LA MEMORIA FIGURATIVA-9 ANGELO INGANNI (1807-1880) I disegni

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LA MEMORIA FIGURATIVA-9 ANGELO INGANNI (1807-1880) I disegni

mostra a cura di Maurizio Mondini

galleria aab - vicolo delle stelle, 4 - Brescia 15 aprile - 6 maggio 1998 feriali e festivi 15.30 - 19.30 lunedi chiuso

AAB EDIZIONI

La proficua e costante collaborazione fra le strutture museali ed espositive delle amministrazioni comunale e provinciale di Brescia - i Civici Musei di storia ed arte e l’Associazione “Brescia mostre Grandi eventi” - e l’Associazione degli artisti bresciani - A.A.B. - aveva già prodotto all’inizio dell’anno corrente l’allestimento nella storica sede dell’A.A.B. della sezione della mostra “Napoleone Bo- naparte. Brescia e la Repubblica Cisalpina. 1797-1799” dedicata al tema “Le soppressioni e le spoliazioni”. La concertazione fra gli enti locali e le associazioni prosegue anche nell’occasione della nuova mostra che si sta aprendo nel palazzo Bonoris di via Tosio, “Angelo Inganni. Un pittore bre- sciano nella Milano romantica”: nella sede dell’A.A.B. viene pro- posta un’ampia scelta di disegni dell’Inganni, tutti di proprietà dei Civici Musei di Brescia, a completare il panorama offerto dal- la maggiore rassegna. Come riferisce nel saggio introduttivo il curatore della sezione, professor Maurizio Mondini, i Civici Musei di Brescia possiedono un fondo cospicuo, pressoché integrale, dei disegni del pittore, che provengono direttamente dal suo atelier e consentono di docu- mentare e ricostruire il percorso creativo dell’artista, mostrando la genesi e lo sviluppo delle sue diverse “specializzazioni”, in partico- lare il vedutismo, la ritrattistica e la pittura di genere, e dislocan- dosi lungo l’intero arco della sua attività. Nel ricco fondo dei Civi- ci Musei proveniente dall’atelier dell’Inganni il curatore ha anche identificato un nucleo di disegni che ritiene di poter attribuire al celebre miniaturista bresciano Giambattista Gigola, la cui vedova l’Inganni aveva sposato. Proprio del Gigola i visitatori della mostra “Napoleone Bonaparte. Brescia e la Repubblica Cisalpina” hanno potuto recentemente ammirare alcuni capolavori. La mostra dei disegni dell’Inganni verrà allestita, oltre che al- l’A.A.B., nelle sedi pubbliche di Gussago, Salò e Iseo, secondo il programma definito dalla commissione “Circuitazione espositiva” dell’assessorato alla cultura dell’Amministrazione provinciale. Un vivo apprezzamento e un cordiale ringraziamento vanno doverosamente rivolti al professor Maurizio Mondini e alla sua collaboratrice, dottoressa Paola Segramora.

Il comitato organizzatore

Brescia, aprile 1998

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Angelo Inganni, disegni dallo studio di Maurizio Mondini

Il fondo dei disegni di Angelo Inganni conservato presso i Civi- ci Musei d’arte e storia di Brescia è costituito da circa trecentocin- quanta pezzi; la loro catalogazione ha consentito, nel 1981, di pre- sentarne un’ampia selezione a Gussago ed a Milano. Fin da allora apparve chiara l’importanza dell’insieme, in primo luogo perchè rappresenta di fatto l’intero corpus grafico dell’artista, almeno per quanto fino a oggi si conosce: poche altre prove, in genere singoli acquarelli, sono infatti segnalate in collezioni bresciane e milanesi, sia private che pubbliche. Gli elaborati presenti nei Civici Musei rispecchiano inoltre fedelmente, anche in senso quantitativo, le di- verse “specializzazioni” dell’Inganni: i fogli variamente riferibili al vedutismo, alla ritrattistica ed alla cosiddetta “pittura di genere” appaiono prevalere in modo netto su quelli di soggetto letterario o sacro. Si notano quindi la varietà dimensionale dei fondi, dai gran- di formati, prossimi a quelli di una tela finita, al frammento di al- cuni centimetri quadrati, e il carattere in genere poco rifinito dei disegni, spesso velocemente schizzati con pochi tratti di matita o di penna. Queste caratteristiche evidenziano come il fondo non sia il risultato di una selezione avvenuta con criteri, almeno corrente- mente, collezionistici. Ciò rende assai probabile che esso provenga direttamente dall’atelier stesso dell’Inganni. Tale circostanza è avvalorata dalle ricerche ora svolte nell’archi- vio dei Musei, di recente riordinato: si è così accertato che i disegni provengono dall’eredità di Annetta Ferioli Mignani, scomparsa nel 1929 senza eredi. In una nota attribuibile ad Alessandro Scrinzi (allora direttore della Pinacoteca civica) si invitava “sua eccellenza Turati” ad interessarsi presso i competenti ministeri, affinché “l’e- redità giacente”, comprendente circa quattrocento dipinti, non fi- nisse del tutto “in mano di privati speculatori e forse all’estero”, at- traverso la già prevista asta pubblica. L’attenzione si era in partico- lare rivolta ad una “dozzina” di opere, considerate di “notevolissi- mo interesse artistico”, come il trittico attribuito al Romanino (ri- velatosi poi opera mediocre della sua scuola) ed “i numerosi altri dipinti” dovuti al “pittore pure bresciano Angelo Inganni, che svol- se la sua attività nel secolo scorso e che viene da essi posto in una luce nuova”. Dagli inventari allora redatti, in modo talmente fret- toloso da rendere talvolta problematica l’identificazione dei dipin- ti, si deduce che le tele dell’Inganni assommavano ad una trentina almeno. Dopo un complesso iter burocratico, nove furono deposi-

