FIRME e TIMBRI

COMMITTENTE: COMUNE DI Passignano sul Trasimeno

INTERVENTO: Rapporto Preliminare di VAS PRG Parte Operativa ex art. 22 LR 1/2015 Stralcio

LOCALITA’: Passignano sul Trasimeno

TECNICI: ARCH. BRUNO MARIO BROCCOLO ARCH. MARIA ROSARIA VITIELLO ING. I. MATTEO BUGIANTELLA

Piazza Mazzini 32 | 06083 (PG) www.osastudio.it | [email protected]

* I documenti che compongono questo fascicolo, anche se non firmati o siglati su ogni singolo foglio, si intendono accettati e convalidati dal committente e dai tecnici che hanno apposto la loro firma nella sezione “TIMBRI e FIRME” Comune di Passignano - Rapporto Preliminare di VAS ID:402

Sommario

Premessa

PARTE I - Lo stato dell'ambiente La Rete Natura 2000 Biodiversità, flora, fauna La Flora La Fauna La Rete Ecologica Regionale Umbra (RERU) Popolazione Economia Turismo Suolo e aspetti geologici Acqua Acustica e campi elettromagnetici Rifiuti Energia Aria Patrimonio culturale Paesaggio

PARTE II – Il P.R.G Gli obiettivi del PRG Parte Operativa Stralcio 1. Descrizione del Piano 1.1 Rapporti tra il Piano, eventuali progetti o altre attività 1.2 Rapporti tra il Piano ed altri strumenti 1.3 Problemi ambientali esistenti 2. Possibili effetti dell'attuazione del Piano 2.1 Rischi per la salute umana o per l'ambiente 2.2 Entità ed estensione nello spazio degli effetti 2.3 Valore e vulnerabilità dell'area

PARTE III – La Valutazione Valutazione qualitativa delle alternative ed indicazione dei criteri Valutazione d'Incidenza e Rapporto Ambientale

Conclusioni

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L’art. 7 co. 1 lett. l) citato, della stessa legge, recita invece riguardo alle “attività di servizi”: “[….] si intendono quelle a carattere socio-sanitarie, direzionale, pubbliche o private atte a supportare i processi insediativi e Premessa produttivi, comprese le attività commerciali, di somministrazione di cibi e bevande, turistico-produttive, ricreative, sportive e culturali;” Il Comune di Passignano è ancora dotato di un PRG vigente, approvato con ultime modifiche nel 2002, che d’ora in poi chiameremo “PRG 2002”. Quest’ultimo è stato approvato ai sensi della L. 1150/1942 e non è Il senso delle due disposizioni è chiaro: consentire attività di servizi, le più varie, nei canonici insediamenti dunque articolato sui due livelli (Strutturale e Operativo), oggi previsti da molte leggi regionali, compresa la produttivi, superando con ciò un certo monofunzionalismo dello zoning urbanistico, che ormai ha evidenziato legge regionale umbra 1/2015. tutti i propri limiti, disciplinari prima e operativi poi. Il Comune ha poi approvato nel settembre 2016 il PRG Parte Strutturale ai sensi della LR 1/2015, che Di fatto e di diritto si potrebbe dire che la disposizione normativa della LR 1/2015 è già efficace, e quindi oggi chiameremo d’ora in poi “PRG 2016”. qualunque privato potrebbe chiedere queste possibilità dei servizi nelle aree produttive. Piuttosto che lasciare L’amministrazione si trova ora in una sorta di regime di salvaguardia, poiché sono contemporaneamente vigenti agli uffici la verifica ordinaria delle ricadute di una norma così incisiva, l'Amministrazione ha preferito due strumenti generali, di cui uno articolato su due livelli. inquadrarla in uno strumento urbanistico, in modo da darne una versione sistematica. Detto ciò, l’Amministrazione ha chiesto ai tecnici incaricati di predisporre uno strumento urbanistico snello e Questo atto si incarica quindi di introdurre nel PRG 2002 di Passignano queste novità legislative e di modularne agevole per rispondere celermente a uno stato generale di crisi economica, diffusa in modo evidente nel settore la ricaduta sulla situazione di fatto e di diritto esistente. Si tratta, come ormai si va delineando, della redazione produttivo del territorio passignanese. La stessa amministrazione ha infatti ricevuto in questi ultimi anni delle del PRG Parte Operativa, seppure limitato alle sole aree produttive e per servizi. Le nuove aree prendono richieste informali di ascolto e di aiuto da parte del tessuto produttivo locale. Proprio al fine di “intercettare dal l’etichetta IPSEN (Insediamenti Produttivi e per Servizi Esistenti e di Nuova previsione), in conformità all’art. 96 basso” le esigenze delle imprese private, il Comune ha infatti convocato un’assemblea pubblica il 23/06/2016 del RR 2/2015, che disciplina l'articolazione del PRG Operativo. Non tutte le zone D, nelle loro varie nella Sala Consiliare, preannunciando l’intenzione di procedere a una qualche forma di sostegno attraverso una articolazioni, riescono a essere ricondotte a unità. Vi sono infatti delle eccezioni che bisogna trattare con la variante urbanistica o altro strumento ancora da individuare. L’assemblea è stata piuttosto partecipata e le redazione del PRG Operativo. Ci riferiamo per esempio alla zona DRS (ex SAI), a cui deve essere fornita una modifiche prospettate (ampliamento degli usi possibili, verifica della riduzione della tassa sui rifiuti, maggiore disciplina particolare, traguardando sia il PRG Strutturale approvato che il Piano Attuativo vigente. Costituiscono sicurezza dell'area), hanno raccolto il plauso dei partecipanti. ancora altre particolarità sia le zone DE, di cui occorre verificare la possibilità di incardinamento nell’art. 96 del E’ parso chiaro, allora, che tecnicamente le risposte che potevano darsi erano riconducibili a tre opzioni. RR 2/2015 o il loro afferimento allo Spazio Rurale. E così ancora per le Zone DT, per le quali occorre affinare la La prima prevedeva la redazione della Parte Operativa del PRG, nella sua forma completa, e quindi normativa di conservazione e di trasformazione. comprensiva di tutto il territorio, con i suoi centri storici, i suoi beni puntuali, il pregio ambientale, ecc. Per le Zone DA del PRG 2002, che sono dotate di piano attuativo vigente, è parso opportuno mantenere norme La seconda lasciava l’iniziativa alle singole imprese di muoversi attraverso un procedimento cosiddetto SUAP, e disegno del piano attuativo ancora efficace e quindi formulare solo una norma di rinvio. anche in variante al PRG. Le Zone FM e FM1 sono state raggruppate entrambe sotto la stessa etichetta IPSEN, stante la loro similarità e La terza prevedeva la redazione di una sorta di studio tematico, in sostituzione al PRG 2002, conforme al PRG stante la vicinanza della Zona FM1 alle destinazioni d’uso ulteriori previste dall’art. 95 co. 6 della LR 1/2015. 2016, e dunque anticipatorio di quello che sarà il PRG Operativo. Abbiamo quindi redatto una piccola tabella di correlazione, che consente di collegare le zone del PRG 2002 alle La prima opzione comportava tempi di redazione piuttosto lunghi: tra redazione vera e propria, adozione, nuove denominazioni, e ciò anche ai fini delle norme di salvaguardia. pubblicità, procedimento di VAS, osservazioni e controdeduzioni, approvazione, il percorso amministrativo non poteva concludersi prima di un anno. Il presente Rapporto Preliminare si basa in buona parte nelle conoscenze prodotte nel Rapporto Ambientale di La seconda opzione è stata valutata poco o affatto soddisfacente dall’amministrazione, la quale era impegnata VAS del PRG Parte Strutturale approvato nel settembre 2016. proprio in quel periodo con la difficile gestione di un procedimento simile. Tra l’altro il procedimento ex DPR 160/2010 pone subito in capo all’impresa una serie di costi (almeno i costi della progettazione esecutiva), che si scontrano con il rischio che il progetto d’impresa possa uscire dalle conferenze di servizi necessarie con delle modifiche o con delle pesanti limitazioni. Infine, anche in questo caso, il tempo necessario per la redazione del progetto e per l’approvazione dello stesso è commisurabile a quello di una variante urbanistica semplificata. La terza opzione è parsa dunque quella più percorribile: rispondeva alla generalità degli imprenditori locali e astrattamente anche a quella di potenziali imprenditori alloctoni, consentiva dei tempi di redazione e approvazione abbreviati, non caricava di costi eccessivi e rischiosi le imprese.

Il procedimento intrapreso è volto dunque a consentire ai titolari delle attività esistenti (in atto e in potenza), un ampliamento delle destinazioni d’uso ammissibili, idoneo dunque a garantire una più ampia tutela degli interessi economici del territorio tutto. Esso si basa su una lettura “piana” della LR 1/2015, che indica già questa possibilità ampliativa e su una necessità sistematica di ordinato assetto del territorio. La legge appena citata ha infatti non solo delineato la nuova struttura dei PRG, ma ha anche emanato disposizioni che possono avere ripercussioni significative anche sugli strumenti di pianificazione comunali vigenti. Una di queste (Art. 95, co. 6), è quella che riguarda gli usi ammissibili nelle aree produttive e che qui si riporta: “Negli insediamenti produttivi esistenti o di nuova previsione definiti dagli strumenti urbanistici generali comunali, sono consentite tutte le destinazioni d’uso per attività di tipo produttivo, nonché per attività per servizi di cui all’articolo 7, comma 1, lettera l), nel rispetto delle norme in materia di igiene e sanità, di sicurezza e di tutela del patrimonio storico, culturale e ambientale e delle condizioni per l’accessibilità viaria.”

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alcune porzioni di territorio circostante. Con Delibera di Giunta della Comunità Montana Associazione dei comuni del Trasimeno - Medio Tevere n. 339 del 6/12/2011 e Delibera del Consiglio del medesimo Ente n. 8 del 6/12/2012 è stato pre-adottato il Piano del PARTE I - Lo stato dell’ambiente Parco Regionale del Lago Trasimeno. Con l’art. 7 del Regolamento di tale piano, si prevede una suddivisione del territorio in zone in base al diverso La Rete Natura 2000 grado di protezione, in accordo con la L.R. 9/95 (Art. 7.1.a): • Zona A: riserve integrali; Il territorio del comune di Passignano sul Trasimeno è interessato dalla presenza dei seguenti Siti Natura 2000: • Zona B: riserve generali orientate; • Zona C: aree di protezione; 1. SIC IT5210018 Sito di Importanza Comunitaria “Lago Trasimeno” • Zona D: aree di promozione economica e sociale. 2. SIC IT5210016 Sito di Importanza Comunitaria “Boschi del Pischiello e Torre Civitella” 3. SIC IT5210017 Sito di Importanza Comunitaria “Boschi di ” Le zone A e B, in prima applicazione del piano dell’Area naturale protetta, sono state individuate all’interno 4. ZPS IT5210070 Zona di Protezione Speciale “Lago Trasimeno” della Zona 1 - “Ambito interno in cui è prevalente la protezione ambientale”, mentre nella Zona 2 - “Ambito periferico e antropizzato”, sono state individuate le Zone C e D, così come definito in sede di perimetrazione ai sensi dell’Art. 7 della L.R. 9/95 (Art. 20.3).

Dalla cartografia sotto riportata è possibile osservare come nel comune di Passignano sul Trasimeno insistano quattro Sottozone riconducibili alla Zona 2.

Figura 1 – Estratto Aree protette, valorizzazione sistemi naturalistici e paesaggistici, aree sic (viola) e zps (giallo-arancio) - Fonte: Web Gis Regione

Il Lago Trasimeno, ubicato tra le colline umbre nel settore centro-occidentale della regione, con circa 12.000 Figura 2– Estratto della Zonizzazione del Piano del Parco - Fonte: Piano Parco ettari di estensione, rappresenta lo specchio lacustre più vasto dell'Italia peninsulare. La notevole estensione e la modesta profondità ne fanno il più grande lago laminare italiano. La sua importanza come zona umida è riconosciuta dalla comunità scientifica nazionale e internazionale; il Sottozona 2a: riconducibile alla tipologia ‘C - Aree di protezione’ della L.R. 9/95 e s.m.i. Con riferimento al P.S.2 Trasimeno rappresenta infatti un ecosistema ricco di habitat e specie di rilevanza notevole, che hanno consentito (II° Stralcio funzionale per il lago Trasimeno), è funzionalmente analoga alla ‘Zona A - Lo Specchio Lacustre’ di designare l’area come Sito di Interesse Comunitario secondo la Direttiva “Habitat” 92/43 CEE. per quanto riguarda lo specchio lacustre comprensivo del canneto a terra, ed alla ‘Zona B3 - Zona di elevato Il SIC identificato con la sigla IT5210018 è ubicato nei Comuni di , , , pregio naturalistico’ per la restante parte. Passignano sul Trasimeno e , interessando complessivamente un’area di circa 14.200 ettari, interamente collocata nel bacino del Lago Trasimeno. Sottozona 2b: riconducibile alla tipologia ‘C - Aree di protezione’ della L.R. 9/95 e s.m.i. Con riferimento al P.S.2 Da sempre il lago, localizzato in posizione strategica lungo le rotte migratorie di molte specie legate alle zone (II° Stralcio funzionale per il lago Trasimeno), è funzionalmente analoga alla ‘Zona B1 - Zone Agricole di umide, ha rappresentato per l’avifauna acquatica un’importante area di svernamento, sosta e riproduzione e per Riqualificazione Ambientale’. tale motivo il Ministero dell'Ambiente con D.M. 3 aprile 2000, ai sensi della Direttiva “Uccelli” 79/409/CEE ha istituito la Zona di Protezione Speciale (ZPS) “Lago Trasimeno” (IT5210070), estesa 14.537 ettari. Sottozona 2c: riconducibile alla tipologia ‘C - Aree di protezione’ della L.R. 9/95 e s.m.i. Con riferimento al P.S.2 Il Trasimeno si è andato arricchendo negli anni di aree protette fino al raggiungimento, con L.R. 9/95, (II° Stralcio funzionale per il lago Trasimeno), è funzionalmente analoga alla ‘Zona B2 - Usi Misti e dell’istituzione del Parco Regionale, volta a “conservare, difendere e ripristinare il paesaggio e l’ambiente, Frammentati’. assicurare il corretto uso del territorio per scopi ricreativi, culturali, sociali, didattici e scientifici, qualificare e valorizzare le risorse e l’economia locale”. L’area del Parco comprende la totalità dello specchio lacustre e Sottozona 2d: riconducibile alla tipologia ‘D - Aree di promozione economica e sociale’ della L.R. 9/95 e s.m.i.

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Con riferimento al P.S.2 (II° Stralcio funzionale per il lago Trasimeno), è funzionalmente analoga alla ‘Zona F - Relativamente ai Mammiferi sono segnalate 42 specie, di cui 14 di interesse comunitario; tra queste sono Zona degli Insediamenti’. accertate numerose specie di chirotteri (pipistrelli).

Oltre che dai citati SIC IT5210018 Sito di Importanza Comunitaria “Lago Trasimeno” e ZPS IT5210070 Zona di Protezione Speciale “Lago Trasimeno”, il territorio del comune di Passignano sul Trasimeno è interessato dalla Sito di Importanza Comunitaria SIC IT5210017 presenza da altri due siti della Rete “Natura 2000” istituita dall’Unione Europea, attraverso la Direttiva Habitat Boschi di Pischiello - Torre Civitella 92/43/CEE, e recepita a livello nazionale con DPR 357/1997: Il Sito di Importanza Comunitaria Boschi di Pischiello - Torre Civitella si colloca nell’Umbria Nord occidentale, ▪ SIC IT5210016 Sito di Importanza Comunitaria “Boschi del Pischiello e Torre Civitella”; a nord dell’abitato di Passignano sul Trasimeno e a sud est dell’abitato di , ricadendo per la ▪ SIC IT5210017 Sito di Importanza Comunitaria “Boschi di Castel Rigone”. quasi totalità nel comune di Passignano sul Trasimeno. Il territorio del SIC interessa un’area collinare con un’altitudine compresa tra 300 e 730 m s.l.m. (Poggio Di seguito si riporta una descrizione sintetica dei quattro Siti Natura 2000 che interessano il comune di Castelluccio) e presenta un’esposizione a sud-ovest, verso il Lago Trasimeno, e a nord-est verso Pian di Marte. Passignano sul Trasimeno. Per gli elenchi completi di habitat, specie vegetali e specie animali si rimanda ai I versanti esposti a sud-ovest presentano condizioni più aride, sono caratterizzati dalla presenza di formazioni quadri conoscitivi dei relativi piani di gestione. arbustive, soprattutto di ginestre ed eriche, tipiche degli ambienti mediterranei, mentre tra le specie arboree Zona di Protezione Speciale ZPS IT5210070 prevalgono leccio e roverella. I versanti esposti a nord-est risultano più freschi, con una maggiore diffusione di Sito di Importanza Comunitaria SIC IT5210018 boschi e di specie arboree tipiche di questi ambienti quale il cerro. (medesima denominazione: Lago Trasimeno) Sono segnalati sette Habitat d’interesse comunitario, inseriti nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE). Tre di essi sono costituiti da formazioni forestali, due da formazioni arbustive e due da formazioni erbacee. Le porzioni nord-occidentali dei Siti di Importanza Comunitaria ZPS IT5210070 “Lago Trasimeno” e SIC All’interno del SIC in oggetto non sono segnalate specie vegetali di interesse comunitario mentre risultano IT5210018 “Lago Trasimeno” ricadono nel territorio di Passignano sul Trasimeno. presenti altre di rilevante interesse floristico vegetazionale a livello regionale, tra cui Calluna vulgaris. Il SIC “Lago Trasimeno” è interamente ricompreso all’interno della ZPS omonima che risulta essere leggermente più estesa. Tale area comprendente l’intero specchio lacustre è una delle più estese della Rete Natura 2000 a Tra le specie di Invertebrati segnalate, i coleotteri cervo volante e cerambicide delle querce sono inserite livello regionale. nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE tra le “specie animali di interesse comunitario”. Il Lepidottero Il SIC è occupato in prevalenza dallo specchio lacustre (86,50% compreso il canneto). Le restanti porzioni di Melanargia arge, risulta sia nell’Allegato II che nell’Allegato IV della suddetta Direttiva. territorio sono interessate soprattutto da zone agricole con i seminativi che rappresentano la componente Delle otto specie di Anfibi riportate per il SIC, cinque, salamandrina dagli occhiali, tritone crestato italiano, principale (9,38%). raganella italiana, rana dalmatina e rana appenninica sono inserite nell’Allegato IV della Direttiva Habitat Sono segnalati nove Habitat d’interesse comunitario presenti all’interno dei Siti Natura 2000 (inseriti nell’Allegato 92/43/CEE; salamandrina dagli occhiali e tritone crestato italiano sono inoltre inclusi nell’Allegato II della stessa I della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE). Otto di essi sono costituiti da formazioni vegetali tipiche di ambienti Direttiva. acquatici, dalla vegetazione di idrofite natanti e sommerse ai boschi ripariali a prevalenza di salici e pioppi. Sono segnalate undici specie di Rettili di cui sette, testuggine di Hermann, ramarro occidentale, lucertola Sull’Isola Minore è presente l’habitat 9340 rappresentato dal bosco di leccio. muraiola, lucertola campestre, biacco, natrice tassellata e saettone comune incluse nell’Allegato IV della All’interno del SIC/ZPS in oggetto non sono segnalate specie floristiche d’interesse comunitario (Allegato II della Direttiva Habitat 92/43/CEE; la testuggine di Hermann è inoltre inserita nell’Allegato II della stessa Direttiva. Direttiva 92/43 CEE), mentre risultano presenti almeno 26 entità di rilevante interesse a livello regionale, per la All’area sono attribuite 71 specie di Uccelli di cui 53 nidificanti. Sette sono specie di interesse comunitario maggior parte specie erbacee acquatiche. (Allegato I della Direttiva 2009/147/CE): falco pecchiaiolo, biancone, pellegrino, tottavilla, calandro, magnanina e averla piccola. Tra le specie di Invertebrati segnalate il cervo volante e il cerambicide delle querce, appartenenti all’Ordine Sono segnalate 36 specie di Mammiferi, di cui 13 di interesse comunitario, tra esse alcuni chirotteri (pipistrelli) e sistematico dei Coleotteri, risultano inserite nell’allegato II della Direttiva Habitat 92/43/CEE tra le “specie il lupo. animali di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione”, il cerambicide delle querce risulta inoltre nell’allegato IV della stessa direttiva tra le “specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa”. Sito di Importanza Comunitaria SIC IT5210067 Relativamente alla classe dei Pesci, delle 19 specie presenti nel bacino lacustre, quelle autoctone sono solo Boschi di Castel Rigone cinque e risultano non tutelate a livello europeo. Il ghiozzetto lagunare, il ghiozzetto cenerino e il cobite, tutte specie alloctone, sono inserite nell’Allegato II della Direttiva Habitat 92/43/CEE. A nord dell’abitato di Castel Rigone si colloca il Sito di Importanza comunitaria Boschi di Castel Rigone, Delle nove specie di Anfibi, la salamandrina dagli occhiali e il tritone crestato italiano sono inserite negli elenchi parzialmente ricadente nel territorio comunale. delle specie di interesse comunitario sia in Allegato II che Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE; la raganella L’area si estende per circa 905 ha, è caratterizzata da rilievi collinari, con un’altitudine compresa tra 400 e 800 m italiana, la rana dalmatina e la rana appenninica risultano invece in Allegato IV della stessa Direttiva. s.l.m., e dalla presenza di un vallone arenaceo. Vengono segnalate come presenti 14 specie di Rettili di cui nove, la testuggine di Hermann, il ramarro Sono segnalati otto Habitat d’interesse comunitario, inseriti nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE. Quattro di occidentale, la lucertola muraiola, la lucertola campestre, il colubro liscio, il cervone, il biacco, la natrice essi sono costituiti da formazioni forestali, due da formazioni arbustive e due da formazioni erbacee. Tutti gli tassellata e il saettone comune incluse tra le “specie animali di interesse comunitario che richiedono una habitat segnalati per il SIC sono presenti nell’area del Comune di Passignano sul Trasimeno. protezione rigorosa”. La testuggine di Hermann e il cervone sono inoltre inserite tra le “specie la cui Anche in questo SIC non sono segnalate specie vegetali di interesse comunitario mentre risultano presenti altre conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione”. di rilevante interesse floristico vegetazionale a livello regionale, tra cui, ancora, Calluna vulgaris. Nei due Siti Natura 2000 sono segnalate 192 specie di Uccelli di cui 58 risultano nidificanti nell’area. Tra tutte le specie presenti, 50 sono elencate nell’Allegato I della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”, che elenca le specie per le Oltre agli Invertebrati cervo volante e cerambicide delle querce, si annovera la presenza di 11 specie di Anfibi, quali sono previste misure speciali di conservazione nel territorio della Unione Europea. Tra esse si ricordano: 7 di cui 6 di interesse comunitario, tra cui salamandrina dagli occhiali, 11 di Rettili tra cui testuggine di Herman e specie di Ardeidi tra cui l’airone rosso, la moretta tabaccata, il succiacapre, il martin pescatore e l’averla piccola. natrice tassellata. All’area sono attribuite 56 specie di Uccelli di cui 40 nidificanti. Sette sono

