Prospettive e scenari di sviluppo per il territorio di

Gennaio 2012

Indice

GUIDA ALLA LETTURA 3

PARTE PRIMA 4 LE PROSPETTIVE 5 LE DISCONTINUITÀ NECESSARIE 5 LA GOVERNANCE 6 INDUSTRIA E TERRITORIO 7 NON SOLO CHIMICA 7 SENSO E FUTURO DI UNA VOCAZIONE INDUSTRIALE 8 RICERCA, FORMAZIONE, “EFFETTO CITTÀ”: NUOVE PROSPETTIVE PER IL TERRITORIO 9 LE LINEE STRATEGICHE 10 STRATEGIA 1: OLTRE L’INDUSTRIA 11 STRATEGIA 2: RILANCIO INDUSTRIALE 15 STRATEGIA 3: SMART SPECIALIZATION 18

PARTE SECONDA 23 IL METODO DI LAVORO 24 IL QUADRO SOCIO ECONOMICO: APPUNTI PER L’ANALISI DEL TERRITORIO 25 PREMESSA 25 DINAMICHE DEMOGRAFICHE 25 SVILUPPO ECONOMICO 28 FOCUS BOX 1 : LE IMPRESE HIGH-TECH IN ROSIGNANO MARITTIMO 31 FOCUS BOX 2: IL POLO CHIMICO DI ROSIGNANO E LE SUE RICADUTE SUL TERRITORIO 32 FOCUS BOX 3: TURISMO 34 FOCUS BOX 4: AGRICOLTURA 36 FOCUS BOX 5: RICERCA & INNOVAZIONE 38 APPUNTI DAI FOCUS GROUP: TEMI DI DISCUSSIONE 41 LE RETI 43 UNA PREMESSA DI METODO 43 IL NOSTRO STUDIO 43 IL METODO DI COSTRUZIONE DELLE MAPPE 45 DUE RETI TEMATICHE: 1) INDUSTRIA & INNOVAZIONE 46 DUE RETI TEMATICHE: 2) TURISMO & AGRICOLTURA & CULTURA 55 LA MAPPA DELLA RETE-ROSIGNANO 58 L’ANALISI SWOT 62 CONTESTO LOCALE, REGIONALE, GLOBALE 63 TESSUTO ECONOMICO 64 RISORSE CULTURALI E QUALITÀ DELLA VITA 67 IMMAGINE 68 SPAZI E INFRASTRUTTURE 69 TESSUTO SOCIALE E CAPITALE SOCIALE 70 PROGETTUALITÀ 72 COMPLESSITÀ E TRASVERSALITÀ DELLE STRATEGIE E DELLE AZIONI: PRIMI ELEMENTI DI VALUTAZIONE 73

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Guida alla lettura

Questo rapporto è il risultato di un lavoro di ricerca sul caso di studio del Comune di Rosignano Marittimo, realizzato nel corso del 2011 nell’ambito delle attività di ricerca dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ai sensi di un’apposita convenzione stipulata con l’Amministrazione comunale. Il testo è stato elaborato e scritto da Nicola Bellini, Anna Loffredo e Cecilia Pasquinelli. Alla ricerca ha collaborato Marius Suciu.

Il lavoro si articola in due parti, tra loro complementari.

La prima parte del rapporto riporta le valutazioni di sintesi del gruppo di lavoro e l’elaborazione di possibili linee strategiche per lo sviluppo del territorio.

La seconda parte comprende una serie di materiali elaborati nel corso del lavoro di ricerca e che costituiscono la base per le valutazioni della parte prima. In particolare nella parte seconda si trovano: - una breve nota metodologica; - riferimenti statistici per il quadro socio-economico; - l’elenco delle tematiche sviluppate nei focus group; - l’analisi delle reti; - l’analisi SWOT; - un approfondimento sugli elementi di trasversalità e complessità delle linee strategiche proposte.

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Parte prima

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Le prospettive

Le discontinuità necessarie Questo documento vuole costituire un contributo alla costruzione di un quadro conoscitivo ed alla definizione di una strategia di sviluppo economico del Comune di Rosignano Marittimo, anche ai fini della programmazione territoriale del Comune. Esso è stato elaborato al termine di una lunga serie di incontri individuali e a gruppi (secondo il formato del focus group), che ha permesso una ricostruzione accurata dei sistemi di relazioni e dei patrimoni progettuali dell’area, ed a fronte di una serie di riscontri più tradizionali sui dati dell’evoluzione economica e sociale del territorio1. In questo documento si propone ed analizza in particolare una gamma di possibili strategie, che sottoponiamo all'attenzione della comunità rosignanese e delle sue istituzioni. Si tratta a nostro avviso di strategie che sono tutte possibili e perseguibili. Il che non vuol dire che siano compatibili (anzi noi riteniamo che siano sostanzialmente alternative, per di più in un contesto di risorse pubbliche limitate) o che siano equivalenti (anzi noi esprimiamo chiaramente una preferenza per la terza strategia). E nemmeno crediamo che esistano strategie esenti da rischi, che abbiamo cercato di esplicitare, sino al punto di riconoscere che quella che preferiamo è anche una strategia complessa, forse meno "facile" delle altre e quindi più rischiosa. Ma qui terminano i margini concessi alla libera riflessione intellettuale e si aprono gli spazi propri delle decisioni politiche.

Questo esercizio non è in realtà diverso da quello che era stato compiuto, con autorevoli contributi tecnici, nel 2003, quando – come si ricorderà – erano stati ipotizzati tre scenari per il futuro di Rosignano: a) uno scenario “Polo Chimico-energetico”, nel quale il futuro era guidato dall’ampliamento del ruolo dell’industria chimica verso la produzione energetica e verso lo sviluppo di specializzazioni produttive strategiche, con una marginalizzazione di altre direttrici di attività produttive; b) uno scenario “Evoluzione Post-industriale”, nel quale la vocazione industriale declinava a favore di una diversificazione produttiva in settori alternativi alla chimica e della terna turismo – agricoltura – cultura; c) uno scenario “Sviluppo Multipolare”, nel quale si consolidava un modello di sviluppo integrato, ossia un “peculiare ed equilibrato” mix di attività industriali, agrarie e terziarie, senza che ciò comportasse processi forti e accelerati di trasformazione della base economica Com’è noto, nel 2004 quest’ultimo scenario veniva assunto dall’Amministrazione Comunale come riferimento strategico. Col senno di poi, la scelta fatta allora appare comprensibile, ma fragile. E’ evidente la preferibilità politica e sociale di un’evoluzione senza forti discontinuità e senza fratture, ma è altrettanto evidente che la “scelta di non scegliere” è possibile solo in condizioni di risorse finanziarie pubbliche sufficientemente ampie da poter perseguire un

1 Le analisi sono state realizzate nel corso del 2011. Pur avendo carattere strutturale e non congiunturale, analisi e valutazioni sono ovviamente suscettibili di aggiornamenti. 5 ventaglio di obiettivi e di politiche e/o di risorse finanziarie private capaci di sostenere autonomamente una parte di questo ventaglio di opzioni. Un ulteriore motivo di fragilità stava nell’insufficiente considerazione delle risorse imprenditoriali e di conoscenza effettivamente disponibili per gli sviluppi alternativi a quello della grande industria chimica, forse sottovalutando le esigenze di un’uscita, anche se parziale, da un percorso centenario. Ci troviamo oggi all’indomani di una crisi economica di rilevanza storica, che, al di là degli effetti distruttivi della fase recessiva, ha comportato un’accelerazione delle trasformazioni strutturali di lungo termine ed in particolare delle relazioni competitive tra i sistemi di produzione su scala globale. A seguire, la finanza pubblica si è trovata e si trova in un contesto nuovo in cui i mercati finanziari hanno di fatto annullato ogni possibilità di mantenimento di situazioni debitorie gravi da parte degli Stati ed imposto riequilibri drammatici delle finanze pubbliche, annullando quindi molti dei margini di manovra delle politiche. In questo contesto appare quindi insostenibile la “scelta di non scegliere” e di evitare le discontinuità. Garantire ancora percorsi di crescita (un obiettivo che non tutti più condividono, ma che gli autori di questo studio hanno assunto come necessario) impone di perseguire alcune discontinuità nel modello di sviluppo, per ritrovare i fondamenti di una competitività territoriale economicamente, socialmente ed ecologicamente sostenibile. Né possono esservi dubbi su dove questi fondamenti vadano ritrovati: un territorio ad alto livello di sviluppo economico nel “Nord globale” non ha alternative a quella che oggi viene chiamata l’economia della conoscenza. O meglio: l’alternativa esiste, ma è l’illusione di una low road dello sviluppo, a basso contenuto di conoscenza e a basso costo, in competizione con paesi e regioni del mondo più competitivi in questo senso. E’ questa una strada che distrugge opportunità (la conoscenza è un patrimonio che o si accumula o si deteriora) e contribuisce ad accentuare la distanza tra domanda e offerta di lavoro, preparando un futuro con giovani laureati o diplomati le cui aspettative lavorative sono disattese, a meno di non emigrare, venendo sostituiti da nuovi residenti, a bassa qualificazione, provenienti da paesi in via di sviluppo. E’ quindi urgente l’identificazione dei patrimoni di conoscenza esistenti e l’investimento collettivo ed individuale nel loro rinnovamento, arricchimento ed eventualmente differenziazione. Lo scenario multipolare non perde di attualità, ma la varietà diventa fattore competitivo nella misura in cui si riesce ad ingegnerizzarne l’integrazione e le sinergie. E’ questo il messaggio che proviene oggi anche dall’Unione Europea. La smart specialization, la “specializzazione intelligente” di cui si legge sempre più frequentemente nei documenti comunitari, è più di una parola d’ordine alla moda. Indica innanzi tutto l’esigenza di scelte strategiche di specializzazione produttiva, a cui saranno subordinati gli interventi della politica regionale europea. Sottolinea poi l’esigenza di caratterizzare la specializzazione in modo “intelligente”, a partire dai patrimoni di conoscenza presenti e/o attirabili sul territorio, sfruttando le opportunità di sviluppare “varietà correlate” (attività in settori diversi che però attingono ad uno stesso pool di conoscenze). Segnala infine il rischio di “specializzazioni fotocopia”, identificate a partire da generiche valutazioni dei settori e delle tecnologie con gli sviluppi più promettenti, ma che non possono declinarsi sui singoli territori con un sufficiente livello di distintività.

La governance I limiti finanziari dell’azione pubblica impongono inoltre una nuova stagione di collaborazione tra pubblico e privato ossia, come suggerisce la letteratura, che gli attori delle politiche pubbliche siano dei policy network, nei quali le visioni, le azioni e le risorse (finanziarie e non finanziarie) possano convergere attorno a degli obiettivi di policy condivisi. Altrettanto essenziale è una multi-level governance, ossia la capacità di far convergere le visioni, azioni e

6 risorse di più livelli di governo, facendo leva sulle molteplici ragioni che fanno di Rosignano un caso di rilevanza nazionale e regionale, oltre che sulle esigenze di intervento di area vasta (sia nei confronti di altri comuni della Provincia che nei confronti dei territori contigui di province vicine). Quella centralità dell’Amministrazione Comunale che gli studi del 2003 assumevano come fondamento della strategia multi-polare può essere quindi qui riproposta, ovviamente sulla base di condizioni precise e in parte nuove, come “animatore” (più che come coordinatore) di un nuovo progetto di sviluppo. Da questo punto di vista, i segnali di perdita di fiducia nell'amministrazione pubblica e più in generale quelli di deterioramento del capitale sociale devono essere contrastati con attenzione. La diffusa critica sulle occasioni mancate ed i progetti bloccati nutre un pessimismo di fondo, una sorta di demotivata “stanchezza” (espressione usata da uno dei nostri interlocutori), che sarebbe errato sottovalutare.

Industria e territorio Oggi Rosignano vede giungere ad un ideale capolinea una lunga storia di conflitto tra vocazione industriale e tensioni anti-industriali. E’ innanzi tutto la storia di un rapporto complesso e contraddittorio tra il territorio ed un’eccezionale storia industriale, quella della Solvay, così rilevante e radicata da lasciare il proprio segno persino nella toponomastica locale, ma anche nella struttura urbana, nella sua peculiare estetica e, ancor più profondamente, nella psicologia collettiva. A Rosignano la grande fabbrica è stata ed ancora è presenza ingombrante, “sfregio” al paesaggio, minaccia di sviluppi tecnologicamente incontrollati e insieme fonte di ricchezza, perno delle identità locali, paternalistico garante della sicurezza economica delle famiglie e di un esteso sistema di welfare privilegiato ed alternativo a quello pubblico. La “opzione zero”, ossia la scomparsa della fabbrica (che le minacce di dismissioni rendono di tanto in tanto un’opzione realistica), è insieme sogno ed incubo. L’evoluzione del rapporto tra territorio e fabbrica non ha evidentemente compiuto una fase di maturazione che permetta di superare certe contraddizioni. I problemi di “immagine” del settore chimico non possono essere sottovalutati e risolti con iniziative occasionali (seppure positive) di apertura della fabbrica e di relazioni pubbliche. Da questo punto di vista, l’idea di un grande ed innovativo “museo della chimica” dovrebbe essere considerata non solo nei suoi potenziali di business turistico, ma anche come un’operazione culturale e sociale di più ampio significato, proiettata verso il futuro. In assenza di questa maturazione non perderebbe legittimità e potrebbe affermarsi di fatto una strategia post-industriale, ideologicamente non ostile ad una decrescita, pur con tutti i dubbi sulla sua fattibilità e sostenibilità.

Non solo chimica Alla grande industria chimica si attribuiscono i meriti della crescita passata, ma anche le responsabilità di uno sviluppo mono-culturale, che ha marginalizzato “gli altri”. Ma quali altri? A Rosignano si trova un indotto delle manutenzioni e impiantistica interessante con casi aziendali di 'eccellenza'. Questi, affrancandosi da Solvay, hanno riversato le competenze acquisite in settori affini a livello regionale, nazionale. Si tratta però di realtà che sono scarsamente visibili sul territorio, tranne che per il riferimento localizzativo delle Morelline. Le Morelline restano tuttavia ad oggi un segnale ed un’aspirazione, ma non una realtà industriale alternativa. Le eccellenze, alcune di indubbio valore, sono frutto di individualità (“animali solitari” secondo l’autodefinizione di un imprenditore), con un place attachment dettato da motivazioni personali più che dalla rilevanza di veri fattori di localizzazione. Le sole caratteristiche “distrettuali” sono quelle che derivano dal rapporto con la grande

7 fabbrica. Vi è qui evidentemente un’opportunità importante per progetti di rete, mirati non solo alla messa in comune di servizi e strutture, ma anche per intraprendere percorsi di innovazione e diversificazione. Gli “altri” settori sembrano non avere ancora piena cittadinanza. Il settore nautico ha casi promettenti, ma si fa sentire l’attrattività del vicino e concorrente porto di Cecina, i cui progetti di sviluppo sono da alcuni ritenuti più adeguati. Pochi esempi di imprenditorialità, seppur eccellenti in mercati di nicchia, si trovano nell'agricoltura che occupa la fascia collinare. L'agricoltura è però nel complesso in contrazione rispetto alle altre aree della Toscana, con minore capacità – tra l’altro – di integrare attività di carattere turistico (o di produzione energetica) che ne rafforzerebbero la sostenibilità economica. Quando si esce dall’ambito manifatturiero, emergono poi problemi di vera e propria legittimazione sociale (in un territorio di prevalenti tradizioni industriali ed operaie) e di scarsa cultura imprenditoriale, che mostra le più forti debolezze nel commercio e nel turismo. Soprattutto quest’ultimo a Rosignano (come in molte parti della Toscana) viene erroneamente percepito come privo di barriere all’entrata sul piano delle conoscenze, della professionalità e delle tecnologie. Si tratta di un equivoco che nutre pericolosamente l’aspettativa di un turismo come attività “integrativa” dei redditi familiari intaccati dalle crisi aziendali nel manifatturiero. Così si penalizza l’emergere invece di una vera imprenditorialità turistica, capace di cogliere le opportunità importanti che vi sono sul territorio, attirandovi investimenti adeguati: dalla valorizzazione di e del nucleo storico di Rosignano Marittimo a quella delle aree collinari (Castelnuovo, Gabbro, ) e marine – archeologiche (Vada), dallo sviluppo delle attività sportive al turismo d’affari e congressuale. Anche la cultura potrebbe offrire opportunità di crescita: vi sono esperienze di grande rilievo (Armunia), modelli interessanti (le “residenze”) e richiami di rilevanza assoluta (Macchiaioli). Potenziali interessanti sono pure quelli legati alle attività sportive. E’ però migliorabile il coordinamento progettuale con gli altri soggetti del territorio, in particolare nel settore turistico.

Senso e futuro di una vocazione industriale Esiste insomma una grande questione aperta sulle vocazioni economiche del territorio, che l’approccio multi-polare ha cercato di aggirare senza successo. Resta il fatto – già chiaro agli inizi degli anni Duemila - che non è né realistico né utile rinnegare la forte identità manifatturiera del territorio, che ne costituisce comunque ancora un patrimonio indiscusso e contribuisce a definirne un’immagine di alto profilo anche a livello internazionale. La sfida è allora piuttosto quella di ridare un senso ed un futuro alla vocazione industriale del territorio. Proprio il recente passato di contrasti sui vincoli ambientali delle produzioni chimiche potrebbe sollecitare a fare di Rosignano un luogo di sperimentazione regionale / nazionale non solo e non tanto di una green economy che appare fumosa nei contorni e nelle intenzioni, ma anche di una greening industry, ossia di un impegno tecnologico innovativo per la sostenibilità. Ciò può essere realizzato realizzando un passaggio da strategie di tipo difensivo a strategie “offensive” e proattive. A Rosignano c'è per altro una grande attenzione nella comunità per la questione ambientale che si manifesta con particolare forza con la salinizzazione delle falde acquifere e con la necessità di bonifiche. Le bonifiche nel parco industriale insieme alla sistemazione e adeguata attrezzatura delle aree artigianali sono due punti cruciali per definire gli spazi disponibili per l'insediamento di nuove imprese. Di rilievo è la presenza della discarica di Scapigliato che per dimensioni rappresenta un asset importante per l'area nel sistema toscano, a maggior ragione in quanto è associata ad un importante nucleo di competenze sul trattamento dei rifiuti industriali.

