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12 MAGGIO RICKY LEE JONES

Insieme a Joni Mitchell è la più grande cantautrice americana degli ultimi 30 anni. Probabilmente è il concerto più prezioso mai tenuto nel nostro club Prezzo del biglietto 30,00 EURO + diritti di prevendita Apertura porte ore 20 inizio concerto ore 21.30 (Tassativamente)

E' il 1979: era dai tempi di Joni Mitchell che il rock non scopriva un talento così fenomenale, capace di cogliere lo spirito dei tempi, il degrado dei paesaggi urbani delle grandi metropoli, il male e l'ansia di vivere. Come di rado accade, ascoltando le canzoni di , che miscelano rock, pop e , è impossibile non seguire ciò che ha da dire. Quando conquista la copertina di , la più importante rivista di musica e cultura giovanile del mondo è ufficialmente la donna dei sogni on the road. Non solo la sua musica ma il suo stile diventano legge: giovani artisti come Prince e Wendy&Lisa iniziano a "vestire alla Rickie Lee". Rolling Stone la riproporrà, un anno mezzo dopo, sulla propria cover accovacciata, tacchi alti, gonna corta: la bomba sexy alternativa è ormai l'icona ribelle, oltraggiosa e pronta a tutto di una generazione rock che sta per conoscere il brusco risveglio degli anni ottanta. A 52 anni la Jones torna il prossimo 6 febbraio con un che si intitola "The Sermon On Exposition Boulevard" ( New West Records - distribuzione italiana I.R.D.). L'album ha preso forma in seguito alla partecipazione di Rickie Lee a un progetto discografico di spoken word, pensato e realizzato dallo scrittore/fotografo Lee Cantelon. 13 canzoni ispiratissime, che trasudano spiritualità e disperazione, gioia e dolore, in un clima musicale ad altissima tensione, dando origine a quello che è forse il disco più rock della lunga carriera della Jones. L'entusiasmo derivante dal brano originariamente inciso per quell'album , "Nobody Knows My Name", ha spinto la cantautrice a tornare in studio assieme a Cantelon, al chitarrista Peter Atanasoff e al produttore Rob Schnapf. "The Sermon On Exposition Boulevard" arriva a quattro anni da "The Evening Of My Best Day". L'album è disponibile anche in una speciale confezione CD+DVD contenente un un "high resolution audio mix", le immagini delle sedute di registrazione e i file mp3 a 256Kb/s delle canzoni per una più semplice trasposizione dei brani sui dispositivi portatili digitali.

Nata l'8 novembre 1954 a , la giovane e irrequieta Rickie Lee vagabonda per l'America a caccia di fortuna. A 19 anni si trasferisce a Los Angeles e comincia a esibirsi nei folk-club, con singolari performance, prettamente vocali, quasi prive di accompagnamento. Si narra che alla fine del 1977, al Tropicana Motel, sia avvenuto l'incontro fatale con che rimane subito stregato dalla personalità della giovane cantautrice. Tra i due inizia così una relazione artistica e sentimentale, che durerà fino al 1980 e sarà immortalata sulla copertina di uno dei più celebri album del cantautore di Pomona: "Blue Valentine". Dopo aver lavorato anche con dei Little Feat, Rickie Lee viene notata dal capo della Warner, , che la ingaggia, lanciandola nell'olimpo della canzone d'autore americana. Nel 1979 esce il suo album di debutto omonimo, Rickie Lee Jones. E il singolo "Chuck E's in love" (dedicato al folksinger Cuck E. Weiss) è una rivelazione: arriva fino al quarto posto delle classifiche e vende oltre un milione di copie. La cantautrice di Chicago, aiutata da un team di maghi dello studio, tra cui e Dr. John, mette in mostra la sua predilezione per un rock raffinato, fatto di ballate intrise di blues, ma anche di incursioni nel jazz, di liriche intense, vicine allo spirito della beat generation, e di vocalizzi d'alta classe. I riferimenti obbligati sono Joni Mitchell e Tom Waits, ma anche intere generazioni di soul singer e di chanteuse jazz. __Ma Rickie Lee è un personaggio difficile: riservata e umorale, non ama le luci della ribalta, e decide così di ritirarsi sulle colline di Los Angeles a comporre le canzoni di Pirates (1980), il suo secondo album. E' un lavoro meno commerciale, ancora più intenso e maturo, con un pezzo trainante come "We belong together" e un impianto complessivo affascinante, grazie soprattutto ai testi visionari e ai vocalizzi maliziosi della Jones. La sua è una formula di cantautorato destinata a influenzare intere schiere di protagoniste del rock al femminile, da Suzanne Vega a Edie Brickell, da a Fiona Apple.

