anno XII/XIII (2011), n. 13 (1)

Archivio Antropologico Mediterraneo

ARCHIVIO ANTROPOLOGICO MEDITERRANEO on line

anno XII/XIII (2011), n. 13 (1)

Semestrale di Scienze Umane ISSN 2038-3215

Università degli Studi di Palermo Dipartimento di Beni Culturali, Storico-Archeologici, Socio-Antropologici e Geografici Sezione Antropologica Direttore responsabile Gabriella D’Agostino Comitato di redazione Sergio Bonanzinga, Ignazio E. Buttitta, Gabriella D’Agostino, Vincenzo Matera, Matteo Meschiari Segreteria di redazione Daniela Bonanno, Alessandro Mancuso, Rosario Perricone, Davide Porporato (website) Impaginazione Alberto Musco Comitato scientifico Marlène Albert-Llorca Département de sociologie-ethnologie, Université de Toulouse 2-Le Mirail, France Antonio Ariño Villarroya Department of Sociology and Social Anthropology, University of Valencia, Spain Antonino Buttitta Università degli Studi di Palermo, Italy Iain Chambers Dipartimento di Studi Americani, Culturali e Linguistici, Università degli Studi di Napoli «L’Orientale», Italy Alberto M. Cirese (†) Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Italy Jeffrey E. Cole Department of Anthropology, Connecticut College, USA João de Pina-Cabral Institute of Social Sciences, University of Lisbon, Portugal Alessandro Duranti UCLA, Los Angeles, USA Kevin Dwyer Columbia University, New York, USA David D. Gilmore Department of Anthropology, Stony Brook University, NY, USA José Antonio González Alcantud University of Granada, Spain Ulf Hannerz Department of Social Anthropology, Stockholm University, Sweden Mohamed Kerrou Département des Sciences Politiques, Université de Tunis El Manar, Tunisia Mondher Kilani Laboratoire d’Anthropologie Culturelle et Sociale, Université de Lausanne, Suisse Peter Loizos London School of Economics & Political Science, UK Abderrahmane Moussaoui Université de Provence, IDEMEC-CNRS, France Hassan Rachik University of Hassan II, Casablanca, Morocco Jane Schneider Ph. D. Program in Anthropology, Graduate Center, City University of New York, USA Peter Schneider Department of Sociology and Anthropology, Fordham University, USA Paul Stoller West Chester University, USA

Università degli studi di Palermo Dipartimento di Beni Culturali Storico-Archeologici, Socio-Antropologici e Geografici Sezione Antropologica Indice