8 Accanto alla questione ambientale è aperta una questione energetica, imposta da un parco industriale ad alto consumo di energia in un momento di cambiamento del panorama locale e nazionale. La questione energetica è stata più volte considerata un’opportunità di crescita e significativamente si è cercato di dare un profilo strategico al controverso progetto di realizzazione di un impianto di rigassificazione di gas naturale liquefatto sin nella denominazione di “Progetto Rosignano” e ad ipotesi di “distretto energetico”. L’incertezza sulle effettive possibilità di realizzazione del primo e la vaghezza delle seconde rendono queste opzioni una variabile oggi non particolarmente significativa nella definizione delle nuove strategie di sviluppo.

Ricerca, formazione, “effetto città”: nuove prospettive per il territorio Rimane nel sistema locale una forte mancanza di ricerca e formazione, lasciando alle singole imprese l'acquisizione sul mercato di pezzi di conoscenza e tecnologie necessari per il loro sviluppo. E’ questo un ambito in cui molto può essere fatto, a partire dal ruolo dei soggetti già esistenti (il vicino Polo Magona, l’IISS Mattei, la Fondazione “Istituto tecnico superiore per la manutenzione industriale”). La stessa grande impresa potrebbe trovarvi motivazioni non solo di immagine, facilitando ed incubando attori (anche imprenditoriali) con una forte connotazione innovativa. Ciò potrebbe essere combinato con una politica di attrazione degli investimenti esogeni, specie di quelli caratterizzati da un’alta “intensità di conoscenza”, in cui ancora la grande impresa potrebbe impegnarsi in alleanza col territorio, anche grazie agli spazi disponibili che costituiscono una risorsa scarsa in altre aree della Toscana. Queste ambizioni richiedono infine che Rosignano sappia esprimere caratteristiche di contesto urbano di qualità. Le potenzialità ci sono tutte, a cominciare dall’eccellente accessibilità, dalla varietà e pregio del paesaggio e dalle diverse peculiarità dei suoi nuclei abitati. Manca ancora nell’assetto del territorio un vero e proprio “effetto città”, che richiede un intervento anche sull’hardware e orgware del tessuto urbano. La dispersione dei servizi pubblici e privati e le insufficienti connessioni di trasporto sono elementi che contribuiscono a fare del territorio comunale più una sommatoria di “villaggi” che una “città”. La ricostruzione di un centro civico e delle funzioni terziarie (progetto “H5”) può assumere in questa prospettiva un significato strategico.

9 Le linee strategiche

Di seguito proponiamo quindi tre linee di sviluppo strategico, che sono – a nostro avviso – sostanzialmente alternative e che comunque richiedono di essere riportate a diversi ordini di priorità. Le tre strategie sono le seguenti: 1) “Oltre l’industria”, ossia una strategia fondata sul perseguimento di un passaggio radicale ad un’economia post-industriale; 2) “Rilancio industriale”, ossia una strategia fondata sul rilancio del settore industriale centrato sulla chimica; 3) “Smart specialization”, ossia una strategia fondata sul rilancio produttivo legato alla valorizzazione innovativa delle competenze e conoscenze esistenti.

Per ciascuna di queste strategie sono individuati obiettivi, opportunità e rischi e vengono elencate le azioni che potrebbero inquadrarvisi, con una valutazione preliminare della loro strategicità, urgenza e fattibilità. Alcune delle azioni proposte hanno tuttavia carattere trasversale. Significativa è in particolare la trasversalità di azioni volte a migliorare la qualità della vita come elemento fondamentale di attrattività del territorio: questa tipologia di azioni mira a migliorare offerta commerciale, tempo libero, mobilità, ecc., tutti elementi il cui miglioramento qualitativo incide positivamente quale che sia la strategia che si decida di adottare. Altrettanto trasversali sono le azioni tese a costruire una nuova identità ed una corrispondente immagine per la Rosignano del futuro. Queste azioni però presentano importanti varietà di declinazioni, in funzione - ovviamente - della caratterizzazione che si auspica di dare all’economia del territorio.

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Strategia 1: Oltre l’industria

Obiettivo Si persegue e accelera un passaggio radicale ad una economia post-industriale, favorendo la nascita e il radicamento di settori alternativi alla chimica, che valorizzino le risorse naturali e culturali del luogo. La strategia punta al rafforzamento del turismo sostenibile e dell'agricoltura di qualità che preservino e valorizzino le risorse ambientali. Tale strategia non attiva azioni di disincentivo dell'industria tradizionale presente ma impone scelte non necessariamente favorevoli a questa, puntando decisamente sui settori alternativi quali il commercio, l'agricoltura e il turismo cercando di innescare sinergie tra questi. Questa strategia mira alla realizzazione di progetti di qualità, che si rendono necessari alla trasformazione del turismo in pilastro dell'economia locale, e di notevole impatto in termini di reputazione che il territorio in esame deve costruirsi nel settore turistico. Opportunità Far fronte alla questione ambientale presente sul territorio e, soprattutto, sentita fortemente dalla comunità locale; sfruttare le risorse nell'entroterra alleggerendo la costa ma allo stesso tempo creare opportunità di integrazione tra le due fasce, costiera e collinare, urbanisticamente e funzionalmente separate; diversificare l'economia del territorio intercettando e sfruttando il mercato turistico toscano. Ridare possibilità di sviluppo al settore agricolo in affanno ed evitare il rischio di abbandono delle campagne; favorire la creazione di occupazione in un settore con un certo appeal tra le giovani generazioni. Specifici segmenti di mercato quali ad esempio il turismo business, congressuale e culturale potrebbero offrire opportunità di sviluppo e radicamento di competenze specializzate nell'area. Ulteriori opportunità sono legate ad una più attenta valorizzazione del porto turistico. Rischi Costo-opportunità derivante dalla possibile perdita di competenze 'industriali e artigianali' già presenti e radicate sul territorio per un mancato intervento; rischio di dover garantire flussi turistici di notevoli dimensioni per costruire un'economia rispondente alle necessità del territorio: l'aumento dei flussi, anche mediante destagionalizzazione, andrebbero ad impattare sulle risorse ambientali. Si deve poi preventivare un impatto sulle risorse naturali per l'edificazione che si potrebbe rendere necessaria per la qualificazione dell'offerta ricettiva. Questa ipotesi strategica presuppone il progressivo utilizzo di superfici attualmente occupate dall'industria tradizionale: questo imporrebbe la necessità di sostenere notevoli spese di bonifica per predisporre tali superfici all'insediamento di attività turistiche, mettendo così a rischio la fattibilità finanziaria della strategia.

Azione 1.1. Formazione e professionalizzazione nel settore turistico Strategicità ALTA - non è pensabile sviluppare il settore senza professionalizzare i servizi e creare uno spirito imprenditoriale nel settore. Si tratterebbe di un’azione culturale volta a sradicare l'idea di un turismo "improvvisato", passando attraverso la formazione di profili professionali turistici Urgenza ALTA - mancano le competenze da mettere a disposizione del settore e manca un approccio professionale all'offerta di servizi turistici: pertanto si ritiene questa azione di primaria

11 importanza e urgenza Fattibilità MODERATA - esperienze passate dimostrano la bassa propensione a partecipare a iniziative formative nel turismo e la difficoltà a “prendere sul serio” l’economia turistica. Occorrerebbero azioni correlate per ricreare un clima 'pro-turismo' da più punti di vista per far capire la necessità di cambiare approccio.

Azione 1.2. Sviluppo della mobilità delle persone a livello urbano/extra-urbano: qualificazione dell'offerta turistica mediante lo sviluppo di servizi di trasporto che rendano il territorio integrato, accessibile in modo semplice e sostenibile ambientalmente, anche incentivando il trasporto pubblico, organizzato e intermodale come valida alternativa all'uso di mezzi privati su gomma Strategicità MEDIA - si ritiene tale azione strategica: (a) per l'integrazione di più aree della città e per l'integrazione con aree adiacenti che possono arricchire l'offerta; (b) per un turismo sostenibile e dunque per alleggerire il territorio dalla necessità di autoveicoli privati Urgenza ALTA - lo sviluppo del sistema dei trasporti va di pari passo con la questione ambientale e, per questo, fin da subito occore progettare l'offerta turistica di pari passo con un assetto dei trasporti che renda i flussi turistici il meno impattante possibile: per questo l'offerta di un servizio di trasporto intermodale e efficiente può alleggerire il carico su gomma dei collegamenti stradali urbani e extra-urbani, oltre a creare un'esperienza dell'area in linea con i valori di sostenibilità ambientale Fattibilità SCARSA - l'Amministrazione comunale può esercitare influenza diretta sul tema dei trasporti e favorire iniziative private. Rimane però forte la necessità di capitali di investimento che la pubblica amministrazione difficilmente potrà mettere in campo nel medio-lungo termine

Azione 1.3. Integrare l'offerta sul territorio comunale con l'offerta o asset specifici dei territori adiacenti, puntando a rafforzare e valorizzare i legami storici che le diverse frazioni hanno con l'esterno e a favorire lo sviluppo di un'area vasta intorno al Comune Rosignano Marittimo (alcuni esempi: Vada-Cecina; fascia collinare-Colline Pisane; Gabbro-) Strategicità ALTA - si rende prioritaria la costruzione di un'offerta turistica differenziata e riqualificata, specialmente nell'ambito del tempo libero e del divertimento, che ad oggi risulta particolarmente debole Urgenza MEDIA - l'integrazione dell'offerta turistica su una scala territoriale di area vasta è da ritenersi prioritario ma non più urgente di una creazione locale dell'offerta. Quest'ultima è infatti una precondizione per attivare un coordinamento e collaborazione durevole e proficua con altri comuni, che devono vedere un vantaggio nel costruire alleanze strategiche col Comune di Rosignano Marittimo Fattibilità BUONA - l'Amministrazione comunale può svolgere un ruolo primario in direzione di una collaborazione e integrazione di 'area vasta'

12 Azione 1.4. Costruzione di un brand turistico sulla base di un piano di marketing che contenga valutazioni e scelte strategiche per orientare la costruzione di un'offerta turistica competitiva Strategicità ALTA - l'area in esame è conosciuta per un turismo balneare diversificato nelle differenti aree della costa. Occorrerebbe ricostruire un messaggio ad hoc per attirare i target individuati da un piano di marketing. Questa azione si ritiene strategica anche nell'ottica di un revamping del brand Castiglioncello in termini di una riscoperta del brand che storicamente ha avuto impatto e rilievo non solo localmente ma anche a livello nazionale e internazionale Urgenza ALTA - la logica sempre più adottata nel branding territoriale è quella che vede un inizio tempestivo delle attività. Queste si sviluppano in parallelo alla definizione e costruzione del prodotto turistico. Il branding turistico va inteso come un processo non volto a produrre un'etichetta o un logo per la località turistica, ma come processo che contribuisce a sviluppare le potenzialità della località come destinazione turistica. Si pensi ad esempio a possibili effetti di avvicinamento dei giovani al turismo locale che possono derivare proprio da iniziative di branding volte a rendere visibili e credibili le opportunità imprenditoriali e lavorative nel settore turistico locale (branding interno) Fattibilità BUONA - in linea con le scelte strategiche di molti comuni italiani e con municipalità straniere, l'Amministrazione comunale ha la facoltà di attivare politiche di marketing e branding territoriale. Si tratta spesso di azioni di costo contenuto rispetto ad altri tipi di iniziative. Tali azioni contribuiscono a sistematizzare e "impacchettare" l'offerta locale in modo efficace, fino ad identificare i canali più appropriati per il posizionamento del prodotto turistico sui mercati internazionali

Azione 1.5. Bonifica e predisposizione delle aree industriali per l'insediamento delle attività turistiche Strategicità ALTA - la progressiva liberazione di aree ex industriali e la loro bonifica rende disponibili superfici per l'insediamento di attività economiche utili per lo sviluppo della vocazione turistica, oltre a ridimensionare l'impatto visivo e ambientale dato dalla presenza dell'industria tradizionale Urgenza MEDIA - la bonifica si rende necessaria progressivamente per recuperare aree che risultino inutilizzate, a partire dalle aree più critiche sulla costa che compromettono l'utilizzo di aree rilevanti per lo sviluppo turistico Fattibilità SCARSA - il processo di bonifica è un processo altamente costoso che necessita la predisposizione di notevoli capitali, senz'altro di difficile reperimento nel contesto pubblico. Rimane il necessario coinvolgimento degli attori privati nel far fronte alle esigenze di bonifica ambientale

13 Azione 1.6. Upgrading dell'offerta culturale - organizzazione di eventi di alto livello di potenziale richiamo internazionale, superando la logica esclusivamente locale. L'obiettivo è non solo creare un'economia 'degli eventi' ma anche costruire una reputazione per la città Strategicità ALTA - gli eventi costituiscono una leva importante per attivare flussi turistici, ma allo stesso tempo per creare un'offerta di qualità che incentivi la domanda insediativa. La strategicità è dettata dalla tradizione locale legata agli eventi di danza e teatro, che si è arricchita nel tempo anche per mezzo dell'attività di Armunia. Rispetto a questa tradizione occorre aumentare il livello delle manifestazioni rendendo i progetti culturali più ambiziosi e di richiamo per un pubblico che vada decisamente oltre i confini di quello locale Urgenza ALTA - si tratta di un'azione prioritaria poiché parte integrante di un'offerta turistica distintiva Fattibilità BUONA - sul territorio in esame è già esistente una tradizione di eventi culturali nonché l’associazione Armunia, dedicata al settore degli spettacoli teatrali e degli eventi. La sensibilità che l'Amministrazione comunale ha dimostrato nei confronti del tema 'cultura' offre un punto di partenza importante per un upgrading nel breve-medio periodo

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Strategia 2: Rilancio industriale Obiettivo Questa strategia mira a rilanciare il settore industriale legato alla chimica facendo leva sulla presenza di multinazionali come la Solvay e la Ineos, di un indotto di servizi per l'industria chimica, la posizione logistica e geografica di Rosignano, in futuro potenziata dall'autostrada e dall'interporto di Livorno. Questa strategia mira a rilanciare il vantaggio competitivo territoriale per l'industria migliorando i fattori di attrattività (costi, logistica, spazi). Si punta dunque ad attrarre imprese a monte, a valle della filiera Solvay che opera nel settore della chimica di base, ma anche settori industriali che possano essere interessate a localizzarsi a Rosignano. Tale strategia mira a rafforzare la vocazione industriale di Rosignano. Sport, cultura e turismo mantengono la loro rilevanza, sia come fattori di qualità della vita sul territorio sia in quanto attività economiche, pur non essendogli attribuito un ruolo di motore dello sviluppo. Opportunità Costruire su elementi già presenti a Rosignano e su parte delle competenze che già sono presenti (competenze della filiera a monte - indotto Morelline). Questo potrebbe essere un'occasione di ulteriore rilancio dell'area artigianale che ha da sempre legami importanti con l'industria locale, ponendo le basi solide per il decollo di alcune eccellenze. Questo meccanismo potrebbe essere ripetuto e ampliato. Tale strategia potrebbe portare all'utilizzo del Parco industriale (oggi solo parzialmente occupato) creando così economie di scala anche per le utilities messe a disposizione da Solvay, creando per questa nuovi motivi per non delocalizzare in futuro. Rischi Questa strategia rischia di non funzionare per due ordini di motivi. Il primo riguarda gli andamenti globali degli investimenti che suggeriscono come i progetti di investimento nel manifatturiero tradizionale sono molto scarsi e diretti in paesi in cui la manodopera, l'energia, servizi di base hanno costi decisamente inferiori (ci sono inoltre limiti del sistema nazionale (burocratici, legali, fiscali, ...) che ad oggi rendono l'Italia un paese in cui è difficile investire). C'è il rischio che le condizioni offerte da Rosignano non offrano comunque un buon motivo per investire. Il secondo ordine di problemi è locale e riguarda la disponibilità effettiva di spazi. Quelli nel parco sono di proprietà Solvay e esistono problemi di bonifica di non facile e immediata soluzione; alle Morelline esistono comunque limiti di espansione su cui bisognerebbe agire in tempi brevi - cosa non facile per i vincoli di pianificazione presenti. C'è chiaramente un costo in termini ambientali da considerare, oltre al possibile acuirsi delle tensioni anti-industriali.

