichiarare l'agibilità o meno dei medesimi. ordinanza di sgombero

Comunica alla Funzione Assistenza alla Popolazione lo stato di agibilità delle strutture ricettive

Trasmette alla Provincia, Regione e Prefettura i primi mod. EM-01 dati sui danni subiti

SCENARIO 1-B / EMERGENZA Fig. 1.2 – Attività Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 50/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Allerta immediatamente le strutture sanitarie locali per INFORMA ZIONI DA portare soccorso alla popolazione. FUNZIONE TECNICA

Eventuali ricoveri o spostamenti di Mantiene contatti con le altre strutture sanitarie in zona degenti attraverso le associazioni di o esterne. volontariato sanitario Funzione 2 Sanità, ass. Sociale e Veterinaria Si assicura della situazione sanitaria ambientale, quali epidemie, inquinamenti, ecc coordinandosi con i tecnici dell'ARPA o di altri Enti preposti.

In caso di necessità, il servizio veterinario esegue un censimento degli allevamenti colpiti

Dispone, in caso di necessità, il trasferimento d'animali in stalle d'asilo in caso di necessità richiede mod. EM- 04 materiali e mezzi Determina aree di raccolta per animali abbattuti

SCENARIO 1-B / EMERGENZA Fig. 1.3 – Attività della Funzione 2: Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

51/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 3 Invia squadre di volontari per esigenze delle Volontariato altre Funzioni di Supporto

Collabora all'organizzazione delle aree di attesa e dei centri di accoglienza. Coordinamento con Funzione Assistenza alla in caso di Coordina le squadre di volontari nelle aree di Popolazione popolazione attesa e nei centri di accoglienza sfollata

Cura l'allestimento delle aree di ammassamento dei soccorsi

SCENARIO 1-A / EMERGENZA Fig. 1.4 – Attività della Funzione 3: Volontariato

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 52/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Coordina le squadre e i mezzi in base alle richieste di Funzione 4 soccorso e la priorità di intervento determinata dalla Indicazioni da Materiali e Mezzi Funzione Tecnica e Pianificazione. Funzione Tecnica

Se i mezzi comunali non sono sufficienti, richiede al mod. EM- 06 Sindaco l'attivazione di mezzi non comunali

Se tutti mezzi a disposizione del C.O.C. non sono sufficienti, richiede materiali e mezzi a Provincia , mod. EM- 07 Regione e Prefettura

Se le strutture ricettive non sono sufficienti per il ricovero della popolazione, richiede alla Regione, Indicazioni da Provincia e Prefettura tende, roulotte, prefabbricati Funzione Assistenza alla ecc. Popolazione in caso di popolazione sfollata Invia materiali necessari all'assistenza alla mod. EM- 07 popolazione presso i centri di accoglienza e aree di attesa

SCENARIO 1- B / EMERGENZA Fig. 1.5 – Attività della Funzione 4: Materiali e Mezzi

53/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Assicura, in collaborazione con gli uffici operativi ENEL, ARCALGAS e ACQUE POTABILI la funzionalità delle reti Coordinamernto squadre di tecnici dei Servizi comunali

scheda V (Enti Gestori)

Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura mod. EM-11 eventuali danni ed interruzzioni alle reti di distribuzione

Funzione 5 Servizi Essenziali ed Attività Si assicura che il personale scolastico provveda al controllo Scolastica dell'avvenuta evacuazione delle scuole

Dispone che il personale delle scuole, adibite a centro di accoglienza, aiuti il volontariato ed il personale incaricato nell'allestimento all'uso previsto.

Coordinamento con Se necessario, richiede al Sindaco l'ordinanza per la Funzione Tecnica e di chiusura delle scuole Pianificazione

SCENARIO 1-B / .EMERGENZA Fig. 1.6 – Attività della Funzione 5: Servizi Essenziali ed Attività Scolastica

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 54/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Gestisce l'ufficio per la distribuzione e raccolta dei moduli di richiesta danni.

Raccoglie le perizie giurate di agibilità o meno degli edifici pubblici, dei privati, delle infrastrutture, delle attività produttive, dei locali di culto e dei beni culturali, da allegare al modulo di richiesta risarcimento danni.

Funzione 6 Censimento Danni Raccoglie verbali di pronto soccorso e veterinari per danni subiti da persone e animali sul suolo pubblico da allegare ai moduli per i risarcimenti assicurativi.

Raccoglie le denunce di danni subite da cose (automobili, materiali vari, ecc..) sul suolo pubblico per aprire le eventuali pratiche di rimborso assicurative.

SCENARIO 1-B / EMERGENZA Fig. 1.7 – Attività della Funzione 6: Censimento Danni a persone e cose

55/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 7 Predispone il servizio per la chiusura della viabilità nelle zone Strutture Operative e Viabilità colpite dall'evento.

A fronte dell'ordinanza di sgombero, accerta che gli abitanti abbiano lasciato le zone interessate dall'evacuazione.

in caso di Per le operazioni di controllo delle zone evacuate popolazione (antisciacallaggio) mantiene i rapporti con i Responsabili delle sfollata forze Istituzionali sul territorio

Assicura la scorta ai mezzi di soccorso e a strutture preposte esterne per l'aiuto alle popolazioni delle zone colpite.

SCENARIO 1-B / EMERGENZA Fig.1.8 – Attività della Funzione 7: Strutture Operative e Viabilità

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 56/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Assicura, in collaborazione con gli uffici operativi ENEL, ARCALGAS e ACQUE POTABILI la funzionalità delle reti Coordinamernto squadre di tecnici dei Servizi comunali

scheda V (Enti Gestori)

Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura mod. EM-11 eventuali danni ed interruzzioni alle reti di distribuzione

Funzione 5 Servizi Essenziali ed Attività Si assicura che il personale scolastico provveda al controllo Scolastica dell'avvenuta evacuazione delle scuole

Dispone che il personale delle scuole, adibite a centro di accoglienza, aiuti il volontariato ed il personale incaricato nell'allestimento all'uso previsto.

