COMUNE DI RUVIANO Provincia di

OGGETTO: Interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico DOODORFDOLWj6FRFFLOOL

PROGETTO ESECUTIVO

Committente: Amministrazione Comunale

Relazione Geologica

Approvazioni Il Geologo

Comune di Ruviano (CE) PROGETTO: LAVORI DI RIPRISTINO DELLA VIABILITA' E DELLA SICUREZZA DEL TRATTO DI VIA SCOCCILLIINTERESSATO DAL FENOMENO FRANOSO NEL COMUNE DI RUVIANO (CE) RELAZIONE GEOLOGICA E INDAGINI GEOGNOSTICHE NEL SITO D'INTERESSE

PREMESSA

L ’ Amministrazione Comunale di Ruviano (CE), con atto di determinazione n. 58 del 27.06.2014 affidava alla sottoscritta Dott. geologo Concetta Porto, con studio geologico in (BN) alla via Odi n. 118, iscritta all'Ordine dei Geologi della Region e al n. 1747 dal 1998 di attuare uno studio geologico, per Lavori di ripristino della viabilità e della sicurezza del tratto di via Scoccilli interessato dal fenomeno franoso nel Comune di Ruviano provincia di Caserta. A seguito dell'incarico, so no stati effettuati diversi sopralluoghi per verificare l’idoneità dei siti dal punto di vista morfologico e geostatico, e sono stati realizzati accurati rilevamenti nell’area in esame, finalizzati alla classificazione delle litologie presenti. Scopo del lo studio è quello di fornire un quadro conoscitivo circa gli aspetti geologici, strutturali e geomorfologici del versante, con particolare attenzione agli elementi connessi ai fenomeni franosi.

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l concetti e le argomentazioni che sono oggetto dei successi vi paragrafi sono basati sui risultati di un rilevamento geologico di dettaglio della zona e di una campagna geognostica e geofisica appositamente impostata e realizzata in precedenza, dall' l'impresa "Soluzioni Geotecniche s.r.l." con sede in Caserta per lavori di interventi di somma urgenza eseguiti dall'Amministrazione Comunale per il ripristino della stessa strada essendoci stato nell'area e in particolare sulla strada ScocciIli, già un fenomeno franoso, causando l'inagibilità della strada. Lo studio geologico dell'area affrontato dallo staff di Soluzioni Geotecniche s.r.l fu caratterizzato da un rilevamento geologico geomorfologico di dettaglio; n. 4 Sondaggi Geognostici a Carotaggio Continuo n. 4 Prelievi di campione indisturbati di terreno n. 2 Inst allazione di tubi inclinometrici n. 8 Prove Penetrometriche tipo DPSH l dati desunti durante la fase investigativa hanno permesso di caratterizzare l'assetto morfologico, geologico e geotecnico dei terreni nonch é individuare le principali problematiche le gate alla stabilità del versante. Lo studio è redatto a norma della legislazione vigente da professionista geologo abilitato, ai sensi della Legge 03.02.1963, n' 112, ed è stato effettuato in ottemperanza alle Norme vigenti nelle aree dichiarate sismiche, con specifico riguardo, alla Legge 07.01.1983, n' 9, della Regione Campania ed è stato redatto in conformità delle norme tecniche Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni approvate con decreto del14/01/2008. Il presente lavoro ha, pertanto, lo scopo di i llustrare e fornire al progettista le caratteristiche geologiche e geologico - stratigrafiche dei terreni presenti nell’area interessata dalla perizia, con particolare riferimento ai cara t teri geologici, idrogeologici, sismici e geotecnici.

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Sulla scorta di quanto sopra, si è provveduto, innanzitutto, ad eseguire uno studio geologico preliminare delle aree interessate, basato, in una prima fase, sulla ricerca bibliografica e sulla cartografia tematica riguardante la zona in questione; mentre, in un s e condo mo mento, si è eseguito un rilevamento di superficie delle aree interessate, e di una zona circostante sufficientemente ampia da consentire oppor tune e valide co r relazioni. Si sono così aggiunte indagini di campagna sviluppatesi, essenzialmente, nelle segue nti fasi: una prima fase di acquisizione di tutte le informazioni statistiche sui meccanismi di funzionamento degli equilibri naturali sul territorio e la loro mutazione in rapporto all'attuale grado di antropizzazione; una seconda di analisi dei siti stud iati, basata sul rilevamento e verifica dell’assetto geolitologico dell’area interessata; rilevamento delle caratteristiche geometriche e geomorfiche delle reti di drenaggio delle acque di versante; rilievo delle condizioni di conservazione degli alvei nat urali discendenti il versante di interesse; fase supportata con apposite indagini in situ posizionate in pianta nel modo presentato nell’allegata cartografia, per le definizioni di dettaglio stratigrafico. Inoltre si sono recuperate informazioni di caratt ere geologico - stratigrafico locale anche dalle recenti indagini prodotte a corredo per altri studi per interventi edilizi pubblici e privati. Si elenca la normativa di riferimento con la quale è stato redatto il presente studio geologico. Decreto Ministe riale 14.01.2008 Testo Unitario - Norme Tecniche per le Costruzioni Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici Istruzioni per l'applicazione delle "Norme tecniche per le costruzioni" di cui al D.M. 14 gennaio 2008. Circolare 2 febbraio 2009. Consiglio Superi ore dei Lavori Pubblici

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Pericolosità sismica e Criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale. Allegato al voto n. 36 del 27.07.2007 Deliberazione della Giunta Regionale numero 47 del 10/02/2004 Prime disposizioni per l’attuazion e dell’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 “ Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” Euroco dice 8 (1998) Indicazioni progettuali per la resistenza fisica delle strutture Parte 5: Fondazioni, strutture di contenimento ed aspetti geotecnici (stesura finale 2003) Eurocodice 7.1 (1997) Progettazione geotecnica - Parte I : Regole Generali. - UNI Eur ocodice 7.2 (2002) Progettazione geotecnica - Parte II: Progettazione assistita da prove di laboratorio (2002). UNI Eurocodice 7.3 (2002 ) Progettazione geotecnica - Parte II: Progettazione assistita con prove in sito (2002). UNI Leggi regionali in materia di pianificazione e di Vincolo Idrogeologico Ordinanze Autorità di Bacino Nazionale . Si elenca la parte di bibliografia scientifi ca consultata per la reazione d e l presente studio. Bonardi G., D’Argenio B. & Perrone V. (1988) : Carta Geologica dell’Appenni no Meridionale (scala 1: 250.000). Atti del 74° Congresso della Società geologica Italiana, Sorrento 13 - 17 Settembre. D’Argenio B., Pescatore T. S. & Scandone P. (1973) – Schema geologico dell’Appennino Meridionale. Estr. dal Quad. n° 183, Is. Geol. Univ. di Napoli Celico P. (1978) : Schema idrogeologico dell’Appennino carbonatico centro - meridionale Mem. e Note Ist. di Geol. AppI., Napoli, XIV, I.

