Piano di Governo del Territorio - Documento di Piano Documento di Scoping Comuni di Quistello, S.Benedetto Po, S.Giacomo Delle Segnate, , Pieve Di Coriano, Villa Poma e 2009

INDICE

1 PREMESSA...... 3 2 QUADRO NORMATIVO...... 4 2.1 Normativa europea...... 4 2.2 Normativa nazionale ...... 4 2.3 Normativa regionale...... 5 2.3.1 Definizioni...... 5 2.3.2 Fasi del Processo...... 7 3 NOTA METODOLOGICA...... 11 3.1 Premessa...... 11 3.2 Le fasi...... 12 3.2.1 Valutazione Ambientale nella fase di orientamento e impostazione ...... 12 3.2.2 Valutazione Ambientale nella fase di elaborazione e redazione ...... 12 3.2.3 Valutazione ambientale nella fase di consultazione-adozione ...... 13 3.2.4 L’attuazione e la gestione del piano ...... 13 3.3 L’approccio proposto, gli elementi significativi e le informazioni da includere nel Rapporto Ambientale...... 14 3.3.1 Premessa ...... 14 3.3.2 Gli indicatori e la Metodologia di scelta ...... 14 3.3.3 L’analisi dello stato di salute del territorio – Il Quadro Conoscitivo (QC)...... 16 3.3.4 Il contributo della Valutazione dello Stato “Zero” sulle scelte di Piano...... 18 3.4 Coerenza interna al piano...... 19 3.5 Coerenza esterna al piano...... 19 3.6 Accorgimenti da adottare e misure di mitigazione e/o compensazione ...... 21 3.7 Indicazioni in merito al monitoraggio di piano ...... 22 3.8 L’apporto partecipativo...... 23 3.8.1 Le finalità da perseguire ...... 23 3.8.2 Metodologia di lavoro ...... 23 3.8.3 Individuazione dei principali stakeholders da coinvolgere e loro aggregazione in gruppi di interesse...... 23 3.8.4 Comunicazione e pubblicizzazione dell’avvio del processo partecipativo...... 26 3.8.5 Sintesi della fase di ascolto ...... 26 4 ANALISI PRELIMINARE DELLO STATO DELL’AMBIENTE ...... 27 4.1 Clima...... 27 4.2 Aria...... 28 4.2.1 Monitoraggio...... 29 4.2.2 Principali sorgenti emissive ...... 30 4.3 Acqua...... 34 4.3.1 Acque superficiali ...... 34 4.3.2 Acque sotterranee ...... 37 4.4 Suolo e sottosuolo...... 41 4.4.1 Sistemi pedopaesaggistici...... 41 4.4.2 Litologia ...... 43 4.4.3 Capacità protettiva nei confronti delle acque superficiali e profonde ...... 44 4.4.4 Attitudine spandimento fanghi e reflui ...... 46 4.4.5 Valore naturalistico...... 49 4.4.6 Cave attive e dismesse ...... 50 4.5 Rischio naturale e industriale...... 51 4.5.1 Rischio idrogeologico e idraulico...... 51 4.5.2 Rischio sismico...... 52 4.5.3 Aziende a Rischio di incidente rilevante...... 53 4.6 Biodiversità e paesaggio...... 53 4.7 Patrimonio culturale ...... 58 4.8 Agenti fisici...... 59 4.8.1 Inquinamento acustico...... 59 4.8.2 Radiazioni non ionizzanti...... 59 4.8.3 Radiazioni ionizzanti...... 61 4.9 Sistema socioeconomico ...... 61 4.9.1 Popolazione...... 61 4.9.2 Salute e sanità...... 65 4.9.3 Sistema produttivo...... 66

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4.9.4 Rete di servizi...... 68 4.9.5 Mobilità ...... 69 4.9.6 Rifiuti...... 72 4.9.7 Sottoservizi...... 72 4.10 Criticità ed emergenze ambientali...... 78 4.11 Elaborato grafico di sintesi delle criticità ...... 80 5 OBIETTIVI DI PIANO E DEFINIZIONE DELL’AMBITO DI INFLUENZA...... 81 5.1 Analisi preliminare di sostenibilità degli obiettivi di Piano ...... 81 5.2 Definizione dell’ambito di influenza del Piano e della portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale...... 86

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1 PREMESSA

Il presente documento è parte integrante della procedura di Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano del PGT dei Comuni di Quistello, S.Benedetto Po, S.Giacomo Delle Segnate, Quingentole, Pieve Di Coriano e Villa Poma, valutazione necessaria così come definito all’interno dell’art. 4 comma 2 della LR 11 marzo 2005, n. 12 “Legge per il Governo del territorio” che ne sancisce per l’appunto l’assoggettabilità. I contenuti dell’elaborato sono indicati nella DCR 13 marzo 2007 – n. VIII/351 “Indirizzi generali per la valutazione di Piani e Programmi” e nella Deliberazione VIII/6420 del 27 dicembre 2007 “Ulteriori adempimenti di disciplina […] per la Valutazione di Piani e Programmi”.

Lo stesso è predisposto dall’autorità procedente in collaborazione con l’ autorità competente per la vas e deve: 1. delineare lo schema di percorso metodologico procedurale; 2. proporre l’ambito di influenza del piano; 3. proporre la portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale; 4. verificare le interferenze con i siti di rete Natura 2000.

Tale documento è oggetto della prima conferenza di valutazione all’interno della quale, a seguito della sua illustrazione, vengono acquisiti pareri, contributi ed osservazioni in merito da parte dei Soggetti competenti in materia ambientale e degli enti territorialmente competenti . Al fine di facilitare i soggetti coinvolti nell’espressione di pareri all’interno della conferenza il documento dovrà essere messo a disposizione degli stessi prima della convocazione. In base agli elementi emersi in sede di conferenza verranno attivate le fasi successive della procedura ed in particolare verrà predisposto il Rapporto Ambientale. Nei capitoli successivi verrà illustrata in primo luogo la normativa di riferimento relativa alla VAS con un particolare accento nei riguardi della normativa regionale, in modo tale da porre in evidenza sia gli aspetti procedurali che i soggetti coinvolti nella procedura. Successivamente verranno delineati i punti elencati precedentemente sviluppando il programma di lavoro per la predisposizione del Rapporto Ambientale.

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2 QUADRO NORMATIVO

Lo scopo del presente capitolo è quello di presentare un breve excursus sulla normativa europea, nazionale e regionale rilevante ai fini dell'elaborazione della valutazione ambientale strategica.

2.1 Normativa europea

La direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, chiamata anche Direttiva VAS, è entrata in vigore il 21 luglio 2001 e doveva essere attuata dagli Stati membri prima del 21 luglio 2004. Essa si integra perfettamente all’interno della politica della Comunità in materia ambientale contribuendo a perseguire gli obiettivi di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente, della salute umana e dell’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, di conservazione ed uso sostenibile della biodiversità. Già nel quinto programma comunitario di politica ed azione a favore dell’ambiente e dell’uso sostenibile veniva ribadita l’importanza di valutare i probabili effetti di piani e programmi sull’ambiente. La presente direttiva ha l’obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali durante l’elaborazione e l’adozione di piani e programmi che possono avere impatti significativi sull’ambiente. La direttiva ha carattere procedurale e sancisce principi generali, mentre gli stati membri hanno il compito di definire i dettagli procedurali tenendo conto del principio di sussidiarietà. Tale procedura si esplica: - nell’elaborazione di un rapporto di impatto ambientale che deve individuare, descrivere e valutare gli effetti significativi dell’attuazione del piano sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano stesso. Tale elaborato dovrà contenere le informazioni contenute nell’allegato I della direttiva; - nello svolgimento di consultazioni ; - nella valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale; - nella messa a disposizione delle informazioni sulla decisione. L’innovazione della procedura si fonda sul principio che la valutazione deve essere effettuata durante la fase preparatoria del piano o programma ed anteriormente alla sua adozione in modo tale di essere in grado di influenzare il modo in cui viene stilato il piano. Altro elemento fondamentale è l’obbligo di concedere a determinate autorità ed al pubblico l’opportunità di esprimere la loro opinione sul rapporto ambientale formulando pareri che devono essere presi in considerazione durante la preparazione e l’adozione del piano. Al momento dell’adozione devono essere messi a disposizione delle autorità e del pubblico: - il piano, - una dichiarazione di sintesi in cui viene illustrato in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano e come si è tenuto conto del rapporto ambientale, dei pareri espressi, dei risultati delle consultazioni e le ragioni per cui è stato scelto il piano, - le misure in merito al monitoraggio. - Con riferimento a quest’ultimo punto l’art. 10 della direttiva definisce che gli stati membri controllano gli effetti ambientali significativi dell’attuazione dei piani al fine di individuare gli effetti negativi imprevisti ed adottare misure correttive. L’ambito di applicazione della direttiva viene definito all’art. 3. In particolare deve essere svolta la valutazione ambientale per tutti i piani e programmi che sono elaborati nel settore agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della dir. 85/337/CE, o per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi della dir. 92/43/CEE (direttiva Habitat). Nel caso che i piani di cui sopra determinino l’uso di piccole aree o modifiche minori e per piani non citati precedentemente, gli stati membri esaminano caso per caso la necessità di avviare la procedura di valutazione ambientale tenendo conto dei criteri all’allegato II della direttiva stessa (screening).

2.2 Normativa nazionale

Dal 29 aprile 2006 , data di entrata in vigore del D. Lgs 3 aprile 2006, n. 152 recante "Norme in materia ambientale", la normativa nazionale sulla tutela dell'ambiente ha subito una profonda trasformazione. Il D. Lgs 152/2006 (cd. "Codice ambientale") ha riscritto le regole su valutazione ambientale, difesa del suolo e tutela delle acque, gestione dei rifiuti, riduzione dell'inquinamento atmosferico e risarcimento dei danni ambientali, abrogando la maggior parte dei previgenti provvedimenti del settore. In particolare la parte seconda del codice prende in considerazione le procedure per la Valutazione ambientale strategica (VAS). Questa parte del codice doveva entrare in vigore 120 giorni dopo la pubblicazione in GU cioè il 12 agosto 2006, ma la Legge 12 luglio 2006, n. 228 “conversione del decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173 Proroga di termini per l'emanazione di atti di natura regolamentare e legislativa” ne ha prorogato l’entrata in vigore. Infatti l’Art. 1-septies. (Modifica al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152) riporta al comma 1:

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1. All’articolo 52, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, le parole da: «centoventi giorni» fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: «il 31 gennaio 2007». Successivamente la Legge 26 febbraio 2007, n. 17 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 28 dicembre 2006, n. 300, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative. Disposizioni di delegazione legislativa”, pubblicata nella G.U. n. 47 del 26 febbraio 2007 riporta all’art. 5 – Proroga di termini in materia ambientale”, comma 2: 2. Il comma 1 dell'articolo 52 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, è sostituito dal seguente: "1. Fatto salvo quanto disposto dagli articoli 49 e 50, la parte seconda del presente decreto entra in vigore il 31 luglio 2007.". Il 29 gennaio 2008 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il D.Lgs. 16 gennaio 2004 n.4, in vigore a partire dal 13 febbraio 2008. Tale decreto individua “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D. Lgs. 3 aprile 2006 n.152. In particolare dall’entrata in vigore del decreto vengono abrogati gli artt. da 4 a 52 del D. Lgs. 152/2006, la parte II, e gli allegati da I a V della parte II vengono sostituiti.

2.3 Normativa regionale

Come accennato in premessa, la Regione Lombardia ha riformato il quadro normativo in materia di governo del territorio mediante l’approvazione della Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12 “Legge per il governo del territorio” (B.U.R.L. n. 11 del 16 marzo 2005, 1° s.o.) che ha recepito i contenuti della Direttiva Europea 2001/42/CE all’articolo 4; infatti, all’interno della legge, viene stabilito che ogni Documento di Piano di cui al Piano di Governo del Territorio e ogni sua variante debba essere sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Il Consiglio Regionale ha quindi emanato gli "Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi" approvati con D.C.R. 13 marzo 2007 – n. VIII / 351 . La Giunta Regionale ha infine disciplinato i procedimenti di VAS e verifica (modello procedurale generale e schemi specifici per i piani settoriali) con DGR n. VIII/6420 del 27 dicembre 2007 "Determinazione della procedura per la valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, LR n. 12/2005; DCR n. 351/2007)", successivamente integrata e in parte modificata dalla DGR n. VIII/7110 del 18 aprile 2008 . Di seguito si riporta una sintesi delle definizioni maggiormente significative presenti nella normativa di cui sopra ed una sintesi degli aspetti procedurali.

2.3.1 Definizioni

Soggetti interessati dal procedimento - autorità procedente - autorità competente per la vas - enti territorialmente interessati - soggetti competenti in materia ambientale - pubblico

Autorità procedente: La P.A. che attiva le procedure e che elabora il piano. Di seguito si riportano le attività svolte dall’autorità: - predispone l’atto formale iniziale d’intesa con l’autorità competente per la vas; - individua il percorso metodologico e procedurale; - definisce l’ambito di influenza del piano e la portata delle informazioni da includere nell’R.A. (Rapporto Ambientale); - predispone il documento di scoping, lo invia ai soggetti individuati nell’atto formale, lo presenta nella prima seduta della conferenza di valutazione; - convoca, d’intesa con l’autorità competente per la vas, i soggetti competenti alle conferenze di valutazione; - elabora il R.A.; - mette a disposizione la proposta di piano e il R.A. per la consultazione ai soggetti individuati nell’atto formale sia all’interno dei propri uffici che su web e lo pubblica su albo pretorio; - trasmette il DdP (Documento di Piano) e il R.A. ai soggetti competenti in materia ambientale ed agli enti territorialmente interessati al fine dell’espressione del parere (che deve pervenire entro 45 g); - trasmette una copia integrale della proposta di piano e del R.A. in contesti transfrontalieri (qualora presenti) al fine dell’espressione del parere (che deve pervenire entro 60 g); - da notizia dell’avvenuta messa a disposizione; - costruisce e progetta il sistema di monitoraggio; - adotta il DdP comprensivo di dichiarazione di sintesi; - revisiona gli elaborati di piano a seguito del parere motivato; - trasmette parere motivato, provvedimento di adozione e relativa documentazione in copia integrale ai soggetti interessati che hanno partecipato alla consultazione; - da informazione circa la decisione; - deposita nella segreteria comunale e su web gli atti del PGT per 30 g; - da comunicazione del deposito sul BUR e su un quotidiano o periodico locale;

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- da comunicazione del deposito ai soggetti competenti in materia ambientale ed agli enti territorialmente interessati; - deposita la sintesi non tecnica presso Provincia e Regione; - esamina e controdeduce le osservazioni; - formula il parere motivato e la dichiarazione di sintesi finale; - se vi sono osservazioni convoca un’ulteriore conferenza di valutazione ; - approva il piano e deposita gli atti presso la segreteria comunale e li invia per conoscenza a provincia e regione, li pubblica per estratto su web;

Autorità competente per la vas: Autorità che collabora con l’autorità procedente e con i soggetti competenti al fine di curare l’applicazione della direttiva. L’Autorità competente per la vas è individuata dall’autorità procedente con atto formale reso pubblico mediante inserzione su web. E’ individuata: 1. all’interno dell’ente tra coloro che hanno compiti di tutela e valorizzazione ambientale; 2. in un team interdisciplinare che comprende, oltre a coloro che hanno compiti di tutela e valorizzazione ambientale, il resp. del procedimento del DdP o altri aventi compiti di sovrintendere alla direzione generale dell’autorità procedente; 3. con incarico a contratto per alta specializzazione in ambito di tutela e valorizzazione ambientale;

Il suo compito principale è quello di esprimere il parere motivato, inoltre: - esamina e controdeduce le osservazioni; - formula il parere motivato e la dichiarazione di sintesi finale;

Collabora con l’autorità procedente a: - predisporre l’atto formale iniziale d’intesa ; - individuare il percorso metodologico e procedurale; - definire l’ambito di influenza del piano e la portata delle informazioni da includere nell’R.A.; - predisporre il documento di scoping; - elaborare il R.A.; - costruire e progettare il sistema di monitoraggio; - revisionare gli elaborati di piano a seguito del parere motivato;

Soggetti competenti in materia ambientale: Possono essere strutture pubbliche competenti in materia ambientale e della salute che possono essere interessati dagli effetti dell’applicazione del piano. Sono individuati dall’autorità procedente nell’atto di cui sopra e da invitare alla conferenza di valutazione. In base alla normativa sicuramente sono soggetti competenti: ARPA, ASL, enti gestori aree protette, direzione regionale per i BBCC BBPP della Lombardia. Si esprimono nell’ambito della conferenza di valutazione.

Enti territorialmente interessati: Enti da consultare obbligatoriamente. Sicuramente Regione, Provincia, comunità montane, comuni confinanti.

Pubblico: Persone fisiche o giuridiche e loro associazioni, organizzazioni o gruppi. Nell’atto di cui sopra l’autorità proponente individua i settori del pubblico interessati all’iter e definisce le modalità di informazione e partecipazione.

Conferenze di valutazione: Ambiti istruttori convocati al fine di: - acquisire elementi informativi volti a costruire un Quadro Conoscitivo (QC) condiviso; - acquisire i pareri dei soggetti competenti in materia ambientale del pubblico e degli enti limitrofi. E’ attivata dall’autorità procedente, d’intesa con l’autorità competente per la vas, convocando soggetti competenti in materia ambientale e enti territorialmente interessati. Le verifiche sono almeno due: 1. illustrazione del documento di scoping - acquisizione pareri , contributi ed osservazioni; 2. valutazione della proposta di piano e RA, esame delle osservazioni e dei pareri pervenuti. Se a seguito delle controdeduzioni è necessario aggiornare il DdP e/o l’RA si deve fare un’ulteriore conferenza di valutazione (ogni seduta è corredata da un verbale)

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Documento di scoping: Predisposto dall’autorità procedente, in collaborazione con l’autorità competente per la VAS, contiene: 1. schema percorso metodologico procedurale; 2. proposta dell’ambito di influenza del piano; 3. proposta della portata delle informazioni da includere nel RA; 4. verifica delle interferenze con i siti della rete Natura 2000.

Consultazione: Coinvolgimento dei soggetti competenti in materia ambientale, del pubblico e degli enti territorialmente interessati al fine di acquisire pareri sulla proposta di piano e sul RA prima dell’adozione

Partecipazione dei cittadini: E’ finalizzata a far emergere interessi e valori di tipo istituzionale e non, potenzialmente interessati alle ricadute delle decisioni.

Comunicazione ed informazione: La modalità di informazione e partecipazione del pubblico vengono definiti nell’atto di cui sopra

2.3.2 Fasi del Processo orientamento ed impostazioni 1. analisi preliminare di sostenibilità degli orientamenti si considerano i dati disponibili sul territorio, si identificano le criticità presenti e si verifica se gli orientamenti iniziali sono sostenibili ed in che misura possono dare risposta alle criticità. 2. avviso di avvio del procedimento da predisporre sulla base di facsimile presente su D.VIII/6420 del 2007 (E), da inserire su web e su albo pretorio. 3. atto formale reso pubblico mediante pubblicazione sul BUR + quotidiano locale che contiene: a. individuazione enti territorialmente interessati e soggetti competenti in materia ambientale da invitare alla conferenza di valutazione; b. modalità di convocazione della conferenza di valutazione (seduta introduttiva e finale) ; c. individuazione dei settori del pubblico interessati all’iter decisionale; d. definizione delle modalità di informazione e partecipazione del pubblico, di diffusione e pubblicizzazione delle informazioni organizzando e coordinando le iniziative; e. individuare la rilevanza degli effetti transfrontalieri.

Elaborazione e Redazione L’autorità procedente, in collaborazione con l’autorità competente per la vas, svolge le seguenti attività: 4. individuazione del percorso metodologico procedurale stabilendo le modalità di collaborazione, le forme di consultazione da attivare, i soggetti con competenze ambientali, il pubblico da consultare . 5. predisposizione del documento di scoping definizione dell’ambito di influenza del piano e definizione delle caratteristiche delle informazioni che devono essere fornite nel RA . 6. invio documento di scoping ai soggetti individuati nell’atto formale e presentato nella prima conferenza di valutazione in modo tale da raccogliere pareri, osservazioni e proposte. 7. prima seduta della conferenza di valutazione - consultazione sul documento di scoping; - raccolta pareri, osservazioni e proposte. 8. predisposizione del rapporto ambientale (da parte del proponente con la collaborazione dell’autorità competente per la vas) a. Elaborazione del rapporto ambientale - articolazione obiettivi generali; - scenario di riferimento; - coerenza esterna degli obiettivi; - alternative, obiettivi specifici, azioni; - coerenza interna tra obiettivi e azioni; - stima degli effetti delle alternative e selezione azioni di piano. b. sintesi non tecnica. 9. attività prima della conferenza di valutazione finale

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a. mettere a disposizione del pubblico presso gli uffici e su web la proposta di piano ed il RA e la sintesi non tecnica per 30 giorni b. L’autorità procedente da notizia dell’avvenuta messa a disposizione della pubblicazione su web (facsimile F presente su D.VIII/6420 del 2007) mediante pubblicazione su Albo Pretorio. c. L’autorità competente comunica ai soggetti competenti in materia ambientale ed agli enti territorialmente interessati la messa a disposizione su web d. L’autorità competente, in collaborazione con l’autorità procedente, invia la proposta di piano ed il RA ai soggetti competenti in materia ambientale ed enti territorialmente interessati al fine della predisposizione del parere e. espressione del parere entro 45 giorni dalla pubblicazione che deve essere inviato all’autorità competente per la VAS ed all’autorità procedente 10. conferenza di valutazione finale convocata dall’autorità procedente d’intesa con l’autorità competente per la VAS si chiude con un verbale

Consultazione, adozione ed approvazione 11. attività pre adozione a. acquisizione ed esame contributi delle consultazioni, osservazioni soggetti competenti in materia ambientale e pubblico b. espressione parere motivato su proposta piano ed RA. Contenuti: - qualità e congruenza scelte; - coerenza esterna interna; - efficacia del sistema di monitoraggio. Viene formulato dall’autorità competente per la VAS d’intesa con l’autorità procedente ed è il presupposto per l’approvazione. Devono essere acquisiti: - verbale conferenza di valutazione; - contributi delle consultazioni ; - osservazioni ed apporti del pubblico. c. eventuale revisione del piano in base alle prescrizioni, modifiche ed integrazioni richieste nel parere. 12. adozione a. predisposizione della dichiarazione di sintesi - illustrazione del processo decisionale seguito - esplicitazione di come sono state integrate le considerazioni ambientali nel piano e le risultanze delle consultazioni - illustrazione di obiettivi ambientali, effetti attesi, ragioni della scelta tra alternative, sistema di monitoraggio b. adozione del DdP e della dichiarazione di sintesi tenendo conto del parere motivato c. l’autorità procedente da informazione circa la decisione (facsimile presente su D.VIII/6420 del 2007) 13. attività post adozione a. trasmissione provvedimento di adozione e relativa documentazione in copia integrale ai soggetti interessati che hanno partecipato alla consultazione b. informazione circa la decisione (facsimile I presente su D.VIII/6420 del 2007) c. l’autorità procedente deposita nella segreteria comunale e pubblica su web per 30 giorni: - provvedimento di adozione, piano adottato, RA, sintesi non tecnica e parere motivato - dichiarazione di sintesi - sistema di monitoraggio d. l’autorità procedente deposita presso uffici della provincia e regione la sintesi non tecnica ed indica le sedi e l’indirizzo web presso cui può essere visionata la documentazione integrale e. l’autorità procedente comunica l’avvenuto deposito su BUR e su un quotidiano o periodico locale f. comunica l’avvenuto deposito ai soggetti competenti in materia ambientale ed agli enti territorialmente interessati ed indica le sedi e l’indirizzo web presso cui può essere visionata la documentazione integrale g. per la presentazione di osservazioni devono essere dati almeno 45 giorni dalla comunicazione dell’avvenuto deposito h. l’autorità procedente e l’autorità competente per la vas controdeducono i. l’autorità procedente procede all’aggiornamento del piano e del RA e dispone di un’ulteriore conferenza di valutazione j. conferenza di valutazione: formulazione del parere motivato (facsimile L presente su D.VIII/6420 del 2007 ) k. dichiarazione di sintesi finale (schema M presente su D.VIII/6420 del 2007) l. approvazione motivazione delle scelte e contiene la dichiarazione di sintesi finale

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m. deposito degli atti presso la segreteria comunale ed invio per conoscenza a regione e provincia, pubblicazione per estratto su web n. pubblicazione di avviso approvazione su BUR o. invio di tutti i documenti alla regione in formato digitale

Di seguito si riporta lo schema di percorso metodologico procedurale previsto dalla Delibera VIII / 6420 del 27.12.2007:

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3 NOTA METODOLOGICA

3.1 Premessa

In base alla normativa sopraccitata si riporta una breve sintesi della “filosofia della Valutazione Ambientale Strategica”. La piena integrazione della dimensione ambientale nella pianificazione implica un evidente cambiamento rispetto alla concezione derivata dalla applicazione della Valutazione di Impatto Ambientale dei progetti. Tale cambiamento consiste soprattutto nel fatto che l’integrazione della dimensione ambientale nel piano e la valutazione del suo livello di efficacia devono essere effettive a partire dalla fase di impostazione del piano fino alla sua attuazione e revisione. Ciò comporta che l'integrazione debba essere effettiva e continua e che si sviluppi durante tutte le quattro fasi principali del ciclo di vita di un piano: 1. Orientamento e impostazione 2. Elaborazione e redazione 3. Consultazione e adozione/approvazione 4. Attuazione, gestione e monitoraggio La figura seguente rappresenta la sequenza delle fasi di un processo di piano nel quale l'elaborazione dei contenuti di ciascuna fase è sistematicamente integrata con la Valutazione Ambientale.