Coordinamento con Se necessario, richiede al Sindaco l'ordinanza per la Funzione Tecnica e di chiusura delle scuole Pianificazione

SCENARIO 1-B / EMERGENZA Fig. 1.9 – Attività della Funzione 8: Telecomunicazioni

57/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 9 Impiega tutto il personale disponibile per portare Assistenza alla Popolazione assistenza alla popolazione. Coordinamento con Funzione Volontariato Gestisce il patrimonio abitativo comunale, gli alberghi, gli ostelli, le aree di attesa e di ricovero della popolazione. Coordinamento con Funzione Sanità Ass. Sociale e Veterinaria INFORMA ZIONI DA FUNZIONE TECNICA in caso di popolazione sfo l l a ta

In caso di inadeguatezza delle strutture ricettive disponibili, individua altre strutture idonee mod. EM- 08 richiedendone l'uso al Sindaco tramite ordinanza

In caso di necessità richiede al SIndaco l'acquisto mod. EM- 09 di materiali per assistenza alla popolazione

SCENARIO 1-B / EMERGENZA Fig. 1.10 – Attività della Funzione 9: Assistenza alla popolazione

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 58/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

SCENARIO 1-C:RISCHIO COLLASSO SISTEMI TECNOLOGICI

DIGA DI ORTIGLIETO

Manovre idrauliche normali od eccezionali Gli schemi operativi da seguire, in caso di annuncio da parte del gestore della diga di manovre idrauliche normali od eccezionali ed in caso di torrente in condizioni di piena straordinaria, sono con quelli indicati nel rischio idrogeologico FASE DI ALLARME, tenendo conto della diversità dello scenario di rischio2 .

Collasso della diga In caso di collasso della diga, la situazione che la Struttura Comunale di Protezione Civile si trova ad affrontare è quella di EMERGENZA. Gli schemi operativi da seguire sono quelli indicati nel rischio idrogeologico FASE DI EMERGENZA tenendo conto della diversità dello scenario di rischio3.

2 La definizione dello scenario di rischio non è ancora stata possibile in quanto manca a tutt’oggi uno studio dedicato da parte della TIRRENO POWER (come già sottolineato). 3 Mancando gli allegati al piano di emergenza, non è ancora possibile definire lo scenario di rischio.

59/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

SCENARIO 1-C:RISCHIO COLLASSO SISTEMI TECNOLOGICI

COLLASSO RETI DI DISTRIBUZIONE

1. LIVELLO DI EMERGENZA

La situazione di emergenza scatta nel momento in cui si verifica una prolungata mancanza del disservizio.

LIVELLO DI EMERGENZA

mod. EM- 02

Informa la popolazione sullo TeleRadio City/RAITRE regionale stato dell'evento in corso mod. EM- 05

IL SINDACO Mantiene i contatti con le autorità locali

Coordina l'attività delle Funzioni di Supporto

FUNZIONE 2 FUNZIONE 5 FUNZIONE 1 FUNZIONE 3 FUNZIONE 4 Sanità, ass. sociale e Servizi essenziali e attività Tecnica e di Pianificazione Volontariato Mater iali e mez z i veterinaria scolastica

FUNZIONE 7 FUNZIONE 9 FUNZIONE 6 FUNZIONE 8 Strutture operative locali e Assistenza alla Censimento danni Telecomunicazioni viabilità popolazione

Fig. 1.1 – Schema operativo – fase di EMERGENZA

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 60/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Pianifica le priorità di intervento in base all'evolversi indicazioni della situazione operative a

Funzione 1 Funzione Materiali e Mezzi Tecnica e di Pianificazione

Trasmette alla Provincia, Regione e Prefettura i mod. EM-01 primi dati sui danni subiti

SCENARIO 1-C / EMERGENZA Fig. 1.2 – Attività Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione

61/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 2 Coordina le squadre per eventuali emergenze di Sanità, ass. Sociale e Veterinaria carattere sanitario sul territorio.

SCENARIO 1-C / EMERGENZA Fig. 1.3 – Attività della Funzione 2: Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 62/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 3 Mette a disposizione squadre di volontari per esigenze Volontariato delle altre Funzioni di Supporto

SCENARIO 1-C / EMERGENZA Fig. 1.4 – Attività della Funzione 3: Volontariato

63/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Coordina le squadre e i mezzi seguendo la priorità Funzione 4 Indicazioni da di intervento determinata dalla Funzione Tecnica e Materiali e Mezzi Funzione Tecnica Pianificazione.

Se i mezzi a disposizione del C.O.C. non sono mod. EM-07 sufficienti a fronteggiare l'emergenza, richiede materiali e mezzi a Provincia , Regione e Prefettura

SCENARIO 1- C / EMERGENZA Fig. 1.5 – Attività della Funzione 4: Materiali e Mezzi

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 64/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Si adopera, in collaborazione con gli uffici operativi ENEL, ARCALGAS, ACQUE POTABILI e Coordinamernto squadre di tecnici TELECOM per il ripristino delle funzionalità delle reti dei Servizi pubblici nel più breve tempo possibile

Funzione 5 Servizi Essenziali ed Attività scheda V Scolastica (Enti Gestori)

Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura mod. EM- 11 eventuali danni ed interruzzioni alle reti di distribuzione

SCENARIO 1-C / EMERGENZA Fig. 1.6 – Attività della Funzione 5: Servizi Essenziali ed Attività Scolastica

65/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Predispone le verifiche dei danni determinati dall'evento Funzione 6 Censimento Danni Raccogliere le prime richieste di danno subite da persone, edifici, attività produttive e agricole.

SCENARIO 1-C / EMERGENZA Fig.1.7 – Attività della Funzione 6: Censimento Danni

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 66/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 7 Si adopera, con la collaborazione dei Responsabili delle forze Istituzionali sul territorio, per mantenere l'ordine sul territorio Strutture Operative e Viabilità comunale

SCENARIO 1-C / EMERGENZA Fig.1.8 – Attività della Funzione 7: Strutture Operative e Viabilità

67/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

se black-out elettrico e/o reti di comunicazione Garantisce il funzionamento delle comunicazioni fra i COC e C.O.M. e con altre strutture (Prefettura, Provincia, Regione, Comuni limitrofi, ecc...).

Collaborazione con radio amatori Scheda V Funzione 8 volontariato (Enti Gestori) Telecomunicazioni Azienda Poste e Telecomunicazioni Telecom.

Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura eventuali danni mod. EM- 10 ed interruzzioni ai servizi di telecomunicazione

Assicura, in collaborazione con il Responsabile Radio Amatori il collegamento con le squadre operative

Tiene nota di tutti gli spostamenti delle suadre operative impegnate sul territorio

SCENARIO 1-C / EMERGENZA Fig. 1.9 – Attività della Funzione 8: Telecomunicazioni

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 68/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Si adopera, per quanto possibile, per fornire Coordinamento con assistenza alla popolazione Funzione Volontariato

Funzione 9 In caso di necessità richiede al SIndaco l'acquisto mod. EM-09 Assistenza alla Popolazione di materiali per assistenza alla popolazione

In caso di inadeguatezza delle strutture ricettive disponibili, individua altre strutture idonee mod. EM- 08 Ne richiede l'uso al Sindaco tramite ordinanza

SCENARIO 1-C / EMERGENZA Fig. 1.10 – Attività della Funzione 9: Assistenza alla popolazione

69/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

SCENARIO 2-A:RISCHIO METEOROLOGICO

Nel momento in cui dal C.O.M. viene indicata la possibilità del manifestarsi di un rischio meteorologico, a titolo preventivo, sono allertate le squadre operative preposte all’intervento.

1. LIVELLO DI EMERGENZA

LIVELLO DI EMERGENZA

Attiva il C.O.C.

mod. EM-02

Informa la popolazione sullo TeleRadio City/RAITRE regionale stato dell'evento in corso mod. EM-05 IL SINDACO

Mantiene i contatti con le autorità locali

Coordina l'attività delle Funzioni di Supporto

FUNZIONE 2 FUNZIONE 5 FUNZIONE 1 FUNZIONE 3 FUNZIONE 4 Sanità, ass. sociale e Servizi essenziali e attività Tecnica e di Pianificazione Volontariato Materiali e mezzi veterinaria scolastica

FUNZIONE 7 FUNZIONE 6 FUNZIONE 8 FUNZIONE 9 Strutture operative locali e Censimento danni Telecomunicazioni Assistenza alla viabilità popolazione

Fig. 1.1 – Schema operativo – fase di EMERGENZA

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 70/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 1 Determina le priortià di intervento indicazioni operative a Tecnica e di Pianificazione

Trasmette alla Provincia, Regione e Prefettura i mod. EM- 01 primi dati sui danni subiti

in caso di forte Determina la priorità per l'apertura delle strade nevicata comunali. indicazioni operative a

in caso di frana Verifica le condizioni di stabilità, disponendo, in Funzione Materiali e Mezzi in zona abitata caso di necessità, lo sgombero degli edifici coinvolti

SCENARIO 2-A / EMERGENZA Fig. 1.2 – Attività Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione

71/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : Coordina le squadre per eventuali emergenze di carattere sanitario sul territorio.

Funzione 2 Sanità, ass. Sociale e Veterinaria In caso di necessità, il servizio veterinario esegue un censimento degli allevamenti colpiti

Dispone, in caso di necessità, il trasferimento d'animali in stalle d'asilo

Determina aree di raccolta per animali abbattuti

SCENARIO 2-A / EMERGENZA Fig. 1.3 – Attività della Funzione 2: Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 72/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

In base alle indicazioni da Funzione Tecnica, Indicazioni da Funzione Tecnica invia squadre nei punti di intervento

Funzione 3 In caso di necessità assiste i cittadini a disagio Volontariato e gli automobilisti con generi di conforto e di prima necessità

Collabora per l'eventuale assistenza ai cittadini ed al la popolazione residente nelle frazioni e nei Coordinamento con la Funzione nuclei urbani sparsi sul territorio. Assistenza alla Popolazione

SCENARIO 2-A / EMERGENZA Fig. 1.4 – Attività della Funzione 3: Volontariato

73/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : In base alle priorità determinata da Funzione Indicazioni da Tecnica, fa confluire nei punti richiesti i mezzi i Funzione Tecnica materiali e le squadre operative necessarie. Funzione 4 Materiali e Mezzi

Se i mezzi a disposizione del C.O.C. non sono mod. EM- 07 sufficienti a fronteggiare l'emergenza, richiede materiali e mezzi a Provincia , Regione e Prefettura

SCENARIO 2-A / EMERGENZA Fig. 1.5 – Attività della Funzione 4: Materiali e Mezzi

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 74/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Assicura, in collaborazione con gli uff ici operativi ENEL, ARCALGAS e ACQUEDOTTO la funzionalità delle reti Coordinamernto squadre di tecnici dei Servizi pubblici

Funzione 5 scheda V Servizi Essenziali ed Attività (Enti Gestori) Scolastica

Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura mod. EM- 11 eventuali danni ed interruzzioni alle reti di distribuzione

SCENARIO 2-A / EMERGENZA Fig. 1.6 – Attività della Funzione 5: Servizi Essenziali ed Attività Scolastica

75/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : Raccoglie eventuali denunce di danni subite da cose (automobili, Funzione 6 materiali vari, ecc..) sul suolo pubblico per aprire le eventuali pratiche di Censimento Danni rimborso assicurative.

SCENARIO 2-A / EMERGENZA Fig. 1.7 – Attività della Funzione 6: Censimento Danni a persone e cose

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 76/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Istituisce eventuali posti di controllo in prossimità delle zone colpite

Funzione 7 Individua una viabilità alternativa per non congestionare il Strutture Operative e Viabilità traffico.

Mantiene i contatti con gli enti esterni preposti all'intervento (Vigili del Fuoco, Carabinieri, ecc....)

in caso di frana Verifica le condizioni di viabilità, disponendone, in indicazioni operative a su rete viaria caso di necessità, la chiusura

Funzione Materiali e Mezzi

SCENARIO 2-A / EMERGENZA Fig.1.8 – Attività della Funzione 7: Strutture Operative e Viabilità

77/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : Provvede ad informare i cittadini e gli utenti della strada sull'evolversi dell'emergenza. Funzione 8 Telecom unicazioni Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura eventuali danni mod. EM- 10 ed interruzzioni ai servizi di telecomunicazione

SCENARIO 2-A / EMERGENZA Fig. 1.9 – Attività della Funzione 8: Telecomunicazioni

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 78/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 9 Assistenza alla Popolazione

in caso di Organizza i centri di accoglienza e fronisce Coordinamento con sfollati per frana assistenza agli eventuali abitanti evacuati in zona abitata Funzione Volontariato