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COMUNE Dl RUVIANO : Piano Regolatore Generale - lndagini geologiche per l’adeguamento degli strumenti urbanisti ci alla L.R. 9/83. Relazione geologico - tecnica. Pescatore T. S. & Ortolani F. (1973) : Schema tettonico dell’Appennino campano - lucano. Boll. Soc. Geol. It., 92. SERVIZIO GEOLOGICO NAZIONALE : Carta Geologica d’Italia (scala 1: 100.000), Fogli geologici n°1 72 Caserta e n°161 Isernia.

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INDAGINI GEOGNOSTICHE – BIBLIOGRAFIA

Come già detto in premessa per lo studio delle aree, oltre ad un dettagliato rilevamento di campagna, si sono raccolti e acquisiti i dati ufficiali concernenti il sottosuolo dei te rritori studiati. Per tale scopo si è fatto anche riferimento a: - Carta Geologica d’ Italia - f.° 172 CASERTA; - Relazione geologica e indagini per lavori pubblici e privati redatti nelle aree di studio o immediatamente vicine e geologicamente significative (curate dallo scrivente); - Indagini geognostiche redatte per l’adozione del P.R.G. di Ruviano; - Studio geologico ed idrogeologico per conto del Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano (anno 1995); - Studi di carattere geologico, morfologico, idrogeologico, m eccanica delle terre eseguito per conto di Enti vari; - Bibliografia scientifica. Le indagini succitate sono state integrate da un attento rilievo di campagna volto in particolare alla individuazione delle coperture vegetali e piroclastiche esistenti sul su bstrato che si pres enta per la maggior parte d ell’area di tipo argilloso - marnoso.

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INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELLA PIANA DEL VOLTURNO

Il comprensorio geologico della piana del Volturno dell’area occupa una superficie ampia, compresa tra i massicci de i monti di Venafro, a nord, il Matese, a nord e ad est, la piana di , ad est, i monti di Caserta, a sud, la piana dei Volturno e l'apparato vulcanico dei , ad ovest. Esso comprende aree montuose, costituite dalla porzione meridionale de l Monte Cesina, dalla dorsale del Monte Maggiore, dai Monti Tifatini e dall'area pedemontana del Matese e del Monte Maggiore; comprende, inoltre, aree collinari occupanti principalmente la porzione sud - orientale del comprensorio ed aree pianeggianti, come parte della piana di Venafro, la piana compresa tra , , e , la piana del medio Volturno e la piana di . Nel suo insieme l'area è interessata da situazioni stratigrafico - strutturali complesse e tra loro diverse com e conseguenza delle fasi tettogenetiche a prevalente componente traslazionale (di età neogenica) e di quelle neotettoniche a prevalente componente verticale (di età Plio - Quaternaria). L'attuale assetto strutturale è caratterizzato da alti strutturali (hor st), coincidenti con i rilievi carbonatici, e da aree di basso strutturale (graben), coincidenti generalmente con le depressioni dove affiorano in prevalenza sedimenti terrigeni.

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Le aree di basso strutturale sono spesso ricoperte da depositi di età plio - q uaternaria, costituiti da sedimenti di origine prevalentemente alluvionale, detritica, lacustre, vulcanica e marina. Nell'area è possibile suddividere genericamente i terreni affioranti in: litotipi calcarei e calcareo - dolomitici di età mesozoica; deposit i terrigeni terziari, generalmente in facies di “flysch”; depositi terrigeni recenti di copertura, di età quaternaria. Nell'area di intervento affiorano esclusivamente i depositi terrigeni quaternari che costituiscono i termini di copertura più recenti di tutte le unità carbonatiche e flyscioidi risultando in contatto stratigrafico discordante con le stesse. I suddetti termini sono essenzialmente costituiti da depositi piroclastici e da depositi fluvio - lacustri, alluvionali ed eluviali, oltre che da depos iti detritici pedemontani. I depositi piroclastici, composti da tufi e piroclastiti sciolte, sono attribuibili alle attività del Roccamonfina e dei Campi Flegrei; comprendono la formazione del "Tufo Grigio Campano", che nelle aree di pianura riveste spess ori considerevoli. I depositi fluvio - lacustri, composti prevalentemente da ghiaie, sabbie, limi ed argille, sono in parte legati all'evoluzione del corso dei fiume Volturno, che più volte ha dato vita ad espandimenti lacustri ed a pianure alluvionali. I suddetti complessi litologici affiorano estesamente all'interno delle depressioni costituenti le aree pianeggianti del comprensorio (la piana di Venafro, la piana del medio Volturno, la piana compresa tra Presenzano, Aliano, Riardo e Pietramelara, la vall e di ), nelle quali sono stati preservati dallo smantellamento operato dagli agenti erosivi; si rinvengono

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anche sui massicci carbonatici, dove costituiscono, in tutto o in parte, il riempimento delle conche tettonico - carsiche. I depositi detriti ci pedemontani sono costituiti da brecce e detriti di falda più o meno cementati e da depositi di conoide, rinvenibili per lo più lungo le fasce pedemontane dei massicci carbonatici ed originati dai continui fenomeni di erosione, trasporto e deposizione ch e interessano le rocce degli stessi rilievi. Si rinvengono, in particolare, in corrispondenza delle pendici sud - occidentali del Malese, delle pendici sud - orientali del Monte Cesima e, più limitatamente, delle pendici nord - occidentali del Monte Maggiore. Gli elementi morfologici principali portano alla distinzione di tre fascie morfologiche che procedendo da Sud - Est verso Nord - Ovest evidenziano diverse caratteristiche morfometriche, morfologiche, geologiche ed idrogeologiche diverse. Zona collinare calca rea . Rappresenta le propagini del Gruppo del Monte Maggiore con i piccoli rilievi carbonatici costituiti in prevalenza da calcari e calcari d o lomitici bianchi ed avana, passanti lateralmente a calcari finemente detritici o a conglomerati calcarei a cemento verde; calcari e dolomie bianche e grigie, con liste di selce grigia; brecce e puddinghe a cemento rosso.

Figura a margine: quote assolute del substrato calcareo nella media valle del Volturno

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Il periodo cui possono fare riferirsi tali formazioni carbonatiche coincide, praticamente, con l’intero Cretacico, dal momento che si rinveng o no rocce sedimentarie ascrivibili a tutto l’arco di tempo compreso tra il S e noniano ed il Neocomiano. Non mancano, in zona, orizzonti bauxitici sia stratiformi e con tinui sia lentiformi e discontiuni che passano lateralmente a brecce calcaree a cemento rosso, imputabili alla lacuna stratigrafica determinata dall’emersione medio - cretacia (Aptiano - Albiano p. p .). Tale zona morfometricamente è la più acclive con pendenz e medie del 40% - 50% e stabilità legata al gra do di fratturazione delle rocce . Non si rinvengono, comunque, fenomeni franosi in atto, riguardanti l’ammasso roccioso. L’abbondante copertura arborea offre, al momento, una valida resistenza all’aggressiv ità e all’energia cinetica delle acque di ruscellamento, anche se in alcune zone il taglio indiscriminato dei boschi ha in parte annullato l'effetto difensivo della vegetazione, determinando così, in seguito ad eventi meteorici al di sopra dei valori medi, il riversarsi sulle strade di notevole quantità di materiale trasportato per rotolamento dalle acque e piccole colate fangose della esigua coltre piroclastica. Alla base dei rilievi calcarei si riscontra l'assenza di detrito ciò molto probabilmente è dov uto alla messa in posto della coltre piroclastica che ha sepolto con spessori di molti metri questi accumuli. Zona collinare argilloso - arenacea . Tettonicamente sovrapposta ai termini calcarei si ritrova, con una potenza di circa 300 metri, una successione flyschioide argilloso - arenacea - marnosa, cui seguono sequenze arenacee con intercalati livelli di Argille V a ricolori Scagliose Auct. e Flysch Numidico .