Tale sequenza costituisce l'asse ordinatore del percorso di valutazione. Il filo che collega le analisi / elaborazioni del piano e le operazioni di Valutazione Ambientale appropriate, per ciascuna fase rappresenta la dialettica tra i due processi e la stretta integrazione necessaria all'orientamento verso la sostenibilità ambientale. Tale dialettica tra analisi e proposte del piano e Valutazione Ambientale deve essere reale: entrambe dovrebbero godere di pari autorevolezza e di comparabile capacità di determinazione. Sembra opportuno sottolineare tre elementi che caratterizzano lo schema: - la presenza di attività che tendenzialmente si sviluppano con continuità durante tutto l'iter di costruzione e approvazione del piano. Si tratta della costruzione della base di conoscenza e della partecipazione, intesa in senso ampio per comprendere istituzioni, soggetti con competenze e/o conoscenze specifiche nonché il pubblico e le sue organizzazioni; - la considerazione della fase di attuazione del piano come parte integrante del processo di pianificazione, in tal senso accompagnata da attività di monitoraggio e valutazione dei risultati;

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- la circolarità del processo di pianificazione, introdotta attraverso il monitoraggio dei risultati e la possibilità / necessità di rivedere il piano qualora tali risultati si discostino dagli obiettivi di sostenibilità che ne hanno giustificato l'approvazione. Qui di seguito si ripercorre la sequenza delle fasi e delle operazioni comprese in ciascuna fase mettendo in risalto il contenuto e il ruolo della Valutazione Ambientale.

3.2 Le fasi

3.2.1 Valutazione Ambientale nella fase di orientamento e impostazione

(Documento di Scoping) Al momento della definizione degli orientamenti del piano, il processo di Valutazione Ambientale interviene per valutare il grado di sostenibilità delle proposte che orientano inizialmente il nuovo processo di pianificazione. Questo primo esame porta a determinare la necessità o meno di sviluppare tutto il processo di Valutazione Ambientale (VAS). La decisione se sottoporre o meno il piano alla Valutazione Ambientale è regolata e definita giuridicamente. Nei casi per i quali sia necessaria una Verifica di esclusione (screening o assoggettabilità) al fine della eventuale esclusione del piano dalla Valutazione Ambientale, occorre comunque applicare, in forma semplificata, criteri e metodi di Valutazione Ambientale. Nel nostro specifico caso regionale, all’art. 4 comma 2 della L.U. n. 11/2005, è indicato che sono sottoposti a VAS i Documenti di Piano, non sarà quindi necessaria la procedura di screening o verifica di assoggettabilità così come definita nel D. Lgs. N. 4/2008. In tale fase inoltre si iniziano a raccogliere i dati disponibili sul territorio, si identificano le prime criticità e si verifica che gli orientamenti di piano siano coerenti con le criticità. Successivamente vengono identificati i soggetti competenti in materia ambientale, gli enti territorialmente interessati ed il pubblico. Gli aspetti prettamente procedurali sono stati riportati al cap. 2.3.2. In tale fase verrà predisposto un documento di scoping che dovrà essere sottoposto ai soggetti di cui sopra prima della convocazione della Conferenza di Valutazione, in modo tale da favorire il confronto e l’espressione dei pareri o proposte. In tale elaborato viene definito, in via preliminare, anche l’ambito di influenza del piano e la portata delle informazioni da includere nel R.A.

3.2.2 Valutazione Ambientale nella fase di elaborazione e redazione

(Rapporto Ambientale e Sintesi non tecnica) A seguito della prima conferenza di Valutazione verranno raccolti gli elementi emersi in fase di orientamento ed impostazioni. Il Documento di Scoping sarà il punto di partenza per la redazione del RA. L'avvio dell’elaborazione e redazione del piano è accompagnato da una fase di analisi ad ampio spettro sullo stato dell'ambiente e sul contesto programmatico (analisi di contesto). Il Quadro Conoscitivo sarà strutturato secondo le seguenti fasi: definizione dei tematismi, delle banche dati e delle serie storiche, al fine di individuare gli indicatori di stato e di pressione necessari alla valutazione di sostenibilità strategica; individuazione delle tendenze relativamente ai tematismi contenuti nelle matrici; La qualità dell’ambiente viene valutata a seconda dello stato dei diversi sottosistemi che lo compongono e del grado di utilizzo delle diverse risorse. In particolare la valutazione si baserà sullo stato dei seguenti fattori: la qualità dell’aria; la qualità dell’acqua; il consumo delle risorse idriche; la depurazione delle acque reflue; lo sfruttamento del suolo e del sottosuolo; la presenza di fonti di radiazioni; i consumi di energia; la produzione e il riciclo dei rifiuti urbani. Dalle analisi del contesto programmatico e ambientale e dalla assunzione dello scenario di riferimento, che ipotizza gli andamenti futuri in assenza del piano, derivano gli obiettivi ambientali generali, che devono essere integrati negli obiettivi generali del piano. Una volta definiti gli obiettivi generali del piano, la valutazione si concentra sull'analisi di coerenza esterna. Tale analisi garantisce l'armonizzazione degli obiettivi del piano con gli obiettivi di sostenibilità definiti dalle direttive, normative e dai piani sovraordinati. Partendo dagli obiettivi generali, dall'analisi di dettaglio del territorio e degli aspetti ambientali rilevanti è possibile articolare linee d'azione e obiettivi specifici del piano, definiti nello spazio e nel tempo. Fissati tali obiettivi e identificati i possibili interventi e linee d'azione, si attiva l'analisi degli effetti ambientali delle alternative di piano, ciascuna formata da strategie, azioni e misure diverse. Gli effetti ambientali di tali alternative sono confrontati con gli effetti ambientali dello scenario di riferimento in assenza di piano e il loro grado di sostenibilità è verificato attraverso analisi di sensibilità e di conflitto. Questa analisi permette la selezione dell'alternativa di piano più sostenibile. La definizione delle azioni e degli strumenti di intervento del piano si completa con l'analisi di coerenza interna, ovvero della coerenza tra obiettivi, strategie e azioni del piano, e la valutazione dei presumibili effetti ambientali del piano. La fase di elaborazione del piano termina con la redazione del Rapporto Ambientale , che deve registrare in maniera fedele e attendibile il modo nel quale si è sviluppato il processo di Valutazione Ambientale ed è stata selezionata, tra quelle possibili,

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l'alternativa di piano più sostenibile. Il Rapporto Ambientale comprende una “Sintesi non Tecnica ”, per favorire il coinvolgimento di un pubblico ampio. È essenziale che la strumentazione tecnico-metodologica del Rapporto Ambientale fornisca il quadro dello stato iniziale del sistema, così da permettere, nelle fasi di attuazione, la verifica del conseguimento degli obiettivi di sostenibilità fissati dal piano. La necessità di predisporre una relazione di sintesi non tecnica è definita all’interno dell’allegato I lettera j) della Direttiva 42/2001/CE, dell’allegato VI del D. Lgs. 152/2006 e dell’art. 13 del D. Lgs. 4/2008. Tale relazione riporta le informazioni presenti all’interno del Rapporto ambientale in forma sintetica. La relazione viene messa a disposizione in fase di consultazione assieme al Piano ed al Rapporto Ambientale.

3.2.3 Valutazione ambientale nella fase di consultazione-adozione

(la Dichiarazione di Sintesi) L'integrazione della dimensione ambientale nella fase di consultazione e adozione / approvazione è incentrata sulla consultazione delle autorità competenti e del pubblico riguardo alla proposta di piano e al relativo Rapporto Ambientale. I risultati di tale consultazione devono essere presi in considerazione prima della adozione / approvazione del piano. Di seguito l’autorità competente per la VAS d’intesa con l’autorità procedente deve esprimere un parere motivato che dovrà tener conto delle consultazioni. Di seguito con l’autorità procedente formula la dichiarazione di sintesi ed adotta il piano e la dichiarazione tenendo conto del parere motivato. L'amministrazione responsabile dovrà informare le autorità e i soggetti consultati in merito alle decisioni prese, mettendo a loro disposizione il piano approvato e la “Dichiarazione di Sintesi” nella quale si riassumono gli obiettivi e gli effetti ambientali attesi, si dà conto di come sono state considerate le osservazioni e i pareri ricevuti e si indicano le modalità del monitoraggio di tali effetti nella fase di attuazione del piano. La dichiarazione di sintesi è un documento che illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel Piano e come si è tenuto conto del rapporto ambientale, dei pareri espressi e dei risultati delle consultazioni avviate nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano alla luce delle alternative possibili (art. 6 comma 1 lettera b) della dir. 42/2001/CE). Tale elaborato ha la funzione di rendere ancor più trasparente il processo decisionale che ha portato alla formulazione finale del Piano.

3.2.4 L’attuazione e la gestione del piano

(Il Piano di Monitoraggio) Di norma lo sforzo di pianificazione si concentra sulle due fasi precedenti, ma, dal punto di vista ambientale, l'attuazione del piano è in realtà la fase più importante poiché proprio in questa fase si manifesta l'efficacia e l'utilità reale dello sforzo e del procedimento di Valutazione Ambientale utilizzato durante la elaborazione e l’adozione / approvazione del piano. In questa fase la Valutazione Ambientale si concentra nella gestione del programma di monitoraggio ambientale e nella valutazione periodica del conseguimento degli obiettivi di sostenibilità. Qualora gli effetti fossero sensibilmente diversi da quelli previsti, il monitoraggio dovrebbe consentire di provvedere ad azioni correttive e, se del caso, di procedere a una complessiva revisione del piano. Il monitoraggio ambientale dell’attuazione del piano è quindi di vitale importanza per una valutazione dei risultati pratici ottenuti, che permetta di non ripetere gli stessi errori nei nuovi piani.

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3.3 L’approccio proposto, gli elementi significativi e le informazioni da includere nel Rapporto Ambientale

3.3.1 Premessa

Di seguito si riportano gli elementi “salienti” della predisposizione del Rapporto Ambientale essendo i contenuti minimi definiti dalle normative esistenti e sinteticamente riportati precedentemente. Il presente paragrafo costituisce anche una prima indicazione delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale, che devono comprendere lo stato attuale e le tendenze delle diverse componenti analizzate, in modo da poter definire lo scenario di riferimento, sulla base del quale verranno condotte le valutazioni di sostenibilità delle scelte di piano.

3.3.2 Gli indicatori e la Metodologia di scelta

L’utilizzo degli indicatori come strumento a supporto della pianificazione territoriale ed urbanistica oltre che essere imposto dalla vigente normativa in materia, si dimostra necessario per operare una pianificazione attenta ed una programmazione futura del territorio che mirino a raggiungere gli ambiziosi ma non più irrinunciabili obiettivi della compatibilità e sostenibilità ambientale. Lo studio, la valutazione ed il monitoraggio sulle varie componenti ambientali identificate (aria, acqua, suolo, paesaggio, ecc.) viene effettuato attraverso l’uso degli stessi in quanto sono strumenti in grado di fornire informazioni in forma sintetica, di rendere visibile un certo trend evolutivo e soprattutto di rendere comprensibili alla popolazione fenomeni più complessi. Di fondamentale importanza è la proiettabilità futura del dato - indicatore, ovvero il suo aggiornamento futuro; ciò permette il monitoraggio del territorio ma soprattutto delle scelte operate.

E’ possibile sintetizzare le caratteristiche informative degli indicatori nei seguenti due punti: - Gli indicatori quantificano l’informazione in modo tale che il suo significato sia maggiormente comprensibile ed evidente; - Gli indicatori semplificano le informazioni relative a fenomeni più complessi, favorendo in tal modo la comunicazione ed il confronto. Un buon indicatore dovrebbe distinguersi per l'esistenza di alcune caratteristiche fondamentali, ossia dovrebbe essere: - una misura numerica e quantificabile; - significativo, cioè deve esprimere, in maniera quantitativa, qualcosa del sistema o della società che si vuole effettivamente conoscere; - comprensibile, cioè di facile lettura anche ai non esperti; - verificabile, cioè deve poter essere possibile la verifica dell'informazione che l'indicatore fornisce; - riproducibile, cioè basato su dati accessibili; - un indicatore, infine, deve mostrare le interrelazioni tra i settori economico, sociale ed ambientale della comunità e, come tale, deve essere regione-specifico.

Lo studio e la scelta dei dati di riferimento si può sintetizzare nelle fasi seguenti: 1) scelta di indicatori per la definizione dello stato zero del territorio (costruito sulla base delle matrici ambientali aria, acqua, suolo, sottosuolo, clima, flora, fauna, biodiversità, paesaggio, popolazione, salute, attività economiche, ecc); 2) scelta di indicatori atti a mettere in luce le criticità presenti nel territorio (costruiti accorpando più matrici ambientali); 3) scelta di indicatori per la valutazione delle alternative e della sostenibilità delle scelte di piano.

Tali indicatori saranno di tipo numerico, rappresentati sottoforma di tabelle o grafici e/o indicatori cartografabili all’interno del territorio comunale. Si può osservare che non vi è uno schema rigido e valido per tutti i contesti territoriali, ma dinamico, in funzione dell’ambito di studio e degli obiettivi ed azioni di piano.

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Il modello DPSIR L’organizzazione degli elementi conoscitivi per l’integrazione della conoscenza ambientale può impiegare come riferimento architetturale lo schema DPSIR (Driving forces, Pressures, States, Impact, Responses). Tale schema, sviluppato in ambito EEA ed adottato dall’ANPA per lo sviluppo del Sistema conoscitivo e dei controlli in campo ambientale , si basa su una struttura di relazioni causali di cui al seguente schema:

Le Determinanti (cause generatrici primarie di ogni possibile interazione, positiva o negativa) rappresentano le attività umane (economiche, produttive, ecc.) che originano fattori di pressione sull’ambiente. Le Pressioni (sull’ambiente) sono costituite dai fattori di pressione ovvero dagli effetti delle diverse attività antropiche sull’ambiente (emissioni, consumi, rifiuti, uso del suolo, ecc.); Lo Stato , rappresenta lo stato di qualità delle diverse componenti ambientali (qualità dell’aria, delle acque, del suolo, ecc.); Gli Impatti, ovvero le variazioni di stato, le alterazioni prodotte dai fattori di pressione sulla qualità delle diverse componenti (effetti sulla salute, perdita di biodiversità, congestione, ecc.); Le Risposte , sono le azioni che vengono intraprese per contrastare gli effetti generati dalle Determinanti, in modo da evitare/limitare la generazione delle pressioni; sono anche interventi di bonifica tesi a sanare situazioni ambientalmente insostenibili, così come misure di limitazione degli impatti. La società e l’economia infatti, di fronte a tali impatti reagiscono fornendo Risposte (politiche ambientali e settoriali, programmi e progetti, iniziative legislative e pianificazioni) basate sulla consapevolezza dei meccanismi che la determinano. Le risposte sono dirette sia alle cause immediate degli impatti (cambiamenti dello stato) sia alle loro cause più profonde, scatenanti, risalendo fino alle pressioni stesse ed ai fattori che le generano (determinanti). Le tipologie di indicatori secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) possono essere classificati in 4 semplici gruppi che pongono e rispondono alle seguenti questioni: • che cosa sta accadendo all’ambiente e agli uomini? (I. descrittivi) • è importante? (I. di performance) • stiamo migliorando? (I. di efficienza) • qual è l’andamento nel lungo periodo? (Indici sintetici olistici di benessere generale) Per l’individuazione dello scenario di riferimento la scelta della tipologia di indicatori dipende dai dati conoscitivi che si hanno a disposizione, dagli obiettivi che si intendono perseguire (azioni di piano – sostenibilità delle scelte di piano) e naturalmente dalla tipologia di territorio su cui si effettua l’analisi ambientale e dalle criticità che emergono. Una volta individuato lo scenario 0 e quindi la probabile evoluzione dell’ambiente senza la predisposizione del piano sarà infatti possibile mettere in luce con chiarezza (sulla base naturalmente dei dati a disposizione) le criticità ambientali allo stato attuale e futuri. Potranno quindi essere individuate delle possibili azioni ambientali recepibili dal piano stesso, scaturite dalla valutazione ambientale dei trend storici.

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La determinazione degli indicatori subisce un’evoluzione nel tempo in base alle evoluzioni del piano, all’emergere di nuove alternative di piano e di nuove informazioni. Infatti se per l’individuazione dello stato di salute “iniziale” del territorio e delle criticità saranno individuati specifici indicatori, in fase di confronto tra alternative e di scelta delle azioni di piano sostenibili l’evoluzione degli indicatori sarà certa. Anche il quadro conoscitivo si arricchisce nel tempo sia in base al contatto con gli enti detentori dei dati che in base alle possibili scelte di piano che richiedono la focalizzazione di aspetti ambientali. Ciò porta ad un’integrazione e modifica degli indicatori da prendere in considerazione. Per l’organizzazione degli elementi conoscitivi per l’integrazione della conoscenza ambientale si impiegherà come riferimento architetturale lo schema DPSIR. Per ogni componente ambientale verrà quindi realizzata una lista di indicatori che meglio possano descriverla e da cui scegliere uno o più indicatori utilizzabili nella valutazione del Piano. La scelta degli indicatori è in parte oggettiva ed in parte soggettiva: dipende innanzitutto dalla disponibilità dei dati recuperabili presso i diversi enti, associazioni, studi, ricerche, ecc. nonché elaborati direttamente dagli estensori della V.A.S.; ma anche dalla tipologia del territorio (collinare, pianeggiante, costiero, ecc.) sottoposto a Valutazione Strategica, che, a seconda del grado di complessità, potrebbe richiedere indicatori specifici.

3.3.3 L’analisi dello stato di salute del territorio – Il Quadro Conoscitivo (QC)

Il Quadro Conoscitivo sarà organizzato con l’intento di individuare il complesso delle criticità presenti nel territorio, per disporre di una base conoscitiva adeguata a informare correttamente le scelte di piano. In tal senso è in atto un’ intensa attività di raccolta dei dati disponibili, scontrandosi con oggettive complessità di reperimento, spesso a causa della scarsità di notizie oppure delle difficoltà di interazione con Enti terzi, nonché per la natura “innovativa” di alcune delle informazioni richieste. Con il Quadro Conoscitivo verrà redatta una relazione, che si connota quale sorta di Report sullo Stato dell’Ambiente dell’Ambito dei Sette Comuni. In seguito si riporteranno le sintesi di quanto derivato dal QC per quanto concerne le componenti ambientali e paesaggistiche. Alla fine di ciascuna componente verranno riportate tabelle che indicano oltre alla disponibilità dei dati, i trend evolutivi in assenza di interventi utilizzando le seguenti simbologie:

Dati - Stato attuale Tendenza situazione negativa tendenza verso progressivo miglioramento situazione stabile o incerta tendenza verso progressivo peggioramento ☺ situazione positiva tendenza costante nel tempo ? tendenza non chiaramente definibile

Di seguito si riportano le matrici che si ipotizza di analizzare:

Componenti ambientali abiotiche, biotiche e paesaggistiche - Aria - Clima - Acqua - Suolo e sottosuolo - Flora, fauna, biodiversità e paesaggio

Patrimonio culturale, architettonico, archeologico - Centri storici, nuclei rurali, edilizia sparsa - Beni etnoantropologici - Beni archeologici

Salute umana - Emissioni di rumore - Elettrodotti - Telefonia cellulare - Radon - Inquinamento luminoso - Rischio industriale - Calamità naturali

Popolazione - Demografia - occupati, addetti, unità locali

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Attività economiche

Beni materiali - Rifiuti - Energia - Mobilità - Abitazioni - Struttura insediativa

Sottoservizi

L’elaborato grafico Quadro di riferimento ambientale per le trasformazioni del territorio Si ritiene opportuno creare un elaborato grafico riassuntivo in cui vengano evidenziate le fonti di inquinamento principali e gli elementi di fragilità all’interno dei Comuni in analisi. Tale elaborato ha lo scopo specifico di dare una visione di insieme del territorio dal punto di vista ambientale in modo tale da essere un valido strumento in fase di scelta progettuale. Vengono analizzati “ambiente aria”, “ambiente acqua” ed “ambiente suolo e paesaggio” il cui significato specifico verrà descritto successivamente. All’interno di tali ambienti verranno evidenziati gli indicatori determinanti ovvero generatori di pressione (di cui si avranno informazioni sufficienti) e gli elementi di fragilità e vulnerabilità e di pregio / qualificazione ambientale. In tal modo, nella fase di elaborazione delle ipotesi progettuali, potrà essere verificato se le stesse possono essere un elemento di riqualificazione ambientale oppure di pressione – impatto ulteriore sull’ambiente che va a degradare ancor più una situazione “fragile” e che deve quindi essere oggetto di verifica trovando alternative possibili oppure adeguate mitigazioni. Si riportano di seguito le descrizioni dettagliate degli ambienti analizzati: a) Ambiente aria All’interno di questa sfera di indagine l’aria viene considerata come “veicolo” degli inquinamenti generati da determinate fonti di pressione. Si vogliono raggruppare le fonti di inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico anche per il fatto che alcune fonti sono causa di più tipologie di inquinamento. All’interno dell’elaborato verranno inserite, qualora disponibili, le attività produttive e gli elettrodotti con le aree di pertinenza, le stazioni radio base e gli allevamenti zootecnici per la loro elevata produzione di gas. La zonizzazione acustica è strettamente collegata con le attività umane (produttive, servizi trasportistici e residenziali) e deve essere riportata. L’inserimento cartografico di quanto descritto fornisce anche informazioni relative alla salubrità di un’area rispetto ad un’altra in riferimento alla salute umana. Gli elementi considerati naturalmente potranno variare in base ai dati a disposizione ed alle esigenze che emergeranno in corso di predisposizione del Piano. b) Ambiente acqua All’interno dell’elaborato si ipotizza di mettere in evidenza la distribuzione della rete di fognatura nonché gli impianti di depurazione e gli scarichi industriali, le strade provinciali esistenti e di progetto (qualora previste da piani sovraordinati) in quanto potenziali cause di inquinamento nel caso di sversamento di carburanti, olio ecc. Anche gli allevamenti zootecnici per la produzione di liquami e l’apporto di nitrati di origine agricola sono un elemento importante da individuare. L’aspetto dimensionale permette una classificazione in ordine di consistenza, in quanto ad una notevole dotazione di piccoli o piccolissimi allevamenti, da considerarsi quasi ad uso familiare, in genere si contrappongono strutture e imprese di considerevole valore numerico ed economico, nonché a decisa incidenza ambientale. In riferimento a quest’ultimo fattore si possono identificare gli allevamenti più rilevanti, che comprendono strutture potenzialmente intensive per dimensione e specie allevate; per la maggior parte si tratta di bovini da carne, da latte, di suini e di conigli. Il tipo di stabulazione, generalmente senza lettiera e le conseguenti modalità di stoccaggio li rendono particolarmente soggetti a interferenze con le componenti ambientali. In un’eventuale indagine sulle aziende agricole dovranno essere presi in considerazione, in quanto permettono di valutare in modo definito lo stato e le potenzialità del settore primario. Si ritiene opportuno inserire come informazione la vulnerabilità delle falde sotterranee o la permeabilità dei terreni, vista come elemento di fragilità del territorio nei confronti di eventuali emissioni di inquinanti. Infatti, la presenza in un’area di un terreno particolarmente vulnerabile e, ad esempio, di un’azienda a forte rischio di sversamento di liquidi inquinanti fa sì che l’area stessa sia ad elevato rischio di inquinamento del suolo e delle acque superficiali e sotterranee. Anche l’individuazione di pozzi, sorgenti e fontanili sarà importante ai fini della focalizzazione delle aree maggiormente sensibili e quindi da tutelare. Non verranno riportate le aree a rischio idraulico, qualora presenti, in quanto informazioni di tipo quantitativo mentre si vuole dare all’elaborato “ambiente acqua” un’impronta qualitativa. Anche in questo caso gli elementi considerati naturalmente potranno variare in base ai dati a disposizione ed alle esigenze che emergeranno in corso di predisposizione del Piano.

