Le grotte rupestri e l’archivio storico

La storia di attraverso le immagini

I. c. Verzino Classe III - anno scolastico 2017/2018 l’iniziativa

Nel giorno 7 aprile 2018 gli alunni dell’ Istituto Comprensivo di Verzino, insieme agli alunni del plesso di Savelli, hanno visitato le grotte rupestri di Verzino e l’Archivio Storico del di Verzino. Lo scopo della visita guidata, è stato quello di far conoscere agli alunni la storia e alcuni luoghi poco noti del proprio territorio. Descrizione delle cavità

L’usanza di scavare la roccia è diffusa da millenni nel bacino del Mediterraneo. In quest’area esistono grotte di origine naturale e cavità artificiali prodotte dall’azione escavatrice dell’uomo. Soprattutto per quanto riguarda il secondo caso, un importante elemento da considerare è il materiale di composizione: si passa infatti dalle arenarie ai conglomerati. Inoltre, l’andamento di scavo può seguire una direttrice orizzontale e una direttrice verticale. Il caso di Verzino rappresenta quasi un unicum nel suo genere poiché esistono pochissimi altri esempi di habitat rupestre simili al nostro in cui le unità abitative sono disposte a costituire una sorta di condominio ante litteram. Le grotte rupestri

Le grotte del nostro paese vengono chiamate ‘’rupestri’’ perché sono state scavate, in antichità, all’interno di una rupe. Nella provincia di queste grotte sono molto diffuse. Le ritroviamo infatti a Cerenzia, , etc. Anche nel territorio europeo, però, sono presenti alcuni tipi di grotte rupestri, come la grotta di Lascaux in Francia, famosissima per i suoi graffiti. Altre grotte rupestri le troviamo in Spagna e in Grecia. i possibili insediamenti all’interno delle cavità

Varie sono le ipotesi circa i possibili insediamenti all’interno di queste cavità: i preistorici, i monaci basiliani e i contadini.

1. I preistorici. La prima ipotesi riguarda gli uomini preistorici, perché la roccia di queste cavità, definita arenaria, si può scavare facilmente e quindi è semplice ricavare un’abitazione all’interno della rupe. Inoltre, è probabile che i boschi che circondano il sito fornissero legname e selvaggina. Dal momento che il sito sorge su una rupe, presenta una posizione privilegiata per l’avvistamento dei nemici. 2. I monaci. Nel 700 D.C. l’Imperatore bizantino Leone III l’Isaurico decise di abolire il culto delle immagini sacre (iconoclastia). I monaci, di religione Cattolica, dovevano riuscire a sfuggire alle persecuzioni e perciò iniziarono a scappare dalla propria terra fino ad arrivare nella Magna Grecia. Per pregare in silenzio e in solitudine, alcuni si rifugiarono in queste cavità e, successivamente, iniziarono a costruire luoghi sacri e portarono avanti una nuova rivoluzione agricola, introducendo anche nuove piante, come il gelso. 3. I contadini. Le persone delle classi sociali più povere non potendo permettersi delle normali abitazioni, cercavano rifugio in queste cavità. Le pareti interne delle cavità presentano segni di escavazione e qua e là tracce di calce. Vi sono inoltre dei fori che servivano ad alloggiare dei pali sui quali c’erano delle mensole, usate per poggiare cibo e oggetti. l’archivio storico

L’archivio storico di Verzino è situato nel Palazzo Ducale, ex sede del Comune.

Che cos’è un archivio? Un archivio è un luogo in cui si conservano i documenti storici; al giorno d’oggi può essere anche digitale.

Cosa rende un archivio tale? Il vincolo archivistico che è un legame originario e spontaneo secondo il quale ogni documento è legato a quello che lo precede e a quello che lo segue. I diversi tipi di scrittura nei secoli

Le scritture col passare dei secoli cambiano. La Paleografia, termine coniato nel XVIII secolo, è la scienza che studia le scritture antiche. Intesa in senso più ampio, essa studia ogni forma di scrittura, in qualunque lingua e su qualsiasi materiale scrittorio. Il materiale scrittorio per eccellenza oggi è la carta, ma prima della carta si scriveva sulle foglie, sulla parte interna della corteccia (libro) oppure sulla terracotta. Nel periodo dell’Impero Romano si utilizzavano le tavolette cerate, ovvero tavolette di legno singole o doppie coperte da uno strato di cera su cui si scriveva con lo stilus. Poi c’è il papiro, di cui si utilizzava la parte interna del fusto per scrivere. Dopo il papiro, si fece ricorso alla pergamena, ricavata dalla lavorazione delle pelli animali. Infine, la carta. Come scritto prima, esistevano diverse forme di scrittura nell’antichità: Scrittura capitale arcaica, scrittura onciale, beneventana, scrittura insulare, scrittura Carolina e scrittura gotica. Capitale e Onciale

La forma di scrittura più antica è la scrittura capitale arcaica. Le parole erano scritte tutte attaccate per risparmiare lo spazio sul materiale scrittorio. Le lettere erano scritte tutte in maiuscolo. La seconda scrittura era la scrittura onciale, che arrivò tra il II e III secolo d.C. Ci sono gli spazi tra le parole e la forma della scrittura è diversa; inoltre, si usavano già le abbreviazioni.

*nelle foto, in alto la scrittura capitale arcaica, in basso quella onciale* Beneventana e Insulare

La scrittura beneventana, che si sviluppò tra il V e VII secolo d.C., presenta molte abbreviazioni e tra una lettera e l’altra ci sono delle legature.

Nello stesso periodo nasce nelle isole Britanniche la scrittura insulare, che prende spunto dalla scrittura onciale ed è un’anticipazione della scrittura gotica.

*nelle foto, in alto la scrittura beneventana, in basso quella insulare* Carolina e Gotica

La scrittura carolina si sviluppa nell’ VIII secolo in Francia ed è simile alla scrittura onciale. E’ una scrittura che veniva usata per i documenti amministrativi. Le lettere gotiche furono sviluppate da amanuensi della Francia settentrionale tra l'XI secolo e il XII secolo, che si vollero allontanare dalla minuscola carolina, allora ancora generalmente in uso.

*nelle foto, in alto la scrittura carolina, in basso la scrittura gotica*