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ES PR 2016 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XXXVII - NUMERO 10 OTTOBRE 2016 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Terni DCB comma 2, 1, 27/02/2004 n° 46) art. in L. 353/2003 (conv. - D.L. Abbonamento Postale - Spedizione in Italiane s.p.a. Poste

L’ITALIA “MIGRANTE” ALLE OLIMPIADI

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ES PR sommario 2016 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XXXVII - NUMERO 10 OTTOBRE 2016 Editoriale Rivista di informazione e di collegamento della Fondazione Migrantes Fare memoria dei migranti vittime innocenti 3 Anno XXXVII - Numero 10 Ottobre 2016 Gian Carlo Perego Direttore responsabile Ivan Maffeis Primo Piano Direttore A Lampedusa nei giorni della Festa 4 Gian Carlo Perego

Lo sport esorta le nazioni a fare gioco di squadra Caporedattore Raffaele Iaria

Damiano Meo 6

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ES PR Immigrati 2016 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XXXVII - NUMERO 10 OTTOBRE 2016 Una scuola interculturale come laboratorio sociale D. M. 9 Oltre gli stereotipi Terni DCB comma 2, 1, 27/02/2004 n° 46) art. in L. 353/2003 (conv. - D.L. Abbonamento Postale - Spedizione in Italiane s.p.a. Poste Luciana Carpo 11 L’ITALIA “MIGRANTE” ALLE OLIMPIADI Fraternità in Moschea Fabio Martinez 14 Direzione e Redazione Fondazione Migrantes Identità negate Via Aurelia 796 - 00165 Roma Maria Teresa Spinelli 16 Tel. 06.6617901 Fax 06.66179070 Dià-lógos e Sym-pátheia… [email protected] [email protected] Jessica Villa 18 www.migrantes.it Autorizzazione del Tribunale di Roma Rifugiati e richiedenti asilo n. 17475 del 13.12.1978 L’Italia è in vacanza… Contributo stampa 2016 Mirtha Sozzi 21 Italia: 21,00 Euro Estero: 31,00 Euro (via aerea 52,00 Euro) Studenti Internazionali Un numero: 4,00 Euro Un campo internazionale per parlare di ecologia Poste Italiane S.p.A. Maurizio Certini 23 Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Italiani nel Mondo art. 1, comma 2, DCB Roma C.C.P. n. 000088862008 La Missione di Marbach ha 50 anni intestato a Egidio Todeschini 25 Migrantes - Migranti Press Via Aurelia, 796 - 00165 Roma IBAN: IT76X0760103200000088862008 Rom e Sinti Tel. 06.6617901 L’Europa al bivio Fax 06.66179070 [email protected] Susanna Placidi 26 www.migrantes.it “Da ventitre anni la mia vita con gli zingari rom” C.C.B. n. 100000010845 intestato a Massimo Tassinari 28 Fondazione Migrantes CC Stampa Bonifico bancario c/o Banca Prossima S.p.A. Fieranti e Circensi Filiale 05000 - Milano IBAN: IT 27T 03359 01600 100000010845 Le bande musicali italiane ed il loro ruolo 30 BIC: BCITITMX

News Migrazioni 32 Iscritto alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici Progetto grafico e impaginazione Segnalazioni librarie 33 www.taueditrice.com Osservatorio giuridico-legislativo della CEI Stampa: Litograftodi Srl (PG) Le migrazioni nella legislazione e nella giurisprudenza 34 Immagini di copertina: © UNHCR Alessandro Pertici 1 EDITORIALE 1 Fare memoria dei migranti vittime innocenti I morti del 3 ottobre 2013, l’immagine del piccolo Aylan il 2 settembre… Gian Carlo Perego

n anno fa, il 2 settembre 2015, l’immagine re le nostre coste: 170.000 le persone salvate in un di Aylan, il bambino siriano di tre anni an- anno. Dall’ ottobre 2014 l’operazione ‘Mare No- Unegato nelle acque dell’Egeo e ritrovato sul- strum’ è stata sospesa, perché l’Europa non ha vo- la spiaggia turca di Bodrum, scuoteva l’opinione luto farsene carico, non ha voluto considerare il pubblica europea. Aylan, nel 2015 è stato uno de- Mediterraneo un Mare anche europeo. Da allora gli oltre 700 bambini morti nel Mediterraneo. A super i 300.000 il numero delle persone migran- un anno di distanza continua il cammino di tan- ti salvate nel Mediterraneo, con navi anche di altri ti minori con i familiari, ma soprattutto non ac- stati europei oltre che dell’Italia e con navi di Or- compagnati – solo questi sono 45.000 tra il 2014 ganizzazioni private, ma ancora troppi sono stati i e il 1 ottobre 2016 sbarcati sulle nostre coste – e morti: dal 3 ottobre 2013 ad oggi oltre 11.500 mi- continuano le morti di minori nel Mediterraneo, granti, e il Mediterraneo è diventato un ‘cimitero’, stimati in almeno 500. Il ricordo di Aylan aiuta come ha ricordato papa Francesco. a riconsiderare il dramma di tanti minori in fuga È importante che da quest’anno, la data del 3 otto- da guerre, da calamità naturali e che condividono bre sia diventata la Giornata nazionale in memo- il cammino delle proprie famiglie o di tanti adul- ria delle vittime dell’immigrazione, con una legge ti. Forse per questi minori che arrivano nel nostro voluta dal Parlamento e promulgata dal Presiden- Paese, anche per i tanti che non riescono ad at- te della Repubblica il 21 marzo 2016. È una Gior- traversare il ‘Nostro Mare’ sarebbe prioritario un nata della memoria, “al fine di conservare e di rin- impegno maggiore nella tutela, nella accoglienza novare la memoria di quanti hanno perso la vita nel familiare nei nostri comuni e un’attenzione mag- tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggi- giore anche nell’accompagnamento del loro cam- re alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria”. È una mino in Europa, alla ricerca dei loro familiari. In Giornata per educare le giovani generazioni a rac- questo modo, il ricordo di Aylan sarebbe onorato. cogliere la sfida delle migrazioni tutelando la vita Il 3 ottobre 2016, dal Brennero fino a Lampedu- e la dignità delle persone e, per chi crede, è una sa, si è celebrata la prima Giornata nazionale a ri- Giornata per pregare e gridare ancora che le perso- cordo dei morti migranti. Sono trascorsi tre anni ne che sbarcano non sono clandestini, ma migran- da quel tragico naufragio a poche decine di me- ti in fuga, uomini e donne come noi. tri dalle coste dell’isola di Lampedusa, il 3 ottobre L’auspicio è che la celebrazione della Giornata na- 2013, che causò la morte di 366 persone. Le im- zionale in memoria delle vittime dell’immigrazio- magini delle bare, una accanto all’altra, nell’han- ne possa diventare anche l’occasione per condivi- gar dell’aeroporto militare, è ancora presente nel- dere la volontà di costruire corridoi umanitari e la nostra memoria e non possiamo dimenticarle vie legali che accompagnino in sicurezza i migran- facilmente. L’Italia reagì a quella tragedia creando ti e le loro famiglie nel loro cammino e che con- l’operazione ‘Mare nostrum’, che ha dato “vita” a sentano l’ingresso in Italia e in Europa senza altre tanti uomini e donne che tentavano di raggiunge- vittime innocenti. ■

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 3 1 1 PRIMO PIANO 1 A Lampedusa nei giorni della Festa Una delegazione delle Migrantes di Francia e Italia hanno visitato l’Isola

al 21 al 23 settembre 2016, si sono radu- los Caetano, direttore del Servizio Nazionale di nati nell’isola di Lampedusa Mons. Jean Pastorale Migratoria della Conferenza Episcopa- DPaul Jaeger, Vescovo della diocesi di Arras le Francese e Don Ferruccio Sant, coordinatore (diocesi francese, dove si trova Calais), il Cardi- delle Missioni Cattoliche Italiane in Francia. nale Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agri- In questo incontro, oltre alle persone che si gento e il Vescovo Mons. Guerino Di Tora, Presi- sono ritrovate, si sono anche simbolicamente dente della Fondazione Migrantes della Cei. Ad avvicinate due città, separate da quasi 3000km, accompagnarli c’erano anche Mons. Gian Car- ma unite da sfide simili: Calais e Lampedusa. lo Perego, direttore della Migrantes, Padre Car- L’incontro tra le due città, note per il loro pro-

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tagonismo nella storia migratoria recente, è di- ventato una occasione per ricordare che l’attuale crisi migratoria non è un affare di pochi, ma ri- guarda tutti e l’Unione Europea in prima perso- na. La sfida è complessa e non troverà soluzione se ci fermiamo soltanto al punto di vista locale/ nazionale. Occorre uno sforzo comune e una ri- sposta articolata su vari fronti e in varie tappe, iniziando dalla prima accoglienza fino ad arri- vare all’integrazione della persona migrante nel- la società che la accoglie. I momenti di condivisione vissuti tra le due de- legazioni, molto più di un simbolo, sono stati un forte richiamo a non dimenticare la cultura dell’incontro e del dialogo. Inoltre, sono un in- vito a riscoprire lo spirito di apertura, di libe- ra circolazione che a suo tempo aveva ispirato il progetto dell’Unione Europea e che oggi pur- troppo tende ad affievolirsi in vari stati membri, Italia e Francia incluse. Da questa visita è emersa in modo chiaro la ge- nerosità e la spontaneità dell’accoglienza lam- pedusana. Sia nella gente comune, sia in chi ha responsabilità istituzionali, a Lampedusa preva- le l’aspetto umano: prima di parlare del “pro- blema della migrazione”, gli abitanti dell’iso- so della memoria («perché anche noi siamo sta- la parlano dei “migranti”, parlano di persone. ti migranti...») e sulla parabola del Buon Sama- Moltissimi sono stati soccorsi in mare; tanti ritano. hanno ripreso le forze nel Centro di Accoglien- L’augurio comune, dopo questi giorni d’incon- za; alcuni - sempre troppi - sono stati trovati già tro, è che la testimonianza di Lampedusa pos- senza vita e sepolti nel cimitero locale. «Sono sa diventare una catechesi per tutte le comunità tutti nostri fratelli!» E questa consapevolezza, la cristiane nei Paesi europei, e possa ricordare a gente di Lampedusa la testimonia nella sponta- tutti l’importanza del rispetto dell’altro e la ne- neità con cui accolgono i migranti: vivono l’ac- cessità di coltivare in Europa una cultura aperta, coglienza senza paura, come un gesto naturale, pronta al dialogo e capace di valorizzare la di- con una prontezza disarmante, fondata sul sen- versità. ■

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 5 1 1 PRIMO PIANO 1 Lo sport esorta le nazioni a fare gioco di squadra Atleti rifugiati alle olimpiadi di Rio: istruzione, casa, lavoro

Damiano Meo

er la prima volta nella storia, dopo 120 momento in cui il numero di persone costrette anni dalla nascita delle Olimpiadi moder- ad abbandonare la propria casa, a causa di con- Pne, una squadra non ha gareggiato con la flitti e persecuzioni, è senza precedenti”, scrive bandiera e l’inno del proprio Stato, ma con il in un comunicato l’Agenzia delle Nazioni Unite vessillo a cinque cerchi che racchiude tutte le na- per i Rifugiati. La partecipazione dei 10 atleti ha zioni del globo. Si tratta del team degli Atleti Ri- coinciso con la campagna #WithRefugees della fugiati, rappresentato da 10 sportivi: 6 corridori stessa Unhcr, consegnata all’Assemblea Genera- provenienti da Etiopia e Sudan, 2 nuotatori si- le delle Nazioni Unite, presso il quartier gene- riani e 2 judoka della Repubblica Democratica rale dell’ONU a New York, per chiedere a tutti i del Congo. “L’iniziativa di inviare una squadra governi di lavorare insieme per garantire, agli ol- di rifugiati ai Giochi di Rio è senza preceden- tre 60 mila rifugiati, i diritti fondamentali: istru- ti e manda un forte messaggio di sostegno e di zione, casa e lavoro. Come i cinque cerchi olim- speranza per i rifugiati in tutto il mondo in un pici, infatti, si intrecciano a formare un unicuum