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I livelli argilloso - siltosi del Miocene medio ( Tortoniano ) sono fonte per l’industria di laterizi in lo calità “Moleta”, mentre le sequenze arenacee sono petrograficamente oscillanti fra le grova c che e le calcareniti arcosiche con strutture gradate e sottili intercalazioni marnose e si rinvengono in l o calità “Moleta” e “Fondola”. Tali terreni sono da corre lare alla Formazione di Caiazzo con c a ratteri evolutivi della serie indicanti una deposizione sinorogenica sviluppatasi in un bacino in via di approfondimento, ubicato in corrispondenza di in marg i ne avanzante della paleocatena e caratterizzato da notevole instabilità tetton i ca. Il ciclo trasgressivo concordante si evolve a terrigeno nel Tortoni a no inferiore ( Formazione di Pietraroia ); nel Tortoniano il Matese viene incorp o rato nel fronte compressivo e su questo margine riprende la sedimentazione di “ wild flysch ” dando luogo alle Arenarie di Caiazzo. Si tratta di terreni impermeabili o con scarso grado di permeabilità. In genere non si rinvengono falde superficiali, salvo che in periodi di elevata piovosità, durante i quali si creano falde stagionali di scarsa portata negli acquiferi arenacei tamponati da terreni argillosi. La stabilità di queste aree è funzione soprattutto della pendenza. Risultano stabili con pendenze inferiori a 10° - 12°, mentre presentano segni di instabilità (“ creep ”) con pendenze superiori. Nel complesso è la formazione che presenta maggiori rischi di instabilità. Zona pedecollinare . Questa fascia che borda tutta la dorsale calcarea lungo il bordo del Fiume Volturno è costituita da materiali piroclastici dilavati e dalla formazio ne della “ignimbrite campana”, la cui genesi è da ascriversi all'attività del vulcano di Roccamonfina e del Somma - Vesuvio.

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È una formazione in cui, da un punto di vista litostratigrafico, sono distinguibili, dall’alto verso il basso, quattro orizzonti f ondame n tali, che sono: strato humico di alterazione; cinerazzo piroclastite incoerente, pulverulenta, granulometricamente classificabile fra le sabbie e l e sabbie lim o se; semitufo materiale piroclastico coerente, grigio, contenente sc o rie nerastre; t ufo pipernoide notevolmente sanidinizzato, compatto, utilizzato c o me materiale da costruzione; piperno materiale litificato, compatto, fortemente sanidinizz a to, con pomici appiattite e fratturazione prismatico - colonnare. Il materiale vulcanico trasportat o per via aerea e per colata, per le sue stesse caratteristiche di deposizione, ha modellato il paesaggio colmando le incisioni e generando un lieve pendio che dolcemente degrada verso la piana, prima con falde e conoidi, poi con un falsopiano sempre meno accentuato fino a sfumare nelle fasce alluvionali. Tale fascia rappresenta l'elemento morfologico di transizione tra le pendenze medio - alte delle colline calcare e la pianura, a pendenze pressoché nulle. I valori dell'angolo di pendio variano tra 10° e i 20° con valori di pendenza elevati 35% - 40% nelle zone di attacco dei terreni piroclastici ai versanti calcarei. Proprio in corrispondenza di queste ultime fasce sono possibili piccoli fenomeni franosi, poco estesi, in concomitanza di eventi meteorici di notevole portata nel complesso, escludendo queste fasce, la formazione risulta stabile. Zona di pianura . Questa zona (piana di Alife) rappresenta il relitto morfologico di un lago originatosi in seguito allo sbarramento dell'antica valle del Volturno.

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Gli angoli di pendio molto bassi tra 0° e 5° conferiscono a tale fascia buone caratteristiche di stabilità. I terreni sono essenzialmente costituiti da sedimenti fluvio - lacustri e materiali piroclastici dilavati. La deposizione recente, quindi, è costit uita dalle alluvioni ed i d e positi limno - lacustri che si susseguono in vari episodi sedimentari, costituiti da sabbie ed argille di golena del Volturno, suoli limo - argillosi chiari di colm a ta di alvei abbandonati, argille sabbiose, limi e sabbie scure con lapilli e pomici dilav a te e lenti ciottolose. Tali depositi nella piana, con giacitura orizzontale, sono connessi agli espandimenti fluvio - lacustri del Volturno il cui corso fu qui d e viato, nel basso Pleistocene, dopo che l'attività del Roccamonfina ebbe ostruito il suo alveo, formando un bacino lacustre limitato da rilievi collinari (Colle Alto e Colle Petr i to) successivamente reincisi. L’ idrogeologia del territorio comunale è individuata in base al grado di pe r meabilità dei terreni presenti, tra i quali i calcari rappresentano un’elemento altamente permeabile per fratturazione e carsimo, mentre l’ignimbrite e l’alluvione (specie dove prevale l’elemento fine) risultano scarsamente pe r meabili. La circolazione idrica superficiale è dominata dalla presenza d el Volturno. Le acque di infiltrazione dopo essere penetrate all'interno degli acquiferi carbonatici, permeabili per fratturazione e carsismo, si suddividono in diversi corpi idrici in corrispondenza degli spartiacque sotterranei, generati da cause tetto niche (faglie e diaclasi), stratigrafiche (giunti e giacitura degli strati) e morfologiche. Lo spartiacque principale che si individua divide i flussi idrici in due Tronconi principali: uno scorre verso il versante di - e l'altro verso la piana di Alife; esso è situato lungo una linea tettonica con direzione NW - SE.

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Le acque sotterranee circolanti nelle monoclinali della dorsale passano dagli acquiferi calcarei nei sedimenti quaternari della piana. La falda basale nel substrato carbonat ico si trova a circa 70 metri sul livello del mare. Nelle zone pedecollinari e di pianura, dove i terreni sono scarsamente permeabili per porosità primaria, si rinviene generalmente una prima falda di scarsa portata che è localizzata ad una profondità medi a dal piano campagna variabile fra 10 - 12 metri. Quest'ultima rappresenta la falda del subalveo del Fiume Volturno e non è alimentata dalle strutture carbonatiche, ma solo dalle acque zenitali. La falda freatica vera e propria si rinviene a profondità maggiori. Si presenta in pressione ad una profondità di circa 40 - 50 metri sul livello del mare con piezometrica che si stabilizza intorno a 70 - 80 metri sul livello del mare. I pozzi che pescano in questa falda raggiungono una portata di alcune centinaia di litri al minuto. L’acquifero dell’unità idrogeologica della media valle del fiume Volturno è costituito essenzialmente da un’alternanza di lapilli, pomici, tufi, limi, sabbie e lenti ciottolose. A letto esso è delimitato quasi ovunque da depositi argil loso - arenacei in facies di flysch, affioranti a nord - est e a sud - est del corso del fiume. Detti affioramenti rappresentano anche i limiti dell’unità; a nord e a sud - ovest essa è limitata dalla fascia detritica pedemontana del Matese e dalla struttura car bonatica del Monte Maggiore.

