LO SPORT 15 lunedì 24 dicembre 2007 E lo chiamano sport Una scia di sangue Ivan, un rene nuovo dietro al sogno di Al per fare ancora gol

■ di Ivo Romano ■ / Londra

FUGA all’inferno e ritorno. Col rischio di ri- DUE GOL come nel più bello dei sogni. Per- piombare tra le fiamme degli inferi. Al Bangu- ché se una volta era un’abitudine, poi aveva ra era un bambino felice, per quanto possa rischiato di diventare una chimera. Il gol, la esserlo uno che vive a , nella Sierra specialità della casa. Da sempre una preroga-

Leone, in un Paese tato reale. E il ritorno in patria suo- tiva di Ivan Klasnic, cambiare la carriera. Accadde anni nerebbe come una condanna a or sono, ancora giovanissimo: lo martoriato dalla guer- morte. Fortuna che ad Al Bangura croato, attaccante. corteggiava la Nazionale tedesca, è stata data la possibilità di chiede- quella del Paese natale, e pure la ra civile. Eppure lo re un permesso di lavoro, abitual- Uno che sa quel che Bosnia, che i natali li aveva dati ai mente non concessa a chi non ab- genitori, senza dimenticare la Cro- era, nella piccola ca- bia presenza in una Nazionale vuole. Davanti alla azia, per via della sua etnìa. Scelse piazzata almeno al 70˚ posto nella l’ultima: non poteva tradire il suo sa che divideva con la mamma e le classifica Fifa (la è so- porta, nessuna esitazione. Come stesso sangue, quello croato. Poi, due sorelline. Malgrado un padre lo al numero 156 e lui non ha mai nelle occasioni importanti, quan- si sa, a volte capita che il destino ti mai conosciuto, forse morto an- giocato in Nazionale). Palestra “Indomita”, aperta nel 1941 è la terza palestra di Boxe più antica di Roma Foto Andrea Sabbadini do c’è da fare una scelta che può presenti un conto, più o meno sa- cor prima che lui vedesse la luce. lato. A Klasnic glielo sbatterono in Cresceva, della sua vita gli piaceva faccia i medici, cui s’era affidato tutto. La scuola, prima di ogni co- BOXE per una semplice appendicite. Dia- sa. Tanto da svegliarsi all’alba per Dal Senegal a Pontedera: quel ring negato ad Aly, italiano ma non per la federazione: «Voglio combattere per il titolo» gnosi pesante: una rara malattia ai arrivare in tempo utile per garan- reni. Prognosi iniziale incoraggian- tirsi una sedia e un banco, chè nell' Fatemi combattere. Voglio incrociare i guantoni tanti altri nomi noti del pugilato italiano. Trova a zionale e che ha già collezionato importanti titoli». te: un cocktail di medicine, da as- istituto che frequentava non ce per il titolo di campione italiano ma non me lo per- Pontedera sostegno ed aiuto. Diventa pugile profes- Nel pugilato la carriera è brevissima, dice Aly, affian- sumere a lungo, sarebbe stato suffi- n’erano per tutti. Amava studiare, mettono. È l’appello di Muhamed Aly Ndiaye, pugile sionista. La sua storia commuove. Si impegna anche cato da Fabiano Angiolini e Riccardo Minuti della pu- ciente. Continuò a giocare nel giocare coi coetanei, stare in fami- italiano di Pontedera. La sua storia ha già conquistato in politica. Si candida (anche se non viene eletto) per gilistica di Pontedera. «Ho 28 anni e sono all’apice. Se Werder Brema e con la Croazia, glia. E, soprattutto, amava il cal- in passato le pagine dei giornali locali e nazionali. Na- le elezioni della costituente del Partito Democratico, mi fanno perdere altro tempo sarebbe difficile conti- ma diagnosi non era stata esatta. cio. Giocava dappertutto, nono- sce in Senegal 28 anni fa, figlio d arte. Suo padre già bo- all’assemblea regionale toscana con “A sinistra per nuare a raccogliere i frutti di anni di allenamento e di Le funzioni renali peggioravano stante una guerra civile che fece xa e a Mohuamed Aly viene dato il nome dal grande Veltroni”. Non solo, nei mesi scorsi ha calcato anche sacrifici. Da professionista mantengo la mia famiglia anziché migliorare. Non c’era che 50mila morti, prima che fosse di- campione che, sembra, incontrando il padre pronosti- le