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L’Italia interculturale di Rio

Che l’interculturalità sia una ricchezza è una a Parma, nel primo anno di vita, dalla Repub- vecchia ipotesi; Rio sembrerebbe esserne, in- blica del Camerun. Anche le due pallavoliste vece, la più attuale conferma. Delle 28 me- Paola Egonu e Myriam Sylla traggono origini daglie vinte, infatti, 3 sono state frutto della dalle terre calde a Sud del Mediterraneo. Esse cooperazione tra coloro che sono nati in Italia hanno dimostrato una grinta esemplare du- e coloro che l’hanno scelta come dimora. Sui rante i Giochi brasileiri dando filo da torcere a 314 atleti tricolore, infatti, sono poco meno tutte le avversarie e sfiorando il podio. Dalla del 10% i figli dell’intercultura. Tra di essi i piattaforma dei dieci metri ha incollato il pub- pallavolisti Ivan Zaytev, Osmany Juantorena e blico allo schermo con il fiato sospeso, volteg- Oleg Antonov che hanno contribuito a tenere giando come una rondine, Noemi Batki, che unita la squadra fino all’argento. Il lottatore alla madre ungherese deve la sua passione Frank Chamizo, che già aveva rappresentato per l’acqua. Carlotta Zofkova è originaria di la Penisola con un luccicante oro ai mondiali Praga e, nel 2015, ha rincontrato l’altra metà di lotta libera a Las Vegas nel 2015, si è aggiu- italiana: il padre, a lungo sconosciuto e incon- dicato un terzo posto come i pallanuotisti Mi- trato grazie all’ostinazione del fratello Stefa- chael Bodegas e Pietro Figlioli: il primo fran- no, anch’egli atleta e a cui Carlotta fa risalire co-italiano, il secondo figlio di un campione il primo incontro con la piscina. Da ricordare brasiliano di nuoto. Anche il pugile Valentino con un plauso anche lo slalom in canoa di Ste- Manfedonia è brasiliano di nascita ma parte- fanie Horn, tedesca di nascita e italiana per nopeo di formazione. Ha padre siciliano e ma- passione. L’atletica ha visto protagonisti Jamel dre statunitense, invece, il nuotatore Andrea Chatbi, Abdoullah Bamoussa, , Mitchell D’Arrigo che si allena tra la Florida e , , la terra tricolore. Milanese d’adozione è l’uni- Caballero, Ayomide Folo- ca rappresentante italiana di Badminton, Jea- runso, e : in nine Cicognini, nata in svizzera, nel 1986. La gran parte provenienti da quel Mediterraneo judoka delle Fiamme Gialle Edwige Gwend, che non divide ma accomuna. Da ciò, forse, la vincitrice di tre ori, un argento e un bronzo medaglia più preziosa da portare a casa è una individuali agli Europei (Sarajevo, Vienna e riflessione: una comunità che valorizza non Varsavia) invece si è trasferita con la famiglia può che ricevere valore aggiunto.

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 7 1 1 PRIMO PIANO 1 pieno di colore ed armonia, così i 10 sportivi gnare; invece con la guerra tutto si può perde- testimoniano un’unica grande e semplice veri- re. Desidero che la vostra testimonianza faccia tà: il bisogno di fare squadra a livello interna- bene a noi tutti”. Ognuno di questi 10 campioni, zionale per migliorare la condizione del singo- infatti, custodisce storie di coraggio, eroismo e lo e della comunità intera. Ecco i loro nomi e voglia di vivere. Yusra e sua sorella Sarah, a cau- le loro specialità: Yusra Mardini, Siria, 200 me- sa di un’avaria, hanno spinto a nuoto l’imbarca- tri stile libero; Rami Anis, Siria, 100 metri far- zione sulla quale si trovavano verso la terrafer- falla; Yolande Mabika, Repubblica Democratica ma, in direzione della Grecia, portando al sicuro del Congo, judo; Paulo Amotun Lokoro, Sud le 20 persone con cui fuggivano dalla Siria. Rose Sudan, 1.500 metri; Yiech Pur Biel, Sud Sudan, e Anjelina hanno scoperto il loro talento in un 800 metri; Rose Nathike Lokonyen, Sud Sudan, campo per rifugiati in Kenya. Popole, a soli 9 800 metri; Popole Misenga, Repubblica Demo- anni, per sfuggire ai combattenti Kisingani della cratica del Congo, judo; Yonas Kinde, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, ha trascor- maratona; Anjelina Nadai Lohalith, Sud Sudan, so una settimana nella foresta ed il judo è sta- 1.500 metri, James Nyang Chiengjiek, Sud Su- to l’unico riscatto, sebbene, sia lui che la com- dan, 800 metri. Filippo Grandi, Alto Commis- pagna di squadra Yolande, fossero rinchiusi in sario per i rifugiati dell’ONU, ha affermato: “la gabbia, a digiuno, per giorni, tutte le volte in cui loro partecipazione alle Olimpiadi è un omag- riportavano una sconfitta atletica. Paulo, invece, gio al coraggio e la perseveranza di tutti i rifu- si allenava a piedi scalzi, perché le scarpe erano giati nel superare le avversità”. Anche papa Fran- un lusso. James, invece, ha iniziato a scoprire lo cesco si è rivolto personalmente a questi atleti sport come aggregazione positiva tra pari, dopo speciali, chiamando ciascuno per nome, nella essere fuggito da casa, il giorno in cui rischiò di lettera del 26 luglio, con le seguenti parole: “tra- essere rapito e arruolato negli squadroni della mite voi tutti, l’umanità comprenda che la pace morte dei bambini-soldato. ■ è possibile, che con la pace tutto si può guada-

1 8 1 migrantiPRESS 1 10 ottobre 2016 1 IMMIGRATI 1 Una scuola interculturale come laboratorio sociale Sono 800 mila gli studenti di origine migrante

na scuola multiculturale è il quadro che delle scuole mostra il 30% di alunni di origine emerge all’avvio del nuovo anno scolasti- straniera. Secondo dati Istat, dei 300 mila alun- Uco. Gli studenti di origine straniera accol- ni di origine straniera che frequentano le scuo- ti dalla comunità educante sono circa 800 mila, le secondarie soltanto il 30,4% è nato in Italia. di cui 500 mila soltanto alla scuola primaria. Da Il 23,5% è arrivato prima dei 6 anni, il 26,2% quanto emerso dal rapporto Miur-Ismu, il 5,1% è giunto nella Penisola tra i 6 e i 10 anni ed il

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ava una tale scelta invitando la comunità edu- cante al “necessario adattamento dei program- mi di insegnamento”. Tali indicazioni sono state ribadite nella C.M. n.24/06 in cui si attesta che l’adattamento dei programmi comporta anche un adattamento della valutazione. Ciò si tradu- ce nei Piani Educativi Personalizzati (PEP), detti anche PDP ovvero Piani Didattici Personalizza- ti, in cui, in base alla legge 53/2003, alle Nuove Indicazioni Nazionali e alla normativa in mate- ria di Bisogni Educativi Speciali del 27/12/12, il team docenti può optare di attribuire priorità all’apprendimento della lingua italiana, sospen- dendo nel primo quadrimestre alcuni insegna- menti o optando per una selezione dei nuclei 19,9% alle soglie dell’adolescenza, dopo gli 11 essenziali delle singole discipline in base alla anni. In merito a tale fenomeno la normativa specifica situazione dell’allievo. Nel documen- scolastica mira a aiutare i discenti promuovendo to ministeriale intitolato “La vita italiana per una personalizzazione del percorso formativo. la scuola interculturale” del 2007 si attesta: “La Già negli anni Novanta il DPR n. 394/99 deline- scuola italiana sceglie di adottare la prospettiva interculturale – ovvero la promozione del dia- logo e del confronto tra le culture – per tutti gli alunni e a tutti i livelli […] Tale approccio si basa Alcuni numeri su una concezione dinamica della cultura, che evita sia la chiusura degli alunni/studenti in una Sono 32.157 gli alunni stranieri registra- prigione culturale, sia gli stereotipi o la folklo- ti nell’anno scolastico 2014-15 nelle 8.526 rizzazione”. Riportiamo la testimonianza di uno scuole cattoliche italiane, pari al 4,9% studente proveniente dalla Romania. “Nel 2005 del totale di 654.931. Il dato è contenuto mia madre partì per lavorare in Italia e sfama- nel XVIII Rapporto del Centro studi per la re la nostra famiglia, perché a quei tempi non scuola cattolica (Cssc) appena pubblicato, c’era tanto cibo e la gente riusciva a malapena a intitolato “A scuola nessuno è straniero” e dedicato al tema dell’intercultura. Nel- mangiare”- racconta il ragazzo. “Nel 2007 par- le scuole dell’infanzia sono 25.922 i bam- tii anch’io per l’Italia e quando rividi mia ma- bini di cittadinanza non italiana iscritti, la dre, dopo due anni passati a soffrire, non esiste- maggior parte dei quali (83,5%) però nati vano emozioni descrivibili. Per me era il dono in Italia (percentuale che si aggira intorno più grande che Dio potesse regalarmi”. “Quan- al 78% nell’insieme degli istituti cattolici di do vidi la casa mi accorsi che mancavano le co- ogni ordine e grado). Gli alunni stranieri si trovano anzitut- perte e quindi dormivamo scoperti, per fortuna to in Lombardia (11.243, pari al 35,0% era ancora autunno. Quando iniziai la prima del totale nazionale), seguita da Vene- elementare imparai pian piano l’italiano” e da to (8.075), Emilia Romagna (2.626), Lazio lì l’opportunità di socializzare e crescere all’in- (2.551) e Piemonte (2.238). I primi quattro terno della comunità accogliente. La scuola è il Paesi di provenienza sono, nell’ordine, Ro- laboratorio dove si fa esperienza di sé e degli al- mania, Albania, Cina e Marocco. Le bam- bine sono meno della metà nelle scuole tri: essa è catalizzatore di norme sociali, modi di cattoliche dell’infanzia e del primo ciclo di fare ed autonomie. Oggi “sono contento della istruzione, ma le ragazze arrivano al 56,9% mia vita” – afferma l’adolescente che si esprime nelle secondarie di secondo grado. in un italiano da invidiare e considera alcuni dei Tra gli alunni non italiani delle scuole cat- suoi compagni di classe dei veri amici. ■ toliche l’1,4%, ossia 411, sono portatori di D. M. disabilità.

