Proponente – CERESIA sas di Donati Daniela & C.

Progettisti – Vignolo Villa Architetti Associati

RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE

VERIFICA DI ESCLUSIONE DA VAS DEL PIANO ATTUATIVO AT3 IN , VIA MAZZINI, 50 - MAPPALI 230-231-232

Num. Rif. Lavoro 15-074 N. copie consegnate Data Redatto (RT) Revisionato (RC) Approvato (RC o DT) rev00 26/06/2015 dott.sa C. Fiori Dr. Geol. A. Uggeri Dr. Geol. A. Uggeri rev01 rev02

Gruppo di lavoro dott.sa Cristina Fiori, dott.sa B. Raimondi (aspetti ecologici e ebiologici) Progettisti - Nome file 15-074 ve_portoc at3

Via Lungolago di Calcinate, 88 – 21100 Varese - P.IVA : 02744990124 Tel. 0332 286650 – Fax 0332 234562 - [email protected][email protected] www.idrogea.com

Proponente: CERESIA sas RAPPORTO PRELIMINARE 26/06/2015 Progettisti: Vignolo Villa Verifica di Esclusione da VAS del Piano Attuativo AT3 RIF 15-074 Architetti Associati in Porto Ceresio, Via Mazzini, 50

SOMMARIO

1 PREMESSA ...... 5 1.1 Normativa di riferimento ...... 6 1.2 Procedimento tecnico-amministrativo...... 6 1.3 Organizzazione del documento...... 8 2 DESCRIZIONE DEL P.A. INAT3 ...... 9 2.1 Inquadramento geografico ...... 9 2.2 Inquadramento catastale ...... 10 2.3 Contesto programmatico sovralocale...... 11 2.3.1 Pianificazione regionale ...... 11 2.3.2 Pianificazione provinciale ...... 14 2.3.3 Pianificazione locale ...... 22 2.3.3.1 Pianificazione forestale ...... 22 2.3.3.2 PGT Comunale ...... 23 2.3.4 Vincoli territoriali...... 26 2.3.4.1 Beni tutelati ai sensi del DLgs n. 42/2004...... 26 2.3.4.2 Aree a vincolo idrogeologico ...... 27 2.3.5 Vincoli e azzonamento geologico...... 28 2.4 Contenuti del progetto ...... 31 2.4.1 Variante al PGT ...... 31 2.4.2 Contenuti architettonici ...... 32 2.4.3 Analisi delle alternative ...... 33 2.5 Analisi di coerenza esterna ...... 34 3 DESCRIZIONE DEL CONTESTO AMBIENTALE ...... 35 3.1 Uso del suolo...... 35 3.2 Paesaggio e beni culturali...... 36 3.2.1 Inquadramento paesistico...... 36 3.2.2 Descrizione dello stato di fatto ...... 41 3.3 Aree protette ed ecosistemi ...... 43 3.3.1 Aree protette ...... 43 3.3.2 La Rete Ecologica Regionale (RER) ...... 44 3.3.3 Rete ecologica provinciale...... 46 3.4 Rischio idrogeologico e radon...... 48 3.4.1 Inquadramento geologico ...... 48 3.4.2 Inquadramento idrogeologico...... 49 3.4.3 Radon...... 50 3.4.4 Azzonamento sismico...... 52 3.5 Rischio idraulico e acque superficiali ...... 53 3.5.1 Il reticolo idrografico...... 53 3.5.2 Il rischio idraulico ...... 54 3.6 Risorse idriche e rete fognaria...... 55 3.6.1 Risorse idriche ...... 55 3.6.2 Rete fognaria...... 57 3.7 Sistema della mobilità ...... 59 3.7.1 Rete stradale ...... 59 3.8 Inquinamento atmosferico...... 62 3.8.1 Regime emissivo ...... 62 3.9 Inquinamento acustico...... 65 3.9.1 Il clima acustico ...... 67 3.10 Contesto socio economico ...... 68 4 VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE ...... 69 4.1 Stima degli effetti ambientali ...... 69 4.1.1 Uso del suolo...... 69 4.1.2 Paesaggio e beni culturali ...... 69 4.1.3 Aree protette ed ecosistemi ...... 73 4.1.4 Rischio idrogeologico e radon ...... 74 4.1.5 Rischio idraulico e acque superficiali...... 75 4.1.6 Risorse idriche e rete fognaria ...... 75

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4.1.7 Sistema viabilistico ...... 76 4.1.8 Inquinamento atmosferico ...... 77 4.1.9 Inquinamento acustico ...... 77 4.1.10 Contesto socio economico...... 78 4.2 Mitigazioni ...... 79 5 CONCLUSIONI ...... 80

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1 PREMESSA

Il presente documento costituisce il Rapporto Preliminare contenente le informazioni e i dati necessari alla verificare gli effetti significativi sull’ambiente della variante al Piano di Governo del Territorio inerente il piano attuativo previsto nell’ AT3 di Porto Ceresio. Tale documento si inserisce nel procedimento di Verifica di Assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Si precisa che il Piano Attuativo è in variante all’ambito AT3, presente nel Piano di Governo del Territorio di Porto Ceresio, approvato in data 19/06/2013 con delibera di Consiglio Comunale n. 10.

Il soggetto proponente è CERESIA S.a.s di Donati Daniela & C. Via Pasubio 26 - 21100 Varese c.f. 03445350121

I progettisti sono: Dr. Arch. Claudia Vignolo Villa Dr. Arch. Dr. Ing. Matteo Villa Vignolo Villa Architetti Associati via Ravasi, 32 - 21100 Varese tel. 0332 285441 fax 0332 285441 [email protected] - p. iva 02306280120

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1.1 Normativa di riferimento

Il Dlgs 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., che ha riformulato il diritto ambientale, costituisce, nella sua Parte II, l’attuale "legge quadro" sulla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), la procedura per la valutazione dei piani e programmi che possono avere un impatto ambientale significativo, come modificato dal D Lgs n. 4/2008.

Tali normative recepiscono la Direttiva Europea 2001/42/CE, il cui obiettivo è garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente, individuando nella Valutazione Ambientale Strategica lo strumento per l’integrazione delle considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. La VAS si delinea dunque come un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sulle tematiche ambientali delle azioni proposte (politiche, piani o iniziative nell’ambito di programmi nazionali, regionali e locali, ecc.) in modo che queste siano incluse e affrontate, alla pari delle considerazioni di ordine economico e sociale, fin dalle prime fasi (strategiche) del processo decisionale. Questo processo quindi garantisce che gli effetti ambientali derivanti dall’attuazione di determinati piani e programmi, siano presi in considerazione e valutati durante la loro elaborazione e prima della loro adozione. Per lo strumento di pianificazione la VAS rappresenta un processo di costruzione, valutazione e gestione del Piano o Programma, ma anche di monitoraggio dello stesso, al fine di controllare e contrastare gli effetti negativi imprevisti derivanti dall’attuazione di un piano o programma e adottare misure correttive al processo in atto. La direttiva promuove inoltre la partecipazione pubblica all’intero processo al fine di garantire la tutela degli interessi legittimi e la trasparenza nel processo stesso; pertanto la direttiva prevede, in tutte le fasi del processo di valutazione, il coinvolgimento e la consultazione delle autorità “che, per le loro specifiche competenze ambientali, possano essere interessate agli effetti sull’ambiente dovuti all’applicazione dei piani e dei programmi” e del pubblico che in qualche modo risulta interessato dall’iter decisionale.

Anche la Regione Lombardia, che ha riformato il quadro normativo in materia di governo del territorio mediante l’approvazione della Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12 “Legge per il governo del territorio” (B.U.R.L. n. 11 del 16 marzo 2005, 1° s.o.), e s.m.i. che ha recepito i contenuti della Direttiva Europea 2001/42/CE; l’articolo 4, infatti, stabilisce che ogni variante allo strumento urbanistico debba essere sottoposta a Valutazione Ambientale Strategica (VAS). La Regione Lombardia ha inoltre recentemente approvato la DGR n.9/761 del 10/11/2010 e s.m.i. “Determinazione della procedura per la valutazione ambientale di Piani e Programmi – VAS (art. 4, LR n. 12/2005; DCR n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al D.lgs. 29 giugno 2010 n. 128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n.8/6420 e 30 dicembre 2009, n.8/10971” che definisce lo schema operativo per le VAS nei suoi allegati, in funzione della tipologia di piano da sottoporre a valutazione.

1.2 Procedimento tecnico-amministrativo

Il procedimento tecnico amministrativo di riferimento è la Verifica di Assoggettabilità VAS della variante al PGT di Porto Ceresio per l’attuazione in riduzione dell’ambito AT3 di via Mazzini.

Il procedimento di riferimento è illustrato nell’allegato 1a della DGR n.9/761 del 10/11/2010 il quale prevede che “le varianti al Documento di Piano sono di norma assoggettate a VAS, tranne quelle per le quali sussiste la contemporanea presenza dei requisiti seguenti: a) non costituiscono quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE e successive modifiche b) non producono effetti sui siti di cui alla direttiva 92/43/CEE c) determinano l’uso di piccole aree a livello locale e/o comportano modifiche minori. Per queste varianti minori si procede a verifica di assoggettabilità alla VAS.

In particolare si precisa che

 L’ambito AT3 non costituisce quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE e successive modifiche Nessuna delle attività che andranno ad insediarsi presso il sito sono assoggettate a Valutazione di Impatto Ambientale.

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 L’ambito AT3 non produce effetti sui siti di cui alla direttiva 92/43/CEE . L’area del PA non è direttamente o indirettamente interessata dalla presenza di aree appartenenti alla Rete Natura 2000. Nei dintorni ma non direttamente confinante con il territorio comunale, si segnala la presenza del SIC 20100020 “Torbiera di Cavagnano”, situata nel Comune di Cuasso al Monte. Non si ritiene che le modifiche apportate al PA possano in alcun modo generare possibili incidenze tali da richiedere approfondimenti specifici sui siti appartenenti alla Rete Natura 2000 o sui corridoi ecologici.

 L’ambito AT3 determina l’uso di piccole aree a livello locale e/o comportano modifiche minori La variante al PA prevede la riduzione della superficie dell’ambito di trasformazione AT3, che passa da 2.800 a 2.465 mq mantenedone invariati gli obiettivi strategici e funzionali.

Trattandosi di una variante in riduzione e considerando che le condizioni di cui sopra sono verificate si ritiene corretto applicare il procedimento tecnico- amministrativo illustrato nel seguente schema.

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1.3 Organizzazione del documento

Il presente documento è stato redatto facendo riferimento ai criteri dell’allegato II della direttiva 2001/42/CE, riportati di seguiti.

1. Caratteristiche del piano o del programma, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: - in quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l'ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse, - in quale misura il piano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati, - la pertinenza del piano o del programma per l'integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, - problemi ambientali pertinenti al piano o al programma, - la rilevanza del piano o del programma per l'attuazione della normativa comunitaria nel settore dell'ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque). 2. Caratteristiche degli effetti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: - probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli effetti, - carattere cumulativo degli effetti, - natura transfrontaliera degli effetti, - rischi per la salute umana o per l'ambiente (ad es. in caso di incidenti), - entità ed estensione nello spazio degli effetti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate), - valore e vulnerabilità dell'area che potrebbe essere interessata a causa: - delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale, - del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite, - dell'utilizzo intensivo del suolo, - effetti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale.

Il presente documento si articola nel modo seguente.

 Premesse e riferimenti normativi, dove vengono illustrati i principali riferimenti normativi relativi ambito di applicazione della VAS e della relativa verifica di esclusione.  Descrizione del PA e come questo si inserisce nel contesto programmatico sovralocale (comune, regione, ecc.).  Descrizione del contesto ambientale di riferimento con particolare riferimento alle varie risorse ambientali primarie (aria, risorse idriche, suolo e sottosuolo, ecosistemi e paesaggio), e ad alcuni aspetti di rilevanza con il PA quali le emissioni di rumore, il traffico indotto, ecc.  Stima degli impatti ambientali del PA e contestualmente si provvederà a dare indicazioni in merito alle eventuali misure di mitigazione necessarie per ridurre o annullare gli effetti sull’ambiente circostante

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2 DESCRIZIONE DEL P.A. INAT3

Nel paragrafo seguente vengono illustrate le principali caratteristiche del progetto in variante desunte dalla documentazione progettuale redatte dallo studio Vignolo Villa Architetti Associati cui si rimanda per ulteriori dettagli.

2.1 Inquadramento geografico

L’area oggetto della presente valutazioni si trova in comune di Porto Ceresio, lungo la strada provinciale SP61 all’indirizzo via Mazzini 50. L’area è identificata nel PGT come AT3 e attualmente interessata dall’esercizio commerciale ex “Lido da Bruno”.

Figura 1 - Foto aerea dell’area oggetto di studio e relativa perimetrazione dell’ambito di trasformazione proposta (Fonte Google Maps)

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2.2 Inquadramento catastale

L’area di studio è censita ai mappali nn. 230-231-232 del comune censuario di Porto Ceresio, foglio 903. Nell’immagine seguente un estratto di mappa catastale.

Figura 2 - Inquadramento catastale

I restanti mappali (mapp. nn. 227, 228, 229) inseriti nel ambito AT3, sono di pertinenza all’attività commerciale ma di proprietà demaniale.

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2.3 Contesto programmatico sovralocale

2.3.1 Pianificazione regionale

Il Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato definitivamente con la dgr del 19/01/2010, n.951 è lo strumento di pianificazione a livello regionale (l.r.12/05 art.19), che costituisce atto fondamentale di indirizzo , agli effetti territoriali, della programmazione regionale di settore, nonché di orientamento della programmazione e pianificazione territoriale dei comuni e delle province.

Il P.T.R. ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico.

Il PTR indica:  gli obiettivi principali di sviluppo socio-economico del territorio regionale  il quadro delle iniziative per la realizzazione delle infrastrutture e delle opere di interesse regionale e nazionale  i criteri per la salvaguardia dell'ambiente  il quadro delle conoscenze fisiche del territorio e definisce:  le linee orientative di assetto del territorio  gli indirizzi generali per la prevenzione del rischio geologico, idrogeologico e sismico  gli indirizzi per la programmazione territoriale di comuni e province  gli obiettivi prioritari di interesse regionale.

Il Documento di piano individua degli obiettivi di pianificazione per l’intero territorio regionale tre macro obiettivi:Proteggere e valorizzare le risorse della Regione, Riequilibrare il territorio lombardo, Rafforzare la competitività dei territori della Lombardia, e ulteriori 24 obiettivi:

1. Favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori, l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione: in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e per ridurre l’impatto della produzione sull’ambiente nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai servizi) nell’uso delle risorse e nella produzione di energia e nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi partecipativi e diffondendo la cultura della prevenzione del rischio 2. Favorire le relazioni di lungo e di breve raggio, tra i territori della Lombardia e tra il territorio regionale e l’esterno, intervenendo sulle reti materiali (infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche) e immateriali (sistema delle fiere, sistema delle università, centri di eccellenza, network culturali), con attenzione alla sostenibilità ambientale e all’integrazione paesaggistica 3. Assicurare, a tutti i territori della regione e a tutti i cittadini, l’accesso ai servizi pubblici e di pubblica utilità, attraverso una pianificazione integrata delle reti della mobilità, tecnologiche, distributive, culturali, della formazione, sanitarie, energetiche e dei servizi 4. Perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle reti, sulla riduzione degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio 5. Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili) attraverso: la promozione della qualità architettonica degli interventi la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici il recupero delle aree degradate la riqualificazione dei quartieri di ERP l’integrazione funzionale il riequilibrio tra aree marginali e centrali la promozione di processi partecipativi 6. Porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero, agendo prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il ricorso all’utilizzo di suolo libero 7. Tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità dell’ambiente, la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico 8. Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo prudente e sostenibile del suolo e delle acque

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9. Assicurare l’equità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio 10. Promuovere l’offerta integrata di funzioni turistico-ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari della regione e diffondendo la cultura del turismo non invasivo 11. Promuovere un sistema produttivo di eccellenza attraverso: il rilancio del sistema agroalimentare come fattore di produzione ma anche come settore turistico, privilegiando le modalità di coltura a basso impatto e una fruizione turistica sostenibile il miglioramento della competitività del sistema industriale tramite la concentrazione delle risorse su aree e obiettivi strategici, privilegiando i settori a basso impatto ambientale lo sviluppo del sistema fieristico con attenzione alla sostenibilità 12. Valorizzare il ruolo di Milano quale punto di forza del sistema economico, culturale e dell’innovazione e come competitore a livello globale 13. Realizzare, per il contenimento della diffusione urbana, un sistema policentrico di centralità urbane compatte ponendo attenzione al rapporto tra centri urbani e aree meno dense, alla valorizzazione dei piccoli centri come strumenti di presidio del territorio, al miglioramento del sistema infrastrutturale, attraverso azioni che controllino l’utilizzo estensivo di suolo 14. Riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica, di rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat 15. Supportare gli Enti Locali nell’attività di programmazione e promuovere la sperimentazione e la qualità programmatica e progettuale, in modo che sia garantito il perseguimento della sostenibilità della crescita nella programmazione e nella progettazione a tutti i livelli di governo 16. Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti 17. Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica integrata 18. Favorire la graduale trasformazione dei comportamenti, anche individuali, e degli approcci culturali verso un utilizzo razionale e sostenibile di ogni risorsa, l’attenzione ai temi ambientali e della biodiversità, paesaggistici e culturali, la fruizione turistica sostenibile, attraverso azioni di educazione nelle scuole, di formazione degli operatori e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica 19. Valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse, anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della Lombardia 20. Promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio, tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati 21. Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di valorizzazione del territorio 22. Responsabilizzare la collettività e promuovere l’innovazione di prodotto e di processo al fine di minimizzare l’impatto delle attività antropiche sia legate alla produzione (attività agricola, industriale, commerciale) che alla vita quotidiana (mobilità, residenza, turismo) 23. Gestire con modalità istituzionali cooperative le funzioni e le complessità dei sistemi transregionali attraverso il miglioramento della cooperazione 24. Rafforzare il ruolo di “Motore Europeo” della Lombardia, garantendo le condizioni per la competitività di funzioni e di contesti regionali forti

I 24 obiettivi del PTR sono stati declinati secondo due punti di vista: tematico e territoriale; Sulla base di tali declinazione vengono definiti obiettivi specifici per i diversi temi e sistemi territoriali individuati utile nella definizione degli obiettivi di pianificazione territoriale a scala comunale.

