Corso di Laurea magistrale in Economia e Gestione delle Arti e delle attività culturali

Tesi di Laurea

Arte e benessere in ambito medico e sanitario: una rassegna della letteratura internazionale e confronto

con due casi-studio italiani

Relatrice Ch.ma Prof.ssa Elisabetta Lazzaro

Correlatrice Ch.ma Prof.ssa Valeria Maggian

Laureanda Micol Calderato 871804

Anno Accademico 2018 / 2019 Abstract

Background: la motivazione che mi ha spinta a indagare questo argomento è stata la vicinanza a mia nonna materna malata per tanti anni, che ha fatto nascere in me un profondo credo nell’assistenza e nell’aiuto ai malati. Ho deciso di utilizzare le conoscenze economiche e artistiche apprese durante il mio percorso di studi per analizzare i benefici che i progetti e i trattamenti artistici possono dare in ambito medico, integrati alle cure, al fine di fare una valutazione quantitativa e ragionare sui miglioramenti della qualità della vita dei malati e analizzare gli aspetti economici delle iniziative organizzate. Ho cercato di dare il mio contributo traendo delle conclusioni utili, cercando di colmare alcune eventuali lacune presenti nella letteratura, e analizzando due casi pratici utilizzando le trattazioni scientifiche.

Metodo: ho organizzato la prima parte della mia tesi come una literature review, e attraverso Google Scholar e PubMed ho selezionato venticinque pubblicazioni scientifiche in letteratura sui benefici dell’arte in campo medico e sanitario. Ho trovato fonti eterogenee, con approcci metodologici diversi, che spaziano da studi di economia e management dell’arte, medicina e scienze sociali, al fine di tirare le mie conclusioni. Le ho organizzate e analizzate in cinque capitoli a seconda della tipologia di malati partecipanti presi in considerazione e del contesto di applicazione (pazienti con forme di demenza; studenti e staff medico; pazienti oncologici; partnership fra musei e strutture sanitarie; pazienti ospedalieri). Ho cercato di tirare le somme circa gli approcci metodologici esaustivi per ricavare risultati il più possibile rigorosi dal punto di vista scientifico. Ho completato la mia analisi costruendo una griglia tassonomica per la gamma di contribuiti che ho analizzato. Sulla base della literature review, nella seconda parte della mia tesi ho applicato l’analisi della letteratura e confrontato due casi studio emblematici italiani, l’Ospedale dell’Angelo di Mestre e i due ospedali privati accreditati Humanitas Gavazzeni e Castelli di Bergamo. Ho eseguito un’analisi descrittiva delle informazioni alle quali ho potuto accedere per misurare l’impatto che hanno avuto sul benessere dei pazienti che usufruivano delle cure.

Risultati: con la mia tesi di laurea ho contribuito all’analisi della letteratura scientifica internazionale e multidisciplinare e a far emergere variabili comuni fra le trattazioni. Alla fine di ciascun capitolo ho sintetizzato graficamente il numero di pazienti e il tipo di malattia di cui erano affetti. Nonostante l’argomento sia noto, ho rilevato come il numero degli studi pubblicati è relativamente limitato, oltre a una certa complessità e difficoltà nella disponibilità dei casi da analizzare. I risultati a cui sono pervenuta sono: una rassegna della letteratura mirata, una sua applicazione originale a due casi studio, anche in particolare attraverso un’analisi metodologica che permetta di valutare in modo più quantitativo il miglioramento del benessere ospedaliero e clinico grazie all’arte.

Conclusioni: analizzare la letteratura scientifica è stato fondamentale, perché mi ha permesso di ricavare informazioni sui benefici ottenuti dagli esperimenti artistici nell’ambito sanitario. Ho applicato i risultati delle ricerche ai due casi studio che ho analizzato, che erano sprovvisti di dimostrazioni rigorose dal punto di vista scientifico, e ho sviluppato un approccio per misurare e quantificare l’impatto sul benessere.

Keywords: arte benessere, arte pazienti, arte salute, arte-terapia, benefici arte ospedali, miglioramento benessere clinico.

Abstract

Background: the reason why of my Master Degree’s thesis argument has been the closeness and the love for my grandmother, who had been living with a severe disease for many years. She made me love, admire and trust so much the healthcare professions who devote their lives to assist, comfort and help people. I decided to put together my competences about Economics and Arts, learned during my university studies, to analyse benefits of arts programs and interventions for medical context. Arts treatments, integrated to clinical therapies, are able to enhance the quality of life, and my purpose has been to valuate and to measure their impact, and to reason about financial and management aspects. I give my personal contribute producing some new and helpful conclusions and trying to fill in some literature gaps.

Method: I organized my thesis as a literature review. Through Google Scholar and PubMed, I selected twenty-five scientific publications about the field of arts benefits in healthcare. I found heterogeneous sources with different methodological approaches from economics and management of the arts, medicine studies, social sciences, cultural management and I tried to give my contribution. I analysed them and arranged in five chapters in accordance with the participants’ kind of disease and the contexts of application (patients with Mild Cognitive Impairment, dementia and Alzheimer; Medical students and nursing staff; cancer patients; partnership between museums and public health interventions; arts in hospital environments). I produced a sum up and I tried to find exhaustive methodological approaches to gain scientific and rigorous results. I completed my analysis by building a taxonomic grid for the range of contributions I have analysed. Then, I applied the literature review to analyse and compare two Italian emblematic case studies, the Angelo Hospital in Mestre, and Humanitas Gavazzeni and Castelli Hospitals in Bergamo. I examined the available information providing a descriptive analysis. I measured the impact of the projects on patients’ well- being and I have given my contribution with quantitative finding.

Results: with my thesis, I contributed a review of the international and multi-disciplinary literature on the topic and provided evidence of the common variables between the studies. At the end of each chapter, I graphically synthesised the number of patients according to their diseases. Although this topic is well known, I found that there are not many scientific studies published, and the cases to analyse are complex and seldom available. The results are an aimed literature review and its original application to two case studies, also above all of a methodological analysis that allows evaluating the improvement of medical wellbeing quantitatively and through art.

Conclusions: the analysis of the literature has been fundamental to collect scientific information about benefits of arts in healthcare field. I applied the researches’ results to the case studies and I develop an approach to measure the impact on well-being where the benefits had not being demonstrated with scientific rigour.

Keywords: arts health economics, arts benefits, well-being art, hospital arts, museum hospitals, improvement medical wellbeing

Sommario

Sommario 1

Introduzione 4

Capitolo 1 6

Il metodo 6

Capitolo 2 10

L’arte come aiuto a persone affette da vari livelli di demenza e Alzheimer: i programmi per migliorare la qualità della vita 10 2.1 Demenza e arte terapia: esperimenti medici 11 2.2 L’Art Gallery Access Programme alla National Gallery of Australia per persone con demenza 17 2.3 Un programma di educazione artistica per i malati di demenza 20 2.4 I benefici di un programma in un museo nel Sud-Est dell'Inghilterra per malati di demenza e assistenti sanitari: art-viewing e handling 23 2.5 Lo storytelling per aiutare la memoria di persone anziane affette da lieve demenza 26 2.6 Conclusioni 30

La validità del supporto artistico nella formazione degli studenti di Medicina e degli infermieri 31 3.1 Il progetto TimeSlips: studenti di Medicina insieme ai pazienti anziani con demenza 32 3.2 I dipinti di Caravaggio per aiutare gli studenti di Medicina con le nozioni di Pediatria 34 3.3 Laboratori di arte visiva per migliorare le capacità degli studenti di Medicina 35 3.4 Una rassegna della letteratura sui benefici delle materie artistiche per gli studenti di Medicina, utile alle future ricerche 42 3.5 I benefici di un’attività artistica di pittura sul benessere e sulla formazione degli infermieri 47 3.6 Conclusioni 51

Capitolo 4 52

I benefici dell’arte-terapia integrata alle cure per i pazienti oncologici 52 4.1 La riduzione dei sintomi negativi nei pazienti oncologici grazie all’arte-terapia integrata alle cure palliative, e i benefici delle attività artistiche 53 4.2 Un programma di arte-terapia con dipinti famosi per i malati di cancro, che ricevono radioterapia 55

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4.3 I risultati di uno studio su una raccolta di ricerche di arte-terapia per pazienti oncologici 59 4.4 Programmi di arte integrati ai trattamenti farmacologici per i pazienti oncologici 61 4.5 Arte-terapia per pazienti donne malate di tumore al seno: i benefici sull’espressione emotiva, sulla spiritualità e sul benessere psicologico 65 4.6 Conclusioni 68

Capitolo 5 69

Le partnership fra i settori museale e sanitario per promuovere campagne di salute pubblica e collaborazioni 69 5.1 Musei e gallerie d’arte come partner di campagne di salute pubblica e promotori del benessere 70 5.2 I benefici della partecipazione a eventi artistici 71 5.3 Una ricerca sui portatori di interesse coinvolti nella pianificazione dei progetti artistici per la salute e l’assistenza 74 5.4 L’arte e le attività creative come risorsa per promuovere la salute pubblica 77 5.5 La creazione di consapevolezza sulla validità dell’integrazione dell’arte nelle cure mediche 79 5.6 Conclusioni 81

Capitolo 6 82

L’arte visiva negli ambienti ospedalieri che aumenta il benessere dei pazienti 82 6.1 I benefici dell’arte visiva nell’ambiente ospedaliero per i bambini e i ragazzi ricoverati nel reparto di Pediatria 83 6.2 L’arte visiva migliora l’aspetto delle sale d’attesa 85 6.3 La guida “Heritage in Hospitals”: gli oggetti museali portati all’interno dei reparti per accrescere il benessere dei pazienti 87 6.4 Il progetto Heritage in Hospitals: i benefici di sessioni di «museum object handling» per i pazienti 91 6.5 Analisi qualitative e quantitative su un campione di pazienti ricoverati in ospedale che hanno beneficiato dell’arte-terapia: incremento del benessere e della felicità 94 6.6 Conclusioni 96

Capitolo 7 97

Conclusioni generali sulla rassegna della letteratura 97

Capitolo 8 104

L’arte-terapia, l’arte che fa bene: esempi di casi studio all’avanguardia in Italia 104 2

8.1 Il metodo 104

8.2 Il caso studio dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre: il progetto che è partito dal Primario dell’Unità Operativa di Radioterapia Oncologica 105 8.2.1 La descrizione del progetto artistico e l’ “umanizzazione” dell’ospedale 106 8.2.2 Confronto fra il caso studio e l’analisi della letteratura 111 8.2.3 Misurazione dei benefici per i pazienti e della soddisfazione: analisi descrittiva e risultati 114

8.3 Il progetto “La cura e la bellezza”, l’arte entra in due ospedali privati accreditati della città di Bergamo: “una magia” secondo i medici e gli infermieri 122 8.3.1 La descrizione del progetto artistico 123 8.3.2 Confronto fra il caso studio e l’analisi della letteratura 130 8.3.3 Misurazione dei benefici per i pazienti e della soddisfazione: analisi descrittiva e risultati 133

8.4 Confronto, conclusioni e raccomandazioni 139

Conclusioni generali 145

Bibliografia 148

Sitografia 155

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Introduzione

L’obiettivo della mia tesi è una rassegna della letteratura che studia come e quanto l’arte possa essere un aiuto e un supporto all’assistenza e alle cure sanitarie, per accrescere il benessere e migliorare la qualità della vita di un gruppo specifico della popolazione: quello di persone malate, che usufruiscono di cure mediche.

La motivazione che mi ha spinta a scegliere di avvicinarmi e di indagare questo argomento è stata la vicinanza a mia nonna materna malata da tanti anni, che oggi è il mio angelo custode, che ha fatto nascere in me un profondo credo nell’assistenza, nell’aiuto e nel conforto ai malati, e una sincera ammirazione per tutti coloro che operano nel settore sanitario. Ho deciso di utilizzare le conoscenze artistiche ed economiche apprese durante il mio percorso di studi per analizzare i benefici che i progetti, i programmi e i trattamenti artistici possono dare in ambito medico, al fine di fare una valutazione quantitativa e ragionare, oltre che in termini di miglioramenti della qualità della vita dei malati, anche di analisi delle iniziative organizzate.

La forma d’arte sulla quale ho scelto di concentrarmi è l’arte visiva. Ho cercato infatti progetti, studi ed esperimenti con oggetto l’arte visiva, come ad esempio: sessioni di osservazione di quadri all’interno di musei, utilizzo dei dipinti per incoraggiare discussioni e allenare la memoria, ecc. (Johnson et al. 2015; MacPherson et al. 2009; ecc.). Ho deciso di focalizzarmi sull’arte visiva per due motivi: il primo è perché secondo me rappresenta la forma d’arte (e di fruizione) per eccellenza, che coinvolge l’attenzione, il pensiero, i propri gusti estetici, il ragionamento; il secondo, perché è grazie all’«art- viewing» che gli ambienti museali possono essere messi a disposizione dei pazienti, che possono avvicinarsi all’arte e interagire con quadri e dipinti. Ho scelto di escludere quindi la parte più pratica e motoria (come laboratori di danza, attività sportive, teatrali). Ho ammesso sei studi che hanno incluso anche le attività di «museum object handling», nei capitoli secondo (Johnson et al. 2015), quarto (Thomson et al. 2012), quinto (Camic & Chatterjee 2013, benessere per i malati grazie a «viewing paintings» e «object handling»), sesto (Ander et al. 2011; Ander et al. 2012; Paddon et al. 2014).

In molti studi che ho analizzato i partecipanti non sono stati solamente i malati ma anche infermieri (Karpavičiūtė & Macijauskienė 2015), studenti di Medicina (Yang et al. 2011; Poropat et al. 2018), assistenti sanitari (Johnson et al. 2015), medici, ricercatori stessi (Ullán et al. 2012; Rentz 2002 175-181, citato in Chancellor et al. 2013), «caregivers» 4

(termine inglese entrato ormai nel nostro uso comune che significa letteralmente «coloro che si prende cura», cioè assistono in modo diretto e volontario i malati, ndr), educatori artistici (Ullán et al. 2012), personale dei musei (MacPherson et al. 2009) e familiari dei malati (MacPherson et al. 2009; George et al. 2013).

Mi sono focalizzata poi sugli ambienti museali a disposizione delle attività artistiche, per la promozione di partnership e di campagne sulla salute (come ad esempio: Chatterjee H.J. & Camic P.M. 2015, Paddon et al. 2014). Nell’ultima parte della mia tesi ho analizzato due casi studio, facendo tesoro delle trattazioni scientifiche e cercando di contribuire in modo innovativo con la mia tesi di laurea alla misurazione dell’impatto sul benessere dei pazienti.

Il mio approccio metodologico è stato di ricerca, elaborazione e valutazione della letteratura scientifica internazionale, per poi applicarla in modo originale a due casi studio emblematici italiani. È stata fondamentale l’analisi delle pubblicazioni, per rilevare l’evidenza empirica sui benefici che l’arte può aggiungere o integrare nel benessere di individui malati rispetto a quelli delle cure sanitarie.

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Capitolo 1

Il metodo

Nel mio lavoro di tesi ho scelto di raccogliere e analizzare ricerche in letteratura sui benefici e sul benessere apportati dall’arte in campo medico e sanitario. Ho deciso di prestare attenzione a questo argomento perché si è sviluppato soprattutto negli ultimi decenni ed è un’area delicata che è oggetto di studi scientifici affinché ne venga dimostrata la validità empiricamente, con rigore dal punto di vista del metodo scientifico e quantitativo.

Ho organizzato la mia tesi come una literature review, una rassegna della letteratura: ho scelto e analizzato varie pubblicazioni ed elaborato delle analisi. Per cominciare, ho effettuato le mie ricerche su Google Scholar e su PubMed, cercando le parole «arts health economics», «arts benefits», «well-being art», «health care museums», «hospital arts», «museum hospital». Attraverso queste parole chiave ho selezionato i miei primi articoli (che sono stati: Raw et al. 2012; Camic et al. 2013; Chancellor B. et al. 2013; Poropat et al. 2018), che sono stati la mia partenza. Li ho analizzati, strutturandoli a seconda di obiettivo, approccio e contesto di applicazione di ciascuno. Ad esempio:

Inserendo le parole «hospital arts» nel motore di ricerca Google Scholar ho potuto trovare le seguenti pubblicazioni:

Cusack et al. 2010 Thomson et al. 2012 Bishop 2017

Ho poi consultato le bibliografie degli articoli che avevo trovato, e grazie a questo sistema ho cercato altri articoli fra quelli citati (come ad esempio Camic et al. 2013 che è citato in Johnson et al. 2015).

Per procedere con la rassegna della letteratura, per prima cosa ho stabilito i criteri che avrei seguito, per rispondere ai “perché” e ai “come” che sorgevano.

Ho scelto la tipologia di arte, infatti mi sono concentrata sull’arte visiva, e di malati: per primi di demenza e Alzheimer, perché conoscevo alcuni esperimenti che erano stati fatti e poi, grazie alle ricerche, ho trovato studi fatti con il coinvolgimento degli studenti di 6

Medicina (che hanno affiancato i pazienti geriatrici, George et al. 2013, o che hanno beneficiato del supporto artistico durante l’apprendimento in Pediatria, Poropat et al. 2018).

Studiando gli articoli che avevo in mano ho avuto la possibilità di trovare anche dei programmi di arte terapia per i pazienti oncologici (Geue et al. 2010), e poi iniziative artistiche per l’ambiente ospedaliero (Cusack et al. 2010), alle quali hanno partecipato anche bambini e ragazzi ricoverati in Pediatria (Bishop 2017). Ho organizzato e strutturato le mie fonti al fine di ricavarne una raccolta omogenea e chiara, che mi permetta di analizzare gli aspetti economici e di proporre alcune considerazioni e conclusioni personali. Ho selezionato gli articoli in base a quattro criteri:

o Che le finalità, l’argomento e il contesto di applicazione dello studio fossero coerenti con il mio obiettivo di ricerca: grazie alle parole chiave inserite nei motori di ricerca ho potuto valutare le pubblicazioni che trovavo, affinché fossero pertinenti con la mia indagine. L’aspetto primario che mi ha consentito di fare una “scrematura” è stato che l’arte fosse visiva. o La “notorietà” dell’esperimento: ho osservato il numero di articoli correlati e di quante citazioni (così da poter analizzare articoli conosciuti, citati in altri studi, che potessero fare da “fondamenta” per la mia tesi); o L’anno: da studi meno recenti (dai primi anni 2000) fino alle pubblicazioni del 2019, anche per controllare eventuali cambiamenti nell’approccio e nella considerazioni di questi progetti artistici a supporto delle cure mediche; o Che (dove possibile) si ricollegassero agli altri già da me considerati, per poter avere una “treccia” di pubblicazioni.

Ho deciso di ordinare la mia tesi in capitoli, a seconda della tipologia di malati:

- Il Capitolo 2 è dedicato a una raccolta di studi sull’aumento del benessere per i malati di MCI (“Mild Cognitive Impairment”), demenza, Alzheimer (Chancellor et al. 2013; MacPherson et al. 2009; Ullán et al. 2012; Johnson et al. 2015; Zhao et al. 2018). - Il Capitolo 3 è dedicato a studi che come partecipanti avevano anche gli studenti di medicina (George et al. 2013; Poropat et al. 2018; Yang et al. 2011; Mukunda et al. 2019; Karpavičiūtė & Macijauskienė 2015). Ho scelto di far seguire questo

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capitolo al precedente perché l’articolo degli autori George et al. del 2013 è un lavoro di gruppo che di malati di demenza e studenti di medicina. - Il Capitolo 4 è una raccolta di iniziative di arte terapia per i pazienti oncologici (Lefrèvre et al. 2015; Koom et al. 2016; Geue et al. 2010; Thomson et al. 2012; Puig et al. 2006). - Il Capitolo 5 invece è dedicato ai programmi e supporti artistici all’interno degli ospedali (Camic & Chatterjee 2013; Węziak-Białowolska 2016; Daykin et al. 2017; Clift 2012; Khan & Moss 2015). - Il Capitolo 6 riguarda le campagne di salute pubblica promosse all’interno dei musei (Bishop 2017; Cusack et al. 2010; Ander et al. 2011; Ander et al. 2012; Paddon et al. 2014).

In questa tabella presento l’organizzazione della mia tesi:

Tabella 1 - Griglia di presentazione struttura in capitoli (2-6).

CAPITOLO 2 CAPITOLO 3 CAPITOLO 4 CAPITOLO 5 CAPITOLO 6 L’arte come Le partnership aiuto a persone La validità del I benefici fra i settori L’arte visiva affette da vari supporto dell’arte-terapia museale e negli ambienti livelli di artistico nella integrata alle sanitario per ospedalieri che demenza e formazione cure per i promuovere aumenta il Alzheimer: i degli studenti di pazienti campagne di benessere dei programmi per Medicina e degli oncologici salute pubblica e pazienti migliorare la infermieri collaborazioni qualità della vita Chancellor et al. George et al. Lefrèvre et al. Camic & Bishop 2012 2013 2013 2015 Chatterjee 2013 Węziak- MacPherson et Poropat et al. Koom et al. Cusack et al. Białowolska al. 2009 2018 2016 2010 2016 Daykin et al. Ander et al. Ullán et al. 2012 Yang et al. 2011 Geue et al. 2010 2017 2011

Johnson et al. Mukunda et al. Thomson et al. Ander et al. Clift 2012 2015 2019 2012 2012 Karpavičiūtė & Khan & Moss Paddon et al. Zhao et al. 2018 Macijauskienė Puig et al. 2006 2015 2014 2015

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In tutto ho selezionato venticinque articoli. Per rappresentare la mia literature review e dare il mio contributo a quello che è lo stato dell’arte delle cooperazioni fra settore sanitario e settore museale in modo più chiaro, metodologico e sistematico, ho deciso di elaborare i dati delle ricerche e inserirli in un’unica griglia tassonomica, alla quale ho dedicato un capitolo a sé (Capitolo 7).

Nella seconda parte della mia tesi (Capitolo 8) ho preso in considerazione due casi studio pratici, a livello locale e nazionale. Il mio punto di partenza è stato la collaborazione fra l’artista contemporanea veneziana Clarice Renier e l’Ospedale dell’Angelo di Mestre tre anni fa, nel 2016, che fu proprio l’incipit del mio interesse per questo argomento per la mia tesi di laurea. Il secondo caso studio è quello di due ospedali privati accreditati di Bergamo. Ho avuto la possibilità di analizzare e di vedere di persona i frutti delle collaborazioni: entrambe hanno avuto come obiettivo comune alleviare la permanenza dei pazienti, migliorare il posto di lavoro per i dipendenti e fare dell’ospedale un luogo sereno e rassicurante. Ho raccolto i casi studio, li ho analizzati cercando di misurare l’impatto sul benessere dei pazienti e laddove non abbia trovato trattazione scientifica, ho raccolto la documentazione del caso studio e l’ho trattata grazie alla letteratura scientifica analizzata nei capitoli precedenti (Capitolo 6). Ho confrontato le due pratiche e ho tratto delle conclusioni, aggiungendo delle mie raccomandazioni e un formulario sui principi e i contenuti di un ipotetico metodo di misurazione del miglioramento del benessere nei pazienti, che ho collocato a chiosa delle conclusioni. La mia proposta di misurazione non è stata sperimentata nella pratica, perché avrebbe implicato la richiesta di varie autorizzazioni per la privacy dei pazienti e degli ospedali. Ha l’obiettivo di aprire la strada e stimolare altra ricerca.

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Capitolo 2

L’arte come aiuto a persone affette da vari livelli di demenza e Alzheimer: i programmi per migliorare la qualità della vita

Tabella 2 – la struttura del Capitolo 2.

Tipologia di Sezioni: Pubblicazioni: pazienti: 2.1 Demenza e arte terapia: esperimenti Chancellor et al. medici 2013 Malati anziani affetti da 2.2 L’Art Gallery Access Programme alla MacPherson et al. Deterioramento National Gallery of Australia per persone 2009 Cognitivo Lieve con demenza (MCI “Mild 2.3 Un programma di educazione artistica Cognitive Ullán et al. 2012 Impairment”), da per i malati di demenza demenza e 2.4 I benefici di un programma in un Alzheimer museo a Sud-Est dell'Inghilterra per malati Johnson et al. di demenza e assistenti sanitari: art- 2015 viewing e handling 2.5 Lo storytelling per aiutare la memoria di persone anziane affette da lieve Zhao et al. 2018 demenza

In questo capitolo ho selezionato e analizzato cinque ricerche che hanno indagato il benessere delle attività artistiche e creative (di fruizione e di interazione) per persone con lieve deterioramento cognitivo (una “pre demenza”, ndr), demenza e Alzheimer. Questi programmi aiutano i malati a esercitare la memoria, a socializzare, a sentirsi coinvolti, attivi, normali, e a migliorare le loro capacità. È importante fare una piccola premessa: negli anni ’40, Adrian Hill coniò il termine “arte- terapia” («art therapy»). L’arte terapia, secondo Hill, ha origini sia nell’arte che nella psicoterapia: è un processo terapeutico per migliorare il benessere del paziente (psicologico) e aiutarlo a instaurare un rapporto psico- terapeutico con il terapista. L’arte terapista Andrian Hill inizialmente utilizzò l’arte terapia per i malati di tubercolosi, poi per pazienti che non rispondevano alle tradizionali terapie verbali e, negli ultimi anni, per le persone con il cancro; i partecipanti anziani si sentivano meglio a contatto con l’arte e avevano bisogno di minori medicazioni e visite mediche (Cohen 2006 7-15, citato in Chancellor et al. 2013).

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2.1 Demenza e arte terapia: esperimenti medici

Chancellor et al. (2013) hanno analizzato la letteratura sull’arte-terapia in casi di demenza, anche di artisti famosi e conosciuti a cui era stato diagnosticato l’Alzheimer e che avevano continuato a dipingere nonostante la malattia. Il focus della ricerca è stato sull’arte visiva.

Al momento dello studio, il numero di malati di demenza negli USA era di 5,4 milioni, e a livello mondiale di 36 milioni. Le previsioni erano in continua crescita: era stato stimato che, globalmente, nel 2030 raddoppieranno a 66 milioni, e a 115 nel 2050. Senza trattamenti che guariscano o curino la demenza, l’assistenza ai pazienti è di importanza primaria: i sintomi manifestati compromettono le attività quotidiane, peggiorano la qualità della vita, allungano il ricovero ospedaliero e sono associati ad un più veloce declino cognitivo. Per gli operatori sanitari, occuparsi di persone affette da demenza significa prendersi la responsabilità della loro salute emozionale e fisica. La gravità dei sintomi neuropsichiatrici provoca nei caregvers ansia, stress e sconforto. Le cure mediche hanno poca efficacia: vengono somministrati gli inibitori della colinesterasi (enzima che degrada l’acetilcolina - sostanza chimica appartenente alla categoria dei neurotrasmettitori, secreta dai neuroni per trasmettere l’impulso nervoso verso altre cellule, ndr) o la memantina (appartenente a una nuova classe di farmaci per il trattamento della malattia di Alzheimer, che blocca gli effetti di livelli patologicamente elevati di glutammato. Nei soggetti affetti da demenza, la perdita di neuroni corticali sembra essere correlata a una aumentata sensibilità o ad aumentati livelli di glutammato, il principale neurotrasmettitore eccitatorio a livello di corteccia cerebrale e ippocampo, che determina un flusso continuo di calcio all'interno dei neuroni, responsabile alla fine della morte delle cellule, ndr). Alcuni antipsicotici come il risperidone (che modifica l'effetto di alcuni neurotrasmettitori, ndr) e l’olanzapina (medicinale generico, ndr) possono dare modesti miglioramenti a breve termine, ma sono associati a effetti collaterali rilevanti. Nella prima parte dello studio di Chancellor et al. c’è una descrizione dei sintomi nei pazienti affetti da demenza, che accusano comunemente sintomi neuropsichiatrici (apatia, depressione, delusione, allucinazioni, aggressività, agitazione psicomotoria, comportamenti sessuali inappropriati, riduzione del sonno) che abbassano la loro qualità della vita. I trattamenti farmacologici per questi sintomi sono poco efficaci e, in assenza di nuove prospettive di cura immediate per la demenza degenerativa, c’è la necessità di

11 trattamenti che migliorino la qualità della vita. Gli autori hanno esplorato l’utilità dell’arte-terapia attraverso un’analisi della letteratura esistente: i pazienti con demenza possono produrre ed apprezzare l’arte visiva al fine di trarne beneficio, e vari casi studio e piccole sperimentazioni suggeriscono che l’arte-terapia impegni l’attenzione e migliori i sintomi neuropsichiatrici, il comportamento sociale e la stima in se stessi. Gli autori Chancellor et al. hanno condotto una ricerca fra l’1 gennaio 2013 e il 30 aprile 2013 su Pubmed Plus, Ovid MEDLINE, CINAHL, ISIWeb of Science, PSYCinfo, The Cochrane Database, ALOIS, Google Scholar per gli anni 1980-2013, cercando le parole: art, art therapy, painting, visual stimulation, art appreciation, Alzheimer’s disease, dementia. I metodi e il calcolo dell’efficacia dell’arte terapia sono stabiliti dalle ricerche cliniche, al fine di determinare le condizione ottimali per i pazienti di Alzheimer e di altri tipi di demenza. Per confermare e incentivare l’utilizzo dell’arte-terapia, sono stati elencati stati alcuni artisti professionisti famosi che scoprirono di essere affetti dalla malattia di Alzheimer ma continuarono a dipingere, come ad esempio:

William Utermohlen (1933-2007): nel corso della propria demenza dipinse una serie di autoritratti [Figura 1] che mostrano la crescente alterazione delle forme dell’organizzazione spaziale e l’appiattimento della prospettiva, esprimendo con abilità le proprie complesse emozioni (Chancellor et al. 2013).

Figura 1: Esempi di autoritratti di malati di Alzheimer

Fonte: Lupacchini S. (2012:1)

A Utermohlen fu diagnosticata nel 1995, e i suoi autoritratti dal 1996 al 2000 testimoniano la sua esperienza di paziente malato, raccontano ciò che non è più possibile dire con le 12 parole e fanno comprendere con grande efficacia cosa viva una persona dal momento della diagnosi della “malattia del lungo addio”. Utermohlen, morto per le conseguenze della malattia di Alzheimer, nel suo autoritratto del 1996 si trova ad affrontare il suo destino, conosce la prognosi della malattia e sa che è irreversibile. L’immagine ultima del 2000 è una cancellazione, non è presenza né assenza, Utermohlen vorrebbe rimanere ma sta scomparendo. Per l’artista l’arte era diventata anche una terapia, un tentativo di auto guarigione. Alcuni dei suoi lavori permettono di individuare, ancor prima della diagnosi di malattia, il momento preciso in cui si affacciano i primi semi del morbo di Alzheimer. L’auto monitoraggio che l’artista ha fatto della propria salute è stato seguito regolarmente dai medici dell’ospedale neurologico in cui era in cura. Le sue ultime opere possono essere considerate un vero e proprio “diario” dell’avanzamento clinico del deterioramento cognitivo causato dall’Alzheimer (Lupacchini S. 2012). Carolus Horn (1921-1992), grafico per un giornale svizzero, dipinse a partire dalla diagnosi di Alzheimer a 58 anni. I suoi lavori [Figura 2] mostrano le distorsioni nella prospettiva e nelle relazioni spaziali, via via con la mancanza di caratteristiche personali per prediligere i colori rossi e gialli.

Figura 2: i dipinti del Ponte Rialto che seguono il peggioramento della malattia

Fonte: https://www.extremnews.com/images/full-e7e4036829cf43d0bd049169054c75cc.jpg:7

A Danae Chambers (1941-) l’Alzheimer è stata diagnosticata a 49 anni, e ha continuato a dipingere con creatività nonostante il serio deterioramento dovuto alla malattia. Hilda Gorenstein (1905–1998), un’arista affermata, ha continuato a dipingere nonostante la gravità della sua malattia. La sua produzione artistica è documentata nel film “I Remember Better When I Paint”, scritto e diretto da Eric Ellena e Berna Huebner.

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Il famoso pittore Willem de Kooning smise di dipingere dieci anni prima che gli fosse diagnosticato l’Alzheimer. Con il supporto di sua moglie, negli anni’80 ricominciò a dipingere: dipinti astratti, lirici, con colori primari.

Dalle sperimentazioni cliniche raccolte nella ricerca di Chancellor et al. 2013 è emerso che l’utilizzo delle terapie artistiche (lavori artistici a casa, collage, colorare dei disegni, discutere su capolavori artistici) possa migliorare i sintomi comportamentali e la qualità della vita dei malati di demenza. I terapeuti dell’arte, artisti o assistenti forniscono l’arte terapia per i piccoli gruppi di malati di demenza, in ambito clinico o di assistenza. I risultati sono in prevalenza qualitativi (osservazioni, domande, risposte a questionari), avvalorati da quelli quantitativi (elaborazione dei dati, percentuale di gradimento e di benessere). La terapia artistica impegna l’attenzione, dona piacere, migliora la comunicazione e il comportamento dei pazienti, accresce l’autostima e diminuisce ansia, agitazione e depressione. . Gli esperimenti raccolti dagli autori Chancellor et al. 2013 sono:

1- Piccoli esperimenti di “Memories in the Making” (MIM), un programma di Belle Arti organizzato negli Stati Uniti (sponsorizzato dall’Associazione Alzheimer Greater Cincinnati Chapter, nell’Ohio) dedicato a persone con demenza lieve o moderata. È stata imostrata una crescita di attenzione, affetto e autostima durante le sessioni (Rentz 2002 175-181, citato in Chancellor et al. 2013).

Approccio metodologico: il MIM è stato un programma settimanale guidato da artisti nel quale i partecipanti potevano usare la pittura per esprimere se stessi, creando immagini visive colorate. L’esperimento MIM ha coinvolto 41 partecipanti.

Risultati ottenuti: in seguito alla terapia, l’83% ha impegnato la propria attenzione per 30-45 minuti; l’80% ha espresso piacere (sorridevano, ridevano) e di questi, il 39 % ha comunicato verbalmente la soddisfazione e il 78% ha esternato una positiva autostima.

Eventuali limiti osservati dagli autori: questo studio ha avuto tre limiti: la mancanza di un gruppo di controllo, l’avere come agevolatori dell’esperimento i ricercatori stessi (che quindi non erano più attendibili e neutrali), la non verificabilità dei benefici a lungo termine. Un’analisi effettuata dopo l’esperimento ha incluso un’attività di controllo della permanenza dei benefici ottenuti: una volta alla settimana, per cinque settimane, dodici pazienti con lieve o moderata demenza si sono impegnati in un’ora di arte terapia, subito poi seguita da un’ora di attività controllata (discussioni di attualità, lavori manuali). I 14 ricercatori hanno monitorato la concentrazione, il sorriso e la verbalizzazione positiva a intervalli di dieci minuti. I partecipanti hanno dimostrato più interesse, attenzione, divertimento e autostima durante i minuti di arte terapia che in quelli dell’attività controllata. Le conclusioni del MIM sono state incoraggianti, ma dati il campione troppo piccolo ed eterogeneo e il basso numero di sessioni, lo studio è stato limitato.

2- In altri casi studio è stata empiricamente dimostrata l’efficacia della terapia artistica per migliorare i sintomi comportamentali: un paziente con l’Alzheimer ha beneficiato di attività artistiche (fare dei lavori artistici a casa), che hanno ridotto i suoi disturbi comportamentali (Mimica & Dubravka 2011 125-128, citati in Chancellor et al. 2013).

3- In un altro paziente con una grave forma di Alzheimer, i sintomi neuropsichiatrici sono stati abbassati facendo dei collage e colorando dei disegni una o due volte alla settimana (Peisah et al. 2011 1011-1013, citato in Chancellor et al. 2013).

4- Altri due piccoli esperimenti hanno misurato gli effetti dell’arte terapia: a- Uno studio controllato randomizzato (metodi di campionamento non probabilistici) condotto in Giappone, che dimostrò come l’arte terapia possa ridurre l’apatia e migliorare la qualità della vita dei pazienti. 39 pazienti con lieve Alzheimer erano stati assegnati a random alla terapia sperimentale artistica (colorare forme astratte) oppure ad attività controllate (esercizi di calcolo) una volta alla settimana per quindici minuti al giorno. Lo stato cognitivo, la depressione, la vitalità, il comportamento e i sintomi degli assistenti sanitari erano stati misurati prima e dopo dodici settimane. I pazienti sottoposti a terapia artistica hanno dimostrato un miglioramento del 10% nella qualità mentale della vita («mental quality of life», QOL). Non ci sono state però altre differenza fra i due gruppi. I ricercatori hanno attribuito la modestia delle conclusioni al piccolo numero di partecipanti e alla breve durata dello studio (Hattori et al. 2011 431- 437, citato in Chancellor et al. 2013).

b- I due autori (Rusted & Sheppard 2006 517-536, citato in Chancellor et al. 2013) dimostrarono gli effetti benefici delle sessioni di arte terapia sul comportamento. Allo studio, condotto nel Regno Unito e finanziato dalla Health Foundation, hanno partecipato (tutti volontariamente) 45 pazienti affetti da demenza (12 lieve/moderata e 33 grave), di eziologia (ricerca e studio delle cause che

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determinano una malattia, ndr) mista (19 colpiti da infarto, 18 malati di Alzheimer, 8 non specificati). I malati erano in cura all’Hillrise Day Resource Centre (nel Sussex), alla Partridge House (nell'East Sussex), alla St. Ann’s Residential Home (fra Devon e la Cornovaglia) e al Centro Anziani Wayfield Avenue Resource (nell’East Sussex). Hanno partecipato anche gli assistenti sanitari. I pazienti sono stati assegnati casualmente a due gruppi, ciascuno di sei pazienti, uno di arte terapia e l’altro di attività di controllo (ricreative). I gruppi si incontravano per un’ora, una volta alla settimana per quaranta settimane. Solo 21 pazienti completarono lo studio: 10 morirono, 5 erano stati spostati e 9 non avevano completato i dati. Dopo le quaranta settimane, il gruppo di arte aveva mostrato miglioramenti nelle capacità psichiatriche, nell’acume mentale, nella socievolezza e nella calma, mentre il gruppi di attività di controllo aveva registrato un declino in tutte queste categorie. Sono stati monitorati all’inizio dello studio e alla decima, ventesima e quarantesima settimana, e controllati dopo uno e dopo tre mesi. I risultati confermano i benefici che derivano dall’arte per i pazienti affetti da demenza ma non è chiaro se questi benefici possano durare anche fuori dallo studio.

5- Il programma “Meet me at MoMA”, al Museum of Modern Art di New York, che è stato il frutto delle iniziative di vari musei di avvicinarsi ai malati di demenza [Figura 3]. Il progetto ha poi supportato campagne simili in altri sessanta musei (Parsa et al. 2010 217-234, citato in Chancellor et al. 2013). Nel programma Meet Me at MoMA, gruppi di 7-8 pazienti affiancati da due assistenti sanitari parteciparono a delle sessioni di 90 minuti ogni mese. Durante le sessioni, guidate dai curatori museali, parlavano di quattro, cinque opere d’arte della collezione. Uno studio su questo programma dimostrò che l’umore dei pazienti e dei loro assistenti sanitari migliorava durante e dopo ciascuna visita (Rosenberg 2009 93-97, citato in Chancellor et al. 2013). Per oltre nove mesi, 37 assistenti sanitari si occuparono di valutare i pazienti affetti da demenza al primo stadio: erano tenuti a registrare il proprio umore prima e dopo la sessione attraverso l’uso di scale, strumenti di osservazione, valutazioni da effettuare a casa e focus group. L’umore dei pazienti e degli assistenti migliorava durante le sessioni: gli assistenti sanitari registrarono un miglioramento nel 55% dei pazienti e un aumento dell’autostima nel 27%. Gli assistenti sanitari confermarono il miglioramento della connessione sociale con i pazienti e la riduzione dei problemi emozionali. 16

Il programma Meet Me at MoMA è stato reso possibile grazie alla partnership con la Volkswagen America. È stato e co-finanziato da: The Taft Foundation (fondata nel 2004 dal ricco filantropico Don Taft, in Florida), Bloomingdale’s (grande magazzino storico di New York), Allene Reuss Memorial Trust, Zella e Jack Butler Foundation, Von Seebeck- Share B Charitable Trust, Frank J. Antun Foundation, Langner Family Fund, un donatore anonimo e Annual Education Fund (https://www.moma.org/calendar/programs/35).

Figura 3: gli anziani affetti da Alzheimer durante il programma al MoMA di New York.

Fonte: https://www.moma.org/d/p/sa/accessibility_hero_tile_main.jpg

2.2 L’Art Gallery Access Programme alla National Gallery of Australia per persone con demenza

Obiettivo: uno studio del 2009 (MacPherson et al. 2009) ha avuto come obiettivo offrire ai malati di demenza l’opportunità, che spesso è molto bassa, di impegnarsi in attività intellettuali, per promuovere le loro abilità e aumentare il loro benessere. Il programma è stato svolto alla National Gallery of Australia. È stato finanziato dalla Tudor Foundation (fondazione nata dal fondo speculativo del miliardario Paul Tudor Jones) e fatto conoscere dalla Associazione Alzheimer dell’Australia.

Approccio metodologico: il programma è durato sei settimane, durante le quali i ricercatori, con grande interesse, hanno confrontato i dati. I partecipanti sono stati 23: 8 provenivano da case di riposo (RACF, Residential Ages Care Facilities) e 15 (poi 12)

17 dalla comunità (7 erano residenti a casa e 8 reclutati grazie all’Associazione Alzheimer locale. Tre soggetti non completarono la prima sessione, e furono perciò esclusi).

Affinché diventassero partecipanti, è stato necessario rispettare tre criteri: 1) che la demenza fosse stata diagnosticata, 2) che gli staff dei malati avessero accertato che avrebbero potuto beneficiare del programma e 3) che i partecipanti fossero in grado di sostenere semplici conversazioni. È stato chiesto loro un consenso, verificato poi dagli assistenti sanitari.

Sono stati creati 4 gruppi: uno di soli uomini ed uno di sole donne per coloro che arrivavano dalla comunità, e altri due per chi veniva dalle case di cura. Sono stati inclusi anche gli educatori che erano interessati. Per la misurazione dei dati è stato somministrato ai malati (con la supervisione di un familiare o di un assistente delle RACF) un questionario prima dell’inizio del programma, per raccogliere le loro caratteristiche. È stata utilizzata la scala CDR (Clinical Dementia Rating) per misurare il livello di compromissione, e i sintomi sono stati quantificati grazie a degli algoritmi. I familiari o i caregivers hanno inoltre indicato i comportamenti associati alla demenza. Il programma è iniziato con un’analisi dei comportamenti: i partecipanti sono stati filmati da un volontario della National Gallery of Australia, e il reportage è stato visionato da due ricercatori, che ne hanno codificato le attività al fine di definire un range di comportamenti e utilizzarli come indicatori. Concluse le sei settimane, sono stati creati dei focus group di partecipanti, assistenti ed educatori del museo, per valutare le sensazioni e l’esperienza del programma (sono state raccolte anche opinioni informali dello staff delle RACF). I dati raccolti sono stati trascritti da due ricercatori e codificati in categorie e sub-categorie. Come si è svolto il programma: gli educatori del museo hanno affiancato i partecipanti difronte ai capolavori (selezionati prima, sia opere semplici sia astratte) della National Gallery of Australia per circa 45-60 minuti. I gruppi hanno trascorso il medesimo tempo nella galleria, accompagnati dagli stessi educatori dalla prima alla sesta settimana. I pazienti delle case di cura erano accompagnati da uno o due operatori sanitari, quelli invece della comunità da un volontario dell’Associazione Alzheimer. Per la prima settimana tutti i partecipanti si accomodavano in fila su una panca di fronte al dipinto, mentre poi - in seguito all’osservazione di un operatore sanitario - sono stati fatti indietreggiare gli educatori del museo, così da lasciare interagire liberamente i malati.

