VOLUME 1 I classici • Francesco Petrarca Il Trecento Sintesi svolta

FRANCESCO PETRARCA

PERCHÉ PETRARCA glio, evento che segnò la sua consacrazione a livello eu- ropeo. Trasferitosi a Parma, si dedicò alla composizio- È UN CLASSICO? ne di un poema epico () e di un trattato in prosa (De 1. Perché è riconosciuto universalmente come padre viris illustribus), entrambi in latino. Rientrato nel 1342 della cultura europea moderna, sia in lingua latina sia ad Avignone, iniziò lo studio del greco ed elaborò la in volgare. prima versione del Canzoniere; attraversò anche una 2. Perché con il suo Canzoniere ha influenzato la lirica profonda crisi interiore, che lo spinse a rivedere i valo- occidentale fino ai giorni nostri. ri della propria esistenza. 3. Perché, rispetto a quella dantesca, ancora decisamen- te medievale, ha incarnato una religiosità più vicina al Il soggiorno in Italia nostro comune sentire, più intima e tormentata. Dopo la nascita della figlia naturale Francesca, fra il 4. Perché incarna alla perfezione l’intellettuale contem- 1343 e il 1345 soggiornò in Italia, prima a Napoli, poi a poraneo, «inquieto pellegrino del mondo», caratterizza- Parma, Bologna e Verona, sempre più scandalizzato di to dall’incertezza e dal dubbio, perennemente insoddi- fronte alle lotte fratricide fra i signori italiani. Dopo la sfatto dei risultati artistici ottenuti, sempre alla ricerca riscoperta, a Verona, delle lettere di Cicerone, decise di una verità sfuggente che si cela nell’intimo dell’ani- di realizzare a sua volta un epistolario latino. Nel 1327 ma, più portato a porsi ossessivamente domande che a diede la propria adesione al tentativo dell’umanista Co- dispensare risposte. la di Rienzo volto a instaurare a Roma un governo po- polare, rimanendone però fortemente deluso. Nel frat- tempo era entrato in conflitto con il cardinale Colonna; LA VITA [1304-1374] sopraggiunta la rottura fra i due, Petrarca si trasferì a Parma, dove visse il dramma della peste del 1348, che L’infanzia, la giovinezza e gli studi uccise molti suoi amici e la stessa Laura. L’esperien- Franscesco Petrarca nacque il 20 luglio 1304 ad Arez- za lo segnò, facendogli maturare un sentimento pro- zo, dove si era rifugiato il padre notaio, esule da Firen- fondo della precarietà della vita umana, come traspa- ze. Dopo diversi spostamenti, nel 1312 la famiglia si tra- re da opere in volgare, come i Trionfi, e in latino, come sferì ad Avignone, nuova sede della curia papale, e il De remediis utriusque fortunae. Sulla strada per Ro- prese alloggio nella vicina Carpentras: qui Francesco ma, in occasione del giubileo del 1350, fu ospitato a Fi- compì gli studi di grammatica, retorica e dialettica. Av- renze da Boccaccio, di cui divenne amico. viato dal padre agli studi di diritto, fra il 1316 e il 1319 frequentò l’università di Montpellier, quindi si trasfe- Gli ultimi anni rì a Bologna con il fratello Gherardo, dove si avvicinò al- Tra il 1351 e il 1353 fu per l’ultima volta a Valchiusa, do- la poesia toscana del tempo e approfondì la cono- ve lavorò alle lettere Familiari. Nel 1353 si trasferì de- scenza dei classici latini, in particolare Cicerone e finitivamente in Italia, prima a Milano, presso i Vi- Virgilio. sconti, per i quali svolse alcuni incarichi diplomatici; qui ospitò Boccaccio e diede forma pressoché defini- Al servizio di Giovanni Colonna tiva a molte sue opere in latino e in volgare. Fra il 1362 Rientrato ad Avignone nel 1326 a seguito della morte del e il 1368 visse a Venezia, dove lavorò alla versione de- padre, si dedicò alla vita mondana e fece incontri fonda- finitiva del Canzoniere e compose il De sui ipsius et mentali per la sua maturazione umana e artistica; in par- multorum ignorantia, replica polemica contro quanti ticolare il 6 aprile 1327 conobbe Laura. Presi gli ordini lo accusavano di scarsa cultura per via della sua av- minori, nel 1330 entrò al servizio del cardinale Giovan- versione al mondo universitario. Nel 1368, infine, la- ni Colonna. Nel 1333, durante un viaggio nel Nord Eu- sciò anche Venezia per ritirarsi ad Arquà, presso Pa- ropa, riscoprì l’orazione Pro Archia di Cicerone, che dova, in una casetta immersa nel verde che fu il contiene fra