Pag. 5 di 31 Comune di Passignano - Rapporto Preliminare di VAS ID:402 specie di interesse comunitario (Allegato I della Direttiva 2009/147/CE): biancone, succiacapre, tottavilla e averla La flora piccola. Sono segnalate 36 specie di Mammiferi, di cui 14 di interesse comunitario, tra esse alcuni chirotteri (pipistrelli), l’istrice, il gatto selvatico europeo e il lupo. Dalla Carta della Vegetazione del Comprensorio del Trasimeno (Orsomando e Catorci, 1991) è possibile estrarre le caratteristiche principali dell’assetto vegetazionale del territorio comunale di Passignano sul Trasimeno. Biodiversità, flora, fauna Dalla carta si evince in primo luogo l’estesa diffusione di formazioni forestali distinte nelle seguenti categorie: 1) Boschi termofili submediterranei a querce sempreverdi (boschi di leccio con altre sclerofille Di seguito sono stati riportati, in sintesi, i principali dati quantitativi inerenti alla biodiversità ed al sistema sempreverdi come corbezzolo, fillirea e viburno); naturalistico - ambientale del territorio passignanese. Si evince che il comune di Passignano sul Trasimeno è per 2) Boschi termofili collinari a querce caducifoglie (boschi di roverella caratteristici di suoli aridi e oltre il 50% interessato da aree protette, oasi faunistiche e siti di interesse naturalistico e che il suo indice di soleggiati); biopermeabilità è del 90%. 3) Boschi meso-termofili a querce caducifoglie (boschi di cerro e roverella); 4) Boschi mesofili submontani a querce caducifoglie (boschi a dominanza di cerro). Tabella 1 – Indicatori biodiversità Per la vegetazione arbustiva sono segnalate le macchie a cisti, eriche, ginepro rosso, ginestra odorosa e ginestra dei carbonai, nonché i cespuglieti a felce aquilina e ginestra dei carbonai. INDICATORE UNITÀ DATO ANNO E FONTE NOTE I pascoli collinari e submontani sono costituiti da formazioni erbacee a prevalenza di Bromus erectus e Superfici aree boscate ha 2.218 P.R.G.S. Brachypodium rupestre; in essi compaiono isolati cespugli di ginepro e ginestra odorosa, oltre a numerose specie Indice di boscosità (aree % 27,35 P.R.G.S. ha comune 8107,89 di orchidee spontanee. boscate/sup. comunale totale) La vegetazione elofitica delle sponde del Trasimeno comprende i canneti di Phragmites australis e altre Superficie aree boscate per mq/ab 3.878 P.R.G.S. / ISTAT Abitanti 2014 Istat formazioni, sviluppate a nuclei, a prevalenza di Typha, Scirpus e Carex. abitante 5.719 La vegetazione idrofitica natante e sommersa del lago, sviluppata oltre i canneti e fino alle acque aperte, Superfici aree di interesse ha SIC P.T.C.P - Regione Umbria SIC IT5210016 comprende numerose idrofite come morso di rana, lenticchia d’acqua, Potamogeton lucens e ninfea bianca. naturalistico (SIC SIR ZPS) 4.260 SIC IT5210017 Nella carta, inoltre sono anche segnalate le principali stazioni di specie poco diffuse, come in particolare la ZPS SIC IT5210018 Calluna vulgaris. Infine sono evidenziate le notevoli estensioni di coltivi e oliveti e i rimboschimenti a conifere 2.550 alloctone. Superfici Aree protette e oasi ha 0 2002 P.T.C.P faunistiche Indice Aree protette, oasi % 53 P.R.G.S. faunistiche, siti di interesse naturalistico/superficie totale comunale Indice superficie ambiti fluviali e % 30,18 P.R.G.S. lacustri/Superficie totale comunale Indice di connesione ecologica- % 71,51 R.E.C./ P.R.G.S. unità di connessione ecologica Indice di connesione ecologica- % 3,2 R.E.C./ P.R.G.S. corridoi e pietre di guado Indice di connesione ecologica- % 17,41 R.E.C./ P.R.G.S. matrice Superficie biopermeabile ha 5.180 P.R.G.S. Indice di biopermeabilità (Sup. % 90 P.R.G.S. superficie totale biopermeabile/superficie totale comunale al netto di comunale al netto di ambiti ambiti fluviali e lacustri fluviali e lacustri) 5.474 ha Superficie con vincolo ha 2.207 P.R.G.S. paesaggistico D.lgs. 42/2004 Indice superficie con vincolo / % 27,22 P.R.G.S. sup. comunale totale

Aree studio ha 2.207,9 2002 P.T.C.P Figura 3 – Estratto della Carta della Vegetazione del Comprensorio del Trasimeno - Fonte: Orsomando e Catorci, 1991 I quadri conoscitivi contenuti nei Piani di Gestione di quattro Siti Natura 2000, adottati dalla Comunità Montana - Associazione dei Comuni “Trasimeno - Medio Tevere” (SIC IT5210018 Lago Trasimeno, ZPS IT5210070 Lago

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Trasimeno, SIC IT5210017 Boschi di Pischiello - Torre Civitella, SIC IT5210067 Boschi di Castel Rigone), permettono di elencare una serie di habitat vegetazionali d’interesse comunitario presenti nel territorio comunale Per la definizione dello stato di conservazione dei taxa faunistici è stato fatto riferimento a: di Passignano sul Trasimeno, di seguito riportati: ▪ Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”; ▪ Direttiva 92/43 CEE “Habitat”; Tabella 2 – Habitat vegetazionali di Interesse Comunitario - Fonte: Siti Natura 2000 ▪ Libro Rosso degli animali d’Italia - Vertebrati (Bulgarini et alii, 1998); ▪ Nuova Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Italia (Calvario et alii., 1999); HABITAT D’INTERESSE COMUNITARIO SEGNALATI NEI SITI NATURA 2000 ▪ Birds in Europe 2: (BirdLife International, 2004). RICADENTI NEL COMUNE DI PASSIGNANO SUL TRASIMENO Codici Denominazione Di seguito si riportano i riferimenti utilizzati per la definizione delle cosiddette specie d’interesse 3140 Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp. conservazionistico, ovvero quelle contemplate in almeno uno dei documenti citati. 3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition 3170* Stagni temporanei mediterranei Tabella 3 – Riferimenti specie d'interesse conservazionistico 3270 Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p. Riferimenti specie d’interesse conservazionistico 4030 Lande secche europee Invertebrati, Pesci, Anfibi, Rettili e Mammiferi 5130 Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli specie d’interesse comunitario (All. II e/o All. IV Direttiva 92/43/CEE - * = specie prioritaria) CEE Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli Uccelli 6210 su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) specie d’interesse comunitario (All. 1 Direttiva 2009/147/CE) 6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero-Brachypodietea) 1 CR in pericolo critico 6420 Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion presente EN in pericolo esclusivamente VU vulnerabile 6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie igrofile in Europa D in declino 91L0 Foreste illiriche di querce e carpino bianco (Erythronio-Carpinion betuli) Uccelli R rara 91M0 Foreste pannonico-balcaniche di cerro e rovere specie con sfavorevole stato di conservazione in 2 SPEC H a consistenza ridotta per 9260 Foreste di Castanea sativa Europa secondo Birds in Europe 2 (BirdLife concentrata decremento occorso in passato 92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba International 2004) in Europa L localizzata 9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia I050 Vegetazione palustre a dominanza di Cyperaceae (Magnocaricion elatae) 3 non concentrata ( ) status provvisorio

in Europa Secondo gli stessi quadri conoscitivi dei Siti Natura 2000, nei Siti di importanza comunitaria ricadenti nel Invertebrati EX estinta territorio comunale di Passignano sul Trasimeno non sono presenti specie vegetali d’interesse comunitario, specie incluse nel Libro Rosso degli Animali d'Italia - Invertebrati mentre sogno segnalate alcune entità floristiche di interesse regionale, tra cui Calluna vulgaris. CR in pericolo critico (Cerfolli et alii, 2002) EN in pericolo VU vulnerabile La fauna Pesci, Anfibi, Rettili e Mammiferi LR a più basso rischio LRI specie incluse nel Libro Rosso degli Animali d'Italia - Vertebrati DD carenza di informazioni Per la descrizione della componente faunistica (Invertebrati, Pesci, Anfibi, Rettili, Uccelli e Mammiferi) relativa (Bulgarini et alii, 1998) all’area del comune di Passignano sul Trasimeno, sono state considerate le seguenti fonti bibliografiche: Uccelli NE non valutata ▪ Formulari standard Natura 2000 (Regione Umbria) dei Siti Natura 2000 SIC IT5210018 Lago specie incluse nella Nuova Lista Rossa degli Uccelli nidificanti in Italia Trasimeno, ZPS IT5210070 Lago Trasimeno, SIC IT5210017 Boschi di Pischiello - Torre Civitella, SIC (Calvario et alii, 1999) IT5210067 Boschi di Castel Rigone; ▪ dati conoscitivi contenuti nei Piani di Gestione di detti Siti Natura 2000, adottati dalla Comunità Le liste delle specie animali riferibili al territorio comunale di Passignano sul Trasimeno sono di seguito riportate; Montana - Associazione dei Comuni “Trasimeno - Medio Tevere”; per gli Uccelli si ritiene significativo elencare le specie nidificanti (possibili, probabili o certe secondo i criteri ▪ Siti Natura 2000 in Umbria - manuale per la conoscenza e l’uso (Orsomando et alii, 2004); internazionali di rilevamento). ▪ Atlante Ornitologico dell’Umbria (Magrini e Gambaro, 1997); ▪ Atlante degli Uccelli nidificanti nel Comprensorio del Trasimeno (1989-1998) (Velatta, 2002); Tabella 4– Lista degli Invertebrati ▪ Atlante dei Mammiferi dell’Umbria (Ragni, 2002); INVERTEBRATI ▪ Gli Uccelli del Trasimeno - Check-list 1987-2003 (Velatta et alii, 2004); Nome comune Nome scientifico CEE All. II CEE All. IV LRI ▪ Gli Anfibi e i Rettili della Zona di Protezione Speciale Lago Trasimeno (IT5210070) (Carletti e Spilinga, Simocephalus serrulatus 2006); Anodonta anatina ▪ Anfibi e Rettili dell’Umbria (Ragni et alii, 2006); Unio elongatulus ▪ dati inediti in possesso degli scriventi.

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INVERTEBRATI Tritone punteggiato Lissotriton vulgaris DD Nome comune Nome scientifico CEE All. II CEE All. IV LRI Rospo comune Bufo bufo Ferrissia wautieri Raganella italiana Hyla intermedia X DD Granchio di fiume Potamon fluviatile Rana di Berger Pelophylax bergeri Agrypnia varia Rana di Uzzell Pelophylax klepton hispanica Ceraclea fulva Rana dalmatina Rana dalmatina X Glyphotaelius pellucidus Rana appenninica Rana italica X LR Oecetis lacustris Tinodes antonioi Tabella 7 – Lista dei Rettili Ceriagrion tenellum Ischnura pumilio RETTILI Orthetrum brunneum Nome italiano Nome scientifico CEE All. II CEE All. IV LRI Selysiothemis nigra Testuggine palustre dalle orecchie rosse Trachemys scripta Libellula depressa Testuggine di Hermann Testudo hermanni X X EN Cervo volante Lucanus cervus X Orbettino Anguis fragilis Cerambice delle querce Cerambyx cerdo X X Ramarro occidentale Lacerta bilineata X Melanargia arge X X Lucertola muraiola Podarcis muralis X Aporia crataegi Lucertola campestre Podarcis siculus X Maculinea arion Tarantola muraiola Tarentola mauritanica

Luscengola comune Chalcides chalcides Tabella 5 – Lista dei Pesci Colubro liscio Coronella austriaca X PESCI Biacco Hierophis viridiflavus X Nome italiano Nome scientifico CEE All. II CEE All. IV LRI Ind. It. Ind. C. It. Natrice dal collare Natrix natrix Anguilla Anguilla anguilla X X Natrice tassellata Natrix tessellata X Alborella Alburnus alburnus alborella X Saettone comune Zamenis longissimus X Carassio dorato Carassius auratus Vipera comune Vipera aspis Carpa erbivora Ctenopharingodon idellus Carpa Cyprinus carpio Cavedano comune Leuciscus cephalus X X Tabella 8 – Lista degli Uccelli Nidificanti Pseudorasbora Pseudorasbora parva Scardola Scardinius erythrophthalmus X X UCCELLI NIDIFICANTI Tinca Tinca tinca X X Nome italiano Nome scientifico CEE SPEC LRI Cobite Cobitis taenia X LR X Germano reale Anas platyrhynchos Pesce gatto Ictalurus melas Starna Perdix perdix 3 VU LR Luccio Esox lucius LR X X Quaglia Coturnix coturnix 3 (H) LR Gambusia Gambusia holbrooki Fagiano comune Phasianus colchicus Latterino Atherina boyeri Tarabusino Ixobrychus minutus X 3 (H) LR Persico sole Lepomis gibbosus Nitticora Nycticorax nycticorax X 3 H Persico trota Micropterus salmoides Garzetta Egretta garzetta X Persico reale Perca fluviatilis LR X Airone rosso Ardea purpurea X 3 (D) LR Ghiozzetto lagunare Knipowitschia panizzae X LR X Tuffetto Tachybaptus ruficollis Ghiozzetto cenerino Pomatoschistus canestrinii X LR X Svasso maggiore Podiceps cristatus Falco pecchiaiolo Pernis apivorus X VU Tabella 6 – Lista degli Anfibi Nibbio bruno Milvus migrans X 3 (VU) VU Biancone Circaetus gallicus X 3 (R) EN ANFIBI Albanella minore Circus pygargus X VU Nome italiano Nome scientifico CEE All. II CEE All. IV LRI Sparviere Accipiter nisus Salamandrina dagli occhiali Poiana Buteo buteo Salamandrina perspicillata X X LR settentrionale Gheppio Falco tinnunculus 3 D Tritone crestato italiano Triturus carnifex X X Lodolaio Falco subbuteo VU

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UCCELLI NIDIFICANTI UCCELLI NIDIFICANTI Nome italiano Nome scientifico CEE SPEC LRI Nome italiano Nome scientifico CEE SPEC LRI Gallinella d'acqua Gallinula chloropus Picchio muratore Sitta europaea Folaga Fulica atra Rampichino comune Certhia brachydactyla Colombaccio Columba palumbus Pendolino Remiz pendulinus Tortora dal collare Streptopelia decaocto Rigogolo Oriolus oriolus Tortora selvatica Streptopelia turtur 3 D Averla piccola Lanius collurio X 3 (H) Cuculo Cuculus canorus Averla capirossa Lanius senator 2 (D) LR Barbagianni Tyto alba 3 (D) LR Ghiandaia Garrulus glandarius Civetta Athene noctua 3 (D) Gazza Pica pica Succiacapre Caprimulgus europaeus X 2 (H) LR Taccola Corvus monedula Rondone comune Apus apus Cornacchia grigia Corvus cornix Upupa Upupa epops 3 (D) Storno Sturnus vulgaris 3 D Torcicollo Jynx torquilla 3 (D) Passera europea Passer domesticus Picchio verde Picus viridis 2 (H) LR Passera mattugia Passer montanus 3 (D) Picchio rosso maggiore Dendrocopos major Fringuello Fringilla coelebs Picchio rosso minore Dendrocopos minor LR Verzellino Serinus serinus Tottavilla Lullula arborea X 2 H Verdone Carduelis chloris Allodola Alauda arvensis 3 (H) Cardellino Carduelis carduelis Rondine Hirundo rustica 3 H Frosone Coccothraustes coccothraustes LR Balestruccio Delichon urbicum 3 (D) Zigolo nero Emberiza cirlus Calandro Anthus campestris X 3 (D) Strillozzo Emberiza calandra 2 (D) Ballerina bianca Motacilla alba Scricciolo Troglodytes troglodytes Tabella 9 – Lista dei Mammiferi Pettirosso Erithacus rubecula Usignolo Luscinia megarynchos MAMMIFERI Codirosso spazzacamino Phoenicurus ochruros Nome italiano Nome scientifico CEE All. II CEE All. IV LRI Codirosso comune Phoenicurus phoenicurus 2 (H) Riccio europeo Erinaceus europaeus Saltimpalo Saxicola torquatus Toporagno appenninico Sorex samniticus DD Passero solitario Monticola solitarius 3 (H) Toporagno d’acqua Neomys fodiens Merlo Turdus merula Mustiolo Suncus etruscus Tordo bottaccio Turdus philomelos Crocidura ventre bianco Crocidura leucodon Tordela Turdus viscivorus Crocidura minore Crocidura suaveolens Usignolo di fiume Cettia cetti Talpa romana Talpa romana Beccamoschino Cisticola juncidis Rinolofo minore Rhinolophus hipposideros X X EN Cannaiola comune Acrocephalus scirpaceus Vespertilio di Blyth Myotis blythii X X VU Cannareccione Acrocephalus arundinaceus Vespertilio di Capaccini Myotis capaccinii X X EN Canapino comune Hippolais poliglotta Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii X VU Capinera Sylvia atricapilla Vespertilio smarginato Myotis emarginatus X X VU Sterpazzola Sylvia communis Vespertilio maggiore Myotis myotis X X VU Magnanina comune Sylvia undata X 2 (H) Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii X LR Sterpazzolina comune Sylvia cantillans Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus X LR Occhiocotto Sylvia melanocephala Nottola di Leisler Nyctalus leisleri X VU Luì bianco Phylloscopus bonelli 2 (D) Pipistrello di Savi Hypsugo savii X LR Luì piccolo Phylloscopus collybita Serotino comune Eptesicus serotinus X LR Fiorrancino Regulus ignicapilla Orecchione grigio Plecotus austriacus X LR Pigliamosche Muscicapa striata 3 H Lepre bruna Lepus europaeus Codibugnolo Aegithalos caudatus Silvilago Sylvilagus floridanus Cinciarella Cyanistes caeruleus Scoiattolo comune Sciurus vulgaris VU Cinciallegra Parus major Quercino Eliomys quercinus VU Cincia mora Periparus ater