1 10 1 migrantiPRESS 1 10 ottobre 2016 1 IMMIGRATI 1 Oltre gli stereotipi Le feste dell’interculturalità Luciano Carpo

ono sempre più diffuse le “Feste dell’Inter- giano un’etica di riconoscimento reciproco e ri- culturalità”, altrimenti dette “Feste dei Po- spetto della differenza. Nella loro applicazione Spoli”, “Mondo in piazza”, “Ritmi e danze”, politica, sono serviti a sensibilizzare circa i di- “ Caccia al tesoro multilingue”, “Macondo”, ecc. ritti-doveri collegati alla “cittadinanza”. Grande Organizzate da scuole, parrocchie, amministra- merito perciò a quanti sono impegnati nel pre- zioni comunali ed organizzazioni di immigrati, venire la formazione di isole incomunicanti e di queste “feste” sono importanti momenti di in- ghetti, cercando al contrario di promuovere la contro, di conoscenza reciproca, di gioia comu- policromia e la polifonia delle differenze. nitaria da diffondere sempre più. Detto questo, però, forse è giunto anche il mo- In effetti operano contro la discriminazione, ri- mento di prendere atto che nelle nostre scuole gettano il razzismo e l’etnocentrismo, incorag- e nei nostri quartieri circolano – ormai da de-

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 11 1 1 IMMIGRATI 1 cenni – ragazzi che sono nati qui, che parlano Una domanda: dopo tutti questi decenni, si perfettamente la lingua veneta e italiana, che può fare anche qualcosa in più? sono ben inseriti nel contesto italiano, anche Non si intende certo negare valore a questi se i loro nonni e genitori hanno alle spalle una aspetti: le declinazioni folkloriche sui riti, sulle ormai lontana storia di migrazione da paesi di feste, sul carnevale creano simpatia, sono utili in cui questi ragazzi però non conoscono niente una fase iniziale ma, possibilmente, non devo- se non per sentito dire. Pochissimi di loro in- no esaurirsi in se stesse, invariabilmente. Ven- fatti hanno potuto viaggiare; gli stessi genitori gono sollecitate all’interno di una direzionalità che hanno fatto la spola con il paese d’origine, monoculturale, una specie di inconscio patto di trovano quella lontana realtà in continua rapi- sottomissione; un patto di subalternità e margi- dissima mutazione tale da non riconoscere più nalità, con vincoli pesanti per l’emancipazione l’ambiente e la problematica da cui sono partiti dei migranti: sei accettato tra noi se ci mostri quello (o fuggiti) tanti anni fa. Tutto è cambiato. Tut- che da te vogliamo, se resti quello che su te abbiamo to cambia. costruito noi. Quando si verificano questi fatti, ci possono Ma che succede in alcune Feste dell’intercul- essere ripercussioni soprattutto nei figli adole- turalità? scenti che si trovano a vivere delle crisi inter- I figli degli immigrati, spinti dai loro genitori e pretative. Finiscono per non riconoscersi più insegnanti, continuano a rappresentare gli ste- non solo nella storia interpretata o re-inventata reotipi con i quali il loro paese è conosciuto da- dall’immaginario nostalgico dei propri genito- gli italiani. In qualche caso, a rappresentare il ri, ma anche nella possibilità di interpretare una vecchio, quello che magari non c’è più. O che è propria “storia”, di essere soggetti di se stessi, di residuale. Spesso, semplicemente, il folklorico a dare senso a se stessi. Di narrare se stessi. Ecco, consumo turistico. la chiave per superare il rischio della sterilità de- Facciamo alcuni esempi visti in qualche scuola. terminata dal folklorismo: l’autonarrazione in In una sfilata, una mamma peruviana nata sui tutte le forme espressive (narrativa, canto, reci- 4.000 m. d’altezza delle Ande e che certamente tal, ballo, teatro, drammatizzazione, ecc.). non ha mai visto l’Amazzonia, ha fatto indos- sare alla sua bambina il costumino indigeno di Buone pratiche contro gli stereotipi corteccia e posto in capo una corona di piume Il compito di un genitore e di un educatore non di pappagallo, sventolando una bandierina con è appioppare un’identità al bambino caricando- su scritto “Perù” (Inutile dire che l’unica giungla lo con stereotipi riduttivi legati al passato, ma conosciuta dalla bambina è quella spelacchiata aiutarlo a elaborare una autonoma narrazione del parco di fronte alla stazione delle corriere; e utile in futuro per interpretare i cambi che av- che in Amazzonia nessuno si sogna di indossa- vengono lungo il proprio percorso identitario. re vestiti di corteccia o di mettersi in capo delle Andare oltre lo stereotipo, oltre lo scontato, oltre il piume). visibile, con proiezione in avanti: questa è la sfida da Seguiva un gruppo di creature con pantaloni dal- raccogliere. Non continuare a proiettare un’im- le borchie nere, grandi chitarre finte e immensi magine “fissa” di un collettivo, quasi arrogando- sombreri da Mariachi messicani. Ed ecco avanza- si di poter rappresentare il meglio della lontana re un coro di biondissime fanciulle dell’Est Eu- nazione di provenienza dei genitori immigrati, ropa, dentro vestitini di fiori, mimando delicati ma andare sul vissuto, sul familiare e sul perso- ritmi bucolici di un’Arcadia felice. Non manca- nale: narrare se stessi e la propria storia transnazio- vano una processione che rappresentava le Filip- nale. pine, le danze dei guerrieri Sik, i cori ritmati di L’identità personale e culturale infatti non cor- tamburi delle donne africane e i balli scatenati risponde quasi mai in toto a quella civica e na- delle donne latinoamericane e dei Caraibi. Sa- zionale cristallizzata nell’immaginario turistico. poriti piatti tradizionali concludevano il tutto. Al contrario, ogni identità è marcata in manie- Benissimo, applausi. Tutto come da copione. ra sempre più evidente da connessioni culturali

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multiple. Se si è coscienti di questo, non esiste tà individuale: la precarietà, la famiglia, la soffe- uno spartiacque tra figli di italiani e figli di im- renza, l’amore, la grinta, il futuro, il conflitto, la migrati, ma un comune problema: evolvere tutti, morte, la dimensione religiosa ed estetica. cambiare, essere tutti all’altezza di quanto richiesto Nelle nostre Feste dell’Interculturalità, occorre ascol- in questo mondo globalizzato. tare di più e ascoltarci tutti, perché tutti siamo Pur nel rispetto delle intime appartenenze dei sulla stessa barca. Anzi, nella stessa scuola. rispettivi genitori, i giovani studenti (sia italia- Una pertinente Buona Pratica ci viene dall’Isti- ni che “nuovi italiani”) vivono incontri, conflitti tuto Comprensivo Barolini del quartiere San Pio e contaminazioni tra persone, popoli e culture X di Vicenza che, dopo un anno di lavoro porta- e oggi si rivela improponibile una concezione to avanti nei diversi gradi della scuola (infanzia, chiusa dei sistemi culturali, i quali da sempre si primaria, secondaria di primo grado, centro ter- nutrono di ibridazioni e di scambi. ritoriale permanente Vicenza Est) ha pubblicato In altre parole, per essere veramente un even- il libro “Racconta…voglio ascoltarti”. Una volta, to di arricchimento reciproco, alle Feste dell’In- la Barolini era solo una scuola di periferia, con terculturalità devono partecipare anche gli italiani, edifici semplici ma molto spaziosi perché pen- narrando le pratiche transnazionali che loro stessi sati per accogliere tanti bambini e ragazzi. Fu hanno fatto come ceppo familiare o che si pre- così che cominciarono a popolarsi di centinaia parano a compiere nella ricerca di una qualifica- di alunni che si incontrano e imparano a cresce- zione professionale che avverrà quasi certamen- re insieme intrecciando la loro diversità. Quan- te fuori dall’Italia. Narrando se stessi e la propria te storie: storie di bambini (italiani e nuovi ita- unicità, viene spontaneo avere un atteggiamen- liani) che oggi sono già adulti e storie di esseri to critico sugli stereotipi che gli altri ci costrin- umani che stanno crescendo. Storie di giovani gono a portare appresso. Narrando se stessi e le venuti da terre lontane. Storie di italiani che si lontane origini, possiamo prendere coscienza preparano a scoprire, attraverso la voce dei pro- della storia che abbiamo alle spalle, ma anche pri compagni, mondi molto diversi tra loro, lon- liberarcene quando essa ci opprime. tani dall’Italia. Le storie esistono da sempre per Nelle nostre Feste dell’Interculturalità occorre un’at- essere raccontate a qualcuno che voglia ascoltar- tenzione maggiore ai grandi temi della soggettivi- le. Per capire, per conoscere, per imparare. ■

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 13 1 1 IMMIGRATI 1 Fraternità in Moschea Una esperienza a Cagliari Fabio Martinez

onvinto che ogni religione sia una via, parco Monte Claro di Cagliari. La sala, circola- ognuna a suo modo forse, per la felicità re, per due terzi era occupata da tappeti adibiti Cassoluta, che tutte siano quindi vie diver- alla preghiera dei fedeli, mentre l’altro terzo era se - con molti simboli in comune - dirette alla speso per ospitare, in un ambiente ben climatiz- stessa meta, un dì aprii l’edizione del Corano, zato e con molte sedie e acqua a disposizione, i che trovai nella mia stanza, e cominciai a legge- non islamici. Fin dal mio arrivo, respirai un’a- re. Non lo lessi tutto, solo i primi libri ma que- ria molto accogliente e di fraternità e vidi i tap- sto bastò a scolpirmi nella mente che Allah è peti coprirsi progressivamente di islamici, che si Dio misericordioso, che Islam vuol dire sotto- inginocchiavano e si raccoglievano ognuno in missione e che il fondatore dell’Islam è Abramo, una preghiera privata, tutti rivolti verso la Mec- così come per l’ebraismo e per il cristianesimo. ca. Quando furono le 13:30, Hassan Laudini, re- Queste tre informazioni mi commossero sem- sponsabile della comunità marocchina in Sarde- pre profondamente e venerdì 19 Agosto 2016, gna e mediatore culturale, in piedi ma sempre parlai brevemente proprio dell’ultima, del fon- rivolto verso la Mecca, iniziò a cantare in arabo datore Abramo, con Omar Zaher, il quale fu per qualche minuto, seguito poi dal sermone in portavoce dell’invito dell’Imam e della comuni- arabo dell’Imam, dopo il quale ci fu la ritmica tà islamica di Cagliari rivolto a tutti i non isla- preghiera in una serie di genuflessioni. Conclu- mici a partecipare a una loro funzione religiosa. sasi la preghiera, un fedele riassunse in italiano Questa si svolse in una sala polifunzionale nel il sermone dell’Imam, sermone dedicato all’one-

