itinerario 5 LE STRADE DEL VERDE Costacciaro . Monte Cucco .

L’itinerario si sviluppa per circa 15 km dal Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica – I.A.T. del Comprensorio di Costacciaro a Sigillo, partendo dunque -Alto Chiascio dall’alta vallata del Chiascio, percorrendo la via via della Repubblica 15 - Gubbio tel. 075 9220693 Flaminia, e risalendo il massiccio montuoso. [email protected] Si tratta ovviamente di un percorso a prevalente I.A.T. Appennino Umbro interesse naturalistico e sportivo, lungo il quale Via Consolare Flaminia , km 190 si segnalano comunque alcuni importanti resti della antica Flaminia, oltre ai piccoli borghi tel. 075 9145224 di Costacciaro e Sigillo. [email protected] Costacciaro Infopoint grotta La bussola via Valentini 31 1. Costacciaro tel. 075 9171046 2. Scirca info@grottamontecucco..it Comune di Costacciaro 3. Monte Cucco tel. 075 917271 4. Sigillo [email protected] Università degli uomini originari di Costacciaro via Ghigi 1 tel. 075 9170132 - 334 3684104 www.uominioriginaricostacciaro.it Museo laboratorio del Parco del Monte Cucco corso Mazzini tel. 075 9172723 (nei mesi invernali su prenotazione) Aule-laboratorioANCONA “Energia & Vita” via Galeazzi tel. 075 9172723 (nei mesi invernali su prenotazione) Antico Frantoio dell’olio Scheggia 1 via Massarelli Costacciaro 2 3 tel. 075 9172723 Sigillo 4 (nei mesi invernali su prenotazione) Sigillo Gualdo Tadino Infopoint Parco Regionale Fiuminata del Monte Cucco, Villa Anita via Matteotti 52 tel. 075 9177326 [email protected] [email protected] Comune di Sigillo p.zza Martiri, 8 tel. 075 917871 Monastero S. Anna l.go S. Anna 9 tel. 075 9177127

79 5. Le strade del verde Costacciaro Di origine medievale, il castello di Costacciaro, che forse prende il nome dalla famiglia fondatrice degli Staccia- ri di Gubbio, è documentato a partire dalla metà del XIII secolo e rimane legato al distretto e comitato eugubi- no fino al 1384, quando si sottomet- te spontaneamente ai Montefeltro. Da sempre l’insediamento di Costacciaro è caratterizzato dalla sua vocazione difensiva: evidente dalla sua colloca- zione strategica lungo la via Flaminia, dalle opere di fortificazione, come Il Rivellino, e dall’impianto urbanistico di tipo castrense. Tra il 1631 e il 1632, in seguito alla morte dell’ultimo duca di Urbino, Francesco Maria II Della Rovere, rientra a far direttamente parte dello Stato Pontificio. Già dagli anni Ottanta del Duecento è documentata un’interessante forma di comunan- za agraria che è quella dell’Università degli Uomini Originari, oggi ospitata chiesa di S. Francesco, ricostruita for- nell’edificio medievale della cosiddetta se intorno al 1282 da una comunità di “Caciara”. Nel 1861 viene annesso al frati minori, a partire da una probabi- Regno d’Italia. le fondazione benedettina intitolata ai Molto ben preservato il circuito mura- Santi Pietro e Tommaso, e ristruttura- rio nel quale si aprono la Porta del ta tra XVII e XVIII secolo: originaria- Rivellino, la torre di via della Roccac- mente vi era annesso il convento, di cia e la Torre Civica, porta di ingresso cui recentemente è stato rinvenuto il alla città all’inizio di corso Mazzini. La chiostro. La facciata in stile romanico- prima fortificazione, anche detta il Tor- gotico è costruita in pietra locale ed rione, viene fatta costruire nel 1477 dal oltre al pregevole rosone, conserva un duca Federico da Montefeltro al noto bel portale, alla cui base degli stipiti si architetto senese Francesco di Giorgio segnalano dei bassorilievi con sogget- Martini, mentre le altre due risalgono ti animali legati alla cultura figurativa al XIII secolo e sono ben conservate. romanica. L’interno, in origine doveva presentarsi Chiesa di S. Francesco con un’unica navata, alla quale sono Lungo Corso Mazzini, sorge la bella state aggiunte le due navate laterali,

