Il Notiziario di Malachia- n.4 2015

PUBBLICATO DA: Associazione Naturalistica Malachia (A. N. M.) Registrata presso A. E. Roma in data 11/01/2012

Sede Regionale Lazio: Via C. Fiamma 130 -00175 Roma Sede Regionale Sardegna: Via Mameli 8- 07026 Olbia (OT) Sede Regionale Campania: Via P. Castellino, 51 - 80128 Napoli Sede Regionale Lombardia: via Masaccio, 7 26027 Rivolta d'Adda (CR)

website: www. malachia.com email address: [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE: Domenico Ramazzotti VICE DIRETTORE RESPONSABILE: Claudio Fanelli RESPONSABILE COMITATO SCIENTIFICO: Malacologia: Edoardo Perna, Raffaele Petrone CAPOREDATTORE Daniele Trono Pubblicazione semestrale: Anno IV numero 4-2015 Versione on line su www.malachia.com Le versioni cartacee vanno richieste a [email protected] Supplementi ed allegati: serie l Quaderni di Malachia

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SOMMARIO

Microconchiglie delle Filippine – Parte II …………………………………………………………………………………………………… 6

Segnalazione di Aplysia dactylomela Rang, 1828 per il Golfo di Cagliari …………………………………………………… 19

Appunti di viaggio – Miami ………………………………………………………………………………………………………………………. 23

Bursa granularis elisabettae, a new subspecies from the South-Western Australia ………………..…………..…… 30

Sinanodonta woodiana (Lea, 1834) dal Molise ………………………...... 36

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MICROCONCHIGLIE DELLE FILIPPINE

Parte II

Raffaele Petrone

Ricevuto il 24.01.2015 – Accettato il 16.10.2015

Segue questa rassegna di “microconchiglie” delle Filippine con altre specie appartenenti alla superfamiglia

Superfamiglia Conoidea Famiglia: Bellardi, 1875 Genere: Eucyclotoma Boetger, 1895

Eucyclotoma tricarinata Kiener, 1840

Sinonimi: Pleurotoma tricarinata Kiener, 1840 Eucyclotoma nobilis Hedley, C., 1922

Conchiglia: lunga fino a 17 mm. La scultura dei primi giri spirali è costituita da una prominente carena, ed una seconda corda più sottile subito al di sotto; l’ultimo giro con 3 carene, una quarta più piccola alla base della periferia, di solito una corda più fina è presente tra le corde principali; la scultura assiale è costituita da coste prominenti che vanno a cavallo dei cordoni spirali. Protoconca di due giri e mezzo di color marroncino che spicca sulla superfice bianca del resto della conchiglia. Labbro esterno con 4 foliazioni estese, seno molto profondo, callo parietale calloso, columella concava stretta e callosa. Colore da bianco a crema, a volte ornato con brevi strisce assiali arancione-marrone.

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Famiglia: Raphitomidae Bellardi,1875 Genere: Hemilienardia Boettger, 1895

Hemilienardia apiculata (Montrouzier, 1864)

Sinonimi: Lienardia apiculata (Montrouzier in Souverbie & Montrouzier, 1864) Mangilia notopyrrha Melvill & Standen, 1896 Pleurotoma apiculata Souverbie & Montrouzier, 1864

Conchiglia: Lunghezza, 5 mm, diametro 2,5 mm. Biconica, convessa, con ampie coste assiali arrotondate attraversate da linee spirali nitide, colore bianco uniforme con una linea spirale bianco opaco sulla periferia dell’ultimo giro. Protoconca di tre giri e mezzo puntita e lisca, colore bianco; teleoconca di quattro o cinque giri inflati e angolati; sutura poco evidente ed inclinata. Scultura prominente, con costole assiali larghe e arrotondate ed interspazi poco profondi e approssimativamente uguali alle coste, superfice con linee spirali ed assiali nitide, che diventano leggermente nodulari quando si attraversano. Apertura stretta, circa un terzo della lunghezza totale: labbro esterno con una varice composto da una doppia costa, quella esterna è attraversata da otto linee spirali e il bordo interno con quattro o cinque dentelli; seno subsuturale profondo, a forma di U.