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Risultati ottenuti: È stato necessario, dato il piccolo campione, classificare i dati in quattro categorie: negativo, neutrale, interessato e molto interessato.

Nella prima sessione, l’84.4% delle osservazioni erano state classificate come “interessati” o “molto interessati”. I risultati elaborati nelle prime due sessioni del programma vanno interpretati con cautela perché il campione è molto piccolo; dimostrano che mentre già dall’inizio i partecipanti dalla comunità erano molto interessati, a quelli delle RACF è servito più tempo per mettersi in pari.

I partecipanti hanno riconosciuto che il programma è stato molto stimolante, li ha incoraggiati a socializzare, a pensare e a imparare, e molti di loro hanno riscoperto l’interesse per l’arte. Inoltre si sono sentiti trattati come normali, con dignità, non come persone affette da demenza. Hanno ripetutamente commentato di voler proseguire ancora con il programma.

Gli effetti sono stati classificati in due: divertimento e fiducia, e allenamento della memoria. Gli educatori hanno registrato un alto livello di soddisfazione nell’esercizio della memoria. Dalla prima alla quinta settimana è stato notato un significativo aumento del numero di “molto interessati”, e i commenti dei partecipanti hanno confermato i dati quantitativi. In presenza degli assistenti o lontani dal programma, i partecipanti hanno perso un po’ di fiducia. Non ci sono risultati evidenti che il programma possa produrre a lungo termine: nessun operatore ha registrato miglioramenti cognitivi, comportamentali o sociali. Tuttavia, anche se non assicura risultati rigorosi, il programma non è da svalutare: per tutta la sua durata, infatti, i partecipanti si sono divertiti e hanno dimostrato maggiori capacità del solito. In un commento di un assistente sanitario è racchiuso nel migliore dei modi il significato del programma: «You do it for the moment».

Eventuali limiti osservati dagli autori: i partecipanti residenti nelle RACF erano più anziani e insufficienti rispetto a quelli provenienti dalla comunità. Entrambi hanno fatto accrescere moderatamente il livello di stress in chi li accudisce (i primi con insistenti domande ripetitive, i secondi con incapacità di seguire le istruzioni). Il programma è stato sperimentale, soprattutto per verificare se possa essere possibile logisticamente. I risultati sono limitati dalla piccola dimensione del campione e gli studi futuri dovrebbero

19 considerarne uno più grande. È suggerito di monitorare il comportamento dei partecipanti prima e dopo la visita in galleria, per stabilire se i cambiamenti siano «for the moment» o possano avere effetti su lungo termine. L’Art Gallery Access Programme, infine, va a seguito di altre attività specifiche per i malati: rafforza però l’importanza di fornire interventi che diano l’opportunità di svolgere attività normali. Questo programma è continuato nella National Gallery of Australia, con nuovi partecipanti, e c’è il progetto di diffonderlo ad altri musei del paese.

2.3 Un programma di educazione artistica per i malati di demenza

Gli autori (Ullán et al. 2012) hanno dimostrato i benefici di uno studio qualitativo di un programma educazionale artistico per i malati affetti da lieve demenza.

Obiettivo: l’obiettivo degli autori è dimostrare che la demenza non è un ostacolo alle opportunità di partecipare alla vita culturale (diritto riconosciuto dall’articolo 27 della Dichiarazione dei Diritti Umani); è utile, infatti, abbinare le terapie artistiche a quelle mediche. dimostrato durante l’osservazione che i pazienti avevano sviluppato una notevole creatività visuale, nonostante soffrissero di demenza frontotemporale (malattia neurodegenerativa dell'encefalo che insorge a causa del progressivo deterioramento dei neuroni situati nei lobi frontali e temporali del cervello e che compromette il linguaggio, il comportamento, parte del movimento e le capacità di pensiero, ndr) e demenza semantica (tipo di demenza frontotemporale il cui inizio è caratterizzato da una progressiva alterazione del linguaggio, ndr). Al contrario del linguaggio, le abilità e la creatività artistiche sono collegate a varie aree del cervello (Zaidel 2010, citato in Ullán et al. 2012): questo spiega la persistenza delle loro funzionalità anche nei casi di persone con lesioni cerebrali o demenza. Nel caso dell’Alzheimer, il comportamento nei confronti dell’apprezzamento dell’arte rimane inalterato, almeno nei primi stadi della malattia (Halpern et al. 2008, citato in Ullán et al. 2012), e non sembra che l’Alzheimer abbia effetti peggiorativi nelle composizioni o nell’uso dei colori (Cummings et al. 2008, citato in Ullán et al. 2012). L’obiettivo degli autori (Ullán et al. 2012) è stato di dimostrare quantitativamente i risultati di questo studio qualitativo esplorativo, progettato per determinare che i malati di lieve demenza possono partecipare a un programma educativo di arte contemporanea e per conoscere che benefici possa dare.

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Approccio metodologico: tutti gli utenti del Centro diurno per anziani State Day Center for People with Alzheimer’s Disease and Other Dementias di Salamanca, in Spagna, furono considerati idonei per partecipare al programma. Lo studio fu approvato dal Comitato Etico del Salamanca Center of State Reference of Care for People with Alzheimer’s Disease and Other Dementias. Ciascun partecipante diede il proprio consenso e avrebbe potuto uscire dal programma in qualsiasi momento. Inoltre, il consenso veniva chiesto prima di ciascuna sessione, perciò se qualcuno voleva rifiutarsi lo poteva fare.

Il programma era organizzato in una serie di laboratori, che consistevano in due step:

1- La prima parte nella presentazione di materiale audiovisivo di varie opere d’arte, con l’aggiunta di fotografie dei lavori dei partecipanti. Il dipinto utilizzato per cominciare il programma fu Las Meninas di Diego Velászquez. Era stata utilizzata la galleria online pubblicata sul sito del Museo del Prado, così che fosse facilmente consultabile per i partecipanti e che potessero osservare tutti i dettagli. 2- La seconda parte nel far fare ai partecipanti un lavoro personale con il cianotipo. Il laboratorio si svolgeva in una o due sessioni della durata di 60-90 minuti. Le sessioni erano guidate da due educatori artistici che presentavano il materiale audiovisivo, spiegavano le regole da seguire, sostenevano i partecipanti.

La raccolta dei dati è stata fatta grazie a quattro tecniche: l’osservazione dei partecipanti, l’accertamenti degli educatori, i focus group con i partecipanti e i focus group con gli assistenti sanitari. Dall’inizio delle sessioni è stato fondamentale far emergere le osservazioni dei partecipanti. Due fra gli autori dell’articolo, Ana M. Ullán e Manuel H. Belver, con esperienza rispettivamente in psicologia e arte, si aggiunsero al gruppo di partecipanti e di educatori per osservarli. Hanno documentato le sessioni in un diario immaginario. Alla fine di ogni sessione, gli educatori artistici che avevano seguito il programma redigevano un riassunto per ciascun partecipante, aggiungendo una descrizione delle reazioni e dei comportamenti che avevano osservato, per fare delle considerazioni. Il livello di non soddisfazione era bassissimo. Completato il ciclo dei cinque laboratori, sono stati condotti cinque focus groups con i partecipanti affetti da demenza. In ciascun focus group i participanti erano: tre persone affette da demenza, due educatori, che hanno diretto l’esperimento e un ricercatore (l’autrice Ana M. Ullán). I focus gropu sono serviti come opportunità per rivedere i lavori fatti nei laboratori e per

21 esprimere le proprie opinioni sull’esperienza fatta. Per problemi di salute o organizzativi, sei partecipanti hanno dovuto abbandonare i focus group. I partecipanti ricevettero i lavori che avevano fatto durante i quattro mesi di programma e, a seconda delle loro preferenze, in ciascuna sessione scelsero uno o due lavori da incorniciare con passe-partout e vetro. Incorniciato il dipinto, i partecipanti erano incoraggiati a dargli un titolo. Questo progetto di selezione, incorniciatura, ricerca del titolo era considerato una buona opportunità per i soggetti. La registrazione video è stata analizzata da due ricercatori. Una, Ana M. Ullán, era stata presentata ai partecipanti poiché incaricata del video, l’altro, Manuel H. Belver, li conobbe ma non fu presentato durante i focus group. Al termine delle cinque sessioni dei laboratori è stato condotto un altro focus group, stavolta con dei professionisti socio- sanitari che si occupano dei malati del Centro diurno. È stato fatto per far valutare a dei professionisti le attività del programma e le reazioni dei malati, anche e soprattutto per osservare i loro comportamenti fuori dalla ricerca. Tutti i 6 specialisti socio-sanitari del Centro avevano una conoscenza diretta delle attività che si svolgevano nelle sale del Centro e a volte aiutavano gli educatori. Quel focus group fu audio-registrato e trascritto per poi analizzarlo.

Risultati ottenuti: delle 24 persone considerate adeguate per partecipare, i partecipanti “finali” sono stati 21 perché tre persone non parteciparono (un uomo e una donna che lasciarono il Centro appena iniziato il programma e una donna affetta da demenza associata alla malattia di Huntington). Fra i 21 partecipanti c’erano 8 uomini e 13 donne, di età compresa fra i 67 e i 93 anni. La demenza diagnosticata era lieve per tredici partecipanti e moderata per gli altri otto. I pazienti erano stati sottoposti alla scala di valutazione Mini-Mental State Examination (MMSE), un test neuropsicologico che misura i disturbi dell'efficienza intellettiva e il deterioramento cognitivo. Le sessioni alle quali i 21 partecipanti potevano aderire sono andate dalle cinque alle ventidue (chi più chi meno in base all'interesse e alla loro frequentazione del Centro). La media dei partecipanti per ciascuna sessione è stata di 5,6 persone.

Due conclusioni importanti sono state: 1- che la demenza non è un ostacolo; 2- che lo studio ha dato contributi positivi ai partecipanti. Infatti, i benefici che hanno ottenuto dalla partecipazione sono confermati clinicamente, dagli studi medici in cui è stato dimostrato che le attività artistiche esercitano varie aree del cervello, in modo che i disturbi neurodegenerativi ci mettano di più a colpire la creatività, l'espressività artistica e l'apprezzamento estetico (Zaidel 2010, citato in Ullán et al. 2012). Il divertimento,

22 l'apprendimento e il miglioramento dell'immagine di sé, sviluppati durante l’iniziativa, hanno migliorato il benessere e le condizioni di vita dei malati.

Eventuali limiti osservati dagli autori: la ricerca è stata sperimentale e ha prodotto informazioni qualitative, e per questo motivo gli autori suggeriscono di sviluppare ulteriori ricerche per indagare i benefici con maggiore profondità. Inoltre, due autori sono stati autorizzati a partecipare alla ricerca (Ana M. Ullán e Manuel H. Belver), e questo ha fatto sì che non fossero neutrali.

2.4 I benefici di un programma in un museo nel Sud-Est dell'Inghilterra per malati di demenza e assistenti sanitari: art-viewing e handling

L'arte è in grado di dare benefici cognitivi ed emotivi (Young, Camic, Tischler 2015, citato in Johnson et al. 2015). Gli autori (Johnson et al. 2015) si sono concentrati sull'impatto di attività svolte in un museo per accrescere il benessere di malati di demenza e dei loro assistenti sanitari. Lo studio ha analizzato due tipi di attività: vedere l'arte e maneggiare oggetti, e i malati di demenza e gli assistenti sanitari costituivano due gruppi. La ricerca è stata finanziata dalla Canterbury Christ Church University.

Obiettivo: l’obiettivo della ricerca è stato di dimostrare l’importanza di interventi non farmacologici nella cura della demenza, al fine di migliorare l'operatività, la qualità della vita e il benessere dei malati.

Approccio metodologico: i partecipanti sono stati: 36 persone della clinica di accertamento della memoria del Servizio Sanitario Nazionale (nel sud est dell'Inghilterra), alle quali era stata recentemente diagnosticata la demenza, e 31 assistenti sanitari. É stato preventivamente accertato che la demenza di cui erano affetti i partecipanti non avesse deteriorato l'apprezzamento estetico. 3 partecipanti soffrivano di lieve Alzheimer, 17 di Alzheimer, 5 di demenza frontotemporale, 4 di demenza vascolare, 8 di demenza mista. Lo studio sperimentale si è svolto al museo Beaney House of Art and Knowledge di Canterbury, Kent, nel Sud-Est dell'Inghilterra. I partecipanti erano stati divisi in due gruppi separati, uno con i pazienti e l'altro con gli assistenti sanitari. All’inizio dello studio, ciascun gruppo svolgeva le attività di maneggiare un oggetto d’arte e guardare le opere artistiche (e successivamente viceversa). In secondo luogo 23 veniva misurato il benessere soggettivo. È stato utilizzato a priori il software d calcolo statistico G * Power. Le misurazioni sono state fatte grazie a: 1- Visual Analogue Scales (VAS): le scale sono state utilizzate per misurare il benessere soggettivo. La VAS è una scala facile da impiegare ed era già stata utilizzata (da Thomson & Chatterjee nel 2014) per il calcolo della felicità e del benessere con persone affette da lieve, moderata e grave demenza. Misurare il benessere è una sfida complessa per i ricercatori. I partecipanti sono stati tenuti a riportare con punteggi da 0 a 100 il loro livello di: felicità/tristezza, benessere/malessere, interesse/noia, fiducia/insicurezza, ottimismo/pessimismo. Mancherebbe l'impegno nelle attività artistiche - come già suggerivano Ander et al. nel 2011, quando valutavano certamente anche l'impegno - ,ma gli autori hanno concordato di farlo rientrare nell'interesse/noia. 2- Questionari di valutazione: per raccogliere l'esperienza dei partecipanti.

La collezione permanente del museo include artefatti antichi egizi e anglosassoni, e dipinti del XVII - XX secolo. In totale le sessioni sono state 11, ciascuna con una media di partecipanti di 6 persone (3 malati, 3 assistenti sanitari), con la presenza anche dei ricercatori e di due volontari. Le sessioni sono state controbilanciate: sei sessioni cominciarono con prima gli oggetti e poi le osservazioni, le altre cinque con prima il vedere le opere e poi il maneggiare gli oggetti. Le domande fatte sul prendere in mano gli oggetti hanno compreso descrizioni sensoriali, preferenze e riflessioni; sono stati incoraggiati aneddoti e associazioni. Gli oggetti da prendere in mano scelti sono stati un sapone al fenolo di epoca vittoriana, uno scarabeo in pietra dell'Antico Egitto, una testa d'ascia dell'Età del Ferro, un geode, un resto di copricapo africano del 1800, un dente di squalo fossilizzato e una polveriera del 1700. I partecipanti, per rinfrescare la memoria, hanno conversato su questi oggetti. L'"art-viewing", invece, comprendeva il guardare i dipinti selezionati all'interno della galleria, con gli aiutanti che domandavano di parlare del colore, della consistenza, dei loro gusti estetici, dell'obiettivo dell'artista. I dipinti erano stati selezionati in modo da essere di diversi stili e contenuti. Alla fine della sessione al museo, i partecipanti esprimevano la loro valutazione e gli venivano dati una lettera di resoconto, una brochure del museo, una cartolina di ciascun

24 dipinto e una lista di domande, simili a quelle chiestegli durante la sessione, da utilizzare per le future visite al museo, se lo avessero desiderato. I punteggi delle scale VAS di ciascuna voce (Felicità, Benessere, Interesse, Fiducia, Ottimismo) sono stati sommati per ricavare un punteggio complessivo del benessere. Soprattutto, questi punteggi sono stati utilizzati come variabile indipendente per le inferenze statistiche. È stato utilizzato il software statistico SPSS 22 per tutte le analisi statistiche. Con i test della varianza ANOVA sono state condotte analisi per ciascun gruppo (malati e caregivers) in quattro momenti: prima del programma, nella prima sessione, nella pausa, e nella seconda sessione. I test sono stati effettuati fra il primo e il secondo tempo (prima e dopo la prima sessione), fra secondo e terzo (prima e dopo il break), e fra terzo e quarto (prima e dopo la seconda sessione). La grandezza e l’importanza delle differenze sono state poi misurate dal test-t a coppie. Il metodo della correzione di Bonferroni è stato utilizzato per ridurre il rischio degli errori di tipo 1 (aggiustamenti dei livelli alpha).

Risultati ottenuti: i test di Shapiro Wilk hanno misurato la normalità della distribuzione per i punteggi del benessere (su tutti e quattro i tempi) e delle ispezioni visive. I Q-Q plot (rappresentazioni grafiche dei quantili di una distribuzione, ndr) e i box plot hanno mostrato che i punteggi di benessere erano approssimativamente uguali fra i due gruppi nei primi due momenti di test. Asimmetria e curtosi (allontanamento dalla normalità distributiva) erano costanti. I punteggi VAS durante i quattro tempi hanno indicato una crescita del benessere durante le sessioni al museo. Ai punteggi prima delle sessioni sono stati sottratti quelli post sessioni, per calcolare i cambiamenti di livello di benessere: sono risultati tutti positivi, quindi significa che il benessere soggettivo dei partecipanti è cresciuto dopo l’esperienza.

Eventuali limiti osservati dagli autori: i limiti che sono stati riscontrati riguardano: a- Il gruppo di partecipanti: alle persone malate che hanno preso parte all’esperimento era stata diagnosticata la demenza e beneficiavano già di un gruppo di supporto (quindi non è possibile generalizzare i risultati per tutti i malati di demenza). Inoltre erano tutte persone che nutrivano già un interesse per l’arte. b- Basso equilibrio fra i generi: nel gruppo dei malati c’erano più uomini, in quello degli assistenti sanitari c’erano più donne. Gli autori (Johnson et al. 2015) consigliano un bilanciamento maggiore per gli studi futuri. 25

c- Durata troppo breve: il periodo è stato corto, anche per quanto riguarda la misurazione del benessere. d- Buone capacità di comprensione nei partecipanti con demenza, che avevano capito bene i punti misurati dalla VAS. e- Troppo pochi partecipanti. Gli autori raccomandano che nelle ricerche future sia considerato un periodo più lungo e siano coinvolte anche persone alle quali sia stata diagnosticata una moderata o grave demenza, per verificare se questo tipo di trattamenti possano aiutare quella tipologia di malati. Inoltre, propongono una “lista dei buoni propositi” per il futuro: 1- Incoraggiare le attività nei musei per supportare le cure mediche e gli operatori sanitari: utilizzare le attività museali, come maneggiare manufatti artistici o osservare opere d’arte, per i malati appena diagnosticati. 2- Includere queste attività nelle cure che seguono l’avanzamento della malattia. 3- Utilizzare gli oggetti e le opere d’arte per far lavorare insieme pazienti, assistenti sanitari e staff del museo. 4- Continuare queste attività anche dopo la conclusione delle ricerche, come hanno confermato gli operatori sanitari, vista la necessità di offrire e valorizzare questi trattamenti terapeutici anche non associati alla malattia. 5- Organizzare esperienze formative, motivanti e interessanti anche per il personale sanitario e museale.

2.5 Lo storytelling per aiutare la memoria di persone anziane affette da lieve demenza

La formula dello storytelling è stata utilizzata in una ricerca molto recente (Zhao et al. 2018), una sperimentazione su pazienti anziani con un lieve decadimento cognitivo (MCI: mild cognitive impairment) ad alto rischio di demenza che confronta gli effetti di un training cognitivo standard con quelli invece di un programma di espressività e creatività (chiamato CrExp). La compromissione cognitiva lieve è un disordine cognitivo associato a deficit nella memoria, nel linguaggio, nelle funzionalità cognitive, nell’attenzione e nelle abilità spazio-visive. In Cina e negli USA la percentuale di sessantenni affetti da MCI si aggira sul 20%. . Il programma è stato promosso dal Fujian Provincial Hospital di Fuzhou, in Cina. 26

Obiettivo: l’obiettivo dello studio è stato confrontare l’efficienza di un programma di terapia di creatività ed espressività con una terapia cognitiva standard, in anziani con MCI a rischio di demenza. I partecipanti del gruppo creativo sperimentale hanno mostrato maggiori miglioramenti maggiori di quelli del gruppo di controllo nelle funzioni cognitive generali, memoria, attenzione e svolgimento di attività quotidiane, sia al termine del programma sia dopo sei mesi. Lo studio è stato inserito nel Chinese Clinical Trials Registry (con il numero: ChiCTR-ONN-16007776).

Approccio metodologico: lo storytelling è stato utilizzato per rafforzare la memoria dei pazienti. Il programma è avvenuto in gruppo; al fine di narrare una storia vivace e completa, i pazienti dovevano passare per cinque compiti: 1) presentazione di un’immagine, 2) il panorama del contesto, 3) lo sviluppo di una storia, 4) le azioni del protagonista e 5) il finale della storia. Simboli, grafici, linee, numeri e colori potevano essere utilizzati per esprimere sentimenti o emozioni. I criteri di verifica del leggero deterioramento cognitivo (MCI) per ammettere i pazienti al trattamento sono stati: a- che il paziente, o l’assistente sanitario per lui, accusi disturbi cognitivi o di memoria nell’anno passato; b- che sia stata diagnosticata l’MCI; c- che la compromissione cognitiva in uno o più settori sia dimostrata da esami neuropsicologici; d- che siano in grado di svolgere cure personali e attività quotidiane. Dei 134 pazienti ricoverati nel reparto di Geriatria e Neurologia del Fujian Provincial Hospital di Fuzhou, in Cina, affetti da compromissione cognitiva lieve, 37 non soddisfacevano i requisiti di eleggibilità e 4 declinarono l’invito. In tutto, allora, 93 pazienti (50 uomini e 43 donne), di età compresa fra i 60 e gli 85 anni (media =69.2, Deviazione Standard =6.3), sono stati assegnati in modo casuale o al gruppo di espressione creativa (n=48) oppure al gruppo di terapia standard (n=45). Per misurare le funzioni cognitive e le normali abilità della vita quotidiana sono stati utilizzati:

1- La versione Chinese-Changsha del test Montreal Cognitive Assessment (MoCA), cioè la versione cinese dell’Auditory Verbal Learning Test; 2- La versione cinese del Category Verbal Fluency Test (CVCVFT); 3- Il Digit Span Test (DST); 4- La versione cinese del Trail Making Test A (TMT-A); 5- Il Trail Marketing Test B (TMT-B); 6- La versione cinese della Activities of Daily Living scale (CVADL); 7- Il questionario di Memory Satisfaction;

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Queste scale sono state utilizzate per testare le funzioni cognitive generali come la memoria, il linguaggio, l’attenzione e la capacità spaziale. Il Memory Satisfaction Questionnaire (MSQ) è stato sviluppato per valutare l’influenza sulla memoria (usando la scala di Likert, con punteggi da 0 a 4). Il CrExp group includeva un totale di 25 sessioni per 16 settimane, guidate da un gruppo di terapisti. Tutte le sessioni iniziavano con 5-10 minuti di riscaldamento consistenti in un gioco interazionale, seguito da 10 minuti di disegno e 30 minuti che costituivano l’essenza del lavoro di gruppo. Ciascuna sessione finiva con 5-10 minuti di discussione e 5 minuti di conclusione.

Tutte le analisi statistiche sono state fatte grazie a STATA 12.0 e sono state fatte all’inizio e alla fine del progetto, e dopo sei mesi. Le differenze demografiche e le valutazioni di base dei gruppi sono state confrontate con un adeguato test statistico (il test esatto di Fisher, l’independent samples t-test, il test chi quadrato). Gli effetti del programma sono stati valutati con l’analisi della varianza ANOVA. Le differenze fra i due gruppi sono state misurate con l’analisi della covarianza (ANCOVA), con età, educazione e punteggio del test MoCA come covariate. Il test di Bonferroni ha permesso di misurare le differenze significative fra i due gruppi. Tutti i dati sono stati analizzati con l’analisi intention-to- treat. I dati mancanti sono stati sostituiti dalla media dei dati disponibili (dalla prima all’ultima osservazione). La significatività statistica è stata di P<0.05 (two-tailed test).

Risultati ottenuti: i punteggi assegnati dopo il programma dai pazienti che hanno ricevuto una terapia di espressività e creatività sono significativamente più alti di quelli che hanno avuto un trattamento cognitivo standard. I miglioramenti sono stati riscontrati nelle funzioni cognitive in generale, nella memoria, nelle capacità, nelle attività di tutti giorni. I progressi cognitivi sono stati mantenuti anche nel controllo che è stato fatto sei mesi dopo. Dei 93 partecipanti che hanno completato le valutazioni iniziali, 88 su 93 (94.6%) hanno effettuato la verifica dopo la ricerca, e in 84 su 93 (90.3%) hanno completato il monitoraggio dopo 6 mesi. Non ci sono state significative differenze fra l’ottemperanza e la mancata adempienza al termine del progetto o dopo sei mesi.

Gli effetti indesiderati non sono stati riportati dai due gruppi. I risultati analizzati da misure ANOVA ripetute hanno mostrato miglioramenti importanti nel CrExp group in tutte le misurazioni sia post programma sia dopo 6 mesi. Allo stesso modo, c’è stato un significativo progresso in tutte le valutazioni nel gruppo controllato standard, tranne che nelle attività della vita quotidiana (ADL) e nelle funzioni sociali complesse. Nelle

28 verifiche al termine dell’esperimento, i risultati statistici dei test effettuati hanno dimostrato che nel gruppo sperimentale di espressività e creatività sono fortemente migliorati: le funzioni cognitive generali, la memoria, il linguaggio, le funzionalità, l’attenzione e la soddisfazione della memoria. Passati sei mesi dal termine dell’esperimento, nel follow-up si sono confermati i miglioramenti nelle funzioni cognitive generali, nella memoria, nelle funzionalità, nell’attenzione e nella soddisfazione della memoria (MSQ; F=7.49, P=0.008). Gli effetti positivi della terapia CrExp sulle funzioni cognitive e sulle attività quotidiane sono stati migliori di quelli di quelli del training cognitivo standard. Gli autori raccomandano l’utilità di questa terapia e consigliano di inserirla come un costo aggiuntivo economicamente vantaggioso agli interventi standard per gli anziani affetti da compromissione lieve cognitiva.

Eventuali limiti osservati dagli autori: gli autori hanno osservato tre limiti: il campione della ricerca troppo piccolo, che non era in grado di rappresentare le varie manifestazioni cliniche; ciascun partecipante risiedeva a Fuzhou, e quindi i risultati non possono essere generalizzati per altre regioni della Cina o ad altri paesi; date le risorse umane limitate e le verifiche a breve termine, i futuri studi dovrebbero seguire i partecipanti per almeno un anno dopo il programma. I risultati quantitativi suggeriscono comunque che i miglioramenti cognitivi si sono mantenuti anche sei mesi dopo il programma. Per il futuro, l’esperimento del gruppo creativo espressivo sarà da considerate come una parte del programma di trattamento per questi pazienti.

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2.6 Conclusioni

Ho rappresentato tutti pazienti presi in considerazione nel Capitolo 2 in un grafico a torta [Figura 4]. Per costruire questo grafico ho ordinato i dati in una tabella grazie ad Excel, dalla quale ho ricavato la rappresentazione a torta evidenziando il numero di pazienti che hanno partecipato allo studio e la tipologia di malattia dalla quale erano affetti.

Figura 4: esemplificazione con grafico a torta di tutti i pazienti e della loro malattia del Capitolo 2.

Rappresentazione grafica di tutti i pazienti del Capitolo 2

demenza lieve o moderata; 41

compromissione cognitiva lieve ; 93

lieve Alzheimer ; 39

3 con lieve Alzheimer, 17 Alzheimer, 5 demenza (12 demenza lieve/moderata e 33 frontotemporale, 4 grave); 45 demenza vascolare, 8 demenza mista.; 36

demenza e demenza; 8 Alzheimer; 21 demenza; 23

Rentz 2002 175-181, citato in Chancellor et al. 2013 Hattori et al. 2011 431-437, citato in Chancellor et al. 2013 Rusted & Sheppard 2006 517-536, citato in Chancellor et al. 2013 Parsa et al. 2010 217-234, citato in Chancellor et al. 2013 MacPherson et al. 2009 Ullán et al. 2012 Johnson et al. 2015 Zhao et al. 2018

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Capitolo 3

La validità del supporto artistico nella formazione degli studenti di Medicina e degli infermieri

Tabella 3 – la struttura del Capitolo 3.

Tipologia di Sezioni: Pubblicazioni: pazienti: 3.1 Il progetto TimeSlips: studenti di Medicina insieme ai pazienti anziani con George et al. 2013 demenza 3.2 I dipinti di Caravaggio per aiutare gli Gli studenti di studenti di Medicina con le nozioni di Poropat et al. 2018 Medicina (che hanno Pediatria partecipato all'esperimento 3.3 Laboratori di arte visiva per migliorare Yang et al. 2011 affiancando i pazienti le capacità degli studenti di Medicina geriatrici, e che hanno beneficiato del 3.4 Una rassegna della letteratura sui supporto artistico per benefici delle materie artistiche per gli Mukunda et al. apprendere) studenti di Medicina, utile alle future 2019 ricerche 3.5 I benefici di un’attività artistica di Karpavičiūtė & pittura sul benessere e sulla formazione Macijauskienė 2015 degli infermieri

Le ricerche che ho preso in considerazione e analizzato finora hanno avuto l’obiettivo di verificare i benefici apportati dall’arte-terapia per dei campioni di pazienti anziani affetti da demenza.

È molto importante includere anche gli studenti di medicina, che saranno i medici di domani: ad esempio, inserendo nel loro percorso formativo discipline umanistiche e artistiche, affinché possano aiutarli a sviluppare un approccio creativo, empatico e giocoso con i malati, e così che entrambe le parti possano trarne beneficio. In questo capitolo ho raccolto cinque ricerche che hanno dimostrato la validità delle iniziative artistiche nel percorso di formazione degli studenti. Agli effetti benefici sul futuro personale medico ho aggiunto (quinto paragrafo) un esperimento di attività artistica fatto sullo staff infermieristico.

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3.1 Il progetto TimeSlips: studenti di Medicina insieme ai pazienti anziani con demenza

Questa ricerca del 2012 è stata condotta fra marzo-aprile 2010 e marzo-aprile 2011, ed è stata promossa all'interno del corso di laurea in Medicina e Chirurgia del Penn State College of Medicine (Hershey, Pennsylvania), grazie all'aiuto di Joel Kroft, Direttore Esecutivo del Memory Support Service, e della partnership stretta fra l’università e il Country Meadows, una casa di riposo per anziani nel centro sud della Pennsylvania (George et al. 2013). . La ricerca non ha ricevuto alcun finanziamento o sponsorizzazione.

Obiettivo: il programma si chiama TimeSlips, e consiste in un lavoro di gruppo creativo di storytelling che ha coinvolto studenti e persone che soffrono di demenza, con l’obiettivo di incoraggiare l’immaginazione dei partecipanti. Si tratta di un modello umanistico dedicato ai pazienti anziani con demenza, per diminuire la discriminazione che deriva dall’ADRD (Alzheimer disease and related dementias) e aiutarli a mantenere le relazioni sociali. L’impegno in attività creative può infatti migliorare l’umore, le emozioni e lo stato psicologico. Gli obiettivi degli autori sono stati valutare se la partecipazione ad un gruppo creativo di storytelling possa favorire l’approccio degli studenti verso i malati di ADRD e migliorare la relazione paziente-medico, quasi sempre molto clinica e formale, per accrescere i benefici sì nei pazienti, ma anche nei giovani studenti di Medicina e, perché no, di motivarli a intraprendere la carriera di geriatri.

Approccio metodologico: i partecipanti sono stati 22 studenti al quarto anno di Medicina (12 maschi, 10 femmine; età media = 26,5 anni. 15 hanno partecipato nel 2010, 7 nel 2011) e 20 malati in cura presso il centro per anziani Country Meadows. Le visite alla casa di risposo sono state otto, quattro nel 2010 e quattro nel 2011, ognuna di 90 minuti. Gli studenti sono stati divisi in due gruppi. Per loro, questo progetto rientrava nel corso umanistico facoltativo “Creatività e Narrazione nell’invecchiamento” previsto nel ciclo di studi. Prima di iniziare il programma, sono stati istruiti con due ore di lezione in classe ed una sessione educativa al Centro Anziani.

Gli studenti hanno fornito le loro impressioni sullo svolgimento del progetto; si sono dati da fare come mediatori, scribi e storytellers: i primi chiedevano ai pazienti le loro

32 impressioni sui dipinti, i secondi trascrivevano ogni risposta e i terzi incoraggiavano gli anziani. Anche gli assistenti sanitari, familiari e lo staff della Casa di cura hanno affiancato gli studenti. Il procedimento di analisi statistica dei dati è stato fatto grazie a:

1- La scala DAS (Dementia Attitudes Scale): ai partecipanti è stato chiesto il livello di gradimento assegnando un punteggio da 1 (assolutamente in disaccordo) a 7 (assolutamente d’accordo). Il grado di apprezzamento è stato raccolto alla prima e alla quarta settimana, quindi prima e dopo il programma. 2- Il software SPSS (Statistical Package for Social Science) per monitorare la distribuzione delle variabili. 3- Il Paired t-test, per misurare prima e dopo le modifiche avvenute nel comportamento degli studenti verso gli anziani, qualora una variabile fosse distribuita normalmente. 4- Il test di Wilcoxon, per confrontare gli stessi dati. 5- Il coefficiente α di Cronbach, per misurare l’attendibilità.

Risultati ottenuti: il 100% degli studenti (22) ha completato il programma. I risultati che sono emersi hanno evidenziato come l’attitudine degli studenti di Medicina sia stata influenzata positivamente da esperienze in geriatria non di tipo clinico, ma attraverso l’utilizzo delle arti creative.

Eventuali limiti osservati dagli autori: il campione considerato è stato piccolo e includeva solo persone della casa di riposo. Non è stato possibile introdurre nello studio la casualità. I miglioramenti suggeriti per le future ricerche sono di considerare molti più anziani e che risiedano in vari centri (così da disporre di un range più vario) ed esaminare anche gli atteggiamenti delle persone affette da ADRD (non solo degli studenti), al fine di valutare sia la loro percezione degli studenti, sia i benefici ottenuti dal progetto.

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3.2 I dipinti di Caravaggio per aiutare gli studenti di Medicina con le nozioni di Pediatria

Gli studenti di Medicina sono stati coinvolti anche in uno studio molto innovativo e recente (Poropat et al. 2018). Lo studio ha coinvolto un gruppo di medici specializzandi in pediatria, ed è partito da un’affermazione: l’osservazione clinica, soprattutto nell’ambito pediatrico, guida le decisioni ancor prima della visita fisica del paziente. È fondamentale che il pediatra sia bravo a osservare e a comunicare con i bambini che sta visitando, per verificare e gestire la loro paura, l’ansia ed il dolore. Gli autori hanno affermato che, come per secoli si è imparato dal ruolo educativo dei dipinti, delle sculture e degli artisti che sono riusciti a trasmettere le emozioni, ora l’arte possa essere di aiuto valido nell’apprendimento medico, con la sua capacità di aprire la mente al dubbio, alla possibilità e all’interpretazione. Gli autori hanno dichiarato di non aver ricevuto alcun finanziamento per questa ricerca.

Obiettivo: tre medici (un anestesista-rianimatore pediatrico e due pediatri) hanno scelto Caravaggio perché i suoi capolavori rappresentano persone reali, così come sono. I dipinti sono stati affiancati alla scala di Ramsay, che monitora i vari livelli di sedazione nei pazienti, utilizzata in Anestesiologia e Rianimazione, e l’obiettivo è stato di testare l’impatto su due gruppi di studenti partecipanti.

Approccio metodologico: i partecipanti sono stati 25 studenti (poi 22, perché in 3 conoscevano già la scala, accertamento che ha determinato la loro esclusione dalla ricerca) al terzo anno di medicina, coinvolti durante le lezioni universitarie nel mese di febbraio 2017, del reparto pediatrico presso l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Burlo Garofalo di . Un dottore anestesista-rianimatore pediatrico e due pediatri hanno scelto dei dettagli dai dipinti di Caravaggio che secondo loro potevano essere suggestivi per i vari livelli della scala di Ramsay. Durante una lezione di procedura di anestesia pediatrica, sono stati presentati dei video di pazienti pediatrici sedati ai 22 studenti divisi in due gruppi: 11 studenti usufruivano dei capolavori di Caravaggio come spiegazione di ciascun livello della scala, e gli altri 11 erano senza il supporto artistico. Una settimana dopo la presentazione, i ricercatori hanno testato l’apprendimento degli studenti con un questionario di dieci domande a scelta multipla, e poi sono state somministrate altre dieci domande per riconoscere l’appropriata Scala di Ramsay vedendo i video. Per valutare le differenze fra le risposte corrette dei due gruppi, 34

è stato utilizzato il test esatto a coppie di Fisher. È stato calcolato il numero di risposte corrette dato da ciascun studente e, per valutare la differenza, sono stati confrontati i valori mediani e i range interquartili (intervalli IQR), grazie alla somma dei risultati del test di Mann-Whitney.

Risultati ottenuti: i risultati quantitativi hanno confermato l’utilità dell’esperimento: gli studenti del gruppo sostenuto dalle immagini dei dipinti ha ottenuto una percentuale di risposte positive ai questionari nettamente maggiore, e tutti gli studenti hanno confermato che i capolavori sono stati utili. L’82% degli studenti hanno considerato i quadri un mezzo utile per esternare il dolore, l’ansia e la paura; e sempre l’82% degli studenti ha risposto che i dipinti siano funzionali anche se proposti da medici. Gli studenti del gruppo supportato dalle opere d’arte hanno avuto risultati nettamente migliori del gruppo standard nel quarto livello della scala, rispondendo bene al 100% delle domande (contro il 56% degli altri studenti). Confrontando la media delle risposte esatte in totale, però, non ci sono state differenze così significative fra i due gruppi.

Eventuali limiti osservati dagli autori: lo studio non ha visto un incremento nei risultati ai test somministrati agli studenti, ma l’approccio è stato enormemente apprezzato dai partecipanti.

3.3 Laboratori di arte visiva per migliorare le capacità degli studenti di Medicina

Gli studenti di Medicina hanno beneficiato di un programma di arte visiva, e i risultati ottenuti ne hanno dimostrato la validità. Gli studenti hanno migliorato l’accuratezza nell’osservare, ascoltare e comunicare. Visitare un paziente non significa solo guardare le sue caratteristiche fisiche, ma anche capire la persona e il contesto: questo è stato il principio della ricerca sull’arte incorporata all’insegnamento medico di Yang et al. 2011. La ricerca è stata finanziata dal United States Accreditation Council for Graduate Medical Education e dal Changhua Christian Hospital di Taiwan.

Obiettivo: lo scopo dello studio è stato di utilizzare le arti visive per aiutare gli studenti di Medicina al United States Accreditation Council for Graduate Medical Education (ACGME) presso il Changhua Christian Hospital di Changhua, a Taiwan (uno dei più importanti policlinici del paese, che conta 1600 posti letto), durate la loro formazione. Per allenare le capacità di osservazione e diagnosi degli studenti, sono stati fatti dei laboratori 35 con i dipinti, per accrescere le capacità empatiche e riconoscere le emozioni. La validità delle pratiche artistiche per le professioni sanitarie era già stata dimostrata nel 2007, quando una ricerca aveva affermato che grazie ai programmi d’arte lo staff medico aveva registrato un abbassamento di stress (Repair P.A. & Patton D. 2007 Stress reduction for nurses through arts-in-medicine at the University of New Mexico Hospitals, Holistic Nursing Practice; 21: 182-186, citato in Yang et al. 2011). Tuttavia, il ruolo dell’arte nelle cure mediche non sempre appare utile, sia per lo staff medico-sanitario sia per gli studenti (che talvolta non considerano fruttuoso frequentare i corsi di arte applicata al campo sanitario). Gli autori (Yang et al. 2011) lo ritengono necessario, e hanno condotto lo studio motivati da tre obiettivi: far apprezzare i dipinti agli studenti che svolgevano i tirocini nel loro ospedale; aiutarli a vedere l’arte come uno strumento per sviluppare le loro competenze; farli interessare all’arte visiva.

Approccio metodologico: da dicembre 2008 a maggio 2010, tutti e 110 gli studenti di Medicina (104 dall’internato e 6 tirocinanti, 70% maschi e 30% femmine) hanno partecipato al programma. Gli studenti hanno partecipato a rotazione (tre rotazioni da blocchi di due mesi). Gli studenti dell’internato hanno partecipato a una delle tre rotazioni (fra Maggio-giugno, o settembre-ottobre o novembre-dicembre), mentre gli studenti del tirocinio hanno partecipato con rotazione annuale. I partecipanti sono stati divisi in undici piccoli gruppi di discussione, ciascuno di 7-12 persone. Per facilitare la partecipazione, gli studenti assegnati allo stesso periodo facevano parte dello stesso gruppo. Nel programma di arte visiva, l’apprezzamento dei dipinti è stato al centro del corso dell’Education Board dell’ospedale. Il programma per ciascun gruppo di studenti durava 4 ore, organizzate in: pre-lettura e discussione (mezz’ora), lettura (2 ore e mezza), discussione post-lettura (mezz’ora), riassunto (mezz’ora). La lezione si teneva alla mattina o al pomeriggio, con tre intervalli di dieci minuti. L’insegnante che guidava il programma era un primario dell’ospedale e artista, i cui lavori furono presentati da una galleria d’arte. Erano state pianificate quattro sessioni, durante le quali gli studenti erano incoraggiati a discutere i molti argomenti (gli venivano presentate delle slide con dipinti collegati a malattie, lavori artistici e argomenti umanistici). Il programma era suddiviso circa in otto fasi, dall’apprezzamento dei dipinti alle discussioni del significato e del valore, che sono servite affinché gli studenti potessero adoperarsi per capire anche il contesto dei pazienti, le loro opinioni, la famiglia e la cultura.

o Fase 1 – Discutere un dipinto legato ad un paziente (pre-lettura e discussione):

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Per il gruppo di discussione è stato proiettato il dipinto Too Late del 1858 di William Windus [Figura 5]. Nel dipinto è raffigurata una donna con il cuore spezzato che sta morendo di tubercolosi, e suo marito che, dopo aver preso la cattiva strada, fa ritorno a casa. Windus si concentrò sul rendere la malattia: il viso pallido della donna vestita in abiti grigiastri contrasta con la giovane donna dalle guance rosee con il vestito viola sfarzoso. I gruppo di studenti hanno esaminato il dipinto per dieci minuti. Sono stati invitati ad appuntare le loro osservazioni e a discutere su ciò che vedevano e su cosa li colpiva di più.