5 tate nei Civici Musei, insieme a non meglio specificati “disegni, per i quali la consegna è stata fatta in blocco”. Due feste notturne furono invece inviate a Milano presso la Pinacoteca di Brera (con un dipinto su tavola di Francesco Hayez raffigurante Maria Stuarda). Oltre ai due ritratti della moglie Amanzia Guerillot ed alla “Festa nuziale”, datata 1870 - per citare solo le opere più note scelte in tale occasione - nei Musei bresciani giunse più tardi (entro il 1950 circa) dalla stes- sa eredità, ma con passaggi non sempre chiari, un’altra decina di tele dovute ancora all’Inganni, in particolare bozzetti; tra queste è almeno da ricordare, per il suo notevole livello qualitativo, il paesaggio con la villa del Taglietto presso Gussago. Per chiarire la vicenda nel suo com- plesso, anche nei risvolti “inganniani”, converrà rileggere un informa- tissimo articolo anonimo comparso, quando ormai la vicenda si era conclusa, sul “Popolo di Brescia” il primo aprile 1931, con il titolo “Ciò che è passato alle raccolte cittadine dalle sudicie stanze di An- netta Ferioli”. Vi si narra come Annetta, vedova dell’antiquario e pit- tore Angelo Mignani, vivesse nel suo appartamento in corso “nella sporcizia più disgustosa”, con cinque galline ed un gatto; vive- va di “carità”, benché il patrimonio ritrovato dopo la sua morte as- sommasse ad “un valore superiore al milione”. Tra i dipinti si notava- no “per numero e pregio” quelli di Angelo Inganni, “con cui il Mi- gnani doveva essere in rapporti di amicizia: parecchi ritratti di manie- ra e molti di quei caratteristici bozzetti con figure, […] arrossate da vampe di focolari o da riverberi di braci”. Ancora dell’Inganni il gior- nalista riferiva come dovesse “rimanere in Pinacoteca […] una note- vole collezione di disegni”. In effetti i disegni ben si correlano, nell’ipotizzabile comune pro- venienza dallo studio bresciano del pittore, ai ritratti della moglie Amanzia, alle opere rimaste inconcluse ed ai numerosi bozzetti. Gli elaborati si distribuiscono inoltre lungo un arco piuttosto ampio del- l’attività dell’Inganni: dalle prime prove accademiche, eseguite verosi- milemente alla “scuola del nudo” di Brera, si passa ai lavori accostabi- li alle vedute milanesi del quarto decenio, ai primi soggetti di genere “alla fiamminga” fino agli “effetti di fuoco e di lume” così ampiamen- te sperimentati nella tarda fase bresciana. È da notare infine come nel “blocco” fossero in origine frammisti materiali dovuti ad altra mano, in gran parte tuttavia riferibili all’ambito familiare: si riconoscono un disegno firmato dal figlio Enrico e alcuni oli su carta con fiori ed ani- mali eseguiti con diligente accuratezza dalla sua allieva, poi consorte, Amanzia Guerrillot. Per qualche disegno, sottilmente delineato con una matita dalla punta durissima, si può suggerire l’attibuzione (ma ciò andrà meglio verificato) al celebre miniaturista bresciano Giam- battista Gigola, del quale l’Inganni sposò - in prime nozze - la vedova. Se per i singoli fogli si rimanda alle relative schede in catalogo, si tratterà ora di meglio valutare quale ruolo il disegno abbia rivestito nell’opera dell’Inganni. Già Gaetano Panazza, nell’introduzione al ca-

