di DOCUMENTO Songavazzo DI PIANO

PIANO VALUTAZIONE PRELIMINARE DI GOVERNO della situazione programmatica DEL TERRITORIO del territorio comunale Quaderno del Documento di Piano n.1

ARCH. FILIPPO SIMONETTI (progettista) MAGGIO 2005 DOTT. SERGIO APPIANI (collaboratore) COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA SITUAZIONE PROGRAMMATICA DEL TERRITORIO COMUNALE

SOMMARIO

0Premessa 3 1 Brevi note sul territorio comunale e sulla sua popolazione 4 1.1 Il quadro di comunità ...... 4 1.2 Il territorio comunale ...... 5 1.2.1 La popolazione – alcuni dati demografici...... 5 1.2.2 Alcuni dati sui valori immobiliari in confronto con la piana di ...... 6 2 Evoluzione e prospettive urbanistiche 8 2.1 tappe dell’evoluzione urbanistica del dopoguerra...... 8 2.1.1 Programma di Fabbricazione e Regolamento Edilizio - 1978...... 8 2.1.2 Il PRG e le sue varianti...... 9 2.2 nodi territoriali riconosciuti ...... 10 2.3 Coerenza del PRG con la Pianificazione di ordine superiore – il PTCP ...... 10 2.3.1 Aspetti paesaggistici...... 11 2.3.2 Aspetti idrogeologici...... 13 2.3.3 Conclusione...... 14 2.4 Coerenza del PRG con le norme regionali ...... 14 2.4.1 Il Piano Regionale Paesistico ...... 14 2.4.2 La nuova LEGGE PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO ...... 15 3 Alcuni temi di riflessione 18 3.1 Direzioni dell’azione di Piano...... 18 3.1.1 I punti di forza ...... 19 3.1.2 I punti di debolezza...... 19 3.2 Azioni Strategiche del nuovo Piano ...... 19 3.2.1 Azioni sul paesaggio...... 19 3.2.2 Azioni sull’urbanizzato ...... 21 4 Modalità di intervento 24

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0 Premessa

Questa VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA SITUAZIONE PROGRAMMATICA DEL TERRITORIO COMUNALE discende dall’esigenza, manifestata dalla nuova Amministrazione Comunale, di individuare alcuni indirizzi urbanistici cui orientare la propria azione amministrativa, anche alla luce sia delle nuove normative regionali che delle prescrizioni in materia dettate dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Anche un Comune non grande, quale Songavazzo, si trova oggi infatti inserito in una realtà territoriale ben più complessa di quella riconoscibile anche solo nei decenni scorsi, in cui i consueti strumenti di pianificazione sembrano non più idonei a governare la complessità dei fenomeni in atto e le continue istanze di aggiornamento imposte dalla normativa nel frattempo intervenuta. Questo documento è da intendersi, a tal fine, come un primo rapporto sul quadro urbanistico locale, sulle sue necessità principali di aggiornamento e sulle opportunità di valorizzazione territoriale che questo aggiornamento può innescare. Per la sua natura ricognitiva molto orientata al progetto si tratta di un documento volutamente aperto in cui prevale l’esigenza di avviare percorsi di riorganizzazione dell’azione amministrativa più che la necessità di compendiarli in maniera definitiva.

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1 Brevi note sul territorio comunale e sulla sua popolazione

1.1 IL QUADRO DI COMUNITÀ

Songavazzo appartiene all’ambito territoriale della Comunità Montana Valle Seriana Superiore. Tale ambito non è certo solo di origine amministrativa ma descrive un territorio con caratteri socioeconomici abbastanza omogenei ed integrati. La Comunità Montana VSS ha recentemente adottato (2001) un Piano Socioeconomico che fornisce ora, ai nostri fini, utili strumenti di valutazione del quadro territoriale in cui è inserita la comunità locale.

ALCUNI SPUNTI DAL PIANO SOCIOECONOMICO DELLA COMUNITÀ MONTANA1 ƒ Il reddito disponibile per abitante nel territorio della comunità è circa il 10% inferiore alla media della Provincia di , che è a sua volta il 10% inferiore alla media regionale. SVILUPPO RALLENTATO ƒ La popolazione della Comunità è abbastanza stabile dal 1861 ad oggi, pur con diverse fluttuazioni. Presenta infatti dapprima una crescita lenta (fino al 1951), poi una sostanziale stabilità demografica a fronte delle notevoli variazioni intervenute in altre zone provinciali. RADICAMENTO ƒ L’aspetto più evidente della attuale struttura per età della popolazione (piramide demografica), è dato dal razionamento della popolazione infantile e giovanile: sono ormai quattro lustri che la contrazione delle nascite nell’area non vede segni di inversione. INVECCHIAMENTO ƒ La mobilità fisica quotidiana della popolazione è elevata. Ogni giorno la gran parte degli abitanti esce di casa o dal comune per motivi di studio, di lavoro, di conduzione delle attività domestiche ed altro, provocando una pulsazione continua (e irregolare) della popolazione, misurata nei suoi spostamenti. MOBILITÀ ƒ Popolazione, famiglie e abitazioni rappresentano gli elementi portanti della dimensione residenziale. Se si esamina l’evoluzione combinata dei tre aspetti, a cadenza decennale, si nota come il numero di abitazioni, che fino all’inizio degli anni Sessanta coincideva sostanzialmente con il numero delle famiglie, oggi sia molto più vicino all’ammontare dei residenti. DIMENSIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO

Nuclei familiari e nuclei abitativi

40000

35000

30000

25000

20000

15000

10000

5000 1951 1961 1971 1981 1991 2001

Famiglie residenti Abitazioni Popolazione residente

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1.2 IL TERRITORIO COMUNALE

Il territorio di Songavazzo può essere suddiviso in quattro parti: il torrente Valleggia con il suo esteso e profondo alveo; il fertile pianoro che si estende tra quota 613 e 630 metri al margine est del quale è sorto il nucleo antico di Songavazzo; la zona collinare del Falecchio a quote intorno agli 850 metri; la vasta zona montana fino ad un massimo di 1625 metri sul livello del mare2. Questa chiara articolazione del territorio comunale rende conto di un’antica economia in cui l’incontro, sull’altopiano, delle ragioni insediative delle cascine, delle malghe e dei pascoli montani, con la direttrice della strada pedemontana che collegava anticamente tutto l’altopiano di Clusone, la e la Valle di Scalve con il lago di Iseo, era ragione fondativa, in luogo poco acclive, fertile ed assolato, delle ragioni di presenza stabile di questa comunità. Con lo sviluppo della mobilità e delle comunicazioni la rilevanza della direzione verticale (altopiano-montagna) pare divenuta secondaria rispetto alla rilevanza della comunicazione orizzontale (dall’altopiano ai comuni vicini, soprattutto verso Clusone). Simbolo, di qualità rilevante, di questa trasformazione delle linee di forza dell’economia territoriale è certo il bel ponte progettato dall’ing. Neumann ed inaugurato nel 1911. Connessa a questa variazione si può leggere anche lo stato di parziale abbandono dei boschi della valle Righenzola e della Val Trebes con i connessi fenomeni erosivi.

1.2.1 La popolazione – alcuni dati demografici Negli ultimi anni la dimensione demografica del Comune di Songavazzo pare essersi assestata oltre i 600 abitanti dopo un periodo di riconoscibile decremento che aveva portato al minimo di 478 abitanti nel 1971. Tale assestamento, peraltro condiviso con i dati complessivi dell’intera comunità montana Valle Seriana Superiore, è indice forse, a fronte del quadro regionale che vede anch’esso stabilità ma dopo decenni di vigorosa crescita, del consolidarsi di un fenomeno di marginalità territoriale3. Tale marginalità rischia per Songavazzo di apparire ancora più problematica se si pone l’accento su alcuni indicatori, quali ad esempio l’indicatore di vecchiaia4 che, con il valore di 143,21 risulta il più alto dei comuni dell’ambito 7, con Castione, , Clusone, Fino, e definito come intorno significativo per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Songavazzo ha infatti il 19,18% di anziani a fronte del 17,39 del suo ambito e del 15,60 della Provincia di Bergamo. Sembra potersi affermare che il quadro di stabilità demografica è ora dovuto in parte significativa al ritorno in età postlavorativa di cittadini precedentemente emigrati ed in parte forse anche all’immigrazione di alcuni nuovi abitanti da territori urbani, anch’essi in età postlavorativa. Altro dato significativo è il basso indice di popolazione straniera (0,66% rispetto all’1,58% dell’ambito ed al 3,0% dell’intera Provincia).

