PREMESSA

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Premessa

1.1 PREMESSA

La nuova legge urbanistica regionale 11 marzo 2005 n. 12, denominata Legge per il Governo del Territorio, muta radicalmente il quadro degli strumenti urbanistici a disposizione degli enti territoriali, andando incontro alle sempre maggiori esigenze di equità e flessibilità. Essa raccoglie in un testo unico un insieme complesso e frammentario di norme approvate nel corso delle ultime due legislature regionali (1995-2005), come modifiche e integrazioni della precedente legge urbanistica (51/1975). La pianificazione di livello comunale riscontra una radicale modifica, culturale prima che normativa: viene abbandonato il sistema di pianificazione basato sull’unitarietà dello strumento di piano (PRG), ritenuto troppo rigido ed incapace di governare le trasformazioni territoriali, e di fatto già da tempo integrato da atti di “ pianificazione negoziata ”. Il PRG, secondo una percezione diffusa tra gli addetti ai lavori e tra molti cittadini, risultava essere uno strumento superato ed inadeguato a supportare la politica urbanistica delle amministrazioni locali nella società odierna. Il burocratico quadro normativo che ha regolato la materia fino ad ora ha creato un sistema rigido, incapace di adeguarsi ai mutamenti che si registrano nella realtà, diventando motivo di ostacolo anziché di crescita e sviluppo. Ad una pressante esigenza di flessibilità, risponde la Legge Regionale n°12/2005, che all’art. 7 specifica come il governo del territorio si attui mediante una pluralità di piani, tra loro coordinati e differenziati, che, nel loro insieme, costituiscono la pianificazione del territorio stesso. Gli atti di pianificazione “…si uniformano al criterio di sostenibilità, intensa come la garanzia di uguale possibilità di crescita del benessere dei cittadini e di crescita delle future generazioni” (art. 2 comma 3). Il Governo del territorio si caratterizza per la pubblicità e la trasparenza delle attività che conducono alla formazione degli strumenti di pianificazione, per la partecipazione diffusa dei cittadini e delle loro associazioni nell’elaborazione dei contenuti e nell’orientamento delle scelte operative. L’impostazione del PGT si articola su una tripartizione che utilizza uno strumento con contenuti di carattere prevalentemente strategico (DOCUMENTO DI PIANO), quale elemento “di regia” di una politica complessiva sul territorio, armonizzata rispetto agli obbiettivi ed alle procedure ma anche attenta a problemi di efficacia e di opportunità. Gli aspetti di regolamentazione e gli elementi di qualità del costruito, sono affidati ad uno strumento autonomo (PIANO DELLE REGOLE), mentre l’armonizzazione tra gli insediamenti e la “città pubblica e dei servizi” è affidata al PIANO DEI SERVIZI. I due strumenti di tipo “operativo”, pur strutturati in modo da avere autonomia di elaborazione, previsione ed attuazione, interagiscono costantemente con il DOCUMENTO DI PIANO.

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1.2 APPUNTI DI METODO PER LA COSTRUZIONE DEL PIANO

Le motivazioni che stanno alla base della necessità di dotare il Comune di di un nuovo progetto urbanistico sono di due ordini: apparentemente formale il primo, più sostanziale il secondo. Il primo: gli strumenti urbanistici locali vanno adeguati alla legge regionale 12/2005 concernente “il governo del territorio”; essa prevede il superamento del Piano Regolatore Generale, l’introduzione del Piano di Governo del Territorio quale strumento di pianificazione a livello comunale, e la correlazione di quest’ultimo con la pianificazione territoriale e paesistica di livello provinciale. Il secondo: si fa strada nella comunità locale la consapevolezza della necessità di una diversa attenzione ai caratteri dello sviluppo e ad alcuni suoi esiti non voluti come la perdita di specificità del paese, lo spreco di territorio e di beni ambientali, il ritardo del sistema delle infrastrutture e dei servizi; problemi che sembrano essere il riflesso in negativo di fatti positivi avvenuti negli ultimi decenni: l’affermarsi di una moderna economia industriale, la buona sopravvivenza e l’ammodernamento della storica economia agricola, l’evidenziarsi della conseguente crescita socio-economica della comunità. Una comunità che, alla luce delle grandi trasformazioni in corso nelle società e nei territori lombardi appare positivamente ancorata alla sua storia. Il nuovo piano, attraverso la messa a punto di uno scenario per il futuro di Ripalta Cremasca, intende contribuire alla necessaria riflessione sull’attuale momento di crescita e, soprattutto, sulle forme con le quali esso si afferma sul territorio. Le due motivazioni che stanno alla base del nuovo strumento urbanistico sono allora fortemente intrecciate. L’attuazione delle richieste della legge urbanistica regionale così come l’adeguamento alla pianificazione di scala superiore tendono infatti a favorire a livello locale una nuova attenzione ai caratteri delle trasformazioni urbane e territoriali, alle forme dello sviluppo, alla loro compatibilità con il sistema ambientale, alla loro qualità in termini di riconoscibilità e specificità. Le novità introdotte con la legge 12 diventano così importanti per il riconoscimento delle comunità locali e delle Amministrazioni comunali come attori della gestione della risorsa territoriale e ambientale. Questo riconoscimento ha come scopo prioritario quello di dare efficacia alla pianificazione locale coinvolgendo gli utenti diretti delle trasformazioni. Ed è proprio attraverso la consapevolezza della gestione del territorio che l’esperienza di piano può divenire strumento di crescita civile e culturale, esperienza capace di indurre i cittadini a mantenere viva la propria cultura e a credere nella capacità di continuamente ricrearla nei paesaggi in cui essi sono radicati. Tra i temi del dibattito culturale e anche politico italiano, quello dell’assenza di uno scenario fisico di riferimento per la crescita della società, del disinteresse verso un disegno di insieme, 3 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Premessa sta assumendo uno specifico valore. Ciò significa chiedere al progetto di architettura e di urbanistica una dimensione sociale. Coerentemente con la diffusione dell’effetto urbano sul territorio, l’obiettivo del progetto sta diventando la costruzione del contesto, e possiamo infatti parlare di una “architettura territoriale”. Il punto di arrivo è la costruzione di un paesaggio che tutto contiene, ma la cui qualità può essere suggerita solo per sezioni, concentrazioni discrete, relazioni capaci di disegnare la continuità del “territorio urbano”. Il paesaggio di cui parliamo è infatti un paesaggio che non è mai non urbano, che accetta la frammentarietà come aspetto primario della contemporaneità ma la vede come ricchezza di una dimensione complessiva. E’ a partire da queste consapevolezze e da questi requisiti che si articola la metodologia di costruzione del piano: essa passa attraverso una conoscenza approfondita del territorio e dei suoi problemi, una attenta definizione progettuale, la compenetrazione di uno sguardo capace di cogliere i problemi minuti e di grande dimensione. L’analisi del piano può essere vista come un articolato processo di descrizione e interpretazione: - dei caratteri geologici, naturali e d’uso dell’ambiente, cioè degli elementi determinati dalla morfologia naturale e dall’attività dell’uomo che condizionano le opere di trasformazione; - della forma urbana e dei suoi caratteri morfologici e tipologici, del sistema degli spazi di relazione e della loro qualità, delle condizioni e potenzialità del verde urbano: cioè di tutti gli elementi che costituiscono lo stato di fatto del piano; - della consistenza del patrimonio edilizio, dell’uso prevalente degli edifici e del suolo urbano: cioè della distribuzione delle funzioni che contribuiscono a definire il senso della città esistente; - della struttura socio-economica locale, della popolazione, dei caratteri della struttura produttiva, delle risorse finanziarie: cioè degli elementi che costituiscono il retroterra delle domande sociali; - del sistema viabilistico, del traffico e della sosta dei mezzi individuali di trasporto. Progettare significa anticipare, dare forma a ipotesi possibili, ma è anche il modo per organizzare le conoscenze in vista di un fine. Certo i progetti possibili sono molti e molti di essi hanno un livello di legittimità: ci sono i progetti di trasformazione degli operatori privati e delle imprese di costruzione, i progetti di conservazione degli ambientalisti, i progetti degli Enti pubblici. Si tratta allora di definire, entro la pluralità, un progetto legittimo per molti, se non per tutti: legittimo in quanto ancorato il più possibile agli elementi osservabili nella realtà territoriale; capace di argomentare le proprie scelte con elementi facilmente controllabili. Il piano è nel suo insieme un progetto, un progetto che investe un’ampia porzione di territorio. Un progetto che non deve limitarsi a dare indicazioni generiche, a grandi linee, ma anticipare per quanto possibile gli esiti dello sviluppo urbano proposto. E’ tuttavia un progetto articolato, che definisce alcune cose con maggior dettaglio e per altre indica regole meno specifiche: maggiore in luoghi strategici caricati di valenze simboliche, più contenuta in altri dove i

4 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Premessa problemi possono essere risolti attraverso una normativa che migliora ciò che è già insito nell’esistente. La presa in considerazione della scala territoriale, della scala urbana, e di quella relativa a problemi e luoghi di particolare rilevanza da risolvere con progetti di architettura urbana, è condizione necessaria perché i riflessi di una scala sull’altra possano fruttare per le scelte di pianificazione. Questa integrazione tra scale diverse, ad esempio tra aspetti e problemi legati al costruito urbano e aspetti propri dello spazio aperto, rende necessario uno sguardo unitario che conduca a un altrettanto unitario progetto urbano, senza negare le specificità di luogo e di metodo, ma che riconosca gli elementi comuni di cultura e struttura. Questa posizione presume la scelta di considerare i luoghi urbani come parte integrante del paesaggio, come sua parte più velocemente modificabile e quindi vulnerabile.

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1.3 PARTECIPAZIONE

La progettazione partecipata del Piano di Governo del Territorio si inserisce nel quadro normativo regionale. É esplicita, infatti, la volontà della Regione Lombardia, chiaramente espressa nella l.r. 12/2005, di indirizzare la progettazione del territorio verso una condivisione delle scelte e dei progetti. Questo cambiamento culturale nella progettazione del piano si basa sulla consapevolezza che l’elaborazione del piano stesso è un lavoro che non può e non deve essere svolto dai soli esperti, ma costituisce l’espressione di un’intera comunità locale, che attraverso il dialogo e il confronto definisce le proprie esigenze e i propri desideri. Per promuovere il coinvolgimento di Enti e cittadinanza, l’Amministrazione Comunale di Ripalta Cremasca ha avviato le procedure di partecipazione previste dall’art. 13 della L.R. n. 12/2005, sollecitando i Cittadini, singoli ed associati, a presentare proprie istanze, contributi e suggerimenti, al fine di contribuire alla definizione di scelte urbanistiche il più possibile condivise. Le …. istanze presentate sono state oggetto di una specifica valutazione di conformità delle stesse rispetto gli obiettivi di piano prefissati. Numerose sono state le occasioni di confronto che hanno visto il coinvolgimento della Giunta Comunale, dell’apposita Commissione Consiliare, di operatori locali e di semplici cittadini. Durante tali incontri sono state raccolte domande, chiarimenti, suggerimenti e richieste; affrontando pubblicamente discussioni su temi e scelte rilevanti che interessano il territorio. Molteplici sono stati gli incontri tra i tecnici incaricati e l’Amministrazione Comunale , tali momenti di confronto si sono posti un duplice obiettivo: da un lato esplicitare da un punto di vista teorico la disciplina urbanistica regionale, al fine di chiarire i contenuti della legge e dei vari strumenti realizzati, dall’altro coinvolgere i rappresentanti della cittadinanza nella definizione e strutturazione del quadro conoscitivo del Documento di Piano e dei primi obiettivi sostenibili di carattere ambientale, economico e sociale ritenuti prioritari.

Un atto di partecipazione maggiormente specifico ed esteso alla cittadinanza, riguarda la convocazione di una assemblea pubblica, in data 29/01/2010 alla quale sono stati invitati i cittadini del comune di Ripalta Cremasca interessati alla definizione del processo pianificatorio e programmatorio comunale.

Durate tale incontro, i Professionisti incaricati e gli amministratori comunali presenti, hanno illustrato la nuova forma, i contenuti e l’impostazione dello strumento di pianificazione introdotte dalla L.R. 12/05, nonché la nuova dimensione ambientale e lo strumento della VAS raccogliendo indicazioni dei partecipanti, volte ad esplicitare la loro idea per l’assetto futuro del territorio di Ripalta Cremasca.

In ottemperanza alle disposizioni legislative, è stato inoltre attivato un programma di Valutazione Ambientale Strategica che ha visto l’attuazione di un progetto condiviso finalizzato alla promozione di uno sviluppo sostenibile ed all'assicurazione di un elevato

6 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Premessa livello di tutela ambientale. La Valutazione Ambientale Strategica è stata sviluppata in parallelo agli obbiettivi definiti dal Documento di piano, in attuazione degli Indirizzi Generali per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) approvati con D.C.R. 13/03/2007 n. VIII/351 e degli ulteriori adempimenti di disciplina approvati dalla Giunta Regionale con Deliberazione n. 8/6420 del 27/12/2007.

L’atto di partecipazione specifico della VAS consiste nella convocazione della Conferenza di Valutazione , alla quale vengono invitati gli Enti territorialmente interessati e le Autorità con specifiche competenze in materia ambientale. L’iter prevede una seduta introduttiva (Conferenza di Scooping, tenutasi in data 11/01/2010), dove è illustrata l’Analisi ambientale del territorio, e una seduta finale nella quale vengono presentati il Documento di Piano nella forma prevista per l’adozione e gli esiti del processo di Valutazione nonché il Rapporto Ambientale.

Per favorire l’instaurarsi di un proficuo rapporto di sussidiarietà, l’Amministrazione comunale ha altresì attivato le procedure di confronto con tutti gli Enti preposti alla pianificazione sovracomunale come specificato all’art. 13 della L.R. n. 12/2005, in particolare con la Provincia di per una valutazione rispetto agli obbiettivi ed alle proposte espresse dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

Attraverso la partecipazione ed il rapporto/confronto con i soggetti destinatari degli interventi di pianificazione, è stato possibile raccogliere tutta la progettualità diffusa, con informazioni e dati che hanno consentito l’elaborazione di un Piano di Governo del territorio in grado di rispondere ai reali bisogni dei cittadini, singoli o associati e degli operatori economici o sociali.

Altri strumenti di informazione sono: - divulgazione telematica della documentazione di supporto al processo di VAS mediante il portale comunale, accessibile dal sito e di volta in volta aggiornato con la nuova documentazione disponibile; - affissione avvisi relativi a pubblicazioni e ad incontri in programma presso l’Albo Pretorio.

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1.4 LA STRUTTURA DEL PGT

Nei Comuni con popolazione superiore ai 2.000 abitanti il Piano di Governo del Territorio è strutturato in tre articolazioni:

1. Documento di Piano (atto strategico) che ha il compito di dichiarare gli obiettivi generali dell’assetto del territorio comunale e definire le strategie e le azioni specifiche da attivare per il loro conseguimento 2. Piano delle Regole che ha il compito di disciplinare in base alla vigente legislazione statale e regionale, le parti del territorio comunali riguardanti il tessuto urbano consolidato, le aree destinate all’agricoltura; le aree di valore ambientale ed ecologiche e le aree non soggette a trasformazione urbanistica 3. Piano dei Servizi che ha il compito di definire le azioni per l’adeguamento ed il potenziamento del sistema delle infrastrutture e delle attrezzature pubbliche alle esigenze dei cittadini

Al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente, la legge regionale, in ottemperanza alla direttiva 2001/42/CEE, sottopone il Documento di Piano alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) , intesa come un sistematico processo di valutazione delle conseguenze, sul piano ambientale, delle azioni proposte. Ogni atto di pianificazione necessita della “partecipazione diretta” di tutti i Cittadini e di un rapporto di effettiva sussidiarietà con gli altri Enti di Pianificazione in particolare con la Regione Lombardia e la Provincia di Cremona nell’ambito del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) nonché con gli operatori presenti sul territorio, per la ricerca di tutte le possibili soluzioni progettuali atte a migliorare la qualità complessiva del territorio.