6 talogo della citata mostra gussaghese, aveva esaurientemente sottoli- neato le peculiarità del fondo, costituito da “materiale svariatissimo”, dove sono “preponderanti […] gli schizzi gettati giù alla brava, con notazioni rapide, con segni ora guizzanti e lampeggianti, ora invece persino grossolani ed incerti: dal disegno ottenuto con una semplice linea si passa a quello con ombreggiature e a quello fortemente chia- roscurato; il tratto tremolante o il segno netto e preciso possono con- vivere con altre parti, dove penna e matita creano arruffati grovigli di segni sovrapposti”. L’Inganni “rifuggiva quindi dal disegno concluso e del tutto completo, in modo da essere autonomo, era invece rapido e sommario e diventava poi minuto e analitico nella pittura ad olio”1. Questo contrasto si spiega tuttavia considerando la pratica esecu- tiva propria dell’Inganni: l’apparente “indeterminatezza” dei disegni, verificabile anche nei bozzetti ad olio, deriva da un’operatività ten- dente a risolvere in modo diretto sulla tela l’elaborazione complessiva dell’opera. Come ben mostrano i dipinti non terminati, è l’abbozzo, delineato a matita od a penna sulla preparazione, che assume la fun- zione di vero e proprio disegno preparatorio. Il carattere estemporaneo degli appunti grafici, velocemente trac- ciati sui fogli, assume invece il senso di una “scrittura” sintetica, volta alla resa immediata di un’idea figurativa che, a sua volta, appare qua- si sempre scelta e concepita in funzione della sua traduzione pittorica. Ciò può avvenire anche in modo pressochè subitaneo: quando il pit- tore considera ormai sufficiente il grado di determinatezza raggiunto, anche solo con pochi tratti di matita o di penna, vi sovrappone la ti- pica quadrettatura, volta a riportare sulla tela la composizione conve- nientemente ingrandita. Talvolta, quando il segno si sovrappone nel- la trama inestricabile dei “pentimenti”, emerge invece una insoddisfa- zione quasi nervosa. Coerentemente con la produzione di tipo vedu- stico e di genere, molti disegni riportano motivi colti dal vero, fissati quasi istantaneamente per la strada od attorno ad un fuoco; l’atten- zione del pittore, in questi casi, si rivolge a temi da inserire all’occor- renza in un possibile dipinto, in parte o nel loro insieme, più o meno modificati. Per l’Inganni l’esercizio del disegno assume quindi un carattere es- senzialmente strumentale: esso appartiene alla fase di elaborazione che precede l’opera finita, fatto quindi soprattutto privato che, in quanto tale, è svolto senza alcuna preoccupazione di “piacevolezza”. L’esposizione di questi disegni sarebbe stata probabilmente disappro- vata dal loro autore, anche se oggi rivestono, ovviamente, un notevo- le interesse e, se si vuole, una propria “validità estetica” nell’ormai da tempo apprezzata, e teorizzata, corrispondenza tra il gesto ed il segno dell’artista.

1 Disegni di Angelo Inganni. 1807-1880, a cura di Gaetano Panazza, Maurizio Mon- dini, Alberto Morucci, Catalogo della mostra, Brescia, 1981, pp. 17-19.

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Vedute urbane 1

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22 Effetti di fuoco e di luce 25

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Studi per ritratti e caricature 69

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56 Il Risorgimento 82

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Soggetti letterari e storici 86

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67 Catalogo delle opere a cura di Maurizio Mondini e Paola Segramora

Le schede siglate “p.s.” sono opera di Paola Segramora, quelle senza sigla di Maurizio Mondini.

Riferimenti bibliografici: Giorgio Nicodemi, Angelo Inganni, Milano, 1942 Disegni di Angelo Inganni. 1807-1880, a cura di Gaetano Panazza, Maurizio Mondini, Alberto Morucci, Catalogo della mostra (Gussago, 9 maggio/21 giugno 1981), Brescia, 1981

L’indicazione “1981, n. X” si riferisce al catalogo della mostra di Gussago (Brescia) del 1981.

68 VEDUTE URBANE Sanità o dei Crociferi, rimodernata dal Torriani nel 1841. A destra in primo piano si può notare l’insegna con l’aquila bicipite 1) Veduta del Naviglio con la chiesa indicante un posto di polizia. Si segnala di San Marco in Milano infine che gli studi (matita, mm 549 x 440, matita, tracce di acquarellatura, Brescia, Civici Musei d’arte e storia, Fondo mm 303 x 307 Inganni, e penna, matita, mm 798 x 662, 1981, n. 15 Brescia, Civici Musei d’arte e storia, Fondo Inganni) riprendono l’inquadratura Il disegno, con quello pubblicato da prospettica dell’omonima tela, ma si Nicodemi (1942, fig. 40, p. 90), che non è riferiscono probabilmente ad un’altra possibile rintracciare, si riferisce alla Veduta versione, non rintracciata, in quanto le figure del Naviglio con la chiesa di San Marco in primo piano sono diverse e manca la neve. (olio su tela, cm 30 x 37,3, Milano, Civico L’esecuzione di questo disegno deve risalire Museo di Milano, inv. n. 10). alla fine degli anni Quaranta, perché nella p.s. variante del 1850 (olio su tela, cm 32 x 24, firmato e datato in basso a sinistra “A. Inganni fece 1850”, collezione privata) 2) “Il Naviglio di via Vittoria con il ponte non compare il tondo con l’aquila bicipite, di via Olocati e la chiesa di Santa Maria in alto a sinistra, che non viene più messo della Vittoria in Milano” in evidenza dopo i moti del 1848. penna, matita, mm 309 x 411 p.s. in alto a sinistra: “Ponte / degli Olocati” 1981, n. 9 4) Corsia dei Servi a Milano È uno dei numerosi studi per la famosa matita, mm 228 x 253 veduta Il Naviglio di via Vittoria con il 1981, n. 12 ponte di via Olocati e la chiesa di Santa Maria della Vittoria (olio su tela, cm 105,5 Assieme alla piazza del di Milano e x 131, firmato e datato in basso a destra al “Tombone di San Marco”, la Corsia dei “Inganni fece dal vero 1845”, collezione Servi costituì uno studio privilegiato di privata) che documentano la precisione del artisti come Giuseppe Canella (olio su tela, pittore nel cogliere tutti i dettagli del cm 81 x 64, firmato e datato a sinistra in luogo che voleva rappresentare. basso “Canella 1833”, collezione privata Si segnalano inoltre un disegno a penna e milanese, presentato nel 1833 matita su tela preparata (mm 300 x 373, all’esposizione di Brera; e una replica, olio Brescia, Civici Musei d’Arte e Storia, su tela, cm 83 x 65, firmata e datata in Fondo Inganni) già pubblicato da Mondini basso a destra “Canella 1834”, Civico (Disegni... 1981, n. 8), e il bozzetto (olio su Museo di Milano, Milano). Anche Inganni, tela, cm 24,5 x 35,5, collezione privata). sull’esempio di Canella e Giuseppe p.s. Migliara, ritrasse questa arteria cittadina: Corsia dei Servi (olio su tela, cm 52,5 x 42,5, firmato in basso a destra “A. Inganni”, 3) La colonna del Redentore al Verziere collezione privata milanese) e Veduta del vista dall’antico vicolo di San Bernardino corso Francesco di Milano con neve cadente penna, tracce di matita, mm 229 x 161 (olio su tela, cm 72 x 63, firmato e datato 1981, p. 5 in basso a destra “Dal vero Angelo / l’inverno 1848”, collezione privata). Il disegno a penna fa parte di un nucleo di p.s. tre studi relativi alla Veduta della colonna del Redentore al Verziere vista dall’antico vicolo di San Bernardino (olio su tela, cm 60,8 x 43,5, 5) Il Duomo di Milano verso la piazzetta firmato in basso a destra: “Angelo Inganni”, di Palazzo Reale collezione privata). La colonna del matita, penna, mm 327 x 253 Redentore, attribuita a Francesco Maria 1981, n. 14 Richini e al figlio Gian Domenico, faceva parte dei monumenti eretti da Carlo È un ulteriore studio dei luoghi deputati al Borromeo nei crocicchi delle strade durante passeggio a piedi o in carrozza nel centro la peste del 1576. Sullo sfondo si vede via di Milano. Durini con la chiesa di Santa Maria della p.s.

