REGIONE PIEMONTE - Provincia di Comune di Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristofori

VERIFICA DEL RISCHIO IDRAULICO RESIDUO PER IL P.E.C. “EX MARIETTI” COLLOCATO A NORD DEL FIUME PO NEL QUARTIERE “OLTREPONTE” E DELMITATO DALLE VIA ADAM, FRAILICH, BANDIERA E DE CRISTOFORIS, IN COMUNE DI CASALE MONFERRATO (AL)

OGGETTO : RELAZIONE TECNICA

PROPONENTE: DIMAR S.P.A. Via Cuneo n° 34 – Fraz. Roreto 12062 – Cherasco (CN)

TIMBRO E FIRMA

SCAGLIOTTI ING. FIORENZO Via G. Matteotti n° 66 - 15040 (AL) Email: [email protected] PEC: [email protected] Tel. 0142/421104 – Cell. 3204847999

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INDICE

1. PREMESSA 1 2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE 2 3. RILIEVO TOPOGRAFICO 4 4. ANALISI DEGLI EVENTI PREGRESSI 7 4.1 EVENTO ALLUVIONALE DEL 2-6 NOVEMBRE 1994 8 4.1.1 EFFETTI SULLA RETE IDROGRAFICA SECONDARIA 10 4.2 EVENTO ALLUVIONALE DEL 13-16 OTTOBRE 2000 12 4.2.1 DINAMICA DELL'EVENTO LUNGO LA RETE IDROGRAFICA SECONDARIA 12 4.2.2 EFFETTI DELLA PIENA NEL QUARTIERE “OLTREPONTE” DI CASALE MONFERRATO 12 4.3 CONFRONTO DELLE DINAMICHE ALLUVIONALI DELL'EVENTO DEL NOVEMBRE 1994 E OTTOBRE 2000. 15 5. PIANIFICAZIONE TERRITORIALE 17 5.1 PIANIFICAZIONE A SCALA DI BACINO (P.A.I.) 17 5.2 PROGETTO DI VARIANTE P.A.I.: FIUME PO NEL TRATTO DALLA CONFLUENZA DORA BALTEA ALLA CONFLUENZA TANARO – DELIBERAZIONE N.10 DEL 18 MARZO 2008 20 5.2.1 IL GRADO DI SICUREZZA DEL SISTEMA ARGINALE 20 5.2.2 LA FUNZIONALITA' DELLE FASCE FLUVIALI 21 5.2.3 L'ASSETTO DI PROGETTO 22 5.2.4 AGGIORNAMENTO DELLE FASCE FLUVIALI AL PGRA 29 5.3 P.R.G.C. DEL COMUNE DI CASALE MONFERRATO 30 6. VERIFICA DELLO STATO Dl ATTUAZIONE DELLE OPERE DI DIFESA IDRAULICA DEL TERRITORIO PREVISTE DALLA PIANIFICAZIONE TERITORIALE 37 7. DEFINIZIONE DEL GRADO RESIDUO DI RISCHIO IDRAULICO PER L'AREA D'INTERESSE 38 8. CAPACITA' DI INVASO DELLE ACQUE NELL'AREA OGGETTO D'ANALISI 39 9. CONCLUSIONI 40

- ALLEGATI

ALLEGATO 1 - Carta della dinamica fluviale - evento alluvionale novembre 1994 (TAVOLA1)

ALLEGATO 2 - Carta della dinamica fluviale - evento alluvionale ottobre 2000 (TAVOLA 1) ALLEGATO 3 – 6448 fasce PAl_157_1SSO1_2007_08 ALLEGATO 4 - 6451 fasce PAl_158_4SS01_2006_16 ALLEGATO 5 - Atlante cartografico di sintesi dell'assetto di progetto ALLEGATO 6 - Profilo Po casalese - Progetto REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

1. PREMESSA La presente relazione descrive le attività condotte per la "Verifica del rischio idraulico residuo connesso ad eventi atmosferici eccezionali relativamente al possibile interessamento da parte di dinamiche alluvionali del redificio collocato in Casale Monferrato, a nord del fiume Po, nel quartiere di "Oltreponte", delimitato dalle vie Marcello, Frailich, Bandiera e de Cristiforis. Tale edificio, infatti, è stato interessato nel recente passato (Evento alluvionale del 13-16 ottobre del 2000) da fenomeni di allagamento connessi alla piena fluviale del Po e della rete idrografica secondaria. Conseguentemente all'aggiornamento del PRGC del Comune di Casale Monferrato (deliberazione del C. Comunale n.2 del 20.01.2014) avvenuto in seguito alla "Verifica di compatibilità idraulica delle previsioni del PRGC effettuata ai sensi dell'art. 18 comma 2 delle norme di attuazione del PAI (circolare del PRG 8 maggio 1996 n. 7/LAP) tale area è stata classificata nella carta di Carta di sintesi della pericolosità geomorfologico e dell'idoneità all'utilizzazione urbanistico come "Classe IIIb3” limitandone di fatto lo sviluppo. Obbiettivo della presente relazione è fornire, a seguito dell'analisi delle dinamiche alluvionali degli eventi pregressi, che hanno portato all'interessamento dell'area e della verifica dello stato di attuazione delle opere di difesa idraulica previste a livello di bacino, eventuali indicazioni sulle misure da adottare al fine di rendere compatibili relativamente al "rischio idraulico residuo" interventi di recupero e sviluppo urbanistico di tale area.

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2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE L'area oggetto di indagine è ubicata nel centro abitato di Casale Monferrato (AL): nello specifico trattasi di un'area a nord del fiume Po occupata da edifici ed impianti produttivi del quartiere di "Oltreponte" dismessi in seguito altevento alluvionale del 2000 (Figura 1). ln dettaglio l'area della presente consulenza è il capannone ricompreso nell'isolato delimitato a sud da via Ottavio Frailich, a nord da via De Cristoforis, a est da via Fratelli Bandiera e a ovest da Via Adam Marcello (Figura 2).

Figura I — Vista aerea del quartiere Oltreponte della Città di Casale Monferrato con indicazione dell'area d'interesse.

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Figura 2 — Vista aerea dell'edificio oggetto d'indagine. Si riportano di seguito alcune riprese fotografice del complesso scattate dai crocevia della viabilità adiacente.

Figura 3 — Riprese fotografiche dell'edificio oggetto di studio.

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3. RILIEVO TOPOGRAFICO

A corredo del presente studio stato effettuato nel marzo 2014 un rilievo topografico di dettaglio effettuato dello STUDIO ASSOCIATO GEOTRE di Carmagnola finalizzato alla restituzione di un piano quotato dell'area vasta del quartiere "Oltreponte" Il rilievo plano-altimetrico ha interessato un'area quadrata di lati 500,00 m circa comprendente l'edificio in Oggetto ed è stato finalizzato alla materializzazione di capisaldi e di punti caratteristici scelti su tutta l'area con maglia quadrata di lati 20,00 m e maglia di lati 5,00 m attorno al sito specifico. Inoltre tale rilievo è stato pianificato in modo tale da rilevare la quota del terreno negli stessi punti in cui fu rilevata, a seguito dell'alluvione delrottobre 2000, il tirante idrico raggiunto delle acque di esondazione (Figura 4); in questo modo è stato possibile, a seguito della restituzione del piano quotato, determinare con relativa certezza le reali altezze idrometriche, in quota assoluta, che hanno interessato l'area prossima all'edificio in esame.

Figura 4 — Altezze idrometriche rilevate nel quartiere "Oltreponte" durante l'evento alluvionale dell'ottobre 2000.

Dall'analisi del rilievo topografico (Figura 5 e ALLEGATO 1) emerge dunque come il terreno in prossimità dell'area d'intervento risulti avere un andamento decrescente secondo una direttrice nord-ovest sud- est.

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I livelli del terreno rilevati in prossimità dei punti battuti nell'ottobre 2000 (tiranti idrici) hanno permesso di calcolare il livello idrico in quote assolute presente in tali punti e di associarlo, mediante l'analisi del territorio, al restante piano quotato effettuato durante il rilievo. Tabella 1 - Valori dei tiranti idrici e dei livelli assoluti nei punti rilevati nel post-al/uvione. N°punt Livello terreno rilevato Tiranti idrici ottobre 2000 Livello acqua ottobre 2000 A14 111,70 1,20 112,90 A13 110,50 1,5 112,00 Tabella 2 - Valori dei tiranti idrici nei capisaldi posati dallo Studio Associato Geotre. N°punto Livello acqua ottobre 2000 Livello terreno rilevato Tiranti idrici ottobre 2000 C03 112,00 111,32 0,68 C09 112,00 111,35 0,65 P1 112,00 111,33 0,67 P2 112,00 111,51 0,49 P3 112,00 111,49 0,51 AREA 112,00 111,3 0,70 CAPANNONE

Figura 5 — Restituzione del rilievo topografico effettuato dello Studio Associato Geotre in prossimità dei punti rilevati nell'ottobre 2000.

Dall'anafisi del rilievo topografico è emerso come le quote del piano stradale rilevate in prossimità dell'edificio oggetto di consulenza siano prossime a circa 111,30 m s.l.m. (Figura 5 e Figura 6). Tale valore, a seguito del confronto della morfologia del territorio e delle quote rilevate in prossimità dei punti A14 e A13, è risultato più prossimo alla quota del punto A13 (11050 m s.l.m.) che a quella del punto A14 (111_70 m s.l.m.). Questo fatto è dovuto alla conformazione morfologica a terrazzo dell'area del quartiere Oltreponte: infatti l'area a ovest di via Adam risulta essere collocata su un terrazzo con una quota più elevata, prossima a 111.70 (punto A14), rarea a est di via Adam, compresa tra via Frailich e Cristofons (area in esame), risulta essere ad una quota inferiore prossima a 111.00 e

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dunque confrontabile con quella del punto AIA, l'area a sud di via Cristoforis (campo sportivo) risulta essere ad una quota ancora inferiore prossima a 110,20 (punto AI).

Alla luce di tali considerazioni, si ritiene correäo assumere per l'area in esame i livelli idrici misurati nel punto A13 pari a 112,00 m s.l.m.. L'analisi del posizionamento dei caposaldi (C03 e C09), dei punti integrativi (PI, P2 e P3 presenti in Figura 6) e dei punti significativi (A14, A13) più prossimi all'edificio in esame ha dunque portato a stimare mediamente in circa 0,70 m il tirante idrico che presumibilmente si è verificato in prossimità dell'area oggetto di studio, cosi come risulta dalle tabelle di sintesi dei valori (Tabella 1 e Tabella 2). Va segnalato come il caposaldo C02, malgrado sia prossimo all'area in esame, non sia da considerare significativo essendo la sua quota più alta di circa un metro rispetto alle quote terreno più prossime; con buona probabilità tale caposaldo è stato materializzato su un piano rialzato esistente. Si ritiene dunque corretto non utilizzare tale caposaldo come punto significativo per l'area in esame.

Figura 6 - Dettaglio del rilievo topografico effettuato dello Studio Geotre in prossimità dell'area di interesse.

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4. ANALISI DEGLI EVENTI PREGRESSI La zona compresa tra i fiumi Sesia e Po è stata in passato soggetta alle piene di entrambi i corsi d'acqua ed alla variazione delle loro confluenze. Tra i numerosi eventi occorsi nel territorio casalese, la massima piena registrata lungo il Po sembra essere quindi quella del 15 ottobre 1839, con una portata al colmo di 5,80 m sopra lo zero idrometrico, registrata al ponte stradale di Casale M.to. Si riporta in Tabella 3 un elenco riassuntivo dei principali eventi che hanno coinvolto il territorio di Casale in passato.

Tabella 3 - Casale Monferrato: eventi di piena da analisi storiche.