l’altro un elogio degli studi letterari. Reca- sereno ritiro dei suoi ultimi anni; qui infatti morì il 19 tosi a Roma nel 1336, fu molto colpito dalle rovine ar- luglio del 1374. cheologiche, ma denunciò anche le drammatiche con- dizioni politiche e sociali della sua patria italiana. Il ritiro a Valchiusa e l’incoronazione poetica LE COSTANTI LETTERARIE Nel 1337, l’anno della nascita del figlio naturale Giovan- Un intellettuale inquieto ni, lasciò Avignone per la vicina Valchiusa, che fu per an- Petrarca fu uomo e intellettuale segnato da una profon- ni il suo rifugio intellettuale. Nella primavera del 1341, da inquietudine e da una perenne insoddisfazione; lo si dopo essere stato esaminato a Napoli da re Roberto comprende dai suoi continui trasferimenti alla ricerca di d’Angiò, venne incoronato poeta a Roma, in Campido- un asilo definitivo, dallo stato di incompiutezza di mol-

G. Langella, P. Frare, P. Gresti, U. Motta letteratura it Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori1 Tutti i diritti riservati © Pearson Italia S.p.A. VOLUME 1 I classici • Francesco Petrarca Il Trecento Sintesi svolta te sue opere, dalle sue frequenti crisi interiori, dalla ri- LE OPERE cerca costante e difficile di un equilibrio con i potenti che salvaguardasse la sua autonomia artistica e la sua in- dipendenza di pensiero. Il Canzoniere [1342-1374] La genesi e la struttura La letteratura come centro di gravità La composizione del Canzoniere durò trent’anni e attra- L’ amore per la letteratura rappresentò l’unica vera co- versò almeno nove redazioni, dalla prima del 1342, stante nella sua vita, amore che egli visse come una realizzata a Valchiusa, fino all’ultima, che risale all’an- consacrazione totalizzante e che per lui fu assieme ri- no della morte del poeta. Nella redazione definitiva, cerca della perfezione formale, dell’erudizione, ma an- l’opera comprende 366 poesie in volgare: il numero che e soprattutto della saggezza; la letteratura gli ap- rappresenta i giorni di un anno bisestile e quindi sim- pariva come unica vera fonte di appagamento e di bolicamente la durata di una vita umana, i cui singoli mo- serenità interiore in mezzo alle tempeste della vita e menti, diversi l’uno dall’altro, fanno però parte di un’uni- della storia. tà più ampia e complessa, dalla quale ricevono significato Il confronto con i classici e coerenza. Lo studio dei classici fu per Petrarca l’unica guida sicu- Il titolo ra per il pensiero e l’azione; solo attraverso il confron- Il titolo scelto da Petrarca per l’opera è in latino: Rerum to – che è emulazione, mai passiva imitazione – con i vulgarium fragmenta (“Frammenti di cose in volgare”); grandi maestri l’uomo matura e cresce, scoprendo la il poeta sottolinea dunque da un lato l’appartenenza del- propria identità e il senso della propria esistenza. l’opera alla sua produzione in lingua volgare, e dall’al- carattere “frammentario” Il rapporto con la tradizione tro il di queste rime, lontanis- sime dalla compattezza di un poema epico come l’Africa, Il rapporto con la tradizione è imprescindibile per anzi simili alle tessere di un mosaico, di cui solo a let- chiunque voglia fare cultura; nulla di autentico può na- tura ultimata si potrà cogliere l’unità d’insieme; anco- scere qualora si recidano le radici classiche e cristia- ra una volta, dunque, la scrittura si intreccia alla vita, fo- ne che hanno plasmato l’identità europea. Lo scritto- tografandone i singoli momenti e rivelandone l’unità più re non crea dal nulla, ma rielabora instancabilmente profonda. la tradizione, producendo il nuovo dal vecchio e assie- me riconducendo, in modo originale, il molteplice a I tre livelli di lettura unità. Opera polisemica, il Canzoniere può essere letto, a un primo livello, come la cronistoria dell’amore del poe- Petrarca bibliofilo ta per Laura, dal primo incontro avvenuto ad Avignone Petrarca fu uno dei primi “collezionisti” di libri, inaugu- il venerdì santo del 1327, alla morte prematura della don- rando un uso tipicamente umanistico. Durante i suoi na, durante la peste nera del 1348, e anche oltre. A un viaggi, o attraverso una vasta rete di contatti con intel- secondo e più profondo livello, si tratta della