I temi individuati sono i seguenti:

 Ambiente (Aria, cambiamenti climatici, acqua, suolo, flora, fauna e biodiversità, rumore e radiazioni,…)  Assetto Territoriale (mobilità e infrastrutture, equilibrio territoriale, modalità di utilizzo del suolo, rifiuti, rischio integrato ….)

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 Assetto economico/produttivo (industria, agricoltura, commercio, turismo, innovazione, energia, rischio industriale,…)  Paesaggio e Patrimonio Culturale (paesaggio, patrimonio culturale e architettonico,…)  Assetto sociale (popolazione e salute, qualità dell’abitare, patrimonio ERP,…).

Mentre i sistemi territoriali del territorio lombardo sono:

 Sistema Metropolitano  Montagna  Sistema Pedemontano  Laghi  Pianura Irrigua  Fiume Po e Grandi Fiumi di Pianura

Il territorio provinciale ricade interamente nel sistema territoriale dei Laghi e nella parte nord nel sistema della Montagna e nella porzione più meridionale si sovrappongono il sistema metropolitano e il sistema pedemontano, come illustrato nella figura seguente (DDP tavola 4).

Porto Ceresio

Figura 3 - Sistemi territoriali del PTR (DDP PTR – Tavola 4)

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2.3.2 Pianificazione provinciale

In attuazione della L.R. 1/2000, n. 1, la Provincia di Varese ha provveduto alla formazione dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP) secondo i contenuti specifici definiti nelle "Linee generali di assetto del territorio lombardo" (DGR 7 aprile 2000, n. VI/49509, integrata dalla DGR 21 dicembre 2001, n. VI/7582).

L’efficacia prescrittiva del PTCP di Varese è descritta all’art. 7 delle Norme di Attuazione. Per quanto concerne la pianificazione comunale, il PGT deve recepire diverse tematiche.

 Previsioni in materia di tutela dei beni ambientali e paesaggistici in attuazione dell’art. 77 della LR 12/2005. Il PTCP ha individuato degli indirizzi di pianificazione e non prescrizioni in materia di beni ambientali e paesaggistici. L’immagine seguente estratta dalla tavola PAE1 evidenzia gli elementi di pregio paesistico soggetti a tutela. Per quanto concerne l’area del PA emerge che parte dell’area di studio è identificata come Area di rilevanza ambientale ai sensi della LR n. 86 del 30/11/1983. Inoltre la SP61 è stata identificata come strada panoramica di collegamento tra mete turistiche.

L’immagine estratta dalla tavola PAE3 illustra temi relativi alla rete ecologica provinciale, ed evidenzia che l’area non è interessata da alcun elemento della Rete Ecologica.

Figura 4 - Beni ambientali e paesaggistici (fonte PAE1)

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Figura 5 - Rete ecologica (fonte PAE3)

 Indicazione e la localizzazione delle infrastrutture riguardanti il sistema della mobilità; La figura seguente illustra la classificazione gerarchica della rete esistente, la localizzazione delle nuove infrastrutture se e i relativi vincoli, sia per la rete stradale che per quella ferroviaria. Il PA si colloca su una strada di terzo livello, SP 61 localmente via Mazzini. Nelle immediate adiacenze si trova il porto nautico turistico di Porto Ceresio.

Figura 6 - Sistema della mobilità (fonte MOB1)

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 Individuazione degli ambiti agricoli di cui all’art. 15, 4° co., della LR 12/2005, fino all’approvazione del PGT Il PTCP individua gli ambiti agricoli e i criteri e le modalità per l’individuazione di tali aree a livello comunale. L’area del PA non interessa alcuna area agricola strategica del PTCP.

Figura 7 - Ambiti agricoli strategici (fonte AGRI1)

 Indicazione delle aree soggette a tutela o classificate a rischio idrogeologico e sismico. Il PGT deve recepire a livello prescrittivo quanto emerge dallo studio geologico di supporto alla pianificazione, in particolare il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), le aree del rischio idrogeologico e idraulico, le aree a pericolosità alta per il rischio frane e studi di dettaglio, delimitazione delle fasce di rispetto fluviale e le misure per il contenimento e governo dei consumi idrici (PTUA).

Di seguito si riportano estratti delle cartografie tematiche redatte dal PTCP nell’ambito del rischio idrogeologico ed in particolare:

 RIS1-Carta del rischio, che illustra temi relativi al rischio idrogeologico (delimitazione della aree di dissesto PAI, aree a rischio idrogeologico molto elevato PS267, fasce di esondazione fluviale) e temi connessi al rischio industriale connesso alla presenza di aziende RIR.  RIS2-Carta censimento dei dissesti, che riprende gli elementi del data base GeoIffi ed in particolare i dissesti a carattere lineare, profondo e superficiale.  RIS3-Carta della pericolosità frane, con esclusione di quelle di crollo, che individua sul territorio aree appartenenti a diverse classi di pericolosità da elevata a nulla.  RIS4-Carta della pericolosità frane di crollo, che riporta i medesimi elementi di crollo in roccia illustrati nella tavola RIS2.  RIS5-Carta di tutela della risorsa idrica, che riporta l’ubicazione delle arre strategiche nell’ambito della tutela delle acque idropotabili sotterranee.

Di seguito si riportano estratti cartografici delle diverse tavole del PTCP relative all’area di studio con evidenziata la posizione del PA.

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Osservando le immagini emerge che l’AT3 ricade in aree potenzialmente interessata da alluvioni (RIS1), classificate come alluvioni attuali (RIS2). Non si segnalano ulteriori elementi di rischio.

Figura 8 - RIS1-Carta del rischio

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Figura 9 - RIS2-Carta censimento dei dissesti

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Figura 10 - RIS3-Carta della pericolosità frane, con esclusione di quelle di crollo

Figura 11 - RIS4d-Carta della pericolosità frane di crollo

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Figura 12 - RIS5-Carta di tutela della risorsa idrica

Gli obiettivi principali di pianificazione del PTCP di Varese, che di fatto incorpora gli obiettivi strategici definiti a scala regionale sono i seguenti:

 Riqualificazione del territorio  Minimizzazione del consumo di suolo  Utilizzazione ottimale delle risorse territoriali ed energetiche  Ottimizzazione della mobilità e dei servizi.

Gli obiettivi di panificazione del PTCP desunti dal Documento Strategico redatto a cura dell’Unità Piano Territoriale della Provincia di Varese e approvato con delibera di Consiglio Provinciale n. 20 del 20/04/2005 e successivamente approfonditi, si articolano in sette temi principali.

SETTORI DI OBIETTIVI PTCP RIFERIMENTO PAESAGGIO 1.1 migliorare la qualità del paesaggio 1.2 realizzare la rete ecologica provinciale 1.3 governare le ricadute e le sinergie dei progetto infrastrutturali AGRICOLTURA 2.1 difendere il ruolo produttivo dell’agricoltura 2.2 promuovere il ruolo-paesistico ambientale dell’agricoltura 2.3 sviluppo della funzione plurima del bosco COMPETITIVITÀ 3.1 valorizzare le reti di sinergie produttive ed imprenditoriali 3.2 migliorare il sistema logistico e prevedere efficaci interventi infrastrutturali 3.3 valorizzare ed implementare il sistema della ricerca finalizzandolo al trasferimento tecnologico 3.4 migliorare l’attrattività territoriale SISTEMI SPECIALIZZATI 4.1 promuovere la mobilità sostenibile 4.2 costruire un quadro di riferimento del sistema dei servizi sovra comunali

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SETTORI DI OBIETTIVI PTCP RIFERIMENTO 4.3 sviluppare l’integrazione territoriale delle attività commerciali 4.4 promuovere l’identità culturale MALPENSA 5.1 consolidare il ruolo dell’infrastruttura aeroportuale 5.2 garantire la sostenibilità ambientale 5.3 definire i livelli e le esigenze d’integrazione tra reti lunghe e brevi 5.4 orientare l’indotto di Malpensa verso nuove opportunità di sviluppo RISCHIO 6.1 ridurre il rischio idrogeologico 6.2 ridurre il rischio industriale 6.3 ridurre l’inquinamento e il consumo di energia ATTUAZIONE E PROCESSI 7.1 integrare reciprocamente le azioni locali e settoriali con gli obiettivi di piano e sviluppare la programmazione negoziata 7.2 condividere un modello di gestione dei costi e dei benefici territoriali 7.3 definire un sistema di valutazione integrata di piani e programmi 7.4 realizzare un sistema di organizzazione delle informazioni e delle modalità di condivisione

Sulla base di quanto emerso nel presente paragrafo, l’intervento non interferisce con nessuna delle tematiche di carattere prescrittivo previste del PTCP fatto salvo per alcune interazioni di carattere idrogeologico meglio recepite nella pianificazione geologica comunale. Dal punto di vista della coerenza strategica con gli obiettivi di pianificazione provinciali è possibile affermare che il PA con destinazione turistico ricettiva era già prevista nelle previsioni del PGT e pertanto, accertata la compatibilità del PGT con la pianificazione provinciale, è possibile affermare che tale è stata evidenziata durante il procedimento di VAS dello stesso PGT.

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2.3.3 Pianificazione locale

2.3.3.1 Pianificazione forestale

Il territorio del Comune di Porto Ceresio ricade attualmente sotto le competenze amministrative della Comunità Montana del Piambello, cui spettano le competenze in materia forestale. Il Piano di Indirizzo Forestale vigente è quello approvato dal Consiglio Provinciale il 25-09-2012 P.V. N. 41; si precisa che il regolamento vigente per i comuni appartenenti all’ex CM Valceresio è quello della variante approvata con Deliberazione del Commissario Straordinario della Provincia di Varese n. 5 in data 05 Febbraio 2014.

Nell’immagine che segue si riporta un estratto della Tavola delle trasformazioni, parte integrante del PIF.

L’area non si sovrappone a boschi.

Figura 13 - Trasformazioni ammesse delle aree boscate (fonte PIF Tavola Trasformazioni)

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2.3.3.2 PGT Comunale

Lo strumento urbanistico vigente è il Piano di Governo del Territorio approvato in data 19/06/2013 con delibera di Consiglio Comunale n. 10. Il PGT comunale ha individuato su tale area un ambito di trasformazione denominato AT3, illustrato nell’immagine seguente.

Segue la schede d’ambito riportata nel PGT.

Identificazione collocazione e descrizione dell’intervento: L’intervento, situato in via Mazzini, lungo la fascia costiera, riguarda l’ambito attualmente interessato da un pubblico esercizio nell’area dell’ ex Lido. Il piano propone un incremento della superficie lorda di pavimento esistente al fine di consentire la riorganizzazione architettonica e distributiva degli spazi.

Compatibilità con il PTCP Non si segnalano incongruenze Compatibilità con il PIF Non ricade in area boscata Compatibilità con vincoli Laghi (vincolo comma 1 lett. B - art. 142 D.Lgs. 42/2004) Fiumi e corsi d’acqua (vincolo comma 1 lett. C - art. 142 D.Lgs. 42/2004) Ambiti assoggettati a tutela con specifici provvedimenti – bellezze panoramiche (art. 136 D.Lgs. 42/2004) Fascia di rispetto fluviale Classificazione geologica e sismica 3A – 3I/3B – Z4a Superficie territoriale (St) 2.800 mq Dotazione edificatoria del comparto Non superiore a 300mq di SLP Attrezzature pubbliche o di uso pubblico La quota necessaria per il soddisfacimento dello standard, da determinare in base a quanto indicato dal Piano dei Servizi, potrà essere, su indicazione dell’Amministrazione Comunale, monetizzata. Aree per infrastrutture viarie 0 mq H. max Non superiore a 4,5ml RC rapporto di copertura 50% Destinazione d’uso C6 - pubblici esercizi di contesto: attività di pubblico esercizio connaturate al contesto urbano per bar, ristoranti, locali di intrattenimento e svago, e altri con capienza

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inferiore alle 200 persone che, generalmente, non richiedono fabbricati appositi o sono insediate in edifici destinati anche ad altri usi. Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni:

Si prescrive l’obbligo della tutela delle vegetazioni naturali (salici, canneto rado) presenti lungo il margine orientale del comparto (foce del Torrente Bolletta) e della loro espansione mediante piantumazioni attive nella porzione settentrionale dell’ambito.

Considerato che il comparto ricade all'interno della fascia di pertinenza acustica stradale) , è previsto l'obbligo, prescritto dall'art.9 della LQ 447/95 e dall'Art.5 della LR 13/2001, di presentazione di idonea documentazione di previsione di clima acustico per le nuove edificazioni Fattibilità geologica: Classe 3A - Aree di bordo lago (grado di rischio medio-elevato) Principali elementi limitanti: - presenza di terreni scarsamente addensati; - vulnerabilità per esondazione da lago o per moto ondoso (grado di rischio medio-elevato). Sono possibili unicamente gli interventi edilizi di cui alla L.R. 12/2005, art. 27, commi a–b–c-d, fermo restando le seguenti limitazioni: a) E’ vietata la realizzazione di spazi interrati. b) E’ vietato il cambio d’uso di spazi interrati finalizzato alla permanenza di persone o all’insediamento di attività. c) Le nuove costruzioni e le costruzioni realizzate a seguito di demolizione e ricostruzione di edifici esistenti dovranno prevedere il mantenimento di una sopraelevazione di pavimento e ingressi non inferiore a 30 cm rispetto a piano strada e, comunque, con quota non inferiore a m. 272,30 s.l.m. (da misurarsi con riferimento diretto con quota molo lago pari a m 273,40 s.l.m.). Al di sotto di tali quote è consentita unicamente la realizzazione di opere strutturali di sostegno degli edifici esistenti, riparo dal moto ondoso, accessibilità a lago e attracco/ricovero natanti. d) Le modifiche delle aperture degli edifici esistenti dovranno essere eseguite prevedendo il mantenimento di una sopraelevazione di pavimento e ingressi non inferiore a 30 cm rispetto a piano strada e, comunque, con quota non inferiore a m. 272,30 s.l.m. (da misurarsi con riferimento diretto con quota molo lago pari a m 273,40 s.l.m.). e) La dispersione della acque meteoriche dovrà avvenire in via preliminare nel sottosuolo prevedendo l’eventuale recapito in superficie solo per sfioro da troppo pieno. f) Al fine di favorire il deflusso/assorbimento delle acque meteoriche la realizzazione di spazi pavimentati è da limitarsi alle sole aree di bordo costruzione e alla realizzazione di ingressi pedonali e carrabili. g) Gli scarichi al servizio di aree eventualmente poste al di sotto delle quote indicate dovranno essere dotati di strutture di prevenzione rispetto a fenomeni di ritorno dal sistema fognario.

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h) La realizzazione di nuove costruzioni, la ricostruzione a seguito di demolizione o l’ampliamento areale di costruzioni esistenti dovrà essere supportato da relazione di compatibilità idraulica indicante le modalità di smaltimento acque piovane e la adeguatezza dei presidi individuati. Obiettivi di approfondimento: oltre alle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche generali dell’area, in via di minima le verifiche geologiche effettuate dovranno anche fornire indicazioni relativamente a: - caratteristiche e portanza dei terreni di fondazione; - stabilità delle aree di sponda con valutazione dei sovraccarichi indotti. Classe 3I/3B - Aree di piana di fondovalle prossima interessabili da esondazione del Torrente Bolletta nel tratto interessando dalla realizzazione di nuove opere di arginatura e messa in sicurezza idraulica Principali elementi limitanti: - presenza di terreni scarsamente addensati; - presenza di falda subsuperficiale; - vulnerabilità per esondazione da corsi d’acqua o da lago. Sono possibili gli interventi edilizi di cui alla L.R. 12/2005, art. 27, commi a–b–c, fermo restando le seguenti limitazioni: a) E’ vietato il cambio d’uso di costruzioni esistenti finalizzato alla permanenza di persone o all’insediamento di attività. b) Le modifiche delle aperture degli edifici esistenti dovranno essere eseguite prevedendo il mantenimento di una sopraelevazione di pavimento e ingressi non inferiore a 50 cm rispetto a piano strada. c) Gli ingressi carrai e pedonali alla proprietà dovranno essere realizzati in controdirezione rispetto alle possibili direttrici di deflusso lungo strada con messa in opera di recinzioni e cancelli ciechi fino a una altezza non inferiore a 30 cm rispetto a piano strada. Obiettivi di approfondimento Oltre alle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche generali dell’area, in via di minima le verifiche geologiche effettuate dovranno anche fornire indicazioni relativamente a: - caratteristiche e portanza dei terreni di fondazione; - presenza di acque nel sottosuolo e possibili interferenze con le opere di progetto; - capacità di smaltimento delle acque di pioggia nel sottosuolo. La classe attribuita è da ritenersi valida fino alla avvenuta realizzazione e collaudo delle opere di regimazione del Torrente Bolletta, attualmente già in fase di esecuzione. Successivamente a presa d’atto da parte della Amministrazione Comunale dell’avvenuta conclusione dei lavori e collaudo delle opere, la relativa classe di fattibilità attribuita risulterà definita come Classe di Fattibilità 3B, con conseguente applicazione delle relative specifiche attuative.

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2.3.4 Vincoli territoriali

2.3.4.1 Beni tutelati ai sensi del DLgs n. 42/2004

Il database del S.I.B.A. (Sistema Informativo Beni Ambientali) raccoglie i beni paesaggistico-ambientali, assoggettati alla tutela e alla valorizzazione prevista dal D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42,"Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'art. 10 della L. 6 luglio 2002, n. 137", che raccoglie in un unico atto legislativo tutte le disposizioni in materia di beni culturali e ambientali. In particolare ha ripreso, senza modificarne definizioni e criteri d'individuazione, i contenuti della L. 1497/39 e della L. 431/85, abrogate dal D. Lgs. 490/99, ma diffusamente richiamate nei provvedimenti (Decreti) di "Dichiarazione di notevole interesse pubblico".