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DOCUMENTO DI PIANO

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

2.1 . IL DOCUMENTO DI PIANO

La caratteristica fondamentale del Documento di Piano (art. 8 e 10bis L.R. 12/2005) è quella di possedere contemporaneamente una dimensione strategica, che si traduce nella definizione di una visione complessiva del territorio comunale, ed una più direttamente operativa, contraddistinta dalla determinazione degli obiettivi specifici da attivare per le diverse destinazioni funzionali degli ambiti soggetti a trasformazione.

Il Documento di Piano definisce

• il quadro ricognitivo e programmatico di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del comune, elaborato anche sulla base delle proposte dei cittadini singoli o associati, tenendo conto degli atti di programmazione provinciale e regionale • il quadro conoscitivo del territorio comunale, come risultante dalle trasformazioni avvenute, individua i grandi sistemi territoriali, il sistema della mobilità, le aree a rischio o vulnerabili, le aree di interesse archeologico e i beni di interesse paesaggistico o storico-monumentale e le relative aree di rispetto, gli aspetti socio- economici, culturali, rurali e di ecosistema, la struttura del paesaggio agrario e l’assetto tipologico del tessuto urbano e ogni altra emergenza del territorio che vincoli la trasformabilità del suolo e del sottosuolo • il quadro conoscitivo dell’assetto geologico, idrogeologico e sismico • gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che abbiano valore strategico per la politica territoriale • gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT. Nella definizione di tali obiettivi il documento di piano tiene conto della riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo in coerenza con l’utilizzazione ottimale delle risorse territoriali, della distribuzione dell’assetto viabilistico e della mobilità, nonché della possibilità di utilizzazione e miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello sovracomunale • in coerenza con i predetti obiettivi e con le politiche per la mobilità, le politiche di intervento per la residenza, ivi comprese le eventuali politiche per l’edilizia residenziale pubblica, le attività produttive primarie, secondarie e terziarie, ivi comprese quelle della distribuzione commerciale • la compatibilità degli interventi proposti con le risorse economiche attivabili dalla pubblica amministrazione

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

• gli ambiti di trasformazione ed i relativi criteri di intervento, preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica e storico-monumentale, ecologica, geologica, idrogeologica e sismica, laddove in tali ambiti siano comprese aree qualificate a tali fini nella documentazione conoscitiva; • le modalità di recepimento delle previsioni contenute nei piani sovracomunali • i criteri di compensazione di perequazione e di incentivazione

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2.2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Il Comune di Ripalta Cremasca è collocato geograficamente a nord della Provincia di

Cremona. Il suo territorio, che sviluppa una superficie di kmq 11.80, presenta una configurazione insediativa molto disgregata, imperniata sui poli costituiti dalla frazioni di Zappello, Bolzone, San Michele e dal capoluogo Ripalta Nuova. Lo sviluppo urbano è avvenuto in modo disordinato ed a volte irrazionale, lungo quelle direttrici ed assi che naturalmente si irradiavano e si sviluppavano dal centro. Oggi, ci troviamo a constatare, la reale esistenza di quattro poli, Ripalta Nuova, Zappello, Bolzone e San Michele, dalle differenti caratteristiche storiche, evolutive e tipologiche con una distribuzione degli spazi urbani non ottimale da un punto di vista logistico gestionale ma ormai consolidata dal punto di vista urbanistico e architettonico. L’evoluzione dello sviluppo urbanistico libero, il basso incremento demografico del Comune e l’effettiva presenza di ostacoli naturali (Fiume Serio) e costruiti dall’uomo (Strada Provinciale n. 54), hanno sempre contribuito a mantenere indipendenti tra loro le frazioni ed il capoluogo.

Il territorio è caratterizzato, a livello economico e paesaggistico, da una forte connotazione agricola nonché dalla presenza di una consistente area industriale/artigianale (loc. Zappello) ubicata lungo la SP 54 per il comune di .

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Il nucleo residenziale di Ripalta Nuova si è sviluppato storicamente lungo la SP. n. 591 Bergamo-Piacenza, che corre parallelamente al fiume Serio e, attraversando l’intero territorio comunale, collega il comune capo comprensorio di Crema (che costituisce polo attrattore soprattutto in termini di servizi quali ospedale, scuole e cultura) a Nord con i comuni di e a Sud. La frazione di S. Michele è ubicata a Nord-Ovest del capoluogo sulla strada comunale che unisce i comuni di Crema e parallelamente alla SP 591. La frazione di Zappello è posta a Ovest del capoluogo, collegata a questo dalla SP 54 e, parallelamente a questa, da una vecchia strada rurale, oggi adibita a percorso ciclopedonale fino al comune di Capergnanica. La frazione di Bolzone è situata ancora più a Ovest, sul prolungamento della SP 54 e del già citato percorso ciclopedonale. Come gran parte dei nuclei urbani della pianura cremasca, gli agglomerati residenziali sono costituiti da insediamenti sostanzialmente compatti, immersi nella campagna. L’agricoltura è l’elemento caratterizzante ed unificante del territorio e costituisce un presidio a difesa delle antiche infrastrutture agricole quali la rete delle strade secondarie, il reticolo idrico e gli insediamenti rurali storici.

Inquadramento viabilistico – comune di Ripalta Cremasca

15 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano Le caratteristiche peculiari del Comune sono quindi, principalmente, l’autonomia topografica del capoluogo e delle frazioni, l’accorpamento degli insediamenti industriali ed artigianali in fregio alla S.P. n. 54 ed ex S.S. n. 591, la mancanza di insediamenti agricoli all’interno del nucleo urbano, l’esistenza di nuclei agricoli sparsi nel territorio comunale ed il Fiume Serio che delimita ad est il territorio comunale. Alcune cascine sono tuttora presenti nel nucleo, tuttavia l’attività agricola più importante si sviluppa all’esterno del centro edificato. I nuclei urbani sono definiti sia per il capoluogo che per le frazioni dalle reti viarie principali che tagliano ortogonalmente il territorio comunale in direzione nord-sud. Orizzontalmente invece si snodano le due arterie principali di collegamento tra il capoluogo e le frazioni, la più antica a sud, la più recente costituita dalla S.P. n. 54. In fregio alla medesima si snoda la zona industriale artigianale più recente, in fase di completamento e saturazione. La tipologia edilizia è ovviamente diversificata per il nucleo urbano e per la parte di espansione verificatasi negli ultimi anni (completamento residenziale e lottizzazioni convenzionate). I vecchi nuclei edilizi, ben identificati nelle maglie dell’insediamento, pur non avendo grandi emergenze architettoniche e monumentali, conservano la loro importanza storica e documentale. I canali di traffico che interessano il Comune di Ripalta Cremasca, presentano punti obbligati che ne condizionano in assoluto, tracciato e capacità: via Roma e la S.P. n. 54 che, con il fiume Serio a Est, hanno determinato i confini dell’abitato di Ripalta Nuova. La ex S.S. n. 591 (via Roma per il tratto abitato) è l’asse viario più importante che interessa il territorio comunale. Essa sopporta non solo il traffico urbano ma soprattutto quello di attraversamento dell’abitato è quindi maggiormente interessata da un traffico veicolare leggero, intenso, in direzione nord-sud continuo che non interessa solo l’abitato. Il risultato si traduce in termini di congestione in alcuni momenti della giornata, anche perché, l’intera area urbana grava per il traffico veicolare sull’angusta viabilità del centro abitato.

Il nuovo percorso della SP 591, previsto dal PTCP a Est del fiume Serio e al di fuori del territorio comunale, influirà direttamente sulla viabilità provinciale e comunale, incidendo profondamente sulle infrastrutture esistenti. Il territorio del Comune in particolare sarà così sgravato da gran parte del traffico di attraversamento Nord – Sud, anche se rimarrà in essere quello destinato ai comuni più a Sud della provincia (Ripalta Guerina e Montodine). La realizzazione di questa importante infrastruttura aprirà in un prossimo futuro significative opportunità per ridurre l’inquinamento da traffico veicolare e consentire al capoluogo di Ripalta Nuova di poter finalmente attrezzare la via principale (via Roma) come percorso urbano.

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Dal punto di vista ambientale, il territorio comunale si colloca in parte nel Parco Regionale del Serio (l.r. 30 novembre 1983, n. 86, l.r. 16 settembre 1996, n. 26). Inoltre l’area del comune è solcata da numerose rogge tra cui un tratto della Roggia Alchina, della Roggia Comune e della Roggia Acquarossa, nonché da percorsi ciclopedonali volti alla valorizzazione ed alla fruizione dell’area. Il patrimonio naturale è inoltre costituito dalla estesa zona agricola, che circonda i nuclei urbani.

17 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

I

Il comune di Ripalta Cremasca è inserito nella Rete ecologica regionale nel settore “confluenza Serio-Adda”, settore localizzato nel triangolo compreso tra i fiumi Adda e Serio e che include la loro confluenza, dotato di un mosaico agricolo ed un ricco reticolo idrografico secondario aventi notevole valore naturalistico. Tra gli elementi di tutela presenti nel settore è inserito tra i corridoi primari il fiume Serio (n.11). Per questo elemento primario e di secondo livello è prevista una particolare attenzione a: Ambienti acquatici lotici: la regolazione del rilascio delle acque nei periodi di magra; il ripristino e la creazione di zone umide laterali; il mantenimento del letto del fiume in condizioni naturali, evitando la costruzione di difese spondali; il mantenimento delle fasce tampone; Boschi: la conservazione ed il ripristino di fasce boscali ripariali; il mantenimento delle piante vetuste; Zone umide: interventi di conservazione delle zone umide tramite escavazione e parziale eliminazione della vegetazione invasiva; la riapertura/ampliamento di chiari soggetti a naturale/artificiale interrimento; la creazione di piccole zone umide perimetrali; Ambienti agricoli: l’incentivazione della messa a riposo a lungo termine dei seminativi per creare praterie alternate a macchie e filari prevalentemente di arbusti per la flora e la fauna selvatica; l’incentivazione al mantenimento e ripristino di elementi naturali del paesaggio agrario quali siepi, filari, stagni; il mantenimento dei prati stabili polifiti e delle loro attività

18 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano tradizionali di sfalcio e concimazione; il mantenimento delle piante vetuste; l’incentivazione/attivazione di pascolo bovino ed equino regolamentato; la creazione di siti idonei per la riproduzione dell’avifauna legata ad ambienti agricoli. Per le aree soggette a forte pressione antropica inserite nella rete ecologica, si prevede: Superfici urbanizzate: favorire interventi di deframmentazione; mantenere i varchi di connessione attivi e migliorare quelli in condizioni critiche; evitare la dispersione urbana; Infrastrutture lineari: opere di mitigazione e di inserimento ambientale. Nel territorio del comune non sono invece presenti elementi di criticità quali grandi insediamenti urbani, cave, discariche o altre aree degradate.

19 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

2.3 PROSPETTIVE SOVRACOMUNALI: IL PTCP DELLA PROVINCIA DI CREMONA

La superficie complessiva del comune è di circa 11,8 kmq. La superficie agricola utilizzata è pari a circa l’86,80% del territorio comunale (di cui il 79,50 % è individuata dal PTCP come area agricola strategica) e la restante superficie territoriale, pari a 13,20%, rappresenta le aree urbanizzate o occupate da infrastrutture.

L’area urbanizzata e residenziale del comune si sviluppa principalmente nel capoluogo di Ripalta Nuova e nelle frazioni di S. Michele, Zappello e Bolzone, collegate attraverso la SP 54 Ripalta-Capergnanica. La presenza dell’asse viario costituito dalla ex ss 415 Bergamo- Piacenza, che attraversa il territorio da nord a sud, costituisce elemento caratterizzante, e nello stesso tempo, di criticità del centro urbano. Lungo la SP 54 si distingue un’area produttivo-artigianale di una certa consistenza, nella quale operano piccole imprese in vari settori.

L’estratto della Carta degli usi del suolo della variante del PTCP della provincia di Cremona, approvata dal Consiglio Provinciale con delibera n. 66, in data 8 aprile 2009, mette in evidenza gli elementi che compongono il territorio comunale di Ripalta Cremasca dal punto di vista della composizione dei suoli, secondo i tematismi adottati dalla cartografia DUSAF.

20 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

Usi del suolo comune di Ripalta Cremasca [Fonte: PTCP Provincia di Cremona] 21 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

La copertura dell’intero territorio comunale di Ripalta Cremasca secondo quanto individuato dall’ARPA Lombardia e dall’analisi cartografica del territorio, è ripartita nel seguente modo:

Usi del suolo Superficie (ha) Aree artificiali 182,9 Aree agricole 955,8 Aree boschive e semi naturali 27,1 Aree umide 0,0 Corpi idrici 14,2 TOTALE 1180,0

Tabella Usi del suolo [Fonte: Rapporto sullo Stato dell’Ambiente in Lombardia, ARPA Lombardia, 2008]

Ripartizione percentuale uso del suolo [Fonte: Elaborazione dati Rapporto sullo Stato dell’Ambiente in Lombardia, ARPA Lombardia, 2008]

Sul territorio extraurbano di Ripalta Cremasca si riconoscono tematismi vegetazionali e ambientali, tra i quali ad esempio aree a seminativo semplice, seminativo con presenza rada di filari, vegetazione arbustiva e ripariale, vegetazione dei greti, aree idriche (specchi d’acqua), legnose agrarie (pioppeti) ed un ambito degradato a sud del territorio comunale. L’azzonamento mette in evidenza che la zona del territorio maggiormente urbanizzata è quella centro-settentrionale lungo una direzione ideale est-ovest in corrispondenza dei tre principali aggregati urbani che costituiscono le frazioni di Ripalta Nuova, Zappello e Bolzone. Sul territorio comunale inoltre si distinguono alcune aree produttive (Dumax srl, in via Roma, a sud della frazione di Ripalta Nuova e l’impianto di compressione della Stogit, Centrale Stoccaggio gas, a sud del territorio comunale). Nelle altre aree produttive localizzate sul territorio comunale operano piccole imprese artigianali in vari settori (produzione strumentistica, alimentare, serramenti, prodotti plastici). 22 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

La Carta del valore agricolo del suolo del PTCP di Cremona è stata realizzata tramite la sovrapposizione dei tematismi Capacità d’uso del suolo ( Land Capability Classification ), derivata dalla carta pedologica regionale riguardante i suoli fertili – e Destinazione d’uso dei suoli agricoli e forestali (DUSAF) applicando il calcolo per punteggi del metodo Metland.

La sovrapposizione geografica dei due tematismi porta alla divisione del territorio agricolo in aree caratterizzate da diverse classi di valore agricolo: alto, medio e basso. Il comune di Ripalta Cremasca è caratterizzato dalla presenza di due differenti classi: la maggior parte del territorio comunale presenta un valore agricolo alto, ovvero si tratta di aree in cui sono presenti suoli adatti all’agricoltura e destinati a seminativo, mentre una piccola porzione del territorio comunale, quella aderente al corso del fiume Serio, è caratterizzata da valor agricolo medio, cioè si tratta di suoli ad alta capacità d’uso e/o caratterizzati dalla presenza di colture redditizie. Le aree con valore agricolo basso – di piccola dimensione - generalmente sono aree naturali o comunque aree senza attività agricola.

Carta del valore agricolo del suolo (fonte: PTCP – Provincia di Cremona)

23 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

L’estratto della Carta degli indirizzi per il sistema paesistico ambientale della variante del PTCP della provincia di Cremona, approvata dal Consiglio Provinciale atto n. 66, 8 aprile 2009, mette in evidenza alcuni elementi fondamentali per la definizione del sistema paesistico-ambientale che caratterizza il territorio comunale di Ripalta Cremasca. Per ciò che riguarda la definizione delle unità tipologiche di paesaggio si ritiene importante definire le componenti paesaggistiche che caratterizzano il comune in analisi.