69 6) “Veduta del leone e del corso di Porta l’attenzione alle macchiette. Questa è una Orientale” (Veduta di piazza a costante di tutta la sua produzione pittorica Milano) ed è causa di quello “spostamento matita, mm 190 x 170 d’interesse” dello spettatore che viene attratto, in primo luogo, dalla vita e dal È uno studio preciso e puntuale per costume delle macchiette e, in secondo l’opera Piazza San Babila e il corso di Porta luogo, dalla struttura spaziale architettonica. Orientale (olio su tela, cm 44 x 54, firmato p.s. in basso a destra: “A. Inganni / 1836”, collezione privata). Nella redazione finale non compare la 10) Veduta della chiesa di San Michele a parte sinistra del quadro. Bergamo p.s. matita, mm 325 x 258 1981, n. 20 11) Veduta della chiesa di San Michele a 7) Veduta del Seminario di Barlassina Bergamo matita, penna, mm 197 x 154 matita, mm 211 x 167 in basso a sinistra: “Seminario di Barlassina” 1981, n. 21 1981, n. 19 Un bozzetto di contenuto affine è apparso recentemente sul mercato antiquariale. 8) Porta Orientale a Milano acquarello, mm 175 x 227 9) Porta Orientale a Milano 12) Veduta del Broletto di Monza penna, carboncino, matita, mm 188 x 250 matita, mm 232 x 202 1981, nn. 6-7 1981, n. 22 Sia l’aquarello che il disegno quadrettato Il disegno, che raffigura l’Arengario, si testimoniano come l’interesse del pittore, riferisce a un gruppo di studi effettuati da in questi primi anni di attività, si Inganni a Monza per eseguire l’opera concentrasse sull’esempio dei suoi maestri Veduta della Contrada Nuova in Monza Migliara e Canella, i quali, nel primo (olio su tela, cm 140x175, firmato e datato lustro degli anni Trenta dell’Ottocento, si in basso a destra “Angelo Inganni 1850”, confrontavano sul versante del vedutismo Monza, Musei Civici). di soggetto milanese. p.s. Difatti la rivalità dei due maggiori vedutisti operanti a Milano in quel periodo (rivalità sul piano del successo 13) “Veduta dell’Arco della Costa in espositivo e di mercato) aveva portato a Verona“ una coincidenza di scelte tematiche e matita, mm 727 x 604, foglio giuntato ai stilistiche fra i due artisti; si vedano in bordi proposito: Giovanni Migliara, Veduta del 1981, n. 26 corso di Porta Orientale (acquarello, mm 185 x 270, firmato in basso a sinistra Il grande foglio quadrettato si riferisce “Gio. Migliara” – databile tra il 1832, all’opera Veduta dell’Arco della Costa in anno di conclusione dei lavori di Verona esposta a Milano nel 1844 o costruzione della barriera di Porta all’omonima tela esposta alla Società delle Orientale del Vantini, e il 1837, anno di Belle Arti di Vienna nel 1851. morte del pittore –, in collezione privata Attualmente rimangono: un piccolo milanese); Giuseppe Canella, Veduta del bozzetto Veduta della piazza delle Erbe corso di Porta Orientale (olio su tela, cm (olio su cartone, cm 16 x 11, firmato in 30 x 40, 1834, Bronzolo, collezione del basso a destra “Dal vero Angelo Inganni dott. Rupert Lentsch); Giuseppe Canella, fece”, Milano, collezione privata) e un Veduta dello stradone di (olio su acquarello su carta (cm 18 x 15, firmato, tela, cm 29,5 x 36,5, firmato e datato in Brescia, collezione privata). basso a sinistra “G. Canella 1835”, in p.s. collezione privata milanese). Confrontando queste opere con il disegno e l’acquarello di Angelo Inganni si nota come 14) Fontana di piazza del Duomo a il punto di vista delle vedute del pittore Brescia bresciano è sempre ravvicinato e maggiore è matita, mm 278 x 200