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Schema Idrogeologico della Piana del Medio Volturno Legenda: dp Complesso detritico - piroclastico - colluviale: detrito di falda carbonatico in matrice piroclastica, a luoghi prevalente, associato a piroclastiti talora c oerenti. Permeabilità medio - bassa per porosità. (Quaternario); a Complesso alluvionale: sabbie con limi ed argille più frequenti verso il basso; estrema variabilità granulometrica in verticale e in senso areale. Permeabilità, per porosità, media, talora pi ù elevata. (Quaternario); ma Complesso marnoso argilloso arenaceo: successioni flyschioidi di marne, argille e subordinati livelli cartonatici; sequenze arenaceo - argillose. Permeabilità globale molto bassa (Miocene). c Complesso calcareo: termini prevalent emente calcarei. Permeabilità per fessurazione elevata. (Mesozoico).

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INQUADRAMENTO GEOLOGICO - MORFOLOGICO E STRUTTURALE

Inquadramento geografico Il territorio comunale di Ruviano si colloca in un ’ area centrale della Provincia di Caserta nella Piana del Medio Volturno. Il territorio comunale è orograficamente definito dalla catena calcarea del Monte Maggiore, lungo le sue pendici verso il Fiume Volturno nell’area caiatina . Inquadramento a livello di bacino Il territorio è inserito nel perimetro del Bacino Nazionale “Liri - Garigliano - Volturno”, ai sensi della Legge 183/89. Come risulta dalla relazione allegata al Piano Assetto Idrogeologico, redatto dall’Autorità di Bacino, appartiene al bacino del Volturno. Inquadramento geologico Il territorio o ccupa una area piuttosto eter o genea sotto il profilo topografico, geologico e morfologico che, cartografic a mente, è incluso nel Foglio 172 della Carta d'Italia, in scala 1:100.000. I confini fisici del territorio sono determinati, ad ovest e nord - ovest, d alla dorsale dei monti afferenti al gruppo Monte Maggiore; a sud e sud - est, dal Fiume Volturno; ad est, il confine amministrativo non ha ele menti fisici ben definiti. Topograficamente il territorio è incluso nella Tavoletta in scala al 25.000 I S.O. (For micola) del citato Foglio 172.

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La geologia dell’area presenta una notevole co m plessità e varietà di formazioni, che si esplica nella coe sistenza di rocce carbonatiche, rappresentate dai sedimenti me sozoici della Piattaforma Abruzzese - Campana, con elemen ti terri geni di facies prevalentemente "miocenic a". Sotto il profilo geologico, sono proprio questi ultimi a rappresent a re l'elemento più interessante, sia per l'estensione areale che essi occupano nel contesto comunale, sia per la com plessità di rappor ti stratigrafici rinv e nibili all'interno dell'intero complesso. Questi terreni, appartenenti al bacino di deposizione deno minato "Irpino", poggiano stratigraficamente sia sui terreni La gonegresi che sulle unità carbonatiche di piattaforma; spesso, inolt re, sono sovrapposti ad unità di provenienza interna, come le Sicilidi e le Silentine. Si tratta essenzialmente di depositi costituiti da arenarie più o meno argillose e marne, con frequenti olistoliti di natura calcarea che, nel territorio in esame, non affiorano. La genesi dei terreni miocenici sopra descritti è da mette re in r e lazione con le fasi tettogenetiche langhiane che hanno interessato tutto questo settore della catena appenninica, dando luogo ad una successione litostratigrafica che presenta f requenti variazioni sia verticali che laterali della facies di deposizio ne. L'assetto disturbato di questi terreni è dovuto al fatto che essi si sono deposti in concomitanza di un evento tettogene tico ed hanno, quindi, risent i to l'effetto delle notevoli modifi cazioni geodinamiche connesse. In posizione sommitale rispetto ai terreni descritti si rin viene una formazione prevalentemente arenacea, denominata "Arena ria di Caiazzo", proveniente dal disfacimento delle coltri alloc tone in avvicinamento dall 'i n terno.

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Tale formazione viene attribuita al complesso denominato talora "Flysch di Moleta" ed è stata interessata dal la successiva tettogenesi che ne ha notevolmente complicato la giacitura; i caratteri evolutivi della serie indicano una deposizione si norogenica sviluppatasi in un bacino in via di approfondimento, ubicato in corrispondenza di in margine avanzante della paleocatena e caratterizzato da notevole instabilità tetton i ca. A zone, in posizione sovrastante al Flysch di Moleta, si rinveng o no pl acche di natura argillosa, attribuibili alla forma zione comunemente detta "delle argille varicolori" , di età pro babilmente oligocenica e diffusa in una vasta zona compresa fra la Piana del Medio Volturno e le propaggini sud o rientali dei Mon ti del Matese . Non mancano, altresì, aree in cui si rinvengono, talora an che in facies ignimbritica, depositi recenti di origine vulcani ca, ascrivibili alle fasi piroclastiche quaternarie del Roccamon fina e dei Vulcani della Piana Camp a na. La morfologia dell'inter o territorio comunale è fortemente condizionata dalla presenza dei terreni arenacei, marnosi ed argillosi s o pra descritti, che conferiscono all'area un andamento generalmente regolare delle pendenze. Queste, pur essendo talvolta elevate, non possiedono m ai le caratterist i che di asprezza delle pendici rocciose carbonatiche. Anche l’ idrogeologia è marcatamente influenzata dalla lito logia descri t ta, con permeabilità generalmente bassa nei termini fliscioidi. Ciò risulta valido anche nei termini più spicc atamente a renacei, generalmente a permeabilità medio - bassa per frattura zione, poichè questa non risulta elemento condizionante della circolazione idrica, dal momento che le fratture sono spesso o bliterate da materiali fini argillosi che riducono drast i c amente il grado di permeabilità.

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L'eterogeneità del complesso miocenico, generalmente im - permeabile, non esclude, tuttavia, la possibilità di piccole rivenute, spesso temporanee ed irrilevanti, che sono legate a si tuazioni idrogeologiche part i colari e di tipo esclusivamente "lo cale".

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CARTOGRAFIA DI DETTAGLIO REDATTA

Per il presente studio si sono studiate cartografie di dettaglio che definiscono i principali caratteri geologici, geomorfologici e di stabilità, idrogeologici e sismici dell’intero territorio di studio. Le cartografie redatte su base aereofotgrammetrica (C . T . R . Regionale) , sono così identificate:  Carta Geolitologica  Sezion i Geologi c he  Carta Geomorfologia  Carta delle Coperture  Carta Inventario fenomeni franosi  Carta del Rischio (d a AdB Liri - Garigliano - Volturno).