SCENARIO 2-A / EMERGENZA Fig. 1.10 – Attività della Funzione 9: Assistenza alla popolazione

79/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

SCENARIO 2-B:RISCHIO INCENDIO

1. LIVELLO DI EMERGENZA

LIVELLO DI EMERGENZA

Attiva il C.O.C.

mod. EM-02

Informa la popolazione sullo TeleRadio City/RAITRE regionale stato dell'evento in corso mod. EM- 05 IL SINDACO

Mantiene i contatti con le autorità locali

Coordina l'attività delle Funzioni di Supporto

FUNZIONE 2 FUNZIONE 1 FUNZIONE 3 FUNZIONE 4 Sanità, ass. sociale e Tecnica e di Pianificazione Volontariato Mater iali e mez z i veterinaria

FUNZIONE 7 FUNZIONE 9 FUNZIONE 6 FUNZIONE 8 Strutture operative locali e Censimento danni Telecomunicazioni Assistenza alla viabilità popolazione

Fig. 1.1 – Schema operativo – fase di EMERGENZA

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 80/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Determina le priortià di intervento indicazioni operative a

Mantiene i contatti con i Vigili del Fuoco

Funzione 1 Tecnica e di Pianificazione Funzione Materiali e Mezzi

Trasmette alla Provincia, Regione e Prefettura i mod. EM- 01 primi dati sui danni subiti

SCENARIO 2-B / EMERGENZA Fig. 1.2 – Attività Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione

81/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Coordina le squadre per eventuali emergenze di carattere sanitario sul territorio.

Funzione 2 Sanità, ass. Sociale e Veterinaria In caso di necessità, il servizio veterinario esegue un censimento degli allevamenti colpiti

Dispone, in caso di necessità, il trasferimento d'animali in stalle d'asilo

Determina aree di raccolta per animali abbattuti

SCENARIO 2-B / EMERGENZA Fig. 1.3 – Attività della Funzione 2: Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 82/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

In base alle indicazioni da Funzione Tecnica, invia squadre nei punti di intervento Indicazioni da Funzione Tecnica

Funzione 3 Coordina le squadre che collaborano con i Vigli Volontariato del Fuoco nell'attività di contenimento e spegnimento dell'incendio

Collabora per l'eventuale assistenza ai cittadini ed al la popolazione residente nelle frazioni e nei Coordinamento con la Funzione nuclei urbani sparsi sul territorio. Assistenza alla Popolazione

SCENARIO 2-B / EMERGENZA Fig. 1.4 – Attività della Funzione 3: Volontariato

83/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 4 In base alle priorità determinata da Funzione Indic az ioni da Funzione Tecnica Materiali e Mezzi Tecnica, fa confluire nei punti richiesti i mezzi i materiali e le squadre operative necessarie.

Se i mezzi a disposizione del C.O.C. non sono mod. EM- 07 sufficienti a fronteggiare l'emergenza, richiede materiali e mezzi a Provincia , Regione e Prefettura

SCENARIO 2-B / EMERGENZA Fig. 1.5 – Attività della Funzione 4: Materiali e Mezzi

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 84/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Si adopera, in collaborazione con gli uffici operativi ENEL, ARCALGAS, ACQUE POTABILI e Coordinamernto squadre di tecnici TELECOM per il ripristino delle funzionalità delle reti dei Servizi pubblici nel più breve tempo possibile

Funzione 5 Servizi Essenziali ed Attività scheda V Scolastica (Enti Gestori)

Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura mod. EM-11 eventuali danni ed interruzzioni alle reti di distribuzione

SCENARIO 2-B / EMERGENZA Fig. 1.6 – Attività della Funzione 5: Servizi Essenziali ed Attività Scolastica

85/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Raccoglie eventuali denunce di danni subite da cose (automobili, Funzione 6 materiali vari, ecc..) sul suolo pubblico per aprire le eventuali pratiche di Censimento Danni rimborso assicurative.

SCENARIO 2-B / EMERGENZA Fig. 1.7 – Attività della Funzione 6: Censimento Danni a persone e cose

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 86/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 7 Individua una viabilità alternativa in caso l'incendio dovesse Strutture Operative e Viabilità interessare la rete viaria comunale .

SCENARIO 2-B / EMERGENZA Fig.1.8 – Attività della Funzione 7: Strutture Operative e Viabilità

87/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Assicura, in collaborazione con il Responsabile Radio Amatori il collegamento con le squadre operative

Funzione 8 Tiene nota di tutti gli spostamenti delle suadre operative impegnate Telecomunicazioni sul territorio

Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura eventuali danni mod. EM- 10 ed interruzzioni ai servizi di telecomunicazione

SCENARIO 2-B / EMERGENZA Fig. 1.9 – Attività della Funzione 8: Telecomunicazioni

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 88/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

in caso di Organizza i centri di accoglienza e fronisce Coordinamento con abitanti assistenza agli eventuali abitanti evacuati Funzione Volontariato evacuati

In caso di necessità richiede al SIndaco l'acquisto mod. EM-09 Funzione 9 di materiali per assistenza alla popolazione Assistenza alla Popolazione

In caso di inadeguatezza delle strutture ricettive disponibili, individua altre strutture idonee mod. EM-08 Ne richiede l'uso al Sindaco tramite ordinanza

SCENARIO 2-B / EMERGENZA Fig. 1.10 – Attività della Funzione 9: Assistenza alla popolazione

89/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

SCENARIO 2-C BOMBE D’AEREO INESPLOSE

Date le particolari caratteristiche di questo scenario di rischio, non è possibile applicare il criterio di intervento utilizzato per gli altri scenari, in quanto mancano i fattori imprevedibilità, incertezza e di tempo che condizionano la risposta della Struttura Comunale di Protezione Civile. Il ritrovamento di una bomba inesplosa presenta essenzialmente un’incognita che è il raggio di sicurezza entro cui è necessario evacuare la popolazione. Il raggio dipende dalla quantità di esplosivo presente ed è deciso dai tecnici artificieri che coordina tutta l’attività.

ATTIVITA' DI BONIFICA

Attiva il Centro Operativo Comunale (C.O.C.)