Nei paragrafi seguenti sono analizzati i maggiori eventi alluvionali della storia recente che hanno colpito il territorio di Casale Monferrato in modo tale da analizzare le dinamiche evolutive alluvionali che hanno portato la piena dell'ottobre 2000 ad interessare il quartiere "Oltreponte". Gli eventi analizzati sono: - evento alluvionale del 2-6 novembre 1994; - evento alluvionale del 13-16 ottobre 2000.

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Per eventuali approfondimenti sugli effetti di tali alluvioni si rimanda ai rapporti d'evento pubblicati da Arpa Piemonte: (http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/idrologia-e- neve/neve-e- logici/analisi-eventi-meteorologici).

4.1 EVENTO ALLUVIONALE DEL 2-6 NOVEMBRE 1994 La piena del 1994 ha eguagliato o superato il valore massimo storico precedente e pertanto le strutture difensive esistenti sono state sollecitate pesantemente. Tutta la piana del Po nella provincia di Alessandria, ad est delrabitato di Trino, è stata coinvolta dalrevento alluvionale, con effetti sull'alveo del fiume e dell'area golenale compresa altinterno degli argini, in cui si sono registrati livelli metrici di acque ad elevata energia, ma con coinvolgimento di aree scarsamente antropizzate per lo più interessate da attività agricole. L'effetto più gravoso ha coinvolto i territori all'esterno dell'argine sinistro, con livelli da decimetrici a metrici di acque a minore energia e coinvolgimento di aree intensamente urbanizzate (Morano, , Villanova, Popolo e Terranova). Tale situazione trova origine nella mattina del 6 novembre, quando le acque del Po oltrepassano i limiti delle aree golenali tra Palazzolo e Trino Vercellese. Dopo rallagamento di Trino Vercellese, a seguito di un intenso dilavamento dell'argine sinistro, una parte delle acque si dirige verso la località Pobietto e una gran parte della piena è laminata lungo il territorio a nord - est, essendo drenata dai canali irrigui e dalle rogge, tra l'altro causando più a valle la tracimazione del Canale Magrelli. Si susseguono quindi gli allagamenti di numerose aziende agricole e degli abitati di e Due Sture con livelli idrici di 1,4 e m. ln sponda destra avvengono esondazioni nelle aree di golena delimitate quasi ovunque dal piede collinare. A Morano le acque esondate sono rallentate dai rilevati stradali e ferroviari, fino a quando, con il progressivo superamento di questi ultimi, si determina un avanzamento del fronte di piena con moto a bassa energia in direzione delrabitato di Balzola, che è allagato una prima volta nel pomeriggio di domenica 6 novembre da sud-est, con livelli cracqua di circa 0,6 m. Le acque drenate nel circondario di Due Sture alimentano la piena della roggia Stura, che raggiunge anche il territorio di . All'interno dell'area golenale, la piena del PO raggiunge anche Casale Monferrato (Figura 7), dove i livelli toccano il massimo picco verso le ore 12.00; a monte della città si registrano danni consistenti alle opere di difesa idraulica, in particolare ai pennelli ed alle prismate ubicate in sinistra, tra la C.na Florida e la traversa del Canale di Lanza. ln sponda sinistra si aprono profondi solchi di erosione, con erosioni diffuse che danneggiano i terreni coltivati, e una diversione consistente d'alveo si sviluppa in prossimità di nuclei di baracche, con livelli che raggiungono i 4 m. ln sponda destra si osservano danni alle strutture della società motonautica e l'argine del canale Lanza, ubicato tra la traversa di derivazione e l'ex stabilimento Eternit, rischia di essere sormontato con concreti pericoli per l'abitato di Casale (figura 8). ln città sono coinvolti alcuni edifici ubicati in vicinanza del ponte ferroviario (0,4 m in destra e 1,6 m in sinistra), oltre alla Società Canottieri, in prossimità di piazza Castello (1,5 m). I livelli iniziano a calare solo dopo le ore 15.00. ln generale, durante la piena del 1994, la sezione di deflusso nel tratto di Casale è sembrata inadeguata, sfiorando la crisi estrema pur in presenza d'alluvionamento di Trino e di Morano, senza il quale l'onda del colmo di piena sarebbe stata plausibilmente più alta. Pag.8 REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

Durante il pomeriggio le acque di esondazione laminate, che da Morano hanno raggiunto Balzola, si sono lentamente indirizzate verso la frazione popolo ove sono stati coinvolti, con livelli d'acqua decimetrici centinaia di edifici nei rioni Corno, Castello e Grassi. La piena della Roggia Stura raggiunge l'abitato di Terranova, dove di riflesso causa il rigurgito del torrente Marcova, anch'esso affluente destro del fiume Sesia. ln tale area si determina l'interferenza delle acque di esondazione di quattro diverse provenienze:  al centro il rigurgito del torrente Marcava, che interessa le località di Grangia di Gazzo (1,2 m) e del Mulino di Grangia;  a est la piena del fiume Sesia, che fa registrare livelli fino a m al piede degli argini principali e la rottura di alcuni argini minori in prossimità della confluenza con il Marcava;  a ovest la piena della Roggia Stura, che dopo oltre 20 km di percorso fuori alveo e centinaia di edifici ed infrastrutture vulnerate, causa ancora la distruzione del ponte di Terranova e l'allagamento di due terzi dell'abitato (acqua fino a 1 m).  a sud la piena principale del fiume Po, transitata in golena alcune ore prima, viene qui ben contenuta dagli argini e causa danni di un certo rilievo solo ai coltivi e alle difese spondali. Nella notte tra domenica 6 e lunecfl 7, a monte della confluenza Po-Sesia, l'allarme rientrava quasi ovunque, ma il grande volume d'acqua che si è lentamente raccolto nei fossi si concentra nei collettori principali della rete dei canali irrigui, tra cui il canale Magrelli. Quest'ultimo tracima improwisamente investendo nuovamente l'abitato di Balzola a nord e coinvolgendo poi Villanova M.to.

Figura 7 - Piena del PO in fase decrescente nel giorno 7 novembre 1994, presso Casale Monferrato traversa canale di Lanza. Pag.9 4.1.1 Effetti sulla rete idrografica secondaria REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

La dinamica dell'evento, in sponda sinistra, nella pianura di Casale Monferrato ha avuto un andamento anomalo a causa della situazione idraulica particolarmente complessa. La zona è solcata infatti da una fitta rete di canali irrigui, principali e secondari, spesso in cattivo stato di manutenzione.La propagazione della piena del Po lungo numerosi canali irrigui causa rallagamento di una vasta area comprendente parte dei territori comunali di Balzola, Morano sul Po e Villanova Monferrato e le frazioni di Casale Monferrato: Popolo, Corno e Terranova. Alcune strade locali sono state interrotte in più punti in corrispondenza degli attraversamenti dei canali con danni alle infrastrutture, specialmente quelle di pertinenza agricola. Le acque di esondazione del torrente Marcova hanno trovato un ostacolo nel rilevato stradale della S.S. 596 (a sud e a est) e nell'argine del Sesia (nord-est); le acque del Marcova e della Roggia di Stura si sono incontrate presso il rilevato della SS 596, a sud di un alto morfologico. E' stata allagata tutta l'area in oggetto tra la roggia Stura e il Sesia; si segnalano fenomeni di rigurgito delle acque del torrente Marcova ad est e ad ovest dello stesso, presso Grangia di Gazzo, dove le acque di esondazione hanno raggiunto l'altezza di 1,2 m. La forza delle acque di esondazione della Roggia Stura hanno eroso la sponda destra, danneggiando una spalletta del ponte sulla SS. 596 presso Terranova; l'acqua di esondazione ha raggiunto un'altezza di 60 cm presso il ponte in questione. La roggia Stura, che rappresenta l'unico grande colatore, allo stato attuale non è in grado di smaltire grandi portate d'acqua in quanto, nel periodo estivo funge unicamente da canale irriguo mentre, dopo lo svuotamento delle risaie, si configura come semplice canale di scolo. Di conseguenza appare inevitabile che, in occasione di precipitazioni particolarmente intense, la roggia esondi daltalveo naturale, allagando le campagne circostanti. L'inadeguata manutenzione del corso d'acqua, inoltre, favorisce i restringimenti e le ostruzioni d'alveo, rallentando il deflusso delle acque ed aggravando ulteriormente il dissesto idraulico della zona. Si sono verificate esondazioni ed erosioni del Po in sponda sinistra a valle e a monte della traversa da cui diparte il canale Lanza, con distruzione della difesa spondale. Si segnala la riattivazione di due canali di erosione per la fuoriuscita delle acque del Po in corrispondenza dello sbarramento. Il sezionamento del canale Lanza appena a monte di Casale ha determinato l'impossibilità che l'acqua dello stesso raggiungesse la città, ma l'isolamento del tratto ha fatto si che l'acqua esondasse dal lato sud, in quanto l'argine sul lato nord ha resistito; racqua ha raggiunto i 2,8 m nella zona a monte compresa tra il canale di Lanza ed il Po. La piena ha provocato la rottura delropera di difesa (prismata e barriere di cemento) a sud della località praione, a valle dello sbarramento sul Po da cui diparte il canale Lanza, e la conseguente formazione di un canale di erosione, che in concomitanza di eventi piovosi di una certa intensità, si è riattivato parzialmente. Nelle baracche appena a monte della zona in oggetto l'acqua ha raggiunto i 2,5 m di altezza. E' stato danneggiato un pilone dell'elettrodotto in sponda sinistra, presso lo sbarramento da cui diparte il canale di Lanza. La tendenza dei flussi di scolmata è stata quella di ringiovanire tutte le vecchie depressioni dell'alveo, come nella zona delrelettrodotto danneggiato. L'unica via di scolmata naturale è risultata la Lanca detta della Pastrona, a nord del tracciato del canale di Lanza. L'argine di sinistra ha resistito per l'alluvionamento awenuto a monte a spese dei territori di Trino e di Morano, senza il quale l'onda del colmo di piena sarebbe stata più alta. Sono stati divelti i pennelli trasversali posti appena a monte dello sbarramento del canale di Lanza. Pag.10 REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

La piena del torrente Gattola determina rallagamento dei campi in località Cascine Rossi — frazione S. Maria del Tempio; tale situazione si è ripetuta negli anni precedenti. Sono stati danneggiati i campi limitrofi alle cascine Rossi e alcune case si sono trovate in una condizione di rischio. Si riportano di seguito due immagini (Figura 9, Figura 10) sulle quali è rappresentata la dinamica evolutiva dell'evento alluvionale del novembre 1994 (Fonte: webgis Arpa Piemonte). Dall'analisi delle immagini appare subito evidente come il quartiere "Oltreponte", e nello specifico l'isolato sul quale è costruito l'edificio oggetto d'indagine, non sia stato interessato in questo caso dall'evento alluvionale. Si riporta per completezza nell'ALLEGATO 2 la carta della dinamica fluviale delYevento del Comune di Casale Monferrato.

