COMUNE DI LURAGO D'ERBA Provincia di

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Variante generale

Delibera di Adozione C.C.N° DEL Delibera di Approvazione C.C.N° DEL

Sindaco Federico Bassani Responsabile di Settore Arch. Marielena Sgroi Progettista PGT Arch. Angelo Monti

Valutazione ambientale strategica Arch. Augusto Colombo Redazione aggiornamento PZA Arch. Giorgio Graj Redazione studio viabilistico Arch. Giorgio Graj Redazione agg. reticolo idrico minore Società Ingeo Dott. Vittorio Buscaglia

Valutazione giuridico legale Avv. Lorenzo Spallino

DOCUMENTO DI PIANO

DP.Relazione | Quadro conoscitivo e obiettivi strategici INDICE

1. Introduzione pag. 3

2. Il quadro di riferimento pag. 3

3. La programmazione sovraccomunale di area pag. 5 3.1. Il Piano Territoriale Regionale (PTR). pag. 5 3.2. Obiettivi del PTR. pag. 9 3.3. Integrazione del PTR ai sensi della LR 31/2014 pag. 9 3.4. Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR). pag. 14 3.5. Il Piano territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP). pag. 21 3.6. Parco regionale della Valle del Lambro. pag. 23 3.7. Parco Locale di Interesse Sovracomunale Zoc del Peric. pag. 24 3.8. Vincoli urbanistici e ambientali. pag. 25 3.9. Le reti ecologiche. pag. 25 3.9.1. La Rete Ecologica Regionale (RER). pag. 25 3.9.2. La Rete Ecologica Provinciale (REP). pag. 26 3.9.3. La Rete Ecologica Comunale (REC). pag. 27 3.10. Sensibilità paesistica. pag. 27 3.10.1. Carta della sensibilità paesaggistica dei luoghi. pag. 28

4. Il quadro socio-economico. pag. 29 4.1. Dinamica demografica. pag. 29 4.2. Il patrimonio edilizio. pag. 35 4.3. Il tessuto industriale. pag. 37 4.4. Il commercio. pag. 38 4.5. Il sistema agro-alimentare. pag. 41 4.6. Servizi e attività socio-culturali. pag. 42 4.7. Servizi all’istruzione. pag. 43

5. Il quadro della struttura insediativa. pag. 45 5.1. Il sistema urbano. pag. 45 5.1.1. L’evoluzione storica degli insediamenti. pag. 45 5.1.2. Uso del suolo urbanizzato. pag. 48 5.1.3. Uso del suolo inedificato. pag. 52

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5.2. Il sistema agricolo. pag. 56 5.3. Il sistema della mobilità e delle infrastrutture. pag. 60 5.4. Componente vegetazionale. pag. 62 5.5. La componente geologica e il reticolo minore. pag. 62

6. Gli obiettivi strategici di piano. pag. 65 6.1. Il sistema insediativo, il sistema dei servizi. pag. 67 6.2. Il sistema agricolo. pag. 71 6.3. Il sistema economico produttivo. pag. 73 6.4. Il sistema delle infrastrutture e della mobilità. pag. 75 6.5. La città pubblica. pag. 78

7. Consumo di suolo e sostenibilità insediativa. pag. 80 7.1. Dati del PGT vigente e SAE residua. pag. 80 7.2. La proposta di Variante in relazione al consumo residuale. pag. 82 7.3. Analisi della Variante con riferimento al progetto in itinere del PTR. pag. 84

8. Individuazione del Tessuto Urbano Consolidato (TUC). pag. 85

ALLEGATO

Dimensionamento della Variante PGT. pag. 87

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1. Introduzione

Alcuni principi, già anticipati dagli Indirizzi Strategici prodromici al progetto di Variante generale del PGT, hanno informato e indirizzato le valutazioni che vengono illustrate in questo documento. Innanzitutto la constatazione che anche le medie e piccole realtà urbane sono parte di un processo di mutazione della città contemporanea che ha rovesciato lo storico rapporto tra città e natura, interferendo fortemente con lo spazio naturale diventato spazio intercluso al mondo costruito.

Il principio che “una città che è ovunque, cancella se stessa”, al di là della sua formulazione di “slogan”, diventa oggi una constatazione necessariamente trasversale, come è testimoniato dagli indirizzi in sede normativa sul contenimento ai fenomeni di dispersione fisica del costruito. Il tema di un uso razionale del suolo è prioritario nella redazione di qualunque politica trasformativa. Il “fare città”, interpretato come motore positivo di crescita, presuppone che i tessuti urbani tornino prevalentemente a crescere su se stessi per densità, stratificazione, sostituzione. Il tema centrale della “rigenerazione sostenibile” delle città significa proprio questo: rioccupazione degli spazi abbandonati e ristrutturazione/sostituzione progressiva dello stock immobiliare dismesso e/o compromesso, sia per standards qualitativi che per consumo energetico. Riteniamo che questa volontà della riduzione dello spreco - di risorse economiche e energetiche ma anche di paesaggi e luoghi – debba concentrarsi sulla valorizzazione della dimensione pubblica degli spazi di vita collettiva che sono, sempre, anche nel caso della comunità di Lurago, la precondizione al riconoscimento identitario e di appartenenza ai luoghi.

Queste considerazioni, condivise con l'Amministrazione, partono dalla consapevolezza che un programma pianificatorio sia indirizzato a una visione di sviluppo del territorio orientata al medio e lungo periodo affinché le scelte strategiche siano calibrate su risposte opportunamente tempestive sulle criticità emergenti, ma, contemporaneamente, risultino coerenti ad una visione della positiva valorizzazione delle risorse già presenti sul territorio, attraverso il riconoscimento delle vocazioni latenti e del potenziale tuttora inespresso.

Principio fondante è la ricerca di un modello di sviluppo urbano capace di individuare la propria cifra sulla qualità anziché sulla quantità. In questa direzione va interpretato il tema molto attuale del contenimento del consumo del patrimonio territoriale da parte del processo edilizio, con l’obiettivo di poter coniugare le esigenze e il valore economico di un importante comparto con il principio di tutela dello spazio vitale dell’habitat umano e naturale.

2. Il quadro di riferimento

Il Comune di Lurago D’Erba ha una superficie territoriale pari a 4,65 kmq, caratterizzata da una prevalente orografia collinare con quote altimetriche tra 290 e 380 slm. Confina con i comuni di Alzate , , , Cremnago, , , Brenna.

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Il contesto territoriale pone Lurago D'Erba al centro di una struttura insediativa fortemente urbanizzata, con una sufficiente dotazione di servizi alla popolazione, e una sostenuta infrastrutturazione della rete di collegamenti viari con una mobilità prevalentemente veicolare di trasporto privato.

Si tratta di un contesto territoriale dove i fenomeni di trasformazione e di diffusione dello urbanizzato sono stati fortemente impattanti, sebbene non sia stato ancora del tutto disperso l'alto valore delle qualità storico–ambientali e paesistiche. Questo valore aggiunto si coglie nella permanenza di un sistema storico-monumentale potenzialmente interconnesso nelle eccellenze paesaggistiche di pregio, delle quali uno dei caposaldi è rappresentato dall’ambito di tutela del Parco del Lambro, a est del territorio comunale.

Nella pianificazione sovracomunale il Piano Territoriale Regionale individua Lurago D’Erba come appartenente alla polarità della fascia pedemontana e nella individuazione delle “unità tipologiche di paesaggio” lo inserisce in “fascia collinare”.

E’ un paesaggio articolato in rilievi collinari morenici, corsi fluviali, fortemente caratterizzato da una elevata azione antropica in nuclei densamente distribuiti. Il costruito presenta insediamenti di qualità storico-ambientale (corti, borghi e ville storiche) attorno ai quali si sono aggregate nel tempo lottizzazioni residenziali, ambiti industriali e commerciali, comprese strutture della grande distribuzione.

L’inquadramento del territorio d’ambito di Lurago nell’analisi dello strumento regionale si conferma nella classificazione in “unità tipologiche di paesaggio” individuate dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Como. Le UTP sono, infatti, definite da una lettura principalmente orientata alle condizioni morfologiche e ambientali. Questa classificazione era stata effettuata quale sub articolazione delle unità dell’allora vigente PTPR regionale, strumento pianificatorio poi evoluto nel vigente PTR – PPR regionale.

Il territorio di Lurago è inquadrato nella unità 16 – Collina canturina e media Valle del Lambro (Relazione PTCP Como, 2006).

La scheda che accompagna la classificazione segnala i principali elementi di criticità:

. Perdita di valore del paesaggio per la progressiva e non controllata espansione dell’edificato residenziale e produttivo. . Interruzione dei corridoi ecologici. . Presenze di specie estranee al contesto.

È rilevante, ai fini della pianificazione comunale, evidenziare che tali criticità permangono anche nell’attuale contesto. Se è vero che la “situazione di elevato rischio di perdita dei valori paesaggistici (…) giustifica senz’altro l’inserimento della stessa tra gli ambiti di criticità del piano” è altrettanto indispensabile evidenziare la presenza di aree meno alterate sotto il profilo ambientale e percettivo che nel caso di Lurago, coincidono con la parte considerevole del suo territorio soggetto ai vincoli compresi nel parco Regionale della Valle del Lambro e nel parco locale di interesse sovracomunale “Zoc del Peric”, riconosciuto nei comuni di Lurago e con delibera della giunta Provinciale n.94 del 07/05/2009.

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L’andamento orografico del territorio comunale ha contribuito al controllo del processo insediativo. La struttura urbana è costituita da ville e nuclei storici in prevalente posizione collinare che hanno solo parzialmente conservato i loro caratteri tipo-morfologici, progressivamente alterati dalla saldatura fisica determinata da un tessuto misto caratterizzato da insediamenti residenziali a bassa densità e da insediamenti artigianali- produttivi.

Complessivamente le trasformazioni territoriali a scala comunale, sono collimanti con i fenomeni riscontrabili in ambito di area vasta. Le “invarianti” del tessuto insediativo del Comune di Lurago d'Erba, cioè gli elementi di stabilità morfologica, sono riconoscibili nella ricostruzione delle soglie storiche (vedi tavola), che mette a fuoco la presenza di uno straordinario sistema di cascine e di nuclei antichi che hanno incernierato a lungo la struttura della crescita e la polarizzazione del tessuto insediativo, che è un po’ la “chiave” connotativa della evoluzione della morfologia urbana di Lurago D'Erba cresciuta per “federazione” e aggregazione a partire dalle permanenze storiche degli antichi nuclei. Di seguito l’elenco dei quattro principali aggregati storici e delle cascine che hanno orientato nel tempo le trasformazioni antropiche: Calpuno, Lurago, Colciago, Careggia/S. Stefano, e le cascine Careggiola, Ca’ Bassa, Ca’ Alta, Ca’ Ronchi, Fornace, C.na S. Antonio, C.na Immacolata, Costone, Monticello, Selvamonte, S. Rocco, C.na Carolina, C.na Maria, Crocino, S. Giorgio, C.na Viganò, C.na S. Giuseppe, C.na Teresa, Longura, C.na Sala, Ca’ Nova, Colombaio, Careggiotto.

3. La programmazione sovracomunale di area

Le azioni del Documento di Piano del PGT sono coerenti con i principi e gli indirizzi programmatori definiti dalla Regione e dalla Provincia attraverso la strumentazione pianificatoria e le norme prescrittive delineate dai Piani sovraordinati.

3.1. Il Piano Territoriale Regionale (PTR).

Il Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato il 19.01.2010 con successivi aggiornamenti e attualmente in corso di revisione, è lo strumento di salvaguardia e di pianificazione territoriale regionale che ha contestuale valore di Piano Paesaggistico (PPR), secondo il principio per cui il paesaggio è “parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”.

Le sue azioni e prescrizioni individuano gli interessi prioritari e strategici della Regione Lombardia, ne segnalano valori e beni qualificanti la disciplina dell’uso e delle trasformazioni del territorio, dispongono le azioni per la qualità del paesaggio lombardo, lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio regionale. L’area comunale di Lurago rientra in tre dei sistemi territoriali individuati regionalmente (PTR tav. 4):

. Sistema territoriale Metropolitano (asse est-ovest)

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. Sistema territoriale Pedemontano (area di saldatura tra area prealpina e padana) . Sistema territoriale dei Laghi (sistema complessivo di coordinamento dei differenti bacini lacuali).

L’analisi SWOT, svolta per ogni sistema territoriale, costituisce un riferimento analitico e valutativo.

Per il contesto in cui gravita il territorio comunale una rapida sintesi e selezione delle valutazioni SWOT identifica i seguenti parametri:

Punti di forza

. Ambiente. Presenza di parchi regionali/aree protette di particolare pregio e interesse naturalistico e l’abbondanza di risorse idriche; condizioni climatiche favorevoli; elevata biodiversità; disponibilità di risorse idriche.

. Territorio. Posizione strategica. Presenza di città di media dimensione come poli attrattivi delle aree lacuali.

. Paesaggio e patrimonio culturale. Aste fluviali di grande interesse dal punto di vista ambientale, paesaggistico e turistico; Presenza di una realtà paesaggistica di valore, centri storici con una propria identità culturale; Territorio collinare di ricchezza paesaggistica con piccoli laghi morenici, di ville storiche con grandi parchi e giardini, antichi borghi integrati e complessi monumentali.

. Economia. Eccellenza in alcuni campi produttivi ed innovativi. Presenza di forza lavoro qualificata e diversificata. Presenza di un tessuto misto di piccole e medie imprese in un tessuto produttivo maturo, caratterizzato da forti interazioni. Elementi di innovazione nelle imprese.

Presenza di importanti e consolidati distretti e aree industriali.

. Sociale e servizi Sistema scolastico in termini di diffusione sul territorio. Rete ospedaliera. Elevato livello di qualità della vita.

Punti di debolezza

. Ambiente Elevato livello di inquinamento: atmosferico, delle acque, acustico, elettromagnetico, del suolo Presenza di impianti industriali a rischio di incidente rilevante. Inquinamento idrico e delle falde.

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. Territorio Elevato consumo di suolo determinato da una forte dispersione degli insediamenti. Elevata congestione da traffico veicolare. Spostamenti fondati prevalentemente sul trasporto su gomma. Difficoltà di coordinamento tra enti locali per la pianificazione di area vasta e la gestione degli impianti di scala sovracomunale. Polverizzazione insediativa, dispersione dell’edificato e saldature dell’urbanizzato lungo le direttrici di traffico con conseguente perdita di valore paesaggistico.

. Paesaggio e patrimonio culturale Bassa qualità degli insediamenti e dell'edificazione recente. Tendenza alla tutela del singolo bene paesaggistico estraniandolo dal contesto. Scarsa qualità architettonica e inserimento paesaggistico delle opere infrastrutturali. Frammentazione delle aree di naturalità. Espansioni insediative non armonizzate con il tessuto storico e che erodono il territorio libero.

. Economia Diffusione produttiva e tessuto che non facilita ricerca e innovazione. Crisi della manifattura della grande fabbrica. Elevata presenza di un'agricoltura di tipo intensivo ambientalmente non sostenibile.

Opportunità

. Ambiente Ruolo di riequilibrio in termini qualitativi del deficit delle aree regionali più fortemente antropizzate, conservando e potenziando le caratteristiche ambientali di pregio.

. Territorio Importante ruolo di cerniera tra i diversi sistemi territoriali regionali. Potenzialità di sviluppo e rafforzamento policentrico derivanti dal nuovo sistema infrastrutturale est-ovest.

. Paesaggio e patrimonio culturale Miglioramento della qualità di vita attraverso la realizzazione di una rete di parchi e aree a verde pubblico. Valorizzazione turistica in rete di aree di pregio naturalistico, paesaggistico e culturale. Funzioni di eccellenza attratte da contesti di elevata qualità ambientale, paesaggistica e naturalistica pregevoli.