Informa preventivamente la popolazione interessata IL SINDACO

Emette l'ordinanza di sgombero

Coordina l'attività delle Funzioni di Supporto

FUNZIONE 2 FUNZIONE 1 FUNZIONE 3 FUNZIONE 4 Sanità, ass. sociale e FUNZIONE 6 Tecnica e di Pianificazione Volontariato Mater iali e mez z i veterinaria Censimento danni

FUNZIONE 9 FUNZIONE 7 Assistenza alla Strutture operative locali e popolazione viabilità

Fig. 1.1 – Schema operativo – fase di EMERGENZA

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 90/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione1 Collabora con la Funzione Strutture Operative Tecnica e di Pianificazione Locali per organizzare l'intervento di evacuazione

SCENARIO 2-C / EMERGENZA Fig. 1.2 – Attività della Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione

91/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Invia in ogni centro di accolgienza almeno un medico

Funzione 2 Sanità, ass. Sociale e Veterinaria

Coordina le squadre per eventuali emergenze di carattere sanitario sul territorio.

SCENARIO 2-C / EMERGENZA Fig. 1.3 – Attività della Funzione 2: Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 92/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Collabora all'organizzazione e alla gestione dei centri di accoglienza.

Funzione 3 Coordinamento con Volontariato Collabora alle operazioni di evacuazione Funzione Assistenza alla Popolazione

Coordina le squadre di volontari nei centri di momentanea accoglienza

SCENARIO 2-C / EMERGENZA Fig. 1.4 – Attività della Funzione 3: Volontariato

93/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 4 Predispone e invia i mezzi necessari Materiali e Mezzi all'evacuazione della popolazione coinvolta.

SCENARIO 2-C / EMERGENZA Fig. 1.5– Attività della Funzione 4: Materiali e Mezzi

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 94/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Raccoglie eventuali denunce di danni subite da cose (automobili, Funzione 6 materiali vari, ecc..) sul suolo pubblico per aprire le eventuali pratiche di Censimento Danni rimborso assicurative.

SCENARIO 2-C / EMERGENZA Fig. 1.6 – Attività della Funzione 6: Censimento Danni a persone e cose

95/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Predispone il servizio per la chiusura della viabilità nelle zone interessato dall'evento.

A fronte dell'ordinanza di sgombero, accerta che gli abitanti abbiano lasciato le zone interessate dall'evacuazione. Funzione 7 Strutture Operative e Viabilità

Per le operazioni di controllo delle zone evacuate (antisciacallaggio) mantiene i rapporti con i Responsabili delle forze Istituzionali sul territorio

Collabora con la Funzione Tecnica e di Pianificazione

SCENARIO 2-C / EMERGENZA Fig.1.7 – Attività della Funzione 7: Strutture Operative e Viabilità

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 96/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 9 Garantisce l'assistenza alla popolazione nelle aree Coordinamento con Assistenza alla Popolazione di attesa e nei centri di accoglienza Funzione Volontariato

SCENARIO 2-C / EMERGENZA Fig. 1.8 – Attività della Funzione 9: Assistenza alla popolazione

97/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

SCENARIO 2-D INCIDENTI

DEPOSITO PRODOTTI PETROLIFERI

1. LIVELLO DI EMERGENZA

LIVELLO DI EMERGENZA

Attiva il C.O.C.

Tiene contatti con le varie autorità e con la direzione IL SINDACO della azienda coinvolta, sulla base dei dati e entità dell'evento.

Coordina le Funzioni di Supporto

FUNZIONE 2 FUNZIONE 5 FUNZIONE 1 FUNZIONE 3 FUNZIONE 4 Sanità, ass. sociale e Servizi essenziali e attività Tecnica e di Pianificazione Volontariato Materiali e mezzi veterinaria scolastica

FUNZIONE 7 FUNZIONE 6 Strutture operative locali e Censimento danni viabilità

Fig. 1.1 – Schema operativo – fase di EMERGENZA

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 98/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Collabora con la Funzione 7 per organizzare l'intervento di evacuazione Funzione Tecnica e di Pianificazione

Trasmette alla Provincia, Regione e Prefettura i primi mod. EM-01 dati sui danni subiti

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig. 1.2 – Attività della Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione

99/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Dispone un punto di soccorso alle persone che avvertono sintomi da intossicazione in seguito all'evento. Funzione 2 Sanità, ass. Sociale e Veterinaria

Verifica eventuali inquinamenti al suolo e nei corsi d'acqua.

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig. 1.3 – Attività della Funzione 3: Volontariato

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 100/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Collabora con le Forze dell'Ordine e la Polizia Municipale, per circoscrivere ed isolare l'area pericolosa, con uomini posizionati sul perimetro della medesima. Funzione 3 Volontariato

In caso di evacuazione, allestisce le aree di attesa

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig. 1.4 – Attività della Funzione 3: Volontariato

101/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Funzione 4 Organizza l'arrivo di transenne, segnali stradali, automezzi utili Materiali e Mezzi alla rimozione di sostanze inquinanti presenti in loco e ogni altro tipo di materiale idoneo all'emergenza.

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig. 1.5 – Attività della Funzione 4: Materiali e Mezzi

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 102/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Assicura, in collaborazione con gli uffici operativi ENEL, ARCALGAS e ACQUE POTABILI la funzionalità delle reti Coordinamernto squadre di tecnici dei Servizi pubblici nella zona colpita dall'evento

Funzione 5 Servizi Essenziali ed Attività scheda V Scolastica (Enti Gestori)

Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura mod. EM-11 eventuali danni ed interruzzioni alle reti di distribuzione

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig. 1.6– Attività della Funzione 5: Servizi Essenziali ed Attività Scolastica

103/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Raccoglie eventuali denunce di danni subite da cose (automobili, Funzione 6 materiali vari, ecc..) sul suolo pubblico per aprire le eventuali pratiche di Censimento Danni rimborso assicurative.

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig. 1.7 – Attività della Funzione 6: Censimento Danni a persone e cose

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 104/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Organizza le deviazioni nella zona a rischio ed individua una viabilità alternativa

Funzione 7 Strutture Operative e Viabilità Mantiene i contatti con gli enti esterni preposti all'intervento (Vigili del Fuoco, Carabinieri, ecc....)