80 5. Le strade del verde

tra fine Seicento e Settecento: inter- Museo offre una panoramica completa vento visibile anche esternamente in e didattica sulla realtà ambientale del facciata. Lo stile dominante all’interno, massiccio del Monte Cucco: attraverso è quello barocco, che presenta altari di video, animazioni e plastici ricostrutti- pregevole fattura, ma vi si conservano vi, è possibile infatti comprendere l’ori- inoltre alcuni affreschi medievali di gine della Catena Appenninica e delle grande interesse: oltre all’Ecce Homo e grotte sotterranee, che costituiscono alla Croce ai due lati della controfac- una delle principali attrattive del terri- ciata, un Martirio di S. Sebastiano del torio. Il percorso museale, parte dunque 1484, su un pilastro a sinistra dell’alta- dal fenomeno dell’orogenesi e dall’ana- re, attribuito ad Orlando Merlini, ed un lisi delle rocce appenniniche per arri- ciclo non molto leggibile, in fondo alla vare ad illustrare in maniera semplice navata sinistra. Le navate laterali pre- e coinvolgente l’attività carsica del sentano ognuna quattro eleganti altari: comprensorio: diverse postazioni mul- nella prima cappella sinistra, una bella timediali ed alcuni macchinari lasciati Annunciazione del tardo XVI secolo, a disposizione degli utenti, lo rendono attribuita a Virgilio Nucci (1545-1621); una struttura dinamica ed interattiva. È nella seconda, una Crocifissione, nella presente anche una collezione di fos- terza una pregevole statua di S. Anto- sili relativi alle stratigrafie sedimenta- nio da Padova e nella quarta un dipinto rie, che illustra la situazione faunistica murale raffigurante S. Antonio Abate. in età preistorica. Annesso al museo In una cappella laterale, in fondo alla è anche il Centro di Documentazione navata destra, sono conservate le spo- sulle Aree Carsiche, in cui si mette in glie del monaco avellanita-camaldolese relazione il carsismo del territorio ad beato Tomasso da Costacciaro (1262- altri complessi ipogei nel mondo: oltre 1337), collocate in un’urna intagliata e a documenti topografici, come i catasti dorata, sorretta da due grandi angeli, speleologici, offre al visitatore anche la anch’essi dorati. Nella stessa sala una possibilità di visualizzare in maniera bella e rarissima acquasantiera medie- virtuale il Parco del Monte Cucco e i vale, tuttora in fase di studio. Ripren- suoi ambienti ipogei. Ad integrazione e dendo lungo la navata destra, la terza completamento del Museo- laboratorio cappella conserva una tela attribuita a del Parco del Monte Cucco, sono state Giacinto Boccanera, datata intorno al realizzate nel 2009 le Aule e laborato- 1680 e riproducente una Madonna con ri “Energia & Vita”. Ubicate nel centro Bambino e S. Francesco, mentre sul storico, a poche centinaia di metri dal primo altare si trova una Deposizione, Borgo Didattico e dal Museo-laborato- attribuibile alla scuola del citato pitto- rio, ripercorrono attraverso audiovisivi, re tardo-manierista eugubino Virgilio pannelli esplicativi, sperimentazioni Nucci. pratiche, modellini e plastici, la storia dell’energia e del rapporto dell’uomo Museo-Laboratorio del Parco con l’energia stessa nel corso di tanti del Monte Cucco – Aule millenni, per arrivare fino ad oggi. Al e laboratori “Energia & Vita” museo e alle aule è abbinabile una visi- Situato sempre lungo corso Mazzini il ta alla sorgente Scirca, dove avviene 81 5. Le strade del verde l’opera di captazione delle acque sor- give, attraverso uno storico acquedot- to; per soggiorni residenziali, esiste un Borgo Didattico del Comune di Costac- ciaro, a disposizione di scuole e gruppi interessati alle attività di educazione attraverso l’ambiente e la natura.