. Economia Presenza di aree industriali dismesse di grandi dimensioni e di elevata accessibilità per l'insediamento di impianti produttivi e di servizio (verde compreso). Riconversione produttiva delle aree in cui i settori di riferimento sono in crisi (tessile- seta, ad esempio) facendo leva sulle potenzialità innovative presenti sul territorio grazie al mix università/esperienza. Sviluppo di una ricettività turistica selezionata (turismo culturale, slow food, mostre e fiere...) e non dipendente dalla stagionalità.

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Minacce

. Ambiente Riduzione della biodiversità. Rischio idraulico elevato in mancanza di un'attenta pianificazione territoriale. Frammentazione di ecosistemi e aree di naturalità per l’attraversamento di nuove infrastrutture. Eccessiva pressione antropica sull’ambiente e sul paesaggio. Incompleta realizzazione degli interventi per il miglioramento della qualità delle acque.

. Territorio Rischio della domanda di mobilità individuale. Congestione da traffico merci. Carenze infrastrutturali, che rendono difficoltosa la mobilità di breve e medio raggio.

. Paesaggio e patrimonio culturale Rischio di una banalizzazione del paesaggio con perdita d’importanti specificità storiche e culturali a causa della mancata attenzione al tema paesaggistico. Qualità dei nuovi interventi edilizi in rapporto al valore del contesto.

. Economia Impoverimento di alcune aree per la crisi della grande industria e di alcuni settori manifatturieri. Scarsa competitività rispetto a sistemi turistici più evoluti. Tendenza alla globalizzazione dei mercati che crea pressioni sull’economia distrettuale.

. Sociale e servizi Invecchiamento della popolazione e incremento del fabbisogno di servizi specifici.

Stralcio PTR_DDP_tav.4

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3.2. Obiettivi del PTR.

Tra i propri obiettivi, il PTR indica la limitazione di ulteriore espansione urbana e di consumo di suolo, coerenziando le esigenze di trasformazione con i trend demografici e le dinamiche territoriali in essere, impegnando solo aree direttamente legate ai ritmi effettivi del fabbisogno insediativo; favorendo interventi di riqualificazione e riuso del patrimonio edilizio; limitando l’impermeabilizzazione del suolo; conservando i varchi liberi, destinando le aree alla realizzazione della Rete Verde Regionale, anche mediante la proposta di nuovi Parchi Locali di Interesse Sovracomunale. Ulteriori obiettivi prevedono di mantenere la riconoscibilità dei centri urbani evitando le saldature lungo le infrastrutture; realizzare nuove edificazioni con modalità e criteri di edilizia sostenibile, di buona qualità architettonica ed adeguato inserimento paesaggistico, risolvere le criticità presenti, con specifico riferimento alle indicazioni degli Indirizzi di tutela del Piano Paesaggistico; coordinare a livello Sovracomunale l’individuazione di nuove aree produttive e del terziario/commerciale; evitando la riduzione del suolo agricolo.

3.3. Integrazione del PTR ai sensi della LR. 31/2014.

Ai sensi della LR 31/2014 per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato e delle sue prescrizioni, con deliberazione n. 4738 del 22/01/2016 la Giunta regionale ha approvato la proposta di integrazione del PTR.

L’integrazione è inserita nel procedimento di approvazione della variante in corso finalizzata alla revisione complessiva del PTR comprensiva del Piano Paesaggistico Regionale.

L’integrazione secondo il dettato della LR 31/2014 individua i criteri per la riduzione del consumo di suolo e per la rigenerazione urbana e territoriale, differenziati per Ambiti territoriali omogenei (ATO), definisce i compiti e i ruoli di Regione, delle città metropolitane, delle Provincie e dei Comuni per il raggiungimento degli obiettivi.

Il progetto, il cui iter è tuttora in corso, è strutturato in cinque differenti “quadri” operativi atti a:

a) Definire le grandezze e le soglie di consumo; b) Individuare gli ATO; c) Classificare il territorio per qualità; d) Individuare i territori di rigenerazione; e) Definire il monitoraggio.

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Stralcio Integrazione PTR_tav.1

L’integrazione del PTR inserisce il territorio di Lurago nell’ambito territoriale omogeneo “Comasco e Canturino”, uno dei tre ATO dell’attuale provincia di Como e per il quale sono indicate le seguenti caratteristiche quali elementi base per l’eventuale differenziazione delle soglie di riduzione che potrebbero essere introdotte dall’adeguamento dei PTCP provinciali e quali riferimenti per la pianificazione locale.

Di seguito è utile riportare due estratti del progetto integrativo che definiscono le scelte di individuazione dell’ambito in cui è inserito il comune di Lurago e le relativo caratterizzazioni.

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Estratto dagli Allegati al Progetto di Integrazione PTR punto 6.3 Ambito geografico del Comasco e Canturino.

L’Ambito del Comasco e Canturino, comprende, per il PPR, oltre al territorio cittadino e limitrofo di Como, l’intera cerchia morenica del lago fino al margine meridionale dove i caratteri collinari si stemperano con quelli della Brianza. Al suo interno si riconoscono ambiti localizzati quali il Canturino, la Cavallasca e la ;

Collocazione dell’Ambito geografico del PPR – tavola A

Considerate le finalità del processo di individuazione degli Ambiti, strumentali ad una scala di pianificazione regionale, si ritiene corretto individuare l’Ambito geografico con la residua parte della Provincia di Como, depurata dall’Ambito geografico del Lario.

L’Ambito geografico del Comasco e Canturino è così individuato tramite aggregazione esatta dei restanti Ambiti del PTCP di Como.

La lettura della struttura territoriale restituisce il quadro di un territorio pedemontano fortemente interessato da processi urbanizzativi connessi alle principali direttrici storiche di collegamento viario (da Como a sull’asse della SS 35 dei Giovi, da a sull’asse della SP36, da a sull’asse della SS342, poi lungo l’asse della SP 32 e, all’estremo limite

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sud/ovest, la porzione da a , appartenente al sistema conurbato interprovinciale della SS 233 Varesina) o attestati sui Laghi Briantei. Si distinguono, quali elementi di conurbazione più densa, l’area metropolitana di Como e il Polo di Cantù.

Ne deriva, oltre ad un quadro paesaggistico fortemente contaminato dagli insediamenti antropici, anche una diffusa difficoltà di attraversamento trasversale dell’area lungo direttrici diverse da quelle radiali, verso Como e Milano.

Le ipotesi di infrastrutturazione strategica contenute nel PTR trovano, qui, una conferma di coerenza.

L’articolazione territoriale si riconduce, comunque, prevalentemente ad un modello insediativo intensivo, che potrà essere oggetto di specifiche azioni alla più opportuna scala provinciale.

Anche in questo caso l’Ambito geografico può essere assunto come Ambito territoriale omogeneo l.r. 31/2014. Resta però da indagare la porzione attestata sulla SS Varesina, nel tratto tra Locate Varesino e Mozzate, in quanto appartenente alla conurbazione lineare che, attestata sulla SS 233 - Varesina, non conosce significative soluzioni di continuità da Milano sino a Castiglione Olona (VA).

Estratto dagli Allegati al Progetto di Integrazione punto 9.1.3.2. Caratterizzazione degli ATO Comasco e Canturino

Morfologia ed elementi costitutivi della struttura fisica. Sistema fisico pedemontano degli anfiteatri morenici e dell’alta pianura diluviale. Elementi del soprassuolo: torrenti Lura e Seveso; bacini lacustri infra-morenici; sistema boschivo della brughiera Canturina e della Spina Verde di Como, Pineta di e boschi residuali della Valmorea e della Cavallasca, altri residui boschivi delle incisioni o dei pendii collinari.

Elementi di valore emergenti. Parchi regionali: Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate, Parco della Valle del Lambro, Parco Spina Verde. SIC: Fontana del Guercio, Lago di , Lago di , Lago di , Palude di Albate, Pineta Pedemontana di Appiano Gentile, Spina Verde. Geositi: Spina Verde di Como, Fontana del Guercio, Lago di Montorfano, Orrido di Inverigo. Ambiti di elevata naturalità della montagna. Ambiti di salvaguardia dei laghi insubrici. PLIS: Parco Valle del Lanza, Parco Valle del Lura, Zocc del Peric, Parco della Brughiera Briantea.

Elementi identitari del sistema rurale. Tipologia: paesaggio agrario degli anfiteatri morenici e dei ripiani diluviali, discontinuo e parzialmente destrutturato, con indebolimento del carattere ordinatore del territorio, solo residuale nelle porzioni a più forte urbanizzazione. Presenza diffusa o prevalente

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dell’agricoltura periurbana, con assunzione di valore delle aree libere residuali. Elementi: prati stabili nella fascia pedemontana, coltivazioni cerealicole residuali nelle porzioni di alta pianura, con valore di presidio delle residue porzioni libere; florovivaismo; siepi e vegetazione ripariale lungo i corsi d’acqua minori.

Elementi originari della struttura territoriale. Elementi: sistemi e singoli episodi fortificati; oratori campestri; siti ed aree archeologiche; ville e residenze nobiliari, parchi e giardini; archeologica paleoindustriale (mulini della Valmorea, filande ed opifici a e in Valassina; dimore rurali a elementi giustapposti con portico e loggiato.

Evoluzione dei processi insediativi. Soglia 1954: area urbana di Como e Cantù. Nuclei di antica formazione sparsi. Periodo 1954 – 1980: forte espansione urbana di cintura di tutti i nuclei lungo direttrici di collegamento (SS Comasina, SS Briantea verso Varese, SP Garibaldina, SP Canturina, SS dei laghi di Pusiano) con formazione di sistemi conurbati o forte frammentazione territoriale. Periodo 1980 – 2000: addensamento delle conurbazioni, espansioni di cintura e sparse, aumento della frammentazione e della occlusione territoriale. Periodo 2000 – 2012: ulteriori addizioni urbane diffusive e polverizzate, anche con densificazione e occlusione delle direttrici conurbate.

Densità e caratteri insediativi. Tipologie insediative: conurbazione metropolitana di Como, estesa lungo le radiali storiche di connessione (direttrici SS Comasina, SS Briantea verso Varese, SP Garibaldina, SP Canturina, SS dei laghi di Pusiano) Addensamento conurbato di Cantù. Insediamenti urbani diffusivi e ad alta frammentazione territoriale nelle altre porzioni. Caratteri dei sistemi insediativi: densità da alte a medie nel sistema metropolitano di Como e, con minore intensità, di Cantù. Densità prevalentemente medie o medio basse nei nuclei originari attestati lungo le direttrici di collegamento viario. Densità minori nel sistema insediativo diffuso e ad alta frammentazione territoriale. Forte presenza di insediamenti produttivi distribuiti prevalentemente a sud di Como e Cantù e nel tratto pedemontano del .

Sistema infrastrutturale esistente e di progetto. Sistema della viabilità principale radiale su Como (Comasina ex SS dei Giovi). Altre direttrici storiche (SS Varesina, SS Briantea, SS Regina). Connessione autostradale diretta (A9) anche con la Svizzera. Tratta di collegamento Pedemontana A8-A9 e tratto parziale di collegamento Varese, Como, Lecco (nuova tangenziale sud di Como). Sistema ferroviario, di livello internazionale e regionale. Presenza diffusa di stazioni del SFR. Elementi di progetto strategico: completamento collegamento Varese-Como-Lecco (Pedemontana) alla SS 35, completamento Pedemontana A8 -Lentate sul Seveso - Dalmine. Adeguamento linea ferroviaria Chiasso-Seregno-Monza-Milano.

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Polarità PTCP e sistema di relazioni. Sistema policentrico gravitante su Como e Cantù. Si rileva un sistema policentrico locale, di ordine inferiore, attestato su , , Olgiate Comasco, , Appiano Gentile, rilevabili per tutte le componenti dei flussi stimati dalla matrice OD 2014 (motivi di lavoro, di studio e altro motivo).

Qualità dei suoli. Qualità dei suoli liberi residuali distribuita in modo disomogeneo. Alternanza delle classi “alta”, “media” e “bassa”. Prevalenza della “bassa” nella porzione settentrionale. Prevalenza della “alta” nella porzione meridionale. Partecipano all’attribuzione del valore di classe “alta” le attività florovivaistiche del comasco.

Attualmente il recepimento della LR 31/2014 è in attesa dell’evoluzione attuativa del processo con l’adeguamento degli strumenti pianificatori provinciali secondo le indicazioni del PTR per il recepimento degli ATO, provvedendo alla eventuale articolazione delle soglie provinciali per ATO e/o singolo comune.

3.4. Piano Paesaggistico Regionale (PPR)

Il PTR in applicazione dell’art. 19 della LR 12/2005 ha effetti di Piano Territoriale paesaggistico ai sensi del Dlgs 42/2004 e recepisce, quale sezione specifica, il PPR definendo il Quadro di Riferimento Paesaggistico.

Il Piano Paesistico Regionale raccoglie le informazioni paesistico-ambientali. Qui di seguito sono riportate quelle che riguardano il territorio di Lurago D’Erba.

Lurago rientra nell’ambito geografico che il PPR individua come “Brianza”, i cui caratteri costitutivi del paesaggio locale sono così riassunti nel paragrafo 3.8 del documento del PPR “I paesaggi della Lombardia”:

“Ambiti, siti, beni paesaggistici esemplificativi dei caratteri costitutivi del paesaggio locale. Componenti del paesaggio fisico: Solchi fluviali d’erosione (Lambro, Seveso, Adda), orridi (Inverigo), trovanti, strati esposti di “ceppo‟ e “puddinghe‟, emergenze strutturali (Montevecchia, Monte di Brianza), andamento dell’anfiteatro morenico e cordoni collinari; Componenti del paesaggio naturale: Ambiti naturalistici e faunistici (Montevecchia e valle del Curone, asta fluviale del Lambro, laghi dell’anfiteatro morenico: Alserio, Pusiano, Oggiono, Sartirana); ambiti boschivi, brughiera (Bosco di Brenna...); Componenti del paesaggio agrario: Ambiti del paesaggio agrario particolarmente connotati („ronchi‟ del Monte di Brianza, vigneti di Montevecchia); filari di gelso, alberature stradali, alberature ornamentali (viale

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del Cipressi a Inverigo e, in genere, tutte le alberature prospettiche legate a residenze nobiliari); dimore rurali a elementi giustapposti a portico e loggiato (cascina Moscoro a Cernusco Lombardone, cascina Assunta a Paderno d’Adda, cascina Cavallera a Oreno, cascina Carolina a Osnago, corte Belvedere a Macherio ... ); Componenti del paesaggio storico-culturale: Mulini e folle della valle del Lambro; santuari e luoghi di pellegrinaggio (Imbersago, Bevera...); complessi a destinazione mercantile (Santa Maria della Noce, Santa Maria Hoè); architetture religiose romaniche (Agliate, Oggiono); altri edifici religiosi isolati e/o con organizzazioni spaziali articolate (, Montevecchia, Imbersago...); oratori campestri, pilastrelli e affreschi murali, cippi e lapidi; eremi, conventi, abbazie, case “umiliate‟ (Missaglia, Figina, Vimercate, Vertemate...); ville e residenze nobiliari, loro parchi e giardini (Merate, Calco, Imbersago, Verderio, Monticello Brianza, Inverigo, Lurago d’Erba, Cremnago...); fortificazioni (sistema della torri di avvistamento della linea difensiva medievale della Brianza: Camisasca, Brenno della Torre, Tregolo...); archeologia industriale (filande e filatoi, opifici della valle del Lambro e di Monza, fornaci di , centrali elettriche dell’Adda, ponte in ferro di Paderno...); tracciati storici (strada Bergomum-Comum, strade mercantili e Comasina romana e medievale); Componenti del paesaggio urbano: Centri storici (Mariano Comense, , Inverigo, , Carate Brianza, Casatenovo...); centri e nuclei storici organizzati intorno a edifici (ville, complessi religiosi) particolarmente rappresentativi (Canonica Lambro, Rosnigo, Monticello Brianza, Inverigo, Lurago d‟Erba, Cremnago...); Componenti e caratteri percettivi del paesaggio: Belvedere, emergenze paesistiche, punti panoramici (Montevecchia, Monticello Brianza, Monte Robbio...); linee di trasporto di rilevanza paesaggistica (linee ferroviarie Monza- Oggiono; Como-Lecco; tronchi delle FNM), traghetto di Imbersago; immagini e vedute dell’iconografia romantica (Monticello, Besana Brianza); altri luoghi dell’identità locale (Imbevera, Campanone della Brianza, Inverigo, Montevecchia...).”