1 14 1 migrantiPRESS 1 10 ottobre 2016 1 IMMIGRATI 1 stà, virtù fondamentale per il musulmano, chia- mato a esercitarla: verso il proprio fratello, che sia o no di fede islamica; verso il Profeta, dun- que il dovere di riportare fedelmente il suo mes- saggio; verso Dio, nei confronti del quale ogni essere umano tende a mentire. L’onestà era ca- ratteristica peculiare anche di Muhammad (Ma- ometto), tanto che veniva chiamato l’”Onesto”. Seguì poi l’intervento del vicario generale della diocesi di Cagliari, che, a nome dell’arcivescovo mons. Arrigo Miglio, salutò cordialmente l’as- semblea e ringraziò per l’invito a pregare insie- me per la pace e contro il terrorismo, rifacendosi sapientemente alla profezia di Isaia, che annun- zia un popolo unico, vivente in pace, ignorante dell’arte della guerra, le cui spade saranno con- vertite in falci. Don Franco Puddu sottolineò na partecipazione. Dobbiamo anche considera- che alla preghiera va accompagnata un attivo re che nella società plurale, siamo tutti cittadini, impegno e che si è ascoltati dal Dio dell’Amore, con pari diritti e doveri. Con la libertà di espres- solo se si è uomini e donne d’Amore, mentre l’o- sione religiosa, con rispetto degli altri, il dove- dio e la violenza non provengono da Dio. Il vi- re della solidarietà, del diritto/dovere di parte- cario concluse con la preghiera del Padre Nostro cipazione politica ecc. Questa cittadinanza va come riportata dal Vangelo di Luca. costruita insieme, perché le diversità siano utili Padre Stefano Messina, direttore dell’ufficio Mi- a tutti e non motivo di esclusione o di scontro. grantes, ha esortato, in questo critico momento Costruiamo ponti e non muri, come dice Papa mondiale, a puntare alla fraternità universale, fa- Francesco. È la fatica della storia, l’impegno di cendo notare quanto opportuno sia stato l’invito, ciascuno di noi per costruire il futuro nostro e una occasione di dialogo e di vita. Padre Stefano delle nuove generazioni. Un futuro di pace”. ha raccontato anche che il 21 dicembre 2015, nel L’incontro si è concluso con il saluto di Hassan nordest del Kenia, alcuni militanti di al-Shabaab Laudini, che ha ringrazito tutti, esortando a par- tesero un’imboscata a un autobus, per separare tecipare nuovamente alle funzioni islamiche, af- musulmani e cristiani e giustiziare quest’ultimi. finché si possa rompere questo muro di igno- Alcuni musulmani si rifiutarono di collaborare. ranza che divide i nostri credi. Tra questi, Salah Farah, un giovane insegnante Ho lasciato questa assemblea emozionato e fe- di Mandera, sposato e con la moglie incinta del lice, salutando e ringraziando quanti più fratelli quinto figlio, il quale preferì chiedere di ucciderli islamici ho potuto e sento di doverli ringraziare tutti o di lasciarli andare. Ma appena ebbe parla- ancora, perché in loro vedo quella genuina e sa- to, i guerriglieri spararono lui e a un ragazzo. Il cra devozione che fa della loro religione la vera suo intervento però salvò la vita a parecchi inno- ragion d’essere, esempio che anche noi cristiani centi. Trasferito in gravi condizioni nel Kenyatta dobbiamo sempre ammirare. Le nostre religio- Hospital di Nairobi, prima di morire Salah poté ni credo che possano e debbano nutrirsi l’una testimoniare il suo credo in una convivenza pa- con l’altra, perché le nostre strade ormai sono cifica, dichiarando musulmani e cristiani fratelli, sempre più intersecate, due strade che portano anche se di religione diversa, chiedendo quindi all’unico ingresso nella comunione con Dio. È ai suoi fratelli musulmani di prendersi cura dei bene aprirsi all’Islam, conoscerlo per quello che cristiani in modo che i cristiani possano prender- è, poiché è vittima martirizzata delle violenze si cura di loro. che stanno affliggendo i nostri tempi, attentati Ancora Padre Stefano: “oggi c’è la necessità di che non servono alcun ideale religioso, perché costruire, da questa situazione critica, una nuo- inaccettabili dalla stessa religione islamica, un va umanità e una nuova cittadinanza, nella pie- credo di fratellanza, carità e amore. ■

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 15 1 1 IMMIGRATI 1 Identità negate In mostra a Roma una rassegna di Samuel Iving

Maria Teresa Spinelli

al 15 settembre scorso al 26 novembre sociale e di scottante attualità geopolitica qua- prossimo è in mostra a Roma, presso la le l’emergenza umanitaria dei richiedenti asilo DGalleria del Cembalo – Palazzo Borghese e rifugiati, che scappano da guerre, persecuzio- – una rassegna fotografica dal titolo quanto mai ni, violazioni dei più elementari diritti umani, emblematico: “Lingering ghosts”, ombre sospese, spinti dall’ancestrale voglia di vivere, liberi, in del giovane artista emergente londinese Samuel un paese in cui sentirsi nuovamente e completa- Iving. mente persone. La mostra si inserisce nel progetto “Identità ne- Iving si chiede cosa significhi essere un richie- gate”, promossa da Fabrica, centro di ricerca sul- dente asilo nel Regno Unito e da qui inizia la la comunicazione, che offre ai giovani talenti sua ricerca in un centro di prima accoglien- creativi emergenti, borse di studio annuali per za a Cardiff, in Galles, per poi allargare il suo sviluppare progetti di ricerca in materia di de- orizzonte ad alcune organizzazioni benefiche sign, grafica, fotografia,interaction , video e musi- dell’intera Inghilterra, passando da Canterbu- ca, esplorando – al contempo – tematiche deli- ry, Leeds, Londra, Stoke-on-Trent. Realizza 28 ri- cate ed attuali. tratti di altrettanti richiedenti asilo di età e origi- Non a caso, le “ombre sospese” del fotogra- ni diverse, provenienti da Afghanistan, Albania, fo Iving sono il frutto della ricerca e del desi- Azerbaijan, Camerun, China, Congo, Egitto, Eri- derio di approfondire un tema di grande rilievo trea, Gambia, Kashmir, Kenya, India, Iran, Iraq,

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Libano, Marocco, Nigeria, Pakistan, Siria, Soma- lia, Sri Lanka, Sudan, Turchia, Uganda, Yemen e Zimbabwe. La particolarità di questi volti è l’assenza degli occhi, raschiati manualmente dall’autore per co- municare il senso di smarrimento, di perdita di identità, di sé, che ciascuno ha vissuto e vive una volta arrivato in Gran Bretagna, costretto ad at- tendere l’esito della propria richiesta d’asilo in una specie di limbo infinito che, nel tempo, tra- sforma le persone, spesso, da numeri ad ombre sospese, per l’appunto. Tuttavia, nei tratti soma- tici, queste 28 persone vengono riconosciute – anche da sguardi meno attenti – come uomini e donne, madri e padri, fratelli e sorelle, figli: esse- ri umani che, seppur dai destini incerti e indefi- niti, dalle traiettorie confuse, nascondono vite e storie a cui (ri)dare attenzione e dignità. Quello di Sam Iving è stato definito “uno sguar- do contemplativo, distante dai riflettori dei me- dia” e in effetti, l’incontro casuale con questo giovane esperto di Documentary Photography a cui è seguita una lunga chiacchierata su questo suo progetto di ricerca, lascia sperare che il dia- logo, la conoscenza reciproca e la bellezza salve- ranno davvero il mondo. ■

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 17 1 1 IMMIGRATI 1 Dià-lógos e Sym-pátheia… …storia di un incontro Jessica Villa

il mese di marzo quando Padre Alberto Pa- cani che, intenti nella cura del giardino e del- nichella, missionario Saveriano di Anco- le aiuole, si guardano e sorridono indicandoci, È na, mi chiama per propormi di partecipa- ci salutano velocemente e si allontanano. Sono re ad un campo missionario in Sicilia nel mese due dei sei ragazzi che da pochi mesi la Cari- di agosto, spiegandomi che una sua cara sorella tas accoglie, sei diciottenni arrivati in Italia già della congregazione delle Missionarie Scalabri- da qualche anno, quando ancora minori, e suc- niane Suor Terezinha Santin è impegnata da un cessivamente abbandonati a loro stessi al rag- anno, con i migranti a Siracusa, e sarebbe con- giungimento della maggiore età. I responsabili tento di farla conoscere ad un gruppo di giova- ci spiegano che purtroppo le storie di questi ra- ni interessati ad incontrare le realtà siracusane gazzi sono simili a quelle di tanti altri minori dell’accoglienza e del sostegno ai migranti e agli stranieri non accompagnati che, giunti in Italia emarginati. Così, mentre le cronache registrano quando ancora minori e quindi tutelati e accol- la morte in mare di migliaia di persone e i me- ti in strutture specializzate, si sono poi ritrovati dia aumentano il panico e la disinformazione soli al raggiungimento della maggiore età, ob- gridando “all’invasione”, il 16 agosto, dall’aero- bligati per legge ad essere allontananti dal cen- porto di Roma Fiumicino, parto alla volta della tro di accoglienza nel quale vivevano ritrovan- Sicilia con un gruppo di 8 ragazzi e 4 guide ap- dosi in strada con un documento e quattro soldi partenenti ai Missionari Saveriani e all’associa- in tasca, impossibilitati a concretizzare le loro zione ALM (Associazione Laicale Missionaria). vite, vittime dell’indifferenza ed esposti alla vio- Nel mio cuore tante domande, molte perplessi- lenza. tà e un senso di straniante impotenza che mi ac- I primi giorni a Siracusa sono serviti da prepara- compagna ogni volta che decido di intraprende- zione alla settimana successiva, momenti di in- re un’esperienza missionaria: “questa volta non contro e formazione sul tema della migrazione e è l’Africa”, mi ripeto e cerco di convincermi che visita alle realtà nella quali avremmo poi presta- questa volta sarà più facile, che questa volta in- to servizio nei giorni successivi: abbiamo ascol- contrerò l’Italia che accoglie, l’Italia che tende tato le testimonianze di chi, nella parrocchia una mano a chi chiede aiuto e protezione. Sia- di Priolo (SR) ha deciso di aprire le porte del- mo accolti da Suor Terezinha, suor Ivanir Filipi la propria casa e ha accolto tre minori stranieri e alcuni volontari della missione scalabriniana non accompagnati vivendo insieme la quotidia- che ci accompagnano alla struttura che, per que- nità delle relazioni familiari, abbiamo incontra- ste settimane, sarà la nostra casa. Entriamo nel to i volontari che tutti i giorni prestano servizio grande cancello della struttura di accoglienza e gratuito nella cura dei giovanissimi accolti nel- vediamo due ragazzi dai lineamenti Nord Afri- la struttura della Caritas, abbiamo parlato con

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Suor Terezinha impegnata in prima linea con magliette, documenti, diplomi, latte in polvere le sue consorelle nell’assistenza negli ospedali per bambini, un corano, una bibbia, dei nomi. ai migranti appena sbarcati, nelle piazze in cui Salutiamo Ramzi pieni di commozione e stima sono abbandonati e nelle attività di ascolto e ac- per il suo lavoro e la sua passione, il rispetto a compagnamento. l’umanità con cui ridà dignità a queste vite. Abbiamo visitato i vicoli di Ortigia guidati da Ci spostiamo poi in un centro di accoglienza Ramzi Harrabi, artista tunisino in Italia da diver- per richiedenti asilo e rifugiati che ospita don- si anni, impegnato in movimenti di sensibiliz- ne e nuclei familiari, incontriamo le operatrici zazione sul tema della migrazione e artista della e le suore che prestano servizio in questa casa. mostra collettiva Uprooted nella chiesa di Gesù Nel cortile corrono alcuni bambini, le mamme e Maria nel centro storico di Ortigia. Entrando siedono all’ombra di un albero, altre sono chiu- in questa chiesa balzano subito agli occhi sa- se nelle loro stanze e si sentono solo le voci, al- gome di corpi umani di carta pesta intrecciati tre ancora sono impegnate nella cura dei capel- in espressioni di dolore e disperazione a rap- li e del corpo. Una ragazza molto giovane attira presentazione delle sofferenze di chi decide di la mia attenzione: è incinta e sta uscendo dal- lasciare la propria terra e mettersi in cammino la sua stanza, si accarezza il grembo fissando il verso una vita migliore; vedo barche solide che vuoto, una lacrima impercettibile le riga il viso. battono bandiera “libertà”, cariche di persone Non sono riuscita ad avvicinarmi per consolar- con lo sguardo fiero e fisso in avanti perché que- la e chiederle il motivo della sua tristezza, sono sti viaggi non debbano essere sempre viaggi di bloccata, non riesco ad avvicinarmi a lei e, nel morte, di persone anonime e forzate; un grande mentre che la osservo, un’operatrice del centro crocifisso appeso alla parete e ai suoi piedi una ci racconta che spesso molte donne dell’Africa “lapide ai caduti”, un mausoleo delle vittime del Subsahariana arrivano sole e incinte, partorisco- mare costruito con il legno spezzato di una “car- no figli dai lineamenti Nord Africani, figli delle retta del mare”, giubbotti di salvataggio, scarpe, violenze della Libia. Continuo a guardare quella