Ragionare

5 Tzvetan Todorov, Le scienze umane e sociali. Uno sguardo retrospettivo

11 Ulf Hannerz, Operation Outreach: Anthropology and the Public in a World of Information Crowding

19 Helena Wulff, Cultural Journalism and Anthropology: A Tale of two Translations

27 Ralph Grillo, Cultural Exclusion: Migrant Minorities and the Law in the UK

Ricercare

37 Valentina Rametta, Il desiderio del selvatico. La Wilderness come categoria antropologica dell’immaginario

55 Paolo Favero, Blessed be the Good Soldier: Cinema, Media and the Manufacturing of Nationhood in Post 9/11 Italy

67 Stefano degli Uberti, Turismo e immaginari migratori. Esperienze dell’altrove nel Senegal urbano

85 Tommaso India, La cura dell’uchimvi: nota sulla medicina tradizionale dei Wahehe della

101 Alessandro Mancuso, Concezioni dei luoghi e figure dell’alterità: il mare tra i Wayuu

Divagare

119 Antonino Buttitta, Don Chisciotte innamorato

Documentare

131 Giuseppe Giordano, Stabat Mater di tradizione orale in Sicilia

147 Abstracts In copertina: Foto di Nino Russo (Vinales Cuba, 1993) Le scienzeumaneesociali.Unosguardoretrospettivo* Tzvetan Todorov andare inun paese occidentale,perun anno,amie universitari misipresentò una opportunitàinattesa: to chedueannidopolaconclusione deimieistudi nascondino incuimiero impegnato,dalmomen- xismo-leninismo. dispensato dall’obbligo di cantare le virtù del mar testuali, lapiù“scientifica”possibile,miavrebbe sperare che la descrizionerigorosa delle proprietà cammino tracciatoerastretto,mapotevoalmeno lità ideologica.L’impresa noneraprivadirischi,il opere letterarie,aspettidicuipostulavolaneutra- della lingua,dellostile,composizionedelle della politica.Misonodunquevotatoallostudio aspetti dellaletteraturachesfuggisseroall’ambito lettuale, cisidovevaingegnareatrovareestudiare si era disposti a sacrificare il proprio interesse intel- limitare alruolodisemplicipropagandisti,senon sta dicuisireclamavailpotere.Senoncivoleva illustrassero ocontraddicesserol’ideologiacomuni- di vista:bisognavastabiliresinoachepuntoesse no analizzateevalutatesecondoununicopunto camente ipercorsidellaricerca.Leopereveniva- di tutte le scienze umane e sociali limitava drasti- soddisfaceva. Ilrigidoinquadramentoideologico modo in cui questi studi erano organizzati non mi Lettere moderne,prestomisonoresocontocheil dedicato aglistudiletterari. quale sarebbestatoilmiomestierefuturo:misarei non rappresentavalamiavocazione,poteidecidere mi consapevole del fatto che la creazione letteraria na cheimieigenitorimimettevanoinmano.Reso- con passioneleoperediletteraturaanticaemoder lante studenteinfisicateorica. Divoravo,tuttavia, matematica; miofratellomaggioreeragiàunbril- con ledisciplinescientifiche,inparticolare conla gli anniCinquanta.Avevo unacertadimestichezza liceale nelmiopaesenatale,laBulgaria,l’iniziode- a moltianniaddietro,agliincuieroancora teresse perquestoambitodellaconoscenzarisale narrazione delmiopercorsointellettuale.Ilin- mie riflessioni sulle scienze umane la forma di una Spero misivorràperdonaresedaròaqueste Non sapròmaicomesarebbe finitoilgiocoa Iscrittomi all’universitàdiSofiainuncorso - - ner. Lévi-Strauss, a sua volta, intravedeva l’ideale zione edallaciberneticapromossa daNorbertWie- svolta traendoispirazione dalla teoriadell’informa- studio deifattisocialicome sistemidisegni. nel quadrodiunasemiotica generale,assumendolo suggeriva chequestealtredisciplinesiiscrivessero dem: 79),scrivevaLévi-Strauss.Eglidiconseguenza parare dailinguistiisegretidellorosuccesso»(ibi- un esempioperlealtrediscipline.«Vorremmo im- un rigore d’analisi tale da farne una scienza pilota, della linguisticastrutturale.Questapotevavantare ra mondiale,eammiravainluiunodeifondatori d’esilio aNewYork, altempodellaSecondaGuer stato vicinoaRomanJakobsonduranteisuoianni modo esemplaredallalinguistica.Lévi-Straussera strada perquestatrasformazione era incarnata in propria scienza»(ibidem:350-351).Secondolui,la si sentepiùvicinachemaiadiventareunaverae nuova, divivere«nelmomentoincuil’antropologia stesso tempo, la sensazione di vederaprirsi una fase tutte» (Lévi-Strauss1958:80).C’eratuttavia,nello paradiso ilcuiaccessoeralorovietatounavoltaper l’universo dellescienzeesatteenaturalicomeun ze umaneesocialisisonorassegnateacontemplare trattava del fatto che «per uno odue secoli le scien- e socialiinverepropriescienze.Innanzitutto,si manifesto dellatrasformazionedellescienzeumane structurale, del1958,chesipotevaconsiderareun Claude Lévi-StraussconlasuaoperaAntropologie In testaaquestorinnovamentostavaunautorecome umane dovesembravanoaprirsiprospettivenuove. visto scivolareversoilvicinoambitodellescienze storico, biograficoeideologico.Benprestomisono dominavano degliapproccipiùtradizionaliditipo rigore metodologicoel’esattezzadell’analisi;allora condiviso, e neppure la mia preoccupazione per il o lastrutturadelleoperenonsembravafossemolto attirasse. Ilmiointeresseperlalingua,lostile partiti all’Università,manontrovainientechemi a oggi).Cercaiinformazionisuglistudiletterariim- primavera del1963(l’annoinquestionedurasino Parigi senzaesitazioneemiciritrovaiungiornodi spese, perperfezionarelamiaformazione.Scelsi La linguisticaavevapotuto compierequesta 5 -