Figura 9 – Dinamica fluviale EVENTO ALLUVIONALE DEL 2-6 NOVEMBRE 1994

Figura 10 – Dinamica fluviale EVENTO ALLUVIONALE DEL 2-6 NOVEMBRE 1994 Pag.11 REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

4.2 EVENTO ALLUVIONALE DEL 13-16 OTTOBRE 2000 Nel tratto tra Morano sul Po e Casale Monferrato, la piena si è propagata in modo omogeneo, senza deflussi preferenziali per riattivazione di paleoalvei; il territorio comunale di Casale Monferrato è stato interessato dalla piena fluviale, con un allagamento molto esteso per apporto delle acque del Po, defluenti dalla rotta arginale a valle di Moreno, ma con apporto sostanziale da parte di rogge e canali (rogge Stura, Marcova, Cornasso, Cornassino, Castagna, ecc.). La piena del Po è defluita a Casale M.to con una portata al colmo stimata in 7400 mc/s, superiore quindi a quella del novembre 1994, pari a 6500 m3/s. Nel tratto compreso tra la traversa Lanza e il ponte stradale del centro urbano, si sono registrati livelli idrometrici mediamente superiori di 50-60 cm rispetto alla piena del 1994; in assenza delle rotte arginali verificatesi a monte, si sarebbe determinata una situazione di probabile tracimazione o collasso delle arginature presenti in tale tratto. La sezione complessiva allagata è di circa 4-5 chilometri, su una superficie di oltre 20 km/q (nel solo Comune di Casale Monferrato) in gran parte urbanizzati, con alcune migliaia di abitanti coinvolti. Si sono registrati danni gravi e diffusi ai nuclei abitati, alle infrastrutture e alla viabilità , in particolare nel settore di Casale Oltreponte, in sinistra idrografica. L'area allagata dal Po associata all'esondazione della rete idrografica minore si è estesa fino ad interessare la totalità del concentrico comunale di Balzola e la parte sud di Villanova Monferrato, a causa dell'esondazione della Roggia Stura. A valle dell'abitato di Casale, si è verificata la riattivazione di un paleoalveo in destra, molto inciso rispetto al piano dell'area golenale, a causa delle acque provenienti dalla rotta dell'argine maestro, a valle del ponte autostradale. A partire dal punto di rotta, il deflusso di piena ha riattivato il paleoalveo in direzione di e rifluendo verso il ponte autostradale. ln destra idrografica la piena è stata comunque contenuta entro la fascia golenale, delimitata dai rilevati arginali, mentre in sinistra, pur non seguendo vie preferenziali lungo paleoalvei, ha interessato un'area di ampiezza fino a circa 2 km, a causa delle acque del Po provenienti dalla rotta arginale di Morano e dalla piena del Sesia, della Roggia Stura e del torrente Marcova. L'allagamento ha riguardato l'intero abitato di Terranova, in particolare a causa della Roggia Stura, con altezze d'acqua di oltre 1,5 m. ln ALLEGATO 3 è riportata una carta con la ricostruzione della dinamica dell'evento di piena dell'ottobre 2000, in cui sono indicate le aree inondate con i relativi battenti idrici e le direzioni di deflusso nelle aree di esondazione. 4.2.1 Dinamica dell'evento lungo la rete idrografica secondaria Un contributo sostanziale alfallagamento dei settori esterni alla fascia B e alla golena arginata proviene dalla rete di rogge e canali (inadeguati allo smaltimento delle portate di piena già per eventi non eccezionali), da cui è derivato tra l'altro l'allagamento di alcuni dei principali abitati, tra cui Trino, Palazzolo, Balzola, Villanova. All'esondazione della rete minore (Roggia Stura, T. Marcova, ecc.) ha contribuito sia l'apporto da monte delle acque di esondazione dal PO, Sia il rigurgito a valle per gli alti livelli del PO medesimo. 4.2.2 Effetti della piena nel quartiere "Oltreponte" di Casale Monferrato Casale Oltreponte a valle ponte FS e strada vecchia per Villanova: pienafluviale (Po) ln area di golena ristretta, fenomeni di erosione laterale e di fondo, trasporto di materiale grossolano e blocchi strappati dalle scogliere hanno duramente colpite diverse centinaia di metri di difese.

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Verso Villanova la piena del Po con apporto sostanziale da parte di rogge e canali ha inondato diverse decine di edifici; si sono registrati danni a infrastrutture; attività produttive artigianali e commerciali compromesse funzionalmente; viabilità comunale e linea ferroviaria danneggiate funzionalmente; attraversamenti, opere idrauliche di difesa e canalizzazioni con danni funzionali e potenziali. Danni ai terreni agricoli. Casale zona residenziale Oltreponte: pienafluviale del Po e reticolo minore Piena fluviale del Po con apporto sostanziale da parte di rogge e canali; danni gravi e diffusi ai nucleo abitato residenziale di Casale Oltreponte (fino a 2,00 m a media energia). Circa un centinaio di edifici allagati; infrastrutture diverse con danni funzionali e strutturali; servizi pubblici vari danneggiati; attività produttive artigianali e commerciali compromesse funzionalmente; viabilità comunale e statale con danni funzionali; linea ferroviaria con danni. Zona industriale e artigianale Oltreponte: pienafluviale del Po e reticolo minore Piena fluviale di Po con apporto sostanziale da parte di rogge e canali. Danni diffusi alla zona artigianale e industriale di Casale Oltreponte (fino a oltre 1.00 m a media energia). Decine di capannoni inondati, infrastrutture diverse con danni funzionali e strutturali. Impianti industriali, attività produttive artigianali e commerciali compromesse funzionalmente e almeno in parte strutturalmente. Viabilità danneggiata funzionalmente. Si riportano di seguito due immagini (Figura 12, Figura 13) relative alla dinamica evolutiva delrevento alluvionale delrottobre 2000 (Fonte: webgis Arpa Piemonte). Dall'analisi delle immagini appare subito evidente come il quartiere "Oltreponte" sia stato in questo caso quasi completamente allagato durante l'evento alluvionale. Si riporta per completezza nell'ALLEGATO 3 la carta della dinamica fluviale dell'evento del Comune di Casale Monferrato.

Figura 11 - Dinamica fluviale EVENTO ALLUVIONALE DEI 13-16 OTTOBRE 2000 con direzioni di flusso.

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Figura 12 • Dinamica fluviale EVENTO ALLUVIONALE DEL 13-16 OTTOBRE 2000.

Figura 13 • Dinamica fluviale EVENTO ALLUVIONALE DEL 13-16 OTTOBRE 2000.

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4.3CONFRONTO DELLE DINAMICHE ALLUVIONALI DELL'EVENTO DEL NOVEMBRE 1994 E DELL'OTTOBRE 2000. Dall'analisi effettuata nei paragrafi precedenti risulta subito evidente come l'evento del 2000 sia stato decisamente più gravoso in termini di portate al colmo rispetto a quello del 1994; ciò nonostante risulta anche chiaro come nell'ottobre del 2000 la causa principale delrinteressamento del quartiere "Oltreponte" di Casale Monferrato da parte delle acque di esondazione sia stata la rovinosa rottura dell'argine di Morano (Figura 14): le acque fuoriuscite da tale rottura, sommate all'ingente apporto idrico dall'idrografia secondaria, hanno causato quanto descritto al paragrafo precedente. Si riporta di seguito la cronaca degli avvenimenti di quelle ore riportate sul Rapporto d'Evento Arpa: Ore 24.00 - Nella notte tra il 15 e il 16 ottobre si verifica la disastrosa rottura deltargine a valle delPabitato di Morano per una lunghezza di circa 70-80 metri. Morano sul Po viene completamente sommersa dalle acque con un battente variabile do 08 a 1.5 metri; nelle aree più depresse il livello raggiunge anche i 2.5 metri Nella notte, o seguito della poderosa alimentazione fornito dalle acque del Po, tracimano anche il canale Magrelli e la Roggia Stura. Con questa seconda ondata di allagamento, il livello delle acque, in comune di Balzola risulta di circa 50 cm. Superiore di quello registrato nel 1994 raggiungendo mediamente il metro di altezza. Non saranno interessate dalle acque solo poche isole periferiche ed una porzione del centro storico Ore 1 — L'esondazione raggiunge Balzola, dove racqua arriverà a massimi di 125 centimetri Ore 2.15 — A Casale viene emessa un'ordinanza di sgombero per le abitazioni di via Boves (zona Nuova Casale) Ore 3 — L'acqua raggiunge anche Popolo, arrivando contemporaneamente ai cantoni Corno e Castello. L'acqua fuoriuscita dalla rottura dell'argine di Morano, unendosi a quella precedentemente tracimata a monte si dirige, con elevata energia, verso il quartiere oltreponte di Casale Monferrato

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Figura 14 – Confronto tra le dinamichealluvionali dell'evento del 1994 e del 2000.

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5. PIANIFICAZIONE TERRITORIALE 5.1 PIANIFICAZIONE A SCALA Dl BACINO (P.A.I.) L'assetto morfologico e idraulico per l'intera asta del fiume Po è stato definito dall'Autorità di bacino per la prima volta nel PS 45 (Piano straordinario conseguente alla piena del 1994 approvato con Deliberazione n. 9 del 10 maggio 1995). Tale assetto è stato poi integralmente recepito nel PSSF (Piano Stralcio delle Fasce Fluviali approvato con DPCM 24 luglio 1998) e successivamente nel PAI (piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico approvato con DPCM 24 maggio 2001) ln particolare per l'asta del Po piemontese la delimitazione delle aree da assoggettare a misure di salvaguardia, recepite poi nel PSFF e nel PAI come aree di fascia fluviale, è stata eseguita tenendo conto della Fascia di Pertinenza Fluviale (FPF) definita nel PTO (Progetto Territoriale Operativo Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali del Po della Regione Piemonte approvato nel marzo 1995). ln seguito all'evento alluvionale del si è ritenuto necessario, per il tratto del fiume Po compreso fra la confluenza del fiume Dora Baltea e quella del fiume Tanaro (cosiddetto Po casalese), procedere alla verifica ed aggiornamento della pianificazione di bacino vigente. Tale attività si è conclusa con la predisposizione del PSI (Piano Stralcio di Integrazione al PAI), approvato con DPCM del 30 giugno 2003. Il PSI contiene una delimitazione aggiornata delle fasce fluviali e distingue gli interventi necessari per la messa in sicurezza del territorio in:  interventi di prima fase, prioritari e finalizzati a garantire da subito adeguate condizioni di sicurezza in corrispondenza dei centri abitati mediante:  il completamento degli interventi passivi di contenimento dei livelli di piena (interventi di rialzo, ringrosso e completamento del sistema arginale) in parte già realizzati a seguito delrevento del 1994;  la realizzazione di interventi attivi in alveo di riduzione dei livelli (ampliamento del ponte di Casale, eliminazione della traversa di Trino);  interventi di seconda fase finalizzati a compensare gli effetti degli interventi passivi, con interventi di potenziamento della capacità di laminazione ed espansione, individuando in particolare nuove aree esterne alla fascia B con funzioni di invaso per le piene più gravose. Gli interventi di prima fase sono stati ad oggi pressoché ultimati e, per consentire la difesa dei territori urbanizzati, hanno trasformato un esistente sistema arginale aperto e frammentato, realizzato in passato dai Consorzi di terza categoria con finalità di difesa locale di attività prevalentemente agricole, in un sistema chiuso del tutto analogo al sistema di seconda categoria presente sul tratto di valle della medesima asta fluviale. Tali interventi sono stati realizzati secondo precisi criteri fissati in sede di pianificazione di bacino al fine di contemperare le esigenze di difesa locale con quelle di non aumentare le condizioni di rischio sui tratti di valle. ln particolare si è tenuto conto sia del fatto che l'evento di piena del 2000 (circa 8000 m J/s a Crescentino) è stato significativamente superiore alla piena di progetto contenuta nel PAI (6100 mys a Palazzolo Vercellese, stazione posta poco a valle di Crescentino) sia del fatto che l'adeguamento in quota delle arginature deve garantire condizioni di sicurezza omogenee per l'intera asta del Po.