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Famiglia: Clathurellidae H. Adams & A. Adams, 1858 Genere: Lienardia Jousseaume, 1884

Lienardia goubini (Hervier, 1896)

Conchiglia: piccola 4-5 mm di lunghezza, solida, ventricosa. La colorazione è violetta, con una zona bianca opaca che da una linea spirale fine gradualmente si ingrandisce. Protoconca di tre giri e mezzo che a forte ingrandimento risulta postulala regolarmente disposte a spirale teleoconca di quattro giri. La scultura è di circa otto coste radiali prominenti e tondeggiante più larghe degli interspazi; da spirale a spirale le coste sono discontinue e separate da una sutura profonda; cordoncini spirali su tutta la superfice che robusti e attraversano sia le coste sia gli interspazi e si estendono fino alla base. Tutta la superfice è microscopicamente zigrinata. La bocca è piccola; columella concava; seno profondo e ampio, labbro spesso con tre grandi denti interni. Questa specie è di facile classificazione anche per via della colorazione particolare.

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Famiglia: Clathurellidae H. Adams & A. Adams, 1858 Genere: Lienardia Jousseaume, 1884

Lienardia roseotincta (Montrouzier in Souverbie & Montrouzier, 1872)

Sinonimi: Clathurella roseotincta (Montrouzier in Souverbie & Montrouzier, 1872) Pleurotoma roseotincta Montrouzier in Souverbie & Montrouzier, 1872

Conchiglia: fino a 20 mm di lunghezza, piuttosto allungata e sottile, 7 giri angolati rigonfi e visibilmente ridotti sulle suture ondulate e quasi fuse tra loro. Protoconca di due giri e mezzo con un cordone spirale e superfice con microscopiche pustole. I giri sono scolpiti da coste assiali arrotondate più grandi degli interspazi (che si dilatano solo presso il labbro) e cordoni spirali nitidi che sormontano solo le coste, mentre gli interspazi contengono microscopiche linee assiali; sul labbro esterno sono visibili cordoncini spessi, sul labro interno si evidenziano 7 – 8 denti angolati; Seno profondo a forma di U, columella plicata alquanto prominente. Colore uniformemente rosa pallido o arancio.

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Famiglia: Clathurellidae H. Adams & A. Adams, 1858 Genere: Lienardia Jousseaume, 1884

Lienardia ocellata Jousseame, 1884

Olotipo: MNHN-IM-2000-3128

Conchiglia: graziosa, di 11 mm di lunghezza massima, due giri e mezzo di protoconca liscia e bianca e cinque giri spirali con grossolane coste e fini cingoli distanziati su tutta la superfice. La colorazione è molto caratteristica, colore di fondo bianco, gli interspazi sono grandi e arrotondati regolarmente macchiati di colore paglierino chiaro, mentre i margini sono circondati con linee circolari marroni. Una singola linea spirale gialla attraversa le suture e la periferia dell’ultimo giro. Apertura oblunga, seno profondo, labbro interno molto grande e grossolanamente dentato.

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Famiglia: Clathurellidae H. Adams & A. Adams, 1858 Genere: Lienardia Jousseaume, 1884

Lienardia thyridota Melvill & Standel, 1896

Sinonimo: Mangilia thyridota Melvill & Standen, 1896

Conchiglia: di 4 o 5 mm di lunghezza; colore bianco puro ma non brillante; tre giri di protoconca apparentemente lisci e quattro spire turrite con giri bruscamente piramidali, suture angolate, aspetto ventricoso. La superfice ha grosse coste radiali con interspazi leggermente più larghi, attraversate da fitte strie spirali. Al centro del penultimo giro sulla spirale, è visibile una fila di fossette regolarmente profonde e squamose, mentre sull’ultimo giro queste file sono doppie. La bocca è stretta ed obliqua con seno profondo, labbro esterno inspessito, internamente con quattro dentelli robusti, la denticolatura columellare è piccola e poco visibile.

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Ringraziamenti: Un grande ringraziamento va a Roberto Pucci che con pazienza ha realizzato tutte le fotografie

Bibliografia:

Cernohorsky Walter O. (1978) Tropical Pacific Marine shells Chang Chen-Kwoh (2005) - Small Mollusks from Lutao, Taiwan Hedley Charles, 1922 - Record of the Australian Museum – A Revision of the Australian Turridae 13 (6): 213 – 359, plates xlii – lvi [30 September 1922] Janssen Ronald, Zuschin Martin and Baal Christian (2011) - Gastropods and their habitats from the northern Red Sea - Ann. Naturhist. Mus. Wien, Serie A - 113 - Wien, Mai 2011 Jarrett Alnan G. (2000) – Marine Shells of the Seychelles Johnson Richard I. (1994) – Types of shelled Indo-pacific Mollusks described By W. H. Pease – volume 154, number 1 - 7 Dicember 994 Kay E. Allison (1965) - Marine Molluscs in The Cuming Collection, British Museum (Natural History) described by W.H. Pease E. Supplement 1 – London, Kay E. Allison (1979) – Hawaiin marine shells Keen A. Myra (1971) - Sea Shells of Tropical West America (Second edition) Okutani (2000) - Marine Mollusks in Japan Poppe G. T. (2008) – Philippines Marine Mollusks volume II Robin Alain (2008) - Encyclopedia of marine Gastropods Salvat & Rivers (1975) - Conquillages de Polynésie Takenori Sasaki (2008) - Micromolluscs in Japan - Zoosymposia 1: 147–232 (2008)

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Segnalazione di Aplysia dactylomela Rang, 1828 per il Golfo di Cagliari

Andrea Nappo *

Keyword: , , Aplysiidae, Aplysia dactylomela Rang, 1828, new record.