Ragionare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) delle scienze umane in una loro progressiva mate- gni e inoltre per il fatto che la linguistica era dotata matizzazione. Il vantaggio del linguaggio, oggetto già di una metodologia esemplare. Ho cominciato di studio dei linguisti, consiste nel fatto che esso a studiare i testi dei linguisti più noti, Jakobson e è «atto a soddisfare le esigenze del matematico» Benveniste, ne ho seguito le conferenze e i corsi, (ibidem: 65), ragion per cui vi si «trovano riunite» mi sono recato anche all’Institut Henri Poincaré, in (ibidem: 64) le condizioni di uno studio davvero Francia una scuola d’eccellenza per le ricerche ma- scientifico. tematiche. Qui si tenevano alcuni corsi destinati a Le matematiche cui Lévi-Strauss pensa non ri- neofiti come me, sulla teoria degli insiemi, la logica guardano tanto la misura delle quantità, ruolo riser- matematica e l’uso dei metodi statistici in letteratu- vato alla statistica, quanto la struttura qualitativa. Si ra e in sociologia. Tra le mie prime pubblicazioni dimostrano particolarmente utili alcuni sviluppi re- in francese trovo dei titoli come «La linguistique, centi in ambiti quali «logica matematica, teoria de- science de l’homme» (su Benveniste) o «Procédés gli insiemi, teoria dei gruppi e topologia» (ibidem: mathématiques dans les études littéraires» (To- 310). E se, quando evoca questa evoluzione dell’an- dorov 1965, 1966). Avevo dimenticato del tutto il tropologia, Lévi-Strauss utilizza il condizionale e contenuto di quest’ultimo articolo e confesso che, il futuro. Lui stesso d’altro canto disegna qualche in vista del contributo di oggi, l’ho aperto con una passo in questa direzione: nei suoi studi sulle regole certa apprensione. Mi sono sentito sollevato nel matrimoniali e i sistemi di parentela troviamo infat- constatare che si trattava essenzialmente di una cri- ti numerosi schemi e formule, senza dimenticare la tica dei tentativi di matematizzare gli studi letterari. formula algebrica con cui riassume la struttura dei Solo alcuni decenni dopo mi sono reso conto miti (ibidem: 310). di una curiosa coincidenza. Nello stesso momento, Quando Lévi-Strauss enumera le «missioni pro- l’inizio degli anni Sessanta, un altro etnologo fran- prie dell’antropologia», pone in cima l’obiettività: cese si poneva degli interrogativi sulla natura e gli «La prima ambizione dell’antropologia è di arrivare obiettivi delle scienze umane e sociali. Si trattava di all’obiettività, di inculcarne il gusto e d’insegnarne Germaine Tillion, che condividerà con Lévi-Strauss il metodo». Si deve fare in modo di eliminare non la longevità (lei era nata nel 1907, Lévi-Strauss nel solo i giudizi di valore, ma gli stessi concetti per 1908; lei è morta nel 2008, lui nel 2009) e che, come mezzo dei quali si pensa il mondo. Si deve aspira- lui, sarà Directeur d’études all’École Pratique des re a trovare «una formulazione valida non soltanto Hautes Études (ma in un’altra sezione). In quel per un osservatore onesto e obiettivo, ma per tutti tempo, tuttavia, anche se ne avessi avuto voglia, non gli osservatori possibili» (ibidem: 398). Il problema avrei potuto conoscere le sue riflessioni in quanto fondamentale delle scienze umane e sociali, diver- esse sono rimaste inedite sino alla sua morte. Le samente dalle scienze naturali, deriva dal fatto che ho scoperte quando sono stati aperti i suoi archivi l’osservatore e l’oggetto dell’osservazione sono del- e, convinto del loro interesse, le ho pubblicate nel la stessa natura: esseri umani fatti della stessa pasta. 2009 in un volume dal titolo Fragments de vie. Que- E dal momento che, in questo ambito, l’osservato- ste pagine di un’opera incompiuta e abbandonata re è interessato innanzitutto alle rappresentazioni datano agli anni 1961-64 e sono integrate da note che non è possibile misurare direttamente, affiora precedenti e correzioni successive. la questione della maledetta soggettività, sia quella Germaine Tillion, una allieva di Marcel Mauss, dell’osservatore sia quella dell’osservato. Proprio parte per la sua prima missione sul massiccio per il fatto che bisogna combatterla «per risolvere dell’Aurés, in Algeria, alla fine del 1934. Come ogni il problema della oggettività», Lévi-Strauss vede di giovane studioso, è convinta della necessità di ren- buon occhio la situazione del momento: «L’antro- dere il suo lavoro più scientifico possibile: «Molto pologia comincia a volgersi verso le matematiche e ingenuamente, ero determinata a reagire contro il la logica simbolica» (ibidem: 403). carattere approssimativo delle nostre scienze det- A dire il vero, in Anthropologie structurale come te umane», ricorda trent’anni dopo. Il suo slancio in altri lavori di questo periodo si potevano trovare però si contiene: pur restando convinta dell’utilità delle restrizioni, delle sfumature, delle riserve rela- di misure rigorose, ritiene al contempo che «le sta- tive a questo programma; tuttavia, è qui il messag- tistiche, anche esatte, omettono elementi essenzia- gio principale che ne riceviamo: le scienze umane li» (Tillion 2009: 60). Intraprende pure la stesura dovevano abbracciare l’ideale matematico e seguire di una tesi secondo lo ‘spirito’ del tempo, intitolata il cammino intrapreso dalla linguistica, la migliore Étude totale d’une tribu berbère, ma quando torna tra queste scienze. Ci trovavo una giustificazione dalla sua ultima missione, nel maggio del 1940, l’e- supplementare al mio interesse per l’aspetto ver- sercito francese crolla, la Francia capitola e Tillion bale delle opere, in quanto la letteratura poteva a decide subito di impegnarsi nella resistenza. Vi par- sua volta essere considerata come un sistema di se- tecipa attivamente per due anni, prima di essere ar-