L’immagine seguente riporta un estratto della cartografia del Piano delle Regole del PGT inerente il quadro dei vincoli paesaggistici vigenti sul territorio comunale.

Figura 14 - Vincoli ambientali (fonte PGT Tav. PDR04)

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Sulla base di quanto evidenziato nell’estratto cartografico emerge che l’area di interesse ricade in territori assoggettati a tutela paesaggistica in base all’art. 142 D.Lgs 42/2004, comma 1, lettere lett. b) Vincolo sui laghi 300 mt dalla linea di battigia; relativamente al Lago di o Ceresio lett. c) Vincolo sui corsi d'acqua, 150 mt dalle sponde, del corso d’acqua Torrente Bolletta o S. Pietro

Sull’area insiste il vincolo relativo a Beni Ambientali tutelati ai sensi dell’art. 136 D.Lgs 42/2004, dichiarato di notevole interesse attraverso il DM 30 ottobre 1961 Dichiarazione ni Notevole Interesse Pubblico della zona costiera del Lago di Lugano (Ceresio), sita nell'ambito dei Comuni di e Porto Ceresio (Varese), come integrato nel DM 10 settembre 1963.

2.3.4.2 Aree a vincolo idrogeologico

La figura seguente illustra le aree boscate, classificate come territori coperti da boschi e foreste, e le aree a vincolo idrogeologico ai sensi del R.D. 3267/23 - art. 1. Tale vincolo è stato istituito con la finalità di salvaguardare quei terreni per i quali forme di utilizzo non corretto potrebbero generare, con danno pubblico, denudazioni del manto vegetazionale, instabilità geologica o modificazioni peggiorative al regime delle acque.

Figura 15 - Territori coperti da foreste e da boschi e vincolo idrogeologico (fonte SIT Provincia di Varese)

Si precisa che nessuna delle aree interessate dagli interventi ricade in aree boscate soggette a vincolo idrogeologico.

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2.3.5 Vincoli e azzonamento geologico

Lo studio geologico comunale è stato redatto dallo Studio Tecnico Associato di Geologia in fase di redazione del PGT e aggiornato nel 2015.

L’area presa in considerazione per il progetto in esame ricade in Classe di Fattibilità 3A. Secondo le Norme Tecniche, in questa classe sono comprese le aree di bordo lago (grado di rischio medio-elevato). Di seguito si riportano le norme relative alla tale classe di fattibilità.

Figura 16 - Azzonamento geologico (Fonte PGT Tav. All09, 2015)

Art. 8 –Classe 3A di fattibilità geologica Aree di bordo lago (grado di rischio medio-elevato) Principali elementi limitanti: - presenza di terreni scarsamente addensati; - vulnerabilità per esondazione da lago o per moto ondoso (grado di rischio medioelevato). Sono consentiti unicamente gli interventi edilizi di cui alla L.R. 12/2005, art. 27, commi a–b–c-d, fermo restando le seguenti limitazioni: a) E’ vietata la realizzazione di spazi interrati. b) E’ vietato il cambio d’uso di spazi interrati finalizzato alla permanenza di persone o all’insediamento di attività. c) Le nuove costruzioni e le costruzioni realizzate a seguito di demolizione e ricostruzione di edifici esistenti dovranno prevedere il mantenimento di una sopraelevazione di pavimento e ingressi non inferiore a 30 cm rispetto a piano strada e, comunque, con quota non inferiore a m. 272,30 s.l.m. (da misurarsi con riferimento diretto con quota molo lago pari a m 273,40 s.l.m.). Al di sotto di tali quote è consentita unicamente la realizzazione di opere strutturali di sostegno degli edifici esistenti, riparo dal moto ondoso, accessibilità a lago e attracco/ricovero natanti. d) Le modifiche delle aperture degli edifici esistenti dovranno essere eseguite prevedendo il mantenimento di una sopraelevazione di pavimento e ingressi non inferiore a 30 cm rispetto a piano strada e, comunque, con quota non inferiore a m. 272,30 s.l.m. (da misurarsi con riferimento diretto con quota molo lago pari a m 273,40 s.l.m.). e) La dispersione della acque meteoriche dovrà avvenire in via preliminare nel sottosuolo prevedendo l’eventuale recapito in superficie solo per sfioro da troppo pieno. f) Al fine di favorire il deflusso/assorbimento delle acque meteoriche la realizzazione di spazi pavimentati è da limitarsi alle sole aree di bordo costruzione e alla realizzazione di ingressi pedonali e carrabili. g) Gli scarichi al servizio di aree eventualmente poste al di sotto delle quote indicate dovranno essere dotati di strutture di prevenzione rispetto a fenomeni di ritorno dal sistema fognario. h) La realizzazione di nuove costruzioni, la ricostruzione a seguito di demolizione o l’ampliamento areale di costruzioni esistenti dovrà essere supportato da relazione di compatibilità idraulica indicante le modalità di smaltimento acque piovane e la adeguatezza dei presidi individuati. Obiettivi di approfondimento: oltre alle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche generali dell’area, in via di minima le verifiche geologiche effettuate dovranno anche fornire indicazioni relativamente a: - caratteristiche e portanza dei terreni di fondazione; - stabilità delle aree di sponda con valutazione dei sovraccarichi indotti.

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L’immagine seguente è un estratto della cartografia relativa al quadro vincolistico di carattere geologico.

Figura 17 - Vincoli geologici e idraulici [Fonte St. Geologico Tav. All06]

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Osservando l’immagine emerge che l’area è in parte compresa all’interno della fascia di rispetto del reticolo idrico principale (Torrente Bolletta), avente larghezza di 10 m. Tali aree sono assoggettate alle norme di polizia idraulica illustrate al capo 5 delle norme geologiche di piano e in aggiunta si segnala che all’interno delle fasce di rispetto così definite sono ammesse:

 movimentazione e deposito temporaneo di materiale tra i 4 metri ed i 10 metri;  gli interventi di demolizione senza ricostruzione; ed inoltre, previa specifica progettazione supportata da studio di fattibilità geologico, idrogeologico ed idraulico:  interventi di manutenzione straordinaria dell’alveo e delle sponde volti al consolidamento ed alla messa in sicurezza degli stessi;  rifacimento di manufatti di attraversamento esistenti.

Per quanto riguarda gli interventi edilizi, la fascia di rispetto come sopra identificata è da intendersi come area di inedificabilità assoluta. Per quanto riguarda gli edifici esistenti, sono consentiti i soli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, ovvero quanto previsto dalle NTA del P.A.I. ove presenti e maggiormente restrittive.

Dal punto di vista sismico, ai sensi della Classificazione PSL del PGT vigente l'area ricade in Scenario Z1b (zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti), questa classe comprende le aree edificate di piede versante in loc. Case San Pietro classificate come “Zona 2” nel quadro del dissesto P.A.I. In caso di evento sismico l’effetto prevedibile è quello di instabilità (riattivazione di dissesti quiescenti e/o stabilizzati, neoformazione di movimenti franosi)

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2.4 Contenuti del progetto

Il presente paragrafo riassume i principali contenuti degli elaborati progettuali, cui si rimanda per ulteriori dettagli.

2.4.1 Variante al PGT

In considerazione di quanto sopra, il progetto di Piano Attuativo propone una ri-perimetrazione in riduzione del Comparto AT3, limitandone l'estensione alla sola porzione a nord della Strada Provinciale.

Perimetrazione confermata Perimetrazione 2.465 mq) stralciata (335 mq)

Figura 18 - Stralcio PGT vigente

I vantaggi derivanti dal ridimensionamento del Comparto sono: - evitare l'attraversamento della via Mazzini; - non gravare con un parcheggio riferito all'attività ricettiva la corte pertinenziale di edifici residenziali.

La Superficie Territoriale della perimetrazione di Piano Attuativo come definita dal PGT è pari a mq 2.800, con assegnati 300 mq di Slp.

La Superficie Territoriale relativa alla ri-perimetrazione proposta risulta pari a circa mq 2.465 in quanto vengono detratti 335 mq , localizzati a sud della via Mazzini.

Ai sensi dell'art. 5.1 delle Norme del Piano delle Regole, la Slp - ricalcolata in relazione alla proposta in riduzione - risulta dal conteggio: 2.800 mq : 300 mq. = 2.465 mq. : x mq x = (2.465 mq x 300 mq) : 2.800 mq = 264 mq di Slp Ad esito della approvazione del presente piano Attuativo, la massima capacità edificatoria del nuovo Comparto risulterà quindi pari a 264 mq di Slp.

La Slp totale lorda attualmente in progetto è, come sopra detto, pari a 250 mq, salvo migliore definizione in sede di progetto edilizio.

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2.4.2 Contenuti architettonici

Il progetto prevede la conservazione del manufatto originario per quanto alla giacitura dell'affaccio sulla strada, con la conformazione caratteristica dell'ingresso storico e del muro che costeggia la via Mazzini, considerati elementi identitari meritevoli di conservazione. All'interno, invece, lo spazio della sala ristorante sarà caratterizzato da un volume che realizzi la massima trasparenza verso Nord, utilizzando ampie vetrate che fronteggiano il lago e che vengono proposte anche sulla copertura, che sarà leggermente voltata e costituita da elementi strutturali lamellari, all'interno dei quali sono previsti tamponamenti trasparenti. All'esterno del volume, le tende avvolgibili costituiranno un arioso prolungamento della copertura e consentiranno agli ospiti, nella buona stagione, di usufruire di uno spazio all'aperto e di superfici esterne adeguatamente schermate.

Le immagini seguenti illustrano le piante di progetto relative al piano terra e al piano primo, che presenta un volume adibito a locali tecnici limitato all’area sovrastante i locali adibiti a spogliatoio.

Figura 19 - Piante di progetto

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La tipologia edilizia si articola così due volumi complementari, che si valorizzano reciprocamente per dimensioni e tipo di finiture:

- il primo, dedicato agli ospiti, si distende parallelamente alla riva del lago e si presenta con l'aspetto di una struttura leggera, che non delinea rigidamente la propria geometria, ma si adagia sulla spiaggia, minimizzando la propria dimensione verticale, grazie alla curvatura dell'involucro e alla superficie che riflette il cielo; i locali destinati a spogliatoio e servizi igienici, per gli ospiti e per il personale, sono attestati lungo la via Mazzini; - il secondo volume, dedicato all'attività di cucina, ha giacitura perpendicolare al primo: è previsto in muratura intonacata nel colore rosa salmone chiaro, tipico della zona, in quanto richiama la tonalità della pietra locale (porfido di Cuasso); l'elemento cubico che ospita locali tecnici emerge con un modesta estensione dalla copertura piana, e costituisce un irrinunciabile fulcro fra i due spazi, come sopra descritti; per questo volume si prevede una copertura piana, al di sopra della quale saranno collocati i locali tecnici, destinati a ricevere le attrezzature impiantistiche necessarie all'attività.

La struttura è dimensionata per 100 ospiti e 10 addetti.

2.4.3 Analisi delle alternative

Nell’analisi delle possibili alternative progettuali è possibile valutare le seguenti alternative.

Scenario 0: stato di fatto attuale. L’area è attualmente interessata da manufatti di varia natura con una consistenza edilizia impropria che necessitano una riorganizzazione strutturale e degli spazi.

Scenario 1: attuazione dell’AT3 come da previsioni PGT. L’attuazione dello scenario progettuale prospettato nel PGT prevede la definizione dell’ambito AT3 con due delimitazioni: una principale verso il lago dove si colloca il sedime attuale dell’attività di ristorazione in essere e un seconda, non confinante con l’area stessa, in ambito residenziale a sud della via Mazzini.

Scenario 2: attuazione del PII come da proposta progettuale Lo scenario illustrato nella proposta progettuale prevede la riduzione dell’ambito alla sola perimetrazione principale stralciando quella individuata a sud della via Mazzini.

Lo scenario 2 conferma la destinazione d’uso e le finalità del progetto originario inserito nel PGT comunale ovvero “un incremento della superficie lorda di pavimento esistente al fine di consentire la riorganizzazione architettonica e distributiva degli spazi”. Lo stralcio della perimetrazione esterna dell’AT3 non ha conseguenze rilevanti sull’ambito dal momento che la perimetrazione principale presenta dimensioni tali da garantire uno sviluppo volumetrico e funzionale adeguato. La presenza di un parcheggio di pertinenza attiguo all’area di ristorazione e non da localizzare nella perimetrazione distaccata originariamente prevista dall’AT3 è da preferirsi in quanto riduce le problematiche e i rischi legati agli attraversamenti pedonali.

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2.5 Analisi di coerenza esterna

Nel presente paragrafo si riassume l’analisi di coerenza esterna della variante al PGT proposta. Lo scopo dell’analisi è quella di verificare che la variante introdotta dal presente progetto sia coerente con gli strumenti di pianificazione sovraordinati e con il sistema vincolistico esistente.

L’obiettivo principale della variante è quello di ri-perimetrare in riduzione del Comparto AT3, limitandone l'estensione alla porzione a nord della Strada Provinciale. Questo comporta lo sviluppo dell’intervento di ristrutturazione nella perimetrazione principale con la conseguente riduzione di superfici e volumi ma restano confermati gli obiettivi strategici della pianificazione.

Alla luce delle considerazioni sopraesposte l’ambito conferma la sua coerenza con gli strumenti di pianificazione sovraordinati dimostrata in sede di VAS del PGT e si attua in conformità con quanto previsto dallo strumento urbanistico vigente. Di seguito si riportano alcune considerazioni rispetto alla coerenza con il PGT.

Si precisa che le aree interessate dagli interventi ricadono in territori assoggettati a tutela paesaggistica in base all’art. 142 D.Lgs 42/2004, comma 1, lett. b) Vincolo sui laghi 300 mt dalla linea di battigia; relativamente al Lago di Lugano o Ceresio lett. c) Vincolo sui corsi d'acqua, 150 mt dalle sponde, del corso d’acqua Torrente Bolletta o S. Pietro e sull’area insiste il vincolo relativo a Beni Ambientali tutelati ai sensi dell’art. 136 D.Lgs 42/2004. Inoltre la definizione del grado di incidenza e la valutazione di impatto Paesistico, con riferimento alla Carta di Sensibilità paesistica e alle disposizioni del Piano Territoriale Paesistico Regionale, tiene conto del livello di sensibilità del sito come definito sull'elaborato Pdr03 (5 - molto elevato).

Lo studio della componente geologica idrogeologica e sismica con riferimento al DGR 8/1556 del 22- 12-2005 e alla Carta di fattibilità Geologica e alla Carta dei Vincoli è demandata all’allegato progettuale redatto dal dr. geologo Alessandro Paladini e la progettualità è conforme alle relative prescrizioni.

La destinazione d'uso prevista nel progetto allegato è rigorosamente conforme a quanto prescritto e definito all'art. 2.1 delle Norme Tecniche del Documento di Piano: C-attività Commerciali e, specificamente, C6 pubblici esercizi di contesto definiti 'Attività di pubblico esercizio connaturate al contesto urbano per bar, ristoranti, locali di intrattenimento e svago, e altri con capienza inferiore alle 200 persone'.

Il Rapporto di Copertura prescritto è pari al 50% della Superficie Fondiaria. Quest'ultima, riferendosi ai soli mappali di proprietà privata, risulta pari a 665,48 mq. Superficie coperta massima = 50% x 665,48 = 332,74 mq. La Superficie coperta in progetto, comprese le superfici coperte sulle porzioni aggettanti, (calcolate per intero, in quanto superiori a 1,20 m. di profondità - cfr. Norme Tecniche di Documento di Piano art. 3.10 - è pari a 296,65 mq., e quindi inferiore a quella consentita.

La quota di piano finito interno dei locali in progetto è conforme alle prescrizioni riportate sulla scheda AT3 del Documento di Piano che impone una sopraelevazione di 30 cm. rispetto al piano stradale, e comunque non inferiore alla quota 272,30 s.l.m. Dato che la quota di piano stradale in corrispondenza all'ingresso dell'edificio è pari a 272,70 s.l.m., la quota di pavimento finito rimane progettualmente identificata pari a 273,00 s.l.m. (e quindi superiore di 70 cm. alla quota di riferimento assoluta fissata dal PGT in 272,30 s.l.m.).

Le altezze dell'edificio sono riferite alla quota di pavimento finito, come sopra determinata. L'andamento curvilineo della copertura della sala da pranzo è stato individuato e scelto per addolcire la forma dell'involucro e conseguentemente minimizzare l'impatto volumetrico verso lago. L'altezza del volume di piano primo che ospita locali tecnici e accessori, è contenuta entro m. 6,00 misurata all'intradosso della soletta piana di copertura.

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3 DESCRIZIONE DEL CONTESTO AMBIENTALE

3.1 Uso del suolo

Regione Lombardia ha intrapreso nel 2001 la realizzazione di uno strumento di analisi e monitoraggio dell’uso del suolo, attraverso la realizzazione di una banca dati omogenea su tutto il territorio regionale. Tale banca dati, che fotografa la “Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e forestali” è comunemente designata mediante il suo acronimo DUSAF, e viene aggiornata nel tempo grazie a un progetto promosso e finanziato dalle Direzioni Generali Territorio e Urbanistica, Sistemi Verdi e Paesaggio e Agricoltura di Regione Lombardia, realizzato da ERSAF.

La banca dati DUSAF classifica l’area di interesse in un contesto di area antropizzata, in quanto l’area è già urbanizzata e interessata da edifici.

Figura 1. Carta dell’uso del suolo (DUSAF 2.0) e area di progetto (in giallo)

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3.2 Paesaggio e beni culturali

3.2.1 Inquadramento paesistico

Come già evidenziato al capito 2.3 l’area in oggetto e l’intero territorio comunale sono inseriti in un contesto paesistico rilevante. L’area oggetto dell’intervento di P.A. è ubicata sulle rive del Lago Ceresio, nei pressi della località “Cantine”. Il Lago Ceresio, che delimita il territorio verso Nord, risulta quale elemento di maggior caratterizzazione paesaggistica del territorio, connotandone anche la valenza turistica e la notorietà del territorio non solo alla scala sovraccomunale ma anche nazionale e comunitaria.