Di fronte alla chiesa di S. Francesco, si imbocca via Massarelli dove dopo pochi metri si trova il cosiddetto “Montano”. Antico frantoio dell’olio Risalente al XVII secolo, il frantoio è ancora potenzialmente funzionante ed è stato utilizzato, almeno fino a cin- quant’anni fa: costituisce un esemplare completo delle attrezzature per la pro- Chiesa di S. Maria Assunta in Cielo duzione olearia, che conserva oltre alla Del complesso benedettino femminile, “macina frantoia” per la preparazione originario del XIII secolo, è visitabile della pasta, e al torchio per la spremitu- la piccola chiesetta, di cui si conser- ra, anche i fiescoli (diaframmi a sacco vano tracce di affreschi nella parete di per la poltiglia di olive) ed una monu- fondo. In alcuni locali del monastero è mentale pressa a leva, costituita da un grande tronco di quercia secolare. ospitato il Borgo Didattico del Comune di Costacciaro, destinato ad accogliere Si prosegue lungo via Massarelli, fino ad i gruppi scolastici nell’ambito del pro- incontrare la chiesetta sulla sinistra. getto ambientale “Monte Cucco”.

Scirca lo, il primo documento risale al 1334, Proseguendo in direzione Sigillo si attraver- mentre nel 1400 risulta alle dipenden- sa la località Villa Scirca, dove si trovano i ze della Badia di Sitria, almeno fino resti di un ponte romano, detto “dei pietro- ai primi dell’Ottocento, quando passa ni”, datato al I sec. a.C. di cui restano solo anch’essa sotto Fonte Avellana. le spallette, a causa di un minamento della 2ª guerra mondiale, e la chiesa di S. Maria Esternamente presenta una costruzio- Assunta. ne molto semplice, mentre all’interno si conservano interessanti affreschi di Chiesa di S. Maria Assunta Matteo da Gualdo, firmati e datati al Edificata probabilmente nel XIII seco- 1484. Nella parete destra si trovano

82 5. Le strade del verde infatti una bella Madonna della Mise- di Ranco. I due versanti della montagna non ricordia, e una S. Anna con Maria e il sono collegati da strade ma solo da sentieri. Bambino, mentre la Madonna in trono con il Bambino e un cagnolino, viene Monte Cucco attribuita al figlio Girolamo. Sopra l’al- Il Parco del Monte Cucco, è un’area tare maggiore una Incoronazione della naturalistica tra le più interessanti del Vergine con l’Eterno, forse di scuola

Sport e natura

Tra le varie attività sportive quella meglio nota è sicuramente il volo libero (deltaplano e parapen- dio), che trova nell’Alta Valle del Chiascio, con- dizioni orografiche e meteorologiche ottimali e, sul Monte Cucco, campi di decollo estremamente favorevoli: Val di Ranco, è ad esempio una delle rare località da cui si può decollare e atterrare durante lo stesso volo. Qui si sono disputate alcu- ne edizioni dei campionati Open di deltaplano e dei campionati mondiali, oltre alla consueta ras- segna “Trofeo di Monte Cucco”. Il torrentismo è una nuova disciplina, che si può dire nata proprio qui, con le prime discese degli anni cinquanta, come quella bellissima di Rio Freddo: si tratta di una discesa lungo torrenti attra- verso gole e forre, che prevede l’utilizzo di più tecniche, dalla speleologia all’alpi- nismo alla subacquea. Anche lo sci da fondo è un’attività che trova qui condizioni favorevoli, sia per le persistenti nevicate anche a bassa quota, sia per la presenza di aree particolarmente adatte come Pian delle Macinare, dove, dalla stagione inver- nale 2009/2010, le piste vengono regolarmente battute. del Perugino. All’interno della chiesa centro Italia, per biodiversità vege- era presente anche una bella ed antica tazionale e faunistica, oltre che per icona lignea di età romanica (oggi esi- l’importante patrimonio geologico: si stente in copia) con la Vergine in trono estende per oltre diecimila ettari, inclu- con Bambino. dendo i comuni di Scheggia, Costaccia- ro, Sigillo, e Fossato di Vico, assiepati Raggiungibile attraverso molteplici itine- intorno all’imponente massiccio calca- rari a piedi, si ricordano le strade carrabili che partono da Costacciaro e da Sigillo: la reo del Monte Cucco (1566 m). Faggete prima si imbocca subito dopo il borgo di secolari come quelle di Val di Ranco e Costacciaro, e conduce a Pian delle Macina- Pian delle Macinare, grotte carsiche, re, mentre l’altra si incontra poco prima di forre di incredibile bellezza, sorgenti arrivare alla piazza di Sigillo e porta a Val di acque oligominerali, costituisco-

