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Diaridicineclub@Gmail.Com 1968-70. Enzo Ungari Al _ n.3 Anno VII N. 67 | Dicembre 2018 | ISSN 2431 - 6739 1968-70. Enzo Ungari al Chaplin della Spe- Nando, quanto ci zia: il d’Artagnan e gli altri di Giovane Criti- mancherai ca Addio a Nando Scanu, una “Siamo stati i figli di un tempo fortunato. Non vi sembri un paradosso. Gli anni ‘50-’60 furono un tempo per molti vita dedicata al cinema versi felice, nonostante le arretratezze del nostro paese. indipendente: socio fondatore Ungari. Un ragazzino che avevo conosciuto a Venezia, all’apertura di un festival, con il sacco a pelo sulla schiena. nel ‘51 del Cineclub Sassari, Era di Spezia e lo prenotai per la rivista. E’ morto preco- tra i precursori del cinema cemente e ha lasciato di sé un ricordo molto forte. Era uno spettatore vorace e divenne un ottimo organizzatore. neorealista in Sardegna e È spiacevole che non abbia potuto dimostrare a pieno “campione dell’associazionismo quanto valesse artisticamente”. Luigi Faccini culturale”. E’ stato un pilastro del Sardinia Film Festival e un attivo La bella rievocazione persona, a tutt’oggi, lo stesso Stefano, come di Stefano Beccastrini purtroppo, a suo tempo, Melani e con lui Pie- collaboratore di Diari di Cineclub (Quando, con Marco Me- francesco Bargellini, da tempo entrambi, co- Qualcuno lo ricorderà lani, gestimmo la sala ci- me Ungari, là unde negant redire. Con i film di come un buon padre di nematografica di Cavri- Pierfranceso esordiente ebbi invece il privile- famiglia, qualcun altro glia) e la successiva gio di familiarizzare da subito, negli anni del- come un valente im- Nuccio Lodato rilettura del suo ma- la Cooperativa Cinema Indipendente di cui prenditore edile e, in gnifico contributo a fui osservatore ravvicinato attivo, grazie alla tanti, come un infati- un libro a suo tempo molto amato, Il viandante triade amicale Bacigalupo-Leonardi-De Ber- cabile operatore cultu- ebbro (Ricordi di Marco (e di me). Melani: rale con il cinema nel gli anni giovanili (Diari di Cineclub, n. cuore. Perché tutte que- 65, pp. 19-24) mi ha riportato alla mente ste cose insieme era quegli anni, non solo nella memoria Salvatore Taras Nando Scanu. Tutte que- davvero magici. Facendomi anche ri- ste cose insieme – senza timore di retorica – in ma- flettere sul fatto che, per il non invidia- niera esemplare. Ma tutti lo ricorderanno di certo bile privilegio anagrafico, mi ritrovo a come un amico, anche chi lo aveva conosciuto mia volta a poter testimoniare, tra i segue a pag. 4 non più molti, su cose territorialmente e culturalmente contigue: il lavoro “pri- ma di Roma” del formidabile poker amicale da moschiettieri (dirò poi per- ché) Enzo Ungari-Franco Ferrini-Alfre- do Rossi-Fabio Carlini nella natìa La Spezia. Non ho il piacere di conoscere di “Per qualche euro in meno” di Pierfrancesco Uva nardi e alla frequenza del Festival cineamato- riale FEDIC di Rapallo, dove all’epoca vivevo. Qui, prima ancora della nascita della CCI, Pie- ro presentò Capolavoro (Questo film è dedicato a David Riesman e si intitolerà...). Titolo curiosa- mente poco ricordato anche in rete, assente nello stesso Imdb, e giustamente evocato, tra i pochi, da Raffaele Meale in uno scritto per “Quinlan” del 2007. Del resto anche un altro pro- dromo-chiave della Cooperativa, Quasi una tangente di Bacigalupo (1966) avrebbe dovuto accontentarsi di un del pari contestato batte- simo in altro festival FEDIC, a Montecatini in quell’epoca. Anni particolari, quelli, con Geno- va e le due riviere liguri particolarmente attive e in fermento dal punto di vista della cinefilìa. Avevo cominciato a collaborare a “Filmcritica” Enzo Ungari (La Spezia 1948 – Roma 1985) critico cinematografico e sceneggiatore. segue a pag. successiva Nando Scanu [email protected] n. 67 segue da pag. precedente critica Quattro maestri del cinema americano, per proprio con pezzi proprio sull’argomento (ma la quale ad esprimere le proprie cinque prefe- anche, d’emblée, con recensioni debuttanti renze sui film di ciascuno di essi invitai gli al- di… Bergman Pasolini Visconti: il Signore ci trettanti quattro spezzini. E con loro, provo a perdoni entrambi, amato direttore Edoardo memoria, Aprà Bruno Dalla Valle Fink Mo- Bruno!). Senza particolari meriti o credenzia- randini Moscariello Turroni: posso aver di- li, in quella favolosa epoca in cui alle “riviste menticato o inserito a torto qualcuno. Ben specializzate” si accedeva con mano e dattilo- lungi dall’immaginare che sette anni dopo il scritti. E neppure la particolare ambizione in libretto mi sarebbe valso l’aggiudicazione del sé di scriverci. Mi piaceva soprattutto, allora primo castorino Hawks da parte del mai abba- come oggi, “presentare” per condividerli i film stanza temuto in vita e rimpianto dopo Fer- che ritenevo belli e importanti al pubblico dei naldo Di Giammatteo. Quello che è certo che circoli del cinema. Avevo, allo scopo, realizza- si sviluppò con tutti e con ciascuno del quar- to come il biglietto da