Figura 5: Windus William, 1858, Too Late.

o Fase 2 – Usare storie, racconti e immagini per aumentare la motivazione: La lettura iniziava con un’immagine proiettata dall’insegnante, collegata a un suo caso. L’insegnate raccontò di quando una sua giovane paziente donna di 20 anni stava per essere informata di essere malata di leucemia. La ragazza girava per gli ambulatori dell’ospedale insieme alla madre e con in braccio un grande peluche di Hello Kitty. Agli studenti era stato chiesto di interpretare l’immagine proiettata e la storia collegata, per apprendere che le cattive notizie richiedono abilità, conoscenze ed empatia. Fu mostrato agli studenti anche il video clip “Season of Love”, tratto dal musical “Rent”, affinché comprendessero le parole “How do you measure a year?”, “In daylights…”, “in five hundred twenty-five thousand- six hundred minutes”. Gli studenti poi passarono al dipinto The Four Doctors di John Singer Sargent [Figura 6]. Nel dipinto sono immortalati i quattro dottori (Welch, Halsted, Osler and Kelly) che fondarono l’Ospedale Johns Hopkins. L’insegnante si concentrò sul libro sorretto nella mano sinistra di William Welch (il primo rettore della scuola di Medicina della Johns Hopkins University): è un libro di 37

Petrarca, simbolo del grande interesse del celebre medico per gli studi umanistici. Infine, gli studenti visionarono alter due immagini di sculture (“Il pensatore” di Auguste Rodin e una scultura in bronzo di una coppia di amanti di Gustav Vigeland), e poi cominciarono a discutere sulla definizione dell’arte visiva, fornendo le loro opinioni personali.

Figura 6: John Singer Sargent, 1905-6, The Four Doctors

o Fase 3 – Imparare a interpretare i dipinti: Gli studenti hanno fatto un ripasso veloce degli elementi dell’arte visiva (linee, colori, forme, ecc.) e dell’estetica (ripetizione, ritmo, gradazione). L’insegnante spiegò il metodo delle quattro fasi per apprezzare l’arte di Edmund Feldman: descrizione, analisi, interpretazione e giudizio. Gli studenti assistettero poi a una breve storia dell’arte visiva: erano state selezionate delle opere rappresentative, come La creazione di Adamo di Michelangelo, Guernica di Pablo Picasso e Et in Arcadia Ego di Nicolas Poisson. o Fase 4 – Interpretare i dipinti con oggetto la medicina: Gli studenti analizzarono alcuni esempi, come Le tre età della donna di Gustav Klimt, La bambina malata di Edward Munch e La lezione di Anatomia del Dr. Nicolas Tulip di Rembrandt [Figura 7]. Agli studenti era richiesto di descrivere i dipinti e comprenderne il significato.

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Figura 7: Rembrandt, 1632, La lezione di Anatomia del Dr. Nicolas Tulip

o Fase 5 – Interpretare dipinti sulla sofferenza dell’uomo e sull’umanità: I dipinti dati agli studenti sono stati Crocifissione Bianca di Marc Chagall e Mistero e melanconia di una strada di Giorgio De Chirico. È stata anche ricordata una parte del Giuramento di Ippocrate, come esempio di empatia, altruismo e compassione: «giuro di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità condizione sociale e ideologia politica». Gli studenti hanno poi discusso insieme sulla storia dell’altruismo, sia dei medici che hanno fondato il loro ospedale, sia su altri ricordati per la loro umanità, e in particolare sono stati molto interessati dalla figura di Albert Schweitzer (teologo, storico, medico e musicologo: si laureò in Medicina nel 1913 e da allora si dedicò quasi senza interruzione all'attività missionaria e assistenziale, ndr). o Fase 6 – Discutere sull’altruismo: Gli studenti hanno riflettuto sul tema dell’altruismo e sui vari campi dell’assistenzialismo: gli esempi d’aiuto sono stati “Le Metamorfosi” di Franz Kafka, “La peste” di Albert Camus, “L’addio alle armi” di Ernest Hemingway e il Salmo 103 (tema fondamentale la Benedizione). Gli studenti hanno potuto collegare la medicina ad altri campi umanitari. o Fase 7 – Discussione post-lettura: gli studenti si sono di nuovo concentrati su Too Late di William Windus. Dovevano prendere nota dei dettagli che vedevano e discuterne ancora poiché, dopo l’introduzione sull’apprezzamento dell’arte, 39

dovevano essere in grado di interpretarlo con più precisione e di formulare delle conclusioni insieme.

o Fase 8 – Discutere e riassumere i valori e i significati: La prima recensione del dipinto Too late fu fatta nella poesia di Alfred Tennyson, “Come Not, When I am Dead”. Gli studenti hanno avuto modo di leggerla e di guardare un video di una canzone popolare celtica, “Danny Boy” e una clip di “Think of Me” tratta dal Fantasma dell’Opera di Andrew Lloyd Webber. L’insegnante ha poi esposto agli studenti differenti prospettive in base alle religioni.

Il riassunto finale è stato fatto dagli studenti, per imparare quanto sia importante capire le storie dei pazienti, ciò in cui credono, le loro famiglie e i loro valori culturali - come suggerito dal report della Association of American Medical Colleges del 1998. Le annotazioni degli studenti sui dettagli del dipinto Too late sono state analizzate due volte nella Fase 1, una volta nella Fase 7, e poi raccolte e confrontate: i dati qualitativi sono stati quindi gli appunti degli studenti e le note dell’insegnante, che faceva osservazioni dirette durante le spiegazioni. Le note dell’insegnante e quelle degli studenti sono state due risorse di informazioni, utilizzate per analizzare il contenuto. I dati sono stati processati ed è stato costruito uno schema per codificarli. È stato effettuato il test statistico Kappa di Cohen per misurare il grado di accuratezza e affidabilità della classificazione statistica (=0.82), e ricalcolato poi per l’intero set di dati (=0.85). Per valutare il programma è stato sottoposto anche un questionario anonimo, con una scala da «not at all» (per niente) a «very much so» (moltissimo) per tutte le otto fasi. Gli autori hanno utilizzato il test di Mann-Whitney U per calcolare la significatività delle differenze dei risultati (cioè come è stata valutata la voce «I know how to interpret paintings», «So come interpretare i dipinti», fra lo step di pre-lettura e quello di post-lettura, oppure per «The program is helpful to improve skills in observation», «Il programma è utile per migliorare le capacità di osservazione»). I risultati ottenuti dalle risposte degli studenti sono stati utili per dimostrare empiricamente la validità e l’efficacia del programma. Il Comitato di Revisione dell’ospedale ha approvato lo studio.

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Risultati ottenuti: l’insegnante ha notato un aumento nell’osservazione degli studenti durante la settima fase (Discussione post-lettura). Dalle analisi del contenuto sono emersi sei risultati qualitativi:

1- Il programma di arte visiva è stato molto interessante e ha migliorato le capacità di interpretazione degli studenti. Gli studenti nel questionario hanno apprezzato l’ottima organizzazione e il supporto artistico. Le risposte entusiaste degli studenti hanno confermato l’utilità delle discipline umanistiche, sostenuta dagli autori. 2- Il programma ha aiutato gli studenti a sviluppare empatia verso i pazienti. Uno studente ha annotato che, discutendo dei dipinti di medicina o di anziani, hanno imparato che è indispensabile conoscere i sentimenti e i bisogni dei pazienti e delle loro famiglie. Un altro studente ha affermato che ascoltare idee così diverse dei suoi compagni gli ha fatto ricordare che anche i pazienti di cui si occupa hanno le loro emozioni e le loro opinioni. 3- L’arte visiva può promuovere la conoscenza delle materie umanistiche fra gli studenti. Uno studente ha affermato: «Medicine should be with humanities; life cannot be without art», cioè che la medicina dovrebbe andare di pari passo con le discipline umanistiche e che la vita non può esistere senza l’arte, e che sarebbe meraviglioso poter avere molte più esperienze di arte e materie umanistiche 4- Il programma è stato utile per diminuire lo stress e la pressione e sentirsi meglio. 5- Il programma ha migliorato le capacità di osservazione (molti studenti hanno confermato di aver imparato a descrivere e interpretare gli oggetti e le cose in modo più analitico) 6- Il programma ha aiutato a migliorare le competenze di ascolto e comunicazione.

I risultati delle fasi prima e dopo le discussioni sono stati calcolati grazie al test Mann- Whitney U che ha quantitativamente dimostrato un aumento significativo nella sicurezza e nel desiderio degli studenti di interpretare i dipinti. Anche il range che ha misurato l’utilità dello studio per accrescere l’empatia, l’ascolto e l’osservazione nei confronti dei pazienti ha dimostrato una crescita. Per quanto riguarda le domande a scelta multipla sottoposte agli studenti su chi dovesse condurre questo programma, i risultati sono stati: il 75% un medico con abbastanza conoscenza dell'arte (60 su 80), il 30% un medico artista (24 su 80), il 19% un paziente artista (21 su 80) e l’8% un artista (6 su 80).

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Grazie a questo programma di arte visiva, gli studenti hanno avuto la possibilità di migliorare le loro capacità di osservazione, di comunicazione e di ascolto (grazie ai lavori di gruppo, nei quali hanno dialogato, ascoltato opinioni diverse, riflettuto). Inoltre, grazie agli esempi dall’arte, si sono avvicinati al tema dell’altruismo e dell’assistenzialismo. Gli autori si augurano che gli studenti possano essere motivati a partecipare ad altri programmi collegati all’arte e alle materie umanistiche.

Una novità del programma è stata avere come insegnante un medico-pittore, e la sua esperienza è stata molto interessante per gli studenti.

Eventuali limiti osservati dagli autori: la durata del programma secondo gli autori è stata troppo breve e sarebbe più ragionevole effettuare delle ricerche su un periodo di tempo più lungo. Un periodo di tempo più lungo, però, potrebbe demotivare gli studenti a partecipare, perciò è necessario trovare un equilibrio. Un altro problema è stato quello dell’assegnazione degli studenti alle lezioni di gruppo (infatti è stato riorganizzato alcune volte il calendario con i partecipanti poiché molti studenti erano impegnati nei tirocini e non potevano partecipare).

3.4 Una rassegna della letteratura sui benefici delle materie artistiche per gli studenti di Medicina, utile alle future ricerche

Uno studio recentissimo del 2018 e pubblicato nel 2019 su Medical Education Online (Mukunda et al. 2019) ha sostenuto l’importanza di inserire le materie umanistiche nei corsi di studi di Medicina, per migliorare l’empatia e l’osservazione degli studenti. La ricerca è stata resa possibile grazie alle sinergie fra la University of Pennsylvania e il Settore Educazione del Philadelphia Museum of Art.

Obiettivo: lo scopo dello studio è stato fornire un quadro delle situazione, produrre dati utili alle future ricerche e dimostrare che l’arte visiva, nella formazione degli studenti di Medicina, aumenta l’empatia, l’abilità di osservazione e la capacità di gestire le difficoltà.

Approccio metodologico: attraverso i database di PubMed e Google Scholar gli autori hanno cercato le pubblicazioni umanistiche e di arte visiva riconosciute dalle istituzioni mediche. In seguito, hanno ristretto le loro ricerche alle istituzioni mediche degli Stati

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Uniti. Hanno quindi identificato 11 istituzioni, che avevano reso accessibili al pubblico in modo dettagliato i loro curricula, e altre sette che avevano pubblicato le analisi. Tutti i programmi raccolti sono stati analizzati e confrontati. Gli autori hanno costruito una tabella utilissima [Figura 8] per raggrupparli:

Figura 8: tabella riassuntiva di Mukunda et al. 2019.

Fonte: Mukunda N., Moghbeli N., Rizzo A., Niepold S., Bassett B., DeLisser H.M. (2019) Visual art instruction in medical education: a narrative review, Medical Education Online, 24(1): 2.

In tutti i programmi analizzati dagli autori [Figura 8] c’erano state delle partnership fra i corsi di laurea in Medicina e i musei d’arte locali. Queste partnership sono state coordinate da medici specialisti e da educatori dei musei; questi ultimi hanno assunto il ruolo di guida durante le sessioni. È stato vantaggioso per gli studenti, perché queste esperienze hanno influenzato positivamente il loro apprendimento a lungo termine. In ciascun programma, hanno partecipato anche i primari e i medici, e gli studenti hanno riconosciuto e apprezzato le corrispondenze fra le conoscenze mediche e quelle artistiche. Sebbene i feedback riportati dagli studenti siano soggettivi, sono stati ottenuti dei resoconti rigorosi sull’impatto di questi progetti sull’istruzione degli studenti. Gli autori hanno poi presentato dei report di casi studio effettuati in sei università:

1- Yale University School of Medicine (2001) Questo programma era dedicato agli studenti di Medicina al primo anno, durante il loro corso sull’incontro con il paziente chiamato “Yale Center for British Art Project”. Dal 1998 al 1999, 90 studenti furono suddivisi in tre gruppi da 30 ciascuno, e assegnati a un

43 gruppo di controllo, a uno di lettura e a uno sperimentale (YCBA). Di questi tre, il gruppo di lettura non dimostrò alcun beneficio. L’anno successivo, nel 2000, altri 86 studenti furono divisi in: 51 al gruppo YCBA e 35 al gruppo di controllo. Gli studenti del gruppo controllato andavano alle lezioni di anamnesi e visita medica, mentre quelli del gruppo YCBA beneficiavano del supporto artistico. Tutti gli studenti furono valutati prima e dopo: nel test gli veniva sottoposta per tre minuti un’immagine di un paziente e dovevano farne una descrizione scritta dettagliata (il test serviva a valutare la diagnosi visiva che facevano). I risultati del test effettuato dopo il corso hanno prodotto risultati quantitativi: il gruppo YCBA, sia nel 1999 sia nel 2000, ha ottenuto punteggi molto più alti (Dolev et al. 2001, citato in Mukunda et al. 2019).

2- University of Cincinnati Department of Family Medicine (2006) Questo studio qualitativo dimostra gli effetti dell’aver posticipato un corso a scelta nel percorso di studi di Medicina. Il corso a scelta durava 8 mesi ed era rivolto a 19 studenti del secondo anno di medicina, ai quali era stato chiesto di partecipare durante il terzo e il quarto anno (dopo aver completato i 9 mesi di tirocinio ospedaliero). Erano state fatte agli studenti otto domande molto precise: ebbene, le analisi delle risposte degli studenti dimostrarono che il progetto di arte visiva sarebbe dovuto iniziare prima, perché sarebbe stato necessario per sviluppare le competenze di osservazione, descrizione, critica e interpretazione negli studenti e che non sono sistematicamente previste all’interno del loro percorso di studi (Elder et al. 2006, citato in Mukunda et al. 2019).

3- Harvard Medical School (2008) Il corso multidisciplinare “Training the Eye: Improving the Art of Physical Diagnosis” aveva l’obiettivo di aumentare le capacità degli studenti di fare una visita obiettiva e un report accurato. Il corso prevedeva sette sessioni da 75 minuti ciascuna di osservazione al Museo di Belle Arti di Boston. Le sessioni erano seguite da un’ora di lettura sulle arti visive con diagnosi mediche. Hanno partecipato 58 studenti (24 in un gruppo sperimentale e 34 in un gruppo standard, senza supporto artistico). I risultati delle verifiche sugli studenti, effettuate prima e dopo, hanno dimostrato che gli studenti che hanno frequentato il corso sono molto migliorati rispetto ai trentaquattro studenti assegnati all’altro gruppo; le analisi qualitative hanno prodotto risultati molto buoni nelle osservazioni, nell’interpretazione dei sintomi, nelle conoscenze, nell’uso di concetti artistici (Naghshineh et al. 2008, citato in Mukunda et al. 2019). 44

4- Robert Wood Johnson Medical School (2013) Alla Robert Wood Johnson Medical School, nel New Jersey, è stata condotta una ricerca con gli studenti del terzo anno. Durante la settimana dell’ “Introduzione all’esperienza di tirocinio” fu organizzata una sessione di tre ore per discutere sui capolavori artistici. Gli studenti non erano guidati da una figura professionale o da un educatore musale, bensì da un loro compagno del quarto anno. Le analisi che sono state fatte sulle descrizioni delle opere hanno dimostrato un notevole progresso rispetto a prima della sessione, in ben quattro aspetti medici fondamentali: l’uso della terminologia; la possibilità di interpretazione; i pensieri; l’utilizzo di somiglianze visive (Jasani et al. 2013, citato in Mukunda et al. 2019).

5- University of Pennsylvania, Perelman School of Medicine (2018) Questo esperimento era rivolto a 36 studenti iscritti al primo anno di Medicina alla Perelman School of Medicine. Gli studenti furono assegnati a un gruppo di controllo e a uno sperimentale, con l’intervento artistico. I partecipanti di entrambi i gruppi ricevettero un pass gratuito per entrare al Philadelphia Museum of Art; solamente gli studenti del gruppo che ha sperimentato il supporto artistico nel museo venivano accolti dagli educatori del museo, pronti a tenere insieme a loro delle sessioni di osservazione delle opere. Le sessioni erano state organizzate utilizzando l’approccio “Artful Thinking” (“tavolozza di pensiero”, una pratica riflessiva professionale utilizzata con gli studenti per stimolare, estendere e approfondire i loro pensieri, ndr). Le analisi sono state fatte con un test a computer prima e dopo l’esperimento: agli studenti veniva chiesto di descrivere immagini artistiche, immagini mediche di patologie sulla superficie o intorno all’occhio e imaging retinico (una serie di immagini fotografiche, retinografie standard e in autofluorescenza, e scansioni tomografiche della retina mediante Spectral domain OCT che in maniera non invasiva consentono di analizzare caratteristiche metaboliche, morfologiche e strutturali della retina, ndr). Le descrizioni fatte dagli studenti sono state poi valutate con dei punteggi. Gli operatori sanitari hanno valutato le fotografie della retina e quelle mediche (si sono basati su una rubrica valutativa impostata prima), mentre gli educatori del museo hanno esaminato le descrizioni delle immagini artistiche. I risultati hanno dimostrato un aumento molto significativo dei punteggi degli studenti del gruppo sperimentale, e un abbassamento dei punti del gruppo di controllo. Questa iniziativa ha aiutato gli studenti nel farli diventare osservatori più bravi e abili (Gurwin et al. 2018, citato in Mukunda et al. 2019). 45

6- Weill Cornell Medical College and Columbia University Vagelos College of Physicians and Surgeons (2018) Anche il progetto “Observation and Uncertainty in Art and Medicine” è stato sperimentato per osservare i miglioramenti sulle capacità di riflessione e osservazione degli studenti grazie al contributo artistico. Questo studio è il frutto della collaborazione fra il Weill Cornell Medical College, nell’Upper East Side di Manhattan, e la Columbia University. La ricerca è stata condotta invitando a partecipare sei studenti iscritti a ciascun anno di corso di entrambe le università. Alla fine, in tutto sono stati 47 gli studenti partecipanti provenienti da quattro anni di corso. I ricercatori hanno utilizzato metodi misti, includendo analisi quantitative prima e dopo il progetto, e analisi qualitative per valutare gli studenti. I risultati quantitativi (e in particolare sono stati utili i punteggi della GRAS, Groningen Reflection Ability Scale, Scala delle abilità di riflessione di Groningen) hanno dimostrato statisticamente il miglioramento dell’osservazione negli studenti (Gowda et al. 2018, citato in Mukunda et al. 2019).

Risultati ottenuti: gli autori hanno sintetizzato in una griglia tutti gli studi presi in considerazione [Figura 9].

Figura 9: gli studi considerati dagli autori.

Fonte: Mukunda N., Moghbeli N., Rizzo A., Niepold S., Bassett B., DeLisser H.M. (2019) Visual art instruction in medical education: a narrative review, Medical Education Online, 24(1): 4.

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Hanno dimostrato il miglioramento degli studenti nell’osservazione, nella diagnosi, nell’empatia, nel lavoro di squadra, nella comunicazione cooperando in team e nel benessere. Gli studi, inoltre, hanno promosso le partnership fra le università e i musei locali, e gli educatori del museo hanno applicato dei metodi pedagogici per aiutare gli studenti a sviluppare un occhio critico.

Eventuali limiti osservati dagli autori: se da un lato l’evidenza empirica degli studi conferma che le ricerche hanno agevolato gli studenti, dall’altro c’è stato un basso rigore scientifico poiché sono state coinvolte istituzioni piccole, per un breve periodo di tempo, con controlli non regolari. Gli autori hanno nutrito qualche dubbio anche sulla pedagogia. Gli autori, per le future ricerche che si occuperanno di migliorare e innovare l’istruzione dei futuri medici grazie alle discipline artistiche, raccomandano di:

a- Essere più rigorosi nelle stime della soddisfazione degli studenti a cui saranno offerti i corsi; b- Effettuare controlli e sondaggi pre e post attività, per ottenere dati più specifici e poter indagare quali aspetti sono influenzati maggiormente dall’arte visiva; c- Includere gruppi di controllo, per confrontare la procedura standard, affinché siano rimosse possibili attività di scarsa utilità dai curricula; d- Valutare la durata degli effetti benefici; e- Offrire corsi appropriati post internato; f- Favorire e incentivare le partnership fra i corsi di laurea in Medicina (come il sesto modello, delle sinergie fra il Weill Cornell e la Columbia University) e coinvolgere gli educatori dei musei.

3.5 I benefici di un’attività artistica di pittura sul benessere e sulla formazione degli infermieri

Karpavičiūtė & Macijauskienė nel 2015 hanno esaminato i benefici delle attività artistiche per gli infermieri. Lo studio è stato possibile grazie alla collaborazione fra il Dipartimento di Biologia applicata e di Riabilitazione della Lithuanian Sports University e l’organizzazione dipartimentale Arts for Health della Manchester Metropolitan University. Lo studio è stato finanziato dall'ONG “Socialiniai Meno Projektai” di Vilnius, in Lituania, i cui progetti sono sostenuti dal Lithuanian Council for Culture. 47

Gli autori si sono focalizzati sulla necessità di incorporare l’arte al servizio sanitario e promuovere la salute e il benessere degli infermieri sul posto di lavoro. Le attività artistiche sono importanti nell’educazione e nella formazione degli infermieri e di tutte le altre professioni sanitarie (Chan 2014; Jack 2012; O¨zcan et al. 2011; Potash et al. 2016, citati in Karpavičiūtė & Macijauskienė 2015). Le pratiche artistiche hanno un effetto benefico sulla salute e sul benessere (Titus & Sinacore 2013; Guerin et al. 2011; Kelaher et al. 2014; Phinney et al. 2014, citati in Karpavičiūtė & Macijauskienė 2015).

Obiettivo: l’obiettivo è stato di verificare l’impatto di attività artistiche sul benessere delle infermiere dell’ospedale di Kaunas, in Lituania. L’iniziativa proposta in questo studio è stata di dipingere su seta. È servita ad aumentare il benessere e a migliorare la qualità della vita, l’esperienza lavorativa e la produttività. Gli autori hanno documentato, a tal proposito, che lo stress sul lavoro è il secondo problema di salute riscontrato più frequentemente in Europa. Aumentare il benessere significa aumentare la felicità e la soddisfazione. Gli autori hanno deciso di considerare lo staff infermieristico perché ha un impatto immediato sulla salute dei pazienti (Chen et al. 2014, citato in Karpavičiūtė & Macijauskienė 2015).

Approccio metodologico: 115 infermiere donne hanno partecipato volontariamente e dando il loro consenso al progetto. Sono state autorizzate a partecipare perché soddisfacevano i tre requisiti necessari: occupare un posto di lavoro nello staff infermieristico dell’ospedale; lavorare in quell’ospedale; non aver già partecipato a iniziative di pittura. A tutte le partecipanti è stato garantito l’anonimato. Le infermiere che hanno partecipato avevano un’età compresa fra i 40 e i 45 anni, e con in media 21 anni di esperienza ospedaliera. La maggioranza lavorava nel reparto di chirurgia, con contratto a tempo pieno e lavoro a turni. Lo studio è stato fatto fra ottobre e dicembre 2014. Le 115 infermiere sono state assegnate a due gruppi: 56 a un gruppo di trattamento sperimentale e 59 a un control group (senza le attività di pittura). Le sessioni di pittura su seta venivano organizzate una volta alla settimana, con cinque opzioni di tempo, in modo che ciascuna infermiera potesse scegliere quella più conveniente per i suoi turni. Le 56 partecipanti sono state suddivise in cinque gruppi (quattro da 11 e uno da 12). Non sono state sessioni di arte-terapia e l’approccio non è stato terapico: si è trattato di «“arts for health” activities», cioè attività artistiche dove le infermiere hanno potuto impegnarsi,

48 esprimere la loro creatività, rilassarsi e fare amicizia. Ognuno dei cinque gruppetti era guidato da un artista e sorvegliato da un ricercatore dello studio. Ogni infermiera ha partecipato all’iniziativa una volta alla settimana per dieci settimane; ogni sessione di pittura era erogata gratuitamente e durava due ore, ma al di fuori dell’orario di lavoro. È stata scelta la pittura su seta per tre motivi: è una tecnica molto flessibile, non c’è bisogno di particolari conoscenze pittoriche e permette di raggiungere bei risultati velocemente. L’attività si è svolta per dieci settimane: nella prima settimana alle infermiere erano state illustrate la tecnica, i materiali e la teoria della pittura su seta; nella seconda e terza hanno dipinto sulla seta e creato una sciarpa; nella quarta e quinta hanno creato una grande sciarpa, nella sesta e settima hanno realizzato un quadro e dalla ottava alla decima settimana hanno portato a termine il dipinto finale. L’opera realizzata è stata presentata a una mostra pubblica organizzata alla biblioteca comunale di Kaunas e all’ospedale. I dati sono stati raccolti attraverso un questionario sottoposto alle infermiere prima della prima attività e al termine dell’ultima. Sono state utilizzate quattro scale: 1- Warwick–Edinburgh Mental Well-Being Scale (WEMWBS): la scala WEMWB ha dimostrato una buona validità e affidabilità. Si poteva assegnare alle quattordici domande punteggio da 1 a 5. Il punteggio minimo era quindi 14, il massimo 70. Il coefficiente alpha di Cronbach per la scala WEMWB era molto buono (α = 0.9). 2- Short Form-36 Health Survey Questionnaire (SF-36): la SF-36 è stata utilizzata per misurare genericamente lo stato di salute: si riferisce alla salute soggettiva del target valutato. Il questionario comprendeva 36 domande, raggruppate in sotto scale: funzionamento fisico, limitazioni fisiche, dolore al corpo, salute generale, vitalità/energia, funzionamento sociale, problemi emotivi, benessere emotivo. I rispondenti potevano assegnare un punteggio da 1 a 6. Anche in questo caso il coefficiente alpha di Cronbach era molto buono (α = 0.9). 3- Reeder Stress Scale (Stress scale): la Stress scale aveva sette voci alle quali rispondere con punti da 1 (fortemente d’accordo) a 4 (fortemente in disaccordo). In questa parte dello studio il coefficiente alpha di Cronbach era buono (α = 0.8). 4- Multidimensional Fatigue Inventory (MFI-20): la MFI-20 aveva cinque sub-scale: fatica generale, fatica fisica, fatica mentale, riduzione dell’attività, riduzione della motivazione. Il coefficiente alpha di Cronbach era molto buono (α = 0.9).

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I questionari della ricerca sono stati compilati da tutte le partecipanti, prima e dopo le attività di pittura su seta. Prima che gli fosse consegnato il questionario, gli era stato spiegato l’obiettivo dello studio e l’utilizzo dei dati che sarebbero stati poi elaborati.

Risultati ottenuti: in entrambi i due gruppi in cui erano state suddivise le infermiere, la scala che ha misurato lo stress ha dimostrato una riduzione (il loro è un lavoro non solo estenuante fisicamente, ma anche emotivamente: le infermiere sono sotto condizioni stressanti quotidianamente). Questo studio ha dimostrato che le attività artistiche migliorano il benessere delle infermiere e, per questo motivo, gli autori suggeriscono di considerare le potenzialità dell’approccio artistico e integrarle, al fine di accrescere il benessere, di promuovere la salute pubblica, con uno strumento basato su attività economiche (Cameron et al. 2013; Broderick 2011; Stuckey & Nobel 2010; Philipp et al. 2015, citati in Karpavičiūtė & Macijauskienė 2015).

Gli autori hanno dimostrato che la pittura su seta hanno avuto un effetto positivo sulla salute generale e sul benessere mentale, hanno aiutato a ridurre lo stress sul lavoro e hanno aumentato l’autostima e la felicità delle partecipanti. I risultati della sub-scala benessere emotivo (l’ultima voce della Short Form-36 Health Survey Questionnaire) confermano che le partecipanti, dopo il progetto, erano più felici, ottimiste, rilassate e allegre.

Eventuali limiti osservati dagli autori: i limiti rilevati dagli autori consistono in: campione troppo piccolo, un solo genere analizzato (le partecipanti erano tutte donne, ma questo riflette le situazioni generali degli staff infermieristici, dove il genere femminile è prevalente), e in fine una durata di tempo troppo breve. Gli autori suggeriscono che le future ricerche si dovranno occupare di analizzare il costo economico della partecipazione in attività artistiche, inserire una valutazione dello stato di salute e benessere dei partecipanti anche qualche mese e anno dopo la fine dell’iniziativa, ed esaminare la partecipazione autonoma a eventi d’arte. Inoltre, consigliano di coinvolgere partecipanti da zone rurali, e con diversi backgrounds medici, e di indagare i vari effetti di diverse attività artistiche sulle caratteristiche dei partecipanti.

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3.6 Conclusioni

Ho rappresentato tutti pazienti presi in considerazione nel Capitolo 3 in un grafico a torta.

Figura 10: esemplificazione con grafico a torta di tutti i partecipanti considerati nel Capitolo 3.

Rappresentazione grafica di tutti i pazienti del Capitolo 3

22 studenti di Medina e 20 anziani affetti da demenza di un Centro studenti al terzo anno di infermiere; 115 Anziani.; 42 medicina ; 22

studenti di Medicina (104 dall’internato e 6 studenti di tutti gli anni tirocinanti, 70% maschi di corso (collaborazione e 30% femmine) ; 110 fra il Weill Cornell Medical College e la Columbia University).; 47 studenti al primo anno di Medicina (accesso al Philadelphia Museum of Art); 36 corso multidisciplinare “Training the Eye: studenti di Medicina al Improving the Art of primo anno (“Yale Physical Diagnosis” con Center for British Art il Museo di Belle Arti di Project”); 86 Boston; 58 studenti del secondo anno di medicin; 19

George et al. 2013 Poropat et al. 2018

Yang et al. 2011 Dolev et al. 2001, citato in Mukunda et al. 2019

Elder et al. 2006, citato in Mukunda et al. 2019 Naghshineh et al. 2008, citato in Mukunda et al. 2019

Gurwin et al. 2018 , citato in Mukunda et al. 2019 Gowda et al. 2018, citato in Mukunda et al. 2019

Karpavičiūtė & Macijauskienė 2015

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Capitolo 4

I benefici dell’arte-terapia integrata alle cure per i pazienti oncologici

Tabella 4 – la struttura del Capitolo 4.

Tipologia di Sezioni: Pubblicazioni: pazienti: 4.1 La riduzione dei sintomi negativi nei pazienti oncologici grazie all’arte-terapia Lefèvre et al. 2015 integrata alle cure palliative, e i benefici delle attività artistiche 4.2 Un programma di arte-terapia con dipinti famosi per i malati di cancro, che ricevono Koom et al. 2016 radioterapia Pazienti oncologici, 4.3 I risultati di uno studio su una raccolta di ricercatori, staff Geue et al. 2010 medico e arte- ricerche di arte-terapia per pazienti oncologici terapisti. 4.4 Programmi di arte integrati ai trattamenti Thomson et al. 2012 farmacologici per i pazienti oncologici

4.5 Arte-terapia per pazienti donne malate di tumore al seno: i benefici sull’espressione Puig et al. 2006 emotiva, sulla spiritualità e sul benessere psicologico

In questo capitolo ho preso in considerazione la letteratura che tratta i malati oncologici. Ho potuto osservare che la maggioranza dei pazienti che hanno partecipato agli studi della letteratura sono state donne affette da tumore al seno (in tre studi su cinque: Koom et al. 2016, Thomson et al. 2012 e Puig et al. 2006). L’arte-terapia è stata integrata ai trattamenti farmacologici e alle cure palliative, in modo da supportare i pazienti, abbassare i loro sintomi negativi e aumentarne il benessere. Nello studio del 2012, gli autori Thomson et al. hanno analizzato la letteratura e presentato alcune dimostrazioni nelle quali l’aumento del benessere dei pazienti era stato confermato dall’evidenza clinica.

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4.1 La riduzione dei sintomi negativi nei pazienti oncologici grazie all’arte-terapia integrata alle cure palliative, e i benefici delle attività artistiche

Gli autori (Lefèvre et al. 2015) hanno condotto uno studio sull’arte terapia inserita fra le cure palliative di pazienti terminali malati di tumore. La ricerca è stata condotta presso il Centro di Medicina e Cure Palliative dell'ospedale di Lione Sud, in Francia, che è parte dei quattordici poli sanitari degli Hospices Civils de Lyon, il secondo complesso ospedaliero universitario francese.

Obiettivo: lo scopo dello studio è stato di valutare l’efficacia dell’arte terapia e di determinare se le attività artistiche e la gioca che suscitano possano contribuire a ridurre i sintomi negativi nei malati. Lo studio è stato approvato dal Comitato Etico e dal Comitato di revisione istituzionale degli Ospedali Civili di Lione.

Approccio metodologico: il primo step è stato la selezione dei pazienti, avvenuta durante un periodo di diciotto mesi. I pazienti stavano ricevendo cure palliative. I criteri affinché potessero partecipare erano: a- Diagnosi di un tumore di stadio avanzato; b- Capacità di comunicare in lingua francese; c- Capacità di prendere parte a sessioni di arte terapia della durata di un’ora; d- Capacità di completare da soli le autovalutazioni. 28 sono stati i pazienti selezionati, dei quali 21 donne e 7 uomini; hanno potuto partecipare all’esperimento in 22 (sei non soddisfacevano l’ultimo criterio) a un totale di 53 sessioni di arte-terapia. Durante le sessioni i pazienti erano aiutati da un arte-terapeuta qualificato. Alcuni giorni prima di cominciare le sessioni, ciascun paziente era stato invitato a scegliere il mezzo artistico preferito, a seconda della tecnica che preferiva e della propria abilità artistica. Ne sono state utilizzate varie: pittura, disegno, fotografia, modellazione e scultura. A seconda di come si sentivano i pazienti le sessioni potevano avvenire nelle loro stanze o fuori dal reparto. L’arte-terapista si è focalizzato inizialmente sulle tecniche artistiche. I pazienti hanno documentato l’intensità di nove sintomi frequenti (nell’ordine: dolore, nausea, stanchezza, sonnolenza, mancanza di appetito, difficoltà respiratoria, depressione, ansia e malessere) grazie al metodo “Edmonton Symptom Assessment System” (ESAS), utilizzando una scala da 0 (no sintomi) a 10 (massimo). Gli autori hanno abbinato il sintomo “tristezza” al settimo sintomo, 53

“depressione”. I partecipanti erano invitati a completare la valutazione cinque minuti prima e cinque dopo la sessione. Anche per misurare la dimensione estetica è stata utilizzata una scala, con “good”, “well” e “beautiful”, da completare cinque minuti prima della sessione. “Good” stava per il divertimento percepito dai pazienti, “well” per la sensazione di aver svolto bene e correttamente un’attività, “beautiful” per l’emozione estetica. La scala era strutturata secondo il modello “harmonic cube”. Per la voce “good”, il voto 0 corrispondeva a “molto piacere”, e 10 a “nessun piacere”. Per “well” il contrario, e per “beautiful” 0 significava “mi piace tanto” e 10 “non mi piace”. I dati sono stati analizzati statisticamente con il software R 2014 per (R Core Team, 2014). Gli autori hanno poi confrontato le variabili prima e dopo le sessioni (grazie al test di Wilcoxon), gli effetti benefici sui sintomi (con al test Mann–Whitney) e la dimensione estetica (con il test di Friedman). I collegamenti fra variabili sono stati misurati dalla matrice di correlazione di Spearman. Per raggruppare le variabili, gli autori hanno utilizzato ClustOfVar insieme al pacchetto R. I dati quantitativi hanno dimostrato l’efficacia dell’arte-terapia sulla diminuzione dei sintomi: il p values in ogni calcolo statistico è stato ≤ 0.05 (quindi statisticamente significativo).

Risultati ottenuti: le sessioni di arte-terapia hanno avuto un effetto significativo sull’abbassamento di tutti i sintomi. La sofferenza complessiva si è ridotta in media del 47%. A livello individuale, la riduzione dei sintomi è variata in ciascun paziente. Gli autori hanno calcolato che, in media, la deviazione standard percentuale della riduzione è stata del 60.8%. Gli indici di correlazione hanno quantitativamente dimostrato che dopo le sessioni si sono abbassati i livelli di tristezza, depressione e ansia. Gli autori hanno poi annotato che, sia prima di iniziare le sessioni che dopo, i sintomi erano significativamente correlati l’un l’altro. Dopo la prima sessione, non sono stati registrati significativi benefici sui sintomi. I pazienti hanno auto-valutato la dimensione estetica (“good”, “well” e “beautiful”). In media, il punteggio assegnato a “good” è stato più alto rispetto a quello di “beautiful” che, a sua volta, è stato maggiore di quello attribuito a “beautiful”. La deviazione standard ha invece calcolato un ordine contrario. Gli indici statistici dimostrano che, dopo la prima sessione, l’esperienza estetica è stata magnifica per i partecipanti. La matrice di correlazione di Spearman ha permesso di dimostrare quantitativamente la correlazione fra “good”, “well” e “beautiful”: buono è significativamente correlato all’abbassamento dello stress, bene alla riduzione del dolore, dell’ansia e del malessere, bello all’abbassamento del dolore. 54

Tirando le somme, quindi, le correlazioni suggeriscono alcuni effetti neurobiologici ottenuti mediante l’arte. È stato dimostrato che il divertimento che deriva dall’esperienza (il “good”) è correlato alla riduzione dello stress, e l’emozione estetica (“beautiful”) alla diminuzione del dolore. La sofferenza si è abbassata (già dopo la prima sessione), ma per periodi brevi, ed è una conseguenza normale in funzione delle ipotesi neuropsicologiche. La voce “well” invece è connessa all’aumento della fiducia in se stessi: più un paziente si sente soddisfatto con il lavoro che ha fatto, è più si sentirà così nei suoi lavori futuri. “Well” è collegato alla riduzione dell’ansia e, nell’esperimento fatto, diminuisce già dalla prima sessione (rappresenta un ottimo risultato). Gli autori, con delicatezza, hanno constatato che i pazienti sottoposti a cure palliative devono fare i conti con un tempo limitato. Il progetto di arte-terapia ha offerto loro un’opportunità di prendere parte attivamente alle cure e non in modo passivo. Questo va a influenzare l’approccio degli operatori medico-sanitari e dei familiari dei pazienti (Wood M.J. et al. 2011, citato in Lefèvre et al. 2015). I pazienti che si sentono vivi, capaci, di successo si sentono meglio e i sintomi sono alleviati.

Eventuali limiti osservati dagli autori: gli autori hanno riconosciuto i limiti di questa iniziativa: innanzitutto, il piccolo numero di partecipanti (22) e di sessioni (53), e poi l’assenza di un gruppo standard di controllo. I risultati ottenuti, comunque, incentivano ulteriori ricerche sull’efficacia dell’arte-terapia. Un altro dato che avverte su come monitorare l’impatto sul benessere è il progressivo peggioramento di salute, che potrebbe provocare distorsioni).

4.2 Un programma di arte-terapia con dipinti famosi per i malati di cancro, che ricevono radioterapia

Gli autori (Koom et al. 2016) hanno condotto una ricerca sui benefici dell’arte-terapia per i malati di cancro in cura presso il Yonsei Cancer Center di Seoul, in Corea del Sud, che ha supportato la ricerca insieme alla Yonsei University College di Medicina e in collaborazione con la facoltà di Arte terapia clinica della CHA University di Pocheon- shi, Gyeongghi-do, Corea del Sud.

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Obiettivo: l’obiettivo di questo studio è stato di valutare l’efficacia di sessioni di arte terapia sull’affaticamento dei pazienti malati di cancro durante la radioterapia e i benefici sulla loro qualità della vita. Lo studio è stato condotto nel Yonsei Cancer Center, di Seoul. Il Comitato Etico del Centro Tumori Yonsei e della Yonsei University College of Medicine ha approvato lo studio.

Approccio metodologico: sono stati selezionati per partecipare cinquanta pazienti malati di cancro che si sottoponevano ai trattamenti radioterapici settimanalmente. Hanno partecipato in 34 (68%) e la mediana dell’età dei malati era di 50 anni (fra 34 e 68). La tipologia di cancro più comune nel campione costruito era il tumore al seno.

Accanto alle terapie sono state integrate le sessioni di arte terapia che consistevano nell’apprezzamento di famosi dipinti. Gli autori hanno misurato la fatica dei malati e la qualità della vita mediante la scala Brief Fatigue Inventory (BFI) e la Functional Assessment of Chronic Illness Therapy-Fatigue (FACIT-F). Il programma si è svolto fra gennaio 2015 e aprile 2015. I dati venivano raccolti per quattro settimane ogni volta prima, durante e dopo la radioterapia. I pazienti partecipanti venivano dal Reparto di Radioterapia Oncologica, ed è stato possibile individuarli grazie a tre criteri: che si sottoponessero da minimo quatto settimane alla Radioterapia a fasci esterni, che avessero più di venti anni e che fossero in grado di comprendere i questionari.

Il programma di arte-terapia coinvolgeva: attività di apprezzamento di dipinti famosi (per sessioni di 15 minuti, una volta alla settimana) e interviste faccia a faccia fra intervistatore e paziente, che si svolgevano in una stanza a parte, prima della somministrazione della radioterapia. Per ridurre l’ansia dei pazienti, l’arte terapia iniziava mezz’ora prima della seduta di radioterapia. Le sessioni sono durate per quattro settimane. Terapisti e pazienti furono assegnati casualmente a coppie nella prima sessione. 17 studenti della Laurea Magistrale in arte-terapia condussero le sessioni e intervistarono i pazienti. In ciascuna sessione, i pazienti esprimevano le loro emozioni sui dipinti e l’arte-terapista appuntava lo stato mentale, emotivo e affettivo. Il programma di arte terapia comprendeva tre parti:

a- L’osservazione dei dipinti famosi, le conversazioni sui dipinti, scelti sia dagli arte-terapisti sia dai pazienti, e il perché di tali scelte. b- Le attività proseguivano con l’analisi estetica dei dipinti (colori, linee, spazio, ecc.), con l’immaginarsi le intenzioni dell’artista e con le discussioni sui sentimenti dei pazienti;

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c- Nella parte conclusiva, i pazienti potevano parlare di come si sono sentiti prima e dopo l’attività.