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antropica alla diversità. La distruzione e la trasformazione degli ambienti naturali, la loro riduzione in superficie MAMMIFERI e l’aumento dell’isolamento, tutte componenti del processo di frammentazione, influenzano infatti, la struttura e Nome italiano Nome scientifico CEE All. II CEE All. IV LRI la dinamica di determinate popolazioni e specie animali e vegetali sensibili, fino ad alterare i parametri di Ghiro Glis glis comunità, le funzioni ecosistemiche e i processi ecologici. Moscardino Muscardinus avellanarius X VU E’ dimostrato come, a livello di specie, tale processo costituisca una delle cause dell’attuale elevato tasso Campagnolo rossastro Myodes glareolus d’estinzione a scala globale. Arvicola di Savi Microtus savii La pianificazione delle reti ecologiche si pone come obiettivo prioritario quello di fornire agli ecosistemi residui Topo selvatico collo giallo Apodemus flavicollis in paesaggi frammentati le condizioni necessarie a mantenere in essi la vitalità in tempi lunghi di popolazioni e Topo selvatico Apodemus sylvaticus specie, con effetti anche a livelli ecologici superiori. Topolino delle risaie Micromys minutus VU Ratto bruno Rattus norvegicus La Giunta Regionale umbra ha approvato il progetto di Rete Ecologica Regionale (R.E.R.U.) con Atto Ratto nero Rattus rattus Deliberativo n. 2003 del 30/11/2005, già recepita nel P.U.T. con L.R. n. 11 del 22/02/2005, modificando la L.R. n. Topolino delle case Mus domesticus 27 del 24/03/2000 (PUT). Istrice Hystrix cristata X Nutria Myocastor coypus Scopo della rete ecologica è quello di evitare la frammentazione degli habitat, conseguente ai fenomeni di antropizzazione e, in secondo luogo, di connettere la politica specifica delle aree protette a quella più globale Volpe Vulpes volpes della conservazione della natura. Lupo Canis lupus X X VU La Rete Ecologica è intesa quindi come una rete di ecosistemi di importanza locale o globale, costituita da Gatto selvatico europeo Felis silvestris silvestris X VU corridoi quali zone umide, aree boscate, prati, pascoli, parchi di ville, corsi d’acqua naturali e artificiali, siepi, Tasso Meles meles filari e viali alberati, che connettono aree naturali di maggiore estensione, che sono di fatto serbatoi di Donnola Mustela nivalis biodiversità. Nello specifico, il progetto ha permesso di individuare sull’intero territorio regionale quelle Puzzola Mustela putorius DD connessioni vegetazionali, i “corridoi”, che favoriscono la biopermeabilità collegando tra loro i “nodi” Faina Martes foina rappresentati dalle Aree Naturali Protette e dai Siti Natura 2000. Cinghiale Sus scrofa Si tratta concretamente di trovare soluzioni al fenomeno della frammentazione mediante la realizzazione di Daino Dama dama corridoi di vegetazione forestale tra i frammenti e, ove possibile, operare il ripristino ambientale di aree lungo i Capriolo Capreolus capreolus corridoi o tra frammenti con la funzione di sosta e collegamento per le specie animali. L’efficacia di un corridoio ecologico dipende quindi dalla sua struttura, in termini di lunghezza, larghezza, forma, oltre che dal tipo e Dall’analisi degli elenchi sopra riportati si evince, fra l’altro, quanto segue. qualità degli habitat compresi. La funzionalità del corridoio ecologico dipende inoltre dal grado di permeabilità L’area ricadente nei confini comunali di Passignano sul Trasimeno si contraddistingue per la grande eterogeneità dei suoi margini e quindi dalla possibilità di essere attraversato da parte a parte. ambientale che determina la presenza di una comunità faunistica ricca e diversificata. Il territorio è caratterizzato dalle acque aperte e dalle sponde lacustri, da aree pianeggianti coltivate, da modesti rilievi che danno origine a Il presupposto di una rete ecologica si basa sul concetto che la continuità dell’habitat è una condizione un’orografia articolata in sistemi collinari e basso-montani su cui si sviluppano notevoli estensioni boscate e fondamentale per garantire la permanenza di una specie su un dato territorio. praterie secondarie. Occorre pertanto perseguire la realizzazione di una rete continua di unità ecosistemiche naturali o para-naturali, Le specie ittiche presenti sono 19, di queste solo cinque (anguilla, cavedano comune, scardola, tinca, luccio) tramite la realizzazione di idonee connessioni ecologiche, in grado di svolgere ruoli funzionali necessari ad un risultano indigene, le restanti sono state introdotte volontariamente o involontariamente negli ultimi sessanta sistema complesso. anni. Tra l’erpetofauna presente, degni di nota sono sicuramente la salamadrina dagli occhiali, endemismo La rete ecologica individua 8 categorie: appenninico di estremo valore conservazionistico e la natrice tassellata, colubride appartenente al genere Natrix, a) Unità Regionali di connessione ecologica (habitat) strettamente legato alle zone umide dove caccia prevalentemente pesci; piuttosto localizzata sul territorio b) Unità Regionali di connessione ecologica (connettività) regionale, è comunemente osservabile lungo la fascia costiera di Passignano sul Trasimeno. Tra i Rettili è da c) Corridoi ecologici e Pietre di guado (habitat) sottolineare anche la presenza della Testuggine di Hermann, specie minacciata in Italia e le cui segnalazioni per d) Corridoi ecologici e Pietre di guado (connettività) l’area riguardano il paesaggio collinare con presenza di formazioni erbaceo-arbustive. e) Frammenti (habitat) Le specie di uccelli nidificanti sono un’ottantina; tra esse si rinvengono almeno 30 specie d’interesse f) Frammenti (connettività) conservazionistico. Il territorio comunale, in particolare le acque e le sponde del Lago Trasimeno, è un ambito Barriere antropiche (aree edificate, strade e ferrovie) di notevole importanza anche per l’avifauna svernante e migratrice. g) La sussistenza di spazi aperti quali praterie secondarie o aree agricole intervallate a formazioni boschive, h) Matrice (Aree non selezionate dalle specie ombrello) unitamente alla presenza dello specchio lacustre e di zone umide secondarie, rende il territorio di Passignano sul Trasimeno idoneo alle esigenze ecologiche di numerose specie di Chirotteri, le quali utilizzano l’area quale Gli elementi territoriali che costituiscono l’habitat sono le aree boscate, le formazioni arboree riparali e lineari, sito di rifugio, come punto di abbeverata e come zona di foraggiamento. alberi isolati, gli oliveti, i corsi d’acqua, i pascoli, le aree incolte e nude; integrano l’habitat le matrici che costituiscono il tessuto connettivo: le aree agricole, gli orti, i frutteti, i vigneti, parchi e giardini.

La Rete Ecologica Regionale Umbra (RERU) Unità regionali di connessione ecologica Le Unità regionali di connessione ecologica costituiscono aree dell’habitat delle specie ombrello di estensione La frammentazione degli ambienti naturali è attualmente considerata una tra le principali minacce di origine superiore alla soglia critica, reciprocamente connesse e relativa fascia di permeabilità ecologica.

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Tabella 10– Popolazione 2001 - 2013 - Fonte: Istat Corridoi ecologici Anno Data rilevamento Popolazione Variazione Variazione Numero Media componenti I corridoi ecologici costituiscono aree di habitat di estensione inferiore alla soglia critica ma reciprocamente residente assoluta percentuale Famiglie per famiglia connesse e relativa fascia di permeabilità ecologica in forma lineare o areale collegate con le unità regionali di 2001 31 dicembre 5.073 - - - - cui al punto precedente. 2002 31 dicembre 5.143 +70 +1,38% - - Frammenti ecologici 2003 31 dicembre 5.244 +101 +1,96% 2.085 2,51 I frammenti ecologici costituiscono aree di habitat di estensione inferiore alla soglia critica, reciprocamente non 2004 31 dicembre 5.314 +70 +1,33% 2.128 2,50 connesse e non collegate alle unità regionali ecologiche, ma circondate da una fascia di categorie ambientali non 2005 31 dicembre 5.392 +78 +1,47% 2.186 2,46 selezionate dalle specie ombrello. Nei frammenti viene incentivata la ricostruzione di siepi e filari permanenti al 2006 31 dicembre 5.514 +122 +2,26 % 2.233 2,47 fine di ristabilire la continuità con le unità regionali di connessione ecologica. 2007 31 dicembre 5.573 +59 +1,07 % 2.280 2,44 2008 31 dicembre 5.673 +100 +1,79 % 2.353 2,41 2009 31 dicembre 5.650 -23 -0,41% 2.374 2,38 2010 31 dicembre 5.713 +63 +1,12 % 2.398 2,38 2011* 8 ottobre 5.680 -33 -0,58% 2.396 2,37 2011** 9 ottobre 5.522 -158 -2,78% - - 2011 31 dicembre 5.518 -4 -0,07% 2.408 2,29 2012 31 dicembre 5.659 +141 +2,56 % 2.389 2,37 2013 31 dicembre 5.719 +60 +1,06 % 2.426 2,36 * popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011 giorno prima del censimento 2011 ** popolazione censita l 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011

I dati dell'annuario statistico regionale attestano la crescita demografica, che riflette, sia in termini assoluti che in valori percentuali l'incremento positivo sia su scala regionale che nazionale. Inoltre la maggior parte della popolazione risiede nel centro abitato di Passignano mentre il 7,5% e il 11,7% della popolazione risiede a Castel Rigone e nel tessuto rurale. Tale distribuzione si è mantenuta pressoché costante anche con il trend di crescita nel decennio 2001-2011.

Tabella 11 – Andamento della popolazione nel periodo 1961 - 2010 % - Elaborazione da fonte Istat 1961 1971 1981 1991 2001 2010 Passignano 100 104,41 100,29 119,50 148,79 168,02 Provincia di 100 96,98 101,90 103,27 106,28 117,83 UMBRIA 100 97,61 101,61 102,15 103,91 114,06 ITALIA 100 106,94 111,76 112,16 112,59 119,76 Figura 4 – Estratto RERU del Comune di Passignano - Fonte: Rete Ecologica Regionale Umbra

Tabella 12- Popolazione residente per nuclei abitati (frazioni) - Elaborazione da fonte Istat Il Comune di Passignano, a seguito di approvazione del PRG Parte Strutturale ai sensi della LR 1/2015, si è dotato della Rete Ecologica Comunale. Frazioni Residenti 2001 Residenti 2011 Variazione (2011-2001) Passignano 4.063 4464 +401 Castel Rigone 406 415 +9 Popolazione Case Sparse 604 648 +44 TOTALE 5073 5518 +445 La popolazione passignanese ha subito nel periodo tra il 2001 ed il 2013 un incremento complessivo di 646 unità Per quanto riguarda i dati relativi al saldo naturale analizzati tra il 2008 ed il 2013 il saldo naturale risulta in (ca. il 12%), superiore alla media provinciale. Il numero dei componenti per famiglia ha superato il 2, seguendo un trend di costante crescita. Considerando il tasso di natalità dell' 6,7% ed il tasso migratorio, superiore al media negativo anche se positivo se raffrontato con la media del dato provinciale. doppio, ovvero pari al 13,5%, si comprende anche come la componente straniera sia alta, ma sempre in media L'età media è di 44,7 anni, con un tasso di vecchiaia di 168,61 per il 2013. con il dato provinciale, anche se il trend è in crescita. Infatti 11,5% della popolazione complessiva è straniera ed è prevalentemente proveniente da Albania, Romania e Marocco. Tabella 13 - Saldo naturale del Comune di Passignano e della Provincia di Perugia 2008-2013 - Elaborazione da fonte Istat

PASSIGNANO PROVINCIA PERUGIA 08 09 10 11 12 13 08 09 10 11 12 13

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Nati 25 26 29 10 24 18 3.205 3.204 3.118 3.044 2.912 2.893 rispetto all'anno precedente il trend commerciale è in decrescita, in linea con i dati provinciali ed il settore Morti 26 30 28 6 21 28 3.546 3.517 3.472 3.444 3.568 3.521 alloggio e ristorazione tende faticosamente ad essere costante. Segue poi per produttività e numero il settore Maschi Saldo dell'agricoltura e pesca con il 14,16%. Dall'analisi dei dati è evidente che Passignano risente, in generale, in tutti i naturale -1 -4 1 4 3 -10 -341 -313 -354 -400 -656 -628 settori della crisi economica nazionale. Nati 27 26 19 5 27 20 3.143 2.921 2849 2.965 2.893 2.736 Morti 23 35 31 5 27 27 3.688 3.558 3.586 3.363 3.804 3.651 Tabella 18 - Imprese attive per settore di attività economica - Fonte: Camera di Commercio di Perugia Femmine Saldo PASSIGNANO SUL TRASIMENO PROVINCIA DI PERUGIA naturale 4 -9 -12 0 0 -7 -545 -637 -737 -671 -911 -915 II trimestre 2013 II trimestre 2014 II trimestre 2013 II trimestre 2014 Nati 52 52 48 15 51 38 6.348 6.125 5.967 6.009 5.805 5.629 Val. ass. % Val. ass. % Val. ass % Val. ass % Morti 49 65 59 11 48 55 7.234 7.075 7.058 7.080 7.372 7.172 Totale Agricoltura e pesca 74 15,16 67 14,16 13.858 63,4 13.277 21,2 Saldo Estrazione di minerali da n.d. - n.d. - 56 0,1 52 0,9 naturale 3 -13 -11 4 3 -17 -886 -950 -1.091 -1071 -1.567 -1.543 cave e miniere

Manifattura 61 12,5 60 12,68 6.501 10,3 6.428 10,3 Tabella 14 - Saldo migratorio del Comune di Passignano 2006-2013 - Elaborazione da fonte Istat Fornitura di energia 1 0,2 1 0,2 147 0,2 157 0,2 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fornitura di acqua e n.d. - n.d. - 87 0,1 86 0,1 Iscrizioni 217 225 228 170 211 165 269 230 gestione reti Cancellazioni 99 156 131 180 137 204 131 153 Costruzioni 58 11,88 58 12,26 9.521 15,0 9.246 14,8 Saldo migratorio 118 69 97 -10 74 -39 138 77 Commercio 109 22,34 100 21,14 15.189 24,0 15.141 24,2 Trasporti 8 1,63 9 1,90 1.728 2,8 1.701 2,7 Alloggio e ristorazione 70 14,34 68 14,38 4.060 6,41 4.140 6,6 Informazione e 5 1,2 6 1,27 1.204 1,9 1.169 1,9 Economia comunicazione Attività finanziarie 9 1,84 7 1,48 1.391 2,2 1.410 2,3 Il mercato di occupazione di Passignano è al di sotto della media provinciale e regionale, ma in linea con quella Attività immobiliari 24 4,91 24 5,07 2.518 4,0 2.567 4,1 nazionale. Il tasso di disoccupazione è invece sempre inferiore. Inoltre dall'osservazione si evince che anche il Attività professionali 18 3,68 19 4,02 1.778 2,8 1.734 2,8 reddito medio degli abitanti del comune di Passignano è al di sotto della nazionale e regionale. Noleggio, agenzie viaggio 14 2,87 14 2,96 1.443 2,3 1.504 2,4

e supporto imprese Tabella 15 - Occupazione (valore assoluto) anno 2013 - Fonte: UrbIstat ed elaborazioni Istat Istruzione 2 0,41 3 0,63 261 0,4 261 0,4 PASSIGNANO PROVINCIA PERUGIA UMBRIA ITALIA Sanità e sociale 6 1,23 6 1,27 252 0,4 264 0,4 Non Forze Lavoro 3.436 356.873 486.239 34.152.227 Attività artistiche- 8 1,63 8 1,69 563 0,9 569 0,9 Forze Lavoro 2.223 301.000 400.000 25.533.000 intrattenimento Occupati 2.003 269.000 359.000 22.420.000 Altri servizi 19 3,89 19 4,02 2.676 4,2 2.728 4,4 Disoccupati 226 32.000 42.000 3.113.000 Attività di famiglie come n.d. - n.d. - n.d. 1 datori di lavoro

Senza codifica 2 0,41 3 0,63 127 0,2 104 0,2 Tabella 16 - Indicatori sull’occupazione (%), anno 2013 - Fonte: UrbIstat ed Istat TOTALE 488 100 473 100 63.360 100 62.539 100 PASSIGNANO PROVINCIA PERUGIA UMBRIA ITALIA Tasso di Attività 45,6 68,8 68,3 63,5 Tasso di Occupazione 56,3 61,5 61,1 55,6 Turismo Tasso di Disoccupazione 10,0 10,5 10,4 12,2 Nel comune di Passignano nel 2014 sono stati censiti 13 alberghi per un totale di 890 posti letto e 48 attività extralberghiere con 2.425 posti letto. Rispetto agli anni precedenti i dati sono tendenzialmente costanti per il Tabella 17 - Ricchezza Popolazione 2013 - Fonte: UrbIstat numero di attività iin campo, anche se i posti letto nelle attività extralberghiere sono sensibilmente aumentati. PROVINCIA Nelle attività extralberghiere sono predominanti le case, gl'appartamenti per vacanza ed affittacamere con 22 PASSIGNANO UMBRIA ITALIA PERUGIA esercizi. Seguono le aziende agrituristiche con 14 attività. Reddito Disponibile pro-capite (€) 15.808 18.575 18.158 18.364 Numero Indice Reddito Disponibile (Italia = 100) 86 101 98 100 I dati relativi al flusso turistico nel comprensorio e in particolare nel comune di Passignano sono risalenti al periodo 2009-2011. Rilevante è la presenza straniera sempre maggiore rispetto a quella italiana,). Il trend nel

triennio è sempre in crescita con una variazione in termini assoluti di + 7260 turisti. La media invece degli arrivi Relativamente alle attività economiche, grazie ai dati aggiornati al 2014 della Camera di Commercio di Perugia, si mantiene constante. con un trend in termini assoluti in diminuzione nel 2010 ed in risalita nel 2011. Il tutto si evidenzia che i settori predominanti sono quelli commerciali e turistici (alloggio e ristorazione). Tuttavia

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conferma la vocazione assolutamente turistica del Comune ed il forte impatto in termini di flussi ed utenti che nel fatto di rappresentare l'unica formazione a litotipi calcarei in un ambiente essenzialmente torbiditico gravitano nel territorio, soprattutto nel periodo primaverile ed estivo. (arenaceo) [...]

Tabella 19 - Ricettività nel Comune di Passignano sul Trasimeno - Fonte: elaborazioni dati IAT Perugia Arenarie del Trasimeno è la Formazione caratterizzante tutto il rilievo del territorio comunale, nota in letteratura 2010 2011 2014 con i nomi di "Macigno s.l.", "Arenarie del Carvarola-Falterona", ecc,, e stratigraficamente sovrastante ALBERGHIERI Esercizi Posti letto Esercizi Posti letto Esercizi Posti letto all'"Insieme Varicolore" con il quale mostra passaggio per alternanze. 5 stelle 0 0 0 0 0 0 [...] 4 stelle 2 331 2 n.d. 2 301 3 stelle 9 568 9 n.d. 9 507 Il territorio comunale può essere distinto in due unità geomorfologiche individuate sulla base delle litologie, 2 stelle 1 38 1 38 1 38 dell'azione e dei processi morfogenetici. Tali unità sono cartografabili in due fasce contigue con andamento meridiano. 1 stella 1 24 1 24 1 24 La prima unità geomorfologica è costituita dalle alluvioni attuali e recenti e da quelle antiche pleistoceniche. Residenza d'epoca 0 0 0 0 0 0 Tale unità è rilevabile sulla piana circumlacuale e nella zona di raccordo tra la dorsale collinare e la piana Totale Alberghieri 13 961 13 945 13 890 suddetta. 2010 2011 2014 A Nord (monte) di tale unità è affiorante il bedrock arenaceo-marnoso. EXTRALBERGHIERI Esercizi Posti letto Esercizi Posti letto Esercizi Posti letto La morfologia già originariamente pianeggiante è stata condizionata dall'intervento antropico che ne ha Case, app.ti x vacanze e affittacamere 18 299 n.d. n.d. 22 1.197 ulteriormente normalizzato il profilo, in particolare in corrispondenza delle alluvioni villafranchiane. Campeggi e villaggi turistici 3 840 n.d. n.d. 3 840 Le quote medie sono comprese tra i 260 ed il 300 m circa con pendenze in genere irrisorie: è in questa unità che Aziende Agrituristiche 12 166 11 178 14 241 si concentra la gran parte degli insediamenti. All'interno di questa unità i processi morfologici dominanti sono ovviamente legati all'azione erosiva e di Altri esercizi (B&B - country house - ostelli) 14 183 n.d. n.d. 9 147 sedimentazione dei fossi e del Lago Trasimeno, mentre non sono presenti fenomeni di dissesto gravitativo in Totale Extralberghieri 47 1.488 46 1.442 48 2.425 relazione alle modeste pendenze. TOTALE GENERALE 60 2.449 59 2.378 61 3.315 La seconda unità geologica è rappresentata dai rilievi dove affiora la Formazione delle Arenarie del Trasimeno. Il rilievo collinare si presenta con morfologie arrotondate e quote medie interne ai 600 m che raggiungono gli Tabella 20 - Movimento turistico nel Comune di Passignano sul Trasimeno (periodo 2009 - 2011) - Fonte: elaborazioni dati 800 m nella porzione più occidentale (Monte Castiglione) ed orientale (Colle Campana). IAT Perugia Le pendenze sono in genere più elevate sul versante settentrionale, ma in ogni caso anche sul versante meridionale i versanti tendono and esse re piuttosto acclivi. 2009 2010 2011 In relazione alle condizioni morfologiche più sfavorevoli rispetto alla precedente, questa unità si presenta con Totale Totale Totale scarse zone abitate ad eccezione della frazione di Castel Rigone. [...]" (estratto relazione geologica pag. 6 - 8 e Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze pag. 12 - 13) Italiani 25.204 26.167 26.167 73.231 23.933 66.979 Stranieri 19.195 16.014 16.014 97.769 19.646 107.850 Totale 44.399 42.181 42.181 171.000 43.579 174.829 Acqua Inquadramento idraulico

