10CUL02A1012 ZALLCALL 12 22:14:10 12/09/97

CULTURA E SOCIETÀ l’Unità2 3 Mercoledì 10 dicembre 1997 Il ricordo Il glorioso impianto riapre E noi andavamo oggi. Purtroppo, al velodromo per ora, con come alla Scala una gara di sci di fondo

FOLCO PORTINARI Ma in primavera torneranno N DOLCEINFERNOa rafficheaddensava/ «U nell’ansa risonante di magafoni / turbe le biciclette... d’ogni colore. Si vuotavano / a fiotti nella seragli autocarri/ ... [...] da un palco / attendevano don- ne ilari e molli /l’apprododiuna zattera. Mi dissi: 10CUL02AF01 lunga sponsorizzazione non criptata / Buffalo!- eilnome agì./ [...]Udii glischiantisec- 4.66 (egratuita)dellastoria. chi, vidi attorno / curve schiene striate mulinanti Maspesèunpredestinato,èaltoun / nella pista». Chissà se questa sera qualcuno re- 21.50 metro e mezzo quando entra per la citerà la poesia di Montale, da «Le occasioni», prima volta al Vigorelli, non ha nep- forse l’unica che sia mai stata dedicata a un velo- purel’etàper correre, nei pedaliinfila dromo. Poiché «l’ansa risonante di megafoni» e i mocassini che gli ha prestato il pa- quelle «curve schiene striate mulinanti» appar- dre ma alla prima riunione su tre tra- tengono a un velodromo, appunto al parigino guardi fa tre vittorie. Ha sempre di- Buffalo (in memoria di Buffalo Bill, che lì siera esi- chiarato di non aver mai messo il suo bito,unavolta). fisicoallafrusta.Giralavocechelapi- Non è il Vigorelli, d’accordo, ma è facilmente sta sia morta quando lui ha smesso. adattabile poiché il clima dei velodromo, quello Otto maglie iridate, coraggio, astu- è ovunque. D’una cosa sono convinto ed è che, zia, classe e follia, c’è chi ha vinto più quando si voglia scrivere la storia del costume di di Maspes ma nessuno ha segnato il questo secolo, specie della sua prima metà, un mondo della pista comequesto mila- capitolo debba essere riservato a quell’«ansa ri- nese che nei due giri si giocava tutto, sonante». Per quel che riguarda poi l’Italia il di- grandecampioneegrandeartista. scorso dovrebbe estendersi alla precarietà, alla Negli anni bui il velodromo si rici- fragilità, alla mutevolezza del costume, se nella cla, ospita riunioni di pugilato e con- seconda metà del secolo la fortuna e il gusto per certi rock, diventa un cinodromo. le piste e le gare ciclistiche su pista è andato pro- Poi l’abbandono totale,vienedinuo- gressivamente scemando. Fino alla consuma- vo aperto all’attività agonistica nel zione. A differenza di ciò che accade inaltreparti 1984 ma l’anno successivo una nevi- delmondo. Darrigade cata fa vacillare i tralicci e la tettoia Come mai? Mi piace immaginare che ciò sia batte Coppi crolla sfondando la pista. Nuovo in- accaduto quando «la pista» ha perduto, come in volata tervento di ricostruzione, sostituite dire,iltrainodelVigorelli.Misembrache,unoal- al Vigorelli centinaia di liste in abete rosso, la volta, si siano spenti gli antichi gloriosi velo- nel giro nell’86 ottiene un dromi. Quand’ero giovane io abitavo a Torino. di Lombardia nuovo record dell’ora a livello del Alloramolteeranoleoccasioniperandarealmo- del ‘56 e sotto mare,maaltrisegnalinonarrivano,il tovelodromo di Corso Casale (dove morì Serse Antonio Maspes Vigorelli viene riaperto solo per gio- Coppi). Arrivi del Giro d’Italia o del Giro del Pie- e Patrik Sercu carcipartitedifootballamericano. monte. Durante la guerraanche partite dicalcio. Oggi l’anello torna a vivere ma è Ma soprattutto gara di pistards e di steyers. Lì, a più giusto dire che il Vigorelli riapre, entusiasmarci e a gridare per interminabili sur la pista rimane solo un sottile filo che place (da imitare,magari,con