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c) Ambiente suolo e paesaggio All’interno di questo elaborato si vuole evidenziare la tipologia di suolo esistente nel territorio con particolare riferimento all’uso del suolo ed al paesaggio agrario per evidenziare eventuali aree di maggiore o minore pregio. All’interno dell’ambiente suolo verranno inseriti, qualora presenti e censiti, gli alberi da tutelare, le siepi e le aree boscate. Si vuole sottolineare che le siepi ed i corsi d’acqua possono essere visti come corridoi ecologici. Per finire verranno evidenziate eventuali cave attive e non attive e le discariche, viste come elemento di degrado, ville o edifici di pregio ed i percorsi ciclopedonali di valenza paesaggistica. Queste informazioni saranno importanti per la realizzazione delle scelte progettuali in quanto fanno luce sulla qualità del territorio dal punto di vista paesaggistico facilitando la visione critica, dal punto di vista ambientale, di una scelta progettuale rispetto ad un’altra. Anche in questo caso gli elementi considerati naturalmente potranno variare in base ai dati a disposizione ed alle esigenze che emergeranno in corso di predisposizione del Piano.

Tavola riassuntiva delle criticità Al fine di porre in evidenza le criticità ed emergenze ambientali presenti nel territorio dei Sette Comuni si costruirà anche una tavola di sintesi, dove tali criticità verranno rappresentate consentendo in questo modo una visione d’insieme di tutta l’area considerata. Mediante tale elaborato è possibile sottolineare le eventuali connessioni esistenti tra le diverse problematiche e la loro vicinanza alle aree di particolare pregio naturalistico presenti sul territorio o ai centri abitati, ponendo così in evidenza quelle parti del territorio urbanizzato maggiormente compromesse. Verranno riportati sulla carta gli ambiti di particolare pregio ambientale e paesaggistico. Verranno riportate le aree urbanizzate, quelle produttive e le attività produttive in zona impropria, qualora presenti, secondo il piano regolatore vigente, al fine di consentire un’analisi della strutturazione del territorio. Se saranno presenti aree - attività produttive prossime all’edificato, in fase di aggiornamento della classificazione acustica, sarà opportuno verificare attentamente l’esistenza di eventuali salti di classe. Quali elementi generatori di emissioni inquinanti potranno essere inseriti nella carta gli elettrodotti, le stazioni radio base, i siti inquinati, i nodi critici individuati sulla viabilità principale ed infine gli allevamenti intensivi con importante impatto sull’ambiente.

Conclusioni A seguito dell’analisi di indicatori numerici e cartografabili, predisposti come descritto precedentemente, verranno illustrate le principali caratteristiche di ciascuna componente ambientale descrivendone lo stato di fatto ed individuando le criticità rilevate nella fase di studio. Verranno scelti e descritti indicatori rappresentativi secondo il modello DPSIR, al fine di fornire un quadro completo dei fenomeni analizzati ed allo stesso tempo predisporre gli strumenti per la successiva analisi degli scenari. L’obiettivo è quello di fornire un quadro sintetico di quanto emerso dall’analisi delle componenti ambientali, evidenziando per ciascun sottosistema territoriale gli aspetti di potenzialità e le problematicità ad esso connesse.

3.3.4 Il contributo della Valutazione dello Stato “Zero” sulle scelte di Piano

Le scelte di Piano sono destinate e ordinate ad indurre, di natura, effetti di carattere urbanistico ed ambientale. Compito della Valutazione Ambientale Strategica è di esprimere un giudizio di compatibilità con le componenti naturali ed antropiche presenti, valutando tali effetti, conseguenti agli interventi sul territorio. Le strategie di intervento ipotizzabili, idonee al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento della qualità urbana ed ambientale, sono riferibili complessivamente, alla luce di quanto finora esposto, al superamento delle criticità evidenziate, al mantenimento di un livello di qualità della vita socialmente accettabile e alla garanzia di un futuro sostenibile. Il Piano si configura, in tale ottica, come strumento prioritario di governo territoriale e ambientale, potendo programmare e porre in attuazione specifici interventi sulle determinanti locali che denotano criticità. Va evidenziato, peraltro, come non si debbano considerare strumenti esaustivi, capaci di soddisfare tutte le necessità ed istanze emerse, in quanto le risposte, oltre che riferibili spesso a strumenti di rango sovraordinato, si devono ottenere da programmi e azioni ad elevata specificità, quali piani settoriali e programmi ad hoc. Compito imprescindibile del Piano, come detto, è l’evidenziazione delle necessità e la pianificazione di percorsi di risposta condivisi e sostenibili.

Confronto tra trasformazioni di piano e quadro di riferimento ambientale Le trasformazioni urbanistiche possono essere classificate come di seguito: • Espansioni residenziali; • Espansioni produttive; • Eventuali indicazioni sulle aree a servizi; • Viabilità di Progetto;

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• Piste ciclopedonali di progetto; • Corridoi ecologici; • Potenziamenti ambientali di progetto; • Individuazione e riconoscimento di aree di pregio ambientale in senso ampio da tutelare; • … Altro A partire dagli obiettivi di piano verranno ipotizzate più alternative per il raggiungimento degli stessi e le stesse verranno sovrapposte alla cartografia specifica che è stata descritta all’interno del capitolo 3.3.3. All’interno di una matrice, per ogni alternativa progettuale, verranno riportate le fragilità riscontrate nell’indagine in modo tale da scegliere l’alternativa “maggiormente sostenibile”. E’ da tenere conto che una trasformazione urbanistica, pur dando risposta alle necessità delle comunità, nella gran parte dei casi definisce un impatto sul territorio (ad. es. incremento del consumo di suolo, di produzione di reflui, rifiuti, di domanda di acqua potabile, energia, mobilità, ecc) per cui, una volta scelta l’alternativa di piano, sarà necessario comunque focalizzarne alcuni punti di attenzione visti come: 1) argomenti da tenere in considerazione per la stesura delle norme tecniche di attuazione; 2) focalizzazione delle norme a cui ci si deve attenere in fase attuativa del Piano; 3) momenti di spunto per la presa in considerazione di alternative di progetto; 4) focalizzazione degli elementi da tutelare. In base alle risultanze dovranno infine essere valutate eventuali misure di mitigazione o compensazione. Così come nel caso dello stato di fatto verrà predisposta una tavola di sintesi elaborata con le modalità espresse precedentemente. Oltre al peso attribuito agli indicatori già presenti nello stato di fatto, all’interno dell’elaborato verrà dato un peso anche alle trasformazioni di piano. Come descritto precedentemente oltre agli indicatori cartografabili, anche in questo caso verranno considerati anche indicatori di tipo numerico. Molto importanti al fine della sostenibilità del piano sarà il reperimento di dati relativi ai consumi ed alla produzione di rifiuti sia per abitante che per attività presenti sul territorio in modo tale da verificare se gli eventuali incrementi degli stessi siano o meno sostenibili da parte dei gestori dei servizi. Purtroppo tale tipo di informazione in genere non è facilmente reperibile.

3.4 Coerenza interna al piano L’analisi di coerenza interna consente di verificare l’esistenza di contraddizioni all’interno del Piano. Essa esamina la corrispondenza tra base conoscitiva, obiettivi generali e specifici, azioni di piano e indicatori. L'analisi di coerenza interna si occupa innanzi tutto di verificare la congruenza tra le strategie, le proposte di intervento del Piano e le caratteristiche del sistema ambientale-territoriale e socioeconomico derivanti dall'analisi del contesto. Si tratta di valutare la coerenza tra : - le componenti strutturali del Piano (derivanti dal quadro conoscitivo) e gli obiettivi generali del Piano (politiche); - tra gli obiettivi generali del Piano e gli strumenti approntati dal piano per il raggiungimento degli obiettivi (azioni, indirizzi/proposte di intervento, vincoli, condizioni). A tale proposito verrà creato uno schema in modo tale da avere la possibilità di confrontare azioni ed effetti tra di loro e per individuare subito eventuali conflitti. Stesso dicasi in riferimento agli elaborati grafici quadro di riferimento ambientale per la trasformazione del territorio che, attraverso la sovrapposizione tra elementi qualificanti del territorio, fragilità ed azioni di piano, permetterà di individuare con quali elementi del territorio il progetto andrà ad interferire in modo tale da verificare anche in questo caso l’esistenza di elementi di conflitto con l’ambiente.

3.5 Coerenza esterna al piano Una volta definiti gli obiettivi generali e specifici nonché le azioni del piano deve essere effettuata una valutazione di coerenza esterna. Tale analisi garantisce l’armonizzazione degli obiettivi del piano con gli obiettivi di sostenibilità definiti dalle direttive, normative e dai piani sovraordinati. Di seguito si riporta un’ipotesi di check – list con indicatori visti come verifica dell’aderenza o meno ai criteri di sostenibilità.

1. Minimizzazione dell’utilizzo delle risorse non rinnovabili: INDICATORE VERIFICA E’ stata protetta la qualità dei suoli? Sono state tutelate la salute umana ed il patrimonio agricolo forestale? Sono state incentivate le nuove fonti alternative? E’ stato promosso ed incentivato il risparmio energetico?

C:\Documents and Settings\Consiglio\Desktop\Documento di Scoping.doc 19 Piano di Governo del Territorio - Documento di Piano Documento di Scoping Comuni di Quistello, S.Benedetto Po, S.Giacomo Delle Segnate, Quingentole, Pieve Di Coriano, Villa Poma e Pegognaga 2009

2. Utilizzo risorse rinnovabili entro i limiti di rigenerazione: INDICATORE VERIFICA Sono stati promossi interventi di conservazione e recupero degli ecosistemi ? Sono state adeguate le infrastrutture fognarie e depurative alla nuova normativa sulle acque?

3. Utilizzo e gestione in maniera valida sotto il profilo ambientale di sostanze e rifiuti anche pericolosi o inquinanti INDICATORE VERIFICA Sono stati assicurati idonei processi di riutilizzo, riciclaggio, recupero e smaltimento dei rifiuti prodotti?

4. Miglioramento e preservazione della situazione della flora e fauna, degli habitat e dei paesaggi INDICATORE VERIFICA Sono stati promossi interventi di conservazione e recupero degli ecosistemi ? Sono stati identificati i siti potenzialmente contaminati, anche nelle aree di sviluppo industriale in attività? Sono state tutelate la salute umana ed il patrimonio agricolo forestale? E’ stata protetta la qualità degli ambiti individuati? E’ stato riqualificato e recuperato il paesaggio delle aree degradate?

5. Miglioramento e preservazione del suolo e delle risorse idriche INDICATORE VERIFICA Sono stati identificati i siti potenzialmente contaminati, anche nelle aree di sviluppo industriale in attività? Sono state adeguate le infrastrutture fognarie e depurative alla nuova normativa sulle acque? E’ stata garantita acqua potabile di buona qualità a tutta la popolazione? Sono state identificate le aree a rischio idrogeologico?

6. Miglioramento e preservazione del patrimonio storico culturale e miglioramento e preservazione della qualità dell’ambiente locale INDICATORE VERIFICA Sono state individuate e catalogate le invarianti del patrimonio paesaggistico e storico – culturale?

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3.6 Accorgimenti da adottare e misure di mitigazione e/o compensazione

Si riportano di seguito, a titolo esemplificativo, gli elementi su cui potranno essere valutati eventuali accorgimenti, misure di mitigazione e/compensazione che trovano risposta nello strumento normativo di piano:

I Nuove edificazioni residenziali in genere II Nuove edificazioni residenziali prossime ad attività produttive III presenza di pozzi, sorgenti e fontanili all'interno o vicino all’area edificata o trasformata IV presenza di antenne radio base vicine ad area trasformabile V presenza di siepi e/o filari interne all’area trasformabile VI presenza aree boscate, integre VII assenza rete fognatura sia nel caso di nuclei residenziali esistenti che da realizzare VIII presenza di corso d'acqua principale in prossimità di un’area trasformabile IX presenza fascia di rispetto elettrodotti X edificazione in aree a pericolosità idraulica XI individuazione da parte dell’amministrazione comunale di programmi di informazione ed incentivazione relativi alle seguenti argomentazioni: - bioedilizia; - risparmio energetico; - riciclaggio dei rifiuti; - tutela delle risorse naturali; - compensazione idraulica nell’ambito delle nuove espansioni edilizie; - particolari campagne per la sostenibilità del territorio individuate dall’amministrazione. (Questo indirizzo non rientrerà nel corpus normativo del piano ma è riconducibile alle attività di implementazione e gestione degli strumenti di pianificazione e pertanto dovrà essere oggetto di una specifica azione da parte della Pubblica Amministrazione) XII adeguata istruzione e sensibilizzazione dei cittadini in modo tale da evitare inutili sprechi della risorsa acqua, incentivare il riciclo dei rifiuti (Questo indirizzo non rientrerà nel corpus normativo del piano ma è riconducibile alle attività di implementazione e gestione degli strumenti di pianificazione e pertanto dovrà essere oggetto di una specifica azione da parte della Pubblica Amministrazione). XIII adeguata istruzione e sensibilizzazione dei proprietari delle aziende agricole e degli allevamenti in modo tale da creare una correlazione tra sostenibilità ambientale e produzione agricola. (Questo indirizzo non rientrerà nel corpus normativo del piano ma è riconducibile alle attività di implementazione e gestione degli strumenti di pianificazione e pertanto dovrà essere oggetto di una specifica azione da parte della Pubblica Amministrazione) XIV …altro

C:\Documents and Settings\Consiglio\Desktop\Documento di Scoping.doc 21 Piano di Governo del Territorio - Documento di Piano Documento di Scoping Comuni di Quistello, S.Benedetto Po, S.Giacomo Delle Segnate, Quingentole, Pieve Di Coriano, Villa Poma e Pegognaga 2009

3.7 Indicazioni in merito al monitoraggio di piano

Il processo di Valutazione ambientale prosegue nella fase di attuazione e gestione con il monitoraggio, che ha il compito di: - fornire informazioni necessarie per valutare gli effetti ambientali delle azioni di piano consentendo di verificare se esse sono effettivamente in grado di conseguire i traguardi di qualità ambientale che il piano si è posto; - permettere l’individuazione tempestiva di misure correttive qualora si rendessero necessarie. Esso dovrà avere riscontro nell’attività di reporting, che ha la funzione di conservare la memoria del piano. L’archivio dei rapporti ha anche la funzione di processo di apprendimento che avviene anche attraverso errori (di previsione, valutazione e scelta politica ecc). E’ opportuno fare una distinzione tra monitoraggio dello stato dell’ambiente e monitoraggio degli effetti di piano. Gli indicatori per il primo tipo di monitoraggio vengono definiti indicatori descrittivi mentre quelli necessari per il secondo tipo vengono definiti come prestazionali o di controllo. Il monitoraggio degli indicatori descrittivi in genere è di competenza di attività di tipo istituzionale in quanto utili anche per altri tipi di procedure. Esso quindi dovrebbe essere svolto da enti sovraordinati quali Arpa e Regioni. La responsabilità del monitoraggio degli indicatori prestazionali può essere affidata all’Amministrazione responsabile del piano. L’identificazione degli indicatori necessari per il monitoraggio deve essere accompagnata dalla costruzione del database delle informazioni georiferito. Allo stato attuale è stato realizzato un database georiferito contenente le informazioni specifiche che sono state necessarie per la fase di analisi del territorio e quelle relative al progetto di Piano.

I rapporti di monitoraggio rappresentano i documenti di pubblica consultazione che l'amministrazione responsabile deve emanare con una periodicità fissata in fase di definizione del sistema di monitoraggio. La struttura di tali rapporti deve essere organizzata al fine di rendere conto in modo chiaro: - degli indicatori selezionati nel nucleo con relativa periodicità di aggiornamento; - dell'area di monitoraggio associata a ciascun indicatore; - dello schema di monitoraggio adottato (disposizione dei punti, fonti dei dati, metodologie prescelte, riferimenti legislativi, ecc.) e della periodicità di acquisizione dei dati; - delle difficoltà/problematiche incontrate durante l'esecuzione del monitoraggio; - delle variazioni avvenute nei valori degli indicatori, con un'analisi accurata dei dati e l'interpretazione delle cause che hanno dato origine a un determinato fenomeno; - dei possibili interventi di modificazione del piano per limitarne gli eventuali effetti negativi; - delle procedure per il controllo di qualità adottate. La descrizione degli elementi sopra elencati deve consentire un’agevole comprensione di tutte le fasi del lavoro svolto; è inoltre essenziale che la parte relativa alle condizioni causa effetto risulti opportunamente documentata in modo da consentire l'analisi e la discussione sui risultati raggiunti.

Come indicazione di base, le verifiche saranno richieste in corrispondenza delle fasi più critiche del piano. Nel caso specifico del PGT dei Sette Comuni una prima fase di monitoraggio potrà essere prevista durante la redazione di Piani Urbanistici Attuativi : si potranno inserire nuovi indicatori e verificare se le previsione effettuate sulla base di stime dei consumi, della produzione dei rifiuti e reflui è stata corretta. Infatti lo studio delle trasformazioni del territorio, man mano che il livello di progettazione diviene più dettagliato, diviene più preciso e la valutazione di consumi e rifiuti diviene più corretta. Anche l’uso del suolo e l’interazione con elementi di pregio o ambiti di pregio individuati in fase di PGT potranno essere definiti con maggior dettaglio. E’ da tenere presente inoltre che l’applicazione della normativa è molto recente per cui è possibile effettuare delle stime relative alle pressioni sull’ambiente senza però avere a disposizione valori relativi allo stato dell’ambiente attuale specifici con i quali confrontarsi per cui l’indicatore stesso di incremento dei consumi risulta non significativo in quanto non confrontabile. Con il passare del tempo vi sarà la possibilità di avere a disposizione un maggior numero di indicatori di stato in modo tale da incrementare i parametri di valutazione, funzione che spetta al monitoraggio stesso. In fase esecutiva degli interventi si sarà in grado di definire con il dettaglio finale le pressioni sull’ambiente delle opere (edili, stradali ecc) per cui potrà essere aggiornato nuovamente il quadro dell’attuazione delle azioni di piano sul territorio e gli indicatori. In tale fase potranno essere stimate nel dettaglio le emissioni in atmosfera delle residenze (individuando caldaie ed impianti di condizionamento), l’incremento effettivo di abitanti e quindi le domande in riferimento alle reti tecnologiche ed ai servizi. In questa fase potranno inoltre essere valutati i parametri per effettuare nuove stime in modo più corretto.

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3.8 L’apporto partecipativo

3.8.1 Le finalità da perseguire

Il processo partecipativo all’interno del processo di redazione del Piano permette di creare una dinamica democratica e condivisa sulle scelte più generali di gestione del territorio e sulle politiche della città. La partecipazione è da considerarsi non solo come applicazione di una norma ma come opportunità di crescita di una coscienza e consapevolezza che contrasta la tendenza dei processi di pianificazione di scindere nettamente le conoscenze “scientifico-disciplinari” dei tecnici e degli amministratori dalla conoscenza diffusa degli abitanti che vivono e fruiscono il territorio. La finalità generale di innescare un processo partecipativo è infatti quello di aumentare il grado di consapevolezza dei cittadini sulle scelte di piano, a partire dai requisiti di fattibilità e di opportunità delle diverse alternative progettuali, cercando di allontanarsi dalla scala del singolo per avvicinarsi alle esigenze del bene pubblico. In particolare gli obiettivi più specifici possono essere schematizzati in quattro punti chiave:

1. rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini; 2. aumentare la responsabilità dei singoli nei confronti della cosa pubblica, sostituendo lo sterile atteggiamento passivo e di richiesta con quello costruttivo e propositivo; 3. aumentare il grado di consapevolezza da parte di tecnici, amministratori e cittadini sulle reali esigenze della città e del territorio; 4. attuare scelte il più possibile condivise dal contesto sociale.

A tal fine è importante creare contesti che mettano in relazione la società civile, le istituzioni/amministrazione e i tecnici in modo da far interagire e integrare le diversità di approccio al territorio, ai problemi e alle esigenze legate al vivere la città.

3.8.2 Metodologia di lavoro

Il metodo di lavoro è basato sull’intendere l’Amministrazione Pubblica non tanto come un soggetto decisionale quanto piuttosto un soggetto che dialoga continuamente e costruttivamente con la realtà locale, svolgendo anche ruolo di interazione e aggregazione sociale. Il percorso partecipativo si può sviluppare su due livelli. Da una parte il coinvolgimento e l’ascolto dei cittadini, sia come singoli che come gruppi di interesse o associazioni, per determinare un quadro dei “desiderata” delle persone che vivono il territorio. Dall’altra parte la consultazione di enti istituzionali e non, con l’obiettivo di intessere rapporti che possano sia far emergere problematiche legate alla gestione dei servizi che favorire lo scambio di materiali tra comune ed enti. Per il coinvolgimento degli enti si ipotizzano incontri tematici per area (ambientale, socio-culturale, …) alla partecipazione dei quali gli enti interessati verranno convocati tramite comunicazione scritta. Per quanto riguarda il livello di coinvolgimento dei cittadini, le fasi del processo di partecipazione sono schematizzabili in 3 step fondamentali: a) individuazione dei principali stakeholders da coinvolgere e loro aggregazione in gruppi di interesse; b) comunicazione e pubblicizzazione dell’avvio del processo partecipativo; c) ascolto e raccolta delle esigenze e dei suggerimenti espresse dagli abitanti.