L’abaco per comuni dove si fa riferimento agli ambiti di rilievo paesaggistico rileva per Lurago la presenza del parco regionale Valle del Lambro. Non sono richiamate altre specifiche disposizioni. Anche l’abaco relativo agli “elementi connotativi rilevanti” non segnala specifiche note riferite al comune di Lurago D’Erba. Nella classificazione del PTR delle unità tipologiche di paesaggio, il territorio luraghese è inquadrato nella “fascia collinare”, i cui indirizzi di tutela sono riassunti nella scheda seguente:

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Con riferimento alla cartografia del PPR si possono sintetizzare le princiapali caratteristiche evidenziate per l’ambito che interessa Lurago.

Ambiti geografici e tipologici di paesaggio (rif. Tav. A del PPR) Ambito geografico 8 = Brianza Caratteri tipologici di paesaggio fascia collinare

Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico (rif. Tav. B del PPR) Luoghi dell’identità 36 = Inverigo, ville e colli briantei Punti di osservazione del paesaggio lombardo 11 = paesaggio degli anfiteatri morenici - Brianza 12 = paesaggio dell’alta pianura – Comasco/Varesotto 13 = paesaggio delle colline moreniche – Brianza

Istituzioni per la tutela della natura (rif. Tav. C del PPR) Riserve naturali 15 = Fontana del Guercio 16 = Lago di Montorfano 19 = Riva orientale del lago di Alserio Parchi regionali e naturali Valle del Lambro Siti natura 2000: siti di importanza comunitaria SIC 43 = Fontana del Guercio 45 = Lago di Alserio 46 = Lago di Montorfano

Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale (rif. Tav. D del PPR) Geositi 76 = Fontana del Guercio 81 = Riva orientale del lago di Alserio 84 = Orrido di Inverigo 85 = Lago di Montorfano 86 = Montorfano Ambiti di criticità Canturino

Viabilità di rilevanza paesaggistica (rif. Tav. E del PPR) Visuali sensibili 31 = Panorama dalla Rotonda di Inverigo

Tracciati guida paesaggistici (grandi itinerari percettivi del paesaggio lombardo) 33 = Sottoscritto dalle province interessate nel 2006 riguarda un collegamento ciclabile pedemontano da Sesto calende a Peschiera del Garda (confine regionale) utilizzando parti delle reti ciclabili delle diverse province.

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40 = Greenway della Brianza e della Valle del Lambro – itinerario ciclabile e pedonale che prolunga in Lombardia la connessione verde internazionale proveniente dalla Svizzera. Connette Milano con Como e con l’area lariana attraverso diverse aree naturali protette. Raggiunto il terrazzo diluviale della Brianza, l’itinerario ritaglia un percorso forestale all’interno della Brughiera canturina per poi allacciarsi alla valle del Lambro appena sopra Giussano.

Stralcio PPR_tav.A Ambiti geografici e tipologici del paesaggio

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Stralcio PPR_tav.B Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico

Stralcio PPR_tav.C Istituzioni per la tutela della natura

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Stralcio PPR_tav.D Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale

Stralcio PPR_tav.E Viabilità di rilevanza paesaggistica

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3.5. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)

Il PTCP è lo strumento a scala provinciale che indirizza le azioni programmatorie sugli obiettivi dell’assetto idrogeologico e la difesa del suolo, la tutela dell’ambiente e la valorizzazione degli ecosistemi, la costituzione della rete ecologica provinciale per la conservazione della biodiversità, la sostenibilità dei sistemi insediativi mediante la riduzione del consumo di suolo, l’assetto della rete infrastrutturale e della mobilità, l’introduzione della perequazione territoriale.

Il PTCP individua le “rilevanze paesaggistiche” e dispone gli indirizzi per mantenere la conservazione e la qualità del paesaggio.

Nella tavola “A2 – Il Paesaggio” il territorio di Lurago è inserito nell’unità tipologica di paesaggio 26 – Collina canturina e media Valle del Lambro, caratterizzata da elevato consumo di suolo e densità di popolazione. Il paesaggio è qualificato da rilevanti presenze boschive con tracce di alberature di pregio nei parchi di alcune ville che sottolineano visuali paesaggistiche importanti.

L’unità tipologica comprende aree di importanza paesaggistica in cui si può leggere l’originaria struttura e vengono individuate in: il Sito di Interesse Comunitario Palude di Albate; il Bosco di Brenna; il PLIS della Brughiera Briantea; il fontanile della Riserva Naturale Fontana del Guercio; il Parco Regionale della Valle del Lambro.

Elementi di criticità rilevati sono prevalentemente attribuiti alla perdita di valore del paesaggio per la progressiva e non controllata espansione dell’edificato residenziale e produttivo, all’interruzione dei corridoi ecologici e alla presenza di specie estranee al contesto ecologico.

La tavola A3 “Carta delle aree protette” evidenzia nel comune di Lurago D’Erba gli ambiti del Parco Regionale della valle del Lambro e il Parco locale di interesse sovracomunale “Zoc del Peric” istituito dai Comuni di Lurago e Alzate Brianza e la possibile ulteriore estensione visto che è oggetto nello strumento pianificatori del comune di Inverigo di identificazione come “Proposta di PLIS” che preordinandone il probabile ampliamento come ambito di tutela. Indirizzo recentemente condiviso anche dal Comune di Lurago con la recente ????.

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Stralcio PTCP_tav.A2 Il Paesaggio

Stralcio PTCP_tav.A3 Le aree protette

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Nella tavola A4 “La rete ecologica” il PTCP segnala nel territorio comunale oltre al Parco Lambro, rilevanti corridoi ecologici di I livello ECP e aree di sorgenti di biodiversità di II livello CAS.

Per il sistema della mobilità di scala sovracomunale che interessa il comune di Lurago, il PTCP recepisce la previsione di collegamento Como – SS36 come evidenziato in tav. C1 “Sintesi delle indicazioni di piano”.

Stralcio PTCP_tav.C1 Sintesi indicazioni di Piano

3.6. Parco regionale della Valle del Lambro

Parte del territorio luraghese per una superficie di circa 190 ha è inserita nella perimetrazione del Parco regionale della Valle del Lambro, istituito con L.R. n.82 del 16.09.1983 e che si estende per il tratto di 25 km del fiume Lambro compreso tra i laghi di Pusiano e di Alserio (siti di interesse comunitario) a nord e il Parco della Villa Reale di Monza a sud.

Il Piano territoriale di Coordinamento del Parco detta disposizioni e direttive per la tutela dell’identità culturale e fisica del territorio con i prevalenti obiettivi di conservare i connotati storicamente riconoscibili del territorio; garantire la qualità dell’ambiente, naturale ed antropico, e le condizioni per il loro uso collettivo.

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Nell’ambito del territorio comunale vi sono aree agricole, aree boscate, nuclei di antica formazione interessate da direttive di tutela. Sono di rilevante interesse per le aree di Lurago:

. Il percorso che dal Comune di Lurago D’Erba conduce all’Oasi di Baggero di , di recente riqualificata dal parco Valle Lambro. . Le visuali significative che sulla strada provinciale – ex strada statale Como- Bergamo verso la Rotonda di Inverigo. . La Roggia Durini, ubicata a nord del territorio comunale, in parte nel Parco Valle Lambro.

Il PGT recepisce, infine, le zone boscate individuate e trasmesse ai comuni consorziati nell’ambito della revisione del piano del parco e la rete della viabilità lenta quale struttura di sistema a cui riferire le previsioni e le azioni di piano in questo settore.

3.7. Parco Locale di Interesse Sovracomunale Zoc del Peric.

Con la già richiamata delibera della Giunta Provinciale 07/05/2009 è stato riconosciuto il PLIS Zoc del Peric nei comuni di Alzate Brianza e Lurago d’Erba, che hanno concordemente predisposto una convenzione per la gestione dello stesso parco individuando il comune di Alzate Brianza quale capo convezione (vedi delibera CC n. 35 del 23/07/2010). A questa delibera ha fatto seguito l’adozione di un programma pluriennale di investimenti assunta dal consiglio comunale in data 03/05/2011 quale strumento di pianificazione e gestione del PLIS.

L’ambito del parco è prevalentemente caratterizzato da usi agricoli e da un’area umida di valore naturalistico. Non sono presenti insediamenti antropici e manufatti agricoli. L’attività predominante consiste nella coltivazione di mais e cereali con finalità alimentari per le aziende zootecniche.

Le zone boschive, anch’esse ampiamente presenti, sono caratterizzate da vegetazione mista di speci autoctone e sinantropiche.

L’area umida è qualificata da una sorgente che genera l’ampia zona da cui origina la Roggia Durini e che costituisce una struttura naturalistica di particolare sensibilità.

Il programma triennale ha sviluppato un progetto indirizzato alla incentivazione multifunzionale del parco con particolare riferimento alle attività ricreative, didattiche e culturali. Sono previste iniziative di manutenzione dei percorsi di mobilità lenta, consolidamento degli ambiti boscati con la gestione produttiva dei robinieti ed infine l’introduzione di strutture di uso pubblico dedicate alle attività didattiche attraverso la creazione di un giardino orto per le scolaresche supportate dal volontariato associativo.

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3.8. Vincoli urbanistici e ambientali.

Il PGT recepisce i vincoli urbanistici ambientali, sovraordinati nella propria documentazione cartografica. I vincoli che hanno caratteri paesistico e ambientale sul territorio luraghese sono in sintesi:

. Fascia di rispetto dei corsi d’acqua, Dlgs 42/2004, art. 142 (ex L. 431/85, art. 1, lettera c) – 150 m dall’argine della Roggia Durini, iscritta nel R.D. risalente al 1933. . Aree boscate, Dlgs 42/2004, art. 142 (ex L. 431/85, art. 1, lettera g). . Ambito Parco regionale Valle del Lambro. . Ambito del Parco locale di interesse sovracomunale Zoc del Peric riconosciuto con delibera della Giunta provinciale del 07/05/2009. . Punti di captazione acqua potabile e relative zone di rispetto (Dlgs 258/2000: zona di tutela assoluta 10m e zona di rispetto 200m: pozzo via Brianza – località Cà Ronchi). . Punti di captazione acqua potabile e relative zone di rispetto, la cui perimetrazione è stata ridefinita ed approvata con provvedimento n. 25699 del 26/10/2001, ai sensi del decreto di concessione di derivazione di acque sotterranee (T.U. 11/12/1933 n. 1775, L.R. 10/12/1998 n. 34, art.3) DGR n. 47.582 del 29/12/1999: pozzo S. Giuseppe e pozzo Pioppette.

Per effetto del Dlgs 42/2004 e smi sono specificamente tutelati:

. Il Torrione antico del Palazzo Giussani, ora Palazzo Sormani . Il Sagrato e la chiesa presbiteriale di San Giovanni Evangelista e relativo Battistero . Il Chiesa di Santo Stefano in località Careggia . Il Cappella gentilizia “Regina Pacis” in località Pomelasca.

Pur non essendo oggetto di specifiche disposizioni, va evidenziata la rilevanza strategica della struttura storica degli insediamenti di antica formazione del sistema delle cascine e il valore artistico e culturale, nonché di poli nel disegno urbano di Lurago, del comparto di Villa Sormani e del suo parco e del complesso di Villa Rosa a Calpuno.

3.9. Le reti ecologiche.

Il coordinamento scalare delle reti ecologiche negli strumenti di pianificazione è indirizzato alla tutela del paesaggio e delle naturalità, alla implementazione dei livelli di biodiversità e alla conservazione attiva degli habitat. In particolare è considerata centrale a tutti i livelli di pianificazione la necessità di salvaguardare le sorgenti di biodiversità e di sviluppare connessioni tra le aree con lo scopo di innescare processi di anti frammentazione dei contesti di vita o per la riproduzione delle specie.

3.9.1. La Rete Ecologica Regionale (RER), approvata con deliberazione n.8/10962 del 30/12/2009, costituisce lo strumento per il raggiungimento degli obiettivi strategici del Documento di Piano del PTR che consistono nella difesa e nell’aumento della biodiversità.

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Tra gli obiettivi con ricadute sul territorio di Lurago:

. Il consolidamento ed il potenziamento di adeguati livelli di biodiversità vegetazionale e faunistica; . Il riconoscimento delle aree prioritarie per la biodiversità; . L’individuazione delle azioni prioritarie per i programmi di riequilibrio ecosistemico e di ricostruzione naturalistica; . Il mantenimento delle funzionalità naturalistiche ed ecologiche del sistema delle Aree Protette regionali; . La limitazione del “disordine territoriale” e del consumo di suolo, contribuendo ad un’organizzazione del territorio regionale basata su aree funzionali, di cui la rete ecologica costituisce asse portante.

Nella Carta della Rete Ecologica Regionale primaria e nelle schede descrittive, il Comune di Lurago D’Erba è incluso nel settore n. 50 “Laghi Briantei”, inserito nell’area prioritaria per la biodiversità 01-Colline del Varesotto e dell’alta Brianza.

Nello specifico, il contesto luraghese è interessato dal corridoio primario del Lambro classificato in questa sua porzione “fluviale antropizzato”.

Sono presenti elementi di primo e di secondo livello, aree quest’ultime con particolare vocazione di connettività che proprio a Lurago subiscono una “strozzatura”, sollecitando tra le indicazioni attuative della RER per l’area quelle opere finalizzate alla deframmentazione dei varchi sulla provinciale per Lecco e lungo la ferrovia verso il territorio di Lambrugo.

3.9.2. La Rete Ecologica Provinciale (REP) identifica gli ambiti del territorio che, per qualità paesaggistica e funzione ecologica, necessitano salvaguardia in funzione della sostenibilità insediativa.

La REP si articola in:

a) Elementi costitutivi fondamentali. b) Zone tampone di primo e secondo livello. c) Aree protette (parchi regionali e riserve naturali). d) Aree urbanizzate. e) Fasce di permeabilità con i territori esterni. f) Principali barriere ecologiche in ambito montano e pedemontano.

Nel territorio di Lurago la REP, oltre alle aree urbanizzate, individua alcuni elementi rilevanti:

. Ampia estensione di aree classificate CAS-sorgenti di biodiversità di secondo livello, caratterizzata da medi livelli di biodiversità. . Corridoi ecologici di primo livello – ECP, in particolare verso Alzate Brianza, quali strutture lineari caratterizzate da continuità ecologica che connettono sorgenti di biodiversità.

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. Aree di modeste dimensioni che costituisce un punto di appoggio alla rete ecologica stepping stones – STS. . Zone tampone di primo e secondo livello BZP – BZS a sud verso Inverigo e a est.