esitidisastrosicon Pistaaa! lega passato e presente. Perchè il «Vi- la propria bicicletta nell’impossibile emulazio- Pistaaa! go» riprende a respirare ma per farlo ne).Ah,lefurbatedeigrandisprinters,spessoac- MILANO. L’idea viene a Giuseppe hanno scelto una disciplina che con creditati di una vita avventurosa, in un ambiente Vigorelli, ciclista e industriale. Dopo il ciclismo ha poco da spartire, lo sci coloratoemondano... la demolizione del Sempione, Mila- Torna il Vigorelli difondo.Hannoportatonelvelodro- Nelle grandi occasioni dal Motovelodromo di no è rimasta senza un velodromo.Ec- E nel ‘71 la polizia mo i cannoni che hanno sparato Corso Casale ci si spostava a Milano, al Vigorelli. co, allora, l’intuizione: prima chiede 1.500 metri cubi di neve artificiale Che giustamente era ritenuto la Scala del cicli- il patrocinio del Comune, quindi la memoria in bici caricò i Led Zeppelin per ricoprire tutto l’anello, ci fanno smo su pista, anche perché a quel termine di pa- sponsorizzazione della «Gazzetta una gara con i migliori fondisti e fon- ragone illustre lo legavano molte somiglianze. dello Sport», poi va dall’architetto diste del Mondo, tappa del circuito Innanzitutto la qualità degli spettacolo. Pavarot- Clemente Schumann e gli chiede di La foto che vedete qui sopra è l’arrivo del Giro di validaperlacoppadellaspecialità. ti e la Callas,o niente... In secondo luogo la mon- progettare l’impianto. Il 24 marzo della Milano che fu Lombardia del 1956. André Darrigade, un francese Entrarci in questi giorni era come danità, con qualcosa, nello spirito, di simile alle 1935 il Vigorelli viene inaugurato veloce dallo spunto maligno, precede al Vigorelli mettere il naso in un grande cantiere, prime scaligere. Quando si andava al Vigorelli? con un anello di 397,57 metri, suc- , che velocista davvero non era, e gonfio di operai, nuove le tribune, PercertiarrividelGirod’Italia,agoderedeltrion- cessivamente corretti in 397,56 e pattuglie della Celere, chiamate in prova, per far squalificare l’avversa- : un ordine d’arrivo chelasciò l’amaro l’impianto di illuminazione e la co- fo del proprio eroe, che fosse Bartali o Coppi o quindi 397,37. La pista è già mitica tutta fretta, a stento contengono la rio e conquistare pubblico e vittoria. in bocca ai milanesi convenuti. Erano numerosi, pertura. Il «Vigo» riapre ma per icicli- Magni. Però il godimento più sottile, molto me- prima ancora di sentirsi scivolare ad- marea di tifosi. Il Vigorelli ne può Perde, e quando nel giro di rallenta- come vedete. Altri tempi, altro ciclismo. sti occorrerà attendere ancora. Per le no emotivo, era quello delle «Seigiorni». Era un dosso il profumo dei palmer. È rive- conteneresolo15.000,c’èressa,sono mento, subito dopo la volata, passa È lunga, la storia del Vigorelli. Ed è una storia non solo SeiGiorninonseneparlaproprio,or- po‘ come andare all’Opera davvero, non per stita in liste di abete rosso della Val di tutti lì sotto i 120 fari che illuminano davanti ai suoi tifosi si scusa, allarga sportiva. Il velodromo ha ospitato anche molti mai sono gare che si svolgono solo in analogia. Ci si metteva il vestito buono e si guar- Fiemme (sono 72.000): la scelta cade la pista per vedere se Gaiardoni batte lebraccia,liguardanegliocchi. concerti. Ci hanno suonato anche i Beatles. Nel ‘71 il impianti al coperto e poi la pista è davano le montaliane «donne ilari e molli», le su questo legno perchè la pianta cre- «il Maspes», l’attesa è enorme. Ma- Il Vigorelli è ormai «dentro»i mila- rock fece notizia anche per motivi di cronaca: si troppo lunga, farci sopra l’americana soubrettes che lasciano