3.8.3 Individuazione dei principali stakeholders da coinvolgere e loro aggregazione in gruppi di interesse

Per l’individuazione degli stakeholders si è partiti dalla classificazione in macroaree dei possibili soggetti da coinvolgere. Di seguito si riporta un possibile elenco dei soggetti da coinvolgere nel processo:

AREA ISTITUZIONALE 1) Comune di ; 2) Comune di Gonzaga; 3) Comune di ; 4) Comune di ; 5) Comune di Borgoforte; 6) Comune di ; 7) Comune di ; 8) Comune di ; 9) Comune do ; 10) Comune di Revere; 11) Comune di ; 12) Comune di ; 13) Comune di ;

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14) Comune di ; 15) Comune di ; 16) Provincia di Mantova; 17) Provincia di Modena; 18) Regione Lombardia; 19) Regione Emilia Romagna; 20) Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po; 21) Burana Leo Scoltenna Panaro; 22) Servizio Forestale Regionale di Mantova; 23) ASL di Mantova – distretto Socio Sanitario di Suzzara; 24) ASL di Mantova – distretto Socio Sanitario di ; 25) ATO della Provincia di Mantova; 26) Genio Civile; 27) Autorità di bacino del Fiume Po’; 28) Agenzia del territorio di Mantova; 29) ARPA di Mantova; 30) Sovrintendenza Beni Archeologici di Mantova; 31) Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Brescia, Cremona e Mantova; 32) Carabinieri; 33) Polizia Municipale; 34) Questura di Mantova; 35) Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Mantova; 36) Telecom; 37) Vodafone Omnitel; 38) Wind; 39) H3G; 40) Gestore rete gas; 41) Gestore acquedotto – fognatura; 42) Enel distribuzione; 43) Terna Spa; 44) Enel Divisione Infrastrutture e Reti; 45) Gestori strade; 46) Gestore Rifiuti; 47) Camera di Commercio

ORDINI E COLLEGI 48) Tecnici Progettisti; 49) Collegio dei Geometri di Mantova; 50) Collegio dei Periti Agrari di Mantova; 51) Ordine dei Chimici di Mantova; 52) Ordine degli Agronomi Forestali di Mantova; 53) Collegio dei Periti Industriali di Mantova; 54) Ordine degli Architetti di Mantova; 55) Ordine degli Ingegneri di Mantova; 56) Associazioni urbanistiche….

AREA AMBIENTALE - SOCIALE – CULTURALE 57) Legambiente; 58) WWF; 59) Lipu; 60) Italia Nostra; 61) AUSER; 62) Associazioni locali ambientali; 63) InformaGiovani; 64) Associazione Sportiva Pievese; 65) Canottieri Associazione Cormorano; 66) Gruppo Corale Harmonia Matildica; 67) Pro Loco di Pieve di Coriano; 68) Gruppo di protezione civile Intercomunale Eridano; 69) Associazione G.R.A.P.; 70) Fondazione Aiutiamoli a vivere;

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71) Teatrocosì; 72) C.a.i. Club Alpino Italiano; 73) Centro Sociale Quistellese; 74) Fondazione Giuseppe Gorni; 75) Scrl Cooperativa di Consumo La Quistellese; 76) Centro Sociale Quingentole; 77) Le fiabe assoc. culturale - sportiva – ricreativa; 78) Amici Della Basilica Onlus; 79) Associazione Astrofili mantovani; 80) Circolo Ricreativo Sangiacomese; 81) Associazione Aido; 82) Associazione Anspi; 83) Associazione Bocciofila; 84) Associazione Cacciatori; 85) Associazione Granatieri di Sardegna; 86) Associazione Gruppo Giovani; 87) Associazione Podistica; 88) Pro Loco di Villa Poma; 89) Associazione Sportiva; 90) Corale S.Michele Arcangelo; 91) …

AREA ECONOMICO COMMERCIALE 92) Unascom; 93) ENASARCO; 94) Enasco; 95) FIMAA; 96) FIAIP; 97) UNCI; 98) Usarci; 99) ACAI; 100) Artigianato…. 101) Associazione Proprietà Edilizia; 102) Confartigianato Associazione Artigiani….. 103) Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola Media Impresa; 104) INPS; 105) INAI; 106) A.A.R. Casa; 107) ANCE; 108) CGIL; 109) CISL; 110) UIL; 111) Confcommercio; 112) Federconsumatori; 113) Associazione Provinciale Allevatori; 114) Unione Generale Coltivatori; 115) Unione Provinciale degli Agricoltori; 116) Coldiretti MN; 117) Confagricoltura; 118) Associazione Produttori Ortofrutticoli; 119) Federazione Provinciale Coltivatori diretti; 120) Associazione Artigiani CNA… 121) Confesercenti… 122) Unindustria… 123) Associazione Costruttori Edili ed Affini…

Ai soggetti identificabili all’interno di queste aree si aggiungono i cittadini delle varie frazioni non rappresentanti di categorie o associazioni. In totale si svolgeranno una serie di incontri. Verrà predisposta una matrice secondo lo schema seguente:

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Data e luogo incontro Tipologia incontro Soggetti presenti Partecipanti

3.8.4 Comunicazione e pubblicizzazione dell’avvio del processo partecipativo

Per la comunicazione con i cittadini e con i diversi enti istituzionali e non, verranno utilizzati diversi strumenti tra i quali la spedizione di lettere di convocazione e l’apertura di una sezione specifica nel sito internet del Comune nel quale verranno messi a disposizione alcuni materiali relativi al Documento di Piano tra i quali il documento di scoping, la presentazione utilizzata negli incontri, il calendario degli incontri ed eventualmente un apposito forum all’interno del quale i cittadini possono esprimere opinioni, osservazioni, richieste e ogni suggerimento utile alla formazione del Piano.

3.8.5 Sintesi della fase di ascolto

Principali tematiche emerse In base alle tematiche emerse verrà effettuata una sintesi delle stesse

Confronto priorità/obiettivi di Piano e priorità espresse durante la fase di ascolto Al fine di coordinare il piano con le esigenze espresse nelle fasi di ascolto verrà predisposto un quadro sinottico che si ipotizza come il seguente:

Obiettivi di Piano Partecipazione

Sistema insediativo (residenza e servizi) e infrastrutturale

Sistema produttivo

Sistema del paesaggio agrario

Sistema ambientale (territorio e ambiente)

Altro…

La rispondenza del piano alle esigenze dei soggetti coinvolti fa sintesi della sostenibilità sociale del piano. Di quanto emerso nelle fasi di ascolto e delle osservazioni al Piano dovrà essere data evidenza anche nella dichiarazione di sintesi.

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4 ANALISI PRELIMINARE DELLO STATO DELL’AMBIENTE

Nel corso del presente capitolo verrà data una prima sintetica descrizione dello stato dell’ambiente del territorio di competenza, relativo ai Comuni di Quistello, S.Benedetto Po, S.Giacomo delle Segnate, Quingentole, Pieve di Coriano, Villa Poma e Pegognaga, evidenziando i temi di principale interesse, ai fini di individuare le prime criticità ed effettuare una preliminare valutazione degli orientamenti di piano.

4.1 Clima La Regione Lombardia è caratterizzata da un clima moderatamente continentale, con inverni piuttosto freddi ed estati relativamente lunghe e calde. Le precipitazioni hanno un regime sublitoraneo, con due massimi (primaverile ed autunnale) e due minimi (invernale ed estivo) nel corso dell’anno; in particolare nella regione alpina il massimo primaverile tende ad essere più tardo, fino ad estendersi all’estate. Altri elementi caratterizzanti sono la ventilazione scarsa, le nebbie autunnali e i frequenti temporali estivi. In relazione all’altitudine e alla collocazione rispetto alle Alpi, il clima comunque si differenzia in modo considerevole all’interno della regione. La provincia di Mantova, in cui sono compresi i Sette Comuni oggetto dell’analisi, si trova nella parte centrale della Pianura Padana, la quale presenta caratteristiche uniche dal punto di vista climatologico, determinate in gran parte dal fatto di essere circondata su tre lati (Nord, Ovest e Sud) da catene montuose che si estendono fino a quote elevate. Ciò determina un clima prettamente continentale, i cui tratti vengono talvolta attenuati per l'influenza del Mare Adriatico; inoltre la catena alpina ripara dalle correnti fredde provenienti dall'Europa settentrionale o dalle perturbazioni che provengono dall'atlantico settentrionale, anche se a volte fa da serbatoio di contenimento per le perturbazioni mediterranee. La circolazione dei venti è molto debole con calme frequenti (velocità dei venti inferiori a 0,5 m/s). La differenza di temperatura poi tra la superficie piana irrigua e la superficie collinare riscaldata dal sole verso sud, crea uno strato d’inversione termica che tende a bloccare verso l’alto i processi diffusivi dell’atmosfera nei bassi strati. Gli inquinanti gassosi, a causa di questa situazione, vengono rapidamente diffusi raggiungendo una concentrazione pressoché costante in tutto lo strato e quindi su tutta la provincia di Mantova. A fronte di quanto detto anche le temperature e l’umidità risultano abbastanza omogenee su tutto il territorio provinciale, sia nei mesi invernali sia in quelli estivi. Le precipitazioni, nella zona di interesse, si attestano su una media annua di 680 mm/anno, con precipitazioni più frequenti in primavera e autunno. Il clima locale è caratterizzato da un’eccedenza idrica invernale con un progressivo impoverimento della riserva d’acqua nel suolo che diventa deficit idrico tra l’ultima decade di giugno e la prima decade di agosto. ( fonte: Monitoraggio delle acque superficiali lungo il corso del Canale Fossalta – Studio Associato Phytosfera ).

Carta Regionale delle piogge (estratto) - Regione Lombardia – Direzione Generale Reti e Servizi di Pubblica Utilità

L’umidità relativa presenta valori prossimi all’85% in gennaio e di circa il 55% in luglio; nella stagione invernale l’abbassamento della temperatura rende facilmente satura l’aria determinando la formazione di nebbie persistenti. I giorni di nebbia autunnali e invernali assommano a circa 50. Le variazioni di temperatura sono più mitigate rispetto alle aree collinari: la falda freatica nelle aree pianeggianti può agire come tampone sulle temperature al suolo, soprattutto d’inverno, e contribuisce, inoltre, al mantenimento dell’elevata umidità atmosferica

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con la frequente stagnazione delle nebbie anche d’estate. Di conseguenza, vi sono durante l’anno le condizioni perché venga mantenuto il potenziale di evapotraspirazione con evidenti conseguenze sulla vegetazione.

4.2 Aria La Regione Lombardia ha promulgato la Legge regionale 11 dicembre 2006 - n. 24 "Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell'ambiente" , pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 50 del 13 dicembre 2006 – 1° Supplemento Ordinario. Tale legge detta le norme per ridurre le emissioni in atmosfera e per migliorare la qualità dell'aria ai fini della protezione della salute e dell'ambiente, oltre a prevedere forme di incentivi e programmazione di interventi volti alla riduzione progressiva dell'inquinamento. In applicazione dei principi contenuti nella Legge Regionale nº 24/2006 la Giunta Regionale della Lombardia ha emanato, nella seduta del 2 agosto 2007, una serie di provvedimenti volti al contenimento e alla prevenzione dell'inquinamento atmosferico, tra i quali la D.G.R. 5290/2007 , che prevede la suddivisione del territorio regionale in zone e agglomerati per l'attuazione delle misure finalizzate al conseguimento degli obiettivi di qualità dell'aria.

L’area comprendente il territorio dei Sette Comuni risulta classificata in Zona B - zona di pianura, caratterizzata da: - concentrazioni elevate di PM 10 , con maggiore componente secondaria; - alta densità di emissione di PM 10 e NO X , sebbene inferiore a quella della Zona A; - alta densità di emissione di NH 3 (di origine agricola e da allevamento); - situazione meteorologica avversa per la dispersione degli inquinanti (velocità del vento limitata, frequenti casi di inversione termica, lunghi periodi di stabilità atmosferica, caratterizzata da alta pressione); - densità abitativa intermedia, con elevata presenza di attività agricole e di allevamenti.

Le zone B pianura risultano equiparate dalla vigente normativa (D.G.R. 5290/2007) alla " Zone di Mantenimento " come definite dalla precedente Zonizzazione approvata con D.G.R .nº 6501 del 19/10/2001. Le Zone di Mantenimento sono definite come le parti del territorio in cui i valori degli inquinanti sono inferiori ai livelli limite e sono tali da non comportare il rischio di superamento degli stessi. In queste zone la Regione prevede che debbano essere adottati i piani di mantenimento previsti dal D. Lgs. 4 agosto 1999, n. 351, art 9, comma 2: ” Nelle zone e negli agglomerati di cui al comma 1, le regioni adottano un piano di mantenimento della qualità dell'aria al fine di conservare i livelli degli inquinanti al di sotto dei valori limite e si adoperano al fine di preservare la migliore qualità dell'aria ambiente compatibile con lo sviluppo sostenibile secondo le direttive emanate con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della sanita', sentita la Conferenza unificata ”.

Suddivisione del territorio regionale ai sensi del decreto legislativo 351/99 e della legge regionale 24/06 per l'attuazione delle misure finalizzate al conseguimento degli obiettivi di qualità dell'aria ambiente

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4.2.1 Monitoraggio

La valutazione della qualità dell’aria della zona di interesse viene effettuata attraverso i dati resi disponibili dalla Rete di rilevamento della Qualità dell’Aria regionale. Vengono di seguito considerati i dati relativi alle stazioni fisse: - di Pieve di Coriano, appartenente ad una rete di monitoraggio privata (di proprietà dell’ENEL e gestita da ARPA Lombardia), stazione di tipo di fondo posta in zona suburbana; - di Schivenoglia, appartenente ad una rete di monitoraggio privata, stazione di tipo di fondo posta in zona rurale. Il Comune di Schivenoglia non è oggetto del PGT, ma data la contiguità ai Sette Comuni in analisi si ritiene necessario considerarne i dati.

PIEVE DI CORIANO

SCHIVENOGLIA

Localizzazione delle postazioni di misura (estratto) – Arpa, Rapporto sulla qualità dell’aria di Mantova e Provincia (2007)

Per stazioni di fondo si intende un tipo di stazione che rileva il livello di inquinamento determinato dall’insieme delle sorgenti di emissione non localizzate nelle immediate vicinanze della stazione. I parametri analizzati dalle due stazioni sono:

Stazione Pieve di Coriano Schivenoglia Biossido di Zolfo (SO 2) X Ossidi di azoto (NO x e NO 2) X X Monossido di Carbonio (CO) X Ozono (O 3) X X Idrocarburi non metanici (NMHC) X PM 10 X PM 2,5 X

I dati relativi al 2007 per i singoli parametri sono: - le concentrazioni di SO 2 non hanno mai superato (0%) la soglia di allarme, né i valori limite per la protezione della salute umana (sia quello orario, sia quello sulle 24 ore) e neppure quello annuale ed invernale per la protezione degli ecosistemi; - le concentrazioni di NO 2 non hanno mai superato (0%) la soglia di allarme, né lo standard di qualità dell’aria (98° percentile), né il limite annuale ed il limite orario per la protezione della salute umana; per gli NO X è stato superato in entrambe le stazioni (così come per tutte le stazioni della Provincia di Mantova) il valore limite annuale per la protezione della vegetazione; - le concentrazioni di CO non hanno mai superato (0%) il valore limite sulle 8 ore per la protezione della salute umana; - per la concentrazione di O 3 in entrambe le stazioni non si è rilevato il superamento della soglia di allarme, mentre per la sola stazione di Schivenoglia si rilevano 7 superamenti della soglia di informazione; - la media annuale delle concentrazioni di Benzene non ha mai superato (0%) il valore obiettivo; - le concentrazioni di PM 10 hanno superato il limite sulle 24 ore per la protezione della salute umana. Il PM 2,5 viene monitorato ai sensi del D.M. 60/02, ma allo stato di fatto non è stato stabilito un limite di legge.

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4.2.2 Principali sorgenti emissive

Per la stima delle principali sorgenti emissive all’interno del territorio dei Comuni di Quistello, S.Benedetto Po, S.Giacomo delle Segnate, Quingentole, Pieve di Coriano e Villa Poma è stato utilizzato l’inventario regionale, denominato INEMAR (INventario EMissioni ARia). Nell’ambito di tale inventario la suddivisione delle sorgenti avviene per attività emissive: la classificazione utilizzata fa riferimento ai macrosettori relativi all’inventario delle emissioni in atmosfera dell’Agenzia Europea per l’Ambiente CORINAIR (COordination INformation AIR). • Combustione per produzione di energia e trasformazione dei combustibili; • Combustione non industriale; • Combustione nell'industria; • Processi produttivi; • Estrazione e distribuzione combustibili; • Uso di solventi; • Trasporto su strada; • Altre sorgenti mobili e macchinari; • Trattamento e smaltimento rifiuti; • Agricoltura; • Altre sorgenti e assorbimenti. Per ciascun macrosettore vengono presi in considerazione diversi inquinanti: sia quelli che fanno riferimento alla salute, sia quelli per i quali è posta particolare attenzione in quanto considerati gas ad effetto serra: • Biossido di Zolfo (SO 2); • Ossidi di Azoto (NO X); • Composti Organici Volatili non Metanici (NMCOV); • Metano (CH 4); • Monossido di Carbonio (CO); • Biossido di Carobonio (CO 2); • Ammoniaca (NH 3); • Protossido di Azoto (N 2O); • Polveri Totali Sospese (PTS) o polveri con diametro inferiore ai 10 µm (PM 10 ). In pratica l’inventario è una raccolta, realizzata secondo procedure e metodologie verificabili e aggiornabili, di informazioni e dati tecnologici, economici e territoriali, che permette di individuare le fonti di inquinamento, la loro localizzazione con disaggregazione provinciale e comunale, la quantità e la tipologia di inquinanti emessi. Il metodo ideale per la realizzazione di un inventario delle emissioni prevederebbe la quantificazione diretta, tramite misura, di tutte le emissioni dei diversi tipi di sorgente per l’area e il periodo di interesse. Tale approccio, definito “analitico”, è utilizzabile solo per alcune tipologie di inquinanti (es. biossido di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio, etc.) e di sorgenti, in genere grandi impianti industriali (es. centrali termoelettriche, inceneritori, cementifici etc.) le cui emissioni sono generalmente molto rilevanti e per questo controllate mediante sistemi di monitoraggio in continuo. I dati generati da questi sistemi, dopo opportuna elaborazione, forniscono l’emissione complessiva della sorgente. Invece per la maggior parte delle tipologie di sorgenti l’emissione viene stimata sulla base di un indicatore, che caratterizza l’attività della sorgente, e di un fattore di emissione, specifico del tipo di sorgente, di processo industriale e della tecnologia di depurazione adottata. Questo metodo si fonda sull’esistenza di una relazione lineare fra l’attività della sorgente e l’emissione che può essere ricondotta alla seguente equazione: Ei = A . FEi Dove: Ei = emissione dell’inquinante i (g/anno); A = indicatore dell’attività; FEi = fattore di emissione dell’inquinante i (g/ton di prodotto). La bontà di questa stima dipende dalla precisione dei fattori di emissione, che è tanto maggiore quanto più si scende nel dettaglio dei singoli processi produttivi, utilizzando specifici fattori di emissione caratteristici della tipologia impiantistica. Questo tipo di approccio viene utilizzato per la stima delle emissioni su aree molto vaste (es. regione), quando è necessario conoscere le emissioni generate da aree di minori dimensioni (es. provincia, comune) la stima viene ricavata dalle emissioni calcolate per l’area maggiore. L’operazione di disaggregazione viene effettuata sulla base di alcuni indicatori, chiamati “variabili proxy” o anche “variabili surrogate”, ritenuti in grado di rappresentare la distribuzione quantitativa delle diverse emissioni nel territorio. Esempi di variabili proxy per ottenere stime di emissioni locali sono il numero di abitanti del comune e quello della regione, oppure il rapporto tra la produzione locale e quella regionale per una specifica attività. Ne consegue che la valutazione a livello comunale del contributo emissivo delle varie sorgenti sarà tanto più rappresentativa della situazione reale quanto più la variabile proxy utilizzata è in grado di esprimere il peso relativo delle sorgenti locali. Pertanto i dati ottenibili da INEMAR per il dettaglio comunale rappresentano un’interessante base di conoscenza per affrontare il problema delle emissioni locali, ma potrebbero contenere alcune imprecisioni, che una lettura attenta di chi conosce la realtà locale può fare emergere. Di seguito si analizzano i principali inquinanti e le rispettive fonti emissive all’interno del Comuni di Quistello, S.Benedetto Po, S.Giacomo delle Segnate, Quingentole, Pieve di Coriano ,Villa Poma e Pegognaga.