70 15) Il battello a vapore “Lariano” medievale lombarda che allora viveva una sul lago di Como stagione di revival. matita, tracce di penna, tondo, mm 224 È interessante notare che Inganni riprende il taglio compositivo usato dal maestro Il tondo è riferibile agli studi condotti sia Giuseppe Migliara nella Veduta del da Inganni che da Amanzia nel secondo Naviglio in Fatebenefratelli (olio su tela, cm lustro degli anni Quaranta; infatti nel 70 x 100, 1833, Milano, collezione 1846 Inganni espose alla Società privata), ma adotta un punto di vista Promotrice di Torino Il portico del lago di ravvicinato, che gli permette di evidenziare Como con battello e piroscafo e sempre maggiormente le figure in primo piano. nello stesso anno a Milano una Veduta del Allo stato attuale degli studi non si è in porto di Como. Ma anche l’allieva si grado di stabilire se si riferisca a una cimentava nei soggetti del maestro, come versione ad olio o sia uno studio per le due si può vedere dalle sue presenze alla stessa varianti della Veduta del Naviglio con la Società Promotrice, dove espose nel 1847 chiesa di San Marco (Milano, Civico Una veduta del battello a vapore sul lago Museo di Milano, inv. n. 10; olio su tela, Lariano. cm 47,5 x 60, firmato e datato in basso a Dal 1847 all’interno del rapporto fra sinistra sul pilastro: “A. Inganni / Fece / allieva e maestro vi fu un fecondo l’anno / 1835”, scambio di motivi e di tematiche: si Milano, collezione Mediocredito spiegherebbe dunque la Veduta della Lombardo). piazza del Duomo di Milano di Amanzia p.s. del 1850, così “inganniana” nella esatta prospettiva e nella caratterizzazione delle macchiette; anche la veduta lacustre può 18) Telamoni del Duomo di Milano essere stata eseguita a quattro mani matita, mm 196 x 278 dall’Inganni e da Amanzia, giovane musa ispiratrice. Compaiono in tutte le versioni delle p.s. Vedute della piazza del Duomo con il Coperto dei Figini: versione del 1838 (olio su tela, cm 163 x127, Milano, Civico 16) Veduta della piazza dei Mercanti in Museo di Milano); versione del 1839, Milano commissionata da Ferdinando I d’Austria matita, mm 205 x 167 (olio su tela, cm 175 x 139, Milano, già collezione Zanoletti); versione del 1839 Il disegno si riferisce con certezza alla (olio su tela, cm 174 x 137, Brescia, versione della Veduta della piazza dei collezione privata); versione del 1840 (olio Mercanti o Il passaggio dalla piazza su tela, cm 57,5 x 71,5, San Pietroburgo, Mercanti alla Pescheria Vecchia (olio su tela, Ermitage); versione senza data (olio su cm 47 x 37, firmato e datato in basso a cartone telato, cm 93 x 76, collezione destra “Dal vero Inganni fece 1844”, Credito Artigiano); versione del 1853 (olio Milano, Civico Museo di Milano) per su tela, cm 294 x 246,7, Parigi, Louvre, l’accurato studio della parte superiore del inv. n. 20617). dipinto. p.s. p.s.

19) Interno della basilica di San Marco in 17) Veduta del Naviglio in Venezia Fatebenefratelli a Milano matita, mm 278 x 197 matita, mm 118 x 170 Si tratta di uno studio della navata centrale Il disegno raffigura la via Fatebenefratelli della basilica di San Marco a Venezia con la parte posteriore della chiesa di San concentrato sull’iconostasi. Marco, della quale è riconoscibile la Si può dunque riferirlo al dipinto sezione di una cappella laterale. Cerimonia nella basilica di San Marco a Questo luogo della vecchia Milano ebbe Venezia alla presenza dell’imperatore una fortuna iconografica straordinaria alle Ferdinando I d’Austria (olio su tela, cm esposizioni all’Accademia di Belle Arti di 90,5 x 69, 1838, collezione privata) Brera, probabilmente anche grazie alla pubblicato da Nicodemi (1942, fig. 29). presenza di un esempio di architettura p.s.

71 20) Figura di muratore datato: “Angelo Inganni fece preso dal matita, mm 200 x 253 vero l’anno 1839”, Trieste, Civico Museo Revoltella, inv. n. 626). La stessa figura compare nei disegni del L’osservazione dell’artista quando si catalogo del 1981 ai n. 3-4 con la veduta recava a ritrarre in un’altra città era quasi della colonna del Verziere a Milano. maniacale. In alcuni suoi appunti La figura è sostituita da uno spazzacamino riferiti al “venditore di pesci e di cozze” nella versione dipinta (1850, Milano, si legge che la camicia doveva essere “di collezione privata). tela rigata frequentemente in rosso; al collo resta aperta ed è soltanto fermata da un fazzoletto tinto in colori vivaci, 21) Figura di popolano con pipa aggruppato sul petto [...]; calzone corto matita, mm 253 x 140 tinto a piacere; la calza è di lana; se è 1981, n. 52 inverno viene alzata sino a coprire il È uno dei protagonisti delle vedute ginocchio sopra a calzoni; berretta di urbane milanesi di Inganni; si ritrova lana rossa o celeste; cappotto con per esempio nei Coperti dei Figini maniche; in estate la manica è corta e la solitamente appoggiato ad una colonna, lana è meno grossa; zoccolo usato oppure nella Veduta del seminario di moltissimo dai pescatori per tenersi Milano (collezione privata) e nelle due asciutti i piedi [...], camminano così versioni di Piazza Fontana del 1844 e anche per la città”. del 1847 e nella Veduta della Contrada Sul verso: disegno di anonimo con Nuova in Monza appoggiato ad un indicazioni sull’abbigliamento dei pescatori pilastro. lagunari. p.s. p.s.