83 5. Le strade del verde no un habitat ideale per molte specie di ossa di animali vissuti nel Paleolitico animali come il lupo e l’aquila reale. Il superiore, come orsi, cervi, rinoceronti Parco è anche ricco di testimonianze e stambecchi. Quella del Cucco rappre- storiche, che nel territorio vanno dai senta una delle cavità ipogee più note- resti dell’antica Flaminia alle splendide voli del territorio, e sicuramente una abbazie romaniche, immerse in contesti delle più interessanti e studiate a livel- naturalistici incontaminati, come si è lo mondiale: ovviamente il fenomeno già visto. L’area offre inoltre una vasta carsico riguarda tutto il comprensorio, gamma di attività sportive praticabili: dove si rilevano altre grotte più piccole, dall’escursionismo a piedi, in bicicletta ma, relativamente, non meno interes- o a cavallo, al volo libero, allo sci di santi. fondo, alla speleologia, fino al torren- tismo, disciplina nata proprio in questo Poco prima di Sigillo si conservano sulla contesto territoriale. destra della strada attuale, i resti imponenti del ponte Spiano, manufatto romano della prima età imperiale realizzato in opera qua- La grotta del Monte Cucco drata di blocchi calcarei bugnati. I primi e più importanti resoconti di visita alla Grotta sono, rispettivamente, Sigillo del 1670 e 1720, ma la prima vera esplo- Già abitata dai popoli umbri e poi forse razione scientifica è quella effettuata, sede di un centro romano, Sigillo nel dal fabrianese Giambattista Miliani, a corso dei secoli vede la sua storia lega- partire dal 1883 e fino al 1892. La già ta a quella della via Flaminia, lungo famosa cavità inizia ad essere indagata, la quale è sorta. Distrutta durante la ancora più sistematicamente, a partire guerra greco-gotica, viene poi ricostru- dal 1956 fino al 1978, da un gruppo ita in età longobarda, quando fa parte di speleologi perugini: più di recen- del ducato di e diviene proprie- te le indagini sono state condotte dall’ex Centro Nazionale di Speleologia di Costacciaro, dallo Spe- leo Club di Gubbio e dal Gruppo Speleologico della Valtiberina. Nell’aprile del 2009 il primo tratto della grotta (percorso turistico – circa 800 m) è stato aperto alle escursioni guidate del pubblico; opportunamente messo in sicurezza ed illu- minato, tale tratto è oggi percorribile senza partico- lari difficoltà. Solo agli speleologi esperti rimane tà dei conti Vico di Fossato. Distrutta invece consentito l’accesso alla restan- nuovamente nel Duecento, viene rico- te e più vasta parte della grotta. Il com- struita nel 1247, e nel 1249 si sotto- plesso sistema ipogeo scende infatti ad mette a Gubbio. Nel 1274 passa infine una profondità di circa 922 m per una sotto il dominio di Perugia. Annessa lunghezza complessiva di circa 30 km allo Stato Pontificio nel 1370 per breve di gallerie: quattro sono gli accessi, di tempo, ritorna nelle mani dei perugi- cui il principale è il cosiddetto Pozzo ni, che ne mantengono la giurisdizione Miliani, un pozzo obliquo di 27 m. La più o meno continuativamente fino al cavità si articola tra ampi saloni, pozzi XVIII secolo. Nel 1816 fa parte dello e gallerie dove scorrono fiumi sotter- Stato della Chiesa, ma in seguito ai fer- ranei e si formano deliziosi laghetti. menti risorgimentali, entra prima nella L’intero sistema carsico si è originato Repubblica Romana nel 1849 e poi nel centinaia di migliaia di anni fa, attra- 1860 nel Regno di Sardegna, quindi in verso l’azione erosiva interna di fluidi quello d’Italia. molto acidi che, risaliti dal basso, han- no corroso la roccia calcarea. Uno degli Poco prima di arrivare al centro storico, si ambienti più interessanti, è la Galleria imbocca sulla destra il viale della Rimem- delle Ossa, un vero e proprio deposito branza, che conduce al cimitero; la chiesa 84 5. Le strade del verde al XII secolo, mentre la fac- ciata odierna, in stile neo- classico è del 1802. Al suo interno l’Archivio Comunale custodisce gli antichi statuti ed il catasto del 1727.