Per un approfondimento dello studio dei Fossi Boiano, posto ad est del centro di Passignano e dei due siti Suolo e aspetti geologici minori ad ovest del centro e dell'abitato di San Donato si rinvia alla "Relazione Tecnica dello studio Idrologico ed Idraulico" ed ai relativi elaborati tematici. Di seguito sono riportati degli estratti degli studi specialistici allegati alla PRGS. "Il territorio comunale rientra nel Bacino Idrografico del Fiume Tevere. "Il territorio comunale (ed il bacino del Trasimeno in generale) è caratterizzato da due principali gruppi Tutti i corsi d'acqua che si originano sul versante meridionale dell'allineamento collinare Monte Castiglione - formazionali: Torre Civitella - Monte Ruffano sono tributari del Lago Trasimeno; nel versante settentrionale invece ▪ terreni neogenici di facies fluvio.lacustre (attuali e pleistocenici) confluiscono in genere sul torrente Rimbocco. ▪ terreni emipelagici dell'Unità Falterona-Trasimeno, appartenenti alla falda Toscana I fossi del versante sud del rilievo sulla cui sommità sorge Castel Rigone confluiscono verso Il Formanuova, Il bacino del Trasimeno è infatti tettonicamente caratterizzato dalla sovrapposizione della serie Toscana sulla mentre sul versante Nord di riversano sul torrente Vallaccia. serie Umbro-Marchigiana. I reticoli idrografici sono in generale sub-paralleli ad asse circa perpendicolare alla dorsale da cui originano, il E' possibile a sua volta caratterizzare l'unità Falterona-Trasimeno in due distinte entità formazionali: reticolo che interessa direttamente Passignano capoluogo (bacino del lago Trasimeno) è orientato secondo la • la scaglia Toscana direzione NE-SO.[...] • le Arenarie del Trasimeno. Il regime idrodinamico è a carattere torrentizio: si rivelano numerosi fossi con portate modeste e stagionali: i I terreni più antichi del territorio comunale sono rappresentati dalla Scaglia Toscana. principali sono il Boiano, il Perna, il fosso della Molinella (nel Bacino del Trasimeno), il fosso del Pignattari, La particolarità geologica di tale unità nel territorio di Passignano sul Trasimeno oltre che nella sua età risiede delle Crete (a Nord Ovest di Castel Rigone) e i fossi di S. Ellera e delle Roggie nel bacino del Formanuova. [...] Il Trasimeno è il quarto lago italiano, ha un bacino idrografico di 383,4 kmq (compreso lo specchio che è

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esteso mediamente per circa 121,5 kmq). Residuo secco a mg/l 417,06 385 da 100 a 500 UMBRA ACQUE 180°C Sodio mg/l 15,3 15,3 200 UMBRA ACQUE Aspetti quanti-qualitativi Solfati mg/l 19,79 24,4 250 UMBRA ACQUE

Si distinguono in sintesi due tipi di acquiferi: La qualità dell'acqua dell'acquedotto, secondo i parametri presi a riferimento sopra, è più che soddisfacente. ▪ Acquiferi alluvionali confinati all’interno della zona pianeggiante, caratterizzati da falda superficiale ed in genere da elevata vulnerabilità. ▪ Acquiferi della formazione del Macigno confinati all’interno dei litotipi marnoso-arenacei e con livello Acustica e Campi elettromagnetici idrico in genere profondo (modesta vulnerabilità e modeste circolazioni idriche). Il territorio comunale non presenta fiumi o torrenti di particolare importanza, ma solo fossi a regime stagionale In applicazione dell'art. 6 della Legge n. 447 del 26/10/1995, "Legge quadro sull'inquinamento acustico", il con modeste portate ed assetto in generale subparallelo ad asse N-E a sottolineare l’orientazione del rilievo. comune di Passignano ha provveduto alla suddivisione del territorio in zone omogenee nelle sei classi acustiche Non sono presenti aree a pericolosità idraulica censite dal PAI Fiume Tevere. previste dal D.P.C.M. 13/11/1997 "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore". I criteri adottati per la suddivisione del territorio in zone omogenee ed attribuire le classi acustiche sono quelle indicare dal RR 1/2004. Le classi sono: Tabella 21– Acque superficiali e sotterranee: aspetti quantitativi • Aree particolarmente protette (classe 1) INDICATORE UNITÀ DATO ANNO E FONTE • Aree ad uso prevalentemente residenziale (classe 2) Erogati civile + prelievi autonomi Mmc/anno 0,64 2001 Arpa Umbria • Aree di tipo misto (classe 3) Prelievi Acqua Mc/pro-capite 134,73 2001 Arpa Umbria • Aree di intensa attività umana (classe 4) Impianti di depurazione delle acque reflue n. 1 2012 Arpa Umbria • Aree prevalentemente industriali (classe 5) Abitanti equivalenti di progetto del depuratore ab. 12.000 2012 Arpa Umbria • Aree esclusivamente industriali (classe 6)

Abitanti equivalenti agglomerato ab. 11,053 2012 Arpa Umbria Autorizzazione scarichi totali domestici/assimilato n. 6 2008 ISTAT Tabella 23 – Rumore - Fonte: Arpa Umbria Autorizzazioni di scarichi di cui su suolo n. 5 2008 ISTAT INDICATORE UNITÀ DATO ANNO E FONTE Autorizzazione scarichi industriali n. 0 2008 ISTAT Autorizzazione scarichi urbani n. 0 2008 ISTAT Zonizzazione acustica adottata si/no si 2010 Arpa

Zonizzazione acustica approvata si/no sì 2010 Arpa Tabella 22 - Qualità delle acque del Comune di Passignano (2012-2015) - Fonte: Umbra Acque

INDICATORE UNITÀ DI VALORE VALORE LIMITI ANNO E FONTE MISURA MEDIO MEDIO NORMATIVI Tabella 24 – Campi Elettromagnetici - Radiazioni non ionizzanti - Fonte: Arpa Umbria RILEVATO RILEVATO INDICATORE UNITÀ DATO ANNO E FONTE 2012 2015 Siti rtv n. 0 2011 Arpa Ammonio mg/l 0,03 <0,04 0,5 UMBRA ACQUE Impianti rtv n. 0 2011 Arpa Calcio mg/l 87,5 87,5 n.d. UMBRA ACQUE Siti srb n. 3 2011 Arpa Clorito mg/l < 125 <125 700 UMBRA ACQUE Impianti srb n. 14 2011 Arpa Cloro residuo mg/l 0,02 0,02 consigliato 0,2 UMBRA ACQUE Siti dvbh n. 0 2010 Arpa Cloruri mg/l 18,07 19,2 250 UMBRA ACQUE Impianti dvbh n. 0 2010 Arpa Concentrazione Unità pH 7,48 7,6 6,5

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Produzione rifiuti speciali totali t 1.745,4 2010 Arpa - Regione Umbria Totale RSU t 3.794 2012 - ATI2 - Relazione Attività di Controllo sui servizi di gestione dei rifiuti Totale RSU t 3.785 2013 - ATI2 - Relazione Attività di Controllo sui servizi di gestione dei rifiuti Variazione RSU 2013-2012 % - 0,2 2013 - ATI2 - Relazione Attività di Controllo sui servizi di gestione dei rifiuti Produzione per abitante kg/ab 578 2013 - ATI2 - Relazione Attività di Controllo sui servizi di gestione dei rifiuti Produzione rifiuti urbani indifferenziati t 2.121 2011 Rapporto Rifiuti Urbani Umbria – Arpa Produzione rifiuti urbani indifferenziati t 1.722 2012 - ATI2 - Relazione Attività di Controllo sui servizi di gestione dei rifiuti Produzione rifiuti urbani indifferenziati t 1.715 2013 - ATI2 - Relazione Attività di Controllo sui servizi di gestione dei rifiuti Spazzatura meccanica stradale t 196 2011 Rapporto Rifiuti Urbani Umbria – Arpa Spazzatura meccanica stradale t 201 2012 - ATI2 - Relazione Attività di Controllo sui servizi di gestione dei rifiuti Spazzatura meccanica stradale t 198 2013 - ATI2 - Relazione Attività di Controllo sui servizi di gestione dei rifiuti Numero isole ecologiche n. 2 2010 Arpa - Regione Umbria Raccolta differenziata t 1.630 2011 Rapporto Rifiuti Urbani Umbria – Arpa Raccolta differenziata t 1.743 2012 - ATI2 - Relazione Attività di Controllo sui servizi di gestione dei rifiuti Raccolta differenziata t 1.764 2013 - ATI2 - Relazione Attività di Controllo sui servizi di gestione dei rifiuti % Raccolta differenziata % 45,9 2012 - ATI2 - Relazione Attività di Controllo sui servizi di gestione dei rifiuti % Raccolta differenziata % 46,6 2013 - ATI2 - Relazione Attività di Controllo sui

servizi di gestione dei rifiuti Figura 5 - Suddivisione della Regione Umbria in ATI Produzione di rifiuti pericolosi t 22 2013 - ATI2 - Relazione Attività di Controllo sui servizi di gestione dei rifiuti Nella Regione Umbria nell’anno 2013 sono state prodotte complessivamente circa 487.730 tonnellate di rifiuti urbani, segnale della prosecuzione del trend di decrescita registrato anche negli anni precedenti. Il calo, rispetto all'anno precedente è del 3,3% e se confrontato con il 2008 è superiore al 12%. Di questi il 48,5% (con un +4,5% Energia rispetto al 2012) sono rifiuti differenziati. Il dato è nettamente superiore alla media nazionale, pari al 39,9% ed è ormai prossimo agli obiettivi posti dalle Con il R.R. 7 del 29/07/2011, la Regione dell’Umbria ha disciplinato la localizzazione degli impianti di normative nazionali e regionali vigenti del 50%. L'ATI 2 di cui fa parte il Comune di Passignano, sfiora quasi il produzione di energia da fonti rinnovabili e ha prodotto degli elaborati in cui sono individuate le aree non 60% come media annuale di produzione differenziata, rendendolo l'ATI della Regione Umbria più performante. idonee per la localizzazione delle fonti da energia rinnovabile. Il territorio di Passignano ha la maggior parte del La produzione pro capite del 2011 di 515 kg/ab ed è inferiore alla soglia individuata dal Piano regionale da non territorio non idoneo ad accogliere fonti di energia rinnovabile. Per l'individuazione delle singole aree si rimanda superare (pro capite certificato nel 2006): il dato è poco al di sopra della media nazionale (504 kg/ab) ed europea alle tavole prodotte (Cfr. Elaborati VAS Tav 03a - 03b - 03c - 03d - 03e) (502 kg/ab) ma risulta nettamente inferiore alla media delle Regioni del Centro Italia (582 kg/ab). Tabella 26 - Fonti energetiche rinnovabili Di seguito vengono riportati i dati di produzione e di gestione dei rifiuti per Passignano, appartenente all’ATI 2. Come si evince il Comune è al di sotto della media annuale di produzione differenziata ed in generale nella INDICATORE UNITÀ DATO ANNO E FONTE produzione di rifiuti pro-capite, se confrontati con i dati dell'ATI 2 e della Regione Umbria. La produzione dei Impianti fotovoltaici totali (2007-2013) n. 69 2015 GSE rifiuti soliti urbani si è mantenuta costante tra il 2012 ed il 2013, anche se nel complesso la percentuale di Potenza installata degli impianti fotovoltaici kW 1.525,7 2015 GSE produzione differenziata è aumenta dello 0,7% ed è di poco al di sotto dell'obiettivo imposto del 50%. Impianti fotovoltaici 2012 n. 18 2015 GSE Potenza installata degli impianti fotovoltaici 2012 Kw 152,65 2015 GSE Impianti fotovoltaici 2013 1 17 2015 GSE Tabella 25 - Produzione e gestione dei rifiuti Potenza installata degli impianti fotovoltaici 2013 Kw. 61,17 2015, GSE INDICATORI UNITA' DATO ANNO E FONTE Impianti idroelettrici n. 0 2010 Arpa Produzione rifiuti pericolosi t 96,5 2010 Arpa - Regione Umbria Impianti a biogas n. 0 2010 Arpa Produzione rifiuti speciali non pericolosi t 1.648,9 2010 Arpa - Regione Umbria Potenza installata degli impianti a biogas kW 0 2010 Arpa

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Impianti eolici n. 0 2010 Arpa Impianti a oli vegetali n. 0 2010 Arpa Potenza installata degli impianti a oli vegetali kW 0 2010 Arpa Numero Certificazioni di sostenibilità ambientali rilasciate nel n. 0 2012 Arpa/Regione Umbria 2012 Numero Valutazioni preliminari di sostenibilità ambientali n. 2 2012 Arpa/Regione Umbria rilasciate nel 2012

Tabella 27 - Aree non idonee per impianti con fonti da energia rinnovabile a Passignano INDICATORE UNITÀ DATO ANNO E FONTE Superficie non idonea impianto fotovoltaico a terra Kmq 72,08 Regione Umbria / PRGS 2015 da potenza superiore a 20KW Percentuale superficie non idonea impianto % 88,9 Regione Umbria / PRGS 2015 fotovoltaico rispetto alla superficie comunale totale Superficie non idonea impianto eolico da potenza Kmq 71,75 Regione Umbria / PRGS 2015 superiore a 20KW Percentuale superficie non idonea impianto eolico % 88,6 Regione Umbria / PRGS 2015 rispetto alla superficie comunale totale Superficie non idonea impianto microeolico Kmq 0,3 Regione Umbria / PRGS 2015 Percentuale superficie non idonea impianto % 0,4 Regione Umbria / PRGS 2015 microeolico rispetto alla superficie comunale totale Superficie non idonea impianto minieolico Kmq 47,84 Regione Umbria / PRGS 2015 Percentuale superficie non idonea impianto % 58,9 Regione Umbria / PRGS 2015 minieolico rispetto alla superficie comunale totale Superficie non idonea impianto idroelettrico Kmq 42,81 Regione Umbria / PRGS 2015 Percentuale superficie non idonea impianto % 52,8 Regione Umbria / PRGS 2015 idroelettrico rispetto alla superficie comunale totale Superficie non idonea impianto biomasse Kmq 65,60 Regione Umbria / PRGS 2015 Percentuale superficie non idnea impianto biomasse % 80,9 Regione Umbria / PRGS 2015 rispetto alla superficie comunale totale

Aria Qualità dell'aria e cambiamenti climatici

In continuità con l’impostazione della prima RSA e sulla base dei valori aggiornati al 1999, la RSA 2004 conferma e rafforza la valutazione di fondo sul carattere generale del clima regionale, dove emerge una tendenza significativa alla diminuzione delle precipitazioni particolarmente marcata nell’ultimo trentennio e considerando insieme l’andamento delle precipitazioni e delle temperature appare sensibile la tendenza a condizioni relativamente più caldo-aride. Qui sotto si riportano i dati relativi a precipitazioni, temperatura massima, temperatura minima, umidità relativa, riferiti a Perugia e calcolati con le medie mensile tra il 68-90. (Fonte: Eurometeo ed Aeronautica militare).

Figura 6 – Temperatura minima e massima e Precipitazioni Perugia - Fonte: Eurometeo ed Aeronautica militare

Si riportano poi i dati tabellari di Passignano estrapolati dalla Norma UNI 10439 sui dati climatici. ▪ I gradi giorno del Comune dell'intervento sono 2.084 GG, determinati in base al D.P.R. 412 del

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26/08/93 e successive modifiche ed integrazioni. questa zona sono mediamente inferiori a quelle delle zone più urbanizzate, comunque generalmente ▪ La Zona climatica è "D", pertanto il periodo di riscaldamento previsto per legge è di giorni 166 e concentrayte in centri abitati di piccola e media grandezza ed in alcune limitate aree industriali.[...]" (allegato A precisamente dal 1/11 al 15/4. Piano regionale della Qualità dell'Aria) ▪ La temperatura minima di progetto dell'aria esterna secondo norma UNI 5364 e successivi aggiornamenti è di -2.00 °C. Tabella 31– Inventario emissioni in atmosfera: Inquinanti principali - Fonte: Regione Umbria e Arpa ▪ Le temperature medie mensili determinate in base alla norma UNI 10349 sono le seguenti: Emissioni Incidenza Emissioni Comune su Passignano Provincia di Perugia (t/anno) Provincia di Perugia Tabella 28 - Temperature medie mensili 2004 2007 2010 2004 2007 2010 % 2010 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC CO 297 412 441 38.964 47.712 50.170 0,87 5.40 6.40 9.50 12.90 16.80 21.50 24.50 24.10 21.00 15.50 10.80 6.90 COVNM 132 138 144 90.811 30.190 20.369 0,71 NOX 107 100 82 24.097 24.676 19.577 0,42 • Le irradiazioni medie mensili (espresse in MJ/giorno) relative al periodo di riscaldamento determinate PM10 29 54 71 4.878 6.876 8.640 0,82 in base alla norma UNI 10349 sono le seguenti: PM2,5 25 49 66 3.419 5.330 7.162 0,82 SOX 4 2 1 6.671 5.961 1.675 0,06 Tabella 29 - Irradiazioni medie mensili NH3 15 15 25 60.478 12.984 4.940 0,51 N NE E SE S SW W NW Oriz. GEN 1.80 2.00 4.30 7.30 9.30 7.30 4.30 2.00 5.40 Tabella 32 – Inventario emissioni in atmosfera: IPA e metalli pesanti - Fonte: Regione Umbria e Arpa FEB 2.60 3.20 5.90 8.50 10.00 8.50 5.90 3.20 7.80 Emissioni Incidenza Emissioni Comune su Passignano Provincia di Perugia MAR 3.80 5.40 8.70 10.70 11.20 10.70 8.70 5.40 12.10 (Kg/anno) Provincia di Perugia APR 5.30 8.10 11.00 11.50 10.30 11.50 11.00 8.10 16.30 2004 2007 2010 2004 2007 2010 % 2010 MAG 7.80 11.00 13.70 12.50 9.90 12.50 13.70 11.00 21.00 BAP 3 10 10 354 861 1.085 0,92 GIU 9.40 12.60 14.90 12.70 9.60 12.70 14.90 12.60 23.30 C6H6 2.538 3.518 5.162 467.731 422.501 562.348 0,92 LUG 9.10 13.20 16.30 14.10 10.50 14.10 16.30 13.20 25.00 AS 0,02 0,02 0,03 177 201 176 0,02 AGO 6.50 10.40 14.20 14.00 11.60 14.00 14.20 10.40 21.00 CD 0,4 0,7 1 102 145 182 0,55 SET 4.30 7.10 11.40 13.30 13.00 13.30 11.40 7.10 15.90 CR 0,9 1 2 376 475 500 0,4 OTT 3.10 4.40 8.40 11.90 13.80 11.90 8.40 4.40 11.00 PB 4 1 2 1.627 1.428 1.399 0,14 NOV 2.10 2.40 4.90 8.00 10.10 8.00 4.90 2.40 6.20 NI 0,5 0,5 0,6 384 389 311 0,19 DIC 1.60 1.70 3.60 6.40 8.20 6.40 3.60 1.70 4.50

• Le Umidità Relative medie mensili esterne determinate in base alla norma UNI 10349 sono le Tabella 33– Inventario emissioni in atmosfera: Gas serra - Fonte: Regione Umbria e Arpa seguenti: Emissioni Incidenza Emissioni Comune su Passignano Provincia di Perugia (t/anno) Provincia di Perugia Tabella 30 - Umidità Relativa media mensile 2004 2007 2010 2004 2007 2010 % 2010 CO2 23.789 25.887 27.523 7.984.807 8.523.527 7.064.063 0,39 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC CH4 64 84 128 28.820 23.362 25.507 0,50 79.90 81.60 66.70 70.90 70.80 66.00 61.60 63.10 74.50 78.20 85.50 84.20.00 N2O 8 8 8 1.244 1.252 1.234 0,65

• La velocità media del vento è 2.20 m/s. Le attività prevalentemente inquinanti producenti emissioni in atmosfera a Passignano derivano prevalentemente dagli impianti di combustione residenziali e dal traffico veicolare in seconda battuta. Inventario delle emissioni inquinanti Dalla analisi dei dati si evince che le emissioni del Comune di Passignano hanno un peso estremamente modesto nella media Provinciale. Il Comune di Passignano non possiede, ad oggi, postazioni di monitoraggio, ma i dati sono forniti da Arpa Umbria e sono stimati tramite le metodologie condivise a livello internazionale come indicato dal D.Lgs 155/2010.