6 soggettività dell’etnologo, manonciriesce deltut- nare dalsuotestoogniconclusione sull’inevitabile internazionale» (ibidem:277).Cercaalloradielimi - ta dalei,«unresocontoper unarivistascientifica stituzione londinese.Satuttavia checosacisiaspet- nel momentoincuiredigeva ilsuorapportoperl’i- ro nell’ambitodellescienzeumanesindal1946-47, re soltantounlavorodiconoscenzamediocre. siano isuoisforzi e lasuaerudizione, potrà produr storico conscarsaesperienzapersonale,qualunque (ibidem: 48).Unetnologo,ounopsicologo, tro cheleesperienzeacquisiteinprimapersona» cernita?», sichiedeTillion, erisponde:«Nient’al- ne ricercanoilsensoelecause.«Chiguideràquesta gono fatti,chesonoaltrettantieffetti;dall’altra,se aspira a un ideale di profondità. Da una parte si col- combinando egerarchizzandoleinformazionisi Dall’altro, sicercadicomprendere, selezionando, suo idealeèl’esattezzaeilquadrol’erudizione. si miraaconoscere,adaccumulareinformazioni,il ambito comportadunquedueversanti:daunlato, quelli stra specie.[…]glieventivissutisonolachiavedi sabile sostratodellaconoscenzaautenticano- vissuta, profondaediversacostituiscel’indispen- pura erudizionenonèsufficienteeun’esperienza conclude: «Perdiscuteresullescienzeumane,la logo vedeecapiscesia del lavoroetnologicodipendesiadaciòchel’etno- occhi lasocietàoggettodelsuostudio.Ilrisultato trazionaria l’hatrasformataedifattovedeconaltri loro aesserecambiati,èlei.L’esperienza concen- la sua comprensione non è più la stessa. Non sono gli Chaouiadell’Aurés,tuttaviasirendecontoche ha raccolto alcuna nuova informazione riguardante da siriflettesullaprima. Tra il1940e1946non entrambe reali,maTillion scoprepureche lasecon- 276). Ora,nonsoloquestedueconoscenzesono passionata degliesseriedellesituazioni»(ibidem: nuta oggettiva,dall’altralaconoscenzavissutaeap- da unaparte,ilfilodell’osservazionescientificarite- il puntodellamiaindagine,ifilisiingarbugliarono: però unasorpresa:«Nelmomentoincuivollifare te, leappareirreale,etuttaviaciriesce.L’aspetta lavoro che, alla luce delle esperienze appena vissu- so invano!Tillion famoltafaticaaimpegnarsiinun ricerca: bisognavacheildenarononfossestatospe- campo, lechiedediredigereunarelazionesullasua nanziato isuoidueprimisoggiornidiricercasul la suaodissea. che la sua tesi, quasi ultimata, è scomparsa durante lita esconvolta,nell’apriledel1945.Scopreallora campo diRavensbrück da dovevienefuori,indebo- restata. Dopounannodiprigioniavieneinviataal Tillion aveva compreso questa dualità del lavo- Nel 1946, l’istituzione britannica che aveva fi- osservati» (ibidem).Laconoscenzainquesto da ciòchehavissuto.Tillion Tzvetan Todorov, Lescienzeumaneesociali.Unosguardoretrospettivo - idee equello dei valorimoraliepolitici mi eranodi- ai soliaspettimaterialidelle opere;ilmondodelle rio, facevacadereogniobbligo circailmiointeresse democrazia liberale e nonpiùin un paese totalita- documentare: il fatto di vivere in Francia, in una sta sedenemenzioneròsolo unaperchéèfacileda Tra lediverseragionidiquestaevoluzione,inque- re daimieicontattiinizialiconilpensierofrancese. scenza nellescienzeumanesieranoevolutiaparti- Tillion, i miei punti di vista sulla natura della cono- arrivo inFranciaignoravodeltuttoilpensierodi pegna. restare lucidisullanaturadellavoroincuicisiim- negherà ognipertinenzaall’osservazione;èmeglio tività èun’illusione,tantonefastaquantoquellache 257). Inquestoambito,lascomparsadellasogget- nello stessotempo,diquelloumano»(ibidem:256- sto fapartedeidatidelproblemastoricoeanche, preso el’incomprensionelaportaèstretta,maque- incomprensione pressochéradicale.Tra ilpartito tecipazione” affettivaauneventoèelementodi cile stanarlo,maviceversa,l’assenzatotaledi“par resterà ovviamenteal“partitopreso”,dacuièdiffi- scenza, econclude:«L’ambito delleinterpretazioni elementi soggettivieoggettivinellavorodicono- lità”), tornasultemadellainterpenetrazionedegli gagement etimpartialité»(“Impegnoeimparzia- propria esperienza.Inuncapitolodellibro,«En- dei campidiconcentramentoconilraccontodella intreccia leinformazionifattualisulfunzionamento però unlibrodistoriaintitolatoRavensbrückincui venzionali nellaforma.Dieciannidopopubblica dunque ilsuoprogettoesidedicaalavoripiùcon- piuttosto cheperl’autobiografia.Ellaabbandona ricerca dell’oggettività, si opta per le matematiche nell’ambito dellescienzeumane,sipreferiscela noscimento dell’aspettosoggettivodiognilavoro non soffianelladirezionechehascelto.Alrico- in questaprimametàdeglianniSessanta,ilvento chiave dell’umano»(ibidem:179). panico, l’odio,cosesenzalequalinonsipossiedela che soffrono,laviltàeivili,paura,fame,il sciuto il crimine e i criminali, la sofferenza e coloro ricostruito lemieclassi“umaniste”,chehocono- spensabile del primo: «È allora, solo allora, che ho Questo secondo apprendistato non èmeno indi- vissuto nellaresistenzaeduranteladeportazione. campo inAlgeria;nellaseconda,descriveràilsuo parti: nellaprima,racconteràlasuaesperienzadi un libroautobiografico.Essadeveconsisteredidue Apprentissages enscienceshumaines,chesaràanche problema, siproponediscrivereun’operadaltitolo to. Quando,quindiciannidopo,tornasuquesto to. Risultato: il suo rapporto non verrà pubblica- Anche se,neiprimidecennisuccessivialmio Germaine Tillion si rende conto tuttavia che, 7 -