Il territorio comunale di Ripalta Cremasca appartiene a differenti unità di paesaggio:  la maggior parte del territorio appartiene ai “Paesaggi agricoli del livello fondamentale della pianura”, caratterizzato dall’andamento nord-sud degli elementi morfologici ed idraulici principali, da intensa antropizzazione e da povertà di elementi naturalistici.  la fascia orientale, che corre lungo l’alveo del fiume Serio, appartiene alle “Componenti paesaggistiche di interesse primario”, aree a marcata sensibilità ambientale e ad elevata valenza e potenzialità naturalistica, strettamente relazionata

24 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano all’elemento idrico, in particolare all’aerale formato e modellato dall’azione erosiva e sedimentaria del fiume Serio; si tratta di un’area tutelata dal codice dei beni culturali e del paesaggio per bellezze di insieme e inserita nel Parco Regionale del fiume Serio  sul confine sud del territorio corre il limite inferiore della fascia delle risorgive.  sono ancora evidenti, tra i sistemi dell’organizzazione del paesaggio agrario tradizionale, le tracce della centuriazione del territorio.  È presente, in Ripalta Nuova, il parco del palazzo Bonzi con la presenza di alberi monumentali.

L’estratto della Carta delle tutele e delle salvaguardie mette in evidenza gli elementi di tutela e di salvaguardia presenti sul territorio comunale di Ripalta Cremasca.

Carta delle tutele e delle salvaguardie [Fonte: PTCP Provincia di Cremona, aggiornamento 2009]

25 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

Fra gli elementi di salvaguardia vengono evidenziate le infrastrutture per la mobilità esistenti (la ex ss. 59 in direzione nord-sud che collega Bergamo a Piacenza attraversando il centro di Ripalta Nuova. Per quanto concerne gli ambiti di tutela vengono analizzate le aree soggette a regime di tutela del PTCP stesso, ovvero la rete ecologica provinciale (il fiume Serio, la roggia Acqua Rossa e la roggia Comuna) e l’orlo di scarpata del fiume Serio. Il territorio comunale non presenta elementi di rischio sismico. E’ segnalata la presenza di rischio idrogeologico elevato: fascia A – Limite tra la fascia A e B ai sensi del Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico (P.A.I.) approvato con DPCM 24/05/2001, G.U. n. 183/2001.

Carta delle sensibilità ambientali – [Fonte: PTCP Provincia di Cremona, aggiornamento 2009]

La Carta delle sensibilità ambientali per il territorio di Ripalta Cremasca mette in evidenza i seguenti elementi di sensibilità presenti:

26 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano  Zona rossa: RF – Aree ad elevato pregio naturalistico (il parco del palazzo Bonzi, il percorso finale della roggia Acqua Rossa e parte del territorio inserito nel Parco del fiume Serio)  Zona gialla: LF2 – Superficie modale stabile pianeggiante, intermedia tra aree più rilevate (dossi) e depresse (conche e paleo alvei). Corrisponde alla quasi totalità del territorio del comune;  Zona verde scuro: VA8 – Superfici sub pianeggianti corrispondenti alle piane alluvionali delle valli più incise, comprese tra i terrazzi antichi e le fasce maggiormente inondabili limitrofe ai corsi d’acqua, da cui sono generalmente separate da gradini morfologici;  Zona viola scuro: VT2 – Terrazzi fluviali sub-pianeggianti condizionati da un drenaggio lento, causato dal ristagno e dal deflusso di acque provenienti da superfici più rilevate (paleo alvei, conche, depressioni);  Zona marrone: LF5 – Superfici limitrofe ai principali solchi vallivi, ribassate rispetto alla pianura LF2, generate da antiche divagazioni di corsi d’acqua, delimitate da orli di terrazzo discontinui o raccordate alla superficie modale, talora dotate di pendenze molto basse.

La Carta degli indirizzi per il sistema insediativo e per le infrastrutture inserisce il comune di Ripalta Cremasca nelle polarità urbane di terzo livello e riconferma il sistema infrastrutturale esistente. Non sono previste aree industriali di rilevanza sovracomunale. Al terzo livello di polarità sono collocati i comuni della provincia, le cui prestazioni sono generalmente connesse alla presenza di servizi di base e che sono caratterizzati da ambiti di gravitazione locale. Le polarità di terzo livello si articolano in tre categorie in funzione delle dimensioni e degli andamenti demografici e del livello dei servizi di base alla popolazione. Ripalta Cremasca appartiene alla seconda categoria che comprende i comuni di media rilevanza (indicati con la sigla 3b), i quali raggiungono almeno due dei requisiti sotto indicati. • una popolazione superiore ai 2.500 abitanti; • una dinamica demografica stabile o in crescita; • un livello soddisfacente di servizi di base alla popolazione (classe 5 : cicli scolastici incompleti e senza servizi sanitari).

27 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

Carta degli indirizzi per il sistema insediativo e delle infrastrutture [Fonte: PTCP Provincia di Cremona, aggiornamento 2009]

28 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

2.4 STATO DI ATTUAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE VIGENTE

Il comune di Ripalta Cremasca, pur disponendo di un Piano Regolatore Generale relativamente recente (anno 2004), risente di un’impostazione urbanistica definita dalla L.R.51/75 lontana dai nuovi principi e modalità di governo del territorio definiti dalla recente L.R. 12/2005. Il PRG di Ripalta Cremasca è stato approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 47 del 05/12/2005. Il Piano Regolatore, nel complesso, ha raggiunto solo in parte gli obiettivi prefissati; in particolare ha permesso di conservare l’impianto morfologico originario del nucleo storico anche se il rimando alla pianificazione attuativa (Piani di recupero) ha di fatto impedito gli interventi di ristrutturazione e di riuso degli edifici esistenti; per quanto riguarda le zone di nuova edificazione, il PRG prevedeva ambiti di espansione per una superficie territoriale di mq. 142.233,43: di questi ne sono stati attuati mq. 80.871,11 (pari al 56,8%) e ne restano da attuare mq. 61.362,28 (pari al 43,2%). Per quanto attiene le previsioni di PRG relative a servizi pubblici, gli obiettivi prefissati sono rimasti in diversi ambiti inattuati. Su una previsione di aree per attrezzature collettive di mq. 136.582,07 ne sono state attuate solo mq. 12.360,66 (pari al 9%). Il PRG vigente – unitamente al precedente strumento urbanistico - ha indirizzato il comune di Ripalta Cremasca verso un consistente sviluppo insediativo (+22% della popolazione residente dal 1971 al 2001, mentre il trend di incremento dal 2001 al 2009 è sceso poi al 10%) e verso un discreto sviluppo produttivo (le aree industriali occupano una superficie di 1.829.00 mq, pari al 15,5% del territorio comunale) che è però terminato prima del 2004. Nello stesso tempo, il PRG vigente è stato solo parzialmente in grado di garantire uno sviluppo dei servizi alla persona che qualifichino il territorio e rispondano alle esigenze sociali, culturali e ricreative degli abitanti. La scarsa attuazione delle attrezzature collettive è anche dovuta ad un sovradimensionamento delle stesse, figlio di una impostazione urbanistica basata sullo standard numerico. È comunque importante sottolineare come negli ultimi 5 anni, a fronte di un incremento della popolazione, l’Amministrazione Comunale sia stata in grado di mettere a disposizione dei cittadini - la ciclabile di collegamento diretto con Crema; - la ciclabile per il collegamento con le frazioni di Zappello e Bolzone e il suo prolungamento fino al comune di Capergnanica; - una porzione di cascinale ristrutturato nella frazione di S. Michele da destinare alla realizzazione di una sala polifunzionale e di un ambulatorio medico; - una porzione di cascinale ristrutturato nella frazione di Zappello da destinare alla realizzazione di una sala polifunzionale; - il restauro della sede municipale

29 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

AREE STANDAR A SERVIZIO DELLA CITTADINANZA Tavola DESTINAZIONE DELL’AREA SUPERFICIE (mq) Dp 14 S1 Scuola elementare 2.052 S2 Scuola media 2.006 S3 Scuola materna 1.108 S4 Scuola materna 1.096 S6 Scuola materna 415 G1 Municipio 2.068 G2 Palestra 5.144 G3 Ufficio postale e assistenza sanitaria 928 G4 Assistenza sanitaria 48 G5 Assistenza sanitaria 91 G6 Associazione culturale 136 G7 Edificio polivalente (dismesso) 258 G8 Assistenza sanitaria 238 Sp1 Campo sportivo 25.915 Sp2 Campo sportivo 3.550 R1 Chiesa di San Cristoforo (Ripalta Nuova) 1.343 R2 Casa famiglia 72 R3 Casa parrocchiale 1.478 R4 Oratorio (Ripalta Nuova) 5.983 R5 Chiesa di S. Michele 457 R6 Oratorio e casa parrocchiale 1.646 R7 Chiesetta di S. Maria (S. Michele) 30 R8 Chiesa di S. Bernardo (Zappello) 420 R9 Oratorio (Zappello) 1.075 R10 Chiesa di S. Maria (Zappello) 24 R11 Chiesa di S. Antonio abate (Bolzone) 626 R12 Oratorio e casa parrocchiale (Bolzone) 1.212 R13 Chiesa di S. Antonio (Bolzone) 223 VA1 Giardini Comune-Scuola (Ripalta Nuova) 563 VA2 Parco giochi (Ripalta Nuova) 702 VA3 Verde ciclabile (Ripalta Nuova) 689 VA4 Piazza (Ripalta Nuova) 349 VA5 Verde cimitero (Ripalta Nuova) 1.892 VA6 Verde monumento (S. Michele) 633

30 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

VA7 Verde cimitero (Zappello) 1.336 VA8 Verde monumento (Bolzone) 59 VA9 Verde oratorio-materna (Bolzone) 4.001 VA10 Verde giardini (Bolzone) 608 V1 Verde strada (Ripalta Nuova) 1.135 V2 Verde strada (Ripalta Nuova) 1.429 V3 Verde parcheggio (Ripalta Nuova) 674 V4 Verde giardini (Ripalta Nuova) 350 V5 Verde aiuole (Ripalta Nuova) 175 V6 Verde parcheggio (Ripalta Nuova) 805 V7 Verde parcheggio (Ripalta Nuova) 497 V8 Parco centro sportivo (Ripalta Nuova) 16.926 V9 Verde ciclabile (S. Michele) 328 V10 Verde parcheggio (S. Michele) 198 Tc1 Edificio ENEL (Ripalta Nuova) 295 Tc2 Acquedotto (Ripalta Nuova) 1.335 Tc3 Cimitero (Ripalta Nuova) 4.105

TC4 Piazzola ecologica 2.010 TC5 Cimitero (Zappello) 2.035

TC6 Acquedotto (Zappello) 945

TC7 Cimitero (Bolzone) 1.546 PARCHEGGI 25.776

TOTALE 131.041

Aree Standard a servizio della cittadinanza

TOTALE SERVIZI 131.041 SERVIZI ESISTENTI PER ABITANTE 131.041/3.368 = 38,91 mq/ab

AREE STANDAR A SERVIZIO DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE SUPERFICIE Tavola Dp 14 DESTINAZIONE DELL’AREA (mq) PARCHEGGI 7.599 V12 Parco centro sportivo (Bolzone) 8.348

TOTALE 15.947

Aree Standard a servizio delle attività produttive

31 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano Una valutazione delle aree di proprietà comunale o di interesse pubblico a servizio della residenza evidenzia una disponibilità di mq. 131.041 che riferiti alla popolazione residente (3.368 al 31.12.2009) si traduce in uno standard esistente pari a 338,91 mq/ab che risulta di gran lunga superiore (18 mq/ab) a quanto richiesto dalla L.R.12/2005.

Stralcio dall’elaborato DP 14 ANALISI DEI SERVIZI

Alla luce di quanto sopra osservato il Piano Regolatore Generale di Ripalta Cremasca è dunque uno strumento che in parte ha esaurito la propria capacità programmatoria, sia perché ha raggiunto – anche se non completamente – gli obiettivi prefissati, sia perché risulta superato da nuove istanze e trasformazioni territoriali, sia perché superato sul piano della cultura urbanistica dall’introduzione della L.R. 12/2005; motivi che rendono necessario un rinnovato sistema di pianificazione volto alla ricerca di condizioni di sviluppo compatibili con le risorse disponibili nel rispetto delle peculiarità storiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche che connotano Ripalta Cremasca. In altri termini si rende necessario “ governare il territorio” e superare il concetto di standard quantitativo e sostituirlo con quello di standard qualitativo.

32 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

Stralcio dall’elaborato DP 5 STATO DI ATTUAZIONE DI PRG VIGENTE

33 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

2.5 ANALISI DEI DATI DEMOGRAFICI

Il primo e fondamentale input per la verifica delle necessità di servizi per il Comune di Ripalta Cremasca è dato dall’analisi dei dati demografici a livello comunale. I dati censuari sono caratterizzati da un elevato numero d’attributi e dalla ricorrenza storica, consentendo così di arricchire l’analisi demografica oltre il solo valore dei residenti e permettendo confronti su serie storiche. Il servizio statistica della Provincia di Cremona, nell’Annuario statistico della Provincia di Cremona al 31/12/2007, analizza le dinamiche demografiche interne alla provincia, in atto nell’ultimo biennio, confermando l’incremento della popolazione residente nel territorio cremonese. Il trend demografico ha infatti visto il superamento della soglia dei 350 mila abitanti del 2006 di oltre cinquemila unità, che hanno portato i residenti a oltre 355 mila nel 2007.

Andamento della popolazione provinciale 1861-2001 (Censimento ISTAT – Provincia Cremona )

Tale incremento della popolazione è interamente imputabile alla rilevante presenza di cittadini stranieri regolarmente residenti, alla quale il 2007 ha impresso un’accelerazione notevole rispetto al trend precedente. Il grafico riportato di seguito mette in evidenza il trend demografico nei censimenti della popolazione dal 1861 al 2001, mentre il secondo grafico, figura 5.58, evidenzia l’evoluzione storica delle dinamiche demografiche, dal 1997 al 2007. Si ritiene importante equiparare i dati relativi ai due grafici, al fine di poter affermare che nell’arco temporale 2001-2007 la popolazione nella provincia di Cremona è cresciuta del 5,6%, a conferma di un dato di crescita a livello regionale di incremento che, per lo stesso arco temporale, si attesta intorno al 6%.

34 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

Trend della popolazione residente [Fonte: Rapporto sulla popolazione residente nei comuni della provincia di Cremona e sulla presenza degli stranieri, Provincia di Cremona, 2007]

Il comune di Ripalta Cremasca si trova nell’area del Cremasco e dal punto di vista delle dinamiche demografiche, secondo le analisi della provincia, nell’arco temporale 2001-2009, è caratterizzato da un incremento di popolazione pari al 10% circa, di poco superiore rispetto al dato medio di crescita della provincia di Cremona. Nel comune risiedono circa 3.368 abitanti (dato relativo al 31 dicembre 2009). La densità abitativa media registrata nell’anno 2008 risulta pari a 282,71 ab/kmq, mentre lo stesso dato registrato dalla provincia di Cremona, nel 2008, è pari a 203,42/kmq.

Dimensione demografica della popolazione residente nella provincia di Cremona (Fonte: PTCP)

Nel corso degli ultimi decenni, il comune di Ripalta Cremasca alla pari di altri comuni della provincia di Cremona, ha subito un deciso incremento della popolazione residente. I dati dei censimenti ISTAT del 1971, 1981, 1991, 2001, indicano un trend di crescita pari al 22% dal

35 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano 1971 al 2001, poiché la popolazione è passata da 2.514 a 3.065 unità; non confermato poi dal trend di crescita molto più contenuto avvenuto nell’arco 2001-2009, pari a circa il 10%.

Nell’arco di tempo compreso fra il 2001 e il 2009 la popolazione residente nel comune di Ripalta Cremasca ha quindi mantenuto un trend di crescita lieve ma costante.