Da corso Matteotti si imbocca via Fazi, e dopo poche decine di metri sulla sinistra si incontra la chiesa. Chiesa di S. Andrea Edificata nel XIII secolo, viene citata in un documen- to del 1229, come antica pieve. Completamente rico- struita nel XVI, viene rifat- ta nuovamente nel 1802, in seguito ad una demolizione. La costruzione in pietra cal- carea, presenta la facciata incompiuta e l’abside semi- circolare, mentre l’interno è un’aula unica coperta da vol- ta a botte. Le pareti laterali sono scandite da imponenti pilastri semicircolari bianchi. è esterna, ma spesso chiusa, per cui si può Nella controfacciata, sulla accedere dall’interno del camposanto, da cantoria dipinta del XVIII secolo, un una porta in legno situata immediatamente bell’organo realizzato da Gaetano Cal- a destra dell’ingresso. lido, uno dei principali esponenti del- la scuola organaria di Venezia, attivo Chiesa di S. Anna al Cimitero anche in S. Biagio di Fabriano. Costru- Di origine quattrocentesca, originaria- ito nel 1793 per la chiesa di S. France- mente era un oratorio. La facciata in sco della città marchigiana, viene qui pietra conserva una lunetta afffrescata trasferito nel 1869. La chiesa custodi- del 1633, mentre all’interno si conser- sce alcune tele significative del XVI vano dei begli affreschi di Matteo da e del XVII secolo: nelle due cappelle Gualdo. Di pianta quadrata e coperto laterali un’Incoronazione della Vergine da volta a crociera, l’ambiente risul- a destra, e la nota tela con la Madon- ta completamente affrescato. I dipinti na del Rosario a sinistra, nell’abside, il più antichi attribuiti al pittore gual- Martirio di S. Andrea del 1706, fian- dese, risalgono al 1487 e raffigurano: cheggiato da due tele cinquecentesche l’Annunciazione, le Stimmate di S. con la Lapidazione di S. Stefano e la Francesco, S. Anna con Maria, i Santi Morte di S. Anna, mentre ai lati dell’al- Giorgio, Sebastiano e Antonio Abate. tare un Trionfo di S. Michele Arcan- Altri soggetti sono invece da riferirsi all’opera di suo figlio Girolamo, ovvero la Madonna con Bambino in trono, la Madonna del Soccorso, S. Domenico e S. Giovanni Evangelista. Completa la decorazione pittorica, alla fine del Sei- cento, P. Ferri, di cui si hanno poche notizie. Questi realizza sulla parete d’altare, il Crocifisso, S. Sebastiano e S. Rocco, e all’esterno della cappel- la un’Apoteosi della Madonna e di S. Anna, venerate da Santi. Sulla piazza Martiri si affaccia il Palaz- zo Comunale, la cui costruzione risale

85 5. Le strade del verde gelo e una Deposizione. Nell’abside è alloggiato un bel coro ligneo del 1679.