Collabora con la Funzione Tecnica e di Pianificazione

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig.1.8 – Attività della Funzione 7: Strutture Operative e Viabilità

105/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

SCENARIO 2-D RISCHIO INCIDENTI

INCIDENTI FERROVIARI E AUTOSTRADALI

In caso di incidente rilevante, o di specifica richiesta, viene attivato il C.O.C. in coordinamento delle squadre operative.

2. LIVELLO DI EMERGENZA

LIVELLO DI EMERGENZA

mod. EM- 02

Informa la popolazione sullo TeleRadio City/RAITRE regionale stato dell'evento in corso mod. EM- 05

IL SINDACO Mantiene i contatti con altri enti locali interessati (comuni, ecc..)

Coordina l'attività delle Funzioni di Supporto

FUNZIONE 2 FUNZIONE 5 FUNZIONE 1 FUNZIONE 3 FUNZIONE 4 Sanità, ass. sociale e Servizi essenziali e attività Tecnica e di Pianificazione Volontariato Mater iali e mez z i veterinaria scolastica

FUNZIONE 7 FUNZIONE 9 FUNZIONE 6 FUNZIONE 8 Strutture operative locali e Assistenza alla Censimento danni Telecomunicazioni viabilità popolazione

Fig. 2.1 – Schema operativo – fase di EMERGENZA

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 106/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Stabilisce le priorità di intervento in base alle richieste che vengono dalle unità operative di TRENITA LIA o SOCIETA ' A UTOSTRA DE Funzione 1 Tecnica e di Pianificazione

Trasmette alla Provincia, Regione e Prefettura i mod. EM- 01 primi dati sui danni subiti

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig. 2.2 – Attività Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione

107/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Coordina le squadre per portare soccorso alle persone coinvolte nell'evento.

Funzione 2 Mantiene i contatti con le strutture sanitarie locali ed Sanità, ass. Sociale e Veterinaria esterne per eventuali ricoveri.

In caso di necessità, richiede al Sindaco l'acquisto di mod. EM-09 materiale sanitario per l'assistenza dei feriti

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig. 2.3 – Attività della Funzione 2: Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 108/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Mette a disposizione squadre di volontari per esigenze delle altre Funzioni di Supporto

Funzione 3 Organizza e fa distribuire generi di conforto alle Volontariato persone coinvolte.

In caso di incidente rilevante allestisce aree d'attesa per i viaggiatori che devono forzatamente fermarsi.

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig. 2.4 – Attività della Funzione 3: Volontariato

109/124 Mod. GA-01 Ed. 1 data : 24.03.2004 Rev. 0 data : CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Fornisce, al bisogno, materiali di supporto e macchinari specifici Funzione 4 (es. gru, pale, escavatori, ecc..), qualora insufficienti quelli in Materiali e Mezzi dotazione dell'Azienda TRENITALIA o SOCIETA' AUTOSTRADE.

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig. 2.5 – Attività della Funzione 4: Materiali e Mezzi

Mod. GA-01 Ed. 1 data: 24.03.2004 Rev. 0 data: 110/124 CITTA’ DI OVADA Provincia di Alessandria Piano Comunale di Protezione Civile Modulo II – Capitolo 3

Qualora l'incidente interrompesse servizi essenziali si adopera, in collaborazione con gli uffici operativi ENEL, ARCALGAS, ACQUE POTABILI e TELECOM per il Coordinamernto squadre di tecnici ripristino delle funzionalità delle reti dei Servizi pubblici nel più breve tempo possibile

Funzione 5 Servizi Essenziali ed Attività scheda V Scolastica (Enti Gestori)

Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura mod. EM- 11 eventuali danni ed interruzzioni alle reti di distribuzione

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig. 2.6 – Attività della Funzione 5: Servizi Essenziali ed Attività Scolastica

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Raccoglie eventuali denunce di danni subite da cose (automobili, Funzione 6 materiali vari, ecc..) sul suolo pubblico per aprire le eventuali pratiche di Censimento Danni rimborso assicurative.

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig. 2.7 – Attività della Funzione 6: Censimento Danni a persone e cose

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Funzione 7 Organizza la viabilità, anche di tipo alternativo, per evitare il blocco della circolazione, garantendo altresì l'arrivo e la partenza Strutture Operative e Viabilità sul luogo di crisi dei mezzi di soccorso.

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig.2.8 – Attività della Funzione 7: Strutture Operative e Viabilità

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Assicura, in collaborazione con il Responsabile Radio Amatori il collegamento con le squadre operative

Funzione 8 Tiene nota di tutti gli spostamenti delle suadre operative impegnate Telecomunicazioni sul territorio

Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura eventuali danni mod. EM- 10 ed interruzzioni ai servizi di telecomunicazione

SCENARIO 2-D / EMERGENZA Fig. 2.9 – Attività della Funzione 8: Telecomunicazioni

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SCENARIO 2- E RISCHIO TRASPORTI

INCIDENTI CON RILASCIO DI SOSTANZE PERICOLOSE

1. LIVELLO DI EMERGENZA

LIVELLO DI EMERGENZA

Attiva il C.O.C.

mod. EM-02

Informa la popolazione sullo stato dell'evento in corso TeleRadio City/RAITRE regionale

IL SINDACO mod. EM-05

Mantiene i contatti con le autorità locali interessate

Coordina l'attività delle Funzioni di Supporto

FUNZIONE 2 FUNZIONE 5 FUNZIONE 1 FUNZIONE 3 FUNZIONE 4 Sanità, ass. sociale e Servizi essenziali e attività Tecnica e di Pianificazione Volontariato Materiali e mezzi veterinaria scolastica

FUNZIONE 7 FUNZIONE 9 FUNZIONE 6 FUNZIONE 8 Strutture operative locali e Assistenza alla Censimento danni Telecomunicazioni viabilità popolazione

Fig. 1.1 – Schema operativo – fase di EMERGENZA

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Fornisce supporto ai Vigili del Fuoco e alle aziende specializzate impegnate nella bonifica

Funzione 1 Tecnica e di Pianificazione In caso di necessità da supporto al SET

Trasmette alla Provincia, Regione e Prefettura i mod. EM- 01 primi dati sui danni subiti

SCENARIO 2-E / EMERGENZA Fig. 1.2 – Attività Funzione 1: Tecnica e di Pianificazione

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Dispone punti di soccorso alle persone che avvertono sintomi da intossicazione in seguito all'evento.