testimo- lettuali di tutta Europa, mise insieme centinaia di ma- nianza di un lungo esercizio di autoanalisi da parte di Pe- noscritti, che egli considerò sempre come i suoi più in- trarca, che confessa la propria vicenda interiore dall’ar- timi compagni di viaggio e di vita, in un intreccio fra rendevolezza giovanile di fronte alle lusinghe dell’amore esistenza e letteratura che costituisce uno dei tratti più e della fama, passando attraverso la ricerca di equilibrio significativi della sua personalità. interiore caratteristica della maturità, fino alle sempre più pressanti istanze ascetiche e contemplative degli ul- Il pensiero politico timi anni. Infine, a un terzo livello di lettura, l’opera ri- Petrarca sentiva una profonda affinità con gli autori vela il proprio carattere metaletterario: la parola poe- classici, ma non dimenticò mai di vivere nel presente del tica giustifica se stessa e il proprio significato, come unico suo tempo; dai suoi studi egli elaborò un preciso proget- mezzo concesso all’uomo per fissare, nello scorrere inar- to politico, incentrato sulla riunificazione dell’Italia e sul- restabile e confuso del divenire, degli istanti in cui la vi- la sua ricostruzione politica, morale e civile attorno al- ta si rivela nei suoi contenuti più autentici e segreti. l’unica capitale possibile, Roma. La struttura simbolica Tradizione classica e fede cristiana Petrarca lavorò a lungo all’“indice” dell’opera, alla ricer- Passione mondana e prospettiva ascetica, cultura ca della più efficace successione dei singoli componi- classica e fede cristiana, furono conciliate da Petrar- menti; i quali hanno sì valore individuale, ma il loro ca in una sintesi originalissima che scaturiva dall’in- senso complessivo può emergere solo dall’ordine in dagine instancabile della propria anima e delle sue con- cui vengono collocati. Il criterio generale è tematico più traddizioni; in questo senso il Canzoniere, in modo che cronologico: le poesie da cui emergono le passioni particolare, rappresenta il resoconto del cammino in- giovanili di norma precedono quelle in cui si dà voce ai teriore di ogni uomo che si interroga sul proprio desti- sentimenti della maturità e della vecchiaia, e ciò prescin- no, combattuto fra le seduzioni del mondo e una pro- dendo dalla data di composizione. fonda aspirazione al divino. Introdotto da un sonetto proemiale destinato a selezio-

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nare il pubblico – quanti abbiano sperimentato la forza cabolario circoscritto ed essenziale, un lessico dolce e dell’amore – e a delimitare l’argomento – l’evoluzione da melodioso, una sintassi armoniosa ed elegante. La una gioventù nutrita di passioni, speranze e illusioni, a straordinaria capacità del poeta di dire con facilità le co- una vecchiaia che riconosce la vanità delle cose terre- se più difficili ha fatto del Canzoniere, anche sotto il pro- ne –, il Canzoniere appare strutturalmente bipartito: i te- filo stilistico, un classico ammirato e imitato ancora sti dal numero II al numero CCLXIII sono dedicati alle nel XX secolo. “passioni del corpo”, che vanno dall’amore per Laura al- Anche nelle soluzioni metriche Petrarca evita la disper- l’amicizia, alla politica, alla natura; le liriche dal nume- sione: 317 poesie su 366 sono sonetti, la forma privile- ro CCLXIV al numero CCCLXVI sono invece segnate dal giata che evidentemente, per la sua brevità, meglio si pre- pentimento e dedicate alle “passioni dell’anima”: dopo sta a esprimere il carattere frammentario dell’opera. la morte di Laura il poeta comprende la vanità del mon- do e aspira a più alti oggetti d’amore, come la verità, la Le fonti e i modelli poesia, Dio. La canzone alla Vergine che conclude il Can- Petrarca è un autore “onnivoro”, che nella propria pro- zoniere rappresenta l’approdo finale della lunga av- duzione ha sintetizzato in modo originale tutte le sue ventura esistenziale di Petrarca uomo e poeta, che si af- sterminate letture. Fra i classici, l’influenza più evi- fida con totale fiducia alla misericordia di Maria. dente è quella esercitata da Orazio, Proprezio, Tibullo Riprendendo le suggestioni rappresentate dalle Confes- e Ovidio; fra i moderni, si segnalano