1 Vedi a cura di Studio Analisi Territoriali (SAT): Piano Socioeconomico della Comunità Montana Valle Seriana Superiore, 2001 2 da: arch. Gianni Baretti, Dott. Gianni Facchini, PRG, Relazione Generale 1987, pag.2 3 v. Piano Socioeconomico Comunità Montana VSS, op.cit. 4 v. Provincia di Bergamo, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, all. D6 - Demografia, pag. 115

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La carenza di giovani e la assai ridotta presenza di immigrazione straniera, descrivono bene la situazione di tendenziale stagnazione delle dinamiche della comunità.

1.2.2 Alcuni dati sui valori immobiliari

Il prezzo degli appartamenti di Songavazzo e dei Comune limitrofi (, Cerete, Clusone, , Onore, Rovetta) ha avuto, nell'ultimo decennio, secondo il listino immobiliare, un andamento altalenante: Songavazzo è passato da un prezzo medio di 1033 €/mq nel 1995 a 788 €/mq nel 1998 per poi risalire a 1136 €/mq nel 2001 e di nuovo scendere a 647 €/mq nel 2004; unica eccezione a tale andamento si riscontra nel Comune di Clusone che ha avuto una crescita continua tra il 1995 e il 2001 per poi diminuire nel 2004 ed accostarsi ai prezzi dei comuni circostanti. Il valore di mercato rilevato nell'ultimo bollettino degli immobili del 2004, vede i comuni di Castione, Fino del Monte, Onore, Rovetta e Songavazzo uniformarsi intorno agli 800 €/mq per gli appartamenti nuovi o ristrutturati e 400 €/mq per gli appartamenti da ristrutturare, tra questi Songavazzo ha il prezzo minore. Si discostano da questi valori medi dell'area Clusone centro che ha valori superiori di circa 1000 €/mq per gli appartamenti nuovi o ristrutturati e 500 €/mq per quelli da ristrutturare e Cerete con valori

APPARTAMENTI nuovi o ristrutturati 2000 1800 1600 1400 1200 1000

Comuni 800 600 400 200 0 1995 1998 2001 2004 Anno

Castione della Presolana Cerete Clusone centro Clusone periferia Fino del Monte Onore Rovetta Songavazzo più bassi intorno a 600 €/mq per i nuovi o ristrutturati e 200 €/mq per quelli da ristrutturare. Con l’eccezione di Clusone dunque, la lettura della storia recente dei listini immobiliari ci fornisce una situazione di relativa equivalenza dei valori locali rispetto a quelli d’ambito. Tuttavia una lettura dei valori immobiliari, forse leggermente più datata, ma di ambito più esteso, realizzata dal Piano Socioeconomico di Comunità ci mostra come Songavazzo appartenga, con valori più ridotti, ad un ambito territoriale dove il traino di Castione e Clusone è visibile a sostegno di una dinamica immobiliare delle seconde case assai più presente che in altre parti del territorio montano.

RELAZIONE PAG. 6 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA SITUAZIONE PROGRAMMATICA DEL TERRITORIO COMUNALE

L’immagine seguente rappresenta infatti l’esistenza di un ambito territoriale (Clusone- Castione) ove le seconde case costituiscono un sistema diffuso, capace di influenzarsi reciprocamente, nel quale le potenzialità di Songavazzo sono ancora non compiutamente espresse.

RELAZIONE PAG. 7 CARTA DELLE SOGLIE SIGNIFICATIVE DELL’ EVOLUZIONE DELL’URBANIZZATO SU ORTOFOTO DIGITALI - 1885 - 1983 Volume D9 Studi e analisi per il PTCP - AMBIENTE COSTRUITO: evoluzione dell’assetto insediativo Scala 1:30.000 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA SITUAZIONE PROGRAMMATICA DEL TERRITORIO COMUNALE

2 Evoluzione e prospettive urbanistiche

2.1 TAPPE DELL’EVOLUZIONE URBANISTICA DEL DOPOGUERRA

Il territorio di Songavazzo ha assunto la conformazione attuale, ed i suoi insediamenti hanno raggiunto l’attuale estensione, sì poggiandosi su un telaio territoriale di antica storia, tuttavia con un livello di trasformazione riconoscibile, soprattutto nel secondo dopoguerra. Questa attività trasformativa ha trovato espressione, e contemporaneamente è derivata, dalla serie storica delle operazioni di pianificazione. Sì è dunque formato, a partire dagli anni ’70 un archivio di piani e progetti che spiegano con una certa chiarezza come la conformazione odierna, oltreché nelle tracce della storia antica sia scritta anche nei segni della storia recente. Fare urbanistica oggi vuol dire in gran parte confrontarsi con scelte già operate, che hanno formato direzioni, creato zone, definito distanze. E’ utile dunque ripercorrere brevemente le tappe più significative di questo processo di pianificazione, dal primo Programma di Fabbricazione redatto nel 1978 al primo PRG del 1987, fino all’ultima variante 7.

2.1.1 Programma di Fabbricazione e Regolamento Edilizio - 1978 Il piano prevede la deviazione del traffico automobilistico di attraversamento del centro storico su due “tangenziali”: la prima a sud-ovest in prosecuzione dell’attuale Via Vittorio Veneto, si collega a Piazza Papa Giovanni XXIII passando per Via Roma; la seconda a nord-est percorre Via Monte Falecchio e prosegue verso il Comune di Cerete alto evitando l’urbanizzato della località Novezio, progetto realizzabile solo con un accordo con il Comune di Cerete. Le principali previsioni di piano sono: il finanziamento di una nuova sede della scuola elementare localizzata in prossimità dell’attuale (non confermata in successivi strumenti urbanistici); l’espansione dell’edificato intorno al centro antico - a nord est con limite della tangenziale monte di Falecchio e a ovest sull’altopiano che sovrasta il Torrente Valeggia – realizzata con una serie di Piani di Lottizzazione, frutto di una stima di incremento di popolazione, di necessità di edifici con caratteristiche igieniche e strutturali che non si ritiene possano essere date dagli edifici del nucleo storico, di crescita del turismo di villeggiatura; distribuzione delle zone a verde a ovest e sud del centro storico, intorno al cimitero e una fascia di verde privato lungo i pendii del torrente Valeggia, una zona a verde sportivo nell’immediato intorno della zona di rispetto cimiteriale. E’ interessante rilevare che il PdF, come peraltro comune a strumenti di quella generazione, viene pensato come strumento solo per l’espansione e non si assegna rilevanza al nucleo antico per il quale non vi sono previsioni di recupero.

VARIANTE AL PDF N°1 - 4 FEBBRAIO 1982 Si tratta dell’individuazione di aree per piste da sci ed impianti di risalita nella parte orientale del territorio, gli impianti fanno parte del comprensorio del monte Pora. Di conseguenza si introducono nell’art.13 del R.E. le zone F5 per impianti di risalita e piste da sci.