3.9.3. La Rete Ecologica Comunale (REC) recepisce le indicazioni sovracomunali date dalle reti ecologiche regionale e provinciale. Riconosce gli ambiti e gli habitat di valore che dovranno essere sottoposti a tutela, definisce le azioni per attuare il progetto di rete ecologica ed introdurre i meccanismi di perequazione, compensazione per garantirne la sostenibilità economica.

La Rete Ecologica Comunale apporta rettifiche in diminuzione per circa 34.035 mq della superficie urbanizzata a favore dell’unità ecologica ECP.

Gli obiettivi della rete ecologica comunale sono:

. Confermare a confine con Alzate Brianza il PLIS “Zoc del Peric”, promuovendo l’indirizzo della sua estensione al comune di Inverigo sulle aree CAS. . Attivare reti di connessioni ambientali tra gli ambiti fondamentali delle reti ecologiche (RER - REP). . Favorire modalità d’uso verso la dimensione di agricoltura multifunzionale degli ambiti non edificati di corona dell’area urbanizzata individuati dallo strumento quali ambiti periurbani. . Garantire in aree attualmente a destinazione agricola un varco sulla Strada Statale in direzione nord-sud che eviti la totale sigillatura del tessuto costruito. . Attuare un collegamento ecologico tra il parco della Valle del Lambro, in Lurago, e il PLIS “Zoc del Peric”, anche attraverso la riqualificazione del potenziale corridoio costituito dalla Roggia Durini.

3.10. Sensibilità paesistica.

La “conoscenza” dei luoghi e del paesaggio naturale e antropico investe relazioni storico- culturali, visive, percettive, simboliche; un corretto concetto di paesaggio e di tutela oggi non può riferirsi alla sola valenza estetico-formale, ma deve considerare come integrante la sedimentazione storico culturale nella memoria e nell’identità dei luoghi e dei cittadini. Il paesaggio è considerato bene collettivo da tutelare e valorizzare attraverso l’azione dei piani.

Per la costruzione della carta del paesaggio si è fatto riferimento all’allegato A – Contenuti paesaggistici del PGT del DGR n.1681 del 29.12.2005, che prevede:

. Fase ricognitiva. Indagine sulla relazione tra le componenti naturali e antropiche sotto il profilo fisico-strutturale, storico-culturale, visivo, percettivo-simbolico.

. Fase valutativa e giudizio di rilevanza e di integrità. È la fase che evidenzia “i caratteri paesaggistici qualificanti e rilevanti, i punti di forza e quelli di debolezza della struttura paesaggistica comunale”, individuando gli ambiti dell’identità (oggetti, luoghi, visuali che contribuiscono a definire l’identità del territorio alla

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scala sovracomunale e locale); del degrado; del paesaggio quotidiano (i paesaggi cioè scarsamente caratterizzati e quindi più disponibili per trasformazione e parti del territorio che, pur in assenza di ruoli peculiari, costituiscono un tessuto connettivo).

La fase valutativa comporta un giudizio di rilevanza, intesa come importanza, bellezza e suo contrario, di significato e di identità. Il giudizio di rilevanza è riconducibile a tre approcci: giuridico-amministrativo basato sui provvedimenti di tutela; tecnico-disciplinare incentrato sui criteri delle pianificazioni sovraordinate; sociale-partecipativo valutato sui caratteri percettivi simbolici fondati sul vissuto delle popolazioni interessate.

A questi segue il giudizio di integrità indicato dal Codice. Integrità intesa come “una condizione del territorio riferibile alle permanenze” e in cui “tutti gli elementi che compongono un paesaggio appaiono legati gli uni agli altri da rapporti di affinità e di coesione”. Il giudizio si sviluppa anche in considerazione delle forme di integrità: . Integrità di singoli manufatti o elementi fisionomici; . Integrità di “insiemi” quali complessi monumentali, tessuti urbani, sistemi difensivi, vaste sistemazioni agrarie; . Integrità dell’intorno e del contesto dei beni di cui ai punti precedenti (funzionali a visibilità e leggibilità) . Integrità “sistemica” di elementi non fisicamente contigui legati da relazioni funzionali o affinità tipologica; . Integrità di interi ambiti territoriali e/o percorsi caratterizzati da identità e coerenza d’immagine e valori.

3.10.1. Carta della sensibilità paesaggistica dei luoghi.

Individua nel territorio gli ambiti a maggiore o minore sensibilità dal punto di vista del paesaggio ed è la sintesi del percorso di lettura/valutazione del paesaggio.

Sul territorio di Lurago sono state individuati 4 livelli di sensibilità, da bassa a molto elevata.

Sono stati riportati gli elementi significativi e le indicazioni relative allo studio del paesaggio per arrivare a completare il quadro conoscitivo.

Il materiale raccolto ha portato all’individuazione di numerosi elementi – nuclei insediativi, rete agricola ed idrogeologica, sistemi infrastrutturali che nel tempo hanno determinato l’attuale configurazione del paesaggio e a cui hanno sicuramente contribuito i vincoli ambientali, le aree di salvaguardia. Rilevante apporto è rappresentato dalle aree verdi (agricole, boscate, parchi) estese e qualitativamente rilevanti nel paesaggio del Parco del Lambro e della fascia periurbana caratterizzata da ampie aree ad uso agricolo – prativo e da fasce boschive; sorgenti naturali e rete delle acque come il rilevante e poco valorizzato reticolo della Roggia Durini e della sua zona umida.

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Analoga evidenza paesistica è riconosciuta dalla REC ai vincoli monumentali e ai parchi di pregio di Villa Sormani e Villa Rosa. Così come è stato riservato uno specifico rilievo ai coni di visuale e alle direttrici di connettività ambientale.

4. Il quadro socio-economico

L’analisi demografica e socio-economica è stata condotta a partire dai dati ISTAT emersi durante i censimenti generali della popolazione, integrati da ricerche statistiche anche più recenti e con quanto rilevato presso l’ufficio anagrafico comunale.

4.1. Dinamica demografica.

Nell’analisi delle dinamiche demografiche sono stati assunti dati elaborati su base Istat da diversi istituti di osservazione statistica.

Le variazioni alle soglie storiche evidenziano una sostanziale stabilità sino alla fine degli anni trenta a cui ha fatto seguito una costante crescita che, nel periodo intercensuario, tra 2001 e 2011, si è rivelata particolarmente consistente e pari a 557 abitanti (11,5% della popolazione), come illustrato nella Tab.01.

ANNO POPOLAZIONE RESIDENTE

1861 1.605 1871 1.697 1881 1.685 1901 1.727 1911 1.898 1921 1.777 1931 1.761 1936 1.754 1951 2.332 1961 2.787 1971 3.287 1981 4.266 1991 4.517 2001 4.778 2011 5.335

Tab.01 | POPOLAZIONE RESIDENTE AI CENSIMENTI DAL 1861 AL 2011 Fonte: ASR Lombardia su dati ISTAT

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6000

5000

4000

3000

2000

1000

0 1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

POPOLAZIONE RESIDENTE AI CENSIMENTI DAL 1861 AL 2011

Una dinamica, quella del periodo intercensuario, che percentualmente si allinea a quelle dei comuni confinanti con Lurago con la parziale eccezione di Inverigo, che nel periodo 2001-2011 ha registrato una più pronunciata variazione (Tab.06).

Alzate Brianza Anzano del Parco Inverigo Lambrugo Lurago d'Erba Merone Monguzzo 10000 9000 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

Tab.06 | POPOLAZIONE RESIDENTE AI CENSIMENTI DAL 1936 AL 2011 Fonte: ASR Lombardia su dati ISTAT

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Questa dinamica a partire dal 2010 si è di fatto esaurita. Nel periodo il tasso di crescita (180 ab.) si attesta, infatti, su un incremento contenuto nel 3,5%. Dal momento che sono state rilevate alcune difformità, seppur limitate, tra le diverse fonti sui dati assoluti di saldo degli abitanti, nell’esame della variazione della popolazione relativa al periodo di attuazione del vigente PGT si è ritenuto di utilizzare per uniformità di lettura il dato elaborato dall’Anagrafe comunale sulla popolazione residente al 31 dicembre di ogni anno dal 2009 (anno assunto dal PGT precedente) al 2016. È interessante rilevare, dall’analisi di questi dati, a conferma di un’onda lunga post-crisi e di una stagnazione del periodo di massima criticità congiunturale, che la crescita della popolazione di Lurago nel solo anno 2009-2010 (+85 ab.) sia di fatto pari alla crescita complessivamente realizzata nei cinque anni successivi (+88 ab.) fino al 2015. Il dato del 2016 mette in evidenzia un fenomeno di decrescita con una perdita di popolazione di 57 persone. Un dato che non è di per sé sufficiente per essere considerato strutturale ma è significativo di un fenomeno quanto meno di stabilizzazione della consistenza demografica. (Tab.02).

ANNO POPOLAZIONE RESIDENTE 2009 5.265 2010 5.350 2011 5.390 2012 5.423 2013 5.445 2014 5.410 2015 5.438 2016 5.381

Tab.02 | POPOLAZIONE RESIDENTE DAL 2009 AL 2015 Fonte: Anagrafe Comunale

Questo trend che non sembra essere oggetto di immediate prospettive di mutamento, come dimostrano le oscillazioni annuali di saldo tra 1° gennaio e 31 dicembre e il rapporto tra nascite e decessi ed escursioni anagrafiche (Tab.03, 04, 05).

5600

5400

5200

5000

4800

4600

4400 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Popolazione 1 gennaio Popolazione 31 dicembre

Tab.03 | MOVIMENTI ANAGRAFICI DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE Fonte: ASR Lombardia su dati ISTAT

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nascite decessi

70

60

50

40

30

20

10

0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Tab.04 | MOVIMENTI ANAGRAFICI DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE Fonte: ASR Lombardia su dati ISTAT

iscritti all'anagrafe cancellati all'anagrafe

300

250

200

150

100

50

0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Tab.05 | MOVIMENTI ANAGRAFICI DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE Fonte: ASR Lombardia su dati ISTAT

Per quanto concerne la struttura della popolazione di Lurago, gli indicatori demografici segnalano un sensibile progressivo orientamento all’invecchiamento, il cui indice è nel 2015 pari a 137 (137 anziani ogni 100 giovani), con un crescente carico sociale ed economico della popolazione non attiva (media al 2015 di 52 individui a carico su 100

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abitanti). Anche l’indice di ricambio della popolazione attiva segnala l’invecchiamento in età lavorativa (Tab.07 e Tab.08 per la struttura di età).

ANNO INDICE VECCHIAIA INDICE DIPENDENZA STRTTURALE INDICE RICAMBIO POP. ATTIVA INDICE STRUTTURA POP. ATTIVA INDICE DI CARICO FIGLI PER DONNA FECONDA INDICE NATALITÀ ab) (x 1000 INDICE MORTALITÀ ab) (x 1000 2002 116,4 43,1 130,9 97,1 19,8 8,0 8,6 2003 121,5 42,9 121,9 98,2 21,0 8,5 8,5 2004 126,2 43,5 115,7 102,7 20,1 10,0 9,4 2005 130,6 43,7 108,5 106,2 19,8 9,0 7,5 2006 138,4 44,4 99,2 110,2 20,6 11,5 8,7 2007 136,1 44,8 101,2 113,3 21,2 10,5 8,9 2008 136,1 45,0 120,1 114,5 19,6 11,3 7,8 2009 131,8 45,1 125,3 114,8 19,2 11,6 7,6 2010 125,9 45,7 151,1 118,6 18,5 11,3 6,6 2011 121,6 46,2 174,4 122,2 17,6 9,0 9,2 2012 125,9 47,5 163,1 119,4 18,2 10,1 7,6 2013 126,7 49,5 162,2 122,9 18,2 10,7 7,6 2014 131,9 20,5 170,5 129,0 18,7 8,9 6,5 2015 137,0 52,3 171,2 132,9 19,1 - -

Tab.07 | INDICATORI DEMOGRAFICI Fonte: Anagrafe comunale

TOTALE ANNO 0-14 ANNI 15-64 ANNI 65+ ANNI ETÀ MEDIA RESIDENTI 2002 665 3.341 774 4.780 40,8 2003 647 3.338 786 4.771 41,1 2004 650 3.383 820 4.853 41,3 2005 648 3.417 846 4.911 41,5 2006 631 3.389 873 4.893 42,0 2007 659 3.477 897 5.033 42,0 2008 667 3.502 908 5.077 42,2 2009 699 3.596 921 5.216 42,1 2010 731 3.614 920 5.265 42,1 2011 763 3.659 928 5.350 42,2 2012 760 3.616 957 5.333 42,3 2013 787 3.606 997 5.390 42,5 2014 781 3.611 1.030 5.422 43,0 2015 784 3.552 1074 5.410 43,3

Tab.08 | STRUTTURA PER ETÀ DELLA POPOLAZIONE Fonte: Anagrafe comunale

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L’evoluzione per profili di età e per invecchiamento della popolazione ha conseguenti ricadute sulla composizione delle famiglie che ha subito un progressivo aumento dei nuclei familiari composti da 1/2/3 persone e il decremento o il rallentamento delle composizioni numericamente più ampie (Tab.09 e Tab.10).

NUM. ANNO NUM. FAMIGLIE PER COMPONENTI (%) FAMIGLIE 1 ps 2 ps 3 ps 4 ps 5+ ps 2001 1.826 22,40 26,90 ND ND 5,60 2011 2.214 28,54 27,73 23,35 20,37 4,69

Tab.09 | POPOLAZIONE RESIDENTE PER FAMIGLIE E CONVIVENZE Fonte: ISTAT

È significativo il dato rilevato nel corso del 2016 che attesta il numero delle famiglie in 2.253 con la media dei nuclei familiari in 2,4 componenti.

600 523 490 500 444 409 400 372

300 269 228

200 165

100 83 43 23 14 0 2001 2011

1ps non in coabitazione 2ps 3ps 4ps 5ps 6 o +

Tab.10 | POPOLAZIONE RESIDENTE PER FAMIGLIE E CONVIVENZE Fonte: ASR Lombardia su dati ISTAT

Analogamente alla dinamica riscontrabile per tutti i comuni dell’area, anche per la realtà di Lurago il saldo positivo dei movimenti anagrafici è fortemente influenzato dal fenomeno migratorio. La popolazione straniera residente in Lurago è stimata nel 2011 in una percentuale del 6% della popolazione residente pari a 297 persone, secondo la rilevazione censuaria 2011 (Tab.11 e Tab.12). Questo valore è inferiore alla media italiana attestata (dato 2015) sull’8,2%.

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TOTALE UOMINI DONNE CITTADINI STRANIERI

Persone censite come residenti all’8/10/2011 5.346 2.651 2.695 297

Di cui presenti in LAC all’8/10/2011 5.300 2.625 2.675 294

Tab.11 | PROSPETTO INDIVIDUI RESIDENTI AL CENSIMENTO 2011 Fonte: Anagrafe comunale

6% 4% 9%

45%

42%

94%

Italiani stranieri Africa Europa Asia America

Tab.12 | POPOLAZIONE RESIDENTE STRANIERA AL CENSIMENTO 2011 Fonte: Tuttitalia.it su dati ISTAT

4.2. Il patrimonio edilizio.

Dal confronto tra le rilevazioni censuarie del 2001 e 2011 (Tab.13), si rileva una crescita significativa del numero degli edifici di 153 unità (+20%) con un contestuale decremento delle abitazioni non occupate di 88 unità (-57%).

EDIFICI INDICE ANNO ABITAZIONI OCCUPATE DA RESIDENTI RESIDENZIALI AFFOLLAMENTO 1 2 3 4 5+ TOT. (ab/abitazione) VANO VANI VANI VANI VANI 2001 751 ND ND ND ND ND 1.965 2,43 2011 791 42 241 469 765 677 2.194 2,43

Tab.13 | ABITAZIONI LURAGO D’ERBA AI CENSIMENTO 2001-2011 Fonte: ISTAT

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La questione dell’abitare non può prescindere dal tema più generale rilevato a scala regionale e provinciale dove è evidente il surplus abitativo a libero mercato e il cronico deficit dell’edilizia rivolta alle fasce più deboli che costituisce una delle emergenze più acute (Tab.14).