Riassunto Si segnala nei pressi di Villasimius (CA) Aplysia dactylomela Rang, 1828, estendendo la sua distribuzione conosciuta al bacino occidentale del Mediterraneo. Si forniscono inoltre alcune informazioni sul comportamento della specie, osservate in immersione.

Introduzione Aplysia dactylomela è un Opistobranco segnalato recentemente per il Mar Mediterraneo. La specie è stata segnalata per la prima volta in Mediterraneo a Lampedusa (AG) (Trainito, 2003), e successivamente in Grecia (Zenetos et al., 2007), Turchia (Cinar et al., 2006; Yokes, 2006) e Malta (Schembri, 2008). In Italia è stata segnalata, inoltre, in Sicilia (Scuderi & Russo, 2005) e nello Ionio da Crocetta e Colamonaco (2010). La specie ha una grande diffusione geografica in acque tropicali e temperate; è nota nell’Atlantico (Wirtz, 1998; Wirtz,1999; Ortea et al., 2001) e nell’Indo-Pacifico (Marcus & Marcus, 1967; Bebbington, 1974; Dekker & Orlin, 2000; Burn, 2006).

Discussione e risultati Con questa nota si estende la distribuzione italiana conosciuta al bacino occidentale del Mediterraneo, dato tutte le segnalazioni apparse fino ad ora in letteratura si riferiscono alla zona orientale. Il materiale oggetto della presente nota consta di un esemplare morto ma molto fresco e vari altri rinvenuti viventi a bassa profondità, in una località della zona di Villasimius (CA). Come supposto da Crocetta & Galil (2012) la specie sembra essere penetrata in Mediterraneo dal Mar Rosso e il ritrovamento di una popolazione numerosa in Sardegna sembra suggerire che essa si stia espandendo verso occidente. L'esemplare trovato morto è stato conservato in alcool e sembra completo; è riconoscibile il caratteristico pattern di colorazione, verdastro con cerchi più scuri. La specie sembra avere una certa variabilità cromatica, infatti sono stati osservati esemplari color grigio pallido e esemplari molto scuri, tendenti al marrone. Aplysia dactylomela sembra preferire, come le sue congeneri, substrati rocciosi ricchi di alghe, dove può trovare facilmente cibo. Sembra che la specie prediliga una vita notturna, infatti durante il giorno rimane nascosta sotto le pietre. E' specie che vive in acque poco profonde, dalle pozze di marea a circa di 40 metri. Come tutti gli Aplysidae, può strisciare col suo grande piede muscoloso e nuotare usando i parapodi come fossero ali. Come arma di difesa utilizza, come altre specie della famiglia, un liquido viola che rilascia scappando, probabilmente tossico per i predatori.

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Ringraziamenti Desidero ringraziare Elisa Urracci che ha rinvenuto spiaggiato il primo esemplare e che mi ha spinto nella ricerca e nella segnalazione di questa specie.