il palco del loro teatro, si sce in alta montagna, ha uno svilup- spes ha appena perso il mondiale di nesi. Giovanni Borghi, re degli elet- esibivano i Led Zeppelin, in molti tentarono di è impossibile, se perdi un giro non lo trasferivano su quest’altro palco, a farsi additare po lento e quindi le fibre sono molto velocità, l’occasione per Gaiardoni è trodomestici Ignis, realizza il suo ca- entrare gratis (era l’epoca dell’«autoriduzione»), la recuperi più. Però che lacrimoni a ri- da noi, assetati e insaziati di immaginazione. compatte e vicine tra loro, tanto da di quelle straordinarie, sul tavolo dei polavoro. Chiede:«Qualèlapistapiù polizia caricò, ci furono caroselli e feriti. Pochi anni vederla scintillare: «È così bella che Un’eventuale Elena Giusti valeva quanto un Ri- presentare variazioni minime in pre- trofei c’è la coppa del Gran Premio di importante, chi è il migliore, quanto dopo suonarono Emerson Lake & Palmer, allora un mi sembra un mobile - dice Maspes - goni o un Teruzzi. Sempre giocando con la me- senzadiumidità.Siarrivaaseleziona- Pasqua.Iduearrivanofacilmentealla costa?». Il Vigorelli diventa un teatro gruppo di enorme fama, e tutto fu più tranquillo. Di ma sarà difficile tornare indietro. Ci moriala«Seigiorni»alVigorellierasìcomelaTra- re i tronchi e scegliere quelli meno finale, hanno diviso il tifo, quelli di e Maspes il suo velocista di fiducia, lo nuovo caos, invece, per i Santana. vorrebbe uno che riaccenda la fiam- viataalMetropolitan,maerapiùlungoiltempo espostialvento. Maspes fanno gruppo proprio nella veste di giallo e gli ordina di fare un Ora il Vigorelli torna. Per il momento, con una gara di ma sportiva, un italiano che vinca, passato nel foyer che a seguirne le «arie». Quelli Nel ‘35 il Vigorelli ha una capienza zona della tribuna, sono i più snob: il surplace record sulla pista magica, sci di fondo: una gara vera, valevole per la Coppa del poi gli mettiamo contro uno svizze- che potevano permetterselo cenavano tra uno di4.000spettatori,quandoGiuseppe «Tugnela», come lo chiamano, ha proprio davanti all’insegna che ri- Mondo, che verrà disputata sulla neve artificiale ro, un americano, un giapponese, sprint e l’altro, un po‘ come quelli che cenano al Olmo ci batte il record dell’ora. Nel l’automobile, il massaggiatore e l’ac- porta il marchio Ignis che troneggia sparata dai cannoni, perché a Milano non fa ancora duellichescatenanolafantasia.Anoi night (che allora, con più consona pruriginosità ’42 è Fausto Coppi a battere il prima- compagnatore, suo padre se l’è sem- sulla rete dell’anello. Maspes si impe- così freddo. I cannoni hanno sparato 1500 metri cubi ci davano un mazzo di fiori, ma at- e senso parigino del peccato, si chiamava taba- to di Olmo. Poi, la guerra: i bombar- pre passata bene, ha una lavanderia gna come un fabbro, gronda sudore, di neve. La gara si svolge oggi. Per il ciclismo, tenzione,nessunoliricevevabellico- rin). damenti su Milano sono devastanti, che funziona e al figlio non ha mai rimane lìsui pedali perun’eternità,la bisognerà aspettare la primavera. La ristrutturazione me i nostri, neppure i cantanti che Lo so da me che con i ricordi si rischia sempre in una notte del ‘43 il velodromo vie- fatto mancare niente. Ma Gaiardoni folla lo segue in silenzio mentre le te- (che ha comportato la sostituzione di migliaia dei vincevano a San Remo». Forse baste- di rimbambire. È un processo fisiologico natura- ne centrato in pieno, la pista è com- quellaseraglimettelaruotadavanti. lecamere di Stato riprendono e dif- tasselli di legno che compongono la pista) ha visto rebbe uno come lui, allora la