Azione 2.1. Marketing territoriale - ricerca proattiva di progetti di investimento Strategicità ALTA - l'attrazione di investimenti passa attraverso l'azione di ricerca e targeting di investitori che possano essere interessati all'investment proposition offerta dal territorio. I sistemi locali vedono una competizione globale nell'aggiudicarsi progetti di investimento cosicché azioni di marketing territoriali sono ritenute indispensabili, specialmente per la tipologia di investimenti industriali su cui si basa la Strategia 1: la scarsità di investimenti industriali tradizionali nell'Europa occidentale impone l'adozione di azioni ben definite per intercettare non segmenti di mercato ma specifiche aziende che possono trovarsi nella necessità di insediarsi in un territorio come quello in esame

15 Urgenza ALTA - questa azione è il cuore della Strategia 2 e la sua attivazione è da ritenersi prioritaria per rilanciare l'industria per mezzo di investimenti provenienti dal resto del Paese e/o dall'estero Fattibilità BUONA - il marketing territoriale rappresenta un ambito di azione per gli enti locali, anche mediante la costruzione di partnership pubblico-private. La Regione Toscana ha intrapreso un percorso di marketing volto all'attrazione e radicamento degli investitori stranieri nella regione. L'Amministrazione comunale potrebbe agire ricercando sinergie con l'azione regionale, eventualmente con il supporto di consulenze qualificate di livello internazionale e

Azione 2.2. Sistemazione (bonifica, infrastrutturazione, attrezzatura) degli spazi Strategicità ALTA - in un'ottica industriale Rosignano dispone di superfici che altre aree della provincia e della regione stentano a reperire. Il Parco industriale è oggi utilizzato solo per una modesta percentuale. Bonificando e attrezzando tali aree si possono offrire superfici 'pronte' per l'insediamento di nuovi investimenti. Inoltre vi è la necessità di individuare le aree ancora disponibili e predisporre azioni di qualificazione per essere in grado di offrire spazi di qualità al momento in cui si manifesta l'interesse a insediare un sito produttivo Urgenza ALTA - il rilancio industriale di Rosignano passa attraverso l'attrazione di capitali esogeni di investimento: l'attrazione di investimenti dall'esterno è necessaria a riattivare il motore industriale. Per essere competitivi nei confronti di altre aree che a livello globale si sono attrezzate per essere attrattive, occorre offrire aree di qualità (servizi, infrastrutture,...) che non presentino problematiche tali da posticipare o rallentare l'investimento. Questo potrebbe far perdere al territorio la già difficile partita. Del resto nell'ottica dell'investitore che si avvicina ad un contesto locale, l'investimento ha senso in uno specifico momento: successivamente tale investimento potrebbe non avere più senso, così trasformandosi in una occasione mancata per il territorio in esame Fattibilità SCARSA - per quanto riguarda il Parco industriale, la capacità decisionale dell'Amministrazione comunale è limitata. Occorre instaurare un dialogo con Solvay Italia

Azione 2.3. Miglioramento dei fattori di attrattività e qualità della vita (commercio, offerta culturale, risorse naturali, tempo libero, sport...) Strategicità MEDIA - la strategicità è data dalla necessità di creare elementi di attrazione per le imprese che, a parità di altre condizioni, cercano un'elevata qualità della vita per i propri dipendenti. Questo non può comunque sostituire la qualità dell'offerta localizzativa che rimane pre- condizione per entrare in una short-list di aree prese in considerazione dagli investitori Urgenza MEDIA - l'area in esame ha delle risorse su cui puntare per migliorare la qualità della vita locale. Occorre però urgentemente affrontare la questione della funzione commerciale e dell'offerta per il tempo libero che sono notevolmente carenti (come le interviste hanno fatto emergere) Fattibilità MODERATA - si tratta di settori di attività che richiedono la partecipazione attiva di attori privati. L'Amministrazione comunale può individuare direttrici di intervento in questi temi,

16 così da favorire e semplificare le iniziative degli operatori che possono essere interessati ad attivarsi dando risposte 'certe' e in tempi rapidi

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Strategia 3: Smart Specialization

Obiettivo Questa strategia punta a valorizzare aree di specializzazione in cui il territorio in esame possa eccellere, una specializzazione che si caratterizza per un forte contenuto di ricerca, innovazione e l'uso di tecnologie. Si tratta di attivare meccanismi di discussione e scoperta della specializzazione adeguata al territorio con la finalità di applicare conoscenze avanzate in modo nuovo e non facilmente riproducibile ad un settore specifico. Si tratta di puntare su settori in cui le conoscenze e competenze già disponibili possano essere applicate una volta arricchite in modo innovativo servendosi di ricerca e tecnologia. Il sistema locale esaminato ha la possibilità di costruire questo percorso a partire dalla tradizione della chimica e dall'indotto di manutenzioni/impianti e servizi all'industria ormai radicati sul territorio. Sport, cultura e turismo mantengono la loro rilevanza, sia come fattori di qualità della vita sul territorio sia in quanto attività economiche, pur non essendogli attribuito un ruolo di motore dello sviluppo. Opportunità Costruire su competenze già presenti coinvolgendo le aziende locali in un processo di sviluppo endogeno, rendendo così il territorio attrattivo e pronto a ricevere imprese interessate a sfruttare il valore aggiunto prodotto sul territorio. Gli elementi di innovazione e tecnologici favorirebbero anche il sorgere di una giovane generazione di imprenditori, attingendo dai bacini universitari toscani. La strategia mira a portare investimenti su grande scala nella nicchia di specializzazione perseguita. Individuando un settore di forte specializzazione e allo stesso tempo ad alto contenuto innovativo il territorio si assicurerebbe il radicamento di imprese, scongiurando la delocalizzazione. Partendo da un'azione mirata di radicamento della ricerca e sviluppo tecnologico a Rosignano, si insedierebbe una cultura della ricerca sempre più necessaria per lo sviluppo delle economie occidentali Rischi Si tratta di una scelta strategica rischiosa poiché necessita di innescare meccanismi virtuosi di lungo periodo a fronte di un forte costo per il sistema nel breve-medio periodo. Costo della scoperta e dell'investimento nella specializzazione che deve essere sostenuto sia dagli attori pubblici che privati. L'attore pubblico deve essere in grado di offrire costantemente le condizioni di incentivo e coordinamento che permettano questo processo mediante il coinvolgimento del tessuto locale e l'intercettazione di attori rilevanti nazionali e internazionali. C'è il rischio che le autorità pubbliche in questo momento storico da una parte non abbiano le risorse finanziarie per intraprendere tale strategia, dall'altra non siano dotate di sufficiente credibilità per intraprendere questo percorse in modo efficace

Azione 3.1. Insediamento di un centro di ricerca e attivazione della funzione di produzione di conoscenza sul territorio nei settori di specializzazione, possibilmente in collaborazione con il tessuto locale. Oltre ad insediare localmente una funzione di produzione della conoscenza, il nascente centro di ricerca ha il compito di costruire un network di ricerca nel settore di interesse al fine di rendersi intermediario in una rete inter-regionale per lo scambio di conoscenza e pratiche, e di reperire e rendersi veicolo di attrazione di capitale umano necessario alla specializzazione. Conoscenza e talenti intercettati dal centro di ricerca vengono messi a disposizione del tessuto locale imprenditoriale (vedi

18 azione 3.2) Strategicità ALTA - il contesto locale in esame non ha centri di ricerca tecnologica di primaria importanza e istituti di formazione universitaria e storicamente ha concentrato il suo sviluppo industriale sulla produzione di beni materiali (finiti o intermedi): negli ultimi decenni il contenuto di conoscenza non ha giocato un ruolo nell'economia locale portandola a non essere competitiva e adeguatamente innovativa. Alcune imprese fanno eccezione ma il contenuto di conoscenza dei loro prodotti/processi è legato all'assunzione di ingegneri specializzati o all'acquisto di tecnologia su un mercato nazionale o internazionale. Il centro di ricerca inserisce strategicamente il fattore 'conoscenza' sul territorio, con l'obiettivo di renderla facilmente accessibile al tessuto imprenditoriale locale Urgenza ALTA - per la realizzazione della Strategia 3 tale azione è di vitale importanza e urgenza: si deve partire tempestivamente con la definizione del centro di ricerca al fine di renderlo elemento di incentivazione per gli attori locali a intraprendere un processo di specializzazione mediante l'utilizzo di conoscenza avanzata Fattibilità MODERATA/BUONA - esistono criticità date dall'assenza di università che svolgano il ruolo di gate di sistema. Si può comunque far leva sulle relazioni che alcuni attori territoriali hanno stabilito con le università, anche se deboli (vedi mappe delle reti in allegato), e sulle potenzialità del vicino Polo di Magona.

Azione 3.2. Costituzione / individuazione di un soggetto promotore dello sviluppo tecnologico locale, che contribuisca ad individuare i percorsi di smart specialization, favorendo le connessioni del mondo imprenditoriale con quello della ricerca e dell’alta formazione Strategicità ALTA - Questa azione è strategica per il ruolo di coordinamento e definizione delle direttrici di specializzazione che il contesto locale deve intraprendere. Non si tratta di una definizione top down dei temi di specializzazione, ma di svolgere un ruolo di animazione, di intermediazione tra soggetti locali e soggetti esterni, anche su scala internazionale, grazie ad un adeguato patrimonio di relazioni. Urgenza ALTA - il processo di smart specialization qui proposto non sembra attivabile in modo spontaneo e necessita di un soggetto con una mission coerente ed interpretata in modo proattivo: ne deriva una particolare urgenza dell'azione in esame Fattibilità MODERATA –l’azione presenta complessità non solo dal punto di vista della sostenibilità economico-finanziaria ma anche dal punto di vista della scala geografica: l'area del Comune di Rosignano Mmo potrebbe essere troppo ristretta per la definizione di interventi per lo sviluppo. Pertanto: (a) si possono adottare sistemi di tutoraggio da parte di enti già esistenti i cui modelli gestionali ma anche i servizi erogati possono essere riproposti e acquisiti, abbattendo tempi e costi di soluzioni ex novo; (b) dal punto di vista del raggio di azione geografica, si può ipotizzare che il nuovo soggetto si ponga come punto di riferimento almeno per tutta la Bassa Val di Cecina.

19 Azione 3.3. Marketing territoriale - attrazione proattiva di investimenti nella specializzazione emergente, sinergicamente con l'azione 3.4 Strategicità ALTA - l'attrazione di investimenti attraverso l'azione di ricerca e targeting di investitori. I sistemi locali vedono una competizione globale nell'aggiudicarsi progetti di investimento cosicché azioni di marketing territoriali sono ritenute indispensabili. In questo caso non si tratta solo di impacchettare un'offerta localizzativa ma si tratta di presentare un vantaggio competitivo dato dalla presenza di un centro di ricerca e di attività di networking internazionale: si tratta di un’unicità che si verrebbe a configurare sul territorio che occorre saper 'vendere' a target selezionati. In questo caso l'azione di marketing può in parte diventare un'estensione delle attività di networking che sia il centro di ricerca che l'agenzia di sviluppo portano avanti. Urgenza ALTA - un approccio di marketing al processo di smart specialization è da assumere precocemente in considerazione della natura prevalentemente esogena del meccanismo di sviluppo. Benché il tessuto locale partecipi, sia parte integrante e benefici del processo, si rende necessario avvicinare attori imprenditoriali esterni per avviare questo nuovo corso di sviluppo Fattibilità BUONA - l'Amministrazione comunale anche mediante l'agenzia proposta può intraprendere azioni di marketing, in sinergia e col sostegno della Regione Toscana che ha intrapreso questa attività

Azione 3.4. Branding - azioni simboliche - creare e comunicare simboli che rendano esplicita la specializzazione intrapresa e ricreino entusiasmo e 'riconoscimento' per gli attori coinvolti, sinergicamente con l'azione 3.3 e 3.5 Strategicità ALTA - l'immagine e la reputazione del territorio contribuiscono alla credibilità e riconoscibilità di un progetto di sviluppo. La Strategia 3 segna una discontinuità nel percorso storico dell'area e occorre rendere visibile tale discontinuità per orientare e ispirare l'azione di tutti gli attori locali e esterni che possano avere un interesse nel territorio in esame. Tecniche di branding offrono la possibilità di orchestrare messaggi volti a creare nuovi simboli che portino al riconoscimento dei cambiamenti vissuti dall'area. Tale azione è strategica sia nei confronti di un audience esterno, potenzialmente e auspicabilmente globale, che interno tra i cittadini e operatori già radicati sul territorio Urgenza ALTA - la logica sempre più adottata nel branding territoriale è quella che vede un inizio tempestivo delle attività. Queste si sviluppano in parallelo alla definizione e costruzione dell'offerta territoriale. Il branding va inteso non come processo volto a produrre un'etichetta o un logo per il luogo oggetto dell'azione, ma come processo che contribuisce a sviluppare l'attrattività locale e gli stessi elementi dell'offerta. Si pensi ad esempio a possibili effetti di coinvolgimento e avvicinamento dei giovani locali o residenti nelle aree contermini, grazie a iniziative di branding che rendono visibili e credibili le opportunità imprenditoriali e lavorative a cui mira la politica di sviluppo intrapresa (branding interno) Fattibilità MODERATA - occorrono risorse finanziare da destinare al progetto ma anche (e soprattutto) occorre la capacità di progettazione e gestione per la definizione di azioni simboliche. Per essere nelle condizioni di determinare un impatto elevato non è sufficiente l'affidamento per

20 la definizione di un brand ad una consulenza esterna, poiché occorre una capacità interna al sistema locale di mantenere nel tempo (nel lungo periodo) le iniziative e, se necessario, saperle rinnovare in base ad un continuo monitoraggio del contesto locale

Azione 3.5. Museo della Chimica - progetto di costituzione di un museo che valorizzi e renda visibile a livello internazionale la realtà del Comune di Rosignano Marittimo in base alla vocazione storica del territorio, la chimica. In linea con la logica della smart specialization, si recupera il know how e la vocazione esistenti e si valorizzano in chiave 'aggiornata': in questo caso si utilizza la chimica per costruire una attrazione "turistico- insdustriale" che per mezzo di un processo di valorizzazione culturale può diventare un'opportunità di business. Il museo infatti deve essere concepito come organizzazione dotata di un autonomo assetto economico-finanziario tale da essere sostenibile nel tempo Strategicità ALTA - In sinergia con le azioni 3.3 e 3.4, il Museo gioca un ruolo strategico nel: (a) recuperare e costruire su una vocazione solida stratificatasi nei decenni; (b) sublimare l'elemento di scienza e conoscenza nella dimensione della chimica, mostrandone il lato knowledge-intensive che a lungo è stato trascurato localmente; (c) riabilitare l'immagine della chimica locale spesso connessa alle idee di declino, inquinamento e legata al passato, così mostrando il significato della "nuova" chimica verso cui la strategia favorisce un rinnovato interesse; (d) trattandosi di un Museo da intendersi come struttura all'avanguardia in senso tecnologico, architettonico e esperienziale, offrire un'attrazione non solo per i locali ma per un pubblico internazionale, fornendo così un asset strategico poiché elemento di unicità all'area. Grazie al Museo, l'area si fa conoscere per la sua "tipicità" diventando una destinazione turistica in cui vale la pena fermarsi (un vantaggio competitivo rispetto ad altre aree della costa toscana) Urgenza MEDIA - vista la necessità di realizzare un progetto di alto livello, all'avanguardia nella realizzazione e allestimento, l'urgenza viene ridotta dalla necessità di attivare questa azione solo e soltanto nel momento in cui si siano ricreate le condizioni sufficienti per non ridurre la portata dal progetto. Tali condizioni implicano la mobilitazione di capitali pubblici e privati, interni ed esterni all'area, oltre che le competenze necessarie a curare il progetto non solo nell'esecuzione ma anche nella fase di gestione e marketing Fattibilità MODERATA - il problema delle risorse finanziarie in fase di start-up è rilevante. Si ritiene necessario il coinvolgimento di investitori privati che non solo apportino capitale di investimento, ma anche uno stile gestionale pienamente manageriale

Azione 3.6. Miglioramento dei fattori di attrattività e qualità della vita (commercio, offerta culturale, risorse naturali, tempo libero, sport, diversità...) Strategicità ALTA - la strategicità è data dalla necessità di creare elementi di attrazione per le imprese che, a parità di altre condizioni di offerta, cercano un'elevata qualità della vita per i propri dipendenti. Nell'economia della conoscenza su cui si fonda la Strategia 3, tale azione è particolarmente rilevante (anche in modo maggiore rispetto a quanto detto per la Strategia 2) in base alla natura delle imprese che si vogliono attrarre: queste imprese si avvalgono del lavoro di individui con livelli avanzati di formazione e che tendenzialmente pongono molta attenzione alla qualità della vita nell'area di residenza per sè e per la propria famiglia.

21 Occorre quindi porsi nell'ottica di attrarre tali soggetti, ancor prima di attrarre le imprese che li impiegheranno. La Strategia 3 mira a insediare attività economiche in cui il fattore umano è il più rilevante: essendo questo un fattore produttivo fortemente mobile, occorre ricreare tutte le condizioni che inducano a considerare il territorio in esame come un luogo in cui si vive bene o meglio in cui si ritiene desiderabile andare a vivere (e cioè dotato di un offerta commerciale adeguata, sport, locali e ristoranti di varia tipologia, sicurezza, qualità ambientale, trasporti pubblici, un'immagine riconoscibile, ...) Urgenza MEDIA - l'area in esame ha delle risorse su cui puntare per migliorare la qualità della vita locale. Occorre però urgentemente affrontare la questione della funzione commerciale e l'offerta per il tempo libero che sono notevolmente carenti (come le interviste hanno fatto emergere) Fattibilità MODERATA - si tratta di settori di attività che richiedono la partecipazione attiva di attori privati. L'Amministrazione comunale può e deve individuare direttrici di intervento in questi temi, così da favorire e semplificare le iniziative degli operatori che possono essere interessati ad attivarsi, dando risposte 'certe' e in tempi rapidi

Azione 3.7. Bonifica e predisposizione delle aree industriali per l'insediamento delle attività economiche legate al processo di smart specialization Strategicità ALTA - la liberazione di aree ex industriali e la loro bonifica, oltre alla sistemazione delle aree ad oggi disponibili per nuovi insediamenti, deve rendere rapido e privo di problematicità l'accesso a tali superfici per gli operatori che possono essere interessati a insediarsi nell'area. Nel momento del manifestarsi di un interesse il territorio deve essere pronto a garantire spazi adeguati e di qualità Urgenza ALTA - l'urgenza è data dalla necessità di garantire spazi adeguati e di qualità al momento della domanda. Un interesse a investire può essere ridimensionato o eliminato dall'impossibilità o dalle notevoli difficoltà nel reperire spazio fisico (spazio fisico attrezzato e coperto da servizi minimi) di qualità Fattibilità SCARSA - il processo di bonifica è un processo altamente costoso che necessita la predisposizioni di notevoli capitali, senz'altro di difficile reperimento nel contesto pubblico. Rimane il necessario coinvolgimento degli attori privati nel far fronte alle esigenze di bonifica ambientale. Nella predisposizione delle aree non si devono dimenticare le spese di arredo e attrezzatura dell'area: ad esempio, copertura rete veloce, segnaletica, marciapiedi, ma anche asili nido e mense sono tutti elementi che concorrono a determinare le pre-condizioni per l'insediamento di imprese

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Parte seconda

23 Il metodo di lavoro

Nell’ambito dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna è attivo un filone di ricerca sulle politiche di sviluppo regionale e locale. Caratteristica di queste ricerche è quella di sperimentare modalità di analisi che siano adeguate a situazioni di cambiamento strutturale dell’economia locale e fortemente policy-oriented. In estrema sintesi il nostro approccio può essere caratterizzato come segue: - un’attenzione specifica e prioritaria alle problematiche ed alle opportunità della “economia della conoscenza” nel contesto della globalizzazione, nel senso di identificare la conoscenza come risorsa chiave dello sviluppo per un’economia avanzata; - di conseguenza: l’attenzione ad identificare sul territorio i produttori / consumatori di conoscenza ad alto valore aggiunto (non necessariamente high tech); la rilevanza attribuita sia ai contesti urbani che a quelli di “nuova ruralità” nell’attrazione e co- localizzazione della “classe creativa”; l’importanza dei posizionamenti di rete trans- locali e globali dei “soggetti gate” presenti sul territorio e di quelli che vi possono essere attratti; - una lettura dei processi di formazione delle politiche pubbliche (sia sul piano analitico che su quello prescrittivo) che si fonda sulla costruzione e sulla evoluzione di sistemi reticolari di collaborazione tra soggetti pubblici e privati (policy networks); - un approccio di ricerca funzionale alla definizione di politiche orientate: o alla “exploitation” dei fattori ci competitività esistenti, ossia ad identificare / valorizzare / modernizzare / promuovere le “competenze distintive” / “vocazioni” ed “eccellenze” del territorio; ma anche o alla “exploration” di opportunità di diversificazione della struttura produttiva esistente o, al limite, di migrazione verso paradigmi differenti attraverso l’introduzione di discontinuità nei processi evolutivi dell’economia locale e la valorizzazione dei “segnali deboli” costituti da realtà imprenditoriali emergenti, capacità di ricerca tecnologica solo parzialmente valorizzate etc.; - dal punto di vista metodologico, tutto ciò comporta l’utilizzo di strumentazioni analitiche specifiche, accanto a quelle più tradizionali (sia di tipo quantitativo che di tipo qualitativo), ed in particolare: o una mappatura critica dei soggetti e delle loro relazioni, eventualmente supportata da metodi di social network analysis; o l’utilizzo di informazioni e dati finalizzati; o tecniche di analisi qualitativa quali i focus group; o più in generale, un approccio di action research, attraverso una presenza selettiva del team di ricerca in alcuni processi politici chiave; o l’identificazione di ipotesi progettuali suscettibili di innescare processi virtuosi sul territorio (progetti strutturanti; “quick win”).