I dipinti famosi sono stati scelti da un campione di tre, e da esperti arte-terapisti clinici. Il criterio più importante era che i dipinti fossero semplici da comprendere e interessanti per i pazienti. Per scegliere i dipinti sono state utili alcune domande guida: “i dipinti e la loro tecnica sono collegati all’argomento?”, “È semplice da comprendere?”, “Il dipinto può interessare il paziente?”, “Può evocargli emozioni?”. Ho riadattato con Excel la tabella costruita dagli autori (Koom et al. 2016) con tutti i dipinti che hanno selezionato:

SESSIONI: DIPINTI:

1) Landscape 1- Field with Poppies (Vincent Van Gogh, 1889) 2- Houses at Argenteuil (Claude Monet, 1873) [Figura 11] 3- Banks of Seine Vetheuil (Claude Monet, 1880) 4- Poplars on the Bank of the River Epte Tree Lake (Claude Monet, 1891) 5- View of l’Estaque and the If Castle (Paul Cézanne, 1885) 2) Painting 1- The Child’s Bath (Mary Cassatt, 1884) 2- Motherhood (Mary Cassatt, 1890) 3- Woman with a Parasol-Madame Monet and Her Son (Claude Monet, 1875) [Figura 12] 4- Love at First Sight (Arthur John Elsley, 1874) 5- Meadow at Bezons, (Claude Monet, 1874) 6- Ask Me No More (Lawrence Alma Tadema, 1906)

3) Figure 1- Sunflowers (Vincent Van Gogh, 1888) [Figura 13] painting 2- Polynesia, the Sea (Henri Matisse, 1946) 3- Squares with Concentric Rings (Wassily Kandinsky, 1913) 4- Water Lily Pond, Symphony in Green (Claude Monet, 1899) 4) Color- 1- The Infant Samuel (Joshua Reynolds, 1776) [Figura 14] centered 2- Praying Hands (Albrecht Durer, 1508) 3- A Riverside Where I Can Rest (Yong Sung Kim, 2005) 4- The Good Shepherd (Anonymous) 5- The Virgin in Prayer (Il Sassoferrato, about 1640–1650)

Esempi di dipinti di ciascuna sessione:

Figura 11: Claude Monet, 1873, Case ad Argenteuil

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Figura 12: Claude Monet, 1875, La passeggiata

Figura 13: Vincent Van Gogh, 1888, Girasoli

Figura 14: Joshua Reynolds, 1776, The Infant Samuel

I dipinti famosi sono stati utilizzati nelle quattro sessioni che erano state organizzate: erano stati stampati rispettando le dimensioni originali, e con una risoluzione di 300 dpi. La luminosità nelle stanze dove si svolgeva l’arte-terapia era stata accuratamente mantenuta uguale e costante durante tutte le sessioni; i dipinti erano posti ad una distanza di 50 cm dai pazienti, di fronte a loro e agli arte-terapisti. . A ciascun paziente era stato chiesto di rispondere a dei questionari (prima di iniziare il progetto, durante le quattro settimane e al termine). Grazie al Brief Fatigue Inventory

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(BFI) e alla Functional Assessment of Chronic Illness Therapy-Fatigue (FACIT-F) sono stati monitorati l’affaticamento e la qualità della vita.

o Il Brief Fatigue Inventory è un inventario che serve per valutare rapidamente la gravità e l'impatto dell'affaticamento correlato al cancro (ndr). In questo studio, gli autori si sono serviti di nove voci, alle quali i pazienti assegnavano un punteggio, da 0 a 10, riguardo la loro stanchezza attuale, normale e più forte, e su come interferisce sulla loro quotidianità. o La scala FACIT-F era composta da 40 elementi. Consiste in quattro domini della qualità della vita: benessere fisico (7 elementi), benessere sociale/familiare (7 elementi), benessere emotivo (6 elementi), benessere funzionale (7 elementi). È stato misurato l’impatto delle attività di arte-terapia e i risultati statistici che sono stati elaborate erano significativi.

Risultati ottenuti: il programma di arte-terapia sull’apprezzamento dei dipinti celebri ha aiutato i pazienti ad aumentare la stima in loro stessi e a instaurare relazioni sociali. I punteggi hanno infatti dimostrato quantitativamente i cambiamenti durante le settimane e l’affaticamento è diminuito (osservato grazie al BFI). Dalle risposte dei questionari è emerso che l’iniziativa di arte-terapia è stata utile per tutti i pazienti, e che l’arte è servita come mezzo per riflettere sulla loro situazione e per facilitarli a guardarsi dentro e a esprimersi.

Eventuali limiti osservati dagli autori: la durata delle valutazioni è stata troppo corta e il numero di partecipanti molto basso. Se certamente lo studio permette di affermare l’utilità nella quotidianità dei pazienti malati durante le radioterapie, la sua struttura non consente di dimostrarne a pieno la significatività.

4.3 I risultati di uno studio su una raccolta di ricerche di arte-terapia per pazienti oncologici

Gli autori (Geue et al. 2010) hanno raccolto vari studi sull’arte-terapia per più di un ventennio. Hanno poi effettuato una precisa selezione e hanno elaborato i dati: hanno ottenuto risultati significativi che gli hanno permesso di affermare l’aiuto dell’arte-terapia per i pazienti oncologici. L’indagine è stata compiuta dal Dipartimento di psicologia medica e sociologia medica dell’Università di Lipsia. 59

Obiettivo: gli obiettivi degli autori sono stati di presentare una visione d’insieme dei progetti di arte terapia, focalizzati sull’arte visiva, e sul far disegnare e dipingere i malati; poi di descrivere la struttura di questo studio; e infine presentare i risultati e le conclusioni.

Approccio metodologico: per effettuare la ricerca, Geue et al. hanno consultato MEDLINE/PubMed, SCOPUS e PsycINFO considerando gli anni 1987-2009. Le parole chiave che hanno ricercato sono state: art; art therapy; art program; painting; drawing; oncology; cancer; psycho-oncology. Hanno selezionato gli articoli grazie a quattro criteri: a- che contenessero progetti di disegno o pittura, b- che i partecipanti fossero adulti malati di cancro, c- che le ricerche fossero efficaci e d- che fossero pubblicate in lingua inglese o tedesca. Gli autori hanno individuato un totale di 90 articoli e di questi, 56 considerati potenzialmente rilevanti per l’obiettivo proposto. Dei 56 articoli, 17 soddisfacevano completamente i criteri di inclusione. Gli autori hanno analizzato le ricerche e hanno elaborato i risultati, strutturandoli in varie tabelle.

Risultati ottenuti: grazie alle griglie che hanno elaborato, gli autori hanno presentato i risultati notevoli e hanno dimostrato che le iniziative di arte terapia sono state considerevolmente significative. È emerso che i partecipanti presi in considerazione erano in prevalenza di genere femminile. In ciascuno dei vari casi analizzati, è stato registrato un abbassamento dell’ansia nei pazienti e un miglioramento della qualità della loro vita.

Eventuali limiti osservati dagli autori: gli autori hanno avvertito su degli aspetti che vanno valutati con attenzione. Innanzitutto, hanno considerato studi che hanno prodotto risultati sia qualitativi sia quantitativi. La dimensione dei campioni non è stata omogenea (infatti il range delle pubblicazioni considerate va da 7 a 70 partecipanti) e le attività creative proposte sono state solo disegni. Gli autori hanno specificato se i pazienti fossero stati aiutati dal personale medico o se avessero svolto i progetti da soli. Alla fine, gli autori hanno consigliato di effettuare le ricerche future con maggiore efficienza e di costruire un campione con un metodo non probabilistico, ma strutturato e controllato, al fine di studiare se le attività producano benedici specifici e osservare se ci sono possibili variabili che influenzano.

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4.4 Programmi di arte integrati ai trattamenti farmacologici per i pazienti oncologici

Gli autori (Thomson et al. 2012) hanno analizzato degli esperimenti in letteratura nei quali era stato studiato l’aumento del benessere per i pazienti oncologici che ricevevano cure mediche dovuto ai programmi di arte-terapia abbinati. Gli autori hanno dimostrato che i progetti non farmacologici, ma incentrati sull’arte, per questi pazienti hanno notevolmente migliorato il loro benessere. Lo studio è stato fatto grazie all'Arts and Humanities Research di Londra e i dati sono stati analizzati dalla University College London. Gli autori erano ricercatori della University College London e hanno dichiarato di non aver voluto ricevere alcun finanziamento. Gli autori hanno raccolto quattro report sugli effetti dell’arte visiva sulla salute. Dalle loro analisi, è emerso che i più recenti presentano una crescita dell’evidenza scientifica che ne dimostra i benefici. I trattamenti non farmacologici sono stati valutati da metodi empirici, e i risultati quantitativi ottenuti sono stati ben accolti dalla comunità sanitaria, che li ha confrontati a quelli medici. Le quattro terapie artistiche per i pazienti malati di cancro analizzate sono state: a- Un esperimento del 2003 di mostre d’arte settimanali per due mesi per 51 pazienti in chemioterapia. Le analisi statistiche e la scala di misurazione hanno dimostrato che si erano abbassate l’ansia e la depressione in ospedale (Staricoff & Loppert 2003, citato in Thomson et al. 2012).

b- Uno studio del 2006 che consisteva in un’ora di arte-terapia per 50 pazienti colpiti con il cancro. Gli effetti sul benessere sono stati misurati mediante un test fatto prima e dopo l’esperimento per verificare i sintomi. La Edmonton Symptom Assessment Scale e l’indice State-Trait Anxiety hanno dimostrato significative riduzioni dei sintomi dopo la terapia (Nainis et al. 2006, citato in Thomson et al. 2012).

c- Un esperimento di controllo non probabilistico del 2006, organizzato settimanalmente con 39 pazienti donne a cui era appena stato diagnosticato un cancro al seno ha dimostrato la crescita del benessere psicologico e di emozioni

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positive, e una diminuzione di quelle negative (Puig et al. 2006, citato in Thomson et al. 2012).

d- Un programma del 2005 di danza e movimento dedicato a 35 donne guarite dal cancro al seno, che ha contribuito a migliorare la qualità della vita (Sandel et al. 2005, citato in Thomson et al. 2012).

In tutte queste iniziative d’arte l’evidenza clinica ha confermato l’aumento di benessere nei pazienti. Ho sintetizzato graficamente i pazienti analizzati dagli autori [Figura 15]:

Figura 15: i pazienti citati da Thomson et al. 2012.

I pazienti citati da Thomson et al. ai quali è stato confermato clinicamente l'incremento del loro benessere

Sandel et al. 2005,Kirklin & Richardson citato in Thomson et2003, citato in al. 2012; 35Thomson et al. 2012; 51 Puig et al. 2006, citato in Thomson et al. 2012; 39 Nainis et al. 2006, citato in Thomson et al. 2012; 50

Kirklin & Richardson 2003, citato in Thomson et al. 2012 Nainis et al. 2006, citato in Thomson et al. 2012 Puig et al. 2006, citato in Thomson et al. 2012 Sandel et al. 2005, citato in Thomson et al. 2012

Nella ricerca, gli autori Thomson et al. 2012 si sono focalizzati sulla validità e sul potenziale del patrimonio culturale come trattamento non farmacologico per i pazienti che ricevono cure oncologiche: Obiettivo: lo studio qualitativo ha l’obiettivo di dimostrare i benefici del maneggiare gli oggetti museali. È stato reso possibile grazie all'Arts and Humanities Research e all’aiuto della University College London per tutte le analisi dei dati. Gli autori hanno dichiarato di non aver voluto ricevere finanziamenti. Approccio metodologico: ha partecipato un gruppo di 100 pazienti ospedaliere donne, ricoverate nel reparto di Oncologia dell’ospedale centrale di Londra. Le 100 pazienti donne sono state assegnate a due gruppi, uno sperimentale, con il supporto artistico (79)

62 e uno di controllo (21). Ciascuno dei due gruppi è stato confrontato con un altro gruppo di pazienti, non oncologici. Gli autori hanno utilizzato questo criterio per verificare e stimare se e quanto i pazienti oncologici possano beneficiarne maggiormente rispetto a quelli non oncologici. Hanno sintetizzato in un grafico la struttura dei gruppi [Figura 16].

Figura 16: diagramma che rappresenta i pazienti.

Fonte: Thomson L.J., PhD, Ander E.E., MA, Menon U. (2012) Enhancing Cancer Patient Well-Being With a Nonpharmacological, Heritage-Focused Intervention, Journal of Pain and Symptom Management, 44(5): 733.

Le pazienti hanno partecipato all’esperimento una alla volta per sessioni di circa 30 minuti (più altri dieci per le analisi). È stato applicato un protocollo standard: controllo della pressione, lavaggio delle mani con sapone o gel disinfettante, altra misurazione della pressione e scelta del primo oggetto/fotografia, da cui partire per discutere sulle sue caratteristiche e rispondere al questionario. Sono state utilizzate sei scatole di oggetti o fotografie (archeologici, artistici, geologici, zoologici) da tenere in mano. L’aspetto tattile è stato fondamentale affinché l’oggetto museale tenuto in mano favorisse il contatto fra i pazienti e facilitasse le relazioni, riducendo così il dolore.1 Le sessioni della ricerca hanno incluso interazioni visive e verbali. Nel gruppo che ha sperimentato il trattamento artistico sono state proposte cinque azioni (connettersi, essere

1 N.B.: a conferma dell’utilità dell’aspetto tattile, uno studio del 2009 sull’assistenza infermieristica in Geriatria dimostrava i benefici del massaggio sul corpo (postura più rilassata e aumento di contatto visivo: Adler P.A. 2009 Teaching massage to nursing students of geriatrics through active learning, J Holist Nurs, 27: 51-56, citato in Thomson et al. 2012). Gli indicatori (questionari e indici sulla salute, scale di dolore) avevano confermato che il massaggio migliora i movimenti e riduce il dolore. Sebbene questa ricerca non includa il massaggio, promuove la stimolazione tattile, che avviene grazie agli oggetti del museo. 63 attivi, prendere nota, imparare e dare) per migliorare il benessere (New Economics Foundation 2008 Five ways to wellbeing: The evidence. London, UK: NEF, citato in Thomson et al. 2012) che racchiudono il senso del progetto con gli oggetti museali. Gli autori hanno osservato se imparare, fidarsi e divertirsi abbiano migliorato l’umore (prima e dopo l’esperimento) e hanno raccolto, misurato e confrontato i risultati. L’esperimento è stato misurato attraverso un test pre e post al gruppo con la terapia artistica sperimentale e a quello di controllo, per confrontare i pazienti. Sono state fatte interviste semi-strutturate e i dati quantitativi sono stati raccolti con la scala PANAS (Positive Affect Negative Affect Scale) e la scala VAS (Visual Analogue Scale). Nelle partecipanti, di età compresa fra i 25 e gli 85 anni, sono stati confrontati i livelli di benessere e di felicità prima e dopo le sessioni e fra di loro. La scala PANAS è stata impiegata prima e dopo il test, la scala VAS è stata utilizzata per registrare il livello di benessere e di felicità.

Risultati ottenuti: le interpretazioni dei dati raccolti dalle scale PANAS e VAS hanno permesso agli autori di formulare le loro conclusioni. A livello collettivo (pazienti oncologiche e non oncologici), durante l’esperimento sono stati significativamente registrati emozioni positive, benessere e felicità in aumento [Figura 17].

Figura 17: tabella 3. Confronto fra pazienti oncologici e non oncologici

Fonte: Thomson L.J., PhD, Ander E.E., MA, Menon U. (2012) Enhancing Cancer Patient Well-Being With a Nonpharmacological, Heritage-Focused Intervention, Journal of Pain and Symptom Management, 44(5): 736.

64

Sebbene le pazienti oncologiche fossero numericamente in maggioranza rispetto a quelli non oncologici, i livelli medi delle due analisi sono stati ammessi come accettabili. La PANAS positiva significava alti e significativi punteggi, la PANAS negativa indicava interazioni non significative. La Wellness VAS e la Happiness VAS hanno dimostrato le interazioni significative fra le condizioni e la significatività degli effetti. Benessere e felicità sono aumentati dopo la sessione. Nella seconda analisi i confronti fra pazienti oncologici e non oncologici sono stati inseriti in una tabella 2x2x2, utilizzando ANOVA per analizzare le differenze fra i tipi di pazienti. Non sono emerse differenze fra pazienti oncologici e non oncologici nel miglioramento dell’umore, del benessere e della felicità.

Eventuali limiti osservati dagli autori: l’esperimento ha empiricamente dimostrato un aumento di benessere e di serenità nelle pazienti, ma non ci sono state significative differenze fra le condizioni sperimentali e controllate, e neanche fra pazienti oncologiche e non oncologici. Si può però notare che le pazienti oncologiche partivano da punteggi bassi all’inizio del test, inferiori a quelli dei pazienti non oncologici, ed è stato raggiunto un forte incremento proporzionale. I risultati vanno interpretati con attenzione e cautela, ma confermano un futuro ruolo del patrimonio culturale nelle pratiche di erogazione di cure mediche e di impegno nella salute.

4.5 Arte-terapia per pazienti donne malate di tumore al seno: i benefici sull’espressione emotiva, sulla spiritualità e sul benessere psicologico

In questo studio del 2006, gli autori Puig et al. hanno indagato gli effetti positivi dell’arte- terapia per accrescere il benessere di pazienti oncologici, per ridurre gli stati d’animo negativi. Hanno focalizzato la loro attenzione su un’area del benessere che era ancora inesplorata, cioè quella del benessere emotivo, psicologico e spirituale (erano già stati fatti degli studi sui benefici ottenuti dai pazienti che svolgevano attività d’arte-terapia, ma ancora non era stato sperimentato questo tipo di intervento per misurare l’efficacia sul livello di benessere). Hanno preso in considerazione le pazienti con tumore al seno.

Obiettivo: misurare e valutare il benessere, promuovere la creatività e l’arte-terapia abbinate alle cure mediche, determinare l’efficacia di queste iniziative complementari per aumentare il benessere emozionale, spirituale e psicologico delle pazienti.

65

Approccio metodologico: all’esperimento hanno partecipato 39 donne alle quali era stato diagnosticato un tumore al seno allo stadio primo e secondo. L’iniziativa fu sottoposta alle 39 donne dai loro medici specialisti privati, dagli ospedali dove erano in terapia o dal network di supporto dell’American Cancer Society. Ci sono stati due criteri di selezione delle partecipanti sono stati: a- che avessero compiuto diciotto anni e b- che gli fosse stato diagnosticato un tumore al seno di primo o secondo stadio almeno dodici mesi prima dell’inizio del progetto. Le 39 donne sono state assegnate in modo casuale a due gruppi: uno sperimentale (20 donne) e uno di controllo (19 donne). Il primo gruppo sperimentava quattro tipologie diverse di arte-terapia individuali, della durata complessiva superiore a quattro settimane, invece nel secondo gruppo l’attività durava per quattro settimane. Le attività di arte terapia prevedevano l’utilizzo di matite, pastelli, pittura acrilica, tavole multiuso dove disegnare o dipingere. Le sessioni sono state organizzate da due specialisti in salute mentale. I ricercatori hanno incoraggiato le pazienti a sentirsi libere di esprimersi, per esplorare la loro esperienza di malate e sviluppare consapevolezza. Alle donne era stato chiesto di rispondere a un questionario prima e dopo l’esperimento. Prima di iniziarlo, gli fu richiesto di dare il proprio consenso. Anche dopo lo studio alle partecipanti fu chiesto di rispondere a un altro test. Le partecipanti che non erano in grado di rispondere al questionario ebbero la possibilità di rispondere a un’intervista telefonica. Le misurazioni dei dati sono state effettuate grazie a: a- l’Emotional Approach Coping Scale (EACS): ha permesso di valutare l’espressione emotiva. b- l’Expressions of Spirituality Inventory – Revised (ESI-R): ha fornito una misura valida della spiritualità, grazie a elaborazioni psicometriche. c- il Profile Of Mood States (POMS): attraverso le sue sessantacinque voci e la scala di Likert ha permesso di quantificare il benessere psicologico in punteggi.

Le pazienti hanno potuto esprimere le proprie emozioni e indagare la sfera spirituale e religiosa. Durante l’ultima sessione di arte terapia hanno scritto una poesia sulla connessione fra vita e morte. L’attività le ha aiutate a dare un significato alla loro esperienza di malate di tumore.

Risultati ottenuti: i ricercatori hanno interpretato i dati raccolti per stabilire la significatività clinica. Le analisi statistiche (analisi della covarianza ANCOVA) hanno dimostrato che gli effetti sull’espressione emotiva sono stati significativi. L’espressione 66 emotiva e la spiritualità hanno prodotto risultati significativi. Tuttavia fra il control group e il gruppo sperimentale non è stata raggiunta la significatività statistica. Per quanto riguarda il benessere psicologico, era stata registrata una differenza significativa fra i due gruppi: grazie alla sub-scala POMS, infatti, le pazienti del gruppo che ha sperimentato il trattamento arte-terapeutico hanno avuto punteggi più bassi in depressione-sconforto, rabbia-ostilità, confusione-smarrimento, tensione-ansia. Tutte le donne che hanno partecipato hanno trovato l’esperimento utile e lo avrebbero raccomandato ad altri pazienti con problemi di salute. Hanno riportato che l’esperimento le ha aiutate ad accrescere la consapevolezza, a relazionarsi con i propri sentimenti, a prendersi cura di sé, a riflettere, rilassarsi e a comunicare grazie all’arte; si sono sentite più speranzose e meno stressate.

Eventuali limiti osservati dagli autori: un primo limite notato dagli autori è stato che le pazienti hanno dovuto affrontare eventi critici nelle loro vite durante le sessioni (come problemi finanziari, diagnosi di tumore a madri e figlie, ricoveri ospedalieri, effetti delle chemioterapie, problemi familiari, lutti). Questi potrebbero aver influenzato i risultati. Inoltre, le donne che hanno partecipato si erano offerte volontariamente: il campione non ha quindi considerato le caratteristiche delle donne che non avevano voluto partecipare. Infine, il numero di sessioni è stato troppo basso.

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4.6 Conclusioni

Ho rappresentato tutti pazienti presi in considerazione nel Capitolo 4 in un grafico a torta.

Figura 18: esemplificazione con grafico a torta di tutti i pazienti oncologici del Capitolo 4.

Rappresentazione grafica di tutti i pazienti del Capitolo 4

pazienti oncologici pazienti donne con (aiutati da un arte- tumore al seno allo terapeuta stadio primo e qualificato); 22 secondo.; 39

pazienti malati di tumore sotto radioterapia; 34

range delle pubblicazioni considerate da 7 a 70 partecipanti. Ho calcolato la media (38,5), arrotondata per eccesso.; 39 pazienti donne con tumore al seno; 100

Lefèvre et al. 2015 Koom et al. 2016 Geue et al. 2010 Thomson et al. 2012 Puig et al. 2006

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Capitolo 5

Le partnership fra i settori museale e sanitario per promuovere campagne di salute pubblica e collaborazioni

Tabella 5 – la struttura del Capitolo 5.

Tipologia di Sezioni: Pubblicazioni: pazienti: 5.1 Musei e gallerie d’arte come partner di Camic & campagne di salute pubblica e promotori del Chatterjee 2013 Staff medico- benessere sanitario, staff museale, operatori 5.2 I benefici della partecipazione a eventi Węziak- artistici e artistici Białowolska 2016 stakeholder 5.3 Una ricerca sui portatori di interesse interessati e coinvolti nella pianificazione dei progetti Daykin et al. 2017 coinvolti nei due artistici per la salute e l’assistenza settori (salute e arte). 5.4 L’arte e le attività creative come risorsa per Clift 2012 promuovere la salute pubblica

5.5 La creazione di consapevolezza sulla Khan & Moss validità dell’integrazione dell’arte nelle cure 2015 mediche

In questo capitolo ho preso in considerazione cinque trattazioni scientifiche che hanno dimostrato empiricamente quanto sia importante coinvolgere i professionisti sanitari e artistici nell’integrazione degli approcci artistici alle procedure mediche. La tipologia di partecipanti sono stati: organizzazioni museali, il Servizio Sanitario e tutti i portatori di interesse intorno all’inserimento delle pratiche artistiche nelle cure mediche e assistenziali. Mi sono concentrata quindi su due tipi di benefici apportati dall’arte: l’utilità, confermata come risorsa sia affiancata ai trattamenti e alle cure sia per promuovere la salute, e la sua validità nel rafforzare le cooperazione fra gli stakeholder.

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5.1 Musei e gallerie d’arte come partner di campagne di salute pubblica e promotori del benessere

Gli autori (Camic & Chatterjee 2013), ricercatori universitari rispettivamente presso la Canterbury Christ Church University e la University College London, hanno sostenuto l’importanza della complementarietà dei ruoli dei partner fra i musei, le gallerie e il Servizio Sanitario. Gli autori hanno infatti affermato che musei e gallerie contribuiscono alla ricerca del benessere e della salute e hanno elencato le tipologie di attività che i musei possono erogare, come il «viewing paintings» e l’ «object handling». I risultati ottenuti dimostrano e confermano i benefici ipotizzati per la salute e per il benessere emozionale.

Obiettivo: l’obiettivo degli autori è stato di ragionare sul ruolo sociale dei musei e delle gallerie nel servizio sanitario, affinché sia data rilevanza al settore culturale nelle politiche di salute pubblica e nei programmi sanitari.

Approccio metodologico: gli autori hanno effettuato un’analisi sulla regione geografica del Regno Unito e il loro punto di partenza sono state le direttive del Health and Social Care Act del 2012 e le operazioni che fanno parte del Big Society Policy del Gabinetto del Governo britannico. Hanno analizzato gli studi in letteratura e sono giunti a importanti conclusioni. Affermano che l’approccio migliore sia quello dello sviluppo di partnership fra le autorità sanitarie locali, i finanziatori e i musei e le gallerie locali. Insieme, possono coordinare le risorse, le conoscenze e le esperienze. L’elemento fondamentale è quello di fornire le strutture adeguate per sostenere e sviluppare questi programmi, per sensibilizzare le comunità e divulgare le ricerche. Hanno monitorato lo sviluppo di un numero elevato di partner nel network.

Risultati ottenuti: i musei hanno il potenziale di sviluppare un tipo di schema di “prescrizione d’arte”, cioè un sistema che colleghi lo staff sanitario alle associazioni di volontariato e alle organizzazioni culturali. Possono inoltre promuovere la ricerca e incentivare le strategie innovative e le collaborazioni. Il settore artistico e culturale può cooperare con quello sanitario e con le università, per incoraggiare studi che ne dimostrino l’evidenza.

Nel 2015, gli autori hanno pubblicato un altro studio (Chatterjee & Camic 2015 The health and well-being potential of museums and art galleries, Arts & Health: An International Journal for Research, Policy and Practice, 7:3). Hanno sostenuto 70 l’importanza dei musei per promuovere la salute e il benessere. È stato dimostrato che le attività dei musei forniscono esperienze sociali positive, abbassano l’isolamento sociale, offrono opportunità per apprendere nuove capacità, diminuiscono l’ansia e aumentano le sensazioni positive (come ottimismo, speranza, divertimento, autostima) e costituiscono un’occasione di distrazione dagli ambienti clinici e ospedalieri. Inoltre aumentano la comunicazione fra famiglie, caregivers e professionisti sanitari. Gli autori hanno voluto confermare il contributo del patrimonio culturale alla sanità e dimostrare il valore che le iniziative di collaborazione hanno per la società e per la salute.

5.2 I benefici della partecipazione a eventi artistici

In questa ricerca, l’autore (Węziak-Białowolska 2016) ha analizzato una raccolta di report e studi che hanno misurato la salute fisica e la soddisfazione che derivano dall’impegno volontario nelle arti (le tre tipologie di arte sulle quali hanno posto l’attenzione sono state: suonare uno strumento/cantare, dipingere e scolpire) oppure dalla fruizione passiva (andare al cinema, a teatro, a mostre). Il progetto è stato finanziato dalla Swiss National Science Foundation. L’autore ha potuto accedere ai dati grazie al Swiss Household Panel (SHP), che fa parte del Swiss Centre of Expertise in the Social Sciences (SFIP) del Centro Svizzero di Competenza nelle Scienze Sociali (FORS).

Obiettivo: la pubblicazione ha avuto lo scopo di misurare l’impatto benefico sulla salute e sul benessere degli individui che partecipano ad attività creative e culturali. Lo studio è stato condotto sulla popolazione svizzera.

Approccio metodologico: per la raccolta dei dati l’autore si è affidato al panel svizzero delle famiglie (un sondaggio a campione fisso, istituito in Svizzera per osservare i cambiamenti nelle condizioni di vita delle famiglie svizzere). Lo studio è stato condotto nel 2010 e nel 2013. La partecipazione culturale e l’impegno con le arti sono stati oggetto di indagine, esaminati costantemente ogni anno con questionari. I dati sono stati messi a disposizione dal Centro Svizzero di Competenza nelle Scienze Sociali (FORS) e rappresentano le maggiori variabili demografiche della popolazione svizzera dai 14 anni in su. I dati riguardanti la salute sono emersi da un questionario di autovalutazione sottoposto nel 2010 e nel 2013, e le risposte sono state raccolte e interpretate nello studio.

Sono state somministrate tre domande per osservare l’impegno attivo nelle arti:

71

a- Quanto frequentemente suoni uno strumento o canti? b- Quanto spesso scatti fotografie d’arte? c- Quanto spesso dipingi?

Si poteva rispondere assegnando: 4 (ogni giorno), 3 (almeno una volta alla settimana), 2 (almeno una volta al mese), 1 (meno di una volta al mese), 0 (mai). Anche la partecipazione passiva è stata indagata proponendo quattro domande:

a- Quanto spesso vai al cinema? b- Quanto spesso vai al teatro? c- Quanto spesso vai all’opera o a concerti classici? d- Quanto spesso visiti musei o gallerie?

È stato previsto lo stesso metodo di risposte (range da 4 a 0). La percentuale degli intervistati e le loro risposte sono state strutturate dall’autore in una tabella [Figura 19].

Figura 19: tabella 1. La percentuale di risposte degli intervistati.

Fonte: Węziak-Białowolska D. (2016) Attendance of cultural events and involvement with the arts-impact valuation on health and well-being from a Swiss household panel survey Public Health, 139, p.163.

Per quanto riguarda la tipologia di arte oggetto della mia tesi di laurea, l’arte visiva, alla domanda “Quanto spesso visiti musei o gallerie?” nel 2010 hanno risposto 7445 soggetti nel 2013 7203. Ho rappresentato graficamente le percentuali in un diagramma a barre [Figura 20]:

72

Figura 20: diagramma a barre con le percentuali di risposta degli intervistati.

Rappresentazione grafica delle percentuali di risposte assegnate nel 2010 e nel 2013: 60,0% 54,9%54,2%

50,0%

40,0% 34,3% 32,3% 30,0%

20,0% 12,2%11,0% 10,0% 0,1% 0,0% 0,5% 0,5% 0,0% ogni giorno almeno una volta almeno una volta meno di una volta mai alla settimana al mese al mese

2010 2013

A seconda delle attività, i partecipanti sono stati suddivisi in gruppi di controllo ed è stata osservata la frequenza con cui svolgono delle attività culturali. Sono stati creati due gruppi: il gruppo di trattamento (nel quale state testate due variabili: l’attività culturale e il coinvolgimento nelle arti), e quello di controllo (dove invece sono state misurate l’inattività culturale e il non impegno nelle arti). La partecipazione o giornaliera o di minimo una volta alla settimana è stata considerata come impegnati nelle attività artistiche, mentre per fare parte dell’altro gruppo una volta al mese o mai. Dall’elaborazione dei dati, sono stati conseguiti dei risultati per la salute: grazie alla scala di Likert e al Patient Health Questionnaire sono stati misurati i sintomi (stanchezza e debolezza), la soddisfazione generale della vita e il benessere. È stato chiesto ai rispondenti: “In generale, quanto sei soddisfatto della tua vita?”, con possibilità di risposta da 0 (per niente) a 10 (completamente). Nel 2010, la media dei punteggi è stata di 7.97, e nel 2013 di 8,02. Gli autori hanno verificato l’impatto benefico sul benessere e sulla salute della partecipazione ad attività culturali e dell’impegno nelle arti: la salute e il benessere dipendono da molti fattori (genere, età, livello di educazione, occupazione, condizioni di vita) e secondo gli autori esiste una correlazione anche con il tipo di cure mediche che si ricevono. Gli autori hanno confrontato il gruppo di trattamento con il gruppo di controllo per osservare uguaglianze e differenze.

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Risultati ottenuti: i risultati sono stati considerati robusti alle manipolazioni delle variabili effettuate dagli autori per misurare la correlazione fra arti, benessere e salute. La correlazione semplice ha dimostrato una relazione positiva fra la partecipazione e l’impegno artistico e la soddisfazione generale della vita e la Self-Rated Health (la SRH, l’auto-valutazione della salute, chiamata salute autorizzata, è una misura valida e affidabile della salute, ndr).

Eventuali limiti osservati dall’autore: i risultati statistici ottenuti, sicuramente positivi, non hanno incluso la casualità, quindi la correlazione è insufficiente per poter trarre conclusioni rigorose. Gli autori hanno spiegato infatti che la maggior parte dei partecipanti che hanno composto il campione godevano di buona salute, quindi sicuramente il partecipare ad attività artistiche e culturali li ha divertiti e rallegrati. Non sono state registrate differenze significative fra il gruppo di trattamento e il gruppo di controllo.

5.3 Una ricerca sui portatori di interesse coinvolti nella pianificazione dei progetti artistici per la salute e l’assistenza

Obiettivo: l’obiettivo della ricerca è valutare l’impatto di sperimentazioni e approcci artistici, e di identificare quali siano le sfide chiave e gli stakeholder coinvolti del settore. Il progetto è stato condotto nel Regno Unito dal Stakeholder Reference Group (SRG), composto da 25 membri fra valutatori, ricercatori, artisti, manager dell’arte, professionisti sanitari e responsabili sanitari. I partecipanti si sono incontrati in cinque seminari e workshops per discutere sui metodi di raccolta dei dati e sui sistemi di analisi delle informazioni (Daykin et al. 2017).

Approccio metodologico: il campione di 26 partecipanti è stato scelto dai ricercatori del SRG, che aveva pubblicato online un invito aperto alla partecipazione, affinché fosse rappresentativo della popolazione che ha a che fare con i benefici dell’arte per il contesto sanitario. Il campione era stato composto da: manager di progetti artistici, ricercatori, valutatori indipendenti, artisti, committenti e finanziatori, assistenti sanitari, che hanno partecipato volontariamente. Le interviste strutturate venivano somministrate ai partecipanti o di persona (a 9 stakeholder) selezionati dal SRG, oppure telefonicamente. Ai rispondenti è stato chiesto di rispondere a domande sul ruolo dell’arte e della salute e 74 sulle loro esperienze di interventi artistici durante le quali hanno utilizzato metodi qualitativi e quantitativi. Hanno fornito dettagli sui progetti che hanno sottoscritto, nell’arco temporale di cinque anni prima al 2017, strutturando le informazioni a seconda della tipologia, dei finanziamenti, della durata, dei metodi e delle pubblicazioni. Gli è stato chiesto anche di valutare il lavoro di squadra durante i progetti. Per le ricerche online è stato utilizzato il Bristol Online Survey (www.onlinesurveys.ac.uk). La ricerca ha incluso 10 domande strutturate per indagare le esperienze degli stakeholder. Le interviste duravano da venti minuti a un’ora. Hanno permesso di far emergere molte valutazioni sul contesto, sulle sfide, sui limiti e sui gap incontrati nelle sperimentazioni. Sono stati poi messi in atto due focus group: il primo gruppo era composto da tredici stakeholder con il medesimo background (provenivano da organizzazioni artistiche per la salute regionali, comunità artistiche, associazioni del Servizio Sanitario Nazionale, arte- terapisti); hanno discusso sullo stato dell’arte per il benessere e la salute degli individui, e come fossero le pratiche.

Il secondo focus group era composto da dodici partecipanti, che disponevano di una guida del SRG. Hanno valutato le sfide e le potenzialità dell’integrazione del settore artistico a quello sanitario, utilizzando approcci tipicamente economici. I partecipanti erano accomunati dall’aver partecipato a ricerche, commissioni e politiche di «arts for health». Il gruppo di controllo e quello sperimentale sono stati registrati e gli intervistatori hanno trascritto tutto. Era stato chiesto loro di dare il loro consenso informativo per elaborare i dati. I dati ricavati sono stati anonimizzati. La ricerca è stata approvata dal comitato etico UWE, Bristol Research Ethics Committee. La ricerca ha permesso di fornire una valutazione degli approcci utilizzati per l’arte nella salute. I dati descrittivi sono stati analizzati e presentati. I partecipanti hanno valutato 52 progetti che erano stati organizzati negli ultimi cinque anni (alcuni erano ancora in fase di svolgimento). È stato possibile costruire un range delle forme d’arte (che hanno incluso: arte visiva, musica, performing arts, letteratura). Queste iniziative venivano erogate in siti culturali, in strutture sanitarie, nelle comunità, nelle scuole; il target a cui erano rivolte era di persone affette da malattie neurologiche di tutte le età, da demenza e da disabilità dell’apprendimento. I finanziatori principali di questo studio sono stati: associazioni di beneficienza, autorità locali, Servizio Sanitario Nazionale, UK research funding councils, organizzazioni artistiche, assistenti sanitari, NIHR, università. I rispondenti hanno fornito le loro risposte grazie a vari metodi di valutazione, che comprendevano anche l’utilizzo di metodi informali e aneddotici,

75 come commenti, feedback da artisti e partecipanti, diari dei medici e studi su casi ad hoc. Inoltre, sono stati utilizzati metodi di ricerca qualitativi più formali come interviste e focus group. Per elaborare i dati qualitativi, è stato utilizzato il metodo quantitativo Warwick-Edinburgh Mental Well-being Scale. Una piccola parte di rispondenti ha riportato anche delle misurazioni fisiologiche, come: campioni di saliva, misurazioni cliniche del dolore, delle funzioni cognitive e della mobilità. Il supporto creativo è servito per fare le valutazioni: ha aiutato i partecipanti a riflettere e a capirsi in profondità. Le arti creative hanno aiutato nell’eseguire le misurazioni: i partecipanti, gli stakeholder, hanno riportato che gli approcci artistici sono stati positivi e di essere soddisfatti. I finanziatori e gli interessati hanno un ruolo decisivo anche nella scelta dei metodi di valutazione.

Risultati ottenuti: la ricerca ha dimostrato che affiancare l’arte agli approcci tradizionali aggiunge ricchezza e valore. Nonostante le pratiche e i contesti abbiano caratteristiche diverse, l’aspetto artistico permette di approfondire la prospettiva in un campo specificatamente medico-sanitario: è importante che gli stakeholder collaborino per raggiungere gli obiettivi e le sfide comuni. In funzione delle analisi qualitative (le interviste e i focus group) gli autori (Daykin et al. 2017) hanno raggruppato i risultati conseguiti in cinque ambiti:

o Opportunità e sfide per l’arte e la salute: i partecipanti hanno discusso sulle opportunità che derivano dall’arte per la salute e per le cure assistenziali. Hanno riflettuto sui malati di demenza e su come gli operatori medico-sanitari possano cooperare con gli operatori artistici. I gap che hanno riscontrato sono sui sevizi erogati e sui finanziamenti. o Griglie di valutazione, metodi e strumenti: gli stakeholder hanno evidenziato come il supporto artistico possa essere utilizzato come strumento di valutazione e stima. Bisogna infatti analizzare anche i benefici che possono arrivare dai progetti d’arte, in continuo aumento, non fermarsi alla valutazione delle uscite monetarie. o Questioni nelle pratiche di valutazione: certamente i progetti artistici vengono bene accolti dagli staff medici e in chi assiste i malati, tuttavia queste procedure creative necessitano di essere dimostrate empiricamente. I criteri di valutazione, visti spesso come gravosi, servono per amministrare le attività e confermarne la validità.

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o Standardizzazione e “scaling up”: è emersa l’idea che adottare scale di valutazione standardizzati possa rafforzare lo sviluppo di questo settore. I dati ordinati in modo metodico e standardizzati permettono una maggiore razionalità. o Co-produzione e le sue sfide: la collaborazione fra stakeholder è il fondamento della buona riuscita dei progetti e del conseguimento dei risultati.

Eventuali limiti osservati dall’autore: gli stessi partecipanti hanno evidenziato la presenza di alcuni gap, sebbene fossero ben consapevoli delle tante opportunità dell’integrazione delle pratiche artistiche al settore medico-sanitario. I limiti riscontrati sono strutturali e culturali: in primo luogo infatti, il settore artistico è visto con qualche debolezza e ciò si nota qualora si cerchi di generalizzare e standardizzare i dati, di elaborarli attraverso griglie, che però eliminano la creatività. La standardizzazione è fondamentale per generalizzare i risultati, renderli validi e incoraggiare le collaborazioni fra partners per pianificare i progetti. Sviluppare strategie di co-produzione servirà per incoraggiare le cooperazioni fra i due settori e agevolare le sfide e le valutazioni. L’autore ha ammesso anche una mancanza di una visione comune fra gli stakeholder per quanto concerne gli obiettivi, le priorità, la governance e le misure adeguate di valutazione. Per le organizzazioni artistiche è complesso sviluppare progetti e presentare i risultati, e per questo intervengono addetti e finanziatori per aiutarle a dimostrarne il rigore scientifico. Da ultimo, anche nella co-produzione tanto auspicata è facile incorrere in alcuni gap: il settore artistico, che è così diverso nello status, nel linguaggio e nei valori, necessita figure professionali specializzate che facciano da ponte con gli interessati esterni.

5.4 L’arte e le attività creative come risorsa per promuovere la salute pubblica

L’autore Clift è professore alla Canterbury Christ Church University e direttore del De Haan Research Centre for Arts and Health di Sidney, in Australia. Nel 2012 ha proposto un programma-modello, affinché potesse essere utile alle successive ricerche sull’ambito dell’arte e della salute. Il suo punto centrale è stato un programma di canto dedicato alla salute dei pazienti anziani del De Haan Research Centre for Arts and Health. La ricerca è stata portata avanti grazie al programma Research for Patient Benefit del National Institute for Health Research (NIHR, il più grande finanziatore nazionale di ricerca sulla salute e la cura, https://www.nihr.ac.uk/about-us/), che è finanziato dal Dipartimento della Salute e dell'Assistenza sanitaria del Governo del Regno Unito.

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Obiettivo: l’autore si è proposto di confermare e accrescere la validità degli interventi di arte terapia nell’ambito sanitario. Partecipare a progetti creativi e artistici dà benefici per la salute e per il benessere. L’obiettivo è anche di supportare e incentivare questi progetti, e promuovere campagne a sostegno della salute pubblica.

Approccio metodologico: l’autore ha citato molti studi di arte-terapia, ma non di arte visiva: ha infatti elencato esempi di danza, movimento, fitness per i malati, e canto. In particolare, si è concentrato sulle iniziative di canto per i pazienti anziani, che hanno migliorato il loro umore e il loro benessere, alleviato le visite mediche, le terapie e il ricovero (Cohen et al. 2006, citato in Clift 2012). L’autore ha citato anche due studi in cui il canto aiutava i pazienti con malattie respiratorie a migliorare la respirazione e la qualità della vita (Bonilha et al. 2008; Lord et al. 2010, citati in Clift 2012). L’autore soprattutto si è concentrato sulla stretta collaborazione fra gli artisti e le comunità locali. Il metodo di raccolta adoperato è servito soprattutto per dimostrare l’evidenza e l’importanza della flessibilità, la praticabilità e la vitalità di programmi artistici nel settore sanitario, per supportare le cure mediche e per promuovere la salute.

Risultati ottenuti: l’autore ha dimostrato la consistenza, la validità e la serietà dei risultati ottenuti dell’analisi della letteratura che ha considerato. I risultati sono consistenti perché gli studi presenti in letteratura sono molto estesi e diffusi; la validità perché i partecipanti, i tipi di arte-terapie e i contesti avevano caratteristiche diverse; e la serietà, perché i risultati raggiunti dai pazienti sono da considerare in modo sistemico e rigoroso.

Eventuali limiti osservati dall’autore: l’autore ha avvisato sulla presenza di tre limiti. Il primo sugli aspetti qualitativi emersi, che contribuiscono al determinare l’integrità dei progetti (ma i metodi qualitativi, come l’intervista, il focus group o l’osservazione, permettono di fare indagini in profondità); il secondo è l’effetto placebo, cioè che l’idea di assumere una sostanza con potere curativo, in questo caso partecipare a un programma con benefici, abbia poteri curativi; il terzo sui benefici che sono connessi ai progetti artistici e creativi (bisognerebbe indagare se durino anche dopo o se siano collegati esclusivamente alle attività).