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 19 1 1 IMMIGRATI 1 ragazza ora consolata da un’operatrice che, ac- momento era ospite della casa: alcuni pulivano carezzandole il pancione, riesce a strapparle un gli spazi comuni, altri sistemavano il giardino, sorriso. Mi guardo intorno e vedo che accanto altri ancora organizzavano la dispensa e alcuni a questa giovane donna ci sono altre madri che si dedicavano alla cucina preparando il pranzo e guardano con orgoglio e protezione i loro figli la cena per chi rientrava stanco dopo una fatico- nel cortile, sguardi di donne che nonostante la sa e difficile giornata di lavoro o alla ricerca del- violenza hanno deciso di portare a termine la lo stesso. gravidanza, trasformando quel brutale gesto in Lavorare ogni giorno con questi ragazzi mi ha un frutto d’amore e speranza per un futuro nel permesso di instaurare delle relazioni profon- quale certe violenze non dovranno più succe- de e autentiche, sono stati fatti grandi discorsi, dere. Il giorno successivo raggiungiamo la par- donati sorrisi profondi e abbracci di consolazio- rocchia di Don Carlo D’Antoni a Bosco Minniti ne e coraggio. Abbiamo condiviso la fatica sot- (SR). Don Carlo è definito da diversi parrocchia- to il sole cocente, vissuto momenti di sconforto ni un “prete di frontiera”, attento alle necessi- piangendo insieme per l’abbandono, le ingiusti- tà e ai bisogni degli ultimi, degli emarginati e zie e l’indifferenza, gioito davanti ad un buon degli sfruttati. Ci accoglie in giardino e inizia a pranzo e ad un momento di festa. Quello che raccontarci della sua casa, una casa aperta a tut- portano negli occhi questi ragazzi è la solitudi- ti coloro che cercano un rifugio per la notte, un ne, la prima vera ferita del non sentirsi accolti: piatto caldo, un abbraccio, una parola di con- scartati dalle istituzioni, abbandonati dagli uo- forto. La canonica ospita più di 20 persone, le mini e sfruttati come schiavi nei lavori a basso stanze sono organizzate con letti a castello, una costo. Vivono la peggiore delle povertà, la pover- cucina strutturata per grandi numeri di persone tà relazionale della solitudine che inizia nel mo- e la libertà di utilizzare i servizi e gli spazi comu- mento in cui mettono piede in Italia, come dice ni. Alla sua porta bussano italiani disperati e in Jean Leonard Touadi: “se anche provvediamo a difficoltà, giovani abbandonati, migranti stan- dar loro un giaciglio, del cibo, i documenti per chi e consumati dal viaggio, persone schiacciate lavorare, ma poi li lasciamo soli e non ci faccia- dall’indifferenza delle burocrazie e dell’ammi- mo compagni, non abbiamo fatto granché; non nistrazione, impoveriti dopo anni vissuti alla ri- è questa la cifra della vera accoglienza”. cerca di un documento. Don Carlo ci racconta Di ritorno da questa esperienza porto nel cuore la sua storia, le difficoltà che incontra nella lot- tanti nomi, tanti ricordi, le parole delle nostre ta contro l’indifferenza e lo sfruttamento, l’in- guide, l’entusiasmo di Suor Terezinha, le chiac- comprensione e l’abbandono. Ci presenta qual- chierate con Omar e Yoro, i confronti con Sam- che ragazzo della casa e poi ci invita a visitare la ba, Andrea e la sua semplicità, Don Carlo e il sua chiesa, semplice e colorata, un grande cro- suo instancabile coraggio… ma porto nel cuore cifisso e una statua rappresentante Maria che anche molta rabbia per le ingiustizie viste, per abbraccia una miniatura di quella Chiesa, af- le vite spezzate e per quelle ignorate; porto nel finché chiunque vi entri si senta accolto e pro- cuore una grande vergogna per tutte le volte che tetto come quando si è stretti tra le braccia della distogliamo lo sguardo e il cuore dall’altro ac- madre. Sulle pareti sono rappresentati i volti di canto a noi, nella paura che il diverso cessi di grandi uomini e donne della storia, persone che restarci estraneo e inizi ad inquietare la falsa si- hanno speso la loro vita battendosi per i diritti curezza che regna tra i “simili”. Porto nel cuore di tutti a prescindere dalla provenienza. tutte queste cose e penso che questa volta la vi- Quando le persone che chiedono ospitalità cinanza non basta, questa volta non siamo stati sono molte, Padre Carlo sposta le panche del- chiamati soltanto per vedere ed incontrare, que- la chiesa e posiziona materassi, così la Casa di sta volta il vero segreto sarà abbattere il muro Dio si trasforma in un dormitorio, rifugio per dell’indifferenza e ripartire insieme accogliendo chi non ha casa e per chi ha perso la speranza. In prima di tutto lo straniero che è dentro di noi, questa parrocchia ho passato i restanti giorni del quell’anima titubante di rivelarsi per ciò che è, campo. Tutte le mattine si organizzavano picco- timorosa di gridare al Mondo che un modo per li gruppi di lavoro capitananti da chi in questo cambiare forse c’è. ■

1 20 1 migrantiPRESS 1 10 ottobre 2016 1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1 L’Italia è in vacanza… …e il Sudan diventa un “Paese sicuro” Mirtha Sozzi

Italia era ancora in vacanza. Ma verso la terribile doppio viaggio a cui potrebbero esse- fine di agosto 48 cittadini sudanesi sono re costretti i cittadini sudanesi che arrivano sulle L’stati rimpatriati dall’Italia. Fermati e iden- nostre coste. Il documento, firmato in Italia il 4 tificati a Ventimiglia, mentre cercavano di pas- agosto 2016, prevede infatti “la collaborazione sare il confine, hanno ricevuto un decreto di tra i due Paesi nella lotta al crimine, nella gestio- espulsione che ha innescato la procedura di ne degli effetti migratori e delle frontiere”. rimpatrio. Infatti per l’Italia il Sudan è, di fatto, Un comunicato diffuso dall’Ambasciata italiana un “Paese sicuro” e questo rimpatrio è il primo di Khartoum chiarisce che l’accordo italo-suda- effetto degli accordi bilaterali firmati con il Pae- nese si inscrive nel più ampio quadro di coo- se africano a inizio agosto. perazione fra Sudan e Unione Europea sui temi Sudan-Italia. Italia-Sudan. Dopo la firma del migratori, in particolare il “Processo di Khar- “Memorandum of understanding” è questo il toum”, lanciato in Italia nel 2014, e il “Fondo fi-

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 21 1 1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1 duciario d’emergenza” dell’Unione europea per la stabilità e la lotta contro le cause profonde Due su tre hanno diritto della migrazione irregolare e del fenomeno de- all’asilo, parola di gli sfollati in Africa, lanciato nel novembre 2015 al Summit della Valletta. Commissioni Sono numerose le voci di denuncia che si sono Quella sudanese non è tra le cittadinanze levate e che ricordano come il Sudan sia un Pae- più numerose dei richiedenti asilo nel no- se dove le violazioni dei diritti umani sono quo- stro Paese. Nel 2015 sono stati esaminati tidiane e ampiamente documentate. dalle Commissioni territoriali solo 259 ri- La sezione italiana di Amnesty International ha chiedenti asilo fuggiti dal Sudan. Ma se- dichiarato: “È preoccupante che l’Italia stia depor- condo i dati ufficiali del ministero dell’In- tando queste persone in un Paese dove alcuni grup- terno ben 168 di loro, quasi due su tre, hanno ottenuto una forma di protezione pi corrono un rischio concreto di gravi violazioni dei (lo status di rifugiato, la protezione sussi- loro diritti umani, sulla base di un accordo di ri- diaria o quella umanitaria). ammissione il cui contenuto non è chiaro”. L’orga- nizzazione teme tra l’altro il rimpatrio di perso- ne originarie della regione sudanese del Darfur, Però è altrettanto evidente, afferma la giornali- che andrebbero incontro a “persecuzioni, repres- sta, che “il governo sudanese userà questi fon- sioni brutali e altri gravi abusi”. di per rafforzare il suo controllo in Darfur, ma, Timori e preoccupazioni emergono anche si può supporre, anche nelle altre zone del pa- dall’articolo “Khartoum non si accontenta” ese in conflitto e contro l’opposizione in gene- pubblicato su Nigrizia.it. La giornalista Bianca re. È altrettanto chiaro che tra i maggiori benefi- Saini racconta che il Sudan ha già lanciato un ciari dei fondi europei per la gestione dei flussi segnale inequivocabile sulla necessità che l’Eu- migratori ci saranno le Rapid support forces, o ropa aumenti gli aiuti economici al Paese per il milizie janjaweed, tra le più famigerate del con- controllo dei flussi migratori. tinente”. ■

1 22 1 migrantiPRESS 1 10 ottobre 2016 1 STUDENTI INTERNAZIONALI 1 Un campo internazionale per parlare di ecologia Impegnatevi in politica, nella politica alta, come ha fatto e ha insegnato Giorgio La Pira, ha detto loro papa Francesco Maurizio Certini

l consueto Campo Internazionale promosso dichiarazioni espresse dalle diverse confessioni dall’Opera per la gioventù Giorgio La Pira, al religiose, alla straordinaria Enciclica Laudato si’. IVillaggio La Vela di Castiglione della Pesca- Espressioni di un grido globale, planetario, che ia, ha trattato quest’anno l’argomento dell’am- invoca con Francesco una “conversione eco- biente con la partecipazione di molti giovani logica integrale”, consapevole che occorrono e studenti internazionali. Significativo il tema alternative allo sfruttamento indiscriminato “Walking the earth, taking care of the common dell’ambiente senza rispetto dei suoi limiti e a home”, che ha collegato la riflessione alla Con- una crescita economica diseguale che è tenden- ferenza di Parigi sul clima, alle varie istanze e za alla guerra, quando la produzione e il com-

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 23 1 1 STUDENTI INTENAZIONALI 1

mercio delle armi rispondono alla stessa logica de che cosa sia la città. La sua risposta: “La città del mercato. è una grande casa per una grande famiglia”. Idea I Campi estivi de La Vela avviati ormai da tanti che ci porta a riflettere sulla fraternità umana e anni, sono sempre, anzitutto, proposta ed espe- sulla centralità dell’uomo come essere in rela- rienza viva di convivenza fraterna, soprattutto zione. per gli studenti internazionali che vivono nel Insieme all’esame delle ragioni della crisi si è nostro Paese e altri che vi partecipano per l’oc- messo in luce alcune “buone pratiche” che stan- casione. Trascorrere insieme, in amicizia, questo no emergendo in vari campi (ecologia, econo- tempo riconoscendosi membri della stessa fa- mia, pace) come espressione della società civile miglia umana, apre alla conoscenza dei diversi che si esprime, offrendo segni di speranza; con- aspetti culturali e religiosi e favorisce il dialogo, sapevole che la realtà stessa del mondo impo- che rende tutti più ricchi. ne un salto cultuale che permetta di entrare nel La vita del Campo - oltre 100 giovani parteci- tempo nuovo della fraternità. panti, in prevalenza studenti universitari di di- Con gli incontri per gruppi si è cercato di avere verse religioni provenienti, insieme agli italia- più chiari i vari piani della responsabilità etica, ni, da Russia, Palestina, Israele e da vari paesi necessari alla buona relazione con l’ambiente e dell’Africa -, si è svolta, dal 5 al 16 agosto, nello alla convivenza umana. Come singoli e come stupendo contesto naturale della Macchia medi- comunità territoriali, fino alle responsabilità dei terranea, tra tuffi in mare, passeggiate all’ombra governi e alle scelte della politica. dei pini secolari e dibattiti introdotti da esperti. Ed è stato proprio un invito accorato all’impe- La crisi ecologica dei nostri giorni, oltre le ragio- gno in politica, il monito che Papa Francesco, ni di carattere economico, appare ai partecipan- ha rivoto al gruppo dei convegnisti presenti ti come crisi umana, manifestazione di un pro- all’udienza di mercoledì 10 agosto nell’Aula Pa- fondo disagio dell’essere. E chiede il recupero olo VI in Vaticano: “Impegnatevi in politica, nella del Fine, che si è smarrito. Di fronte al concetto politica alta, come ha fatto e ha insegnato Giorgio della Terra come “casa comune”, riecheggiano le La Pira, […] che secondo l’espressione di Paolo VI, è parole dell’umanista fiorentino Leon battista Al- questa la forma più alta dell’amore”. ■ berti – care al sindaco La Pira -, quando si chie-