COMO

COMUNE PROV. ESCLUSO PROVINCIA CAPOLUOGO CAPOLUOGO Fabbisogno al 2008 di edilizia sociale 4.430 17.272 21.702 Fabbisogno al 2008 di edilizia 2.409 10.337 12.745 convenzionata Eccesso offerta al 2008 di edilizia libera 1.116 25.617 26.734

Tab.14 | OFFERTA E FABBISOGNO DI ABITAZIONI NELLA REGIONE LOMBARDIA Fonte: DIAP Politecnico di Milano 2011

Lurago ha una disponibilità di residenze ERP di complessive 116 unità abitative, ma registra una domanda di assegnazione non evasa quantificabile al 2016 in 31 nuclei familiari (Tab.15).

Alloggi Abitanti N. medio N. persone in N. nuclei in Alloggi proprietà residenti in nucleo attesa di attesa di proprietà Aler Comune alloggi ERP familiare assegnazione assegnazione

99 17 254 2,37 84 31

Tab.15 | ABITAZIONI SOCIALI ERP LURAGO D’ERBA Fonte: Anagrafe comunale

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4.3. Il tessuto industriale.

Un inquadramento del settore industriale nell’ambito provinciale evidenzia che la realtà luraghese si attesta su valori di densità imprenditoriale e densità manifatturiera inferiori alla media provinciale (Tab.16).

Popolazione Densità UL industria Densità industria UL imprese 2011 imprenditoriale manifatturiera manifatturiera Alzate Brianza 5.018 374 7,45 61 1,22 Anzano del Parco 1.763 160 9,08 32 1,82 Inverigo 8.937 651 7,28 83 0,93 Lambrugo 2.463 158 6,41 21 0,85 Lurago d’Erba 5.333 378 7,09 54 1,01 Merone 4.167 319 7,66 43 1,03 Monguzzo 2.232 151 6,77 28 1,25 Nota: media provinciale densità imprenditoriale 8,5 – densità manifatturiera 1,1.

Tab.16 | IL TESSUTO LURAGHESE - 2011 Fonte: Ufficio d’Ambito di Como su dati ISTAT

Il fenomeno del pendolarismo è elevato (38,1% della popolazione- dato rilevato al 2001), seppure più contenuto di altri comuni dell’area (Tab.17).

Luogo di destinazione Nel comune Fuori Totale Popolazione % di residenza comune residente Spostamenti fuori dal comune/ pop.residente Alzate Brianza 878 1.725 2.603 4.556 37,9 Anzano del Parco 168 734 902 1.619 45,3 Inverigo 1.703 2.542 4.245 7.825 32,5 Lambrugo 316 892 1.208 2.181 40,9 Lurago d’Erba 726 1.821 2.547 4.778 38,1 Merone 705 1.381 2.086 3.597 38,4 Monguzzo 211 854 1.065 1.922 44,4

Tab.17 | PENDOLARISMO - 2001 Fonte: Ufficio d’Ambito di Como su dati ISTAT

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Sul territorio comunale le imprese attive nel 2011, secondo i dati censuari, risultavano essere 378 per un numero di addetti pari 1.397. Il trend rispetto la rilevazione del decennio era positivo con un incremento in termini di unità del 9,1% (Tab.18).

NUM. UNITÀ ATTIVE NUM. ADDETTI 2001 2011 2001 2011 Totale 345 378 1.285 1.397 Agricoltura e pesca 1 0 2 0 Attività manifatturiere 70 54 628 642 Fornitura di energia elettrica, gas, 2 2 7 8 vapore e aria condizionata Costruzioni 60 62 144 133 Commercio di autoveicoli e motocicli 75 78 170 250 Trasporto e magazzinaggio 6 9 31 40 Servizi di alloggio e ristorazione 14 15 53 55 Informazione e comunicazione 7 10 16 13 Attività finanziarie e assicurative 13 13 36 38 Attività immobiliari 18 28 29 36 Attività professionali, scientifiche e 36 49 60 68 tecniche Noleggio, agenzie di viaggio e servizi a 12 19 52 49 supporto alle imprese Istruzione 2 2 2 3 Sanità e assistenza sociale 9 18 25 33 Attività artistiche, sportive e di 5 6 6 11 intrattenimento Altre attività di servizi 15 13 24 18

Tab.18 | IMPRESE ATTIVE E ADDETTI AI CENSIMENTO 2001-2011 Fonte: ISTAT

4.4. Il commercio.

Lurago, nelle più recenti rilevazioni, conferma l’assenza nel proprio territorio della grande distribuzione, sebbene il suo sistema commerciale sia inevitabilmente condizionato dalla polarizzazione di strutture insediate in ambiti contermini al suo territorio amministrativo.

Al netto di alcune oscillazioni dei singoli settori merceologici, la struttura di esercizi di vicinato e di media dimensione, fortemente indebolita, è però rimasta sostanzialmente stabile durante gli anni della crisi strutturale in atto (Tab.19 e Tab.20).

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Alimentari Non alimentari Misti Totale

Num. Superficie Num. Superficie Num. Superficie Num. Sup. (mq) (mq) (mq) (mq) Alzate Brianza 6 226 18 1.321 4 174 28 1.721 Anzano del Parco 2 118 10 325 0 0 12 443 Inverigo 13 481 50 2.924 5 347 68 3.752 Lambrugo 2 104 14 884 2 143 18 1.131 Lurago d’Erba 3 140 26 2.107 7 561 36 2.808 Merone 0 0 31 2.216 6 278 6 2.494 Monguzzo 2 50 12 916 3 200 17 1.166

Tab.19 | ESERCIZI DI VICINATO - 2011 Fonte: Regione Lombardia. Dir. Generale Commercio, Fiere e Mercati. Osservatorio regionale commercio.

Alimentari Non alimentari Misti Totale

Num. Superficie Num. Superficie Num. Superficie Num. Sup. (mq) (mq) (mq) (mq) Alzate Brianza 4 105 13 889 3 134 20 1.128 Anzano del Parco 1 79 6 185 0 0 7 264 Inverigo 14 530 49 2.992 5 347 68 3.869 Lambrugo 3 140 11 692 1 85 15 917 Lurago d’Erba 2 56 23 1.647 4 398 29 2.101 Merone 0 0 38 2.538 6 278 44 2.816 Monguzzo 1 100 13 960 3 200 17 1.260

Tab.19 | ESERCIZI DI VICINATO - 2015 Fonte: Regione Lombardia. Dir. Generale Commercio, Fiere e Mercati. Osservatorio regionale commercio.

Numero esercizi Superficie (mq)

Alimentari Non alimentari Totale

Alzate Brianza 10 243 3.179 3.422 Anzano del Parco 0 0 0 0 Inverigo 13 0 7.885 7.885 Lambrugo 1 0 949 949 Lurago d’Erba 8 1.357 2.435 3.792 Merone 9 1.850 3.674 5.524 Monguzzo 0 0 0 0

Tab.20 | MEDIE STRUTTURE DI VENDITA - 2011 Fonte: Regione Lombardia. Dir. Generale Commercio, Fiere e Mercati. Osservatorio regionale commercio.

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Numero esercizi Superficie (mq)

Alimentari Non alimentari Totale

Alzate Brianza 9 243 3.004 3.247 Anzano del Parco 0 0 0 0 Inverigo 11 0 5.965 5.965 Lambrugo 1 0 949 949 Lurago d’Erba 8 1.357 2.545 3.902 Merone 11 2.122 4.744 6.866 Monguzzo 0 0 0 0

Tab.20 | MEDIE STRUTTURE DI VENDITA - 2015 Fonte: Regione Lombardia. Dir. Generale Commercio, Fiere e Mercati. Osservatorio regionale commercio.

Un altro capitolo inerente il settore commerciale che potrebbe riservare un potenziale spazio di incentivazione concerne gli esercizi ricettivi. Attualmente la loro rilevanza è modesta, attestandosi su una disponibilità di 18 posti letto a fronte di contesti confinanti più dinamici quali Inverigo e Monguzzo (Tab.21). In questo caso un effetto incentivante potrebbe essere prevalentemente determinato da politiche turistiche legate al sistema della mobilità dolce e del sistema cultura.

letto

letto

Esercizi Esercizi

n. esercizi

alberghieri

Totale posti

n. posti letto n. posti n. posti letto

complementari

Bed&Breakfast Alzate Brianza 0 0 0 0 1 10 10 Anzano del Parco 0 0 0 0 1 6 6 Inverigo 1 52 0 0 0 0 52 Lambrugo 0 0 0 0 0 0 0 Lurago d’Erba 1 15 0 0 1 3 18 Merone 2 229 0 0 0 0 229 Monguzzo 1 38 1 20 0 0 58

Tab.21 | CONSISTENZA DEGLI ESERCIZI RICETTIVI - 2013 Fonte: ASR Lombardia su dati ISTAT, Statistiche del turismo.

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4.5. Il sistema agro-alimentare.

A scala provinciale è interessante evidenziare che il numero delle aziende di settore, dopo un depauperamento molto considerevole nel decennio 1990-2000, ha registrato una inversione di tendenza positiva riscontrata nella rilevazione al 2010 (Tab.22).

Numero aziende agricole 1982 1990 2000 2010 Bergamo 20.970 18.979 9.394 6.445 Brescia 30.093 27.019 16.603 12.781 Como 5.948 3.633 1.977 2.529 Cremona 8.419 7.321 5.298 4.376 Lecco 4.444 2.472 1.232 1.702 Lodi 2.514 2.210 1.715 1.333 Mantova 17.620 15.673 11.372 8.800 Milano 7.249 4.914 3.379 2.358 Monza 3.576 2.228 1.073 789 Pavia 23.105 18.353 10.407 6.880 Sondrio 16.405 13.426 6.935 4.430 Varese 7.725 3.370 1.608 1.910 Lombardia 148.068 119.598 70.993 54.333 Italia 3.133.118 2.848.136 2.396.274 1.620.884

Tab.22 | NUMERO AZIENDE AGRICOLE LOMBARDIA E PROVINCE –DAL 1982 AL 2010 Fonte: ISTAT

Nel contesto luraghese il dato più recente acquisito presso l’Amministrazione segnala (Tab.23):

2001 2010 Superficie totale SAT 73,67 50,89 Superficie agricola utilizzata ND 41,61 Seminativi ND 11,83 Coltivazioni legnose agrarie ND 11,00 Orti familiari ND 0,20 Prati permanenti e pascoli ND 18,58 Boschi annessi ad aziende agricole ND 4,38 Superficie agricola non utilizzata ND 0,70 Altra superficie ND 4,20 Serre ND 35

Tab.23 | AGRICOLTURA - 2010 Fonte: ISTAT, 6° Censimento generale dell’agricoltura.

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4.6. Servizi e attività socio-culturali.

La dotazione dei servizi e delle attrezzature di carattere generale del Comune di Lurago risulta, dalle analisi di ricognizione dello stato di fatto, mediamente soddisfacente per tipologie e funzioni coperte. Le criticità si riscontrano piuttosto per alcuni settori in termini di dimensionamento e accessibilità da parte di una utenza esterna alle principali attività del singolo servizio, a cui si aggiungono difficoltà o limitazioni di gestione per carenza di personale.

Attualmente la struttura amministrativa a cui fa capo la gestione dei servizi generali ha una dotazione organica per tutte le aree di competenza, di 21 dipendenti comprensivi di funzionari, istruttori, personale esecutore (fonte Amministrazione comunale).

Va rilevato che nel campo delle attività culturali e sportivo-ricreative svolge un ruolo di supporto e incentivo il contributo importante del mondo associativo.

I dati desunti dal censimento 2011 (Tab.24) testimoniano, infatti, la rilevanza delle istituzioni no profit impegnate nel territorio luraghese, non tanto per numero di unità, quanto per la partecipazione del volontariato.

Unità locali delle Istituzioni non profit istituzioni non profit

num. num. n. lavoratori n. lavoratori num. num. unità num.

attività addetti esterni temporanei volontari attive addetti Alzate Brianza 19 53 3 0 21 53 Anzano del Parco 7 7 3 0 96 7 7 Inverigo 31 83 25 0 676 38 161 Lambrugo 9 4 3 0 143 9 4 Lurago d’Erba 16 4 1 0 301 16 4 Merone 15 12 2 0 129 17 14 Monguzzo 10 0 0 0 132 10 0

Tab.24 | ISTITUZIONI NO PROFIT - 2011 Fonte: ISTAT, 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi.

A Lurago sono attive 26 associazioni, tra cui le più numericamente rilevanti come adesioni sono:

SOS 250 volontari Corpo musicale 60 effettivi, 50 allievi Associazione Alpini 50 associati US Olympics 198 atleti, 30 membri.

Sul territorio è presente e attivo un centro ricreativo anziani con un’utenza giornaliera media di 50 persone.

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Ben quattro organismi associativi attengono all’ambito sportivo e possono usufruire solo parzialmente ed in sovrapposizione ad altri utilizzi prevalenti le seguenti strutture:

. Palestra scuola primaria. Utilizzo extra scolastico in affitto nel pomeriggio per circa 20 ore/settimana. . Palestra scuola secondaria di I grado. Utilizzo extra scolastico in affitto nel pomeriggio per circa 35 ore/settimana. . Tennis Club (in convenzione con associazione Tennis Club) Due campi da tennis, coperti durante l’inverno. . Un campo utilizzabile per calcio a 5. Campo da calcio e campo da basket all’interno dell’Oratorio. . Palestra privata “Motion Therapy” in via Fermi.

Ne consegue che la dotazione di strutture sportive polifunzionali anche come centri di aggregazione giovanile, soprattutto per la fascia di età dai 15 anni, è avvertita come un necessario obiettivo strategico nella programmazione soprattutto dei servizi e ritenuto sostenibile nel tempo per la capacità organizzativa e promozionale del sistema associativo.

Un altro settore meritevole dell’attenzione programmatoria è rappresentato dalla biblioteca comunale.

La forte crescita registrata negli ultimi due anni dal servizio di prestiti, passato da 8.615 volumi del 2013 a 13.685 secondo il dato più recente, testimonia il potenziale ruolo di divulgazione e aggregazione che il servizio culturale può costituire.

Sotto questo profilo, la collocazione attuale – all’ultimo piano della sede comunale – e la dimensione fisica - superficie di mq 158 – costituiscono elementi di criticità per uno sviluppo e una crescita positiva della presenza di questo fondamentale servizio per la comunità.

4.7. Servizi all’istruzione.

Per quanto attiene al sistema scolastico, il complesso insediato nel territorio comunale costituisce l’istituto comprensivo “Carlo Porta” relativo ai comuni di Lurago, Alzate Brianza, Anzano del Parco, Alserio. A Lurago sono presenti le seguenti strutture:

SCUOLA INFANZIA “Monsignor Nava” 5 sezioni 5 aule di sezione + 1 salone+ 1 sala mensa + 1aula lettura/biblioteca Giardino esterno

SCUOLA PRIMARIA “Carlo Porta” 9 classi 10 aule comuni 7 aule speciali: 1 lab. Informatica + 1 aula LIM + 1 aula audiovisivi/musicali + 1 pittura + 1 aula stranieri + 1 aula insegnanti, 1 biblioteca 1 mensa + 1 palestra

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SCUOLA SECONDARIA I^ GRADO “Enrico Fermi” 6 classi 6 aule scolastiche 11 aule speciali: 1 aula magna, 1 aula arte, 1 aula musica, 1 aula scienze, 1 aula tecnologia, 1 biblioteca, 1 aula ricevimento genitori, 1 aula insegnanti, 1 lab. Informatica, 2 aule sostegno

Il personale docente in servizio è così suddiviso: . Scuola Infanzia “G. Nava” n. 15 . Scuola primaria “C. Porta” n. 25 . Scuola Sec. I grado “E. Fermi” n. 22 Il personale amministrativo consta di 1 dirigente, 7 assistenti amministrativi e 7 collaboratori scolastici.