24 Il quadro socio economico: appunti per l’analisi del territorio

Premessa La situazione socio-economica del Comune di Rosignano Marittimo è stata ricostruita attraverso i dati ufficiali forniti dagli uffici comunali di Rosignano M., da fonte ISTAT, dalla Camera di Commercio di Livorno, da Confindustria di Livorno, dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Livorno per gli anni 2001 – 2010 e dal rapporto di ricerca del 2008 di Cheli e Luzzati (Università di Pisa). La rilettura ed il conseguente aggiornamento dei dati relativi al quadro conoscitivo della realtà territoriale del Comune di Rosignano Marittimo si colloca nella prima fase della ricerca quale fondamentale e necessario strumento per acquisire e poter valutare le dinamiche e le potenzialità territoriali che si sono delineate nell’arco di tempo compreso tra l’anno 2001 e l’anno 2010 (con un confronto con l’anno 1998 per la popolazione straniera residente). L’analisi si suddivide nelle seguenti parti: – dinamiche demografiche: densità e valutazione dell’andamento della popolazione residente (saldo e tasso di variazione), movimento naturale e migratorio, percentuale degli stranieri sul totale della popolazione, indice di vecchiaia, indice di dipendenza degli anziani, indice di dipendenza giovanile e indice di dipendenza strutturale (anni 1998, 2001, 2005, 2006, 2007, 2010); – sviluppo economico: dal momento che i dati statistici di base sono carenti negli aggiornamenti a livello comunale, lo studio degli aspetti economici attraverso l’esame dei principali indicatori relativi all’occupazione e alla struttura produttiva per macrosettori del territorio si è avvalso anche di dati a livello provinciale (Camera di Commercio di Livorno e Provincia di Livorno). Si è ritenuto pertanto di inserire dei “focus box” relativi alle imprese high-tech presenti sul territorio comunale (Osservatorio sulle Imprese High-Tech della Toscana), alle ricadute economiche della Solvay sul territorio (Cheli – Luzzati, 2008), al turismo, all’agricoltura e alla ricerca e innovazione.

Dinamiche demografiche Il territorio del comune di Rosignano M. si caratterizza per una densità abitativa pari a 269,8 ab/kmq che è di poco inferiore a quella dell’intera Provincia di Livorno e nettamente superiore di quella della Regione Toscana (tab. 1).

Tabella 1. Principali caratteri territoriali

Territorio Sup kmq Pop. 2010 Densità Rosignano M. 120,79 32.587 269,8 Prov. Livorno 1.211 342.856 283,12 TOSCANA 22.994 3.734.355 162,41 Fonte: Nostre elaborazioni su dati Provinciali e Comunali

25 Dal 2001 al 2010 il quadro demografico complessivo del comune di Rosignano M. ha registrato un costante aumento in numero di abitanti (tab. 2 e grafico 1) e se andiamo a guardare la distribuzione in classi d’età mettendo a confronto l’anno 2006 con il 2010 registriamo un saldo positivo di 801 residenti pari ad un tasso di variazione del +2,52%. Inoltre, si mette in evidenza il fatto che a fronte di un più alto tasso di variazione della popolazione giovane si ha un maggiore aumento della popolazione over 65 (tab. 3 e grafico 2).

Tabella 2. La demografia: popolazione residente totale

2001 2005 2007 2010 popolazione residente 30.575 31.742 32.098 32.587 Fonte: Dati Anagrafe Comune Rosignano M.

Grafico 1. Andamento della popolazione residente (anni 2001-2005-2007-2010) 33.000

32.500

32.000

31.500

31.000

30.500

30.000

29.500 2001 2005 2007 2010

Fonte: Nostra elaborazione su dati comunali

Tabella 3. Popolazione per classi d’età

classi di età 2006 2010 variazione 2010-2006 da 0 a 14 3578 11,26% 3757 11,53% 179 5,00% da 15 a 64 20207 63,57% 20503 62,92% 296 1,46% da 65 e oltre 8001 25,17% 8327 25,55% 326 4,10% tot 31786 100% 32587 100% 801 2,52% Fonte: Nostra elaborazione su dati comunali

In questi ultimi quattro anni il maggiore incremento in percentuale si è avuto all’interno della popolazione giovane (variazione del 5,00%) mentre la popolazione compresa tra 15 - 64 anni raggiunge oltre il 60% del totale dei residenti sebbene in lieve diminuzione nel corso degli anni (grafico 2).

26 Grafico 2. Popolazione per classi d’età, anni 2006-2010

100%

90% 25,17% 25,55% 80% 70%

60% da 65 e oltre 50% da 15 a 64 63,57% 62,92% 40% da 0 a 14 30% 20% 10% 0% 2006 2010

Fonte: Nostra elaborazione su dati comunali

E’ da notare che anche la popolazione straniera residente ha registrato un notevole aumento nel corso degli anni con una percentuale di incidenza sul totale della popolazione pari a 6,96 nell’anno 2010 (tab. 4 e 5).

Tabella 4. La demografia: popolazione straniera residente

1998 2007 2010 popolazione straniera residente 959 1618 2269 Fonte: Dati Anagrafe Comune Rosignano M.

Tabella 5. Incidenza cittadini stranieri sul totale della popolazione (anno 2010) POP. anno 2010 STRAN. TOT. % ROSIGNANO M. 2269 32.587 6,96 Fonte: Nostra elaborazione su dati comunali

Dall’osservazione del saldo del movimento naturale (anni 2006-2010) notiamo che i valori che esso mostra sono estremamente negativi ad indicare una popolazione prevalentemente non giovane. Tuttavia il saldo migratorio, nonostante il valore negativo nel 2006 rispetto ai successivi anni (infatti abbiamo un valore pari a -34), mostra valori positivi che compensano sia l’età che la crescita generale della popolazione soprattutto nell’anno 2007 in cui si ha un incremento superiore alle 150 unità (tab. 6). Inoltre, meritano una riflessione gli indici statistici che aiutano a completare il quadro demografico comunale sotto il profilo sociale e che vengono riassunti nella tabella 7 dove si mettono a confronto i valori dell’anno 2006 con quelli del 2010.

27 Tabella 6. Saldo movimento naturale e migratorio (anni 2006-2010)

popolazione residente 2006 2007 2008 2009 2010 NATI VIVI 216 239 282 268 240 MORTI 393 392 406 361 386 SALDO NATURALE -177 -153 -124 -93 -146

IMMIGRATI 871 1036 855 924 986 EMIGRATI 728 732 620 696 733 SALDO MIGRATORIO 143 304 235 228 253

incremento o decremento* -34 151 111 135 107 *differenza fra saldo naturale e saldo migratorio Fonte: Nostra elaborazione su dati comunali

Tabella 7. Indici demografici

Rosignano M. 2006 2010 indice di vecchiaia 223,61% 221,63% indice di dipendenza anziani 39,59% 40,61% indice di dipendenza giovanile 17,70% 18,32% indice di dipendenza strutturale 57,30% 58,93% Fonte: Nostra elaborazione su dati comunali

Dalle percentuali sopra riportate risulta evidente che la realtà demografica rosignanese non mostra rilevanti variazioni nel corso del tempo, tuttavia si può notare che l’indice di vecchiaia (che descrive il peso della popolazione >=65 anni sul totale dei residenti stimando perciò il grado di invecchiamento della popolazione stessa) supera oltre il 200% ad indicare che vi è una consistenza elevata di popolazione in età over 65 (sebbene in leggero calo dall’anno 2006 all’anno 2010). L’incidenza degli anziani sta aumentando anche rispetto al totale della popolazione in età lavorativa come segnalato dall’indice di dipendenza degli anziani che addirittura eccede di una unità dal 2006 al 2010. Parallelamente è in aumento anche il numero di individui non autonomi per ragioni demografiche (età<=14 e età>=65) ogni 100 individui potenzialmente indipendenti (età 15-64) per cui si ha una significativa porzione di popolazione attiva che deve occuparsi di un numero elevato di ragazzi e anziani (indice di dipendenza strutturale per il 2010 = 58,93). Infine, con l’indice di dipendenza giovanile – che nel 2010 è pari a 18,32 – si nota che se da un lato si ha un lieve aumento della popolazione in età giovanile (<=14), dall’altro aumenta la popolazione che dipende da quella in età attiva.

Sviluppo economico Nell’anno 2009 il numero delle imprese attive nel comune di Rosignano M. è di 2538 unità con un incremento di 2 unità rispetto all’anno precedente e con una incidenza pari a 8,84% sull’intera provincia di Livorno (tab. 8). Andando a leggere la situazione relativa alla nati- mortalità delle imprese per i venti comuni della provincia si riscontra un bilancio “in

28 pareggio” per il comune rosignanese: volendo fare un confronto con i comuni livornesi più prossimi si ha un tasso di crescita negativo per il comune confinante a sud (Cecina) mentre sono in leggera crescita quelli dei comuni di Livorno e (tab. 9).

Tabella 8. Imprese attive al 31/12/2009 – confronti col 2008 2008 2009 Variazioni annue Incidenza assolute 2009 Rosignano M. 2.536 2.538 2 8,84 Totale Provincia 28.825 28.705 -120 100 Fonte: nostra elaborazione da “Rapporto sull’Economia della Provincia di Livorno nel 2009”, Centro Studi e Ricerche della Camera di Commercio di Livorno

Tabella 9. La nati-mortalità nei comuni livornesi nel 2009 COMUNI Tasso Tasso di Tasso COMUNI Tasso Tasso di Tasso di mortalità di di mortalità di natalità crescita natalità crescita 6,54 8,46 -1,92 Marina 6,08 11,03 -4,94 5,87 6,92 -1,05 6,37 6,83 -0,46 Campo nell'Elba 7,11 7,61 -0,51 4,64 6,54 -1,90 7,71 6,39 1,32 4,83 6,84 -2,01 9,38 1,56 7,81 5,70 9,65 -3,95 5,86 6,78 -0,92 Rio nell'Elba 5,62 8,99 -3,37 Cecina 8,05 8,37 -0,32 Rosignano M. 6,91 6,91 0,00 Collesalvetti 6,99 6,68 0,31 San Vincenzo 6,39 6,27 0,12 Livorno 7,62 7,38 0,23 Sassetta 1,82 10,91 -9,09 Marciana 7,39 6,34 1,06 5,51 5,51 0,00

Fonte: “Rapporto sull’Economia della Provincia di Livorno nel 2009”, Centro Studi e Ricerche della Camera di Commercio di Livorno

La struttura economica insediata sul territorio comunale conferma che la caratteristica principale è legata alla presenza di piccole aziende (per lo più a conduzione familiare) facenti parti del settore commerciale: nella tabella 10 i dati ripartiti per macrosettori riguardano il numero delle aziende ed il relativo numero di addetti.

Tabella 10. L’economia insediata Economia insediata 2010-2012 (I) 2011-2013 (II) variazione assoluta II-I Aziende Addetti Aziende Addetti Aziende Addetti Agricoltura, Caccia, Pesca 319 463 314 450 -5 -13 Artigianato 814 1400 814 1400 0 0 Industria 472 2400 472 2400 0 0 Commercio 1489 2734 1423 2600 -66 -134

Turismo 119 1164 120 1165 1 1 Fonte: nostra elaborazione da “Relazione previsionale e programmatica 2010-2012” e “Relazione previsionale e programmatica 2011-2013”, Comune di Rosignano M.

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Come si può notare il commercio è il settore che, nonostante abbia perso un numero significativo di unità sia di aziende che di addetti, resta ancora il più rappresentativo dell’economia locale. Inoltre, non sono state registrate variazioni per l’industria e l’artigianato mentre il settore del turismo è l’unico che ha mostrato una crescita, seppur minima, nell’arco di tempo preso in esame.

Nelle pagine che seguono si mettono in evidenza cinque aree di rilevante interesse per lo sviluppo economico locale. Le annotazioni contenute all’interno dei “focus box” sono a carattere puramente informativo e perciò non esaustivo e derivano in parte dalle interviste e dai focus group avuti con gli attori locali, in parte da contributi esterni. Riteniamo che siano un valido supporto all’approfondimento della conoscenza di ciò che il territorio ospita e su cui può far leva ai fini di uno sviluppo innovativo.

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Focus box 1 : Le imprese high-tech in Rosignano Marittimo

Fonte: OSSERVATORIO SULLE IMPRESE HIGH-TECH DELLA TOSCANA www.hightechtoscana.it a cura dell’ISTITUTO DI MANAGEMENT della SCUOLA SUPERIORE SANT’ANNA e di UNIONCAMERE TOSCANA

Nell’indagine riportata nel II rapporto annuale 2011, “L’alta tecnologia in Toscana – Imprese e Territori”, sono state coinvolte 1575 imprese toscane di cui 776 sono imprese high-tech (pari al 49,3%), 397 sono imprese high- tech “potenziali” (25,2%) e 402 sono imprese non high-tech (25,5%). Tra le 776 imprese toscane HT, 49 sono presenti nella provincia di Livorno e di queste ben 7 sono localizzate sul territorio del comune di Rosignano Marittimo. I settori che ricoprono le aziende rosignanesi sono quelli dell’informatica, della chimica, dell’automazione industriale e della strumentazione scientifica.

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Focus box 2: Il polo chimico di Rosignano e le sue ricadute sul territorio

Fonte: COMUNE DI ROSIGNANO MARITTIMO, SERVIZIO PROMOZIONE a cura di Laura Dodi con il coordinamento di Laura Buffa Gennaio 2010

A metà del secolo scorso la società Solvay è arrivata ad avere quasi 4.500 dipendenti diretti. L’evoluzione delle tecnologie e dell’organizzazione aziendale ha portato ad una riduzione graduale degli addetti fino ai giorni nostri.

Evoluzione numero addetti polo chimico di Rosignano 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Numero dipendenti diretti Solvay 998 973 748 749 759 732 Dipendenti ditte esterne (che lavorano per Solvay) 661 758 644 674 650 600 Totale personale che lavora per Solvay (diretto e indiretto) 1659 1731 1392 1423 1409 1332 Trasportatori carico-scarico prodotti in Solvay 200 200 200 200 200 200 Totale personale legato a Solvay 1859 1931 1592 1623 1609 1532 Ineos (dipendenti e ditte esterne) 0 0 313 310 274 255 Officina 2000 (addetti diretti) 49 56 59 62 62 63 Rosen (addetti diretti e indiretti) 50 50 50 55 57 61 Roselectra (addetti diretti e indiretti) 0 0 189 100 Totale personale delle altre società insediate nel polo chimico 99 106 611 527 393 379 Totale presenze polo chimico (senza trasportatori) 1758 1837 2003 1950 1802 1711 Totale presenze polo chimico (con trasportatori) 1958 2037 2203 2150 2002 1911 Fonte: Bilanci sostenibilità Solvay Chimica Spa 2001-2007, dati Ineos, Officina 2000, Rosen-Roselectra

Come si può notare il personale diretto della Solvay ha subito un notevole calo (-266 unità negli anni 2008-2003) come conseguenza della cessione di parte dell’attività alla società Ineos che passa da zero unità (anni 2003- 2004) a 313 dipendenti diretti e indiretti nel 2005. Per quanto riguarda la società, ormai unica, Rosen (che comprende anche Roselectra), l’alto numero dei dipendenti registrato negli anni 2005 e 2006 è motivato dalla fase di costruzione della centrale elettrica e comprende pertanto gli addetti indiretti impiegati in quel periodo. Proprio durante la costruzione della centrale turbogas, negli anni 2005-2006, si è raggiunto nel polo chimico un picco di circa 2.200 addetti. L’ultimo dato 2008, invece, mostra le presenze di addetti diretti e indiretti totali del polo industriale attestarsi oltre le 1.900 unità, con una flessione del 2,4% rispetto al 2003.

