CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI

SEDUTA DEL 27 novembre 2015

Presidenza del Presidente: Rocco D’Alfonso

Segretario: Vincenzo Nuccetelli

ASS. ASS. Santavenere Sandra delegata da Alessandrini Marco Di Primio Umberto X Verna Maurizio delegato da Di Brucchi Maurizio X Sabatino Domenico Ianni Sergio delegato da Cialente Massimo Di Stefano Giovanni X

Ciancone Sabrina Marinucci Luciano X Crivelli Francesco X Matarelli Antonio Vincenzo X D’Alfonso Rocco Moca Marco D’Alessandro Fabrizio delegato da De Crescentiis Antonio Nuccetelli Vincenzo Di Marco Antonio Pavone Enio X Coletti Tommaso delegato da Di Martino Marcello Pupillo Mario X Di Nunzio Giovanni Antonio

DELIBERAZIONE N. 20/2015

OGGETTO: parere sul progetto di legge n. 178/2015: “Disposizioni urgenti per la sperimentazione del reddito minimo garantito nei Comuni di , , , e in Provincia di ”.

IL CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI

VISTO l’art. 123 della Costituzione; Copia informale, in versione informatica, di documento originale cartaceo, ai sensi degli artt. 22 e 40 del D.Lgs. n. 82/2005. Accesso agli atti consentito in conformità al Capo V, artt. 22-28 della Legge 7 agosto 1990, n. 241 e s.m. e i..

VISTI gli artt. 71 e 72 dello Statuto;

VISTA la legge regionale 11 dicembre 2007, n. 41 e sue s.m.i. ed in particolare l’art. 10, comma 1, lett. a);

VISTA la nota del 12 novembre 2015 con cui il Presidente del Consiglio regionale chiede il parere del CAL sul progetto di legge n. 178/2015: “Disposizioni urgenti per la sperimentazione del reddito minimo garantito nei Comuni di Bussi sul Tirino, Castiglione a Casauria, Lettomanoppello, Manoppello e Tocco da Casauria in Provincia di Pescara”;

VISTO il progetto di legge n. 178/2015 sopra richiamato;

UDITA la relazione della componente Sabrina Ciancone che, allegata alla presente deliberazione, ne costituisce parte integrante e sostanziale;

UDITI gli interventi: - del Sindaco del di Lettomanoppello, Giuseppe Esposito, il quale riferisce che si tratta di una proposta che ha avuto avvio già alla fine del 2011 e che riguarda un argomento di interesse nazionale. Spera che l’iniziativa possa essere da stimolo alla Giunta regionale e al Consiglio regionale, considerato che anche il Parlamento europeo, qualche mese fa, ha approvato una risoluzione sulla sperimentazione del reddito minimo garantito nei paesi dell’Unione. Chiede al CAL di sensibilizzare la Commissione competente del Consiglio regionale affinché approvi una proposta di legge presentata da cinque Comuni che rappresentano un territorio che quotidianamente vive una situazione di grave crisi sociale; - del Sindaco del Comune di Castiglione a Casauria, Gianluca Chiola, il quale rivendica, insieme agli altri quattro Comuni, di aver avviato per primo una iniziativa a sostegno del reddito minimo garantito, prima ancora dei vari partiti politici o movimenti che oggi, in Italia, stanno affrontando questo tema. Sottolinea che si tratta di una misura volta a ridare dignità a tante persone che hanno perso il lavoro. Spera che il progetto di legge sia accolto favorevolmente dal CAL e dal Consiglio regionale poiché la sperimentazione in esso prevista potrà essere utile a tutto l’; - del Sindaco del Comune di Manoppello, Gennaro Matarazzo, che ritiene sia giunto il momento che il Governo italiano e la Regione Abruzzo affrontino un problema drammatico come quello della povertà, che affligge intere famiglie nel nostro Paese. Auspica che questa iniziativa, anche grazie al sostegno del CAL, possa essere accolta positivamente dall’Assise regionale, per ridare credibilità alla politica e per dare un segnale di speranza a tanti cittadini in difficoltà; - della relatrice Sabrina Ciancone che, pur apprezzando l’accordo raggiunto da proponenti di colore politico diverso, ritiene che la loro compattezza sia in realtà isolata. Afferma che l’idea di associarsi per proporre e per autonomamente gestire, è impossibile per un progetto del genere e non può esserci una gestione circoscritta ai Comuni; - del Presidente Rocco D’Alfonso il quale ritiene ammirevole che cinque Comuni della provincia di Pescara propongano la sperimentazione di una misura largamente dibattuta in Italia, facendone oggetto di una proposta di legge regionale, sia pure circoscritta al proprio territorio. Sottolinea, come ha fatto per le altre due proposte già esaminate dal CAL, una d’iniziativa del M5S e l’altra di SEL, sullo stesso argomento, che il problema resta quello drammatico della scarsità delle risorse economiche disponibili e propone al CAL di sollecitare la Giunta regionale a trovare la necessaria copertura finanziaria al fine di istituire il reddito minimo garantito su tutto il territorio regionale;