Guido Cavalcanti, sioni di Agostino e dalla Vita nova di Dante, Petrarca co- Arnaut Daniel, Cino da Pistoia e Dante (con il quale eb- struisce un romanzo autobiografico in versi abbando- be un rapporto profondo quanto complesso); fra i testi nando l’uso tradizionale, che prediligeva l’ordinamento della tradizione ecclesiastica, oltre alla Bibbia, in parti- delle liriche in base a un criterio cronologico o metrico, colare le opere dei padri della Chiesa occidentale, cioè e realizzando un’operazione letteraria estremamente san Girolamo, sant’Ambrogio e sant’Agostino. raffinata, allo scopo di consentire al lettore, messo a par- La fortuna te e invitato a meditare sulla parabola esistenziale del Il Canzoniere ha rappresentato per secoli un paradig- poeta, di comprendere più profondamente il senso del- ma assoluto per quanto concerne i contenuti, la strut- la propria vicenda terrena. tura e lo stile. Ciò si deve, tra l’altro, a due ragioni: la pri- Laura: dalla terra al cielo ma è l’equilibrio perfetto tra le parti e l’insieme, per cui Laura incarna simbolicamente la parabola esistenzia- il singolo testo (come la singola esperienza interiore) è le di Petrarca: in un primo tempo in lei trovano sintesi tut- assieme momento totalizzante e tassello che conti- te le seduzioni terrene, fino a farne uno strumento de- nuamente rimanda a un disegno più ampio. La secon- moniaco, tanto da costringere il poeta a vivere un da è che con i suoi frammenti in volgare Petrarca ha fis- continuo stato di dissociazione interiore fra esaltazio- sato quella che è ancora per noi la definizione stessa di ne e pentimento – sa che l’amore per Laura lo allonta- poesia lirica, caratterizzata da autobiografismo e intro- na dall’amore per Dio; sa bene, agostinianamente, di spezione, aspetti per i quali il tema dell’amore contra- amare ciò che dovrebbe odiare come il proprio male, ma stato o sofferto funge da occasione privilegiata. non può rinunciare ad amare, con vergogna, colei che ve- de come la sua sola ragione di vita –; poi, dopo la mor- I Trionfi [1350/55-1374] te, assurge a donna-angelo, a guida illuminante che lo riconduce sulla via del paradiso. Si tratta di un poemetto allegorico in terzine di endeca- L’autore e il destinatario sillabi, suddiviso in sei visioni che lo stesso poeta avreb- Petrarca nel Canzoniere è assieme protagonista e au- be avuto addormentandosi il 6 aprile a Valchiusa; Petrar- tore; ma fra i due non vi è coincidenza perfetta: il Petrar- ca passa in rassegna i grandi valori umani e spirituali che ca-soggetto dell’opera è personaggio costruito sulla hanno guidato la sua vita, in una progressione dinami- base delle esperienze biografiche dell’autore, sottopo- ca tesa sempre al superamento delle posizioni rag- ste però a un processo di sublimazione, così che il let- giunte. Così al Triumphus Cupidinis (Trionfo dell’Amore tore possa immedesimarsi in lui e la sua storia diventa- passionale) segue il Triumphus Pudicitiae (Trionfo del- re la storia di ciascun uomo. Il poeta scrive al contempo la Castità che pone un freno alle passioni terrene), quin- per se stesso, allo scopo di comprendere il senso della di si avvicendano il Triumphus Mortis (Trionfo della propria vicenda terrena, per i contemporanei, per invi- Morte, la cui contemplazione fa riconoscere al poeta la tarli alla ricerca interiore, e per i posteri, per offrire lo- vanità dei beni di questo mondo), il Triumphus Famae ro un modello di vita interiore. (Trionfo della Fama che l’uomo si illude possa sottrarlo alla morte), il Triumphus Temporis (Trionfo del Tempo La lingua e lo stile che erode la gloria umana), il Triumphus Aeternitatis Nel Canzoniere, modello di unilinguismo, Petrarca ri- (Trionfo dell’Eternità, riconosciuta infine come autenti- nuncia a sperimentare soluzioni espressive diversifica- co traguardo delle speranze umane). Il ripiegamento in- te, ma tende al contrario a fare della limitazione un trospettivo caratterizza anche quest’opera, che tuttavia pregio, affidandosi a una scrittura estremamente equi- rispetto al Canzoniere ci appare più fredda per via del- librata, caratterizzata da uno stile lineare e piano, un vo- la complessa simbologia erudita elaborata dal poeta.