Fonte: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PISA – DIPARTIMENTO DI STATISTICA E MATIMATICA APPLICATA ALL’ECONOMIA RAPPORTO FINALE DI RICERCA a cura di Bruno Cheli e Tommaso Luzzati Pisa, Dicembre 20082

2 Lo studio è stato pubblicato per i tipi della edizioni Plus di Pisa nel 2010. 32 L’obiettivo della ricerca è stato quello di misurare il contributo di Solvay all’economia della Val di Cecina sia in termini di redditi (valore aggiunto/VA) che di occupazione per i residenti nell’arco di tempo 2001-2006. In primo luogo viene segnalato la costante diminuzione che il VA di Solvay ha registrato nel periodo 2001 – 2005, con una incidenza sul VA della Val di Cecina che a sua volta è diminuita dal 7,1% al 5,5%. Ciò è dovuto al processo di esternalizzazione di alcuni dei suoi rami. In particolare: il valore aggiunto Solvay registra una contrazione pari al 30% in termini reali legati al fenomeno di esternalizzazione; il valore aggiunto Solvay percepito dai residenti in Val di Cecina è stazionario se consideriamo i soli lavoratori Solvay, in crescita se consideriamo anche il personale esterno (+ 13% circa); la quota di VA Solvay percepita dai residenti è pari, in media, a circa il 21%, con trend crescente (dal 18% al 25% circa). Se consideriamo anche il reddito percepito dal personale esterno: per ogni 100 euro di VA Solvay, circa 36 euro “ricadono” in Val di Cecina.

In secondo luogo, per quanto riguarda la ricaduta in termini di occupazione, i dipendenti Solvay rappresentano circa il 2,5% degli occupati complessivi della Val di Cecina. La percentuale si riduce leggermente quando viene misurata l’incidenza dei dipendenti Solvay residenti rispetto agli occupati della Val di Cecina, anch’essi residenti. In particolare: il numero dei dipendenti Solvay diminuisce costantemente nel periodo considerato, registrando una contrazione pari al 6% circa; aumenta il personale esterno per via della progressiva esternalizzazione di alcune attività dell’azienda (+28%); nel complesso, il totale degli occupati Solvay (dipendenti + esterni) registra un aumento del 3,8%.

In conclusione: l’incidenza del VA Solvay sul valore aggiunto della Val di Cecina passa dal 7,3% al 5,6%. Se consideriamo la sola quota destinata ai residenti, l’incidenza (stazionaria) risulta in media pari a circa il 2%; il

33 peso dell’occupazione Solvay rispetto agli occupati del territorio è in media pari al 2,6% (2,3% se calcolata rispetto agli occupati residenti). Se aggiungiamo al numeratore anche il numero dei dipendenti esterni residenti, l’incidenza sale a circa il 3,9% (valore medio del periodo).

Focus box 3: Turismo

Fonte: OSSERVATORIO TURISTICO PROVINCIALE STATISTICHE SULL'ANDAMENTO DEI FLUSSI TURISTICI NELLA PROVINCIA DI LIVORNO anno 2005 e 2010

Nelle tabelle che seguono sono riportati i dati relativi al totale degli esercizi turistici presenti nella Provincia di Livorno con una ulteriore distribuzione a livello comunale e i dati relativi ai flussi turistici sia a livello provinciale che comunale. Sono stati messi a confronto, a titolo esemplificativo, gli anni 2005 e 2010. Poiché i dati derivano dalla “Rilevazione statistica del movimento dei clienti negli esercizi ricettivi”, per l’anno 2010 sono da considerare provvisori fino alla validazione da parte dell’Istat, titolare della rilevazione.

Totale esercizi alberghi per comune Totale esercizi Totale esercizi per strutture turistico-ricettive della provincia di livorno anno 2005 COMUNE (anno 2010) Totale esercizi alberghi per comune Totale esercizi Totale esercizi per COMUNE TOTALE Num e r o Letti Camere Bagni Num e r o Letti Num e r o Letti BIBBONA 90

CAMPIGLIA M. 86 Bibbona 10 1026 424 465 59 17293 69 18319

CAMPO ELBA 124 Campiglia Marittima 8 890 364 332 57 1767 65 2657 Campo nell'Elba 41 3142 1430 1447 42 2859 83 6001 CAPOLIVERI 206 Capoliveri 46 3837 1391 1445 86 9215 132 13052 CAPRAIA ISOLA 10 Capraia Isola 4 223 101 113 3 259 7 482 CASTAGNETO C. 87 Castagneto Carducci 13 1512 610 639 67 8726 80 10238 CECINA 77 Cecina 21 1903 677 744 41 7994 62 9897 COLLESALVETTI 42 Collesalvetti 2 137 65 66 24 372 26 509 LIVORNO 91 Livorno 38 2077 986 1034 47 1733 85 3810 MARCIANA 83 Marciana 31 2121 897 944 21 422 52 2543 MARCIANA M.NA 29 13 1092 479 483 7 108 20 1200 PIOMBINO 101 Piombino 19 1484 533 591 52 7979 71 9463 PORTO AZZURRO 79 Porto Azzurro 18 1174 417 450 29 1506 47 2680 PORTOFERRAIO 108 Portoferraio 31 3025 1302 1365 42 2875 73 5900 RIO MARINA 32 Rio Marina 11 717 352 368 14 868 25 1585 RIO NELL'ELBA 25 Rio nell'Elba 3 143 66 70 10 1188 13 1331 ROSIGNANO M. 130 Rosignano Marittimo 31 1874 754 812 56 6926 87 8800 SAN VINCENZO 106 San Vincenzo 25 2592 1225 1310 55 8724 80 11316 SASSETTA 35 Sassetta 1 38 20 17 19 283 20 321

SUVERETO 56 Suvereto 0 0 0 0 43 703 43 703 TOTALE 1597 Totale 366 29.007 12.093 12.695 774 81.800 1.140 110.807

Dai dati appare subito chiaramente la consistente riduzione del settore turistico: nell’anno 2005 sono state registrate 1597 unità turistico-ricettive a livello provinciale mentre nell’anno 2010 le stesse hanno perso 457 unità. Stesso fenomeno si è verificato anche a livello comunale dove Rosignano M., nel 2010, ha 43 unità in meno rispetto al 2005.

Inoltre, andando ad esaminare i dati relativi al movimento turistico per gli anni 2005 e 2010 sia a livello provinciale che comunale si può notare come nell’intera provincia il flusso totale degli arrivi e delle presenze sia notevolmente aumentato dal 2005 al 2010, grazie soprattutto ad un sostanziale incremento all’interno delle strutture extralberghiere.

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Italiani stranieri Totali provincia di livorno anno 2005 Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

A 462802 2031720 142339 731986 605141 2763706 E 335708 2622775 170280 1509061 505988 4131836 T 798510 4654495 312619 2241047 1111129 6895542 (A = alberghiero, E = extralberghiero, T = totale)

Italiani stranieri Totali provincia di livorno - Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze anno 2010

Alberghiero 450602 2072984 161565 832371 612167 2905355 Extralberghiero 362711 3156396 232976 2052856 595687 5209252 Totale 813313 5229380 394541 2885227 1207854 8114607

Per quanto riguarda la dimensione comunale, il territorio di Rosignano M. ha anch’esso registrato valori crescenti nell’arco di tempo considerato: tuttavia questo incremento è dovuto esclusivamente all’aumento negli esercizi extralberghieri perché il comparto alberghiero ha subito forti diminuzioni sia in arrivi che in presenze.

comune rosignano m. Italiani stranieri Totali

totale 2005 Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze A 23121 88899 10550 54436 33671 143335 E 16047 147872 13651 136429 29698 284301 T 39168 236771 24201 190865 63369 427636

comune rosignano m. Italiani stranieri Totali Totale 2010 Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze A 20688 72982 8364 48204 29052 121186 E 22489 230970 19446 200220 41935 431190 T 43177 303952 27810 248424 70987 552376 (A = alberghiero, E = extralberghiero, T = totale)

In conclusione il settore del turismo è quello che, nonostante gli anni della crisi, ha continuato a crescere sia a livello provinciale che comunale. Inoltre è da porre in evidenza come l’offerta ricettiva sia caratterizzata soprattutto dalla presenza di un cospicuo numero di campeggi e di villaggi turistici (l’extralberghiero) che insieme garantiscono oltre la metà della capacità ricettiva del territorio, territorio caratterizzato soprattutto da un turismo balneare e stagionale.

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Focus box 4: Agricoltura

Fonte: CENTRO STUDI E RICERCHE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI LIVORNO e COMUNE DI ROSIGNANO MARITTIMO, SETTORE PIANIFICAZIONE E PROMOZIONE a cura di Laura Dodi e di Laura Buffa dicembre 2005

I dati riportati nelle tabelle che seguono fanno riferimento agli 2010-2011 e mettono a confronto il numero delle sedi di impresa registrate e attive del comune di Rosignano M. con il totale provinciale. Sostanzialmente in linea con il trend provinciale, le imprese con sede in Rosignano M. hanno registrato un calo numerico nell’arco di tempo considerato.

Sedi d'impresa Registrate Sedi d'impresa Attive III trim. 2010 III trim. 2011 Var. tend. % III trim. 2010 III trim. 2011 Var. tend. % Rosignano Marittimo 320 313 -2,2 Rosignano Marittimo 319 311 -2,5

Provincia di Livorno 2.841 2.807 -1,2 Provincia di Livorno 2.814 2.777 -1,3

Da una lettura per classe merceologica del quadro agricolo secondo il codice ATECO 2007 risulta che delle 311 imprese presenti nel terzo trimestre 2011 la maggior parte (292 unità) sono inerenti alle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, mentre 14 imprese riguardano il comparto della pesca e dell’acquacoltura ed appena 5 unità sono inerenti alla silvicoltura e all’utilizzo delle aree forestali.

36 Sedi d'impresa attive e registrate per divisione e classe merceologica ATECO 2007 Divisione Classe Registrate Attive COLTIVAZIONE DI COLTURE AGRICOLE NON PERMANENTI 9 9 Coltivazione di cereali (escluso il riso), legumi da 124 123 Coltivazione di ortaggi e meloni, radici e tuberigranella e semi oleosi 33 33 Floricoltura e coltivazione di altre colture non 9 9 COLTIVAZIONE DI COLTURE PERMANENTIpermanenti 22 22 Coltivazione di uva 10 10 Coltivazione di agrumi 1 1 Coltivazione di frutti oleosi 36 36 Coltivazioni RIPRODUZIONE DELLE PIANTE 3 3 agricole e Allevamento di bovini da latte 21 21 produzione di prodotti animali Allevamento di cavalli e altri equini 2 2 Allevamento di ovini e caprini 4 4 Allevamento di suini 1 1 Allevamento di altri animali 8 8 COLTIVAZIONI AGRICOLE ASSOCIATE ALL'ALLEVAMENTO DI 2 2 ATTIVITÀ DI SUPPORTO ALL'AGRICOLTURA E ATTIVITÀ ANIMALI: ATTIVITÀ MISTA 6 5 Attività di supporto alla produzione vegetaleSUCCESSIVE ALLA RACCOLTA 2 2 Attività di supporto alla produzione animale 1 1 Totale 294 292 Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali 5 5 Pesca marina 13 13 Pesca e Acquacoltura marina 1 1 acquacoltura Totale 14 14 Totale Rosignano Marittimo 313 311

Per quanto riguarda il numero degli addetti del comparto agricoltura, i dati riportati in tabella non sono completamente attendibili in quanto la fonte "non definita" è basata su autodichiarazioni o su dichiarazioni fatte da commercialisti o altri soggetti. Tuttavia da questi dati si evince un fatto di rilevante interesse e cioè che anche questo settore (come quello del commercio) è prevalentemente a conduzione familiare: solamente il 29% circa del totale degli addetti è di natura subordinata.

Numero di addetti

Comune Addetti Familiari Addetti Subordinati Addetti totali

ROSIGNANO MARITTIMO 238 97 335

Dall’analisi dell’evoluzione del settore, dal confronto dei dati riguardanti le imprese e le unità locali aventi sede nel territorio del Comune di Rosignano M. per gli anni 2003 e 2011, si nota un decremento delle stesse aziende che passano da 358 a 311 unità (-47).

E’ interessante analizzare anche i dati relativi alla localizzazione di queste unità produttive nel territorio rosignanese relativi all’anno 2003. Dai dati disponibili, risulta una localizzazione prevalente delle imprese agricole nelle frazioni di Vada (91 unità produttive, pari al 25,42% del totale), Rosignano Marittimo (88 unità produttive, pari al 24,58% del totale) e Castelnuovo della Misericordia (81 unità produttive pari al 22,63% del totale); segue, con un numero più limitato di aziende, con 36 imprese (10,06%); chiudono la classifica Gabbro (24 unità), Castiglioncello (19) e Nibbiaia (14).

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Focus box 5: Ricerca & innovazione

Sul territorio di Rosignano Marittimo sono attualmente presenti tre realtà - Biologia Marina (i), Chimica (ii), Maricoltura (iii) - legate alla ricerca, all’innovazione, al trasferimento tecnologico e alla formazione e che individuano potenziali aree di sviluppo innovativo.

(i) BIOLOGIA MARINA

LABORATORIO DI ECOLOGIA E BIOLOGIA MARINA DELL’UNIVERSITÀ DI PISA C.E.A. (CENTRO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE)

La struttura castiglioncellese ospita una serie di attività didattiche per studenti attraverso stage e appuntamenti di convegnistica. Il lavoro di ricerca di un team di biologi marini ed ecologi si occupa soprattutto dello studio delle piante marine, della loro riproduzione e del loro utilizzo, con sperimentazioni originali e pubblicazioni sulle più importanti riviste scientifiche del settore. Le attività didattiche interessano gli studenti di due corsi di laurea dell’Università di Pisa, quello in Scienze Ecologiche e della Biodiversità e quello in Biologia Marina. Queste attività prevedono la raccolta di materiale di organismi animali e vegetali, di campioni di acqua e di sedimenti raccolti nella zona circostante. Numerose collaborazioni scientifiche con docenti di altre università italiane ed in particolare dell’Università Politecnica delle Marche. Le attività di ricerca effettuate finora all’interno del Laboratorio di Villa Celestina sono indirizzate principalmente ai seguenti aspetti: conservazione e recupero degli ambienti dunali, conservazione e recupero delle praterie di fanerogame marine, analisi degli effetti dell’impatto antropico sulla fascia costiera, tassonomia di organismi marini (con particolare riferimento agli anellidi policheti), variazioni in composizione ed abbondanza di specie a varie scale spaziali e temporali in ambienti marini costieri. Queste attività – che in futuro saranno presentate nel corso di giornate di studio – sono state effettuate nell’ambito di progetti di ricerca finanziati da enti pubblici e privati che operano anche sul territorio. Molti dei risultati di queste ricerche sono

38 stati oggetto di pubblicazioni su riviste di rilevanza internazionale e di brevetti. Ricordiamo infine che il laboratorio di Villa Celestina è inserito in un network di stazioni di biologia marina europee (MARS) che prevede lo sviluppo della ricerca e delle collaborazioni tra ricercatori di diversa nazionalità.

(ii) CHIMICA

La società si chiama "Chema S.r.l." ed è stata fondata da 5 persone che hanno un background molto eterogeneo. "Chema S.r.l." ha una sede legale a Rosignano Solvay, mentre per il momento ha sedi operative distaccate. La società si occupa di chimica ambientale e chimica applicata all'energia e ai materiali. Le attività in breve: consulenza, servizi di analisi specializzata (non di routine), trasferimento tecnologico e ricerca in ambito della chimica applicata.

(iii) MARICOLTURA

MARICOLTURA DI ROSIGNANO SOLVAY SRL - CENTRO DI SPERIMENTAZIONE PER SPECIE MARINE INVE AQUACULTURE www.maricolturarosignano.it

Maricoltura di Rosignano Solvay è stata progettata come un’avannotteria di medie dimensioni a Rosignano Solvay, ottimizzando l’uso dell’acqua di raffreddamento dello stabilimento Solvay al fine di ridurre i costi di riscaldamento dell’impianto. Nel 2001, MRS è stata acquisita dal gruppo INVE, una multinazionale che si occupa principalmente di alimentazione animale (www.inve.be). L’avannotteria commerciale è stata trasformata in un centro di ricerca per le specie marine, integrata all’interno della società di ricerca INVE TECHNOLOGIES NV con sede in Belgio, con l’aggiunta di un incubatoio sperimentale e una unità di riproduttori più grande all’interno della struttura di produzione. La filosofia che guida Maricoltura è lo sviluppo e la sperimentazione di prodotti innovativi studiati appositamente per il settore dell’acquacoltura, vivendo quotidianamente la realtà dei coltivatori di pesce con un approccio ambientale sostenibile. Il personale permanente di Maricoltura è composto da 10 persone, provenienti da 3 diverse nazioni, con una maggioranza di donne. La lunga esperienza degli “anziani” e le originali intuizioni dei “nuovi ingressi” riesce a creare un team dinamico e motivato che assicura lo sviluppo di prodotti ad alto valore aggiunto per quanto riguarda l’avannotteria e l’allevamento delle larve.

Il focus della Maricoltura di Rosignano Solvay è sulle attività di ricerca: ricerca diretta e applicata, portando alla creazione di nuovi prodotti INVE nutrizionali e sanitari da utilizzare nell’allevamento larvale di pesci marini. Oltre a questa attività principale, la ricerca interna è effettuata su base continua, al fine di migliorare il funzionamento e il rendimento dei vari settori (alghe, rotiferi, Artemia, allevamento larvale e svezzamento), tenendo in considerazione anche gli aspetti tecnici. La ricerca specifica è effettuata sotto l’egida di progetti regionali, nazionali e comunitari (ad esempio il progetto Octopus). Per le varie attività produttive e di ricerca sono utilizzati solo prodotti INVE.