A seguito DGR 488 del 16/05/2011 il territorio Umbro è stato suddiviso in zone omogenee, ai fini della valutazione della qualità dell'aria-ambiente, in base alle caratteristiche prevalenti di orografia, carico emissivo, popolazione ed ubicazione altimetrica dei centri abitati. Il Comune di Passignano fa parte della Zona collinare e montuosa (IT1006): "[...] zona omogenea più estesa del territorio regionale caratterizzata da una bassa densità abitativa e da un relativo carico emissivo; le emissioni per

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Patrimonio culturale Biblioteche e Musei n. 2 Comune Difficile sintetizzare il grande patrimonio culturale di Passignano, composto da una pluralità di Cinema e Teatri n. 2 Comune elementi diversi sia per tipo che per datazione. Si va quindi dalle aree archeologiche di Quarantaia e Grandi Manifestazioni ed eventi n. 11 Comune del Colle Castelluccio a dei dipinti del Dottori. Oltre alla Rocca del capoluogo, tra il patrimonio culturale più significativo, oltre a parti significative di territorio, sono da ricordare: 1) la Chiesa di San Rocco, cinquecentesca; Tabella 36 – Beni paesaggistici ex Dlgs. 42/2004, fonte: Comune di Passignano sul Trasimeno 2) il Museo delle Barche, in cui si conservano numerosi esemplari di barche usate dall’antichità fino ai N° Località/ Indirizzo DLgs 42/2004 Provvedimento tutela giorni nostri; 3) la Pieve di san Cristoforo, tra le più antiche di Passignano, fu eretta nel IX secolo sui resti di un antico 9 Castel Rigone Art. 136 c.1, lett. d DM 13/06/1949 rettificato e integrato tempio pagano; con DGR 1200 del 8/10/2012 4) la Madonna dell’Oliveto, edificio religioso eretto nel XVI secolo in cui si conserva l’effige sacra della 62 Coste del Lago Trasimeno e Isola Art. 136 c.1, lett. c, d DM 16/05/1966 Vergine in trono; Minore 5) il Santuario di Maria Santissima dei Miracoli, edificato nel XV secolo, conserva al suo interno alcuni 63 Colline del Lago Trasimeno Art. 136 c.1, lett. d DM 20/07/1966 capolavori d’arte umbra del Rinascimento, come la Madonna del Rosario di Bernardo di Girolamo Rosselli e l’Assunzione della Vergine della bottega del Caporali. 6) Poco fuori dal borgo di Passignano sul Trasimeno si trova l’area archeologica della Villa Romana, rinvenuta occasionalmente qualche anno fa. Paesaggio Tabella 34– Beni tutelati ex Dlgs. 42/2004 - Fonte: Comune di Passignano sul Trasimeno e PPR Riteniamo che la figura principale di Passignano come città e come territorio possa essere indicata nell’attraversamento. Passignano è un territorio attraversato: dalla superstrada, dalla ferrovia. E’ probabile che N° Località/ Indirizzo Immobile Foglio Particella D.M. Passignano abbia tratto anche la propria individualità produttiva e sociale da questo essere “attraversato”. 2388 Miralago Castello 51 27/28/25/26/29/24 21/06/99 Passignano è la porta occidentale dell'Umbria e bisogna riprendere coscienza di questo luogo di passaggio (l'etimo è come sempre rivelatore). 2005 Pian di Marte Torre Fiume 8 12 21/05/88 Oltre a quanto detto già riportando la scheda specifica che gli dedica il PPR, (QC 12.12), si propone di seguito 2006 Pian di Marte Torre Fiume 8 12 21/05/88 una sintetica riflessione integrativa sul paesaggio. Il Paesaggio è a nostro avviso la categoria concettuale in cui dovranno trovare equilibrio e sintesi le varie 1571 Pischiello Villa del Pischiello 3 36/38 18/03/73 “pressioni”, non solo perché il paesaggio è il dato ineludibile dal quale bisogna partire, ma perché è lo spazio di 2009 Via Adua Ex Chiesa S. Rocco 40 148/358 29/08/88 integrazione dei valori estetici, ambientali, economici, sociali e storico-culturali che il territorio esprime. Sia detto en passant, ma quest’ultima ci sembra anche la migliore definizione del termine paesaggio. Non si può parlare di 2010 Via Adua Ex Chiesa S. Rocco 40 148/358 29/08/88 un paesaggio disgiunto dal proprio territorio o del territorio facendo a meno del concetto di suolo. In questo 2011 Via Adua Ex Chiesa S. Rocco 40 148/358 29/08/88 caso particolare, il concetto di suolo si dovrà estendere fino a comprendere un elemento apparentemente antinomico: l'acqua. Non c'è dubbio infatti che da un punto di vista architettonico (paesaggistico?), lo specchio 2012 Via Adua Ex Chiesa S. Rocco 40 148/358 29/08/88 d'acqua di fronte a Passignano rappresenti nient'altro che una grande piazza urbana. Il ruolo della piazza è 2571 Via Marconi 7 Il Palazzone 40 301 21/05/07 confermato dal fatto che almeno una delle più grandi manifestazioni corali della città (Il palio delle barche), si tenga tra il centro della città e il lago. 2763 Monte Ruffiano Torre di Monte Ruffiano 43 47 03/06/2010 Il cambio di paradigma che si chiede e ci si auspica di fare è di passare dal paesaggio preso come sfondo passivo 2780 Colpiccione Voc. Chiesa del Sacro Cuore di 53 92 08/09/2009 di un'azione umana più o meno attenta ai valori ambientali e storici, al paesaggio come categoria di progetto. Il Villa Rancio Gesù paesaggio non più come una cosa che risulta, ma il paesaggio come una cosa che indirizza, che sceglie. Non più 2950 Pischiello Villa del Pischiello 9 Varie 12/07/1995 il paesaggio, quindi, come ciò-che-è dopo che la città consolidata, la città urbanizzata ha espresso i propri appetiti, ma il paesaggio come elemento comprensivo della città: la città, insomma, come uno degli elementi del paesaggio. Tabella 35 – Tabella Beni Culturali - Fonte: Comune di Passignano sul Trasimeno Dobbiamo dire che oggi Passignano viene colta, a nostro parere, in un momento di equilibrio. Fragile, ma di INDICATORE UNITA' DATO ANNO E FONTE equilibrio. Anche il paesaggio esprime insomma questa sostanziale “misura” tra le esigenze antropiche più pressanti ed esigenze della natura. Questa “misura”, forse non deliberatamente cercata, è il risultato di una Beni Vincolati n. 7 Comune - PRGS sapienza collettiva locale, formata da singole individualità, guidate da un’innata sensibilità eco-logica, eco- Edifici sparsi art. 33 LR 11/2005 n. 128 Comune - PRGS nomica. Si lasci dire (anche se apparirà come scandalo), che anche l'edificato sparso nel territorio non sembra inficiare questa particolare misura. La matrice identitaria del paesaggio passignanese è agreste, e tale resta anche Edifici sparsi art. 35 LR 11/2005 n. 35 Comune - PRGS in questo PRG. Anzi: la sua vocazione viene ulteriormente rafforzata. Ambiti di interesse archeologico ha 87,63 P.R.G. vigente Occorre fare un inciso. Le tavole sulla biopermeabilità (Cfr. Tav. EC C02 nord e sud) dimostrano come ci sia

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ancora una buona quantità di verde, anche all’interno del sistema urbano, ma come questo sia del tutto frantumato o polverizzato. La dispersione dell’edificato (in alcuni casi apparentemente stocastica), non solo PARTE II - Il PRG implica un dubbio valore del disegno urbano, ma anche un modello di sopravvivenza energetica che al Obiettivi del PRG Parte Operativa Stralcio I momento non è più possibile sostenere. Bisogna probabilmente tornare a pensare ad una cintura urbana che si vada a densificare in alcuni ambiti ed a diluire in altri, determinando un ritmo o almeno una pulsazione nel L'obiettivo di questo Stralcio del PRG Parte Operativa: continuo territoriale. Ciò significa immaginare anche consistenti demolizioni in alcuni isolati e ricostruzione (con 1. Consentire ai titolari delle attività esistenti produttive (in atto e in potenza), un ampliamento delle densificazione), in altri. In Europa questo fenomeno si è già fregiato di una sigla: BIMBY (Build in my backyard), destinazioni d’uso ammissibili, idoneo dunque a garantire una più ampia tutela degli interessi in opposizione alla ormai famosa NIMBY (Non nel mio cortile). economici del territorio tutto, al fine di rispondere celermente a uno stato generale di crisi economica, Il PRG ha suddiviso il paesaggio comunale in 4 sistemi ed in varie Unità subordinate. L’articolazione è utile e diffusa in modo evidente nel settore produttivo del territorio passignanese. funzionale ad una lettura conoscitiva, ma è anche richiesta dalla legge regionale e purtroppo appare sempre prodromica e foriera di una (ulteriore) produzione normativa, che ci sembra invece già più che sufficiente, se solo ci si prenda l’impegno di fare un’unione logica delle norme prevalenti (generali e di settore), che si Il senso dell'operazione è quella di consentire attività di servizi, le più varie, nei canonici insediamenti produttivi, stratificano sul territorio passignanese. Qui basti solo anticipare che al di fuori delle Zone F del PS2 non sono superando con ciò un certo monofunzionalismo dello zoning urbanistico, che ormai ha evidenziato tutti i propri possibili nuove edificazioni (e non ne sono previste), e che gli interventi nelle zone vincolate saranno sottoposti limiti, disciplinari prima e operativi poi. ad Autorizzazione Paesaggistica, Valutazione di Incidenza e conformità alle norme della Rete Ecologica Questo stralcio intende semplificare l’apparato normativo, e ricondurre ad unità le singole ed articolate zone Comunale. produttive artigianali e per servizi, consentendo al contempo gli usi previsti dalla LR 1/2015, e quindi ampliando Il Paesaggio è elemento di cerniera tra discipline urbanistiche (o comunque di pianificazione territoriali), e per tutti le possibilità della libera iniziativa imprenditoriale. Le nuove aree prendono l’etichetta IPSEN discipline più ambientali, più ecologiche. Di paesaggio si occupa anche l’ARPA, ad esempio, dedicandogli una (Insediamenti Produttivi e per Servizi Esistenti e di Nuova previsione), in conformità all’art. 96 del RR 2/2015, sezione degli indicatori nel proprio portale. Se non vi è dubbio che l’indicatore “aree tutelate” denota una che disciplina l'articolazione del PRG Operativo. Non tutte le zone D, nelle loro varie articolazioni, riescono a particolare attenzione al paesaggio, il dubbio permane invece relativamente alla capacità dell’indicatore di essere ricondotte a unità. Vi sono infatti delle eccezioni che bisogna trattare con la redazione del PRG esprimere la qualità e la bellezza di un paesaggio. E' evidente che la definizione di qualità o bellezza di un Operativo. Ci riferiamo per esempio alla zona DRS (ex SAI), a cui deve essere fornita una disciplina particolare, paesaggio è un tema che fa tremare i polsi per la smodata ambizione, eppure bisogna affrancarsi dal rischio di traguardando sia il PRG Strutturale approvato che il Piano Attuativo vigente. Costituiscono ancora altre appiattire tutto il valore del paesaggio sul solo aspetto ambientale. particolarità sia le zone DE, di cui occorre verificare la possibilità di incardinamento nell’art. 96 del RR 2/2015 o E questo porta ad una seconda questione importante per la quale il PRG confessa una propria “debolezza”: la il loro afferimento allo Spazio Rurale. E così ancora per le Zone DT, per le quali occorre affinare la normativa di necessità di fare un progetto tematico del paesaggio. Il PRG non può farlo: mancano le condizioni di tempo, di conservazione e di trasformazione. studio e di coinvolgimento dei vari attori. Il PRG si limita a fornire una cornice di assetto territoriale (di Per le Zone DA del PRG 2002, che sono dotate di piano attuativo vigente, è parso opportuno mantenere norme conoscenza, normativo, localizzativo), e ad indicare il tema. Il tema è appunto il progetto sul paesaggio, del e disegno del piano attuativo ancora efficace e quindi formulare solo una norma di rinvio. paesaggio. Progetto che deve essere redatto da una squadra interdisciplinare, che deve coniugare il rispetto dei Le Zone FM e FM1 sono state raggruppate entrambe sotto la stessa etichetta IPSEN, stante la loro similarità e migliori valori ambientali con la necessità di consentire lo sviluppo economico della collettività. Compito del stante la vicinanza della Zona FM1 alle destinazioni d’uso ulteriori previste dall’art. 95 co. 6 della LR 1/2015. progetto è quindi anche individuare e definire un modello di sviluppo economico che si fondi sul territorio, e Abbiamo quindi redatto una piccola tabella di correlazione, che consente di collegare le zone del PRG 2002 alle che coinvolga, con responsabilità definite e formalizzate, i vari enti: Ente Parco, Agenzia Forestale, Regione, nuove denominazioni, e ciò anche ai fini delle norme di salvaguardia. In questo stralcio ci si è concentrati sulle Provincia, Autorità di Bacino, Regione. In questo senso ben venga il Contratto di paesaggio recentemente Zone D1, D2, DA e DR e sulle zone a servizi FM, FM1 e FD di tutto il territorio comunale. formalizzato tra Comune e altri enti e istituzioni. Appare evidente che in questa visione del territorio dovrà incardinarsi anche una visione e definizione del rapporto tra città e campagna, non solo in termini ambientali ma anche economici e sociali. 1. Descrizione del Piano 1.1 Rapporti tra il Piano, eventuali progetti o altre attività

Il Comune di Passignano è ancora dotato di un PRG vigente, approvato con ultime modifiche nel 2002. Quest’ultimo è stato approvato ai sensi della L. 1150/1942 e non è dunque articolato sui due livelli (Strutturale e Operativo), oggi previsti da molte leggi regionali, compresa la legge regionale umbra 1/2015. Il Comune ha poi approvato nel settembre 2016 il PRG Parte Strutturale ai sensi della LR 1/2015. IL PRG Parte Operativa Stralcio è redatto in conformità del PRG Parte strutturale del 2016, ed è prettamente localizzato interessandosi limitatamente si alcune aree produttive e per servizi connesse.

1.2 Rapporti tra il Piano ed altri strumenti

Strumenti sovraordinati possono considerarsi: * Umbria 2015: Alleanza per lo Sviluppo * Documento Annuale di programmazione (DAP) * il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) * il Disegno Strategico territoriale (DST), di competenza regionale * il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) * il Piano Urbanistico Territoriale (PUT), di competenza regionale

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* il Piano territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), di competenza provinciale * il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), redatto dall'Autorità di Bacino del Fiume Tevere, con competenze sovraregionali PSR per l'Umbria 2014-2020 * Testo Unico per le Foreste (TUF) * Piano Regionale dei Trasporti (PRT) Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) è lo strumento, finanziato con fondi dell'Unione europea (FEASR - * Piano di Tutela delle Acque (PTA) Fondo Europeo per lo Sviluppo Rurale), dello Stato Italiano e della Regione Umbria, che definisce le principali * Accordi di Programma; strategie, gli obiettivi e gli interventi per i settori agricolo, agroalimentare e forestale, finalizzati a sostenere lo sviluppo delle aree rurali dell'Umbria. Il Programma di sviluppo rurale (PSR) per l'Umbria per il periodo 2014- Strumenti equiordinati possono considerarsi: 2020 delinea le priorità per l'utilizzo di circa 877 milioni di euro disponibili nell'arco di 7 anni. *Il PRG Parte Strutturale 2016 Il PSR per l'Umbria si concentra sugli investimenti nei settori agricolo e forestale, sulle azioni legate a preservare, *Il PRG 2002 ripristinare e valorizzare gli ecosistemi e sulla promozione dell'inclusione sociale e sviluppo economico nelle * Piani Attuativi; zone rurali. * Programmi Urbani Complessi; Il Programma di sviluppo rurale (PSR) per l'Umbria per il periodo 2014-2020 è stato formalmente adottato dalla * Contratti di Quartiere; Commissione europea il 12 giugno 2015 e ratificato dalla Regione Umbria con la DGR n. 777 del 29 giugno * Approvazione Opere Pubbliche. 2015. Si tratta del quinto PSR italiano ad essere approvato dei 21 programmi regionali. Esso delinea le priorità dell'Umbria per l'utilizzo di circa 877 milioni di euro disponibili nell'arco di 7 anni (euro 378 milioni Strumenti subordinati possono considerarsi: dal bilancio dell'UE ed euro 499 milioni di cofinanziamento Stato-Regione). Con decisone di esecuzione del * Piani Attuativi conformi al PRG; 22.12.2016, la Commissione ha approvato la modifica (PO2) del PSR per l'Umbria 2014-2020, così come * Piani Regolatori dell'illuminazione; scaturita dai Comitati di sorveglianza del 9.05.2016, 24.06.2016, 27.10.2016 e 1.12.2016. * Il Programma Triennale delle Opere Pubbliche. * Programma sociale La nuova programmazione comunitaria 2014-2020 ha come punto di partenza la strategia Europa 2020 ed * Attività commerciali di medie e grandi dimensioni attribuisce un ruolo di rilievo alla diffusione della “cultura del risultato”, ovvero alla individuazione – fin nella fase della programmazione – di un legame diretto tra obiettivi (definiti in misura non generica), azioni e impatti. Si riportano di seguito e sinteticamente le linee principali di strumenti sovraordinati o di settore. Al fine di massimizzare l’efficacia delle politiche di coesione, in considerazione di una riduzione della dotazione finanziaria disponibile, la regolamentazione comunitaria promuove l’uso integrato dei fondi e, Umbria 2015: Alleanza per lo Sviluppo dell’Umbria conseguentemente, la concentrazione dei programmi su un numero limitato di priorità per tradurre concretamente gli obiettivi della strategia Europa 2020. Il più marcato orientamento al risultato richiesto dalla UE fa sì che le scelte in merito alla finalizzazione delle Firmato ad ottobre 2010 da tutti gli operatori dei settori economici e sociali dell’Umbria, questo accordo intende risorse ed alle modalità e strumentazione di intervento siano più di prima e per quanto possibile supportati da promuovere e valorizzare la partecipazione dei cittadini, delle loro formazioni sociali, degli organismi di idonee valutazioni di impatto, così da confrontarsi in concreto con quanto si è o non si è ottenuto a fronte delle rappresentanza, delle Autonomia Territoriali e Funzionali, alla funziona di programmazione politica e risorse spese. territoriale, favorendo ad attuando il principio di sussidarietà, così come definito dall’art. 118 della Costituzione e dall’art. 16 dello Statuto Regionale. La concentrazione delle risorse comunitarie su pochi temi prioritari rende necessaria una profonda riflessione Pertanto l’Alleanza per lo Sviluppo dell’Umbria è: sulla strategia di sviluppo che la nostra Regione intende attuare con riferimento alle risorse FESR, FSE e FEASR, • un accordo in cui le Parti contraenti si impegnano reciprocamente a conseguire gli obiettivi fissati ragionando secondo una logica di concentrazione tematica, finanziaria e territoriale. Si rende pertanto necessaria attuando le misure stabilite; l’individuazione di specifici settori di intervento ed eventuali fattori di sviluppo radicati in determinate aree • la cornice strategica e unitaria di tutti gli atti di programmazione regionale, con particolare riferimento geografiche, al fine di concentrare le risorse finanziarie su tali elementi e raggiungere risultati incisivi in termini ai programmi a valere sui fondi comunitari e agli strumenti della programmazione negoziata; di promozione della competitività regionale. • un metodo di lavoro che nel rispetto dell’autonomia delle parti contraenti definisce la responsabilità di Tale riflessione rappresenta di fatto il cuore della Strategia regionale di Smart Specialization (Ris3), la cui ognuna di esse nell’esercizio delle proprie funzioni e prerogative; elaborazione rappresenta una delle più importanti condizionalità ex ante. Si tratta in sostanza di definire una • un “salto di qualità” della concertazione che si sostanzia in una analisi condivisa dell’Umbria, nella traiettoria di sviluppo attraverso la individuazione delle risorse/competenze e del potenziale innovativo dei propri individuazione dei punti di forza e di criticità esistenti, in indirizzi strategici che devono segnare le scelte territori e la conseguente selezione di priorità in termini di settori produttivi ed ambiti tecnologici. e gli atti di programmazione, nella definizione di risorse, tempi e strumenti, ivi compresi quelli necessari In particolare, a partire dagli 11 Obiettivi tematici elencati dal regolamento generale dei Fondi, per quanto a monitorare e verificare l’attuazione degli interventi. riguarda il FESR, il relativo Programma operativo dovrà realizzare a livello dell’aggregato delle regioni più

sviluppate una concentrazione delle risorse (80%) sui primi 4 Obiettivi e cioè nei settori prioritari dell’efficienza Documento di Economia e Finanza Regionale DEFR 2017-2019 (già DAP) energetica e fonti rinnovabili, della ricerca e innovazione e del miglioramento della competitività delle piccole e medie imprese (PMI) – compresa l’innovazione nel settore ICT – con almeno il 20% destinato ai temi Il DEFR è l'atto a carattere generale di contenuto programmatico con cui - ai sensi del Dlgs. 118/2011 - la dell’energia. Per l’Umbria, ciò presuppone un’ulteriore concentrazione rispetto a quanto viene già attuato con il Regione Umbria concorre agli obiettivi di finanza pubblica. POR FESR 2007-2013, nel quale oltre il 60 % delle risorse sono destinate ai due Assi prioritari dell’Innovazione e Il DEFR rappresenta il momento propedeutico all'avvio della sessione di bilancio che si realizza attraverso dell’Energia. l'approvazione della legge di stabilità regionale, del bilancio annuale e del bilancio pluriennale. Anche per il FSE, il relativo Programma operativo dovrà concentrare l'80% della dotazione su non più di quattro Il DEFR "vigente" è il DEFR 2017-2019 approvato dal Consiglio regionale con Risoluzione n. 133 del 5 dicembre priorità d'investimento tra quelle in cui si articolano gli obiettivi tematici 8 (Promuovere l’occupazione e 2016 e pubblicato nel Supplemento Straordinario al Bollettino Ufficiale n. 63 del 28 dicembre 2016. sostenere la mobilità dei lavoratori); 9 ( Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà); 10 (Investire

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nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente); 11 (Rafforzare la capacità istituzionale e 2. considerando soprattutto gli aspetti dimensionali, geografici e socio-economici, "il territorio è uno" e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente). Inoltre, la Commissione stabilisce che almeno il 20% delle pertanto è indispensabile disporre di un quadro di riferimento generale per l'armonizzazione delle risorse del FSE a livello nazionale sia dedicata alla “promozione dell’inclusione sociale e alla lotta contro la diverse politiche e degli strumenti correlati ("coesione strumentale"). povertà”, dando particolare rilievo ai temi della riduzione delle ineguaglianze tra uomini e donne, alla prevenzione delle discriminazioni ed all’innovazione sociale. I ruoli del DST Per quanto riguarda il FEASR, il Programma dovrà concentrarsi sulle tematiche della sicurezza alimentare, sulla Attraverso la peculiare visione strategica del territorio regionale presupposta, il DST assume in sé diversi ruoli: gestione sostenibile delle risorse naturali, sulla lotta ai cambiamenti climatici, sulla tutela delle campagne, sul • strumento che contribuisce all'articolazione e territorializzazione delle politiche regionali di sviluppo e rafforzamento della competitività e promozione dell’innovazione. Gli 11 obiettivi tematici della proposta di dei contenuti programmatici del Piano Operativo Regionale (POR); regolamento generale sono declinati all’interno delle 6 priorità della proposta di regolamento dello sviluppo • strumento di contenuto programmatico-progettuale delle politiche paesistiche regionali, articolate ed rurale e in particolare: approfondite all'interno del Piano Paesaggistico Regionale (PPR); - Promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali; • strumento di governance, quale riferimento per l'integrazione di temi e di competenze settoriali. - Potenziare la competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme e la redditività delle aziende agricole; - Incentivare l’organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo; Gli strumenti attuativi - Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall’agricoltura e dalle foreste; L'attuazione del DST avviene mediante progetti territoriali di sviluppo di interesse regionale, denominati Progetti - Incoraggiare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente Strategici Territoriali, aperti ad un processo decisionale di condivisione che parte dal "basso". I Progetti Strategici al clima nel settore agroalimentare e forestale; Territoriali costituiscono una AGENDA TERRITORIALE REGIONALE, perché, oltre a riguardare la struttura - Promuovere l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali. essenziale del territorio, fanno sì che i diversi territori regionali non interessati direttamente dalle trasformazioni previste, ne siano comunque coinvolti, sia pure indirettamente, per beneficiarne degli effetti; inoltre, questi Il Disegno Strategico della Regione (DST) Progetti realizzano il raccordo tra la programmazione economica e la territorializzazione delle scelte per lo sviluppo del territorio, tant'è che negli ambiti territoriali individuati il processo di elaborazione di tali progetti potrà assumere la valenza di Progetti Integrati Territoriali (P.I.T.), già previsti dal Programma Operativo Il “Disegno Strategico Territoriale (DST) per lo sviluppo sostenibile della Regione Umbria)” è stato approvato Regionale (P.O.R.), determinando il diretto riferimento dei progetti agli assi e alle misure definiti dal P.O.R." con deliberazione della Giunta regionale n. 1903 del 22 dicembre 2008. Ci sembra che la migliore introduzione al DST sia quella presente nel sito della Regione1, e quindi la riportiamo integralmente qui sotto. Nel DST l’Umbria rappresenta un territorio-snodo.