visita di “collaboratore” tetto una bella amicizia, nutrita sia di cinema d’un qualche periodico nazionale (altra grossa che di tempo trascorso insieme: i bagni sulle mano me la diede Mino Argentieri con “Cine- scogliere con Enzo e la sua ragazza di allora ma60”: ma è una storia che qui ho già raccontato) Fiorella Giovanelli, poi consorte di Gianni avrebbe propiziato chiamate e inviti da parte Amico e raffinata montatrice del cinema ita- dei numerosi cineclub della lunga costiera, liano d’autore. La mia ragazza di allora, poi a capoluogo incluso, ma non solo. Erano i tempi sua volta consorte troppo presto mancata, che “noi credevamo”. Ammetto però onesta- Giuliana Callegari, aveva preso in enorme mente che, con tutta probabilità, tale rappor- simpatia Enzo, che denominava con facile to collaborativo non avrebbe avuto inizio, o esattezza “d’Artagnan”, rinunciando a distri- sarebbe stato differito, se appena l’anno pre- Massimo Bacigalupo, regista buire i restanti nomi dell’amato Dumas al ter- cedente la rivista di piazza del zetto residuo, perché individuare Grillo - con studio di Guttuso e il Porthos le veniva problematico. abitazione di Magri dirimpettaie Potrei ricordare rimpiangendole - non avesse subito, a causa le favolose tavolate di pesce a dell’ingombrante compresenza Porto Venere o a Lerici dopo le inevitabile di Armando Plebe, la proiezioni mattutine del “Chaplin”, fuoriuscita di quegli “scissioni- o l’incredibile giornata di Pisa, tra- sti” (Aprà Ponzi Martelli Ronco- scorsa a curiosare sul set di roni Faccini Albano Anchisi: di- Adriano Aprà che vi girava Olim- mentico qualcuno?) che si pia agli amici. Ferrini ne ripren- accingevano a dar luogo, con la deva con la sua super8 un ripe- favorevole intercessione iniziale tutissimo ciak di Daniele Dublino di Pasolini rivolta a Livio Gar- alla guida in discesa di una bici zanti, a “Cinema & Film”. Mi so- Adriano Aprà, critico cinematografico recante in canna la stessa Carli- no dilungato sulla cosa perché ri- si, Olimpia nel film e nella vita, guarderà anch’essa (è noto) l’argomento. Ma assai ricca di idee, la sapevano ben più lunga che avevo conosciuto, presentatami proprio devo ancora per un attimo autoriferirmi. Do- di me! Il successivo n. 2, che pubblicò le rispo- da Aprà, a Ferrara qualche mese prima, quan- po pochi mesi di attività recensoria, estesa an- ste all’inchiesta, mi confermò, confrontando- do vi era impegnata nelle riprese di Giovinezza che, con le citate, alla fiorentina “Civiltà mi con gli altrui interventi, la meritata figura giovinezza di Franco Rossi. (Non sono sicuro dell’immagine” del compianto Gaetano Straz- da pollo saccente a vuoto. Non ricordo franca- di aver visto dal vivo donne più belle di lei in zulla, con la stolidità dei vent’anni mi sentivo mente dove e quando cominciammo, nono- vita mia). Ma il clou delle occasioni era costitu- ingenuamente qualcuno. Così una mattina stante la magra figura, a conoscerci di perso- ito, ogni benedetta domenica del periodo ‘68- trovai, appoggiata sulla cassetta della posta na, coi magnifici quattro che si rivelarono dal 70 (poi laurea e alpini, matrimonio e lavoro mi perché troppo grande per entrarvi, una busto- più al meno coetanei (“la generazione che ha avrebbero portato via) nel raggiungere da Ra- na. Conteneva il n. 1 di una rivista ciclostilata evitato la guerra”, per dirla con Fofi…). Forse pallo La Spezia, appunto per la proiezione sulla carta grezza e spessissima di allora, che al CUC di Genova presso il leggendario cine- mattutina del “Chaplin”. Non era impresa da mi era quindi doppiamente sconosciuta, e ma “Centrale” -sulla cui attività sto tentando poco, allora: l’A 12 “Azzurra” si fermava solo, e una lettera nella quale alcuni componenti il di imbastire un piccolo lavoro per “Immagi- da pochissimo, a Sestri Levante, e da lì biso- Circolo del Cinema ARCI “Charlie Chaplin” di ne”- o in qualche occasione cinéfila del Levan- gna trangugiarsi, andata e ritorno, anche il La Spezia si presentavano quali redattori della te: magari all’altro circolo “Buňuel” di Chiava- passo del Bracco: due ore salvo complicazioni. neo-rivista, invitandomi a rispondere a un al- ri, animato da Gian Luigi Dalla Valle, altro Si partiva presto la mattina sulla 500 gialla legato questionario per e sulla critica italiana, impagabile desaparecido dell’aspirante giovane dello scrittore e appassionato Nino Palumbo, cui - con mio sorpreso compiacimento - pare- critica di allora. Se è per questo, d’altra parte, con sul sedile posteriore, illegalmente schiac- vano volermi annettere. Risposi ai quesiti, di- mi accorgo di non sapere più neppure come e ciati come acciughe, tre a turno degli indi- gitando sulla Lettera 32 allora inseparabile per perché mi avessero individuato tra gli inter- menticabili amici cinefili rapallesi dell’epoca, tutti, con la patetica supponenza di chi si pre- pellandi, e saputo dove stessi di casa... Certa- capitanati da Luciano Rainusso e oggi pur- suma arrivato.
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