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5.5 La creazione di consapevolezza sulla validità dell’integrazione dell’arte nelle cure mediche

I due autori (Khan & Moss 2015), ricercatori rispettivamente presso il Trinity College di Dublino e l’Università di Limerick, in Irlanda, hanno studiato l’utilità dei trattamenti artistici abbinati alle cure mediche soprattutto quando, talvolta, i pazienti in cura vengono trascurati a scapito del raggiungimento dell’efficienza e della sostenibilità economica. Le direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano di prestare attenzione alla persona, e ai fattori personali, sociali e ambientali che hanno un impatto sul suo benessere e sulla sua salute. Proprio da qui ha preso vita questa ricerca, che conferma e incentiva l’integrazione di pratiche di arte-terapia all’interno dei trattamenti medici.

Obiettivo: l’obiettivo degli autori è di accrescere la consapevolezza dell’importanza di incorporare i trattamenti artistici all’interno delle terapie mediche. L’integrazione va promossa per accrescere l’attenzione verso i pazienti, nei percorsi di studio degli studenti di Medicina e per gli staff medico-sanitari.

Approccio metodologico: gli autori propongono di sviluppare esperienze educative artistiche di varie tipologie: lezioni di arte visiva, di musica, e di teatro. In particolare, gli autori si sono concentrati sui musei che organizzano iniziative a favore dei malati di demenza, insieme a studenti di Medicina in tirocinio e agli operatori sanitari. Hanno citato il caso studio della città di New York, dove quattro musei (il Metropolitan Museum of Art, il Cloisters Museum, lo Studio Museum di Harlem e la New York Historical Society) durante l’estate 2013 hanno collaborato con 20 studenti al primo anno del College of Physicians and Surgeons della Columbia University e con le comunità locali, per realizzare un'esperienza non clinica centrata sull'arte e dedicata alle persone affette da demenza e ai loro operatori sanitari. I programmi sono stati utili e validi: hanno aiutano gli studenti di Medicina a rapportarsi con i malati e ad avvicinarsi ai reparti di neurologia; hanno migliorato la qualità della vita dei pazienti e hanno fatto sentire i compiti degli assistenti sanitari importanti (Roberts & Noble 2015, citato in Khan & Moss 2015).

I pazienti ricoverati in ospedale che godono dell’opportunità di essere esposti a pitture di natura o urbane hanno dimostrato un abbassamento di stress e ansia, e hanno registrato un minore bisogno di antidolorifici (Ulrich R.S. 1984 View throught a window may influence recovery from surgery, Science, 224:420-21, citato in Khan & Moss 2015). L’esposizione all’arte visiva nell’ambiente ospedaliero e sanitario ha avuto un impatto 79 benefico anche sul personale che vi lavora: alleggerisce l’ambiente e facilita le interazioni con i pazienti, migliorando complessivamente la degenza.

Risultati ottenuti: gli autori hanno raccolto i risultati positivi raggiunti dalle varie iniziative che sono state organizzate e li hanno presentati nella loro ricerca. Hanno presentato anche un esempio pratico dell’arte applicata al campo della medicina: ascoltare la musica durante un’operazione ha effetti positivi per i chirurghi, perché rallenta la loro frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e lo sforzo muscolare, mentre aumenta la loro precisione e velocità chirurgica (Moris D.N. 2013 Music meets surgery: two sides to the art of “healing”, Surg.Endosc, 27(3): 719-23, citato in Khan & Moss 2015). Gli autori concludono sostenendo la complementarietà fra il settore museale e il settore sanitario e incoraggiando le cooperazioni. Queste possono essere garantite grazie alla costruzione di consapevolezza, di evidenza, di sicurezza e di fiducia in questi programmi.

Eventuali limiti osservati dagli autori: gli autori suggeriscono di effettuare ricerche che producano risultati qualitativi e quantitativi, in modo da generalizzarli e utilizzarli per stimare la sostenibilità e l’accessibilità dei programmi.

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5.6 Conclusioni

Ho rappresentato tutti pazienti presi in considerazione nel Capitolo 5 in un grafico a torta.

Figura 21: esemplificazione con grafico a torta delle finalità promosse nel Capitolo 5.

Rappresentazione grafica di tutti i tipi di campagne di promozione del Capitolo 5

Incoraggiare le cooperazioni fra il Sviluppare un sistema settore museale e il di partnerariati fra lo settore sanitario, staff sanitario, le integrare i trattamenti università, le artistici nelle terapie associazioni di mediche affinchè sia volontariato, le vantaggioso per gli organizzazioni culturali studenti di Medicina e e artistiche per per gli staff medico- promuovere la ricerca, sanitari, costruire le cooperazioni e consapevolezza sulla incentivare le strategie valid; Serie1 innovative.; Serie1

Misurare attraverso un panel i benefici sulla Confermare la validità salute e sul benessere degli interventi di arte degli individui che terapia nell’ambito derivano dalla sanitario, affinchè partecipazione ad aumenti attività creative e l'organizzazione di culturali. Il campione, progetti artistici nel di famiglie svizzere settore sanitario e con età dai 14 anni in venga promossa la su, è stato analizzato salute. ; Serie1 nel 2010 e nel 2013.; Serie1 Identificare quali siano le sfide e le opportunità per gli stakeholders che sono coinvolti nei settori artistico e sanitario, e promuovere le collaborazioni; Serie1

Camic & Chatterjee 2013 Węziak-Białowolska 2016 Daykin et al. 2017

Clift 2012 Khan & Moss 2015

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Capitolo 6

L’arte visiva negli ambienti ospedalieri che aumenta il benessere dei pazienti

Tabella 6 – la struttura del Capitolo 6.

Tipologia di pazienti: Sezioni: Pubblicazioni:

6.1 I benefici dell’arte visiva nell’ambiente ospedaliero per i bambini e i ragazzi ricoverati Bishop 2017 nel reparto di Pediatria I partecipanti sono stati 6.2 L’arte visiva migliora l’aspetto delle sale Cusack et al. bambini e ragazzi d’attesa 2010 ricoverati nel Reparto 6.3 La guida “Heritage in Hospitals”: gli di Pediatria, pazienti Ander et al. oggetti museali portati all’interno dei reparti sottoposti a trapianto 2011 per accrescere il benessere dei pazienti renale, operatori 6.4 Il progetto Heritage in Hospitals: i benefici sanitari e culturali che Ander et al. di sessioni di «museum object handling» per i hanno collaborato 2012 insieme. pazienti 6.5 Analisi qualitative e quantitative su un campione di pazienti ricoverati in ospedale che Paddon et al. hanno beneficiato dell’arte-terapia: incremento 2014 del benessere e della felicità

In questo capitolo ho selezionato e analizzato alcune ricerche sugli effetti positivi prodotti dall’arte-terapia all’interno degli ambienti ospedalieri, mettendo in rilievo i principali tipi di benefici che si possono ricavare. Questi sono:

o L’utilizzo del supporto artistico per migliorare l’ambiente ospedaliero: uno studio dal punto di vista dei bambini e ragazzi in Pediatria (Bishop 2017) o Migliorare le sale d’aspetto, per alleviare l’esperienza dei pazienti (Cusack et al. 2010). o Iniziative di «museum object handling», maneggiare oggetti museali, per analizzare gli effetti benefici e terapeutici sul benessere e sulla felicità dei pazienti ospedalieri (Ander et al. 2011; Paddon et al. 2014). o Il progetto «Heritage in Hospitals» (Ander et al. 2012).

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6.1 I benefici dell’arte visiva nell’ambiente ospedaliero per i bambini e i ragazzi ricoverati nel reparto di Pediatria

L’autrice Bishop K. ha pubblicato una ricerca nel 2017 nella quale ha indagato l’aumento di benessere nei pazienti dovuto all’abbellimento dell’ambiente ospedaliero. Ha analizzato l’ambiente dalla prospettiva di bambini e ragazzi ricoverati in Pediatria. Ha preso in considerazione il Children’s Hospital di Westmead, in Australia, dove c’è una collezione di opere d’arte sulle pareti e sui corridoi (dipinti, fotografie, sculture, disegni di bambini, istallazioni temporanee). Le opere vengono cambiate, e questo incuriosisce e stimola i pazienti e le loro famiglie.

Obiettivo: l'obiettivo dell'autrice è stato di comprendere il ruolo dell'ambiente per le sensazioni dei bambini e di valorizzare la loro partecipazione alla sua progettazione. L’oggetto dell’analisi è stata l’iniziativa artistica dell’ospedale all’interno del reparto di Pediatria: il supporto artistico è stato integrato all’ambiente di cura e l’autrice ha misurato i benefici terapeutici dell’arte sulle emozioni e sul benessere di bambini e ragazzi. Questa ricerca è uno studio qualitativo che ha prodotto come risultati le risposte di bambini e ragazzi, e che ha fatto da “apripista”, dato che le ricerche in letteratura fatte fino all'anno dello studio (2008) trattavano ancora poco il ruolo dell'ambiente ospedaliero.

Approccio metodologico: lo studio è stato fatto nel 2008, presso il Children's Hospital di Westmead, a Sydney in Australia. I partecipanti sono stati 55 bambini e ragazzi di età compresa tra i 7 e i 18 anni. 24 di loro sono stati coinvolti nei due studi pilota (9 bambini maschi dai 7 ai 16 anni, e 15 bambine femmine dai 7 ai 18 anni), e gli altri 31 hanno preso parte all’intero studio (13 bambini dai 9 ai 17 anni, e 18 bambine dai 10 ai 18 anni). Il vincolo per partecipare era che i piccoli pazienti fossero ricoverati almeno da sette giorni. Ai bambini è stato chiesto di completare un questionario. L'intervista era strutturata in tre parti: la prima consisteva in una discussione informale su un set di fotografie dell'ambiente dell'ospedale. La seconda parte includeva 30 domande sull'esperienza e sul benessere dei bambini in ospedale; la parte terza includeva un gioco-intervista. I dati sono stati raccolti, analizzati e interpretati.

Risultati ottenuti: tutti i piccoli pazienti hanno apprezzato l'arte e tutti nello stesso modo. I dati raccolti hanno mostrato come l'arte sia una chiave nell'esperienza ospedaliera dei bambini. L'ambiente estetico funziona come distrazione positiva, sostegno ("child-

83 friendly"), supporto (fra i bambini stessi, che si possono sentire confortati dagli altri bambini coinvolti nella progettazione dell'ambiente). I bambini hanno valutato tre punti chiave: l'estetica dell'ospedale, le attività organizzate e proporzionate alla loro età, l'accoglienza e il benvenuto ricevuti dallo staff dell'ospedale al loro ingresso. L’autrice, come dimostrazione degli effetti benefici del supporto artistico e come risultati qualitativi ottenuti, ha presentato alcune risposte ricevute dai piccoli pazienti. L’intervista di una ragazzina di 14 anni, Polly, è un’efficace fonte scritta che testimonia l’utilità dell’intervento artistico. Polly ha attribuito molto valore ai colori («colour therapy»), alle sculture e ai dipinti [Figura 22].

Figura 22: intervista a Polly, paziente femmina di 14 anni.

Fonte: Bishop K. (2017) Considering Art in a Hospital Environment from Children’s and Young People’s Perspectives, Asian Journal of Environmen-Behaviour Studies, 2(5): 19.

Un ragazzino di 15 anni di nome Justin ha osservato le pitture e le sculture e ha confermato che lo hanno aiutato a interagire con l'ospedale e a sentirsi il benvenuto. In questo modo lui, come gli altri bambini, si è sentito in un buon posto, con una atmosfera bella, felice e sorridente. Anche Sarah, 15 anni, ha apprezzato l’abbellimento dell’ospedale, e ha dichiarato che sia il più bello in cui sia stata. E ha detto che non «puzza da ospedale» ma anzi, è coloratissimo e ha molte pitture e opere d'arte. Nonostante non sia semplice trovarsi lì, il suo ricovero è bello e più confortevole. Lana, 84

18 anni, ha confermato che i colori dell’ambiente e le attività dei dottori e degli operatori sanitari hanno reso l'ambiente piacevole per i bambini.

Le opere d'arte nell'ambiente sono state tutte realizzate dai bambini e dai ragazzini. Questa è stata un’iniziativa molto positiva sia per i piccoli pazienti sia per l'organizzazione ospedaliera, che gli ha permesso di essere inclusi nella progettazione e nella creazione dell'ambiente. Le opere d'arte nell'ospedale sono un messaggio di benessere dei bambini; l'ospedale è importante non solo come ospedale, ma anche come ambiente che li aiuta e gli fornisce un'atmosfera di accoglienza e comfort.

6.2 L’arte visiva migliora l’aspetto delle sale d’attesa

Gli autori (Cusack et al. 2010) hanno analizzato l’impatto positivo dell’arte visiva nelle sale d’aspetto dell’Unità Renale di Dumfries, in Scozia. Per questo studio, gli autori non hanno ricevuto finanziamenti. Il promotore è stato il dottor Chris Isles, co-autore della ricerca, medico e ricercatore del Dumfries.

Obiettivo: l’obiettivo degli autori è stato di analizzare l’impatto delle arti visive sul benessere dei pazienti che si trovano in ospedale. La ricerca cominciò nel novembre del 2008, quando fu inviato un questionario ai 1938 pazienti dello Scottish Renal Registry (SRR, il registro nazionale dei pazienti trapiantati per insufficienza renale in Scozia) che si erano sottoposti a trapianto renale. Dei 1938 rispose il 63 %, una buona percentuale. Nel questionario veniva chiesto di dare il loro giudizio (“buono”, “medio”, “scarso”) a 6 aspetti della loro esperienza di degenza in ospedale: a- la pulizia, b- il comfort, c- l’accessibilità, d- l’ambiente in generale, e- i bagni, f- le sale d’aspetto. Il Dumfries and Galloway Royal Infirmary, il Crosshouse e il Monklands sono stati i tre ospedali che ottennero i punteggi più alti. Gli autori hanno deciso di concentrarsi sul Dumfries perché che era stato ampliato nell’aprile 2007 (da 12 a 18 postazioni di ricovero) e durante il rinnovo era stata data molta importanza al design delle sale d’aspetto, che dovevano essere “spazi piacevoli” dove i pazienti potevano attendere le loro visite mediche. C’erano infatti comode sedie, riviste, puzzle, libri, una TV al plasma a 42 pollici, dei computer con accesso a internet, alcune piante e una serie di paesaggi di Dumfries e Galloway dipinti da due artisti locali, Hugh McIntyre e Sandy Robb [Figura 23].

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Figura 23: la sala d’aspetto del Dumfries, con i dipinti di Hugh McIntyre e Sandy Robb

Fonte: Cusack P., Lankston L., Isles C. (2010) Impact of visual art in patient waiting rooms: survey of patients attending a transplant clinic in Dumfries, Journal of the Royal Society of Medicine Short Reports, 1(52): 3.

Le arti si sono integrate al settore della sanità, alle cure mediche e all’ambiente sanitario. In particolare, gli autori hanno indagato come i dipinti dell’Unità Renale di Dumfries hanno contribuito a migliorare l’esperienza dei pazienti.

Approccio metodologico: nell’ottobre 2009 fu approfondita l’analisi attraverso l’invio di un questionario ai 44 pazienti trapiantati renali dell’Unità Renale di Dumfries. Gli veniva chiesto di attribuire un punteggio da 1 (per niente importante) a 5 (importantissimo) a sette aspetti del loro ambiente clinico: sedie comode, giornali e libri di puzzle, dipinti sui muri, TV, vista dalle finestre dell’ospedale (colline di Criffel e di Dunscore), piante e computer. Era stato chiesto ai pazienti anche se gli piaceva guardare i dipinti e che tipo di arte preferivano vedere nella clinica (paesaggi/scene di natura, ritratti, dipinti di animali/uccelli, arte astratta, nessuna preferenza).

Risultati ottenuti: l’89% dei partecipanti rispose al questionario. I punteggi più alti furono assegnati alle sale d’aspetto e alle sedie confortevoli. I pazienti attribuirono alti punteggi al gradimento di dipinti e l’84% di loro preferiva scene di natura e paesaggi.

La ricerca del Quality Improvement Scotland (QIS, Servizio miglioramento sanitario, ndr) e del SRR ha dimostrato che la presenza dei dipinti nelle sale d’aspetto ha migliorato l’idea che i pazienti avevano di quegli spazi, che sono diventati per loro più piacevoli: i pazienti sono stati piacevolmente e positivamente distratti dalle loro preoccupazioni, e

86 proprio in questo consistono i benefici dell’arte visiva nelle sale d’aspetto: i colori suscitano piacere e calma.

I pazienti che avevano risposto alle domande del questionario avevano preferito vedere i dipinti alla TV e ai computer, e prediligevano le scene di nature e paesaggi. Nonostante le altre sale d’aspetto degli ospedali fossero state progettate in modo differente, i dipinti delle sale d’attesa del Dumfries sono stati la ragione per la quale i pazienti hanno attribuito punteggi così alti. Questi risultati quantitativi confermano empiricamente l’evidenza in crescita dei benefici dell’incorporare l’arte visiva negli ambienti ospedalieri. I pazienti hanno espresso la loro approvazione all’arte visiva e la loro soddisfazione e gradimento, e questo migliora sia l’esperienza ospedaliera sia i risultati sulla salute.

6.3 La guida “Heritage in Hospitals”: gli oggetti museali portati all’interno dei reparti per accrescere il benessere dei pazienti

Gli autori (Ander et al. 2011) hanno redatto una guida per gli operatori del settore medico, del settore culturale e per chi fa campagne di sensibilizzazione e ricerche all’interno dell’ambito sanitario.

Obiettivo: gli autori hanno avuto l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale integrato all’ambiente ospedaliero. Come fondamenta della loro guida hanno promosso la collaborazione fra gli operatori, affinché ciascuno sia motivato dallo scopo del benessere dei pazienti.

Approccio metodologico: questa guida intitolata “Heritage in Hospitals” è stata redatta in tre anni (2008-2011), grazie ad un programma di ricerca intrapreso dal Museo e Collezione della University College di Londra. I ricercatori hanno potuto portare con loro vari oggetti della collezione museale, per includerli nelle cure mediche o terapie cicliche. I pazienti che hanno partecipato provenivano da una casa di riposo e delle due unità di riabilitazione neurologica dell’ospedale psichiatrico NHS Foundation Trust di Londra (sia pazienti degenti, sia pazienti ambulatoriali).

Gli autori hanno strutturato la loro ricerca come un elenco a punti da seguire, ricco di suggerimenti e spiegazioni. Per prima cosa, hanno presentato le motivazioni che confermano e incentivano l’utilità e la necessità della cooperazione fra musei e sanità:

87

a- Il Governo e i finanziatori dei musei sono indirizzati a vedere come una priorità l’avvicinamento di «health and wellbeing», la salute e il benessere. I musei vanno inseriti nel settore della sanità per arrivare a questo risultato. b- Grazie alla ricerca “Heritage in Hospitals” è stato dimostrato che guardare e poter maneggiare gli oggetti museali ha significativamente migliorato la percezione che i pazienti avevano del loro stato di salute e la loro esperienza ospedaliera. Sono stati dimostrati i benedici delle attività di «arts in health» sulle terapie, sul ricovero ospedaliero, sulla comunicazione fra lo staff medico e i pazienti. c- Portare gli oggetti museali all’interno degli ospedali è un risultato doppio: sia per i pazienti che, a causa della malattia, sono impossibilitati ad accedere ai musei, e sia per i musei, che si aprono a una nuova audience. È un modo per le organizzazioni ospedaliere di sperimentare nuovi approcci per raggiungere gli obiettivi, e di costruire reti di collaboratori e partner.

Secondo gli autori, inoltre, i musei possono offrire ai pazienti ricoverati la possibilità di interagire (su argomenti sociali, culturali, intellettuali, spirituali e filosofici), di stimolare i sensi e migliorare la coordinazione motoria (attraverso gli oggetti museali), di comunicare con lo staff medico, di migliorare la loro salute e la qualità della vita. È inoltre un’occasione di accrescimento anche per il personale medico-sanitario e per i volontari. Illustrata l’importanza di cooperazione fra settore sanitario e patrimonio culturale, gli autori hanno proseguito nel dare indicazioni: il passo successivo della guida riguarda le attività di «planning», cioè di pianificazione (chi possono essere i potenziali pazienti che si adattano a partecipare a queste iniziative, gli staff sanitari e museali, i partner, quali siano il focus e gli obiettivi sui quali concentrarsi). Gli autori hanno costruito una tabella, utile per selezionare i professionisti giusti in funzione del contesto sanitario [Figura 24].

Figura 24: pianificare i potenziali partecipanti a ricerche di «arts in health».

88

Fonte: Ander E., Thomson L., Noble G., Lanceley A., Menon U., Chatterjee H. (2011) Heritage in Health. A guide to using museum collections in hospitals and other healthcare settings, University College London: 9.

La terza fase, dopo la progettazione, è lo sviluppo di un programma per selezionare che oggetti museali portare e che benefici possono dare. Bisogna assicurare la salvaguardia dei partecipanti e la tutela delle collezioni museali. Gli autori hanno dato indicazioni sulla tutela del patrimonio museale e dei pazienti da possibili infezioni e contagi. Va garantito che ogni oggetto possa essere lavato e disinfettato. Lo staff sanitario deve impegnarsi a rassicurare e incoraggiare i pazienti, facilitando la comunicazione e instaurando un rapporto di fiducia, per farli sentire più tranquilli e a proprio agio [Figura 25].

Figura 25: un paziente anziano e un assistente sanitario impegnati a osservare un reperto museale.

Fonte: Ander E., Thomson L., Noble G., Lanceley A., Menon U., Chatterjee H. (2011) Heritage in Health. A guide to using museum collections in hospitals and other healthcare settings, University College London: 13.

Nella tabella [Figura 26] gli autori hanno riassunto i tipi di materiali degli oggetti da portare negli ospedali e nelle case di riposo, e le proprietà benefiche per i pazienti

89

Figura 26: tabella con i materiali, le proprietà e gli effetti benefici del maneggiarli.

Fonte: Ander E., Thomson L., Noble G., Lanceley A., Menon U., Chatterjee H. (2011) Heritage in Health. A guide to using museum collections in hospitals and other healthcare settings, University College London: 16.

Il quarto step suggerito dagli autori è applicare le scoperte raggiute grazie a questa ricerca. Per prima cosa è necessario favorire e agevolare questi programmi nel settore sanitario, e poi promuovere le “scoperte collaborative”, cioè il frutto delle attività fatte insieme da assistenti sanitari e pazienti (gli operatori hanno il compito di stimolare le osservazioni dei pazienti, di aiutarli e di dargli l’input: in questo modo possono scambiare commenti, esercitarsi e far emergere interessanti discussioni).

È importante che gli operatori sanitari siano informati sullo stato di salute e sulla tipologia dei pazienti, in modo da approcciarsi nel modo più adeguato.

Come quinto step, gli autori elencano il supporto e la formazione dello staff medico: chi lavora e contribuisce nel settore sanitario deve essere formato per queste iniziative e collaborare con gli altri operatori. I programmi ospedalieri devono seguire anche una serie di procedure di sicurezza (come lavarsi sempre le mani per prevenire infezioni, ottenere i consensi informativi per la tutela dei dati dei pazienti e il consenso del Comitato etico ospedaliero).

90

Risultati ottenuti: gli autori hanno dedicato una parte della loro guida Heritage in Hospitals al fornire indicazioni su come dimostrare la validità dei programmi di arte e salute sul benessere dei pazienti. Consigliano di servirsi di metodi di verifica quantitativi (attraverso analisi pre e post sessioni), qualitativi (i discorsi dei pazienti), da confrontare grazie all’impiego di metodi misti, per assicurarsi di produrre diversi risultati. Innanzitutto, hanno dimostrato che le attività museali accrescono il benessere nei pazienti (bisogna incentivare la comunicazione fra il personale ospedaliero e quello museale per trovare una definizione comune di benessere per i pazienti) e alleggeriscono la degenza dei malati a lungo termine. Infine, hanno proposto lo schema della NEF con gli indicatori sul benessere e suggeriscono di utilizzarli per le valutazioni future.

6.4 Il progetto Heritage in Hospitals: i benefici di sessioni di «museum object handling» per i pazienti

Gli stessi autori della ricerca precedente (Ander et al. 2012) hanno proposto un’interessante iniziativa, “Heritage in Health”, a partire dalla loro guida del 2011. Il loro proposito è stato di indagare ’ambito dell’«arts-in-health» e fornire esempi. Ho riassunto in questo schema il background dello studio [Figura 27]:

Figura 27: il background del progetto Heritage in Hospitals

L’iniziativa Heritage in Hospitals è stata supportata dall’Art Council dell’Inghilterra, dalla Commission for Architecture and the Built Environment (CABE, Commissione per l'architettura e l'ambiente edificato) e dal Dipartimento della Salute del governo britannico. È stato finanziato dall’Arts and Humanities Research Council.

91

Obiettivo: l'obiettivo è stato approfondire la ricerca nell’ambito dell’«arts-in-health» e nelle sfide che i musei possono intraprendere per accrescere la loro utilità nel settore sanitario e per contribuire a migliorare il benessere dei pazienti. Inoltre, gli autori si sono proposti di indagare gli effetti terapeutici dei musei negli ospedali e nel personale medico, e di sviluppare un protocollo.

Approccio metodologico: il progetto Heritage in Hospitals è stato applicato negli ospedali e nelle strutture sanitarie di cura. Quattro figure professionali hanno affiancato e facilitato i pazienti nelle sessioni: due ricercatori associati dell’University College London (un professionista museale, un praticante in psicologia) e due professionisti museali dell’Oxford University Museum. Gli autori hanno confrontato le caratteristiche dei diversi ambienti, sistemi di lavoro e condizioni mediche. I contesti sono stati:

o Nei reparti di oncologia, ginecologia, geriatria, chirurgia di un grande ospedale nel centro di Londra (specializzato in malattie acute); o Nel reparto di geriatria di un ospedale psichiatrico di Reading, nel Regno Unito; o Nel reparto di riabilitazione neurologica dell’ospedale di Oxford; o Nel reparto di riabilitazione neurologica di un altro ospedale di Londra; o In un centro anziani a Londra.

L’attività consisteva nel maneggiare gli oggetti museali, prestati dal UCL Museums and Collections e dall’Oxford University Museum (OUM). Le scatole prestate contenevano oggetti geologici, zoologici, archeologici, artistici ed egittologici. Gli oggetti erano abbastanza piccoli e sufficientemente robusti, per essere trasportati negli ospedali o case di cura e adattarsi alle procedure di prevenzione delle infezioni. Le sessioni, in tutto 51, duravano da 15 a 75 minuti. Seguivano una procedura: reclutamento dei partecipanti (su base volontaria), spiegazione e consenso, lavaggio delle mani, misurazione del benessere, sessioni con gli oggetti, lavaggio delle mani e seconda procedura di misurazione del benessere. Le sessioni venivano audio-registrate. Gli autori (Ander et al. 2012) hanno costruito una tabella con le caratteristiche dei partecipanti [Figura 28]:

92

Figura 28: tabella dei campioni di partecipanti dello studio.

Fonte: Ander E., Thomson L., Noble G., Lanceley A., Menon U., Chatterjee H. (2012) Heritage, health and wellbeing: Assessing the impact of a heritage focused intervention on health and wellbeing, International Journal of Heritage Studies: 10.

Per misurare l’impatto dell’«object handling» sulla salute e sul benessere dei pazienti è stato utilizzato il metodo di Grounded (una metodologia di ricerca qualitativa che interpreta i processi latenti di un fenomeno, ndr), che ha permesso di codificare i dati qualitativi e di confrontarli continuamente. Le registrazioni audio delle sessioni, le interviste e le annotazioni dei ricercatori sui comportamenti dei partecipanti e sui contesti hanno prodotto informazioni qualitative. Le trascrizioni sono state inserite in Nvivo, un software di analisi qualitative. Le codifiche sono state associate al concetto di benessere e sono state fatte costanti analisi e confronti fra sessioni, fra pazienti e fra contesti.

Risultati ottenuti: i ricercatori hanno elaborato e interpretato le informazioni. Hanno identificato l’«engagement» (impegno, coinvolgimento) con l’espressione del benessere nelle sessioni di «museum handling» ed è servito a descrivere il tipo di interazione e il comportamento con gli oggetti museali. I pazienti ospedalieri hanno apprezzato il progetto, hanno affrontato la loro preoccupazione, ansia, tedio, dolore, malattia, letargia, depressione e mancanza di stimoli. Molti partecipanti hanno espresso di aver beneficiato del progetto: il loro umore era migliorato, l’ansia diminuita e si sentivano più fiduciosi. Un altro risultato è stato il dialogo che si è sviluppato fra i pazienti e i ricercatori, con i primi che facevano domande e commenti. Le sessioni hanno portato negli ospedali un’opportunità creativa, hanno stimolato l’identità intellettuale, sociale e emotiva dei pazienti e li ha distratti dalla loro malattia e ospedalizzazione. Un paziente e un ricercatore avevano commentato insieme che le persone che godono di buona salute vanno al museo, e in quel caso sono stati gli oggetti del museo ad andare dai malati. Gli oggetti sono

93 riusciti a portare un po’ di vita nell’ambiente ospedaliero. I dati e i risultati ottenuti hanno dimostrato che il patrimonio culturale, portato all’interno degli ospedali, è stato apprezzato dai pazienti, che ne hanno tratto beneficio.

Eventuali limiti osservati dagli autori: gli autori hanno spiegato che non tutti gli oggetti culturali possono essere trasportati dentro all’ospedale e toccati – ma questo costituisce un limite solamente a metà, perché gli oggetti che sono entrati nei reparti, e che solitamente non possono essere spostati, hanno fatto sentire i pazienti privilegiati. Un secondo limite consiste nel valutare se tali progetti possono essere sostenuti e sostenibili. Il progetto Heritage in Hospitals è un modello per gli studi futuri: ogni attività andrà adattata al tipo di pazienti e di contesto e c’è bisogno di organizzare progetti così, perché il settore culturale ha un ruolo significativo per migliorare il benessere e la salute. Gli autori concludono che è fondamentale la collaborazione fra il settore culturale e quello medico-sanitario.

6.5 Analisi qualitative e quantitative su un campione di pazienti ricoverati in ospedale che hanno beneficiato dell’arte-terapia: incremento del benessere e della felicità

Obiettivo: l'obiettivo degli autori è stato di determinare gli effetti dell’«heritage in health» sul benessere di pazienti ricoverati in ospedale, e di promuovere la salute (Camic & Chatterjee 2013, citato in Paddon et al. 2014).

Approccio metodologico: questa ricerca è stata condotta con 57 pazienti ricoverati nel London NHS Foundation Trust Hospital ed è durata per sei mesi. I pazienti hanno aderito volontariamente. 11 erano ricoverati nel reparto di Geriatria, 16 in Oncologia generale, 16 in Ginecologia oncologica e 14 in Riabilitazione neurologica. Anche questo studio ha offerto attività di «object handling». Gli oggetti portati nei reparti erano artefatti archeologici, etnografici, acqueforti e lastre stampate, fossili, minerali e prodotti visivi e cinestetici. Gli autori hanno utilizzato la scala PANAS (Positive Affect Negative Affect Scale) e la scala VAS (Visual Analogue Scale) per effettuare delle analisi statistiche sui dati raccolti durante le sessioni. Le sessioni duravano 30-40 minuti, durante l’orario di visita pomeridiano (partecipavano i pazienti che non avevano visitatori). Le analisi quantitative e qualitative sono state fatte prima e dopo le sessioni, per osservare il

94 benessere e la felicità. Le indagini quantitative e qualitative sono avvenute grazie a questionari, alle opinioni e impressioni comunicate dai partecipanti. Due ricercatori, non coinvolti nello studio, hanno esaminato e testato la validità degli studi.

Risultati ottenuti: lo studio ha prodotto risultati quantitativi e qualitativi a seconda del metodo utilizzato. L’analisi multivariata della varianza (MANOVA) era stata condotta in due set di analisi: analisi e confronto pre e post sessioni sui pazienti raggruppati e analisi e confronto pre e post sessioni di gruppi separati. La prima analisi ha prodotto risultati quantitativi statisticamente validi (i punteggi erano molto alti), mentre la seconda non ha permesso di osservare differenze significative fra i gruppi. Eccetto il gruppo di pazienti della Riabilitazione Neurologica, negli altri tre gruppi è stato dimostrato quantitativamente l’aumento di benessere e felicità. Le analisi qualitative sono state basate sulle risposte dei partecipanti, sulle loro parole ed emozioni, e sugli aggettivi che hanno utilizzato spontaneamente. I dati raccolti sono stati elaborati e strutturati dai ricercatori, che hanno concluso che i partecipanti si sono sentiti incoraggiati, hanno avuto un ruolo importante nelle sessioni, hanno comunicato e interagito positivamente. L’aspetto principale che è emerso è che i pazienti fossero tutti concordi: erano d’accordo durante le sessioni, e ciò significa che erano ben focalizzati, ascoltavano e avevano ricevuto tutte le informazioni; inoltre, è anche un indicatore della loro soddisfazione. È stata dimostrata la significatività dei risultati: le ipotesi degli autori (cioè che i pazienti avrebbero beneficiato del progetto e che sarebbero aumentati benessere e felicità) sono state confermate statisticamente. La scala PANAS ha dimostrato quantitativamente la crescita dei punteggi assegnati al benessere e alla felicità; la media calcolata mostra un incremento del buon umore. Inoltre, le attività di «object handling» hanno stimolato le interazioni sociali e l’impegno psicologico. Gli autori hanno concluso dando il loro supporto alle iniziative di arte e «meaning-making» negli ambienti sanitari; soprattutto, hanno sostenuto che gli oggetti culturali portati all’interno degli ospedali o strutture di cura superano l’approccio visivo, tipico dei musei, e danno ai pazienti un’opportunità in più, quella di poterli toccare e di utilizzare il senso della vista, dell’ascolto e del tatto.

Eventuali limiti osservati dagli autori: l’indagine delle caratteristiche dei pazienti non è stata profonda e la dimensione del campione è troppo piccola. Gli autori hanno consigliato, per il futuro, di costruire campioni con metodo casuale e di effettuare dei confronti fra gruppi che interagiscono con gli oggetti museali e gruppi che invece beneficiano delle cure normali.

95

6.6 Conclusioni

Ho rappresentato tutti pazienti presi in considerazione nel Capitolo 6 in un grafico a torta.

Figura 29: esemplificazione con grafico a torta di tutti i pazienti del Capitolo 6.

Rappresentazione grafica di tutti i pazienti del Capitolo 6

pazienti ricoverati nel bambini e ragazzi di London NHS età compresa tra i 7 e i Foundation Trust 18 anni; 55 Hospital. 11 ricoverati nel reparto di Geriatria, 16 in Oncologia generale, 16 in Ginecologia oncologica e 14 in Riabilitazione neurologica; 57

pazienti che hanno avuto un trapianto renale; 44

90 da un grande ospedale di Londra per malattie acute (oncologia, ginecologia, geriatria, chirurgia); 42 da un ospedale psichiatrico di Reading (geriatria) 26 dall'unità di riabilitazione neurologica di Oxford e 14 da quella di Londra (pazienti ricovera; 185

Bishop 2017 Cusack et al. 2010 Ander et al. 2012 Paddon et al. 2014

96

Capitolo 7

Conclusioni generali sulla rassegna della letteratura

Grazie all’analisi della letteratura, sono pervenuta a una gamma di risultati. I pazienti presi in considerazione nel primo dei capitoli, gli anziani malati di Deterioramento Cognitivo Lieve, demenza e Alzheimer, hanno potuto allenare la memoria ed esercitare le capacità dell’attenzione. È stato verificato l’aumento di benessere e il miglioramento della qualità della loro vita: si sono divertiti e sono diventati più abili nello svolgere le attività quotidiane. Gli studenti di Medicina hanno beneficiato dell’inserimento dell’arte nei loro percorsi di studi: l’apprendimento, la capacità di osservazione, l’empatia e la comprensione dei malati sono molto migliorati. Anche il campione di infermieri ha apprezzato l’attività artistica e collettivamente è aumentato il benessere e si è abbassato lo stress. Nei pazienti oncologici è stato dimostrato l’abbassamento dei livelli di stress, tristezza e depressione. Sono aumentati il benessere, la serenità e le emozioni positive. Anche le ricerche sui benefici delle partnership e dell’integrare il settore artistico a quello sanitario, e gli stakeholder coinvolti, hanno dimostrato la validità delle pratiche artistiche. Nell’ultimo capitolo, è stato empiricamente dimostrato che i pazienti ospedalieri hanno registrato un aumento di felicità e di benessere. I colori sono stati molto importati per generare un ambiente felice e accogliente, per farli sentire ben accolti e tranquillizzarli, ed è migliorata anche la considerazione dell’ambiente ospedaliero come luogo di lavoro.

Ho completato la mia analisi della letteratura internazionale costruendo una griglia tassonomica per la gamma di contributi che ho analizzato. In questo modo ho potuto ordinare l’analisi che ho fatto della letteratura e sintetizzarla in una griglia. Nella prima colonna ho ordinato le voci da analizzare: i contesti istituzionali fonti di eventuali finanziamenti ricevuti dallo studio (politiche e programmi pubblici, privati, ecc.), dove i trattamenti sono stati somministrati (ospedali, musei,...), i soggetti curati e tipi di malattie considerate, i soggetti curanti, se ci siano stati artisti malati, i tipi di trattamenti “medico- artistici”, la partecipazione di artisti (professionisti o amatoriali), i tipi di benefici ottenuti a livello individuale e/o collettivo e gli eventuali effetti non ottenuti o distorti.

97

I tre principali risultati che si possono evincere dalla mia griglia sono:

1- Le ricerche sono state finanziate principalmente dagli ospedali, dalle strutture sanitarie di cura e dalle università (e da partnership fra università e organizzazioni sanitarie, come ad esempio in George et al. 2013, Koom et al. 2016, Bishop 2017). In tre studi i finanziamenti sono stati erogati dai musei (Mukunda et al. 2019, Ander et al. 2011, Ander et al. 2012). In alcune ricerche svolte nel Regno Unito ai finanziamenti ha contribuito il Governo (come in Clift 2012, Ander et al. 2012). Gli autori di quattro pubblicazioni hanno espresso di non aver ricevuto alcun finanziamento (George et al. 2013, Poropat et al. 2018, Thomson et al. 2012, Cusack et al. 2010).

2- I soggetti curanti (cioè le figure professionali che si sono dedicate alla terapia artistica) sono stati principalmente gli assistenti sanitari, il personale dei musei e i ricercatori. Ad alcune ricerche hanno partecipato arte-terapisti qualificati (Zhao et al. 2018, Lefrèvre et al. 2015, Geue et al. 2010, Khan & Moss 2015), artisti (Yang et al. 2011, Karpavičiūtė & Macijauskienė 2015, Clift 2012) e in una sola gli studenti della Laurea Magistrale in arte-terapia (Koom et al. 2016).

3- I trattamenti “medico-artistici” che sono stati somministrati ai pazienti consistevano principalmente in guardare, osservare, riflettere e discutere sui dipinti. Gli studenti di Medicina sono stati incoraggiati a visionare i dipinti per migliorare le loro capacità analitiche. In Poropat et al. 2018 i dipinti di Caravaggio sono stati abbinati alla scala di Ramsay, che monitora i vari livelli di sedazione nei pazienti pediatrici e viene utilizzata in Anestesiologia e Rianimazione. È stata impiegata anche la tecnica dello storytelling in due studi (Zhao et al. 2018, George et al. 2013). Per aumentare il benessere dei pazienti, gli oggetti museali sono stati portati (lavati e disinfettati prima e dopo) all’interno dei reparti, fatti toccare e maneggiare (Johnson et al. 2015, Thomson et al. 2012, Camic & Chatterjee 2013, Ander et al. 2011, Ander et al. 2012, Paddon et al. 2014).

98

Tabella 7 – Griglia tassonomica con i contributi della letteratura internazionale.