Si rileva un analogo incremento del numero di famiglie nell’intervallo 2003-2009: il trend di crescita è pari infatti al 15%. 36 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

Il numero medio di componenti per famiglia si attesta intorno al valore medio di 2,4 unità nel 2008, mostrando un leggero decremento rispetto allo stesso dato rilevato nel 2001, pari a 2,6. L’indice di vecchiaia, inteso come il rapporto tra la popolazione con più di 64 anni e la popolazione nella fascia di età 0-14 anni, per 100 è pari a 158,43 nell’anno di riferimento 2008. Ciò significa che per 100 bambini di età compresa fra 0 e 14 anni, sono presenti 158,43 persone di età superiore ai 65 anni. Tale dato, di poco inferiore alla media provinciale pari a 163,58, mette in evidenza una struttura demografica comunale poco equilibrata rispetto ad altre realtà territoriali della provincia cremonese; confermando un sostanziale disequilibrio fra le diverse classi di età: un indice di natalità sempre più basso a fronte di un continuo innalzamento delle aspettative di vita e quindi delle classi anziane. A livello provinciale il dato subisce una leggera decrescita nell’arco di tempo analizzato (2006- 2008). Tale trend non è invece confermato nel comune di Ripalta Cremasca: l’indice è in costante, anche se leggera, crescita.

Per poter comprendere le dinamiche interne ed i fattori demografici, umani, sociali ed economici, propri del comune oggetto di analisi, è importante fare riferimento ad altri parametri, oltre all’indice di vecchiaia. L’indice di dipendenza strutturale, rappresenta il peso percentuale della popolazione fuori dall’età lavorativa (da 0 a 14 anni e oltre 64 anni), rispetto

37 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano alla popolazione in età da lavoro (15-64 anni). In provincia di Cremona nel 2006 ogni 100 unità in età teorica di lavoro, c’erano 52 persone in età non lavorativa (giovani e anziani). Nel 2008 il carico sociale per la popolazione lavorativa ha raggiunto e superato la soglia delle 53 unità. Anche per questo indicatore si rileva un trend in costante crescita. Per quanto concerne la realtà di Ripalta Cremasca tale indice presenta un andamento in lieve ma costante crescita: si passa da 46,50 a 48,40. L’indice di dipendenza strutturale si mantiene comunque al di sotto della media provinciale. Indice di dipendenza strutturale di Ripalta Cremasca. e della Provincia di Cremona

L’indice di dipendenza giovanile, è il rapporto tra i giovanissimi fino a 14 anni e la popolazione attiva, la popolazione cioè che può in teoria trovare un’occupazione. In questi ultimi anni, per quanto concerne il territorio provinciale, si nota un trend crescente, che rappresenta un ampliamento percentuale delle fasce d’età giovanili. Parallelamente a questo indicatore notiamo un trend costante per quanto riguarda l’indice di dipendenza senile. La popolazione oltre l’età lavorativa (over 64 anni), pesa percentualmente sulla popolazione attiva, in modo costante nell’ultimo triennio analizzato. La situazione nel comune di Ripalta Cremasca, nell’anno 2008, si può riassumere nel seguente modo: l’indice di dipendenza strutturale è pari a 48,40, ovvero 48 persone su 100, non sono economicamente autonome e quindi presumibilmente inattive. Di queste, 19 sono giovani al di sotto dei 14 anni (vedi Indice di dipendenza giovanile) e 29 anziane al di sopra dei 65 anni (vedi Indice di dipendenza senile). La realtà territoriale in esame conferma un sostanziale disequilibrio fra le fasce giovani e le fasce anziane. Indice di dipendenza giovanile di Ripalta Cremasca e della Provincia di Cremona

Indice di dipendenza senile di Ripalta Cremasca e della Provincia di Cremona

Il saldo naturale, ovvero la differenza fra il numero dei nati e quello dei morti, nel comune in analisi, risulta pari a quattro nel 2002, negativo nel 2003 e sostanzialmente negativo nell’arco di tempo 2005-2008, confermando una lieve decrescita delle nascite. Il saldo migratorio, ovvero la differenza fra il numero di immigrati ed il numero di emigrati, all’interno del territorio di Ripalta Cremasca risulta sempre positivo nell’arco di tempo

38 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano analizzato. I dati rilevati sono significativi soprattutto per poter giustificare la costante, seppur leggera crescita della popolazione registrata negli anni, a fronte di un saldo naturale sostanzialmente negativo. Tale tendenza si inserisce pienamente nel trend nazionale. In base ai dati raccolti gli stranieri residenti nel comune di Ripalta Cremasca al 31 dicembre 2008 sono 162, con un’incidenza percentuale sui residenti pari al 5%, leggermente inferiore al dato medio provinciale pari a 8,5%. La popolazione straniera è composta da 78 maschi e 84 femmine. Rispetto al totale il 18,5% ha età inferiore ai 14 anni, il 79% età compresa fra i 14 e i 64 e il restante 2,5% ha età superiore ai 65 anni. Se si analizza il trend di crescita della popolazione straniera residente nel comune di Ripalta Cremasca, si rileva una crescita esponenziale dal 2002 ad oggi, pari al 200%.

39 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

2.6 ANALISI AMBIENTALE

Il territorio del comune di Ripalta Cremasca è situato nella parte Nord-occidentale della provincia di Cremona, sul bordo dell’altura che costituiva l’Isola Fulcheria. Esso confina con i comuni di Capergnanica ad ovest, Crema a nord, e a est, Ripalta Guerina, Moscazzano e a sud. La superficie complessiva del comune è di circa kmq 11,80. Il comune di Ripalta Cremasca è costituito da quattro frazioni ben distinte: Bolzone, Ripalta Nuova, S. Michele, Zappello. La frazione di S. Michele si sviluppa nel settore nord; quella di Ripalta Nuova (sede municipale) si estende sul lato orientale, mentre nel settore occidentale del territorio comunale si trovano gli abitati di Zappello e Bolzone. La zona del territorio maggiormente urbanizzata è la zona centro-settentrionale lungo una direzione ideale est-ovest, in corrispondenza dei tre principali aggregati urbani che costituiscono le frazioni di Ripalta Nuova, Zappello e Bolzone.

Inquadramento territoriale del comune di Ripalta Cremasca [Fonte: Rapporto sulla Qualità dell’aria di Cremona e Provincia, ARPA 2007]

L’amministrazione comunale di Ripalta Cremasca ha affidato l’incarico per la predisposizione dello studio del Reticolo Idrico Minore, come previsto dalla L.R. 1/2000 e secondo la DGR n. 7/7868 del 25/01/2002, così come aggiornata dalla DGR n. 7/13950 del 1/08/2003. La L.R. 1/2000, in attuazione del D.Lgs. n. 112/98, ha previsto l’obbligo per la Regione Lombardia di individuare il Reticolo Principale sul quale la Regione stessa continuerà a svolgere le funzioni di polizia idraulica (ex R.D. n. 523/1904), delegando ai comuni (con DGR 8/5774 del 31/10/2007) le competenze sul Reticolo Idrico Minore e trasferendo ai consorzi di bonifica le competenze sul Reticolo di Bonifica (DGR 25/1/2002 n. 7/7868, DGR 1/8/2003 n. 7/13950 e successive modifiche e integrazioni). 40 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano In particolare la DGR n. 7/7868 del 25/01/2002 stabilisce che sul Reticolo Minore la manutenzione, le funzioni di polizia idraulica e l’applicazione dei canoni (stabiliti dall’autorità regionale) siano di competenza locale, ovvero dei comuni. L’elaborazione delle carte con l’individuazione del Reticolo Idrico Minore (RIM), l’indicazione delle fasce di rispetto, la redazione delle norme tecniche e le relazioni con le previsioni dello strumento urbanistico vigente, permettono agli organi competenti di effettuare l’attività di “Polizia Idraulica” (art. 3 comma 114 L.R. 1/2000 e Allegato B DGR n. 7/7868 e DGR n. 7/13950). Essa si configura come attività di controllo degli interventi di gestione e trasformazione del demanio idrico e del suolo in fregio ai corpi idrici. L’obiettivo perseguito si sintetizza nella salvaguardia del RIM del territorio comunale e nella protezione dai rischi naturali o da quelli che conseguono alle sue modifiche e trasformazioni. Il bacino idrografico cui appartiene il comune di Ripalta Cremasca è il bacino del fiume Serio:

Figura 5.5- Bacini idrografici nella Provincia di Cremona [Fonte: Piano d’Ambito – A.ATO Provincia di Cremona, 2006]

Il territorio comunale è intersecato da vari corsi d’acqua, canali e rogge, fra i quali si riconoscono il Fiume Serio, appartenente al Reticolo idrico principale (individuato ai sensi dell’Allegato A della D.G.R. VIII/8127 del 1/10/2008 (la Regione Lombardia ha modificato, con tale DGR n. 8127, l'elenco dei corsi d'acqua del reticolo idrico principale, precedentemente individuato con DGR n. 13950/03), e alcune rogge principali: Roggia Acquarossa, Roggia Alchina, Roggia Credera e Roggia Comuna. La Roggia Credera scorre ad ovest lungo il confine con Credera, la roggia Comuna attraversa la frazione Bolzone con direzione nord-sud, la roggia Alchina attraversa l’abitato di Zappello sempre con direzione nord–sud ed infine la roggia Acqua Rossa, tipico esempio del sistema irriguo locale, che con direzione est-ovest, collega le tre rogge precedenti fino all’abitato di Ripalta Nuova. I corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrografico presenti sul territorio comunale sono oggetto di particolare tutela poiché costituiscono un elemento paesistico ambientale e/o

41 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano funzionale essenziale della pianura cremasca. Essi vanno salvaguardati nel loro percorso, mantenuti nella piena funzionalità idrogeologica ed integrati nel contesto paesistico ambientale in cui scorrono. Su entrambe le sponde dei corsi d’acqua deve essere istituita la fascia di rispetto, dove non è consentita nuova edificazione e la cui profondità è differenziata secondo l’importanza ed il valore dei corsi d’acqua. La fascia di rispetto, deve garantire la conservazione dell’ambiente di ripa, mantenere in piena efficienza il canale e la funzionalità delle sue opere idrauliche, consentire i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria del corso d’acqua. La profondità delle fasce di rispetto dei corsi d’acqua è così individuata: • Corso d’acqua del Reticolo Idrico Principale (Fiume Serio): fasce fluviali: (Fasce PAI A, B, C) definite e normate dalle NTA, artt. 28, 29, 30 e s.m.i. del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico; • Corsi d’acqua appartenenti al Reticolo Idrico Minore: lo studio del RIM ne individuerà la profondità in ambito urbano ed in ambito extraurbano.

Figura 5.6 – Estratto del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI): comune di Ripalta Cremasca [Fonte: Piano Stralcio Assetto Idrogeologico]

Non sono presenti corsi d’acqua con vincolo paesaggistico, ai sensi della DGR n. 4/12028 del 25 luglio 1986; mentre per quanto concerne la presenza di corsi d’acqua che ricadono in Aree Parco e riserve naturali (L.R. 86/83 e successive modifiche e integrazioni) o Aree Natura 2000 (Direttiva 92/43/CEE e successive), si segnala il solo Fiume Serio che ricade nell’area del Parco del Serio.

42 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano Nel territorio comunale di Ripalta Cremasca non sono infine presenti né fontanili, né sorgenti. Per la definizione e caratterizzazione del reticolo idrico principale e comunale, ai sensi della D.G.R. 7/7868 del 25/01/02 e succ., si rimanda quindi allo studio del Reticolo Idrico Minore ed allo Studio Geologico comunale.

Le principali limitazioni d’uso del territorio derivanti dalle normative in vigore, sono:

_ le aree sottoposte a vincoli ambientali: sono le aree soggette a vincolo paesaggistico appartenenti al Parco del Serio; l’approvazione del Piano territoriale di coordinamento del parco del Serio (art. 19, comma 2, L.R. 86/83 e successive modificazioni), con D.G.R. n. 7/192 del 28 Giugno 2000 (BURL n. 30 3° supplemento straordinario del 28 luglio 2000), apporta nuove modificazioni al perimetro approvato con L.R. 70/1985, nuove norme per la gestione e la tutela, e stabilisce i criteri e gli indirizzi per la pianificazione urbanistica comunale per le aree esterne al perimetro del parco;

_ le aree sottoposte a vincoli derivanti dalla pianificazione di bacino ai sensi dell’art. 17 della L. 183/89 e in particolare del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino Fiume Po (PAI), adottato con D.P.C.M. 24 maggio 2001, Elaborato n. 8, “Tavole di delimitazione delle Fasce Fluviali”. Sul territorio del comune di Ripalta Cremasca sono state tracciate le tre Fasce Fluviali PAI relative al Fiume Serio, definite come segue (FOGLIO 141 SEZ. IV – Crema SERIO 02): - Fascia A o Fascia di deflusso della piena costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente del deflusso della corrente per la piena di riferimento, così come definita nell’Allegato 3 al Titolo II delle NtA dello stesso Piano, ovvero che è costituita dall’insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena; - Fascia B o Fascia di esondazione, esterna alla precedente, costituita dalla porzione di territorio interessata da inondazione al verificarsi della piena di riferimento, definita sempre nel citato Allegato 3; - Fascia C o Area di inondazione per piena catastrofica, costituita dalla porzione di territorio esterna alla precedente Fascia B e che può essere interessata da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravi di quelli della piena di riferimento, sempre definita nell’Allegato 3 alle NtA del PAI.

_ le aree sottoposte a vincoli di polizia idraulica ai sensi del R.D. n. 523/1904 e D. Lgs. n. 258/2000 (art. 41) viene tutelato il reticolo idrografico con una fascia di rispetto, che verrà definita nell’ambito dello studio sul Reticolo Idrico Minore, in fase di elaborazione

_ le aree di salvaguardia delle captazioni ad uso potabile: per la salvaguardia dei requisiti di qualità delle acque destinate al consumo umano, emunte da pozzi ad uso idropotabile, sono state individuate dal D. Lgs. 152/1999 e successive modifiche (D. Lgs. N. 258 del 18/8/2000): - Zona di tutela assoluta: fascia di almeno 10 m all’intorno del punto di captazione in cui c’è divieto assoluto di intervenire sul territorio. - Zona di rispetto: fascia di almeno 200 m all’intorno del punto di captazione in cui sono previste limitazioni alla destinazione d’uso del territorio. 43 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano Le aree con vincoli ambientali nell’ambito del territorio comunale sono comunque limitate; l’elemento di maggior interesse è il fiume Serio con il suo Parco Regionale, la cui normativa di riferimento interagisce direttamente con le scelte urbanistiche comunali.

Il territorio del comune di Ripalta Cremasca è caratterizzato dalla presenza di corsi d’acqua sia appartenenti al Reticolo Idrico Minore, di competenza del Comune sia appartenenti alla Rete Irrigua Principale, per i quali la competenza è demandata ai Consorzi Irrigui.

Ret icolo Idrico comune di Ripalta Cremasca (fonte: Atlante Ambientale – Provincia di Cremona)

44 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

2.7 NUCLEO DI ANTICA FORMAZIONE

La L.R. 12/2005 prevede che il PGT individui i nuclei di antica formazione mediante il confronto tra la cartografia IGM di prima levatura del 1889 e il rilievo diretto dello stato di conservazione dell’edificato. All’interno del nucleo di antica formazione, dovranno essere identificati i beni ambientali e storico - artistico - monumentali oggetto di tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 o per i quali si intende formulare proposta motivata da vincoli. Gli obiettivi da perseguire sono la valorizzazione, la salvaguardia e il riutilizzo del nucleo di antica formazione , considerato patrimonio storico-culturale della collettività. Un attento riutilizzo del nucleo storico permette inoltre di dare risposta alla domanda abitativa con un minor consumo di suolo agricolo.