In questo quadro, rendendo sistematiche sensibilità già da tempo presenti nella comunità regionale, l’idea guida "Il Disegno Strategico Territoriale rappresenta una rilevante novità nel modo di programmare lo sviluppo assunta dalla Regione alla base della costruzione del Disegno Strategico Territoriale è quella dell’Umbria territoriale della regione. In prospettiva infatti è destinato a sostituire il Piano Urbanistico Territoriale approvato laboratorio di sostenibilità: un orizzonte in cui la qualità ambientale, mantenuta e perseguita ai diversi livelli, si nel 2000, con un approccio aperto a favorire un raccordo più stretto, di carattere strategico, con la pone come quadro generale di riferimento attorno al quale addensare le energie istituzionali, sociali e produttive, programmazione economica e con la progettazione sviluppata a livello locale. espresse nelle diverse possibili forme, in grado di definire un modello di sviluppo innovativo per la Regione e Attraverso il D.S.T. si ottempera a due esigenze fondamentali: per il suo obiettivo di qualificare la sua centralità nel contesto nazionale. Il DST assume in primo luogo come riferimento essenziale la tripartizione degli insediamenti e delle maggiori • fornire un contributo al DOCUMENTO STRATEGICO REGIONALE (DSR) in termini di dinamiche sociali in aree della concentrazione insediativa, aree della diffusione policentrica, aree della consapevolezza degli interventi strutturali e funzionali necessari al superamento alle criticità riscontrate rarefazione, già patrimonio concettuale consolidato per la pianificazione umbra. In secondo luogo è il paesaggio nella nostra realtà territoriale, dando a tal fine coerenza alle azioni in una "visione-guida"; ad essere assunto come categoria interpretativa e programmatica. Il paesaggio viene pensato non come oggetto, • porre le basi per una rivisitazione del PIANO URBANISTICO TERRITORIALE (PUT), al fine di ma come “modo di guardare strategicamente il territorio”. passare da questo attuale rigido "piano quadro" ad uno strumento strategico più funzionale al La visione strategica del territorio si fonda su tre elementi: i sistemi strutturanti; le linee strategiche di sviluppo; i perseguimento dello sviluppo sostenibile dell'Umbria. progetti strategici territoriali.

Una visione strategica e integrata del territorio E’ possibile a questo proposito immaginare il ruolo dell’Umbria secondo tre scenari di sfondo diversi. Con il DST la Regione Umbria vuole sostenere le politiche territoriali e di sviluppo per conseguire una "visione Lo scenario n. 1 è quello che il DST chiama delle “Disarticolazioni progressive”. E’ uno scenario che si fonde su strategica ed integrata" del proprio territorio, la quale è modellata sui seguenti criteri: due fenomeni di attrazione che disarticolano appunto il perugino verso la Toscana ed il ternano verso l’area una definizione selettiva e forte che sia basata su pochi elementi strutturanti e strategici; metropolitana romana. I rischi di questo scenario sono evidenti, ed erano stati messi in luce nel PUT (LR la coesistenza di un'azione centrifuga, verso il contesto nazionale ed europeo tramite la valorizzazione 27/2000). competitiva delle risorse territoriali, e di una capacità di dare risposte ottimali alla domanda endogena di Lo scenario n. 2 è chiamato “Sviluppo autocentrato”. In questo caso lo sviluppo è tutto rivolto all’interno del trasformazione e valorizzazione del tessuto produttivo e dei valori identitari, favorendo la coesione e territorio regionale. l'integrazione territoriale. Lo scenario n. 3 è quello del “Policentrismo reticolare multilivello”. Questo scenario riconosce nelle reti infrastrutturali, fisiche ed immateriali, gli elementi fondamentali per la competitività del territorio per la sua La chiave di lettura coesione. Le città sono viste come nodi di reti a diverse scale, incardinati in una matrice multimodale ed Nel perseguimento di questa "visione strategica integrata", il DST assume una doppia valenza: infrastrutturale di supporto. Questo scenario è percorribile soltanto dando attuazione ad un programma di strategica: potenziamento infrastrutturale e delle telecomunicazioni, favorendo l’accessibilità. 1. è il riferimento metodologico e concettuale per l'orientamento delle politiche ed delle azioni; I rischi sono legati innanzi tutto alla compromissione del patrimonio paesaggistico ambientale, derivanti da una operativa e strumentale: logica limitata alla sola realizzazione delle opere fisiche.

1 http://www.territorio.regione.umbria.it/MEDIACENTER/FE/CategoriaMedia.aspx?idc=244&explicit=SI

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L’idea-guida dell’Umbria come laboratorio di sostenibilità assume come scenario di riferimento il n. 3. • l’incentivazione del rafforzamento delle filiere produttive di qualità, con particolare alla specializzazione tecnologica e alle certificazioni ambientali; Le linee strategiche di sviluppo si fondano sui Sistemi Strutturanti: • l’incentivazione di forme di associazione tra imprese e costituzione di consorzi, per la razionalizzazione • le infrastrutture delle localizzazioni; • le reti di città • la promozione del recupero e riuso delle aree dismesse; • il sistema ambientale, storico culturale • la sperimentazione di progetti pilota sulla sostenibilità ambientale, paesistica e dei cicli e degli • il sistema produttivo insediamenti produttivi e sulla ridefinizione della logistica di supporto alle città (piatta forme, autoporti, Per i diversi sistemi sono definite delle specifiche strategie settoriali. logistica di prossimità); • la promozione di attività formative specializzate / superiori nel campo della qualificazione produttiva e A fianco ai sistemi strutturanti vi sono gli obiettivi di integrazione, in modo da non perdere poi una visione della sostenibilità ambientale; unitaria. • la promozione del ricorso alle energie alternative secondo forme compatibili con le caratteristiche ambientali, paesistiche e insediative dei contesti territoriali. Le azioni strategiche principali per le infrastrutture, sono: a) adeguare le infrastrutture stradali principali longitudinali (E45, via Flaminia) e trasversali (verso la Vi sono infine i Progetti Strategici Territoriali, che costituiscono l’Agenda territoriale: Toscana, le Marche, il Lazio), aumentandone lo standard funzionale e qualitativo; a) la direttrice longitudinale nord-sud; b) il sistema delle direttrici trasversali est-ovest; b) rafforzare le direttrici ferroviarie principali (Orte – Falconara, – Terontola) e secondarie c) il progetto Tevere; (Ferrovia centrale umbra), riconnettendole alle linee principali (verso Arezzo), e potenziandone il ruolo d) il progetto Appennino; nel servizio passeggeri e merci; e) il progetto Reti di città e centri storici; c) favorire l’intermodalità tra sistemi di trasporto pubblico e privato, alle diverse scale; f) il progetto Capacità produttiva e sostenibilità; d) favorire la realizzazione di nodi di scambio, il rafforzamento e la qualificazione dei minori e della g) la rete di cablaggio a banda larga. mobilità alternativa, in una prospettiva di promozione sostenibile dell’accessibilità ai centri storici e di valorizzazione del patrimonio storico-culturale e del paesaggio. Di questi progetti, l’area di Passignano è interessata al sistema delle trasversali est-ovest, al Progetto Le azioni strategiche principali per le reti di città, sono: Tevere, al Progetto reti di città e centri storici, al Progetto Capacità produttiva e sostenibilità. • il rafforzamento dei nodi urbani principali e secondari, attraverso l’inserimento o lo sviluppo di funzioni centrali e il miglioramento sostenibile della accessibilità; in particolare è da promuovere una maggiore b) Il sistema delle direttrici trasversali est-ovest. specializzazione e gerarchizzazione dei centri urbani, attribuendo funzioni adeguate al diverso rango L’area del Trasimeno: caratterizzata da una politica di valorizzazione del paesaggio e assunto nel sistema territoriale (a partire dai capoluoghi di provincia); dell’ambiente lacustre quale elemento dominante del territorio, vede già ora una serie di progetti quali il • la promozione di azioni di recupero dei centri storici, con particolare riguardo per i centri minori, che recupero dei centri storici, una nuova strategia di sviluppo territoriale del sistema industriale, la definizione di comprendano la valorizzazione del patrimonio culturale, incentivi al rafforzamento delle funzioni nuove politiche sui beni culturali, in vista di una ridefinizione dell’identità dell’area a partire dai valori di residenziali e per servizi qualificati, all’interno di una logica di rete. sostenibilità e di eccellenza. Il potenziamento delle infrastrutture (fisiche e di comunicazione telematica, attraverso il progetto istituzionale innovativo nel settore delle comunicazioni digitali) e quello dei servizi (sanitari Le azioni strategiche principali per il sistema ambientale e storico-culturale e lo spazio rurale, sono: e scolastici) possono caratterizzare compiutamente il progetto di territorio del Trasimeno. • promozione del riuso e della rifunzionalizzazione del costruito storico (centri storici, nuclei minori, beni culturali diffusi) per attività residenziali, culturali e produttive compatibili e la sua messa in rete e) Il progetto Reti di città e centri storici. attraverso la realizzazione di percorsi tematici, la promozione culturale, la dislocazione di attività e Le reti di città rappresentano un sistema essenziale almeno da tre punti di vista: servizi a sostegno della produzione agricola, della fruizione ambientale e paesistica, dell’organizzazione • a livello sovraregionale, costituiscono uno dei principali connotati identitari e punti di forza della insediativa complessiva. In particolare, i centri storici minori devono costituire i nodi della trama struttura territoriale regionale (in termini di articolazione e qualità diffusa delle situazioni insediative); insediativa e produttiva dello spazio rurale; i nuclei storici e il patrimonio diffuso devono svolgere il • a livello regionale possono essere considerate la principale modalità di funzionamento del territorio: ruolo essenziale di presidio territoriale, ai fini produttivi e ambientali dello spazio rurale; l’Umbria “funziona” e si percepisce innanzitutto come un insieme di centri e nuclei “in rete”, di • incentivazione all’insediamento di attività culturali e formative superiori e specializzate nei contesti dimensioni relativamente controllate, su distanze variabili ma in genere piuttosto ridotte, molto più di storici; altre realtà regionali contermini (maggiormente connotate dal rapporto tra grandi poli urbani e aree di • promozione di forme compatibili di turismo culturale anche attraverso la connessione ai circuiti italiani gravitazione esterna o da diffusione insediativa meno gerarchizzata), anche nelle situazioni di maggiore ed europei di conoscenza; concentrazione; • incentivazione di coltivazioni di qualità, di modalità produttive e di forme di distribuzione e • a livello sub regionale (a scala vasta e locale) rappresentano l’armatura portante della percezione dei promozione delle produzioni agricole sostenibili (tramite azioni quali la diffusione di prati che di suoi paesaggi; sia in quanto la mobilità sul territorio, legata ai rapporti funzionali tra centri, costituisce coltivazione biologica, lo sviluppo delle produzioni legate ai marchi di qualità, l’incentivazione dei un’occasione “continua” di percezione del paesaggio umbro, sia perché le motivazioni più frequenti per mercati locali, lo sviluppo delle “reti a chilometri zero” per l’abbattimento degli impatti dei trasporti dei la fruizione turistica e culturale della Regione sono riferibili alla polarizzazione verso una molteplicità di prodotti alimentari). centri e nuclei urbani storici.

Le azioni strategiche principali per il sistema produttivo sono: f) Il progetto Capacità produttiva e sostenibilità. • la limitazione della nascita di nuove aree industriali e l’ulteriore frammentazione delle produttive, L’attuale modello produttivo dimostra problemi e carenze che possono essere ricondotti a due ordini di promuovendo iniziative su base intercomunale; questioni:

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del servizio ferroviario, lungo tutte le linee, e dovrà prevedere la realizzazione di adeguate aree 1. Il sistema non funziona al meglio perché non risponde alla domanda, nel senso che non è in grado di parcheggio da adibire alla sosta di autovetture e di altri mezzi individuali, la continuità e percorribilità soddisfare tutte le diverse istanze che riguardano il settore produttivo (a partire da quelle espresse dai grandi in sicurezza dei percorsi pedonali di adduzione, il miglioramento delle attrezzature per l’accoglienza dei imprenditori e investitori, che non trovano condizioni adeguate alle loro esigenze, fino alla produttività e viaggiatori; all’efficienza delle singole piccole e medio-piccole imprese, parzialmente compromessa da costi elevati - in • l’intermodalità ferro-gomma, con riferimento ai mezzi collettivi, dovrà essere valorizzata al massimo e, termini monetari e in termini di consumo di risorse). È necessario quindi ipotizzare configurazioni e modelli per favorire i servizi di adduzione del bus al treno, dovrà essere garantita nei punti di “interscambio per diversi che permettano di attivare processi e relazioni virtuose, a partire dalle procedure amministrative, dagli la mobilità interbacino”, che costituiscono la “porta” di uscita e di entrata per le zone in cui operano i assetti urbanistici, fino ai modi di coinvolgimento e alle responsabilità degli imprenditori. servizi di area su autobus.

2. Il sistema non funziona al meglio perché non tiene conto dell’offerta, o meglio delle disponibilità, nel senso Il tema “Politiche urbane e reti di città”. che non si basa (o si basa solo parzialmente) sulle risorse e sulle caratteristiche locali. Da questo punto di vista, lo Il DST punta molto sull’attivazione dei Quadri Strategici di Valorizzazione ex LR 12/2008 e sui Programmi sfruttamento eccessivo delle risorse, gli impatti in termini di inquinamento e produzione di rifiuti, nonché, più in Urbani Complessi per poter far fronte ad alcune delle criticità che caratterizzano i centri storici delle città umbre. generale, in termini di detrazione dal punto di vista ambientale, paesistico e percettivo, non sono solo un punto Ad un livello di pianificazione più alto, la Regione punta sulla co-pianificazione, sul programma urbanistico e di debolezza per il comparto produttivo e manifatturiero. Essi devono piuttosto essere considerati sintomi di un sulla perequazione per agevolare questi processi. modello che manifesta la sua non-sostenibilità, intesa nei suoi molteplici significati. Nei centri storici medi interposti tra i centri maggiori (caso di Passignano) si pensa ad un riposizionamento attraverso: − rafforzamento della complementarietà di diversi centri costituenti costellazioni interposte tra i più grandi centri regionali, in termini di offerta commerciale legata al tessuto produttivo comunale e di specifici servizi di scala territoriale, − rafforzamento della dotazione minima dei servizi di prossimità in ciascun centro, per favorire l’incremento della funzione residenziale, − caratterizzazione di singoli centri in termini di: - presenze storiche e culturali (identità); - tessuto produttivo del territorio circostante o distretto (città del laterizio e delle componenti di arredo, città della ceramica e dell’artigianato artistico, città dei prodotti agricoli di eccellenza e dell’arte); - servizi complementari tra Comuni della medesima costellazione; • rafforzamento delle reti connettive tra i centri, dei servizi leggeri di trasporto locale e dei mezzi di trasporto sostenibili, ricostruzione di sistemi naturali interposti tra i centri, impianti collettivi comuni per la sostenibilità ambientale, inseriti nel contesto storico-naturale.

Per ciò che riguarda “Componenti naturalistiche ed ecologiche”, dobbiamo segnalare che l’Umbria si è dotata di un “Piano di tutela e risanamento della qualità dell’aria”. Il Piano è suddiviso in due fasi: una conoscitiva ed una di individuazione delle misure di salvaguardia e protezione. Si tratta ovviamente di un piano per l’inquinamento atmosferico. L’ARPA ha predisposto il progetto esecutivo per la realizzazione della rete di monitoraggio della qualità dell’aria. Per ciò che riguarda l’inquinamento acustico il quadro normativo regionale (LR 8/2002) ha imposto ai Comuni il Piano di zonizzazione, a cui Passignano si è adeguato.