39 Maricoltura di Rosignano Solvay collabora con diversi istituti di ricerca: - Università di Ghent. Morfologia evolutiva dei vertebrati e Museo di Zoologia. Prof. Dr. D. Adriaens. http://www.fun-morph.ugent.be. Collaborazione per la diagnosi precoce di malformazioni in larve di orata. - Università di Pisa. Dipartimento di produzione animale. Collaborazione nel progetto Octopus (istologia e analisi biochimiche). - Università di Ghent, Lab of Aquaculture Artemia Reference center. http://www.aquaculture.ugent.be. Collaborazione su progetti di rotiferi (ricircolo e programmi genetici). - Università di Firenze. Dipartimento di Biotecnologie Agrarie. http://www.diba.unifi.it. Collaborazione sulla produzione di microalghe con foto bioreattori. - L'Istituto per lo Studio degli Ecosistemi (CNR, Firenze). http://www.ise.cnr.it/. Produzione di microalghe in foto bireattori. - ICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare). Dr. Giovanna Marino. Progetto di ricerca sulla cernia bruna (Epinephelus marginatus)

Collabora inoltre con: ARSIA (Agenzia Regionale per la ricerca e l'innovazione in acquacoltura); Regione Lombardia; PMI; CNR; DIBA (Università di Firenze); ICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare).

40 Appunti dai focus group: temi di discussione

Questa sezione raccoglie i temi emersi nei tre focus group realizzati. Le informazioni raccolte costituiscono parte integrante della ricerca empirica. I focus group realizzati sono: 1. Turismo, Sport, Cultura, Agricoltura 2. Il futuro della chimica 3. Industria & Innovazione: Oltre la chimica

Turismo, Sport, Cultura, Agricoltura (Villa Celestina, 11.7.2011)

• Scarsa professionalità nel settore turistico • Mancate opportunità di sviluppo turistico: il golf, la vela, sport del mare • Mancanza di competenze manageriali sia nel settore pubblico che in quello privato • Costruzione dell’offerta turistica • Integrazione di area vasta • Agricoltura: vincoli e burocrazia • Agricoltura e innovazione • Vivibilità e qualità della vita • Collaborazione pubblico-privato • Capitali di investimento • Immobilismo • Pianificazione turistica

Il Futuro della Chimica (Villa Celestina, 13.7.2011)

• “Distretto” impiantistica e manutenzioni • Eccellenze locali • Alleanze e collaborazioni tra imprese • Mancanza di figure professionali adeguate – manodopera tecnica • Lentezza amministrativa e burocrazia • Domanda e offerta di tecnologia • Sistema locale e strategie globali • Immagine dell’industria chimica • Divulgazione della chimica: tra scienza e industria • Rapporti tra stakeholders locali • Turismo industriale, turismo business e congressuale

Oltre la Chimica 41 (Villa Celestina, 6.9.2011)

• Filiera corta: legno-energia • Risorse finanziarie e credito per l’innovazione: banche, enti locali, associazioni di categoria, Camera di Commercio • Cultura dell’innovazione • Nautica: infrastrutture, logistica, manodopera • Competenze manageriali sia nel settore pubblico che nel settore privato • Scelte e discontinuità • Lentezza amministrativa, burocrazia, vincoli • Biomasse e energia: ricerca applicata • Passaggio all’economia della conoscenza • Potenziali motori locali dell’innovazione • Collaborazione pubblico-privato

42 Le reti

Una premessa di metodo • “L’analisi delle reti sociali, social network analysis (SNA), consiste nello studio della struttura sociale e degli effetti circolari di reciproca co-determinazione che riguardano le relazioni di interdipendenza tra gli attori sociali e la configurazione di tali interdipendenze. La struttura sociale è intesa come rete sociale, costituita da due componenti fondamentali: gli attori (i nodi della rete) e le relazioni che connettono due a due questi attori (i legami della rete)” (Salvini, 2007). • “Elementi costitutivi della rete sociale sono: i soggetti che rappresentano le unità, i nodi che compongono la rete; possono essere individui, gruppi, istituzioni, luoghi; le relazioni che legano i soggetti che compongono la rete e che vengono rappresentate graficamente mediante linee, frecce, archi. Con riferimento al contenuto delle relazioni è possibile cogliere ed individuare alcune particolari reti che, per il tipo di legami che le costituiscono, si caratterizzano per essere reti formali, reti informali, reti primarie (legami naturali tra individui come familiari, amicali), ecc.” (Cordaz, 2007) • La social network analysis si basa sulla teoria dei grafi e usa l’algebra delle matrici (Scott, 2000) • “Gli studi di social network analysis possono avere finalità conoscitive di tipo ‘stratificiato’; (…) è possibile identificare: (a) finalità descrittive di base: le variabili relazionali sono utilizzate per cogliere le caratteristiche dei contesti strutturali sottoposti a indagine; (b) finalità descrittive più avanzate: si costituiscono modelli che incorporano sia variabili relazionali che variabili attributo; (c) finalità confirmatorie e predittive: si utilizzano test relativi all’influenza degli elementi strutturali sul comportamento degli individui” (Salvini, 2007)

Riferimenti bibliografici Scott, J. (2000), Social network analysis. A Handbook. London: Sage Salvini, A. (2007) (a cura di), Analisi delle Reti Sociali. Teorie, Metodi, Applicazioni. Milano: Franco Angeli Cordaz, D. (2007) Lessico delle reti in Salvini, A. Analisi delle Reti Sociali. Teorie, Metodi, Applicazioni. Milano: Franco Angeli

Il nostro studio Il nostro studio indaga un insieme di soggetti ritenuti rilevanti per lo sviluppo economico del territorio in analisi. In particolare, si studiano le relazioni attivate da questi soggetti che vengono a costituire un sistema relazionale, la rete. La ‘mappa’ che ne deriva non rappresenta uno spazio ‘fisico’ ma esclusivamente relazionale: la distanza tra due nodi non si misura in base alla lunghezza del legame (o arco) ma in base al numero di legami che li divide. Tutti i legami, indipendentemente dalla loro lunghezza, hanno uno stesso valore (questo si unisce al fatto che nel nostro studio non abbiamo archi pesati) e rappresentano l’esistenza di una relazione. Come si è stabilita l’esistenza delle relazioni (e cioè come si sono tracciate le linee che legano i nodi)? In base ad un approccio esplorativo, si è chiesto agli intervistati di parlarci delle loro attività ordinarie e ‘extra-ordinarie’, e dei soggetti locali e non (regionali, nazionali, internazionali) che, svolgendo il ruolo di partner, sono o sono stati importanti nello svolgimento di tali attività mediante varie forme di collaborazione. Si sono categorizzati 3 tipi

43 di relazioni: formale/istituzionale (la rete fa emergere i legami societari, forme di patrocinio e finanziamento da parte di istituzioni…), commerciali o di mercato (si evidenziano le relazioni di scambio meramente economico), progettuali (relazioni con i soggetti partner per lo sviluppo di progetti che tendenzialmente hanno un carattere di ‘straordinarietà’ ma che possono confluire nelle attività ordinarie dei soggetti interessati) L’analisi condotta ha finalità descrittive: si utilizza la SNA per descrivere le caratteristiche relazionali del sistema locale. Gli elementi descrittivi seppur quantitativi vengono immessi nel quadro più ampio di analisi qualitativa, che è la metodologia scelta per questo studio. Gli indici presentati sono misure descrittive calcolate per mezzo degli algoritmi utilizzati dal software UCINET e riguardano:

Degree Point Centrality Rappresenta una caratteristica strutturale di ciascun (Locale) nodo, la centralità. E’ dato dalla somma delle linee ad esso incidenti. Varia da 0 (nodo isolato) ad un massimo di (n-1) quando il nodo è legato a tutti gli altri nodi Betweenness Point Centrality Misura la centralità come interposizione secondo cui un – “Brokerage” attore è centrale se si trova nel maggior numero di (Globale) distanze geodetiche (percorsi più brevi) colleganti ogni coppia di attori Closeness Point Centrality Misura di centralità intesa come vicinanza tra i punti. (nClos) (Globale) L’idea è che un attore sia tanto più centrale quanto più è vicino a molti altri attori. La closeness di un nodo dipende dalla posizione del nodo nell’intera rete Clique Coesione in E’ il massimo sotto-grafo completo costituito da tre o sotto-gruppi più nodi. In esso ogni nodo è in relazione diretta e reciproca con tutti gli altri. Il concetto di clique tenta di formalizzare il concetto di ‘ gruppo sociale’ ed è un punto importante dell’analisi di coesione Density Coesione del Proprietà strutturale della rete definita dal numero grafo (0

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Il metodo di costruzione delle mappe Le mappe di seguito riportate sono state costruite attraverso l’utilizzo di fonti primarie ed in particolare dei risultati delle interviste. I nodi rappresentano gli attori intervistati e gli attori citati frequentemente nelle interviste (questi ultimi sono stati introdotti nei casi in cui le informazioni incrociate con dati da fonti secondarie hanno fatto ritenere la loro rappresentazione meritevole di attenzione). I network costruiti non danno un’immagine esaustiva delle reti territoriali: è possibile che durante le interviste alcune interazioni con attori locali o esterni non siano emerse. La scelta metodologica è quella di rappresentare le informazioni scelte dagli intervistati per raccontare le loro attività e le loro interazioni sul territorio. Le misure calcolate possono così risultare sovrastimate o sottostimate. La loro funzione è comunque quella di dare una rappresentazione analitica dei dati finora raccolti. E’ importante sottolineare che quella che segue non è una rappresentanzione esaustiva di tutti gli attori e di tutte le relazioni. Il campione è stato costruito sulla base del reputational approach includendo testimoni privilegiati e parte degli attori “significativi” del ‘sistema’ Rosignano (es. le istituzioni, le associazioni, le imprese “eccellenti”). Inoltre, il campione si è arricchito di intervistati che sono stati individuati mediante ‘snowballing’. La disponibilità (o indisponibilità) a partecipare a focus group o a interviste è stato inoltre un fattore di selezione importante.

sigla attore acROS Comune di Rosignano Marittimo AGR Facoltà di Agraria – UNIPI apiPescia Apicoltura dott. Pescia Armunia Armunia AssImpr Associazioni Imprenditoriali assSPORT Associazioni sportive

CantFaccenda Cantiere Navale Faccenda CHIM Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale - UNIPI

CIA Confederazione Italiana Agricoltori CircoliLocali Circoli nautici locali CircVelPietra Circolo Velico Pietrabianca Conpro CON-PRO Toscana FondCRV Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra

FondITS Fondazione ITS

45 Ineos Ineos Olefins & Polymers Europe

Isalberg Istituto Statale Alberghiero E. Mattei ISIS I.S.I.S. “Enrisco Mattei” LabECO Laboratorio di Biologia e Ecologia Marina –UNIPI

LETT Facoltà di Lettere e Filosofia – UNIPI Mar3 Marina Tre Morelline Zona artigianale Le Morelline Off2000 Officina 2000 OMP OMP srl Formichi PoloMag Consorzio Polo Tecnologico Magona Porto Porto turistico di Rosignano ProLoco Associazione Pro Loco Prov Li Provincia di Livorno REA REA Rosignano Energia Ambiente spa Rosen Rosen – Rosignano Energia Rosen El Rosen Electra Spa Scuole Scuole primarie e secondarie locali SMFN Facoltà Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Dip. Biologia - UNIPI Solvay Solvay Italia StradeVino Le Strade del Vino di Toscana Toscimp La Toscana Impianti UISP Centro UISP Rosignano

UNIPI Università di Pisa

Due reti tematiche: 1) Industria & Innovazione Analizziamo in particolare: • la rete ‘progettuale’, costituita dalle relazioni attivate per lo sviluppo di progetti con contenuto innovativo; • la rete ‘di mercato’, costituita dalle relazioni di fornitura di servizi e beni intermedi in filiera; • la rete formale.

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Rete progettuale: La rete è composta da tre componenti principali: (1) Attori privati aggregati intorno alle Associazioni Imprenditoriali (per esempio, si veda il progetto Bilancio Sociale) (2) Attori della formazione connessi al Comune (3) Nautica (qui esclusivamente rappresentata dalla collaborazione Polo Magona-Marina 3)

I cerchi rossi evidenziano gli attori esterni ai confini comunali: • UNIPI –l’Università di Pisa sembra essere l’attore di riferimento per il territorio per quanto riguarda la ricerca e la formazione avanzata. • Polo Magona – si trova nel Comune di Cecina. In ottica di sistema territoriale si può considerare come potenziale asset per lo sviluppo di Rosignano

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Le frecce rosse rappresentano le connessioni con l’esterno per quanto riguarda lo sviluppo di progetti con contenuto innovativo.

Rimuovendo il nodo “ISIS” abbiamo due componenti principali – Polo Magona-Mar3 e aziende-Università- Comune; quest’ultima componente è comunque debolmente connessa dalla relazione REA-UNIPI.

Rimuovendo anche il nodo UNIPI – si notano varie componenti isolate emergere. Consideriamo anche che il progetto che nella mappa aggrega gli attori privati è stato sospeso nel 2009. Si sono comunque rappresentate queste relazioni per il valore “aggregante” del progetto ‘Bilancio sociale’ come testimoniato da vari intervistati.

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Di seguito riportiamo le misure descrittive della rete progettuale3:

Degree Point Centrality (Locale) Ass. Impr. (4; 30.77) ISIS Mattei (3; 23.08) UNIPI (3; 23.08) Mean Degree (1.71; 13.19)

Betweenness Point Centrality – “Brokerage” Ass. Impr. (25; 32.05) ISIS Mattei (23; 29.49) UNIPI (15; 19.23) Toscana Impianti (15; 19.23) Mean Btw (8.43; 10.81)

Closeness (nClos) Point Centrality (Globale) Ass. Impr. (25) Toscana Impianti (24.53) ISIS Mattei (24.53) Mean nClos (22.35)

Clique Coesione in sotto-gruppi -

Density Coesione del grafo (0

Network Dominanza di un nodo 20.51% Centralization

3 In questa tabella come in quelle successive, là dove si trovano doppi valori si riporta la misura calcolata da UCINET (indici di Freeman per centralità) accompagnati dal valore normalizzato per eventuali confronti tra grafi. 49 Cut-points Rimozione del cut-point provoca ISIS Mattei divisione network UNIPI Ass. Impr.

Commenti: • Centralità dei nodi: – Le associazioni imprenditoriali nella ‘componente dei privati’: in particolare, nel grafo si fa riferimento all’esperienza di bilancio sociale di comprensorio promossa da Confindustria che, benché terminata, è stata definita da vari intervistati come esperienza significativa i cui effetti ‘aggreganti’ si fanno ancora sentire; – la centralità dei nodi formazione/ricerca (ISIS e UNIPI) – degree e betweenness confermano il ruolo centrale di broker dei due nodi. Ruolo della ricerca e formazione è importante nella costruzione di progettualità sul territorio • Brokerage: la betweenness misura la centralità rispetto alla funzione di collegamento tra nodi. Ruolo della formazione/ricerca (ISIS e UNIPI) e del settore privato (Ass. Imprenditoriali e Toscana Impianti) • Centralità Globale (closeness): la ‘vicinanza’ a (la facilità di raggiungere) tutti gli altri nodi nel grafo. Si evidenzia il ruolo del privato (Associazioni imprenditoriali e Toscana Impianti) e la formazione professionale (ISIS Mattei) • Network centralization: 20.51% , Non esiste un nodo che funziona come un vero e proprio centro (ruolo dominante). Da un lato questo è bene perché il sistema non è dipendente da un solo attore, ma allo stesso tempo significa che non c’è un leader che abbia svolto il compito di aggregare intorno a sé progettualità • Dal punto di vista della coesione, il network è poco denso (= poco coeso). La densità del network è del 13% cioè solo il 13% dei link possibili sono stati effettivamente attivati. In letteratura si sostiene che per le reti sociali una densità alta è di 0.5. La densità del grafo analizzato è quindi bassa. • Anche a livello di sotto-gruppi la coesione si conferma bassa: non esistono clique. Queste sono considerate importanti in quanto sotto-gruppi coesi capaci di condividere norme, valori, obiettivi. Sono anche dette “sotto-sistemi culturali”. • I cut-points sono rappresentati dalle associazioni imprenditoriali, UNIPI e ISIS. In particolare UNIPI e ISIS sembrano tenere insieme la componente “privata” e quella “pubblica” della rete. I cut-points sono molto importanti perché sono punti di comunicazione/contatto/relazione efficaci poiché senza di loro il network si frammenta in diverse componenti

In sintesi, si rileva: • La mancanza di sotto-sistemi coesi – la scarsa capacità di individuare temi ‘aggreganti’ nel settore industria-innovazione; • Nella mancanza di protagonisti/leader della rete, emerge il ruolo degli attori della formazione/ricerca che favoriscono la tenuta della rete. La loro rimozione spezza la rete in più componenti isolati.

Ulteriori valutazioni possono derivare dalla considerazione dell’Università di Pisa come soggetto non unitario, ma che esprime nelle sue diverse facoltà e dipartimenti logiche almeno parzialmente autonome. La rete assume allora una connotazione ancor più frammentaria.

50 (N.B:: Nella figura seguente: CHIM: facoltà di scienze matematiche, fisiche naturali, Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale; AGR: facoltà di agraria; SMFN: facoltà di scienze matematiche fisiche e naturali , Dipartimento di Biologia.)

Le misure descrittive ne risultano mutate come segue: Degree Point Centrality (Locale) AssImpr (4; 26.67) REA (3; 20) ISIS (3; 20) Mean Degree (1.62; 10.83) Betweenness Point Centrality – AssImpr (51; 48.57) “Brokerage” ISIS (46; 43.81) Toscana Impianti (42; 40) Mean Btw (14.31; 16.63) Closeness Point Centrality AssImpr (23.43) (nClos) (Globale) Toscana Impianti (23.43) ISIS (22.72) Mean nClos (19.6) Clique Coesione in sotto-gruppi -

Density Coesione del grafo 10.8% (0

Network Dominanza di un nodo 18.10% Centralization

Cut-points Rimozione del cut-point CHIM, REA, AssImpr, Toscana Impianti, ISIS, provoca divisione Amministrazione comunale ROS, LabEcoBio, network Polo Magona

51 Nel complesso, si nota che le facoltà/i dipartimenti UNIPI non hanno un ruolo centrale, così testimoniando una presenza frammentaria di UNIPI sul territorio. Anche la maggiore numerosità dei cut-points evidenzia la fragilità della rete.