-

artistici” artistici”

-

o

artisti artisti

malati

distorti

artistica) artistica)

collettivo

effettuati effettuati

ttamenti sono sono ttamenti

di malattie di malattie

(politiche e (politiche

amatoriali)

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Trattamenti Trattamenti

privati, ecc.) ecc.) privati,

finanziamenti finanziamenti

Ambiti in cui i in cui Ambiti

individuale e/o e/o individuale

Tipi di benefici diTipi benefici

(professionisti) trattamenti Tipi

(professionisti o (professionisti

Soggetti curanti curanti Soggetti

ottenuti o effetti effetti o ottenuti

tra

ottenuti, a livello livello a ottenuti,

fonti di eventuali eventuali fonti di

impegnanti artisti artisti impegnanti

“medic

dedite alla terapia terapia alla dedite

stati somministrati stati somministrati

(all’interno), casi di casi (all’interno),

(ospedali, musei,...) musei,...) (ospedali,

Eventuali effetti non non effetti Eventuali

ricevuti dallo studio studio dallo ricevuti

(figure professionali professionali (figure

Soggetti curati e tipi e tipi curati Soggetti

Contesti istituzionali istituzionali Contesti

programmi pubblici, pubblici, programmi

ae

vello vello

egno Unito. egno

gramma “Memories “Memories gramma

/

artistici sono stati: lavori lavori stati: sono artistici

-

sanitari, e artisti. artisti. e sanitari,

Chancellor et al. 2013 2013 al. et Chancellor

e l'impegno dell'attenzione. e l'impegno

ito), dalla partnership con Volkswagen Volkswagen con partnership dalla ito),

New York (e un donatore anonimo). donatore un (e York New

conversazioni su capolavori artistici. capolavori su conversazioni

Kooning come esempi di artisti malati. di artisti esempi come Kooning

I soggetti curanti che si sono dedicati ai dedicati sono che si curanti soggetti I

Cognitivo Lieve, demenza e Alzheimer. e demenza Lieve, Cognitivo

Chambers, Hilda Gorenstein e Willem de de e Willem Gorenstein Hilda Chambers,

Analisi iniziative raccolte sponsorizzata e sponsorizzata raccolte iniziative Analisi

Pazienti anziani colpiti da Deterioramento Deterioramento da colpiti anziani Pazienti

negli USA, in Giappone, nel R nel in Giappone, negli USA,

museali al Meet Me at MoMA di New York. di New MoMA at Me Meet al museali

I trattamenti medico trattamenti I

Sì: William Utermohlen, Carolus Horn, Dan Horn, Carolus Utermohlen, Sì: William

America e da fondazioni private e pubbliche di di pubbliche e private fondazioni da e America

finanziata dall'Associazione Alzheimer Greater Greater Alzheimer dall'Associazione finanziata curatori Chapter; Cincinnati Greater Alzheimer

Artisti professionisti nel pro nel professionisti Artisti

artistici fatti in casa, collage, disegni da colorare, colorare, da disegni collage, in casa, fatti artistici la memoria allenamento ha ciascuno individuale,

in the Making” (sponsorizzato dall’Associazione dall’Associazione (sponsorizzato Making” inthe

disegni e collage). Gli studi raccolti si sono tenuti tenuti sono si raccolti studi Gli collage). e disegni

Centri Anziani o nelle case dei pazienti (lavoretti, (lavoretti, pazienti dei case nelle o Anziani Centri

(Regno Un (Regno

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migliorata la qualità della vita dei malati. A li A malati. dei vita della qualità la migliorata

artistico" artistico"

-

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-

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MacPherson et al. 2009 et al. MacPherson

Pazienti affetti da demenza. da affetti Pazienti

nata dal fondo speculativo del del speculativo dal fondo nata

Ricerca finanziata dalla Tudor Tudor dalla finanziata Ricerca

miliardario Paul Tudor Jones). Tudor Paul miliardario

Alzheimer locale e delle case di di case delle e locale Alzheimer

per circa 45 circa per

Il trattamento "medico Il trattamento

A livello collettivo, i i malatisono malatisono i i collettivo, livello A

riposo, il personale della National National della personale il riposo,

Individualmente, hanno allenato la la allenato hanno Individualmente,

Alla National Gal National Alla gli stati sono artistici trattamenti ai

stati molto molto inter molto stati molto

operatori sanitari dell'Associazione dell'Associazione sanitari operatori socializzare. e pensiero il stimolare

nell'accomodarsi di fronte ai dipinti dipinti ai di fronte nell'accomodarsi

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I soggetti curanti che si sono dedicati dedicati sono che si curanti soggetti I

Gallery e anche i fam anche e Gallery

aumentati il divertimento e la fiducia. lae fiducia. divertimento il aumentati

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-

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-

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Ullán et al. 2012 al. et Ullán

di Salamanca, Spagna. Spagna. di Salamanca,

Ullán e Manuel H. Belver) e Belver) H. Manuel e Ullán

I tipi di benefic di tipi I

l’Alzheimer e altre demenze di di demenze e altre l’Alzheimer

divertimento, l'apprendimento, il l'apprendimento, divertimento,

Al Centro diurno per anziani con con anziani per diurno Al Centro

Pazienti affetti da lieve demenza. lieve da affetti Pazienti

dei partecipanti e laboratori con il il con laboratori e partecipanti dei

professionisti socio professionisti

dei pazienti. Inoltre il livello di non di livello il Inoltre pazienti. dei

soddisfazione di ciascun paziente era era paziente ciascun di soddisfazione

trattamenti artistici sono stati assistenti assistenti stati sono artistici trattamenti

sanitari, educatori, due autori (Ana M. M. (Ana autori due educatori, sanitari,

occupano dei malati del Centro diurno. Centro del dei malati occupano

miglioramento dell'immagine di sé e di e di sé dell'immagine miglioramento benessere del aumento un conseguenza

I soggetti curanti che si sono dedicati ai dedicati sono che si curanti soggetti I

Anziani con Alzheimer o altre demenze demenze altre o con Alzheimer Anziani

Ricerca sostenuta dal Centro di cura per per cura di dal Centro sostenuta Ricerca

presentazione di materiale audiovisivo di audiovisivo di materiale presentazione

I trattamenti medico trattamenti I

varie opere d’arte, di fotografie dei lavori lavori dei di fotografie d’arte, opere varie

artistici sono stati: sono artistici

-

No No

ata dalla Canterbury Canterbury dalla ata

lieve Alzheimer, 17 17 Alzheimer, lieve

Est dell'Inghilterra). Est

CAPITOLO 2 L’arte come aiuto a persone affette da vari da affette persone a aiuto come L’arte 2 CAPITOLO

-

8 demenza mista. demenza 8

assistenti sanitari. assistenti

Johnson et al. 2015 et al. Johnson

tti da lieve demenza, avevano avevano demenza, lieve da tti

messi a disposizione. a messi

Alzheimer, 5 demenza demenza 5 Alzheimer,

Sud

Christ Church University. Church Christ

riflessioni e conversazioni, e e conversazioni, e riflessioni

neggiare e toccare alcuni oggetti oggetti alcuni toccare e neggiare

I risultati dei test statistici hanno statistici dei test risultati I

3 malati con 3 malati

ggetti curanti che si sono dedicati ai dedicati sono che si curanti ggetti il che dimostrato empiricamente

trattamenti artistici sono stati gli stati sono artistici trattamenti risultati raggiunti stati sono Non

Ricerca finanzi Ricerca ma

Al Museo Beaney House of Art and of Art House Beaney Al Museo

già buone capacità di di comprensione. capacità buone già

Knowledge di Canterbury, Kent (nel (nel Kent diCanterbury, Knowledge

osservare i dipinti della collezione del del collezione della dipinti i osservare

museo per fare associazioni, aneddoti, aneddoti, associazioni, per fare museo tutti affe

frontotemporale, 4 demenza vascolare, vascolare, demenza 4 frontotemporale,

sorprendenti poiché i malati, che erano erano che malati, i poiché sorprendenti

benessere dei partecipanti è aumentato. è partecipanti dei benessere

I trattamenti medico trattamenti I

I so I

99

ling ling

/

No No

demenza.

MCI: mild cognitive cognitive mild MCI:

programma.

e Neurologia.

Zhao et al. 2018 et al. Zhao

fatto sei mesi dopo. mesi fatto sei

passi: 1) presentazione di di presentazione 1) passi:

del protagonista e 5) il finale. il5) finale. e protagonista del

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acità di svolgere le attività di tutti di tutti attività le disvolgere acità

specializzati, che guidavano il il guidavano che specializzati,

assistenti sanitari e dei terapisti terapisti dei e sanitari assistenti

cognitivo ( cognitivo

Programma di ricerca del Fujian Fujian del di ricerca Programma

giorni. I progressi cognitivi sono sono cognitivi progressi giorni. I

un’immagine, 2) il contesto, 3) lo 3) contesto, 2) il un’immagine,

sviluppo di una storia, 4) le azioni azioni le 4) una storia, di sviluppo

stati mantenuti anche nel controllo controllo nel anche stati mantenuti

ai trattamenti artistici sono stati gli gli stati sono artistici trattamenti ai

Il trattamento è stato lo lo storytel è stato Il trattamento

A livello collettivo sono migliorati: migliorati: sono collettivo livello A

(narrare una storia seguendo cinque cinque seguendo storia una (narrare

le funzioni cognitive, la memoria, le le memoria, la cognitive, le funzioni

Nei reparti dell'ospedale di Geriatria di Geriatria dell'ospedale Nei reparti

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Provincial Hospital di Fuzhou, Cina. di Fuzhou, Hospital Provincial

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Medicina.

il Country Meadows (casa di (casa Meadows Country il

casa di riposo. casa

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In casa di riposo per anziani. per di riposo In casa

corso di laurea in Medicina e Chirurgia Chirurgia e Medicina in dilaurea corso

Il trattamento è stato lo storytelling lo storytelling è stato Il trattamento

del Penn State College of Medicine of Medicine College State del Penn

Le figure che hanno somministrato il hanno somministrato che Le figure

partecipato affiancati dagli studenti di di studenti dagli affiancati partecipato ma clinico, non di tipo dell'esperienza

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Narrazione nell’invecchiamento”, e anche anche e nell’invecchiamento”, Narrazione

ricevuto finanziamenti o sponsorizzazioni. sponsorizzazioni. o finanziamenti ricevuto

Gli studenti di Medicina han Medicina di Gli studenti

riposo in Pennsylvania). La ricerc in Pennsylvania). riposo

Nel

Medicina del corso facoltativo “Creatività e “Creatività facoltativo corso del Medicina

trattamento artistico sono stati gli studenti gli studenti stati sono artistico trattamento

partnership partnership

(Pennsylvania), grazie a Joel Kroft (Direttore (Direttore Kroft a Joel grazie (Pennsylvania),

Esecutivo del Memory Support Service) e alla e Service) Support Memory del Esecutivo

a.

rianimatore rianimatore

-

di sedazione nei di sedazione

Tutti gli studenti gli studenti Tutti

No No

studenti.

artistico sono state un state sono artistico

Rianimazione) Rianimazione)

sono stati utili. utili. sono stati

Poropat et al. 2018 al. et Poropat

Burlo Garofalo diTrieste. Burlo Garofalo

Studenti di Medicina, nella nella di Medicina, Studenti

Caravaggio) per gli studenti. gli studenti. per Caravaggio)

scelto i dettagli dai dipinti di di dipinti dai dettagli i scelto

dottore anestesista dottore

I dipinti di Caravaggio sono stati stati sono di Caravaggio dipinti I

finanziamento per questa ricerc questa per finanziamento

trattamento trattamento

è migliorato l'apprendimento degli degli l'apprendimento è migliorato

hanno confermato che i capolavori capolavori che i confermato hanno

I benefici sono stati confermati dai confermati stati sono benefici I

affiancati alla scala di Ramsay (che (che diRamsay scala alla affiancati

Cura a Carattere Scientifico IRCCS IRCCS Scientifico Carattere aCura

pediatrico e due pediatri (che hanno (che pediatri due e pediatrico

All'Ospedale e Istituto di Ricovero e di Ricovero Istituto e All'Ospedale

nei risultati ai test somministrati agli somministrati test ai nei risultati

dichiarato di non aver ricevuto alcun alcun ricevuto aver non di dichiarato

Le figure che hanno somministrato il hanno somministrato che Le figure

Rianimazione e sedazione pediatrica. sedazione e Rianimazione

Lo studio non ha visto un incremento un incremento visto ha non Lo studio

monitora i vari livelli livelli vari i monitora

pazienti, utilizzata in Anestesiologia e e in Anestesiologia utilizzata pazienti,

supporto dei dipinti). dipinti). dei supporto

Ricerca condotta nel corso di laurea in in di laurea corso nel condotta Ricerca

studenti (nettamente migliore grazie al al grazie migliore (nettamente studenti

Hanno beneficiato dell'esperimento gli dell'esperimento beneficiato Hanno

Medicina e Chirurgia. Gli autori hanno hanno autori Gli Chirurgia. e Medicina

risultati quantitativi: a livello collettivo collettivo livello a quantitativi: risultati

arte. arte.

no presentati da da presentati no

omprensione del omprensione

/

No

artista.

Taiwan.

pretazione e l'ascolto. e pretazione

Yang et al. 2011 et Yang stato è artistico programma il

una galleria d’ galleria una

altruismo e c altruismo

al Education e il Changhua Changhua il e Education al

e. Erano guidati da un primario primario un da guidati Erano e.

l'inter

Christian Hospital di di Taiwan. Hospital Christian

La figura professionale che ha ha che professionale La figura

presentati da una galleria d’arte. d’arte. galleria una da presentati

Gli studenti erano incoraggiati a incoraggiati erano Gli studenti

Christian Hospital di Changhua a di Changhua Hospital Christian

Medic

discutere sui dipinti per apprendere apprendere per dipinti sui discutere

Accreditation Council for Graduate Graduate for Council Accreditation

Ricerca finanziata dal United States States dal United finanziata Ricerca

All'ospedale di Changhua, di Taiwan. diChanghua, All'ospedale

I benefici ottenuti sono stati l'aumento l'aumento stati sono ottenuti benefici I

empatia, empatia,

Hanno beneficiato dell'esperimento gli dell'esperimento beneficiato Hanno

artista, i cui lavori furo lavori cui i artista,

pazient

un insegnante, primario dell’ospedale e dell’ospedale primario un insegnante,

studenti di Medicina presso il Changhua Changhua il presso di Medicina studenti

Sì, un primario insegnante dell'ospedale, dell'ospedale, insegnante un primario Sì,

delle capacità di osservazione, l'empatia, l'empatia, osservazione, di capacità delle

dell'ospedale e artista, i cui lavori furono furono lavori cui i artista, e dell'ospedale

predisposto

.

,

e

evano evano

grammi grammi

.

one, av one,

CAPITOLO 3 La validità del supporto artistico nella formazione degli studenti di Medicina e degli infermieri degli e di Medicina studenti degli formazione nella artistico supporto del validità La 3 CAPITOLO

Yale, Harvard Yale,

, Pennsylvania

artistici sono stati i i stati sono artistici

-

No No

nson

di squadra, che ha fatto fatto ha che di squadra,

scientifico.

Museum of Art. of Art. Museum

; University of Cincinnati of Cincinnati ; University

di Medicina e musei. e diMedicina

Mukunda et al. 2019 al. et Mukunda

coordinato le partnership le coordinato

amento dell'osservazione, diagnosi, diagnosi, dell'osservazione, amento

agli autori di trarre conclusioni conclusioni di trarre autori agli

musei, università e poli sanitari. sanitari. poli e università musei,

presi in considerazione è stato il il è stato considerazione in presi

Perelman

aumentare il benessere degli degli studenti. benessere il aumentare

Robert Wood Joh Wood Robert gli dell'esperimento beneficiato Hanno

empatia, lavoro empatia,

settore dell'educazione del Philadelphia del Philadelphia dell'educazione settore

completamente valide dal punto di vista divista punto dal valide completamente

I trattamenti medico trattamenti I

Le facoltà di Medicina di diMedicina Le facoltà

dei trattamenti artistici sono state i medici i medici state sono artistici dei trattamenti

Department of Family Medicine; Weill C Weill Medicine; of Family Department

La ricerca è stata resa possibile grazie alle grazie possibile resa stata è La ricerca

che guidavano ciascuna sessi ciascuna che guidavano

Medical College and Columbia University University Columbia and College Medical

Il basso rigore scientifico non ha permesso permesso ha non scientifico rigore Il basso

miglior

artistici promossi attraverso partnership fra fra partnership attraverso promossi artistici

Le figure professionali che si sono occupate occupate sono si che professionali Le figure

studenti che hanno partecipato ai pro ai partecipato hanno che studenti

sinergie fra la University of Pennsylvania e ile of Pennsylvania University la fra sinergie Surgeons. and Physicians of College Vagelos università fra di collaborazioni frutto progetti

specialisti che, insieme agli educatori museali museali educatori agli insieme che, specialisti

Il beneficio a livello collettivo di tutti gli studi gli studi di tutti collettivo livello a Il beneficio

100

čiūtė & čiūtė

/

No

No

Lituania). Lituania).

Ha beneficiato Ha beneficiato

Karpavi

Collettivamente è Collettivamente

“Socialiniai Meno Meno “Socialiniai

infermiere donne). infermiere

infermieristico (115 (115 infermieristico

Council for Culture. for Council

seguiva le infermiere infermiere le seguiva

Macijauskienė 2015 Macijauskienė

inque opzioni ditempo) opzioni inque

Il trattamento è stato la la è stato Il trattamento

Projektai“ di Vilnius, in di Vilnius, Projektai“ un e sessioni, le durante

sostenuti dal Lithuanian dal Lithuanian sostenuti

dell'esperimento lo staff lo staff dell'esperimento

Un artista professionista professionista Un artista con settimana, volta alla

c

ricercatore sorvegliava lo lo sorvegliava ricercatore

èstato abbassato lo stress. abbassato èstato

aumentato il benessere ed ed benessere il aumentato

pittura su seta (offerta una una (offerta seta pittura su

All'ospedale (di Kaunas, in Kaunas, (di All'ospedale

Lituania, i cui progetti sono sono progetti cui i Lituania,

Ricerca finanziata dall'ONG dall'ONG finanziata Ricerca iniziative. delle svolgimento

stati varie varie stati

i sintomi i sintomi

terapeuta terapeuta

-

dell'ospedale di dell'ospedale /

No No

reparti.

qualificato. qualificato.

Lefrèvre et al. 2015 et Lefrèvre La abbassati. si sono

Lione Sud, in Francia. Sud, Lione

28 pazienti ospedalieri. 28 pazienti

dell'abilità dei pazienti: pazienti: dei dell'abilità

pazienti o nelle aree dei aree nelle o pazienti

è stato un un arte è stato

modellazione e scultura. e scultura. modellazione

ridotta in media del 47%. 47%. del in media ridotta

Individualmente

Il soggetto curante che si è è che si curante Il soggetto

pittura, disegno, fotografia, fotografia, disegno, pittura,

I trattamenti sono sono trattamenti I

All'ospedale, nelle stanze dei dei stanze nelle All'ospedale,

tecniche artistiche, a seconda a seconda artistiche, tecniche

Ricerca condotta al Centro di Centro al condotta Ricerca

Stress, tristezza e depressione depressione e tristezza Stress,

variavano in ciascun paziente. paziente. in ciascun variavano

cure palliative palliative cure

dedicato ai trattamenti artistici artistici trattamenti ai dedicato è si collettivamente sofferenza

-

shi, shi,

-

in in arte

terapista.

-

aumentata la stima stima la aumentata

/

No

No

do (Corea del Sud). do (Corea

-

Nazionale.

Koom et al. 2016 et al. Koom

intervistarono i pazienti. pazienti. i intervistarono

yeongghi

ai questionari i pazienti hanno hanno pazienti i questionari ai

G una (con oncologici 34 pazienti

confermato l'utilità dello dello studio. l'utilità confermato

espressione delle loro emozioni, emozioni, loro delle espressione

Ospedali polispecialistici privati privati polispecialistici Ospedali

dei dipinti da parte dei pazienti ed ed pazienti dei parte da dipinti dei

accreditati con il Servizio Sanitario Sanitario Servizio il con accreditati

con la facoltà di Arte terapia clinica clinica terapia di Arte la con facoltà

Le figure professionali sono stati 17 stati sono professionali Le figure e sessioni le condussero che terapia,

Ricerca finanziata dal Yonsei Cancer Cancer dal Yonsei finanziata Ricerca

In tutti i pazienti è pazienti i In tutti

della CHA University di di Pocheon University CHA della

Center di Seoul, dal Yonsei University University dal Yonsei di Seoul, Center

College di Medicina, in collaborazione in collaborazione diMedicina, College di apprezzamento è stato Il trattamento grazie e dell'affaticamento la riduzione

in sè stessi e la capacità di relazionarsi. di relazionarsi. e capacità la insè stessi dimostrato hanno quantitativi risultati I

maggioranza di casi di tumore al seno). di tumore di casi maggioranza

ascoltati e monitorati dall’arte e monitorati ascoltati

studenti della Laurea Magistrale Magistrale Laurea della studenti

artistico è artistico

-

igliorata ed ed igliorata

ondotta dal dal ondotta

No No

nto medico nto

e mediche.

significative.

terapia. Gli autori hanno autori Gli terapia.

erano in in cura. erano

-

terapi

Geue et al. 2010 2010 et al. Geue

terapia integrata alle cure per i pazienti oncologici i pazienti per cure alle integrata terapia

-

terapisti e medici (ma, come come (ma, e medici terapisti

-

gli studi; in alcuni, i pazienti pazienti i in alcuni, gli studi;

è diminuito il livello di ansia. di ansia. livello il è diminuito

La ricerca è stata c stata è La ricerca

Gli autori hanno dimostrato la la dimostrato hanno autori Gli

arte

Le figure professionali che hanno che professionali Le figure

Presso gli ospedali dove i pazienti pazienti i dove ospedali gli Presso di arte iniziative che le dimostrato

Pazienti oncologici che ricevevano che ricevevano oncologici Pazienti

stato l'arte stato

Gli autori hanno avvertito su alcune alcune su avvertito hanno autori Gli

sociologia medica dell’Università di dell’Università medica sociologia

Dipartimento di psicologia medica e medica psicologia di Dipartimento

terapia sono state considerevolmente considerevolmente state sono terapia

significatività dei risultati. La qualità qualità La risultati. dei significatività

Lipsia. Gli autori hanno esaminato lo lo esaminato hanno autori Gli Lipsia. stati sono trattamenti i somministrato

hanno avvertito gli autori, non in tutti in tutti non autori, gli avvertito hanno

stato dell'arte per più di un ventennio. di un più per dell'arte stato

svolgevano da soli i progetti artistici). progetti i soli da svolgevano

lacune nella costruzione del campione. costruzione nella lacune

della vita delle pazienti è m pazienti delle vita della

Il tipo di di trattame Il tipo

i.

amenti artistici artistici amenti

/

No No

ori della University University della ori

seno.

pazient

Dati analizzati dalla dalla analizzati Dati

finanziamento.

CAPITOLO 4 I benefici dell’arte I benefici 4 CAPITOLO

Thomson et al. 2012 al. et Thomson

Nel reparto di Onclogia di Onclogia Nel reparto

benessere e di serenità nei die serenità benessere

maneggiare oggetti artistici. oggetti maneggiare

Il beneficio ottenuto a livello livello a ottenuto Il beneficio

I soggetti curanti incaricati di incaricati curanti soggetti I

collettivo è stato l'aumento di l'aumento è stato collettivo

Research. Research.

Il trattamento effettuato è stato è stato effettuato Il trattamento

dedicarsi ai tratt ai dedicarsi

hanno affiancato i parteicpanti. i affiancato hanno

University College London. Gli Gli London. College University

sono stati assistenti sanitari, che che sanitari, assistenti sono stati

Studio dell'Arts and Humanities Humanities and dell'Arts Studio

di non aver voluto ricevere alcun alcun ricevere voluto aver dinon

autori, ricercat autori,

College London, hanno dichiarato dichiarato hanno London, College di Londra). centrale (dell'ospedale

Pazienti oncologiche con cancro al al cancro con oncologiche Pazienti

e la la e

ento utile e lee utile ento

a malattia. La La malattia. a

i eventi critici critici eventi i

No No

seno.

USA. USA.

oltre all oltre

emotiva.

esprimersi.

team di ricerca. team

ificatività statistica. ificatività

Puig et al. 2006 al. et Puig

dal

sign

pedali o dal network di supporto di supporto network dal o pedali

differenza fra i due gruppi due i fra differenza

medici specialisti privati, dagli dagli privati, specialisti medici Society. Cancer dell’American

incoraggiarle a sentirsi libere di libere a sentirsi incoraggiarle

terapia sono stati due specialisti specialisti due stati sono terapia

La ricerca è stata condotta dalla dalla condotta è stata La ricerca

pianificato i trattamenti con l'arte l'arte con trattamenti i pianificato

I soggetti professionali che hanno che professionali soggetti I

University of Florida, Gainesville, Gainesville, of Florida, University

spiritualità non hanno raggiunto la la raggiunto hanno non spiritualità

os

Pazienti oncologiche con cancro al al cancro con oncologiche Pazienti

Distorsione a causa d causa a Distorsione

alle pazienti matite, pastelli, pittura pittura pastelli, matite, pazienti alle

validità degli effetti sull'espressione sull'espressione effetti degli validità

delle pazienti, pazienti, delle

Le sessioni di arte terapia sono state state sono terapia di arte Le sessioni

Tutte le donne che hanno partecipato partecipato hanno che donne le Tutte

hanno trovato l’esperim trovato hanno

condotte individualmente. L'iniziativa L'iniziativa individualmente. condotte

Il trattamento effettuato è stato di dare dare di è stato effettuato Il trattamento la confermato hanno analisi statistiche

mentali. Sono stati aiutati dai medici e dai medici aiutati stati Sono mentali.

acrilica, tavole da disegno e da pittur, e pittur, dae disegno da tavole acrilica,

fu sottoposta alle donne malate dai loro dai loro malate donne alle fu sottoposta

101

e le le e

artistico artistico

-

peratori dei dei peratori

London. London.

/

No No

innovative.

Regno Regno Unito.

gallerie locali. locali. gallerie

College College

incentivare le strategie le strategie incentivare

promuovere la ricerca e la ricerca promuovere

benessere e della salute. della e benessere

Indagine promossa dalla dalla promossa Indagine

cure e dell'assistenza del dell'assistenza e cure

autorità sanitarie locali, i i locali, sanitarie autorità

finanziatori e i musei i e finanziatori

Canterbury Christ Church Church Christ Canterbury

contribuire alla ricerca del ricerca alla contribuire

di costruire un sistema che un sistema dicostruire

Sanitario del Regno Unito. Regno del Sanitario

Camic & Chatterjee 2013 & Chatterjee Camic

autori sono gli o gli sono autori

organizzazioni culturali e die culturali organizzazioni

fra musei, gallerie e Servizio e Servizio gallerie musei, fra

University e dalla University University dalla e University

colleghi lo staff sanitario alle alle sanitario lo staff colleghi

Il trattamenti medico Il trattamenti

I soggetti curanti indicati dagli dagli indicati curanti soggetti I

Osservazione delle partnership partnership delle Osservazione

Il beneficio delle partnership è: è: partnership delle Il beneficio

promoso all'interno della ricerca ricerca della all'interno promoso

Servizio Sanitario Nazionale del Nazionale Sanitario Servizio possano perché gallerie, musei e le fra partnership è di sviluppare

I soggetti che usufruiscono delle delle usufruiscono che soggetti I

resi resi

Scienze Scienze

lla vita e e vita lla

ne. ne.

artistico è stato è stato artistico

-

/

No

No

Białowolska 2016 Białowolska

-

scienze sociali. scienze

Sociali (FORS). Sociali

valutazione della salute. salute. della valutazione

-

sulla soddisfazio

Węziak

l’auto

L'autore ha analizzato l'aumento di l'aumento analizzato ha L'autore

Panel delle famiglie della Svizzera. della famiglie delle Panel

artistico, la soddisfazione de soddisfazione la artistico,

Science Foundation. Gli autori hanno autori Gli Foundation. Science

Il trattamento medico Il trattamento

attività artistiche. I dati sono stati sono dati I artistiche. attività

benesere che deriva dal partecipare ad ad partecipare dal deriva che benesere

Svizzero di Competenza nelle di Competenza Svizzero

delle variabili effettuate dall'autore per per dall'autore effettuate variabili delle

Ricerca finanziata dalla Swiss National National Swiss dalla finanziata Ricerca

composto dalle famiglie della Svizzera. della famiglie dalle composto

Ha beneficiato dell'esperimento il panel il dell'esperimento Ha beneficiato

del Centro svizzero di competenza nelle nelle dicompetenza svizzero del Centro

misurato l'impatto sulla la salute fisica e fisica salute la sulla l'impatto misurato

in the Social Sciences (SFIP) del Centro Centro del (SFIP) Sciences inthe Social

positiva fra la partecipazione, l’impegno l’impegno partecipazione, la fra positiva

e salute. È stata dimostrata una relazione relazione una dimostrata stata È e salute.

I risultati sono robusti alle manipolazioni manipolazioni alle robusti sono risultati I

(SHP), parte del Swiss Centre of Expertise of Expertise Centre del Swiss parte (SHP), ha L'autore arti. nelle volontario l'impegno

misurare la correlazione fra arte, benessere benessere arte, fra correlazione la misurare

acceduto ai dati del Swiss Household Panel Panel Household del Swiss dati ai acceduto

disponibili grazie al Swiss Household Panel Household Swiss al grazie disponibili

-

-

sanitario.

-

artistici sono sono artistici

-

No No

sinergia.

a disposizione; una una disposizione; a

produzioni.

risultati, causati dai gap dai causati risultati,

-

Daykin et al. 2017 al. et Daykin

(SRG), nel Regno Unito. Unito. Regno nel (SRG),

I benefici ottenuti sono: le sono: ottenuti benefici I

stakeholder coinvolti nelle nelle coinvolti stakeholder

settore sanitario e artistico. e sanitario settore

la standardizzazione e le co le e la standardizzazione

operazioni fra settore artistico settore fra operazioni

culturale e medico culturale

strumenti strumenti

mancanza di visioni comuni). comuni). divisioni mancanza

rattamenti medico rattamenti

Stakeholder Reference Group Group Reference Stakeholder

del settore artistico (fragilità e (fragilità artistico del settore

I soggetti curanti indicati dagli dagli indicati curanti soggetti I

artistiche per il settore sanitario sanitario settore ilper artistiche

Il progetto è stato condotto dallo dallo condotto stato è Il progetto

co

sanitari e artistici; le analisi degli degli analisi le e artistici; sanitari

autori per pianificare le iniziative iniziative le pianificare per autori

sono gli stakeholder di entrambi i di entrambi gli sonostakeholder

Studio condotto nel Regno Regno Unito. nel condotto Studio in operare dovrebbero che settori,

coinvolti portatori di interesse nel di interesse portatori coinvolti

opportunità e le sfide negli ambiti ambiti negli sfide le e opportunità

I t I

stati le cooperazioni dei vari attori attori vari dei cooperazioni lestati evidenziato hanno Gli stakeholder

Hanno beneficiato della ricerca gli gli ricerca della beneficiato Hanno amministrativa; valutazione valida

alcuni non alcuni

e

sanitari.

entuali non non entuali

-

i Sidney, in i Sidney,

artistici sono sono artistici

-

solo qualitativi qualitativi solo

No No

malati. malati.

Australia.

Clift 2012 Clift

nanziata dal programma programma dal nanziata

Pazienti anziani. Pazienti

del Regno Unito. del Regno

strutture sanitarie. sanitarie. strutture

nei risultati ottenuti). nei risultati

Dipartimento della Salute e Salute della Dipartimento

National Institute for Health Health for Institute National

I soggetti curanti individuati individuati curanti soggetti I

professionisti medico professionisti

dall'autore sono stati gli artisti, artisti, gli stati sono dall'autore risultati dei lae serietà validità

ha dimostrato la consistenza, la consistenza, la dimostrato ha i risultati ffetti:

Research for Patient Benefit del Benefit Patient for Research

Research (NIHR), finanziato dal finanziato (NIHR), Research

stati gli interventi di arte terapia di arte interventi gli stati

for Arts and Health d and Health Arts for

(progetti creativi e artistici) nelle nelle e artistici) creativi (progetti

e

Ricerca fi Ricerca medico trattamenti I

ottenuti in termini di benefici per i per dibenefici termini in ottenuti

l'effetto placebo per i pazienti (che (che pazienti i per placebo l'effetto

Presso il De Haan Research Centre Centre Research De Haan il Presso

potrebbe provocare una distorsione distorsione una provocare potrebbe

L’autore ha segnalato ev segnalato ha L’autore

affiancati dalle comunità locali e dai dai e locali comunità dalle affiancati

L'autore ha esaminato la letteratura e e letteratura la esaminato ha L'autore

dell'Assistenza sanitaria del Governo Governo del sanitaria dell'Assistenza

-

sanitario.

CAPITOLO 5 Le partnership fra i settori museale e sanitario per promuovere campagne di salute pubblica e collaborazioni e pubblica di salute campagne promuovere per e sanitario museale settori i fra partnership Le 5 CAPITOLO

-

terapisti, terapisti,

-

avuto meno avuto

rick, e l'American l'American e rick,

sanitari. sanitari.

/

-

No No

sanitari. sanitari.

medico in cura. Pazienti

Khan & Moss 2015 Moss & Khan

Medicina e per gli staff medico gli staff per e Medicina

Medical Association. Medical

bisogno di di antidolorifici). bisogno

i autori sono stati arte stati sono i autori

stress e ansia, e hanno hanno e ansia, e stress

fra il Trinity College di Dublino e e di Dublino College Trinity il fra

dagl

Il tipo di trattamento è incorporare i incorporare è di trattamento Il tipo degli di studio percorsi nei pazienti,

di

I benefici sono stati ottenuti sia per il il per sia ottenuti stati sono benefici I

personale sia per i pazienti (i pazienti pazienti (i pazienti i per sia personale

affiancati dallo staff medico staff dallo affiancati

l’Università diLime l’Università

ricoverati in ospedale che hanno avuto avuto hanno che ospedale in ricoverati

Analisi sull’integrazione di trattamenti di trattamenti sull’integrazione Analisi

I soggetti curanti professionisti indicati indicati professionisti curanti soggetti I

progetti artistici all’interno delle terapie terapie delle all’interno artistici progetti

degli studenti di Medicina e per gli staff gli staff per e di Medicina degli studenti

l’opportunità di vedere pitture di natura o o natura di pitture di vedere l’opportunità

urbane hanno dimostrato un abbassamento abbassamento un dimostrato hanno urbane

mediche. L’integrazione va promossa per i per promossa va L’integrazione mediche.

Ricerca finanziata grazie alla cooperazione cooperazione alla grazie finanziata Ricerca

studenti di studenti

artistici per i pazienti, nei percorsi di studio di studio percorsi nei pazienti, i per artistici

102

). ).

I

me me

ringraziato

n Pediatria.

sposte.

l personale del personale l

i

hanno realizzato tutte tutte realizzato hanno

/

No

L’autrice ha ha L’autrice

Bishop 2017 Bishop

all'arte visiva. all'arte

Pediatria

erano stati ricoverati. erano stati

per il loro entusiasmo. loro ilper

le opere d'arte e d'arte opere le

in

ambinete estetico dell'ospedale. estetico ambinete

o, ma i bambini e ragazzi sono stati stati sono e ragazzi bambini i o, ma

Le figure professionali dedicate al al dedicate professionali Le figure

i piccoli pazienti e e pazienti i piccoli

L'ambiente estetico funziona co funziona estetico L'ambiente

7 e i 18 anni, ricoverati i ricoverati anni, 18 7i e

N

dell'

che hanno studiato l'impatto benefico benefico l'impatto studiato che hanno

le pareti del reparto di Pediatria grazie grazie di Pediatria reparto del pareti le

Nel reparto (di Pediatria del Children's Children's del Pediatria (di Nel reparto sentire possono si che stessi, i bambini

coinvolti nella creazione dell'ambiente creazione nella coinvolti

Children's Hospital at Westmead Sydney Sydney Westmead at Hospital Children's

Lo studio è stato svolto alla University of University alla svolto è stato Lo studio

bambini bambini

"artisti" degli ambienti dell'ospedale in cui in cui dell'ospedale degli ambienti "artisti"

Il trattamento effettuato è stato di abbellire di abbellire è stato effettuato Il trattamento

55 Bambini e ragazzi, di età compresa tra i tra compresa di età e ragazzi, 55 Bambini

New South Wales. Wales. South New

trattamento artistico sono stati i ricercatori, ricercatori, i stati sono artistico trattamento

Hospital Westmead, a Sydney in Australia) a Sydney Westmead, Hospital

distrazione positiva, sostegno, supporto (fra (fra supporto sostegno, positiva, distrazione

confortati dagli altri bambini che erano stati stati erano che bambini altri dagli confortati

e al al e

artistico artistico

-

o si è svolto è svolto si o

/

No No

d'aspetto. d'aspetto.

Dumfries).

trapianto renale. trapianto

Cusack et al. 2010 et al. Cusack

collettivo sono stati la stati sono collettivo

atura e paesaggi nelle sale sale nelle paesaggi e atura

Dumfries (Regno Unito). (Regno Dumfries

I benefici ottenuti a livello livello a ottenuti benefici I

visiva nelle aree ospedaliere. ospedaliere. aree nelle visiva

Galloway Royal Infirmary di di Royal Infirmary Galloway

Gli autori non hanno ricevuto ricevuto hanno non autori Gli gradimento il e soddisfazione

din

benefici che derivano dall'arte dall'arte derivano che benefici

Il trattamento medico Il trattamento

trattamento artistico sono stati i i stati sono artistico trattamento

44 pazienti che hanno subito un subito hanno che 44 pazienti

sia l’esperienza ospedaliera sia i sia ospedaliera l’esperienza sia dei pazienti. salute sulla risultati

Nell'Unità Renale (del Dumfries Dumfries (del Renale Nell'Unità

and Galloway Royal Infirmary di di Royal Infirmary and Galloway migliorato ha che visiva, dell'arte

pazienti trapiantati per osservare i osservare per trapiantati pazienti

all'Unità Renale del Dumfries and Dumfries del Renale all'Unità

Le figure professionali dedicat professionali Le figure

effettuato è stato di esporre dipinti dipinti di esporre stato è effettuato

ricercatori, che hanno intervistato i intervistato hanno che ricercatori,

finanziamenti. Lo studi Lo finanziamenti.

1

zienti zienti

/

No

No

o potuto portare vari vari portare potuto o

ambulatoriali. ambulatoriali.

Ander et al. 201 al. et Ander

ute sul benessere dei pazienti. dei benessere ute sul

dell’ambito sanitario. sanitario. dell’ambito

Pazienti degenti e pa e degenti Pazienti

di riabilitazione neurologica neurologica di riabilitazione

Gli autori hanno sostenuto le le hanno sostenuto autori Gli

Foundation Trust di di Londra). Trust Foundation

Il programma di ricerca è stato è stato di ricerca Il programma

cure mediche o terapie cicliche. cicliche. terapie o mediche cure

chi si occupa delle campagne di di campagne delle occupa chi si

(dell’ospedale psichiatrico NHS NHS psichiatrico (dell’ospedale

Le figure individuate nella ricerca ricerca nella individuate Le figure

intrapreso dal Museo e Collezione Collezione e Museo dal intrapreso

potenzialità dei musei per il settore settore il per dei musei potenzialità

della University College di Londra. College University della nelle includerli per museali, oggetti

del settore del patrimonio culturale e culturale patrimonio del del settore

In una casa di riposo e nelle due unità unità due nelle e di riposo casa In una hann ricercatori I

erano gli operatori del settore medico, medico, del settore operatori gli erano

sanitario e delle collaborazioni; hanno hanno collaborazioni; delle e sanitario

sensibilizzazione e ricerche all’interno all’interno ricerche e sensibilizzazione

arte e artesal

dimostrato la validità dei programmi di programmi dei validità la dimostrato

ani

dell’Oxford dell’Oxford

/

No No

supportato da: Art Council, Council, Art da: supportato

Museum. Museum.

artistici sono stati elencati dagli dagli elencati stati sono artistici

-

Ander et al. 2012 al. et Ander

University Museum. Museum. University

e c'è il vantaggio dell'impegno nelle nelle dell'impegno vantaggio il c'è e

CAPITOLO 6 L’arte visiva negli ambienti ospedalieri che aumenta il benessere dei pazienti pazienti dei benessere il aumenta che ospedalieri ambienti negli visiva L’arte 6 CAPITOLO

aumentato il loro livello di benessere. di livello loro il aumentato

Oxford e in un centro anziani a Londra. anziani un centro in e Oxford

«museum object handling» per i pazienti. pazienti. i per handling» object «museum

Commission for Architecture and the Built Built the and Architecture for Commission

che usufruiscono dell'assistenza del centro. del dell'assistenza che usufruiscono

ospedalieri hanno apprezzato il progetto ed è è ed progetto il apprezzato hanno ospedalieri

esearch Council. Oggetti museali prestati dal UCL dal prestati museali Oggetti Council. esearch

Hospitals, per dimostrare i benefici di sessioni di sessioni di benefici i dimostrare per Hospitals,

Heritage in in Hospitals Heritage

autori nell'elenco di esempi e prove di Heritage in in Heritage di prove e di esempi nell'elenco autori

Collettivament

Museums and Collections e dall’Oxford University University dall’Oxford e Collections and Museums

London (un professionista museale, un praticante in praticante un museale, professionista (un London pazienti I ospedali. negli portate artistiche iniziative

psicologia) e due professionisti museali professionisti due e psicologia)

R

Nei reparti di due ospedali di Londra, di Reading, di diReading, di Londra, ospedali due di Nei reparti

I trattamenti medico trattamenti I

state due ricercatori associati dell’University College College dell’University associati due ricercatori state

Environment e Dipartimento della Salute del governo del governo Salute della e Dipartimento Environment

Pazienti ospedalieri ricoverati e ambulatoriali, anzi e ambulatoriali, ricoverati ospedalieri Pazienti

britannico. È stato finanziato dall’Arts and Humanities and Humanities dall’Arts finanziato È stato britannico.

Le figure professionali dedite alla terapia artistica sono sono artistica terapia alla dedite professionali Le figure

quantitativi e e quantitativi

diLondra.

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Paddon et al. 2014 al. et Paddon

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Pazienti ricoverati in ospedale. in ricoverati Pazienti

qualitativi. È stata dimostrata la la dimostrata È stata qualitativi.

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Le figure professionali sono stati i i stati sono professionali Le figure

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generale, Ginecologia oncologica e oncologica Ginecologia generale,

l'impatto sul benessere dei pazienti. dei benessere sul l'impatto felicità. e benessere aumentati sono

prodotti cinestetici. Hanno misurato misurato Hanno cinestetici. prodotti

significatività statistica dei risultati: i i risultati: dei statistica significatività

acqueforti e stampe, fossili, minerali e e minerali fossili, e stampe, acqueforti

Ricerca finanziata dal NHS Foundation Foundation dal NHS finanziata Ricerca

I trattamenti medico trattamenti I

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Riabilitazione neurologica dell'Ospedale. dell'Ospedale. neurologica Riabilitazione

ricercatori, che hanno portato nei reparti gli nei reparti portato hanno che ricercatori,

Lo studio ha prodotto risultati risultati prodotto ha Lo studio 103

Capitolo 8

L’arte-terapia, l’arte che fa bene: esempi di casi studio all’avanguardia in Italia

8.1 Il metodo

In questo capitolo mi sono concentrata su casi studio pratici che ho potuto analizzare direttamente. Ho raccolto degli esempi di collaborazioni fra ospedali e artisti a livello locale (Mestre, nella zona geografica vicina a dove studio) e nazionale (i due ospedali di Bergamo).

Sono esempi di arte che fa bene, dove gli ospedali hanno investito nell’arte per farne un mezzo di terapia integrata alle cure, e mi sono focalizzata su questi casi pratii per indagare i risultati raggiunti in termini di benefici per i pazienti. Ho scelto nello specifico il caso dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre perché tre anni fa lessi del progetto su un quotidiano locale, e fu l’incipit del mio interesse per questo argomento e della scrittura della mia tesi di laurea. Inoltre è un caso studio nell’area geografica vicina a dove studio e a dove risiedo, e si tratta di uno degli ospedali più all’avanguardia d’Europa. Ho scelto poi i due ospedali Humanitas Gavazzeni e Humanitas Castelli di Bergamo, privati accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale, per analizzare la prima iniziativa di questo tipo in Italia.

Dove non ho trovato trattazione scientifica, ho raccolto la documentazione del caso studio e l’ho trattata grazie alla letteratura scientifica che ho analizzato finora, traendo e aggiungendo anche delle mie considerazioni personali.

Nella seconda parte del capitolo ho confrontato gli elementi comuni e quelli per i quali si differenziano gli articoli scientifici (analizzati in precedenza, nei capitoli 2-6, soprattutto nel Capitolo 6) e i casi studio (analizzandoli secondo: i tipi di intervento, le malattie, le istituzioni, le associazioni che hanno contribuito, le finalità, l’impatto e come è stato monitorato, eventuali effetti non raggiunti o indesiderati, se si tratta di eventi isolati o parti di progetti più ampi).

104

8.2 Il caso studio dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre: il progetto che è partito dal Primario dell’Unità Operativa di Radioterapia Oncologica

Il primo caso studio che ho analizzato è stato quello dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre, che da ottobre 2016 ad aprile 2019 ha sancito una collaborazione con la pittrice veneziana Clarice Renier per l’operazione di abbellimento del reparto di Radioterapia Oncologica.