Ragionare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) ventati accessibili. Una delle tare della vita sotto un fonti di pari valore. Tuttavia, scrittori e scienziati, regime totalitario riguardava la radicale separazione parallelamente, ambiscono a comprendere i com- tra ciò che si poteva professare (nella vita pubblica) portamenti umani e noi possiamo giudicare tanto e ciò che si provava (nella vita privata); allontanarsi gli uni quanto gli altri a seconda della profondità da questo passato implicava nello stesso tempo che dei loro testi, della loro maggiore o minore capacità potevo tentare di stabilire una continuità tra le due di penetrazione e di rivelazione. In questo senso, sfere. Per non sprofondare nella scolastica, volevo scrittori e specialisti di scienze umane abitano sotto nutrire la mia riflessione delle mie esperienze. È lo stesso tetto. così che nel mio lavoro si sono introdotti temi quali Gli scrittori presentano tuttavia un vantaggio: il confronto tra “noi” (il mio gruppo culturale e so- essi hanno accesso all’interiorità dei loro personag- ciale) e gli “altri” (coloro che non ne fanno parte), gi; se il sociologo facesse altrettanto, verrebbe accu- tra indigeni e stranieri, conquistatori e conquistati. sato di oltrepassare le frontiere della sua disciplina O ancora, qualche anno dopo, tra democrazia e to- e di comportarsi appunto da romanziere. Germaine talitarismo, con particolare riguardo al loro impatto Tillion aveva rilevato questa differenza e così espri- sul comportamento morale. Non cercavo di elimi- meva le sue preferenze: «Oggi che i numeri occu- nare da queste ricerche la dimensione soggettiva, pano in forza le cosiddette scienze umane spesso anzi cercavo di tenerne conto e di informarne il mio mi rammarico che si tenga in così scarsa considera- lettore perché non fosse vittima di una obiettività zione quanto la gente dice, pensa e vuole. […] Solo illusoria, cosa che, ovviamente, non mi esonerava i romanzieri ci fanno uscire dall’approssimazione» dal lavoro di raccolta delle informazioni. (ibidem: 60). Questa è forse la ragione per cui, in Un’altra trasformazione della mia visione delle riferimento a un’epoca lontana, tendiamo a preferi- scienze umane consisteva nell’avvicinarle tra loro, re la fonte letteraria piuttosto che quella scientifica, e non più alle matematiche ma alla letteratura e in perché la prima consente di accedere ad ambiti in- particolare al romanzo. Un romanzo che oggi con- terdetti alla seconda. sente di afferrare bene, se non meglio di quanto Ero arrivato a questo punto delle mie riflessioni non sappia fare un saggio sociologico, l’atmosfera su questi temi alla fine degli anni Ottanta e lo espo- del nostro presente, i costumi che lo caratterizzano, nevo in un libro intitolato Les morales de l’histoire la sensibilità nuova che si diffonde dappertutto e (Todorov 1991). Riflettendoci oggi tuttavia mi ren- cui i romanzieri sono i primi a saper attribuire un do conto che il mio rapporto con le scienze umane nome. Non diversamente, per ritrovare lo spirito si è ulteriormente evoluto. Da allora la mia atten- di un’epoca passata, ci si rivolge con soddisfazione zione è stata attratta non più dal confine che le se- alle sue evocazioni letterarie. Se mi si chiede il titolo para dalla letteratura ma da quello che condivido- di un libro che evochi la realtà della vita sovieti- no con le scienze naturali. La differenza d’oggetto, ca, invece che un testo di storia o di sociologia cito quella tra natura e cultura, che serviva facilmente a senza esitare Vie et destin [Vita e destino] di Vassili separarle, sbiadisce nel momento in cui si constata, Grossman. Accanto alle informazioni che i romanzi come non può non farsi, che il possesso di una cul- ci consegnano sulle caratteristiche di un’epoca o di tura è una caratteristica della specie umana e che una società, vi ritroviamo anche degli spaccati illu- dunque esso deve fondarsi su proprietà biologiche minanti sulla natura umana in generale, le grandi di questa specie animale. passioni che ci muovono, le spinte della vita ordina- Questo cambio di prospettiva ha conosciuto ria, le motivazioni inconsapevoli delle nostre azioni. forse la sua prima manifestazione significativa con È proprio questa una delle ragioni per cui continu- gli scritti del linguista Noam Chomsky, fondatore iamo a leggere e rileggere gli autori classici anche negli anni Sessanta della “grammatica generativa”. quando non siamo interessati in modo specifico al Chmosky aveva sottolineato un semplice fatto, noto loro tempo. Gli scrittori in questo rivaleggiano non a tutti, suscettibile tuttavia di provocare un cambia- tanto con storici e sociologi ma con gli psicologi. mento radicale di prospettiva nella sua disciplina. Evidentemente le due attività, quella letteraria Un neonato può essere trasportato in qualunque e quella scientifica, non si confondono. Come sap- posto del mondo e all’età di due anni imparerà a piamo, quest’ultima ha inizio con una raccolta di parlare la lingua di coloro che lo circondano. Ora, informazioni cui domandiamo innanzitutto l’esat- questo tipo di apprendistato dura anni per indi- tezza; se lo storico o il sociologo inventassero gli vidui adulti molto meglio equipaggiati di lui, sia eventi che costituiscono l’argomento delle loro di- mentalmente sia materialmente. Si impone la con- mostrazioni, rischierebbero di essere esclusi dalla clusione che il cervello umano è ereditariamente comunità scientifica. Da questo punto di vista, il predisposto ad apprendere una lingua, possiede romanziere invece non deve rendere conto di nien- una “grammatica profonda” le cui “grammatiche te, l’osservazione e l’immaginazione sono per lui di superficie” sono solo la manifestazione. Questa