In particolare a livello regionale il piano paesaggistico del PTR pone l’area nell’Ambito di salvaguardia paesaggistica del lago e dello scenario lacuale che tutela e valorizza altresì i laghi lombardi perché costituisco individualmente e nel loro insieme una specificità del paesaggio di rilevanza sovra regionale. Nella Tavola D1a si può notare che tale ambito interessa pienamente il territorio del Comune di Porto Ceresio.

Figura 2. Ambito di salvaguardia paesaggistica del Lago –in blu (Fonte PTPR, Tavola D1a)

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Di seguito si riportano alcuni stralci della normativa di riferimento in particolare l’art. 19 commi 4-5-6-7-8- 9-10 del titolo III “disposizione de P.P.R. immediatamente operative” delle normative del piano paesaggistico.

4) A tutela dei laghi, viene individuato un ambito di salvaguardia paesaggistica del lago e dello scenario lacuale, definito prioritariamente sulla base della linea degli spartiacque del bacino idrografico e delle condizioni di percezione dei caratteri di unitarietà che contraddistinguono il paesaggio del lago, meglio precisato in riferimento alla coincidenza con limiti amministrativi o delimitazioni di specifiche aree di tutela già vigenti, per i quali la pianificazione locale, tramite i P.T.C. di parchi e province e i P.G.T., e gli interventi di trasformazione perseguono i seguenti obiettivi: - La preservazione della continuità e delle differenti specificità dei sistemi verdi e degli spazi aperti, costituiti da boschi, terrazzamenti e coltivazioni tipiche, alberate, parchi e giardini che connotano i versanti prealpini e gli ambiti pianeggianti non urbanizzati; - La salvaguardia degli sbocchi delle valli che si affacciano sullo specchio lacuale, con specifica attenzione alla tutela delle connotazioni morfologiche che li contraddistinguono sia in riferimento alla definizione dello scenario del lago sia quali aperture, in termini visuali ma non solo, verso contesti paesaggistici più distanti ai quali il lago è storicamente relazionato; - Il recupero e la valorizzazione di centri e nuclei di antica formazione, degli insediamenti rurali e dell’edilizia tradizionale, con specifica attenzione sia ai caratteri morfologici, materici e cromatici che li caratterizzano, sia al contesto paesaggistico di riferimento con specifica attenzione alla tutela del sistema di percorrenze lago-monte, lungolago e di mezza costa che ne ha storicamente definito la struttura di relazioni; - Il massimo contenimento delle edificazioni sparse e l’attenta individuazione delle aree di trasformazione urbanistica al fine di salvaguardare la continuità e la riconoscibilità del sistema insediamenti percorrenze coltivi, che caratterizza i versanti e le sponde del lago, evitando pertanto sviluppi urbani lineari lungo la viabilità ed indicando le aree dove dimensioni ed altezza delle nuove edificazioni devono essere attentamente commisurate alle scale di relazione e ai rapporti storicamente consolidati tra i diversi elementi del territorio; - L’attento inserimento paesaggistico di edifici e manufatti relativi alla conduzione agricola, tenendo conto dei caratteri propri del paesaggio rurale tradizionale e dei sistemi di relazioni che lo definiscono, privilegiando collocazioni limitrofe a insediamenti e nuclei esistenti; - L’attenta localizzazione e la corretta contestualizzazione degli interventi di adeguamento delle infrastrutture della mobilità e di impianti, reti e strutture per la produzione di energia, tenendo conto dell’elevato grado di percepibilità degli stessi dallo specchio lacuale e dall’intero bacino, e della necessità, di preservare la continuità dei sistemi verdi e di salvaguardare continuità e riconoscibilità del sistema; - La migliore integrazione tra politiche ed interventi di difesa del suolo e obiettivi di valorizzazione e ricomposizione paesaggistica dei versanti; - La promozione di azioni volte alla valorizzazione del sistema della viabilità minore e dei belvedere quali capisaldi di fruizione paesaggistica e di sviluppo turistico compatibile, anche in correlazione con la promozione della rete sentieristica di interesse escursionistico e storico-testimoniale e dei beni ad essa connessi; - La promozione di azioni finalizzate alla riqualificazione delle situazioni di degrado, abbandono e compromissione del paesaggio volte alla ricomposizione paesaggistica dei luoghi e alla valorizzazione delle identità della tradizione e della cultura locale, con particolare attenzione alla costruzione o al ripristino degli elementi di integrazione e correlazione con i sistemi di relazione e i caratteri connotativi del contesto paesaggistico; - La tutela organica delle sponde e dei territori contermini; - I Comuni nella redazione dei propri Piani di Governo del Territorio recepiscono e declinano le prescrizioni e indicazioni di cui al presente articolo considerando attentamente le condizioni di contesto, con specifico riferimento al coordinamento con i Comuni confinanti e alle relazioni percettive con i territori prospicienti fronte lago. I P.T.C. delle Province relativi ad uno stesso specchio lacuale, nel definire le indicazioni per la pianificazione comunale, verificano la coerenze reciproca delle indicazioni relative alla tutela degli ambiti di prevalente valore fruitivo e visivo-percettivo.

5) I territori contermini ai laghi inclusi i centri abitati e lo specchio lacuale, costituiscono l’ambito di maggiore caratterizzazione per la compresenza, in stretta e reciproca relazione, di valori storico-culturali e naturalistici, la cui capacità attrattiva per la residenza e il turismo induce forti pressioni trasformative di potenziale rischio per l’integrità del delicato assetto paesaggistico; in questi territori le priorità di tutela e valorizzazione del paesaggio sono specificamente rivolte a garantire la coerenza e organicità degli interventi riguardanti sponde e aree contermini al fine di salvaguardare l’unitarietà e la riconoscibilità del lungolago; la pianificazione locale, tramite i P.T.C. di parchi e province e i P.G.T., e gli interventi di trasformazione devono quindi porre specifica attenzione alle seguenti indicazioni paesaggistiche, che specificano ed integrano quanto indicato al precedente comma 4: - salvaguardia delle sponde nelle loro connotazioni morfologiche e naturalistiche, strettamente relazionate con i caratteri culturali e storico-insediativi, che contribuiscono a definire identità, riconoscibilità e valori ambientali della consolidata immagine dei paesaggi rivieraschi, con specifica attenzione alla conservazione degli spazi inedificati, al fine di evitare continuità del costruito che alterino la lettura dei distinti episodi insediativi; - conservazione dei compendi culturali di particolare caratterizzazione delle rive dei laghi, come le ville costiere con i relativi parchi e giardini, gli edifici di servizio (serre, portinerie, rustici ecc.), le darsene e gli approdi, con particolare attenzione alla salvaguardia del rapporto storicamente consolidato tra insediamenti e/o ville con la rete dei percorsi e il sistema giardini-bosco; - preservazione delle coerenze materiche, cromatiche e dimensionali che contraddistinguono il suddetto sistema evitando di introdurre elementi dissonanti o impropri e salvaguardando i caratteri compositivi storici tanto delle architetture quanto dei giardini, per i quali si dovrà porre attenzione all’integrazione di elementi vegetali ammalorati con individui arborei o arbustivi della stessa essenza o di essenze compatibili sia botanicamente che paesaggisticamente;

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- valorizzazione del sistema di fruizione pubblica del paesaggio lacuale, costituito da accessi a lago e da percorsi e punti panoramici a lago, correlata all’estensione delle aree ad esclusivo uso pedonale o a traffico limitato, con previsione di adeguate strutture di sosta a basso impatto visivo, escludendo di massima il lungolago. Particolare cautela dovrà essere posta nell’inserimento degli elementi di arredo urbano, di pavimentazioni e di eventuali piantumazioni che sono preferibilmente da coordinare a livello sovracomunale per valorizzare il sistema lungolago nella sua organicità; - valorizzazione dei servizi di trasporto lacuale, le cui linee costituiscono percorsi di fruizione panoramica dello scenario lacuale di particolare rilevanza, …, e attenta valutazione paesaggistica degli interventi relativi a nuovi approdi e porti per mezzi nautici privati, definendo in tal senso criteri di indirizzo condivisi a livello sovracomunale e sovraprovinciale, ove necessario; - recupero degli ambiti degradati o in abbandono inquadrato in programmi organici sovracomunali di ricomposizione paesaggistica del sistema spondale e del lungolago, prioritariamente rivolti a sostenere l’offerta di forme di turismo e fruizione sostenibile; - promozione di azioni finalizzate a migliorare la compatibilità paesaggistica delle infrastrutture ricettive per la fruizione e la balneazione, e contenimento e migliore integrazione nel paesaggio di campeggi, villaggi turistici e strutture ricettive similari, valutando per le situazioni più critiche la possibilità di rilocalizzazione; - salvaguardia dello specchio lacuale con particolare attenzione al massimo contenimento di opere e manufatti che insistono sullo stesso, comprese le strutture galleggianti, da verificarsi attentamente in riferimento alle interferenze visuali, simboliche e di coerenza con il contesto storico-culturale oltre che ambientale.

6) Nei territori di cui al comma 5: - è comunque esclusa la realizzazione di: nuovi impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, nuove cave ed attività estrattive o di lavorazione inerti, nuovi centri commerciali e grandi strutture di vendita; - la previsione di nuovi porti o approdi deve essere oggetto di attenta valutazione paesaggistica nei P.T.C. di parchi e province con riferimento alle previsioni di sviluppo dell’intero bacino lacuale; comunque, la realizzazione di interventi relativi a nuovi approdi, nuovi porti o ampliamenti oltre il 20% di quelli esistenti, è subordinata all’attenta valutazione paesaggistica con province, parchi, comuni interessati e contermini, consorzi lacuali, anche tramite convocazione di specifica conferenza dei servizi, al fine di verificarne l’accettabilità dell’impatto rispetto alle indicazioni di cui al precedente comma 5, nonché la coerenza paesaggistica dell’intervento complessivo, porto o approdo e aree e strutture contermini, prevedendo del caso adeguati interventi e opere di integrazione e correlazione tra questi e il paesaggio urbano e naturale circostante;

7) Nei territori sino a quando i comuni, in coerenza con quanto indicato dai P.T.C. delle province e dei parchi ove esistenti, non avranno provveduto all'adeguamento dei propri strumenti di pianificazione e programmazione urbanistica si applicano le norme dei piani urbanistici e territoriali vigenti esclusivamente … : a) ambiti che alla data di entrata in vigore del presente piano risultino edificati con continuità, compresi i lotti interclusi ed escluse le aree libere di frangia, a tal fine perimetrate dai comuni; b) previsioni contenute in piani urbanistici attuativi già convenzionati o in programmi di intervento già beneficiari di finanziamenti pubblici e situazioni di diritti acquisiti alla data di entrata in vigore del presente piano.

8) Nei territori sino a quando i comuni, in coerenza con quanto indicato dai P.T.C. delle province e dei parchi ove esistenti, non avranno provveduto all'adeguamento dei propri strumenti di pianificazione e programmazione urbanistica, non possono essere realizzati interventi urbanistici ed edilizi, fatto salvo gli interventi di seguito indicati … : - interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed eventuale ampliamento dei manufatti esistenti non superiori al 10%, purché gli interventi siano rispettosi dell’identità e della peculiarità morfologiche e stilistiche dell’insediamento storico e/o tradizionale in cui si inseriscono; - opere di adeguamento funzionale e tecnologico di impianti e infrastrutture esistenti; - utilizzazione agro-silvo-pastorale del suolo, ivi compresa la realizzazione di strutture aziendali connesse all'attività agricola anche relative alle esigenze abitative dell'imprenditore agricolo; - opere relative alla bonifica, alla difesa idraulica, nonché tutti gli interventi di difesa della pubblica incolumità e conseguenti a calamità naturali; - opere di difesa dall’inquinamento idrico, del suolo, atmosferico ed acustico, previo studio di corretto inserimento paesistico delle stesse; - eventuali nuove strade, necessarie per consentire l’accesso ad attività già insediate, realizzate nel rispetto della conformazione naturale dei luoghi e della vegetazione, con larghezza massima della carreggiata di m. 4,50.

9) Negli ambiti, sono comunque sospesi, fino all’approvazione del PGT, tutti i piani attuativi non ancora adottati che non siano specificamente finalizzati al recupero o alla riqualificazione di ambiti urbanizzati esistenti, secondo principi compositivi di coerenza dimensionale e morfologica con i caratteri propri del tessuto edificato storicamente consolidato e di attenta ricostruzione e valorizzazione delle relazioni paesaggistiche che ne contraddistinguono la connotazione e l’identità.

Per il lago di Lugano vengono indicate alcuni sistemi ed elementi e specifiche connotazioni da assumere quale ulteriore riferimento per la tutela e valorizzazione delle peculiarità paesaggistiche che li distinguono: - Salvaguardia degli ampi scenari naturali caratterizzati dall’alternanza boschi e prati che connotano fortemente le sponde e i versanti del lago percepibili dall’ambito; - recupero e valorizzazione del Belvedere di Sighignola, di rilevanza regionale; - Valorizzazione dei luoghi della memoria biografica e letteraria del Fogazzaro, che assegnano un particolare significato simbolico all’ambito del Ceresio.

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Il PTCP della Provincia di Varese (2007) sintetizza le analisi paesaggistiche nella “Carta delle rilevanze e delle criticità” illustrata la paragrafo 2.3.2.

Il territorio del Comune di Porto Ceresio si inserisce nell’ambito n. 9 “Valceresio” insieme ai comuni di Brusimpiano, Cuasso al Monte, Bisuschio, Besano, Viggiù, Saltrio, Arcisate, Clivio, Induno Olona, Cantello. Gli ambiti paesaggistici del PTCP sono stati individuati sulla base delle definizioni del PTR della Regione Lombardia e analizzando gli assetti naturalistici, antropici e normativi del territorio. Dal punto di vista naturalistico l’ambito risulta perimetrato a Nord da un lungo fronte sul Lago di Lugano e da un sistema orografico che forma un profilo ad Ovest disegnato dal Monte Castelletto, dal Monte Piambello, dal Monte Poncione di Ganna, dal Monte Minisfreddo e dal Monte Monarco. Sul lato opposto la linea cacuminale congiunge il monte Pravello al Monte Orsa e al Monte Useria. Dal punto di vista delle strutture storiche questo ambito consentiva di raggiungere Como ed il Lago di Lugano, prima attraverso una derivazione della via principale Milano-Sesto Calende-Ponte e Varese- -Bellinzona, che percorreva la Val Marchirolo, la Valganna e la Valle di Arcisate. Il ruolo dominante della Valceresio in epoca storica è il ruolo trasversale di collegamento con la Valganna-Valcuvia- Valtravaglia. Come emerso nell’analisi della cartografia di riferimento del PTCP l’area di studio è identificata come Area di rilevanza ambientale ai sensi della LR n. 86 del 30/11/1983. Inoltre la SP61 è stata identificata come strada panoramica di collegamento tra mete turistiche.

Gli studi condotti nel PGT pongono parte dell’area (quella verso il lago) nella categoria di apparato paesistico “stabilizzatore”, mentre la parte più arretrata nella categoria “residenziale”.

Figura 3. Apparati paesistici territoriali (fonte: DdP14a)

Nell’apparato paesistico “stabilizzatore“ vengono inclusi tutti gli “elementi con funzione di stabilizzazione prevalentemente fisica del territorio, con formazioni vegetali capaci di contenere disturbi morfogenetici, come macchie boscate su versanti instabili, saliceti su greti di fiumi a frequente esondazione, etc.”, mentre in quello “residenziale” confluiscono i “sistemi di residenza umana e funzioni dipendenti, come lotti edificati di residenza, aree edificate di servizi di quartiere, aree scolastiche, aree di uffici amministrativi, strade urbane e piazze, aree di parcheggio, aree di culto, etc”.

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Il PGT pone l’area di studio in Classe di sensibilità paesistica 5 “Molto Alta” come evidenziato nell’immagine seguente.

Figura 4. Sensibilità paesistica (Fonte PGT Tav.PdR03)

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3.2.2 Descrizione dello stato di fatto

Come evidenziato nella relazione progettuale L’area di studio è attualmente costituita da manufatti risalenti precedentemente al momento dell’entrata in vigore della legge n. 765 del 6 agosto 1967, avvenuto, il 1° settembre 1967, pertanto legittimamente in essere, con destinazione d'uso ristorazione. La consistenza edilizia attuale è comunque del tutto impropria, anche dal punto di vista dell'efficienza organizzativa e distributiva degli spazi, in relazione alle esigenze dell'attività.

L’edificio esistente è costituito da due corpi distinti collegati tra loro e allineati parallelamente lungo la via Mazzini (SP61). L’area confina verso ovest con l’argine del T. Bolletta.

Figura 5. Vista degli edifici esistenti dalla via Mazzini

L’ambito si sviluppa fronte lago con aree in parte pavimentate con autobloccanti ed elementi mobili che completano la spiaggia attrezzata di proprietà demaniale.

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Figura 6. Area di pertinenza esterna

Figura 7. Spiaggia attrezzata

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3.3 Aree protette ed ecosistemi

3.3.1 Aree protette

Il data base provinciale delle aree naturali protette evidenzia che nel territorio comunale di Porto Ceresio non è interessato da Aree naturali protette come Parchi o Riserve, né da aree appartenenti alla rete Natura 2000, rete ecologica europea istituita con la Direttiva Habitat (Direttiva 92/42/CEE) costituita da:

 Zone a Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva Uccelli (79/409/CEE) al fine di tutelare in modo rigoroso i siti in cui vivono le specie ornitiche contenute nell’allegato 1 della medesima;  Siti di Importanza Comunitaria (SIC) istituiti ai sensi della Direttiva Habitat al fine di contribuire in modo significativo a mantenere o a ripristinare un habitat naturale (allegato 1 della direttiva 92/43/CEE) o una specie (allegato 2 della direttiva 92/43/CEE) in uno stato di conservazione soddisfacente. L’acronimo pSIC, indica una proposta di SIC avanzata alla Commissione Europea, Direzione Generale (DG) Ambiente, e successivamente approvata con decreto del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, d'intesa con ciascuna regione interessata.