Poco più avanti si apre il largo S. Anna, dove si erge il monastero delle mona- che agostiniane. Monastero di S. Anna L’area del monastero di clausura non è ovvia- mente visitabile a diffe- renza della chiesa di S. Anna, aperta ogni mat- tina. In quest’area anti- camente doveva sorge- re la Rocca di Sigillo, di cui oggi rimane il topo- nimo, e sembra qualche traccia nelle murature del convento. Quest’ultimo viene fon- sinistra per poi incontrare via Petrelli: pro- dato nel 1547, e restaurato nel 1763. prio all’angolo sorge la chiesa di S. Agostino. Cacciate con la soppressione napoleo- nica, le monache rientrano nel 1821, e Chiesa di S. Agostino riescono a restare anche in seguito alla Costruita tra 1788 e 1791 dall’architetto soppressione del 1860 grazie all’inter- svizzero Giacomo Cantoni, viene edifi- vento del Comune, che ne acquisisce cata sull’antica chiesa di S. Caterina, il possesso garantendo la costituzione di cui oggi si conserva solo la cripta. delle scuole elementari. Il monaste- La facciata è in laterizi e pietra bianca, ro oggi è molto più ampio, ed ospita mentre l’interno ad aula unica coperta anche una foresteria con una capien- da volta a botte, è in stile settecentesco za di circa 25-30 persone, attualmente e presenta belle decorazioni a stucco ed in ristrutturazione. Vengono praticate eleganti pilastri, oltre a tele e sculture alcune attività artigianali come la pro- del XVII e del XVIII secolo. Nella con- duzione di dolciumi, e la confezione trofacciata l’organo di Sebastiano Vici tessile con un telaio cinquecentesco di Montecarotto (1755-1830) e al cen- originale. tro dell’abside un bell’altare del 1795, La chiesa viene edificata nel 1547 in decorato con marmi policromi. Le cap- connessione al convento, ma nel 1790 pelle laterali, sono dedicate al Croci- subisce una radicale ricostruzione, ter- fisso, a S. Antonio Abate, a S. Nicola minata due anni più tardi. Nel 1823 da Tolentino, e alla Madonna del Buon viene aggiunto il campanile. L’interno Consiglio, mentre nell’abside si segnala si presenta come una piccola aula uni- la tela con l’Annunciazione di Ippoli- ca: nella controfacciata si trova la can- to Borghesi, pittore locale, importante toria, mentre lungo le pareti laterali si esponente del manierismo umbro, che aprono due cappelline, dedicate, quella la realizza nel 1617. di sinistra al Sacro Cuore e quella di destra, alla Madonna del Buon Con- Proseguendo lungo corso Matteotti, subito prima di arrivare a piazza Martiri, si gira a siglio. In fondo alla parete sinistra si sinistra lungo via Borghesi, dove si trova la trova una nicchia dove è ospitata una chiesa di S. Giuseppe. bella statua lignea di S. Anna, portata in processione durante la festa del 26 Chiesa di S. Giuseppe luglio. Nell’abside una tela riproducen- Originariamente intitolata a S. Maria, te S. Anna, Maria e Gioacchino; all’in- e sede della Confraternita di S. Maria terno del monastero è custodito un bel dei Disciplinati nel 1329, solo a partire coro cinquecentesco. dal Seicento è documentata la dedica a S. Giuseppe. Subisce un massiccio Ritornando su corso Matteotti, si svolta a restauro nel 1761, ed un altro in tem- 86 5. Le strade del verde pi recenti nel 1995, nel corso del quale L’escursione incomincia dalla sbarra, sono stati portati alla luce interessan- segnavia 12, e percorre la carrareccia ti affreschi, forse quattrocenteschi, di fino al Passo Porraia, 931 m. Lungo scuola umbra. questo tratto si incontrano 3 fonti, una Oggi si presenta come una piccola aula di queste proprio nei pressi del passo, unica, coperta da volta a botte decorata poco al di sotto della lapide commemo- con il motivo del cielo stellato, e viene rativa dedicata a don Erminio Petruio, utilizzata come sala conferenze. eminente personaggio fabrianese. Dal passo, sempre per carrareccia, si Le tipicità scende al torrente Rio Freddo, seguen- do per questo tratto il segnavia 3, per Lungo il percorso esistono numerose poi deviare a destra, in zona prativa, produzioni che caratterizzano la tradi- per seguire il segnavia del sentiero 17 zione gastronomica dell’Umbria. Nella che sale ripido in direzione dell’incom- norcineria vanno segnalate alcune sin- bente parete est del monte Cucco e golarità, come la coppa di testa e il pro- attraversa una radura prima di entrare sciutto di montagna. A questi si vanno nel bosco. Qui si incrocia il sentiero 1; ad aggiungere i formaggi di pecora fre- girare a sinistra e seguire l’1, sud, fino a schi e stagionati, le profumate ricotte, raggiungere la fonte di Acqua Fredda e le caciotte (o caciofiori) di latte vacci- successivamente per carrareccia, attra- no sempre molto ricercate. Completa- verso una stupenda e secolare faggeta, no l’offerta gastronomica deliziosi olii Val di Ranco, nei pressi dell’albergo extravergini e pregiati tartufi neri. Tobia (1048 m); ore 1 (2). Si prende ora la valletta di fronte all’albergo, in Chiodetti di Costacciaro direzione ovest, che si risale attraver- Dolcetti forgiati a forma di chiodet- so la secolare faggeta fino ad arriva- ti dalla grossa testa e realizzati con re alla strada asfaltata che conduce, a ingredienti semplici: acqua, zucchero, destra, al campo di volo per parapendio farina, semi di anice. e deltaplano di Pian dei Cavalli. Giunti al termine della strada si prosegue per Itinerari escursionistici il prato di Pian del Monte in direzio- ne di una carrareccia che, obliquando 2.1 Giro del monte Cucco, da a destra, est, segnavia 2, conduce alla Piaggia Secca per Val di Ranco, la Grotta con un bel sentiero panoramico Grotta e Pian delle Macinare nel tratto finale (1390 m). Dall’ingresso Tempo di percorrenza: ore 6 della grotta si prosegue per il sentiero Dislivello: 930 m 2 oltrepassando un foro sulla roccia e Difficoltà: E successivamente, superando un ripido Cartografia: - Carta Sentieri del Parco pendio con diverse svolte, si giunge del M. Cucco 1:25.000 sulla cresta nord del monte. Questa, percorsa in direzione sud, conduce fino Si parcheggia l’auto tra le case di alla vetta 1566 m; ore 0.15 (3,30). Dal- Piaggia Secca nello spiazzo antistante la vetta si scende nuovamente fino a la sbarra che impedisce l’accesso alla ritornare al sentiero, segnavia 2, che si carrareccia che sale al Passo Porraia. percorre ora a sinistra, ovest e che, a