Bibliografia Bebbington, A., 1974. Aplysiid species from East Africa with notes on the Indian Ocean Aplysiomorpha (Gastropoda: Opisthobranchia). Zoological Journal of the Linnean Society, 54, 63–99. Burn, R., 2006. A checklist and bibliography of the Opisthobranchia (Mollusca: Gastropoda) of Victoria and the Bass Strait area, south-eastern Australia. Museum Victoria Science Reports, 10, 1–42. Çinar, M.E., Bilecenoglu, M., Öztürk, B. & Can, A., 2006. New records of alien species on the Levantine coast of Turkey. Aquatic Invasions, 1, 84–90. Crocetta F. & Colamonaco G., 2010. Percnon gibbesi (Crustacea: Decapoda) and Aplysia dactylomela (Mollusca: Gastropoda) in the Taranto Gulf (Italy, Ionian Sea): new populations incoming. Mar Biod Rec 3: e88. Crocetta F. & Galil B. S., 2012. The invasive spotted sea hare Aplysia dactylomela (Mollusca: Gastropoda: Aplysiidae) – New records and spread pattern in the Mediterranean Vie et milieu - life and environment, 2012, 62 (1): 43-46 Dekker, H. & Orlin, Z., 2000. Checklist of Red Sea Mollusca. Spirula, 47, 1–46. Marcus, Ev. & Marcus, Er., 1967. American Opisthobranch Mollusks. Studies in Tropical Oceanography, 6, 1– 256. Ortea, J., Moro, L., Bacallado, J.J. & Herrera, R., 2001. Catálogo actualizado de los Moluscos Opistobranquios de las Islas Canarias. Revista de la Academia Canaria de Ciencias, 12, 105–136. Schembri, P.J., 2008. Occurrence of the alien sea hare Aplysia dactylomela Rang, 1828 (Opisthobranchia, Aplysiidae) in Malta. Mediterranean Marine Science, 9/2: 111-114. Scuderi, D. & Russo, G.F., 2005. Prima segnalazione di Aplysia dactylomela Rang, 1828 e probabile presenza di Syphonota geographica (Adams & Reeve, 1850) (Gastropoda: Opisthobranchia: Anaspidea) per le acque del Mediterraneo. Biologia Marina Mediterranea, 12, 338–341.

Trainito, E., 2003. Arlecchini mediterranei. Guida ai molluschi opistobranchi del Mediterraneo. Ed. Taphros, Olbia (SS): 1–59. Wirtz P., 1998. Twelve invertebrate and eight fish species new to the marine fauna of Madeira, and a discussion of the zoogeography of the area. Helgoländer Meeresuntersuchungen, 52, 197–207. Wirtz, P., 1999. Opisthobranch molluscs from the archipelago of Madeira. Vita Marina, 46, 1–18. Zenetos, A., Vassilopoulou, V., Salomidi, M. & Poursanidis, D., 2007. Additions to the marine alien fauna of Greek waters (2007 update). JMBA2 - Biodiversity Records, http://www.mba.ac.uk/jmba/jmba2biodiversityrecords. Php

*Andrea Nappo, Via S'Arrulloni, 25 – Quartu Sant'Elena (Cagliari), 09045, Italy – [email protected]

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APPUNTI DI VIAGGIO

MIAMI Susanna Zanelli - Raffele Petrone Ricevuto 27.11.2014, accettato 09.09.2015

Trascorso un capodanno nella fredda NYC andando su e giù fra la 50esima e la 105esima strada (più di 50 isolati a piedi a/r) fra posti di blocco (triste lascito dell’11settembre) e gente festante, prima di accorgersi che non c’è alcun modo per raggiungere Times Square a meno che non si conosca il sindaco della città!!...il 1 gennaio ci imbarchiamo di buon’ora su un volo per Miami Beach per rilassarci quattro giorni al sole della Florida!! Atterrati all’aeroporto internazionale di Miami dopo 4 ore di volo, saliamo sul primo taxi che ci porta davanti al Boulevard Hotel su Ocean Drive, la strada principale di South Beach. È un alberghetto modesto e la nostra camera è decisamente squallida (al piano terra, dà sul vicolo in cui sono i secchioni della mondezza) ma il nostro viaggio va ben oltre la scelta di una location di prestigio…l’importante è esserci, poter conoscere Miami e capire qualcosa della sua malacofauna! E noi siamo davanti alla spiaggia più famosa della Florida!! Lasciati i bagagli in camera corriamo al mare. Ma non doveva essere il periodo migliore dell’anno per recarsi a Miami? È vero: non fa il caldo umido e appiccicoso di agosto e non ci sono i rischi di uragano di ottobre e novembre…ma le temperature non superano i 20°C e le nuvole nere si stagliano all’orizzonte. Probabilmente, siamo in presenza di correnti di aria fredda provenienti dal nord America, quindi abbandoniamo ogni speranza di indossare il costume e di sdraiarci al sole…iniziamo l’“esplorazione”!! La spiaggia è, ovviamente, da cartolina: le palme ai lati della pista ciclabile con gli atleti che corrono, vanno in rollerblade, in skateboard e, poi, l’enorme distesa di sabbia fine e bianchissima che finisce nelle acque cristalline del mare. Dimenticavo: ogni 100 metri si vedono le inconfondibili torrette dei Lifeguard, dalle quali i “bagnini” di Baywatch durante gli anni ’90 salvavano i bagnanti in difficoltà…il telefilm era ambientato a LA?! Ok, ma…ci pensate al fascino che trasmette essere qui, sotto queste strutture, a chi è cresciuto a David Hasselhoff e Baywatch?!

Ecco cosa potete trovare in una passeggiata lungo le spiagge di Miami !