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SO 2 SAN BENEDETTO SAN GIACOMO DELLE PEGOGNAGA PIEVE DI CORIANO QUINGENTOLE QUISTELLO VILLA POMA SETTORE PO SEGNATE t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % 1 ------2 2.67 16.5 0.40 52.0 0.31 31.7 2.21 29.4 2.42 34.9 0.53 26.3 1.62 0.5 3 11.43 70.6 0.19 25.0 0.30 30.1 4.08 54.2 2.72 39.2 1.00 49.9 310.88 99.3 4 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 5 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 6 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 7 0.80 4.9 0.04 4.9 0.07 7.2 0.20 2.7 0.53 7.6 0.10 5.1 0.11 0.0 8 1.28 7.9 0.14 18.1 0.30 31.0 1.03 13.7 1.27 18.3 0.38 18.8 0.32 0.1 9 - - 0.00 0.0 ------10 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 11 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 Tot. 16.18 100.0 0.77 100.0 0.98 100.0 7.53 100.0 6.94 100.0 2.01 100.0 312.93 100.0

CO SAN BENEDETTO SAN GIACOMO DELLE PEGOGNAGA PIEVE DI CORIANO QUINGENTOLE QUISTELLO VILLA POMA SETTORE PO SEGNATE t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % 1 ------2 104.44 27.4 31.04 58.1 36.07 50.2 93.02 39.8 117.46 35.0 49.78 50.1 59.49 51.0 3 12.99 3.4 1.68 3.2 1.20 1.7 8.40 3.6 4.93 1.5 2.56 2.6 7.16 6.1 4 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 5 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 6 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 7 217.19 57.0 15.50 29.0 23.51 32.7 93.47 40.0 166.91 49.7 33.36 33.6 38.44 32.9 8 45.53 12.0 5.10 9.6 10.94 15.2 36.68 15.7 45.84 13.7 13.43 13.5 11.47 9.8 9 - - 0.00 0.0 ------10 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 1.86 0.8 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 11 0.56 0.1 0.08 0.1 0.10 0.1 0.47 0.2 0.61 0.2 0.14 0.1 0.17 0.1 Tot. 380.71 100.0 53.40 100.0 71.82 100.0 233.91 100.0 335.75 100.0 99.28 100.0 116.73 100.0

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NO X SAN BENEDETTO SAN GIACOMO DELLE PEGOGNAGA PIEVE DI CORIANO QUINGENTOLE QUISTELLO VILLA POMA SETTORE PO SEGNATE t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % 1 ------2 16.24 5.1 3.44 12.2 3.73 8.7 15.67 9.6 17.25 7.6 5.06 8.3 6.19 2.3 3 65.57 20.5 8.36 29.7 5.93 13.9 40.79 25.0 23.83 10.5 12.52 20.5 218.66 81.9 4 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 5 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 6 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.01 0.0 7 145.02 45.3 6.03 21.4 10.44 24.5 31.61 19.4 91.41 40.5 15.72 25.7 18.51 6.9 8 90.73 28.3 9.92 35.2 21.61 50.6 72.96 44.7 90.10 39.9 26.70 43.6 22.67 8.5 9 - - 0.00 0.0 ------10 2.92 0.9 0.44 1.5 0.97 2.3 2.24 1.4 3.33 1.5 1.18 1.9 0.85 0.3 11 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 Tot. 320.49 100.0 28.18 100.0 42.68 100.0 163.28 100.0 225.92 100.0 61.18 100.0 266.89 100.0

PM 10 SAN BENEDETTO SAN GIACOMO DELLE PEGOGNAGA PIEVE DI CORIANO QUINGENTOLE QUISTELLO VILLA POMA SETTORE PO SEGNATE t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % 1 ------2 4.78 13.2 1.44 39.7 1.67 21.7 4.23 19.4 5.37 17.6 2.31 23.1 2.81 30.7 3 1.47 4.1 0.05 1.3 0.06 0.8 0.72 3.3 0.48 1.6 0.18 1.8 1.09 11.9 4 1.37 3.8 0.00 0.0 1.41 18.4 0.00 0.0 2.10 6.9 0.00 0.0 0.00 0.0 5 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 6 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 0.00 0.0 7 9.67 26.7 0.50 13.6 0.88 11.4 2.74 12.6 6.60 21.6 1.27 12.7 1.44 15.7 8 13.42 37.1 1.48 40.9 3.24 42.2 10.81 49.5 13.44 44.0 3.98 39.7 3.38 36.9 9 - - 0.00 0.0 ------10 5.12 14.1 0.11 3.1 0.37 4.8 3.04 13.9 2.19 7.2 2.18 21.8 0.32 3.5 11 0.36 1.0 0.05 1.3 0.06 0.8 0.30 1.4 0.39 1.3 0.09 0.9 0.11 1.2 Tot. 36.19 100.0 3.63 100.0 7.68 100.0 21.84 100.0 30.57 100.0 10.00 100.0 9.15 100.0

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cov SAN BENEDETTO SAN GIACOMO DELLE PEGOGNAGA PIEVE DI CORIANO QUINGENTOLE QUISTELLO VILLA POMA SETTORE PO SEGNATE t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % t/anno % 1 ------2 25.36 9.2 7.73 19.9 8.97 20.9 22.60 10.2 28.59 10.9 12.38 23.0 14.78 23.0 3 1.87 0.7 0.22 0.6 0.16 0.4 1.22 0.6 0.73 0.3 0.36 0.7 0.93 1.4 4 41.15 14.9 1.84 4.7 2.45 5.7 16.48 7.5 15.30 5.8 3.95 7.3 4.17 6.5 5 10.10 3.7 0.78 2.0 1.30 3.0 8.21 3.7 10.68 4.1 3.21 6.0 3.92 6.1 6 133.38 48.4 7.28 18.7 10.79 25.2 124.11 56.2 89.34 34.0 17.95 33.4 23.72 36.9 7 46.61 16.9 5.23 13.5 7.44 17.4 32.44 14.7 46.05 17.5 10.67 19.8 12.48 19.4 8 15.46 5.6 1.75 4.5 3.71 8.7 12.46 5.6 15.63 5.9 4.55 8.5 3.90 6.1 9 - - 0.00 0.0 ------10 1.59 0.6 0.04 0.1 0.14 0.3 0.93 0.4 0.84 0.3 0.63 1.2 0.14 0.2 11 0.32 0.1 14.00 36.0 7.90 18.4 2.22 1.0 55.94 21.3 0.12 0.2 0.17 0.3 Tot. 275.85 100.0 38.88 100.0 42.88 100.0 220.68 100.0 263.09 100.0 53.82 100.0 64.20 100.0

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Biossido di zolfo I dati forniti da INEMAR relativi all’Inventario 2005 evidenziano come la principali fonti emissive per il biossido di zolfo siano rappresentate dai Macrosettori: - combustione non industriale (Macrosettore 2); - combustione nell’industria (Macrosettore 3); - trasporto su strada (Macrosettore 7); - altre sorgenti mobili e macchinati (Macrosettore 8)

Monossido di carbonio e ossidi di azoto Le emissioni di monossido di carbonio nei Comuni in analisi sono dovute: - combustione non industriale (Macrosettore 2); - trasporto su strada (Macrosettore7); - altre sorgenti mobili e macchinari (Macrosettore 8). Le emissioni degli Ossidi di azoto dipendono dalle stesse sorgenti del monossido di carbonio, ed anche dalla combustione nell'industria.

Particolato fine Per quanto riguarda il particolato fine PM 10 il Macrosettore più rilevanti nei Sette Comuni, dal punto di vista delle emissioni, sono: - altre sorgenti mobili e macchinari (Macrosettore 8); - combustione non industriale (Macrosettore 2); - trasporto su strada” (Macrosettore 7); - agricoltura (Macrosettore 10). Le emissioni di Composti Organici Volatili, COV, dipendono prevalentemente da: - uso dei solventi (Macrosettore 6); - trasporto su strada (Macrosettore 7); - combustione non industriale (macrosettore 2).

4.3 Acqua

4.3.1 Acque superficiali

Il territorio costituito dai Sette Comuni in analisi è interamente compreso nel bacino idrografico del Fiume Po (area idrografica di riferimento - Po).

Tavola 1, Corpi idrici superficiali significativi e aree idrografiche di riferimento (estratto) – PTUA del 2006, Regione Lombardia

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L’analisi degli shape forniti dall’Autorità di Bacino del Po permette di definire i bacini di interesse come segue:

Bacino Sottobacino Sottosottobacino Ostiglia Ferrara Asta Po da confluenza Secchia in Po a incile del delta Asta Po Parma – Reggio – Oltrepò Asta Po a confluenza Adda in Po a confluenza Bacino del fiume mantovano Secchia in Po Po Burna – Po di Burna Burna Volano Secchia Basso Secchia Basso Secchia e Tresinaro

L’idrografia naturale dell’area in analisi è caratterizzata dal corso del Po e dalla presenza del Fiume Secchia, appartenente al reticolo idrografico principale (costituito dai corsi d’acqua di lunghezza superiore a 20 km).

Corsi d’acqua costituenti la rete idrografica principale – Relazione generale, Pai del Po (1999)

Il fiume Po nasce dal Monviso a quota 2.100 m s.m. Il bacino montano, di superficie modesta, termina poco a valle di Sanfront. Il corso del fiume si dirige dapprima verso nord, fino a Chivasso, dove converge a est fino a Casale Monferrato, per poi ripiegare a sud verso Valenza e infine nuovamente rivolgersi a est. Tra Moncalieri e Valenza l’alveo scorre ai piedi delle colline torinesi e del Monferrato, in ragione dei grandi accumuli alluvionali formati dagli affluenti di sinistra; a Isola S. Antonio (confluenza Tanaro) ha percorso circa 270 km; il bacino sotteso è di 25.320 km 2. Dalla confluenza del Tanaro all’incile del Po di Goro, per circa 375 km, l’asta fluviale ha una connotazione prevalentemente artificiale, con regime di deflusso influenzato dalle condizioni idrologiche e di sistemazione idraulica dell’insieme degli affluenti, oltre che dalle opere di difesa e di sistemazione direttamente realizzate sull’asta stessa. Nel primo tratto, tra il Tanaro e il Ticino, conserva ancora caratteri di tipo sostanzialmente torrentizio, con una pendenza di fondo dell’ordine di 0,35‰. La confluenza del Ticino comporta una trasformazione del regime del corso d’acqua in senso decisamente fluviale, in ragione dell’apporto idrico regolato, con un notevole contributo glaciale e assenza di trasporto solido; la pendenza media si riduce allo 0,18‰, per poi decrescere regolarmente e gradualmente verso valle fino a circa lo 0,14‰ all’altezza di Revere-Ostiglia (l’ambito in analisi ricade in questa zona). Le escursioni di livello superano in questo tratto i 10 m. Le arginature, continue su entrambe le sponde, hanno tracciato molto irregolare, risentendo della loro origine frammentaria, con distanze che vanno da meno di 1 a oltre 4 km. L’elevata distanza delle

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arginature maestre delimita lungo l’asta una grande area di laminazione (golene chiuse). Da valle di Revere-Ostiglia all’incile del Delta l’alveo diventa canalizzato tra le arginature, in alcuni tratti a distanze inferiori ai 500 m, e non riceve più apporti, a eccezione del Panaro. Sino alla fine del secolo scorso il sistema arginale a partire da Becca non era completamente chiuso e il Po, e più ancora i suoi affluenti, occupavano con le acque di piena la pianura circostante; il tratto terminale funzionava in sostanza più come scaricatore di un lago che non come un corso d’acqua naturale. La situazione attuale, con gli argini di Po circa completati e con l’estensione degli stessi a numerosi affluenti, costituisce, nonostante i numerosi interventi attuati, una condizione molto più critica e di delicata gestione.

Il fiume Secchia (170 km) nasce dall’Alpe di Succiso (2.017 m s.m.) e dal monte Acuto, presso il passo del Cerreto. Nella prima parte il corso montano ha un alveo molto ampio; successivamente si incassa e subisce successivi allargamenti e restringimenti fino allo sbocco in pianura (Sassuolo); l’andamento del corso d’acqua diventa meandrizzato fino alla confluenza in Po, a valle di quella del Mincio. È arginato a partire dall’attraversamento della via Emilia. Un parametro utile per caratterizzazione morfologica degli alvei dei corsi d’acqua principali è l’ alveotipo . L’evoluzione dell’alveotipo evidenzia la frazione percentuale del corso d’acqua che denuncia il mantenimento di una tipologia di alveo ovvero la sua trasformazione. Le analisi del PAI rivelano che nel corso di 5 anni il fiume Secchia ha subito una trasformazione significativa, pressoché totale, come la maggior parte degli affluenti di pianura. Allo stato di fatto il corso del fiume, nel territorio in analisi, si presenta prevalentemente meandriforme.

Caratteristiche attuali degli alveo tipi – Relazione generale, Pai del Po (1999)

Consistente è pure la dimensione del reticolo artificiale (bonifica e irrigazione), strettamente integrato e interagente con quello naturale. Il reticolo è costituito da un fitta rete idrografica artificiale, gestita dai consorzi di bonifica “Terre dei Gonzaga in Destra Po” e “Burana Leo Scoltenna Panaro”.

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Rete idrografica naturale ed artificiale (estratto) – Atlante geografico, Caratteristiche del Bacino del fiume Po e primo esame dell’impatto ambientale delle attività umane sulle risorse idriche, Autorità di Bacino del fiume Po, 2006

Lo stato qualitativo delle acque superficiali Lo stato qualitativo delle acque superficiali viene monitorato dall’ARPA mediante stazioni di monitoraggio dislocate sul territorio lungo i principali corsi idrici. Si riportano di seguito le analisi relative alle stazioni di monitoraggio poste sui fiumi Po è Secchia, interne hai comuni di Borgoforte, Sermide e Moglia. I Comuni di Borgoforte e Moglia confinano con l’ambito in analisi e vi si trovano a monte, Sermide vi è a valle. I dati si riferiscono ai campionamenti svolti nel 2006 e rielaborati per il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2007 della Provincia di Mantova.

Bacino Corso d’acqua Comune Localizzazione Stazione di monitoraggio LIM IBE SECA Fiume Po Borgoforte In corrispondenza del ponte della S.S.62 III 7 3 Asta del Po Fiume Po Sermide In corrispondenza dell'idrometro del ponte sulla S.P.34 bis III 6/7 3 Secchia Moglia In corrispondenza dell'idrometro di Bondanello III - -

Il LIM rappresenta il livello di inquinamento espresso dai macrodescrittori. Il livello III denota uno stato a criticità media. L’IBE, indice biotico esteso, valuta la qualità complessiva dell’ambiente acquatico. Un valore compreso nel range 6÷7 indica una classe di qualità III, cui appartengono gli ambienti in cui sono evidenti gli effetti dell’inquinamento. Il SECA definisce lo stato ambientale del corso d’acqua, integrando i dati relativi allo stato ecologico con i dati relativi alle concentrazioni dei principali macroinquinanti chimici. Il valore dell’indice pari a 3 denota una qualità del corso d’acqua sufficiente. Per quanto riguarda i corsi d’acqua in analisi, al momento non si dispone di dati relativi allo stato qualitativo delle loro acque nelle zone interne al territorio dei Sette Comuni.

4.3.2 Acque sotterranee

Nel Mantovano, la diffusione di sedimenti di diversa natura e permeabilità comporta differenti tipi di circolazione idrica nel sottosuolo. L’alta permeabilità dei terreni nell’area centro settentrionale e l’abbondanza di flussi idrici determinano la presenza di una considerevole circolazione idrica sotterranea; nella parte meridionale della provincia, dove i terreni sono decisamente più fini, la circolazione delle acque sotterranee è condizionata da livelli impermeabili che favoriscono la formazione di un acquifero multistrato, costituito da più falde acquifere sovrapposte, interdipendenti tra loro, e da falde in pressione. Il sottosuolo della Provincia di Mantova

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è caratterizzato dalla presenza di un acquifero complesso, multistrato, rappresentabile schematicamente in due falde principali: la prima, freatica, semiconfinata (nella parte settentrionale della provincia), la seconda, profonda, in pressione (nella parte meridionale).

La classificazione dello stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei della Regione Lombardia, ai sensi del D.Lgs.152/99, presenta quattro classi:

Classificazione dello stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei ai sensi del D.Lgs.152/99 – PTUA del 2006, Regione Lombardia

I corpi idrici sotterranei della Provincia di Mantova rientrano interamente nelle classi A (impatto antropico nullo e trascurabile) e C (impatto antropico significativo), come si evince dal Programma di Tutela e Uso delle Acque della Regione Lombardia del 2006. L’ambito in analisi ricade interamente in classe A.

Tavola 4 - PTUA del 2006; Regione Lombardia

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Il PTUA definisce i bacini idrogeologici di pianura, ed inserisce l’area di studio nel Bacino 5 Oglio – Mincio.

Bacino 5 Oglio – Mincio - All. 3, PTUA del 2006; Regione Lombardia

Il territorio dei Sette Comuni rientra nei settori 9 e 11. Il settore 9 , in cui ricade parzialmente il Comune di Pieve di Coriano, si ubica in corrispondenza della pianura, tra le quote 13 m s.l.m. a Nord e 54 m s.l.m. a Sud. Il limite occidentale è definito dal fiume Mincio, quello nord-orientale è costituito dal confine regionale, mentre quello meridionale in parte dal fiume Po ed in parte dai confini comunali di , Mantova e Bagnolo San .Vito. Il settore 11 , in cui sono compresi interamente i Comuni di Quingentole, Quistello, , San Giacomo delle Segnate, Villa Poma, Pegognaga e parzialmente il Comune di Pieve di Coriano, si ubica in corrispondenza dell’Oltrepo mantovano, tra le quote 20 m s.l.m. e 10 m s.l.m. Il limite occidentale è definito dal confine comunale di Suzzara, quello nord-orientale è costituito dal fiume Po, mentre quello meridionale dal confine regionale. Nel due settori, come si evince dalla tabella che segue, non si registra la presenza di situazioni critiche relativamente allo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei (ricadono in classe A 152 ).

Classificazione Settore Classificazione stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei prelievi-ricarica Class. Stato Settore Comune 1996 2003 quantitativo 152 per Pianificazione interventi settore Uso della risorsa non significativo ma insostenibile. È necessario attivare fin da subito il monitoraggio piezometrico (tendenza piezometrica 9 Ostiglia A A A all’innalzamento) e interventi mirati a riequilibrio della sostenibilità della risorsa idrica. Uso della risorsa significativo ma sostenibile. Se sono presenti strutture GONZAGA sotterranee è necessario pianificare fin da subito interventi atti a 11 Suzzara C A A proteggere le stesse e un’attività di monitoraggio volta al controllo del SAN GIACOMO livello piezometrico. DELLE SEGNATE

Estratto della Tabella riassuntiva della classificazione per il Bacino Oglio-Mincio – All. 3, PTUA del 2006; Regione Lombardia

Dal punto di vista qualitativo la classificazione delle acque sotterranee del PTUA, All.12, identifica per San Benedetto Po lo stato chimico 4, scadente, e per Quingentole e San Giacomo delle Segnate lo stato chimico 0, particolare, mentre per i restanti Comuni in analisi non vi sono indicazioni specifiche.

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Tavola 4 - PTUA del 2006; Regione Lombardia

Nel complesso per l’area di studio il PTUA segnala uno Stato Ambientale scadente,che denota una marcata compromissione delle risorse idriche sotterranee.

Tavola 4 - PTUA del 2006; Regione Lombardia

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4.4 Suolo e sottosuolo

4.4.1 Sistemi pedopaesaggistici

Il territorio della Provincia di Mantova è costituito per la maggior parte da aree pianeggianti tipiche della pianura padano veneta e da una piccola zona (circa il 4 %) di colline moreniche. Seppur pianeggiante il territorio presenta una buona varietà di ambienti, talvolta ricchi di valenze naturalistiche; i fattori che più hanno condizionato l’assetto del territorio attuale sono senz’altro l’azione delle acque fluviali e le opere di regimazione idraulica realizzate dall’uomo. Il territorio provinciale è stato suddiviso, secondo la metodologia ERSAL di ripartizione del pedopaesaggio, in sottosistemi. L’ambito dei Sette Comuni in analisi appartiene al SOTTOSISTEMA – VA – piane alluvionali inondabili con dinamica prevalentemente deposizionale, costituite da sedimenti recenti od attuali (Olocene recente o attuale) , cui appartengono le aree corrispondenti ai tratti terminali delle valli fluviali del Chiese, dell’Oglio e del Mincio, e l’ampia area dell’Oltrepo Mantovano. Quest’ultima comprende quella porzione della provincia posta alla destra del fiume Po e un’ampia porzione alla sua sinistra posta in corrispondenza dei Comuni di Viadana e . L'origine di questa parte di pianura, dal punto di vista geologico, è recente e riferibile, in termini cronologici, all'Olocene (Quaternario recente), periodo durante il quale il Po e i suoi affluenti alpini e appenninici depositarono la maggior parte dei depositi alluvionali, sono infatti riconoscibili i depositi alluvionali Olocenici (siltitici ed argillosi con livelli di sabbie fini) trasportati dal Po e dai suoi affluenti alpini (Mincio) e appenninici (Secchia).

Ambito Sette Comuni

Caratteristiche geomorfologiche – SIT Regione Lombardia

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La classificazione dei suoli fornita dal Sistema Informativo Territoriale della Regione Lombardia definisce le Unità Tipologiche di Suolo (UTS), classificate in base al WRB (FAO, 1998): ognuna di esse può comparire in più Paesaggi e può essere associata ad altre unità tipologiche in percentuali differenti.

La pedologia dell’area è caratterizzata, così come evidenziato dall’immagine che segue, dalla presenza di: • RG – Regosols, suoli caratterizzati da un basso grado di evoluzione, eccessivamente sabbiosi o grossolani e privi di materiali fluvici; • CM – Cambisols, suoli mediamente evoluti, nei quali si è avuta alterazione in posto dei costituenti minerali del suolo, senza movimento interno, con moderata liberazione idrolitica del ferro dai silicati e ricombinazione con argilla e humus. Sono provvisti di un orizzonte diagnostico (cambico) di colore bruno e con struttura ben espressa; • FL – Fluvisols, suoli delle valli fluviali; • VR – Vertisols, suoli argillosi della pianura a sud del Po; • CL – Calcisols, suoli bruni calcici della pianura

Ambito Sette Comuni

Sistemi pedopaesaggistici – SIT Regione Lombardia

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4.4.2 Litologia

La litologia dell’area è caratterizzata per lo più da depositi quaternari continentali (Olocene–Pleistocene) di origine fluviale e alluvionale. Le caratteristiche dei depositi superficiali risentono pertanto del modello deposizionale che li ha generati. La bassa pianura mantovana è costituita in profondità da enormi depositi argillosi più o meno puri, alternati a livelli di sabbie grossolane. La litologia dei depositi superficiali, strettamente connessa alla capacità di trasporto dei corsi d'acqua attuali (Po e Secchia), varia dalla argille più o meno pure alle sabbie fini e medie, così come si evince dall’immagine che segue.

Ambito Sette Comuni

Classificazione litologica – SIT Regione Lombardia

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4.4.3 Capacità protettiva nei confronti delle acque superficiali e profonde

Il suolo protegge l'ambiente, il sistema delle acque profonde e superficiali e le catene alimentari dall'inquinamento, agendo da filtro e da tampone e favorendo le trasformazioni biochimiche. La capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque superficiali esprime la capacità dei suoli di controllare il trasporto di inquinanti con le acque di scorrimento superficiale in direzione delle risorse idriche di superficie. Nelle aree di pianura non alluvionabili, dove la pendenza è molto modesta o addirittura inesistente, la capacità protettiva nei confronti delle acque superficiali è comunque prevalentemente correlata al tipo idrologico dei suoli, che è una espressione sintetica delle modalità e dei tempi di deflusso delle acque di origine meteorica o irrigua. Nell’area in analisi la capacità protettiva risulta per lo più moderata.

Ambito Sette Comuni

Capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque superficiali – SIT Regione Lombardia

La capacità protettiva dei suoli per le acque profonde esprime la capacità dei suoli di controllare il trasporto di inquinanti idrosolubili in profondità con le acque di percolazione in direzione delle risorse idriche. Molto spesso il comportamento idrologico dei suoli è tale che a capacità protettive elevate nei confronti delle acque superficiali corrispondono capacità protettive nei confronti delle acque

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profonde minori e viceversa. Infatti, solo suoli profondi, a granulometria equilibrata, che presentano orizzonti relativamente poco permeabili intorno al metro di profondità, a giacitura pianeggiante hanno contemporaneamente una buona capacità di accettazione delle acque meteoriche ed irrigue e una bassa infiltrabilità profonda. Nell’area del Basso Mantovano prevalgono le superfici a Capacità Protettiva Elevata, nell’ambito dei Sette Comuni fanno eccezione le aree golenali dei fiumi Po e Secchia ed i dossi fluviali della piana alluvionale, dove la capacità protettiva risulta rispettivamente bassa e moderata.