RELAZIONE PAG. 8 PROGRAMMA DI FABBRICAZIONE - ANNO 1978 - Estratto Tav. 4 - Zonizzaznione

Scala 1:6.000 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA SITUAZIONE PROGRAMMATICA DEL TERRITORIO COMUNALE

2.1.2 Il PRG e le sue varianti

PIANO REGOLATORE GENERALE - 3 FEBBRAIO 1987 Il Piano abbandona le precedenti previsioni di tangenziali mentre conferma la strada di collegamento tra Via Vittorio Veneto e Via Monte Falecchio con un’intersezione a rotatoria. Il territorio, a scala vasta, è articolato nelle seguenti zone: Piano particolareggiato di Falecchio, Parco pubblico comunale alle pendici del monte Falecchio a servizio dell’urbanizzato e delle strutture turistiche, Zona turistica sportiva all’estremità orientale del territorio comunale (piste da sci) con due impianti di risalita esistenti e due di progetto, Area agricola montana nel restante territorio montano. Il P.P. di Falecchio (non più redatto) ha lo scopo di tutela e valorizzazione ambientale, le destinazioni possibili delle aree sono agricola o parco pubblico attrezzato. Vi è un censimento dei fabbricati rurali allegato al piano. Il P.P. dovrà delimitare i parchi e boschi da conservare, le zone da rimboschire o trasformare a parco o giardino, la viabilità con zone di sosta e punti panoramici, le attrezzature ricettive, ricreative e per lo svago. Come indirizzi insediativi sono ora previsti: ƒ interventi di recupero nel centro storico; ƒ espansione residenziale a nord ovest e nord est del nucleo storico, mediante PL ƒ possibilità di ampliamenti nella parte consolidata; ƒ area produttiva a nord ovest della area residenziale da realizzarsi con P.I.P.; ƒ una zona agricola che assicura un’apertura del nucleo antico agli spazi agricoli e “visivi” dell’altopiano di Songavazzo verso il torrente Valeggia, nella quale vi è un’unica area a concentrazione di edifici in zona agricola; ƒ ristrutturazione spazi pubblici, con nuovo centro civico e commerciale (non realizzato); ƒ attrezzature sportive pubbliche a sud del centro storico (realizzate); ƒ attrezzature sportive private nelle vicinanze dell’intersezione strada Songavazzo-Onore (realizzate); ƒ un’area per campeggio all’ingresso del centro urbanizzato da Onore, (non realizzato).

VARIANTE AL PRG N°1 - 17 OTTOBRE 1988 Variazione di maggiore rilievo è l’ampliamento del centro sportivo privato sito a nord del territorio. Viene inoltre ridotta la fascia di rispetto della strada che collega Via Vittorio Veneto a Via Monte Falecchio ed inserito 8 fabbricati condonati nel censimento dei fabbricati rurali.

VARIANTE AL PRG N°2 - 18 FEBBRAIO 1997 A scala vasta viene ridefinito il perimetro della Zona turistica sportiva, viene estesa la zona di tutela ambientale di Senesia e Falecchio, in precedenza destinata a Piano particolareggiato di Falecchio e ridotta quella del Parco pubblico comunale. Le principali previsioni per il territorio urbanizzato sono: ƒ ripristino della previsione di PdF della strada esterna tra Via Vittorio Veneto e Via Roma; ƒ incremento zone di espansione residenziale in corrispondenza della strada citata e a nord del nucleo edificato in luogo dell’area già destinata a campeggio (questa eliminata); ƒ inserimento estesa area a verde pubblico a sud ovest del centro edificato e nella parte superiore dell’ex campeggio; ƒ individuazione area commerciale all’ingresso dalla statale; ƒ ulteriore ampliamento centro sportivo privato; ƒ indagine di dettaglio del centro storico con specifica classificazione degli edifici ed individuazione dei comparti di recupero.

RELAZIONE PAG. 9 PIANO REGOLATORE GENERALE - ANNO 1987 - Estratto Tav. 16 - Piano di azzonamento

Scala 1:6.000 PIANO REGOLATORE GENERALE VIGENTE Elaborazione da tavole di azzonamento Variante n° 5 e Variante n° 6

Scala 1:6.000 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA SITUAZIONE PROGRAMMATICA DEL TERRITORIO COMUNALE

VARIANTE AL PRG N°3 - 24 OTTOBRE 1998 Aggiornamento cartografico in base ad un rilievo topografico. Variazione consistente della struttura delle norme

VARIANTE AL PRG N°4 - LUGLIO 1998 Adeguamento cartografico e modifica azzonamento in conseguenza al recepimento fascia di rispetto di 100m dell'impianto di depurazione.

VARIANTE AL PRG N°5 - 23 NOVEMBRE 2001 Adeguamento cartografico e modifica azzonamento di alcuni ambiti in conseguenza al nuovo volo aerofotogrammetrico digitalizzato. Adeguamento azzonamento consguente allo studio geologico di dettaglio5. Variazione consistente della struttura delle norme

VARIANTE AL PRG N°6 - 8 NOVEMBRE 2002 Introduzione di un Piano attuativo a destinazione artigianale a nord del centro sportivo privato in prossimità del Torrente Valleggia.

VARIANTE AL PRG N°7 - MARZO 2004 Proposta di PLIS in tutta l’area montana del territorio comunale

2.2 NODI TERRITORIALI RICONOSCIUTI

La lettura sequenziale di questi differenti strumenti urbanistici ci consegna dunque un’immagine di Songavazzo come di un luogo già lungamente tracciato e pensato, dove alcuni temi della trasformazione, non ancora risolti, non sono certo una peculiarità dell’oggi ma permangono come ipotesi di sviluppo dai primi anni delle trasformazioni urbanistiche del dopoguerra. Senza alcuna pretesa di completezza si ritiene utile evidenziarne alcuni (v. cap. 3), nella convinzione che fare pianificazione oggi significhi soprattutto ripensare il territorio in termini progettuali per parti e per temi, affidando alla soluzione dei nodi lo possibilità di qualificazione del territorio: ƒ Il nucleo antico ƒ La viabilità di circonvallazione ƒ Le seconde case ƒ La dotazione dei Servizi ƒ Falecchio ƒ Le attività agrosilvopastorali

2.3 COERENZA DEL PRG CON LA PIANIFICAZIONE DI ORDINE SUPERIORE – IL PTCP

La Provincia di Bergamo ha approvato in data 22-4-04 il proprio Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP) che è divenuto efficace a seguito di pubblicazione sul BURL in data 28-6-04.

5 v. Geol. Diego Marsetti, componente geologica nella pianificazione comunale - supporto al piano regolatore generale, 1999-2002

RELAZIONE PAG. 10 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA SITUAZIONE PROGRAMMATICA DEL TERRITORIO COMUNALE

Le norme di Piano prevedono che tutti i comuni entro due anni (28-6-06) adeguino la propria strumentazione urbanistica alle disposizioni di PTCP. In questo periodo non possono adottare varianti in contrasto con le previsioni del Piano Provinciale Al fine della valutazione delle principali necessità di correzione del PRG attualmente vigente, si evidenziano di seguito alcune risultanze dal confronto con il PTCP.

2.3.1 Aspetti paesaggistici

Estratto Tav. E 5.4 PTCP - Ambiti ed elementi di rilevanza paesistica - scala 1:100.000

Il PTCP si avvale di una serie di studi ed analisi di settore che i Comuni devono approfondire con lo studio paesistico di dettaglio: l’art.50 delle Norme di Attuazione (NdA) individua il PRG quale strumento a valenza paesistica di maggior dettaglio. Gli elaborati di riferimento primario per gli approfondimenti di uno studio di dettaglio sono gli studi di settore contenuti negli allegati D3 e D4 del PTCP, dai quali vengono estrapolati e sintetizzati i tematismi di maggior interesse e riportati negli allegati cartografici e repertori (E5)6.

6 La Tav. E 5.4 mette in evidenza l’articolazione degli elementi di rilevanza paesistica del territorio di Songavazzo. Il paesaggio agricolo è suddiviso in ambiti terrazzati a seminativo, vigneti, prati, prati-pascoli nella parte a sud-ovest e a sud-est del centro storico che si estendono lungo tutta la sponda sinistra del Torrente Valeggia-Borlezza e pascoli montani, versanti boscati sul monte Falecchio.

