Il Fondo Istria Fiume Dalmaziastria BIBLIO TECA COMUNALECENTRALE CATALOGHI 7
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Il Fondo Istria Fiume Dalmazia Istria Fiume Dalmazia COMUNE DI FIRENZE ASSESSORATO ALLA CULTURA BIBLIOTECA COMUNALE CENTRALE ALOGHI T CA CATALOGHI 7 Il Fondo Istria Fiume Dalmazia a cura di Maria Antonietta Coglievina e Giuliana Cecconi COMUNE DI FIRENZE Istria Fiume Dalmazia ASSESSORATO ALLA CULTURA BIBLIOTECA COMUNALE CENTRALE Schede catalografiche: Le illustrazioni di copertina sono tratte Giuliana CECCONI dal volume “Imago Adriae”di Luciano Lago Maria Antonietta COGLIEVINA (Trieste, 1998) per gentile concessione della Casa Editrice La Mongolfiera Redazione: Manuela BARDUCCI Le illustrazioni alle pagine 10, 15, 16, 20, Biblioteca Comunale Centrale 135, 136, 140, 142, 164, sono tratte dal volume “Aspetti storico urbani nell’Istria Organizzazione editoriale: veneta dai disegni dell’Archivio di Stato di Marta CAVINI - Comune Network Venezia”a cura di Marino Budicin. - Fiume: Unione italiana; Trieste; Rovigno: Progetto grafico e impaginazione: Università popolare di Trieste; Venezia: Fabio CHIANTINI - Limite Design Archivio di Stato, 1998. - 189 p.: ill.; 35 cm. - (Collana degli atti / del Centro di ricerche Stampa: storiche di Rovigno; 16) Tipografia Bandettini Dicembre 2004 ISBN 88 - 86320 - 99 - X Indice 7 Premessa SIMONE SILIANI 11 Prefazione LUCIO TOTH 17 Nota delle curatrici MARIA ANTONIETTA COGLIEVINA GIULIANA CECCONI 21 Catalogo 137 Elenco dei donatori 141 Fondo Aldo Duro 5 143 Soggetti Il Fondo Istria Fiume Dalmazia Istria Fiume Il Fondo 165 Indice dei nomi 6 Carta Gastaldina dell’Adriatico settentrionale e delle regioni italiane, Il Fondo Istria Fiume Dalmazia Istria Fiume Il Fondo balcaniche e danubiane contermini stampata da Paolo Furlani nel 1566. INTRODUZIONE La coniugazione che si è data al tema dell’identità-nazionale, culturale, locale - è stata contrassegnata, nel secolo che si è appena chiuso, più spesso dalla esclusione della diversità, dalla pretesa della purezza assoluta. Soprattutto nell’Europa sud-orientale, in quell’indefinito spazio che si estende fra l’Adriatico, il bacino del Danubio, l’area balcanica, il tema dei confini che separavano comunità etnicamente e culturalmente integrali è diventata una vera e propria ossessione. Claudio Magris ne ha scritto magistralmente nel suo “Danubio”: “Ogni identità è anche orribile, perché per esistere deve tracciare un confine e respingere chi sta dall’altra parte…. I confini chiedono spesso sacrifici di sangue, provocano morte…. La vana ricerca di purezza etnica scende alle radici più antiche, si accapiglia per etimologie e grafie, nella smania di appurare di quale 7 stirpe fosse il piede che per primo ha calcato le spiagge bianche e si è Il Fondo Istria Fiume Dalmazia Istria Fiume Il Fondo graffiato sui rovi della fitta macchia mediterranea, come se ciò attestasse maggiore autenticità e diritto al possesso di queste acque turchesi e di questi aromi nel vento…. La purezza etnica, come ogni purezza, è il risultato di una sottrazione ed è tanto più rigorosa quanto più radicale è quest’ultima – la vera purezza sarebbe il niente, lo zero assoluto ottenuto dalla sottrazione totale”. In nome di questa purezza identitaria si sono perpetrati i peggiori crimini, le più efferate violenze, talvolta chiamando a Il Fondo Istria Fiume Dalmazia testimoniare a favore di queste azioni la storia e la cultura del passato. Anche in quelle terre di confine fra la Dalmazia, l’Istria, la Venezia Giulia tutto questo è avvenuto. Opportunamente, il Parlamento ha istituito il “Giorno del Ricordo”, dedicato alle vicende della Venezia Giulia e della Dalmazia. Ma perchè ricordiamo? Qual è l’essenza del ricordo? Forse la consapevolezza che le radici della propria identità culturale può creare lutti, ma può anche segnare un’altra storia, fatta di conoscenza delle molteplici fonti delle diverse identità culturali. Il Fondo Venezia Giulia e Dalmazia testimonia della vastità e della profondità di queste fonti. Un fondo costituito nel 1997, valorizzando i rapporti che legano quelle terre con Firenze, attraverso personalità della cultura e i tanti “profughi” che si sono insediati in Toscana. Basti ricordare che proprio in questo 2004 ricorre il centenario della nascita di Luigi Dallapiccola, uno dei più importanti musicisti del Novecento che a lungo operò a Firenze e che ebbe i suoi natali nella istriana Pisino. È vero, dunque, che anche attraverso questo Fondo, Firenze rinnova la sua vocazione europeista perché, ben oltre la geografia politica tracciata dall’ultimo allargamento comunitario, non è possibile 8 concepire l’Europa senza la storia di queste terre di confine. Del resto proprio in questa area Adriatica, uno scrittore-viaggiatore come Predrag Matvejevic, individua uno dei tratti distintivi del Mediterraneo, sul