22) Figura di donna 24) Autoritratto del pittore mentre olio su tela, mm 125 x 88 disegna 1981, n. 141 matita, mm 286 x 207

La figura femminile compare per la La stessa figura si trova in controparte, con prima volta nella Veduta di piazza della minime varianti, nella notissima Veduta del Scala con neve cadente vista dalla Galleria giardino Richiedei a Gussago con la (olio su tela, cm 72 x 58, firmato e Santissima sullo sfondo (datata 1859, datato in basso a destra: “Angelo Inganni 1877”, collezione privata) con un vestito Brescia, Civici Musei d’arte e storia). nero ravvivato da un fiocco rosso; cammina lentamente davanti al monumento di Leonardo e si sta EFFETTI DI FUOCO dirigendo, in atteggiamento pensieroso, E DI LUME verso l’arco della Galleria; è la stessa che nel 1879 apparirà sempre isolata e in 25) Piazza con colonna secondo piano nella Veduta di piazza penna, mm 139 x 111 della Loggia con neve cadente (olio su tela, in basso a penna: “Angelo Inganni / cm 136 x 107,5, firmato e datato in Santissima la sera del giorno 18 agosto basso a destra “Angelo Inganni 1879”, 1855” Brescia, Civici Musei d’arte e storia, 26) Soldati attorno al fuoco inv. n. 599). p.s. penna, mm 170 x 135 in basso a penna: “Angelo Inganni / Santissima la sera del giorno 18 agosto 23) Venditore di pesci 1855” penna, inchiostro nero su carta da lucido 27) Festa notturna marrone, mm 383 x 272 penna, mm 170 x 135 1981, n. 32 Si riferisce al personaggio della Veduta della Piazzetta di San Marco a Venezia I tre disegni fanno parte di un piccolo (olio su tela, cm 139 x 178,5, firmato e quaderno con minute di lettere e schizzi.

72 28) Tre scene notturne 36) Mercato e bambini che giocano in basso verso destra a penna: “Inganni penna, mm 244 x 302 Santissima 1856 / la sera del 5 novembre” in basso: “Angelo Inganni fece la sera del penna, mm 402 x 256 (recto) 31 gennaio 1848” 29) Carrozza 1981, n. 40 penna, mm 402 x 256 (verso) 1981, n. 42 È interessante notare nel gruppo mediano all’estrema destra la ripresa del motivo dei quattro ragazzi che giocano che si ritrova nelle 30) Davanti al fuoco Veduta di piazza Fontana (olio su tela, cm penna, mm 187 x 186 97,5 x 82, firmato in basso al centro: 1981, n. 68 “Inganni fecit 1844”, Vienna, Osterreichische Galerie Belvedere, inv. n. 7827) e nella variante del 1847 (olio su tela, cm 50 x 41, 31) Due scene davanti al focolare firmato in basso a destra “Dal vero Angelo penna, mm 274 x 183 Inganni 1847”, collezione privata). scritte varie a matita e penna con la data p.s. “17 luglio 1867” 1981, n. 69 37) Figure a passeggio penna, mm 289 x 269 32) Interno di cucina con figure davanti in basso: “La sera del giorno 17 gennaio al focolare 1848 / alle ore 9 Angelo Inganni fece” penna, mm 165 x 181 1981, n. 41 in basso a destra a penna: “Inganni / 1876” 1981, n. 77 38) Gruppo di cinque ragazzi con cane penna, matita, mm 211 x 290 33) Convito in un cortile 1981, n. 36 penna, mm 274 x 217 in basso a destra a penna: “ Angelo Lo schizzo si riferisce al gruppo di monelli che giocano in primo piano appoggiati al Inganni / Santissima la sera del 13.9.1856” bacino della fontana. Il motivo si ritrova 1981, n. 82 con qualche variante nelle due versioni della Veduta di Piazza Fontana del 1844 e del 1847. p.s. SCENE DI VITA CITTADINA

34) Dopo la nevicata 39) Figure penna, mm 245 x 308 penna, matita, mm 201 x 278 in basso: “Angelo Inganni fece la sera del in alto a destra: “Milano / A. Inganni“ 31 gennaio 1848” 1981, n. 35 1981, n. 38

40) A passeggio 35) Uomo con carriola e cane matita, mm 184 x 233 penna, inchiostro nero, mm 168 x 239 1981, n. 44 in basso: “Angelo Inganni la sera del 17/ gennaio 1848” verso: studio d’uomo con mantello, a matita 41) Due signori con cilibdro e bastone 1981, n. 39 matita, mm 157 x 85 1981, n. 47 L’uomo con carriola, sempre accompagnato da un cagnolino festoso, è una presenza costante di tutte le vedute 42) Accattone con stampelle urbane di Angelo Inganni. matita, mm 94 x 88 p.s. 1981, n. 48