C arta Geolitologica L’elaborato riporta i limiti di affioramento per ogni singola litologia valutando gli affioramenti in funzione di quanti riportato dalle cartografie ufficiali, integrate con le informazioni provenient i dalle perforazioni superficiali e profonde eseguite e recuperate in bibliografia. Tale metodologia è stata applicata ad una situazione geologico - stratigrafica abbastanza semplice; si tratta di una situazione geologica e morfologica di una area collinare arenacea ed arenaceo - marnosa di età miocenica. Da tali informazioni si è redatta una carta geolitologica di dettaglio in cui si sono distinte più formazioni divise per caratteristiche geologiche diverse ed in particolare età e condizioni morfometriche. Il litotipo più antico dell’area è quello afferente al Miocene ed è così contraddistinto; Argilla limosa e marnosa: argilla limosa e argilla

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marnosa co n sistenti, di colore grigio chiaro - giallastro sottilmente stratificata con intercalazioni di livelli pr ettamente marnosi ed altri prettamente argillosi dalla colorazione grigio - giallastra; si presenta molto plastica con piccoli inclusi di colore verdastro (chips marnosi) . Rappresenta il substrato geologico locale sul quale, a seguito degli eventi tettonici quaternari, poggiano tutti i depositi piroclastici afferenti al gruppo geologico - stratigrafico del Vesuvio - Roccamonfina. Segue tutta la serie cineritica Pleistocenica, rappresentata da: Cinerite marrone argillificata: materiale sabbioso limoso di origine piroclastico di colore marrone chiaro - nocciola da mediamente a scarsamente addensato. Sabbia f ine di origine piroclastica asc i u tta, con poche scorie e pomici di piccole dimensioni; in profondità materiale cineritico fortemente argillificato di colore da marrone scuro a nerastro con pomici e scorie scure; da ben addensato a molto addensato; nelle porzioni prettamente argillose si presenta molto plastico . La formazione tufacea rappresentata da: Tufo grigio campano alterato: facies coerente del tufo grigi o campano; si presenta notevolmente degradato in superficie; non si segnalano fratture e/o cavità di dimensioni estese; definibile come cenere grigia molto addensata con pomici e piccole scorie nerastre, con livelli quasi litificati nella porzione più bass a; è diffusa la frazione sabbiosa ghiaiosa con la parte ghiaiosa costituita da pomici e scorie bollose; dai primissimi metri si presenta come sabbia fine e grossolana con livelletti prettamente sabbiosi; livelli di cenere grigia sciolta a granulometria sab biosa . Sezion i Geologic he di dettaglio L’elaborato riporta, con apposita simbologia, le informazioni di carattere geologico stratigrafico del sito mediante la realizzazione di sezioni

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geologiche di dettaglio; in tale carta sono esplicitati i caratteri mo rfometrici e stratigrafici prima descritti. Le formazioni litologiche sono quelle prima distinte riproponendo le relazioni stratigrafiche tra le stesse ed aiutandosi con le definizion i litologiche recuperate dalle stratigrafie di dettaglio studiate. Carta Geomorfologica Ultima carta di taglio prettamente geologico è quella geomorfologica in cui si sono indicati, con opportuna cartografia, tutte le forme che il territorio assume a seguito della sua normale evoluzione. Lo studio delle forme del paesaggio e la loro successiva cartografazione è stato possibile attraverso, non solo il dettagliato rilievo di campagna eseguito ai fini geolitologici, ma anche attraverso la possibilità dell a visione di foto aeree con stereoscopio a specchi; oltre tali immagini aer ee, si sono anche potute studiare le immagini ortofotografiche tutte prese in visione. La visione con stereoscopio ha permesso di individuare forme altrimenti non facilmente osservabili.

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CRONOSTORIA DEL FENOMENO FRANOSO IN VIA SCOCCILLI

All'inizio dell'anno 2013 sulla strada comunale in località Scoccilli si iniziò a verificare un fenomeno franoso provocando larghe e profonde fessurazioni in senso trasversale e longitudinale. Nel mese di m arzo 2013, in seguito a notevoli eventi piovosi, tale fenom eno diventò ancora più evidente causando l'abbassamento della sede stradale e formazione di salti di quota di altezza variabile da 30 a 50 cm. A tale situazione in data 13.03.2013 per la suddetta strada fu emessa un a Ordinanza Sindacale di chiusura al tr affico. Poiché il comune di Ruviano non aveva disponibilità economica nel contempo, chiedeva un intervento di somma urgenza atteso il pericolo per la pubblica e privata incolumità. Cosi in seguito di richiesta di sopralluogo pro t . n. 1669 del 14.03.2013 è stato eseguito un sopralluogo congiunto da parte del UTC del Comune di Ruviano (CE) e del Settore Provinciale del Genio Civile di Caserta che rilevò le condizioni del fenomeno franoso e la necessità di un intervento. Ma le cose continuarono ad aggravar si cosi in data 22.08.2013 è stato eseguito un ulteriore sopralluogo congiunto da parte del UTC del Comune di Ruviano (CE) e del Settore Provinciale del Genio Civile di Caserta che rilevò l ’ ampliamento del fenomeno franoso con ulteriori danni alla sede str adale ed alle opere connesse determinando gli estremi di somma urgenza per la tutela della pubblica e privata incolumità.

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In data 29.08.2013 I ’ UTC congiuntamente al Settore Provinciale del Genio Civile di Caserta, esegu ì il Verbale di somma Urgenza ai se nsi dell’ art. 18 della L.R. Campania n. 3/2007 e dell'art. 147 del D.P.R. n. 554/99 (art. 176 del D.P.R. n. 207/201 0 ) per la tutela della pubblica e della privata incolumità inerente i lavori per i primi interventi di ripristino viabilità, regimentazione d elle acque ruscellanti ed indagini geognostiche - geotecniche con monitoraggio fenomeno franoso in via Scoccilli, individuando l'impresa "Soluzioni Geotecniche s.r.l." con sede in Caserta per l ’ indagin e geognostiche - geotecniche con monitoraggio fenomeno franoso e l'impresa “ Di Meo Giuseppe ” con sede in Ruviano (CE) per lavori di ripristino viabilità e regimentazìone delle acque superficiali. I dati desunti durante la fase investigativa hanno permesso di caratterizzare l'assetto morfologico, geologico e g eotecnico dei terreni nonch é individuare le principali problematiche legate alla stabilità del versante. Quindi si è proceduto alla formulazione di interventi di somma urgenza per il ripristino della carreggiata stradale mediante opportune movimentazioni d i terreno e regimentazione dell e acqu e . Fatto st a che ancora con i lavori in corso nel mese di m aggio c'è stato un ampio fenomeno franoso causando non solo l'aumento delle fessurazioni sia in senso trasversale e longitudinale ma un taglio orizzontale lung o la strada causando l'abbassamento della sede stradale e formazione di salti di quota di altezza oltre il metro. Come si evidenzia chiaramente dal sopralluogo , attualmente la situazione risulta molto critica infatti, il corpo della frana si è esteso int eressando non solo la strada ma anche le aree circostan ti , determinando una notevole pericolosità dell'intera area. Inoltre ha determinato il completo isolamento delle abitazion i poste a monte della frana.