8 continua Sperber che rispondonoainterrogativi dioriginediversa», di uninsiemeprogrammi diricercaautonomi dello unico.«Lenostrediscipline sicompongono della scienza,nonpossono essereridotteaunmo- siano tuttedipendentidallacategoriadelsapere,o pluralista» sulle scienzeumane e sociali.Benché sità diadottare«unpuntovistarisolutamente Strauss, nel2009,Sperberhasostenutolaneces- in occasionedellaprimaedizionedelPremioLévi- superare lamiaperplessità.Nelsuodiscorsotenuto specialista discienzecognitive,mihapermesso francese dipiùvecchiadata,antropologodiventato la? UnsuggerimentodiDanSperber, ilmioamico ogni forma di soggettività e la necessità di assumer Strauss eTillion, tralasperanzadisbarazzarsi dello stessotipodiopposizioneincarnata da Lévi- tavo tralenostredisciplineelaletteratura?Sitratta le scienze“dure”elaprossimitàcheprimaconsta- blema: comericonciliarequestoavvicinamentocon delle frontiere.Mipongoaltempostessounpro- di prospettivechehacomportatoquestaapertura esimermi dalconstatareilnotevolerinnovamento tributi arrecatidatuttiquestistudi,manonposso tracce materialilasciatedainostriantenati. arrivano a far luce sull’identità umana a partire dalle della preistoria,paleontologi,paleobotaniciealtri chiama «l’eccezione umana» (2007). Gli specialisti stra e mettendo fine a ciò che Jean-Marie Schaeffer delle grandiscimmieelesuerelazioniconlano- frontiera inunaltromodo,studiandolavitasociale particolare, primatologi hanno oltrepassatola stessa logi, specialistidelcomportamentoanimalee,piùin aperto nuoveprospettiveperlescienzeumane.Eto- naria, ladiagnosticaperimmaginicerebrale,hanno neurologiche suirisultatidiunatecnicarivoluzio- Le neuroscienzechebasanolostudiodellemalattie mente imposto,dandooriginearicerchestimolanti. smo eilsuocomportamentosociale,sièprogressiva- stabilire unnessotralebasibiologichedell’organi- il principiostessodellasociobiologia,lanecessitàdi mare ildarwinismosocialeelesueipotesi.Tuttavia, e sidiffidavaanchedituttoquantopotesse richia- i suoi primi risultatispessoerano troppo schematici ze della natura come Lévi-Strauss. Bisogna dire che diffidenza, anchedapartediautoriapertiallescien- festazioni in Francia venneroaccoltecon una certa fondatore Edward O. Wilson. Le sue prime mani- disciplina, lasociobiologia,cosìchiamata dal suo frontiera diventavalaparolad’ordinediunanuova ragion d’essere. zata: lacesuratralinguisticaebiologianonhapiù predisposizione meritadiessereosservataeanaliz- conviene identificare alcune grandi categorie che Non hoalcunacompetenzaperdibatteresuicon- Qualche annodopo,l’aperturadiquestastessa 1 . Sesiaccettaquestopostulato, Tzvetan Todorov, Lescienzeumaneesociali.Unosguardoretrospettivo - l’altro, questa modestalezione:noncediamo allapul- sociali, duratodiversidecenni, traggodunque,tra sua voltaprovvistadisenso. quanto si vuole comunicare: la forma letteraria è a di coinvolgereillettoreconta aifinidell’effettodi di studio.Èquichelostessomodoscriveree presiede alladelimitazionestessadelsuooggetto di sospendereognigiudiziovaloreperchéesso ricercatore quicontanoenonglisipuòchiedere svelamento. Le sceltemorali,politiche, culturali del obiettivo ultimounaveritàinterpretativa,odi- opere letterarie,esonoquestestesseadaverecome queste ricercheapoterentrareinrisonanzaconle di opere,letterarie,filosofiche,intimistiche.Sono morali, vigenti in una società; o, ancora, l’esegesi lo studiodelle diverse norme giuridiche, estetiche, ne comelastoria,sociologia,l’etnologiamaanche riallacciano aquestopolo,evidentemente,discipli- zioni circoscritte a un tempo e un luogo specifici. Si più laspecieumanamadeterminatesuemanifesta- questo intendodirechel’oggettodistudiononè scienze umaneesocialisirivolgealparticolare.Con sua teoriadellinguaggio. scritti politici,nonhalasciatoalcunatracciasulla filosofia libertariaeantimperialista,rivelatadaisuoi XX secolo,lacuiprosanoneraelegantee che hasconvoltol’evoluzionedellalinguisticadel effetto passeggero.LoprovaappuntoChomsky, frasario, lastrutturadeiloroscrittihannosoloun sulla stessateoriagrammaticale.Lostiledelloro o diestremasinistra,possonomettersid’accordo valore. Che si tratti di linguisti di estrema destra ruolo enonglisirichiedediformularegiudizi turale omoraledelricercatorenongiocaungrande bito, comeperlafisicaobiologia,l’identitàcul- indaghino leistituzionideiparlanti.Inquestoam- suo studio,inlineadimassima,nonrichiede che si chiaramente delimitatadaciòchelacircondaeil fatto chelasuamateriadistudio,illinguaggio,è la filosofia.Lalinguisticavièpureconnessa,peril l’antropologia generale e, inuncertosenso,anche so questo polo sono discipline come la psicologia, evidente enecessaria.Particolarmenteattrattever hanno peroggettolanostraspecieèinquestocaso manifesta. Larelazioneconlescienzenaturaliche mano, qualunquesianolecircostanzeincuiessosi ticolare. Nelprimocaso,l’oggettodistudioèl’u- tra duediversiscopi:versoilgeneraleepar- senza dubbiounpo’rozza,dovrebbeesserequella ricerca» gli uni in rapporto agli altri, opposizione ne perdistinguereesituarequesti«programmidi e deicriteridivalutazione. consentano diarticolarelapluralitàd’orientamenti Dal mio percorso attraverso le scienze umane e Dal miopercorsoattraverso lescienzeumanee Il secondopolodellericerchenell’ambito Per quantomiriguarda,laprimaopposizio- 9 -