Si segnala un’area appartenente a tale rete nei dintorni ma non direttamente confinante con il territorio comunale, il SIC 20100020 “Torbiera di Cavagnano”, situata nel Comune di Cuasso al Monte. Di seguito si riporta una cartografia estratta dal database provinciale sulle aree protette che ne illustra l’ubicazione

(SIC) Siti di Importanza Comunitaria

Figura 8. Aree naturali protette (fonte SIT Provincia di Varese)

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3.3.2 La Rete Ecologica Regionale (RER)

Con la deliberazione n. 8/10962 del 30 dicembre 2009, la Giunta ha approvato il disegno definitivo di Rete Ecologica Regionale, aggiungendo l’area alpina e prealpina.

La Rete Ecologica Regionale è riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale e costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale.

La RER e i criteri per la sua implementazione:

 forniscono al Piano Territoriale Regionale il quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti, ed un disegno degli elementi portanti dell’ecosistema di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di opportunità e minacce presenti sul territorio regionale;  aiuta il P.T.R. a svolgere una funzione di indirizzo per i P.T.C.P. provinciali e i P.G.T./P.R.G. comunali;  aiuta il P.T.R. a svolgere una funzione di coordinamento rispetto a piani e programmi regionali di settore, e ad individuare le sensibilità prioritarie ed a fissare i target specifici in modo che possano tener conto delle esigenze di riequilibrio ecologico;  anche per quanto riguarda le Pianificazioni regionali di settore può fornire un quadro orientativo di natura naturalistica ed ecosistemica, e delle opportunità per individuare azioni di piano compatibili;  fornire agli uffici deputati all’assegnazione di contributi per misure di tipo agro-ambientale e indicazioni di priorità spaziali per un miglioramento complessivo del sistema.

Nel territorio di Porto Ceresio la RER individua nella fascia perlilacuale e nelle sommità dei rilievi orientali elementi portanti della rete di primo livello e in gran parte del restante territorio elementi portanti della rete di secondo livello.

Il Progetto di Rete Ecologica Regionale non individua nel territorio comunale situazioni di varchi ecologici da conservare o deframmentare.

L’immagine seguente riporta un estratto della cartografia della RER, dalla quale emerge che parte dell’area di intervento a lago è compresa in un elemento di primo livello della RER e precisamente l’elemento Lago di Lugano per il quale il Progetto di Rete Ecologia Regionale fornisce le seguenti indicazioni:

- conservazione e miglioramento delle vegetazioni perilacuali residue; - gestione dei livelli idrici del lago con regolamentazione delle captazioni idriche ad evitare eccessivi sbalzi del livello idrico; - monitoraggio della qualità delle acque; - mantenimento dei siti riproduttivi dei pesci.

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Figura 9. Rete Ecologica Regionale (Settori 28-29)

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3.3.3 Rete ecologica provinciale

Il PTCP di Varese (2007) individua sul territorio provinciale una rete ecologica finalizzata a salvaguardare le interconnessioni tra le diverse aree a valenza ecologica e paesaggistica.

Gli elementi individuati nel progetto di Rete ecologica comprendono:

Le Core areas di primo livello sono le aree di idoneità faunistica medio-alta che costituiscono le connessioni ecologiche principali della Provincia di Varese. Queste connessioni sono ad andamento Nord- Sud e consistono in: - Corridoio principale occidentale: fiancheggia il Lago Maggiore e il Fiume , poi attraversa la zona dei Laghi e circonda l’aeroporto di Malpensa e quindi giunge al confine con la Provincia di Milano; - Corridoio principale orientale: costeggia le aree boscate del comasco, passando attraverso il Parco Pineta di Appiano gentile e Tradate. Le Aree di completamento sono le formazioni areali o longitudinali di riconnessione delle core-areas principali.

Le Core areas di secondo livello sono le aree di idoneità faunistica medio-alta che costituiscono una serie di corridoi trasversali di collegamento tra i due principali corridoi con andamento Nord-Sud. Queste aree, pur essendo di minore dimensione, consentono di non perdere la comunicazione tra i grandi rami della rete principale e di salvaguardare gli elementi naturali presenti insidiati dall’incalzante processo di urbanizzazione soprattutto lungo le vie di comunicazione. Sono prevalentemente concentrate nella zona merdionale della Provincia e comprendono in molti casi tessuti agricoli o periurbani.

Le Fasce tampone sorgono a margine delle core areas e comprendono aree a minore idoneità faunistica, in alcuni casi terreni agricoli, in altri aree boscate.

I varchi sono aree cruciali per la funzionalità della rete: sono infatti aree ancora attualmente libere dall’edificazione soprattutto lungo le vie di comunicazione principali, che in diverse parti del territorio stanno diventando luogo privilegiato per lo sviluppo abitativo lineare. I tratti di corsi d’acqua da riqualificare sono quelli connotati da classi di qualità scadente, scarsa e pessima nell’analisi di funzionalità fluviale e quelli appartenenti al reticolo fluviale secondario che costituiscono elementi di riconnessione importanti (talora unici) della rete. Vengono in generale identificate come infrastrutture ad alta interferenza quelle che tagliano la rete ecologica.

Sono individuati con nodi strategici quelle aree incluse nella rete ecologica che presentano notevoli problemi di permeabilità ecologica (in quanto per esempio sottoposti a dinamiche occlusive da parte degli insediamenti), ma che rappresentano parimenti varchi almeno potenziali, fondamentali per riconnettere tra loro elementi strutturali della rete ecologica. Si tratta di zone sede di importanti snodi o punti di collegamento fra le core areas e/o di incrocio fra diversi rami della rete, e sono in genere situati in corrispondenza di varchi.

Sono infine individuate come aree critiche quelle porzioni di territorio che presentano seri problemi ai fini del mantenimento della continuità ecologica e di una qualità ambientale accettabile per la rete. La Provincia di Varese nel proprio PTCP raccomanda che “il Comune, in fase di adeguamento urbanistico alle indicazioni del PTCP, persegua una strategia di tutela, valorizzazione e ricomposizione paesaggistica del territorio comunale” e fornisce alle Amministrazioni stesse l’indicazione secondo cui nell’ambito dei propri strumenti di pianificazione “è necessario rafforzare i varchi ecologici e i corridoi presenti”.

L’immagine seguente riporta un estratto della cartografia della REP, dalla quale emerge che l’area di studio non si sovrappone ad alcun elemento di connessione ecologica.

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Figura 20 - La rete ecologica provinciale (fonte PAE3)

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3.4 Rischio idrogeologico e radon

3.4.1 Inquadramento geologico

Nel presente paragrafo si riportano brevemente le principali informazioni desunte dallo studio di supporto alla progettazione preliminare del Piano Attuativo redatto dal Dott. Geol. Paladini Alessandro, cui si rimanda per ulteriori dettagli. La Relazione Geologica ha accertato le condizioni geologiche, gemorfologiche e idrogeologiche del sito indagato.

Geologicamente il territorio comunale di Porto Ceresio è caratterizzato da un’ampia valle glaciale intagliata entro depositi rocciosi costituiti da una spessa pila di dolomie e calcari mesozoici poggianti su più antiche unità permiane costituite da prevalenti vulcaniti e subordinate arenarie, a loro volta impostate su un substrato metamorfico composto da prevalenti gneiss. Per quanto riguarda le aree di fondovalle, ove insistono i corsi d’acqua e l’area oggetto di studio, queste risultano occupate da prevalenti depositi glaciali e fluvio-glaciali accumulati successivamente alla erosione ad opera dei ghiacciai originariamente presenti nella zona. Le fasce laterali, presenti a costituire la transizione verso gli adiacenti settori di pendio, risultano caratterizzate dalla presenza di porzioni residuali di depositi glaciali e fluvioglaciale (a zone parzialmente terrazzate) poggianti con spessori estremamente variabili al di sopra del substrato roccioso che, nelle porzioni più elevate del versante, tende ad essere affiorante.

La Carta Geologica allegata al PGT del Comune di Porto Ceresio pone l’area oggetto di studio su materiale misto formato da una facies di conoide detritico-torrentizia composta da blocchi, ciottoli e ghiaie detritici sciolti con subordinati depositi eluvio-colluviali in matrice limoso-argillosa e una facies alluvionale fluviale e palustre composta da limi con sabbie, livelli torbosi e/o argille organiche, con colori dal marrone scuro al nero; subordinatamente livelli sabbiosi.

Figura 21 - Inquadramento geologico (Fonte PGT Carta geologica)

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3.4.2 Inquadramento idrogeologico

Il territorio comunale di fondovalle e le adiacenti porzioni di versante inferiore risultano interessate da specifiche situazioni di vincolo introdotte con Legge 183 del 18.05.1989. In particolare l’area in esame ricade in: Zona I – rif. art. 51 N.T.A. P.A.I. “Area potenzialmente interessata da inondazione per eventi di piena con tempo di ritorno inferiore o uguale a 50 anni”. Tale settore riguarda l’estrema porzione nord del territorio comunale soggetta a vincolo, indicativamente a partire dal lato meridionale del locale centro sportivo. In relazione alla localizzazione in posizione più prossima al bacino lacustre e più distale rispetto alla posizione di raccordo tra i tratti di monte ed i tratti di valle dei corsi d’acqua presenti nell’area, l’individuazione di tale settore appare essere stata effettuata privilegiando principalmente le situazioni di rischio connesse con il possibile innalzamento delle quote idriche del Lago Ceresio e con il conseguente rallentamento delle possibilità di deflusso dei corsi d’acqua verso lago stesso. Ai sensi della citata normativa, “Per questo settore, limitatamente alle porzioni interne al centro edificato, si applicano le norme degli strumenti urbanistici vigenti, fatta salva la valutazione di intesa con l’autorità regionale o provinciale competente in materia urbanistica in ordine a condizioni di rischio. Per l’effettuazione di tale compatibilità, il comune dovrà seguire le procedure indicate negli allegati 2 e 3, avvertendo che dovrà essere garantita la coerenza con i dati contenuti negli studi utilizzati per la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico molto elevato”.

Figura 22 - Dettaglio Planimetria generale P.A.I. - Delimitazione aree in dissesto

La carta raffigurante l’inventario dei fenomeni franosi dalla Regione Lombardia evidenzia come l’area in esame ricada al limite con un’area di frana e con zone soggette a fenomeni di crollo o ribaltamento, questo è dovuto alla presenza di versanti rocciosi più o meno ripidi su cui giacciono le coperture quaternarie. I rilievi sul campo effettuati dal sottoscritto hanno accertato la presenza in sito di tali pareti rocciose, confermando quanto esposto dal PGT.

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Figura 23 - Fenomeni franosi di Regione Lombardia

Si rimanda alla relazione geologica per ulteriori approfondimenti in merito.

3.4.3 Radon

Il Radon è un gas nobile radioattivo naturale prodotto dal decadimento del torio e dell’uranio, elementi presenti nel terreno e nelle rocce. Le principali sorgenti di Radon sono il terreno, l’acqua ed alcuni materiali di origine minerale utilizzati nell’edilizia, dai quali fuoriesce e si disperde nell’ambiente, accumulandosi nei locali chiusi dove diventa pericoloso. Nell’ambiente esterno le concentrazioni di radon sono normalmente inferiori rispetto agli ambienti chiusi a causa della diluizione con l’aria. Essendo un gas molto pesante, uno dei principali fattori di rischio è legato al suo accumulo all'interno delle abitazioni. L’esposizione della popolazione al radon presente nell’aria rappresenta uno dei principali fattori di rischio di tumore polmonare dopo il fumo di sigaretta. L’Agenzia Regionale per la Prevenzione dell’Ambiente (A.R.P.A) della Regione Lombardia ha condotto una rilevazione sul territorio regionale (541 Comuni), per creare un “piano regionale di mappatura di radon”. La rilevazione è stata condotta nel periodo Novembre 2003 - Novembre 2004 installando complessivamente 3650 rilevatori di radon in edifici ubicati nel territorio, secondo maglie di dimensioni variabili in base alle caratteristiche geologico-morfologiche del suolo. Le misure sono state effettuate all’interno di locali di abitazioni o uffici posti al pian terreno, preferibilmente con vespaio o cantina sottostante, zona di accumulo preferenziale di tale gas. Dal momento che la normativa italiana non regolamenta l’esposizione della popolazione nelle abitazioni, i limiti di riferimento sono quelli raccomandati dall’Unione Europea 90/143/EURATOM, recepiti a protezione dei lavoratori dal Decreto Legislativo n. 241 del 26 maggio 2000, pari a 400 Bq/m3, al di sopra del quale si suggeriscono interventi per la riduzione delle concentrazioni negli edifici esistenti e pari a 200 Bq/m3 come obiettivo di qualità per i nuovi edifici.

Dalle misure della campagna regionale 2003-2004 realizzate nell'intorno del comune di interesse, si è proceduto ad effettuare valutazioni statistiche sulle concentrazioni medie annuali attese nelle unità immobiliari site al piano terra. Nel Comune di Porto Ceresio si è stimato che, sulla base delle considerazioni riportate nel precedente paragrafo, al più il 40% delle unità immobiliari esistenti site al pian terreno possa

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superare un valore di concentrazione media annuale di 200 Bq/m3, e non più del 15% possa superare i 400 Bq/m3. Tali percentuali possono essere in parte riconducibili alla geologia del territorio comunale, caratterizzata dalla presenza di tufi, porfidi e granofiri, contenenti radionuclidi naturali. Occorre sottolineare che la concentrazione di radon indoor, oltre che dalla zona geografica e quindi dalle caratteristiche geomorfologiche del sottosuolo, è anche strettamente dipendente dalle caratteristiche costruttive o dai materiali utilizzati, dalle modalità di aerazione e ventilazione e dalle abitudini di utilizzo del singolo edifìcio/unità abitativa, e che pertanto le stime sopra riportate sono da ritenersi indicative.

Allo scopo di minimizzare l'esposizione della popolazione al radon indoor, l’ARPA raccomanda per le nuove edificazioni di adottare alcuni accorgimenti costruttivi, che possono variare in funzione delle caratteristiche morfologiche e litologiche del sito, nonché dalla tipologia di edificio e dalle specifiche esigenze degli occupanti. Di seguito vengono elencati alcuni degli accorgimenti ritenuti più efficaci, da applicare singolarmente o in combinazione tra loro: - ventilazione naturale tramite formazione di vespaio aerato; - ventilazione meccanica controllata; - depressurizzazione del vespaio o delle fondazioni; - drenaggio delle fondazioni per l'allontanamento dell'eventuale gas presente nel terreno; - sigillatura delle forometrie per il passaggio di impianti, scarichi e canalizzazioni. La presenza di collegamento (scale) in una stessa unità immobiliare fra seminterrato e piani superiori, può convogliare il gas radon, di norma presente in maggiori concentrazioni nel seminterrato, verso i piani superiori. Infine nei locali di abitazione e particolarmente nelle zone notte, dovrebbe essere evitato l'uso di materiali costruttivi e di finitura contenenti significative concentrazioni di radionuclidi naturali, quali i tufi, i graniti, le sieniti, i basalti e le pozzolane.

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3.4.4 Azzonamento sismico

Il territorio Comunale di Porto Ceresio risulta essere in classe sismica 4 che rappresenta il grado di pericolosità più basso tra quelli identificati nel O.P.C.M. n. 3274, 20 Marzo 2003. La categoria di suolo per i terreni in oggetto è stata valutata in via preliminare tramite dati di bibliografia e esperienza in casistiche simili, nell’ambito della quale è stata individuata una categoria C, mentre la categoria topografica è rappresentata dalla T1 (aree pianeggianti). Ai sensi della Classificazione PSL del PGT vigente l'area ricade in Scenario Z1b (zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti).

Figura 24 - Scenario di pericolosità sismica (Fonte studio geologico Tav. 8)

Scenario Z1b: zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti: comprende le aree edificate di piede versante in loc. Case San Pietro classificate come “Zona 2” nel quadro del dissesto P.A.I. In caso di evento sismico l’effetto prevedibile è quello di instabilità (riattivazione di dissesti quiescenti e/o stabilizzati, neoformazione di movimenti franosi). E’ richiesto l’approfondimento di III^ livello nel caso di costruzioni di nuovi edifici strategici e rilevanti di cui al d.d.u.o. n. 19904 del 21 novembre 2003 (o per interventi di ampliamento qualora si tratti di edifici già esistenti) ferma restando la facoltà del Comune di estenderlo anche ad altre categorie di edifici, salvo limitazioni più restrittive di inedificabilità assoluta legate alla classe IV di fattibilità geologica.

Data la natura degli interventi non si ritengono necessari ulteriori approfondimenti sismici.

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3.5 Rischio idraulico e acque superficiali

3.5.1 Il reticolo idrografico

I corsi d'acqua presenti su tutto il territorio comunale di Porto Ceresio defluiscono verso il Lago di Lugano, il cui bacino è delimitato dagli spartiacque coincidenti con i principali crinali montuosi della Valceresio e dallo spartiacque che attraversa il fondovalle in corrispondenza dei Comuni di Arcisate e di Induno Olona. Le acque di precipitazione dopo un ruscellamento diffuso sui versanti dei singoli bacini vengono incanalate negli alvei dei corsi d'acqua via via più importanti. In particolare, in prossimità dell’area in oggetto, scorre il Torrente Bolletta o S. Pietro, corso d’acqua afferente al reticolo principale. Nel tratto di monte, il corso d’acqua in esame si estende per diversi chilometri entro la Valceresio arrivando ad attraversare tutta la porzione settentrionale del territorio comunale di Arcisate, ove prende il nome di Roggia Molinara. Nel tratto intermedio, il corso d’acqua è inoltre alimentato da diversi affluenti di sponda sinistra che raccolgono le acque provenienti dai versanti occidentali della Valceresio. In corrispondenza del confine meridionale del territorio comunale di Besano si identifica invece in sponda destra l’affluente Torrente Brivio.