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DESCRIZIONE DELLA FRANA E DEI SUOI EFFETTI GE OMORFOLOGIA E LITOLOGIA

L'area ricade nel Foglio 172 (Caserta) individuata alle Coordinate geografiche: 41 ° 13' 07.32" N – 14 ° 2 4'14.17"E. Morfologicamente l'area in studio presenta forme "mature", con un andamento morbido con limitati salti di pend enza, interrotta da locali incisioni ed avvallamenti prodotti dai vari rivoli che vi scorrono ad andamento pressocch é nord - sud. In particolare la frana oggetto di studio è situata in località Scoccilli interessando la via comunale, occupa l'intervallo alti metrico di circa 160 - 170 m etri s . l . m . , lungo una scarpata che degrada verso il centro abitato di Ruviano con una pendenza media di circa 15%. Da un punto di vista litologico, la formazione affiorante è caratterizzata da depositi flyschoidi costituiti d a arenarie grossolane quarzoso micacee, a cemento calcareo marnoso, gradate, in strati e banchi con intercalazioni di argille e marne siltose. Infatti dalla consultazione dei sondaggi eseguiti dalla ditta "Soluzioni Geotecniche s.r.l." di Caserta sul corp o di frana si evidenzia chiaramente che per i primi 30 m etri l'area è caratterizzata da argilla marnosa mentre a partire dai 30 m etri si rinvengono ciottoli e ghiaia grossa di origine carbonatica in matrice argillosa, argillosa/marnosa di colore grigio blu . In ordine allo stile di attività dei fenomeni franosi Varnes 1978 e Hutchinson 1988 la frana in esame è riconducibile ad uno scivolamento o scorrimento traslativo.

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Nel dettaglio ciò significa che il movimento si verifica in prevalenza lungo una superf icie con lieve pendenze, in corrispondenza a discontinuità strutturali e legate all'esistenza delle unità litotecniche sopra menzionate. La tipologia dello stato di attività è certamente quello in frana attiva in quanto i processi di dissesto sono in att o. Per quanto riguarda la distribuzione dell'attività si sono rilevate variazioni apprezzabili della superfice di rottura e del materiale spostato per cui la frana si può definire attiva a prevalente sviluppo longitudinale. Durante i sopralluoghi si sono osservati i seguenti effetti dovuti alla frana:

1. crollo totale della sede stradale; 2. crollo delle gabbionate che facevano parte di uno degli interventi eseguiti in passato nell'area; 3. lesioni di muri di contenimento delle abitazioni limitrofe; 4. movimento di masse prevalentemente terrigene ed accumulo al piede; 5. smembramento del suolo di copertura.

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CAUSE DEl MOVIMENTI DI VERSANTE

I movimenti di versante avvengono a causa dei fenomeni in grado di modificare le forze interne ed esterne agenti sul terreno o sull'ammasso roccioso. I fattori si possono dividere in condizionanti o scatenanti. I primi sono la forma del rilievo, la natura e la struttura del terreno, i secondi sono fattori esterni che influenzano la stabilità. Tra i fattori condizionanti trovia mo quindi la geometria del rilievo, la litologia, la struttura geologica e l'assetto strutturale, le proprietà meccaniche e il grado di alterazione dei materiali ed infine la presenza di vegetazione. Tra i fattori scatenanti troviamo le precipitazioni e i cambiamenti delle condizioni idrologiche, la variazione dei carichi statici o dinamici, la variazione della geometria dei pendii, l'erosione e l'azione climatica. In ogni caso la rottura del materiale secondo una data superficie indica che lungo quella su perficie gli sforzi agenti, che tendono a far muovere la massa, sono maggiori degli sforzi reagenti, che invece tendono a bloccarla. Di conseguenza è possibile suddividere le cause delle frane in fattori che aumentano gli sforzi agenti e fattori che diminu iscono quelli reagenti. I fattori che determinano un aumento degli sforzi agenti possono essere suddivisi in: fattori che asportano il materiale (erosione al piede, attività di scavo al piede, rimozione di opere di sostegno al piede): fattori che creano u n aumento di carico (saturazione ad opera di piogge intense, sovraccarico alla sommità, aumento della pressione dell'acqua); fattori che riducono il supporto sotterraneo (dissoluzione chimica di rocce sotterranee, attività mineraria); fattori che esercitan o sforzi transitori sul terreno (attività sismica o vulcanica, esplosioni, sovraccarico dovuto al traffico stradale).

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I fattori che generano una ridotta capacità portante del materiale si s uddividono in: fattori intrinseci (natura dei terreni, disposizio ne e rotondità dei granuli, caratteristiche geometriche di eventuali piani di discontinuità, orientazione del pendio); fattori esterni (sollecitazioni transitorie, alterazione chimico - fisica dei materiali, variazioni del contenuto d'acqua)

DESCRIZIONE DEL LE CAUSE DELLA FRANA L ’ individuazione delle cause di un movimento franoso nei pendii naturali è in generale l'aspetto maggiormente impegnativo nella progettazione dei successivi interventi di risanamento. Infatti la descrizione delle cause della franosità implica l'esame di molteplici fattori di instabilità e la loro parametrizzazione. In linea di massima, il rilevamento di campagna e l'analisi dei dati a disposizione consentono di ipotizzare la coesistenza delle seguenti cause:  cause d'incremento dello st ato tensionale  carichi esterni;  aumento del peso di volume per incremento del contenuto in acqua. cause di diminuzione di resistenza  rigonfiamento di argille a seguito di assunzione di acqua - meteorica;  pressione interstiziali;  deformazione e rottura progre ssiva;

CRITERI GENERALI D'INTERVENTO Le condizioni di stabilità di un pendio naturale o artificiale sono regolate dal principio fisico del rapporto tra le resistenza al taglio disponibile sulla superficie di scorrimento e le tensioni tangenziali agenti s u di essa.

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Gli interventi di stabilizzazione dei pendii ispirati a tale principio producono un miglioramento delle condizioni di stabilità incrementando la resistenza al taglio e riducendo gli sforzi tangenziali agenti sulla superficie di scorrimento. P are opportuno ricordare che ogni fenomeno franoso ha, oltre alla sua caratterizzazione generale, peculiarità proprie e dell'ambiente fisico nel quale si verifica che lo rendono unico e differente dagli altri anche se classificati in modo analogo. La soluz ione prospettata è stata pertanto elaborata con lo scopo di far assolvere agli interventi operativi le finalità sottoelencate:  funzione di sistemazione idrogeologica e di riequilibrio tensionale: protezione del terreno dall'erosione e drenaggio.  funzione d i sicurezza: messa in sicurezza dell'area, diminuzione del rischio potenziale di erosione retrogressiva o di ulteriore avanzamento del fronte di frana.  funzione di riassetto paesaggistico: rimarginazione delle "ferite" del paesaggio, recupero delle aree de gradate. Le scelte progettuali descritte più avanti sono maturate anche tenendo conto delle problematiche operative degli interventi proposti, nella convinzione che maggiore è la loro complessità esecutiva e maggiori sono le possibilità che le opere reali zzate siano difformi alle previsioni di progetto.