73 43) Tre ragazzi a passeggio 48) Nello sudio di un pittore penna, matita mm 87 x 142 penna, matita, mm 115 x 170 1981, n. 34 in basso a destra: “Inganni“ 1981, n. 138

44) Signora con bambina a passeggio Nel 1850 Inganni presentò all’Accademia penna, mm 140 x 197 di Belle Arti di Brera un quadro di propriètà del “nob. sig. Cav. Uboldo”: È una presenza costante nelle vedute Quadro rappresentante i fabbriceri di una urbane, ma ricorre frequentemente nei chiesa di campagna nello studio di un Rebecchini, sia in quello datato 1850 di pittore. Purtroppo non è possibile Amanzia Guérillot (olio su tela, cm 59 x 76, firmato e datato in basso a destra stabilire una relazione fra il disegno e il “Amanzia / Guérillot / En l’an / 1850”, dipinto in questione, attualmente non Milano, Civico Museo di Milano), sia in reperibile. quello di Inganni (olio su tela, cm 44 x p.s. 50, firmato e datato in basso a destra “Angelo Inganni / 1870”, Brescia, Civici Musei d’arte e storia), in cui compare il FIGURE DI GENERE medesimo scialle a righe variopinte. Sul verso: studi per gruppi di figure. p.s. 49) Mendicante matita, mm 304 x 329 1981, n. 49 45) A passeggio matita, mm 160 x 222 Il motivo si ritrova ripreso nella versione del 50) Mendicante Coperto dei Figini del 1839 per la presenza di matita, mm 112 x 86 diverse figure che compaiono puntualmente 1981, n. 50 in secondo piano, come il gruppo di eleganti signori e donzelle con ombrellino davanti ad 51) Il teatro dei burattini un venditore di stampe. matita grassa, mm 555 x 652 p.s. 1981, n. 55

Alcuni gruppi di figure sono ripresi in 46) Il trasporto della botte controparte nella tela di identico soggetto matita, mm 392 x 457 ora in collezione privata. Lo sudio si riferisce al trasporto della botte presente puntualmente nel dipinto Veduta della Torre di Pallade detta la Pallata (olio 52) Davanti all’osteria su tela, cm 99,5 x 119,5, firmato e datato penna, inchiostro nero acquarellato, mm in basso a destra: “Angelo Inganni 1851”, 218 x 307 Torino, Intendenza di Finanza); compare 1981, n. 59 poi con qualche variante nella Veduta dell’abbazia di Chiaravalle con neve cadente (olio su tela, cm 57,5 x 71, firmato e 53) “Pescarane” datato in basso a destra: “Angelo Inganni / penna, mm 190 x 190 1873”, collezione privata) e nella Veduta del in basso a penna: “Angelo Inganni / fece la Teatro a Brescia con lo scorcio di via Dieci sera del 9 settembre 1855 / Santissima” Giornate (olio su tela, cm 83,5 x 63, 54) Interno di cucina firmato e datato in basso a destra: “Angelo penna, mm 190 x 144 Inganni 1880”, collezione privata). in basso a penna: “Angelo Inganni / fece la p.s. sera del 9 settembre 1855 / Santissima 55) Interno di cucina penna, mm 190 x 144 47) Visita ad un’esposizione 1981, n. 60 penna, matita, mm 115 x 170 in basso a destra: “Inganni”, a penna I tre disegni sono eseguiti sulle facciate di 1981, n. 137 una carta da lettera ripiegata.

74 56) Contadini in riposo STUDI PER RITRATTI E matita, mm 105 x 137 CARICATURE 1981, n. 61

69) Caricatura femminile 57) Vecchio che beve da una brocca e penna, mm 256 x 172 brianzola che accende il lume in basso a sinistra a penna: “Famosa Sina / matita, mm 300 x 237 detta la mesa Brescia” 1981, n. 63 1981, n. 93

58) Contadino che accende la lucerna con 70) Fanciulla che annusa una rosa un tizzone matita, mm 187 x 146 penna, tracce di matita, mm 272 x 216 1981, n. 92 1981, n. 64 71) Tre studi per ritratti a tre quarti di figura 59) Il parroco e la contadina penna, mm 113 x 296 penna, matita, mm 256 x 220 1981, n. 99 1981, n. 72

72) Studio per ritratto maschile a figura 60) Animali nell’aia con gatto intera matita, mm 311 x 319 penna, mm 228 x 159 1981, n. 85 1981, n. 100

61) Due scene in cucina 73) Studio per ritratto maschile a tre penna, mm 210 x 155 quarti di figura 1981, n. 65 penna, mm 140 x 100 1981, n. 102

62) Brianzola con pecora penna, matita, mm 313 x 455 (recto) 74) Ritratto di signora con cuffia 63) Contadino con boccale carboncino, mm 342 x 269 matita, mm 313 x 455 (verso) 1981, n. 103 1981, n. 91 75) Ritratto di signora con cuffia e scialle 64) “La benedizione del temporale” carboncino, mm 354 x 305 penna, matita, mm 224 x 266 1981, n. 104

76) Colazione sull’erba 65) Interno di cucina, coppia davanti al penna, inchiostro nero acquarellato, mm focolare 218 x 308 penna, tracce di matita, mm 405 x 318 1981, n. 112

66) Il travaso del mosto nella botte 77) Studio per due ritratti penna, mm 204 x 298 penna, mm 121 x 167

67) Contadino con boccale 78) Studio per il ritratto di Giuseppe matita, mm 159 x 130 Colli matita, mm 430 x 293