1 24 1 migrantiPRESS 1 10 ottobre 2016 1 ITALIANI NEL MONDO 1 La Missione di Marbach ha 50 anni Festeggiamenti per il mezzo secolo di storia accanto agli italiani emigrati Don Egidio Todeschini, missionario

ei giorni 23-25 settembre 2016 la Missio- ne Cattolica Italiana di Marbach, ha fe- Nsteggiato i 50 anni di vita. La sua storia è iniziata ufficialmente nel 1966: con decreto del 14 ottobre il vescovo di San Gallo, Mons Jo- la Messa domenicale. Non sappiamo quale sarà sephus Hasler, nominava padre Giustino Lon- il futuro. Anzitutto, ci suggerisce la speranza, ghi, cappuccino della provincia di Trento, di l’avvenire è nelle mani di Dio. Sappi amo però rettore responsabile del la nuova Missione con che le Missioni sono ancora necessarie per una sede a Heerbrugg in Karl-Volkerstra. nuova evangelizzazione. Alle Missioni Cattoli- Cinquant’anni di vita, un importante traguar- che Italiane è proposto un cammino di comu- do da festeggiare e da vivere con riconoscenza nione, pur nella diversità, con la Chiesa locale. a Dio, ma anche ai Missionari che si sono suc- Un cammino che è da poco iniziato, quasi una ceduti in questa Missione e ai laici che si sono sfida alla cattolicità, che deve coinvolgere tutti, maggiormente impegnati. Ma anche con gratitu- preti e laici . Per raggiungere queste “nuove fron- dine alla Chiesa locale e alle Autorità civili per tiere”, come esige la mobilità umana, noi emi- avere sostenuto la nostra comunità emigrata in grati abbiamo bisogno di riscoprire la ricchezza vari modi e in varie circostanze. della nostra fede, per poterla clonare. A sua vol- La nostra comunità in questi 50 anni ha fatto ta le parrocchie sono invitate a mostrare il loro un lungo cammino: dai sogni di un guadagno volto più umano: essere famiglia capace di acco- sicuro per un ritorno in patria fino a i tempi at- gliere e valorizzare ogni generazione e cu ltura, e tuali della stabilità, nei quali la Missione deve riconoscere con stupore, anche in colui che vie- impegnarsi per una nuova evangelizzazione. Per ne da lontano, il segno visibile della cattolicità. questo, noi crediamo, la Missione non ha an- Tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo, cora esaurito il suo compito. Se in passato essa a condividere con le parrocchie locali pesi e re- ha svolto una funzione assistenziale, sociocul- sponsabilità, per costruire insieme una Chiesa turale oltre che religiosa, oggi è impegnata so- che sia scuola di comunione. prattutto nella difesa e crescita della fede. Ogni Con l’augurio che la nostra comunità ita lia- Missione è nata per aiutare le persone a incon- na continui a crescere sempre di più conservan- trare Dio o almeno a non dimenticarsi di Lui. do la propria “identità” e diventando ‘’lievito’’ Per questo, per vivere la fede, ha bisogno dei sa- di fede in una terra e in un’epoca in cu i, per cramenti, che ci trasmettono la vita di Gesù; ha il troppo benessere, rischiamo tutti di dimenti- bisogno di riunirsi per pregare, soprattutto nel- care Dio. ■

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 25 1 1 ROM E SINTI 1 L’Europa al bivio Chiese e culture di fronte alla misericordia al convegno del Comitato cattolico internazionale per gli Zingari Susanna Placidi

i è svolto ad Esztergom in Ungheria, il qua- glienza del gruppo ungherese e la scelta del luo- rantunesimo incontro del C.C.I.T. (Comi- go è stata particolarmente significativa in que- Stato Cattolico Internazionale per gli Zinga- sto anno in cui l’Europa sta vivendo un tempo ri) dal titolo: L’Europa al bivio: Chiese e culture di di difficile accoglienza ai migranti e ai Rom. I fronte alla misericordia. delegati provenienti da 20 paesi erano 155. Le Lo scenario dell’incontro era particolare. Il cen- giornate dell’incontro sono state caratterizzate tro St Adalbert, antico seminario, accanto alla da numerosi incontri divisi in gruppi linguistici sede del Primate di Ungheria che accoglie la in cui è stato possibile un caloroso scambio di tomba del cardinale Jozsef Mindszenty. L’acco- esperienze e di informazioni. Molti i Rom pre-

1 26 1 migrantiPRESS 1 10 ottobre 2016 1 ROM E SINTI 1 senti, soprattutto gli ungheresi, che hanno rac- Durante l’omelia nella liturgia eucaristica il contato anche la loro profonda esperienza di card. Primate d’Ungheria Péter Erdo’ si è rivol- fede a cui, come diceva uno di loro: “non rinun- to ai partecipanti dicendo: “la Chiesa accoglie cerei mai, ho capito che solo la fede mi salva, il gli Zingari, essi sono membri della Chiesa con resto non conta!”. gli stessi diritti degli altri, Dio non desidera che Il convegno si è aperto con la preghiera sera- si abbandonino le ricchezze delle culture che lui le, animata dai canti di un gruppo di Rom. Il stesso ha creato. Nella Chiesa tutti si sentano fa- giorno seguente (sabato) dopo i saluti di acco- miglia. Preghiamo Dio che possa rafforzare la glienza del vescovo mons János Székely che ha gioia della convivenza e dell’accoglienza in Eu- ringraziato salutando tutti e ricordando la parti- ropa e nel mondo!”. La relazione di un opera- colarità di questo incontro nell’anno della Mise- tore pastorale Ungherese ha permesso infine di ricordia. Csemer Csaba, Rom Lovara, ha salutato avere un quadro della situazione attuale in Un- ringraziando per la partecipazione e l’amicizia. gheria: si stima che i Rom siano il 7/8% della Il messaggio di saluto del card. Antonio Maria popolazione, con una speranza di vita ancora Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio per molto bassa, una speranza di vita di circa die- i Migranti e gli Itineranti e del Sotto-Segretario ci anni più bassa della popolazione maggiori- Gabriele Bentoglio è stato letto, come tradizio- taria. Una situazione lavorativa molto precaria, ne da Suor Alessandra Pander. In esso si sottoli- solo il 25,1% lavora. La situazione abitativa è neava la scelta del tema annuale come omaggio gravissima, spesso i quartieri Rom vengono “eli- al Santo Padre, in sintonia con le parole che ave- minati”. La scolarizzazione anche è molto bassa. va rivolto ai Rom nel pellegrinaggio di ottobre Sono stati elaborati alcuni testi per far conosce- 2015: “Si dia inizio ad una nuova storia, a una re la cultura e la storia dei Rom. Vi sono alcuni rinnovata storia. Che si volti pagina! E’ arrivato Rom che partecipano attivamente a movimenti il tempo di sradicare pregiudizi secolari, precon- religiosi ed è nata dal 2015 con il sostegno del- cetti e reciproche diffidenze che spesso sono alla la Conferenza episcopale la formazione di col- base della discriminazione, del razzismo e della laboratori pastorali rom e non rom che possano xenofobia. Nessuno si deve sentire isolato, nes- aiutare le parrocchie. Molte altre iniziative e at- suno è autorizzato a calpestare la dignità e i di- tività sono state indicate, ma per il testo intero ritti degli altri”. Il presidente Claude Dumas in- della relazione si rimanda al testo pubblicato su troducendo il convegno ha sottolineato come la “Servizio Migranti”. speranza nella misericordia di Dio “ci conduce Alla fine del convegno la liturgia eucaristica è alla luce”, nonostante il momento difficile per stata presieduta dal presidente del Ccit Dumas, l’insicurezza, le tensioni e l’indifferenza. La lun- che ha chiesto per il Comitato, in quest’anno ga e approfondita relazione introduttiva di don di misericordia, la grazia di vivere nella frater- Vito Impellizzeri, docente di teologia, sulla figu- nità e nell’unità la sua missione, ringraziando i ra e la coscienza del Buon Samaritano, ha dato partecipanti per la calorosa partecipazione. An- alcuni tratti e indicazioni su come vivere la fra- che questa liturgia è stata animata da musicisti ternità e come capire attraverso di essa la mise- Rom che hanno partecipato attivamente a tut- ricordia. “Siamo stati liberati da Cristo, il nostro to il convegno che è stato seguito con attenzio- dovere è diventare traghettatori di una civiltà ne e interesse da alcuni giornali cattolici locali. dell’amore attraverso la carità, la fiducia, la soli- La visita a Budapest a conclusione del convegno darietà. Il Samaritano ha cambiato il suo modo si è conclusa con una cena preparata con piat- di vedere”. Con essa sono state poste a tutti al- ti tipi dei Rom in un clima familiare accompa- cune domande per la riflessione che si è svolta, gnato dalla musica e dai canti dei Rom e del ve- come tradizione, in gruppi divisi per lingue, in scovo Janos. Come dice padre Denis Membrey, uno scambio familiare e costruttivo. Quest’anno nell’editoriale di Nevi Yag: “il CCIT è una ‘Porta i momenti di lavoro dei gruppi sono stati nume- Santa’ che permette di far incontrare il mondo rosi e questo ha certamente favorito lo scambio dei Rom dei Gagè e di condividere le reciproche di esperienze e di fraternità sostenendoci gli uni ricchezze”. ■ gli altri.