Rete di mercato:

Le frecce rosse sottolineano il mercato regionale e in qualche caso internazionale delle aziende intervistate. Localmente si nota: - la centralità (indegree) di Solvay, - la centralità (outdegree) di Toscana Impianti4 Le imprese delle Morelline entrano nella filiera di riferimento degli attori intervistati. Si sottolinea la prevalenza delle relazioni strettamente commerciali rispetto a quelle progettuali (più legate a una logica di network che di mercato) – infatti la rete delle relazioni commerciali è più densa di quella progettuale (23% vs. 13%).

Ne emerge l’immagine di un sistema industriale concentrato sulla filiera a monte del Parco Industriale – prevalentemente nel settore impianti e manutenzione, mentre a valle del Parco industriale troviamo solo le attività di smaltimento rifiuti industriali di REA, come schematicamente riassunto nel grafico seguente:

4 In un grafo direzionato per indegree si intende il numero di archi entranti nel nodo (grado di popolarità), mentre per outdegree si intende il numero di archi uscenti (grado di propensione verso gli altri). 52

Rete formale: La rete formale è poco densa. L’introduzione della Fondazione ITS introduce una clique: Comune di Rosignano M.mo, Fondazione ITS, Polo Magona (la clique rappresenta la condivisione di un interesse, vision, obiettivo).

Nel grafo seguente si considerano tutti i tipi di relazione senza distinzione (progettuale, di mercato, formale/istituzionale) per avere un quadro generale delle relazioni attivate. Si noti che UNIPI è qui considerata unitamente per poter unire le reti di natura diversa (la rete formale è necessariamente costruita considerando UNIPI come attore unitario).

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Le misure descrittive sono le seguenti: Degree Point Centrality Solvay (8; 44.44) (Locale) Toscana Impianti (7; 38.89) Polo Magona (6; 33.33) REA (5; 27.78) AcRos (5; 27.78) Mean Degree (3.47; 19.30) Betweenness Point Centrality – Solvay (49.4; 32.29) “Brokerage” Toscana Impianti (39.5; 25.82) REA (27.43; 17.93) Polo Magona (24.17; 15.80) Mean BTW (11,68; 7.64) Closeness (nClos) Point Centrality Solvay (58.06) (Globale) Toscana Impianti (56.25) REA (54.54) Mean nClos (44.65) Clique Coesione in sotto- 1: Solvay Italia INEOS Toscana Impianti gruppi 2: Solvay Italia Toscana Impianti Rosen 3: Solvay Italia Toscana Impianti Rosenelectra 4: Solvay Italia REA UNIPI 5: Amministrazione comunale Rosignano Polo Magona ISIS Mattei FondITS Density Coesione del grafo 18.71% (0

54 Network Dominanza di un 28.10% Centralization nodo

Nel complesso il grafo appare leggermente più coeso (sia a livello globale di ‘density’ sia a livello di sotto-gruppi, come testimonia la presenza di clique). Questo è dovuto all’introduzione delle relazioni “di mercato” che sono quelle prevalenti (basta vedere le misure di centralità e la natura delle clique per constatare il prevalere degli attori privati e delle relazioni ‘commerciali’). La network centralization conferma (rispetto alla rete progettuale) un debole presenza baricentrica nel grafo: alla luce delle altre misure descrittive, sono da collocare in questa posizione ‘baricentrica’ Solvay e Toscana Impianti. Tra le clique ce ne sono due che potremmo dire “progettuali/formali”: • Solvay Italia REA UNIPI e • Amministrazione comunale Rosignano Polo Magona ISIS Mattei FondITS, in cui emerge il ruolo degli attori formazione/ricerca e del Comune.

Due reti tematiche: 2) Turismo & Agricoltura & Cultura

Questa è una rete esclusivamente progettuale, per cui si sono escluse relazioni di scambio commerciale. Due sono le componenti principali: sport/nautica; cultura e agricoltura. Per quanto riguarda cultura-agricoltura, in realtà non ci sono progetti comuni ma è un insieme di sotto-gruppi nei due temi. Altra cosa da notare è l’attenzione comune sulle scuole locali (sia da parte della ‘cultura’ sia da parte dell’’agricoltura’). Togliendo i progetti per le scuole e il ‘patrocinio’ del comune, l’unico ponte rimarrebbe l’UNIPI (anche se va detto che non c’è una progettualità forte e continuativa con UNIPI al momento).

Di seguito, sono riportate le misure descrittive:

55 Degree Point Centrality (Locale) Api Pescia (5; 29.41) CircVelPietra (4; 23.53) Armunia (3; 17.65) UNIPI (3; 17.65) acROS (3; 17.65) Mean Degree (1.89; 11.11) Betweenness Point Centrality – “Brokerage” ApiPescia (13; 9.56) CircVelPietra (12; 8.82) UISP (8; 5.88) Mean Btw (2.61; 1.92) Closeness (nClos) Point Centrality (Globale) ApiPescia (8.99) UNIPI (8.90) Mean nClos (8.16) Clique Coesione in sotto-gruppi 1: acROS UNIPI Armunia

Density Coesione del grafo (0

Network Dominanza di un nodo 20.59% Centralization

Cut-points Rimozione del cut-point provoca CircoVelPietra; Uisp; divisione network ApiPescia

Rileviamo in particolare che: • Vi è un nodo isolato: il Porto. Periferico è anche ISI Alberghiero (nonostante la collaborazione con la Provincia) • ‘Alta’ è la centralità locale di attori in due settori – sport del mare e agricoltura di qualità per numero di relazioni. ApiPescia sembra svolgere la funzione di collegamento per gli altri nodi (broker). In particolare ApiPescia è localmente centrale nel mondo delle produzioni di qualità agricole e vitivinicole; mentre il circolo pietrabianca collega il mondo dello sport e il turismo (Pro Loco Vada). Il Comune sembra relativamente più presente nella progettualità turismo&agricolutura&cultura (vedi degree) che nei settori industriali, dove la sua posizione non appariva mai significativa. Il ruolo dell’acROS e UNIPI è confermato nella clique che si potrebbe qualificare come clique del settore ‘cultura’ • Da un punto di vista di centralità globale nel network, UNIPI ha una posizione abbastanza rilevante (se considerata unitariamente). • Si tratta comunque di un grafo poco denso e poco coeso (densità 0.11 in intervallo 0-1) • Non ci sono attori tipici del settore turistico, per esempio associazione albergatori, consorzi, marchi collettivi (Strade del Vino sembra avere un ruolo marginale sia in termini di adesione al DOC Terratico che in termini di iniziative sul territorio di Rosignano, in base alle informazioni ottenute indirettamente (attore non intervistato)

56 Anche in questo caso, poi, la frammentazione aumenta se la rappresentazione di UNIPI non è unitaria, come da grafo seguente (LETT è la facoltà di lettere; AGR è la facoltà di agraria), seguito dalle nuove misure descrittive.

Degree Point Centrality Api Pescia (5; 27.78) (Locale) CircVelPietra (4; 22.22) acROS (3; 16.67) Armunia (3; 16.67) Mean Degree (1.79; 9.94) Betweenness Point Centrality – ApiPescia (19; 12.42) “Brokerage” CircVelPietra (12; 7.84) UISP (8; 5.23) Mean Btw (3.37; 2.20) Closeness Point Centrality ApiPescia (8.91) (nClos) (Globale) * Gli altri nodi hanno una nClos molto simile cosicché non si vengono ad evidenziare posizioni significative. Dunque si riporta solo il nodo con nClos più alta. Mean nClos (7.88) Clique Coesione in sotto- 1: acROS LETT Armunia gruppi

Density Coesione del grafo 10% (0

Network Dominanza di un 19.93% Centralization nodo

57 Cut-points Rimozione del cut- CircoVelPietra; Uisp; ApiPescia point provoca divisione network

La mappa della Rete-Rosignano

La rete complessiva delle relazioni di rete a Rosignano è descritta dal grafo seguente.

Le misure descrittive sono:

Degree Point Centrality (Locale) Toscana Impianti (9; 27.27) Solvay (8; 24.24) acROS (8; 24.24) UNIPI (7; 21.21) Mean degree (3.12; 9.44) Betweenness Point Centrality – UNIPI (97.55; 18.47) “Brokerage” Solvay (77.19; 14.62) Toscana Impianti (65.36; 12.38) Mean BTW (16.12; 3.05)

58 Closeness (nClos) Point Centrality (Globale) UNIPI (10.34) Solvay (10.28) ISIS Mattei (10.28) acROS (10.21) Mean nClos (8.47) Clique Coesione in sotto-gruppi 1 : Solvay Ineos Toscana Impianti 2: Solvay Toscana Impianti Rosen 3: Solvay Toscana Impianti Off2000 4: Solvay Toscana Impianti Rosenelectra 5: acROS UNIPI Armunia 6: acROS UNIPI Polo Magona ISIS Mattei 7: acROS UNIPI LabEcoBioMar 8: acROS Polo Magona ISIS FondITS 9: ISIS Toscana Impianti Fond ITS Density Coesione del grafo (0

Network Dominanza di un nodo 18.94% Centralization

Ricordiamo ancora una volta la natura mista delle relazioni considerate (per esempio, tra Polo Magona e acROS c’è un legame esclusivamente formale, mentre tra ISIS e Polo c’è legame ‘progettuale’).

Prendiamo ora in considerazione la rete analizzata nel Rapporto su Rosignano del 2003 (vedi grafo seguente). Dall’analisi del 2003, emergeva che: • Vi era una rete mediamente connessa in cui nessun attore è isolato; • Un ruolo centrale come “polo catalizzatore” era svolto dal Comune di Rosignano; • Tuttavia – si rilevava - l’attitudine a ‘fare sistema’ non era ancora sufficientemente diffusa e consolidata. La rete aveva bisogno di un rafforzamento.

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L’analisi non è sovrapponibile con quella effettuata da noi nel 2011. anche se la dimensione degli attori è simile (35 attori nel 2003, 34 nel 2011). Nel 2011 abbiamo cercato infatti di distinguere ed analizzare separatamente relazioni progettuali (partenariato ‘innovativo’), di mercato e formali. Inoltre si è posta attenzione agli attori privati. Tuttavia dalla comparazione alcune valutazioni possono essere svolte: • La rete è scarsamente connessa (densità 9.62%) e un attore è isolato, il Porto; • Con il prevalere delle relazioni di mercato i nodi più centrali sono Solvay e Toscana Impianti, ma le collaborazioni per la ricerca rendono centrali localmente anche acROS e UNIPI; • Il Comune ha una centralità locale e globale relativamente elevata e, ad esclusione delle clique di mercato, il Comune è presente in 3 clique (cultura, ricerca, industria/innovazione) – queste clique vanno lette come sotto-gruppi relazionati ma non necessariamente su base progettuale – sono quindi interpretabili come clique di collaborazione attuale o potenziale; • Non c’è un vero e proprio “polo catalizzatore” come viene confermato dalla network centralization che è piuttosto bassa (18.94%). Questo è stato confermato dagli intervistati che spesso hanno sottolineato una mancanza di leadership sul territorio; • Si evidenzia il ruolo di UNIPI che in tutte le sotto-matrici copre una posizione centrale. L’Università, dunque, sembra essere un partner importante ma è evidente la necessità di consolidare le relazioni. Le collaborazioni sono piuttosto frammentarie e riguardano progetti limitati (nelle dimensioni e nel tempo). Si ricorda inoltre che un’analisi più approfondita, che considera l’Università non come entità unitaria, ma la rappresenta in base alle singole facoltà/dipartimenti, fa emergere un ruolo frammentario di UNIPI e non radicato sul territorio; • Si evidenzia infine l’isolamento della componente sport e nautica.

60 L’impressione è che oggi la rete sia ancora più frammentata che in passato (al di là dei limiti tecnici del confronto 2003-2011, comunque da considerare). Tre ipotesi interpretative possono essere avanzate: • ipotesi 1: Oggi c’è una visione più critica che in passato e questo ha portato gli intervistati a considerare le relazioni e le collaborazioni attive non sufficienti per lo sviluppo. Può essere una questione di percezione del ‘sistema’ peggiorata col tempo, il che costituisce comunque un segnale importante da non trascurare; • ipotesi 2: Vi è stata un’effettiva riduzione nel tempo delle progettualità condivise e della capacità di collaborazione, considerato che gli intervistati tendono a rammentare progetti/relazioni presenti o nell’immediato passato; • ipotesi 3: Vi è stato un mutamento della compagine socio-economica territoriale: è vero che sono reti diverse (attori intervistati parzialmente diversi). Però è vero che partendo da un nucleo iniziale composto dagli stessi attori si è giunti a reti diverse per snowballing. Sono cambiati, dunque, gli attori “dello sviluppo” e si sono persi attori con capacità ‘aggregante’?

61 L’analisi SWOT

L’analisi SWOT costituisce anche in ambito territoriale una modalità, efficace sia dal punto di vista analitico che da quello comunicativo, per valutare i punti di forza (Strengths), debolezza (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) della situazione in cui si è chiamati ad assumere una decisione di rilevanza strategica. Nel nostro caso l’analisi è stata articolata su più dimensioni, che sono riportate nella tabella seguente:

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Contesto locale, regionale, globale

Punti di Forza Punti di Debolezza

Turismo: nel 2010 la Toscana ha dimostrato Trend globali IDE: il numero di progetti è capacità di resistere alla crisi con una diminuito così come il capitale investito . Una diminuzione degli arrivi del 3.9% inferiore contrazione significativa ha interessato i rispetto alla media nazionale (Irpet 2010); in progetti per insediamenti produttivi (-30%, Provincia di Livorno sia nel 2009 che 2010 2008-9) specialmente nei settori industriali arrivi e presenze sono aumentate tradizionali della chimica, food, macchinari, (Osservatorio Turismo Provincia di Livorno). automotive (OCO Global 2010) La Regione Toscana ha promosso il portale del turismo e la campagna Voglio Vivere Così per offrire opportunità di visibilità e comunicazione ai territori regionali.

Opportunità Minacce

A livello provinciale:Individuati due temi: Turismo: flussi turistici globali in economia del mare e Green Economy. contrazione dal 2008 (WTO 2009; Potenziare le filiere esportatrici attraverso Federalberghi 2009). Mutamento macro- attività labour-intensive, puntando a tendenze e cambiamento delle preferenze del incrementare la competitività nei settori di turista. vocazione territoriale attraverso servizi più A livello regionale: Rischio che le imprese qualificati e/o meno costosi(Irpet 2010). più competitive abbandonino il territorio a Trend globali IDE: si prevede che il causa di difficoltà temporanee causate dalla mercato degli investimenti greenfield crisi congiunturale (Irpet 2010) ripartirà nel 2011 (OCO Global 2010). Per Trend globali IDE: crescente competizione l’Europa si prevede un tasso di crescita del anche in relazione alla crescente 6.8% nel 2011 e 2012. specializzazione mostrata dai territori per Programmazione regionale: obiettivi di affrontare il contesto economico attuale (OCO rilancio del manifatturiero anche attraverso Global 2010) l’attrazione di FDI in aree industriali; sostegno della green economy (PRS 2011- 2015, documento preliminare); diversificazione energetica (PIER 2008); distretto energetico della Toscana in Provincia di Livorno

63 Tessuto Economico

Punti di Forza

Industria & Artigianato: 1. Alcune PMI sempre più autonome dalla Solvay, diversificando e rivolgendosi a un mercato regionale e extra-regionale – 4 imprese locali sono considerate HT dall’Osservatorio SSSUP (2005) – presenza di un ‘cluster’ locale di imprese di servizi per la grande industria (PTC 2009) 2. Competenze radicate e distintive (know how di filiera) nel settore manutenzioni e impiantistica industriale. In alcuni casi si tratta di servizi di ingegneria e sviluppo soluzioni ad hoc con incremento del contenuto innovativo e valore aggiunto 3. Impianti di Scapigliato: filiera completa dei rifiuti ad eccezione del riciclo – per dimensione la discarica più rilevante in Toscana per lo smaltimento rifiuti speciali 4. il Parco Industriale: utilities, infrastrutture e servizi erogati da Solvay (es. sicurezza) 5. Nautica: eccellenze tra cantieri nautici tra cui si distinguono cantieri di nautica sportiva 6. Green economy: in Prov LI presenza di un significativo polo energetico e di imprese spesso di piccole dimensioni specializzate nel trattamento e recupero materiali (Irpet 2010); vantaggio di localizzazione per comparto del riciclaggio Agricoltura: recente DOC Terratico Ricerca & Formazione: 1. Scuola di Formazione Professionale (Alberghiero; E.Solvay; ITI Mattei) con incremento del 2.3% annuale degli iscritti (PTC 2009) - riconoscimento regionale come Istituto Tecnico Superiore con specializzazione in meccanica per la manutenzione industriale (2 in tutta la Toscana) 2. Presenza di multinazionale con laboratorio di ricerca e impianto pilota con alto contenuto di innovazione incrementale nella produzione di polietilene 3. Lab Eco e Bio Marina (UNIPI) Turismo: prezzi più competitivi delle strutture agrituristiche rispetto alla media Toscana (Balestrieri 2005); dal 2001 al 2010 crescita degli arrivi nella Costa degli Etruschi; a Rosignano aumentano le presenze (+4.6% e +29% dal 2005 al 2010)