Ambito Sette Comuni

Capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque sotterranee – SIT Regione Lombardia

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4.4.4 Attitudine spandimento fanghi e reflui

I fanghi di depurazione urbana rappresentano il prodotto residuo estratto dai bacini di sedimentazione degli impianti che trattano acque reflue provenienti da insediamenti civili e ad essi assimilabili. Il riutilizzo dei fanghi in agricoltura, se correttamente attuato come pratica di recupero del valore fertilizzante, sia in termini di concimazione che di ammendamento del terreno, consente di alleggerire i problemi ambientali e gli oneri dello smaltimento in discariche controllate, ottenendo nel contempo un risparmio nell'uso di concimi di sintesi. . I parametri utilizzati per l’analisi dell’ attitudine allo spandimento dei fanghi di depurazione urbana sono: • pH in acqua: influenza la mobilità dei metalli pesanti nel suolo, crescente al decrescere del pH. (media ponderata 1°m); • C.S.C.: influenza la capacità delle particelle del suolo di adsorbire composti potenzialmente inquinanti. (orizzonte superficiale); • granulometria: condiziona la permeabiltà e il drenaggio del suolo e quindi la velocità di percolazione in profondità degli inquinanti; • profondità della falda: la presenza della falda entro i primi 100 cm indagati, aumenta i rischi di inquinamento della stessa, soprattutto se il suolo è costituito da materiali tendenzialmente grossolani; • drenaggio: Il drenaggio esprime la rapidità con cui l'acqua non trattenuta è rimossa dal suolo, per percolazione profonda, scorrimento superficiale o ipodermico. Esso è correlato alla frequenza e durata dello stato di saturazione anche parziale di un suolo, che dipende da proprietà intrinseche al profilo, come porosità, permeabilità, drenaggio interno, e dall'entità e distribuzione annuale delle precipitazioni, dalla presenza e durata del manto nevoso o di eventuali strati ghiacciati, dalla durata del periodo di disgelo, dalle caratteristiche geometriche del polypedon intese come configurazione superficiale e pendenza, dalla presenza di falda e dalla posizione del suolo nel paesaggio; • inondabilità: costituisce un pericolo d'inquinamento diretto del corso d'acqua. Si considerano esenti da limitazione soltanto i suoli con rischio di inondazione assente; • pendenza: è responsabile del ruscellamento superficiale che si verifica quando lo spandimento precede una pioggia o l'irrigazione. L’ambito in analisi si presenta adatto allo spandimento, a meno delle zone golenali.

Ambito Sette Comuni

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Attitudine spandimento fanghi di depurazione urbana - SIT Regione Lombardia

I liquami prodotti in zootecnia vengono di norma sparsi sui terreni aziendali per risolvere il problema della collocazione e contemporaneamente ridurre i costi di gestione risparmiando nei quantitativi di concimi chimici da somministrare alle colture. Questa pratica, quando non sia però condotta con i dovuti accorgimenti, può risultare dannosa sia per le acque di superficie che di profondità. Il problema è rappresentato soprattutto dall'azoto, che è contenuto in forma ammoniacale nei liquami freschi, ma che viene rapidamente trasformato in forma nitrica dalla flora batterica del suolo. I parametri utilizzati per l’analisi dell’ attitudine allo spandimento agronomico dei liquami sono: • inondabilità: costituisce un pericolo d'inquinamento diretto del corso d'acqua; • pendenza media: è responsabile del ruscellamento superficiale che si verifica quando lo spandimento precede una pioggia o l'irrigazione; • profondità della falda: la presenza della falda entro i primi 100 cm indagati, aumenta i rischi di inquinamento della stessa, soprattutto se il suolo è costituito da materiali tendenzialmente grossolani; • permeabilità: condiziona la percolazione. suoli con permeabilità bassa contrastano efficacemente il passaggio in profondità degli inquinanti; • gruppo idrologico: è una valutazione sintetica del comportamento idrologico del suolo, in particolare della tendenza potenziale ad ostacolare la penetrazione delle acque nel suolo e originare scorrimenti (=runoff) in superficie; • granulometria: condiziona la permeabiltà e il drenaggio del suolo e quindi la velocità di percolazione in profondità degli inquinanti. A seconda del grado di attitudine del suolo, può essere consigliata la distribuzione di quantitativi diversi di liquame o l'adozione di crescenti attenzioni nella loro gestione. Il suolo dell’ambito oggetto di studio risulta adatto allo spandimento dei liquami, con moderate o lievi limitazioni.

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Ambito Sette Comuni

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Attitudine spandimento reflui zootecnici – SIT Regione Lombardia

4.4.5 Valore naturalistico

L’interpretazione del valore naturalistico propone una valutazione dell'interesse scientifico e della singolarità che le risorse pedologiche regionali manifestano dal punto di vista naturalistico, o perché i suoli sono testimonianze viventi delle intense relazioni tra pedosfera e sistema delle acque (suoli a regime aquico), che hanno avuto una importanza determinante nell'evoluzione degli ecosistemi e dello stesso paesaggio della pianura padana, o perché conservano tesori paleogeografici e paleoclimatici (paleosuoli delle superfici del pleistocene medio-superiore), divenendo così parte dell'eredità culturale dell'umanità, o perché sono caratterizzati da processi pedogenetici tipici di ambienti di formazione particolari. L'interpretazione del valore naturalistico dei suoli può costituire un riferimento utile per caratterizzare in modo più completo i beni ambientali, integrando conoscenze pedologiche con conoscenze geomorfologiche, naturalistiche, floristiche, paesaggistiche, geografiche, e per proporre strategie comuni per la loro valorizzazione e fruizione. L’ambito in esame presenta valore naturalistico prevalentemente basso, a meno di alcune zone in cui ha valore moderato.

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Ambito Sette Comuni

Valore Naturalistico – SIT Regione Lombardia

4.4.6 Cave attive e dismesse

Dal Catasto Regionale delle Cave della Regione Lombardia risulta che nel territorio dei Comuni in esame è presente un'unica cava attiva, nel Comune di San Benedetto Po. Si tratta di una cava a cielo aperto, delle tipologia fossa a secco, da cui sono estratte sabbie silicee. La tabella che segue riporta i dati ottenuti dal GeoPortale della Regione Lombardia (dati aggiornati al 11 marzo 2008).

Stato Provincia Comune Località Denominazione Sigla Cessata Mantova PEGOGNAGA Falconiera Falconiera R/a/0413/MN Cessata Mantova PEGOGNAGA Zara Salvatini R/g/0186/MN Cessata Mantova PEGOGNAGA Falconiera A Valle Falconiera 1 R/a/0178/MN Cessata Mantova PEGOGNAGA Falconiera A Valle Falconiera 2 R/a/0179/MN Cessata Mantova PEGOGNAGA San Lorenzo Edilfer R/a/0180/MN Cessata Mantova PEGOGNAGA San Lorenzo Edilfer 2 R/a/0181/MN Cessata Mantova PEGOGNAGA Caminaccio Caminaccio R/a/0182/MN Cessata Mantova PEGOGNAGA Polesine Sabbione R/g/0183/MN Cessata Mantova PEGOGNAGA Prato Gelmino Leona A R/a/0185/MN Cessata Mantova PEGOGNAGA Zara Fenilazzo R/g/0187/MN

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Cessata Mantova PEGOGNAGA I Bugni Bugni R/a/0184/MN Cessata Mantova PIEVE DI CORIANO Pieve Di Coriano Fornace R/g/0419/MN Cessata Mantova PIEVE DI CORIANO Pieve Di Coriano Restara Vecchia R/g/0468/MN Cessata Mantova SAN BENEDETTO PO Portiolo Beltrama R/a/0215/MN Cessata Mantova SAN BENEDETTO PO Mezzanella Corte Bersaglio 1 R/a/0216/MN Cessata Mantova SAN BENEDETTO PO Mezzanella Corte Bersaglio 2 R/a/0217/MN Cessata Mantova SAN BENEDETTO PO Mezzanella Corte Bersaglio 3 R/a/0218/MN Cessata Mantova SAN BENEDETTO PO Portiolo Macalle R/g/0290/MN Cessata Mantova SAN BENEDETTO PO Bugno Martino Laghetti R/a/0292/MN Cessata Mantova SAN BENEDETTO PO Portiolo Bugno R/a/0214/MN Cessata Mantova SAN BENEDETTO PO Corte Prada Corte Prada R0642/g/MN Attiva Mantova SAN BENEDETTO PO Montecucco Fondo Forattini CE0654/MN Cessata Mantova SAN GIACOMO DELLE SEGNATE Malcantone Malcantone 1 R/a/0219/MN Cessata Mantova SAN GIACOMO DELLE SEGNATE Malcantone Malcantone 2 R/a/0220/MN Cessata Mantova SAN GIACOMO DELLE SEGNATE Malcantone Malcantone 3 R/a/0221/MN

Dalle analisi del PTCP della Provincia di Mantova si riscontra, inoltre, la presenza di un’ulteriore cava attiva in località Foce Secchia (Comune di San Benedetto Po) denominata Fondo Boscone – Quiste.

4.5 Rischio naturale e industriale 4.5.1 Rischio idrogeologico e idraulico

Nel PAI dell’Autorità di Bacino del Fiume Po è stata effettuata la quantificazione del rischio, assumendo come unità territoriali di analisi e rappresentazione i territori comunali. I Comuni di Quistello, San Benedetto Po, San Giacomo delle Segnate, Quingentole, Villa Poma, Pieve di Coriano e Pegognaga rientrano nell’ambito di applicazione del PAI del Po, come si evince dall’estratto della tavola del “Rischio Idraulico ed Idrogeologico” che segue.

Tav. 6 – II, Rischio Idraulico ed Idrogeologico – Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI)

Considerando i parametri socio-economici (a carattere diffuso: popolazione residente, concentrazione edilizia e industriale, densità delle infrastrutture viarie, frequenza e quantità di presenze turistiche, intensità di utilizzazione agricola, carico zootecnico; a carattere

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puntuale: impianti per la produzione dell'energia, infrastrutture depurative, impianti di incenerimento rifiuti, infrastrutture di servizio pubblico), e considerando la loro potenziale interferenza con i fenomeni alluvionali, è stato valutato il grado di vulnerabilità del territorio comunale, consentendo la valutazione del rischio. Sono state individuate 4 classi di rischio: • R1 Rischio moderato, danni economici attesi marginali; • R2 Rischio medio, danni che non pregiudicano l'incolumità delle persone e che parzialmente pregiudicano la funzionalità delle attività economiche; • R3 Rischio elevato, possibili effetti sull'incolumità degli abitanti, gravi danni funzionali a edifici a infrastrutture e la perdita parziale della funzionalità delle attività socioeconomiche; • R4 Rischio molto elevato, possibili gravi danni alle persone, edifici, infrastrutture e distruzione delle attività economiche. La caratterizzazione è stata fondata su una procedura di quantificazione numerica ed è di tipo qualitativo. La definizione di rischio idrogeologico adottata è la seguente: R = E x H x V dove: • Rischio (R) è l'entità del danno atteso in una data area e in un certo intervallo di tempo in seguito al verificarsi di un particolare evento calamitoso; • Pericolosità (H) è la probabilità di occorrenza dell'evento calamitoso entro un certo intervallo numerico di tempo ed in una zona tale da influenzare l'elemento a rischio; • Vulnerabilità (V) è il grado di perdita (espresso in una scala da 0 = nessun danno a 1 = perdita totale) prodotto su un certo elemento o gruppo di elementi esposti a rischio risultante dal verificarsi dell'evento calimitoso; • Valore esposto (E) è il valore (espresso in termini monetari o di numero o quantità di unità esposte) della popolazione, delle proprietà e delle attività economiche. inclusi i servizi pubblici, a rischio in una determinata area. Il PAI del PO presenta l’Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici. L’Allegato 1 costituisce l’elenco dei comuni di interesse, caratterizzati dalle classi di rischio. I Comuni in analisi, come si evince anche dall’estratto della Tav. 6 – II del Rischio Idraulico ed Idrogeologico del PAI, presentano: - rischio R1 per San Giacomo delle Segnate, Villa Poma e Pegognaga; - rischio R3 per Pieve di Coriano, Quingentole, Quistello e San Benedetto Po. Per tutti i Comuni la principale tipologia di dissesto è rappresentata dal rischio di esondazione.

4.5.2 Rischio sismico

Dal punto di vista sismico i Comuni in analisi vengono inseriti dal PTR della Regione Lombardia nelle classi: • rischio 3, che corrisponde ad un sismicità medio-bassa, per San Giacomo delle Segnate e Villa Poma: • rischio 4 ,che corrisponde ad una sismicità bassa, per Pieve di Coriano, Quingentole, Quistello, San Benedetto Po e Pegognaga.

Mappa del rischio sismico – PTR della Regione Lombardia

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4.5.3 Aziende a Rischio di incidente rilevante

La Lombardia ospita sul proprio territorio circa ¼ delle Aziende RIR in Italia. Secondo l’elenco pubblicato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, aggiornato ad aprile 2008, le Attività a Rischio di Incidente Rilevante (ARIR) in Lombardia sono 287 di cui 147 ad alto rischio (Art. 8 d.lgs 334/99) e 140 a medio rischio (Art. 6 d.lgs 334/99). Nel territorio in esame non vi sono Aziende RIR.

4.6 Biodiversità e paesaggio L’Oltrepò Mantovano, dal Sinistra al Destra Secchia, presenta una sostanziale omogeneità ed una comune atmosfera, marcatamente rurale. È un ambiente di acqua e di terra, posto nel mezzo della bassa pianura padana di origine alluvionale. È attraversato dal Po, il Grande Fiume, e da un fittissimo reticolo formato dai suoi affluenti (il Mincio e il Secchia), da fossati e canali irrigui che solcano le terre rendendole molto fertili.

Caratteristica dell’Oltrepò Mantovano è il Sistema dei suoi Parchi (SIPOM) costituito dalle riserve naturali e dai parchi locali di interesse sovra comunale (PLIS). Il territorio in analisi è interessato dalla presenza del “PLIS, in area golenale, lungo un tratto di sponda del Po”, del “PLIS - Parco golene del fiume Secchia” e del “PLIS – Parco San Lorenzo”.

L’immagine che segue rappresenta la localizzazione dei PLIS, in rapporto alle zone golenali presenti nell’Ambito in analisi (che in figura vengono evidenziate in marrone).

PLIS, in area golenale, lungo un tratto di sponda del Po

PLIS PLIS Parco San Lorenzo Parco Golene Foce Secchia

PLIS dell’Ambito dei Sette Comuni – SIT Regione Lombardia

Il PLIS, in area golenale, lungo un tratto di sponda del Po ricade nei Comuni di Ostiglia, Sustinente, Serravalle a Po e Pieve di Coriano .

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Il Parco, istituito con Delibera di Giunta Provinciale n.239 del 15/09/2005, si sviluppa su circa 17 km in area golenale. L'area presenta numerosi specchi d'acqua e resti di lanche abbandonate. I terreni racchiusi sono intensamente coltivati a pioppo e seminativo.

Il PLIS - Parco golene del fiume Secchia comprende i Comuni di San Benedetto Po , Quistello , Moglia e Quingentole . Il Parco, riconosciuto con Delibera di Giunta Provinciale n. 56 del 24/02/2005, ai sensi dell’art. 34 della Legge Regionale n. 86/83, si estende su una superficie complessiva di 11,43 kmq di cui 0,84 kmq. in territorio comunale di Moglia, 0,87 kmq. in territorio comunale di Quingentole, 5,72 kmq. in territorio di Quistello e 4,00 kmq. in territorio di San Benedetto Po. Le aree incluse nel Parco interessano l’ultimo tratto del corso del Fiume Secchia, a partire dai confini regionali con la Regione Emilia Romagna a Sud (provincia di Modena, Comune di Concordia sulla Secchia) fino allo sbocco nel fiume Po in territorio di Quistello. Comprende i terreni golenali del tratto terminale del fiume Secchia sino alla confluenza in Po. L’area racchiude sistemi agricoli e ambienti naturali tipici degli ambiti fluviali, collegati da un diffuso sistema di strade interpoderali che si irradiano a partire dalle alzaie degli argini maestri. Il PLIS si caratterizza per gli aspetti geomorfologici del territorio, dominati dai fitti meandri del fiume, e per le imponenti opere di bonifica, testimonianza dell’atavica azione di governo delle acque degli uomini. L'area, dal punto di vista fitoclimatico, appartiene al Castanetum caldo, secondo la classificazione del Pavari e del De Philippis, a cui fa riscontro l'associazione vegetazionale climacica del Querco-Carpinetum boreo-italicum , secondo Pignatti, il bosco mesofilo della Pianura Padana per eccellenza. La vegetazione delle golene del Fiume Secchia appartiene all’associazione Salicetum albae .

PLIS Golene Foce Secchia - Il turismo sostenibile nel Sistema Parchi dell’Oltrepo’ Mantovano

Il PLIS – Parco San Lorenzo ricade nel solo Comune di Pegognaga. Istituito nel 1990 rappresenta la prima esperienza provinciale di Parco Locale di Interesse Sovracomunale. Il parco si sviluppa attorno a tre specchi d’acqua originatisi dall’escavazione dell’argilla. Nell’area protetta, che complessivamente si estende su una superficie di 54 ettari, 37 sono destinati a parco pubblico e 10 adibiti a oasi naturale, mentre nella parte restante è presente un’area archeologica di età romana al centro della quale è insediata la Pieve matildica di San Lorenzo. La presenza dei chiari d’acqua, adeguatamente rinaturalizzati, in pochi anni ha richiamato un consistente contingente di uccelli tra cui Svassi maggiori, numerosi anatidi e, soprattutto, ardeidi che qui formano un’importante garzaia costituita da Nitticore, Garzette e Aironi cenerini.

C:\Documents and Settings\Consiglio\Desktop\Documento di Scoping.doc 54 Piano di Governo del Territorio - Documento di Piano Documento di Scoping Comuni di Quistello, S.Benedetto Po, S.Giacomo Delle Segnate, Quingentole, Pieve Di Coriano, Villa Poma e Pegognaga 2009

PLIS Parco San Lorenzo - Il turismo sostenibile nel Sistema Parchi dell’Oltrepo’ Mantovano

L’Ambito dei Sette Comuni ricade in parte nel territorio inscritto alla Rete Natura 2000 come ZPS IT20B0501, sito designato tale ai sensi della direttiva 79/409/CEE con d.G.R. n.8/1791 del 25.01.2006, con Ente gestore la Provincia di Mantova. La Giunta Regionale, nella seduta dl 20 febbraio 2008 ha approvato, inoltre, con Delibera n. 6648 la Nuova classificazione delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e individuazione di relativi divieti, obblighi e attività, in attuazione degli articoli 3, 4, 5 e 6 del d.m. 17 ottobre 2007, n. 184 "Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)".

DGR 6648/2008 All. B (estratto) - Classificazione tipologica delle Zone di Protezione Speciale in Regione Lombardia

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ZPS IT20B0501 Viadana, Portiolo, San Benedetto Po e Ostiglia – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio

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La ZPS IT20B0501 denominata “Viadana, Portiolo, San Benedetto Po e Ostiglia” è costituita da tre aree localizzate lungo l’asta fluviale del Po in provincia di Mantova: • la prima area, la più estesa, interessa i Comuni di Viadana, , , Suzzara, Borgoforte, e Motteggiana; • la seconda area che comprende i Comuni di Bagnolo San Vito e San Benedetto Po ; • la terza che interessa i Comuni di Quingentole , Pieve di Coriano , Serravalle a Po, Revere ed Ostiglia. Si tratta di aree golenali e di parte dell’alveo fluviale del Po, con isole e depositi alluvionali, zone umide create dal divagare del fiume e boschi idrofili riparali.

Il territorio della ZPS si sviluppa ad un’altezza media di 20 metri sul livello del mare e sottopone a tutela una superficie di 7055 ha, secondo la “Carta delle Regioni Biogeografiche” (documento Hab. 95/10), appartiene alla regione continentale.

Gli Habitat presenti sono: • 3150 - Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition • 3260 - Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Calitricho-Batrachion • 91E0 - Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion; Alnion incanae, Salicion albae). • 91F0 - Foreste miste ripèarie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis, Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris).

Di seguito si propone la caratterizzazione, così come desunta dall’elenco del formulario Natura 2000, delle specie di interesse comunitario (elencate nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CE o nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CE) presenti nel sito.

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DD = dati insufficienti - NE = non valutato - EX = estinto - EW = estinto in natura - CR = gravemente minacciata - EN = minacciato VU = vulnerabile - LR-cd = a minor rischio-dipendente dalla protezione - LR-nt = a minor rischio-quasi a rischio - LR-lc = a minor rischio-a rischio relativo

Specie di interesse comunitario, ZPS IT20B0501 - Consorzio del Parco dell’Oglio Sud – Relazione Variante di Piano, Studio per la Valutazione di incidenza della Rete Natura 2000

Il territorio della ZPS è costituito da aree golenali del fiume Po, con isole e depositi alluvionali, zone umide create dal divagare del fiume e boschi igrofili riparali. Molte specie di uccelli (tra cui diverse di interesse comunitario) popolano la zona sia in periodo di nidificazione sia durante le migrazioni. Importante è la presenza di fauna ittica, anche in questo caso con diverse specie di interesse comunitario.

4.7 Patrimonio culturale

L’Ambito dei Sette Comuni si caratterizza per la presenza di un vasto e diffuso patrimonio culturale. Storia, tradizione e ruralità connotano fortemente il territorio. Le opere di artisti locali esprimono i valori legati alla terra, soprattutto il valore del lavoro, che da sempre caratterizza come elemento preponderante la vita del territorio.

Le pievi matildiche, monumenti che segnano il territorio dalla bassa mantovana sino ai rilievi dell’appennino tosco-emiliano, sono splendide testimonianze di tempi remoti, di epoche in cui spiritualità, superstizione e quotidianità erano i principali ingredienti della vita di ogni individuo. Si tratta perlopiù di monumenti ampiamente rimaneggiati nel corso dei secoli, che mantengono tuttavia inalterato il fascino di un misticismo d'altri tempi abbinato ad un contesto naturale spesso unico.

Abbazia del Polirone – San Benedetto Po

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Il complesso monastico presente a San Benedetto Po è uno straordinario insieme di arte, natura, cultura e spiritualità. Fondata nel 1007 da Tedaldo di Canossa, nonno di Matilde, la basilica con il monastero a tre chiostri è il più grande complesso monastico dell'Alta Italia. Nel periodo del suo massimo splendore, tra XV e XIV secolo, vi lavorarono artisti di rilievo. L'abbazia conserva la tomba vuota di Matilde di Canossa: la sua salma fu traslata dal Polirone a Roma nel 1630, unica donna sepolta in S. Pietro per sua gloria e vanto della Chiesa di Roma. L’abbazia del Polirone si inserisce all’interno dell’ itinerario matildico che, sviluppandosi nel Basso Mantovano, racchiude tutti gli edifici religiosi fatti costruire o in qualche modo legati a Matilde di Canossa. Fanno parte di questo itinerario la chiesa di San Lorenzo a Pegognaga (con l’annessa area archeologica di età romana del II secolo a.C. - IV secolo d.C.), la pieve di S. Fiorentino a Nuvolato (Comune di Quistello) e la chiesa di S.Maria Assunta di Pieve di Coriano, la chiesa parrocchiale di S.Lorenzo a Quingentole e l’ Oratorio di S.Andrea (Ghisione) a Villa Poma.

Il patrimonio culturale dell’Ambito in analisi è inoltre ricco di musei, veri presidi culturali del territorio, caratterizzati da un antico legame con le comunità d’appartenenza. Il Museo diffuso "G. Gorni" a Nuvolato di Quistello, la Pinacoteca Comunale sempre in comune di Quistello ed il Museo Civico Polironiano a San Benedetto Po spiccano per l’importanza ed il valore delle opere conservate.

4.8 Agenti fisici

4.8.1 Inquinamento acustico

L’inquinamento acustico rappresenta un’importante problematica ambientale, in particolare nelle aree urbane, dove i livelli di rumore riscontrabili sono spesso elevati, a causa della presenza di numerose sorgenti quali infrastrutture di trasporto, attività produttive, commerciali, d’intrattenimento ed attività temporanee che comportano l’impiego di sorgenti sonore. I sistemi di trasporto contribuiscono considerevolmente al rumore nell’ambiente di vita ed è assai frequente che essi costituiscano la sorgente di rumore predominante. Per quanto concerne le fonti di rumore da traffico veicolare, le principali direzioni di attraversamento presenti nell’ambito in analisi sono l’autostrada A 22 e le strada statale SS 12,l’ex-SS 413 e l’ex-SS 493. Il rumore da traffico ferroviario è generato dalla presenza di due linee, entrambe a binario singolo, di cui la prima che attraversa longitudinalmente l’ambito lungo i Comuni di Villa Poma, Quistello, San Benedetto Po e Pegognaga, la seconda che attraversa il solo Comune di Villa Poma.