Intanto però problemi di alcool e guai familiari rendono la sua produzione discontinua. Il ritorno, nel 1983 con il mini Lp , è un progetto particolare, che alterna brani in studio e dal vivo. E' soprattutto un disco di cover: da un inedito di Tom Waits ("Rainbow Sleeves") alle rivisitazioni di classici jazz come "My funny Valentine" e "Lush Life", fino a una curiosa versione di "" dei Drifters. Con il successivo The Magazine, invece, la Jones torna alla sua formula doc, con il solito spirito agrodolce e con arrangiamenti sempre più raffinati. Si passa così dal soffice "Preludio" orchestrale a una struggente ballata come "It must be love", fino all'eccentrico "Theme for the Pope", con fisarmonica e ritmi mediterranei. __Ma Rickie Lee l'inquieta non riesce a godersi il successo (soprattutto di critica) che accompagna ogni sua nuova uscita. Si perde in storie di droga e di alcol, preannuncia fantomatici progetti di "cabaret musicale" che mai si realizzeranno, e scompare dalle scene. Fino a quando, nel 1988, riappare con , un progetto realizzato in collaborazione con () e i Blue Nile. E' un disco riuscito, che sembra segnare il ritorno alla vita per la cantautrice di Chicago, divenuta nel frattempo madre di un bimbo. Ma la sua avversione alle leggi del music business non si attenua: "Nella , visto che c'è così tanta competizione, devi stare entro certi ritmi, e se non li rispetti vieni ignorato. Ma io non sono fatta così...", protesta con forza. Dopo l'uscita di (1991) che rispolvera in chiave jazz successi degli anni Quaranta e Cinquanta, ma anche composizioni di , la Jones ritorna nel 1993 con e nel 1995 con la collezione di hit unplugged Naked Songs. Quindi, nel 1997, pubblica Ghostyhead, una miscela di ritmi dance e techno un po' velleitaria, che non convince né la critica né i suoi fan più intransigenti. __Passano tre anni e con It's Like This Rickie Lee Jones torna a graffiare, riavvicinandosi al jazz e confermando la sua grande espressività vocale. E' un altro disco di cover dopo "Pop Pop". "Non so perché ho deciso di ritornare a fare cover - ha raccontato la cantautrice americana - forse perché non avevo canzoni originali. Sono molto lenta e non ne avevo scritta nemmeno una. Non ho scritto nuove canzoni perché mi serve molto tempo per farlo. Quando scrivo qualcosa voglio raccontare un fatto concluso, devo ragionarci, lasciarlo sedimentare. Ho solo pensato che era un po' di tempo che volevo cantare alcune canzoni soul degli anni '60 e '70. Mi piace suonare un po' di soul, un po' di Sinatra, po' di Beatles". E del quartetto di Liverpool, la Jones ha deciso di riprendere uno dei brani più suggestivi: "For No One". "L'ho registrata perché mi piace molto - ha spiegato - Per i Beatles avevo da piccola una vera passione. Tanto che avevo imparato a cantare esattamente come John Lennon. Sono stata a Los Angeles a suonare in un locale, il The Largo, dove c'era un ragazzo che può suonare qualsiasi canzone dei Beatles. Insieme abbiamo suonato 'For no one'. Dopo quella serata si è concretizzata l'idea di questo disco". In "It's Like This", la bionda cantautrice di Chicago si cimenta anche con evergreen firmati , Traffic, Steely Dan, ed è accompagnata da ospiti d'eccezione come Taj Mahal, Ben Folds e Joe Jackson. La sua voce, calda e arrochita, mantiene intatto il suo intrigante fascino. E i suoi arrangiamenti conservano sempre un tocco di imprevedibilità. Un ulteriore saggio, insomma, della classe pura di questa signora della canzone d'autore statunitense. Successivamente altri due album, Live at Red Rocks del 2001, e The Evening of my Best Day del 2003.

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