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 27 1 1 ROM E SINTI 1 “Da ventitre anni la mia vita con gli zingari rom” Un convegno per tracciare le linee di vicinanza ai popoli Rom e Sinti Marco Tassinari

ono tutti ladri… Le campagne elettorali, gruppetto di famiglie, appena arrivate dalla ex spesso impostate sulle paure e poco sul- Jugoslavia, si erano sistemate in un parcheggio Sle proposte, non facilitano certo in questi dove già sostavano alcuni Sinti. Subito si solle- tempi riflessioni pacate sul tema. L’11 maggio vò la forte reazione della popolazione. Così in ci ha provato la comunità Papa Giovanni XXIII, poco tempo il sindaco aveva emanato un decre- organizzando a Forlì un convegno per tracciare to di sgombero forzato. Don Oreste era interve- le linee di vicinanza ai popoli Rom e Sinti nei nuto personalmente nel prendere le difese delle prossimi anni. famiglie Rom, per impedire lo sgombero dall’a- Al convegno era presente anche Annalisa (il rea occupata. Da quel momento è iniziato un nome è di fantasia) che ha abitato con i noma- lungo cammino di alcuni membri della Papa di, prima in roulotte e poi in missione e che per Giovanni con i popoli Rom e Sinti; il nostro è 8 anni è stata in quello che era il campo rom di stato un percorso irto di ostacoli, incomprensio- via Portogallo a Rimini, prima della sua chiusu- ni e battaglie; eppure ha dato e sta dando buo- ra. Vi arrivò nell’estate del 1993 e rimase a con- ni frutti”. dividere la vita con le loro famiglie, vivendo in una roulotte, fino al gennaio del 2001. Poi dal E cosa avete iniziato a fare? novembre 2001 è stata al fianco dei Rom in terra “Ci coinvolgemmo nella mediazione con istitu- di missione, per una decina di anni nel sud-est zioni, servizi sociali, comuni, scuole e coopera- asiatico e nel 2013 in Nepal. Dal 2015 è ritor- tive per tentare di rimuovere la coltre di paure, nata al fianco di alcune famiglie in Italia. A lei pregiudizi e incomprensioni che ostacolava- chiediamo di raccontarci la storia della “condi- no il rapporto con queste famiglie. Volevamo visione diretta con i popoli Rom e Sinto” della promuovere dei passi verso l’integrazione so- Comunità Papa Giovanni XXIII. ciale e scolastica dei loro bambini, e chiedeva- mo la regolarizzazione dei documenti per tutti. Come è iniziata questa esperienza, che per te A Rimini abbiamo creato nel tempo una rete di continua da 20 anni? interventi che hanno coinvolto le istituzioni ci- “Il primo incontro della Comunità Papa Gio- vili, diverse altre associazioni come Caritas, Age- vanni XXIII con il popolo Rom e Sinto avvenne sci, Rinnovamento nello Spirito, Enaip. Ognuno a Rimini nell’89, sull’onda dell’entusiasmo di- ha fatto la sua parte contribuendo con proget- rompente di don Oreste Benzi. Quell’anno un ti; abbiamo organizzato attività di doposcuola

1 28 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2016 1 ROM E SINTI 1

e animazione, campeggi estivi, gite scolastiche. ma una risorsa da partecipare agli altri per co- Abbiamo anche seguito dei percorsi scolastici di struire il bene comune. In questi anni non sono prima alfabetizzazione per adolescenti, e di av- mancati i conflitti, le incomprensioni. Ci sono viamento professionale per l’inserimento degli state anche provocazioni forti, ma queste hanno adulti nelle cooperative. Abbiamo promosso la contribuito a far crescere delle relazioni che oggi creazione di borse lavoro. sono autentiche e mature”. Nel frattempo, cresceva in noi la convinzione dell’importanza che questo popolo, che non E dunque qual è oggi l’approccio? ha una nazione propria, trovasse uno spazio di- “La mia esperienza con i Rom di Rimini è pro- gnitoso per vivere, con un riconoscimento an- seguita fino a quando il campo di via Portogallo che legale. Abbiamo seguito l’iter delle leggi che ha chiuso: nel 2001 il Comune di Rimini li coin- tutelano la presenza dei Rom in Italia, promuo- volse, discutendo ampiamente con loro, in un vendone il rispetto. Abbiamo cercato di regola- progetto di redistribuzione sul territorio. Come rizzare il più possibile le presenze dei Rom, aiu- Comunità rimaniamo al loro fianco risponden- tandoli con i permessi di soggiorno; solo così i do ai bisogni che di volta in volta emergono. Al- nostri amici hanno potuto godere dell’assisten- cuni giovani che hanno sbagliato sono inseriti za sanitaria e hanno potuto cercare un lavoro”. in progetti che la Comunità ha attivato in alter- nativa al carcere. Negli ultimi anni la Papa Gio- Che legame si è creato? vanni ha sviluppato una nuova modalità: una Il legame che è nato con queste famiglie si è con- sorta di ‘condivisione di vicinato’. Si tratta di fa- solidato pian piano portando a diverse forme di miglie intere, con le loro roulotte, che vengono condivisione di vita con loro: ci sono Rom ac- ospitate negli spazi adiacenti alle nostre struttu- colti nelle nostre case famiglia, siamo andati a re. Viviamo con i Rom a Rimini, grazie ad uno vivere con loro nei campi nomadi, nelle roulot- spazio che è a fianco della capanna di Betlem- te; oppure siamo per loro dei ponti con la real- me nella città romagnola; a Forlì i Rom sono nel tà sociale circostante. La vita condivisa con loro Villaggio della gioia, a Bologna in una roulotte 24 ore su 24 per me è stata una vera palestra; posteggiata vicino ad una comunità terapeutica ho imparato ad accogliere la diversità. La cultu- per adulti con problemi di dipendenze. La stessa ra Rom non è una minaccia da cui difenderci, accoglienza si vive in altre parti d’Italia”. ■

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 29 1 1 FIERANTI E CIRCENSI 1 Le bande musicali italiane ed il loro ruolo L’esperienza di Anbima

rima o poi si riuscirà ad avere un censimen- e femmine dagli otto ai novant’anni. Una novità to delle bande presenti sul territorio nazio- degli ultimi 30-40 anni è data appunto dall’in- Pnale. Tenuto conto che quelle iscritte alle gresso delle donne a cui può essere assegnato varie associazioni (la sola Anbima ne conta circa qualunque strumento musicale. Solo più recen- 1500) sono circa 2500, ma è presumibile che in temente assistiamo anche alla loro funzione di totale siano poco meno di 4000. Ci sono forma- maestri e capi banda. L’importanza della musi- zioni nate da pochi anni ed altre con oltre 200 ca è riscontrabile in tutta la storia dell’umanità. anni di storia. L’aspetto più caratteristico è che si Basta leggere alcuni passi della Bibbia o il sal- tratta dell’unica realtà che vede insieme maschi mo 150 per capire come la musica faccia parte

1 30 1 migrantiPRESS 1 10 ottobre 2016 1 FIERANTI E CIRCENSI 1

Anbima

Anbima, associazione leader del mondo ban- te una crescita, dal punto di vista musicale e distico italiano, da 60 anni presente su tutto culturale, di tutto il mondo bandistico nostro il territorio nazionale grazie alle Presidenze associato. Regionali e Provinciali che operano capillar- Anbima organizza conferenze sulla musica mente e supportano in ogni ambito della loro bandistica italiana, conferenze sulla musica attività 1500 Bande, 70000 soci, oltre 3000 bandistica straniera, concerti per musica ban- maestri impegnati nella formazione e nella distica sfruttando le caratteristiche di ogni tipo direzione che realizzano, interpretano e ese- di formazione bandistica con il consolidamen- guono gratuitamente oltre 20.000 concerti to del repertorio bandistico tradizionale ita- l’anno in Italia e all’estero. liano (sinfonico, operistico, varie tipologie di Anbima dal 2012 è iscritta all’albo delle As- marce) confrontandolo con le nuove frontiere sociazioni Riconosciute ai sensi del D.P.R. 10 del repertorio originale per banda di compo- febbraio 2000 n.361. sitori del panorama mondiale. In tale ottica Anbima dal 2014 è membro effettivo del Anbima realizzerà un festival internazionale CISM, Confederazione Internazionale del- Italo-Spagnolo dove mettere analizzare le tra- le Società Musicali di cui fanno Parte oltre dizioni bandistiche italiana e Spagnola con il 22.000 Associazioni bandistiche esistenti in loro percorso storico e sociale attraverso la ri- Europa che condivide con Anbima Finalità ed scoperta anche di brani storici con esperienze azione a tutela del patrimonio culturale mu- a confronto ove il fenomeno banda ha avuto sicale europeo. sviluppo ed espansione eclatanti. Il percorso culturale di Anbima ha il proprio Anbima ha condiviso con l’ILO il progetto “LA focus sul tema della formazione, non solo MUSICA DEI GIOVANI CONTRO IL LAVORO MI- giovanile, ma anche dei nostri maestri, musi- NORILE” per sensibilizzare i nostri musicisti di cisti e majorettes, sviluppati in più riprese e ogni età, ma soprattutto i più giovani, a tute- capillarmente, su tutto il territorio nazionale, lare i loro diritti e doveri e ad aiutare attra- permettendo di fatto una sensibilizzazione verso azioni concrete i loro compagni che non alla mission culturale del fare bene musica di hanno la fortuna di poter vivere un’infanzia e tutti i nostri soci e determinando naturalmen- adolescenza serene.

anche della nostra anima. Le bande proseguo- no le tradizioni delle varie realtà territoriali, le mantengono vive e le tramandano ai giovani, gli stessi giovani che, grazie ai corsi di musica ban- distica, imparano la nobile arte dei suoni. Sono le bande che alimentano le scuole di musica ed i Conservatori, che presenziano nelle cerimonie civili, religiose e folcloristiche: le bande che por- tano la cultura musicale nei paesi con i concer- ti. Il nostro Inno Nazionale è stato suonato per la prima volta da una banda e dai corpi musica- li divulgato poi in tutta l’Italia. È celebre il det- to “un paese senza banda è come un campanile senza campane”. Di tutto questo si è discusso ad Assisi nel 2004 a proposito della Pastorale delle bande musicali in in collaborazione con l’Uffi- cio Liturgico Nazionale C.E.I, la Migrantes, sette Vescovi, Mons. Maggioni celebre biblista, Mons. Saviola, Mons. Frisina, Don Parisi, e S.E. Angelo Comastri. ■

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 31 1 1 N e W S MIGRAZIONI 1

MIGRANTES GIOVANI MIGRANTI La musica che abbatte Nasce il Coordinamento i muri nazionale Nuove

Con il videoclip di Mambo Italiano, in uscita in que- Generazioni Italiane sto mese di ottobre, per la prima volta la Fondazio- ne Migrantes e la Musica dei Mezzotono – Picco- la Orchestra Italiana Senza Strumenti, si uniscono per abbattere il Muro della paura, dell’ignoranza, dell’egoismo che mina tutte le pacifiche conviven- ze. Al video prendono parte Persone provenienti da ogni parte del mondo, perfettamente integrate nella nostra realtà e riprese durante lo svolgimento delle loro attività quotidiane, per lanciare un mes- saggio di speranza, per chi arriva e per chi va, per- ché insieme, senza paura e senza muri tutta l’uma- nità può diventare una unica grande famiglia. Da poche settimane è nato il CoNNGI – Coordina- mento Nazionale Nuove Generazioni Italiane. FONDAZIONE MORESSA Tra i principali obiettivi la promozione di un nuovo approccio alle politiche di inclusione e partecipa- Gli stranieri in Italia zione che tenga maggiormente in considerazione i reali bisogni delle nuove generazioni, attraverso producono 127 miliardi di la creazione e il consolidamento di rapporti stabili ricchezza con istituzioni e organizzazioni a livello nazionale e internazionale. Gli stranieri Inoltre, il Coordinamento consentirà di promuovere che lavorano un proficuo scambio tra le associazioni che rappre- in Italia pro- sentano i giovani con background migratorio. Le ducono 127 attività del CoNNGI saranno basate sui principi e sul- miliardi di ric- le priorità enunciati nel Manifesto. chezza. Il dato è contenuto nel Rapporto annuale sull’e- MIGRANTES POZZUOLI conomia dell’immigrazione redatto dalla Fonda- Al via il corso gratuito di zione Moressa. Secondo i ricercatori – che hanno concentrato la loro attenzione sull’impatto fiscale lingua italiana per stranieri dell’immigrazione in Italia – il contributo econo- mico degli stranieri nel nostro Paese si traduce in È partita la 6° edizione del corso gratuito di Lingua 7 miliardi di Irpef versata, in oltre 550 mila imprese Italiana per stranieri e migranti nell’area Flegrea, straniere che producono ogni anno 96 miliardi di organizzato dall’Ufficio Migrantes della Diocesi di valore aggiunto. Di contro, la spesa destinata agli Pozzuoli. Ogni anno la Migrantes, tra le altre atti- immigrati è pari al 2% della spesa pubblica italiana vità, impartisce in due fasi diverse il corso di Lingua (15 miliardi: molto meno, ad esempio, dei 270 mi- Italiana per migranti, da ottobre a dicembre e da liardi per le pensioni. febbraio a giugno. Secondo il rapporto nel 2015, gli italiani in età la- L’obiettivo di questi corsi è di aiutare il migrante vorativa rappresentavano il 63,2%, mentre tra gli – spiega una nota – che intende vivere e condivi- stranieri la quota raggiungeva il 78,1%. Dal punto dere la vita in Italia, ad apprendere la lingua: per di vista economico, la ricchezza prodotta dagli stra- conoscere i costumi del Paese che lo ospita e potervi nieri in termini di valore aggiunto nel 2015 è pari affrontare qualsiasi ambito dell’interazione umana, a 127 miliardi (8,8% del valore aggiunto naziona- per inserirsi nel contesto lavorativo, per compren- le), di poco inferiore al fatturato del “gruppo Fiat” dere la politica migratoria e per il disbrigo delle pra- (Exor, fatturato pari a 136 miliardi). tiche burocratiche.