Figura 7 – Quadro d'unione dei progetti strategici - Fonte: Disegno Strategico Territoriale della Regione Il DST evidenzia, per la componente Acqua in generale, alcune criticità: • innumerevoli fonti di approvvigionamento, oggi esistenti, caratterizzate da portate molto variabili e dalla

sostanziale difficoltà di proteggerle dagli inquinamenti; Il DST si chiude poi con una parte dedicata ai Temi di riferimento ed iniziative in corso. • le perdite in rete; Ne riassumiamo qui i maggiori contenuti. • assenza di reti dedicate, a servizio di aree industriali, per l’utilizzo di acque non idonee all’uso

idropotabile. Per ciò che riguarda il tema delle “Infrastrutture e reti telematiche”, notiamo che il PRT (Piano Regionale dei

Trasporti) ha posto il raddoppio e la velocizzazione della linea Foligno-Perugia-Terontola come condizione La Regione ha predisposto, ed è in fase di approvazione, la nuova disciplina sugli scarichi nell’ambito della imprescindibile per il miglioramento del sistema ferroviario umbro. quale è previsto il censimento e la regolamentazione delle acque reflue industriali. Un contributo al rafforzamento dei collegamenti con l’area tirrenica e il nord del paese può essere costituito anche dalla realizzazione di un prolungamento della linea FCU dal suo terminale nord, per assicurare una Altro tema molto importante è il “Suolo”. Prioritario è l’obiettivo di ridurre i rischi naturali del territorio connessione con le linee ferroviarie statali ad Arezzo, che, oltre a consentire un miglioramento per il trasporto attraverso la protezione delle attività economiche e delle infrastrutture esistenti e l’avvio di una programmazione pubblico regionale, può fornire nuove opportunità anche per lo sviluppo del trasporto merci. sostenibile per nuovi investimenti. L'ambito in cui le attività si dovranno muovere per il raggiungimento di La riqualificazione ed il miglioramento delle reti esistenti dovranno passare attraverso: un'efficace salvaguardia non può che essere quello definito dagli strumenti pianificatori vigenti, rappresentato dal • l’intermodalità ferro-gomma, con riferimento ai mezzi privati, dovrà essere assicurata in ogni stazione Piano per l'Assetto Idrogeologico (PAI). Per il Comune di Passignano il PAI prevede diverse misure, che

Pag. 23 di 31 Comune di Passignano - Rapporto Preliminare di VAS ID:402 saranno analizzate in seguito. si stanno “urbanizzando” con l’industrializzazione dei processi di alcune produzioni agricole (allevamenti, coltivazioni altamente intensive, ecc.), mentre alcune funzioni tradizionalmente urbane diventano “rurali” Il tema “Rifiuti” è inserito da tempo nelle linee strategiche della Regione. Due sono comunque i punti principali (residenza, tempo libero, ricettività e ristorazione, ecc.). attorno ai quali incardinare la programmazione regionale: Il suolo agricolo e le produzioni pregiate, nonché i borghi rurali, costituiscono pertanto delle risorse limitate, non • diminuzione dei rifiuti prodotti, in quantità assoluta riproducibili e facilmente degradabili da fenomeni di esodo della popolazione e di marginalizzazione. • aumento della percentuale della raccolta differenziata Ultimo tema affrontato dal DST è quello delle “Aree produttive ed ambiti di eccellenza”. Al riguardo è da rilevare, ad ogni buon conto, che nonostante il forte impegno profuso dai Comuni e Il territorio umbro risulta caratterizzato da un elevato numero di aree urbanizzate per insediamenti produttivi dall’Amministrazione Regionale, che ha consentito di incrementare in cinque anni di ben 17 punti percentuali i (oltre 1400 per una superficie di circa 7400 ha.), con dimensioni medie contenute in termini di superficie (12 ha.) livelli di raccolta differenziata, il valore raggiunto a livello regionale, pari al 29% nel 2006, è ancora distante e sature nella quasi totalità dei casi (84%). dall’ambizioso obiettivo del 45% prefissato dal Piano Regionale di settore ancora vigente e di prossimo L’elevato grado di dispersione e di parcellizzazione degli agglomerati produttivi (collocati soprattutto lungo l’asse aggiornamento. della S.G.C. E45, a ridosso del sistema urbano nodo-lineare -Perugia-Bastia-Foligno-, e nella conca ternana) ha contribuito ad una disottimizzazione complessiva del territorio consentendo l’insediamento di Per quello che concerne la “Rete ecologica”, l’Umbria deve registrare l’approntamento della RERU. unità produttive di dimensioni medio-piccole. Gli spazi urbanizzati ancora disponibili sono in maggioranza L’obiettivo principale del progetto RERU è realizzare una rete ecologica multifunzionale a scala regionale per residui di vecchie lottizzazioni ormai in fase di saturazione e risultano, pertanto, di scarso interesse poiché ubicati integrare gli aspetti dell’assetto ecosistemico nei processi delle trasformazioni dei suoli e nelle attività di gestione in contesti territoriali di scarsa fruibilità dal punto di vista logistico e infrastrutturale. del territorio umbro. Vista l’ampia portata del tema, il progetto contribuisce pure all’attuazione di quelle strategie Si stanno sviluppando aggregazioni intercomunali volte a superare alcune criticità del sistema. a scala sovraregionali ed europee illustrate nella sezione precedente. Tali aggregazioni dovrebbero essere ulteriormente incentivate in quanto consentono di: A livello regionale il progetto si propone, dopo una dettagliata analisi del territorio umbro, di formulare azioni • ottimizzare la gestione del territorio, mirate sui sistemi ambientali ed ecologici al fine di evidenziare la struttura di una Rete Ecologica Regionale • contenere e suddividere i costi e le infrastrutture in maniera adeguata, Umbra (RERU) e le sue implicazioni territoriali. La RERU ricopre diverse funzioni di importanza strategica per • realizzare dotazioni di servizi comuni (depuratore, aree di sosta attrezzate, centri servizi, ecc.) che la tutela ambientale e per la qualità della vita, funzioni che spaziano dalla conservazione della natura all’offerta risulterebbero antieconomiche e difficilmente giustificabili per aree non intercomunali, di spazi più spiccatamente diretti alla fruizione umana. La RERU, in aggiunta, offre un supporto territoriale per • monitorare efficacemente gli insediamenti dal punto di vista quanti/qualitativo. eventuali azioni future di ripristino e di riqualificazione ecosistemica, favorendo l’applicazione di tecniche di pianificazione e di progettazione ecologica che distribuiscano e ottimizzino le iniziative gestionali volte alla In definitiva, si potrà avere una forte spinta competitiva e un mercato in rapida evoluzione attraverso: conservazione della natura e del paesaggio su tutto il territorio, anche quello non interessato da provvedimenti - un’adeguata disponibilità di aree per insediamenti produttivi con operazioni diriqualificazione, localizzati di tutela ambientale. ampliamento o reperimento, ove necessario, di nuove aree, tutte comunque caratterizzate da elevati

standard di infrastrutture e servizi, anche ecologicamente attrezzate. Queste aree dovranno presentare Il Piano Forestale Regionale (DCR 662/1999), si occupa ovviamente di dare attuazione al tema “Boschi e potenzialità dimensionali e qualitative tali da costituire un livello ottimale negli interventi infrastrutturali foreste”, previsto in documenti sovranazionali: Conferenza interministeriale per la protezione delle foreste in e per servizi e, quindi, sarà utile privilegiare forme di programmazione almeno su scala intercomunale. Europa (MCPFE: Strasburgo, 1990; Helsinki, 1993; Lisbona, 1998; Vienna, 2003). la costruzione di una rete di servizi ed infrastrutture, oltre ad un insieme di criteri per la loro gestione, A livello nazionale con il Decreto MATT 16 giugno 2005, concernente le “Linee guida di programmazione - che, in una logica integrata per ambiti territoriali di area vasta, si possa configurare come un autentico forestale” è stato inoltre stabilito che i piani forestali regionali costituiscono il riferimento obbligatorio per modello insediativo condiviso con cui far competere il sistema Umbria. qualsiasi azione o iniziativa che riguardi le foreste e più in generale il settore forestale. l’individuazione delle azioni di qualificazione e potenziamento delle principali reti infrastrutturali al fine Con D.G.R. n. 1098 del 6/7/2005 (BUR n. 34 del 10/8/2005) la Giunta Regionale ha stabilito precise modalità e - di collegare adeguatamente tali aree alle principali direttrici di traffico merci, anche attraverso procedure per l’accertamento in termini fondiari delle aree boscate da definire negli strumenti urbanistici investimenti specifici nel settore della logistica; generali, oggetto di tutela ai sensi dell’art. 15 della l.r. 27/2000 (PUT) e del P.T.C.P., oltre che per gli aspetti paesaggistici. - un’attenta progettazione degli insediamenti con criteri volti:Salla valorizzazione della qualità architettonica e urbanistica dei piani e degli insediamenti; all’introduzione di opportune tecniche sia costruttive che d’impianto urbanistico volte alla più Le “Aree protette” coprono una superficie di 63.200 kmq, pari al 7,5% del territorio regionale. Passignano è • efficace tutela ambientale e paesistica, anche utilizzando opportune soluzioni architettoniche interessata dal Parco regionale del Lago Trasimeno. E’ il più grande dei Parchi regionali ed il suo territorio, oltre e/o urbanistiche che limitino gli impatti degli insediamenti nel territorio; a quello che si estende lungo il perimetro del Lago Trasimeno, comprende tre isole: l’isola Polvese, che è utilizzata come centro didattico e di studio ambientale; l’isola Maggiore, in cui è presente un grazioso borgo di • a favorire il risparmio energetico anche attraverso la realizzazione di impianti di servizio pescatori, risalente al ‘400 e l’isola Minore, di proprietà privata. comune per la produzione e la distribuzione di energia elettrica e di calore; Il patrimonio faunistico è molto ricco ed articolato; vi trovano rifugio un folto numero di specie di uccelli legati • alla realizzazione di strutture di servizi comuni, come supporto all’occupazione in condizioni di alle zone umide, che qui sostano per reintegrare le riserve energetiche necessarie per il proseguimento delle pari opportunità. migrazioni.

Un tema fondamentale per l’Umbria è poi quello dello “Spazio rurale”, sia nella sua dimensione produttiva sia Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) in quella di matrice per gli usi del patrimonio architettonico extra-urbano. Lo spazio rurale, luogo della produzione primaria del settore agricolo, si sta trasformando in “contenitore Il Piano Paesaggistico Regionale è in via di approvazione e se ne conoscono ormai i maggiori contenuti. multifunzionale” che utilizza il suolo e il patrimonio edilizio storico come valori identitari fondamentali. Del Il Piano è organizzato secondo quanto previsto dagli artt. 135 e 143 del DLgs 42/2004, e dalla legge regionale resto, anche la distinzione tra zone urbane e zone rurali si sta attenuando in quanto le funzioni rurali tradizionali 13/2009. In particolare è costituito dei seguenti elaborati, sia con testi scritti che specifiche cartografie: relazione illustrativa;

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quadro conoscitivo, che in particolare comprende l’atlante dei paesaggi con l’identificazione delle risorse sfera locale delle pratiche di uso del territorio. Sono i paesaggi i paesaggi che richiedono una più assidua identitarie, l’attribuzione dei valori, la previsione dei rischi e delle vulnerabilità del paesaggio; integrazione delle previsioni urbanistiche e di quelle paesaggistiche, entrambe accomunate dagli obiettivi di quadro strategico del paesaggio umbro, articolato nella visione guida, nelle linee guida rispetto a temi prioritari qualità che si intendono conseguire localmente. della trasformazione e nel repertorio dei progetti strategici di paesaggio; quadro di assetto del paesaggio regionale articolato ai diversi livelli di governo del territorio, con la definizione degli obiettivi di qualità e delle discipline di tutela e valorizzazione, con particolare riferimento ai beni Il PUT (Piano Urbanistico Territoriale) paesaggistici e ai loro dintorni, nonché agli ambiti locali di pianificazione paesaggistica con specifiche normative d’uso prevalenti sui piani regolatori comunali ai sensi dell’articolo 135, commi 2 e 3 del Dlgs. 42/2004; Il PUT tuttora vigente è stato approvato con la legge regionale n. 27/2000. disposizioni di attuazione. Non possiamo però nascondere che la LR 13/2009 ha istituito, tra le altre cose, il PUST (Piano Urbanistico Strategico Territoriale), che dovrà sostituire dunque il PUT. In definitiva la forma del Piano Paesaggistico Regionale (PPR) viene assunta come una combinazione di apparati Il Piano Urbanistico Territoriale dell'Umbria (PUT) è lo strumento di pianificazione territoriale che costituisce il di base. Coerentemente con l’art.17 della LR 13/2009, questi si articolano in sistema delle conoscenze e riferimento programmatico regionale per la formulazione degli interventi essenziali di assetto del territorio, sulla valutazioni (comma b); sistema delle previsioni, sia di carattere strategico programmatico (comma c) che base del quale allocare le risorse economiche e finanziarie. regolativo (comma d), e infine delle disposizioni di attuazione (comma e). Le diverse articolazioni sono rese Il sistema di sviluppo sostenibile per la nostra regione, con i suoi contenuti economici, culturali e sociali espressi interdipendenti da un processo di pianificazione che rifiuta la sequenza deduttiva a favore di un approccio di nei già esistenti documenti programmatici e nelle dichiarazioni programmatiche del Consiglio Regionale natura circolare orientato all’interattività dei diversi apparati. determinano i riferimenti sui quali il Piano Urbanistico Territoriale (PUT) trova l'indirizzo per la sua redazione.

Il Piano paesaggistico dell’Umbria individua 19 paesaggi identitari regionali, come “Geni” che declinano Il PUT rappresenta uno strumento strategico che indica scenari di sviluppo, indirizzi e politiche, che nell’immaginario collettivo regionale, nazionale e internazionale, la tradizionale percezione, positiva e rappresentano un riferimento fondamentale per le scelte degli enti comunali, chiamati a contribuire a loro volta, consolidata, dell’Umbria “Cuore Verde d’Italia”. Il Piano mira inoltre ad essere efficiente nella conservazione con le proprie scelte, ad implementarne i contenuti e a migliorarne gli effetti. Il PUT, in particolare, evidenzia i (motivare, conoscere, sostenere, ecc.) e qualificante nella trasformazione attraverso la capacità di indirizzare le seguenti obiettivi per uno sviluppo compatibile con i caratteri ambientali, insediativi, culturali e sociali del trasformazioni verso la qualità paesaggistica e la capacità di convincere i soggetti operatori a far uso del territorio regionale, fondato su scelte di tutela, valorizzazione e gestione in linea con i principi di sostenibilità: patrimonio conoscitivo e valutativo che il Piano offre e di cui favorisce la crescita. • individuare le risorse ambientali, economico-sociali e storico-culturali che connotano i paesaggi umbri e che, per le specifiche qualità, costituiscono un vero e proprio patrimonio di interesse regionale da I principali criteri posti a base della redazione del Piano paesaggistico regionale dell’Umbria sono così tutelare. A tal riguardo va chiarito che la tutela dei beni ambientali e culturali deve costituire un sintetizzabili: obiettivo non solo di natura culturale ma anche economico, che deve essere perseguito con forza a tutti strumento unico e organico di governo delle tutele; i livelli; capacità complessiva di orientare positivamente gli interventi su tutto il territorio; • definire i parametri conoscitivi ed i vincoli per la tutela preventiva e l’uso delle aree esposte al rischio promozione di specifici progetti per il paesaggio ai fini della valorizzazione di particolari contesti identitari a sismico, idraulico ed idrogeologico; valenza strategica. • realizzare un sistema territoriale delle reti infrastrutturali integrato con quelle interregionali e nazionale; In base alla legislazione vigente e a quanto previsto in particolare dalla legge regionale 13/2009, il Piano • potenziare i sistemi di trasporto pubblico, valorizzando il trasporto ferroviario e quello collettivo Paesaggistico Regionale, mira ad assolvere a sei funzioni fondamentali: rispetto all'uso del mezzo individuale, e ristrutturando il trasporto pubblico locale in area urbana tutela dei beni paesaggistici; attraverso l'innovazione tecnologica ed un uso pi razionale delle risorse umane e materiali disponibili; qualificazione paesaggistica dei diversi contesti, anche attraverso misure per il corretto inserimento; • rendere le scelte insediative congruenti con i modelli della mobilità, alla scala regionale, delle indirizzo strategico per le pianificazioni di settore; persone e delle merci; attivazione di progetti per il paesaggio; • stabilizzazione del modello insediativo nelle sue componenti: della concentrazione, del policentrismo e indirizzo alla pianificazione degli enti locali e di settore; della rarefazione, anche attraverso un maggior sostegno per le politiche di riuso e razionalizzazione monitoraggio e aggiornamento delle analisi delle trasformazioni del paesaggio regionale. dell'esistente. Stabilizzazione che, per essere credibile, dovrà però essere perseguita con rigore nelle azioni pianificatorie e programmatiche, nell'allocazione delle risorse (fondi comunitari Dunque, pur mantenendo il riferimento di fondo alla natura trans-scalare del paesaggio, il Piano articola ecc.), nella localizzazione di grandi servizi a scala territoriale, nell'adeguamento e potenziamento delle operativamente i paesaggi a tre livelli, (intesi come ambiti ai sensi del comma 3, art.135 del DLgs 42/2004) a cui reti infrastrutturali (viarie, ferroviarie, telematiche, energetiche ecc.); corrispondono specifiche attribuzioni di governo del territorio per Regione, Province e Comuni : • garantire una funzionale distribuzione territoriale dei grandi insediamenti produttivi, direzionali, paesaggi regionali, ovvero quei paesaggi identitari (o del riconoscimento) che nella loro diversità compongono commerciali e turistici. Va sottolineato che le azioni a sostegno dello sviluppo, seppure entro una logica l’immagine d’insieme e il senso prevalente del paesaggio umbro, come matrice e sfondo di coerenza delle di sviluppo sostenibile, devono porre l'attenzione alle attività produttive ed alle loro necessità di individualità percepibili a scale di maggior dettaglio. Sono da considerarsi paesaggi del riconoscimento in quanto adeguamento. costituiscono il riferimento culturale per l’osservazione della regione dall’esterno ma anche il tramite attraverso Il miglioramento del sistema della mobilità e delle infrastrutture di trasporto è affidato, dal PUT, alla cui gli abitanti riconoscono la loro appartenenza al territorio regionale; realizzazione di un modello di riferimento basato sulla regione urbana policentrica, in cui al sistema di paesaggi di scala vasta, (o paesaggi della percezione) , ovvero i paesaggi identitari che sono misurabili attraverso mobilità spetta il compito di supportare una organizzazione reticolare del territorio, basata sulla una percezione più diretta, a media distanza, in cui acquistano importanza crescente i segni fisici e i modi complementarietà ed integrabilità delle funzioni urbane finalizzata a riequilibrare l’attuale tendenza alla dell’esperienza conoscitiva, e i cui significati sono comunque prevalentemente associati alla interpretazione di concentrazione delle funzioni terziarie di livello elevato, in particolare su Perugia. contesti delimitati, osservabili nei loro margini e comprensibili nelle loro qualità distintive; paesaggi locali, (o paesaggi dell’abitare), ovvero i paesaggi di dimensioni contenute, “interni territoriali” percepibili a distanza ravvicinata, commisurati prevalentemente alla scala dei ritmi della vita quotidiana e alla Il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale)

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b) n. 40 (Colline del Trasimeno nord) sistema paesaggistico collinare Il PTCP vigente è stato approvato con DCP 59/2002, con una variante di adeguamento al PUT. c) n. 41 (Conca del Trasimeno) sistema paesaggistico di pianura e di valle Quale strumento di pianificazione di area vasta, si propone di perseguire i seguenti obiettivi generali: d) n. 42 (Colline del Trasimeno est) sistema paesaggistico collinare a) promuovere e integrare, in relazione con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione territoriale dei vari Enti che hanno competenze sul territorio, una positiva e razionale coniugazione tra Sono ambiti che il PTCP definisce come aventi il massimo grado di elementi paesaggistici di qualità e ambiti che le ragioni dello sviluppo e quelle proprie delle risorse naturali e paesaggistiche; presentano elementi di qualità paesaggistica. b) costruire un quadro conoscitivo complesso delle caratteristiche socio- economiche, ambientali ed Per la maggior parte dei siti indicati valgono dunque le direttive della conservazione o trasformazione parziale, insediativo-infrastrutturali della realtà provinciale. a parte il capoluogo che è connotato come trasformato. Esso costituisce: • lo strumento della pianificazione territoriale della Provincia e costituisce il quadro di riferimento per la Le aree della evoluzione paesaggistica programmazione economica provinciale e per la pianificazione di settore; Appartengono a questa tipologia le unità di paesaggio i cui tratti caratteristici sono stati relativamente trasformati • lo strumento di indirizzo e coordinamento per la pianificazione urbanistica comunale e disciplina così da attuare un passaggio della forme storiche del paesaggio a quelle attuali in modo graduale e continuo. l'assetto del territorio limitatamente alla tutela degli interessi sovracomunali; Rappresentano le situazioni della evoluzione delle forme paesaggistiche tradizionali a quelle attuali e sono contraddistinte dalla persistenza di alcuni segni e di alcuni usi anche se presenti in quantità e qualità tali da non • lo strumento di riferimento per le politiche e le scelte di pianificazione territoriale, ambientale e costituire più dominanti paesaggistiche come nella precedente categoria. Per tali aree è stata predisposta una paesaggistica di rilevanza sovracomunale che si intendono attivare ai vari livelli istituzionali sul territorio normativa di indirizzo volta alla individuazione gli elementi di valore e le regole delle preesistenze al fine di una provinciale. loro conservazione e/o reinterpretazione nelle future trasformazioni paesaggistiche e territoriali. Aree che sono Il contenuto normativo del PTCP è suddiviso in criteri, indirizzi, direttive, prescrizioni. poi state classificate nella disciplina degli indirizzi relativi al controllo. I criteri sono disposizioni attraverso le quali il P.T.C.P. definisce le modalità per la formazione degli strumenti urbanistici e per la loro attuazione. Indirizzi di controllo Gli indirizzi sono disposizioni attraverso le quali il PTCP definisce gli obiettivi per la pianificazione urbanistica comunale. I Comuni in sede di predisposizione o adeguamento o varianti del PRG parte strutturale dovranno Rientrano nei seguenti indirizzi gli ambiti territoriali che nel tempo hanno subito un processo evolutivo ove sono affrontare ed approfondire i tematismi richiamati dagli indirizzi con margini di discrezionalità nella compresenti, ed a volte confusi, caratteri di permanenza del paesaggio tradizionale con i caratteri della recente specificazione, articolazione ed integrazione in relazione alle peculiarità locali. trasformazione. Tali ambiti sono pertanto quelli per i quali è più necessario un approfondimento pianificatorio di Le direttive sono disposizioni attraverso le quali il PTCP specifica alcuni contenuti degli indirizzi e disciplina tipo paesaggistico e pertanto rappresentano ambiti di copianificiazione con i Comuni, anche ai sensi della lettera l'assetto del territorio relativamente agli interessi sovracomunali. I Comuni in sede di predisposizione, o adeguamento o varianti del PRG parte strutturale devono osservare tali direttive o motivarne gli eventuali d), 2, L.R. 21/10/87 n. 31. Gli interventi di trasformazione dei segni permanenti sul paesaggio devono rispettare i adattamenti alle peculiarità locali. A seguito della LR 1/2015, il PTCP ha visto una precisa ri-definizione dei risultati i risultati formali delle preesistenze adeguandosi ad essi ed interpretandoli solo in casi eccezionali. In propri compiti e prerogative. questi casi debbono essere previste misure di minimizzazione o di compensazione.

Scendendo di scala, il PTCP descrive come segue alcuni fenomeni dell'area passignanese (i numeri fanno Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) riferimento a elaborati costitutivi del PTCP).