64 Punti di Debolezza

La più bassa percentuale di dichiaranti IRPEF (57.1%) in Prov LI che suggerisce un debole coinvolgimento nel mercato del lavoro – la Costa Toscana ha il più alto tasso di disoccupazione della Regione (Irpet 2007). Val di Cecina: produttività, tasso di occupazione, PIL pro-capite inferiori alla Costa, alla media regionale e anche alle aree circostanti (SEL area Livornese e Val di Cornia) (Irpet 2007). Nei SLL della costa il tasso di occupazione appare particolarmente basso, spesso inferiore alla media nazionale – occupazione è il problema principale dell’area (Irpet 2010). Industria & Artigianato: 1. Con alcune eccezioni, cultura imprenditoriale debole che non ha perseguito un rinnovamento adagiandosi sulla grande industria spesso ‘assistenzialista’ 2. Impianto di Scapigliato: fermo l’impianto di compostaggio; debole visione strategica 3. Nautica: il porto non è integrato con le attività economiche locali 4. Scarso contenuto innovazione e conoscenza nei processi della grande industria 5. Parco industriale ad alta domanda di energia Agricoltura: mentre nel comparto si registra una crescita, a Rosignano c’è una contrazione (PTC 2009); riduzione zootecnica e ortofrutta; estrema frammentazione del fondo agrario; problemi disponibilità di acqua Ricerca & Formazione: Assenza di Università e Istituti di ricerca che ha portato ad una mancanza di tradizione e radicamento della ricerca; se considerato come asset territoriale, il Polo Magona è orientato alla ricerca nel settore della chimica e chimica dei materiali Commercio: flussi in uscita da Rosignano per la funzione commerciale in cui è particolarmente debole – flussi verso l’area livornese (PTC 2009) Turismo: 1. prevalenza di turismo balneare caratterizzato da fenomeni di congestione del sistema viario e di quello dei servizi di alloggio e ristorazione (Balestrieri 2005) 2. Mancanza di una cultura imprenditoriale, di servizi turistici professionali e opportunità ricreative, oltre alle chiusure invernali che non colgono l’occasione del turismo legato al business. 3. A Rosignano si riducono gli arrivi tra il 2005 e il 2010 (-4.8%)

65 Opportunità Industria & Artigianato: 1. PMI con competenze da riversare nel campo delle energie rinnovabili 2. Aziende locali si stanno interessando alle rinnovabili e in particolare al settore biomasse solide 3. Distretto energetico in Provincia di Livorno – progetti fotovoltaico e biomasse 4. in Provincia di Livorno esistono imprese nei settori dell’impiantistica e del trattamento dei rifiuti che probabilmente ruotano intorno ai poli industriali e che potrebbero acquisire in futuro anche una propria autonomia in vista di uno sviluppo della green economy (Irpet 2010) Agricoltura: sviluppo di progettualità nel settore vinicolo e nicchie di agricoltura di qualità Turismo: opportunità di svolta da turismo balneare di massa a turismo ‘integrato’ di qualità (riduzione arrivi e incremento presenze) (Dati Osservatorio Turismo Provincia di Livorno). Disponibilità di un flusso di turisti di passaggio (es. croceristi) da intercettare (Irpet 2010)

Minacce Industria & Artigianto: 1. Incentivi gas nel Parco Industriale termineranno entro il 2016 2. Scapigliato: esaurimento aree nel lungo periodo – debole sostenibilità nel mantenere solo la funzione di smaltimento; discontinuità per possibile liquidazione di REA 3. Nautica: migrazione cantieri verso Cecina Turismo: tendenza ad una riduzione dell’attrattività della destinazione balneare

66 Risorse Culturali e Qualità della Vita

Punti di Forza Punti di Debolezza

Varietà delle risorse culturali (4 musei; Mancanza di una messa a sistema delle risorse 2 biblioteche; 1 teatro e 1 culturali tensostruttura; beni archeologici come Limitata fruizione da parte della comunità locale la necropoli di Pian dei Lupi e gli scavi di delle attività di Armunia – scarsa integrazione tra Loc. Poggetto) Armunia (Castello Pasquini) e la comunità locale; Festival Costa degli Etruschi di prestigio si registra comunque un crescente avvicinamento internazionale e progetti culturali di Difficoltà nell’organizzazione di eventi sportivi per Armunia la mancanza di strutture ricettive di dimensioni Manifestazioni sportive nazionali e adeguate internazionali (eccellenze nella vela, Mancanza di offerta ricreativa ginnastica, ciclismo) Commercio: mancanza di un tessuto commerciale Risorse naturali: Parco dei Monti adeguato Livornesi; sito anpil “Valle del Torrente di Chioma” Progettualità di livello nazionale per l’educazione all’infanzia in cui il Comune si è costruito una reputazione Commercio: accessibilità a poli commerciali di Cecina e Livorno

Opportunità Minacce

Opportunità di ulteriore valorizzazione nel Involuzione localistica settore culturale Rosignano potrebbe essere una buona “candidata” provinciale per ospitare una ‘cittadella dello sport’ di livello internazionale Convegnistica incentrata sul tema dell’educazione infantile

67 Immagine

Punti di Forza Punti di Debolezza

Nel settore industriale, c’è la L’immagine industriale percepita dall’esterno è così percezione dall’esterno di una debole che quasi non si considera più Rosignano tra i Solvay Valley e si riconoscono le principali poli industriali (si veda descrizione della competenze specializzate nelle provincia nel PTC 2009) manutenzioni Percezione interna negativa, parziale e stereotipata ITI Mattei ha una buona visibilità e dell’industria – ‘anti-industrialismo’ che interpreta reputazione sul territorio Solvay come alibi per il mancato sviluppo di altri settori. Si accentua una forte contrapposizione tra industria e turismo. Debole visibilità e immagine delle Morelline come ‘sistema’ e delle singole PMI messe in ombra dalla grande industria Perdita di visibilità come polo industriale Mancanza di visibilità per le multinazionali all’interno del Parco Industriale oltre la Solvay Eccellenze nel settore sportivo non visibili internamente e dall’esterno non relazionate a Rosignano

Opportunità Minacce

Dare un’identità urbana e migliorare Indebolimento immagine industriale può portare a l’immagine interna della città una possibile perdita di rilevanza come attraverso il progetto H5 del “nuovo interlocutore ‘industriale’ di fronte a attori rilevanti, centro di Rosignano” anche rispetto a Piombino e Livorno Rinvigorire e innovare l’immagine della chimica a Rosignano facendo leva su nuove realtà emergenti es. spin-off UNIPI

68 Spazi e Infrastrutture

Punti di Forza

Disponibilità di spazi a destinazione industriale in un Provincia ‘satura’ Posizione favorevole come potenziale nodo infrastrutturale di trasporto e intermodalità (ferrovia, trasporti marittimi, autostrada in costruzione e possibilità di collegamenti stradali per migliorare l’accessibilità all’interporto di Livorno)

Punti di Debolezza

Alto costo superfici industriali in Provincia di Livorno, alto costo del suolo per residenze e attività turistiche (Irpet 2010). Costo delle bonifiche del Parco Industriale - aree disponibili solo dopo bonifica. Parco Industriale: scarso interesse di Solvay nell’attirare investitori nel parco. Morelline: difficoltà di trovare spazi adeguati alle esigenze emerse; mancanza di strutture e servizi (es. mensa); carenti opere di urbanizzazione e segnaletica. Debole integrazione mobilità urbana/extra-urbana e debole mobilità delle persone. Logistica complessa per il settore industriale locale. Spazi urbani: mancanza di un centro urbano e spaccatura data dalla ferrovia. Debole ‘nodo urbano’ nella Toscana ‘città policentrica’. Porto: non ha spazi per officine ; difficile accesso al porto; spostamento verso l’interno anti- economico. Area a Sud di Livorno: fenomeni di pressione insediativa, degrado lungo i margini urbani, proliferazione di strutture turistiche non alberghiere (Irpet 2009, 2010)

Opportunità

Tursimo : ricco mercato delle seconde case che possono favorire l’offerta ricettiva se messe a sistema Progetto H5 e il nuovo centro urbano per un profilo urbano più definito e riconoscibile Porto: integrazione con Porto di Cecina per qualificare l’offerta turismo/nautica - rafforzamento turismo nautico creando rete tra porti (Irpet 2010) Aree industriali: contaminazione da usi precedenti – “un banco di prova, una sorta di commessa precompetitiva per il decollo di un cluster di imprese operanti nel settore ambientale” (Irpet 2010)

Minacce

Ambiente: 1. rischio idraulico a Vada minaccia sviluppo urbanistico 2. questione idrica – quantità e salinizzazione - rilevante anche per mantenere un rapporto sostenibile tra Solvay e il territorio (Cheli e Luzzati 2010) 3. Bonifiche parco: tempi molto lunghi e possibile paralisi per molti anni (Irpet 2010)

69 Tessuto sociale e Capitale Sociale

Punti di Forza

Tessuto sociale: 1. Popolazione residente in crescita (6.6%, 2001-2009) 2. Crescita della popolazione per l’apporto dell’immigrazione (Comune Rosignano 2008): una comunità sempre più multietnica Capitale Sociale: 1. forte presenza dell’associazionismo tra cui quello sportivo (60 associazioni) 2. Progetto di partecipazione locale Viva Rosignano ha coinvolto la comunità che si è dimostrata attiva e disponibile al confronto 3. Grande attenzione da parte della comunità locale alla questione ambientale

Punti di Debolezza

Tessuto sociale: 1. Immigrazione solo da Paesi in via di sviluppo. Dal 1998 ad oggi è cambiata la tipologia di immigrazione: fino al 1998 immigrati da Africa e Occidente, mentre dal 1998 in poi i paesi di provenienza sono l’Africa e i Paesi dell’Est Europa (Comune di Rosignano 2008) 2. Nel 2010 sale la percentuale di emigrati sulla popolazione residente al 2.5%. Oltre il 95% si sposta in altri comuni toscani, il resto all’estero verso Paesi occidentali (es. USA, Svizzera) (Comune di Rosignano 2008) 3. Invecchiamento della popolazione (età media 46.4), in linea con trend provinciale (si vedano indici di vecchiaia, dipendenza, ricambio lavorativo in Irpet 2010) 4. Fenomeni di brain drain e impoverimento dal punto di vista della conoscenza e creatività; attrazione di risorse umane non qualificate 5. Debole credibilità degli attori pubblici a più livelli per lentezza burocratica e decisionale; nonché atteggiamento passivo per marketing territoriale 6. Dialogo tra autorità pubblica e grande industria affievolito nel tempo – percezione di atteggiamento difensivo da parte delle autorità pubbliche 7. Nautica: diffusa l’opinione che l’autorità comunale non crede nella nautica e che si è chiusa una finestra di opportunità importante 8. Esperienze partecipative (Agenda21 e Bacino Pilota nel 2003-2005) hanno fallito – associazioni e privati cittadini hanno avvertito una mancanza di voglia delle istituzione di accettare le loro opinioni (Cheli e Luzzati 2010) 9. Cultura di isolamento e separazione rispetto al resto della Bassa Val di Cecina 10. scarsa propensione alla collaborazione e networking tra imprese e tra pubblico e privato; scarsa capacità di trovare temi ‘aggreganti’ e condividere obiettivi di lungo periodo

70 Opportunità Minacce

Analisi delle reti: potenziali leader capaci di La crisi economica e l’acuirsi della favorire l’aggregazione di attori competizione sembra indebolire la già precaria collaborazione tra le imprese locali

71 Progettualità

Punti di Forza Punti di Debolezza

Alcuni progetti hanno usufruito dei Progetti per lo più di breve periodo e che finanziamenti europei e colto l’opportunità riguardano singole frazioni di bandi regionali Sporadiche collaborazioni con il Polo Magona Progetti soprattutto in tema sociale Progetti rimasti allo stadio embrionale di Progetti per promuovere la divulgazione “idee” scientifica Progetti senza visione strategica, mancanti di Progetti con scuole locali prospettive future ISIS come agenzia formativa Molti progetti non realizzati o bloccati per Contatti e collaborazioni con UNIPI varie ragioni: mancanza di fondi, motivi Ruolo di Confindustria per alcune aziende politici, organizzativi, vincoli legali e eccellenti delle Morelline amministrativi, mal o non comunicati Progetti che mirano a più offerte quali la formazione, lo sviluppo del turismo, lo sport, la divulgazione della cultura, con possibili ricadute economiche

Opportunità Minacce

Migliore integrazione con le altre Crisi di sfiducia aree della provincia di Livorno Integrazione con la Val di Cecina, con un’area interprovinciale

72 Complessità e trasversalità delle strategie e delle azioni: primi elementi di valutazione

Questa ricerca ha proposto all’attenzione tre linee strategiche: • Strategia 1 - Oltre l’industria • Strategia 2 - Rilancio industriale • Strategia 3 – Smart Specialization Mentre la descrizione delle strategie riporta le azioni che si ritengono essenziali per la realizzazione degli obiettivi strategici (corredate da strategicità, urgenza e fattibilità), questa matrice connota le strategie in base a tutte le possibili azioni che potrebbero contribuire al loro successo. Mettendo in relazione tutte le azioni definite e le strategie individuate si sottolinea la trasversalità delle azioni e la complessità delle strategie. La trasversalità sottolinea il possibile contributo di ciascuna azioni alle varie strategie, mentre la complessità focalizza l'attenzione sulla molteplicità di aspetti che hanno rilievo nel determinare l'efficacia di una singola strategia.

Strategia Strategia Strategia Trasversalità 1 2 3 dell'Azione Azione 1.1 - Formazione turistica BASSA Azione 1.2 - Mobilità (qualità vita) ALTA Azione 1.3 - Integrazione offerta BASSA Azione 1.4 - Branding turistico BASSA Azione 1.5 e 3.7 - Bonifiche MEDIA Azione 1.6 - Upgrade offerta culturale BASSA Azione 2.1 - Attrazione investimenti MEDIA Azione 2.2 - Bonifiche MEDIA Azione 2.3 e 3.6 - Qualità della vita ALTA Azione 3.1 - Centro ricerche BASSA Azione 3.2 - Agenzia sviluppo BASSA Azione 3.3 - Attrazione investimenti MEDIA Azione 3.4 - Branding BASSA Azione 3.5 - Museo della Chimica MEDIA Complessità della strategia "++" "+" "+++"

Se ne deduce che: • la Strategia 3 è la più complessa • anche la Strategia 1 presenta un notevole grado di complessità • significativa è la trasversalità di azioni volte a migliorare la qualità della vita come elemento fondamentale di attrattività del territorio: questa tipologia di azioni mira a migliorare offerta commerciale, mobilità, attività per il tempo libero ecc., e cioè tutte

73 quelle funzioni che possono influenzare la scelta abitativa di soggetti con un livello di istruzione medio-alto, principalmente attivi nei settori avanzati dell'economia della conoscenza (ad esempio servizi, ricerca, tecnologie, ICT). Le azioni rientranti nella tematica della qualità della vita sono trasversali poiché non solo sono fondamentali per attrarre il target turistico ma anche per venire incontro alle scelte sempre più sofisticate e articolate dei residenti attuali e potenziali dell'area • benché con declinazioni diverse, si sottolinea l'importanza del branding e del marketing territoriale: questo suggerisce l'adozione di una strategia di marketing a prescindere dalla strategia di sviluppo perseguita, imponendo così la necessità di riflettere su politiche di umbrella branding che possano beneficiare le strategie presentate. Questo però non deve far sottovalutare l'opportunità e il bisogno di intraprendere azioni mirate e ben congegnate in base agli obiettivi strategici definiti. Lo schema seguente riporta le possibili sinergie tra le azioni appartenenti alle 3 strategie proposte. Emerge che: a) la Strategia 3 è caratterizzata da forti sinergie tra le azioni proposte. Questo implica la necessità di mantenere la strategia complessa senza rinunciare a nessuna delle azioni al fine di sviluppare le sinergie evidenziate e quindi rendere efficace la strategia nel suo complesso. Contrariamente la mancata realizzazione di una di queste azioni potrebbe compromettere il successo della strategia prescelta; b) la Strategia 1 vede invece una minore integrazione tra le azioni e quindi una minore possibilità di sviluppare sinergie. Questo implica la possibilità di frammentare la strategia e intraprendere le azioni singolarmente, anche in modo dilazionato nel tempo. Resta però l’importanza di attivare le azioni 1.6 e 1.3 poiché maggiormente integrate e capaci di produrre effetti sinergici in favore delle altre azioni e della riuscita complessiva della strategia; c) la Strategia 2 è caratterizzata da un numero inferiore di azioni in cui però le azioni 2.1 e 2.2 vanno necessariamente di pari passo.

In conclusione, dal quadro relativo alle sinergie delle azioni attraverso le strategie si estrapolano tre casi che in termini di relazioni sinergiche emergono come i più significativi: 1.6 - Upgrade dell’offerta culturale 2.3/3.6 - Qualità della vita

74 3.5 - Museo della Chimica Le elaborazioni suggeriscono l’importanza di queste azioni nell’attivare il potenziale di sviluppo a cui le tre strategie puntano. Per questo motivo, si suggerisce di considerare una loro realizzazione a prescindere dalla strategia prescelta. Azione 1.6 – l’upgrade culturale determina un’offerta di attività per il tempo libero ed il divertimento che non richiama solo l’attenzione del turista o di chi per interesse culturale visita l’area per seguire un evento (Strategia 1), ma si ritiene un elemento di attrattività e di miglioramento della qualità della vita locale che è particolarmente rilevante nell’attrazione di lavoratori e imprese (Strategia 2) e particolarmente rilevante per i lavoratori dell’economia della conoscenza (Strategia 3). Azione 2.3/3.6 – L’importanza di questa azione è legata alle argomentazioni sopra riportate per l’azione 1.6. In questa azione va sottolineata l’importanza anche di altri elementi oltre alla cultura, e cioè l’offerta commerciale, qualità ambientale, offerta sportiva, trasporti. Azione 3.5 – Si sottolineano le opportunità legate al Museo della Chimica la cui realizzazione beneficerebbe non solo l’immagine della chimica a Rosignano che sarebbe rinnovata e riabilitata, ma fornirebbe anche un’attrazione unica (si sottolinea come l’unicità sia caratteristica irrinunciabile del progetto) da aggiungersi all’offerta turistica. Vi è spazio per incrementare flussi turistici con nicchie di turisti culturali interessati al campo delle scienze e della chimica, nonché con flussi legati al turismo congressuale che possono vedere nelle scienze, tecnologia e chimica un punto di partenza (si consideri la potenziale destagionalizzazione legata a queste tipologie di turismo).

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