Copia informale, in versione informatica, di documento originale cartaceo, ai sensi degli artt. 22 e 40 del D.Lgs. n. 82/2005. Accesso agli atti consentito in conformità al Capo V, artt. 22-28 della Legge 7 agosto 1990, n. 241 e s.m. e i..

all’unanimità dei presenti

D E L I B E R A

- di esprimere parere contrario sul progetto di legge n. 178/2015: “Disposizioni urgenti per la sperimentazione del reddito minimo garantito nei Comuni di Bussi sul Tirino, Castiglione a Casauria, Lettomanoppello, Manoppello e Tocco da Casauria in Provincia di Pescara”; - di sollecitare la Giunta regionale a trovare la necessaria copertura finanziaria al fine di istituire il reddito minimo garantito su tutto il territorio regionale; - di inviare la presente deliberazione al Presidente della Giunta regionale.

IL SEGRETARIO IL PRESIDENTE F.to: Vincenzo Nuccetelli F.to: Rocco D’Alfonso

Copia informale, in versione informatica, di documento originale cartaceo, ai sensi degli artt. 22 e 40 del D.Lgs. n. 82/2005. Accesso agli atti consentito in conformità al Capo V, artt. 22-28 della Legge 7 agosto 1990, n. 241 e s.m. e i..

Parere sul Progetto di legge n. 178/2015 “disposizioni urgenti per la sperimentazione del reddito minimo garantito nei Comuni di Bussi sul Tirino, Castiglione a Casauria, Lettomanoppello, Manoppello e Tocco da Casauria in Provincia di Pescara”

Allegato alla Deliberazione CAL n. 20/2015

Il CAL ha già affrontato il tema nella seduta del 16 luglio scorso per esprimere parere sulle iniziative nn. 110 e 111 sulla istituzione del reddito minimo garantito quale sostegno al reddito in favore di disoccupati, inoccupati o precariamente occupati.

Il progetto di legge in oggetto necessita una contestualizzazione nel complesso sistema del welfare. L’intraprendenza e la sensibilità che trapela dall’iniziativa dei 5 Comuni del Pescarese non può infatti prescindere da un quadro più ampio di politiche sociali.

Nel quadro della politica di coesione cofinanziata dall’Unione Europea per il periodo 2014-2020, due programmi operativi di titolarità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali intervengono in sinergia con le politiche nazionali di contrasto alla povertà ed esclusione sociale. Si tratta del Programma Operativo Nazionale PON Inclusione, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo (Fse) e del Programma Operativo Po 1 Fead 2014-2020, cofinanziato dal Fondo europeo di aiuti agli indigenti (Fead).

In Italia quasi 12 milioni di persone in Italia vivono sotto la soglia di povertà, non lavorano o hanno un lavoro instabile, e sono poveri da lungo tempo (povertà persistente). In Europa solo la Romania fa peggio dell’Italia. L’ultima indagine Istat rileva i dati sulla povertà in Italia nel 2014: 1 milione e 470 mila famiglie (5,7% di quelle residenti) è in condizione di povertà assoluta, per un totale di 4 milioni 102 mila persone (6,8% della popolazione residente). La povertà assoluta è sostanzialmente stabile anche sul territorio, si attesta al 4,2% al Nord, al 4,8% al Centro e all'8,6% nel Mezzogiorno. La povertà relativa coinvolge, nel 2014, il 10,3% delle famiglie e il 12,9% delle persone residenti, per un totale di 2 milioni 654 mila famiglie e 7 milioni 815 mila persone.

L’assetto istituzionale italiano in materia di politiche sociali prevede un riparto di competenze tra Stato, Regioni ed Enti locali molto articolato in termini di attribuzione di ruoli, funzioni e compiti assegnati ai diversi livelli. Copia informale, in versione informatica, di documento originale cartaceo, ai sensi degli artt. 22 e 40 del D.Lgs. n. 82/2005. Accesso agli atti consentito in conformità al Capo V, artt. 22-28 della Legge 7 agosto 1990, n. 241 e s.m. e i..

In assenza di una politica unitaria di lotta alla povertà, le iniziative regionali e le sperimentazioni nazionali a cavallo tra sfera lavorativa e assistenziale sono state diverse: carta per l’inclusione, reddito di base per la cittadinanza, di cittadinanza sociale, di ultima istanza, di dignità, di cittadinanza, di inclusione attiva, di inclusione sociale, di inserimento. Le Regioni: la Campania, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, la Basilicata.