La popolazione scolastica registrata nell’anno accademico 2016/2017 è di 113 alunni per la Scuola d’infanzia, 204 alunni per la Scuola primaria, 144 studenti per la Scuola secondaria di I grado (fonte comunale).

Il bacino di provenienza degli studenti investe l’area costituita dai comuni di Inverigo, Alzate Brianza, Arosio, Bosisio Parini, Brenna, Lambrugo, Mariano Comense, Merone, Molteno, Orsenigo con un pendolarismo complessivo per i diversi plessi scolastici di 92 studenti corrispondente ad un significativo 20% dell’intera popolazione scolastica con riflessi sulla questione della mobilità (fonte Amministrazione comunale e istituto scolastico “C. Porta”). L’oscillazione della popolazione scolastica delle scuole di Lurago, come sintetizzata dal seguente grafico, evidenzia negli ultimi anni un progressivo decremento nella utilizzazione del servizio della scuola dell’infanzia, una crescita progressiva di popolazione per la sola scuola primaria e oscillazioni variabili da positive a negative per la secondaria. Un quadro, comunque, che non sembra evidenziare nel tempo dinamiche eccezionali e emergenziali. Anche l’incidenza dei processi migratori resta comunque molto contenuta (la presenza di studenti stranieri è inferiore al 7%).

250 202 204 200 171 174 158 149 144 150 133 134 135 135 139 124 131 113 100

50

0 2011/2012 2012/2013 2013/2014 2015/2016 2016/2017

scuola dell'infanzia scuola primaria scuola secondaria I grado

Fonte: istituto comprensivo “C. Porta” e Amministrazione comunale

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L’analisi dimensionale del patrimonio edilizio rileva una sufficiente dotazione delle attuali superfici di pertinenza per possibili ampliamenti nel rispetto degli standards riferiti alle disposizione del DM 18/12/1975 e s.m.i.

Questa constatazione ha orientato la strategia del piano verso una soluzione diversa dalla prevista e impegnativa realizzazione di un unico polo scolastico accorpato, privilegiando politiche e azioni di riqualificazione e riuso delle strutture esistenti e consigliando una futura promozione della loro organizzazione in polo scolastico diffuso, attraverso un investimento sui collegamenti ciclo-pedonali protetti.

In uno scenario di lungo termine, si segnala la fattibilità della realizzazione di una nuova sede per la scuola dell’infanzia “Monsignor Nava” nel parco scolastico delle scuole elementari, di cui il piano prevede un ampliamento con l’individuazione dell’area a servizi ad ovest della palestra. Contestualmente il riutilizzo della sede e del sedime liberato dal trasferimento della scuola dell’infanzia costituirebbe l’eventuale ampliamento del comparto della scuola primaria “Carlo Porta”.

5. Il quadro della struttura insediativa.

5.1. Il sistema urbano.

5.1.1. L’evoluzione storica degli insediamenti.

L’evoluzione dell’assetto insediativo è stata ricostruita per soglie storiche sulla base della cartografia disponibile dal periodo teresiano all’attuale contesto.

L’analisi si interfaccia con le condizioni demografiche. La visualizzazione sincronica delle trasformazioni evidenzia quanto è confermato dalle indagini sulla demografia locale: una sostanziale stabilità, testimoniata dalla continuità della struttura fisica urbana sino al secondo dopoguerra, a cui segue la fase intensiva di crescita edilizia e successivamente l’avvio della dispersione territoriale dell'urbanizzazione sino alla sostanziale quiescenza dell’ultimo periodo.

Analogamente, la condizione demografica rimane pressoché stabile sino agli anni 50 attestata su una popolazione inferiore ai 2000 abitanti, per crescere costantemente e assestarsi sui valori attuali. Un trend di crescita che nell’ultimo decennio è stato prevalentemente determinato dalla incidenza di segno positivo nel saldo dei flussi migratori, piuttosto che al saldo naturale del movimento della popolazione che si conferma positivo ma modestissimo.

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La struttura urbana ha origine da alcuni nuclei storici e da un articolato complesso di impianti rurali indipendenti che nel tempo hanno aggregato le espansioni fino a costituire un continuo edificato. Sicuramente l’elevata qualità ambientale del paesaggio, espressione della vocazione agricola, ha costituito un motivo di attrazione e di valorizzazione della rendita degli interventi edificatori.

I principali nuclei sono Calpuno, Lurago, Colciago, Careggia/S. Stefano, a cui si aggiunge la rete delle Cascine Careggiola, Ca’ Bassa, Ca’ Alta, Ca’ Ronchi, Fornace, C.na S. Antonio, C.na Immacolata, Costone, Monticello, Selvamonte, S. Rocco, C.na Carolina, C.na Maria, Crocino, S. Giorgio, C.na Viganò, C.na S. Giuseppe, C.na Teresa, Longura, C.na Sala, Ca’ Nova, Colombaio, Careggiotto.

Le numerose cascine rurali, testimonianza della storia agricola del territorio di Lurago, sono prevalentemente di impianto sei-settecentesco, poi ampliate nel secolo successivo.

La situazione si è mantenuta stabile nei rilevamenti del 19° secolo salvo questi limitati nuovi episodi di matrice rurale legati all’attività agricola, o processi di densificazione dei nuclei esistenti.

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Nuclei storici e rete delle cascine

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I percorsi e le strade dell’originaria struttura rurale hanno poi costituito la matrice dell’attuale infrastrutturazione.

Lo sviluppo urbano del ventesimo secolo ha alterato l’impianto con una progressiva saldatura dell’edificato senza interruzioni tra un nucleo e l’altro.

Il boom edilizio degli anni ’60 definisce il principale assetto morfologico dell’urbanizzato. A partire da questo periodo vengono realizzati i principali servizi alla collettività quali le strutture scolastiche e civiche.

Questo nuovo sistema dei servizi tende a costruire una nuova polarità nell’area pianeggiante del nucleo di Crocino.

È la prefigurazione di una cerniera urbana, di fatto ancora irrisolta, verso una tendenziale ricerca, seppur non programmata, della centralità civica per la struttura policentrica generatrice della Lurago contemporanea.

Il progetto di piano tende a dare valenza a questo incompiuto indirizzo concentrando soprattutto in questo contesto il disegno della città pubblica.

Contemporaneamente il sistema produttivo sino agli anni Settanta distribuisce i propri insediamenti in continuità con le aree dello sviluppo residenziale, come testimonia la permanenza tuttora di attività produttive e la presenza degli ambiti di dismissione che il piano assume come principali aree per il futuro sviluppo edificatorio nell’ottica di una radicale sospensione di nuovo consumo di suolo.

Dopo gli anni 80 inizia il consolidamento che delle due principali zone industriali del territorio lungo via degli Artigiani e lungo il sedime ferroviario verso Lambrugo.

Dagli anni duemila la logica prevalente contenuta dalle strumentazioni urbanistiche e gli indirizzi del mercato orientati a privilegiare l’accessibilità ai servizi spostano progressivamente le scelte edificatorie verso il completamento delle aree libere intercluse nel tessuto edilizio o ai margini dello stesso.

5.1.2. Uso del suolo urbanizzato.

Le destinazioni prevalenti degli ambiti antropizzati sono residenziali di antica e recente formazione, produttive e destinate ai servizi pubblici di interesse generale. Il suolo antropizzato si presenta sufficientemente distinto dall’ambiente naturale ad uso agricolo e boschivo, conservando una riconoscibilità del limite e della forma urbana ad eccezione di alcune saldature lungo le aste viarie con i territori di Inverigo e Cremnago e del processo di sfrangiature del margine ad ovest della via Diaz dove sono state sviluppate le più recenti espansioni residenziali.

I caratteri morfologici del paesaggio urbanizzato individuano i seguenti principali tipi:

. Tessuto di antica formazione e cascine. . Tessuto a giardino. . Tessuto a tipologia ad impianto disegnato.

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. Tessuto di margine. . Tessuto produttivo e commerciale.

L’analisi della densità edilizia residenziale condotta su tutto l’urbanizzato con una rilevazione digitale dei lotti e delle relative volumetrie sulla cartografia catastale conferma il quadro di una struttura insediativa disomogenea di tipi edilizi isolati plurifamiliari, edilizia a schiera e unifamiliare. Le tipologie pluripiano sono prevalentemente attestate lungo le direttrici viabilistiche di via Roma e della strada Provinciale 41 a sud dell’abitato.

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Aree urbanizzate secondo ricostruzione Dusaf 4.0 di Regione Lombardia

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Caratteri morfologici del paesaggio urbanizzato

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5.1.3. Uso del territorio inedificato.

Nell’analisi del territorio non edificato e la lettura degli spazi aperti e del paesaggio fuori il tessuto urbanizzato, non si è ritenuto di poter prescindere da una visione più complessiva e sistemica, dunque dalle possibili interrelazioni con le aree libere all’interno del consolidato urbano.

Questa lettura è sintetizzata dal seguente schema che evidenzia i potenziali capisaldi di una strategia pianificatoria orientata alla salvaguardia dei contesti ambientali e delle loro connessioni ma accompagnata dalla contestuale programmazione di processi di rinaturalizzazione urbana quali elementi qualificanti il ridisegno dello spazio pubblico e il rafforzamento del disegno urbano rispetto l’ambito naturale e rurale.

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Spazi aperti e paesaggio

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In quest’ottica di un sistema degli spazi aperti connesso alla riqualificazione del contesto urbanizzato si rende necessario interfacciare lo scenario ambientale con le permanenze storiche e di pregio del territorio comunale e la relazione con le infrastrutturazioni, mettendo al centro dell’attenzione programmatoria i principali elementi riconoscibili nel sistema della mobilità sostenibile, i beni di interesse storico- culturale, le dotazioni della città pubblica e nelle zone di tutela.

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Permanenze storiche e tessuti di pregio

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5.2. Il sistema agricolo.

L’individuazione delle aree agricole nello stato di fatto è stata effettuata sulle informazioni disponibili nell’ambito del sistema informativo (SIT) messe a disposizione dalla Regione Lombardia. Lo strato informativo è costruito innanzitutto a partire dalla banca dati DUSAF (Uso del suolo) e dalle categorie d’uso dalla stessa identificate, quali: aree agricole, praterie naturali d’alta quota, boschi a densità bassa e aree in evoluzione.

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Superficie agricola utilizzata ricostruita su base Dusaf 4.0 di regione Lombardia

NB. Non sono evidenziati gli altri usi del suolo per i quali si rimanda agli elaborati di Piano.

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Si è proceduto, inoltre, all’analisi dei dati del SIARL, identificando le aziende agricole e i terreni interessati da colture specializzate, da colture foraggere; i terreni che hanno usufruito di contributi comunitari.

Ulteriore approfondimento del contesto agricolo rurale è derivato dall’esame della ricognizione sull’uso del suolo e degli habitat naturali effettuata per l’Amministrazione nel 2010 dallo Studio Frigerio e Regondi. Si è infine provveduto ad una puntuale verifica sulla base della Carta Tecnica Comunale.

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Superficie agricola ricostruita su dati SIARL 2015

NB. Non sono evidenziati gli altri usi del suolo per i quali si rimanda agli elaborati di Piano.

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5.3. Il sistema della mobilità e delle infrastrutture.

Per quanto attiene il tema della mobilità, Lurago D'Erba, in linea con il quadro regionale e nazionale, vede la predominanza della mobilità privata, a fronte di un trasporto pubblico con valori di carico discontinui, costi di esercizio non sempre remunerativi e conseguenti ricadute sulla frequenza del servizio e sulla capillarità dello stesso.

L’accessibilità su gomma a scala territoriale del territorio di Lurago è assicurata da due infrastrutture che costituiscono gli assi portanti della grande viabilità di area: la strada Statale 342 (Briantea) e la strada Provinciale 41 (Valassina). Se da un lato le due arterie garantiscono una importante dotazione a supporto del collegamento privato e commerciale di Lurago verso l’esterno, dall’altro, attraversando il suolo comunale rispettivamente in direzione est-ovest e nord-sud, dunque dividendo di fatto il territorio di Lurago in quadranti, rappresentano anche elementi di criticità. Questa peculiarità si ripercuote sia sull’impatto fisico, ambientale, ecologico, sia sulle connessioni e le interrelazioni degli spazi pubblici oltre che sulla sicurezza delle persone.

Uno dei punti cruciali interessa, infatti, il problema dell’attraversamento di via Roma (tratto urbano della SP 41) necessario alla ricucitura dell’area centrale di Lurago e quello della SS 342 in particolare per il collegamento con Lambrugo e la ferrovia.

Lurago è attraversata, seppur marginalmente, dalla rete ferroviaria Como-Lecco e dalla FNM Milano-. Quest’ultima è servita dalle due stazioni, Inverigo e Lambrugo, rispetto alle quali Lurago gode di una posizione baricentrica.

È una opzione di rilievo nei collegamenti con Milano ed è dotata di un servizio adeguato per frequenza. La criticità è nei collegamenti soprattutto ciclo-pedonali con Lurago.

Nei nuclei abitati si rileva il calibro ridotto delle strade e la conseguente carenza/assenza di percorsi protetti per il pedone. La struttura viaria del Comune di Lurago D'Erba non è attrezzata, escluse parziali e discontinui interventi, per tipologie di mobilità diverse dalla veicolare ed in particolare per la rete della mobilità pedonale. Un “materiale” di progetto del Piano è lo sviluppo di una strategica connessione che coniughi ambiti urbani, rete delle strade vicinali e sistemi sovralocali quali, in primis, quello della Valle del Lambro. Percorsi ciclopedonali, a partire dalla riattivazione dell'antico collegamento tra San Rocco e la stazione delle ferrovie Nord Lurago-Lambrugo, alla ricucitura della rete sovracomunale, potrebbe costituire non solo un’infrastruttura estremamente funzionale, ma innescare una ulteriore spinta all’integrazione del patrimonio storico luraghese con il sistema delle Ville Briantee e al potenziale recupero di strutture cascinali in chiave multifunzionale, con possibili ricadute di valorizzazione promozionale ed economica dell’area.

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Mobilità ciclabile su base cartografica CTR

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Lurago nel sistema regionale della ciclopedonalità | Estratto PRMC Regione Lombardia

5.4. Componente vegetazionale.

L’analisi ha fatto riferimento al già richiamato studio e rilievo sugli usi del suolo e sugli habitat ambientali redatto dal Dott. E. Frigerio e dal Dott. Regondi.

5.5. La componente geologica e il reticolo minore.

Per l’analisi geologica il Piano fa riferimento allo studio geologico e al suo aggiornamento condotto nel 2010 dallo studio InGeo del sott. Geol. V. Buscaglia.

Relativamente alla definizione del reticolo minore delle acque e delle fasce di rispetto dei corsi d’acqua, il Piano assume quanto determinato nell’anno 2009 condotto sempre dello studio InGeo.

Lo schema qui allegato sintetizza i principali elementi di attenzione critica emergenti nel territorio luraghese, desunti dall’esame della documentazione qui richiamata e approvata.

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Rischio idraulico

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Estratto tav.04 Carta della fattibilità geologica con scenari di pericolosità sismica | Studio geologico

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6. Gli obiettivi strategici di piano.