DEFINIZIONE DEL CENTRO STORICO: METODOLOGIA D’INDAGINE La L.R. 12/2005, in un’ottica di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale della collettività, conferma l’obbligatorietà della definizione del nucleo antico già introdotta dalla L.R. 01/2001. In ottemperanza alle prescrizioni legislative, sono stati indagati tutti gli edifici facenti parte del nucleo di antica formazione. Tale indagine ha come obbiettivo la definizione di normative di tutela e salvaguardia delle caratteristiche architettoniche ed ambientali dell’impianto storico dell’abitato.

Individuazione IGM del nucleo di antica formazione - Fonte Archivio Storico 45 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano La definizione delle modalità di intervento sugli edifici d’impianto storico, sono competenza del Piano delle Regole; che ha il compito di disciplinare gli interventi di recupero in rapporto alle caratteristiche generali del contesto e alle specifiche caratteristiche storiche e funzionali dei singoli edifici e degli spazi inedificati, salvaguardandone il valore architettonico in relazione al loro stato di conservazione o di compromissione. Si è proceduto ad individuare e perimetrare il nucleo di antica formazione sulla base della cartografia di prima Levatura dell’IGM che per Ripalta Cremasca risale all’anno 1889.

46 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano È di tutta evidenza la forte portata innovativa delle nuova legge che va nella direzione di una semplificazione massima delle possibilità operative nel centro storico, allo scopo di favorirne il recupero attraverso una snellezza amministrativa che è anche economicità di azione e garanzia di buon risultato.

Le analisi effettuate in questa fase hanno consentito una approfondita conoscenza del territorio, in questo caso del nucleo di antica formazione. Tale livello di approfondimento ha permesso di definire, nel Piano delle Regole, una dettagliata normativa finalizzata al recupero ed alla valorizzazione del nucleo storico. Tale analisi è stata condotta sulla base di un’ispezione diretta sul tessuto esistente attraverso la compilazione di apposite schede raccolte nell’allegato denominato “ Indagine sul nucleo antico: schedatura degli edifici ”.

Nelle schede di analisi il centro storico è stato suddiviso in zone urbane, identificate da una lettera alfabetica. All’interno di ogni zona urbana gli oggetti censiti sono stati individuati da un numero progressivo.

Esempio schedatura degli edifici nel nucleo di antica formazione

Di ogni oggetto identificato é stata riportata nella scheda una rappresentazione cartografica, al fine di mettere in evidenza l’unità di rilievo, e un’immagine fotografica (l’affaccio sulla strada principale o il più significativo). E’ stata inoltre identificata l’ ubicazione dell’edificio specificando il nome della via almeno per l’affaccio principale.

Dell’oggetto è stata poi definita la tipologia edilizia dell’impianto strutturale quale: chiesa oggetto edilizio adibito a funzioni connesse con il culto

47 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano edificio pubblico oggetto edilizio adibito a funzioni di pubblica utilità casa oggetto edilizio comune, adibito prevalentemente ad abitazione, con corpo singolo o abbinato, isolato o appartenente da un sistema edilizio specifico villa oggetto edilizio adibito esclusivamente ad abitazione, con caratteristiche di dimensione e finiture di pregio rispetto al tessuto in cui è inserito, con un corpo singolo, isolato e circondato da area di pertinenza, non necessariamente di distribuzione palazzo oggetto edilizio adibito esclusivamente ad abitazione, con caratteristiche di dimensione e finiture di pregio rispetto al tessuto in cui è inserito cascinale oggetto edilizio inserito nel tessuto urbano originariamente con funzione residenziale ed agricola svolta in specifiche costruzioni annesse, dotata di spazi pertinenziali di distribuzione e servizio alle attività agricole altro oggetti edilizi non compresi nelle categorie precedenti, con funzioni sussidiarie al residenziale o al terziario, accessorie

Dello stesso oggetto è stato poi definito l ’uso al momento del rilievo, distinguendo in pubblico e/o privato:

- Abitazione

- Commerciale

- Terziario

- Servizio pubblico

- Magazzino

- Agricolo

- Artigianale

- Accessorio al residenziale specificando inoltre il numero totale dei piani .

L’analisi dell’ impianto strutturale è stata approfondita attraverso il rilievo di:

- Impianto strutturale riferito al tipo di casa rilevata: a corte, in linea, cascinale, uni/bifamiliare, plurifamiliare, rustico - finiture esterne quali intonaco, pietra a vista, mattoni a vista e cemento a vista - coperture (classificate in base al tipo di falda); pavimentazioni e scale esterne

48 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano - serramenti

E’ stato poi rilevato con un giudizio di qualità lo stato di conservazione generale dell’edificio al momento della schedatura (classificato come ottimo, buono, mediocre, scadente).

La complessa e puntuale analisi ha consentito di definire la coerenza architettonica e ambientale di ogni edificio con il contesto urbano e le conseguenti modalità di intervento ammesse per assicurare la tutela e la valorizzazione dell’intero nucleo storico.

All’interno del Piano delle Regole è stata elaborata una tavola in cui sono precisate le modalità d’ intervento su ogni singolo edifici del centro storico.

Si è prestata inoltre particolare attenzione ai porticati in quanto elementi caratterizzanti la tipologia del cascinale a corte, tipico dell’area cremasca, e pertanto oggetto di specifica azione di conservazione e tutela.

49 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

2.8 CENNI STORICI

La conformazione attuale del Comune di Ripalta Cremasca e del suo territorio è l’esito di una lunga vicenda di modificazioni. I primi documenti che fanno riferimento ai nuclei che costituiscono il Comune risalgono al XII secolo, il 15 aprile 1174, dove la comunità cristiana residente riferisce di aver da tempo costruito una chiesa dedicata a S. Lorenzo il cui possesso era conteso tra il Vescovo di Cremona e quello di Piacenza. San Lorenzo – si dichiara in questo scritto – si trova entro il “castellare” di Ripalta, pertinenza del vescovo di Cremona. Il vocabolo castellare veniva usato nel Medioevo per indicare un insediamento abitativo rurale munito di rudimentali fortificazioni: se ne deduce che Ripalta non era solo un villaggio organizzato e consolidato, ma anche fortificato. E tale constatazione è suffragata dal toponimo “Filisèt” – nome rimasto ai campi a Sud-Est del paese – che sta ad indicare un appezzamento di terreno riservato a usi militari o a posto di guardia. Per quanto riguarda invece le frazioni (a parte S. Michele la cui storia va fatta risalire al Cinquecento), nel XII secolo certamente Zappello e Bolzone avevano già un loro nucleo di paese: lo si ipotizza dal progressivo disboscamento e prosciugamento degli acquitrini (richiesti dai Benedettini insediati a Cerreto nel 1084 e dai Cistercensi dal 1139), dallo scorrimento della roggia Acquarossa e, per Zappello, dalla sua posizione a metà strada sul percorso diretto tra Credera e Crema (“Sapel” significa infatti argine o sentiero rialzato rispetto ai terreni paludosi). Nel Trecento risulta poi scavata la roggia Alchina (dal nome di coloro che la scavarono nel 1390), inquadrato in quel contesto di provvedimenti che erano stati messi in atto per regolare rogge, fossati ponti e chiaviche e creare quel sistema di irrigazione della campagna che dura fino al presente. L’incremento demografico ed edilizio dei paesi ebbe nuovo impulso tra il XIV ed il XV secolo, quando Giorgio Benzoni, signore di Crema, fece costruire le bastie e una torre di avvistamento e di difesa a Ripalta Guerina e poi, successivamente, in tutti i paesi del cremasco: anche a Ripalta fu innalzata una torre e ne rimane il nome nella dizione popolare dell’attuale via XXIV Maggio (la “strada da la Tor”). Nel XVI secolo, con Venezia all’apogeo della sua potenza, i paesi del cremasco conobbero anni di quiete e di benessere: si ha notizia di un certo Arduino che possedeva beni “in locis Bucioni”, nelle località di Bolzone; sempre negli stessi anni, venne rifatta la cappella di Bolzone trasformandola in una vera e propria chiesa; a Zappello, nell’area dell’antico oratorio, venne costruito anche il campanile (1506) mentre nel 1512, in ricordo dell’antico borgo di Castelminore di S. Michele, distrutto da Lorenzo da Ceri per non dare protezione alle truppe francesi, venne eretta una chiesa dedicata sempre a S. Michele. Il 3 ottobre 1555 il Vescovo di Piacenza, con proprio decreto, erigeva la parrocchia di Zappello mentre undici anni più tardi la parrocchia di Ripalta Nuova ebbe un rinnovato riconoscimento giuridico: eventi da ricollegare alla bonifica di molti terreni e al conseguente incremento della 50 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano popolazione nei villaggi. L’ordine della Serenissima di sbarrare alla sera le porte della città di Crema – rendendo impossibili le comunicazioni tra la città ed il contado nella notte – portò alla formazione di comuni indipendenti: Rivolta, Castelminore (S. Michele), Zappello e Ripalta Guerina. Dal 1580 al 1583 il geografo E. Danti procedette alla compilazione di una carta geografica del Cremasco da cui si evince la netta raffigurazione del Rivoltano (Ripalta Nuova) e di Zappello, mentre le località di S. Michele e Bolzone sono appena accennate. Nel 1586 Luigi Vimercati fece costruire, a cavallo della roggia Comuna, all’ingresso di Bolzone, la torre Martinenga, a merlatura ghibellina.

La Torre Martinenga a Bolzone

Dopo la pestilenza del 1630, per esternare la riconoscenza a Dio e alla Vergine dello scampato pericolo, la Cappella della madonna del Rosario di Bolzone fu ornata di stucchi e di quadretti dei misteri attribuiti a Gian Antonio Barbelli (figlio del più famoso Gian Giacomo Barbelli) mentre autori di scuola barbelliana decoravano le altre tre cappelle; a Zappello veniva costruita la cappelletta della madonna del Popolo, oggetto di venerazione e ricordo fino a i nostri giorni. Nel 1688 il vescovo Zollio, volendo dare un nuovo assetto all’organizzazione della diocesi, istituì il vicariato foraneo di Ripalta Nuova, staccando questa parrocchia, assieme a S. Michele e Zappello, dal vicariato di Montodine, mentre Bolzone continuò a far parte del vicariato di . Nel Settecento, anche le campagne del Cremasco andarono arricchendosi di ville, non solo destinate alla villeggiatura dei nobili ma anche come centro di passatempo, contatto con la natura e centri di relazioni sociali o mondane. Sono di questo periodo le ville dei Vimercati a Ripalta e dei Bonzi a S. Michele. Negli anni tra il 1739 ed il 1748 venne ricostruita la chiesa parrocchiale di Ripalta Nuova, corrispondente a quella attuale, ad opera dell’architetto Giovan Battista Donati di Lugano. E nel 1769 la Repubblica di Venezia cedette alla parrocchia di Ripalta l’area attorno alla chiesa, che serviva da Camposanto con una cappella

51 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano demolita nel 1802 a seguito delle leggi napoleoniche che prescrivevavono che i cimiteri venissero collocati fuori dai centri abitati. Nel 1754 fu ricostruita anche la chiesa di S. Michele secondo le sembianze che sono pervenute fino al nostro tempo. Da un documento della Curia di Crema datato 1775 risulta che il Vicariato era composto da 5.824 abitanti, di cui 946 di Ripalta, 414 di Bolzone, 751 di S. Michele e S. Bartolomeo, 398 di Zappello. Tutti i quattro i villaggi sono comuni autonomi, organizzati civilmente e con a capo il console. Nel 1865 una nuova legge stabilì l’unione dei comuni minori: Bolzone fu aggregato a Zappello cui seguì la fusione dei comuni di Ripalta Nuova e S. Michele con S. Bartolomeo (1875). Il nuovo comune aveva in quegli anni 1.686 abitanti e una superficie di 10.573 pertiche cremasche. A seguito della legge Orlando del 1904 sull’istruzione elementare, i comuni di Ripalta e Zappello con Bolzone si erano premurati di reperire o costruire nuovi edifici per le scuole. Nel 1912 Ripalta, con S. Michele e S. Bartolomeo contava 1.929 abitanti; Zappello con Bolzone 950. Con R.D. n.951 del 1928 i due comuni vennero aggregati. Nel 1935 fu acquistato il palazzo Freri a Ripalta, bella costruzione di fine ‘800, con annesso parco, per essere destinato a sede del Municipio. L’edificio in cui si trovava precedentemente il comune, sorgente sulla piazzetta che dà su via Roma, fu destinato ad accogliere le scuole elementari. Nel primo dopoguerra, tra il 1951 e il 1956, viene realizzato – su area del parco antistante il municipio – un nuovo edificio per le scuole elementari, intitolato a Giovanni Pascoli. L’impulso maggiore allo sviluppo del paese inizia invece a cavallo tra il 1960 e il 1970, con l’attuazione del piano di fabbricazione che ha interessato soprattutto le periferie di Ripalta Nuova e Bolzone.

(Fonte: Pietro Savoia, Notizie su Ripalta Cremasca, 1992)

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2.9 ANALISI DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO RURALE

La sequenza dei processi di crescita dei nuclei edificati può essere colta come presenza, entro l’edificato complessivo di differenti sistemi insediativi dotati di una propria riconoscibilità. All’interno di questi sistemi è possibile riscontrare alcune regolarità morfologiche e tipologiche: la presenza di analoghe regole dispositive degli edifici, le modalità di posizionamento sul lotto e l’aggregazione tra gli edifici stessi. Il sistema insediativo storico corrispondente alla “cascina” è basato sull’edificazione attorno ad una grande corte. In questo sistema gli spazi giocano una funzione morfologica relativa alla definizione della tipologia edilizia. La cascina stessa, come parte di un sistema, definisce insieme alle strade la struttura del sistema stesso. “L’insediamento dell’abitato nel territorio cremasco, presenta principalmente l’aspetto del borgo dalla forma accentrata ed originariamente fortificata, mentre le dimore isolate sono scarse, se non complementari ai luoghi di culto. I terreni erano originariamente divisi in piccole proprietà fondiarie nelle quali si praticavano colture cerealicole e promiscue. E’ solo dopo il completamento delle grandi opere di bonifica che si presentò la possibilità di creare nuovi insediamenti sui territori strappati alle paludi. [...]Il portico, sempre presente, poteva assumere la forma di prolungamento del tetto e poggiare su pilastri in laterizio, piuttosto che essere impostato all’altezza del solaio del primo piano, che ospitava il granaio, per ottenere una migliore illuminazione ed aerazione. Una variante, probabilmente importata, è quella in cui al di sopra del portico è collocata una loggia in legno [...]. L’abitazione tipica era costituta di un corpo di fabbrica semplice, nel quale al piano terra si trovava la cucina, ai piani superiori la camera da letto, nel sottotetto il granaio e nel seminterrato la cantina. Similmente, il corpo di fabbrica rustico era costituito da una stalla al piano inferiore e un fienile al piano superiore, oltre ad essere dotato di portico. La stalla non era specializzata, ma accoglieva bovini ed equini [...]. Il fienile era aperto sul cortile, chiuso lateralmente da muri e posteriormente da una griglia cruciforme realizzata in mattoni. Sotto il portico si trovavano il servizio igienico e l’abbeveratoio per gli animali [...]. L’accesso al cortile era assicurato da una apertura, solitamente ad arco, praticata in un edificio o in un muro di recinzione e provvista di chiusura.” 1

Il territorio di Ripalta Cremasca è caratterizzato dalla presenza di cascinali storici quasi esclusivamente ubicati all’interno dei centri edificati del capoluogo e delle frazioni, ad esclusione della cascina del Dosso a Sud di Zappello; della cascina della Cà all’intersezione tra la strada comunale per Moscazzano e la strada comunale vicinale detta dei Grumelli; della cascina Le Caselle a S. Michele. Negli ultimi decenni, le attività agricole presenti all’interno del centro abitato hanno progressivamente trasferito l’attività negli ambiti agricoli esterni, per rispondere alle mutate esigenze strutturali e dell’organizzazione del lavoro.