Proprio il giorno in cui il CAL affrontava l’argomento, il 16 luglio scorso, si è tenuto il primo tavolo di confronto sulla proposta di Piano Nazionale di Lotta alla Povertà e all’Esclusione sociale. È stata presentata la Proposta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di Piano Nazionale di Lotta alla Povertà e all’Esclusione sociale. Il Piano segue la valutazione ex-ante della Commissione Europea che ha richiesto un Piano di lotta alla povertà che in Italia manca da sempre. La proposta contiene il RIA (Reddito di Inclusione Attiva), come “mediazione” tra le proposte del Governo e dell’Inps come il SIA (Sostegno per l'inclusione attiva) e le proposte in Parlamento (reddito di cittadinanza, garantito e di dignità). Esso intende sostenere la definizione di modelli di intervento comuni in materia di contrasto alla povertà e promuovere, attraverso azioni di sistema e progetti pilota, modelli innovativi di intervento sociale e di integrazione delle comunità e delle persone a rischio di emarginazione. In particolare, la principale finalità è quella di sostenere un percorso condiviso tra i diversi livelli di governo per la definizione di una misura attiva di contrasto alla povertà assoluta, in accordo con la Raccomandazione della Commissione europea del 2008 sulla Inclusione attiva, che deve essere articolata sui tre pilastri del sostegno economico, di mercati del lavoro inclusivi e di servizi personalizzati. Quindi sostegno finanziario e politiche attive di inclusione sono le due direttrici di ogni azione prospettata o avviata.

Per arrivare all’analisi del progetto specifico.

Nella sovrapposizione e aleatorietà di programmi nazionali in materia, nell’interesse regionale ad affrontare il tema, l’architettura della proposta in esame risulta parziale e decontestualizzata.

La divergenza tra le ipotesi del Presidente dell’INPS Tito Boeri e il Governo nazionale, le declinazioni tanto simili e tanto diverse delle esperienze regionali in campo, impongono una prudenza grande.

Infatti, senza scomodare troppo l’ imperativo categorico kantiano, è pur fondata la massima:”Agisci in modo tale da elevare la massima della tua volontà a principio istituente una legislazione universale”.

Quali ripercussioni e quali effetti avrebbe una sperimentazione così avviata se essa fosse estesa all’intero territorio regionale? La moltiplicazione di costi e benefici sarebbe sostenibile e positiva?

La proposta circoscrive la sperimentazione a 5 intraprendenti Comuni del Pescarese. Per avere valore “scientifico”, verificare la replicabilità, i benefici per il Pil, la sperimentazione dovrebbe avviata sulla base di precisi indicatori. Ad esempio: disomogeneità territoriali di carattere economico demografico e sociale, livelli di povertà, interventi socio-assistenziali presenti…

Un rapporto di Veneto Lavoro sulle esperienze italiane in materia, individua una griglia per analizzare le criticità emerse:

 capacità di targeting  quantificazione della soglia di povertà Copia informale, in versione informatica, di documento originale cartaceo, ai sensi degli artt. 22 e 40 del D.Lgs. n. 82/2005. Accesso agli atti consentito in conformità al Capo V, artt. 22-28 della Legge 7 agosto 1990, n. 241 e s.m. e i..

 slack temporale  azioni complementari e coordinamento tra le politiche.

La lungimiranza e la solitudine della proposta in esame rischia di sortire risultati modesti per alcune carenze:  tiene separati i livelli istituzionali,  non recepisce gli orientamenti ultimi della politica nazionale (anche nella imminente prossima legge di stabilità)  non fornisce un programma di interesse regionale (come ad esempio la legge regionale Basilicata ed il suo programma attuativo nella DGR 2020 del 24 febbraio 2015)  non specifica le azioni complementari al trasferimento monetario (servizi di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’uscita dal programma)  non richiama e non fa appello ai Programmi operativi comunitari di settore.

Senza scomodare John Stuard Mill, affinché l’impegno della Regione Abruzzo non si risolva in un intervento utilitaristico, si raccomanda pertanto di coordinare la proposta con i livelli istituzionali inevitabilmente riguardati e di approfondire la definizione delle azioni complementari al sostegno finanziario.

Esperienze anche più meditate e diffuse si sono, infatti, rivelate rapsodiche ed inefficaci. Vista l’urgenza del problema, l’importanza di interventi mirati e tempestivi, si raccomanda quindi l’approfondimento normativo, metodologico e la riflessione sull’ambito di applicazione.

Sabrina Ciancone

Copia informale, in versione informatica, di documento originale cartaceo, ai sensi degli artt. 22 e 40 del D.Lgs. n. 82/2005. Accesso agli atti consentito in conformità al Capo V, artt. 22-28 della Legge 7 agosto 1990, n. 241 e s.m. e i..