Coerentemente alle indicazioni preliminari emerse nella predisposizione degli indirizzi strategici della variante generale (approvata con delibera della Giunta Comunale n. 185 del 12/11/2014), il documento di Piano assume in sintesi di quadro strategico i seguenti principali obiettivi:

a) Verifica della coerenza delle scelte con le risorse e la programmazione di prospettive sovralocali b) Valorizzazione di un progetto di rigenerazione urbana del sistema insediativo, recuperando edifici, aree, dotazioni di servizi e infrastrutture, nonché attivando processi di densificazione controllata, resi economicamente alternativi a interventi di nuova urbanizzazione. c) Miglioramento della qualità degli insediamenti residenziali tramite l'ottimizzazione dei servizi e delle infrastrutture, privilegiando interventi qualificanti l'immagine e il valore urbano degli spazi della città pubblica. d) Insediamento di nuovi impianti produttivi, partendo dalla razionalizzazione dell'uso e del riassetto delle aree già destinate allo scopo. e) Attivazione di politiche attrattive per la rivitalizzazione, anche generazionale, della città con specifico riferimento alle figure delle giovani professionalità, delle nuove attività imprenditoriali di start up e dei nuovi esercizi commerciali. f) Tutela/incentivo della rete commerciale di vicinato. g) Consolidamento del centro urbano incernierato nell'area già attualmente dotata dei servizi pubblici e delle attività terziarie e commerciali. h) Sostegno di un programma di sviluppo della rete della mobilità “dolce” con idonea sistemazione/ attrezzatura/ integrazione della viabilità esistente, finalizzando l'operazione anche alla prefigurazione di anelli ciclabili interconnessi con la rete “leggera” sovracomunale. i) Individuazione di un’ipotesi di dimensionamento demografico e di incentivazione attrattiva verso le nuove generazioni, compatibile con l’attuale sistema dei servizi e con gli obiettivi realisticamente sostenibili del suo potenziamento. j) Programmazione di uno sviluppo rurale in sintonia con le politiche regionali previste per il 2018, orientandone la pianificazione su elementi chiave quali competitività della produttività agricola, innovazione, sostenibilità degli interventi anche in funzione del ricambio generazionale. k) Contestuale definizione di un orientamento operativo sulla multifunzionalità della agricoltura, intesa come la capacità del settore primario di produrre beni e servizi secondari di varia natura, coniugando la produzione alimentare con la capacità di costituire con rete di connessione di spazi aperti e attrezzati di servizio ad uso della collettività. l) Interventi di limitazione delle urbanizzazioni diffuse. m) Salvaguardia del territorio inedificato con l'incentivazione di attività coerenti con le caratteristiche ambientali e la promozione delle tecniche colturali di bio- compatibilità. n) Conservazione del territorio della campagna come elemento tipitizzante la identità dell'area a partire dagli impianti vegetazionali, dalla rete stradale poderale e dalla

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conservazione dei reticoli idrici e drenanti del territorio, anche in funzione della prevenzione di potenziali dissesti territoriali e rischi idraulico-geologico.

Quadro strategico

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6.1. Il sistema insediativo, il sistema dei servizi.

Ambedue i sistemi si riferiscono agli ambiti fisici esistenti della città costruita, articolata nel suo tessuto storico consolidato e nelle previsioni per ambiti di riqualificazione e di trasformazione. Gli obiettivi del piano sono orientati a dare centralità al disegno urbano della rigenerazione della città esistente e della sua riqualificazione in termini di adeguamento e rinnovo edilizio. L’intenzione è quella di indirizzare il programma verso interventi di densificazione della struttura urbana già consolidata, da intendere come alternativa a nuovi consumi di suoli esterni al perimetro urbanizzato. In questo obiettivo rientra l’applicabilità di politiche di incentivazione in termini premiali e fiscali per le aree dismesse del tessuto consolidato.

Il piano collega l’intervento edificatorio negli ambiti disponibili secondo il principio di valorizzazione e disegno degli spazi di relazione e del loro ruolo nella costruzione della città pubblica, a cui deve concorrere una sintonica strategia del Piano dei servizi. La necessità di porre la rigenerazione come politica di intervento sullo spazio pubblico di Lurago, comporta l’utilizzo, opportunamente parametrato alla realtà del contesto, dei criteri perequativi e di compensazione.

Il controllo di consumo di suolo pone il tema della revisione degli indici urbanistico-edilizi. In questa chiave il piano provvede ad una revisione degli indici degli ambiti di trasformazione attraverso la previsione di indici minimi attribuiti e indici massimi il cui delta volumetrico sia acquisito attraverso crediti volumetrici generati da ambiti a servizio o compensazione.

Non sono stati confermati i piani attuativi a consumo di suolo, ad esclusione di quelli già oggetto di procedura aperta secondo le disposizioni transitorie della LR 31/2014.

Il quadro sinottico, qui di seguito illustrato, evidenzia lo stato dell’attuazione delle previsioni di ambiti trasformativi e piani attuativi dei precedenti strumenti urbanistici e riporta l’individuazione dei nuovi ambiti di trasformazione che, in parte, riconfermano precedenti aree soggette a PII. Coerentemente agli indirizzi e alla filosofia della variante si può osservare che, ad eccezione di quanto richiamato per le disposizioni transitorie della LR 31/2014, le nuove previsioni sono interamente contenute all’interno del tessuto urbano consolidato, riconoscendo come ambiti di trasformazione quelle aree, seppur contenute in termini dimensionali, che rivestono condizioni di particolare sensibilità in relazione alla costruzione dell’urbanità di Lurago.

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Di seguito si espongono le volumetrie proprie e obbligatorie e quelle massime riferite agli ambiti di trasformazione a prevalente destinazione residenziale, con il relativo peso insediativo misurato in termini di abitanti teorici.

Ambito Trasformazione Mc propri e obbligatori Variante Mc max. variante Ab. Max. AT 01 8.886,49 8.886,49 59 AT 02 2.320,00 2.924,00 19 AT 03 3.520,00 4.400,00 29 AT 04 ------AT 05 1.870,00 1.870,00 12 AT 06 5.040,00 6.300,00 42 AT 07 8.080,00 10.100,00 67 Totale 29.716,49 34.480,49 228 Sempre in ragione della valorizzazione e del controllo del disegno pubblico degli spazi urbani, il Documento di Piano anticipa, come ulteriore strategia generale, la volontà di rinviare al Piano delle Regole l’utilizzo e il ricorso in alcuni specifici contesti dell’istituto del Permesso di Costruire Convenzionato. Questo, come già anticipato nel quadro sinottico, è indicato per i lotti liberi inseriti all’interno del TUC e per alcuni ambiti di riqualificazione dimensionalmente contenuti. La superficie complessiva interessata da queste aree di edificabilità conformata dal Piano delle Regole assomma a mq 17.693.

Il documento anticipa anche la scelta da confermare coerentemente nello stesso PdR di una limitazione della edificabilità di alcuni lotti liberi interni al TUC. La superficie che si ritiene di non confermare come aree di edificabilità assomma a mq 7.197.

Il quadro sinottico precedentemente richiamato anticipa l’individuazione di questi ambiti.

Azioni: a) Applicazione del principio di dimensionamento delle trasformazioni programmate in base alle proiezioni di crescita della popolazione residente. b) Indirizzo prioritario ai processi di rigenerazione urbana degli ambiti di dismissione e a previsioni di densificazione del tessuto consolidato in luogo di trasformazioni a consumo e urbanizzazione di nuovo territorio. c) Conseguente esclusione di programmazioni pianificatorie di espansione esterne al tessuto consolidato, ad eccezione degli ambiti la cui procedura di attuazione risulti oggetto delle norme transitorie della LR 31/2014. d) Revisione delle previsioni alla trasformazione edilizia di previgenti disposizioni attuative nei comparti di via delle Vigne e di via Monterosa, di ambiti destinati a PA del PGT vigente e di alcuni lotti residuali inedificati interni al TUC. e) Programmazione di un sistema di servizi dell’abitare che includa interventi rivolti all’edilizia sociale di iniziativa privata. f) Ridefinizione dei criteri per il recupero e la riqualificazione degli ambiti del tessuto di antica formazione.

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Il sistema dei servizi sul territorio sovracomunale

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6.2. Il sistema agricolo.

L'ambito fisico di riferimento degli interventi per questo sistema interessano il contesto del territorio agricolo e, più in generale, gli ambiti ecosistemici.

I principali obiettivi sono orientati a:

. circoscrivere la perdita della tessitura costruttiva e insediativa del paesaggio agrario; . intervenire limitando le urbanizzazioni nel comparto; . favorire l’interazione tra ambiti tutelati e quelli destinati alla coltivazione attraverso la ricostruzione delle connessioni ecologiche; . intervenire sulla riqualificazione degli usi agrari, valorizzando la multifunzionalità con interventi che siano in grado di potenziare la corretta sinergia tra ambiti urbani e la campagna; . aprire l'agricoltura alla dimensione di utilità sociale e collettiva quale spazio ricreativo ed educativo; . supportare la ricerca di incentivi per le imprese agricole attive; . favorire un programma di commercializzazione agro-alimentare, anche con lo sviluppo della filiera corta di produzioni locali.

In chiave di multifunzionalità di settore e di valorizzazione dei caratteri costitutivi del paesaggio agrario, una finalità riguarda la necessità di coniugare la riqualificazione degli impianti tradizionali e del tessuto colturale, contenendo le alterazioni delle tracce conservate nel paesaggio agrario.

La conservazione morfologica del paesaggio si relaziona all’incremento di livello qualitativo della biodiversità del suolo, impongono interventi sulla diffusione degli impianti monocolturali indifferenti alle specificità, climatiche e pedologiche dei terreni, una delle cause dei processi di artificializzazione e della interferenza sulle condizioni di biodiversità.

Azioni:

a) Costituire una cintura periurbana di conservazione dell’ambiente agro-naturale. b) Promuovere il ruolo multifunzionale delle attività agricole. c) Definire regole e flessibilità funzionale e di destinazioni ammissibili del patrimonio edilizio di antica formazione connesso al contesto rurale per il loro riuso e recupero. d) Favorire interventi e pratiche compensative nella riqualificazione morfologica della struttura paesistica del territorio agricolo. e) Ricorrere a tecniche di ingegneria ambientale e bioingegneria nella connessione ecologica di rete e nella salvaguardia e valorizzazione delle aree sensibili sul piano idrogeologico.

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Destinazioni agricole nella proposta di fascia agricola periurbana

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6.3. Il sistema economico-produttivo.

Una effettiva incidenza del piano di governo territoriale non può prescindere dai livelli di sviluppo della struttura economica e produttiva e dalla incidenza delle ricadute sul contesto. La strategia è indirizzata a integrare, al meglio, i processi di crescita dell’impresa con trasformazioni sostenibili senza ricorrere a previsioni di nuovi ambiti espansivi, ma ricorrendo alla ottimizzazione delle aree già destinate a tessuto produttivo.

Gli obiettivi del piano non sottovalutano i programmi di sviluppo delle attività commerciali, professionali e produttive, in particolare per quello spettro di attività in grado di apportare un valore aggiunto di innovazione e ricerca, a partire dalle attività d'impresa legate al settore creativo e del design, che hanno costituito l'ossatura di crescita del territorio luraghese.

Parte del processo di promozione economico-produttiva può derivare anche dall’ambito agricolo e dalla produttività di settore, attraverso la valorizzazione del profilo multifunzionale, favorendo, in termini di destinazioni d’uso, lo sviluppo delle cosiddette Green Infrastructures, della rete dei beni storico-artistici verso possibili destinazioni turistico-culturali, della incentivazione di produzioni e distribuzioni legate a processi di filiera corta.

Azioni:

a) Indirizzare il potenziamento di settore ad interventi di revisione degli indici urbanistici al fine di consentire ampliamenti e adeguamenti delle strutture esistenti e saturazione delle aree ancora disponibile nel tessuto già consolidato senza ricorso a nuove aree espansive. b) Individuare ambiti produttivi con destinazione ad artigianato di servizio e struttura di vendita orientati a favorire una piattaforma di sviluppo per attività innovative e di ricerca. c) Favorire la rigenerazione degli insediamenti produttivi che hanno esaurito la loro idoneità funzionale e strutturale.

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Attività commerciali, produttive e servizi pubblici

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6.4. Il sistema delle infrastrutture e della mobilità.

Il territorio di Lurago D’Erba non presenta condizioni deficitarie nella infrastrutturazione per la mobilità veicolare, sia sul piano territoriale che su quello comunale. Tuttavia emergono criticità e situazioni problematiche locali di congestione e di inadeguatezza delle reti esistenti per le mobilità diverse da quella veicolare e per la accessibilità alle utenze più deboli, in particolare disabili, anziani e bambini. Questi aspetti si riflettono sulla generale condizione degli spazi di relazione che ne risultano squalificati con ripercussioni negative sulla qualità di vita e dell’habitat. In questo senso il PGT affronta la questione della mobilità nel quadro più complessivo delle relazioni sociali negli spazi pubblici. Tra gli obiettivi che il progetto urbano per Lurago propone, c’è l’individuazione di interventi finalizzati a rendere maggiormente fruibili e accessibili gli ambiti urbanizzati, declinando questo obiettivo generale con programmi di riqualificazione architettonica e ambientale delle strutture viarie di collegamento. Il piano riserva speciale attenzione a una previsione, graduata nel tempo, per la realizzazione di tracciati alternativi a quelli veicolari, promuovendo una migliore e sicura accessibilità ai servizi pubblici centrali (scuole, parco, cimitero, mercato) alle eccellenze del patrimonio storico, al trasporto pubblico ferroviario, alla rete della mobilità ciclopedonale sovracomunale.

Azioni:

a) Recepimento dei programmi di riqualificazione, e messa in sicurezza dell’asse viario di via Roma finalizzati alla ricucitura delle parti del territorio urbano separate dall’infrastruttura. b) Messa a sistema di un progetto unitario di tracciato ciclopedonale ad anello in ambito urbano e periurbano, integrato con la rete ciclopedonale sovracomunale, e organizzato utilizzando sedimi esistenti ciclabili, sedimi praticabili senza rifacimento di fondo, sedimi da riqualificare e con previsione di una segnaletica di riconoscibilità, studio e messa in sicurezza degli attraversamenti e dei tratti su aste veicolari. c) Riqualificazione della rete viaria dell’area centrale, sia sotto il profilo della qualità pubblica dello spazio urbano che dell’accessibilità in sicurezza per il pedone nel collegamento tra i principali servizi pubblici con specifica priorità all’integrazione tra le sedi scolastiche esistenti. d) Previsione di zone a velocità limitata e mobilità condivisa lungo la dorsale sud del territorio urbanizzato in funzione di un collegamento misto veicolare- pedonale/ciclabile tra l’asse di via Roma, il nucleo storico di Santo Stefano, via Diaz e il percorso naturalistico S1 del PLIS. e) Previsione di un’infrastruttura a ponte ciclopedonale tra il centro storico di Lurago in località San Rocco e la via per Lambrugo per il ripristino dell’antico collegamento tra Lurago e la stazione FNM in territorio di Lambrugo. f) Previsione, finalizzata all’alleggerimento e alla sicurezza della viabilità residenziale, di un nuovo asse stradale veicolare a senso di marcia unico, attrezzato con percorso misto ciclopedonale a sud dell’abitato, quale ulteriore collegamento tra via Maddalena e via Delle Vigne.

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Tessuto costruito e mobilità ciclopedonale

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Indicatore “Numero insediamenti con raggio di pedonalità ottimale”

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6.5. La città pubblica.