1 32 1 migrantiPRESS 1 10 ottobre 2016 1 SEGNALAZIONI LIBRARIE 1

Italiani d’arme in Russia Sociologia delle Migrazioni Muovendo dai “bombar- dieri” che contribuirono L’immigrazione sta modi- allo sviluppo dell’artiglieria ficando strutturalmente il moscovita sotto Ivan III, il nostro continente, la sua granduca che, oltre due se- composizione demografi- coli prima di Pietro il Gran- ca, la sua economia, la sua de, cercò di adeguare il suo stessa identità, al punto paese agli sviluppi dell’Eu- che è impossibile pensare ropa occidentale anche nel all’Europa senza fare i con- campo degli armamenti, l’autore del volu- ti con questo fenomeno. me passa in rassegna alcuni momenti del- Attraverso un’accurata selezione di teorie la storia militare russa che ebbero italiani e ricerche prodotte dalle scienze sociali, come protagonisti. Con una ricostruzione Laura Zanfrini, in questo manuale ci aiuta tanto minuziosa nell’esame delle fonti a comprendere il fenomeno della mobilità quanto appassionata nella narrazione, il umana contemporanea, soffermandosi in volume si snoda lungo l’arco di quattro se- particolare sulle sfide in atto. Dalla gestio- coli: dal coinvolgimento di maestranze ve- ne delle migrazioni per ragioni umanitarie neziane nella costruzione di navi e galere alle questioni politiche sollevate dall’inse- sotto Pietro il Grande alle battaglie contro diamento permanente di comunità immi- i turchi nel mar Nero e contro gli svedesi grate e minoranze religiose; dal problema nel Baltico, alle vicende degli ufficiali che dello svantaggio di cui spesso sono vittime si distinsero durante la conquista del Cau- i migranti alle prospettive di valorizzazio- caso e nelle guerre russo-turche fino alla ne della ‘diversità’ per lo sviluppo dell’Eu- riscossa contro le armate napoleoniche. ropa. Mario Corti, Italiani d’arme in Russia. Ar- Laura Zanfrini, Introduzione alla sociologia tigiani, ingegneri, ufficiali in un esercito delle Migrazioni, Editori Laterza straniero (1400-1800), Carocci Editore

Le istituzioni pubbliche e gli italiani nel mondo

Nel mondo esiste una comuni- Limitando la loro gestione alla mera quotidia- tà di connazionali più vasta di nità, non sono riuscite ad allungare lo sguardo quella residente nella Penisola, alle potenzialità, soprattutto economiche e formatasi grazie ai grandi flus- culturali, offerte da una comunità che, nel frat- si migratori dell’Otto e Nove- tempo, è riuscita a organizzare in modo massic- cento, che conta circa ottanta cio e capillare la propria presenza nel pianeta. milioni di persone e s’ingrossa Infine si domanda se un approccio politico ogni anno per il gran numero di che vada oltre l’armamentario del tradizio- giovani che si recano all’estero. Pur parlando nale stato-nazione e superi reciproche diffi- molti solo lingue straniere e benché in essa denze e antichi risentimenti non possa essere si coltivi in genere un’identità italiana diffe- capace di riavvicinare queste due sponde a rente da quella della Penisola, se ne condivi- tutto vantaggio di un sistema-Italia caratte- dono comunque i valori fondanti e peculiari. rizzato da una maggiore rilevanza politica e Questo volume di Aldo Aledda, dopo una culturale sul piano internazionale. ricostruzione storica della politica italiana e delle vicende che l’hanno accompagnata fin dall’Unità, cerca di dimostrare che le istitu- Aldo Aledda, Gli italiani nel mondo e le isti- zioni pubbliche e la classe di governo si sono tuzioni pubbliche. La politica italiana nei con- rapportate a questo mondo prevalentemente fronti dell’emigrazione e delle sue forme di in termini di minimalismo politico e di massi- volontariato all’estero, Franco Angeli malismo burocratico.

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 33 1 1 OSSERVATORIO GIURIDICO-LEGISLATIVO DELLA C.E.I. 1 Le migrazioni nella legislazione e nella giurisprudenza

Alessandro Pertici

Risoluzione del Parlamento europeo sulla Il Parlamento sottolinea come la domanda di lotta contro la tratta di esseri umani nelle servizi sessuali nei paesi sviluppati alimenta la relazioni esterne dell’Unione tratta di esseri umani dai paesi in via di svilup- po e invita quindi gli Stati membri a perseguire Lo scorso 5 luglio il Parlamento europeo ha ap- penalmente l’uso consapevole delle prestazioni provato una risoluzione sulla lotta contro la di una vittima della tratta di esseri umani. Inol- tratta di esseri umani nelle relazioni esterne tre, ricorda che gruppi organizzati a livello in- dell’Unione. ternazionale trasportano le vittime, clandestina- Preliminarmente, il documento riprende la defi- mente o con il loro consenso estorto con false nizione di tratta di esseri umani, elaborata dal- promesse, soprattutto per la tratta a finalità ses- le Nazioni Unite, come l’atto di “reclutare, tra- suali, verso i paesi più ricchi, primi fra tutti i pa- sportare, trasferire, ospitare o accogliere persone esi europei in cui si trovano i clienti più ricchi. tramite l’impiego o la minaccia di impiego della Il Parlamento condanna le diverse forme di forza o di altre forme di coercizione, rapimento, sfruttamento. In particolare invita l’UE e gli Stati frode, inganno, abuso di potere o di una posi- membri a compiere ogni sforzo per combattere zione di vulnerabilità o tramite il dare o ricevere il lavoro forzato nelle imprese dell’UE all’este- somme di denaro o vantaggi per ottenere il con- ro, attuando e applicando le norme sul lavoro, senso di una persona che ha autorità su un’altra sostenendo i governi nell’adozione di leggi in a scopo di sfruttamento”. Lo sfruttamento inclu- materia di lavoro che stabiliscano norme mini- de la prostituzione forzata altrui o altre forme di me di tutela dei lavoratori, compresi i lavorato- sfruttamento sessuale, il lavoro o i servizi forza- ri stranieri, e facendo sì che le imprese europee ti, la schiavitù o pratiche analoghe alla schiavi- che operano in paesi terzi rispettino tali norme. tù, compresa la schiavitù infantile al fine di re- Sottolinea il legame fra la tratta di esseri umani a scopi sessuali e la prostituzione e chiede l’a- clutare bambini soldato, la servitù o il prelievo dozione di misure volte a porre fine alla doman- di organi. da di prostituzione. Anche il matrimonio forza- Nel testo si pone in evidenza come la tratta di to può essere considerato una forma di tratta di esseri umani sia un crimine basato sul gene- esseri umani se contiene un elemento di sfrut- re, una forma moderna di schiavitù e un reato tamento della vittima che può essere di natura grave che costituisce una delle peggiori forme di sessuale (stupro da parte del coniuge, prostitu- violazione dei diritti umani, inaccettabile in so- zione e pornografia forzate) o economica (lavo- cietà che si fondano sul rispetto dei diritti uma- ro domestico e accattonaggio forzato). ni, compresa l’uguaglianza di genere. Le vittime Il Parlamento condanna poi la pratica della della tratta di esseri umani sono spesso “per- tratta di esseri umani per la maternità surro- sone invisibili” che vivono in paesi dove sono gata forzata, quale violazione dei diritti delle sfruttate, affrontano difficoltà legate alla diversi- donne e dei bambini poveri o in situazione di tà culturale e linguistica. Tutto ciò rende difficile vulnerabilità nei paesi in via di sviluppo. In tale denunciare i reati di cui sono vittime. Tali diffi- contesto chiede agli Stati membri di prendere in coltà sono ancora maggiori per categorie parti- considerazione le implicazioni delle proprie po- colarmente vulnerabili di vittime, quali donne litiche riproduttive restrittive. e bambini.

10 ottobre 2016 1 migrantiPRESS 1 34 1 STRUTTURE PER LA PASTORALE MIGRATORIA

STRUTTURE A LIVELLO NAZIONALE

COMMISSIONE EPISCOPALE PER LE MIGRAZIONI (CEMi) 00165 Roma – Circonvallazione Aurelia, 50 – Tel. 06.663981

Presidente: S.E. Mons. Guerino DI TORA (Vescovo Ausiliare di Roma); Membri:S.E. Mons. Franco Maria Giuseppe AGNESI (Vescovo Ausiliare di Milano); S.E. Mons. Franco AGOSTINELLI (Vescovo di Prato); S.E. Mons. Domen ico CALIANDRO (Arcivescovo di Brindisi-Ostuni; S.E. Mons. Ma ssimo CAMISASCA, FSCB (Ve scovo di Reggio Emilia-Guastalla); S.E. Mons. Augusto Paolo LOJUDICE (Vescovo ausiliare di Roma); S.E. Mons. Giuseppe ORLANDONI (Vescovo emerito di Senigallia); S.E. Mons. Armando TRASAR TI (Vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola)

FONDAZIONE “MIGRANTES” 00165 Roma - Via Aurelia, 796 - Tel. 06.6617901 - Fax 06.66179070-71 [email protected] - www.migrantes.it oppure: www.chiesacattolica.it (cliccare Migrantes)

Presidente: S.E. Mons. Guerino DI TORA Direttore Generale: Mons. Giancarlo PEREGO Tel. 06.66179020-30 segr. - [email protected] Tesoriere: Dott. Giuseppe CALCAGNO Consiglio di Amministrazione: Presidente: S.E. Mons. Guerino DI TORA; Consiglieri: P. Tobia BASSANELLI SCJ; Dott. Antonio BUCCIONI; Don Giovanni DE ROBERTIS; Mons. Pierpaolo FELICOLO; Mons. Luigi FILIPPUCCI; Mons. Anton LUCACI

UFFICI NAZIONALI: Pastorale per gli emigrati italiani: Tel. Segreteria: 06.66179035 [email protected]

Pastorale per gli immigrati Pastorale per i richiedenti asilo, rifugiati e profughi: Tel. Segreteria 06.66179034 [email protected]

Pastorale per la gente dello spettacolo viaggiante: Tel. Segreteria 06.66179034 [email protected]

Pastorale per i Rom, Sinti e nomadi: Tel. Segreteria: 06.66179033 [email protected]

Incaricata USMI-Migrantes per le religiose impegnate nei vari settori o ambiti della mobilità: Sr. Etra MODICA Via Zanardelli, 32 - 00186 Roma Tel. 06.6868035 [email protected]