Ragionare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) sione monista, al desiderio di unificare tutto entro Note una sola categoria. I nostri bisogni esistenziali, etici, estetici non coincidono tra loro e non richiedono lo stesso trattamento. La nostra visione del mondo non dipende direttamente dai nostri saperi. Le scienze * [Questo testo riprende gran parte dell’intervento umane sono al tempo stesso generali e particolari, og- di Todorov in occasione della presentazione del suo li- gettive e irriducibilmente soggettive. Ognuno di noi bro Una vita da passatore. Conversazione con Catherine è responsabile dell’equilibrio che stabilisce tra queste Portevin (Palermo, Sellerio 2010), svoltasi a Palermo, molteplici esigenze. nell’Aula Magna del Rettorato, il 10 dicembre del 2010. L’Autore ha espressamente chiesto che fosse pubblicato in italiano. La traduzione è di Gabriella D’Agostino].

1 http: //www.dan.sperber.fr/?p=792.

Riferimenti

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10 a WorldofInformationCrowding* Operation Outreach:AnthropologyandthePublicin Ulf Hannerz was nottempted. of fifteen seconds of fame. Again, in this instance, I sense ofpublicdutyorseduced bythepossibility graphic inventory for something to say, out of a us willthenindeedtrytosearchtheglobalethno- lels, comparisons,oroverviews.Perhapssomeof although otherwiseprobablyratheruseless,paral- world, andthusabletoofferpossiblyentertaining, to beincontrolofexotictidbits from aroundthe ce withthedisciplineexpectanthropologists tly, like that. People who haveno close acquaintan- may findthatitissometimes,infactratherfrequen- contemporary publiclifeandknowledge,we the SwedishpoliticiangoingKwakiutl. from thatIdeclinedtheinvitationtocommenton could take a look at the Wikipedia article, but apart that ifhewantedtoknowmoreaboutpotlatch tive ontheirnewoccurrenceinSweden.Isuggested if Iwouldcaretoofferananthropologicalperspec- tion, somethingcalled“potlatch”.Andsoheasked can Indianswhoalsohadpublicritualsofdestruc- heard fromsomeonethattherewereNorthAmeri- come by. Onejournalistcontactedmeafterhehad the summer, whengoodstoriestendtobehard tention inthemediabecausetheyoccurredduring money onfireundoubtedlydrewsomeaddedat- son tobetrustedwithpublicfunds. the suspicionwas confirmed thatthiswas notaper le fewcouldrememberexactlywhatthepointwas, widespread comment, although it may be that whi- bills, tomakesomepointdramatically. Thisdrew had setfireto100000kronor(some10000euro)in leader ofthecountry’s mainpostcommunistparty, feminist politician,well-knownsinceherpastas another itemdescribedapublicoccasionwhere out champagneinthesink.Ataboutsametime, displayed theirwealthbyostentatiouslypouring in Sweden about some young Fairly recentlythere was astoryin newsmedia If we wonder about the part of anthropology in Anyway, boththechampagnepouringand nouveaux riches who - more totheoverall natureoftheflow ofinforma- gists (Hannerz2004).That studymademeattend some waysonaparalleltrack tothatofanthropolo- insofar asIthoughtofthese journalistsasbeingin endeavor Ihavedescribed as“studyingsideways”, work ofnewsmediaforeign correspondents–an more specificallyonthetimeIspentstudying the mediaandtheirplaceincontemporarylife, draws rathermoreonalong-standinginterestin my interest in the potential of anthropology here contributions and thewell-being of thediscipline, ently toit.Apartfromageneralconcernwiththe committed themselves more actively and consist- share of it, but I can identify colleagues who have tivities ofanthropologicaloutreach.Ihavedonemy based onanotablywideandlongexperienceinac- the beginningthatImakenoclaimtoanexpertise they wouldleadustopursue.Ishouldsay, too,from directions theywouldpointus,whatlinesofaction often thereisprobablynorealdifferenceinwhich kinds ofinterestsinanthropologygoingpublic;and think aboutitsbrand(Hannerz2010:46ff.). market-celebrating era,anthropologyneedsto the vocabularyofourmarket-oriented,stilleven to others.AsIhavearguedelsewhererecently, in usual withourcapacityforreachingouteffectively academia, wemayjustfeelmoreconcernedthan time, inavolatileworldwhichalsoextendsinto need notbeincontradiction.Butatthispoint gave usgreaterrecognition.Thesetwoconcerns understood usbetter, valuedourworkmorehighly, may feelthatitwouldbegoodforusifotherpeople narrowly, more egoistically, on the other hand, we even betterinformed“citizensoftheworld”.More which canmakethembetterinformedcitizens– to offerfromwhichotherpeoplemaybenefit,and we may sense that we have knowledge and insights sides tothis.Ontheonehand,morealtruistically, stood tooffer, towideraudiences.Therearetwo terest inwhatanthropologycanoffer, andisunder My commentsherearemotivatedbyboththese This, however, doesnotmeanthatItakenoin- 1. Informingthepublic,andbuildingabrand 11 -