4.8.2 Radiazioni non ionizzanti

Radiazioni ad alta frequenza Le principali sorgenti artificiali nell´ambiente di campi elettromagnetici ad alta frequenza (RF), ossia con frequenze tra i 100 kHz e i 300 GHz, comprendenti campi elettromagnetici a radio frequenze (100 kHz - 300 MHz) e microonde (300 MHz - 300 GHz), sono gli impianti per radiotelecomunicazione. Tale denominazione raggruppa diverse tipologie di apparati tecnologici: - impianti per la telefonia mobile o cellulare, o stazioni radio base (SRB); - impianti di diffusione radiotelevisiva (RTV: radio e televisioni); - ponti radio (impianti di collegamento per telefonia fissa e mobile e radiotelevisivi). Sul territorio appartenente all’ambito in analisi sono presenti 21 ripetitori, gestiti dagli operatori Telecom , Vodafone ,Wind e H3G. Sono dislocati sul territorio come rappresentato nell’immagine che segue.

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Stazioni SRB (fonte:Comuni di interesse)

Radiazioni a bassa frequenza Secondo i dati forniti dalla Regione Lombardia e desunti dalla CTR il territorio dei Sette Comuni è attraversato dal tracciato di 7 elettrodotti ad alta tensione.

Elettrodotti – SIT Regione Lombardia

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I Comuni i cui centri abitati sono interessati dal passaggio degli elettrodotti sono Pegognaga, San Benedetto Po, Quistello e Villa Poma.

4.8.3 Radiazioni ionizzanti

La Regione Lombardia ha svolto nel corso del 2004 una campagna di misura del gas radon in tutto il suo territorio, al fine dell’individuazione delle radon prone areas (aree ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon), come previsto dal D. Lgs. 241/00. Per la pianificazione del monitoraggio, il territorio della Lombardia è stato distinto in due diverse tipologie in relazione alla morfologia ed alla presenza di substrato roccioso: l’area di collina - montagna è stata indagata con maggior dettaglio rispetto all’area di pianura, poiché le caratteristiche morfologiche e geologiche possono far presumere l’esistenza di una maggiore variabilità nella distribuzione geografica delle concentrazioni di radon. I circa 4000 punti di rilevazione, individuati con la collaborazione della DG Sanità e dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, si trovano in locali adibiti ad abitazione o ufficio, al pian terreno ed aventi caratteristiche tali da garantire la rappresentatività e la confrontabilità delle misure. Sono inoltre state tenute in considerazione le valutazioni eseguite in precedenti campagne di misura e in siti che fossero rispondenti alle caratteristiche definite. I risultati indicano che per il 4,3% di tutti i punti di misura, situati in locali posti al pian terreno, i valori di concentrazione media annule di radon misurati sono stati superiori a 400 Bq/m 3 e le Province nelle quali sono stati riscontrati i valori più rilevanti sono Bergamo, Brescia, Lecco, Sondrio e Varese. Nelle Province di Lodi e Cremona invece le concentrazioni misurate sono risultate in ogni caso inferiori a 200 Bq/m 3. Nella Provincia di Mantova su 150 punti di indagine il 98,7 % è risultato con concentrazioni di radon inferiori a 200 Bq/m 3, ed non sono state rilevate concentrazioni superiori a 400 Bq/m 3.

4.9 Sistema socioeconomico

4.9.1 Popolazione

Nel corso del presente paragrafo si riportano alcune considerazioni sull’assetto e le caratteristiche della popolazione residente nell’Ambito in analisi.

Analizzando in trend della popolazione residente negli ultimi quindici anni si nota come a livello provinciale si assista ad una costante ripresa demografica che trova riscontro, seppure in modo meno marcato, nell’ambito in analisi. La crescita lineare riscontrata nell’andamento demografico provinciale è dovuta principalmente all’aumento della popolazione straniera che, nello specifico, è passata da 7.857 residenti con regolare permesso di soggiorno nel 1997 a 40.904 nel 2007. La percentuale di residenti stranieri ammonta a 10,15 % per la Provincia di Mantova, ed a 8,5 % per l’Ambito in analisi.

Andamento demografico - Ambito dei Sette Comuni (elaborazione dati forniti dalla Provincia di Mantova, sito internet)

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Andamento demografico - Provincia di Mantova (elaborazione dati forniti dalla Provincia di Mantova, sito internet)

Relativamente alla struttura della popolazione residente l’analisi degli indici descrive una popolazione con spiccata tendenza all’invecchiamento, con indice di vecchiaia piuttosto elevato (IV 202, dove un valore superiore a 100 indica una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai giovanissimi), ed indice demografico di dipendenza pari a 57 (nelle popolazioni ad alta fecondità, dove la componente dei giovanissimi prevale di gran lunga su quella degli anziani, l’indice demografico ID risulta solitamente elevato). Inoltre la popolazione residente nell’Ambito presenta indice di struttura della popolazione pari a 117 (in qualsiasi popolazione stazionaria l’indice IS è inferiore a 100, mentre solo in una popolazione tendenzialmente o fortemente decrescente il rapporto supera il 100), ed indice di ricambio della popolazione attiva pari a 153 (l’indice IR indica se le nuove leve troveranno lavoro non tanto in relazione all’espansione economica, quanto piuttosto in funzione dei posti che verranno resi disponibili da coloro che, per motivi di età, sono destinati ad uscire dal mercato del lavoro, l’aumento del valore dell’indice, ed il superamento del valore 100, permettono di fare previsioni moderatamente ottimistiche relativamente alla possibilità delle nuove generazioni di trovare un’occupazione).

IV 202 ID 57 IS 117 IR 153

Indici di popolazione per l’Ambito dei 7 Comuni per il 2007 (elaborazione dati forniti dalla Provincia di Mantova, sito internet)

L’analisi dei movimenti anagrafici individua un saldo naturale che negli ultimi quindici anni si assesta sempre su valori marcatamente negativi, a fronte di un saldo migratorio sempre positivo (a meno di un evento isolato nel 1994). Il saldo naturale negativo conferma la tendenza dalla popolazione all’invecchiamento, mentre il saldo migratorio positivo trova spiegazione nell’aumento della componente straniera.

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Analisi dei movimenti anagrafici – Ambito dei Sette Comuni (elaborazione dati forniti dalla Provincia di Mantova, sito internet)

Dal punto di vista insediativo l’Ambito dei Sette Comuni è costituito dai capoluoghi e dalle frazioni dei singoli Comuni. L’analisi dell’andamento della popolazione nel periodo 1996 - 2007 nei singoli comuni denota come solo il Comune di Pegognaga abbia registrato un costante aumento della popolazione, e come il Comune Pieve di Coriano abbia mantenuto una sostanziale stabilità insediativa, con un leggiero ma costante aumento del numero di abitanti.

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Andamento demografico dei singoli Comuni in analisi (elaborazione dati forniti dalla Provincia di Mantova, sito internet)

Analizzando, inoltre, l’andamento percentuale della distribuzione della popolazione dei singoli comuni emerge che negli ultimi dieci anni la situazione non ha subito variazioni significative.

Andamento percentuale della distribuzione della popolazione nei Comuni in analisi (elaborazione dati forniti dalla Provincia di Mantova, sito internet)

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4.9.2 Salute e sanità

L’Ambito dei Sette Comuni è compreso all’interno dell’ASL della Provincia di Mantova. I distretti sociosanitari di interesse sono due: - Distretto sociosanitario di Suzzara, che comprende i Comuni di Motteggiana, San Benedetto Po , Suzzara, Pegognaga , Gonzaga e Moglia; - Distretto sociosanitario di Ostiglia, che coincide con i 17 Comuni del Destra Secchia e comprende Sustinente, Ostiglia, Serravalle a Po, Revere, Borgofranco Po, Quingentole , Quistello , Pieve di Coriano , , Villa Poma , Schivenoglia, San Giacomo delle Segnate , San Giovanni del Dosso, Magnacavallo, Poggio Rusco, Felonica e Sermide.

Dalle pubblicazioni rese disponibili dall’azienda sanitaria stessa su internet si rileva che le principali cause di mortalità nell’intera Provincia di Mantova sono legate a malattie cardiovascolari (43% dei decessi nella popolazione) e ai tumori (31%).

Mortalità nell’ASL di Mantova nel 2005 e 2006 come dati assoluti per grandi gruppi di patologia e suddivisi per maschi e femmine (fonte:ASL Mantova)

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Mortalità 2006 nell’ASL di Mantova - Composizione % per principali cause di morte (fonte:ASL Mantova)

A livello provinciale, inoltre la mortalità risulta inferiore a quella regionale per: - l’insieme di tutte le cause; - l’apparato respiratorio; - l’insieme dei tumori maligni; - il tumore del polmone; - il tumore della vescica; - il tumore della mammella. La mortalità risulta invece superiore a quella regionale per: - tumore del pancreas; - tumore dell’ ovaio; - tumore del rene; - tumore del sistema nervoso centrale; - leucemie.

4.9.3 Sistema produttivo

La Provincia di Mantova si caratterizza per il contesto socioeconomico e produttivo tra i più sviluppati a livello nazionale. L’ambito provinciale presenta, infatti, ricchezza di risorse ambientali, territoriali e produttive tali da innalzare la competitività del territorio al di sopra dei livelli espressi dalle altre provincie lombarde. Il territorio in analisi non presenta i trend di sviluppo caratteristici della Provincia.

Popolazione attiva e non attiva nell’Ambito dei Sette Comuni e nella Provincia di Mantova – elaborazioni su dati forniti dalla Camera di Commercio

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Il tasso di occupazione risulta inferiore rispetto alla media provinciale; anche il peso dei diversi settori produttivi si scosta rispetto a quello provinciale: nell’Ambito dei Sette Comuni gli attivi in agricoltura rappresentano nel 2001 il 12,5% della popolazione attiva, mentre per tutta la provincia tale percentuale scende all’8,2%.

7 Comuni Provincia Anni Settori Totale % % agricoltura 3'124 27.6% 16.5% 1981 industria 4'701 41.5% 43.4% altro 3'496 30.9% 40.1% agricoltura 2'032 18.1% 11.3% 1991 industria 4'827 43.1% 44.0% altro 4'339 38.7% 44.6% agricoltura 1'365 12.3% 8.2% 2001 industria 5'114 46.1% 44.3% altro 4'626 41.7% 47.5%

Popolazione residente per settore di attività economica – elaborazioni su dati forniti dalla Camera di Commercio

Il settore agricolo è però anche quello che registra un minore ricambio generazionale, mentre nell’industria e nel commercio le diverse fasce di età si distribuiscono in maniera più uniforme.

La struttura produttiva locale non presenta segni di sviluppo: si registra infatti , tra il 1981 e il 2001, un andamento pressoché costante del numero di unità locali presenti sul territorio; il numero degli addetti non segue linearmente lo stesso andamento: cala a Quingentole, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto Po, resta abbastanza invariato a Villa Poma e Quistello, mentre aumenta a Pieve di Coriano. A livello d’Ambito la situazione è riassunta dalla tabella e dal grafico che seguono.

anni 1981 2001 Comuni u.l. addetti u.l. addetti Pegognaga 599 3'106 Pieve di Coriano 73 137 68 166 Quingentole 158 262 100 197 Quistello 596 1'813 477 1'807 San Benedetto Po 595 1'806 548 1'548 S. Giacomo d/Segnate 220 617 154 517 Villa Poma 208 796 157 804 Totale 7 comuni 1'850 5'431 2'103 8'145

Unità locali e numero di addetti nell’Ambito dei 7 Comuni – elaborazioni su dati forniti dalla Camera di Commercio

Nel settore agricolo si registra una diminuzione del numero di aziende presenti, con conseguente incremento della superficie media aziendale; prevalgono le coltivazioni di seminativi, ma sono presenti, anche se in misura ridotta, legnose agrarie e coltivazioni ortive.

La presenza di allevamenti di bestiame varia da Comune a Comune; in alcuni quali Villa Poma e Quingentole, il carico di peso vivo per ettaro risulta inferiore alla media provinciale; San Giacomo delle Segnate, in base ai dati analizzati, per la presenza di grossi allevamenti suinicoli e avicoli, risulta avere una carico nettamente superiore.

I principali settori di attività presenti sul territorio comprendono: - industrie manifatturiere; - costruzioni; - commercio e riparazioni.

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Attività presenti sul territorio – elaborazione su dati della Camera di Commercio

Per quanto concerne il settore turistico, il fiume Po ed il fiume Secchia sono le risorse che rappresentano il filo conduttore che lega l’ambiente dei Sette Comuni, sottolineandone continuità geografica, storica, sociale e culturale. Punti di forza sono i siti di interesse artistico ed architettonico, il patrimonio rurale ed i siti ad elevato valore naturalistico. Il forte legame con la tradizione popolare e contadina trova, inoltre, riscontro nella presenza: - della Strada del vino e dei sapori mantovani , legata alle zone di produzione del Lambrusco doc. Il lambrusco è prodotto in due zone distinte separate dal fiume Po: Viadanese-Sabbionetano e Oltrepò Mantovano; sono, inoltre, presenti tre tipologie di vino IGT: Sabbioneta, Quistello e Provincia di Mantova; - della Strada del tartufo , che definisce le zone in cui si trova il “Tuber Magnatum Pico”, il famoso tartufo bianco dall'inconfondibile profumo; - la produzione del Parmigiano Reggiano e della Pera IGP.

4.9.4 Rete di servizi

La rete dei servizi è costituita dall’insieme di attrezzature, spazi collettivi e infrastrutture per l’urbanizzazione degli insediamenti, che concorrono a realizzare gli standard di qualità urbana ed ecologico ambientale. Costituiscono attrezzature e spazi collettivi il complesso di impianti, opere e spazi attrezzati pubblici o di uso pubblico, destinati a servizi di interesse collettivo, necessari a favorire il migliore sviluppo della comunità e per elevare la qualità della vita individuale e collettiva. Il Comuni dell’Ambito sono dotati delle seguenti attrezzature scolastiche: scuola dell’infanzia “Madre Noemi”, scuola elementare e scuola secondaria di I grado “Alighieri” a Pegognaga, scuola dell’infanzia “Madre Teresa di Calcutta” e scuola elementare “G. Pascoli” a Pieve di Coriano, scuola dell’infanzia e scuola elementare a Quingentole, scuola dell’infanzia, scuola elementare, scuola secondaria di I grado “Martiri di Belfiore” e centro territoriale permanente “Eda Quistello” a Quistello, scuole dell’infanzia “G. Garibaldi” e “Il Girotondo”, scuola primaria “Arcobaleno”, scuola secondaria di I grado "Ferri", scuola secondaria di II grado “Ipa - Ist. Prof. per l'Agricoltura e l'Ambiente” e circolo di didattico a S. Benedetto Po, scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di I grado a S. Giacomo delle Segnate e scuola dell’infanzia e scuola primaria a Villa Poma.

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Le attrezzature di interesse comune sono la attrezzature di interesse sociale, assistenziale, sanitaria, amministrativa, per i pubblici servizi, culturali e religiose. Sul territorio sono presenti edifici municipali e cimiteri, edifici di culto e l’ospedale “Destra Secchia” a Pieve di Coriano.

4.9.5 Mobilità

La dotazione infrastrutturale ed in particolare l’andamento degli assi della rete primaria, determina la velocità delle connessioni, e conseguentemente i tempi di percorrenza, che hanno un peso rilevante sul pendolarismo. L’area provinciale è caratterizzata dalla maggiore intensità degli spostamenti lungo la direzione nord-sud, caratteristica che trova riscontro nella disposizione delle principali linee ferroviarie e nell’andamento dell’asse autostradale.

Rete primaria dei trasporti provinciali in Provincia di Mantova - Programma triennale dei servizi di trasporto pubblico locale 2008-2010 della Provincia di Mantova (bozza del febbraio 2008)

L’Ambito dei Sette Comuni è attraversato da due linee ferroviarie: - la linea Suzzara - Ferrara, che attraversa i Comuni di Pegognaga, San Benedetto Po, Quistello e Villa Poma; - la linea Verona – Bologna, che interessa il solo Comune di Villa Poma.

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L’Ambito in analisi si inserisce nel contesto dell’Oltrepò Mantovano, zona caratterizzata da un indice di mobilità (rapporto tra il numero di spostamenti generati e la popolazione residente) per lo più basso, tipico delle aree non fortemente urbanizzate.

Indice di mobilità (spostamenti emessi per popolazione residente) - Programma triennale dei servizi di trasporto pubblico locale 2008-2010 della Provincia di Mantova (bozza del febbraio 2008) – elaborazione T BRIDGE su dati ISTAT 2001

La viabilità principale nell’ambito in analisi è costituita da: - autostrada A 22; - SS 12; - Ex SS 413 ed Ex SS 496; - SP 41, SP 43, SP 44, SP 48, SP 49, SP 52, SP 53 e SP 70.

Il Comune non presenta postazioni fisse di monitoraggio. Il Rapporto statistico dell’incidentalità stradale dal 2000 al 2004 della Provincia di Mantova presenta una classificazione della viabilità in esame, in relazione al numero di incidenti verificatisi. Le principali criticità sono legate al tratto autostradale ed alla SS 12. Di seguito si riporta un estratto della tav. ”Carta degli incidenti stradali”.

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Cara dagli incidenti stradali (estratto) – Provincia di Mantova, Settore Viabilità

Il Po e le idrovie ad esso collegate rivestono un enorme potenziale di sviluppo per la mobilità del territorio del Basso Mantovano, sia dal punto di vista dei traffici commerciali che sul versante turistico. L’Ambito in analisi presenta il fiume Po ed il fiume Secchia. Queste vie d’acqua risultano però attualmente poco sfruttate, mentre lo sfruttamento delle potenzialità offerte da queste vie e il relativo adeguamento delle infrastrutture, nel rispetto dei caratteri ambientali e paesaggistici, trova finalità sia nell’attività di navigazione commerciale, decongestionando le vie del trasporto su gomma, sia nei servizi di natura turistica.

Nei Comuni in analisi, ed in quelli ed essi più prossimi, i porti turistici esistenti sono a S.Benedetto Po, a Revere, a Pieve di Coriano, a Quingentole e a Felonica e si stanno ultimando quello di Suzzara e di Bagnolo San Vito. Il comune di S.Benedeto Po presenta, inoltre, un porto commerciale.

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4.9.6 Rifiuti

La raccolta e la gestione dei rifiuti solidi urbani dei Comuni in esame è affidata alla S.I.E.M. s.p.a. – Società Intercomunale ecologica Mantovana. I dati che seguono, relativi ai rifiuti prodotti ed alla percentuale di raccolta differenziata, sono resi disponibili dall’ente gestore, sito internet, e relativi all’anno 2005, ad eccezione dei dati relativi al Comune di Quistello i cui dati sono aggiornati all’anno 2008 e forniti dallo stesso Comune.

COMUNE ABITANTI RI RD RND RSU SPAZZ Rirec %RD %Rrec kg/AB*A kg/(ab*dì) INERTI RC

PEGOGNAGA 6.941 195 1.845 2.194 4.280 46 11 43,12% 43,37% 617 1,69 106 0,00

PIEVE DI 927 43 174 400 617 0 2 28,18% 28,53% 666 1,82 0 0,00 CORIANO

QUINGENTOLE 1.238 5 179 359 543 0 0 32,98% 33,02% 439 1,20 0 0,00

QUISTELLO 5.893 121 1.705 1.799 3.625 0 11 47,03% 47,33% 615 1,68 0 5

S. BENEDETTO 7.582 425 1.580 2.173 4.178 0 21 37,82% 38,33% 551 1,51 0 0,00 PO S. GIACOMO DELLE 1.760 71 445 448 964 0 7 46,22% 46,95% 548 1,50 0 0,00 SEGNATE

VILLA POMA 2.101 116 296 539 951 0 12 31,14% 32,36% 453 1,24 0 0,00

PROVINCIA DI 393.723 10.789 89.101 115.390 217.437 2.157 599 40,98% 41,25% 552 1,51 2.825 33,25 MN

Nel Comune di Pieve di Coriano la S.I.E.M. S.p.A gestisce un impianto, sorto alla fine degli anni settanta e tecnologicamente migliorato nel tempo, per l'esercizio delle operazioni di selezione e trattamento dei RSU, mediante vagliatura, compostaggio della frazione organica e raffinazione della frazione secca e della frazione umida, per la produzione di CDR (combustibile derivato da rifiuti urbani) e compost. Le tipologie di rifiuti in entrata sono: - Rifiuti solidi urbani, CER 20.03.01 - Imballaggi-carta e cartone, CER 15.01.01 - Imballaggi in plastica, CER 15.01.02 - Imballaggi in legno, CER 15.01.03 - Imballaggi composti, CER 15.01.05 - Imballaggi in più materiali, CER 15.01.06 - Pneumatici usati, CER 16.01.03 - Parti leggere provenienti da demolizione di veicoli, CER 16.01.05 - Rifiuti di costruzioni e demolizioni-legno, CER 17.03.01 - Rifiuti di costruzioni e demolizione-plastica, CER 17.02.03.

4.9.7 Sottoservizi

Acquedotto e fognature Le informazioni relative al sistema acquedottistico, fognario e di depurazione dei Sette Comuni in analisi, riassunte nelle immagini e nelle tabelle che seguono, sono state rese disponibili dall’AATO Provincia di Mantova, sito internet. Dall’analisi dei dati risulta che il Comune che presenta una copertura migliore del territorio è Pieve di Coriano,con l’82% di copertura del sistema acquedottistico e l’81% del sistema di fognatura e depurazione, segue il Comune di san Giacomo delle Segnate, i cui valori di copertura sono rispettivamente 76 e 75%.

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Estratto dalla Tavola “Reti d’acquedotto aggiornamento dati anno 2005” – AATO Mantova

Estratto dalla Tavola “Reti di Fognatura a Depuratore aggiornamento dati anno 2005” – AATO Mantova

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Comune di Pieve di Coriano

Comune di Quingentole

Comune di Quistello

Acquedotto Fognatura e Depurazione Acquedotti esistenti Acquedotto di Quistello Gestore Fognatura AIMAG S.p.A. Gestore Acquedotto AIMAG S.p.A. Abitanti serviti da fognatura (Ab) 4.600 Copertura del servizio (%) Abitanti Serviti (Ab) 5.211* 78 (ab. Serviti/ab. totali) Copertura del servizio (%) 88 Reti fognarie (Km) 19,50 (ab. Serviti/ab. totali) Reti di distribuzione (Km) 35,00 Sfioratori (n°) 3 N° 2 pozzi (utilizzati solo in Sollevamenti (n°) 2 Fonte di periodo di carenza idrica) Gestore Depurazione AIMAG S.p.A. approvvigionamento/cessione Prelievo da rete intercomunale AIMAG (acqua dal modenese) Capacità depurativa (A.E. trattabili) 5.300 Serbatoi capacità (m³) 500 Depuratori (n°) 4

Potabilizzatori (n°) 1 Abitanti serviti da depurat ore (Ab) 4.600 * allacciati 3.037 Potenzialità depuratore o % di 87 sfruttamento (ab. Serviti/A.E. trattabili) (fonte:dati ufficiali gestore dei servizi anno 2008) n.d.= dato non disponibile - = struttura inesistente

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Comune di San Benedetto Po

Comune di San Giacomo delle Segnate

Comune di Villa Poma

Comune di Pegognaga

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Per il Comune di Pegognaga allo stato attuale non è possibile reperire i dati di interesse dall’AATO Provincia di Mantova, sito internet.