RELAZIONE PAG. 11 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA SITUAZIONE PROGRAMMATICA DEL TERRITORIO COMUNALE

Il repertorio allegato al PTCP riporta inoltre l’elenco degli elementi censiti in tali tavole7. Per ciascuno di questi elementi il nuovo strumento urbanistico deve effettuare una specifica ricognizione con elaborazione del dettaglio normativo in conformità agli indirizzi del Piano provinciale. Il PTCP, in materia paesistica, fornisce anche alcuni indirizzi che l’Amministrazione è tenuta a seguire in sede di adeguamento del proprio strumento urbanistico. Si ritiene qui opportuno evidenziare quanto previsto dall’art. 62.1 delle NdA per le zone di espansione e 8 trasformazione urbana . Estratto Tav. E 5.5 PTCP - Rete ecologica provinciale

Il paesaggio della naturalità alpino e prealpino si estende nella restante parte est del territorio: a ovest della valle Righenzola, nel territorio che si estende dal monte Falecchio a sud verso il lago d’Iseo, vi sono versanti boscati del piano montano con praterie e cespuglieti, anche con forti affioramenti litoidi; lungo la valle di Frucc, nella parte più a est del territorio vi sono le aree di alta quota rupestri e piani vegetati culminali. La Tav. 5.4 mette inoltre in evidenza il ricco reticolo idrografico che alimenta il bacino del Torrente Valeggia-Borlezza con le principali cime e vette che lo caratterizzano quali la Cima Pizzo (1186 m), la Cima Trifone (1174 m), il Monte Cornet (1426 m), la Punta Vallevrina (1401 m), la Punta Co de Sol (1430 m), la Cima di Campo (1365 m). La stessa tavola E 5.4 individua una serie di filari arborei che determinano caratterizzazione del paesaggio agrario a sud-est del nucleo antico, altri lungo la strada che collega la strada statale n. 671 della Val Seriana con la strada provinciale n. 63 tra Songavazzo e Onore e lungo Via Monte Falecchio tra Via Vittorio Veneto ed il cimitero. La Tav. E 5.5 mette in risalto l’elevata valenza paesistico-ambientale del contesto. Nella rappresentazione della rete ecologica provinciale, il territorio montano di Songavazzo, compreso il monte Falecchio, ricadono nelle aree di elevato valore naturalistico in zona montana e pedemontana della struttura naturalistica primaria. Il territorio a nord e ad ovest del centro abitato è inserito nei Parchi locali di interesse sovracomunale di opportuna istituzione, facenti parte dei nodi di I livello provinciale della rete ecologica; il PLIS interessante il territorio di Songavazzo verrebbe istituito in continuità con il parco che si estende a sud lungo il Torrente Valeggia-Borlezza fino a e con l’ampia area a parco prevista a sud dei centri abitati di Rovetta e Clusone. La Tav 5.5 individua infine l’area della cava in prossimità dell’urbanizzato quale Parco locale di interesse comunale – Verde urbano significativo, facente parte dei nodi di II° livello provinciale della rete ecologica. Le Tav. E 5.3 e Tav. E 5.6 individuano rispettivamente gli elementi e gli ambiti oggetto di tutela ai sensi del D.Lgs. 490/99 e gli elementi di carattere storico e architettonico. La Tav. E 5.3 delimita delle aree a bosco nella parte montana del territorio e le aree dei principali torrenti tutelate secondo l’art.146 del D.Lgs. 490/99. La Tav. E 5.6 localizza chiese, santuari, cascine e rifugi presenti nel Comune di Songavazzo.

7 ELENCO DEI BENI: BENI IMMOBILI D’INTERESSE ARTISTICO E STORICO EX D. LGS. 490/99 – ART. 2 Chiesa parr. di S. Bartolomeo del sec. XVIII FIUMI, TORRENTI E CORSI D’ACQUA EX D. LGS. 490/99 – ART. 146 (lett. c) Rio di Coula o di Songavazzo Torrente Glera Val di Erucce o di Richenzolo CENTRI STORICI E NUCLEI STORICI - ELEMENTI STORICO ARCHITETTONICI Tipologia: Centro o nucleo storico: Centro storico di Songavazzo Tipologia: Chiesa, parrocchiale, pieve, oratorio, cimitero: Parrocchiale S. Bartolomeo Apostolo; S. Antonio Tipologia: Santuario: Santuario Beata Vergine Addolorata Tipologia: Nuclei rurali a carattere permanente, malghe, cascine: Camasone; Croce di Ramella (Malga Ramella della Corna); Falecchio; Pernusino; Ramello del Nedi (Malga Ramello del Nedi); Stalle di Frucc; Valmezzana (Malga Valmezzana) Tipologia: Rifugi: Rifugio Magnolini PRESENZE ARCHEOLOGICHE Elementi puntuali: Tomba a inumazione di epoca ignota 8 Art. 62.1 delle NdA del PTCP: Le espansioni e trasformazioni urbane, ove previste, dovranno prioritariamente essere orientate alla riqualificazione e alla ricomposizione delle zone di frangia degli insediamenti. La progettazione degli interventi dovrà essere rivolta ad un adeguato inserimento paesistico ed ambientale, da ottenersi anche mediante previsione di impianti arborei ed arbustivi nelle parti

RELAZIONE PAG. 12 PRESCRIZIONI E DIRETTIVE DEL PTCP - TITOLO II: Paesaggio e ambiente - Sovrapposizione a PRG

Scala 1:6.000 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA SITUAZIONE PROGRAMMATICA DEL TERRITORIO COMUNALE

Tali zone, individuate nelle tavole di PTCP, e corrispondenti a gran parte delle zone di espansione residenziale del PRG, devono essere indirizzate, mediante specifico riferimento nelle NTA del PRG, alla riqualificazione architettonica ed al corretto inserimento ambientale ed urbanistico. Inoltre il PTCP, all’art. 71.1 delle NdA, individua alcuni ambiti di particolare significato naturalistico, ambientale e paesistico di dimensione sovracomunale e con caratteri di interesse provinciale per i quali viene ritenuta opportuna l’istituzione di PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale). Per Songavazzo il PLIS è individuato nella valle del torrente Borlezza- Valleggia. Si noti che invece il PRG vigente propone un PLIS (variante n° 7) comprendente l'intera zona agricola Estratto Tav. E 5.6 PTCP. Centri e nuclei storici,elementi storico architettonici montana, il parco pubblico e Falecchio. Per il territorio montano delle aree culminali e delle aree boscate, disciplinati rispettivamente dall’art. 55 e dall’art. 57, è prescritto che ogni intervento dovrà avvenire nel massimo rispetto della naturalità, secondo il principio della valorizzazione: dovrà essere tutelata la rete idrografica ed il patrimonio boschivo, le trasformazioni ammesse sono vincolate all’attività agro-silvo-pastorale o turistica.

2.3.2 Aspetti idrogeologici

ART. 43.1.1 DELLE NDA Si tratta di norme relative ad aree che non consentono trasformazioni territoriali a causa di gravi situazioni dovute alla presenza di ambiti a forte rischio idrogeologico (frane/esondazioni) o ad elevato rischio valanghivo. Fatte salve le esclusioni precedentemente individuate, i Comuni, in sede di adeguamento dello strumento urbanistico indicano gli interventi ammissibili nel rispetto dei criteri attuativi della L.R. 41/97. Per l’individuazione e l’autorizzazione di tali interventi, i Comuni dovranno fare riferimento alle prescrizioni delle Norme di Attuazione del PAI – art. 9. Occorre qui segnalare che parte della zona artigianale di nuova previsione soggetta a Piano Particolareggiato (D3) risulta limitrofa e forse parzialmente sovrapposta alla zona disciplinata da questa norma.