L’immagine seguente estratta dallo studio geologico comunale evidenzia i corsi d’acqua presenti in adiacenza all’area di studio, le relative fasce di pertinenza geomorfologica e l’estensione delle problematiche di carattere idrauliche ad essi associati.

Figura 25 - Corsi d’acqua (Fonte St. Geologico Tav. PAI n. 2)

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3.5.2 Il rischio idraulico

Secondo quanto riportato all’interno della Carta di Rischio Idraulico del Piano di Governo del Territorio in vigore nel Comune di Porto Ceresio, l’area in esame ricade tra le aree a rischio per esondazione da Lago classe R3L (Rischio da Lago elevato). Sono aree poste a fronte lago, interessabili di esondazione per innalzamento del livello di lago e al moto ondoso. Segue un estratto delle relative norme.

Figura 26 - Rischio di esondazione lacuale

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3.6 Risorse idriche e rete fognaria

3.6.1 Risorse idriche

Dal punto di vista idrogeologico, secondo quanto illustrato nello studio geologico comunale, i depositi post glaciali sono riconducibili a LITOTIPI A PERMEABILITA' DA MEDIA A BASSA: comprende i depositi alluvionali da recenti ad attuali costituiti in prevalenza da sabbie ghiaie e ciottoli, generalmente permeabili, con importanti plaghe costituite da torbe ed argille organiche a permeabilità molto bassa e drenaggio nullo delle acque. La zona di aerazione generalmente variabile fra i 2 a 10 m (in diminuzione verso Nord, cioè secondo la direzione di flusso); nelle porzioni a quota più depressa ove si ha la presenza di depositi più fini limoso- torbosi si riconoscono falde sospese subsuperficiali o zone a ristagno idrico. La vulnerabilità è generalmente medio-elevata a causa della scarsa soggiacenza.

La superficie freatica di tale acquifero si trova in equilibrio idrodinamico con il lago Ceresio, mentre ai bordi della depressione si innalza debolmente entro i rilievi presenti. Pertanto il lago e l’acquifero sotterraneo sono legati da scambi idrici sia superficiali che sotterranei molto rapidi e diretti. Questa stretta interdipendenza tra superficie freatica dell’acquifero e livello del lago fa sì che essi siano tutti fortemente condizionati da ogni variazione del bilancio idrico: ad esempio la piovosità è molto variabile con le diverse annate e stagioni, e questo implica oscillazioni della falda ma anche del livello del lago (che durante l’anno raggiungono in media i 100-150 cm).

Dalla consultazione del materiale reperito presso l’Amministrazione Comunale risultano censiti complessivamente sul territorio comunale 7 pozzi di cui 4 ad utilizzo idropotabile (due dei quali al servizio dell’acquedotto comunale di Cuasso al Monte) e 3 privati; in corrispondenza del campo pozzi in località San Pietro è stato inoltre perforato un piezometro. Oltre che dai pozzi la rete acquedottistica comunale di Porto Ceresio è alimentata da un sistema di sorgenti (costituito dai sette caselli delle sorgenti “Vallaccia” e dalla sorgente “Sasso Caldo”) che attraverso un sistema di manufatti intermedi comprendenti vasche di calma e di disinfezione con trattamento U.V. recapitano al serbatoio sito immediatamente a sud di Via Farioli e da qui immesse nella rete.

L’acqua utilizzata ad uso idropotabile viene captata sia attraverso attingimento da sorgenti che mediante attingimento da pozzo. Nel dettaglio l’acqua utilizzata viene fatta confluire in due serbatoi: • serbatoio Cà del Monte, alimentato dalla omonima sorgente e funziona al servizio della sola frazione di Cà del Monte; • serbatoio Farioli, alimentato sia per sollevamento dal Pozzo Roma e Pozzo Ronchi, sia per caduta dalle restanti sorgenti. Dai serbatoi l’acqua viene fornita all’abitato per gravità. La rete è al presente gestita dalla ditta Aletti Impianti

I dati relativi ai punti di captazione idropotabili pubblici a servizio dell’acquedotto di Porto Ceresio sono riportati nella tabella seguente, dalla quale si evidenzia una disponibilità idropotabile pari a più di 24 l/sec.

POZZ TIPO DENOMINAZIONE LOCALITA’ QUOTAPROFONDITA’ PORTATA O (m slm) (m) (l/s) 1 pozzo Pozzo Roma Piazzale 29 10 Appiani 11 pozzo Pozzo Ronchi San Pietro 25 14 2 sorgente C… del Monte 635 - 1 sorgente C… del Monte 530 - 7 sorgente C… del Monte 505 - 3 sorgente Sot.M.te Casolo - - 8 sorgente Sopra Municipio 290 - 9 sorgente Sasso Caldo 582 - 4 sorgente Vallaccia 555 - 5 sorgente Vallaccia 553 - 6 sorgente Vallaccia 583 - 16 sorgente - - 330 -

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Per quanto concerne il bilancio idrico, lo studio geologico evidenzia che i dati relativi ai consumi idrici effettivi (m3) forniti dall’ufficio tecnico comunale per il Comune di Porto Ceresio dal 2007 al 2009, risultano pari a circa 210.000mc/anno, sono riportati nella tabella seguente.

Anno Acqua fatturata (mc)

2007 193.885 2008 216.156 2009 220.008

In relazione ad una popolazione residente pari a circa 3.100 abitanti, cui si aggiunge una quota di popolazione “fluttuante”, rappresentata da villeggianti, pari a circa 500 abitanti, risulta una popolazione potenziale complessiva pari a circa 3.600 abitanti.

In considerazione di una possibile popolazione complessiva come sopra definita (stimata per eccesso considerando la popolazione fluttuante come sempre presente) risulta pertanto un consumo medio annuo pari a circa 160 litri/persona-giorno. Tale valore arriva a circa 185 litri/persona-giorno laddove si considerino in via conservativa la sola popolazione residente; in entrambe i casi il valore ottenuto risulta significativamente in linea con il dato medio di consumo pro capite fornito dalla letteratura corrente relativo ad aree a prevalente vocazione residenziale. A fronte di tale situazione, il gestore di rete ha fornito un dato complessivo di acqua attinta (somma delle dalle letture effettuate) dal 15.01.2007 al 27.09.2010 pari a mc 2.022.280.

Considerando che il quantitativo indicato risulta riferito ad un periodo complessivo di 45 mesi, si può ricavare un dato di attingimento medio annuo pari a circa 540.000 mc. Tale dato generale risulta in linea con il dato specifico relativo all’anno 2008 che presenta un volume di attingimento complessivo pari a 629.000 mc, così distribuiti:

codice Denominazione Tipologia Volume attinto identificativo captazione anno 2008 pozzo n. 1 Pozzo di via Fiorita Pozzo Mc 550.000 pozzo n. 2 Pozzo via dei Ronchi Pozzo Mc 70.000 Sorgente n. 1 Cà del Monte Sorgente Mc 1.600 Sorgente n. 5.1 Vallaccia 2 Sorgente Mc 950 Sorgente n. 5.2 Vallaccia 2 Sorgente Mc 950 Sorgente n. 5.3 Vallaccia 2 Sorgente Mc 950 Sorgente n. 6 Vallaccia 3 Sorgente Mc 950 Sorgente n. 9 Sasso Caldo Sorgente Mc 3.150 Sorgente n. 5.4 Vallaccia 2 Sorgente Mc 950 Totale volumi attinti anno 2008 Mc 629.500

A fronte di una popolazione attuale pari a circa 3.600 abitanti (stimata per eccesso considerando sia la popolazione residente che la popolazione fluttuante come presente tutto l’anno), l’entità di attingimento medio pro capite effettuato nel relativo al periodo 2007 – 2010, risulta pari a circa 410 litri/persona-giorno. Tale valore risulta superiore al doppio del consumo reale in atto.

A partire dalla comparazione tra i dati di consumo reale ed i dati di attingimento risulta pertanto evidente la occorrenza di rilevanti discrepanze, stimabili nell’ordine minimo di circa il 55 % dell’acqua attinta, che si ritengono ragionevolmente riferibili in forma prevalente a perdite di rete o a scarsa rappresentatività delle misure effettuate relativamente agli attingimenti in corso. In relazione alla limitata popolazione complessiva si può presumere che il numero delle eventuali utenze non dichiarate sia ragionevolmente contenuto, così come il numero delle utenze sottostimate in relazione a malfunzionamento delle strumentazioni di controllo.

A fronte di tale situazione risulta pertanto evidente la necessità di procedere ad un concreto e sollecito intervento di ottimizzazione della capacità di tenuta della rete e di controllo delle modalità di distribuzione in atto (eliminazione delle perdite, verifica delle utenze attive, verifica delle strumentazioni di misura degli attingimenti e dei consumi, ecc.) finalizzato a individuare eventuali perdite (con particolare riguardo a

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quelle di maggiori entità presumibilmente poste in corrispondenza delle dorsali di collegamento tra le diverse fonti ed il centro abitato, nell’ottica di una progressiva riduzione delle passività attualmente in atto. In considerazione della limitata entità di incremento della popolazione, conseguibile a seguito della potenziale saturazione delle previsioni attuative di nuovo PGT, che risulta stimabile entro un ordine massimo di circa 150 persone, si ritiene pertanto che il soddisfacimento di eventuali nuovi consumi futuri debba e possa ragionevolmente essere conseguito mediante eliminazione o anche solo parziale riduzione delle perdite in atto. Tale considerazione appare evidente laddove si consideri che una auspicata riduzione delle presunte perdite in atto da 55 % al 50 %, consentirebbe di soddisfare i fabbisogni di una popolazione equivalente pari a circa 250 abitanti. La riduzione delle perdite in atto consentirebbe inoltre una più agevole gestione dei periodi maggiormente siccitosi, con particolare riguardo al periodo estivo corrispondente anche al periodo di massima presenza di popolazione fluttuante. L’effettuazione di interventi mirati in tale senso appare utile, oltre che nell’ottica di conseguire la possibilità di soddisfacimento di nuove potenziali utenze, anche ai fini di un complessivo contenimento dei consumi di risorsa non rinnovabile; non ultimo la eliminazione di perdite e malfunzionamenti trova motivo di fattiva attuazione laddove si considerino anche i benefici economici ottenibili in relazione al contenimento dei consumi energetici di pompaggio e potabilizzazione ed alla eliminazione di danneggiamenti della rete stradale correlabili alle dispersioni nel sottosuolo.

La tabella seguente riepiloga il bilancio idrico comunale al 2009 partendo dai seguenti dati che possono considerarsi cautelativi: disponibilità idropotabile di 24 l/sec, perdite del 55 %, consumo medio giornaliero futuro (sui 3.600 abitanti) di 185 l/ab/giorno che corrispondono a 7,71 l/sec.

portate Porto Ceresio 2009 (l/s) Q Portate disponibili 24,00 p Perdite (55%) 13,20 c consumo giornaliero medio annuo 7,71

Q – p- c 3,09

La tabella evidenzia che il consumo giornaliero medio anno dell’intero comune in vista degli ambiti di trasformazione sia soddisfatto dalle portate disponibili.

3.6.2 Rete fognaria

La rete fognaria comunale fa parte dell’agglomerato numero 11 individuato dall’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) di Varese che recapita all’impianto di depurazione consortile di Cuasso al Monte (AG01205801) sito in Via Gastaldi (Cuasso al Monte). Oltre alle acque reflue del comune di Porto Ceresio l’impianto tratta anche quelle di Besano, Bisuschio, Cuasso al Monte, Porto Ceresio e Viggiù. Le dimensioni dell’agglomerato dal database ATO è di 13.883 AE mentre le potenzialità dell’impianto sarebbero di 22.000AE. Attualmente l’impianto (dai dati dell’Ente gestore) tratta circa 13.500AE. L’area di progetto è servita dal sistema fognario al quale verranno recapitati gli scarichi del ambito, peraltro già collettati.

Il recapito finale della rete (database ATO 2011) è costituito dal depuratore di Cuasso al Monte che ha una potenzialità di 21400 Ae contro una dimensione totale dell’agglomerato di 13'883 Ae. Sulla base delle stime nel PGT è previsto un incremento complessivo di circa 210 abitanti teorici, (più una stima di 125 più 200, specifici per l’insediamento oggetto del presente studio, fluttuanti relativi al comparto turistico-ricettivo). Anche calcolando un analogo incremento nei comuni contermini si raggiungerebbe verosimilmente un numero di AE al di sotto delle attuali potenzialità dell’impianto.

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Figura 27 - Agglomerato rete fognaria (Fonte Ufficio d’Ambito Varese)

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3.7 Sistema della mobilità

3.7.1 Rete stradale

Il PTCP classifica, nella Tavola MOB1, la rete viaria esistente sul territorio provinciale. La figura seguente ne illustra un estratto relativo al Comune di Porto Ceresio.

S.P. 29 dir S.P. 61

S.P. 344

Figura 28 - Rete viaria comunale (PTCP – Tavola MOB1) (Livelli: 1 – autostrade e strade con caratteristiche di servizio autostradale; 2 – strade costituenti assi di penetrazione o collegamento privilegiato di rilievo sovra-provinciale; 3 – strade di interesse provinciale, finalizzate ai collegamenti extraurbani; 4 – strade di interesse solo a scala urbana)

Il territorio comunale è interessato dalle seguenti arterie stradali:

 S.P. 61, Detta “della Valle della Tresa”, di collegamento tra Luino e Porto Ceresio (km 10+020), posta nel settore occidentale del territorio comunale con andamento parallelo alla costa (nord-sud);

 S.P. 344, di collegamento tra Porto Ceresio ed Induno Olona. La strada ha inizio dall’estremità meridionale del Lago di Lugano ed attraversa la porzione meridionale del comune con andamento nord est – sud ovest;

 S.P. 29 dir, di collegamento tra Cuasso al Monte (Loc. Borgnana) e Porto Ceresio, attraversa per un breve tratto il settore Ovest del territorio comunale per poi congiungersi con la S.P. 61.

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La rete viabilistica interessata dalla nuova pianificazione è la S.P. 61, detta “della Valle della Tresa”, dal momento che la viabilità indotta dal complesso turistico si innesta direttamente sulla provinciale. La provinciale, localmente identificata come via Mazzini, collega tra Luino a Porto Ceresio per una lunghezza complessiva di circa 20 km; la strada corre parallela alla linea di costa fino a , posta a metà strada circa, per poi proseguire lungo il confine di stato e il corso del Fiume Tresa fino a Luino.

Di seguito si riporta l’analisi dei flussi di traffico effettuata sulla base dei dati rilevati dalla Provincia di Varese sulla SP61 disponibili on-line sul sito provinciale relativamente all’abitato di Lavena Ponte Tresa (km +7,830); i dati dei flussi di traffico sono relativi alla primavera (dal 28/04 al 13/05) e inverno (dal 23/11 al 31/03) del 2010.

Di seguito si riportano i dati relativi ai flussi di traffico rilevati in entrambe le direzioni nel periodo primaverile e in quello invernale. Osservando i dati emerge che i maggiori flussi di traffico si registrano durante la settimana, con picco il venerdì sera dalle 17.00 alle 18.00 dove sono state contate fino a 511 veicoli/h in aprile e fino a 469 veicoli/h in novembre. Si tratta di un traffico costituito prevalentemente da “mezzi leggeri” e i pesanti costituiscono circa il 5% dei flussi complessivi di traffico, che nella giornata di domenica si riducono a poche decine di unità giornaliere. Nel periodo primaverile i flussi di traffico aumentano di circa il 10%.

PRIMAVERA 2010

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INVERNO 2010-2011

Localmente il polo attrattore di traffico è costituito dal centro di Porto Ceresio posto a circa 2,5 – 3 km di distanza in direzione sud-est, dove si trova la SS 344, che collega a sua volta Porto Ceresio con Arcisate, polo attrattore di valenza provinciale. Polo attrattore secondario è Lavena Ponte Tresa e il confine di stato, posto a circa 8 km di distanza in direzione sud.

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3.8 Inquinamento atmosferico

3.8.1 Regime emissivo

La valutazione delle emissioni atmosferiche nel territorio della Provincia di Varese deriva dall’Inventario delle emissioni in atmosfera (Emissioni in Lombardia nel 2010), realizzato dalla Regione Lombardia nell’ambito del PRQA (Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria), la cui gestione e sviluppo sono stati affidati per il triennio 2009-2011 ad ARPA Lombardia. Gli inventari delle emissioni considerano generalmente i seguenti inquinanti atmosferici:

 ossidi di zolfo (SOx);  ossidi di azoto (NOx);  composti organici volatili non metanici (COVNM);  metano (CH4);  monossido di carbonio (CO);  anidride carbonica (CO2).  ammoniaca (NH3);  protossido d’azoto (N2O);  polveri totali sospese (PTS);  polveri con diametro inferiore ai 10 mm (PM10);  polveri con diametro inferiore ai 2.5 mm (PM2.5).

Nelle tabelle seguenti sono riportati i valori delle emissioni inquinanti (espressi in ton/anno) registrate nel comune di Porto Ceresio.

Gas ad Precursori Sostanze SO NOx COV CH CO CO NO NH PM2.5 PM10 PTS effetto 2 4 2 2 3 dell’Ozono acidificanti serra t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno kt/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno kt/anno t/anno kt/anno 0,231 25,623 42,721 34,240 46,010 7,151 0,339 1,322 1,916 2,375 2,877 8,320 79,521 0,642

SO2 NOx COV CH4 CO Porto Ceresio CO2 N2O NH3 PM2.5 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% PM10 PTS

Il confronto tra il contributo di ciascun inquinante alle emissioni del comune e il contributo di ciascun inquinante alle emissioni a scala provinciale può dare un’idea di quanto il dato di Porto Ceresio si “discosti” dai valori medi, andando dunque a rintracciare le emissioni più “caratterizzanti” il contesto territoriale di studio.