METODO D'INTERVENTO Abbiamo suddiviso le opere da realizzare a seconda che si incrementino le forze resistenti oppure che si riducano gli sforzi applicati. Incrementi delle forze resistenti Riduzione del le pressioni neutre all'interno della massa in movimento e lungo il contorno in corrispondenza della superficie di rottura: si deve conseguire il rapido allontanamento delle acque piovane evitando i

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ristagni e riconducendo i deflussi superficiali entro vel ocità che non inneschino erosioni tramite canalizzazioni di smaltimento. Inoltre, bisogna ridurre i tempi di permanenza delle acque superficiali, evitando cosi la trasformazione dei livelli superficiali in coltri di fango che possono favorire l'innesco di processi di colata. Incremento degli sforzi normali lungo la superficie di rottura: realizzazione di un sovraccarico al piede della frana per evitare il richiamo di materiale da monte. Opere idonee sono costituite da accumuli trasversali continui di pezza me di cava dell'altezza minima di qualche metro o file di gabbi o nate di pari altezza. Tali strutture costituiscono ostacolo fisico ai movimenti di massa e svolgono un'azione drenante consentendo l'espulsione dell'acqua sotterranea e il costipamento del mat eriale. Riduzione delle forze che tendono a provocare la rottura. Trasferimento degli sforzi tangenziali a formazioni geologiche non interessate dal movimento o comunque aventi migliori caratteristiche geotecniche. Realizzazione di elementi strutturali q uali strutture di sostegno e di contenimento della strada Scoccilli; in particolare tali opere di sostegno devono verificare non solo la stabilità rispetto alle azioni provenienti da monte, ma anche che alle loro spalle non si generino fenomeni di rottura passiva, con i quali le opere stesse vengano scavalcate dalla massa di terreno retrostante. Riduzione degli sforzi tangenziali lungo la superficie di rottura: asportazione del materiale accumulato; sistemazione morfologica e vegetazionale.

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IPOTESI DI OP ERE DI SISTEMAZIONE DELL'AREA

Sistemazione superficiali (idrauliche e forestali): Per la regimentazione delle acque piovane sul corpo di frana si potranno utilizzare canali rivestiti, meglio se fortemente sca v i, posizionati non necessariamente nella d irezione di massima pendenza. La sede stradale dovrà essere risagomata in leggera contropendenza e corredata di canaletta di drenaggio a monte in elementi di cemento prefabbricato. Dovranno essere messe in opera le griglie agli attraversamenti per rec epire le acque delle strade ed un pozzetto per lo smaltimento a valle tramite impluvi naturali.

Opere di contenimento e di sostegno: Si sconsiglia totalmente la realizzazione di strutture rigide come i muri, in quanto costituiscono un incremento di caric o sull'area in frana ed anche uno ostacolo al deflusso delle acque sotterranee, modificando in senso peggiorativo il campo di pressioni neutre delle condizioni di stabilità In caso di comportamento plastico differenziale dei terreni, i muri possono inoltre reagire spaccandosi, senza offrire alcuna possibilità di recupero funzionale. Dall'analisi dei sondaggi si evidenzia i primi 30 metri sono caratterizzati da argille marnose, materiale che a contatto con l'acqua presenta delle scarse caratteristiche geote cniche per tale motivo ai fini della realizzazione di opere di contenimento e di sostegno, si consiglia la realizzazione di una palificata.

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Dalla lettura degli inclinometri si attesta che la frana è compresa tra i 14 ai 18 metri, dove il punto più importa nte è quello situato intorno ai 16 metri poich é presenta delle notevoli deformazioni (molto probabilmente rappresenta la superficie di scorrimento) per tali motivi si consiglia, in caso di scelta di realizzare una palificata, di posizionare la profondità d ei pali non inferiore ai 24 metri a partire dal p iano campagna .

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INDAGINI PREGRESSE

Per la definizione dei parametri meccanici del terreno, si è studiata una serie di indagini realizzate in area limitrofa e geologicamente significativa; si sono re cuperate le indagini redatte per lo strumento urbanistico vigente e indagini necessarie per la definizione del modello geologico - stratigrafico locale e del modello sismico del sito. La ubicazione delle indagini è riportata nell’apposita cartografia indica ta nel testo. Come detto quindi, la parte preliminare ed essenziale del presente studio è consistita nello studio di un congruo numero di indag i ni, finalizza te alla conoscenza dell'area, sia sotto il profilo stratigrafico che sotto quello geotecnico e d ella risposta elastica dei terreni, sia fatte eseguire sul sito in perizia sia effettuate in aree vicine geotecnicamente significative. Il consuntivo dello studio effettuato mostra un quadro della situazione estremamente significativa sia sotto il profilo della conoscenza litostratigrafica che nell'ambito della determi nazione dei parametri geomeccanici ed elastici dei terreni super ficiali e subsuperficiali nonché de l l'andamento in profondità della litologia e della presenza di falde idriche nel sottosuol o, tenendo conto sia delle esigenze geologiche e geotecniche delle opere a reali z zarsi e in accordo con gli standards imposti dagli istituti specializzati (con particolare attenzione alle “Raccomandazioni sulla programmazione ed es e cuzione delle indagi ni geotecniche” [A.G.I., giugno 1977], nonché all’ Eurocodice Ec7 per l’ingegneria geotecnica” [Edizione provvisoria, A.G.I., settem bre 1988]). .

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Ubicazione indagini pregresse da Piano Regolatore Generale

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Indagine pen etrometrica e sismica eseguita in via San Domenico

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RISULTATI DELLE INDAGINI

Le indagini eseguite hanno fornito la seguente stratigrafia di dettaglio:

Terreno di riporto misto a materiale di sottofondo stradale costituito da ghiaia grossolana e terometrica ed eterogenea misto a sabbia .

Argilla limosa di colore marroncino .

Argilla marnosa d i colore grigio blu .

La successione stratigrafia indicata è certamente riferibile ad una tipica successione della formazione argillosa miocenica poco per meabile, in superficie dilavata ed argillificata e con copertura di terreno vegetale e terreno piroclastico. La falda freatica in tali terreni non è indicata, ma nei periodi di forti precipitazioni atmosferiche si instaura una falda superficiale poco prod uttiva per r uscellamento superficiale, comunque da drenare e recapitata adeguatamente. Si possono, quindi, sintetizzare le seguenti informazioni; la formazione affiorante è stata così definita: (età Miocene) Argilla limosa e marnosa: argilla limosa e arg illa marnosa consistenti, di colore grigio chiaro - giallastro sottilmente stratificata con intercalazioni di livelli

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prettamente marnosi ed altri prettamente argillosi dalla colorazione grigio - giallastra; si presenta molto plastica con piccoli inclusi di co lore verdastro (chips marnosi). Rappresenta il substrato geologico locale sul quale, a seguito degli eventi tettonici quaternari, poggiano tutti i depositi piroclastici afferenti al gruppo geologico - stratigrafico del Vesuvio - Roccamonfina. Il complesso idr ogeologico locale può essere definito come Complesso argilloso a bassa permeabilità . La parte del territorio presenta la tipic a morfologia collinare argillosa ed arenacea; non vengono segnalati fenomeni di instabilità localizzati; localmente il lotto si p resenta perfettamente pianeggiante con un dislivello significativo solo lungo il bordo della strada provinciale. Dalle analisi geologico geomorfologico e geognostiche effettuate in sito si evince che per il sito in oggetto può essere assegnare una catego ria di amplificazione topografica di tipo T1 ossia assimilabile a zona sub pianeggiante o con inclinazione media minore di 15° ; confrontando i risultati emersi dalle indagini sismiche e dalla stratigrafia delle indagini meccaniche eseguite, emerge una cate goria di suolo di tipo C . Per quanto riguarda la caratterizzazione sismica di sito si rimanda al calcol o effettuat o mediante la priva sismica MASW - HVSR e riportato nella relazione di modellazione sismica di sito e nella apposita sezione dell a presente re lazione in allegato .