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Una sorpresa ci attende a un passo dal mare: sulla battigia lungo il tratto di costa che vediamo a occhio nudo, sono spiaggiate centinaia di meduse, e che meduse Physalia physalis, il cui nome comune è caravella portoghese!

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A distanza di tempo abbiamo saputo che ogni anno rinvigoriscono le spiagge con ripascimenti di sabbie che provengono da fondali antistanti, per questo motivo le spiagge sono piene di microconchiglie.

Selezionato il detrito abbiamo trovato tantissime specie di microconchiglie

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Oppure una passeggiata lungo il canale dove ci si sono gli scogli…

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Nerite e littorine

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Bursa granularis elisabettae, a new subspecies from the South- Western Australia (Gastropoda: Bursidae).

(traduzione in lingua inglese dell’articolo pubblicato nel n.3 – English translation of article published in n. 3)

Andrea Nappo * - Daniel Pellegrini ** - Giuseppe Bonomolo***

ABSTRACT

The present work describes a new subspecies of Bursa Röding P.F., 1798 from South West Australia, type species for subsequent designation: Bursa monitata Röding P.F., 1798 (= Bursa bufonia (Gmelin J.F., 1791), on the basis of the morphological characteristics of the shell. The new taxon is compared with Bursa granularis granularis (Röding P.F., 1798) and Bursa granularis cubaniana (d'Orbigny A.D., 1841).

KEYWORDS

Bursidae, Bursa, Australia, systematic, new subspecies.

INTRODUCTION

The most part of the species in the family Bursidae Thiele J., 1925 lives at medium-low depth, on rocky and coral bottom, in tropical and temperate waters from the Indo-Pacific seas to Atlantic Ocean (Poppe G. T. & Goto Y., 1991; Cossignani T., 1994). Only a few species are found on sandy bottoms of the deeper waters of the continental shelf. Within the superfamily Tonnoidea Suter H.H., 1913 (1825), this family is characterized by having a further siphonal canal. Bursa granularis granularis (Röding P.F., 1798) is a species with wide geographic distribution, from South Africa to the Red Sea, extending to the whole Indo-pacific area, reaching Japan, Hawaii, Easter Island and West Mexico, in barrier reef or rocky coasts at variable depth from 0 to 256 m. (Welch I.J., 2010; Kanner P. pers. com.). the geographic distribution of Bursa granularis cubaniana (d'Orbigny A.D., 1841) covers the Western Atlantic Ocean, from Brazil to Mexico, including the entire Caribbean area. Bursa granularis elisabettae n. ssp. has a distribution restricted to South-West Australia only.

METHODOLOGY

The type material consists of specimens collected by local divers at depths ranging from 12 to 16 meters (Marshall G. com. pers.). The photos of the specimens are taken by a Canon PowerShot A480. It is installed on a Motic trinocular microscope and inclined in a misure of 45 degrees with zoom 10 xs and 40 xs for macro photographs.

ABBREVIATIONS

30 - CEE: Ebau Elisabetta Collection, Cagliari, Italy.

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- CPD: Pellegrini Daniel Collection, Valmontone, Italy.

- CNA: Nappo Andrea Collection, Quartu Sant'Elena, Italy.

- CBG: Bonomolo Giuseppe Collection, Jesi, Italy.

- es.: Specimen.

- * : Alive-collected specimen.

- # : Specimen lacking of historical data.

SYSTEMATICS

According to Cossignani T., 1994 and WoRMS:

Phylum: Mollusca

Class: Gastropoda

Subclass:

Order: Littorinomorpha

Superfamily: Tonnoidea Suter H.H., 1913 (1825)

Family: BursidaeThiele J., 1925

Genus: Bursa Röding P.F., 1798

Species: Bursa granularis elisabettae n. ssp.

(Tav. 1 fig. 1, 2, 3; Tav. 2 fig, 1, 2, 3; Tav. 3 fig. 1, 2, 3)

TYPE MATERIAL

We report the holotype and paratypes data with their respective location.

Holotype: 35,1 x 21,5 mm – Museum of Natural History of Aquilegia, Cagliari, Italy: (MAC.ML 1536). *

Flinders Bay, Cape Leeuwin, South-West Australia, 12 m (March 2014).

Paratype 1:46,1 x 27,5 mm – CEE. *

Flinders Bay, Cape Leeuwin, South-West Australia, 16 m (February 2014).

Paratype 2:33,2 x 19,7 mm – CPD.* 31

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Flinders Bay, Cape Leeuwin, South-West Australia, 8 m.

Paratype 3:42,4 x 25,2 mm – CNA.*

Flinders Bay, Cape Leeuwin, South-West Australia, 8 m.