1 Testo tratto da F. Selis,, Storia di un territorio agricolo e salvaguardia di un centro abitato , Fantigrafica, Cremona, 2006 53 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano Per il comune di Ripalta Cremasca, l’attività agricola rappresenta ancora un’importante realtà economica e culturale, da salvaguardare e promuovere.

Il PTCP della provincia di Cremona ha elaborato il censimento delle cascine presenti sul territorio provinciale, quali elementi di pregio culturale e di riconoscimento del patrimonio architettonico rurale, in una provincia in cui l’agricoltura rappresenta una delle voci più importanti dell’economia locale.

La superficie agricola utilizzata nel comune di Ripalta Cremasca è pari a circa il 75% del territorio. Le cascine rilevate dal censimento provinciale risultano 40, di cui 8 abbandonate, 27 sono abitate, 23 in attività e di queste 14 presentano allevamenti di diverse dimensioni che ospitano quasi esclusivamente bovini, ad eccezione di un unico allevamento suinicolo.

Fonte: PTCP Provincia di Cremona: La cascina cremasca

L’analisi in loco delle cascine site in ambito agricolo, ha riscontrato una notevole difformità rispetto al censimento provinciale.

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Numero aziende agricole in attività per comune [Fonte: PTCP Provincia di Cremona]

Dimensione media aziendale [Fonte: PTCP Provincia di Cremona]

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2.10 LA RETE DEI SERVIZI: ANALISI QUALI-QUANTITATIVA DEI SERVIZI ESISTENTI

Come già descritto nella premessa, la L.R. 12/2005 ha apportato diversi cambiamenti nel quadro della disciplina urbanistica; in particolare il Piano dei servizi, a partire dall’entrata in vigore della l.r. 12/2005, assume un carattere proprio e una valenza prescrittiva. E’ redatto al fine di individuare ed assicurare una adeguata dotazione di aree e di servizi di interesse pubblico. Per la redazione di tale piano, parte costituente del PGT, si è proceduto ad una dettagliata analisi dei servizi presenti nel Comune di Ripalta Cremasca al fine di valutarne la consistenza, l’accessibilità e la fruibilità da parte dei cittadini. Le aree e i servizi pubblici esistenti sono di seguito elencati e rappresentati nell’Elaborato Dp 14.

AREE E ATTREZZATURE PER SERVIZI STANDARD AREE ESISTENTI PUBBLICI (mq)

scuola materna Attrezzature scolastiche ed educative 6.677,0 scuola elementare

municipio ufficio postale Attrezzature generali, culturali, ricreative e di assistenza sanitaria 8.911,0 spettacolo, servizi di sicurezza palestra edificio polivalente

Sport e tempo libero campo sportivo 29.465,0

chiesa parrocchiale Attrezzature religiose chiesina 14.589,0 oratorio

Verde attrezzato 10.832,0

Verde non attrezzato 22.520,0

edificio ENEL cimitero Attrezzature tecnologiche e cimitero 12.271,0 Acquedotto Piazzola ecologica

Parcheggi 25.776,0

Aree ed attrezzature per servizi pubblici : schema riassuntivo

56 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano L’analisi dell’offerta di servizi esistenti è stata effettuata attraverso un’indagine sulla qualità dei servizi stessi, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti relativi alla distribuzione spaziale ed alla accessibilità. A tale scopo è stata elaborata una “scheda- tipo” di indagine che verifica le dotazioni di servizio, e sono state redatte schede per ciascun servizio censito.

57 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

CRITERI PER L’ANALISI DEI SERVIZI

I dati relativi alla rete dei servizi comunali sono stati raccolti con lo scopo di mettere in evidenza il rapporto fra il sistema dei servizi e i fattori principali che ne garantiscono accessibilità e fruibilità. La schedatura è stata elaborata tenendo in considerazione parametri che costituiscono anche una verifica prestazionale per l’avviamento di programmi di riqualificazione del sistema dei servizi esistenti.

I parametri individuati, sintetizzati per ogni tipologia di servizio, sono relativi:

• alla categoria (attrezzatura scolastica, socio-assistenziale..). Si è provveduto a specificare, oltre alla tipologia di servizio (scuola, biblioteca..), la denominazione ed il tipo di proprietà (pubblica o privata);

• alla localizzazione , corredata da estratto cartografico che la individui; 58 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

• alle caratteristiche dimensionali ( superficie del lotto, numero dei corpi di fabbrica, numero dei piani per ogni corpo di fabbrica);

• allo stato di consistenza (tipo di spazi ed uso);

• agli elementi integrativi della funzione principale (altri spazi annessi);

• allo stato di conservazione ( caratteristiche strutturali e di manutenzione);

• alla modalità di fruizione (tipologie di utenza);

• all’ accessibilità (tipologia dei percorsi, parcheggi servizi di trasporto collettivo, eventuali barriere architettoniche);

• al rapporto con il contesto urbano e compatibilità con le funzioni del comparto (vicinanza, lontananza e incompatibilità ambientali).

Di seguito si riporta la scheda relativa ai parametri di riferimento per i principali servizi prestati dal comune di Ripalta Cremasca.

CATEGORIA DEFINIZIONE DEL TIPO DI ATTREZZATURA CENSITA

TIPOLOGIA DEL SERVIZIO DEFINIZIONE DEL TIPO DI SERVIZIO CENSITO, DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE E TIPOLOGIA DI PROPRIETA’ PROPRIETÀ LOCALIZZAZIONE LOCALIZZAZIONE DEL SERVIZIO CORRELATA DA ESTRATTO CARTOGRAFICO E FOTOGRAFIA CHE LA INDIVIDUI CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE DIMENSIONALI ( SUPERFICIE DIMENSIONALI DEL LOTTO, NUMERO DEI CORPI DI FABBRICA, NUMERO DEI PIANI PER OGNI CORPO DI FABBRICA) STATO DI CONSISTENZA DEFINIZIONE DELLA TIPOGIA DI SPAZI E USO DEGLI STESSI

ELEMENTI INTEGRATIVI DEFINIZIONE E INDIVIDUAZIONE DI ALTRI SPAZI DELLA FUNZIONE PRINCIPALE ANNESSI ALLA FUNZIONE PRINCIPALE

59 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano STATO DI CONSERVAZIONE CARATTERISTICHE STRUTTURALI E DI MANUTENZIONE DEL SERVIZIO CENSITO

ACCESSIBILITA’ TIPOLOGIA DEI PERCORSI

TIPOLOGIA DEI PARCHEGGI

BARIERE ARCHITETTONICHE

RAPPORTO CON IL CONTESTO AMBIENTE IN CUI E’ INSERITO URBANO E COMPATIBILITA’ CON LE FUNZIONI DEL COMPARTO

Scheda tipo per il rilievo dei parametri di valutazione della qualità dei servizi. elaborazione propria

DETERMINAZIONE DEI PARAMETRI DI QUALITÀ

La realtà urbana è una struttura molto complessa, è un insieme di reti di strade, spazi, sequenze di luoghi, ma è anche un insieme di attività, diverse a seconda del carattere di necessità o volontà che le caratterizza. Esistono attività che devono essere svolte obbligatoriamente, indipendentemente dalle condizioni del contesto ambientale, e altre che vengono compiute soltanto se le condizioni sono ottimali. E’ inoltre importante non dimenticare tutte le attività legate alla socialità, ovvero alla possibilità di incontrare gli altri, di mettersi in relazione scambiandosi esperienze o semplicemente osservando e ascoltando. Per garantire che tali attività possano essere svolte, occorre progettare degli spazi di qualità, sicuri e accessibili a tutte le tipologie di utenza. L’aspetto qualitativo assume quindi una rilevanza programmatoria sia nella definizione dei nuovi interventi, sia nell’individuazione dei servizi degradati da recuperare, adeguare o, nel caso, da ricollocare. L’obiettivo è dunque quello di realizzare un sistema di servizi che sia omogeneo e ben distribuito all’interno del comune, ai fini di garantire una rete efficiente ed efficace. Si propongono indici di qualità riferibili ad ogni servizio considerato, sia per prendere atto dello stato qualitativo dello standard urbanistico, inteso come insieme di requisiti di qualità ambientale, sia per valutarne eventuali ed effettive possibilità di miglioramento. Gli indici evidenziati, quindi, hanno un ruolo quasi tecnico nella definizione della qualità del servizio, e fanno riferimento a vari parametri, considerati necessari, per l’analisi e la valutazione degli spazi pubblici presi in considerazione. Gli indici di qualità per ogni tipo di servizio censito sono relativi allo “stato dell’edificio” che lo ospita, alla “qualità dello spazio pertinenziale” e “contesto” nella sua accezione più generale (qualità dell’accessibilità, possibilità di sosta, qualità ambientale, rapporto con il contesto urbano).

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INDICE DI QUALITÀ DEI SERVIZI SCOLASTICI ED EDUCATIVI SO = STATO DI OBSOLESCENZA DELL’EDIFICIO QF = QUALITA’ E FRUIBILITA’ DELLO SPAZIO PERTINENZIALE QA = QUALITA’ DELL’ACCESSIBILITA’ QI = QUALITA’ DELL’INGRESSO ALLA SCUOLA QS = POSSIBILITA’ DI SOSTA QAT = QUALITA’ DEGLI ATTRAVERSAMENTI QH = QUALITA’ DELL’ACCESSIBILITA’ DA PARTE DI PERSONE CON HANDICAP QAMB = QUALITA’ AMBIENTALE

INDICE DI QUALITÀ DEI SERVIZI ASSISTENZIALI, SOCIALI , CULTURALI , RICREATIVI E DI SICUREZZA SO = STATO DI OBSOLESCENZA DELL’EDIFICIO QF = QUALITA’ E FRUIBILITA’ DELLO SPAZIO PERTINENZIALE QA = QUALITA’ DELL’ACCESSIBILITA’ QS = POSSIBILITA’ DI SOSTA QAT = QUALITA’ DEGLI ATTRAVERSAMENTI QH = QUALITA’ DELL’ACCESSIBILITA’ DA PARTE DI PERSONE CON HANDICAP QAMB = QUALITA’ AMBIENTALE QR = QUALITA’ DEL RAPPORTO CON IL CONTESTO URBANO INDICE DI QUALITÀ DELLE STRUTTURE RELIGIOSE SO = STATO DI OBSOLESCENZA DELL’EDIFICIO QA = QUALITA’ DELL’ACCESSIBILITA’ QS = POSSIBILITA’ DI SOSTA QAT = QUALITA’ DEGLI ATTRAVERSAMENTI QH = QUALITA’ DELL’ACCESSIBILITA’ DA PARTE DI PERSONE CON HANDICAP QAMB = QUALITA’ AMBIENTALE QR = QUALITA’ DEL RAPPORTO CON IL CONTESTO URBANO INDICE DI QUALIÀ DEL VERDE E AREE SPORTIVE QN = QUALITA’ NATURALISTICA DELLO SPAZIO VERDE QC = QUALITA’ DELLA CONSISTENZA DELLO SPAZIO VERDE QA = QUALITA’ DELL’ACCESSIBILITA’ QS = POSSIBILITA’ DI SOSTA QAT = QUALITA’ DEGLI ATTRAVERSAMENTI QH = QUALITA’ DELL’ACCESSIBILITA’ DA PARTE DI PERSONE CON HANDICAP QAMB = QUALITA’ AMBIENTALE QR = QUALITA’ DEL RAPPORTO CON IL CONTESTO URBANO QR = QUALITA’ DEL RAPPORTO CON IL CONTESTO URBANO

indice di qualità per le analisi qualitative

In relazione a tali indici, infine, è stata elaborata una scala di valutazione di tipo qualitativo (buono, sufficiente, pessimo) per poter verificare in modo diretto il grado di qualità delle attrezzature considerate, in rapporto agli indici definiti, così da proporre una lettura immediata non soltanto delle caratteristiche di buona qualità, ma soprattutto delle carenze. La dettagliata analisi dei servizi esistenti, condotta sia sotto l’aspetto dimensionale che qualitativo, ha evidenziato una dotazione pro capite pari a 32,6 mq/ab, che risulta di gran lunga superiore a quanto prescritto dalla legislazione urbanistica. A fronte dell’estesa dotazione di aree per servizi, non sempre corrisponde una qualità adeguata degli stessi. Dagli approfondimenti e dai confronti scaturiti nel corso della redazione del PGT, è emersa la necessità di integrare i servizi esistenti soprattutto per quanto attiene la dotazione di servizi alla persona, impianti sportivi e attrezzature delle aree verdi. 61 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

TIPOLOGIA DI SERVIZIO Buono Suff. Pessimo

SO stato di obsolescenza dell’edificio QF qualità e fruibilità dello spazio pertinenziale QA qualità dell’accessibilità QI qualità dell’ingresso alla scuola QS possibilità di sosta QAT qualità degli attraversamenti QH qualità accessibilità da parte di persone con

handicap QAMB qualità ambientale QR qualità del rapporto con il contesto urbano

62 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano

2.11 OBIETTIVI STRATEGICI DEL DOCUMENTO DI PIANO

Il Piano di Governo del Territorio, confrontandosi con diversi piani a scale territoriali differenti, indagando la realtà comunale e sovracomunale nei suoi differenti aspetti, confrontandosi con i cittadini e con gli attori sociali, individua una serie di obiettivi specifici per la realtà locale in grado di orientare lo sviluppo e le trasformazioni del territorio verso quei desideri e visioni espressi precedentemente. Gli obiettivi del PGT sono perseguiti attraverso una serie di azioni che il piano comunale individua. Con il termine azioni , si intendono, quindi percorsi e metodi ben definiti che servono per guidare e determinare le decisioni presenti e future, ovvero le scelte operative previste dal piano. All’interno di una cornice culturale che ritiene il ‘suolo’ una risorsa primaria e scarsa, le occasioni di ampliare a arricchire il mercato urbano vanno ricercate all’interno del nucleo consolidato, salvaguardando il territorio non urbanizzato, intendendo per mercato urbano non quanto attiene al mercato immobiliare in senso stretto, bensì l’insieme di pratiche, oggetti, progetti, visioni che riguardano lo sviluppo materiale e immateriale degli spazi pubblici e privati. Lavorare all’interno del paese consolidato significa valorizzare le aree ‘porose’ del costruito, significa attivare processi di trasformazione e di riqualificazione su tutte le parti pubbliche e private: dalla rivalorizzazione di brani di paese fatiscenti alla riqualificazione di aree sottoutilizzate, a trasformazioni connesse a processi di sostituzione edilizia, a minime espansioni legate ad obiettivi di riordino e di interesse pubblico (ridefinizione dei margini). Inoltre l’ampliamento del mercato urbano si deve confrontare con la grande estensione di territorio agricolo che caratterizza Ripalta Cremasca. Preservare e promuovere un uso efficiente del sistema agricolo significa fornire nuove potenzialità di sviluppo di un vasto territorio che potrà essere vissuto, in parti attrezzate ben definite, non solo come territorio specificamente produttivo, ma al servizio di tutti, come risorsa ambientale e fruibile. La tutela e la flessibilità funzionale del patrimonio urbanistico e architettonico di pregio dei nuclei che costituiscono il capoluogo e le frazioni, il rinnovo del patrimonio edilizio esistente, la riqualificazione dei ‘margini’ insieme all’attivazione di processi di potenziamento e di ridefinizione del territorio agricolo, diventano obiettivi e motori dello sviluppo urbanistico.

Il Documento di Piano, partendo dall’analisi del quadro conoscitivo e quindi degli elementi di criticità e di potenzialità delle componenti ambientali, sociali ed economiche del territorio comunale di Ripalta Cremasca, e dalle necessità ed orientamenti emersi durante i momenti di partecipazione, definisce un set di obiettivi strategici sostenibili, su cui l’Amministrazione comunale intende puntare, al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini.