87 5. Le strade del verde mezza costa, taglia il pendio nord-nord minata la salita ci si immette in un fal- ovest del Cucco prima di immettersi so piano che costeggia il torrente fino nella Valrachena. Scende sulla destra ad incrociare la strada che da Scheggia abbastanza ripido, tra la faggeta, fino sale a Pian delle Macinare. Qui si svol- a Pian delle Macinare ove ci si porta, ta a destra seguendo le indicazioni per tramite la strada carrozzabile, al rifugio Pian delle Macinare che si raggiunge ubicato sul bel pianoro prativo recin- dopo altri 300 m di salita. Qui ci si può tato, al limite della faggeta stessa. Dal rifocillare al rifugio che però è aperto rifugio si prosegue, est, fino al limite solo durante la stagione estiva. Da Pian della valle di Rio Freddo, per prendere delle Macinare si prosegue seguendo la a destra il sentiero che entra nella fag- strada bianca in direzione della fonte geta, segnavia 1, e che taglia il versante Acqua Passera. Superata la fonte inizia est, sotto la parete rocciosa del Cucco. la discesa ma bisogna prestare molta Lungo il percorso stupenda è la vista attenzione in quanto dopo poco più di della sottostante valle inforrata di Rio 800 m bisogna abbandonare la strada Freddo. Giunti al bivio con il sentiero per immettersi in discesa sul sentiero 17 non rimane che percorrere lo stesso 4. Il fondo è sempre abbastanza com- itinerario dell’andata per raggiungere patto, con una buona tenuta e poco Piaggia Secca, 636 m; ore 2.30 (6). Una sassoso. variante consigliata è portarsi all’inizio Il problema principale sono le penden- della forra di Rio Freddo: dal passo della Porraia si segue il segnavia 18 che percorre a ds il Rio Freddo fino a giungere alle strette pareti calcaree dell’inizio della forra; ore 0.30 circa a/r.

NOTA: Il suddetto itinerario si può iniziare da Pian delle Macinare, salendo direttamen- te in auto da Costacciaro, o da Val di Ranco salendo in auto da Sigillo. Itinerari cicloescursionistici ze che richiedono una discreta abilità di guida. Il sentiero termina proprio Sentiero all’ingresso dell’eremo di San Girola- del monte Cucco mo (o eremo di Monte Cucco). Supera- Lunghezza: 35 km to l’eremo si scende su strada stretta e Tempo di percorrenza: ore 4 semi-asfaltata che dopo diversi tornan- Dislivello: 1300 m ti si immette sulla strada asfaltata che Difficoltà: medio difficile congiunge Pascelupo a Perticano. A questo punto la discesa è terminata e ll sentiero 4 di Monte Cucco congiunge non ci resta che decidere per quale via Pian delle Macinare (1130 m) al pae- tornare sul versante ovest del massiccio sino di Pascelupo (530 m) dopo una del Cucco. In questo tour si segue l’age- discesa di 4 km sfiorando pendenze vole strada asfaltata che passando per del 30-40%. Si tratta di un itinerario Pascelupo, attraversa Isola Fossara per al limite del freeride ma fattibile con poi dirigersi verso Scheggia e Costac- qualche accortezza. ciaro. Si tratta comunque di una strada Pian delle Macinare si raggiunge age- particolarmente gradevole da percor- volmente da Costacciaro mediante la rere e assolutamente poco trafficata. strada asfaltata che sale per 8 km lun- Alternativamente, gambe permettendo, go il versante ovest di Monte Cucco. si potrebbe risalire a Monte Cucco pas- La strada è raramente trafficata e le sando da Passo Porraia o seguendo la pendenze sono del tutto agevoli. Ter- strada bianca di Bastia.

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