Nella tabelle seguente vengono riportati i valori totali delle emissioni di ciascun macroinquinante pro capite nella Provincia di Varese e nel Comune di Porto Ceresio. I dati della popolazione sono quelli reperiti dai database ISTAT al 1 gennaio 2007 (popolazione residente nel Comune di Porto Ceresio = 3030, popolazione residente in Provincia di Varese = 855400).

Descrizione SO2 NOx COV CH4 CO CO2 N2O NH3 PM2.5 PM10 PTS macrosettore kg/anno kg/anno kg/anno kg/anno kg/anno t/anno kg/anno kg/anno kg/anno kg/anno kg/anno

Porto ceresio 0,076 8,456 14,099 11,300 15,185 2,360 0,112 0,436 0,632 0,784 0,950

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Tot. 1,882 21,545 38,663 48,616 57,604 7,190 0,565 1,377 1,952 2,210 2,463 Provincia

La lettura di questa tabella evidenzia un peso percentualmente maggiore delle emissioni di NOx, COV e polveri sottili ed una minore incidenza delle emissioni di CH4.

La lettura dei grafici che seguono, che riportano i contributi percentuali delle fonti emissive suddivise per macrosettore di attività rispettivamente della Provincia di Varese e del Comune di Porto Ceresio, permette di interpretare meglio i dati di cui sopra. Per ciò che concerne la maggiore incidenza percentuale di NOx e polveri sottili (PTS) si vede come rispetto al dato medio provinciale, risulti particolarmente influente il trasporto su strada (importante è infatti anche il traffico veicolare da e per la Svizzera). Alla maggiore emissione di COV contribuiscono in misura percentualmente maggiore la categoria “altre sorgenti e assorbimenti” tra cui le emissioni dal comparto forestale, dato plausibile visto l’esteso comparto boschivo del territorio. La minore incidenza di emissioni di CH4 è principalmente dovuta al fatto che le attività di trattamento e smaltimento rifiuti, principale settore di emissione di CH4, non sono presenti sul territorio comunale.

Contributo per ciascun macrosettore di attività a livello comunale:

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Contributo per ciascun macrosettore di attività a livello comunale riferito ai dati dell’intera Provincia:

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3.9 Inquinamento acustico

Il Comune di Porto Ceresio è dotato di un Piano di classificazione acustica, approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 4 del 25/03/2015.

La classificazione del territorio viene stabilita sulla base del D.P.C.M. 1/3/91 e il successivo D.P.C.M. 14/11/97, che prevede sei classi.

Classe I - Aree particolarmente protette Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.

Classe II - Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali.

Classe III - Aree di tipo misto Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.

Classe IV - Aree di intensa attività umana Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata presenza di piccole industrie.

Classe V - Aree prevalentemente industriali Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali con scarsità di abitazioni.

Classe VI - Aree esclusivamente industriali Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali prive di insediamenti abitativi. Viene poi fissata una suddivisione dei livelli massimi in relazione al periodo di emissione del rumore, definito dal decreto come "tempo di riferimento": • periodo diurno dalle ore 6.00 alle ore 22.00; • periodo notturno dalle ore 22.00 alle ore 6.00.

Segue estratto della cartografia allegata allo studio acustico che pone l’area di studio nella classe 4 Aree di intensa attività umana. L’area di studio ricade nella fascia di rispetto attorno alla S.P. n° 61 Porto Ceresio - Ponte Tresa - Luino di ampiezza pari a 100 m.

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Figura 29 - Zonizzazione acustica (Fonte: Classificazione acustica del Territorio Comunale, 2015).

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3.9.1 Il clima acustico

Le informazioni riportate nel seguente paragrafo sono state desunte dallo studio di “Valutazione previsionale di impatto acustico” redatta ai sensi della Legge 447/95, LR 13/2001 e DGR 7/8313 del 8/03/2002 da parte tecnico abilitato Dott. Ing. Ambrogio Bossi a corredo della documentazione progettuale, cui si rimanda per ulteriori dettagli.

Al fine di rilevare i valori di rumore ambientale dell’area di studio è stata condotta una prima campagna fonometrica in orario diurno nell’area esterna pertinenziale al confine ovest ed in prossimità del ricettore più esposto (lato sud) ed una seconda campagna fonometrica in orario notturno nelle medesime posizioni. Nella tabelle seguente vengono riportati i risultati di tale indagine.

Ubicazione punti Periodo diurno Periodo notturno area pertinenziale lato ovest 1D - Leq 61,10 dB(A) 1N - Leq 51,80 dB(A) verso ricettore su via Mazzini in prossimità ricettore lato sud su 2D - Leq 57,20 dB(A) 2N - Leq 50,40 dB(A) via Mazzini

I rilievi fonometrici hanno evidenziato un clima acustico dell’area caratterizzato da livelli di rumorosità compatibili con i limiti di zona, fissati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 novembre 1997 per ciascuna classe acustica e riportati nella tabella seguente .

Dove si evidenziano i seguenti temi:  livelli di emissione, inteso come livello di rumore dovuto alla sorgente specifica, e pertanto vanno confrontati con i limiti di emissione previsti per la sorgente (classe IV);  livelli di immissione intesi come il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno, misurato in prossimità dei ricettori; tale recettore si colloca in classe IV.

La maggior sorgente di rumore è identificabile nel traffico veicolare che fluisce su via Mazzini. Le maggiori sorgenti di rumore legate allo svolgimento dell’attività sono individuabili nel’utilizzo degli spazi all’aperto. Le attività che verranno svolte negli spazi interni risultano meno impattanti in considerazione del fatto che l’edificio sarà dotato di un impianto di condizionamento e ricambio d’aria tali da consentire lo svolgimento dell’attività sempre a porte e finestre chiuse, limitando così le immissioni di rumore verso l’esterno.

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3.10 Contesto socio economico

Sulla base di quanto evidenziato dal PTCP di Varese, il territorio comunale di Porto Ceresio si colloca nel settore montano, che si estende fino all’estremità nord della provincia ed è caratterizzato principalmente da ampie superfici boscate e territori votati a funzionalità ecologiche e naturalistiche. Localmente, la presenza delle superfici lacustri e la posizione di tampone propria dell’area prealpina in cui si inserisce Porto Ceresio, aumentano la complessità territoriale allargandone le prospettive pianificatorie. Come si evince dall’immagine seguente, l’area della Valceresio è caratterizzata da un sistema di conurbazione di fondo valle che si sviluppa da Porto Ceresio ad Arcisate, polo attrattore della vallata. I comuni sono caratterizzati da una dinamicità demografica a e dalla presenza suffusa di servizi.

Porto Ceresio

Figura 30 - Carta dei poli attrattori provinciali (PTCP)

La presenza del Lago, l’elevato pregio del contesto naturalistico in cui si inserisce e la vicinanza al contesto frontaliero rappresentano per Porto Ceresio un valore aggiunto in termini di opportunità di sviluppo del settore turistico ricettivo, che evidenzia un suo progressivo sviluppo a discapito del settore manifatturiero.

Il bacino di utenza turistica della struttura di riferimento non si esaurisce con i confini provinciali, ma si affaccia ad regione turistica ricettiva omogenea del lago Ceresio (Lago di Lugano) ovvero quello che comprende i comuni di Porto Ceresio (I), (CH), (CH); (CH), Brusimpiano (I) Lavena Ponte Tresa (I), (I), (I). Si tratta di un bacino turistico maturo e consolidato, ma la sponda lombarda resta ancora in una fase di sviluppo pseudo - embrionale del turismo, che fatica a decollare come la riviera svizzera e comasca.

L’analisi dei dati relativi ai flussi turistici ha evidenziato che la zona costiera del lago Ceresio rappresenta una zona turistica in crescita, infatti nel 2011 l’area Ceresio Valganna ha visto un incremento del 10 % sugli arrivi e del 15 % sulle presenze. L’utenza turistica presente sul territorio è il “turista da lago”, ma anche il turista escursionista, attirato dalle peculiarità naturalistiche e il turista sportivo, appassionato soprattutto di sport acquatici. I dati evidenziano una forte presenza di turisti stranieri, prevalentemente europei, (Paesi Bassi, Germania e Svizzera e Liechtnstein).

Trattandosi di una conferma di un’attività in essere non si ritengono necessari approfondimenti.

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4 VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

4.1 Stima degli effetti ambientali

4.1.1 Uso del suolo

La variante proposta è in riduzione rispetto a quanto previsto dall’ambito AT3 e pertanto si ritiene che gli effetti sull’uso del suolo siano nulle. L’attuazione dell’AT3 prevede un riordino funzionale e strutturale di un ambito che presenta alcune incongruenze urbanistiche consentendo una maggior coerenza dell’uso del suolo. Non si ritiene necessario adottare misure mitigative.

4.1.2 Paesaggio e beni culturali

L’ambito AT3 si colloca in un’area assoggettata a vincolo paesistico e pertanto oggetto di specifiche valutazioni in corso da parte degli enti preposti; di seguito si riportano alcune delle considerazioni riportate nella relazione paesaggistica allegata alla documentazione progettuale utili per evidenziare la congruenza paesistica degli interventi.

Si ritiene che il PA si attenga alle indicazioni paesaggistiche definite dal Piano Territoriale Regionale come trascritte nelle Norme Tecniche del Piano dei Servizi del PGT, all'art. 2.8. Come evidenziato nella relazione progettuale, il testo cita, fra l'altro, alcune specifiche modalità operative per la valorizzazione delle sponde e delle aree contermini del lago, attraverso i possibili interventi di trasformazione.

In particolare: - la salvaguardia delle sponde nelle loro connotazioni morfologiche e naturalistiche, strettamente relazionate con i caratteri culturali e storico-insediativi, che contribuiscono a definire identità, riconoscibilità e valori ambientali della consolidata immagine dei paesaggi rivieraschi, con specifica attenzione alla conservazione degli spazi inedificati, al fine di evitare continuità del costruito che alterino la lettura dei distinti episodi insediativi; Il progetto occupa una superficie compatta e limitata, e le caratteristiche tipologiche dell'architettura proposta sono state pensate in funzione di esaltare le qualità del paesaggio lacustre verso il quale l'edificio si apre con le ampie vetrate che lo contraddistinguono.

- la preservazione delle coerenze materiche, cromatiche e dimensionali che contraddistinguono il suddetto sistema evitando di introdurre elementi dissonanti o impropri e salvaguardando i caratteri compositivi storici tanto delle architetture quanto dei giardini, …...... ; Il prospetto verso la via Mazzini viene conservato e la colorazione del porfido di Cuasso viene riproposta, in tonalità chiara.

- - il recupero degli ambiti degradati o in abbandono inquadrati in programmi organici sovracomunali di ricomposizione paesaggistica del sistema spondale e del lungolago, prioritariamente rivolti a sostenere l’offerta di forme di turismo e fruizione sostenibile; La proposta di ristrutturazione dei volumi esistenti (con il relativo ampliamento) consente di riqualificare una struttura presente e ben nota nel territorio al fine di incrementarne la fruizione a livello locale e sovra comunale, dedicando ogni attenzione alla grande panoramicità dei luoghi.

La conformazione naturale del territorio costiero di Porto Ceresio e l’ubicazione dell’ambito di intervento lo rendono visibile sia a chi naviga sulle acque del lago sia a chi percorre la viabilità che costeggia il lago stesso. Pertanto il progetto ha posto una particolare attenzione e alle forme e ai colori, come ben evidenziato nei seguenti inserimenti dei rendering di progetto.

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STATO DI FATTO

FOTOINSERIMENTO

Figura 31 - Vista da via Lungolago e relativo inserimento fotografico

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STATO DI FATTO

FOTOINSERIMENTO

Figura 32 - Vista dalla Piazza e relativo inserimento fotografico

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STATO DI FATTO

FOTOINSERIMENTO

Figura 33 - Vista dal lungolago est e relativo inserimento fotografico

La situazione parzialmente incongrua dell’ambito esistente lo rende un elemento detrattore a livello paesaggistico, pertanto un intervento di ristrutturazione di tale ambito rappresenta un miglioramento degli aspetti paesistici anche se tale intervento ne incrementa i volumi. I principali accorgimenti progettuali atti a migliorare l’inserimento paesistico dei volumi vengono di seguito elencati:

- il progetto mantiene pressoché inalterato il sedime degli edifici dal lato strada, mantenendo in essere la presenza consolidata della struttura nella storia della città; - la ristrutturazione elimina elementi di disordine architettonico presenti a fronte lago sostituendoli con volumi più consoni dal punto di vista urbanistico e funzionale al fine di fornire adeguate dotazioni igienico-sanitarie e impiantistiche conformi alle norme vigenti; - la percezione della presenza di un piano sopraelevato (che ospita locali tecnici) è limitata in quanto si limita solo ad un piccolo volume e assume per i progettisti una importanza dal punto di vista compositivo, in quanto perno fra due funzioni e due involucri significativamente e volutamente diversificati; - la scelta dei materiali, dei colori e delle forme è tale da facilitare l’inserimento paesistico nell’ambiente circostante quali le vetrate verso il lago per ridurre il “peso materico” degli edifici, la struttura muraria con materiale lapidei proveniente dalle cave di Cuasso, una colorazione rosata degli intonaci, la curvatura della copertura delle terrazze esterne per alleggerirne ulteriormente la presenza visiva.

Si integrano le considerazioni paesistiche introducendo alcune indicazioni sul verde pertinenziale finalizzate al mantenimento in essere degli alberi ad alto fusto presenti nell’area compatibilmente con le attività di cantiere e alla rimozione delle essenze alloctone da sostituirle con specie autocotone compatibili, evitando in ogni caso l’utilizzo di specie di cui alla “Lista nera delle specie alloctone vegetali oggetto di monitoraggio, contenimento ed eradicazione” (Allegato E della DGR 24 luglio 2008 num. 8/7736).

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4.1.3 Aree protette ed ecosistemi

Come già evidenziato in precedenza l’ambito non si sovrappone ad aree apparenti alla rete Natura 2000. Tuttavia il progetto regionale di rete ecologica individua nella fascia perlilacuale e nelle sommità dei rilievi orientali elementi portanti del primo livello RER, per il quale fornisce le seguenti indicazioni:

- conservazione e miglioramento delle vegetazioni perilacuali residue; - gestione dei livelli idrici del lago con regolamentazione delle captazioni idriche ad evitare eccessivi sbalzi del livello idrico; - monitoraggio della qualità delle acque; - mantenimento dei siti riproduttivi dei pesci.

Come ribadito nella Rapporto Ambientale redatto nell’ambito del procedimento di VAS del PGT, l’intervento appare in linea con gli obiettivi del PTR per l’ambito perilacuale (art. 5) consistente nella promozione di azioni finalizzate a migliorare la compatibilità paesaggistica delle infrastrutture ricettive per la fruizione e la balneazione (art. 5). Si tratta infatti di situazione già esistente che ricondotta nell’ambito di una ambito di trasformazione può consentire la riorganizzazione architettonica e distributiva degli spazi. Si richiamano le prescrizioni di tutela previste nella scheda d’ambito relativamente a: tutela delle vegetazioni naturali (salici, canneto rado) presenti lungo il margine orientale del comparto (foce del Torrente Bolletta) e la facilitazione della loro naturale espansione nella porzione settentrionale dell’ambito.

Considerando che gli interventi di ristrutturazione coinvolgono esclusivamente l’ambito edificato è possibile affermare che gli effetti sulla rete ecologica possono considerarsi nulli. Tuttavia dato il contesto ecologico – paesistico circostante si ritiene opportuno prevedere alcune mitigazioni:

 si sconsiglia la formazione di fasce arboree ad alto fusto con essenze sempre verdi come indicato nella relazione previsionale di impatto acustico lungo il lato ovest; si consiglia di sostituirle eventualmente con essenze arbustive (congrue con la regolamentazione di polizia idraulica) ecologicamente compatibili con il contesto quali salici e/o altre essenze igrofile; si reputa opportuna la rimozione di essenze esotiche presenti;  prevedere la posa in opera di impianti di illuminazione solo dove strettamente necessario, utilizzando apparecchi che non generino fasci di luce disturbanti per la fauna e che siano schermati nella parte sommitale al fine di ridurre l’inquinamento luminoso;  valutare la possibilità di utilizzare anche vetrate a ridotta trasparenza ed effetto riflettente al fine di ridurre un potenziale pericolo di collisione per l’avifauna, ingannati dalla trasparenza e dall’effetto riflettente; si esclude la possibilità di utilizzare le sagome dei predatori in quanto poco si sposano con il contesto progettuale.

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4.1.4 Rischio idrogeologico e radon

RISCHIO IDEOGEOLOGICO

L’area presenta alcuni elementi limitanti legati alla presenza di terreni scarsamente addensati e alla vulnerabilità per esondazione da lago o per moto ondoso (grado di rischio medioelevato). Si precisa che la progettazione esecutiva dell’intervento edilizio dovrà essere corredata degli approfondimenti richiesti dallo studio geologico, ed in particolare:

Art. 8 –Classe 3A di fattibilità geologica Aree di bordo lago (grado di rischio medio-elevato) Principali elementi limitanti: - presenza di terreni scarsamente addensati; - vulnerabilità per esondazione da lago o per moto ondoso (grado di rischio medioelevato).