ART. 43.1.2A DELLE NDA Si tratta di norme relative ad aree prevalentemente inedificate nelle quali la compatibilità degli interventi di trasformazione territoriale è condizionata ad approfondimenti e studi di dettaglio di carattere idrogeologico ed idraulico che accertino la propensione dell’area all’intervento proposto.

esterne, adiacenti il territorio agricolo. Le previsioni degli strumenti urbanistici per queste aree dovranno considerare l’opportunità della formazione di reti ecologiche e di collegamento con le aree a verde o reti ecologiche esistenti sul territorio a valenza paesistico- ambientale.

RELAZIONE PAG. 13 PRESCRIZIONI E DIRETTIVE DEL PTCP - TITOLO I: Risorse idriche - rischio idraulico - assetto idrogeologico - Estratto Tav. E 1 PTCP - SUOLO E ACQUE: Elementi di pericolosità e di criticità: compatibilità degli interventi di trasformazione del territorio Scala 1:25.000 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA SITUAZIONE PROGRAMMATICA DEL TERRITORIO COMUNALE

Ricadono in tale ambito: una zona residenziale attuata (B2), una piccola parta della zona residenziale di nuovo impianto (C1) in fase di attuazione e parte della zona artigianale di nuova previsione soggetta a P.P. (D3).

2.3.3 Conclusione L’adeguamento del PRG al PTCP comporta il recepimento di quanto precedentemente esposto. Ciò non ha solo degli effetti di natura descrittiva o di vincolo relativo a beni culturali e/o ambientali; ma produce anche la necessità sia di variazioni delle previsioni d’uso per parti importanti del territorio di cui è prevista l’urbanizzazione, in particolare per la fascia perifluviale, che di indirizzo specifico per i nuovi insediamenti residenziali

2.4 COERENZA DEL PRG CON LE NORME REGIONALI

2.4.1 Il Piano Regionale Paesistico Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) di recente approvazione (6 marzo 2001), costituisce finalmente un punto fermo della politica regionale di tutela e valorizzazione del paesaggio, dopo che, a seguito dei disposti della L. 431/85 la Regione Lombardia aveva avviato gli studi finalizzati alla redazione di tale Piano. Questo Piano determina immediate ricadute normative sul territorio regionale; inoltre la sua peculiarità, a differenza di altre esperienze ragionali, è di assegnare agli altri enti territoriali compiti direttamente operativi nell’approfondimento del Piano predisposto. Infatti il PTPR, riconoscendo la estrema complessità ed articolazione del tema trattato e la difficile, e forse inopportuna, riconduzione a sintesi univoche della quantità di studi finora elaborati, sceglie, in coerenza con altre avanzate esperienze di pianificazione territoriale, un modello di pianificazione di tipo implementativo, che istituisce cioè come fondante della sua azione il principio di maggior definizione, consistente di fatto nella pragmatica presa d’atto “…dell’impraticabilità di una pianificazione di dettaglio prodotta dalla Regione per l’insieme del proprio territorio”. L’azione di Piano si esplica dunque da un lato mettendo finalmente a disposizione le elaborazioni effettuate sul paesaggio lombardo in questi anni, come patrimonio conoscitivo costituente il quadro di riferimento, di valore necessariamente indicativo, da assumere per ogni operazione inerente il paesaggio, dall’altro esplicitando come indirizzi specifici di valore immediatamente prescrittivo, oltreché le norme generali di attuazione e gli indirizzi specifici per alcuni tematismi selezionati, fra cui la tutela degli insediamenti storici e del sistema della viabilità, indirizzi specifici di tutela distinti per unità tipologiche di paesaggio individuate per grandi sistemi e sottosistemi. Tutto ciò avviene, tuttavia, riconoscendo comunque valore normativo o di indirizzo specifico anche a quelle parti delle elaborazioni di Piano, o di disposti normativi in materia di paesaggio, quale ad esempio i decreti di vincolo 1497/39, che pur trattando di aspetti o luoghi specifici, sono sicuramente assumibili all’interno del Piano complessivo. Alla luce di ciò il compito degli altri piani sottoordinati, in base all’esplicito principio della maggior definizione, è quello di articolare le loro analisi di base ben oltre i tradizionali ambiti di studio usualmente praticati da tali strumenti (es. analisi socioeconomiche) orientandole anche al riconoscimento dei valori e dei caratteri ambientali, storici, morfologici ecc… del territorio. L’analisi accurata delle condizioni formali dei siti potrà produrre una disciplina regolamentare del territorio comunale più orientata alla comprensione e valorizzazione delle qualità del paesaggio.

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L’IMPATTO PAESISTICO Le recenti linee guida per l’esame paesistico dei progetti, documento regionale previsto dalle norme di attuazione del Piano Paesistico Regionale9, prevedono inoltre che ogni intervento di trasformazione dell’aspetto esteriore del territorio sia soggetto ad una valutazione dei suoi effetti sul paesaggio. Ciò in conformità alla Conferenza Europea sul Paesaggio, recepita dal Piano Paesistico regionale. Le linee guida prevedono una procedura piuttosto complessa di autovalutazione da parte dei progettisti, sia della sensibilità del sito che dell’incidenza paesistica del progetto proposto. La composizione di queste due valutazioni determina, sulla base di uno schema a matrice, la determinazione dell’impatto paesistico del progetto. L’organo tecnico dell’Amministrazione, anche con l’ausilio della Commissione Edilizia integrata dagli esperti in materia paesaggistica, è chiamata a pronunciarsi sulla congruenza della valutazione proposta. Tuttavia, consapevole della notevole complessità del tema, il legislatore regionale ha previsto, e recentemente con specifica circolare ha sollecitato, che i piani regolatori comunali si attrezzino di proprie specifiche valutazioni in grado da un lato di predeterminare le classi di sensibilità paesistica del territorio, dall’altro di fornire indirizzi specifici ai progettisti in modo che la loro valutazione sia facilitata e soprattutto resa più omogenea rispetto alla varietà degli esiti altrimenti possibili. Il piano di Songavazzo dovrà perciò adeguarsi, oltreché ai contenuti paesistici del PTCP anche al Piano Paesistico Regionale dotandosi degli approfondimenti previsti e di almeno uno specifico elaborato di determinazione delle classi di sensibilità.

2.4.2 La nuova LEGGE PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO Il 16 febbraio di quest’anno il Consiglio Regionale ha approvato la nuova Legge per il Governo del Territorio (Legge Regionale 11 marzo 2005 n° 12); nuovo strumento giuridico che ridefinisce integralmente la complessa (e composita) legislazione in materia urbanistica vigente in Lombardia. Questa Legge, abrogativa di quasi tutti gli istituti giuridici precedenti, costituisce l’ultimo atto di un lungo percorso di riforma che ha visto un’accelerazione nelle ultime due legislature. Il Piano regolatore, strumento finalizzato chiaramente allo sviluppo urbano, nato con la legge 1150 del 1942, e recepito dall’autonomia regionale lombarda con la L.R. 51/75 come strumento generale di ordine territoriale finalizzato al riequilibrio tra la dimensione degli insediamenti e la dotazione di spazi ed attrezzature per il loro funzionamento, si trova oggi, come strumento sia culturale che giuridico, superato dalle rilevanti trasformazioni territoriali avvenute e dalla pratica urbanistica stessa, che ha evidenziato chiaramente le sue inadeguatezze alle attuali necessità. A fronte di ciò il dibattito urbanistico sia nazionale che locale ha prodotto molteplici e notevoli riflessioni ed approfondimenti sulla natura ed utilità attuale dello strumento Piano Regolatore. Riflessioni che a livello nazionale si sono tradotte in diversi disegni di riforma, mai in riforme compiute. A livello regionale, invece, sia in Lombardia che in altre regioni italiane, si è assistito ad una notevole produzione legislativa. La regione Lombardia ha ora finalmente prodotto la sua riforma urbanistica, ma questa riforma, pur rivoluzionando la legislazione urbanistica locale è in realtà stata anticipata nel corso di queste due ultime legislature da diversi atti normativi con parecchi contenuti di delegificazione e di aggiornamento di parti importanti della disciplina urbanistica.