Funzione 2 Controlla eventuali sintomi su animali presenti in zona. Sanità, ass. Sociale e Veterinaria

Mantiene i contatti con le strutture sanitarie locali ed esterne per eventuali ricoveri.

SCENARIO 2-E / EMERGENZA Fig. 1.3 – Attività della Funzione 2: Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

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Collabora con le Forze dell'Ordine e la Polizia Municipale, per circoscrivere ed isolare l'area pericolosa, con uomini posizionati sul perimetro della medes ima.

Funzione 3 Coadiuva tutte le funzioni di supporto fornendo uomini per Volontariato la viabilità, mezzi per i lavori di bonifica e materiale vario.

In caso di evacuazione, allestisce le aree di attesa

SCENARIO 2-E / EMERGENZA Fig. 1.4 – Attività della Funzione 3: Volontariato

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Fa confluire, a richiesta, sul luogo colpito, squadre di operatori, segnaletica, materiali e mezzi adatti alla bonifica dell'area.

Funzione 4 Materiali e Mezzi

Fa confluire, a richiesta, camion o mezzi di trasporto per eventuali movimenti di uomini e animali.

SCENARIO 2-E / EMERGENZA Fig. 1.5 – Attività della Funzione 4: Materiali e Mezzi

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In caso di interruzione della rete idrica, elettrica e del gas, Coordinamernto squadre di coordina i rappresentanti degli enti specifici per il ripristino tecnici urgente delle erogazioni.

scheda V (Enti Gestori)

Comunica alla Provincia, Regione e Prefettura mod. EM-11 eventuali danni ed interruzzioni alle reti di distribuzione Funzione 5 Servizi Essenziali ed Attività Scolastica Nel caso in cui fosse coinvolto un plesso scolastico si assicura che esso sia evacuato secondo le procedure previste nei piani interni di emergenza.

Di concerto con la Funzione Volontariato, provvede a portare soccorso alle persone coinvolte ed organizzere trasporti urgenti per il rientro degli alunni presso le proprie abitazioni. Coordinamento con Funzione Volontariato Se necessario, In collaborazione con la Funzione Volontariato, provvede a portare assistenza alle persone coinvolte.

SCENARIO 2-E / EMERGENZA Fig. 1.6 – Attività della Funzione 5: Servizi Essenziali ed Attività Scolastica

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Raccoglie eventuali denunce di danni subite da cose (automobili, Funzione 6 materiali vari, ecc..) sul suolo pubblico per aprire le eventuali pratiche di Censimento Danni rimborso assicurative.

SCENARIO 2-E / EMERGENZA Fig. 1.7 – Attività della Funzione 6: Censimento Danni a persone e cose

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Organizza le deviazioni nella zona a rischio ed individua una viabilità alternativa Funzione 7 Strutture Operative e Viabilità Mantiene i contatti con gli enti esterni preposti all'intervento (Vigili del Fuoco, Carabinieri, ecc....)

SCENARIO 2-E / EMERGENZA Fig.1.8 – Attività della Funzione 7: Strutture Operative e Viabilità

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Funzione 8 Provvede ad informare i cittadini e gli utenti della strada Telecomunicazioni sull'evolversi dell'emergenza.

SCENARIO 2-E / EMERGENZA Fig. 1.9 – Attività della Funzione 8: Telecomunicazioni

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Garantisce l'assistenza alla popolazione nelle aree Coordinamento con di attesa Funzione Volontariato

Funzione 9 In caso di necessità richiede al SIndaco l'acquisto mod. EM- 09 Assistenza alla Popolazione di materiali per assistenza alla popolazione

In caso di inadeguatezza delle strutture ricettive disponibili, individua altre strutture idonee mod. EM-08 Ne richiede l'uso al Sindaco tramite ordinanza

SCENARIO 2-E / EMERGENZA Fig. 1.10 – Attività della Funzione 9: Assistenza alla popolazione

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MODULO III

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PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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1 SCHEDE

Scheda A Inquadramento territoriale del comune Scheda B Strutture sanitarie Scheda C Edifici pubblici Scheda D Alberghi Scheda E Edifici storici culturali Scheda F Case di riposo Scheda G Scuole Scheda H Edifici rilevanti Scheda I Campeggi Scheda L Impianti sportivi Scheda M Impianti produttivi Scheda N Risorse umane responsabili di funzione Scheda N Risorse umane addetti Scheda O Associazioni di volontariato Scheda P Magazzini Scheda Q Mezzi Scheda R Materiali ed attrezzature Scheda S Aree destinate a fini di Protezione Civile. Scheda T PRCM Scheda U Stazioni ed impianti delle infrastrutture di trasporto Scheda V Reti - Enti gestori Scheda X Aree inondabili Scheda Z Segnalazioni di criticità

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2 MODULISTICA

La modulistica utilizzata si basa su quella fornita dal Servizio di Protezione Civile Provinciale. La modulistica è costituita da:  messaggistica per le diverse fasi di allertamento;  moduli;  manifesti;  ordinanze.

2.1 Messaggistica per fasi di allertamento

Per lo scenario di rischio idrogeologico (1-A) la modulistica allegata al Piano è suddivisa per livello di allertamento:

 Attenzione: moduli AT-01 y AT03; AT 01 Comunicazione dal responsabile di funzione al sindaco AT 02 Comunicazione dal Sindaco al responsabile di funzione

 Preallarme: moduli PA01 y PA21; PA 01 Comunicazione dal Sindaco al responsabile di funzione PA 02 Comunicazione dal responsabile di funzione al sindaco PA 03 Modulo di attivazione del personale PA 04 Richiesta di disponibilità attrezzature e mezzi Funz Mat e Mezzi PA 05 Elenchi delle dotazioni di mezzi e materiali, comunicazione al Resp di Funzione PA 06 Richiesta disponibilità responsabili servizi essenziali e attività scolastiche PA 07 Conferma disponibilità responsabili servizi essenziali e attività scolastiche PA 09 Comunicazione attivazione stato di allerta a Società di Telecomunicazioni PA 10 Comunicazione alla popolazione per stato di allertamento PA 11 Comunicazione attivazione stato di allerta alla prov PC e al C.O.M PA 14 Conferma disponibilità responsabili servizi essenziali e attività scolastiche PA 15 Funzione sanità, assistenza sociale e veterinaria