L’Ospedale dell’Angelo di Mestre è un ospedale pubblico che fa parte della ULSS 3 Serenissima (distretto territoriale della provincia di Venezia). L’Angelo è uno degli ospedali più all’avanguardia in Europa per l’alta efficienza sanitaria, per le risorse professionali e per le tecnologie più innovative di ultima generazione. L’ospedale è stato pioniere anche sotto l’aspetto finanziario: in Italia costituisce infatti un caso pilota e modello di Project Financing ospedaliero, un’operazione finanziaria che coinvolge capitali privati nella realizzazione di opere pubbliche2. Oggi, le quote di maggioranza della società concessionaria sono state acquistate dal fondo francese Core Infrastructure.3

2 Tecnica finanziaria introdotta nel nostro ordinamento giuridico dall’art. 37 bis della L. 109/1994, che disponeva la possibilità per un promotore (soggetto privato) di proporre la realizzazione di opere pubbliche mediante contratto di concessione. Il nuovo Codice dei contratti pubblici, D.lgs. 18 aprile 2016, n. 50 (che ha abrogato il Codice degli appalti D.lgs. 12 aprile 2006, n. 163) all’articolo 183, parte IV, Titolo I - Partenariato pubblico privato disciplina il Project Financing. Questa operazione rappresenta l’unico approccio per sostenere la fattibilità economica, la realizzazione, la gestione e il finanziamento di progetti complessi, che necessitano di elevati fabbisogni finanziari e facilitano il contenimento dei rischi ripartendoli sui diversi soggetti partecipanti. Nel biennio 2013-2014 erano state condotte delle indagini sulle controversie nate sui 230 milioni di euro investiti nella costruzione dell’Angelo (124 pubblici e 106 privati): la convenzione sarebbe stata sbilanciata a favore dei privati (canone annuo favorevole, tantissimi servizi affidati e pesanti oneri fiscali sull’Asl). I privati partecipanti sono stati: Veneto Sanitaria finanza di progetto (Vsfp), Astaldi, Aerimpianti, Gemmo, Cofathec, Aps, Mattioli e Studio Altieri. Fonti: https://www.diritto.it/la-finanza-di-progetto-nell-ordinamento-giuridico-italiano-luci-ed-ombre/, http://www.sanita24.ilsole24ore.com/print?uuid=ACvYoLOC&refresh_ce=1. 3 La scorsa primavera, alla presentazione del piano quadriennale 2018-2022, la società gruppo di costruzione Astaldi ha ceduto il 53,9% delle quote che possedeva in Veneta Sanitaria (insieme alla sua partecipata, Astaldi Concessioni, che ha ceduto il 5,5<%) al fondo francese Core Infrastructure II. Il fondo istituzionale infrastrutturale fa parte del secondo gruppo bancario francese, il Bpce (Groupe des Banques Populaires et des Caisses d'Epargne. Per entrare in possesso del 59,4% delle quote della società concessionaria, il gruppo francese ha sborsato circa 50 milioni di euro, pari alla somma che Astaldi aveva ipotizzato di guadagnare dalla dismissione. Fonte: https://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2018/09/19/news/l-ospedale-dell-angelo-parla-francese- astaldi-cede-le-quote-e-incassa-50-milioni-1.17262103

105

8.2.1 La descrizione del progetto artistico e l’ “umanizzazione” dell’ospedale

L’8 aprile 2019 l’artista veneziana Clarice Renier ha completato il suo ciclo pittorico per le aree della Radioterapia Oncologica dell’Angelo. Nell’ottobre 2016 aveva già donato 21 pannelli, e tre anni dopo altri 28. Clarice Renier ha realizzato i suoi lavori a titolo completa mente gratuito, con l’obiettivo di rendere più accogliente il reparto per i pazienti oncologici ambulatoriali o ricoverati. Le tre sale dove sono esposti i suoi pannelli multicolore si chiamano: “Farfalle” (la prima ad essere completata), “Pesci” e “Fiori” [Figg. 31-37].

Il primo grande sostenitore dell’iniziativa è stato il Primario del reparto, il dottor Imad Abu Rumeileh, che ha fortemente supportato e confermato la validità dell’avere delle opere artistiche nelle sale d’attesa e lungo i corridoi, che sono diventati più colorati, caldi e vivi per i pazienti ma anche per tutto il personale che vi lavora. I medici, gli infermieri e gli operatori sanitari hanno apprezzato il miglioramento apportato all’ambiente ospedaliero, e si sono sentiti fieri di rappresentare l'impegno a essere accoglienti verso coloro che si affidano alla loro cura e alle loro terapie [Figura 30].

Figura 30: il primario di Radioterapia Oncologica dott. Imad Abu Rumeileh, il primo da sinistra, la presidente della sezione provinciale Lilt Mariagrazia Cevolani al centro, la pittrice Clarice Renier a destra.

Fonte: http://www.veneziatoday.it/cronaca/ospedale-angelo-disegni-donazione-clarice-renier.html

106

Per analizzare il caso studio ho avuto il piacere e l’onore di parlare con il Primario e di visitare il reparto guidata da lui. Durante il nostro colloquio, il primario mi ha trasmesso tutta la passione e l’amore per il suo lavoro, e la dedizione alle cure dei suoi pazienti. Mi ha raccontato che il progetto è partito proprio da un suo sogno: percorrendo il corridoio del reparto, lo vedeva così lungo, bianco, insignificante, e lui se lo immaginava colorato e vivo. Già in passato, prima di arrivare all’Angelo, si era interessato all’arte negli ospedali e aveva avuto modo di collaborare con una psicologa che ha fatto un’indagine per la scelta dei colori e dei soggetti più adeguati nei dipinti dei reparti.

Il progetto ha preso vita quindi grazie al Primario, insieme alla Presidente della LILT della sezione provinciale di Venezia, Maria Grazia Cevolani, anche per quanto riguarda tutti i finanziamenti. Con grandi sensibilità e discrezione il Primario mi ha confidato di essere stato lui stesso a battersi per realizzare l’iniziativa e per raccogliere i fondi, ottenuti grazie ai suoi pazienti. «Mi permettevo di provare a chiedere se il paziente se la sentisse di contribuire economicamente al mio progetto, naturalmente mi rivolgevo solo ai pazienti che potevano permettersi di contribuire, guardando il modello di orologio che portavano al polso», mi ha confessato. «Grazie alle donazioni, tutte dei pazienti, siamo riusciti a raccogliere la somma necessaria per realizzare il progetto». Sono stati raccolti, in tutto, circa 7-8 mila €. «Questa raccolta fondi ha coinvolto anche i pazienti che ricevevo in privato, ai quali chiedevo di venire con l’impegnativa e di non pagare la visita medica privata, ma di versare i soldi al progetto. Un altro mio paziente, invece, aveva una ditta che produceva i pannelli in compensato, ed è stato lui a fornirli alla pittrice. Un altro signore, invece, ha donato da solo e per due volte 2000 €». Dalle parole del Primario ho subito percepito la sua missione nei confronti dei suoi pazienti, e anche dei suoi colleghi. «Sì, dai pazienti per i pazienti, ma non solo: anche per tutti i colleghi e lo staff lavorano nel reparto».

Grazie al coordinatore tecnico, oggi in pensione, nel 2016 una parte di proventi di circa mille euro era arrivata dalla Dogi’s Half Marathon, la maratona da Mira a Stra corsa il 3 aprile 2016, che ogni anno devolve i ricavi a sostegno degli ospedali limitrofi e che in quel caso, come aveva promesso il presidente della A.S.D. Atletica Riviera del Brenta Michele Stellon, aveva contribuito all’acquisto dei colori necessari a Clarice Renier.

Al taglio del nastro, insieme al primario, erano presenti il Direttore Sanitario dell'Ulss 3 Serenissima Michele Tessarin, la presidente del Consiglio Comunale di Venezia

107

Ermelinda Damiano, la consigliera della Lega italiana per la Lotta contro i tumori della sezione provinciale di Venezia Paola Toniolo, e la consigliera della Municipalità di Chirignago Zelarino Luisa Rampazzo. All’inaugurazione, la presidente del Consiglio Comunale Ermelinda Damiano aveva ricordato i tanti buoni risultati della collaborazione fra la Lilt e l'Ulss 3. E anche in prospettiva della prevenzione: come l’iniziativa “Vaporetto rosa” (l’Ulss 3 Serenissima, insieme ad Alilaguna, Lilt Venezia e Avapo, per tutti i lunedì di ottobre 2018 aveva allestito un vaporetto rosa, il colore simbolo della prevenzione del tumore al seno, che girava in laguna con il messaggio “Prevenzione è vita. L’1 ottobre era a San Zaccaria, l’8 al Parco San Giuliano, il 15 alla Darsena di Marghera, il 22 a Burano e Murano, il 29 al Lido e Pellestrina). Si tratta dei frutti della sinergia fra le istituzioni e le associazioni del territorio, per migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Figura 31: la porta di accesso alla stanza di Treatment Planning, dove i medici studiano e decidono che terapia somministrare ai pazienti malati. Il pannello raggruppa tutte le lettere del nome della stanza.

Figura 32: i pannelli colorati per il simulatore TAC della sala “Farfalle".

108

Figura 33: la targhetta che segnala l'iniziativa voluta dalla LILT sezione provinciale di Venezia, dal Primario e sostenuta dai pazienti.

Figura 34: un pannello della sala "Farfalle".

Figura 35: i cavallucci marini nella sala "Pesci".

109

Figura 36: i pesciolini della sala "Pesci".

Figura 37: le pareti colorate sia del corridoio della Radioterapia Oncologica sia dei locali di fronte con i macchinari.

L’abbellimento dell’ambiente della Radioterapia Oncologica è stato un’iniziativa isolata, con un proprio progetto. Oltre ai pannelli, su desiderio del Primario tutti i corridoi, gli ambulatori di visita e di somministrazione della terapia, con i macchinari e le apparecchiature, la sala d’attesa sono stati dipinti di vari colori (anche i mobiletti).

Dopo l’esposizione dei pannelli, sono seguite altre iniziative con progetti dell’azienda ULSS3 Serenissima finanziati anche dall’azienda stessa oltre all’impegno dei laboratori di pittura. L’umanizzazione dell’ospedale dell’Angelo di Mestre è proseguita in Oncologia e negli ambulatori della Breast Unit ematologica (il reparto di Oncologia è stato rinnovato con nuovi monitor e totem eliminacode, con pareti colorate e con i dipinti del laboratorio di pittura dei ragazzi disabili del Centro Diurno Sant’Alvise dell’Ulss 3. Nella Breast Unit sono stati appesi cinque grandi dipinti, ed è stato progettato il “Giardino di Davide”, un luogo di pace e serenità in ricordo di un giovane ragazzo).

110

8.2.2 Confronto fra il caso studio e l’analisi della letteratura

Dopo aver analizzato questo caso studio, ho riassunto tutte le caratteristiche in una tabella, a seconda dei tipi di intervento, malattie, istituzioni, associazioni che hanno contribuito, finalità, impatto e come è stato monitorato, eventuali effetti non raggiunti o indesiderati, e se si trattasse di eventi isolati o parti di progetti più ampi:

Tabella 8- Strutturazione delle caratteristiche del caso studio in una griglia.

Ospedale dell'Angelo di Mestre

Abbellimento del reparto e del corridoio d'attesa della Radioterapia Tipi di intervento Oncologica.

Pazienti oncologici (ambulatoriali e ricoverati) del reparto di Radioterapia Malattie Oncologica.

Ospedale dell'Angelo di Mestre, ULSS 3 Serenissima, LILT sezione Istituzioni provinciale di Venezia, Comune di Venezia.

Associazione Centro dell’Arte Venezia, ADS Atletica Riviera del Brenta Associazioni con la Dogi's Half Marathon (2016).

"Umanizzare" il reparto di Radioterapia Oncologica, abbellirlo per Finalità alleggerire la permanenza dei pazienti e dello staff medico e infermieristico. Ritorno diretto, risultati qualitativi dalle risposte molto positive ottenute dai Impatto e pazienti. Non sono state fatte misurazioni rigorose dal punto di vista misurazione scientifico. Eventuali effetti non raggiunti o / indesiderati Eventi isolati o Iniziativa isolata, con un suo progetto; successivamente, sono stati attivati parte di progetti altri progetti per "umanizzare" l'ospedale di Mestre.

A questo punto, ho effettuato dei confronti con le trattazioni scientifiche che ho analizzato nei capitoli precedenti, soprattutto nel Capitolo 6, L’arte visiva negli ambienti ospedalieri che aumenta il benessere dei pazienti. Mi sono concentrata sugli elementi comuni e su quelli per i quali si differenziano.

Per il caso studio dell’Ospedale dell’Angelo non ho trovato trattazione scientifica, quindi mi sono basata sulla documentazione raccolta e ho utilizzato le documentazioni scientifiche per trattarlo.

111

Per prima cosa, ho costruito una griglia come la precedente per strutturare le cinque fonti del Capitolo 6 e confrontarle con il caso studio [Tabella 9]. Nella prima colonna della griglia ho indicato i tipi di intervento, malattie, istituzioni, associazioni, finalità, impatto e monitoraggio, eventuali effetti non raggiunti o indesiderati, e se si trattasse di eventi isolati o parti di progetti più ampi, e nelle colonne successive ho ordinato il caso studio e le cinque pubblicazioni scientifiche. In ciascuna riga ho descritto le voci che ho analizzato. La colonna scritta in arancione è quella dell’Ospedale dell’Angelo.

Tabella 9 - Strutturazione delle trattazioni in una griglia: caso studio e pubblicazioni scientifiche.

Ospedale

Cusack et al. Ander et al. Ander et al. Paddon et al. dell'Angelo di Bishop 2017 2010 2011 2012 2014 Mestre Indagare gli Abbellimento del Contribuire a Una guida per lo effetti terapeutici Oggetti museali reparto e del rendere L'arte visiva staff medico e Tipi di dell'object nei reparti corridoio d'attesa l'ambiente (dipinti, di nature museale che interv handling nei ospedalieri della ospedaliero più e paesaggi) nelle incentiva la ento pazienti (object Radioterapia piacevole e sale d'aspetto. collaborazione ospedalieri e fare handling). Oncologica. accogliente. sanità-musei. un protocollo. Pazienti da Bambini e Pazienti in casa quattro ospedali Pazienti dai Pazienti ragazzi (7-18 di riposo e nelle di Londra (in reparti di oncologici anni) ricoverati due unità di Oncologia, Geriatria, Pazienti che (ambulatoriali e nel reparto di riabilitazione Ginecologia, Oncologia Malat hanno ricevuto ricoverati) del Pediatria del neurologica Geriatria, generale, tie un trapianto di reparto di Children's dell’ospedale Chirurgia; Ginecologia reni. Radioterapia Hospital psichiatrico NHS Riabilitazione oncologica e Oncologica. Westmead, a Foundation Trust neurologica) e da Riabilitazione Sydney. di Londra. un centro neurologica. anziani. Dipartimento della Salute del Ospedale L'ospedale governo dell'Angelo di psichiatrico NHS Il Dumfries and britannico, Arts Mestre, ULSS 3 L'ospedale Foundation Trust Galloway Royal and Humanities Serenissima, Children's di Londra, Il London NHS Istituz Infirmary (Unità Research LILT sezione Hospital Museo e Foundation Trust ioni Renale) in Scozia Council, UCL provinciale di Westmead di Collezione della Hospital. e lo Scottish Museums and Venezia, Sidney. University Renal Registry. Collections, Comune di College di Oxford Venezia. Londra. University Museum, CABE. Associazione Arts and Centro dell’Arte Humanities Venezia, ADS Associ Research Atletica Riviera / / / / azioni Council, che ha del Brenta con la finanziato la Dogi's Half ricerca. Marathon (2016).

112

Indagare come "Umanizzare" il l'arte possa Dimostrare Incorporare l'arte Dimostrare i Valutare i reparto di migliora statisticamente la nell'ambiente benefici della benefici del Radioterapia l'ambiente significatività ospedaliero, collaborazione portare oggetti Finalit Oncologica, ospedaliero per i delle iniziative di affinché i fra settore museali à abbellirlo per pazienti arte negli pazienti ne sanitario e settore all'interno delle alleggerire la pediatrici e ospedali e di possano trarre culturale, e strutture sanitarie permanenza dei coinvolgerli nella museum object beneficio. promuoverla. per i pazienti. pazienti. progettazione handling. dell’ambiente. L’89% dei Ritorno diretto, È stato I benefici sono pazienti ha risultati Metodi dimostrato che stati misurati risposto al È stato qualitativi dalle quantitativi e gli oggetti intervistando i questionario e i dimostrato Impat risposte molto qualitativi per culturali hanno piccoli pazienti. I punteggi hanno quantitativament to e positive ottenute misurare impegnato i risultati confermato il e l’aumento di misur dai pazienti. No l'impatto degli pazienti e sono qualitativi gradimento dei benessere e azione misurazioni interventi stati prodotti sono dipinti nelle sale felicità nei rigorose dal museali sui un'opportunità stati le loro d’aspetto, che pazienti. punto di vista pazienti. creativa molto risposte. hanno migliorato scientifico. apprezzata. l'ambiente. Event uali Non tutti gli Non sono state effetti Gli autori non oggetti museali fatte indagini non hanno specificato sono idonei a / / / profonde e raggiu la tipologia di essere trasportati confronti fra nti o malattie. all'interno degli pazienti. indesi ospedali. derati L'intervento è Iniziativa isolata, parte del progetto Proseguimento Eventi con un suo in pediatria di dell'indagine isolati progetto; esporre opere condotta nel o successivamente, d'arte 2009 su 44 parte sono stati attivati Evento isolato. Evento isolato. Evento isolato. costantemente, trapiantati renali di altri progetti per per abbellirlo e del Dumfries proget "umanizzare" stimolare la sugli ambienti ti l'ospedale di curiosità dei ospedalieri. Mestre. pazienti.

Dal confronto fra il caso studio dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre con l’analisi dell letteratura trattata in precedenza, per quanto riguarda il tipo di intervento, ho riscontrato somiglianze in letteratura sia per la finalità (Bishop 2017) sia per la tipologia (dipinti e arte visiva, Cusack et al. 2010); il caso studio veneziano non ha infatti incluso l’ingresso in ospedale di piccoli oggetti museali per farli maneggiare ai pazienti (Ander et al. 2012; Paddon et al. 2014), ma di pannelli dipinti per migliorare l’aspetto dell’ambiente ospedaliero di cura.

Sono stati coinvolti i pazienti oncologici (come in Ander et al. 2012 e Paddon et al. 2014) e come in tutte le pubblicazioni scientifiche c’è stata la partecipazione del rispettivo

113 ospedale, che ha messo a disposizione gli spazi per mettere in piedi in progetti e ha coinvolto tutto il personale medico e sanitario. Come in Ander et al. 2012, inoltre, il progetto artistico è stato dedicato ai pazienti, ma anche allo staff medico, per migliorare l’ambiente di lavoro.

L’ospedale non ha adottato metodi scientifici o strutturati per la misurazione dell’impatto sul benessere dei pazienti, non ha somministrato questionari (come in Bishop 2017 e Cusack et al. 2010), ma il progetto sembra comunque aver prodotto due tipi di risultati: i riscontri diretti e delle informazioni qualitative, raccolte attraverso due supporti, il book (dei commenti sui pannelli dell’ospedale) e il totem dell’ospedale, che ha permesso ai pazienti di esprimere la loro soddisfazione e inviarla in forma scritta alla Direzione Generale.

8.2.3 Misurazione dei benefici per i pazienti e della soddisfazione: analisi descrittiva e risultati

In questa sezione della mia tesi ho contribuito la mia analisi empirica per una possibile misurazione della soddisfazione dei pazienti e dell’impatto sul loro benessere all’Ospedale di Mestre.

L’Ospedale di Mestre non ha utilizzato un metodo rigoroso dal punto di vista scientifico per misurare l’impatto sulla salute dei pazienti e non ha sottoposto questionari o fatto interviste personali. I pazienti hanno tuttavia avuto la possibilità di inviare in forma scritta la loro contentezza per l’iniziativa attraverso i totem di cui l’ospedale è dotato, grazie i quali hanno potuto presentare alla Direzione Generale dell’Ulss i loro apprezzamenti. Una seconda fonte che ha prodotto testimonianze qualitative è stata il book della pittrice Clarice Renier, all’esposizione dei suoi pannelli destinati all’Ospedale, in una mostra organizzata dal 17 marzo 2018 in piazza a Mestre. Erano stati esposti alcuni lavori già donati al reparto (e che momentaneamente erano stati sostituiti da dei cartellini che ne motivavano l’assenza), che poi ritornarono sulle pareti assieme agli altri pannelli che andarono a completare il ciclo pittorico. La terza e ultima modalità di misurazione dell’impatto sul benessere dei pazienti è stato il riscontro diretto, cioè la soddisfazione e la felicità che si è vista in ciascun paziente (e anche nello staff medico-sanitario). Soprattutto nel 2016 l’iniziativa aveva avuto un grande risonanza ed era comparsa su : per più di un mese nel reparto c’era stato un vero e proprio via vai anche di operatori

114 medici e sanitari che dagli altri reparti si recavano a vedere i pannelli e, come mi ha raccontato il Primario della Radioterapia oncologica, «il reparto ea come una mostra».

Per accedere alle fonti che mi hanno permesso di fare delle analisi sulle modalità di monitoraggio dell’impatto e sul grado di soddisfazione dei pazienti della Radioterapia Oncologica ho contattato il Primario. Non è stato possibile reperire i commenti inviati dai pazienti attraverso i totem, poiché già protocollati. Dei pochissimi accessibili, uno in particolare ha avuto una rilevanza maggiore ed è stato incorporato alle slides di una presentazione del Primario stesso. Si tratta di una segnalazione inviata il 19 aprile 2018, che esprime l’apprezzamento di una paziente donna: «bellissima anche quell’esplosione di colori (farfalle) nel corridoio di Radioterapia; mi ha aiutata e come me tante altre “colleghe” (=malati di cancro) ad alleggerire momenti difficili. Grazie a chiunque ha collaborato!!» [Figura 38].

Figura 38: Segnalazione di apprezzamento inviata il 19 aprile 2018 dal totem dell’Ospedale.

Ho avuto la possibilità di accedere alle dodici pagine di commenti lasciati sul book della pittrice e li ho trascritti garantendo l’anonimato (per questo motivo non ho riportato le firme dei rispondenti). Ho escluso dalla mia selezione i tantissimi complimenti e ringraziamenti lasciati all’artista, perché nonostante ricchi di apprezzamento, entusiasmo e stima, provocherebbero una distorsione nella mia analisi e soprattutto un decentramento dal mio obiettivo di osservazione [Tabella 10].

115

Tabella 10 - i commenti di apprezzamento ai pannelli, lasciati sul book della pittrice.

F F F F

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genere

18

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-

rispondente

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Clarice, questi

veramente più leggera… i

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ogni opera.

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Esplosioni di colore e

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F

genere

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-

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aiutata in un un in aiutata

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molto bella e bella molto

che mi hanno hanno che mi

commento

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per la gioia che che gioia laper esplosione Una

di gioia e colori! e digioia

116

Per trasformare queste fonti qualitative in informazioni quantitative, dopo aver costruito la tabella con la data in cui i commenti sono stati lasciati, il genere del rispondente e il commento scritto, ho raccolto i 16 commenti in un’altra tabella [Tabella 11].

Ho cercato di estrapolare i risultati ottenuti nelle trattazioni scientifiche (Capitolo 6) in termini di benefici per i pazienti. Bisogna specificare che i metodi di monitoraggio dell’aumento di benessere attivati in letteratura sono stati diversi. Nella prima ricerca (Bishop 2017) sono stati fatti due studi pilota, poi la raccolta e l’analisi dei dati, e infine interpretazioni e conclusioni. Ai pazienti pediatrici era stato chiesto di rispondere a un questionario e le informazioni erano state elaborate usando mappe concettuali e tecniche di analisi tematiche.

Grazie alle risposte dei bambini, ho riassunto i risultati dello studio in questo miglioramento avvenuto grazie all’arte: «sentirsi in un buon posto, felice, coloratissimo e accogliente».

Anche in Cusack et al. 2010 era stato distribuito un questionario ai pazienti con trapianto renale affinché valutassero la loro esperienza di ricovero. I punteggi più alti vennero assegnati alla presenza di dipinti nelle sale d’aspetto: grazie all’arte visiva gli spazi dell’ospedale sono «migliorati, diventati più piacevoli, i colori hanno infuso calma».

Ander et al. 2011 hanno consigliato di utilizzare metodi di verifica quantitativi (analisi pre e post sessioni) e qualitativi (discorsi dei pazienti), per poi confrontarli attraverso metodi misti, per assicurarsi di produrre diversi risultati. Hanno dimostrato che le attività museali accrescono il benessere nei pazienti ospedalieri e alleggeriscono la degenza dei malati a lungo termine.

Ander et al. 2012 hanno utilizzato il metodo di Grounded per misurare l’impatto dell’«object handling» nell’ambito della sanità, che ha permesso di codificare i dati qualitativi e confrontarli continuamente. La codifica e i confronti sono serviti per trovare le relazioni fra i fenomeni. Inoltre erano state fatte registrazioni audio, interviste e annotazioni da parte dei ricercatori. Queste informazioni erano state inserite el software di analisi Nvivo. Le codifiche erano state associate al concetto di benessere e sono state fatte costanti comparazioni fra sessioni, pazienti e contesti. È stato dimostrato che l’arte all’interno degli ospedali offre la possibilità ai pazienti di impegnarsi in attività creative e migliora le condizioni del posto di ricovero e di lavoro (quindi sia per i pazienti, sia per lo staff medico-sanitario).

117

Il sostegno apportato dal settore del patrimonio culturale a quello sanitario è stato confermato anche nell’ultima ricerca (Paddon et al. 2014): grazie ai metodi qualitativi e quantitativi lo studio ha prodotto entrambi i tipi di risultati. È stata dimostrata statisticamente la significatività dei risultati: i pazienti hanno beneficiato del progetto artistico e sono aumentati il benessere e la felicità. Gli autori hanno desiderato dare il loro supporto alle iniziative di arte e «meaning-making» negli ambienti sanitari.

Le variabili qualitative che ho osservato danno informazioni sulla popolazione osservata e, appunto, variano a seconda dei rispondenti. Si tratta di variabili qualitative sconnesse (non ordinali). La modalità di risposta è stata esaustiva (in grado di rappresentare tutte le manifestazioni del carattere e le possibilità). Ho elencato quindi nella tabella seguente i benefici ottenuti per i pazienti dall’abbellimento delle aree ospedaliere e dall’entrata dell’arte negli ospedali che sono stati ottenuti in letteratura [Tabella 11]. Li ho selezionati dai risultati ottenuti analizzati in precedenza. Li ho poi raggruppati in quattro colonne e ho assegnato il punteggio 0 e 1 ai commenti lasciati sul book: qualora un commento contenesse un beneficio ho assegnato 1, e 0 alle altre colonne, per trasformare le informazioni qualitative in dati quantitativi [Tabella 12].

Tabella 11 – descrizione dei benefici per i pazienti delle trattazioni scientifiche (Capitolo 6).

Benefici dell'arte visiva nelle aree ospedaliere ottenuti in letteratura

Cusack et al. Bishop 2017 Ander et al. 2011 Ander et al. 2012 Paddon et al. 2014 2010 Gli spazi I pazienti sono Gli spazi, Le attività L'arte è stata coloratissimi rimasti molto migliorati grazie artistiche (nello un'opportunità hanno fatto soddisfatti ai dipinti di specifico: creativa per i Descrizione sentire i pazienti dall'iniziativa natura e museali) pazienti e ha qualitativa accolti in un artistica, molto paesaggi, sono accrescono il migliorato dei benefici buon posto, sostenuta anche diventati più benessere dei l'ambiente anche raggiunti felice, che li ha dagli autori stessi, piacevoli e i pazienti e vanno per i dipendenti, supportati e sono aumentati il colori hanno aggevolate e accrescendo il durante la benessere e la infuso calma promosse. benessere. degenza. felicità. Aumento di Importanza dei benessere e colori per Calma e piacere miglioramento Aumento di Variabili Aumento del generare un grazie all'arte dell'ambiente benessere e di osservate benessere ambiente felice e visiva (come luogo di felicità accogliente degenza e come posto di lavoro)

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Tabella 12 – raggruppamento dei benefici in quattro colonne e assegnazione punteggi 0 e 1 a seconda del beneficio espresso nei commenti.

Bishop 2017 & Ander et al. 2011; Paddon et al. Cusack et al. Ander et al. 2012; Ander et al. 2012 2014 2010 Paddon et al. 2014 Importanza dei colori per Miglioramento generare un dell'ambiente Colonna con i commenti e Aumento del Aumento della ambiente felice e ospedaliero punteggi assegnati benessere felicità accogliente che anche come tranquillizzi e posto di lavoro aiuti i pazienti

bella mostra, i pesciolini 1 1 0 0 0 sono fantastici!

Mostra stupenda, 2 allestimento 1 0 0 0 originalissimo!

Grande Clarice, 3 1 1 un’esplosione di colore 0 0

L’esplosione di colori ti 4 toccano il cuore 1 0 0 0

5 Sempre emozionante 0 0 0 1

6 Bellissimi, emozionanti 1 0 0 1

Complimenti! Una scoperta inaspettata, una 7 brava artista e una donna 0 0 0 1 di grande sensibilità

Grazie di farrci viaggiare 8 con la fantasia attraverso 0 1 0 0 le tue opere

è stato veramente 9 piacevole osservare ogni 0 1 0 0 opera. Clarice, questi "quadri" sono davvero stupendi!!! Davvero ti aprono il cuore 10 e ti senti più leggera… i 0 1 0 1 colori, i disegni, gli incastri… bellissimi!!!

grazie per aver creato 11 tanta bellezza e serenità. 0 1 0 1

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Esplosioni di colore e 12 vivacità dell'anima. 1 0 0 0

Grazie per l'esplosione dei tuoi colori che mi hanno aiutata in un momento 13 difficile! E come me tante 1 1 0 0 altre persone… Siamo fiere!

Grazie Clarice per la gioia 14 che trasmetti. 0 0 0 1

Grazie per l'esposizione molto bella e piena di 15 colori che mi hanno 1 1 0 0 aiutata in un momento difficile

Una esplosione di gioia e 16 colori! 1 0 0 1

Totali di colonna 9 6 0 8

Ho sommato i totali per colonna per calcolare il punteggi finale di ciascuna variabile. Ho rappresentato con un diagramma a barre [Figura 39] i risultati a cui sono arrivata:

Figura 39: diagramma a barre per rappresentare quanti commenti rientrino nelle quattro categorie di benefici delle trattazioni scientifiche (Capitolo 6).

Rappresentazione con diagramma a barre delle variabili osservate nei commenti ai dipinti

10 9 9 8 8 7 6 6 5 4 3 2 1 0 0 Importanza dei colori Aumento del Miglioramento Aumento della felicità per generare un benessere dell'ambiente ambiente felice e ospedaliero anche accogliente che come posto di lavoro tranquillizzi e aiuti i pazienti

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La variabile che dimostra i benefici sull’ambiente di lavoro ha ricevuto punteggio 0 in quanto non ci sono stati commenti da parte dei dipendenti. Il campione analizzato, costituito dalle persone che hanno apposto un commento al book della pittrice, registra il punteggio massimo sull’importanza dei colori che creano un ambiente felice e accogliente (più della metà dei commenti), coerentemente con l’obiettivo del progetto. Nel 50% dei commenti è aumentata la la felcità (8) e anche il benessere è accresciuto. Si tratta di analisi non consistenti dal punto di vista statistico, perché il campione non è rappresentativo e il metodo di raccolta dei dati non è affidabile. Data la mancanza di rigore scientifico nella misurazione dell’impatto da parte dell’ospedale, ho cercato di elaborare delle analisi per raggiungere informazioni quantitative che confermino la validità del progetto.

Dai risultati che ho ottenuto e rappresentato nel diagramma a barre [Figura 39], emerge che per i pazienti l’arte visiva integrata all’ambiente ospedaliero di cura sia stata un valido e utile supporto. L’unico approccio metodologico che ho potuto adoperare per tirare delle somme con rigore scientifico è stato selezionare dal book della pittrice i commenti in linea con il mio obiettivo di misurazione; trascriverli con ordine e ricercare fra le trattazioni scientifiche analizzate nel Capitolo 6 i benefici ottenuti; raggruppare, dove possibile, la tipologia di beneficio ottenuto grazie all’arte negli ospedali; assegnare 0 o 1 qualora il commento appartenesse a una delle quattro tipologie di beneficio; rappresentare graficamente i risultati e presentarli con questo commento. Delle dodici pagine di book ho selezionato in tutto 16 commenti coerenti con il mio obiettivo di ricerca. A ciascuno ho attribuito 0 e 1 in corrispondenza dei risultati confermati dalla letteratura scientifica. Ho poi eseguito il totale di colonna per osservare quante volte un commento contenesse la variabile osservata in letteratura. Posso quindi affermare che i risultati, frutto della dimostrazione empirica fatta nelle trattazioni in letteratura, si possono adattare al caso studio dell’Angelo di Mestre. Sebbene non siano state fatte rilevazioni rigorose dal punto di vista scientifico e non siano state fatte misurazioni dei livelli di benessere sulla salute dei pazienti, l’iniziativa è stata molto apprezzata dai pazienti che, con gli strumenti che avevano a disposizione (il book, il totem) hanno fatto avere alla Direzione, alla pittrice e «a chiunque ha collaborato» (proprio come scritto nella Figura 38) un tracciato scritto del loro grado di soddisfazione.

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8.3 Il progetto “La cura e la bellezza”, l’arte entra in due ospedali privati accreditati della città di Bergamo: “una magia” secondo i medici e gli infermieri

In questa parte ho trattato un caso studio nazionale, di Bergamo. L’Humanitas Gavazzeni e l’Humanitas Castelli sono due ospedali polispecialistici privati, accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale, entrati nel gruppo Humanitas4 nel 1999 e nel 2018. I due ospedali dall’anno scorso si sono fusi (c’è un unico Amministratore Delegato e un unico Direttore Sanitario, più uno di presidio a Castelli) e insieme costituiscono il secondo ospedale del gruppo Humanitas per dimensioni e numero pazienti accolti.

L’Humanitas Gavazzeni è un ospedale polispecialistico privato accreditato che eroga servizi ambulatoriali e di ricovero. La storia dell’ospedale comincia nel 1903 quando Silvio Gavazzeni, storico medico di Bergamo, avviò la sua attività in alcuni locali annessi al convento delle Suore della Carità, nel cuore della città. La clinica dal 1999 fa parte del Gruppo Humanitas; oggi rappresenta un modello innovativo, che privilegia nell’organizzazione ospedaliera il rapporto umano con i pazienti.

Humanitas Castelli è nata nel 1933 grazie ai due medici Carlo Castelli e Battista Marconi come struttura ad indirizzo internistico ed ostetrico-ginecologico. La clinica dal 2018 è entrata a fare parte del gruppo Humanitas: oggi è accreditata e offre servizi e assistenza sanitaria in regime ambulatoriale, Day Hospital, e di ricovero ordinario.

Da dicembre 2018 a dicembre 2019 gli ospedali hanno accolto "La cura e la bellezza", incipit del progetto “La Carrara in Humanitas” sviluppato all’interno delle due cliniche bergamasche. La Fondazione Accademia Carrara – con il Comune di Bergamo socio promotore, le Fondazione Emilio Lombardini, Metano Nord e Humanitas come soci cofondatori e con le partnership con Rulmeca e la Fondazione Credito Bergamasco – è stata la consigliera del progetto, grazie al patrimonio straordinario che conserva ed essendo polo di ricerca e formazione, molto legata alla comunità del territorio.

4 Il Gruppo industriale Humanitas offre cure eccellenti e un’organizzazione innovativa. Centro di Riceerca e di insegnamento universtario, nel 2002 è diventato un caso studio all’Università di Harvard ed è stato il primo policlinico italiano ad avere il certificato di eccellenza da Joint Commission International. Fonte: https://www.humanitas.it/page/chi-siamo

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8.3.1 La descrizione del progetto artistico

I grandi maestri custoditi all’Accademia Carrara di Bergamo sono “usciti” dalla pinacoteca e sono “entrati” nei due ospedali, al fianco dei malati e dei dipendenti. Gli specialisti dell’Accademia e lo staff dei due ospedali hanno individuato (e votato, tramite sondaggio interno) venticinque dettagli dei grandi capolavori, che sono stati riprodotti in grandissimi formati (con dimensioni decuplicate rispetto alle originali), andando così a coprire una superficie totale di 400 mq.

Il progetto di abbellimento dei due ospedali ha avuto due obiettivi: dare sollievo ai pazienti (che si recano a effettuare visite ambulatoriali, cicli terapici, e ricoverati) e a tutti i dipendenti dell’ospedale, e proporre una novità esperienziale, che ha coinvolto i due ospedali e che non è stata limitata a un unico reparto o zona, ma che si è estesa a tutti i luoghi, anche quelli di maggiore socializzazione (come il bar e la mensa).

I venticinque dettagli di ventitré grandi capolavori dell’Accademica Carrara (due dettagli sono stati presi dallo stesso dipinto) sono stati ingigantiti e riprodotti su di una carta da parati che può essere toccata dai pazienti. I dipinti ricoprono le superfici delle pareti di corridoi, sale d’attesa, accettazione, ritiro referti e di tutti i luoghi “misti”, ad alta socialità, dove interagiscono pazienti, dipendenti, familiari, per migliorare anche la gestione, il clima aziendale e attivare altre iniziative simili. Questa è stata una scelta assolutamente innovativa, perché l’operazione artistica si è diffusa in tutto l’ospedale senza distinzione (eccetto Pronto Soccorso e Terapia Intensiva, degenze e reparti più “chiusi”, come il Day Hospital oncologico e la Dialisi). Lo scopo è stato di coinvolgere pazienti (con i loro familiari, accompagnatori) e tutto il personale. Sono state necessarie otto giornate di lavoro per la durata totale di un mese solo per l’installazione. I lavori di installazione si svolgevano di mercoledì e sabato, ed erano un vero e proprio appuntamento fisso che creava attesa in pazienti e operatori. E finché i lavori dovevano ancora terminare, i dipinti erano stati anticipati da poster che sollecitavano a connettersi al sito di Humanitas e Accademia Carrara e seguire il countdown che segnava il 29 novembre come data di conclusione delle attività di vestizione. In quella giornata si è svolta l’inaugurazione del progetto. L’attività creativa, però, è cominciata molto prima, a aprile 2018; a ottobre le installazioni e il 25 novembre i lavori erano conclusi [Figg. 40-45].

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Figura 40: Humanitas Castelli, sala di attesa. V. Carpaccio, 1502-04, Nascita di Maria.

Per analizzare questo caso studio ho avuto l’opportunità e il grande piacere di visitare l’ospedale Gavazzeni e percepire il grande impegno da parte di tutta la struttura; soprattutto, ho incontrato Francesca Barocco dell’Ufficio Stampa e Comunicazione e che si occupa di comunicazione sanitaria. Francesca mi ha accompagnata a vedere tutto l’ospedale, raccontandomi con passione e professionalità l’organizzazione dell’iniziativa.

Il 25 novembre 2018 terminarono i lavori e il 29 novembre ci fu la conferenza stampa di presentazione; la sera stessa fu organizzato un evento con tutti i dipendenti. Per promuoverlo, furono coinvolti alcuni dipendenti che fecero da veri e propri testimonial. Cinque coppie di dipendenti volontari associati casualmente (ad esempio, il Direttore Sanitario insieme ad un’impiegata dell’Ufficio Sportello) hanno spiegato i quadri agli oltre cento colleghi iscritti alla serata di vernissage. I medici e i professionisti sanitari hanno strabiliato tutti con le loro presentazioni e interpretazioni dei dipinti, e hanno confermato l’utilità dei quadri con il tema della cura. L’Accademia Carrara, immensamente grata ed entusiasta per il progetto, a conclusione della serata ha affidato il museo alle cure dell’ospedale, dichiarando: «ora il museo è anche vostro».

Francesca mi ha poi raccontato che il progetto è nato dall’idea di arricchire il legame fra i due ospedali e l’Accademia Carrara: «“La Cura e la bellezza” vive per i dipendenti e per tutti i malati che si rivolgono ai due ospedali», ed è stato deciso di fortificare e intrecciare il rapporto con il territorio (fino ad allora, infatti, la collaborazione con l’Accademia arrivava fino a eventi, serate in Accademia, cene).

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Tutto lo staff è stato coinvolto sin dall’inizio. Il range di dipinti è stato composto accuratamente dagli specialisti di Accademia Carrara. Il frutto dei loro studi è stato sottoposto all’intero staff dell’ospedale, che ha potuto partecipare alla scelta di tre dipinti e di dove apporli grazie a un sondaggio interno. Il sondaggio è stato somministrato tramite newsletter e i dipendenti hanno potuto votare fra due alternative (poi non scartate, ma “riciclate” in altre zone) con il supporto di un rendering. Di 1100 dipendenti hanno risposto in 500 (consistenza considerata buona, dato che oltre 600 persone sono infermieri che dunque non lavorano da terminale, come lo staff degli uffici, e che hanno scarso accesso alle e-mail durante la normale attività giornaliera). Le aree assegnate al voto dei dipendenti sono state il bar di Gavazzeni, il bar di Castelli e la mensa di Gavazzeni, quelle cioè con le superfici più grandi e di maggiore impatto visivo. Sono stati raccolti inoltre il numero di voti e di iscrizioni alle varie attività collaterali legate al progetto (i dipendenti erano stati contattati tramite newsletter, si sono iscritti e hanno potuto partecipare alle iniziative de La Cura e La Bellezza come serate in Accademia Carrara, percorsi di arte in pausa pranzo in ospedale. Gli orari in cui venivano convocati prevedevano due disponibilità di giornate, in modo che potessero organizzarsi con i turni di lavoro).

«L’ospedale non si è fermato», mi ha assicurato Francesca: è stato un lavoro di squadra, affinché fosse sempre garantita l’assoluta precedenza ai pazienti, ai medici e ai professionisti sanitari. Tutti hanno collaborato: i capolavori sono stati posizionati approfittando degli orari di chiusura di certi ambienti (ad esempio l’area di ritiro referti o di visite ambulatoriali); gli appaltatori che fanno manutenzione hanno dovuto smontare e rimontare gli allarmi anti-incendio, interruttori, stampanti, ecc. per fare in modo che i dipinti entrassero nell’ospedale con pacatezza e che ne fossero parte integrante, vicini in modo rispettoso all’ambiente di cura e di lavoro, senza stravolgerlo. In tutti coloro che hanno contribuito è maturato un forte orgoglio di fare parte del progetto.

I maxi-dipinti hanno coinvolto tutte le aree dei due ospedali, eccetto: il Pronto Soccorso, la Terapia Intensiva (luogo ad altissima sensibilità e per lo più chiuso, come i reparti di degenza, quando invece il progetto voleva prendere vita nelle zone accessibili a tutti), la Radioterapia (dove esiste già “L’atelier dell’errore”, una serie di dipinti realizzati da una paziente oncologica che raffigurano gli animali esclusi dall’Arca di Noè) e i reparti di Dialisi e Day Hospital Oncologico, dove i pazienti fanno chemioterapia e emodialisi (dove ci sono rami in fiore con le poesie dei pazienti e un albero addobbato dalle infermiere a seconda della stagione). Sono stati esclusi anche gli ambulatori e le camere,

125 per rispettare gli alti standard di sicurezza in accordo con Regione Lombardia e Joint Commission International (JCI) in materia di profilassi igienico-sanitaria, e perché i locali ambulatoriali non risultavano idonei (volumi piccoli e dedicati a lettini e macchinari). Inoltre, come già indicato, la filosofia di questa prima parte di progetto è stata quella di colorare di bellezza le aree ad alta densità, dove cioè transitano pazienti e operatori.

La disposizione dei capolavori e la definizione degli spazi sono stati curati da Daniele Lupo, direttore artistico e designer di Bolzano (che aveva già seguito la riapertura dell’Accademia Carrara). È stato selezionato sulla base del progetto ideato per Humanitas. Il Direttore Artistico ha progettato anche delle targhette illustrative, con una didascalia dell’opera (redatta dagli esperti di Accademia Carrara) e un QR code, che permette l’accesso al sito www.lacarrarainhumanitas.it. per maggiori informazioni sui dipinti.