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Tali criteri possono essere cosi sintetizzati:  franco di 1 m sul profilo di piena del PAI;  contenimento con franchi ridotti della piena massima storica del 2000. Quest'ultimo criterio è stato introdotto per non aggravare le condizioni di raschio sui diversi tratti di valle inadeguati rispetto alla piena PAI. Per quanto riguarda invece gli interventi di seconda fase, la Deliberazione n.2/2003 di adozione del PSI ha stabilito misure temporanee di salvaguardia per le nuove aree di invaso esterne alla fascia B (in vigore per tre anni dalla data di pubblicazione del DPCM avvenuta sulla G.U. n. 287 del 11.12.2003), dando mandato all'Autorità di bacino di svolgere "uno studio di fattibilità degli interventi di sistemazione idraulica, il quale, in particolare, definisca nel dettaglio progettuale la fattibilità delle nuove aree" Tale richiesta del Comitato Istituzionale trova fondamento, in particolare, nella necessità di verificare il comportamento idraulico dell'asta fluviale in seguito alle significative trasformazioni avvenute sul sistema difensivo arginale con gli interventi di prima fase. A tale proposito si fa presente che con deliberazione n. 25/2001 il Comitato Istituzionale ha approvato la "Direttiva portate limite di deflusso per rasta del fiume Po — individuazione dei valori obiettivo", nella quale in particolare si rappresenta che "gli interventi di contenimento dei livelli devono essere progettati a livello di asta fluviale considerando la necessità di prevedere gli opportuni interventi di incremento della laminazione all'interno della fascia fluviale o, laddove possibile, di estensione delle aree di laminazione anche al difuori della fascia fluviale" e si individua il valore obiettivo della portata limite a in 7600 m 3/s. Lo Studio di fattibilità, avviato nel febbraio 2005, ha aggiornato il quadro delle conoscenze (morfologia, idrologia, uso del suolo, aspetti naturalistici, idraulica, ecc.), verificato le attuali condizioni di sicurezza idraulica, definito il quadro delle criticità residue e proposto un assetto di progetto che prevede sia la definizione degli interventi di completamento della cosiddetta prima fase (argini e interventi di miglioramento della capacità di deflusso) che, in attuazione al mandato affidato dal Comitato Istituzionale, la definizione degli interventi cosiddetti di seconda fase funzionali al potenziamento della capacità di laminanone delle piene. Preliminarmente all'avvio dello Studio ed in seguito all'ultimazione degli interventi di prima fase più importanti e significativi, è stato condotto un dettagliato ed esteso aggiornamento delle conoscenze topografiche (rilievi laserscanner e ortofoto effettuati da Autorità di bacino nel 2004 e rilievi topografici delle sezioni trasversali realizzati da Aipo nel 2004). Le risultanze delle attività dello studio sono state illustrate, a partire dal febbraio 2006 dapprima a Regione Piemonte ed AIPO e successivamente agli Enti locali, nell'ambito del Comitato di coordinamento degli interventi appositamente istituito con determinazione del Segretario Generale n. 5/2004. Ultimato lo Studio è stata redatta da parte della Segreteria tecnica delrAutorità di bacino una Relazione di sintesi interpretativa degli esiti dello Studio medesimo (novembre 2006). Lo studio è stato quindi sottoposto alla valutazione degli organi tecnici dell'Autorità di bacino (Sottocommissione Assetto idrogeologico e ComitatoTecnico) con esito favorevole.

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Inoltre tenuto conto delle soluzioni proposte che comportano la necessità di integrare misure strutturali a misure non strutturali, (norme d'uso del territorio, vincoli, regole per le attività e gli usi del suolo) e del gran numero di soggetti istituzionali e portatori di interesse coinvolti, su proposta della Regione Piemonte, per pervenire ad una scelta di piano caratterizzata da modalità attuative condivise, si è sollecitata un'azione di verifica della sostenibilità dell'assetto di progetto proposto e delle sue possibili modalità attuative, riguardo ai diversi piani e programmi generali e di settore vigenti o in corso di definizione e alle vocazioni ed aspettative del territorio, delle istituzioni locali e dei portatori di interesse. Per questo motivo gli esiti dello studio sono stati sottoposti ad una fase di partecipazione pubblica, condotta attivando specifici tavoli tecnici locali nell'ambito dei quali sono stati illustrati i contenuti dello Studio, si è dato accesso alle informazioni di base, sono state raccolte le osservazioni alle proposte presentate, di cui, insieme alla Regione Piemonte si è tenuto conto nella predisposizione del Progetto di variante in questione. Si riporta in Tabella 4 il percorso di approvazione dei due progetti di variante che hanno interessato direttamente il territorio comunale di Casale Monferrato: dall'analisi dei dati riportatai emerge come anche il secondo progetto sia arrivato all'approvazione definitiva awenuta con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 16 del 20/01/2012.

Tabella 4 - Varianti approvate e attuazioni (deliberazioni) Adozione Progetto Variante Adozione Variante Approvazione Oggetto n. G.U. B.U.R.P. Conferenze n. G.U. B.U.R.P. D.P.C.M. G.U. delibera program. delibera C.I. C.I. Nodo idraulico di n.19 del 06/12/02 n.2 del n.100 del n.18 del 30/06/03 n.287 del Casale 26/04/01 25/02/03 02/05/03 30/04/03 11/12/03 Monferrato SistemazioneIdra N° 10 del N°127 del N°22 del 28/07/11 n.16 del ulica del fiume 18/03/08 31/5/08 29/5/08 20/01/12 PC da confluenza Dcya Baltez a confluenza 09/12/08

Nel seguente paragrafo si riporta un'analisi del "Progetto di Variante del piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico Sistemazione idraulica delfiume PO da confluenza Dora Baltea a confluenza Tanaro" adottato con Delibera n.10 del 18/03/2008 volta a valutare il grado di ultimazione dei lavori di prima e seconda fase previsti nei progetti di variante.

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5.2 PROGETTO Dl VARIANTE PAI: FIUME Po NEL TRATTO DALLA CONFLUENZA DORA BALTEA ALLA CONFLUENZA TANARO — DELIBERAZIONE N.IO DEL 18 MARZO 2008 Il progetto di Variante analizzato è costituito dai seguenti elaborati tecnici: 1) cartografia in scala 1:25.000 (n.7 tavole + 3 tavole serie speciale); 2) relazione tecnica; 3) elenco dei Comuni. L'analisi di tali elaborati è volta alla definizione del grado di realizzazione delle opere di difesa previste nella prima e nella seconda fase dei progetti di variante in modo da poter definire il grado di rischio idraulico residuo per il quartiere Oltreponte. Il grado di sicurezza dell'attuale sistema difensivo e la funzionalità idraulica e morfologica del Po casalese è analizzato nel progetto dapprima a livello locale e poi a livello di intero tronco fluviale rispetto a due distinti criteri: - franco delle arginature rispetto ai profili di piena calcolati, come indicato dal Comitato Istituzionale, con il valore della piena PAI ed il valore della piena massima storica ricostruito a Crescentino; - capacità di deflusso, espansione e laminazione del corso d'acqua nelle fasce fluviali anche al fine di valutare il potenziale miglioramento del livello di protezione conseguibile. 5.2.1 Il grado di sicurezza del sistema arginale Le arginature nel tratto del Po casalese, cosi come completate, rialzate e consolidate nell'ambito degli interventi di prima fase conseguenti alla piena del 2000, sono state verificate in conformità agli indirizzi del Comitato Istituzionale, e si sono ottenuti i seguenti risultati: -la piena PAI è contenuta con un franco ovunque superiore ad 1 metro (tranne che in un tratto locale in corrispondenza della frazione S. Maria del Comune di Crescentino, dove il franco è positivo ma inferiore al metro); -la piena massima storica (piena del 2000) è contenuta con un franco sempre positivo che raggiunge il valore minimo di circa 20 cm (tranne che nel già sopra citato tratto locale in corrispondenza della frazione S. Maria del Comune di Crescentino, dove il franco è prossimo a zero).

Un ulteriore sovralzo delle arginature potrà essere realizzato, fino a Conseguire il franco di un metro sulla piena di riferimento (piena del 2000), solamente compensando gli effetti degli interventi passivi con interventi attivi che consentano di invasare in fascia C il surplus del volume di piena che viceversa sarebbe trasferito ai tratti di valle.

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5.2.2 La funzionalità delle fasce fluviali L'analisi idraulica ha consentito di verificare le modalità di deflusso, espansione e laminazione delle piene all'interno dell'attuale regione fluviale (tali verifiche sono state fatte utilizzando in questo caso tutti e tre i diversi valori di portata di riferimento: la piena PAI, la piena dell'ottobre 2000 (piena storica di riferimento) nonché le piene sintetiche con vario tempo di ritorno) al fine di verificare la possibilità di ottimizzare la capacità di laminazione. Si sono rilevate le seguenti condizioni di criticità:  in corrispondenza di alcune aree golenali il superamento della sponda incisa durante le piene più rilevanti avviene per valori di portata molto inferiori ai valori di colmo. La sezione di deflusso risulta estesa all'intera fascia B e ciò comporta un beneficio locale in termini di livelli idrici, che risultano contenuti per effetto dell'ampiezza di tale sezione, ma il contributo alla laminazione è assai modesto e la portata viene interamente trasferita a valle;  altre aree golenali invece sono allagate con tiranti modesti o nulli durante la piena di riferimento (a causa della loro altimetria o della presenza di opere interferenti) e pertanto non hanno alcun effetto nella laminazione della piena medesima;  il sistema difensivo attuale ha completamente modificato il vecchio insieme di argini golenali di terza categoria costruiti per difendere singoli beni isolati quindi con una visione locale e non estesa al tronco fluviale. Di tale vecchio assetto sono rimasti tratti di arginatura interni alla fascia B (in destra e in sinistra a valle del ponte autostradale dell'A26) che precludono l'invaso della fascia medesima per l'evento di piena di riferimento e che generano locali ma significativi aumenti dei livelli idrici di piena in corrispondenza delle arginature principali a difesa dei centri abitati di Terranova e Frassineto;  sono presenti in alveo manufatti interferenti che generano situazioni locali di criticità nel deflusso (traversa Lanza, ponte di Trino e relativa area golenale destra);  la costruzione di un sistema arginale maestro continuo ha profondamente modificato le modalità di deflusso ed in alcuni casi di recapito del reticolo secondario naturale e artificiale nel fiume PO che generano locali, ma in alcuni casi importanti situazioni di criticità (allagamento di aree di fascia C a tergo dell'argine di Crescentino a causa del rigurgito delle acque della piena del PO nelralveo della Doretta Morta). Si riportano in ALLEGATO 4/ALLEGATO Se in Figura 15/Figura 16 le tavole aggiornate della delimitazione delle fasce fluviali per il tratto interessato.

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Figura 16 – Tavola 6451 fasce PAI_158_4ss01_2006_16

5.2.3 L'assetto di progetto L'assetto di progetto per l'asta fluviale è di seguito descritto nelle sue linee generali mantenendo la suddivisione proposta nel PSI fra la FASE 1 e la FASE 2 ed in modo distinto per le tre fasce A, B e C in cui è suddivisa la regione fluviale. ln particolare gli interventi di completamento della FASE 1 riguardano intendenti di miglioramento delle condizioni di deflusso e di adeguamento e rifunzionalizzazione di alcuni tratti di arginatura esistenti mentre quelli di FASE 2 oltre a riguardare, come già previsto nel PSI, il potenziamento della capacità di laminazione delle piene sono funzionali al raggiungimento degli obiettivi di recupero morfologico in fascia A. L'assetto di progetto del corso d'acqua è inoltre rappresentato nell'elaborato cartografico riportato in ALLEGATO 6 e in Figura 17 e nel profilo di progetto del PO nel tratto casalese (ALLEGATO 7).

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Figura 17 - Atlante cartografico di sintesidell'assetto di progetto

LA FASCIA A

La fascia A è la sede di deflusso della piena di riferimento (criterio idraulico) e inviluppa le forme fluviali potenzialmente riattivabili durante gli stati di piena (criterio geomorfologico). Il progetto si pone due obiettivi specifici: il miglioramento della capacità di deflusso della piena di riferimento, rimuovendo le opere interferenti e non compatibili con il nuovo assetto, e il recupero delle condizioni di equilibrio dinamico dell'alveo favorendo, ovunque possibile, l'evoluzione naturale del fiume. INTERVENTI Dl COMPLETAMENTO DELLA FASE 1 Miglioramento delle condizioni di deflusso delle portate di piena. per completare gli interventi di prima fase è necessario migliorare le condizioni di deflusso delle portate di piena in corrispondenza del ponte di Trino Vercellese e della traversa del canale Lanza dove sono presenti rilevati all'interno della fascia A che condizionano le modalità di deflusso della piena. Ponte di Trino Vercellese I rilevati di accesso al ponte in entrambe le golene, congiuntamente al rilevato stradale presente nella golena destra, generano un restringimento della sezione di deflusso con un incremento di livello che si

Pag.23 REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis propaga verso monte in corrispondenza di un tratto particolarmente vulnerabile caratterizzato dalla presenza del rilevato della centrale nucleare di Trino.