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Gli epistolari cartaginese Annibale e Scipione l’Africano), cui il poeta lavorò a più riprese fra il 1338/1339 e il 1366. Ispirandosi al modello ciceroniano, Petrarca riunì e adattò per la pubblicazione le lettere scritte in latino nel- Il De viris illustribus l’arco della sua esistenza, suddividendole in diverse È una raccolta di biografie di grandi personalità dall’età raccolte. antica (a partire da Adamo) a quella contemporanea, composte a più riprese a partire dal 1338. Le Familiari, le Senili e le Epistole metriche La prima raccolta riunisce 350 lettere suddivise in ven- Il Rerum memorandarum libri tiquattro libri, la seconda 130 lettere in diciotto libri, la Si tratta di una raccolta di aneddoti che illustrano le vir- terza sessantaquattro lettere in versi (esametri) suddi- tù degli antichi greci e romani. vise in tre libri. Ne emerge un ritratto della società del tempo e dello stesso Petrarca, anche se non si tratta mai di testi strettamente confidenziali, in cui il poeta si con- Le opere latine di argomento fessi in modo sincero e spontaneo; piuttosto quello che filosofico-morale egli ci offre è un autoritratto idealizzato, racchiuso in for- me retoricamente studiate e sempre teso a offrire al let- Hanno come argomento comune la ricerca della vera tore un alto insegnamento morale. I temi più ricorren- felicità, che si concretizza in una condotta di vita sere- ti sono l’amore per i classici, accostati come presenze na e saggia, sottratta al tumulto della storia, protesa al vive (l’ultimo libro delle Familiari contiene lettere indi- raggiungimento di un equilibrio interiore. Tra le opere più rizzate direttamente a Omero, Virgilio, Cicerone, Orazio, significative si segnalano: Seneca...), lo sdegno per la meschinità dei tempi moder- ni, la celebrazione dell’amicizia, l’angoscia per il pas- Il De remediis utriusque fortunae sare del tempo, la ricerca costante di libertà e indipen- Composto fra il 1354 e il 1367, comprende 254 brevi dia- denza, l’autodifesa contro le critiche, la conciliazione fra loghi, divisi in due parti, i cui interlocutori sono concet- letteratura e teologia, ma soprattutto l’incrollabile pas- ti astratti (Ragione di fronte a Gioia, Speranza, Paura, Do- sione per la lettura e la scrittura. lore). Sulla scorta di Seneca, Petrarca mostra come vizio e virtù siano rispettivamente il vero male e il vero Le Variae e le Sine nomine bene per l’uomo: infelicità e felicità hanno dunque den- Nel primo epistolario sono raccolte le lettere non revi- tro di noi le loro radici, e il saggio non dovrebbe mai la- sionate per la pubblicazione, nel secondo si trovano di- sciarsi condizionare dagli eventi esterni. ciannove lettere composte fra il 1342 e il 1359, riunite e organizzate durante il soggiorno milanese; non conten- Il gono l’indicazione del destinatario per ragioni di oppor- Composto fra il 1345 e il 1353, è un dialogo in tre libri fra tunità: in esse infatti, con tono aggressivo e polemico, Francesco e sant’Agostino alla presenza della Verità. Pe- Petrarca prende di mira la corruzione della curia avigno- trarca confessa e analizza con spietata lucidità le proprie nese e manifesta il proprio sostegno all’impresa di Co- debolezze: la mancanza di una volontà forte e ferma, il la di Rienzo. desiderio di gloria mondana, il prevalere delle passioni sulla ragione, e soprattutto l’accidia, cioè la propensio- Le opere latine di argomento erudito ne all’apatia e all’inerzia. Petrarca era persuaso che la civiltà greco-latina fosse eti- Il e il De otio religioso camente superiore a quella contemporanea, e quindi si L’esame di coscienza di Petrarca prosegue nel De vi- sforzò di riproporre agli uomini del suo tempo il model- ta solitaria, composto fra il 1346 e il 1371, e nel De otio lo rappresentato dai grandi uomini del passato e il loro religioso, composto fra il 1347 e il 1357: l’autore si con- insegnamento morale e civile. Tra le opere più signifi- fessa profondamente scontento di sé, preda di un’in- cative, rimaste tuttavia incompiute, vanno segnalate: quietudine profonda di fronte all’inconciliabilità fra ideali e realtà, fra volontà e azione, fra pensiero e vita. L’ Africa Unica via verso la pace e l’equilibrio interiore è quella Si tratta di un poema epico in esametri dedicato alla se- che passa attraverso la rinuncia alle ambizioni monda- conda guerra punica (che ebbe come protagonisti il ne e il ritiro nella solitudine, nel silenzio, nell’ascesi.

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