Sono consentiti unicamente gli interventi edilizi di cui alla L.R. 12/2005, art. 27, commi a–b–c-d, fermo restando le seguenti limitazioni: i) E’ vietata la realizzazione di spazi interrati. j) E’ vietato il cambio d’uso di spazi interrati finalizzato alla permanenza di persone o all’insediamento di attività. k) Le nuove costruzioni e le costruzioni realizzate a seguito di demolizione e ricostruzione di edifici esistenti dovranno prevedere il mantenimento di una sopraelevazione di pavimento e ingressi non inferiore a 30 cm rispetto a piano strada e, comunque, con quota non inferiore a m. 272,30 s.l.m. (da misurarsi con riferimento diretto con quota molo lago pari a m 273,40 s.l.m.). Al di sotto di tali quote è consentita unicamente la realizzazione di opere strutturali di sostegno degli edifici esistenti, riparo dal moto ondoso, accessibilità a lago e attracco/ricovero natanti. l) Le modifiche delle aperture degli edifici esistenti dovranno essere eseguite prevedendo il mantenimento di una sopraelevazione di pavimento e ingressi non inferiore a 30 cm rispetto a piano strada e, comunque, con quota non inferiore a m. 272,30 s.l.m. (da misurarsi con riferimento diretto con quota molo lago pari a m 273,40 s.l.m.). m) La dispersione della acque meteoriche dovrà avvenire in via preliminare nel sottosuolo prevedendo l’eventuale recapito in superficie solo per sfioro da troppo pieno. n) Al fine di favorire il deflusso/assorbimento delle acque meteoriche la realizzazione di spazi pavimentati è da limitarsi alle sole aree di bordo costruzione e alla realizzazione di ingressi pedonali e carrabili. o) Gli scarichi al servizio di aree eventualmente poste al di sotto delle quote indicate dovranno essere dotati di strutture di prevenzione rispetto a fenomeni di ritorno dal sistema fognario. p) La realizzazione di nuove costruzioni, la ricostruzione a seguito di demolizione o l’ampliamento areale di costruzioni esistenti dovrà essere supportato da relazione di compatibilità idraulica indicante le modalità di smaltimento acque piovane e la adeguatezza dei presidi individuati.

Obiettivi di approfondimento: oltre alle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche generali dell’area, in via di minima le verifiche geologiche effettuate dovranno anche fornire indicazioni relativamente a:

- caratteristiche e portanza dei terreni di fondazione; - stabilità delle aree di sponda con valutazione dei sovraccarichi indotti.

Le caratteristiche dei terreni presenti nell’area e quelle geologiche generali del sito sono tali da non determinare in ogni caso particolari limitazioni rispetto alla realizzazione dell’intervento, in fase di progettazione definitiva ed esecutiva dovranno essere tuttavia eseguiti gli approfondimenti conoscitivi tramite prove in sito allo scopo di definire e caratterizzare al meglio i terreni e verificarne la compatibilità con le ipotesi progettuali. In particolare ai fini della fase di progettazione geotecnica risulterà di particolare importanza la valutazione della consistenza e dello spessore dei materiali presenti con caratteristiche geotecniche mediocri per la definizione delle caratteristiche e della tipologia degli interventi da porre in opera.

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RISCHIO SISMICO

Ai sensi della Classificazione PSL del PGT vigente l'area ricade in Scenario Z1b (zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti). Data la natura degli interventi non si ritengono necessari ulteriori approfondimenti sismici.

RISCHIO RADON

Dal punto di vista litologico l’area di trova in corrispondenza di su materiale misto formato da una facies di conoide detritico-torrentizia di natura litologa non del tutto nota. In ogni caso in fase di progettazione esecutiva, si ritiene opportuno adottare gli accorgimenti previsti dal Decreto n. 12678 del 21/12/2011 - Linee guida per la prevenzione delle esposizioni al gas radon in ambienti indoor.

Alla luce di tali considerazioni si ritiene che gli effetti sul sistema idrogeologico siano nulli, previe verifiche di carattere geologico e geotecnico sui terreni prima della progettazione esecutiva, e il rischio per l’edificio e le pertinenze è accettabile se opportunamente mitigato.

4.1.5 Rischio idraulico e acque superficiali

Secondo quanto riportato all’interno della Carta di Rischio Idraulico del Piano di Governo del Territorio in vigore nel Comune di Porto Ceresio, l’area in esame ricade tra le aree a rischio per esondazione da Lago classe R3L (Rischio da Lago elevato). Sono aree poste a fronte lago, interessabili di esondazione per innalzamento del livello di lago e al moto ondoso. Si raccomanda di attenersi alle indicazioni relative

Alla luce di tali considerazioni si ritiene che gli effetti sul sistema idraulico siano nulli e il rischio per l’edificio e le pertinenze è accettabile se opportunamente mitigato.

4.1.6 Risorse idriche e rete fognaria

Il bilancio idropotabile comunale proposto nello studio geologico, ha evidenziato un bilancio positivo fra portate disponibili / perdite e consumo medio annuo, pari a 3,09 l/sec sulla base delle stime insediative inclusi gli abitanti fluttuanti (pari 3.600 abitanti, a fronte di circa 3.100 abitanti residenti). L’analisi proposta nel PGT evidenzia la sostenibilità delle risorse idropotabili anche a fronte di un incremento derivante dall’attuazione del piano stesso quantificato in circa 150 abitanti aggiuntivi.

Dal momento che la variante all’AT3 non aggiunge abitanti residenti né aumenta la disponibilità ricettiva (la variante è in riduzione rispetto a quanto approvato nel PGT), bensì conferma una situazione ricettiva consolidata da anni, si ritiene che la sostenibilità del fabbisogno idropotabile sia dimostrata.

Per quanto concerne il sistema fognario è possibile affermare che le previsioni dell’ambito AT3 in variante propongono una riduzione di quanto già previsto nel PGT e confermano una situazione ristorativa consolidata da anni, pertanto dal momento che i reflui da trattare sono paragonabili rispetto a quelli in essere si ritiene dimostrata la sostenibilità della variante sul sistema fognario.

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4.1.7 Sistema viabilistico

Lo scenario viabilistico illustrato nel paragrafo 3.7.1 fa riferimento ai flussi di traffico in transito sulla SP 61 nella stazione di Lavena Ponte Tresa Le analisi dei flussi di traffico hanno evidenziato due picchi di traffico dal lunedì al venerdì:  un picco tra le 7.00 e le 8.00 con un valore medio complessivo oltre i 480 veicoli/ora;  secondo picco tra le 17.00 e le 18.00 con un valore medio complessivo oltre i 500 veicoli/ora.

Nelle giornate di sabato e domenica i flussi di traffico sono leggermente inferiori, soprattutto la domenica; in entrambe le giornate il picco di traffico al mattino si sposta tra le 10.00 e le 11.00.

Si ritiene che i volumi di traffico generati dall’attuazione dell’ambito AT3 in variante sono sostenibili dalla viabilità provinciale e per alcuni aspetti migliorative rispetto alle previsioni attuali in quanto:

 confermano una situazione di flussi di traffico paragonabile a quella attuale, che non evidenzia particolari criticità;  la soluzione progettuale prospettata di porre i parcheggi in adiacenza al ristorante gode di un’ampia apertura, manovrata a distanza con movimento a scorrimento, e consente l'immissione in sicurezza sulla SP61, garantendo all'autista in uscita, fermo al cancello, 60 metri di visibilità verso i veicoli sopravvenienti, come prescritto dall'Ente Provincia,  lo stralcio della previsione vigente dell’area parcheggio da allocarsi in ambito residenziale consente di evitare rischi e problematiche connesse all’attraversamento della via Mazzini.

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4.1.8 Inquinamento atmosferico

Le principali fonti di emissione di potenziali inquinanti in atmosfera sono legate agli impianti di riscaldamento – raffrescamento e secondariamente al traffico indotto. Considerando che la variante proposta è in riduzione rispetto all’ambito AT3 come attualmente approvato, è possibile affermare che gli effetti della variante sul comparto atmosferico possono considerarsi nulli e sotto certi aspetti positivi dal momento che gli interventi di ristrutturazione prevedranno l’installazione di impianti di moderna concezioni con una maggiore efficienza energetica e minori emissioni in atmosfera rispetto a quelli attualmente in uso.

4.1.9 Inquinamento acustico

Le attività previste dalla variante proposta sono compatibili con l’azzonamento acustico comunale, che pone al’area di studio in classe 4 “Aree di intensa attività umana”, dal momento che confermano la destinazione d’uso attualmente in essere.

La documentazione progettuale è corredata di uno studio di “Valutazione previsionale di impatto acustico” redatta ai sensi della Legge 447/95, LR 13/2001 e DGR 7/8313 del 8/03/2002 da parte tecnico abilitato Dott. Ing. Ambrogio Bossi, cui si rimanda per ulteriori dettagli. Le conclusioni dello studio evidenziano una valutazione previsionale di impatto acustico positivo sulla base delle seguenti considerazioni .

 l’attività prevista è un esercizio ad uso bar-ristorante-pizzeria (peraltro già in essere) con apertura anche in periodo notturno e in parte all’esterno; tale attività verrà realizzata in un edificio indipendente libero sui 4 lati e non strutturalmente connesso ad unità residenziali;  i ricettori della zona sono rappresentati dalle abitazioni circostanti, l’abitazione più prossima dista 25 metri;  i rilievi condotti nell’area hanno evidenziato un clima acustico compatibile con i limiti di zona (classe IV).  il locale sarà dotato di un impianto di condizionamento e di ricambio dell’aria tale da consentire lo svolgimento dell’attività a porte e finestre chiuse, limitando così le emissioni rumorose.

L’impatto sul clima acustico può ritenersi nullo e addirittura migliorativo dal momento che la ristrutturazione comporterà la posa in opera di accorgimenti mitigativi prescritti dalla relazione sul clima acustico, ed in particolare:

 la copertura del terrazzo esterno verrà realizzata con pannelli sandwich fonoassorbenti in modo da limitare le immissioni di rumore verso l’esterno o in alternativa applicazione di pannelli fonoassorbenti all’intradosso della copertura;  non verranno installati impianti di diffusione musicale all’esterno;  gli impianti a servizio dell’attività verranno installati in apposito vano tecnico chiuso che verrà opportunamente rivestito con pannelli fonoassorbenti al fine di impedire possibili emissioni acustiche all’esterno;  le prese d’aria dell’impianto di condizionamento saranno presidiate da silenziatori a setti fonoassorbenti e le unità di trattamento aria saranno di tipo silenziato poggiate su supporti antivibrazione.

Gli spazi interni saranno dotati di adeguati sistemi di abbattimento acustico in grado di garantire un confort acustico paragonabile al controsoffitto fonoassorbente suggerito dalla relazione sul clima acustico, ma in grado di valorizzare le trasparenze della copertura progettata (es. elementi tessili). La scelta di tali sistemi atti a ridurre i tempi di riverbero interni e limitare le immissioni di rumore verso l’esterno sarà supportata da adeguati studi che affiancheranno la progettazione esecutiva.

Si sconsiglia si piantumare sul confine ovest una siepe sempreverde di adeguata altezza sulla base delle considerazioni esposte al paragrafo 4.1.3.

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4.1.10 Contesto socio economico

Il progetto di ristrutturazione dell’esercizio commerciale ex “Lido da Bruno” consentirà di avere una struttura adeguata sia dal punto di vista distributivo sia dal punto di vista funzionale, andando a migliorare la dotazione ricettiva comunale e a sanare una situazione in essere che presenta alcuni elementi impropri e non adeguati.

Gli effetti sul comparto socio-economico possono considerarsi nulli in quanto la variante proposta conferma la destinazione d’uso e le finalità del progetto originario inserito nel PGT comunale ovvero “un incremento della superficie lorda di pavimento esistente al fine di consentire la riorganizzazione architettonica e distributiva degli spazi”. Lo stralcio della perimetrazione esterna dell’AT3 non ha conseguenze rilevanti sull’ambito dal momento che la perimetrazione principale presenta dimensioni tali da garantire uno sviluppo volumetrico e funzionale adeguato.

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4.2 Mitigazioni

Nella tabella seguente vengono riepilogate le diverse misure mitigative proposte per le singole tematiche ambientali trattate nei paragrafi precedenti.

COMPARTI MITIGAZIONI AMBIENTALI Non si ritiene necessario adottare misure mitigative. USO DEL SUOLO

Attenersi alle indicazioni progettuali atte a migliorare l’inserimento paesistico dell’intervento. Si integrano le considerazioni paesistiche introducendo alcune indicazioni sul verde pertinenziale finalizzate al mantenimento in essere degli alberi ad alto fusto PAESAGGIO E presenti nell’area compatibilmente con le attività di cantiere e alla rimozione BENI CULTURALI delle essenze alloctone da sostituirle con specie autocotone compatibili, evitando in ogni caso l’utilizzo di specie di cui alla “Lista nera delle specie alloctone vegetali oggetto di monitoraggio, contenimento ed eradicazione” (Allegato E della DGR 24 luglio 2008 num. 8/7736).

Si sconsiglia la formazione di fasce arboree ad alto fusto con essenze sempre verdi come indicato nella relazione previsionale di impatto acustico lungo il lato ovest; si consiglia di sostituirle eventualmente con essenze arbustive (congrue con la regolamentazione di polizia idraulica) ecologicamente compatibili con il contesto quali salici e/o altre essenze igrofile; si reputa opportuna la rimozione di essenze esotiche presenti. Prevedere la posa in opera di impianti di illuminazione solo dove AREE PROTETTE strettamente necessario, utilizzando apparecchi che non generino fasci di luce ED ECOSISTEMI disturbanti per la fauna e che siano schermati nella parte sommitale al fine di ridurre l’inquinamento luminoso. Valutare la possibilità di utilizzare anche vetrate a ridotta trasparenza ed effetto riflettente al fine di ridurre un potenziale pericolo di collisione per l’avifauna, ingannati dalla trasparenza e dall’effetto riflettente; si esclude la possibilità di utilizzare le sagome dei predatori in quanto poco si sposano con il contesto progettuale.

Attenersi alle indicazioni dello studio geologico e integrare la documentazione progettuale con studi mirati a verificare le caratteristiche e RISCHIO portanza dei terreni di fondazione e la stabilità delle aree di sponda con IDROGEOLOGICO E valutazione dei sovraccarichi indotti. RADON Adottare gli accorgimenti previsti dal Decreto n. 12678 del 21/12/2011 - Linee guida per la prevenzione delle esposizioni al gas radon in ambienti indoor in fase di progettazione esecutiva. RISCHIO IDRAULICO E La progettazione si è attenuta alle prescrizioni di carattere idraulico previste. ACQUE Non si ritiene necessario adottare ulteriori misure mitigative. SUPERFICIALI Adottare, in fase di progettazione definitiva accorgimenti tali da ridurre il consumo RISORSE IDRICHE della risorsa idropotabile e da incentivare, nei limiti di quanto previsto dal E RETE FOGNARIA regolamento di igiene, il riutilizzo della stessa. SISTEMA Non si ritiene necessario adottare misure mitigative. VIABILISTICO INQUINAMENTO Non si ritiene necessario adottare misure mitigative. ATMOSFERICO Attenersi al regolamento edilizio e ai limiti di emissione acustica. Adottare gli accorgimenti strutturali e impiantistici trascritti nella relazione di clima INQUINAMENTO acustico ad esclusione della fascia arbustiva, demandando alla fase esecutiva la ACUSTICO definizione di dettaglio dei materiali ed eventuali ulteriori approfondimenti in merito.

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COMPARTI MITIGAZIONI AMBIENTALI CONTESTO SOCIO Non si ritiene necessario adottare misure mitigative. ECONOMICO

5 CONCLUSIONI

Il presente documento costituisce il Rapporto Preliminare contenente le informazioni e i dati necessari alla verificare gli effetti significativi sull’ambiente della variante al Piano di Governo del Territorio inerente il piano attuativo previsto nell’ AT3 di Porto Ceresio.

Il procedimento di riferimento è illustrato nell’allegato 1a della DGR n.9/761 del 10/11/2010 il quale prevede che “le varianti al Documento di Piano sono di norma assoggettate a VAS, tranne quelle per le quali sussiste la contemporanea presenza dei requisiti seguenti: a) non costituiscono quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE e successive modifiche b) non producono effetti sui siti di cui alla direttiva 92/43/CEE c) determinano l’uso di piccole aree a livello locale e/o comportano modifiche minori. Per queste varianti minori si procede a verifica di assoggettabilità alla VAS. In particolare si precisa che  L’ambito AT3 non costituisce quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE e successive modifiche Nessuna delle attività che andranno ad insediarsi presso il sito sono assoggettate a Valutazione di Impatto Ambientale.  L’ambito AT3 non produce effetti sui siti di cui alla direttiva 92/43/CEE . L’area del PA non è direttamente o indirettamente interessata dalla presenza di aree appartenenti alla Rete Natura 2000. Nei dintorni ma non direttamente confinante con il territorio comunale, si segnala la presenza del SIC 20100020 “Torbiera di Cavagnano”, situata nel Comune di Cuasso al Monte. Non si ritiene che le modifiche apportate al PA possano in alcun modo generare possibili incidenze tali da richiedere approfondimenti specifici sui siti appartenenti alla Rete Natura 2000 o sui corridoi ecologici.  L’ambito AT3 determina l’uso di piccole aree a livello locale e/o comportano modifiche minori La variante al PA prevede la riduzione della superficie dell’ambito di trasformazione AT3, che passa da 2.800 a 2.465 mq mantenedone invariati gli obiettivi strategici e funzionali.

La variante prevede una ri-perimetrazione in riduzione del Comparto AT3, limitandone l'estensione alla sola porzione a nord della Strada Provinciale. Tale ri-perimetrazione conferma la destinazione d’uso e le finalità del progetto originario inserito nel PGT comunale ovvero “un incremento della superficie lorda di pavimento esistente al fine di consentire la riorganizzazione architettonica e distributiva degli spazi”.

Alla luce delle considerazioni sopraesposte l’ambito conferma la sua coerenza con gli strumenti di pianificazione sovraordinati dimostrata in sede di VAS del PGT e si attua in conformità con quanto previsto dallo strumento urbanistico vigente.

L’analisi degli effetti ambientali proposta ha considerato i seguenti temi: uso del suolo, paesaggio e beni culturali, aree protette ed ecosistemi, rischio idrogeologico e radon, acque superficiali e rischio idraulico, risorse idriche e rete fognaria, sistema viabilistico, inquinamento atmosferico e contesto socio economico. Tale analisi ha permesso di evidenziare che lo sviluppo della variante proposta, con opportune misure mitigative e integrative proposte nel testo, consente di avere effetti pressochè nulli su tutti i comparti analizzati.

Alla luce di quanto sopra esposto e considerando gli effetti potenzialmente prodotti dalla, si ritiene che il progetto non debba essere assoggettato a Valutazione Ambientale Strategica dal momento che si ritiene dimostrata la sostenibilità ambientale della variante, grazie anche alle misure mitigative proposte.

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