E' necessario prevedere:  l'inserimento di luci libere aggiuntive nel rilevato destro di accesso al ponte congiuntamente all'adeguamento del rilevato stradale che funge da difesa per l'abitato abbandonato di Brusaschetto Nuovo e che parzializza la sezione di deflusso indirizzando la corrente sotto le luci centrali del ponte;  l'inserimento di luci libere aggiuntive nel rilevato sinistro.  constatato, in occasione degli incontri con le parti interessate, il problema dell'erosione già esistente ai piedi del versante collinare prossimo alla sponda del fiume, il progetto potrà anche comprendere una difesa strategica della collina, sia dal punto di vista di protezione nei confronti di fenomeni erosivi del fiume che di consolidamento del versante sovrastante. L'insieme di tali interventi consentirebbe di ottenere una riduzione significativa dei livelli di piena in prossimità dell'argine sinistro stimata in circa 40-50 cm. Traversa del canale Lanza Il rilevato trasversale presente in sponda sinistra in corrispondenza della traversa Lanza genera un incremento dei livelli idrici a monte della stessa ed un conseguente peggioramento del grado di sicurezza dell'arginatura circostante (argine di Morano —Casale). ln questo caso è necessario procedere ad una riduzione della quota di sommità del rilevato esistente in golena sinistra (oggi in grado di contenere per buona parte le portate di piena), salvaguardandone la funzione di controllo della riattivazione per le portate ordinarie del ramo laterale che nel 1994 e nel 2000 ha aggirato la traversa. INTERVENTI Dl FASE 2 Recupero morfologico e la gestione dei sedimenti dell'alveo inciso ln fascia A, oltre a garantire adeguate condizioni di deflusso per le piene, mediante l'attuazione degli interventi di prima fase sopra descritti, è necessario perseguire un miglioramento delrassetto morfologico ed ambientale mediante l'attuazione, in seconda fase, degli interventi di recupero morfologico e di gestione dei sedimenti definiti nel Programma generale di gestione dei sedimenti dell'alveo del fiume Po — Stralcio da confluenza Stura di Lanzo a confluenza Tanaro, predisposto ai sensi della Direttiva per la programmazione degli interventi di gestione dei sedimenti degli alvei dei corsi d'acqua. Le linee di azione strategica individuate nel Programma generale sono di seguito definite in ordine di priorità:  salvaguardia di tutte le forme e i processi fluviali e monitoraggio di sorveglianza ed operativo;  ripristino dei processi di erosione, trasporto e deposizione dei sedimenti attraverso la dismissione o l'adeguamento delle opere non più strategiche per difesa idraulica;  ripristino delle forme attraverso la riapertura di rami laterali. REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

La fascia B La fascia B è l'area interessata da inondazione per la piena di riferimento ed è delimitata con continuità dalle arginature principali owero laddove presente dal limite morfologico del terrazzo. All'interno della Pag.24 fascia B si esplicano le funzioni di espansione e laminazione delle piene sia nelle aree golenali aperte che nelle golene chiuse appositamente individuate per il miglioramento della laminazione medesima. INTERVEWI Dl COMPLETAMENTO DELLA FASE 1 Rifunzionalizzazione di alcuni tratti di arginatura principale e secondaria. L'attuale tracciato delle arginature principali (funzionali al contenimento della piena di riferimento in fascia B) e secondarie (interne alla fascia B e aventi o funzione di difesa bcale o funzione di miglioramento della laminazione della piena) necessita, in alcuni tratti, di alcune modifiche che rivestono importanza significativa per l'assetto idraulico e la sicurezza del corso d'acqua. Tali tratti in particolare riguardano: l'argine principale sinistro a valle del ponte ferroviario di Casale Monferrato, per proteggere la cascina Consolata, chiude in maniera anomala la golena arrivando quasi sino all'alveo inciso e riducendo la larghezza di deflusso a circa 250 m. Tale restringimento provoca un innalzamento dei livelli a monte dello stesso che coinvolge direttamente anche l'argine golenale a difesa di Nuova Casale e che può essere evitato spostando l'argine in posizione più arretrata. Il beneficio idraulico è stimato nell'abbassamento dei livelli massimi della piena di riferimento pari a circa 30 cm oltrechè nel fatto di non avere più un tratto di arginatura in froldo. gli argini secondari presenti a valle dell'attraversamento dell' in sinistra (a protezione delle cascine Ina e Gozzano) ed in destra (a protezione della cascina Barone) non risultano sormontabili per la piena di riferimento e pertanto, pur essendo localizzati internamente alla fascia B, precludono l'invaso di una significativa porzione della fascia medesima. L'abbassamento o la dismissione di un tratto significativo di tali arginature consentirebbe una più naturale espansione della piena di riferimento aYinterno della fascia con abbassamento dei livelli della piena medesima che in sinistra in corrispondenza dell'argine di Terranova risulta particolarmente significativo e paria circa 70 cm. Si evidenzia infine la necessità di dismissione dell'argine in sinistra a monte del ponte di Valenza, in corrispondenza dei laghi di Sartirana. Tale arginatura infatti non risulta sormontabile per la piena di riferimento e impedisce rinvaso di un'area di significativo interesse ambientale per la quale appare importante una sua restituzione ai processi di espansione delle piene del Po. Adeguamento locale delle arginature principali L'attuale grado di sicurezza delle arginature principali è, a livello di tronco fluviale, adeguato ai criteri fissati dalla pianificazione di bacino vigente. Ciononostante vi può essere la possibilità che localmente verifiche di dettaglio possano rendere necessari alcuni interventi puntuali volti a risolvere situazioni strettamente locali. Fra queste assume particolare rilievo il tratto del fiume Po in corrispondenza del centro abitato di Casale Monferrato, per il quale è stato sviluppato da AIPO un modello fisico le cui risultanze saranno assunte per la progettazione degli interventi di adeguamento necessari. REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

La sola situazione in cui il sistema delle arginature principali necessita di un intervento di completamento di significativa rilevanza è quella in corrispondenza delrimmissione in Po della Doretta Morta per consentire la quale le due arginature di Crescentino si interrompono. Ciò genera durante revento di piena di riferimento il rigurgito delle acque del Po all'interno del rio medesimo ed il conseguente allagamento di alcune porzioni di fascia C. Pag.25 L'assetto proposto prevede di prolungare opponunamente le due arginature in modo tale da limitare l'allagamento della piena di riferimento alle aree non abitate poste in adiacenza alla Doretta Morta, per le quali in particolare si propone l'inserimento in fascia B. Il tratto terminale di tale sviluppo arginale di Crescentino (in corrispondenza dell'abitato di Santa Maria) presenta inoltre un franco inferiore al metro, seppure positivo, rispetto alla piena PAI. INTERVENTI Dl FASE 2 Aree di laminazione golenali (golene chiuse) Nel tratto in esame alcune aree golenali non presentano attitudine alla laminazione, mentre altre aree attraverso adeguati interventi possono esplicare tale funzione in modo efficace riducendo i livelli di piena nei tratti posti immediatamente a valle. Nel tratto non sono presenti aree cosi estese da poter invasare e trattenere i volumi eccedenti la capacità di deflusso nei tratti di valle. Per favorire la capacità di laminazione occorre far si che il deflusso, che oggi avviene coinvolgendo fin da valori di portata relativamente bassi, tutta la sezione attiva, awenga in modo separato nell'alveo inciso e nelle adiacenti aree golenali al fine di creare uno sfasamento nella traslazione dei colmi verso valle e quindi complessivamente una riduzione del colmo totale al loro ricongiungimento. Ciò si puo ottenere trasformando le aree golenali attualmente aperte in golene limitate lato fiume da arginature al fine di ottimizzare il momento di invaso e per tenere separati i deflussi. E' evidente che le aree golenali invaseranno per valori di portata superiori agli attuali e quindi con minor frequenza e che il deflusso, al fine di separare in modo ottimale i colmi, dovrà awenire con velocità minori di quelle attese nell'alveo attivo. Il beneficio idraulico conseguente alla realizzazione di tali aree golenali chiuse è significativo e comporta una diminuzione dei livelli idrici della piena di riferimento, stimata in alcune decine di centimetri in corrispondenza dei due tratti arginali che difendono gli ambiti maggiormente vulnerabili (Trino e Casale). Inoltre l'effetto di laminazione di tali aree golenali consentirebbe di ottenere a Valenza, per lo scenario di piena di riferimento, valori di portata equivalenti a quelli defluiti nella piena del 2000, compensando pertanto reffetto degli interventi di prima fase, come previsto dalla Direttiva portate limite più volte citata. Le aree golenali di fascia B per le quali si propongono interventi finalizzati al miglioramento della capacità di laminazione sono:  Area di laminazione controllata 1 in sinistra idraulica; l'area è ubicata subito a valle dell'abitato di S. Maria, e si estende verso valle fino alla zona posta a sud dell'abitato di Palazzolo V.se, per una superficie complessiva di circa 5.5 km2;  Area di laminazione controllata 2; l'area si estende da una zona poco a valle del ponte di Crescentino (località Cascine) fino alla località Cantavenna, per una superficie complessiva di circa 5.2 KM.  Area di laminazione controllata 3 (ex area di laminazione B del PSI); l'area si estende nella zona compresa fra rabitato di Trino Vse (più precisamente in corrispondenza della Cascina Pobietto) e quello di Morano per una superficie complessiva di circa 6.8 km'. Tale area presenta al suo interno strutture interferenti fra le quali: la superstrada che congiunge le REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

Province di Asti e , lo scaricatore di piena dello scolmatore della roggia Stura, il canale Magrelli e alcune cascine, la necropoli di pobietto_ Ai margini dell'area è inoltre presente il complesso di cascina Pobietto. Per questa serie di motivi la progettazione dell'intervento dovrà essere preceduta da un approfondimento tecnico al fine di definire, d'intesa con gli enti ed i soggetti interferiti, le soluzioni tecniche compatibili. Pag.26 La realizzazione del sistema di laminazione in progetto prevede in un primo momento (opzione "0”, nel senso che lascia inalterata assetto morfologico dei luoghi):  l'adeguamento degli argini golenali esistenti e la realizzazione di alcuni nuovi tratti di arginature secondarie (al fine di migliorare la componente naturale ed ambitale tali arginature secondarie potranno essere realizzate con dossi boscati);  la realizzazione di rilevati trasversali all'interno delle aree golenali con finalità di compartimentare rinvaso delle golene medesime. Successivamente, al fine di potenziare la capacità di laminazione, potranno essere riconfigurati i piani golenali (opzione "1"). Dal punto di vista tecnico si rileva che solo una dettagliata ricognizione degli usi del suolo in atto e delle vocazioni specifiche di ogni porzione di territorio all'interno di tali aree golenali, possa fornire un quadro di compatibilità alla riconfigurazione morfologica, sulla base della quale sviluppare le opzioni di intervento di riconfigurazione morfologica da sottoporre alle procedure di verifica previste dalla Legge regionale in materia di VIA. Per il completo raggiungimento degli obiettivi di laminazione nelle aree golenali inoltre, gli interventi strutturali sopra descritti dovranno essere accompagnati da azioni non strutturali volte ad incentivare le attività di rinaturazione delle aree golenali, promuovere una progressiva riconversione dell'uso del suolo agricolo verso coltivazioni maggiormente compatibili con l'ambiente fluviale e potenziare la presenza di reti ecologiche. Oltre alle aree golenali chiuse sopra specificate si evidenzia inoltre la funzione di laminazione già attualmente svolta dall'area golenale di Breme (ex area di laminazione del PSI)- ln tal caso l'assetto di progetto proposto per tale area prevede il solo abbassamento del tratto terminale dell'argine pennello esistente (senza la realizzazione di argini secondari di chiusura della golena), in modo tale da incrementare i volumi invasablli alVinterno dell'area, garantire contestualmente condizioni di sicurezza per l'abitato di Breme e lasciare aperte verso valle le lanche e le aree umide presenti in buona parte alimentate da risorgive. Recupero ambientale infascia B All'interno della fascia B numerose e di significativo interesse sono le possibilità di recupero ambientale della regione fluviale che possono essere effettuate in stretta correlazione con il raggiungimento degli obiettivi idraulici e morfologici sopra descritti. Tali possibilità sono legate principalmente ad una riconversione delle aree agricole verso usi maggiormente naturali e riguardano in particolare la riforestazione di aree golenali. Riduzione della vulnerabilità di immobili esposti a condizioni di pericolosità idraulico Fin dalle prime ricognizioni successive alla piena del 2000 è risultato evidente che, al fine di consentire il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza, era fondamentale awiare tutte le attività e le iniziative necessarie a ridurre la vulnerabilità degli insediamenti incompatibili presenti all'interno della regione fluviale. Nel Piano Stralcio di Integrazione al PAI (PSI) sono stati individuati puntualmente, su proposta della Regione Piemonte e degli Enti locali, gli immobili da rilocalizzare. REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