9 di cui alle DGR n° 7/11045 del 8 novembre 2002

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Basti pensare alla L.1/2001 che disciplinava, fra le altre cose, il sistema delle destinazioni d’uso in maniera radicalmente diversa da quanto finora praticato, rendendo più elastico il rigido concetto di standard e prevedendo la necessità di redazione del Piano dei Servizi. O alla L. 1/2000 che stabilisce la necessità di un percorso partecipato della cittadinanza alla redazione del Piano e prevedendo, quando vigente il Piano Territoriale di Coordinamento provinciale, una sorta di autoapprovazione del Piano, mediante la partecipazione degli enti preposti alla sua approvazione già durante la fase istruttoria. Ma anche altre norme minori (come la disciplina di uso dei sottotetti a fini abitativi ex lege 15/96, o l’estensione del concetto di pertinenzialità delle aree a parcheggio ex lege 109 in base alla legge 22/1999) erano in grado di produrre effetti urbanistici assai rilevanti. Tali effetti tuttavia, congiunti fra l’altro all’estensione dell’istituto della DIA (Dichiarazione di Inizio Attività) come atto sempre più sostitutivo non solo dell’autorizzazione edilizia ma anche della concessione (ora entrambi riassunti nella dizione permesso di costruire), rischiano di produrre esiti territoriali incontrollati se non connessi ad una attenta interpretazione ed aggiornamento normativo da parte dei comuni. In sostanza la riforma regionale già in atto, ed ora compiuta, chiama le comunità locali ad un ruolo di maggior consapevolezza: se le Amministrazioni sapranno cogliere le notevoli opportunità insite nelle nuove norme potranno gestire in maniera più dinamica, ed anche raffinata, le operazioni territoriali riguardanti la propria comunità, diversamente rischiano di non avere strumenti di controllo per operazioni fondiarie che talvolta possono essere assai pericolose (si pensi ad esempio agli effetti potenzialmente nefasti delle possibilità di ampliamento dei sottotetti nei nuclei antichi). Ne emerge un quadro in completa e continua trasformazione, in cui è parso sempre più chiaro che il ruolo che il Piano regolatore (ora Piano di Governo del Territorio) può esercitare appare credibile se, non solo ben impostato dal punto di vista progettuale, ma anche strutturato in maniera assai articolata (per governare positivamente gli effetti della delegificazione) e dotato di strumenti di gestione delle trasformazioni possibili (non solo quelle previste). In sostanza il nuovo piano deve caratterizzarsi per l’ambizione culturale dei suoi obiettivi, capaci di stimolare il dialogo e produrre partecipazione; per la raffinatezza dell’articolazione dei suoi disposti che consenta un’attività di continua implementazione e variazione del piano; e per la qualità tecnica dei suoi supporti gestionali, che permettano di sperimentare quanto ipotizzato dal Piano e nel tempo di correggerne le previsioni. L’intera produzione legislativa regionale in materia urbanistica di questi ultimi anni è dunque incentrata sul concetto di flessibilità della norma in relazione al quadro delle condizioni e delle opportunità territoriali10.

ELEMENTI DI NOVITÀ E DI INDEFINIZIONE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Il Piano di Governo del Territorio è uno strumento articolato, composto da tre documenti: Il DOCUMENTO DI PIANO, il PIANO DEI SERVIZI, il PIANO DELLE REGOLE. Mentre il Documento di Piano ha validità quinquennale, il Piano dei Servizi ed il Piano delle Regole non hanno termini di validità. Occorre sottolineare che se il documento di Piano risulta ben strutturato la sua nuova riapprovazione dopo cinque anni, stante la vigenza degli altri due documenti, si può limitare ad un’operazione di aggiornamento ed implementazione senza necessariamente azzerare il lavoro svolto.

10 Ne è un esempio la disciplina degli usi prevista nella Legge 1/2001, laddove prevede che le destinazioni non esplicitamente vietate dalle norme di piano siano sempre ammesse, con ciò vanificando in un colpo solo tutte quelle previsioni di percentuali di usi ammissibili di cui si sostanziano molte normative di piano, fra cui anche quella del, peraltro assai innovativo, Piano Regolatore di Bergamo di recente approvazione. La norma costringe il pianificatore ad un interessante esercizio di individuazione di ciò che non è compatibile con una data zona, e permette la realizzazione di opere ed usi che magari durante il momento dell’elaborazione di Piano non erano prevedibili, ma di cui si è comunque valutata la non incompatibilità con quella zona.

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E' dunque ormai definito che la funzione degli strumenti urbanistici comunali (PGT) oggi debba essere improntata a modi completamente altri rispetto a quelli della tradizione derivata dai piani della L.1150/42: flessibilità per aderire alle continue mutazioni del quadro normativo, partecipazione per contemperare nelle scelte tutte le possibili istanze di trasformazione territoriale, sostenibilità ambientale per fare del Piano occasione di miglioramento dello stato dell'ambiente locale, attenzione alla gestione, pari almeno alla redazione, per dare reale continuità agli scenari che il piano contribuisce a definire.

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3 Alcuni temi di riflessione

La necessità di aggiornare il Piano Regolatore sia ai contenuti del Piano territoriale di Coordinamento Provinciale che alle prescrizioni della nuova legge regionale ed al Piano Paesistico può dunque non solo rivelarsi un mero adempimento burocratico ma l’opportunità di riconfigurare le linee di azione dell’Amministrazione Comunale verso indirizzi di valorizzazione del proprio territorio maggiormente consapevoli delle sue opportunità e con più capacità incisiva rispetto alla qualità ed alla complessità dei fenomeni socioeconomici in atto. Perché questo avvenga occorre che i nuovi strumenti di pianificazione abbiano un più marcato orientamento al progetto, cioè una maggiore capacità, non solo di regolare i fenomeni insediativi, ma anche di stimolarli verso soluzioni di integrazione e di qualificazione territoriale. In un certo senso il nuovo piano esplicherebbe con più efficacia il suo ruolo se si strutturasse, oltre che come necessario strumento di regolazione, come vera e propria AGENDA STRATEGICA, capace di individuare progetti e di far convergere su di essi le energie della comunità, dei possibili investitori privati e dei possibili finanziatori pubblici. Esempio di ciò è il tema della vocazione turistica che, pur non essendo il solo orizzonte dell’economia locale, di certo ne costituisce lo scenario più pregnante. “L’accelerazione dei processi di interscambio economico mondiale rappresenta infatti per le aree montane una minaccia ed una opportunità: i pericoli nascono dalla posizione storicamente non rilevante in termini industriali del tessuto economico e produttivo dei territori montani; le opportunità possono discendere proprio dal fatto che, a differenza dei luoghi di pianura e (forse ancor più) di collina, il mancato sviluppo intensivo degli insediamenti produttivi, ha permesso il mantenimento di caratteristiche ambientali relativamente “naturali”, rendendo questi territori maggiormente richiesti in termini di fruizione turistica, particolarmente dalle popolazioni urbane contermini”11. La capacità dunque di questo territorio di valorizzare le proprie caratteristiche, migliorando sensibilmente le prestazioni ambientali, aumentando la riconoscibilità del luogo nell’ambito territoriale, costituisce forse l’unica possibilità competitiva nell’orizzonte territoriale locale. A tal fine occorre individuare le azioni strategiche cui affidare il perseguimento di tale obiettivo, non dimenticando che la capacità di un luogo di valere per l’ospite è in primis data dalla capacità di produrre qualità elevata della vita per i suoi cittadini. E chiaro cioè che la ricerca di fattori potenziali per una buona qualità dell’ospitalità (turistica) va legata alla capacità di dare un territorio di qualità ai suoi abitanti e di costruire le condizioni di relazione (ospitalità) tra questi e la popolazione fluttuante. Riesce infatti difficile pensare ad un’accoglienza ospitale messa in atto da persone che non conoscono i luoghi ricettivi e quindi non possono trasmetterne i valori.