Il meccanismo perequativo-compensativo è rivolto alla potenziale costituzione di condizioni economicamente sostenibili capaci di determinare ricadute di carattere pubblico e collettivo, implementando la qualità della città pubblica.

L’obiettivo è che il plusvalore generato dalle trasformazioni urbane inneschi virtuosamente effetti sulla formazione e/o riqualificazione del patrimonio pubblico, generando condizioni favorevoli di valorizzazione della stessa rendita.

Il modello adottato è legato all’attribuzione agli ambiti trasformativi di un indice edificatorio aggiuntivo massimo affinché, esaurita la disponibilità volumetrica attribuita, una quota di edificabilità possa essere acquisita attraverso crediti volumetrici generati da aree dotate di riconoscimento volumetrico assegnato e destinate alla realizzazione di servizi, di opere di riqualificazioni urbane, di interventi di rinaturalizzazione. L'area generatrice di volumi, poi trasferiti per il loro utilizzo, è acquisita al patrimonio comunale o, nel caso di aree già nella disponibilità pubblica, diventa oggetto di interventi di riqualificazione, modellazione, piantumazione intesi come compensazione degli effetti prodotti dalle trasformazioni edilizie.

Il principio, previsto dagli indirizzi di pianificazione regionale (art. 11 LR 12/2005), può così coniugare il trattamento delle trasformazioni delle aree, associato alle compensazioni per beni e attrezzature pubbliche da realizzare con attività di ricomposizione, mitigazione, compensazione paesaggistica per le aree della multifunzionalità periurbana o per la rigenerazione di aree pubbliche del tessuto urbano già consolidato. La combinazione di tecniche perequative/compensative si associa ed è completato da meccanismi premiali, soprattutto di fiscalità.

Il Piano dei Servizi nella sua programmazione strutturale, individua gli ambiti di ricaduta degli standards qualitativi, gli ambiti di compensazione, le attrezzature a verde pubblico che costituiscono il telaio di sistema attorno a cui coordinare e progressivamente consolidare il disegno della città pubblica.

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La città pubblica e la città sociale

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7. Consumo di suolo e sostenibilità insediativa.

7.1. Dati del PGT vigente e SAE residua.

Ai fini della verifica di sostenibilità del progetto di variante, qui proposto, è stata innanzitutto esaminata la compatibilità con i disposti del PTCP della Provincia di Como in riferimento all’art. 38 delle sue norme tecniche attuative.

Per quanto attiene la valutazione della superficie ammissibile in espansione si riprende l’esame e la determinazione emersa dalla verifica del PGT vigente approvato nel 2011 che nella tav. 2c*’ individuava i seguenti dati.

Compatibilità PTCP con PGT vigente

Superficie territoriale comunale (St) 4.622.176,82 mq Urbanizzazioni da rete PTCP 1.640.879,11 mq Riconoscimenti dal previgente PRG + 134.296,63 mq Detrazione di ambiti ex art.38 NTA PTCP - 66.061,74 mq Superficie urbanizzata (AU) 1.709.114,00 mq % urbanizzato su St 36,98 % Limite dell’espansione Sup. Urbanizzata (LAE) 1,30% Sup. ammissibile dell’espansione (SAE) 1.709.114,00x1,30%= 22.218,48 mq Consumo di suolo previsto da PGT 11.837,45 mq Sup. residua ammissibile per espansioni al netto di criteri premiali 10.380,99 mq

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Tavola 2.c*’ del PGT vigente sulla compatibilità al PTCP provinciale

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7.2. La proposta di Variante in relazione al consumo residuale.

La Variante al PGT, come premesso e coerentemente alle linee di indirizzo, non intende procedere a nuova edificazione esterna al tessuto urbano consolidato, né quindi prevedere nuovo consumo di suolo da urbanizzare rispetto la superficie residuale ammissibile derivata dalla verifica del previgente strumento urbanistico.

La proposta, per contro, intende rivedere gli ambiti previsti in riduzione, incidendo sulla riconfigurazione della perimetrazione della rete ecologica con sottrazione delle parti urbanizzate o urbanizzabili. Nello specifico e come illustrato nella planimetria sotto riprodotta, le porzioni di ambiti espansivi non confermati dalla Variante riguardano:

1. La porzione dell’ex AEL14 per mq 791,37; 2. La riduzione dell’area a standard riferita alle previsioni del polo scolastico per mq 25.222,91; 3. L’eliminazione ex AEL11, AEL13, aree inserite nel tessuto urbanizzato ma incidenti su ambiti STS, per un totale di 2.015,89 mq; 4. L’eliminazione di AEL3 e AEL4 del comparto via Montello per un totale di 3.560,21 mq.

Il totale complessivo che la Variante ricompone nella rete ecologica provinciale somma quindi a complessivi 31.590,38 mq.

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Proposta di variante PGT. Aree a consumo di suolo non confermate.

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7.3. Analisi della Variante con riferimento al progetto in itinere del PTR.

Quale considerazione ulteriore sul tema del consumo di suolo, si è voluto a titolo meramente esemplificativo e di simulazione rapportare il quadro di misure rilevabili sul comune di Lurago secondo le modalità utilizzate per la determinazione e la quantificazione del consumo lombardo, come elaborato dal progetto in itinere di integrazione del PTR alla LR 31/2014. In particolare il progetto di integrazione al PTR evidenzia in una sua specifica tavola l’indice di suolo residuale, analizzato e riscontrato secondo i criteri illustrati nel suo capitolo dedicato al quadro della misura. Lo stralcio del territorio luraghese della tavola qui sotto illustrata inserisce l’ambito comunale esterno alla superficie urbanizzata in parte tra il 25-50% considerata livello critico e in parte tra 50-75% di modesta criticità.

Per contro dalla nostra simulazione a cui si fa riferimento, attesi tutti i margini di incertezza di una comparazione non determinata da precisi criteri applicativi, sembra emergere, ad un’analisi di dettaglio, che la stima dell’indice residuale per Lurago possa anche sconfinare in un livello inferiore al 20% quindi considerato molto critico, rafforzando così l’opportunità della scelta pianificatoria proposta dalla Variante, attenta a non incentivare ambiti di trasformazione esterni all’urbanizzato.

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8. Individuazione del Tessuto Urbano Consolidato (TUC).

La definizione dell’area urbanizzata è elemento di valutazione della sostenibilità insediativa del PGT e della salvaguardia della rete ecologica del PTCP.

Infatti, come previsto dall’art.10 comma 1 lett.a della LR. 12/2005, il Piano delle Regole deve definire “all’interno dell’intero territorio comunale, gli ambiti del tessuto urbano consolidato, quali insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in essi le aree libere intercluse o di completamento”.

Nello specifico caso del Comune di Lurago d’Erba la perimetrazione del TUC, che si evince dall’esame degli elaborati del Piano previgente, risulta interessata da alcune modifiche, generate dalle scelte di progetto introdotte dalla presente Variante generale.

Le correzioni sono prevalentemente determinate dalla soppressione di alcune previsioni edificatorie degli strumenti urbanistici vigenti da cui deriva il conseguente ri-conferimento delle aree interessate agli ambiti della rete ecologica come definita dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

Altre modeste riperimetrazioni sono state introdotte quali piccoli adeguamenti desunti dalla lettura cartografica del supporto aerofotogrammetrico.

Per un immediato raffronto delle modifiche introdotte alla perimetrazione, la tavola di sintesi qui riportata evidenzia sinotticamente la definizione del TUC risultante dalle scelte insediative della presente Variante con la perimetrazione dell’area urbanizzata delineata dallo strumento previgente.

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Perimetrazione Tessuto Urbano Consolidato.

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ALLEGATO ALLA RELAZIONE Dimensionamento della Variante di PGT.

DOCUMENTO DI PIANO | DP.Relazione Dimensionamento della Variante PGT.

1. Analisi delle volumetrie e delle previsioni della popolazione insediabile.

L’esame del dimensionamento e la relativa stima previsionale del numeri di nuovi abitanti della presente Variante al PGT assume le previsioni edificatorie individuate negli ambiti di trasformazione e le indicazioni conformative e attuative del Piano dei Servizi e del Piano delle Regole.

Dall’esame dei movimenti anagrafici della popolazione residente, come richiamato dall’indagine conoscitiva sulla dinamica demografica illustrata al punto 4.1 della relazione del DdP, emerge che le variazioni più pronunciate, anche per il comune di Lurago, si sono sviluppate nel decennio 2001-2010. In questo spazio temporale l’incremento della popolazione residente nel comune di Lurago ha registrato un valore percentuale di crescita pari a circa 11,5%.

A partire dall’anno 2010 l’esame dei dati dell’Anagrafe comunale registra un esaurimento di questa spinta incrementale, attestandosi su un valore di crescita complessivo del 3,5% dell’ultimo quinquennio, né gli indicatori sembrano suggerire prospettive a breve termine di un mutamento del trend registrato, con le conseguenti ricadute sui profili di età e di invecchiamento della popolazione, sulla composizione e il numero delle famiglie. È significativo che l’ultimo dato registrato dall’Anagrafe comunale e relativo alla popolazione residente al 31.12.2016 manifesti una decrescita quantificata in 57 abitanti rispetto l’anno precedente (5.438 abitanti contro i 5.381 del 2016). Fenomeno non necessariamente strutturale, ma indicatore di oscillazioni su una soglia demografica piuttosto definita e stabilizzata. Anche le proiezioni a lungo termine quali, per esempio, quelle elaborate dall’Ufficio di Ambito di Como (ATO – Como) indicano una prospettiva di sostanziale stabilità nel tempo, come si può leggere nel Piano d’Ambito edito al 2014 con proiezioni fino al 2036.

La variante al PGT registra il mutamento congiunturale, ricalibrando ed intervenendo per quanto possibile sulle previsioni volumetricamente edificabili.

La Variante, infatti, prende atto delle volumetrie determinate dai programmi edificatori del vigente PGT in corso di attuazione, così come delle previgenti previsioni generate dagli eventuali cambi di destinazione in ambito di nuclei di impianto storico, la cui normativa e le cui modalità di intervento sono riconfermate per scelta dell’Amministrazione secondo i disposti del PGT vigente.

Potendo operare sulle sole previsioni degli Ambiti trasformativi e dei Lotti liberi del tessuto consolidato, la Variante non propone nuove urbanizzazioni in aree esterne al tessuto urbano consolidato e provvede a limitare le precedenti previsioni, non confermando i seguenti programmi attuativi già previsti dal PGT previgente: AEL 3, AEL 4, AEL 11, AEL 13, AEL 14, PA 4, PII 3.

Inoltre la Variante interviene, ai fini del ridimensionamento delle potenzialità insediative, escludendo la edificabilità di alcuni lotti liberi di porosità del consolidato, riconoscendone il valore ambientale e compensativo quali elementi di naturalità diffusa.

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È, inoltre, opportuno evidenziare che una componente preponderante (circa il 35%) del potenziale incremento demografico della variante è di fatto riconducibile ad ambiti di trasformazione appartenenti ad aree centrali del tessuto urbano consolidato e consistenti in ambiti di dismissione di precedenti attività produttive. Si tratta, quindi, di un incremento fondamentalmente generato da comparti di riqualificazione e rigenerazione urbana in linea con i principi del contenimento di consumo di suolo avanzati dalla recente legislazione regionale.

Il progetto di Variante ritiene opportuno includere nelle proprie previsioni questo potenziale edificatorio, seppur al momento in controtendenza con il trend demografico evidenziato nell’analisi del quadro conoscitivo, in quanto ne riconosce il valore di ricomposizione della struttura urbana e, più in generale, della rigenerazione dei contesti interessati da questi comparti che attualmente sono oggetto di inevitabili processi di “desertificazione” urbana.

La previsione della variante in termini di capacità insediativa è quindi riassunta nella tabella seguente, che considera le volumetrie generate da:

a) Indici di utilizzazione territoriale attribuiti agli ambiti di trasformazione interni al TUC; b) Potenziale recupero derivato dalle previsioni del precedente PGT per i possibili cambiamenti di uso verso la destinazione residenziale nelle aree riconducibili ai nuclei storici; c) Previsioni - conformative - del Piano delle Regole di volumetrie edificabili su lotti liberi inseriti nel TUC; d) Volumetrie derivanti da ambiti attuativi del PGT vigente approvati o in corso di attuazione.

Si segnala che, come indicato nelle relative schede, gli AT prevedono una disponibilità volumetrica massima articolata in indici di utilizzazione differenziati e graduati (indice proprio, indice obbligatorio e indice facoltativo). Nel calcolo del dimensionamento è stata considerata sia l’ipotesi di massima utilizzazione delle potenzialità insediative riconosciute dalla Variante agli AT, che quella limitata agli indici propri e obbligatori con esclusione degli indici facoltativi generati da trasferimenti di diritti edificatori e/o da premialità volumetriche.

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a. Ambiti di trasformazione.

Ambito Sup. mq Mc propri e obbligatori Mc facoltativi Mc max. variante Trasformazione AT 01 4.225,00 -- -- 8.886,49 AT 02 1.299,82 2.320,00 604,00 2.924,00 AT 03 1.953,04 3.520,00 880,00 4.400,00 AT 04 ------AT 05 1.870,00 -- -- 1.870,00 AT 06 6.000,62 5.040,00 1.260,00 6.300,00 AT 07 6.726,54 8.080,00 2.020,00 10.100,00 Totale 22.075,02 18.960,00 4.764,00 34.480,49

b. Lotti liberi edificabili. Superficie mq I.f. (mc/mq) Volume mc

Ambiti a giardino 1.549,00 0,60 929,00 Ambiti di completamento 7.778,00 1,00 7.778,00 Ambiti di saturazione 5.154,00 1,30 6.700,00 PCC 01 950,00 2,25 2.137,00 PCC 02 1.330,00 1,05 1.397,00 Totale 16.761,00 18.941,00

c. Piani PGT vigente in attuazione. Superficie mq Volume mc PL AE 1 5.000,00 4.000,00 PL AE 2 2.420,00 3.600,00 AEL 6 1.250,00 1.250,00 AEL 9 4.060,00 5.200,00 Totale 12.730,00 14.050,00

d. NAF. Interventi cambi d’uso (da PGT vigente).

Dato da PGT vigente 8551,00 mc

Totale volumetria (a+b+c+d) mc 76.022,49.

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2. Abitanti teorici insediabili.

Nella tabella è quantificato il numero teorico dei nuovi abitanti alla luce della Variante di PGT, calcolati attribuendo una dotazione di mc 150/abitante insediato.

Abitanti residenti al 31.12.2016 5.381 Volumetria complessiva delle previsioni di Variante (voci a+b+d) 61.972,49 mc Abitanti teorici insediabili 413 Volumetria in attuazione di previsioni PGT vigente (voci c) 14.050 mc Abitanti teorici insediabili 93 Totale abitanti teorici di previsione della Variante 506 Totale abitanti teorici in attuazione della Variante 5.887

Questa previsione contrae le stime degli abitanti aggiuntivi insediabili del previgente PGT (abitanti 830) di circa il 40%.

NB. Il numero degli abitanti teorici della Variante scende a 475, qualora non si considerino le volumetrie facoltative previste dagli AT.

3. Servizi e attrezzature di interesse pubblico.

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4. Verifica dotazione aree standard ai sensi della LR 12/2005.

La verifica della dotazione complessiva sul dato di previsione della popolazione insediabile a seguito dell’attuazione della presente Variante (vedi punto 2) e delle aree per servizi pubblici e di interesse generale (vedi punto 3) determina la seguente dotazione:

Abitanti teorici 5.887

Standards a servizi mq 161.791,00

Dotazione mq 161.791,00 / 5.887 = 27,48 mq/ab.

La dotazione qui verificata risulta superiore a 18 mq/ab. minimo prescrittivo previsto dalla vigente disposizione normativa.

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