Nel presente Progetto di Variante sono in particolare individuati puntualmente gli ulteriori insediamenti, oltre a quelli già indicati nel PSI, esposti a condizioni di pericolosità idraulica, per i quali si dovrà valutare la possibilità di rilocalizzare almeno le unità abitative.

Pag.27 La fascia C La fascia C è costituita dalla porzione di territorio di pianura che può essere interessato da inondazioni al verificarsi di eventi di piena superiori a quella di riferimento. Nel caso si verifichi una piena catastrofica in un corso d'acqua arginato con continuità anche se le arginature sono dotate di franco adeguato potrebbe verificarsi casi di sormonto. ln tal caso lo scenario di sormonto arginale risulta particolarmente gravoso in quanto i rilevati arginali, realizzati in terra, non sono in grado di resistere ad un fenomeno di tracimazione e pertanto, se superati in quota, collassano con fenomeni impulsivi di particolare entità. A ciò si aggiunge il fatto che, in presenza di rilevati realizzati con un medesimo franco rispetto alla piena di riferimento, non è assolutamente prevedibile il tratto in cui potrà manifestarsi il sormonto che spesso è imputabile ad una concomitanza di causa locali. Ciò costituisce un elemento di incertezza che rende difficili le operazioni di prevenzione e controllo dell'evento. Aree destinate alla mitigozione del rischio residuale L'unica modalità praticata di mitigazione del rischio residuale oggi risiede nella predisposizione di programmi di previsione e prevenzione in grado di gestire al meglio l'emergenza. Tuttavia il fenomeno di tracimazione di una arginatura potrebbe però avere dinamiche ben più attenuate se il rilevato arginale fosse opportunamente difeso in modo da resistere al sormonto. Tale tracimazione controllata potrebbe inoltre awenire in modo da allagare aree a bassa vulnerabilità nelle quali indirizzare prioritariamente le acque esondate con l'obiettivo di ridurre l'allagamento in aree a maggiore vulnerabilità. Poiché nell'ambito del "progetto Strategico per il miglioramento delle condizioni di sicurezza idraulica dei territori di pianura lungo rasta medio — inferiore del fiume Po" (Comitato tecnico del 28 settembre 2005), l'Autorità di bacino ha già definito una metodologia per l'analisi del rischio residuale e ha avviato specifiche attività per la valutazione e la gestione del rischio residuale medesimo in alcune aree campione, la Regione Piemonte propone la definizione di un piano per la gestione del rischio residuale esteso alrintera asta fluviale, in modo tale da avere uno strumento che permetta di verificare l'efficacia di tale metodologia a livello di bacino idrografico. Le aree D ed E, individuate nel PSI al di là delle arginature principali vengono confermate, seppur ridelimitandole, come porzioni della fascia C per la mitigazione del rischio residuale. Su tali aree dovranno essere individuate adeguate misure volte a ridurre o, quanto meno, a mantenere inalterato il basso livello di vulnerabilità ivi presente. Tali aree sono poste in corrispondenza della zona di confluenza del Sesia:  in sinistra in corrispondenza dell'abitato di Terranova per una superficie di circa 4 kmq (area D del PSI)  in destra subito a valle dell'abitato di Frassineto per una superficie di circa 4.3 kmq (area E del PSI). La loro ubicazione risulta strategica in quanto com'è noto la probabilità di concomitanza di eventi di piena alla confluenza di due corsi d'acqua è di difficile stima e seppure remota è tuttavia sempre possibile. REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

Ciò è necessario anche in attuazione di quanto disposto dalla recente Direttiva europea sul rischio alluvioni 2007/60, il cui art. 7 prevede fra raltro che "i piani di gestione del rischio di alluvione possono anche comprendere l'inondazione controllata di certe aree in caso di fenomeno alluvionale", anche per tenere conto delle probabili ripercussioni dei cambiamenti climatici sul verificarsi delle alluvioni. Pag.28 5.2.4 Aggiornamento delle fasce fluviali al PGRA Recentemente la fasciatura PAI è stata progressivamente sostituita da quella del Piano di Gestione del Rischio di Alluvione (PRGA). Nella fattispecie è stata aggiornata la tasciatura del PAI inserendo gli effetti dell'idrografia secondaria e passando dalle fasce fluviali A, B e C agli equivalenti scenari di rischio:  Scenario H: aree caratterizzate da allagamenti frequenti (Tempo di ritorno 20 anni);  Scenario M: aree caratterizzate da allagamenti poco frequenti (Tempo di ritorno 200 anni);  Scenario L: aree caratterizzate da allagamenti rari (Tempo di ritorno 500 anni). ln prossimità all'area d'interesse runica differenze riguarda la parte a sud-est del quartiere Oltreponte, area interna al rilevato arginale realizzato a protezione dell'abitato di Casale, che passa fascia più restrittiva del PAI (Figura 18) allo scenano di rischio per allagamenti poco frequenti (Figura 19). L'area oggetto del presente studio rimane nella fascia di rischio legata ad un tempo di ritorno di 500 anni.

Figura 18 — Fasciatura de/ PAI dell'area di interesse (webgis ARPA Piemonte). Pag. 29 REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

Figura 19 — Scenari di rischio del PGRA nell'area di interesse (webgis ARPA Piemonte).

5.3 P.R.G.C. DEL COMUNE Dl CASALE MONFERRATO Il PAI si configura come piano "cornice", che vede la sua attuazione nella dimensione dei Piani redatti dalle Amministrazioni locali (Piani territoriali, Strumenti urbanistici vedi PRG, Piani di settore) che, attraverso la verifica di compatibilità, ne realizzano un aggiornamento continuo. A seguito dell'approvazione del PAI nelle Regioni maggiormente interessate, è stata avviata la revisione degli strumenti urbanistici e di area vasta, oggi vigenti, per verificarne la congruità rispetto ai problemi idrogeologici. A livello urbanistico il Comune di Casale Monferrato si avvale delle prescrizioni del P.R.G.C. adottato con deliberazione della Giunta Regionale del 6 giugno 1989, n.93-29164 e delle successive varianti approvate: rultima attualmente introdotta è la "Variante strutturale n.2" approvata con deliberazione del C. Comunale n.2 del 20.01.2014.

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Tale variante strutturale introduce delle modifiche agli elaborati componenti il P.R.G.C. emerse dallo studio effettuato al Comune di Casale sulla "Verifica di compatibilità idraulica delle previsioni del PRGC' effettuata ai sensi dell'art. 18 comma 2 delle norme di attuazione del PAI (circolare del PRG 8 maggio 1996 n. 7/LAP). Viene introdotto dunque a livello di pianificazione relaborato "3h - Catta di sintesi della pericolosità geomorfoloqica e del'idoneità all'utilizzazione urbanistica scala 1:5.000”_ Tale carta individua "aree omogenee" del territorio comunale distinte in classi di idoneità all'utilizzazione urbanistica come definite dalla circolare P.G.R. del 8 maggio 1996 n.7/LAP. L'area oggetto d'indagine ricade, secondo la perimetrazione riportata sulla carta, all'interno di un'area classificata come Classe IIIb3 (Figura 20);

Figura 20 • Estratto della Tav. 3hI — Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell'idoneità all'utilizzazione urbanistico-scaia 1:5.000.

Si riporta di seguito un estratto dell'Art 20 delle NTA all'interno del quale vengono definiti gli interventi consentiti dalla Classe Illb3: Art.20 - Norme oer la tutela del suolo "Art. 20.1 – Norme specifiche per l'assetto idrogeologico e funzionale del suolo AREA OMOGENEA "CLASSE IIIb3": aree edificate nelle quali a seguito della realizzazione delle opere di riassetto territoriale di carattere pubblico, privato o consortile sarà possibile solo un modesto incremento del carico antropico.

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1) aree a nord del fiume PO del settore di pianura (quartiere Oltreponte, parte della frazione di Terranova): Considerata l'avvenuta realizzazione e collaudo delle opere di difesa e di riassetto idrogeologico come da nota dello A.I.P.O. — Ufficio di Alessandria in data 28.07_2009 prot. n. 30542, oltre gli interventi elencati nell'area omogenea "classe 11102", sono consentiti anche interventi comportanti un modesto incremento del carico antropico, nel rispetto delle destinazioni duso indicate dal PRGC, diseguito elencati: A) completamento di lotti inedificati interclusi in ambito fortemente antropizzato, non risultanti da atto di frazionamento catastale in data successiva a quella di adozione del progetto preliminare del PRGC approvato con DGR n_93-29164 del 6.06.1989, già dotati di opere di urbanizzazione primaria e secondaria, mediante nuove costruzioni; B) recupero di aree occupate do edifici ed impianti produttivi dismessi con trasformazione Uuso mediante ristrutturazione urbanistica, demolizione e ricostruzione, ecc.; Gli interventi di cui ai punti a) e b) sono subordinati alle seguenti condizioni: - divieto di costruzione di locali interrati e/o seminterrati; -divieto di destinare il piano terreno alla destinazione residenziale (funzione abitativa) o comunque a destinazioni che prevedono la permanenza lavorativa di persone. E' ammessa la chiusura dello spazio coperto delimitato dalla struttura portante in elevazione (costruzioni su pilotis), previa rinuncia da parte del proprietario al risarcimento in caso di danno o in presenza di copertura assicurativa, esclusivamente per dare accesso all'edificio mediante rampe, vani scala, vani elevatori e/o ascensore nonché realizzare pertinenze funzionalmente connesse al servizio esclusivo dell'edificio principale (autorimesse, cantine, locali deposito, magazzini, ecc.). Gli impianti tecnologici (quali ad esempio riscaldamento, condizionamento, refrigerazione, sollevamento acque ecc.) sono ammessi esclusivamente se confinati in appositi locali di cui venga garantito la tenuta stagnaper tutta raltezza o comunquefino al livello del piano primo; - il livello del piano orimo sia previsto di almeno cm.50 superiore al livello massimo raggiungibile dalla piena di riferimento definita dall'Autorità di Bacino o, in sua mancanza, dal livello massimo raggiunto dalle piene del novembre 1994 e ottobre 2000; - i progetti delle opere dovranno essere corredati do apposita relazione geologica e geotecnica ai sensi del comma 13 del presente articolo e studio idraulico che proponga il livello del piano primo compatibile con la piena di riferimento e che giustifichi l'assenza di interferenze negative con le condizioni di deflusso e di rischio idraulico per le costruzioni circostanti oltre per quelle in progetto. ln mancanza di idonea documentazione, ai fini della fissazione di tali quote può essere assunto il livello desumibile dalle tavole "Carta della dinamica fluviale — Evento alluvionale novembre 1994" e "Cana della dinamicafluviale — Evento alluvionale ottobre 2000 allegate agli studi idraulici a corredo della presente variante di P.R. G.C. la posa di serbatoi interrati è ammesso previa puntuale relazione geologica che documenti l'altezza raggiunta dalle piene del novembre 1994 e ottobre 2000 e che verifichi le caratteristiche idrogeologiche locali indicando REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