3.1 DIREZIONI DELL’AZIONE DI PIANO

Ogni azione di valorizzazione integrata si prefigge l’obiettivo di disvelare e valorizzare i propri punti di forza e di ridurre quando non eliminare i punti di debolezza.

11 v. Piano Socioeconomico CM VSS, op.cit

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3.1.1 I punti di forza Riteniamo che l’elemento principale che consente a Songavazzo di poter pensare ad iniziative di valorizzazione del proprio patrimonio paesaggistico ed urbanistico risiedono nella caratteristica peculiare di essere in prossimità dei poli principali attrattori del turismo locale (Castione e Clusone) pur non subendo per converso i fenomeni di congestione viabilistica da questi patiti. L’esposizione geografica del nucleo principale, così come la qualità della visuale dell’altopiano di Falecchio unite alla loro estraneità ai circuiti viabilistici principali ne forniscono una godibilità potenziale assai evidente ed ancora incrementabile. Le possibilità di un miglioramento complessivo dell’accessibilità connesse alla realizzazione della variante di Clusone renderanno Songavazzo ancora più appetibile sul mercato immobiliare. Altro elemento importante risiede nel aver, almeno parzialmente, salvaguardato il proprio agro riservando ancora all’intorno dell’abitato notevoli visuali su spazi aperti capaci di mantenere una continuità del sistema ambientale.

3.1.2 I punti di debolezza La principale debolezza consiste nella scarsa strutturazione della vita sociale locale, che risulta priva di luoghi urbani compiutamente formati, di un tessuto minimo di distribuzione commerciale, di un utilizzo stabile del nucleo antico. Il rischio del declino demografico a vantaggio di un territorio di sole seconde case è abbastanza evidente. Se non si rafforzano le condizioni perché la popolazione locale riutilizzi appieno il proprio patrimonio edificato, in particolar modo quello storico, rafforzando la pluralità degli usi (non solo residenza, ma anche sedi di attività a questa compatibili e commercio) si assisterà nei prossimi anni ad un’ulteriore perdita delle residue caratteristiche di centralità a vantaggio dei luoghi limitrofi più strutturati (es. Castione)

3.2 AZIONI STRATEGICHE DEL NUOVO PIANO

3.2.1 Azioni sul paesaggio

TUTELA DEL PATRIMONIO FORESTALE E BOSCHIVO E’ evidente la distanza tra l’estensione del patrimonio forestale e lo scarso uso del bosco come risorsa produttiva. Poiché il patrimonio forestale svolge la duplice funzione di elemento fondamentale per il mantenimento di prestazioni elevate del sistema ambientale e di presidio idrogeologico ma anche, storicamente, di risorsa produttiva, pare elemento fondamentale la promozione di iniziative di riordino fondiario anche attraverso l’azione dei Consorzi Forestali che possano contribuire, riconoscendo il valore economico del bosco, ai processi di manutenzione e ricomposizione ambientale integrandoli con le opportunità di reddito che i prodotti del bosco rivestono. Tale azione può altresì collegarsi con operazioni di promozione della fruibilità sportiva, turistica e didattica del territorio montano. In questo ragionamento rientra anche il territorio esteso dei boschi pubblici, un tempo parzialmente individuato, dal PRG, come parco pubblico.

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Aree di proprietà del Comune di Songavazzo - Estratto Tav. 9 PRG - scala 1:15.000

INDIRIZZI PER FALECCHIO La riproposizione, in tutti gli strumenti urbanistici, di Falecchio come luogo della tutela, dapprima solo individuato, poi assoggettato a piano particolareggiato, rendo conto dell’importanza riconosciuta per la comunità a questo luogo. Esiste una corrispondenza antica tra il nucleo storico e le malghe di Falecchio, attraverso la traccia non evidente del torrente Trebes, L’altopiano di Falecchio è, pur nella sua evidente concretezza fisica, prima di tutto un luogo della mente. Credo che in qualche misura si possa vedere in essa un luogo originario, come se il genius loci, prima che essere nato sul piano, stesse in alto e poi da lì fosse disceso. Per essa si immaginano destini di valorizzazione turistica, di qualificazione ambientale; ma, pur importanti, sono tanti modi diversi per esprimere la medesima cosa, un forte affetto verso un luogo sacralizzato nell’immaginario collettivo. Esercitarsi con delle proposte, di tutela e valorizzazione, in questo territorio montano ha dunque questo significato principale: ricordare che alle vaste estensioni delle valli di Trebes e di Righenzola ed alle foreste del Pora, si affida la custodia della individualità locale. Il torrente Trebes, che pare dimenticato perché sovente nascosto, poco curato, non oggetto di attenzione urbana, è in realtà una delle ragioni orografiche primarie di questo luogo. E’ possibile forse pensare che, per Songavazzo ed i suoi abitanti, il disvelamento dei segni primari del loro luogo, attraverso l’attenzione di un progetto civico, possa aiutare a rafforzare i motivi della propria identità.

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POTENZIAMENTO DEL RUOLO DELL’AGRICOLTURA Come nella tradizione della pianificazione italiana, storicamente orientata alla sola espansione dell’urbanizzato, il territorio delle attività agricole e silvopastorali è perlopiù dimenticato dalla sequenza degli strumenti urbanistici. Il PdF non ne fa menzione, il PRG originario individua, nella relazione illustrativa, alcune peculiarità del territorio boschivo ma non dispone di strumenti specifici di intervento. In realtà per Songavazzo la possibilità di incrementare l’uso agricolo del territorio riteniamo sia un tema primario, non tanto per una rilevanza economica che oggettivamente non c’è, quanto per la sua natura di tutela dei valori identitari e di manutenzione del paesaggio. Oggi valorizzare l’agricoltura e la conduzione silvopastorale non richiede più la semplice individuazione di aree di protezione dall’urbanizzazione, ma il raggiungimento di progetti di sviluppo aziendale che possano integrare la funzione produttiva con le finalità didattiche e ricreative, anche orientandole alla produzione di prodotti tipici. Occorrono quindi strumenti specifici di stimolo al rinnovamento ed alla riqualificazione per le aziende esistenti ed interventi di coordinamento, quali i consorzi forestali, per i fondi non più curati. A tal fine si ricorda la presenza ormai stabile di fondi europei organizzati dai POR regionali sia per le attività agricole e/o agrituristiche che per le attività forestali.

OPPORTUNITÀ DI COSTITUZIONE DEL PLIS PROPOSTO DA L PTCP L’istituzione di un Parco Locale di Interesse Sovracomunale, prevista dal PTCP, che interessa la valle del Torrente Valeggia-Borlezza a nord e a ovest del centro abitato di Songavazzo, in continuità con il territorio a sud di Clusone e Rovetta e lungo il torrente citato tra Cerete e Sovere (vedi Tav. E 5.5 PTCP - Rete ecologica provinciale), si ritiene assai opportuna. Tale iniziativa potrebbe essere occasione per il potenziamento della fruizione ambientale e sportiva di tali spazi; vi potrebbe essere la possibilità della creazione di un percorso ecocompatibile alternativo alle strade esistenti lungo la valle tracciata dal torrente; nonché un concreto strumento di salvaguardia della scarpata morfologica.