gente le. Le immagini si cancellano, si sovrappongo- pletamente distrutta, ma è fra le pri- Maspes è un pirata, sublima il ri- fondono in ogni cucina le immagini coinvolti l’assessore allo sport Paolo Valtellini, la tornerebbe a parlare delle cose belle no, si sostituiscono. Resiste solo il clima, il profu- me cose a rinascere fra le macerie del- schio,arrivaadorganizzarelacaduta, di quell’exploit, barattandolo per «Gazzetta» e la sponsorizzazione della Mapei. chesuccedonosoloinpista. mo, ma selezionato. Eppure lo sento preciso, ar- lacittà. offre aigiudicidecinedicentimetridi una grande scelta strategica del cam- monioso, il suono delle ruote, quel fruscio quasi Una sera,nel‘62,sonoin20.000;le pelle sanguinante per far ripetere la pione. In verità non è altro che la più Claudio De Carli ipnotico. E assieme un odore (profumo, da quel- le gambe) di canfora. Al di sopra di tutto, infine, lamagiacoltivatadaquellapista.Unparquettut- Miti Gli arrivi, le volate, le riunioni. E un «surplace» durato 32 minuti to in legno, simile al pavimento della sala buona di casa, tirato a lucido, non so quante decine di migliaia di tasselli, un invito al volo. E infatti al Vi- gorelli ci venivano, proprio a volare, i primatisti Le lacrime di Coppi, la Madunina di Maspes dell’ora (prima che inventassero il truccodiCittà Il grande Fausto pianse dopo aver perso il Lombardia allo sprint. Per il velocista era una specie di seconda casa. del Messico). Per quel che mi riguarda mi piange il cuore di non esserci stato quando fu Coppi a strappare il primato a Giuseppe Olmo: 45,798 MILANO. Avrei preferito una ma- negli ultimi metri della volata ba- trariadassumerelaposizionedite- chi maggiormente impensieriva alla meravigliosa prestazione di Km in un ora.C’ero, invece,quandotoccòalten- nifestazione ciclistica per lariaper- stava allargare i gomitiperimpedi- sta, il giornale che stava per chiu- Antonio era Sante Gaiardoni. Francesco Moser che al termine tativo di Moser. Ormai i limiti da superare non tura del Vigorelli, ma siamo fuori re al francese di pedalare. A lungo dere la prima edizione, spettatori Quando i due s’incontravano del tentativo cadde svenuto nel erano più i 45 Km di Olmo o Archambaud, ma i stagionee intutti i modi miunisco Coppi era stato in fuga con Diego che gridavano «dai Antonio che era una specie di derby, era un prato, e se torno indietro ram- 50, con tutti gli accorgimenti che la tecnologia e agli applausi per gli sciatori di fon- Ronchinieilgrupposembravaras- mi scappa il treno del ritorno a ca- -Inter in bicicletta. E come mento gli spalti di via Arona la biochimica ormai offrono ai corridori. Non do che inaugurano il nuovo im- segnato, sembrava inchinarsi al- sa», momenti di snervante attesa e non rimpiangere quelle volate gremiti di folla, il tutto esaurito eravamo in molti quelgiornotraprato e tribuna- pianto. Evviva! Dopo tanti discor- l’azione dei due. Sul finire brutti quando chiedo oggi ad Antonio ricche di fantasia, di astuzie e di per le riunioni in cui Coppi sfi- lo. Ero con gli amici Ormezzano e Adamo Vec- si, tanti sogni e tante polemiche, gesti e brutte parole di Giulia Oc- Maspes cosa sentiva, cosa provava tatticismi, quegli uomini che dava inseguitori del calibro di chi. E ne ho ben presente la sensazione come Milano e il mondo che pedala tor- chini (compagna del campionissi- inquelfrangente,misentorispon- fornivano spettacoli entusia- Schulte e Patterson. E come ri- d’angoscia nella snervante attesa. Con esplosio- nano in possesso della pista magi- mo) suscitavano in Magni e negli dere: «Per non confondermi, per smanti, assai diversi da quelli di