Pag.32 la soggiacenza e la massima oscillazione dellafalda idrica nonché adozione di idonee soluzioni tecniche, volte a garantire la impermeabilità del sito interrato e/o del contenitore da interrare, in caso di sommersione; - considerata rompia estensione delle aree d'intervento e la localizzazione in ambiti fortemente antropizzati, non è ammessa la riduzione delle capacità di invaso mediante la sopraelevazione del piano di campagna con riempimenti generalizzati. Sono consentite modeste sopraelevazioni del piano di campagna, comunque non superiori a cm.50, limitando il rilevato allo stretto indispensabile (sagoma planimetrica del singolo nuovo edificio) e tenendo in debita considerazione i piani di campagna degli edifici contermini esistenti. Lo quota di sopraelevazione dovrà essere stabilita da appositi studi ed analisi finalizzati alla verifica di assenza delle interferenze negative con le condizioni di deflusso e di rischio idraulico per le costruzioni circostanti oltre per quelle in progetto. Analizzando nel dettaglio le tavole relative agli sviluppi territoriali del PRGC emerge inoltre che rarea in esame appartiene altambito territoriale distretto residenziale "DR 2 — Oltreponte” (Figura 21) e alla categoria omogenea d'uso del suolo "Bpr1" (Figura 22).

Figura 21 — Tav3b1 – assetto generale del piano scala 1:1000 REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

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Figura 22 — Estratto della Tav3c5-SviIuppi relativi ai territori urbanizzati e urbanizzandi DR2 DI1 DI3 DI8-scala 1:2000 Si riporta di seguito l'estratto degli Art. 11 e 13 delle NTA nei quali vengono definite le caratteristiche della categoria e i tipo d'intervento ammissibili. Art.11 - Categorie omogenee d'uso del suolo 1. Con riferimento alle categorie omogenee di caratteristiche, densità ed uso del suolo, definite dall'art.2 del D. M. 2.4.1968 n.1444 ed ai fini della configurazione ed articolazione delle prescrizioni operative di cui all'art.13 della L.R. 56/77 e delle norme di cui al titolo quarto della medesima legge, il presente piano classifica le varie parti del territorio comunale secondo le seguenti categorie e sottocategorie: 11.2 - Categoria B 1. Parti del territorio come definite dal D.M. 2.4.1968 n.1444 art.2, comma primo, lettera B, distinte nelle seguenti sottocategorie: Bpr: occupate da edifici ed impianti produttivi esistenti, con caratteri di episodicità e collocate all'interno o ai margini di ambiti o preminente destinazione residenziale; classiJicabili ai sensi e per i fini di cui al l'art.26, commaprimo, sub. c ede, della L.R. 56/77

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Art.13 - Tipi di intervento 13.6- Aree Bpr, Cpr 1. ln tali sottocategorie omogenee d'uso, di cui agli artt.11.2 ed 11.3 delle presenti norme si distinguono: Bprl, Cprl - aree occupate da edifici ed impianti produttivi esistenti che si confermano nella loro ubicazione ai sensi e per i fini di cui all'art26, comma primo, sub. c LR. 56/77, nelle quali sarò ammessa la continuazione delle attività insediate al momento dell'adozione del progetto preliminare del presente piano, che non risultino insalubri o inquinanti: per i relativi fabbricati e impianti saranno ammessi interventi di manutenzione, ristrutturazione ed ampliamento strettamente indispensabili alla funzionalità del ciclo produttivo in atto e dei relativi servizi. Gli interventi di ampliamento saranno ammessi in misura non superiore al 50% della superficie copetta e comunque non superiore a 1000 mq. di superficie utile lorda. I suddetti limiti, anche se frazionati in interventi successivi nel tempo, varranno con riferimento alla superficie utile lorda degli impianti al mornento dell'adozione del progetto preliminare de/ presente piano; essi verranno applicati a ciascuna delle aziende presenti in una delle aree delle categorie qui considerate. Nelle aree Bprl dette operazioni non saranno soggette a limiti di densità, mentre nelle aree Cpr1 il rapporto di copertura non dovrà eccedere il 60%; in ogni caso tali operazioni dovranno avvenire nel rispetto delle norme sull'utilizzazione della superficiefondiaria di cui alsuccessivo art. 15 e sugli arretramenti dalle sedi stradali dicui al successivo art.17, e di altezza non superiori a quelle massime stabilite dal P.R. G. C per le aree confinanti; per quelle incluse nel DRI e nelle aree di categoria Ar dellefrazioni varranno limiti di densità, altezza e distanza dai confini stabiliti per le zone di categoria A rispettivamente dagli artt. 7, 8 e 9 del D.M. 2.4.1968 n.1444. Interventi di completamento o di ristrutturazione urbanistica o che comunque eccedano i limiti di cui ai capoversi precedenti, potranno essere effettuati esclusivamente a mezzo di strumenti urbanistici esecutivi che prevedano la dotazione di aree per attrezzature di servizio, ai sensi dell'att21 L.R.56/77, nella misura minima del 10% della superficie fondiaria per gli insediamenti produttivi e dell'80% della supeïicie lorda di pavimento per gli insediamenti direzionali e commerciali; per gli altri parametri do adottare nell'elaborazione dei suddetti strumenti urbanistici esecutivi vorranno i valori ed i limiti indicati per le aree di tipo Bp2 e Cp rispettivamente per le aree Bprl e Cprl. Per gli edifici residenziali esistenti all'interno delle aree Bprl e Cprl, in assenza degli strumenti urbanistici esecutivi di cui al precedente capoverso, saranno ammessi interventi come nelle aree di tipo Br2. La trasformazione duso in residenziale delle aree Bpr1 e Cprl potrà avvenire esclusivamente garantendo per ogni area l'integrale recupero degli standard di cui al precedente art. 6 in misuro proporzionale alla volumetria realizzabile in base agli indici sottoindicati. Fatto salvo l'obbligo della cessione gratuita delle aree per la viabilità e servizi pubblici, ove individuate, nello misura indicata dalle tabelle repertorio di cui alla tav.3e degli elaborati del presente piano, alfine di ripartire i vantaggi e gli svantaggi degli interventi previsti, (i primi in termini di valorizzazione immobiliare, i secondi in termini di cessione gratuita delle aree pubbliche), in caso di assenza o insufficienza di dette aree per servizi pubblici all'interno del perimetro dell'area considerata rispetto la quota necessaria di cui al precedente comma, la parte mancante dovrà essere monetizzata e versata al Comune al momento della sottoscrizione della convenzione allegata allo strumento urbanistico esecutivo (ove necessario) o preventiva al rilascio della concessione ad edificare. Pag.35 REGIONE PIEMONTE - Provincia di Alessandria Comune di Casale Monferrato Verifica del rischio idraulico residuo per il PEC ex Marietti collocato a nord del fiume Po nel quartiere “ Oltreponte” e delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e de Cristoforis

L'importo dello monetizzazione sarò pari al prezzo necessario per l'acquisizione di analoghe aree da parte del Comune e calcolato sulla base dei criteri stabiliti dalla normativa in materia di espropriazione vigente al momento della sottoscrizione stessa. Fermo restando quanto stabilito dal precedente arto sulrobbligo della preventiva formazione e approvazione di strumenti urbanistici esecutivi, nelle operazioni di trasformazione duso in residenziale sono ammessi: - interventi di conservazione allo stato difatto degli immobili con operazioni di risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia con mutamento delle destinazioni d'uso in residenziale senza aumento della volumetria esistente. ln ogni caso ad intervento ultimato la densità fondiaria dellarea trasformata (al netto delle aree per viabilità e servizi pubblici ove individuate) non può superare quella preesistente e comunque 5,00 mc/mq. per le aree Bpr1 e 2,50 mc/mq. per le aree Cprl; altezza massima di mt 11 con non più di 3 pianifuori terra. Per le aree incluse nel DRI e nelle aree di categoria Ar dellefrazioni varranno i limiti di altezza e di distanza dai confini stabiliti per le zone di categoria A rispettivamente dagli articoli 8 e 9 del D.M. 2.4.1968 n.1444. ln ogni caso tali operazioni dovranno awenire nel rispetto delle norme sulfutilizzazione della superficie fondiaria di cui al successivo art 15 e sugli arretramenti dalle sedi stradali di cui a/ successivo art.17; - demolizione e ricostruzione di edifici esistenti, densità fondiaria massima 1,50 mc/mq ed un'altezza massima di mt 11 con non più di 3 piani fuori terra. Sulle aree oggetto di trasformazione in cui il P.R.G.C. ha individuato le aree per servizi pubblici da cedere al Comune, sono ammesse demolizione e ricostruzione di edifici esistenti con densità territoriale massima 1,5 mc/mq, densità fondiaria massima 3 mc/mq ed un b/tezza massima di rnt 11 con non più di3 pianifuori terra; - interventi di ristrutturazione urbanistica, estesi ad almeno un isolato (come definito all'art. 14), da attuare esclusivamente a mezzo di strumenti urbanistici esecutivi: P.P., P.E.C e P.E.C.O„ nei limiti della densità fondiaria preesistente, con un massimo di 3 mc/mq e con una altezza massima di mt 11 con non più di 3 piani fuori terra. Le trasformazioni d'uso residenziali sopraindicate non sono ammesse nelle aree omogenee di classe 1/101 e Illb4 interne allafascia A efascia g di cui al successivo art.20.1 delle presenti norme. Nelle aree comprese negli ambiti di intervento di cui al successivo art.21 valgono, inoltre, le norme stabilite dallo stesso art. 21.

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6. VERIFICA DELLO STATO DI ATTUAZIONE DELLE OPERE DI DIFESA IDRAULICA DEL TERRITORIO PREVISTE DALLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE Dall'analisi della pianificazione territoriale effettuata nel paragrafo 5.2 si è potuto verificare lo stato di attuazione delle opere di difesa idraulica previste nel progetti di variante al P.A.I. per il tratto di fiume Po casalese: questo dato risulta fondamentale per valutare quale sia attualmente il rischio che un'esondazione connesso ad una piena del Po interessi nuovamente il quartiere Oltreponte di Casale Monferrato. Dalla Relazione Tecnica del progetto di variante adottata con delibera n. 10 del 8 marzo 2008 risulta che: "Le arginature nel tratto del Po casalese, cosi come completate, rialzate e consolidate nell'ambito degli interventi di prima fase conseguenti alla piena del 2000, sono state verificate in conformità agli indirizzi del Comitato Istituzionale, e si sono ottenuti i seguenti risultati;  la piena PAI è contenuta con un franco ovunque superiore ad 1 metro (tranne che in un tratto locale in corrispondenza della frazione S. Maria del Comune di Crescentino, dove il franco è positivo ma inferiore al metro);  la piena massima storica (piena del 2000) è contenuta con un franco sempre positivo che raggiunge il valore minimo di circa 20 cm (tranne che nel già sopra citato tratto locale in corrispondenza della frazione S Maria del Comune di Crescentino, dove il franco è prossimo a zero)." Dalla Relazione Tecnica emerge inoltre che: "L'attuale grado di sicurezza delle arginature principali è, a livello di tronco fluviale, adeguato ai criteri fissati dalla pianificazione di bacino vigente Ciononostante vipuòessere la possibilità che localmente verifiche di dettaglio possano rendere necessari alcuni interventi puntuali volti a risolvere situazioni strettamente locali. Fra queste assume particolore rilievo il tratto del fiume Po in corrispondenza del centro abitato di Casale Monferrato, per il quale è stato sviluppato da AIPO un modello fisico le cui risultanze saranno assunte per la progettazione degli interventi di adeguamento necessari." Risulta chiaro dunque come gli interventi principali della Fase 1 previsti dal PSI (adeguamento arginature) per il contenimento della piena di riferimento siano state portate ad oggi a termine. Questo viene inoltre confermato dalla "Scheda rappresentativa del profilo idraulico di progetto - evento piena 2000” riportato in ALLEGATO 7 dalla quale emerge come l'attuale sistema di arginature risulti adeguato al contenimento ad un evento di piena analogo a quello avvenuto nel 2000.