Rete gas

Comune di Pegognaga La fornitura e distribuzione del gas è gestita da CPL Concordia (Modena). Sorta nel 1899, CPL Concordia è oggi un Gruppo cooperativo multiutility composto da 26 società con 1100 addetti impiegati. La sede storica è a Concordia (MO); oltre alle sedi decentrate di Arezzo, Fano, Venezia, Roma, Milano, Bologna, Napoli e Teramo, CPL Concordia Group ha circa 40 uffici su tutto il territorio nazionale e in Romania, Grecia, Argentina e Algeria.

Comune di Pieve di Coriano L’ente gestore per la fornitura di gas è E.ON Rete Mediterranea, una delle 5 società di distribuzione del Gruppo E.ON. la società nasce dall’acquisizione della società Co.Gas sorta negli anni ’70 con le concessioni ferraresi di Comacchio e Lagosanto. Attività principali dell’azienda sono la progettazione e la gestione di reti di gas. La rete gestita connette 140.000 clienti. Gli ambiti geografici rilevanti, nei quali E.ON Rete Mediterranea è attiva nel settore della distribuzione del gas, comprendono diversi comuni localizzati nelle province di Benevento, Ferrara, Matera, Campobasso, Potenza, Viterbo, Mantova, Salerno, Frosinone, Roma, Latina, Pavia, Isernia, Avellino, Novara, Caserta, Potenza e Padova. L’impianto presente nel Comune presenta le seguenti caratteristiche, così come fornite dall’ente gestore, sito internet:

Codice Punto di Impianto compl. gestito da Numero di Codice Denominazione Press. Min [bar rel.] * Trasportatore Sede Operativa Int. Riconsegna E.ON Rete Mediterranea S.r.l. Pronto Intervento PIEVE DI SNAM RETE Via S. Statale Sud 72, 1977 34494101 25 SI 800198198 CORIANO GAS 41037 Mirandola (MO)

Come disposto all'art. 21 della deliberazione n° 138/04, come modificata dalle deliberazioni 8 novembre 2004, n. 192/04, 28 novembre 2005, n. 249/05, 6 giugno 2006, n. 108/06 e 2 febbraio 2007 n. 17/07 della stessa Autorità, l’ente gestore fornisce le tabelle relative ai volumi di gas immesso e prelevato da ogni impianto di distribuzione gestito nell’ anno solare 1 gennaio 2007 - 31 dicembre 2007.

Totale gas immesso presso i punti di consegna (Smc) Totale gas prelevato presso i punti di consegna (Smc) 1624255 1573019

Comune di Quingentole L’ente gestore per la fornitura di gas è E.ON Rete Mediterranea. L’impianto di distribuzione presente nel Comune è di tipo interconnesso ed è ubicato in Quistello - Strada prov. Quistello/Quingentole (C.da Fornace); nello specifico presenta le seguenti caratteristiche, così come fornite dall’ente gestore, sito internet:

Numero di Codice Punto Impianto compl. gestito da Sede Operativa Codice Denominazione Press. min. [bar rel.] * Trasportatore Pronto di Riconsegna E.ON Rete Mediterranea S.r.l. Int. Intervento Via S. Statale Sud 2867 QUISTELLO 34494801 23 NO SNAM RETE GAS 800198198 72, 41037 Mirandola (MO)

Comune di Quistello La fornitura e distribuzione del gas è gestita da AS RETIGAS, la società costituita da AIMAG e SORGEA che si occupa della distribuzione del gas, per tutte le attività di progettazione, realizzazione e gestione di impianti, reti ed allacciamenti gas. I dati relativi al territorio servito, così come forniti dal sito internet della società, è:

C:\Documents and Settings\Consiglio\Desktop\Documento di Scoping.doc 76 Piano di Governo del Territorio - Documento di Piano Documento di Scoping Comuni di Quistello, S.Benedetto Po, S.Giacomo Delle Segnate, Quingentole, Pieve Di Coriano, Villa Poma e Pegognaga 2009

Numero comuni serviti Utenze Km di rete Milioni di metri cubi di gas erogati AIMAG Bastiglia, Bomporto, Borgofranco, Campogalliano, Camposanto, Carpi, Cavezzo, Concordia, Medolla, Mirandola, 18 91486 1524 255 Moglia, Novi, Quistello, San Felice, San Possidonio, San Prospero, Soliera, Anzola dell’Emilia. SORGEA Crevalcore, Finale Emilia, Nonantola, 5 25143 489 61 Ravarino, Sant’Agata Bolognese TOTALE 23 116629 2013 316

Comune di San Benedetto Po La fornitura e distribuzione del gas è gestita da TEA s.p.a., società fondata nel 1998 in seguito alla trasformazione in società per azioni dell’Azienda Servizi Municipalizzati di Mantova, nata nel 1903. Sul territorio comunale è presente un impianto di distribuzione, di cui si riportano le caratteristiche ( fonte : sito internet ente gestore).

Codice Pressione Impianto Numero di ID Descrizione Codice Comuni Sede punto di gas (bar) gestito da Tea Trasportatore pronto Impianto Impianto comune serviti Operativa consegna (*) Sei srl intervento via Taliercio Snam Rete Suzzara 12 completamente 20065 Suzzara 800637637 n. 3 - 46100 Gas 2869 34496601 Mantova MN via Taliercio Snam Rete Mantova 23 completamente 20030 Mantova 800637637 n. 3 - 46100 Gas 1650 34493102 Mantova MN via Taliercio Snam Rete Mantova 23 completamente 20069 Virgilio 800637637 n. 3 - 46100 Gas 1650 34493102 Mantova MN via Taliercio Snam Rete Mantova 23 completamente 20021 800637637 n. 3 - 46100 Gas 1650 34493102 Mantova MN San via Taliercio San Snam Rete 17 completamente 20055 Benedetto 800637637 n. 3 - 46100 Benedetto Po Gas 1808 34495601 Po Mantova MN (*) Pressione minima contrattuale pubblicata sul sito del Trasportatore (Bar Relativi)

Comune di San Giacomo delle Segnate La fornitura e distribuzione del gas è gestita da ENEL GAS SpA.

Comune di Villa Poma La fornitura e distribuzione del gas è gestita da ENEL GAS SpA.

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4.10 Criticità ed emergenze ambientali

Lo studio del territorio finora svolto, sulla base delle informazioni al momento disponibili, ha permesso di delineare un primo quadro delle criticità e delle principali emergenze ambientali che interessano l’ambito comunale in esame. Nella tabella di seguito vengono sinteticamente riportate le informazioni relative ai diversi elementi analizzati.

EMERGENZE DA TUTELARE CRITICITA’ CLIMA Capacità autodepurativa: La circolazione dei venti che interessa la Provincia di Mantova è molto debole con calme frequenti (velocità dei venti inferiori a 0,5 m/s). La differenza di temperatura poi tra la superficie piana irrigua e la superficie collinare riscaldata dal sole verso sud, crea uno strato d’inversione termica che tende a bloccare verso l’alto i processi diffusivi dell’atmosfera nei bassi strati. Gli inquinanti gassosi, a causa di questa situazione, vengono rapidamente diffusi raggiungendo una concentrazione pressoché costante in tutto lo strato e quindi su tutta l’ambito in esame. ARIA Qualità: Pressioni: il territorio dei Sette Comuni è classificato in zona B – particolarmente emissivi sono i macrosettori: combustione zona di pianura industriale, combustione non industriale, trasporto su strada.

Nel 2007 si sono verificati episodi in cui le concentrazioni di PM 10 hanno superato il limite sulle 24 ore per la protezione della salute umana. ACQUA Elementi di pregio Aree golenali del fiume Po e del Secchia

Qualità acque superficiali: LIM III, indice di criticità media

IBE 6/7, indice di ambienti con evidenti effetti di inquinamento

SECA 3, indice di qualità sufficiente

Qualità acque sotterranee: sono presenti delle zone in classe A da tutelare SUOLO E capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque SOTTOSUOLO superficiali prevalentemente moderata

capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque profonde profonde elevata per buona parte dell’ambito bassa o moderata per le zone golenali ed i dossi fluviali della pianura alluvionale

attitudine allo spandimento dei fanghi di depurazione per suoli non adatti allo spandimento dei fanghi di depurazione buona parte dall’ambito nelle zone golenali

attitudine allo spandimento dei liquami con moderate o lievi limitazioni

valore naturalistico prevalentemente basso, a meno di alcune zone in cui è moderato RISCHIO Rischio idraulico: NATURALE E presenza di aree a dissesto idraulico, per possibilità di INDUSTRIALE esondazione (PAI)

L’ambito è classificato come: - rischio R1 per San Giacomo delle Segnate e Villa Poma (rischio moderato) - rischio R3 per Pieve di Coriano, Quingentole, Quistello e San Benedetto Po (rischio elevato).

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BIODIVERSITA’ Disponibilità di un patrimonio naturale di pregio: E PAESAGGIO - paesaggio agrario, comune ed omogeneo sostanzialmente in tutto il territorio - presenza del PLIS, in area golenale, lungo un tratto di sponda del Po - Presenza del PLIS – Parco golene del fiume Secchia - Plis Parco San Lorenzo - Presenza della ZPS IT20B0501 - Fitto reticolo idrografico (corsi d’acqua naturali ed artificiali)

Valenze di pregio e di interesse per un fruizione di tipo turistco - ricreativa PATRIMONIO Il territorio è particolarmente ricco di elementi ad alto CULTURALE valore culturale ed artistico tra cui: il complesso monastico di a San Benedetto Po, la pieve di S.Fiorentino a Nuvolato (Comune di Quistello), la chiesa di S.Maria Assunta di Pieve di Coriano, la chiesa parrocchiale di S.Lorenzo a Quingentole e l’ Oratorio di S.Andrea (Ghisione) a Villa Poma.

Sono presenti, inoltre, musei tra cui il Museo diffuso "G. Gorni" a Nuvolato di Quistello ed il Museo Civico Polironiano a San Benedetto Po.

Valenze di pregio e di interesse per un fruizione di tipo turistco - ricreativa AGENTI FISICI Inquinamento acustico: - traffico veicolare lungo le vie di scorrimento principali - traffico ferroviario

Radiazioni non ionizzanti: sono presenti: - stazioni radio base - elettrodotti SISTEMA Turismo Caratteristiche demografiche: SOCIO Possibilità di fruizione turistica legata: - leggera tendenza alla ripresa demografica ECONOMICO - alle valenze paesaggistico - ambientali - tendenza della popolazione all’invecchiamento - al patrimonio culturale Quadro occupazionale - presenza di popolazione attiva pressoché costante - tasso di occupazione inferiore alla media provinciale

Struttura produttiva e commerciale - struttura produttiva con segni di sviluppo negativo

Viabilità: la viabilità presenta punti con delle criticità (A 22 e SS 12)

Rete acquedottistica e fognaria - percentuali di copertura del territorio basse - il comune di San benedetto Po non presenta acquedotto

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4.11 Elaborato grafico di sintesi delle criticità

Si ritiene opportuno creare un elaborato grafico riassuntivo, mediante il quale evidenziare le principali criticità e le principali emergenze individuate in questa prima fase di analisi. Per il sistema della mobilità è stata evidenziata la viabilità principale, costituita dall’autostrada, dalle strade statali, ex statali e provinciali, e dalle linee ferroviarie; è stata inoltre riportata la viabilità di progetto. Per il sistema delle reti tecnologiche si è evidenziato il tracciato degli elettrodotti. Per le zone produttive si sono distinte le zone produttive esistenti da quelle in espansione. È stata evidenziata la vulnerabilità dei suoli di primo e di secondo grado ed, inoltre, sono segnalate le cave presenti sul territorio, distinte in attive e cassate, e la presenza della cava estinta di Pieve di Coriano con l’impianto di trattamento RSU. Sono state riportate la rete idrografica con le rispettive fasce di rispetto e le aree golenali. Elementi di interesse naturale cartografati sono la ZPS IT20B0501 – Vidana, Portiolo San Benedetto Po ed Ostiglia (appartenente alla rete Natura 2000), il PLIS Parco San Lorenzo, il PLIS, in area golenale, lungo un tratto di sponda del Po ed il PLIS – Parco Golene del Fiume Secchia ed i canali di valore ambientale. Si è ritenuto opportuno riportare gli elementi di valenza per il patrimonio storico culturale, cartografndo i beni storico-architettonici. Quale servizio di interesse sovra comunale si riporta, inoltre, l’ospedale di Pieve di Coriano.

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5 OBIETTIVI DI PIANO E DEFINIZIONE DELL’AMBITO DI INFLUENZA

5.1 Analisi preliminare di sostenibilità degli obiettivi di Piano

Viene di seguito riportata la valutazione ambientale effettuata sugli obiettivi del Documento di Piano del PGT, allo scopo di verificarne la coerenza con le prime criticità ed emergenze ambientali individuate. Questo consente di integrare la dimensione ambientale già in questa prima fase del processo di VAS.

Successivamente, all’interno del Rapporto Ambientale, verrà condotto uno studio maggiormente dettagliato delle matrici ambientali, che permetterà la definizione dello scenario di riferimento in assenza di piano, in riferimento al quale verranno analizzate le diverse alternative di piano.

È stata costruita una matrice obiettivi – criticità/emergenze mediante la quale ciascun obiettivo è stato confrontato con gli elementi di criticità e con quelli da tutelare individuati in questa prima fase di studio. La classificazione degli effetti è stata sinteticamente descritta mediante lo schema seguente:

Si osserva che talvolta l’influenza dell’obiettivo analizzato è stata riconosciuta all’intera componente ambientale o socio-ecomica, senza per questo avere una relazione diretta con le criticità o gli elementi da tutelare individuati nel corso dello studio. Una simile situazione si è ad esempio rilevata per quanto concerne gli obiettivi relativi al paesaggio.

È stata anche considerata l’eventualità che l’obiettivo in esame potesse sia rispondere in maniera particolare ad una criticità o emergenza, sia in modo più generale esercitare un’influenza positiva sull’intera componente. È il caso dell’obiettivo che prevede il potenziamento del settore turistico.

In arancio, inoltre, vengono segnalati gli obiettivi la cui attuazione nel Piano richiede particolare attenzione in sede di Rapporto Ambientale.

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5.2 Definizione dell’ambito di influenza del Piano e della portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale

L’ambito di influenza del Piano definisce l’area territoriale influenzata dalle scelte urbanistiche di Piano. La sua valutazione non può quindi prescindere dall’analisi degli obiettivi del Piano, contestualizzati nel territorio tramite la preliminare analisi dello stato dell’ambiente. Di particolare importanza nella definizione dell’ambito di influenza sono le trasformazioni relative al sistema infrastrutturale, che possono determinare variazioni nei flussi di traffico di un’area ben più estesa di quella del territorio in analisi. La tabella riportata di seguito associa ad ogni obiettivo l’ambito di influenza da esso interessato, schematicamente riferito all’ambito dei Sette Comuni ed all’ambito d’area vasta. Si osserva che alcune tipologie di obiettivi possono avere effetti diretti a livello di territorio in analisi, ma influenzare indirettamente anche un’area più ampia. Di questa tipologia di obiettivi, che hanno un duplice effetto, fanno parte ad esempio tutti gli obiettivi di tutela delle risorse naturali (acqua, aria, suolo, etc.) e del sistema agricolo. Anche alla tutela del paesaggio, che comporta la conservazione di un ambiente maggiormente fruibile dal punto di vista turistico e ricreativo, può essere associata un’influenza in ambito d’area vasta, legata al possibile incremento di flusso turistico.

OBIETTIVO AMBITO DI INFLUENZA SISTEMA TEMATICO PAESAGGIO ED AMBIENTE Salvaguardare gli aspetti caratteristici e significativi dei paesaggi riconosciuti Sette Comuni gestire le trasformazioni del territorio in una prospettiva di sviluppo sostenibile Sette Comuni pianificare il paesaggio mantovano attraverso la valorizzazione dei paesaggi riconosciuti, il ripristino ed il recupero di situazioni di degrado e/o di compromissione paesistica e la creazione di nuovi Area Vasta paesaggi e di nuovi valori paesistici incentivare forme di cooperazione interistituzionale per la salvaguardia, la gestione e la pianificazione Area Vasta condivisa del territorio mantovano Promuovere l’identità dei nuclei urbani tutelando la qualità e l’articolazione del sistema dei servizi in Sette Comuni connessione con il paesaggio extraurbano tutelare e valorizzare i siti di interesse storico, ambientale e culturale Sette Comuni rifiutare nuovi insediamenti produttivi che possano compromettere l’ambiente Sette Comuni garantire compatibilità tra i sistemi di mobilità e il paesaggio mediante sistemi di controllo, mitigazione Sette Comuni e compensazione. SISTEMA TEMATICO INSEDIATIVO E DEI POLI PRODUTTIVI Assicurare la sostenibilità degli impatti degli insediamenti sulle risorse del territorio Sette Comuni Sette Comuni / Area Perseguire una governance unitaria delle politiche insediative a scala territoriale Vasta Assicurare e mantenere una elevata qualità sociale e vitalità economica degli insediamenti Sette Comuni Promuovere lo sviluppo razionale e sostenibile delle aree produttive Sette Comuni Promuovere il miglioramento della qualità ecologica degli insediamenti Sette Comuni Promuovere l’identità dei nuclei urbani tutelando la qualità e l’articolazione del sistema dei servizi in Sette Comuni connessione con il paesaggio extraurbano Incentivare il recupero e la riqualificazione dell’edilizia esistente (storica e recente) Sette Comuni Garantire un’espansione armonica e razionale dei centri abitati, integrandovi spazi pubblici, verde e Sette Comuni servizi e valutandone l’impatto sul sistema agricolo e paesistico Salvaguardare e promuovere le unità commerciali al dettaglio Sette Comuni Implementare misure a favore dell’edilizia sostenibile Sette Comuni Concentrare le nuove previsioni di insediamenti produttivi >30.000 mq in prossimità delle infrastrutture Sette Comuni esistenti rifiutare nuovi insediamenti produttivi che possano compromettere l’ambiente Sette Comuni Sette Comuni / Area tendere alla realizzazione di aree ecologicamente attrezzate Vasta SISTEMA TEMATICODELLA MOBILITA’ E DEI TRASPORTI utilizzare le opportunità della maglia infrastrutturale per incentivare la creazione di un sistema policentrico, favorendo la connessione di Mantova ai corridoi interregionali e l’accessibilità interna ai Area Vasta poli regionali, tra poli secondari e tra aree periferiche intervenire sul sistema delle infrastrutture di collegamento per favorire l’accessibilità del territorio Area Vasta mantovano alla rete regionale, nazionale ed europea

C:\Documents and Settings\Consiglio\Desktop\Documento di Scoping.doc 86 Piano di Governo del Territorio - Documento di Piano Documento di Scoping Comuni di Quistello, S.Benedetto Po, S.Giacomo Delle Segnate, Quingentole, Pieve Di Coriano, Villa Poma e Pegognaga 2009

migliorare l’accessibilità interna del territorio mantovano in termini di sicurezza, efficienza e velocità Sette Comuni / Area attraverso interventi - mirati e legati alla gerarchia funzionale dei tratti – di completamento, Vasta riqualificazione, messa in sicurezza e controllo delle interferenze con il sistema insediativo consentire un accesso sicuro, economicamente attuabile, socialmente accettabile ed ambientalmente Sette Comuni / Area sostenibile a persone, luoghi, beni e servizi Vasta Sette Comuni / Area riorganizzare il sistema delle merci per uno sviluppo del sistema più sostenibile Vasta Sette Comuni / Area garantire un servizio di trasporto pubblico locale di qualità e sviluppare forme di mobilità sostenibile Vasta ridurre i carichi di traffico nelle aree congestionate Sette Comuni Sette Comuni / Area mettere in atto politiche di innovazione a lungo termine nel campo della mobilità Vasta individuazione delle reti tecnologiche Sette Comuni promuovere la progettazione integrata delle reti infrastrutturali e una progettazione che integri Sette Comuni / Area paesisticamente e ambientalmente gli interventi infrastrutturali Vasta concentrare le nuove previsioni di insediamenti produttivi >30.000 mq in prossimità delle infrastrutture Sette Comuni esistenti garantire compatibilità tra i sistemi di mobilità e il paesaggio mediante sistemi di controllo, mitigazione Sette Comuni / Area e compensazione Vasta Sette Comuni / Area Promuovere l’intermodalità e l’uso della ferrovia e dell’idrovia Vasta Riqualificare il sistema con le seguenti priorità: • PO – PE Sette Comuni / Area • Potenziamento ferrovia Parma – Suzzara – Poggio Rusco – Ferrara Vasta • Collegamenti con futura Cispadana e A 13 Sette Comuni / Area Promuovere l’innovazione tecnologica per rendere sostenibile il trasporto pubblico su gomma Vasta Sette Comuni / Area Garantire interscambio e intermodlità per persone e merci Vasta SISTEMA TEMATICO AGRICOLO E RURALE miglioramento della competitività del settore agricolo e valorizzazione della multifunzionalità dello Sette Comuni / Area spazio agricolo Vasta contenimento del consumo di suolo agricolo per usi urbani Sette Comuni Sette Comuni / Area potenziamento della funzione paesaggistica ed ecosistemica dello spazio rurale Vasta integrazione delle politiche per la salvaguardia del valore naturale, ambientale e paesaggistico con le Sette Comuni / Area politiche di sviluppo delle attività agricole sostenibili Vasta recupero del patrimonio edilizio esistente per usi compatibili con l’agricoltura e contenimento di ogni Sette Comuni ulteriore nuova edificazione Sette Comuni / Area promuovere lo sviluppo di una agricoltura sostenibile e multifunzionale Vasta promuovere nelle aree marginali il mantenimento delle attività agricole e di comunità rurali vitali quale Sette Comuni presidio del territorio, incentivando lo sviluppo nelle aziende agricole di attività complementari promuovere la difesa del suolo e degli assetti idrogeologici, geologici ed idraulici e salvaguardare la Sette Comuni / Area sicurezza del territorio e l e risorse naturali e ambientali Vasta promuovere la valorizzazione e salvaguardia del paesaggio rurale nella sua connotazione economica Sette Comuni / Area e strutturale tradizionale Vasta valorizzare la funzione dello spazio rurale di riequilibrio ambientale e di mitigazione degli impatti Sette Comuni / Area negativi dei centri urbani e dei grandi tracciati infrastrutturali Vasta Garantire un’espansione armonica e razionale dei centri abitati, integrandovi spazi pubblici, verde e Sette Comuni servizi e valutandone l’impatto sul sistema agricolo e paesistico Incentivare il recupero degli insediamenti agricoli esistenti Sette Comuni Sette Comuni / Area Favorire lo sviluppo di produzioni tipiche e energetiche e della commercializzazione Vasta Sette Comuni / Area Promuovere l’imprenditorialità, le produzioni di qualità e la compatibilità ambientale Vasta

Di seguito si riporta un’immagine che sintetizza l’ambito di influenza del piano.

C:\Documents and Settings\Consiglio\Desktop\Documento di Scoping.doc 87 Piano di Governo del Territorio - Documento di Piano Documento di Scoping Comuni di Quistello, S.Benedetto Po, S.Giacomo Delle Segnate, Quingentole, Pieve Di Coriano, Villa Poma e Pegognaga 2009

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