La Tav. I61 del PTCP descrive così l'area. Il Piano di Assetto Idrogeologico è stato approvato con DPCM del 10/11/2006. La competenza e la gestione sono Sistema insediativo del policentrismo - Trasimeno: " Sistema insediativo policentrico diffuso e sostanzialmente dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere. privo di polarità emergenti, strutturato sull'assetto agricolo tradizionale e sulle valenze paesistico-ambientali Esso ha una forte incidenza sul Comune di Passignano. La sua incisività si declina in prescrizioni connesse alle coltivazioni agricole specializzate tradizionali. L'intero sistema presenta capacità significative per il immediatamente efficaci anche sugli strumenti di pianificazione urbanistica. settore turistico ambientale ancora inespresse sebbene favorite dall'inserimento nel sistema della mobilità Obiettivo del piano stralcio è la ricerca di un assetto che, salvaguardando le attese di sviluppo economico, nazionale e regionale e situazioni problematiche relativamente alla gestione ecologica del territorio in ordine alla minimizzi il danno connesso ai rischi idrogeologici e costituisca un quadro di conoscenze e di regole atte a dare compatibilità tra i sistemi funzionali insediati. sicurezza alle popolazioni, agli insediamenti, alle infrastrutture ed in generale agli investimenti nei territori che insistono sul bacino del fiume Tevere. La Tav. A32 “Aree e siti archeologici” rileva delle presenze archeologiche (cfr. la Tav. n. EC G01 nord e sud ed In quanto premessa alle scelte di pianificazione in senso lato, il piano stralcio individua i meccanismi di azione, EP 01 nord e sud del PRGS): nn. 43, 44, 48, 49, 50, 51, 52, 52, 53, 54, 55, 57, 58, 59, 60, 415 e 420 l'intensità e la localizzazione dei processi estremi, la loro interazione con il territorio e quindi in definitiva la caratterizzazione di quest'ultimo in termini di pericolosità e di rischio. La Tav. A34 individua con dei numeri e classifica come segue il tema delle vedute: La struttura del PAI segue le direttrici già delineate nella Prima elaborazione del Piano di Bacino e si articola in azioni di “Assetto geomorfologico” e in azioni di “Assetto idraulico”. 1. da tutela paesaggistica e panoramica n.1 Gli obiettivi specifici del piano stralcio per il Trasimeno sono: 2. da fonti letterarie nn. 63 e 68 1. il recupero del deficit idrico annuale, 3. da documentazione fotografica nn. 12, 13, 14, 18 e 22 (si veda la Tav. n. EP 01 del PRGS nord e sud) 2. il recupero del livello idrometrico, 4. da fonti iconografiche nn. 19 e 20 (si veda la Tav. n. EP 01 del PRGS nord e sud) 3. la riduzione progressiva dell’apporto di sostanze inquinanti ai corpi idrici e al suolo, 4. la manutenzione funzionale della rete idrografica; La Tav. A42 del PTCP individua i Sistemi paesaggistici ed unità di paesaggio che interessano il territorio di 5. la promozione di forme di controllo sui consumi idrici; Passignano: 6. favorire l’introduzione di tecniche e di coltivazioni agricole mirate a razionalizzare ed ottimizzare i a) n. 39 (Colline tra Tuoro e Lisciano Niccone) sistema paesaggistico collinare consumi idrici, limitare l’uso di sostanze potenzialmente inquinanti, diffondere la certificazione di

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qualità ambientale delle aziende; termini ivi stabiliti. 7. le attività conoscitive complementari e di aggiornamento. Per arboricoltura da legno, individuata dalla Giunta regionale su apposita cartografia, si intende la coltivazione Per raggiungere questi obiettivi il piano stralcio detta specifiche norme di attuazione, che hanno incidenza anche di alberi, in terreni non boscati, finalizzata principalmente alla produzione di legno. La coltivazione è reversibile sulle previsioni urbanistiche dei comuni interessati. al termine del ciclo colturale.

Il Comune di Passignano è interessato dall’Area del Piano Stralcio per tutta la superficie lacustre di pertinenza e per una parte delle aree collinari a nord. Vi è poi da segnalare un’opera di presa dal fiume Niccone che sfocia Piano regionale dei Trasporti (PRT) nel Lago Trasimeno e che ricade nel territorio comunale. Con la legge regionale 37/98 e s.m.i. sono stati individuati i criteri con cui procedere alla redazione del Piano Il Piano suddivide l’area di competenza in ambiti, per cui detta specifiche normative. Si vedano gli elaborati Regionale dei Trasporti, strumento con il quale l’Amministrazione regionale mira a "[...]realizzare l'integrazione conoscitivi Tav. G04 Zoning PS2. fra i sistemi di trasporto su sede fissa compreso quello ferroviario, su gomma, aerei e lacuali, nonché delle relative infrastrutture."

Testo Unico per le Foreste (TUF) Obiettivi strategici del PRT La salvaguardia dell’attuale struttura insediativa policentrica e la valorizzazione delle potenzialità locali nel Con l'approvazione del "Testo unico per le foreste" (legge regionale 19 novembre 2001, n. 28) e del relativo quadro di uno sviluppo armonico del territorio, rappresenta uno dei principali concetti della politica territoriale "Regolamento di attuazione" (regolamento regionale 17 dicembre 2002, n. 7) si è conclusa l'attività di revisione regionale. della normativa forestale. Da questo concetto-guida della politica territoriale discendono evidentemente gli Il Regolamento è stato impostato su due capisaldi principali: obiettivi strategici del PRT, che in termini generali sono quelli di: • garantire un'efficace azione di tutela dei boschi e del territorio sotto l'aspetto idrogeologico; - configurare un assetto ottimale del sistema plurimodale dei trasporti che sia in grado di servire il • non creare ostacolo allo svolgimento delle attività tradizionali e sostenibili. territorio contribuendo a consolidarne la sua struttura policentrica; - connettere più efficacemente il sistema regionale al contesto socio-economico nazionale e Gran parte del Regolamento tratta le norme di tutela forestale e idrogeologica. Prescrizioni di massima e di internazionale; polizia forestale per i boschi e i terreni di montagna sottoposti a vincolo, sono: - potenziamento e sviluppo delle infrastrutture viarie, aeroportuali e trasportistiche; - il mantenimento e lo sviluppo delle funzioni produttive nella gestione forestale; - ridurre i costi economici generalizzati del trasporto, incentivare il risparmio energetico e contenere gli - il mantenimento e l'appropriato miglioramento delle risorse forestali e del loro contributo al ciclo del effetti negativi producibili sull'ambiente entro limiti oggettivamente "sostenibili"; carbonio; - concorrere al raggiungimento degli obiettivi regionali in materia di tutela ambientale promuovendo - il mantenimento della salute e vitalità dell'ecosistema forestale; anche in questo settore, scelte coerenti con i principi dello sviluppo sostenibile che consentano il - il mantenimento, la conservazione e l'appropriato miglioramento della diversità biologica negli contenimento dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico. Con riferimento alla qualità dell’aria, ecosistemi forestali; riconoscendo come il settore del trasporto su strada sia cruciale nel determinare l’incidenza di molte - il mantenimento e l'appropriato miglioramento delle funzioni protettive nella gestione forestale; classi di inquinanti (specialmente in ambito urbano) questo piano si propone come importante - il mantenimento dei diritti locali, il miglioramento della sicurezza sul lavoro e lo sviluppo delle funzioni strumento per il miglioramento delle condizioni ambientali, affiancandosi sinergicamente al piano sociali dei boschi. regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell’aria.

Definizione di bosco Caratteristiche generali delle linee attuali Complessivamente le linee FS, nel territorio umbro, assommano a 378,6 Km (2,3 % del totale nazionale), di cui Costituisce bosco o foresta ogni appezzamento di terreno di superficie maggiore di duemila metri quadrati e di 358 Km elettrificati e 182,4 Km a doppio binario. larghezza complessiva, misurata al piede delle piante di confine, non inferiore a venti metri, in cui sia presente La capillarità della rete FS è di 0,045 Km/Kmq, inferiore alla media nazionale che è di 0,055 Km/Kmq. una copertura arborea forestale superiore al venti per cento. Tenuto conto dell’assetto attuale della rete F.S., il nodo di Perugia risulta in posizione defilata rispetto alle Si considerano bosco: direttrici nazionali di maggior importanza, anche rispetto all’unica trasversale di rilievo che interessa il territorio • i castagneti da frutto; umbro (la linea Orte-Falconara). • le superfici boscate che, a seguito di interventi selvicolturali o di danni per calamità naturali o per Anche la “Direttissima” Roma-Firenze serve l’intera regione in maniera indiretta e poco efficace, e le uniche incendio, presentano una copertura arborea forestale anche inferiore al venti per cento; interconnessioni possibili sono in corrispondenza di Orte e Terontola.

• i terreni imboschiti o rimboschiti in qualsiasi stadio di sviluppo; Le connessioni al sistema infrastrutturale Ovest le radure e tutte le superfici di estensione inferiore a 2.000 mq. che interrompono la continuità del • Perugia è connessa con un tracciato primario all’autostrada A1 (il raccordo Perugia- Bettolle), che tuttavia non ha bosco. le caratteristiche di sezione che le Nuove normative Ministeriali prescrivono per una autostrada.

Inoltre, la connessione Perugia-Bettolle ha un tracciato orientato verso Nord che favorisce la direzione Firenze- Non si considerano bosco: Bologna-Milano a scapito della connessione verso Roma. • gli impianti di arboricoltura da legno o da frutto; Il raccordo Perugia – Bettolle – Siena mette anche in relazione il capoluogo con la trasversale tirreno adriatica • i giardini o parchi urbani; E/78 (Grosseto – Fano). • i boschi ricadenti nelle aree indicate al comma 2 dell’art. 146 del D.Lgs. 29 ottobre 1999, n. 490, nei Le relazioni con la capitale sono svolte per il tramite della E45 e della SS. 675, con accesso all’autostrada in

Pag. 27 di 31 Comune di Passignano - Rapporto Preliminare di VAS ID:402 corrispondenza dello svincolo di Orte. I percorsi operativi individuati si concretizzano nelle seguenti linee di azione: • tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei; Il PRT 2014-2024 è stato recentemente preadottato con deliberazione n. 1522 del 24/11/2014 e conferma il ruolo • ripristino degli usi legittimi; strategico del Comune di Passignano sul Trasimeno nell'ambito lacustre ed in funzione del trasporto a livello • ripristino e tutela dei corpi idrici pregiati; In particolare il comune svolgerà ruolo intermodale per i servizi Regionali Veloci e Regionali su ferro, i sevizi su • riduzione degli scarichi di sostanze pericolose; gomma di Metrobus extraurbani e suburbani ed i servizi di Navigazione. • gestione integrata della risorsa idrica.

Tutto ciò anche in riferimento agli obiettivi fissati dalla Direttiva 2000/60/CE che fornisce il nuovo quadro di Piano di Tutela delle Acque (PTA) riferimento comunitario per tutte le azioni volte a tutelare, preservare e gestire correttamente le risorse idriche, assumendo come oggetto di tutela non solo l’acqua ma tutto l’ambiente acquatico e territoriale circostante. Il Consiglio Regionale dell'Umbria ha approvato, con Delibera n. 357 del 1 dicembre 2009, il Piano Regionale di Tutela delle Acque. L’Accordo di Programma Quadro si caratterizza inoltre come strumento concreto poiché individua con Il Piano di Tutela delle Acque è stato introdotto dal Decreto Legislativo n 152 del 1999, concernente precisione le risorse finanziarie necessarie a realizzare gli interventi previsti, la partecipazione finanziaria di ogni "Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della Direttiva 91/271/CEE sul trattamento soggetto che ha sottoscritto l’Accordo, nonché i comparti operativi dei vari attori responsabili delle materie delle acque reflue urbane e della Direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento specifiche. provocato da nitrati provenienti da fonti agricole" successivamente riproposto all’interno della Parte Terza del Decreto Legislativo n 152 del 2006 concernente “Norme in materia ambientale”. II° atto integrativo Il Piano di tutela rappresenta uno specifico piano di settore e contiene gli interventi volti a garantire il In data 29 Novembre 2007 è stato sottoscritto tra Regione Umbria, Ministero dello Sviluppo raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di cui alla Parte Terza del decreto legislativo, nonché le misure Economico, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare,Ministero delle Infrastrutture e necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Trasporti e Ministero delle Politiche Agricole, il Secondo Accordo Integrativo all’Accordo di Programma Quadro “Tutela delle Acque e Gestione Integrata delle Risorse Idriche”. La tutela della acque è uno degli obiettivi fondamentali delle politiche ambientali della Regione Umbria: il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo L’accordo integrativo finalizzato alla realizzazione di interventi infrastrutturali nelle situazioni di maggiore economico e sociale, devono essere assicurati nel pieno rispetto del principio fondamentale che tutte le acque criticità, ha come oggetto: sono pubbliche e costituiscono una risorsa che deve essere salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di ▪ la programmazione delle risorse di cui alla delibera CIPE n.3/2006 – Quota C.2 per un ammontare pari solidarietà. Qualsiasi uso delle acque deve essere effettuato salvaguardando le aspettative ed i diritti delle a euro 5.130.796,00; generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale, indirizzandosi verso il risparmio ed il rinnovo ▪ la riprogrammazione di risorse statali e regionali precedentemente programmate all’interno delle risorse per non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell'ambiente, l'agricoltura, la fauna e la flora dell’Accordo di programma quadro in materia di “Tutela delle acque e gestione integrata delle risorse acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici. idriche” sottoscritto in data 1 marzo 2004; Al fine di perseguire obiettivi di sviluppo coerenti con quanto sopra descritto, la Regione Umbria, fin dal 1986, si ▪ l’attivazione di altri due interventi di depurazione nella media Valle del Tevere.l’annullamento di due è dotata di un "Piano Regionale di risanamento delle acque dall'inquinamento e per il corretto e razionale uso interventi precedentemente inseriti all’interno dell’APQ del 2004 e che intervenivano in una area delle risorse idriche", redatto ai sensi della Legge 319 del 1976 (la cosiddetta legge "Merli"). Il Piano è stato poi limitata del bacino del fiume Nestore e l’attivazione, in loro sostituzione, dei primi tre lotti funzionali del aggiornato a partire dal 1996 e fino all'anno 2000. progetto complessivo per il sistema di raccolta, collettamento e depurazione delle acque reflue urbane Nel 1999 il quadro normativo di riferimento è variato: con il Decreto Legislativo 11 maggio 1999, numero 152, lo degli agglomerati posti lungo il bacino del fiume Nestore; Stato italiano, intendendo recepire le direttive comunitarie 91/271/CE e 91/676/CE, ha dettato disposizioni in materia di tutela delle acque dall'inquinamento imponendo a tutte le Regioni di dotarsi di appositi Piani di Il costo complessivo degli interventi ammonta a euro 17.500.000,00 ed è interamente coperto da risorse statali, Tutela delle Acque (PTA). regionali e dagli investimenti dell’ATO Umbria 1. Il successivo Decreto Legislativo 3 aprile 2006, numero 152, recante "Norme in materia ambientale", nel recepire la Direttiva quadro in materia di acque 2000/60/CE ha abrogato il precedente decreto del 1999 mantenendo, In particolare l’attivazione dell’intervento previsto per il bacino del fiume Nestore costituisce il primo e più però, i Piani di Tutela delle Acque quali strumenti di tutela regionale. significativo passo per la completa attuazione delle finalità e degli obiettivi fissati dall’accordo programmatico La materia trattata dal Testo Unico Ambientale influisce in modo sostanziale sullo sviluppo della comunità del 6 marzo 2006 firmato tra la Regione Umbria, la Provincia di Perugia, i Comuni di Panicale, Perugia, regionale; è apparso dunque necessario introdurre con un'apposita legge regionale, in armonia con il Titolo V e e la Comunità Montana Trasimeno-Medio Tevere e volti non solo al risanamento dello stato della Costituzione della Repubblica Italiana, norme per la tutela dall'inquinamento e per una corretta gestione qualitativo delle acque, alla depurazione delle acque reflue con conseguenze riutilizzo per uso irriguo, ma anche delle risorse idriche umbre. la riqualificazione fluviale del Nestore e dei suoi affluenti ed alla valorizzazione delle attività turistico-culturali, ricreative ed agronomiche dell’area. L’Accordo di Programma Quadro “Tutela delle Acque e Gestione Integrata delle Risorse Idriche”, stipulato in data 1 marzo 2004, rappresenta lo strumento di programmazione regionale degli interventi in materia di risorse idriche e consente il raggiungimento degli obiettivi prefissati per questo specifico settore dall’Intesa Istituzionale 2. Possibili effetti dell’attuazione del Piano di Programma siglata tra lo Stato Italiano e la Regione dell'Umbria nel marzo 1999. Attraverso questo strumento viene individuato e definito un percorso procedurale ed operativo mirato 2.1 Rischi per la salute umana o per l'ambiente all’attuazione degli interventi strutturali ritenuti prioritari per risolvere le maggiori criticità e per il raggiungimento di una attenta ed oculata gestione di una risorsa ambientale che risente in maniera diretta delle pressioni e degli Il Piano Regolatore Generale Parte Operativa- Stralcio non prevede al momento localizzazione o realizzazione impatti che i processi di sviluppo comportano. di impianti od opere particolarmente rischiose, né tanto meno ci sono Industrie a rischio di Incidente Rilevante.

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Non prevede alcuna altra localizzazione di opifici od interventi che possano costituire elementi autonomi di rischio per la salute umana o per l’ambiente.

2.2 Entità ed estensione nello spazio degli effetti

L'area geografica interessata da fenomeni strettamente attinenti è quella corrispondente a una parte di quella del Comune

2.3 Valore e vulnerabilità dell'area

L'area potrebbe essere interessata a causa: a) delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale; b) del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite dell'utilizzo intensivo del suolo; c) impatti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale. Il Piano non prevede interventi che vanno ad incidere significativamente sulle caratteristiche naturali o sul patrimonio culturale. Il Piano non prevede il superamento dei limiti dell'utilizzo intensivo del suolo. Il Piano non prevede la localizzazione di aree od opere di particolare che possano produrre un impatto significativo su paesaggi protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale.

Pag. 29 di 31 Comune di Passignano - Rapporto Preliminare di VAS ID:402

Obiettivi Ob. 1 PUT Coerente PARTE III - La Valutazione PTCP Coerente PAI Coerente Valutazione qualitativa delle alternative ed indicazione dei criteri TUF Trascurabile

Riteniamo che la valutazione delle alternative debba attenersi alla lettera delle direttive VAS della Comunità PRT Trascurabile Europea ed in special modo alla lettera h) dell’Allegato I: “h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative PTA Trascurabile individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate PRG Parte strutturale 2016 Coerente (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste;” Tuttavia in questo caso le alternative non sono possibili, in quanto lo stralcio operativo è tematico (normativo) e localizzativo. Valutazione di Incidenza e Rapporto Ambientale Alterativa 1: BAU (Business As Usual)

I procedimenti di VAS ricomprendono anche la VincA, come stabilito dall'art. 14 co. 3 della LR 12/2010. L’opzione Zero coincide in questo caso dunque con la situazione attuale, senza dunque predisporre oggi lo Tuttavia, in relazione alla natura dell'obbiettivo di questo stralcio operativo si rinvia la redazione della stralcio Operativo. “Relazione di Incidenza”, all'eventuale fase di Rapporto Ambientale. Inoltre le aree interessate dallo Stralcio Tabella 37 – Opzione Zero non ricadono in SIC o ZPS. Infine non si produce l'indice del Rapporto Ambientale, poiché si ritiene che il Ob. 1 procedimento di VAS possa concludersi con la sola Verifica di Assoggettabilità

Valutazione Sociale Negativa

Valutazione ambientale Trascurabile Conclusioni Valutazione economica Negativa

Si ritiene che considerate le modifiche previste in oggetto riguardanti lievi modifiche normative (e i modesti Matrice di Coerenza "INTERNA" effetti ambientali che potrà produrre), essa sia da escludere dall'ambito di applicazione della VAS, in armonia con quanto riportato all'art. 3 co. 4 della LR 12/2010. Ad ogni buon conto è stato avviato il procedimento di Verifica di Assoggettabilità a VAS ex LR 12/2010. Le modifiche interessano sono il 4 per mille del territorio La matrice correla qualitativamente gli obiettivi di questo stralcio al PRGO tra di loro. Poichè lo stralcio ha un passignanese e quindi, come da Sentenza C-444/15 della Corte di Giustizia UE, non determinano effetti unico obiettive la coerenza è verificata. significativi sull'ambiente tali da essere soggetti ad una Valutazione Ambientale.

Tabella 38 – Coerenza interna Obiettivi Ob. 1 Ob I Coerente

Matrice di Coerenza "ESTERNA"

La matrice correla qualitativamente gli obiettivi del PRG Parte Operativa Stralcio con strumenti sovraordinati e strumenti di pianificazione comunale..

Tabella 39 – Coerenza esterna Obiettivi Ob. 1 Umbria 2015 Trascurabile DAP Trascurabile PSR Trascurabile DST Trascurabile PPR Trascurabile

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Gruppo di lavoro:

ARCH. BRUNO MARIO BROCCOLO ARCH. MARIA ROSARIA VITIELLO ING. I MATTEO BUGIANTELLA

ITER OGGETTO DATE File address: RP\Passignano PRGO stralcio RP_rev1.doc Page number: 31 Tag: Passignano, PRGO stralcio, Rapporto Preliminare Prodotto da: BMB 28/02/2017 Viewed by: BMB 01/03/2017 Approved by: BMB 01/03/2017 Delivery to: Comune di Passignano sul Trasimeno - Responsabile Ing. Gianluca Pierini Document: Order: Occurrence: Distribution: Non Controllata

Firme e timbri

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