Paratype 4:52,1 x 30,3 mm – CNA. * #

South-West Australia, deep waters.

Paratype 5: 52,2 x 30,1 mm – CNA.*

Flinders Bay, Cape Leeuwin, South-West Australia, 16 m.

Paratype 6: 43,4 x 25,5 mm – CNA.*

Flinders Bay, Cape Leeuwin, South-West Australia, 14 m (February 2014).

Paratype 7: 58,2 x 32,8 mm – CNA.*

Flinders Bay, Cape Leeuwin, South-West Australia. (January 2001).

Paratype 8: 45,1 x 26,8 mm – CBG. *

Michaelmas, South-West Australia.

OTHER MATERIAL EXAMINED

- n° 13 specimens of Bursa granularis elisabettae n. ssp.

- n° 444 specimens of Bursa granularis granularis (Röding P.F., 1798)

- n° 72 specimens of Bursa granularis cubaniana (d'Orbigny A.D., 1841)

- n° 29 specimens of Bursa nodosa (Borson S., 1821)

LOCUS TYPICUS

The holotype comes from Flinders Bay, Cape Leeuwin, South-West Australia, at a depth of 12 meters, found alive under structures and dead coral scraps.

DISTRIBUTION

B. granularis elisabettae n.ssp. has a very restricted distribution. Thanks to the information obtained from local malacologists and divers, we noticed that the new taxon is found exclusively in the area between

Perth and Michaelmas Island, in South Australia.

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DERIVATIO NOMINIS

This new taxon is dedicated by the first author to his dear friend Elisabetta Ebau (Cagliari, Italy).

DESCRIPTION OF THE HOLOTYPE

Solid shell with fusiform shape, elongated, with angled whorls, medium size for (35,1 mm height x 21,5 mm wide). Paucispiral protoconch of 3,5 whorls, globular and smooth, microsculpture unknown; the teleoconch consists of 5,5 whorls and has three main spiral ribs, that are nodulous in the last whorl, among them only the main one is invisible in the previous whorls. It has also two varices for every whorl, placed every 180°, each of them with three large nodules, alternated by clear signs of hollows. Spiral sculpture consisting of very numerous dense, grainy, small spiral cords. The ovoid aperture shows 8 denticles arranged in four groups in the inner part of the outer lip and 18-20 single denticles, thin and elongated, on the columellar lip. Anterior siphonal canal is moderately developed, with a strong sculpture consisting of grainy little cords. The posterior is grainy and whitish in colour.

The last whorl, including the siphonal canal, is about half of the total height of the shell. This is light brown in colour, darker in the initial coil. The entire aperture, including the columellar teeth, has a white bright colour. The operculum is ovoid, with the apical nucleus laterally displaced.

DISCUSSION AND CONCLUSIONS

In agreement with the scheme used in Beu (1985) and Cossignani (1995), B. granularis is separeted into two subspecies, according to the morphological characteristics and the different distribution area: B. granularis granularis and B. granularis cubaniana.

B. granularis elisabettae n. ssp. is easily distinguished from B. granularis by its more angled and less globular aspect; by the three spiral nodulous main coasts in the last whorl; by the varix provided with three very pronounced alternated nodules (rarely can present an additional vestigial nodule); by the stoma provided with a labial serration composed by fewer denticles divided into groups of 2-3 ones, and by the protoconch with 3,5 whorls.

B. granularis granularis lives in Western Australia, but its southern distribution stops at the Abrolhos Islands, not reaching the northern limit of B. granularis elisabettae, which is therefore totally isolated.

Bursa affinis Broderip, W.J., 1832, is regarded as juniore synonym of B. granularis granularis (Beu A.G., 1985; Cossignani T., 1994; WoRMS), which may be only an environment form with exalted sculpure. Following the original description: “Ranella affinis. Ran. testa pyramidali, depressa, ponderosa, striis transversis frequentibus tuberculato-granosis, albido-rubente maculis fasciisque castaneis; columella valde rugosa; labri crenulati, subfimbriati limbo intùs dentato: long. 2 1/2 , lat. 1 6/9 poll. Hab. In Oceano Pacifico. (Annaa.)”. the indicated locus typicus is Annaa, that corresponds to Anaa Atoll in French Polynesia.

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B. granularis elisabettae is distinguished by having a less pronounced sculpture, with less grain, that is absent in the early whorls of teleoconch. The varix of B. affinis Broderip, W.J., 1832 is variable for the number of nodules, while the protoconch consists of 3,6 whorls.