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PA 16 Comunicazione attivazione stato di allerta a Responsabile Radio Amatori PA 17 Comunicazione attivazione stato di allerta a ENEL SPA PA 18 Comunicazione attivazione stato di allerta a ARCALGAS SPA PA 19 Modulo di attivazione del personale PA 20 Richiesta disponibilità attrezzature e mezzi PA 21 Comunicazione alla popolazione cessato stato di allertamento

 Allarme: moduli AL01 y AL20; AL 01 Comunicazione alla popolazione AL 01a Comunicazione alla popolazione per stato di allertamento AL 02 Attivazione di mezzi non comunali AL 03 Attivazione materiali e mezzi AL 04 Funzione Tecnico scientifica e pianificazione AL 05 Richiesta mezzi e attrezzature AL 06 Convocazione dei responsabili servizi essenziali e attività scolastiche AL 07 Verbale di presa di funzione dei responsabili servizi essenziali e attività scolastiche AL 08 Richiesta di ordinanza per chiusura scuole AL 09 Istituzione cancelli area di crisi AL 10 Richiesta di ordinanza per l'attivazione di mezzi non comunali AL 11 Comunicazione per prossimità di evento a tecnici e radioamatori AL 12 Strutture ricettive AL 13 presidio criticità AL 14 Scheda anagrafica popolazione evacuata AL 15 Richiesta di acquisto materiali AL 16 Temporanea sistemazione alloggiativa AL 17 Comunicazione alla popolazione cessato stato di allertamento AL 18 modalità di comunicazione con C.O.M AL 19 popolazione verso le aree di attesa AL 20 Richiesta di revoca ordinanza per l'attivazione di mezzi non comunali

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 Emergenza: moduli EM01 y EM14. EM 01 Scheda di rilievo degli effetti dell'evento EM 02 Comunicazione alla popolazione EM 03 Attivazione di mezzi non comunali EM 04 Attivazione materiali e mezzi EM 05 Comunicazione alla popolazione per stato di allertamento EM 06 Richiesta di ordinanza per l'attivazione di mezzi non comunali EM 07 Richiesta mezzi e attrezzature EM 08 Temporanea sistemazione alloggiativa EM 09 Richiesta di acquisto materiali EM 10 Comunicazione interruzione servizi EM 11 Comunicazione danni alla prefettura EM 12 Modulo segnalazione guasti EM 13 Strutture ricettive EM 14 Richiesta di revoca ordinanza per l'attivazione di mezzi non comunali

 Superamento Emergenza: moduli SE01 y SE08. SE 01 Comunicazione alla popolazione SE 02 Nota informativa sulle attività in corso SE 03 Richiesta di acquisto materiali SE 04 Richiesta di ordinanza per riapertura scuole SE 05 Richiesta di revoca dello stato di emergenza SE 06 Richiesta di revoca ordinanza per l'attivazione di mezzi non comunali SE 07 Richiesta di revoca stato di emergenza SE 08 Scheda di rilievo degli effetti dell'evento

Per i restanti scenari di rischio, è presente solo la modulistica per l’emergenza.

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2.2 Ordinanze

 Abbattimento e distruzione degli animali e successiva  Acque destinate al consumo umano  Allevamento infetto  Avvelenamento e/o tossinfezione alimentare  Blocco attività e e/o sgombero sostanze  Esecuzione lavori stradali  Gestione rifiuti in forma speciale  Impiego maestranze  Istituzione divieto di sosta con rimozione forzata  Istituzione doppio senso di circolazione su strada senso unico  Istituzione inversione senso di marcia  Istituzione zona traffico limitato  Sgombero abitato  Chiusura precauzionale scuole  Requisizione mezzi  Sequestro e tossinfezione alimentare  Sgombero cimitero  Sospensione area pedonale  Sospensione attività produttive generali  Temporanea sistemazione alloggiativa  Ufficio crisi

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2.3 Moduli

 Pass per automezzi  Permessi di accesso  Richiesta di rimborso spese carburante  Scheda acquisto carburanti per autotrazione  Scheda anagrafica popolazione evacuata  Scheda carburanti per autotrazione  Sistemazione nucleo familiare

2.4 Manifesti

 Manifesto allarme generale per evacuazione  Manifesto allerta evacuazione popolazione

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3 CARTOGRAFIA

Cartografia operativa:

Tav. TITOLO SCALA Cartografia aree inondabili e idrografia principale e secondaria e sezioni A.1 1:10000 critiche. Aree di ammassamento soccorsi, aree di attesa e strutture ricettive, aree A.2 1:10000 adibite ad atterraggio elicotteri, edifici pubblici. Vie di comunicazione (strade autostrade ferrovie) con relativi manufatti A.3 1:10000 stradali e reti di distribuzione

E’ allegata al Piano anche la seguente cartografia di base:

Tav. TITOLO SCALA 1 Carta geologica strutturale. 1:10000 2 Carta geomorfologia dei dissesti e della dinamica fluviale 1:10000 3 Carta geoidrologica 1:10000 4 Carta dell’acclività 1:10000 5 Carta delle opere di difesa idraulica 1:10000 6 Carta della caratterizzazione litotecnica dei terreni 1:10000

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4 ALTRI ALLEGATI

B.1 Piano di emergenza diga di Ortiglieto. B.2 Studio provinciale sul rischio bombe d’aereo inesplose. B.3 Elenco mezzi e materiali1. B.4 Statuto Volontari della Protezione Civile. B.5 Regolamento Comunale di Protezione Civile2. B.6 Sistema regionale di allertamento per situazione di rischio idrogeologico derivanti da condizioni meteoidrologiche critiche. B.7 Procedure di emergenza S.E.T. (Servizio Emergenza Trasporti). B.8 Elenco persone disabili residenti nel territorio comunale3.

1 L’elenco dei materiali e dei mezzi viene consultato, in caso di necessità, accedendo direttamente all’archivio comunale. E’ comunque presente un elenco stampato aggiornato ogni 6 mesi. 2 Il regolamento Comunale di Protezione Civile sarà redatto ed allegato dopo l’approvazione del Piano Comunale di Protezione Civile. 3 L’elenco dei disabili viene fornito dalla ASL di competenza su supporto informatico ogni sei mesi. E’ comunque presente una copia cartacea.

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