scene per girare una fiction insieme a Fiorello, in con questa attività. Sono il più forte in Italia nella una strada: il trapianto. E, nell’atte- chiarata la pace, nel 2002. A 13 an- ca al piccolo Aly una folgorante carriera nella nobile nord Africa, nella quale interpreta un pugile che fini- mia categoria: vorrei che che la federazione mi met- sa, lunghe ed estenuanti sedute di ni il piccolo Al fu costretto a lascia- arte. Poi comincia la diaspora comune a tanti giovani sce al tappeto. Sembra sia stato difficile convincerlo a tesse in condizione di dimostrarlo» aggiunge Aly che dialisi, tre volte a settimana. «Fu re casa per garantire maggiori spa- africani. Emigra per cercare fortuna in Europa. Prima farsi mettere ko, lui che non è mai finito al tappeto. ha scritto al ministro Melandri e al presidente del Co- un brutto colpo, ma non feci altro zi a mamme e sorelle. Tranquillo e in Francia e quindi in Italia. Proprio in Toscana incon- Nei dodici incontri disputati ha sempre vinto, con ot- ni Petrucci: «Nonostante la mia pelle nera, per l’Italia che pensare che fosse successo per felice, fino ai 15 anni, l’età della tri- tra un’italiana, si sposa e diventa cittadino italiano. to ko. Il sindaco di Pontedera, Paolo Marconcini, lo e i colori azzurri ho combattuto senza risparmio in una qualche ragione soprannatu- ste scoperta. Il papà era stato il ca- Continua a boxare mentre svolge diversi lavori per appoggia: «Chiedo che ad Aly venga data l’opportu- ogni parte del mondo e subito anche gravi infortuni. rale. Dio mi aveva messo di fronte po di una società segreta, denomi- portare avanti la famiglia. Ma le sue doti non passano nità che sarebbe data a qualsiasi cittadino italiano: Ora ho diritto al rispetto e alla sfida per il titolo». a questa sfida, ma mi avrebbe dato nata Soko, una sorta di setta che inosservate nella città che fu di Mazzinghi, di Redi e di combattere per il titolo. Lui che è già nel giro della na- Luciano Luongo anche le armi per vincerla». Ma il praticava la stregoneria. Riti d’ini- tempo era poco, soprattutto per ziazione tremendi, che spesso pre- chi a 27 anni ancora sperava di ri- vedevano mutilazioni. E bambini VITA DA BOMBER In serie B segnano grappoli di reti: una carriera in periferia, lontani dai riflettori del pallone prendere un giorno a giocare, cor- sacrificati, perché rinascessero uo- rere, segnare. Non restava che tro- mini. Lui era il figlio dell’ex gran- vare una scorciatoia. Mamma Si- de capo, il suo destino era seguire ma era una donatrice compatibile. le orme del padre, se non fosse fug- Godeas, Granoche e gli altri «punteri» sommersi E così pure il fratello Josip e la co- gito via. Qualcuno si premurò di gnata Patricia. Il 24 gennaio la ma- avvertire la madre, senza mezzi ter- dre finì sotto i ferri, per dare un re- mini: «Il padre di tuo figlio era il ■ di Vanni Zagnoli Chievo; per la cadetteria è una sicurezza. È po’ in serie A ha giocato, senza lasciare mol- Con l’Avellino avrebbe meritato un primo ne al figlio Ivan. Ma il cinico desti- leader della setta, dobbiamo fare alle sue spalle che ci sono grandi sorprese. te tracce. L’altra rivelazione è Mario Cellini, rigore per una evidente trattenuta subita in no non aveva finito di tormentar- Castillo in modo che ora sia lui a ricoprire IL 2007 per la serie B si è chiuso al- ha segnato 14 gol, con 2 rigori, nel 12 gol con tre rigori, nell’Albinoleffe. È l’uo- area, se n’è procurato uno vero a metà ripre- lo: era il giorno del suo complean- quel ruolo». La madre si oppose, Pisa. È l’uomo della provvidenza per la squa- mo del sogno di Elio Gustinetti, che può sa, che ha significato il coronamento della ri- no quando i medici gli comunica- come lui stesso. E fu come una l’insegna dei bomber «alternativi». dra toscana, tornata in B dopo 13 anni. Saba- portare la piccola società bergamasca, frutto monta da 0-2 a 2-2. Granoche sbaglia anco- rono che il suo corpo aveva rigetta- condanna a morte. Dovette scap- to con il Ravenna è rimasto all’asciutto ma della fusione fra Albinese e Leffe, di una deci- ra molte occasioni, ma ha il merito di procu- to quel rene. Così toccò a Josip, il pare, aiutato da uno zio. Prima in In vetta alla classifica cannonieri De- ha ispirato tutte le manovre nerazzurre più na d’anni fa, alla più incredibile serie A. Sa- rarsele, con grande forza fisica. 