Individuazione categoria di sottosuolo di riferimento (Tab. 3.2.II e 3.2.III) Categoria di sottosuolo “ C ” Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori di diverse decine di metri, caratterizz ati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero resistenza penetrometrica Nspt > 50, o coesione non drenata cu > 250 kPa.

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Dalle analisi geologico geomorfologico e ge ognostiche effettuate in sito si evince che per il sito in oggetto può essere assegnare una categoria di amplificazione topografica di tipo T1 ossia assimilabile a zona sub pianeggiante o con inclinazione media minore di 15° ; confrontando i risultati emers i dalle indagini sismiche e dalla stratigrafia delle indagini meccaniche eseguite, emerge una categoria di suolo di tipo C .

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CARATTERISTICHE GEOLOGICHE DELL'AREA IN ESAME

Alla luce dei lavori di scavo eseguiti, ed in base alle risultanze di apposi to rilievo geologico di superficie e successiva analisi della cartografia ufficiale, sono state individuate le caratteristiche geologiche e geotecniche dell’intera area in oggetto del presente studio. L'area oggetto di studio presenta una morfologia sub - p ianeggiante locale. Si possono, quindi, sintetizzare le seguenti informazioni; la formazione affiorante è stata così definita: (età Miocene) Argilla limosa e marnosa: argilla limosa e argilla marnosa consistenti, di colore grigio chiaro - giallastro sotti lmente stratificata con intercalazioni di livelli prettamente marnosi ed altri prettamente argillosi dalla colorazione grigio - giallastra; si presenta molto plastica con piccoli inclusi di colore verdastro (chips marnosi). Rappresenta il substrato geologico locale sul quale, a seguito degli eventi tettonici quaternari, poggiano tutti i depositi piroclastici afferenti al gruppo geologico - stratigrafico del Vesuvio - Roccamonfina. Il complesso idrogeologico locale può essere definito come Complesso argilloso a b assa permeabilità . La parte del territorio presenta la tipic a morfologia collinare argillosa ed arenacea; vengono segnalati fenomeni di instabilità localizzati; localmente il lotto si presenta con morfologica acclive e con un dislivello significativo solo lungo il bordo della strada Scoccilli .

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L’analisi idrogeologica non mostra in superficie falde. La pendenza dell’area rientra per la maggior parte tra i 5 ° e i 7 °; questo ci fa ipotizzare una morfologia molto matura in quanto le pendenze caratteristiche dell’area sono compatibili con l’angolo di riposo del litotipo del substrato. Il particolare tutta la serie geologica e idrogeologica rilevata in zona è rappresentata da un a potente successione argillosa miocenica con uno strato di terreno vegetale forte mente umizzato con spessore non rilevante .

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CARATTERIZZAZIONE GEOMECCANICA DEI TERRENI

Dai dati acquisiti dalla campagna di rilevamento geologico, con l’ausilio delle indagini meccaniche studiate , è stato possibile individuare gli orizzon ti geo meccanici , costituiti da terreni in prevalenza da terreni argillosi nel substrato e in superficie. Si possono definire i seguenti parametri meccanici per i vari livelli geotecnici:

Terreno di riporto misto a materiale di sottofondo stradale costit uito da ghiaia grossolana eterometrica ed eterogenea misto a sabbia Peso di Volume:  = 1 5 00 kg/mc Peso di Volume Saturo :  sat = 1 55 0 kg/mc Coesione Efficace : c’ = 0, 0 1 Kg/cmq Coesione non drenata : Cu = 0 , 05 Kg/cmq Angolo di Attrito Interno:  ’ = 22 °

Argilla limosa di colore marroncino . Peso di Volume:  = 1 5 00 kg/mc Peso di Volume Saturo :  sat = 1 55 0 kg/mc Coesione Efficace : c’ = 0, 05 Kg/cmq Coesione non drenata : Cu = 0 , 12 Kg/cmq Angolo di Attrito Interno:  ’ = 24 °

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Argilla marnosa d i colore grigio blu . Peso di Volume:  = 1 65 0 kg/mc Peso di Volume Saturo :  sat = 1 700 kg/mc C oesione Efficace : c’ = 0, 06 Kg/cmq Coesione non drenata : Cu = 0 , 13 Kg/cmq Angolo di Attrito Interno:  ’ = 28 °

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CONSIDERAZIONE CONCLUSIVE

Il presente studio ha permesso di delineare le principali caratteristiche morfologiche, geolitologiche, idrogeol ogiche e geotecniche dei terreni interessati dal fenomeno franoso ai fini di eseguire il progetto per Lavori di ripristino della viabilità e della sicurezza del tratto di via Scoccilli interessato dal fenomeno franoso nel Comune di Ruviano provincia di Cas erta . Nella presente relazione è stato descritto in linea generale i motivi scatenati della frana e l'ipotesi di progetto. Ai fini delle indagini in sito sono state prese in considerazione quelle eseguite nella stessa area dall'impresa "Soluzioni Geotecn iche s.r.I." con sede in Caserta, il cui piano di indagine eseguito nel mese di settembre 2013 è stato caratterizzato dall' esecuzione di: n. 4 Sondaggi Geognostici a Carotaggio Continuo n. 4 Prelievi di campione indisturbati di terreno n. 2 istallazione d i tubi inclinometrici n. 8 Prove Penetrometriche tipo DPSH Per ciò che riguarda le caratteristiche geotecniche del terreno riportate n ella presente relazione, abbiamo attribuito alle formazioni presenti, dei parametri geotecnici, ricavati dalle indagini eseguite dalla impresa sopra menzionata, in una fase successiva, in caso di necessità, non si esclude di eseguire nell'area in esame ulteriori indagini geognostiche ai fini di accertare i valori geotecnici riportati.

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L'area di inte rvento è da ritenersi geomorfologicamente instabile e anche se non risulta tale dalla cartografia redatta dall'Autorità di Bacino Liri - Garigliano - Volturno è doveroso applicate tutte le norme stabilite dall'Autorità di Bacino in zone a rischio frana. Gli s bancamenti previsti andranno protetti da strutture di sostegno e dovranno essere provviste di opportuni drenaggi e relative cunette per lo smaltimento delle acque nonché di fori per la fuoriuscita delle stesse. Si consiglia di non lasciare per molto tempo gli scavi aperti.

- Ruviano , gennaio 201 7

Il geologo

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