Il filo conduttore dell’iniziativa è stata la bellezza, che non può guarire ma può aiutare: i benefici sono per pazienti in primis, ma anche per l’ambiente ospedaliero, che è stato caricato di grandi emozioni e ha fatto crescere le interazioni. In seguito all’iniziativa, è cambiata l’esperienza di attesa: nelle sale d’aspetto i pazienti guardano i dipinti, interagiscono con lo staff dell’ospedale per andare in cerca degli altri capolavori, richiedono i coupon (testimonianza della collaborazione fra Humanitas e Accademia Carrara, che offre sconti sul prezzo del biglietto di visita). È bene precisare che i coupon non sono stati associati a ciascun paziente o a ciascuna visita: sono state fatte campagne di comunicazione per invitare i pazienti interessati a recarsi in reception e chiederli.

Il simbolo del progetto è San Girolamo e il Leone [Figura 41] collocato all’ingresso pedonale dell’Humanitas Gavazzeni. È «evocativo del gesto di cura e forte riferimento a Bergamo», come hanno ben spiegato i promotori. All’evento serale del 29 novembre 2018, questo quadro era stato presentato da una coppia di dipendenti dell’ospedale (un’infermiera di Castelli e il responsabile della Cardiologia di Gavazzeni). Il medico aveva offerto una sua interpretazione del dipinto: non importa che il paziente sia un “leone”, quando si entra in ospedale perché malati o temendo di esserlo, i ruoli si invertono; è il medico a essere “forte” ed è il paziente a trovarsi in una situazione di incertezza. In questa inversione si riassume la responsabilità di prendersi cura con empatia e responsabilità”.

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Figura 41: Humanitas Gavazzeni, ingresso pedonale. Pittore ligure, da Rogier Van Der Weyden e bottega, 1460-70, San Girolamo che leva la spina al leone.

Per quanto concerne i finanziamenti, il progetto non è stato il frutto di alcuna partecipazione, bensì finanziato dall’ospedale stesso, nell’ottica di un perfetto esempio di mecenatismo: l’Amministratore Delegato dell’ospedale fa parte del Consiglio di Amministrazione di Accademia Carrara per tre anni (l’ospedale Humanitas Gavazzeni è socio della Fondazione). L’Accademia Carrara è gestita dal comune: anche il sindaco di Bergamo è parte del CDA. Humanitas Gavazzeni versa quindi dei contributi ad Accademia Carrara perché crede nei valori culturali e di appartenenza al proprio territorio. Inoltre, il CEO degli ospedali segue la missione di fare qualcosa di nuovo e diverso (oltre alla più semplice offerta di sconti sull’entrata al museo per i proprio dipendenti, o all’uso degli spazi museali per eventi corporate. Accademia Carrara ha la missione di intercettare il pubblico fuori dalle mura del museo, e quindi ha accolto con gioia la possibilità di esporre le proprie opere in un luogo diverso, ma sempre un’eccellenza del territorio. Dal suo canto, invece, l’ospedale si impegna per i 3000 pazienti e caregivers (in totale fra Humanitas Gavazzeni e Humanitas Castelli) e i 1100 dipendenti. Accademia Carrara non ha chiesto alcun finanziamento per partecipare all’iniziativa con il suo straordinario patrimonio artistico; essendo gestita dal comune che ha la maggioranza nel CDA, l’iniziativa rappresenta un ritorno di immagine per la città. Si tratta di un validissimo esempio della strategia di alleanza win-win. Tutti i costi di produzione sono stati a carico di Humanitas.

“La Cura e La Bellezza” è un progetto a sé, nato dall’idea di intessere il legame fra ospedali, musei e comunità territoriale. Ha sigillato l’inizio del progetto “Carrara in

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Humanitas” a cui seguiranno altre attività di arte nella sanità, soprattutto un’iniziativa nelle degenze, e un programma di ricerca per l’anno 2020 proprio per monitorare e dimostrare scientificamente l’impatto sulla salute dei pazienti e dei dipendenti.

Figura 42: Humanitas Gavazzeni, Sala di attesa radiologia. B. Bergognone, 1492-95, Madonna del Latte. Il dettaglio del bellissimo viso della Madonna è legato alle donne, perché il corridoio conduce ai locali adibiti a eseguire ecografie mammarie e mammografie.

Figura 43: Humanitas Gavazzeni, bar. C. Rosa, 1833, Veduta della piazza Grande di Bergamo.

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Figura 44: Humanitas Gavazzeni, corridoio. Botticelli, 1499-1500, Storia di Virginia.

Figura 45: Humanitas Gavazzeni , accettazione SSN. G.L. Poli, 1827, Paolo e Francesca.

129

8.3.2 Confronto fra il caso studio e l’analisi della letteratura

Dopo aver presentato questo caso studio, ho riassunto tutte le caratteristiche in una tabella [Tabella 13], a seconda dei tipi di intervento, malattie, istituzioni, associazioni che hanno contribuito, finalità, impatto e come è stato monitorato, eventuali effetti non raggiunti o indesiderati, e se si trattasse di eventi isolati o parti di progetti più ampi:

Tabella 13 - Strutturazione delle caratteristiche del caso studio in una griglia.

Ospedali Humanitas Gavazzeni e Humanitas Castelli di Bergamo

Abbellimento delle aree dell’ospedale con l'installazione di tipi di intervento venticinque grandi dipinti, per alleviare la permanenza dei 1100 dipendenti. L'operazione artistica è entrata in tutte le aree dell'ospedale, non in un Malattie reparto specifico. Tutti gli utenti che usufruiscono delle cure hanno beneficiato dell'iniziativa. Humanitas Gavazzeni e Humanitas Castelli (ospedali accreditati fusi), Istituzioni Accademia Carrara

Associazioni /

Creare un ambiente con una forte carica emotiva per dare sollievo ai Finalità pazienti che si trovano nei due ospedali e a tutti i dipendenti che lavorano. Ritorno diretto, rassegna stampa, engagement sui Social Network, coupon, Impatto e commenti positivi sul sito web. Non sono state fatte misurazioni rigorose misurazione dal punto di vista scientifico. Eventuali effetti non raggiunti o / indesiderati La mostra "La Cura e la Bellezza" è stata progettata da dicembre 2018 a Eventi isolati o parte dicembre 2019 (tutt’oggi). Ha sancito l'inizio di "La Carrara in Humanitas" di progetti e di altre attività e di ricerca.

Successivamente, ho effettuato dei confronti con le trattazioni scientifiche che ho analizzato nei capitoli precedenti, soprattutto nel Capitolo 6. Mi sono concentrata sugli elementi comuni e su quelli per i quali si differenziano. Per il caso studio dei due ospedali privati di Bergamo non ho trovato trattazione scientifica, quindi mi sono basata sulla documentazione raccolta e ho utilizzato le documentazioni scientifiche per trattarlo. Anche per questo caso studio per prima cosa ho costruito una griglia [Tabella 14] come per l’altro per ordinare nelle colonne le cinque fonti del Capitolo 6 e poter fare dei

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confronti. Ho mantenuto la stessa struttura dell’altra griglia [Tabella 9] e ho scritto in rosa la descrizione delle voci del progetto di Bergamo.

Tabella 14 - Strutturazione delle trattazioni in una griglia: caso studio e pubblicazioni scientifiche.

Ospedali Humanitas

Gavazzeni e Cusack et al. Ander et al. Paddon et al. Bishop 2017 Ander et al. 2012 Humanitas 2010 2011 2014 Castelli di Bergamo Abbellimento delle Indagare gli effetti aree dell’ospedale Contribuire a Una guida per lo L'arte visiva terapeutici Oggetti museali Tipi con l'installazione rendere staff medico e (dipinti, di dell'object nei reparti di di venticinque l'ambiente museale che nature e handling nei ospedalieri interv grandi dipinti, per ospedaliero più incentiva la paesaggi) nelle pazienti ospedalieri (object ento alleviare la piacevole e collaborazione sale d'aspetto. e fare un handling). permanenza dei accogliente. sanità-musei. protocollo. 1100 dipendenti. L'operazione artistica è entrata Pazienti da quattro Pazienti in in tutte le aree ospedali di Londra Geriatria, dell'ospedale, non Bambini e (in Oncologia, Pazienti in casa Oncologia in un reparto ragazzi (7-18 Pazienti con Ginecologia, Malat di riposo e nelle generale, specifico. Tutti gli anni) ricoverati trapianto di Geriatria, tie in riabilitazione Ginecologia utenti che nel reparto di reni. Chirurgia; neurologica. oncologica e usufruiscono delle Pediatria. Riabilitazione Riabilitazione cure hanno neurologica) e da neurologica. beneficiato un centro anziani. dell'iniziativa. Il Dipartimento L'ospedale Il Dumfries and della Salute del psichiatrico NHS Humanitas Galloway governo L'ospedale Foundation Trust Gavazzeni e Royal britannico, Arts Children's di Londra, Il London NHS Istituz Humanitas Castelli Infirmary and Humanities Hospital Museo e Foundation ioni (ospedali (Unità Renale) Research Council, Westmead di Collezione della Trust Hospital. accreditati fusi), in Scozia e lo UCL Museums Sidney. University Accademia Carrara Scottish Renal and Collections, College di Registry. Oxford University Londra. Museum, CABE. Arts and Humanities Arts and Associ Research / / / Humanities / azioni Council, che ha Research Council. finanziato la ricerca. Creare un ambiente con una Dimostrare Indagare i forte carica statisticamente benefici dell'arte Incorporare i Dimostrare i Indagare i benefici emotiva per dare la Finalit nell'ambiente dipinti negli benefici della del portare oggetti sollievo ai pazienti significatività à ospedaliero e spazi collaborazione museali nelle che si trovano nei del museum coinvolgere i ospedalieri. fra sanità e arte. strutture sanitarie. due ospedali e a object handling pazienti. tutti i dipendenti negli ospedali. che lavorano. Impat Ritorno diretto, I benefici sono L’89% dei Metodi È stato dimostrato È stato to e rassegna stampa, stati misurati pazienti ha quantitativi e che l'object dimostrato misur engagement sui intervistando i risposto al qualitativi per handling ha quantitativame azione Social Network, piccoli pazienti. I questionario e i misurare accresciuto nte l’aumento

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coupon, commenti risultati punteggi hanno l'impatto degli l'impegno e la di benessere e positivi sul sito qualitativi sono confermato che interventi creatività dei felicità nei web. No stati le loro i dipinti hanno museali sui pazienti. pazienti. misurazioni risposte. migliorato le pazienti. rigorose dal punto sale d’aspetto. di vista scientifico. Event uali Non tutti gli Non sono state effetti Gli autori non oggetti museali fatte indagini non hanno specificato sono idonei a / / / profonde e raggiu la tipologia di essere trasportati confronti fra nti o malattie. all'interno degli pazienti. indesi ospedali. derati La mostra "La L'intervento è Cura e la Bellezza" Proseguimento parte del progetto Eventi è stata progettata dell'indagine in pediatria di isolati da dicembre 2018 condotta nel esporre opere o a dicembre 2019 2009 su 44 d'arte parte (tutt’oggi). Ha trapiantati Evento isolato. Evento isolato. Evento isolato. costantemente, di sancito l'inizio di renali del per abbellirlo e proget "Carrara in Dumfries sugli stimolare la ti Humanitas" e di ambienti curiosità dei altre attività e di ospedalieri. pazienti. ricerca.

Il caso studio dei due ospedali di Bergamo è un valido esempio di cooperazione fra organizzazioni (due sanitarie e una artistica). L’obiettivo è stato di organizzare un progetto che aiutasse i pazienti ambulatoriali e degenti, e tutti i dipendenti. È stato molto interessante poterlo analizzare, perché è il primo caso in Italia e perché ha coinvolto su larga scala tutta la comunità (pazienti, con i loro familiare e accompagnatori; tutti i dipendenti, quindi dai medici ai professionisti sanitari, dagli impiegati all’accettazione agli elettricisti).

Ho analizzato il caso studio grazie alle documentazioni scientifiche trattate in precedenza. Per quanto riguarda il tipo di intervento, ho riscontrato somiglianze in letteratura per la finalità (Bishop 2017) e per la tipologia di arte (visiva, come i dipinti in Cusack et al. 2010). I dipinti dell’Accademia Carrara sono “entrati” in ospedale, hanno rispettato i protocolli di igiene e possono essere accarezzati e toccati dai pazienti grazie alla speciale carta da parati su cui sono stati riprodotti, in maniera simile agli oggetti museali degli studi di Ander et al. 2012 e Paddon et al. 2014. . Sono stati coinvolti tutti i pazienti (sia ricoverati, sia ambulatoriali, sia in cicli terapici) e i dipendenti. Qui sta la grande differenza con la letteratura: nei casi delle trattazioni scientifiche gli esperimenti artistici erano stati organizzati in reparti specifici o dedicati a

132 pazienti con la stessa malattia. Come il caso studio di Mestre e come in Ander et al. 2012, il progetto artistico è stato dedicato ai pazienti, ma anche allo staff medico, per migliorare l’ambiente di lavoro; addirittura, in questo caso studio sono stati coinvolti tutti i dipendenti. Non sono stati adottati metodi scientifici o strutturati per la misurazione dell’impatto sul benessere dei pazienti. Non sono stati somministrati questionari (come in Bishop 2017 e Cusack et al. 2010), ma il progetto ha prodotto vari tipi di risultati: i riscontri diretti, l’impatto e l’engagement su Facebook, la grande partecipazione agli eventi collaterali, l’utilizzo dei coupon e i commenti lasciati nell’area del sito web.

8.3.3 Misurazione dei benefici per i pazienti e della soddisfazione: analisi descrittiva e risultati

Similmente al caso dell’Ospedale di Mestre, in questa sezione della mia tesi ho contribuito un’analisi empirica per una possibile misurazione della soddisfazione dei pazienti e dell’impatto sul loro benessere negli ospedali di Bergamo.

Non sono state fatte misurazioni oggettive e non è stato utilizzato un metodo rigoroso dal punto di vista scientifico per valutare l’impatto sulla salute dei pazienti, perciò le mi analisi non si basano su dati scientifici. L’ospedale Humanitas Gavazzeni da fine 2019 e per l’anno 2020 condurrà un programma di ricerca scientifica per valutare l’impatto dell’arte, attraverso questionari validati e metodi rigorosi.

L’impatto e la misurazione sono stati misurati attraverso:

a- La rassegna stampa (più di cento articoli in un mese). b- Le reazioni e le condivisioni sui social network: su Facebook la programmazione editoriale da ottobre 2018 era stata modificata per lasciare spazio ad attività di warm up sul progetto e poi di lancio, a partire dal Kick of del 29 novembre. Il video di lancio ha raggiunto 31’000 persone e 401 reazioni; il post con le immagini della conferenza stampa d’inaugurazione 11’500 visualizzazioni e 200 reazioni. c- L’utilizzo di 34 Coupon Pazienti (da gennaio a settembre 2019, accertato da Accademia Carrara), che hanno permesso ai pazienti di accedere alla pinacoteca con un’agevolazione.

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d- Il guestbook del sito (https://www.lacarrarainhumanitas.it/la-carrara-in- humanitas/guestbook/). e- Le informazioni numeriche e i dati che raccontano l’adesione al progetto da parte del personale dei due ospedali nel 2018 e nel 2019: - “AperiArt”: tre incontri in Accademia Carrara per conoscere i tesori della pinacoteca e iniziare a familiarizzare con il progetto. Nei due appuntamenti del 2018 (26 settembre e 4 ottobre) hanno partecipato 200 dipendenti, e nel 2019 100, tutti sold out. - “Diventa Testimonial”: un breve corso formazione (il 21 novembre 2018) in preparazione all’inaugurazione del 29 novembre 2018, per il quale era stata chiesta la partecipazione di 5 dipendenti come testimonial e 5 come accompagnatori, ottenendo però poi molte più adesioni. - Inaugurazione del 29 novembre: l’engagement si misura in 100 iscritti (numero massimo per l’ampiezza dell’auditorium in cui si è tenuta parte della serata); 10 testimonial volontari a spiegare i quadri; 5 testimonial volontari per fare da guida ai gruppi di colleghi. - Sei appuntamenti di “Un pranzo in Bellezza” (programma organizzato in trenta minuti di guida artistica su temi verticali per scoprire lati nascosti dei dipinti, che ormai sono parte integrante dell’ospedale, più 15 minuti per gustare tutti insieme la Lunch Box con panini e bevande), dedicati a 12 dipendenti massimo. Anche questi sei appuntamenti sono stati tutti sold out.

I pazienti hanno potuto esprimere il loro grado di soddisfazione per “La cura e la bellezza” lasciando dei messaggi nel guestbook del sito web (https://www.lacarrarainhumanitas.it/la-carrara-in-humanitas/guestbook/). Non sono stati ricevuti tanti messaggi, e quelli ai quali ho potuto accedere sono questi tre:

«Entro in ospedale più volte a settimana. Sto vivendo un periodo difficile. Ma quegli occhi che mi guardano e mi accolgono mi fanno sentire un po' meglio. Potere della bellezza.» (Paziente uomo, 10-12-2018, 10:28

«Sorprendente. Due minuti di contemplazione del San Sebastiano di Raffaello mentre ero in attesa di fare un esame e mi sono sentita calma, in pace.» (Paziente donna, 10-12-2018, 10:25)

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«Anche per me che ho la fortuna di lavorarci è così meraviglioso che ogni volta che passo davanti ad una di queste opere d'arte, rimango affascinata e per un attimo mi sento avvolta da tale opera, mi rilassa e mi rende felice Ci vorrebbe solo un po’ di musica classica in filo diffusione in tutta la clinica (musicoterapia) e sarebbe veramente il massimo  » (Staff dell’ospedale, Donna, 30-11-2018, 16:12)

Nella tabella 15, similmente alla tabella dell’Angelo di Mestre [Tabella 10], ho raccolto i benefici ottenuti in letteratura e considerando altre variabili. Il numero di commenti è molto basso e perciò il campione è poco affidabile, perché non rappresenta il numero e le caratteristiche dei soggetti interessati. Non essendo stata ancora fatta alcuna analisi quantitativa ed essendo in programma per il 2020, ho cercato di sfruttare i dati e le informazioni di cui dispongo. Ho inserito i commenti, il genere e la tipologia di rispondente in una tabella [Tabella 15]:

Tabella 15 - i commenti di apprezzamento del progetto5.

30/11/2018 10/12/2018 10/12/2018

genere del genere del genere del commento lasciato commento lasciato commento lasciato rispondente rispondente rispondente

Anche per me che ho la fortuna di lavorarci è così meraviglioso che ogni volta che passo davanti ad una Entro in ospedale di queste opere d'arte, Sorprendente. Due più volte a rimango affascinata e minuti di settimana. Sto per un attimo mi sento contemplazione del vivendo un periodo avvolta da tale opera, San Sebastiano di difficile. Ma quegli F mi rilassa e mi rende F Raffaello mentre ero M occhi che mi in attesa di fare un guardano e mi felice Ci vorrebbe esame e mi sono accolgono mi fanno solo un po’ di musica sentita calma, in sentire un po' classica in filo pace. meglio. Potere della diffusione in tutta la bellezza. clinica (musicoterapia) e sarebbe veramente il massimo 

Staff dell'ospedale Paziente donna Paziente uomo

5 lasciati sul sito web https://www.lacarrarainhumanitas.it/la-carrara-in-humanitas/guestbook/.

135

Per trasformare queste fonti qualitative in informazioni quantitative, ho costruito un’altra tabella [Tabella 16] dove ho suddiviso i commenti a seconda del tipo di variabile che presentassero. Ho considerato le stesse variabili della letteratura che avevo osservato nel caso di studio dell’Angelo di Mestre [Tabella 11]. Ho costruito una tabella come quella precedente [Tabella 12], con i benefici ordinati in quattro colonne; ho assegnato punteggio 1 qualora il beneficio ottenuto in letteratura fosse contenuto nel commento, e 0 in caso contrario. In questo modo ho potuto raggiungere dei risultati quantitativi.

Tabella 16 – i benefici contenuti nei commenti valutati grazie a quelli ottenuti nelle trattazioni scientifiche.

Ander et al. Bishop 2017 & 2011; Ander et Ander et al. Paddon et al. Cusack et al. al. 2012; 2012 2014 2010 Paddon et al. 2014 Importanza dei colori per Miglioramento generare un dell'ambiente Colonna con i commenti e punteggi Aumento del Aumento della ambiente felice e ospedaliero assegnati benessere felicità accogliente che anche come tranquillizzi e posto di lavoro aiuti i pazienti

Anche per me che ho la fortuna di lavorarci è così meraviglioso che ogni volta che passo davanti ad una di queste opere d'arte, rimango affascinata e per un attimo mi sento avvolta da tale opera, mi rilassa e mi rende felice 0 1 1 1

mentre ero in attesa di fare un esame mi sono sentita calma, in pace. 1 0 0 0

quegli occhi che mi guardano e mi accolgono 1 0 0 0

mi fanno sentire un po' meglio

0 1 0 0

Totali di colonna 2 2 1 1

136

Ho calcolato i totali di colonna e poi ho costruito un grafico a barre [Figura 46] per rappresentare graficamente i punteggi.

Figura 46: diagramma a barre per rappresentare quanti commenti rientrino nelle quattro categorie di benefici delle trattazioni scientifiche (Capitolo 6).

Rappresentazione con diagramma a barre delle variabili osservate nei commenti lasciati sul sito web 2,5

2 2 2

1,5

1 1 1

0,5

0 Importanza dei colori Aumento del benessere Miglioramento Aumento della felicità per generare un dell'ambiente ambiente felice e ospedaliero anche accogliente che come posto di lavoro tranquillizzi e aiuti i pazienti

La variabile che dimostra i benefici sull’ambiente di lavoro ha ricevuto punteggio 1, perché uno dei tre commenti è stato lasciato da una dipendente. Il campione analizzato è troppo piccolo per fare analisi statistiche affidabili e rapresentative. Il programma di ricerca scientifica sarà condotto nel 2020 e perciò non è stato possibile accedere a dati quantitativi. Dalle mie analisi è emerso che il punteggio massimo (i due terzi) è stato raggiunto sull’importanza dei colori che creano un ambiente felice e accogliente (Bishop 2017 & Cusack et al. 2010) e sull’aumento del benessere (Ander et al 2011; Ander et al. 2012; Paddon et al. 2014). L’impatto benefico per i dipendenti e l’aumento di felcitià hanno ottenuto punteggio 1 e sono stati espressi dalla stessa persona. Le mie analisi non hanno un approccio metodologico scientifico, ma ho cercato di tradurre in numeri la soddisfazione manifestata e lasciata come fonte scritta. Dai risultati a cui sono potuta arrivare, emerge che per i pazienti e per i dipendenti l’arte visiva, integrata all’ambiente ospedaliero, sia stata un valido e utile supporto, che abbia accresciuto il loro benessere e

137 le interazioni sociali. L’unico approccio metodologico che ho potuto adoperare per tirare delle somme con rigore scientifico è stato quello di scorporare i tre commenti lasciati sul sito (uniche fonti di informazioni qualitative) e cercare di osservare se contenessero i benefici ottenuti nelle trattazioni scientifiche. Ho quindi assegnato un punteggio di 1 o 0 a seconda della presenza o meno del beneficio e ho poi rappresentato graficamente i risultati ottenuti dai totali di colonna.

Posso quindi affermare che i risultati scientifici, frutto della dimostrazione empirica fatta in letteratura, si possono adattare al caso studio dei due ospedali di Bergamo. Nonostante non siano ancora state fatte ricerche scientifiche (sono in programma per l’anno 2020) o misurazioni rigorose dal punto di vista scientifico sull’impatto benefico sulla salute dei pazienti e dei dipendenti, l’iniziativa è stata molto apprezzata. Infatti, non si fermerà alla durata di un anno, come pianificato, ma proseguirà oltre dicembre 2019 e per sempre, perché i dipinti sono diventati parte integrante degli ospedali, e con uno sviluppo nelle degenze.

138

8.4 Confronto, conclusioni e raccomandazioni

Nella prima parte di questa sezione della mia tesi ho costruito una tabella dove ho confrontato le due organizzazioni sanitarie analizzate [Tabella 17]. Ho raggruppato nella stessa colonna i due ospedali Humanitas di Bergamo (visto che dal 2018 si sono fusi e c’è un unico Amministratore Delegato e un unico Direttore Sanitario). Ho rappresentato in modo schematico il tipo di struttura, di cure in cui l’ospedale è specializzato, il numero di pazienti e di dipendenti, il budget annuale e il giro d’affari, l’operazione artistica e come sia stato misurato, valutato e descritto l’impatto sul benessere dei pazienti.

Tabella 17- Confronto fra ospedale dell’Angelo di Mestre e ospedali Humanitas di Bergamo.

Ospedali privati accreditati Humanitas Ospedale dell'Angelo di Mestre Gavazzeni e Humanitas Castelli di Bergamo Tipi di Pubblica Privata accreditata con il SSN struttura Ospedale pubblico specialistico (ULSS 3 Ospedali privati poli-specialistici accreditati Tipo di cure Serenissima). con il Servizio Sanitario Nazionale. Numero pazienti e 553 posti letto e 24 posti day hospital. In tutto 3000 pazienti e 1100 dipendenti numero 1930 dipendenti e 363 dirigenti. (Humanitas Gavazzeni e Humanitas Castelli). dipendenti Capitale, budget Cap Soc. 1.660.880 € 7 8,2 miliardi € 6 annuale (giro Volume d’affari 152,6 mil € 8 d'affari) Totale valore 1.304.444.668,98 a preventivo; Humanitas Gavazzeni e Castelli: 152'569'710 della 1.342.346.085,03 a consuntivo (ULSS 3 € 10 produzione Serenissima) 9 Portare una novità esperienziale fra le mura Abbellire il reparto di Radioterapia degli ospedali: i capolavori dell'Accademia Tipo di Oncologica grazie a 49 pannelli colorati Carrara di Bergamo ricoprono venticinque operazione (sale: "Farfalle", "Pesci" e "Fiori"), pareti, per alleviare la permanenza dei pazienti artistica affinchè possano alleviare la permanenza e migliorare l'ambiente di lavoro per i dei pazienti e del personale che vi lavora. dipendenti.

6 Il budget della Regione del Veneto per la sanità per il biennio 2019-2020 è di 16 miliardi 410 milioni di euro, circa 8,2 miliardi per ciascuno dei due anni. Fonte: https://www.venetoeconomia.it/2019/01/lanzarin- assessore-sanita/ 7 Dati societari Humanitas Gavazzeni e Castelli. Fonte: https://www.gavazzeni.it/dati-societari/ 8 Bilancio Humanitas Gavazzeni 2018. Fonte: https://www.gavazzeni.it/info-utili/amministrazione- trasparente/ 9 Totale valore della produzione Conto economico bilancio a preventivo (2019) e a consuntivo (2018) ULSS 3 Serenissima. Fonti: http://ulss3.mys.it/index.cfm?method=mys.apridoc&iddoc=14738; http://ulss3.mys.it/index.cfm?method=mys.apridoc&iddoc=14956 . 10 Conto economico bilancio Humanitas Gavazzeni 2018. Fonte: https://www.gavazzeni.it/info- utili/amministrazione-trasparente/

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Non è stata fatta una misurazione con Non è stata fatta una misurazione con rigore rigore scientifico. I risultati qualitativi scientifico. I risultati sono stati raccolti Come è stato della soddisfazione sono stati ottenuti dalle attraverso il numero di articoli in rassegna monitorato segnalazioni inviate dai pazienti alla stampa, le presenze sui Social, la distribuzione l'impatto Direzione Generale dal totem dell'ospedale di coupon in collaborazione con Accademia e dai commenti lasciati nel book della Carrara, ritorno diretto e commenti positivi pittrice. Il riscontro è stato di tipo diretto. lasciati sul sito web. Come è stata Non è stato utilizzato un metodo Non è stato utilizzato un metodo scientifico fatta la scientifico per valutare l'impatto sul per valutare l'impatto sul benessere e sulla valutazione benessere e sulla salute dei pazienti. salute dei pazienti. I pazienti hanno espresso il grado di I pazienti e i dipendenti hanno espresso il loro soddisfazione per l'iniziativa attraverso il grado di soddisfazione lasciando commenti totem dell'ospedale e nel book della Descrizione positivi sul sito web (numero basso) e pittrice. Hanno apprezzato l'abbellimento qualitativa l’apprezzamento è stato registrato dal del reparto e l'hanno manifestato con riscontro diretto, dalla partecipazione e dalla ringraziamenti al Primario, che in prima popolarità riscontrata. persona ha dato vita al progetto. Voti al sondaggio interno per scegliere alcune opere: 500. Su Facebook: 31.000 persone raggiunte; 401 Non essendo stata fatta una rilevazione reazioni per il video di lancio; 11.500 Descrizione sistemica, non sono disponibili visualizzazioni; 200 reazioni per le immagini quantitativa informazioni complete circa il numero di della conferenza stampa. individui. 34 coupon con lo sconto sul biglietto di accesso ad Accademia Carrara da gen-sett 2019.

Grazie a questa tabella è possibile osservare le diverse caratteristiche delle due strutture sanitarie, della loro governance e del tipo di iniziativa artistica che hanno organizzato. L’ospedale di Mestre è un ospedale pubblico mentre i due ospedali di Bergamo sono privati accreditati con il Sistema Sanitario Nazionale. I progetti sono stati finanziati in modo completamente diverso: l’abbellimento della Radioterapia Oncologica dell’ospedale dell’Angelo è stato reso possibile grazie ai contributi dei pazienti, motivati dal loro Primario; “La Cura e la Bellezza” è stata finanziata dall’ospedale, per portare una novità esperienziale nelle aree ospedaliere e per fortificare il legame con l’Accademia Carrara e con la comunità territoriale. Per quanto riguarda le misurazioni dell’impatto sul benessere, entrambe le strutture non hanno monitorato l’aumento di benessere in modo rigoroso dal punto di vista scientifico. All’ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo partirà da gennaio 2020 un programma di ricerca per osservare e quantificare l’aumento di benessere sulla salute dei pazienti.

140

In questa seconda parte propongo le mie conclusioni e raccomandazioni sui casi studio. Data la presa diretta con gli ospedali di Mestre e di Bergamo, ritengo che la mia ricerca abbia prodotto un impatto positivo e utile alle strutture, e spero infatti di avere contribuito a una maggiore sensibilizzazione. Entrambi i progetti che ho preso in considerazione sono stati organizzati per alleviare la permanenza dei pazienti e per aumentare il loro benessere; gli obiettivi sono stati raggiunti, ma i risultati sono stati confermati solamente dall’apprezzamento generale e dalla soddisfazione espressa dai pazienti. Non essendo stati sviluppati un processo di ricerca o una rilevazione sistemica, non sono disponibili informazioni sulla pratiche artistiche. La sensibilità che spero di avere trasmesso riguarda l’instillare un monitoraggio più esplicito di queste pratiche. Affinché il monitoraggio sia fatto in modo più sistematico, ho formulato delle raccomandazioni e una mia proposta ipotetica di questionario, che ho collocato a chiosa delle conclusioni e per stimolare altra ricerca.

Le mie raccomandazioni sono principalmente due: utilizzare un approccio sistemico, che permetta di raccogliere dati dai pazienti e di tradurli in informazioni quantitative, e generalizzare i contenuti, affinché siano validi anche in altri ospedali. Ho cercato di costruire un formulario con i contenuti e i principi per un possibile questionario. Sono contenute le variabili che ho ricavato dalla mia ricerca e dall’applicazione originale della letteratura scientifica, e che mi hanno permesso di analizzare i due casi studio [Tabella 11]. Il questionario non è stato sperimentato nella pratica perché implica autorizzazioni sulla privacy dei pazienti e delle organizzazioni sanitarie.

L’ambito delle iniziative artistiche negli ospedali è nuovo e recente, soprattutto in Italia, dove mancano risultati e dimostrazioni scientifiche supportati dalla letteratura. Dal mio punto di vista e dall’analisi e applicazione della letteratura, è stato già lodevole e innovativo lo spirito che ha animato l’organizzazione delle due iniziative da parte degli ospedali di Mestre e Bergamo. È stato compiuto un passo in avanti nel proporre questa tipologia di supporto ai pazienti e visto il successo riscosso, sicuramente in futuro gli ospedali si adopereranno per codificare questo tipo di pratica e ottenere delle linee guida rigorose dal punto di vista scientifico (come è già in programma per il progetto “La Cura e La Bellezza” all’ospedale Humanitas Gavazzeni. Per monitorare gli effetti benefici in modo sistematico e per generalizzare le raccomandazioni, è importante costruire un processo di ricerca valido. Ci sono sei fasi:

141

1- Definire le domande di ricerca: quindi che informazioni è necessario conoscere, anche per risolvere eventuali problemi. 2- Definire le finalità di ricerca: i “research goals”, i perché che motivano la ricerca. La ricerca di informazioni può essere esplorativa (quando si vuole studiare un fenomeno senza avere una conoscenza pregressa), descrittiva (quando si possiede una conoscenza di base) o causale (per analizzare le variabili di causa-effetto). 3- Identificare gli obiettivi: cioè le informazioni che si vogliono ottenere. 4- Definire il “research design”, perciò l’approccio (qualitativo, quantitativo), il campione, i metodi e le tecniche che permettono di raccogliere i dati. 5- Analizzare e formulare un’interpretazione dei dati raccolti. 6- Presentare i risultati, mediante un report.

Nel formulario che propongo, l’approccio sarà quantitativo, per misurare il fenomeno. È necessario costruire un campione affidabile (rappresentativo e dimensionalmente grande, cosicché sia capace di includere le caratteristiche dei soggetti e di fornire risultati statisticamente rilevanti). Esistono quattro tipi di ricerche quantitative (sondaggio, esperimento, panel e osservazione strutturata), e il metodo che raccomando è il sondaggio. I pazienti in grado di completare il questionario lo possono fare in autonomia, quelli che invece non sono in grado potranno farsi aiutare nella comprensione e nella compilazione. L’intervistatore non dovrà necessariamente essere un ricercatore esterno (come anche in MacPherson et al. 2009), ma potrà essere un familiare, un medico, un infermiere, un operatore socio-sanitario o un amico, purché legga le domande ai pazienti in modo chiaro, che mantenga l’imparzialità e non lo condizioni, e che registri le risposte su un supporto cartaceo. Le domande dovranno essere strutturate in maniera efficace e precisa. Non saranno ammesse risposte aperte, ma a risposta chiusa dicotomica (“sì/no”, “soddisfatto/non soddisfatto”) e attraverso scale di misurazione (“Quanto è soddisfatto dal progetto da 0 a 10?” con 0 che significa “per nulla” e 10 che significa “completamente”). Le domande dovranno essere interessanti, in modo da catturare subito l’attenzione del rispondente, e non troppe in modo da non stancarlo o farlo rispondere controvoglia.

Il mio contributo e i miei suggerimenti per la ricerca riguardano soprattutto i contenuti del formulario: le domande del questionario dovranno contenere in modo esplicito le quattro variabili che ho individuato dalla rassegna della letteratura scientifica e che ho

142

considerato nell’analisi dei due casi studi: importanza dei colori per generare un ambiente felice e accogliente che tranquillizzi e aiuti i pazienti (Bishop 2017 & Cusack et al. 2010), aumento del benessere (Ander et al. 2011; Ander et al. 2012; Paddon et al. 2014), miglioramento dell'ambiente ospedaliero anche come posto di lavoro (Ander et al. 2012), aumento della felicità (Paddon et al. 2014) [Tabella 11].

A chiosa delle conclusioni e delle mie raccomandazioni, quindi, propongo un prototipo di ipotetico questionario. La motivazione è esclusivamente di incoraggiare la ricerca. Il formulario non è stato autorizzato perché implicherebbe autorizzazioni sul rispetto della privacy dei pazienti e degli ambienti ospedalieri, pertanto non è stato sperimentato nella pratica. Il mio obiettivo è che possa aprire la strada e, appunto, stimolare altra ricerca.

Proposta di questionario ipotetico:

1- È contento dell’iniziativa artistica? Sì No 2- Le piace osservare i dipinti? Sì No

3- Si sente accolto e tranquillizzato dall’ambiente colorato che è intorno a lei? Sì No

4- Sente meno timore? Sì No

5- Si sente più rilassato grazie all’ambiente più colorato? Sì No

6- Si sente più felice? Sì No

7- Ha notato un aumento di benessere grazie alla vista dei dipinti? Sì No

8- Secondo lei, l’ambiente ospedaliero è migliorato? Sì No

9- Ha registrato un abbassamento di sintomi negativi (ansia, dispiacere)? Sì No

10- Le piacerebbe vedere altri dipinti in altre zone dell’ospedale? Sì No

11- Esprima, da 0 a 10, la sua soddisfazione per l’iniziativa:

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

12- Esprima, da 0 a 10, la sua felicità per l’iniziativa:

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

143

13- Segni il numero, da 0 a 10, che esprime l’accrescimento del suo benessere:

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

14- Esprima, da 0 a 10, il miglioramento dell’ambiente ospedaliero:

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

15- Valuti, da 0 a 10, quanto consiglierebbe altre iniziative di questo tipo in altre aree dell’ospedale in cui si trova:

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

16- Valuti, da 0 a 10, quanto consiglierebbe iniziative di questo tipo in altri ospedali:

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

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Conclusioni generali

Nel mio lavoro di tesi magistrale ho eseguito un’analisi della letteratura internazionale e multidisciplinare sui benefici dell’arte come aiuto e supporto all’assistenza e alle cure sanitarie, al fine di accrescere il benessere e migliorare la qualità della vita dei malati. Ho organizzato le venticinque ricerche scientifiche che ho selezionato in cinque capitoli, a seconda della tipologia di malati che hanno partecipato, e ho analizzato l’obiettivo, l’approccio metodologico, i risultati ottenuti e gli eventuali limiti osservati dagli autori. Ho rilevato che il numero degli studi pubblicati è relativamente limitato e una certa complessità e difficoltà nella disponibilità di casi da analizzare, nonostante l’argomento sia noto. Ho sintetizzato e rappresentato in modo sistematico la gamma di contribuiti che ho analizzato costruendo una griglia tassonomica, alla quale ho dedicato un capitolo a sé.

Analizzare la letteratura scientifica è stato fondamentale, perché mi ha permesso di ricavare informazioni sugli approcci metodologici e sui benefici ottenuti dagli esperimenti artistici in ambito sanitario. Ho fatto tesoro delle dimostrazioni empiriche, e nella seconda parte della mia tesi ho applicato l’analisi della letteratura a due casi studio emblematici italiani, che erano sprovvisti di dimostrazioni rigorose dal punto di vista scientifico: l’Ospedale dell’Angelo di Mestre e i due ospedali privati accreditati Humanitas Gavazzeni e Castelli di Bergamo. La prima cosa che ho fatto è stata eseguire un’analisi descrittiva delle informazioni alle quali ho potuto accedere, al fine di misurare l’impatto che hanno avuto sul benessere dei pazienti che usufruivano delle cure. Coerentemente con il mio obiettivo di ricerca, ho estrapolato quattro variabili dal Capitolo 6 (L’arte visiva negli ambienti ospedalieri che aumenta il benessere dei pazienti, dedicato appunto all’arte come supporto negli ospedali) e le ho osservate nei due casi studio. Ho trasformato le fonti qualitative, alle quali ho avuto la possibilità di accedere, in informazioni quantitative costruendo una tabella con le quattro variabili in colonna e assegnando punteggio 1, qualora il beneficio ottenuto in letteratura fosse stato registrato, e 0 in caso contrario. In questo modo ho potuto raggiungere dei risultati quantitativi e ho sviluppato un approccio per misurare e quantificare l’impatto sul benessere.

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I risultati ai quali sono pervenuta sono:

1- una selezione e analisi della letteratura mirata; 2- una sua applicazione originale a due casi studio, anche in particolare attraverso un’analisi metodologica che permetta di valutare in modo più quantitativo il miglioramento del benessere ospedaliero e clinico grazie all’arte.

Infine, con il mio lavoro e con la presa diretta con i due ospedali, spero di aver instillato una maggiore sensibilizzazione sul monitoraggio delle pratiche artistiche. Ho formulato due raccomandazioni, cioè di utilizzare un approccio sistematico, che permetta di raccogliere dati dai pazienti e di tradurli in informazioni quantitative, e di generalizzare i risultati, affinché siano validi anche in altri ospedali. Ho cercato di costruire un formulario con i contenuti e i principi per un possibile questionario. Il questionario non è stato sperimentato nella pratica, perché avrebbe implicato autorizzazioni sulla privacy dei pazienti e delle organizzazioni sanitarie. L’obiettivo è quello di aprire la strada e di stimolare altra ricerca.

È stato molto interessante svolgere un’analisi della letteratura internazionale. Io stessa ho creduto ancora di più alla validità di queste pratiche per la salute dei pazienti, e mi auguro di avere trasmesso questo entusiasmo nel mio lavoro. Soprattutto, mi sono sentita onorata di poter vedere di persona l’applicazione pratica dell’arte negli ospedali, di Mestre e di Bergamo, sotto le guide del Primario Imad Abu Rumeileh e di Franesca Barocco, che hanno accolto con felicità le mie idee, le mie domande e il mio arrivo, e mi hanno dedicato tutto il loro tempo per mostrarmi l’impegno, messo da ciascuno, per realizzare le iniziative. Dalla letteratura sono emersi aspetti che non mi aspettavo di rilevare, e principalmente riguardo i finanziamenti. Le collaborazioni fra strutture sanitarie, università e musei analizzate in letteratura possono costituire un valido modello di esempio di sinergia, applicabile nelle future ricerche. Si tratta infatti di pratiche che coinvolgono i due settori (sanitario e artistico) con lo stesso obiettivo. Venti ricerche su venticinque hanno ricevuto finanziamenti; tirando le somme, le associazioni hanno contribuito ai finanziamenti di sette ricerche, il Governo del Regno Unito a tre, le fondazioni a due (fondazioni private statunitensi, in Chancellor et al. 2013; Swiss National Science Foundation, in Węziak-Białowolska 2016) le case di riposo per anziani a due, gli ospedali a cinque, le università a dodici, i musei a due e una ONG a una (Karpavičiūtė & Macijauskienė 2015).

146

I finanziamenti sono anche i punti di criticità (soprattutto se confrontati con i due casi studio italiani: all’Ospedale dell’Angelo di Mestre, infatti, l’iniziativa artistica è stata finanziata dai pazienti stessi). Proprio come ho proposto nelle mie raccomandazioni personali, improntando il programma artistico in modo sistematico anche le organizzazioni ospedaliere sarebbero più incentivate a finanziarne l’organizzazione o a ricevere sponsorizzazioni, al fine di ottenere risultati sia rigorosi dal punto di vista scientifico sia generali, utili per altri ospedali. Questa sarebbe la spinta giusta per instaurare partnership con i musei o con le università (per promuovere la ricerca o per includere queste iniziative nei piani di studi degli studenti di Medicina e Chirurgia) e a ricevere sponsorizzazioni. In questo modo l’integrazione del settore artistico a quello sanitario potrebbe avvenire in modo efficace (la ricerca, con i finanziamenti idonei e con la partecipazione di figure specializzate, potrebbe essere sviluppata e monitorata in modo scientifico) ed efficiente (ottimizzando le risorse, minimizzando i costi e massimizzando i risultati, sia per le organizzazioni interessate, sia per i pazienti).

Mi ritengo fortunata e immensamente grata all’opportunità che ho avuto di analizzare un argomento a me tanto caro, e la mia soddisfazione è stata questa. Il mio desiderio più grande, dopo aver potuto portare a compimento questo lavoro e aver soddisfatto il mio obiettivo di ricerca, è di poter aprire la strada ad altra ricerca.

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