63 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano L’articolazione degli obiettivi generali di pianificazione avviene attraverso l’individuazione di tre sistemi funzionali al fine di rendere più organizzato, leggibile e razionale il processo di pianificazione ed il complesso delle strategie.

I tre sistemi di riferimento, sono:

• sistema insediativo • sistema infrastrutturale • sistema ambientale paesistico

Gli indirizzi della normativa vigente e degli strumenti di pianificazione territoriale di livello sovracomunale di competenza regionale e provinciale (PTR e PTCP), delineano un sistema di pianificazione che persegua i seguenti principali obiettivi, attraverso l’attuazione di azioni specifiche di seguito dettagliatamente individuate. I contenuti programmatrici che possono trovare nel PGT uno strumento di attuazione sono i seguenti: - esaltare le potenzialità esistenti facendole confluire in un progetto unitario, in un disegno di ampio respiro in grado di valorizzare tutto il territorio e i nuclei storici del capoluogo e delle frazioni e, nello stesso, tempo, di offrire servizi di qualità; - indicare priorità e strategie di intervento; - riqualificare il territorio.

Il processo di costruzione del piano ha portato alla definizione di uno schema che consente, da un lato, la verifica del percorso adottato e, dall’altro, un confronto con gli amministratori, gli operatori economici, i cittadini. Lo scenario progettuale del piano si basa su alcune scelte di fondo derivanti dal livello di analisi e comprensione eseguito con la ricognizione dello stato di fatto sul comune di Ripalta Cremasca. Le scelte sono quelle di puntare – attraverso lo strumento del piano e il momento di riflessione messo in atto - sulla strutturazione e la qualificazione della crescita urbana e sociale avvenuta negli ultimi decenni. L’obiettivo è quello di mantenere un’immagine generale di qualità per il paese, per offrirla ai suoi abitanti, agli operatori economici e alle persone che vorranno, in futuro, vivere in luogo interessante per localizzazione, prossimità alla città, accessibilità, storia e paesaggio. Lo sviluppo quantitativo viene visto come uno strumento per dare sostanza ad alcune delle scelte effettuate e come risposta ad indicazioni del piano ritenute coerenti.

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A. SISTEMA INSEDIATIVO

1. Contenere il consumo di suolo libero, coniugando la salvaguardia del territorio rurale ad una moderata attività edilizia di completamento

Le azioni concrete finalizzate al raggiungimento di tale obbiettivo sono così individuate:

• controllo qualitativo e quantitativo dello sviluppo insediativo attraverso l’individuazione di tre nuovi ambiti di trasformazione residenziale (ATr1- ATr2 – Atr3), finalizzati alla domanda di abitazioni espressa a Ripalta Cremasca ed alle tre frazioni. Le tre aree interessate da ambiti di trasformazione residenziale sviluppano una superficie territoriale totale di 23.653 mq. Gli ambiti di trasformazione proposti sono funzionali ad una ricucitura ed alla compattazione del tessuto urbanizzato, nonché – per quello di Ripalta Nuova - al completamento della viabilità interna Nord-Sud. Le previsioni insediative sono finalizzate a dare risposta alla domanda endogena di nuove famiglie, giustificata anche dall’incremento demografico registrato negli ultimi anni e dall’analisi dei fattori umani compiuta sul territorio comunale. Le previsioni insediative relative ai tre ambiti di trasformazione stimano un numero di abitanti teorici pari a 158 unità. • individuazione di piccole aree di completamento da assoggettare a permessi di costruire convenzionati, funzionali al miglioramento dell’assetto infrastrutturale dell’abitato (completamento di strade di interesse comunali e di percorsi ciclopedonali e realizzazione di nuovi parcheggi pubblici nel nucleo antico) L’individuazione di ambiti per lo sviluppo residenziale soggetti a PCC interessano aree intercluse, con l’obiettivo di ridurre la frammentazione dell’impianto urbano e nel contempo migliorare l’assetto morfologico e la rete viabilistica interna all’abitato. Sono previsti n.4 Ambiti soggetti a Permesso di Costruire Convenzionato, P.c.c1 e P.c.c.2 a Bolzone (dove il PRG prevedeva due piccoli Piani di Lottizzazione), P.c.c.3 e P.c.c.4 a Ripalta Nuova in due zone strategiche dove è necessario una ristrutturazione urbanistica del lotto per migliorare la viabilità del contesto. Le 4 aree interessate sviluppano una superficie territoriale di 6.614 mq. e determinano un numero di abitanti teorici pari a 44 unità.

• incentivazione al recupero di cascinali ex agricoli siti nei centri storici, garantendo il mantenimento degli impianti originari e dei caratteri architettonici ed ambientali (Piani di Recupero) I nuclei antichi del capoluogo e delle frazioni di Ripalta Cremasca sono connotati dalla presenza di alcuni cascinali, alcuni dei quali con una notevole capacità di recupero

66 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano volumetrico e con possibilità di riqualificazione urbanistica del contesto nel quali sono inseriti. Il recupero di tali cascinali (PR) è subordinato alla realizzazione di percorsi pedonali e di spazi per parcheggi. Il PGT detta una specifica normativa finalizzata, da un lato, alla tutela dell’impianto architettonico originario e, dall’altra, alla semplificazione delle modalità operative per il recupero funzionale con la possibilità di inserire destinazioni d’uso compatibili con l’architettura e l’ambiente circostante (residenza, attività artigianali di servizio, negozi di vicinato). Attraverso questi Piani di Recupero, si stima che nel quinquennio si possa ottenere un incremento di 60 abitanti teorici nel nucleo storico, cui vanno sommati 15 nuovi abitanti a seguito della revisione normativa che consente interventi diretti e più semplici sul patrimonio edilizio esistente.

• Mantenere e riqualificare il tessuto produttivo esistente L’analisi dello stato di fatto e le proiezioni nel quinquennio non segnalano la necessità di ampliamenti delle zone produttive esistenti. Inoltre, il PTCP non prevede nel territorio quote esogene per poli industriali sovra-comunali. L’obiettivo rimane quindi quello di mantenere e completare il polo produttivo esistente localizzato a Zappello, sulla SP 54.

2. Recuperare e valorizzare la forma urbana, anche mediante un rapporto più equilibrato fra aree edificate e spazi aperti

Le azioni concrete finalizzate al raggiungimento di tale obbiettivo, per sostenere la tutela ambientale ed architettonica e favorire il recupero funzionale, sono così individuate:

• incentivazione del recupero del nucleo storico, attraverso il mantenimento degli impianti tipologici originari e dei caratteri architettonici e ambientali • introduzione di adeguata normativa di tutela e valorizzazione del centro storico nel Piano delle Regole (PR), mediante la formulazione di NTA che disciplinano specifiche modalità d’intervento diretto per ogni singolo edificio, nonché individuazione di alcuni Piani di Recupero, ove ritenuto necessario che l’intervento avvenga attraverso un riassetto urbanistico generale IL Documento di Piano pone l’obiettivo di promuovere il recupero e la tutela dei nuclei storici del capoluogo e delle frazioni del comune di Ripalta Cremasca, attraverso azioni di mantenimento degli impianti urbanistici originari e dei caratteri architettonici, in equilibrio con un suo utilizzo residenziale, adeguato alle esigenze abitative. Le NTA del Piano delle Regole disciplinano nel dettaglio i vari gradi di intervento definiti per ciascun edificio, in base all’interesse storico-culturale, alle trasformazioni strutturali subite e alla destinazione d’uso attuale, con l’obiettivo di tutelare il contesto storico-ambientale. La definizione di una

67 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano specifica normativa di tutela deriva dall’ analisi di ogni singolo edificio, realizzata attraverso un censimento puntuale e dettagliato del centro storico.

3. Assicurare adeguata dotazione, qualità e accessibilità ai servizi, per tutte le tipologie di utenze

Le azioni concrete finalizzate al raggiungimento di tale obbiettivo, al fine di ottenere la riqualificazione delle attrezzature pubbliche esistenti e la realizzazione di nuove necessarie per garantire un sistema dei servizi ben distribuito ed efficiente anche tra le frazioni, sono così individuate:

• miglioramento dell’attuale dotazione di parcheggi a servizio della residenza, soprattutto all’interno dei nuclei storici • riqualificazione di zone destinate a servizi, quali aree verdi e parchi attrezzati e attrezzature esistenti • ampliamento dell’area destinata ad attività sportive e ludico – ricreative: polo sportivo comunale • acquisizione di spazi per servizi di interesse pubblico o legati alla residenza • incentivazione volumetrica, nell’ambito dei Piani di Recupero, individuati nel nucleo di antica formazione, a fronte di rilevanti benefici pubblici aggiuntivi rispetto a quelli dovuti, coerenti con gli obiettivi fissati.

L’ampliamento di dotazione dei servizi e la loro qualità ed accessibilità, costituisce obbiettivo primario e qualificante del PGT. Nonostante la carenza di risorse economiche, il Piano di Governo, ha posto in essere dei meccanismi di perequazione e compensazione attraverso i quali l’Amministrazione intende raggiungere gli obbiettivi prefissati. Il PGT individua nuove aree da destinare a servizi (attrezzature per attività sportive e ricreative, servizi alla persona e servizi amministrativi, verde e parcheggi) per una superficie totale 38.097 mq. e 1.896 mq. aree per servizi da recuperare all’interno degli ATr e dei Piani Attuativi. La dotazione di aree per servizi esistenti risulta pari a 38,91 mq/ab. La nuova dotazione di aree garantisce una superficie di 41,5 mq/ab; si tratta quindi di una dotazione procapite leggermente superiore all’esistente, che soddisfa ampiamente la dotazione minima pari a 18 mq/ab prescritta dalla L.R. 12 marzo 2005, art. 9 comma 3.

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B. SISTEMA INFRASTRUTTURALE

Le trasformazioni previste dal Piano di Governo del Territorio devono salvaguardare ed aumentare sia l’efficienza del sistema infrastrutturale a grande scala che la qualità e la sicurezza dei percorsi a scala locale, ma soprattutto, devono essere coerenti le funzioni da insediare e le loro dimensioni con la gerarchia del sistema infrastrutturale esistente, programmato e di progetto.

4. Migliorare il sistema infrastrutturale e della mobilità, promuovendo scelte sostenibili, al fine di incrementare la qualità dell’ambiente urbano e naturale

Le azioni concrete finalizzate al raggiungimento di tale obbiettivo, distinte tra il miglioramento dell’assetto viabilistico della mobilità e il potenziamento della rete ciclo-pedonale, sono così individuate:

• creazione – nel capoluogo - di un percorso viabilistico alternativo a via Roma, in grado di garantire il collegamento tra i comuni a Nord e a Sud di Ripalta Cremasca, senza transito diretto all’interno del centro abitato • riqualificazione e messa in sicurezza di via Roma, con relativa valorizzazione della piazza antistante la chiesa e dell’asse viabilistico storico del capoluogo.

Il sistema infrastrutturale e viario, necessita di interventi qualificanti finalizzati alla soluzione di problematiche irrisolte da molti anni. In particolare l’attraversamento del tessuto urbano della SP ex SS 591 causa un intenso traffico veicolare che impatta pesantemente sulla qualità della vita dei cittadini, causando problemi di inquinamento atmosferico e acustico, oltre che un oggettivo pericolo per gli abitanti. Tale situazione è destinata a migliorare a seguito della previsione di variante alla SP ex SS 591, prevista dal PTCP sulla sponda Est del fiume Serio e, quindi, all’esterno del territorio comunale. Anche dopo l’attuazione di questa previsione, rimarrebbe tuttavia il problema del traffico di attraversamento di Ripalta Nuova, per il collegamento diretto tra Crema e i comuni a Sud del territorio (Ripalta Guerina, Moscazzano, Montodine). Il PGT, per migliorare la situazione sopra descritta, prevede la realizzazione di uno strada alternativa, posta a Ovest dell’abitato: il traffico veicolare di attraversamento viene deviato, prima dell’ingresso nel centro abitato di Ripalta Nuova, sulla SP 54 per Capergnanica, strada di calibro già adeguato e viene percorsa per un tratto di circa 750 mt.; dalla SP 54, il PGT prevede di ricalibrare la strada comunale per Moscazzano (per un tratto di circa 1,4 km. Il percorso alternativo rientra poi sulla SP ex SS 591 percorrendo un tratto ricalibrato di una strada comunale esistente a Sud (strada vicinale

69 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano dei Grumelli) sfociando nell’incrocio (da riqualificare) esistente in prossimità del nuovo insediamento della Crocetta. In tal modo, utilizzando la viabilità minore esistente e da riqualificare, si risolve il problema del traffico di attraversamento senza spreco ulteriore di territorio agricolo. A fronte di questa nuova viabilità, sarà possibile procedere alla riqualificazione funzionale di via Roma, che potrà diventare l’asse portante del paese, garantendo la sua percorribilità al solo traffico locale; sarà possibile valorizzare le attività commerciali che si attestano sulla strada e realizzare spazi di relazione, come una vera e propria piazza davanti alla chiesa.

Il Piano di Governo prevede inoltre una serie di piccoli interventi, legati generalmente a Piani Attuativi o Permessi di Costruire Convenzionati attraverso i quali sarà possibile migliorare la maglia stradale interna al costruito.

• potenziamento della rete ciclo-pedonale, come rete di importanza primaria per la fruizione territoriali, il collegamento con i comuni limitrofi e tra le frazioni di Bolzone, san Michele, Zappello con Ripalta Nuova • valorizzazione e tutela della rete di strade bianche che percorrono il territorio, al fine di favorire la fruizione e la valorizzazione degli elementi di pregio naturalistico e paesaggistico esistenti, soprattutto all’interno del parco del fiume Serio.

Il PGT prevede la valorizzazione di percorsi ciclo-pedonali in connessione alla rete ciclabile provinciale, al fine di integrare il tessuto urbano del comune con i maggiori poli attrattivi, intesi sia come aree rilevanti da un punto di vista ambientale, paesaggistico e naturalistico, sia come servizi, al fine di favorirne e migliorarne l’accessibilità. Il potenziamento della rete ciclo-pedonale si inserisce in una più ampia politica legata all’obiettivo strategico di potenziare la mobilità sostenibile e conseguentemente di migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente in generale.

L’Amministrazione di Ripalta Cremasca intende promuovere il recupero delle strade bianche, strade locali o vicinali non dedicate in modo esclusivo alla mobilità ciclo- pedonale che permettono la fruizione delle aree agricole e l’accesso al Parco del fiume Serio. Attraverso una loro valorizzazione e tutela, il PGT consolida l’obiettivo di favorire e potenziare la mobilità sostenibile interna al territorio comunale.