3.2.2 Azioni sull’urbanizzato

IL NUCLEO ANTICO Dopo la sostanziale rimozione dei suoi caratteri ,ad opera del primo Programma di Fabbricazione, l’opportunità di tutelare i valori del nucleo antico, indirizzandone le operazioni di recupero, è finalmente emersa con la classificazione e la normativa di PRG. Tale recupero di consapevolezza non sembra tuttavia aver apportato significativi risultati in termini di estensione e qualità degli interventi. Si attende la possibilità di utilizzare e potenziare l’apparato conoscitivo del PRG non tanto per istituire ulteriori livelli di vincolo quanto per fornire indirizzi maggiormente certi sui modi del recupero: proposte di intervento non divieti. Si tratta inoltre di poter individuare le modalità di incentivo finanziario (sgravi fiscali, contributi) capaci di innescare le politiche di recupero.

LA NUOVA STRADA L’esteso sistema di circonvallazione disegnato dal primo PDF è stato dapprima integralmente abbandonato per poi essere parzialmente ripreso dalla variante n° 2 del PRG con la riproposizione della strada di circonvallazione sud. Il compimento di quest’opera può, tuttavia, se non guidata come operazione territoriale, divenire semplicemente un’ulteriore addizione di territorio urbanizzato come semplice luogo di accesso di un nuovo insediamento residenziale oppure occasione per migliorare la viabilità di attraversamento fornendo al contempo alla comunità nuovi spazi di relazione e scambio.

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Occorre quindi individuare nella connessione tra piano attuativo e nuova viabilità l’insieme delle dotazioni che si ritengono opportune per integrare la qualità urbanistica del Comune (aree verdi, funzioni commerciali, percorsi pedonali protetti, accessibilità all’area agricola sud).

LA RELAZIONE TRA NUCLEO ANTICO E LE AREE AGRICOLE I nuclei storici della maggior parte dei comuni lombardi sono stati circondati dalle zone di prima espansione degli anni del boom edilizio. Songavazzo tiene invece ancora aperta la possibilità di mantenere l’antico rapporto tra gli edifici rurali del centro storico e le aree agricole a sud ovest di esso. Il rapporto visivo, non solo suggestivo dell’economia che ha dato origine alla comunità, ma anche panoramico verso la piana agricola e il monte Fogarolo sovrastante la valle del Torrente Valeggia- Borlezza, può essere altresì guida per conservare il principio della permeablità dell’urbanizzato al paesaggio, controllando la tipologia e la qualità delle recinzioni, valorizzando gli elementi di connessione vegetazionale del territorio come elementi di disegno urbano. In definitiva, il verde ed il paesaggio possono costituire occasione sia per una conferma dell’identità locale che per una decisa qualificazione delle nuove costruzioni.

LE SECONDE CASE I progetti di espansione residenziale, non completamente attuati, sono in parte rilevante destinati ad abitazioni turistiche. Tuttavia pur avendo avuto le scelte localizzative, nel corso degli anni, una sostanziale conferma, non pare essere stato predisposto alcun strumento di indirizzo della loro qualità architettonica e paesaggistica. Si tratta di un tema estremamente delicato perché, proprio per la dimensione della sua estensione, si può rivelare decisivo per contribuire a disvelare all’ospite turista le qualità ambientali di questo luogo o, viceversa, per aggiungere ulteriore quantità edilizia alla già diffusa molteplicità dei villaggetti di carattere vernacolare presenti sull’altopiano. In sintesi, l’identità del luogo si rafforza non solo disvelando e rivitalizzando il nucleo antico, ma anche imprimendo una forte qualificazione architettonica e paesaggistica alle nuove costruzioni (o al rinnovo di quelle già un po’ datate). Songavazzo gode di una posizione geografica di privilegio (buona insolazione, distanza da strade di forte traffico, vicinanza ai centri di Clusone e di Castione). Per accentuare il valore delle proprie dimore deve però saperle curare molto, ad esempio introducendo criteri di architettura bioclimatica, dando grande rilevanza alla progettazione degli spazi verdi ed allo loro continuità nell’urbanizzato.

DOTAZIONE DEI SERVIZI Nella sua evoluzione urbanistica il Comune rinuncia alla costruzione di una dotazione completa di servizi, in particolar modo le scuole. Tale scelta rappresenta il segno consapevole della misura limitata delle possibilità di azione locale e della necessità di sviluppare l’integrazione amministrativa con i comuni vicini per l’erogazione di servizi di maggiore qualità. L’integrazione dei servizi amministrativi a livello intercomunale è senz’altro una strada da perseguire. In particolare per la popolazione di Novezio (Cerete) ormai conurbata con Songavazzo.

IL FUTURO DELLA CAVA L’area di cava presente all’ingresso dal centro abitato di Songavazzo, viene individuata dal PTCP come Area verde prevista dalla pianificazione locale e confermata come elemento di rilevanza paesistica, vi è quindi un’intenzione di utilizzo ambientale e ricreativo. L’inserimento nel Piano Cave della Provincia di Bergamo è l’occasione per pensare una riqualificazione dell’area con progetto coordinato e coofinanziato dall’ente sovracomunale. Stante la sua posizione esterna all’urbanizzato, occorre tuttavia una attenta ricerca di ruolo per quest’area; individuandone le potenzialità alternative sia

RELAZIONE PAG. 22 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA SITUAZIONE PROGRAMMATICA DEL TERRITORIO COMUNALE con la selezione di una fruizione a tal scopo idonea che con la qualità del suo progetto di trasformazione.

RELAZIONE PAG. 23 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA SITUAZIONE PROGRAMMATICA DEL TERRITORIO COMUNALE

4 Modalità di intervento

Il Piano Regolatore vigente deve dunque essere sostituito, in base alla nuova Legge Regionale 12/05, con il Piano del Governo del Territorio (PGT), questo strumento deve essere conforme alle prescrizioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e deve sviluppare le indicazioni del Piano Paesistico Regionale. Essendo il PGT uno strumento certamente più complesso del PRG, considerato che tali elaborazioni possono risultare certamente troppo articolate ed onerose per i piccoli comuni, la nuova Legge prevede l’emanazione, entro un anno dalla sua entrata in vigore (31 marzo 2006), di specifici criteri aventi valore di indirizzo, si intende semplificatore e chiarificatore, per la loro attività. Occorre però ricordare che la nuova Legge prevede altresì che dopo quattro anni dalla sua entrata in vigore (31 marzo 2009) i previgenti PRG cessino di efficacia, con tutte le conseguenze giuridiche immaginabili in questo caso. E’ a tal fine opportuno che l’Amministrazione valuti comunque la possibilità di avviare almeno le parti di analisi del PGT, essendone comunque ormai sufficientemente chiari i contenuti e gli obiettivi, riservandosi di pervenire al perfezionamento dello strumento ed alla sua adozione dopo l’emanazione dei criteri regionali. Oltretutto se l’obiettivo, come qui si consiglia, diviene non solo quello del recepimento della norma, ma soprattutto del suo utilizzo al fine del rinnovo dell’azione amministrativa mediante la predisposizione di progetti (azioni) specifici, l’ideazione di questi interventi, cioè la fase del dialogo con gli interlocutori istituzionali e non, può essere utilmente anticipata, giacché la realizzabilità dei progetti non dipende dalla conformità della loro veste formale, che si definisce poi, ma dalla qualità dei loro contenuti ideativi, per la quale occorre certamente tempo.

PASSAGGI ULTERIORI Il percorso progettuale potrebbe perciò svolgersi nel seguente modo: 1. Avviso alla cittadinanza dell’Avvio del Procedimento di formazione del nuovo PGT 2. Redazione di un DOCUMENTO METODOLOGICO da sottoporre al Consiglio Comunale. entro 1 mese dall’Avvio del Procedimento 3. Predisposizione di un RAPPORTO PRELIMINARE contenente le analisi e lo schema di massima dei progetti di azioni territoriali. entro 5 mesi dalla discussione del Documento di cui alla fase precedente 4. Redazione dei documenti definitivi di PGT. dopo 3 mesi dalla discussione del Rapporto Preliminare e comunque dopo 2 mesi dalla pubblicazione dei criteri da parte della regione Lombardia.

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