Bursa cumingiana Dunker W.B.R.H, 1862, currently juniore synonym of B. granularis granularis (Beu A.G., 1985; Cossignani T., 1994; WoRMS), has slightly reduced but more acute sculpture. The profile isn’t so high as B. granularis elisabettae, however it is more angled than B. granularis granularis. Here is the original description: “Testa ovata, subdepressa, solidiuscula, pallide fusca, albida lividoque variegata, apicem versus rubida, anfractibus septenis convexis instructa; anfractus ultimus spira duplo fere longior, nodorum grandium seriebus duabus necnon granorum minorum seriebus senis cinctus; nodi majores verrucosi, minores irregulares; varices crassi, undique graniferi; columella rugoso-plicata, alba; apertura ovata, superne sinuata et canaliculata; labrum album, incrassatum, dentatum; canalis brevis, profundus, subobliquus. Altit. 47, latit. 32 mm. Hab. Nova Caledonia. Specie nostra Bursae affini Brod. Similis, nodorum grandium verrucosorum”. The locus typicus indicated is New Caledonia. However, the distribution is the same as B. granularis granularis and does not include the South-Western Australia area, where the n.ssp is found.

B. granularis cubaniana is very similar to B. granularis elisabettae. It presents a little pronounced sculpture too and it is distinguished by the early, grainy whorls. The much more numerous labial teeth are not divided into groups, the colour is usually dark brown, the protoconch consists of 3,3 whorls. B. granularis cubaniana has a distribution that includes the Caribbean area, from Brazil to Mexico and lives under rocks or coral scraps at shallow depth. (Smithsonian Tropical Research Institute).

It can be noticed, from the examination of various specimens of B. granularis elisabettae, certain variability, in particular the sometimes absent nodules, and the labial varix, that can present secondary cords. Even the external colour of the shell is quite variable ranging from light brown to dark brown.

B. granularis elisabettae was incorrectly identified and reported in Bozzetti (1991) (pag. 2-4 fig. 1), as Bursa nodosa (Borson S., 1821), an European Pliocene fossil species (Damarco, 1993; Pavia, 1976).

The type material of the latter species is illustrated in Pavia (1976), (lectotype: Tav. 5 fig. 2-5; paralectotype: Tav. 5 fig. 5). It is clear, by comparing specimens of B. nodosa with specimens of B. granularis elisabettae, that they are two distinct entities. B. nodosa is found only as Pliocene fossil of the Mediterranean basin and it is different from the ssp. for the sculpture, consisting of an oval shape graininess with a honey-comb structure on the entire surface of the shell; for the more squat and less slender with a greater number of nodules in the teleoconch, which appear more developed; for the teleoconch with tuberculed cords visible from the early whorls and for the smaller protoconch with only 2,5 whorls. Here is the original description of Murex nodosus Borson S., 1821, from Pavia G., 1976: “testa subfusiformis; anfractu majori duplici nodorum serie instructo, caeteris semplicibus, labio fimbriato, nodis validis ornato; cauda brevi incurva, varice longitudine spirae.”

We hope for a new and final revision of the family Bursidae, because its systematics is still uncertain, not only at a specific level but also at generic and subgeneric level. B. granularis elisabettae is described only on a morphological basis pending further anatomical and molecular studies on the whole group, necessary to determine the status and the Supra-specific systematics

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ACKNOWLEDGEMENTS

We would like to thank Kanner Paul (Los Angeles, USA), Gail Marshall (Augusta, Australia), Kevin Monsecour (Aarschot, Belgium) and Philippe Quiquandon (Mougin, France) both for procuring the specimens necessary to this work and for the provided information.

Thanks are due to Domenico Ramazzotti (Olbia, Italy), Paolo Russo (Venice, Italy) and Daniele Trono (Copertino, Italy) for their help in drafting the paper.

A special thanks to Guido & Philippe Poppe (Lapu-Lapu, Philippines), both for the kind permission to use their photographic material and for their helpful advice.

We are grateful to the two anonymous referees for the revision of the paper.