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C. SISTEMA AMBIENTALE-PAESISTICO

5. Recuperare situazioni di equilibrio ecologico, invertendo la tendenza ad un progressivo depauperamento della biodiversità

Le azioni concrete finalizzate al raggiungimento di tale obbiettivo, attraverso la valorizzazione delle risorse naturalistiche, vegetazionali e delle reti ecologiche, sono così individuate:

• valorizzazione e salvaguardia della rete idrica (rogge e manufatti idrici) e delle aree di pregio naturalistico (sistema faunistico-vegetazionale degli ambienti di ripa) • valorizzazione del fiume Serio e del relativo Parco, che presenta al suo interno aree di notevole pregio naturalistico, quali zone boscate, ambienti e riserve naturali, scarpate morfologiche • potenziamento del sistema di connessioni ciclo-pedonali all’interno delle aree considerate di valore paesaggistico, in particolare del Parco del fiume Serio

Il PGT si pone la finalità di valorizzare, tutelare e salvaguardare la rete idrica, caratterizzata dalla presenza di rogge e manufatti idrici, elementi fortemente sensibili del sistema idrico del comune di Ripalta Cremasca, e le aree di pregio naturalistico, al fine di favorire e recuperare una situazione di equilibrio ecologico che favorisca un arricchimento della biodiversità del territorio comunale. Vengono confermate le prescrizioni delle NTA del PTCP della provincia di Cremona relative ai corridoi ecologici

• valorizzazione e tutela delle aree agricole, quale elemento di valore ambientale ed economico del territorio

6. Garantire un’adeguata attenzione alle tematiche della salvaguardia e valorizzazione delle componenti ambientali locali, tra le quali si considerano anche i valori dell’identità storica e del paesaggio

Le azioni concrete finalizzate al raggiungimento di tale obbiettivo, centrate sul recupero e la valorizzazione del patrimonio edilizio rurale dismesso, sono così individuate:

• Tutela dei cascinali di impianto storico, mediante la definizione di modalità di conservazione e valorizzazione, che impediscano lo svilimento dell’architettura rurale

71 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano • Riutilizzo del patrimonio edilizio in ambito rurale, con inserimento di funzioni compatibili con il contesto ambientale

Il PGT, soprattutto attraverso il Piano delle Regole, assicura, per il sistema del paesaggio agricolo, un coerente disegno pianificatorio, anche sotto l’aspetto più generale della sostenibilità complessiva della programmazione territoriale. È nell’intenzione del PGT semplificare le possibilità operative sugli edifici rurali inseriti nel centro storico e, quindi, favorirne il recupero attraverso una snellezza amministrativa che è anche economicità di azione e garanzia di buon risultato. In altri termini, la realtà effettiva ha ampiamente dimostrato che la concreta salvaguardia dei centri storici è strettamente connessa a modalità di intervento più semplici ma non per questo meno tutelanti dei valori architettonici e ambientali che lo caratterizzano. La complessa e puntuale analisi ha consentito di definire la coerenza architettonica e ambientale di ogni edificio con il contesto urbano e le conseguenti modalità di intervento ammesse per assicurare la tutela e la valorizzazione dell’intero nucleo di antica formazione.

7. Diffondere la cultura della sostenibilità ambientale, attraverso l’introduzione di forme di contabilità delle risorse

Le azioni concrete finalizzate al raggiungimento di tale obbiettivo, con particolare riferimento al contenimento dei consumi energetici e alla riduzione dell’impatto ambientale degli edifici, sono così individuate:

• incentivazione all’applicazione di criteri di progettazione finalizzati al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici residenziali e produttivi

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2.12 ADOZIONE, NELLA GESTIONE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO, DEI CRITERI DI PEREQUAZIONE - COMPENSAZIONE- INCENTIVAZIONE

In attuazione dei principi dettati dalla L.R. 12/2005, il PGT di Ripalta Cremasca intende adottare l’istituto della Perequazione attribuendo un valore edificatorio uniforme a tutti gli ambiti di trasformazione urbanistica, prescindendo dall’effettiva localizzazione della capacità edificatoria sulla proprietà e dalla imposizione di vincoli di inedificabilità per la dotazione di spazi da riservare alle opere collettive (perequazione circoscritta). All’istituto della perequazione è collegata la trasferibilità o commercializzazione dei diritti edificatori tra proprietari all’interno del comparto, nonché tra comparti, ove le previsioni del piano prevedano incrementi di edificabilità in grado di accogliere ulteriori quote, ovvero forme di compensazione tra vari comparti.

Oltre che alla perequazione si intende utilizzare un ulteriore strumento di gestione di piano: la Compensazione , che risponde al principio di minima discriminazione, riducendo la possibilità di conflitto tra pubblico e privato. In luogo della corresponsione dell’indennità di esproprio, l’Amministrazione, su richiesta dell’interessato, può concedere, a fronte della cessione gratuita dell’area, la trasferibilità dei diritti edificatori su aree edificabili private ricompresse in piani attuativi o in diretta esecuzione dello strumento urbanistico generale. Come ulteriore alternativa il proprietario può realizzare direttamente gli interventi d’interesse pubblico o generale, mediante accreditamento o stipula di una convenzione con il comune per la gestione dei servizi.

L’Amministrazione intende avvalersi anche dell’istituto dell’ Incentivazione che consiste nel riconoscimento di maggiori diritti edificatori rispetto a quelli già attribuiti dalla pianificazione vigente finalizzati al conseguimento di obiettivi pubblici aggiuntivi o significativi miglioramenti della qualità dell’ambiente.

L’attuazione della Perequazione all’interno degli ambiti di trasformazione, è determinata applicando un indice territoriale pari a 0,7 mc/mq all’intera area inclusa nel perimetro d’ambito. Le volumetrie consentite in applicazione dell’indice territoriale saranno realizzate sui lotti effettivamente edificabili, e definiti in sede di pianificazione attuativa. La Compensazione è determinata attribuendo a tutte le aree private destinate dal PGT alla realizzazione d’interventi d’interesse pubblico o generale, e non inclusi negli ambiti di trasformazione, una potenzialità edificatoria teorica espressa in 0,7 mc/mq. Tale volumetria è trasferibile sulle aree ricomprese negli ambiti di trasformazione residenziale o produttiva. I

73 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano proprietari detentori dei diritti volumetrici hanno la facoltà di cederli agli ambiti di trasformazione, traducendoli in benefici economici.

Ai fini dell’attuazione del principi di perequazione e compensazione gli Ambiti di Trasformazione residenziali sono disciplinati da due distinti indici: l’indice territoriale (It) di ambito e l’indice di edificazione d’ambito (Iea) . L’indice territoriale di ambito esprime il volume massimo costruibile per ciascun mq di area inclusa nella perimetrazione di ogni ambito di trasformazione soggetto a piano attuativo e puntualmente definito ai sensi dell’art. 10 comma 4 lettera c della L.R. 12/2005 e s.m.i. L’indice di edificazione d’ambito determina la volumetria che deve essere obbligatoriamente prevista e convenzionata con la concretizzazione dello strumento attuativo. La differenza tra l ’indice di edificazione d’ambito e l ’indice territoriale definisce la volumetria aggiuntiva, necessaria per la realizzazione delle previsioni di piano. Tale volumetria deve essere acquisita attraverso il meccanismo del conferimento dei diritti volumetrici delle aree destinate a servizi esterne ai comparti.

Il Comune di Ripalta Cremasca è proprietario di aree destinate ad Infrastrutture e servizi. Nelle aree destinate a verde pubblico di servizio alla residenza, residuando una volumetria edificabile, il Comune di Ripalta Cremasca cederà i propri diritti edificatori - corrispondenti alla volumetria residuale sopra riferita - ai privati che ne facciano richiesta, per poter attuare gli interventi edificatori negli Ambiti di Trasformazione. Il prezzo di tali diritti volumetrici è stabilito con apposita deliberazione e periodicamente aggiornato. I proventi derivanti dalla cessione dei diritti volumetrici sono obbligatoriamente impiegati per l’acquisizione delle aree destinate a servizi pubblici, nonché per la realizzazione o riqualificazione delle infrastrutture pubbliche individuate nella previsione del Piano dei Servizi.

Il Comune di Ripalta Cremasca, per svolgere efficacemente un’azione di programmazione rispetto ai propri obiettivi strategici definiti nel Documento di Piano, e nel Piano dei Servizi, può cedere ai privati che ne facciano richiesta, i diritti edificatori nella propria disponibilità. I diritti edificatori verranno ceduti negli “ Ambiti di Trasformazione Residenziali” per il raggiungimento dell’ Indice di edificazione d’ambito e negli Ambiti Residenziali Consolidati di Recente Espansione fino ad un incremento massimo dell’indice fondiario pari al 20%. I proprietari delle aree destinate dal PdS alla realizzazione di attrezzature e servizi di interesse pubblico possono, in alternativa all’esproprio e al trasferimento dei diritti volumetrici negli ambiti di trasformazione, cedere in accordo bonario l’area all’Amministrazione; in tal caso i diritti volumetrici derivanti dalle aree oggetto di cessione vanno ad integrare la dotazione volumetrica del Comune.

74 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano Il conferimento dei diritti volumetrici necessari per il raggiungimento dell’indice di edificazione degli ambiti di trasformazione e la conseguente cessione al comune delle aree destinate a servizi, deve essere stabilita e precisata per modalità e tempi e quantità nella convenzione allegata allo strumento attuativo.

L'incentivazione consiste nel riconoscimento di “bonus” urbanistici, ossia di maggiori diritti edificatori, a fronte del conseguimento di benefici per la comunità o per la promozione di interventi edilizi finalizzati al risparmio energetico, da attuarsi con le seguenti modalità:

a) Negli ambiti residenziali, saranno ammesse incentivazioni a fronte del conseguimento di risparmio energetico mediante la realizzazione di edifici ricadenti in Classe “A” ai sensi del DGR 8/5018 del 26/07/2007 e s.m.i. (Decreto 9527 del 30/08/2007 e DGR VIII/5773 del 31/10/2007) da attuarsi nell'ambito di piani attuativi o interventi edilizi diretti (ad esclusione degli edifici ricadenti nel nucleo di antica formazione non soggetti a piani attuativi ); in tal caso è riconosciuto un incremento del 5% della volumetria ammessa dalle norme di ambito. b) Negli Ambiti Produttivi Consolidati che si attuano nel rispetto della edificabilità massima pari ad una Superficie Lorda di Pavimento (Slp) al 75% della Sf, la potenzialità edificatoria può essere incrementata fino ad una Slp del 80% nel caso in cui il proprietario realizzi impianti fotovoltaici con una superficie pari ad almeno il 10% della copertura, destinati a migliorare l’efficienza energetica degli edifici e ridurre le emissioni di gas-serra. c) Negli ambiti soggetti ad interventi di riqualificazione urbana (Piano di Recupero, Programmi Integrati di intervento) la potenzialità edificatoria, potrà essere incrementata fino ad un massimo del 15% a fronte del conseguimento di benefici pubblici aggiuntivi rispetto a quelli ordinariamente previsti dalle norme di ambito. d) Negli "Ambiti di Trasformazione Residenziale" (Atr) e negli interventi di riqualificazione urbana (P.R. e P.I.I.) la potenzialità edificatoria potrà essere incrementata fino ad un massimo del 10% se tale volumetria aggiuntiva verrà destinata ad edilizia convenzionata.

Gli incentivi sopra definiti sono cumulabili fino ad un massimo del 15%.

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2.13 AMBITI DI TRASFORMAZIONE

Il piano è, nel suo insieme, un progetto che definisce in modo differenziato la sua azione sul territorio. Il grado di forza, di vincolo della progettazione, varia a seconda dei problemi: sarà contenuto in luoghi dove i problemi possono essere risolti attraverso una normativa che migliora ciò che è già in embrione nell’esistente e sarà maggiore in punti strategici caricati di valenze simboliche o in luoghi urbani individuati come elementi di criticità architettonica. In questo secondo caso, sarà necessario prevedere anche una ridefinizione morfologica.

Il Documento di Piano definisce in modo indicativo gli ambiti di trasformazione residenziali concretizzabili mediante piani attuativi. Ciascun ambito di trasformazione è contornato da apposito perimetro nella tavola delle “Previsioni di piano” (Dp16). All’interno di tale perimetro, in assenza dell'iniziativa dei proprietari, o in caso di loro mancato accordo, l'Amministrazione Comunale potrà proporre un Piano di Lottizzazione di Ufficio ai sensi dell'art. 28 della L 17/08/1942 n° 1150. Le disposizioni specificatamente riferite a ciascun ambito di trasformazione, quanto a destinazione d'uso, capacità volumetrica, attrezzature ed infrastrutture pubbliche da realizzare nel contesto dell'attuazione, sono definite nelle schede allegate alle norme del Documento di Piano. Il Documento di Piano individua gli Ambiti di Trasformazione definendo i confini, gli obiettivi della trasformazione e i criteri di intervento. Gli Ambiti di Trasformazione costituiscono il ‘serbatoio’ delle aree strategiche per il rinnovamento dell’intero tessuto comunale, nodi della rete infrastrutturale e ambientale in grado di ricucire in particolar modo i margini del paese. Per gli Ambiti di Trasformazione il Documento di Piano individua gli obiettivi, i criteri e le strategie per la trasformazione delle aree interessate orientando, attraverso un insieme di indirizzi strategici e di prescrizioni vincolanti l’attività pianificatoria futura. Obiettivo del Piano è di realizzare ‘nuove centralità urbane e ambientali’ costituite da nuovi tracciati infrastrutturali, spazi aperti e nuovi tessuti edilizi qualificati, in grado di generare un rinnovamento urbano non solo dello spazio delimitato dagli Ambiti di Trasformazione bensì all’intero quadrante urbano di appartenenza.

In coerenza con l’obiettivo di “contenere il consumo di territorio agricolo” – unitamente alla capacità insediativa residua per piani approvati e/o convenzionati e non ancora attuati - il Documento di Piano, individua solamente tre ambiti di trasformazione residenziale, l ’Atr 1-2- 3 con una superficie territoriale di 23.653 mq, che corrisponde ad un consumo di suolo, rispetto alla superficie territoriale del Comune (1.180 Ha), pari allo 0,02%.

76 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento di Piano La scelta strategica del PGT, in termini di insediamenti residenziali è orientata anche verso il recupero del Nucleo Storico e il completamento delle aree libere edificabili poste all’interno dell’ ambito residenziale consolidato (i temi della riqualificazione e del recupero saranno dettagliatamente trattati nel Piano delle Regole, in quanto facenti parte dell’ambito del tessuto urbano consolidato). La esplicitazione dei criteri progettuali risultante dalla applicazione dei criteri generali stabiliti per gli Ambiti di Trasformazione e dagli obiettivi specifici risultanti dai Temi Progettuali, presenti nei precedenti capitoli, è rappresentata mediante le Schede Progettuali allegate che riportano gli obiettivi per ogni Ambito di Trasformazione, le invarianti e gli indirizzi progettuali, i limiti quantitativi massimi, le funzioni non ammesse e l’eventuale previsione di funzioni di interesse pubblico e generale.

Poiché inoltre sul territorio sono presenti aree e fabbricati con funzione produttiva tuttora non operativi, il PGT non prevede per i prossimi 5 anni aree di espansione destinate alle funzioni produttive.

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2.13 CAPACITA’ INSEDIATIVA DEL PGT, DIMENSIONAMENTO

La stima della capacità insediativa del PGT è stata effettuata definendo un valore di 150 mc edificabili corrispondenti ad un abitante teorico insediabile. La capacità insediativa residenziale del Piano, risulta dalla somma di tutti gli ambiti di trasformazione residenziale o di completamento previsti dal PGT, e dagli abitanti residenti rilevati al 31 dicembre 2010, aumentati del numero di abitanti insediabili negli interventi di recupero urbanistico del Nucleo Storico e di riqualificazione negli ambiti del tessuto rubano consolidato. La stima così effettuata ha tenuto conto:

• di tutte le aree ancora edificabili all’interno del tessuto urbano esistente e incluse nel Piano delle Regole, e della capacità residua dei Piani Attuativi ancora in fase di realizzazione.

• della capacità edificatoria dei nuovi ambiti di trasformazioni residenziali compresi nel Documento di Piano;

• della capacità edificatoria derivante dal recupero volumetrico da attuarsi nei Nuclei di Antica Formazione. Tale dato è stato stimato valutando l’attività edilizia dell’ultimo decennio e tenendo in considerazione la semplificazione normativa attuata dal Piano delle Regole.

• della capacità edificatoria aggiuntiva a seguito dell’applicazione delle incentivazioni previste dalle NTA del Documento di Piano

Complessivamente il Piano di governo del Territorio è dimensionato per uno sviluppo residenziale teorico di 277 abitanti che, sommati ai 3.385 abitanti presenti sul territorio al 31.12.2010 ed ai 326 abitanti insediabili all’interno dei piani attuativi approvati e/o convenzionati ma non ancora completati, portano ad un dimensionamento complessivo della popolazione del Comune di 3.988 abitanti teorici.

L’individuazione puntuale degli ambiti interessati al dimensionamento del PGT è identificabile negli elaborati di Piano.

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