quale è stata concepita l’Europa. Ma quali siano i limiti mediterranei e i tratti che definiscono questa identità mediterranea, per fortuna, non è cosa affidata alla politica, ossessionata dai confini separatori. Il Fondo Istria Fiume Dalmazia Istria Fiume Il Fondo Nel suo “Mediterraneo. Un nuovo breviario”, così Matvejevic parla della Dalmazia: neppure la penisola balcanica è integralmente mediterranea, così come non lo è quella iberica e nemmeno del tutto quella appenninica. La Dalmazia è mediterranea, ma la costa orientale dell’Adriatico non è tutta dalmatica…. Da principio sembrava che fosse solo una parte dell’entroterra montuoso a chiamarsi così, per estendersi poi dal fiume Rasa in Istria fino a Mat in Albania. In certi momenti si ridusse a poche città dell’Adriatico centrale, in altre invece le appartenne anche un vasto territorio circostante. Nelle prime copie delle carte tolemaiche è inserita nella Dalmazia una gran parte dell’Illirico, della Liburnia e della Bosnia”. Così, nel nostro Fondo troviamo materiali delle più diverse discipline (dalla letteratura alla storia, dalla geografia alle arti), perché è solo dal molteplice, dalla pluralità dei punti di vista, dalla diversità che non esclude bensì connette gli elementi e include le alterità che possiamo avere la possibilità di avvicinarci (per successive e imperfette approssimazioni) alla comprensione di storie, popoli e paesi. Attraverso questo approccio, il ricordo, la memoria hanno un senso, giacché non caricano di odio e di senso di rivalsa, ma servono a ricostruire identità complesse e mutevoli che ci legano al luogo da dove proveniamo ma, al contempo, ci aprono la mente alla possibilità di altre appartenenze a 9 diverse comunità, ideali o territoriali, e accolgono la dialettica culturale Il Fondo Istria Fiume Dalmazia Istria Fiume Il Fondo come la più preziosa delle ricchezze. SIMONE SILIANI Assessore alla Cultura 10 ORANO: pianta e prospetto del Castello di Orsera, sede estiva del vescovo parentino Il Fondo Istria Fiume Dalmazia Istria Fiume Il Fondo (autore: Riboni Lorenzo, agrimensore pubblico). PREFAZIONE Firenze ha voluto fare un dono agli esuli istriani, fiumani e dal- mati istituendo nella biblioteca centrale del suo Comune un “Fondo Ve- nezia Giulia e Dalmazia”. Fin dalla sua origine il Fondo è destinato a raccogliere sia ope- re di carattere scientifico sulla geografia, l’ambiente naturale, la storia giuridica,economica e artistica delle regioni dell’Istria,della Venezia Giu- lia in genere, del Quarnaro e della Dalmazia, sia opere letterarie e musi- cali di autori originari di esse o che a quei luoghi si ispirano, sia opere di quella “letteratura dell’esodo”che ha colpito le curatrici del catalogo per- ché così legata alle esperienze personali e familiari di chi ha scritto, sia infine la numerosa pubblicistica periodica delle diverse associazioni ed enti culturali e di ricerca nati dalla diaspora giuliano-dalmata, e quindi proveniente da ogni parte d’Italia e da quei luoghi del mondo (Australia, Canada, Stati Uniti, Argentina) dove i venti dell’esodo hanno spinto i 11 350.000 “profughi”di allora. Il Fondo Istria Fiume Dalmazia Istria Fiume Il Fondo È facile capire che questa letteratura dell’esodo è un evangela- rio o un almanacco della nostalgia.A seconda che vi prevalgano i toni li- rici o epici di una gente dispersa, che ha sacralizzato il mito vissuto del suo sacrificio personale e collettivo,o invece i toni scherzosi ed elegiaci di infanzie e giovinezze perdute, vanamente inseguite tra i luoghi reali e la memoria del focolare spazzato via e ricostruito qua e là per le vicende di una guerra, per loro certamente sperimentata dalla parte dei vinti: quel- l’ormai lontano secondo conflitto mondiale, produttore di genocidi, di Il Fondo Istria Fiume Dalmazia olocausti e di esodi, biblici appunto, nel loro significato lessicale. È una letteratura prevalentemente al femminile, come se alle donne fosse toccato in sorte non solo il salvataggio materiale dei focola- ri domestici, ma della loro stessa minuta, quotidiana memoria, custodita come un frutto prezioso nel ventre profondo dei ricordi infantili e giova- nili: i padri, i fratelli, le feste, i “morosi”, la cucina, i Natali e i Carnevali. L’idea venne nel 1997 e fu il prodotto di un clima di collabora- zione che si era instaurato tra le istituzioni culturali fiorentine e la nostra associazione, e in particolare la sua delegata provinciale Miriam Andrea- tini Sfilli, polese di nascita e fiorentina di adozione. In quegli anni si im- postò un dialogo con il Gabinetto Vieusseux, l’Accademia della Crusca e la Fondazione Giovanni Spadolini, nonché l’Istituto della Cassa di Ri- sparmio di Firenze, che trovava la sua ragione nel legame con Firenze di alcuni personaggi del singolare mondo istriano e dalmata, come Niccolò Tommaseo,Adolfo Mussafia, Edgardo Maddalena,