BIBLIOGRAPHY

Beu, A.G. 1985. A classification and catalogue of living world Ranellidae (=Cymatiidae) and Bursidae. "Conchologists of America Bulletin"13(4): 55-66. Bozzetti L., 1991. Bursa nodosa (Borson, 1823) sopravvive in Australia? - La Conchiglia, Anno XXII – n. 260 Luglio/Settembre, II Semestre 1991: pp. 2-4. Broderip, W. J. & SowerbyG. B., 1833. [The collection of Shells formed by Mr. Cuming on the western coast of South America, and among the islands of the Southern Pacific Ocean]. Proceedings of the Committee of Science and Correspondence of the Zoological Society of London 2: 173-179. Cossignani T., 1994. Bursidae of the world. L’informatore piceno, Ancona, 119 pp. Damarco P., 1993. La riserva paleontologica della Valle Andona e Valle Botto (II). Dunker, W.B.R.H., 1862. Species nonulae Bursarum vel Ranellarum collectionis Cumingianae, Proc. Zool. Soc. Lond.: 238-240. Pavia G., 1976. I tipi di alcuni Gasteropodi terziari di Stefano Borson. Bollettino della Società Paleontologica Italia. Vol 15, n. 2: 145-158. Poppe G. T. & Goto Y., 1991. European Seashells Vol. 1 – pp.132-133. Röding P. F., 1798. Museum Boltenianum sive catalogus cimeliorum e tribus regnis naturæ quæ olim collegerat Joa. Fried Bolten, M. D. p. d. per XL. annos proto physicus Hamburgensis. Pars secunda continens conchylia sive testacea univalvia, bivalvia & multivalvia. - pp. [1-3], [1-8], 1-199. Hamburgi. (Trapp). Smithsonian Tropical Research Institute. URL: http://biogeodb.stri.si.edu/bocas_database/, consultazione in data: 08/09/2014. WoRMS (World Register of Marine Species) URL: http://www.marinespecies.org, consultazione in data: 02/08/2014. Welch J.J., 2010. The “Island Rule” and deep-Sea Gastropods: Re-Examinig the Evidence.

*Andrea Nappo, Via S'Arrulloni, 25 – Quartu Sant'Elena (Cagliari), 09045, Italy – [email protected]

**Daniel Pellegrini, Via Colle Morello,2 –Valmontone (Roma), 00038, Italy –[email protected]

***Giuseppe Bonomolo, Via Padre Vincenzo Pellegrini, 15 – Jesi (Ancona), 60035 Italy – [email protected]

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Sinanodonta woodiana (Lea, 1834) dal Molise

Stefano Pace [email protected]

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Avevo visitato già un paio di volte le rive del lago di Guardialfiera, l'invaso artificiale creato nel Basso Molise a cavallo degli anni sessanta-settanta sbarrando il corso del fiume Biferno, con la costruzione della diga del Liscione.

Il lago ha una superficie di poco più di 7 kmq, un fondo sabbioso-ciottoloso, ed è poco profondo (massimo 20 m, ma solo in pochi rari punti). La siccità di questa estate ha fatto sì che nella mia terza visita, lo scorso 31 agosto, io trovassi il lago in queste condizioni.

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Già tre estati fa avevo trovato il lago in condizioni analoghe, ma avevo rinvenuto, oltre alle

abbondantissime Dreissena polymorpha (Pallas, 1754), trovate già nel 1992, soltanto un paio di esemplari integri e poche valve spaiate di Unio mancus Lamarck, 1819, e nient'altro. Questa volta, ancora tante Dreissena, non poteva essere altrimenti, una sola valva di Unio, ma, novità, un buon numero di Sinanodonta woodiana (Lea, 1834).

Una considerazione: ho camminato lungo il lago, anzi direi sul fondo del lago, per tre o quattrocento metri e non ho trovato traccia di gasteropodi.

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Nel 1992 ero stato sul lago in inverno nella parte più ad est e avevo trovato le Dreissena alzando sassi sulla riva, solo esemplari molto piccoli (sotto il centimetro), ovviamente tutti vivi. Posso quindi solo fare un confronto tra la situazione di tre anni fa e quella attuale, e direi che adesso è decisamente più abbondante. Ho notato comunque che trovare esemplari di una certa grandezza è difficile, solo qualche "grappolo" attaccato a cime, boe o ai corpi morti che si vedono nella foto. Tutte quelle "libere" nel fango continuano ad essere sotto il centimetro.

Tornando alla Sinanodonta non posso che confermare che è arrivata anche qui, so di sporadiche segnalazioni per l'Italia meridionale, e questa dovrebbe essere la prima per il Molise.

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La stragrande maggioranza era nelle condizioni di quest'ultima, nel fango secco anche a tre o quattro metri dall'acqua.

Ne ho raccolte una ventina: ero convinto di aver riportato a casa solo valve e fango, ma poi mi sono accorto che erano quasi tutte vive, che resistenza!

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Questo è uno degli esemplari che, durante il primo lavaggio per eliminare il fango, ho trovato perfettamente vivi.

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Il più grande degli esemplari misura poco più di 14 cm, ed è questo:

Ancora qualche particolare indicativo per questa specie:

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Per gli appassionati dei testi antichi, allego gli originali di Lea, 1834. In particolare le pagg. 42 e 43 unitamente alla tavola V. La S. woodiana è quella della colonna di sinistra.

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