24 anni, di fratello. Operazione riuscita, sta- Francia, quindi in Inghilterra. Il nis Godeas, 15 gol tutti su azione. pericolose. Josè Ignacio Castillo è argentino, bato con l’Ascoli non c’era, i biancocelesti si Montevideo, ha segnato 28 gol nel Mira- volta. Come accaduto al pesista posto dove coltivare la sua passio- ha già 32 anni e da sette tentava di affermar- sono trovati al buio. Si era infortunato a Lec- mar, squadra di prima divisione uruguagia, Norberto Oberburger, che ha vin- ne per il calcio. Fino all’approdo al Sabato ha fatto tripletta con lo Spe- si da noi. Arrivò nel 2001, a Brindisi, in serie ce, nella gara precedente. Fiorentino, 26 an- poi ha trovato fortuna in Messico, nella se- to il titolo mondiale dopo un inter- : a 19 anni è uno dei pun- zia, riportando il Mantova a -5 dal D: 15 gol in 23 partite. Poi 17 reti al Nardò, ni, è partito dal Prato in C2, poi il Fucecchio conda divisione, con 23 gol in 27 gare nel Ti- vento analogo, o al cestista Alon- ti di forza della squadra del nord di 24 alla Vigor Lamezia (Calabria), 23 al Galli- (dilettanti), di nuovo Prato e Montevarchi burones Rojos. Il Vera Cruz l’ha portato nel- zo Mourning, che ha vinto il suo Londra, che guida il campionato Bologna primo in classifica e a -4 dalla zona poli. Per sua fortuna nel 2005 la squadra pu- in C2, Foggia (12 gol) e Perugia (16) in C1. la serie A messicana, mezzo campionato primo titolo Nba due anni dopo di seconda divisione, con ottime promozione. È stato il goriziano di 32 anni, gliese fu promossa in C2, diversamente non La scorsa stagione l’esordio in B, con 7 reti, non gli è bastato per sfondare ma è stato no- aver ricevuto un nuovo rene, pure chance di approdo in Premier Lea- che in carriera ha cambiato squadra 15 vol- avrebbe neppure debuttato tra i professioni- adesso proverà ad arrivare a 20. E poi Pablo tato da Enzo Ferrari, il dgalabardato. A Trie- il campione di rugby Jonah Lomu gue. Ma il suo futuro inglese è a ri- te, a condurre la rimonta dei virgiliani, favo- sti. 17 gol in C2 e la Coppa Italia di serie C, la Mariano Louro Granoche, 4 rigori e un tota- ste Granoche è un idolo come fu, per una vi- è tornato in campo. Il gran giorno schio. A 15 anni gli fu garantito riti per il primo posto, partiti bene e poi per- scorsa stagione il doppio salto, forse eccessi- le di 12 reti, l’uruguayano che tiene a galla la ta, Totò De Falco, 48 anni, adesso ds. Chiu- di Ivan Klasnic è stato lo scorso 24 l’asilo, scaduto al compimento del si nel vuoto di idee di Attilio Tesser. Godeas vo, in B. Al Frosinone soltanto 5 reti, nel Pi- Triestina. L’allenatore Rolando Maran era de la mezza dozzina di cannonieri subito de- novembre. Poi, sabato scorso, in diciottesimo anno d’età. L’Ufficio ha avuto tre occasioni in serie A, senza sfon- sa è ubriacante. Con 12 reti (2 rigori) il brasi- stato a un passo dall’esonero, quando gli ala- gni di un’alta serie A Francesco Lodi, talento Werder Brema-Leverkusen, due per l’Immigrazione glielo ha nega- dare: qualche settimana a Como, mezzo liano del Rimini Jeda è una certezza. Arrivò bardati erano finiti in zona playout, Grano- purissimo del Frosinone e dell’under 21. gol: come nel più bello dei sogni. to, il rischio di espulsione è diven- campionato a Palermo, qualche mese al in Italia nel ’99, tra Vicenza e Piacenza un che li ha trascinati a +7 sulla quint’ultima. Dieci gol, un mancino spettacoloso. Iv.Rom. In queste cartine troverete una sola strada. Quella per salvare il pianeta.

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