trovare i Bevilacqua, i Messina e nefinale. ca, di un anello con un’infinità di altri inseguitori una reazione vio- resistere, per avere la percezione oggi? Oggi chi va in testa e ha i Faggin? Soffocata dall’attività È cronaca: la gran nevicata su Milano nell’in- storie, di episodi esaltanti, di ricor- lenta, così forte da provocare il ri- del tempo, cantavo mentalmente forza vince. Addio rimonte ver- su strada, la pista non è più verno del 1985, oltre a far crollare l’appena co- di che affiorano nella mente del congiungimento nelle vicinanze O mia bella madunina, una can- tiginose, addio agli attori che si quella di una volta, non è più struito Palazzetto dello Sport, danneggiò pure il vecchio cronista. Di proposito del traguardo. E io, già pronto per zoncina che durava tre minuti e scrutavano sulla linea di parten- sorella del ciclista che per com- velodromo, la pista magica, la Scala dei pistards. non voglio consultare gli alma- unarticolopienodielogiperunfa- che ripetevo più volte. Era un za. «Anche uno sguardo pene- pletarsi dovrebbe frequentare i Incoincidenza conilcaloitalianodiinteresseper nacchi, quei nomi, quei numeri moso ciclista prossimo al viale del aiuto per uscire il meno stanco trante, un’occhiata all’avversa- velodromi. Ama ripetere Felice questo genere di cose,oggi il Vigorelli riapreuffi- cheevitanoimprecisioni,madalle tramonto, mi sentivo disarmato, possibile dal confronto. Andò rio servivano per impressionare Gimondi: «Devo ringraziare le cialmente: restaurato.Non so seperscaramanti- quali non ricevi calore. Pazienzase deluso da una giornata che si era bene in quel quarto di finale. il tuo contendente», ricorda Ma- Sei Giorni milanesi. Senza quel- co esorcismo, anziché chiamar gli eredi di Ma- miscappal’errore. conclusa in un modo che non ap- Ebbi la meglio nella ripetizione spes. le pratiche non avrei vinto la spes e Gaiardoni, qui si svolgerà una gara, alme- Mi affido alla memoria ed ecco- pagavaimieidesideri. della prova e poi conquistai il Tempi lontani e per certi versi volata che mi ha dato il titolo no in apparenza, incongrua: sci di fondo su neve mi al Giro di Lombardia del 1956, Un anno prima avevo trovato primo dei miei sette titoli irida- irripetibili. Non ho seguito le ca- iridato di Barcellona». artificiale. Per me, aspetto la «Seigiorni». Mette- alCoppicolvoltorigatodallelacri- un ostacolo al mio lavoro in un ti...». valcate di Olmo e di Coppi, ca- Bentornato Vigorelli. Io spero rò l’abito scuro e all’occhiello, invece d’una gar- me dopolasconfittasubitaadope- «surplace» durato 32 minuti. Il freddo Harris (un inglese), il valcate corredate dai record del- che il tuo richiamo ci dia qual- denia, metterò la memoria. E se non lo farà nes- ra di Darrigade. Eccomi a frugare Campionatimondialidellaveloci- potente Rousseau (un francese), l’ora, anni 1935 e 1942, ma mi cosa di bello e di confortante. sun altro reciterò i versi di Montale, anche se la nei pensieri di un uomo muto al- tà, autori del lungo esercizio Anto- lo scaltro Plattner (uno svizzero) trovavo nel parterre del «Vigo» Non si può vivere di ricordi e di «donne ilari e molli» sono cambiate, le soubret- l’uscita del velodromo. Non ha nio Maspes e l’olandese Derksen. e il cattivo, scorrettissimo quando il dilettante Ercole Bal- nostalgie per il passato. tesestinte. vergogna Fausto del suo pianto, Due sprinter fermi, quasi impalati Baensch (un australiano) erano i dini superò il primato del pro- Purenoi,diquelVigorelli,quasi. nonrispondeachiglifanotareche per oltre mezz’ora, entrambi con- rivali più temuti da Maspes, ma fessionista Anquetil, ho assistito Gino Sala