68) La favola dell’asino Il disegno si riferisce alla prima versione carboncino, mm 348 x 440 del ritratto elaborato su commissione

75 dell’ospedale milanese di Cà Granda per la SOGGETTI LETTERARI propria galleria dei benefattori. La versione E RELIGIOSI definitiva, con diversa ambientazione, fu terminata nel 1863. 86) La strage degli innocenti penna, matita, mm 170 x 130 79) Caricatura: personaggio maschile con cilindro matita, mm 220 x 90 87) Corteo di putti matita, mm 128 x 201 80) Bambino che dorme sulla sedia Il disegno si rapporta alle due allegorie matita, mm 206 x 210 nuziali, simili dal punto di vista compositivo, conservate presso i Civici Musei d’arte e storia di Brescia ed in collezione privata milanese IL RISORGIMENTO 88) Figura di armato con spada penna, 186 x 124

81) Barricate a Porta Vittoria durante le Cinque Giornate di Milano 89) Figura di armato con lancia matita, penna, mm 339 x 668 tempera su carta, mm 405 x 538 1981, n. 128 Sia pur presentando alcune varianti di dettaglio, le due figure sono da porsi in Il disegno costituisce l’unico studio relazione con quelle (ora non più esistenti) preparatorio, finora noto, per il “quadro affrescate al centro della facciata orientale grande” con La presa di Porta Tosa, della villa della Santissima, la residenza ricordato dal pittore nell’autobiografia dell’Inganni a Gussago. manoscritta.

90) Paolo e Francesca 82) “L’emigrazione dei milanesi” penna, mm 222 x 193 acquarello, mm 218 x 310 in basso a penna: “L’emigrazione dei Il disegno si rapporta direttamente alla tela milanesi 1848” di identico soggetto ora conservata nei 1981, n. 129 Civici Musei d’arte e storia di Brescia

83) Combattimento a Porta Bruciata 91) L’evangelista Matteo durante le Dieci Giornate di Brescia carboncino, matita, mm 382 x 328 penna, matita, 330 x 500 Il foglio costituisce uno studio in basso a destra a matita: “Angelo Inganni preparatorio per uno degli evangelisti / Porta Bruciata a Brescia / 1849” affrescati nel 1846 nella chiesa di San 1980, n. 130 Carlo al Corso a Milano.

84) Convoglio di soldati 92) Lucrezia Borgia incontra Gennaro a penna, mm 122 x 257 Venezia 1981, n. 135 penna, matita, mm 900 x 800

85) Studio di cavalli 93) Studio dall’Apollo di Lattanzio matita, mm 183 x 262 matita, mm 232 x 310 Il disegno fu utilizzato dal pittore nelle due versioni, datate 1859, Il disegno riprende l’affresco di Lattanzio dell’Accampamento degli Zuavi sugli spalti Gambara, proveniente forse dalla villa Erba di Brescia (ora a Brescia, Civici Musei a Mompiano (Brescia), ora nei Civici d’arte e storia e collezione privata). Musei d’arte e storia di Brescia.

76 Indice

pag. 3 Presentazione

5 Maurizio Mondini, Angelo Inganni, disegni dallo studio

9 I disegni

68 Catalogo delle opere, a cura di Maurizio Mondini e Paola Segramora

77 La memoria figurativa-9 Angelo Inganni I disegni Mostra promossa dall’Associazione Brescia mostre Grandi eventi, dal Comune di Brescia, dai Civici Musei d’arte e storia di Brescia, dalla Provincia di Brescia e dall’A.A.B. Comitato organizzatore Giovanni Comboni, presidente dell’Associazione Brescia mostre Grandi eventi; Tino Bino, vicepresidente dell’Associazione Brescia mostre Grandi eventi; Carlo Zani, direttore dell’Associazione Brescia mostre Grandi eventi; Santina Bianchini, vicepresidente del Consiglio provinciale; Renata Stradiotti, direttrice dei Civici Musei di Brescia; Vasco Frati, presidente dell’Associazione Artisti Bresciani; Francesca Manola, direttrice dell’Associazione Artisti Bresciani; Rassegna a cura di Maurizio Mondini con la collaborazione di Paola Segramora Progetto grafico Martino Gerevini Coordinamento editoriale Vasco Frati Referenze fotografiche Archivio fotografico dei Civici Musei d’arte e storia di Brescia; Fotostudio Rapuzzi; Piera Tabaglio, dell’Archivio fotografico dei Civici Musei di Brescia Allestimento Carlo Zani; Gerardo Brentegani e la squadra tecnica specializzata dei Civici Musei di Brescia Ufficio stampa Sonia Mangoni Segreteria dell’Associazione Brescia mostre Grandi eventi Lucia Sacchini Segreteria dei Civici Musei di Brescia Luisa Cervati Segreteria dell’A.A.B. Silvia Gozzetti Assicurazione Società Reale Mutua di Assicurazioni L’esposizione dei disegni di Angelo Inganni è una sezione della mostra Angelo Inganni. Un pittore bresciano nella Milano romantica, promossa dall’Associazione Brescia mostre Grandi eventi e aperta nel palazzo Bonoris di via Tosio 10 in Brescia dal 18 aprile al 30 agosto 1998

Fotocomposizione, impianti e stampa Arti Grafiche Apollonio - Brescia Finito di stampare nel mese di aprile 1998. Di questo catalogo sono state stampate 1500 copie.