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7. DEFINIZIONE DEL GRADO RESIDUO Dl RISCHIO IDRAULICO PER L'AREA D'INTERESSE Per la definizione del grado residuo di rischio idraulico dell'area in esame, è fondamentale analizzare la dinamica fluviale che ha comportato il coinvolgimento dell'area stessa nell'evento alluvionale dell'ottobre 2000 e confrontare le condizioni del territorio presenti in tale circostanza con quelle attuali. Si ricorda infatti, come già accennato in precedenza, che l'allagamento del quartiere Oltreponte di Casale M.TO è stato causato nell'ottobre del 2000 dalla rottura dell'argine di Morano sul Po, avvenuta per una situazione transitoria di incompletezza e inadeguatezza del sistema arginale del tratto del Po Casalese a monte del concentrico. ln seguito alla piena del novembre 1994, infatti, ci si rese conto come il sistema arginale fosse inadeguato e incompleto a contenere la portata defluente durante tale evento. Tale circostanza ha portato a redigere appositi studi con l'obiettivo di individuare quali dovessero essere le quote arginali necessarie al contenimento di una piena per un evento come quello da poco accaduto e ad individuare dove il sistema arginale risultasse inadeguato o addirittura mancante. A studio concluso e a lavori di adeguamento avvisati, si è tuttavia manifestato un nuovo evento parossistico, nell'ottobre 2000, che ha sorpreso purtroppo il territorio casalese con un sistema di arginature ancora una volta inadeguato, o addirittura in alcuni tratti assente. Proprio la mancanza della realizzazione delle arginature nel comune di Palazzolo ha consentito l'esondazione del Po in sinistra idrografica. Le acque esondate a Palazzolo hanno poi proseguito il loro percorso verso valle a tergo dell'argine esistente in comune di Morano sul Po, indebolendolo al piede fino al punto di causarne il rovinoso collasso con una breccia di circa 70 m. Si può dunque affermare che se nell'ottobre del 2000 il sistema arginale fosse risultato completo, come da progetto, la dinamica alluvionale sarebbe stata molto simile a quella del novembre 1994, quando il quartiere Oltreponte è stato interessato solo in minima parte da processi di alluvionamento a causa dell'esondazione lungo la rete idrografica secondaria. Nel 1994, infatti, le acque esondate dal fiume Po a monte di Casale sono state contenute a nord della SS31, che ha funzionato da barriera, mentre queste venivano veicolate solo in parte verso Casale dalla rete idrografica secondaria. Per tal motivo nel quartiere Oltreponte si sono avuti allagamenti molto contenuti in alcune aree a sud della statale SS31, solo in prossimità dei tombini idraulici di attraversamento della stessa. Il sistema arginale casalese risulta attualmente, come descritto al paragrafo 6, concluso e adeguato al contenimento di una piena dello stesso ordine di grandezza di quella dell'ottobre del 2000 lungo tutto il tratto compreso tra Palazzolo, Morano sul Po e Casale M.to; i lavori di adeguamento del sistema arginale sono infatti consistiti oltre che nel completamento delle linee arginali tra Palazzolo e Morano sul Po, nella diaframmatura lato fiume e nel potenziamento lato campagna dell'argine di Morano- Alla luce dell'attuale situazione del sistema arginale in sponda sinistra del fiume Po tra Palazzolo e Casale M.to. per la definizione del grado di rischio idraulico residuo del quartiere Oltreponte di Casale Monferrato. si riterrebbe più corretto assumere la dinamica di esondazione dell'evento del novembre 1994 rispetto a quella dell'ottobre 2000, avvenuta quest'ultima per la totale mancanza di un lungo tratto arginale in Comune di Palazzolo. Ciò nonostante. a seguito del rapprovazione della "Variante strutturale n.2" approvata con deliberazione del C. Comunale n.2 del 20.01.2014. fare riferimento, per il recupero di aree occupate da edifici ed impianti produttivi dismessi nel quartiere Oltreponte. al livello di piena rilevato nell'evento dell'ottobre del 2000, essendo tale livello quello massimo raggiunto in tali aree (vedi paragrafo 5.3).

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8. CAPACITÀ Dl INVASO DELLE ACQUE NELL'AREA OGGETTO D'ANALISI Dall'analisi delle altezze idrometriche verificatesi nell'evento delrottobre del 2000 in prossimità dell'area analizzata, pari a 112.00 m s.l.m, è stato dunque valutato un battente medio di acqua di 70 cm riferito al piano stradale. Dal rilievo topografico di dettaglio del lotto in esame riportato in Figura 23 emerge come il piano di calpestio interno al lotto risulti già attualmente posizionato ad una quota superiore a quella del piano strada di circa 40 cm.

Figura 23 — rilievo topografico del lotto oggetto d'indagine.

È evidente come la capacità d'invaso che già attualmente esiste sul P.E.C. sia dunque determinata dalla differenza tra il battente medio di acqua di 70 cm e l'altezza del piano medio di calpestio interno al lotto, moltiplicato per la superficie del lotto stesso diminuito dalle aree poste a qupta livello marciapiede. In particolare lo strumento esecutivo prevede che le aree destinate a verde e parcheggio pubblico Tot. mq. 3.330,00 siano posizionate a quota marciapiede stradale. Pertanto le aree private in rilevato risultano 7.082,43quindi: Capacità di invaso = 7.082, 43 mq x (0,70 - 0,40 m) = 2.142,72 mc. La capacità d'invaso attuale dell'area interessata dagli interventi è dunque pari a 2.142,72 mc.

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9. CONCLUSIONI Il presente studio, finalizzato alla valutazione del grado residuo di rischio idraulico di un isolato del quartiere "Oltreponte" di Casale Monferrato, delimitato dalle vie Adam, Frailich, Bandiera e De Cristiforis, sulla base delle analisi eseguite relative alle dinamiche degli eventi alluvionali del 1994 e del 2000, nonché dello stato di attuazione del sistema di difesa idraulica previsto nei progetti di variante al PAI per il tratto di fiume Po casalese, ha portato gli scriventi a ritenere eccessivamente cautelative le prescrizioni del PRGC vigente. Il quartiere Oltreponte infatti, secondo il Piano Regolatore vigente, risulta inserito all'interno di una classe di pericolosità geomorfologica IIIb3, classe che vincola fortemente lo sviluppo urbanistico dell'area, imponendo, per quando riguarda lo sviluppo di attività commerciali, il divieto di destinare il piano terreno a qualsiasi esercizio che preveda la permanenza lavorativa di persone. Le NTA impongono altresì che il livello del piano primo (piano nel quale può essere dunque avviata un'attività commerciale) debba essere previsto ad almeno 50 cm sopra al livello massimo raggiungibile dalla piena di riferimento definita, dall'Autorità di Bacino, o in sua mancanza dal livello massimo raggiunto dalle piene del novembre 1994 e ottobre 2000. È chiaro che tali vincoli pregiudicano fortemente il futuro sviluppo commerciale del quartiere Oltreponte in quanto l'adeguamento delle attività a tali normative risulta più oneroso del loro eventuale spostamento in altre zone o in altri Comuni. Ciò nonostante, a seguito dell'approvazione della "Variante strutturale n.2" approvata con deliberazione del C. Comunale n.2 del 20.01.2014, risulta ben chiaro che il livello idrico a cui fare riferimento per il recupero di aree occupate da edifici ed impianti produttivi dismessi nel quartiere Oltreponte sia quello raggiunto nell' evento dell'ottobre 2000, sul quale deve essere inoltre previsto un franco di almeno 50 cm (vedi paragrafo 5.3). Dal rilievo topografico di dettaglio effettuato da STUDIO ASSOCIATO GEOTRE di Carmagnola, e dai dati a disposizione nei rapporti di evento pubblicati da Arpa Piemonte sui tiranti idrici rilevati nei post alluvione, è stato dunque possibile ricostruire il livello idrico presunto generatosi in prossimità dell'area in esame nell'ottobre del 2000 (Paragrafo 3). Tale livello idrico, pari a 112,00 m s.l.m„ presuppone dunque che nell'area d'intervento, posizionata ad una quota media di 111,30 m s.l.m., si sia verificata durante del 2000 un'altezza d'acqua prossima ai 70 cm. Da quanto esposto si ritiene perciò corretta e ampiamente cautelativa (anche sulla base della descrizione del paragrafo 7, alla luce dell'awenuto completamento ed adeguamento del sistema arginale in sponda sinistra del fiume Po tra Palazzolo e Casale M.to), per ravvio dell'attività commerciale nell'edificio oggetto d'indagine, una sopraelevazione del piano primo ad una quota di 112,50 m s.l.m., superiore dunque di 50 cm rispetto alla quota della piena di riferimento, come richiesto dall'art. 20 delle NTA del piano regolatore, e cioè mediamente di 120 cm in elevazione rispetto al piano stradale.

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Tale quota garantirebbe dunque la necessaria sicurezza idraulica connessa all'esigenza di recupero dell'edificato industriale esistente, che diversamente resterebbe inutilizzato e abbandonato al degrado. A fronte della riduzione della capacità d'invaso nel quartiere Oltreponte determinata dalla sottrazione di volume utile alla laminazione delle piene dovuta all'innalzamento del piano campagna nel lotto oggetto d'analisi, risulta inoltre necessario prevedere un adeguato volume d'invaso (uguale almeno al volume sottratto alla capacità d'invaso attuale) da realizzarsi nell'area interessata dalle nuove opere. Tale volume minimo di 2.124,72 mc, può essere ottenuto tramite la realizzazione nell'area oggetto d'intervento di una o più vasche interrate stagne, da mantenersi sempre vuote in modo da garantire un adeguato volume d'invaso in caso di necessità.

Le opere in progetto prevedono prudenzialmente la realizzazione di vasche interrate di volume pari a 2.142,82 mc. È di tutta evidenza che, alla luce delle sopraesposte considerazioni, il nuovo volume d'invaso risulterebbe maggiore di quello minimo richiesto per consentire l'invarianza idraulica attuale, garantendo in tal modo la richiesta capacità d'invaso dell'area in oggetto. Risulta infatti che il rapporto tra i volumi d'invaso, prima e dopo l'intervento, è pari a:

2.142,82/2.142,72 = 1,008 A tal riguardo c'è anche da segnalare che il nuovo volume risulterà dotato di pompe in grado di provvedere allo svuotamento delle stesse a seguito di un eventuale alluvione; le vasche saranno collegate con il piano stradale attraverso tubazioni opportunamente dimensionate che ne garantiranno il riempimento in tempi molto ridotti (DN 400 mm). Risulta inoltre necessario prevedere sotto il lotto oggetto l'intervento un adeguato sistema di drenaggio delle acque superficiali tale da garantire il loro deflusso senza gravare sulla viabilità adiacente all'isolato.

Ing. Fiorenzo Scagliotti

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