Ragionare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) tion and knowledge in today’s world; and conse- notice. I am not arguing for an anthropology that is quently also to whatever place anthropology might sensationalist and headline-grabbing, but I wonder have in that flow. I believe that will come out fairly if we could not, some of the time, be a little more clearly in what follows. ambitious in our choices of research topics. In the context of doing “anthropology at home”, for European anthropologists, it would seem to me 2. At home and away that there are major cleavages, and central institu- tions, about which we could have more to say. To My study of the foreign correspondents, from begin with what is perhaps most obvious: during the print media as well as radio and television, but my time as an anthropologist, this continent has with a concentration on those who reported from changed greatly through migration, so that ethnic Africa and Asia and the Middle East to Europe and cultural diversity, interrelating with class struc- and North America, actually offered a parallel in tures which are themselves changing, now charac- particular with one side of anthropological report- terizes most national societies. It now seems to me ing: that involving fieldwork away from home, in that anthropologists took a more active research some more distant part of the world. Just as there interest in this in earlier years, and may just pos- are journalists, really a majority of them, who do sibly have retreated somewhat from this complex their work in their own town or their own country, of issues and topics over time. If this is indeed so, there are now a great many of us who do “anthro- there may be various reasons for it. We may have pology at home”. As anthropology has expanded, become wary of problematizing and exoticizing both in its fields of inquiry and in the number of particular immigrant and minority groups; and practitioners, since the second half of the twentieth these groups may in any case by now have their century, this has no doubt become an increasing own spokesmen and spokeswomen, who are mostly proportion of the discipline. I think it is useful to not themselves anthropologists, and may even be point to this distinction at the outset, as it seems inclined to be suspicious of our discipline. We may to me that the circumstances of reaching out with feel that there are diminishing scholarly returns in anthropological knowledge and points of view are this field, so that what is now there to be done in rather different (although certainly not entirely so) fact mostly involves fairly small facts, speaking to in these situations. similarly small issues. But then I wonder if we have Whether the anthropology we want to reach out not also become somewhat uneasy about a wide- with is from home or abroad, there is also another spread, less favorable social and political climate. distinction to be made. We may be concerned with There are now varieties of neonationalism or xeno- the techniques of outreach, but we must certainly phobia noticeable in many places, but it seems to also ask ourselves to what sort of anthropology we me there is an even more widespread, and often want to draw the attention of a wider public, and in relatively respectable, intellectual backlash against what kind of anthropology that public is most likely notions and practices of “multiculturalism”, which to take an interest. I am reminded of political elec- we may feel uncomfortable dealing with. It seems tion campaigns where a losing party may conclude to me that there is an important distinction to be afterwards that “we didn’t succeed in reaching out made between cultural diversity as a fact, although with our message”. Which tends to be an easy way a varied and shifting one, and multiculturalism as out, as it suggests only a failure of technique, rather a cluster of sometimes rather clumsy policies. But than the voters’ rejection of the message itself. We it is a distinction we may need to be there making. should certainly give careful consideration to the At present I have the impression that the more in- means of effective communication, but we must tensive critical debate over multiculturalism is car- also have something to say. ried out among political philosophers. This debate It is one of those eminently quotable formula- is sometimes conceptually quite sophisticated – but tions of Clifford Geertz (1973: 23) that in anthro- unless the debaters are also immigrants or minority pology, «small facts speak to large issues». We may members themselves, I think it could sometimes be pride ourselves on that, but we should also ask if it better grounded in subtle ethnographic realities. In is always true. At least it may not always be obvious quite large part, we may have left the task of re- what is the large issue in question. Members of the porting on this European diversity to the journal- public may find some of the results of anthropolog- ists, some of whom do a remarkably good job, but ical research mildly interesting, edifying, amusing others of whom certainly do not. For one thing, it or memorable once they learn of it, but with a great could be that a study of such journalism, and the many facts and stories competing for their atten- editorial practices of covering migrant and minor- tion, it is also possible that they do not take much ity affairs, might be a very desirable kind of media

12 language skills dopeopleactuallyhave, andhow languages aswell,inparticular contexts.Butwhat also beputforthfortheuse ofmigrantorminority staying competitive.Andthen perhapsreasonswill “the globalizedworld”,not leastforpurposesof guage, anddevelopedskills init,arenecessary use ofEnglishasanentirelydominantworldlan- will quitelikelyalsobepeoplewhoarguethatwide pens intheNetherlands,orItaly, orGreece.There ants; Icannot,asaSwede,easilyfollowwhathap- entity remains quite opaque to most of its inhabit- public life is a major reason why Europe as a social the strengthoftheselanguagesinlargedomains in thewidestpossiblerangeofsituations.Indeed wishing to preserve them or giving them monopoly tional languagesarelikelytohavetheirguardians, strong, well-articulated points ofview here. Na- actually existingmultilingualism.Therearesome teresting ethnographic illumination, let me point to European lifewhichIthinkcouldlenditselftoin- equipped totakeonourselves. there aredomainsofinstitutionallifewhichwe well. Butitmayalsobeanindicationtousthat in otherdisciplines,aslongtheyhandlethem the adoptionofourcentralmethodsbycolleagues Power». Iseenoreasonwhyweshouldobject to tle «WhatImmersionContributestotheStudyof the political science discipline, carries the subti- (Schatz 2009),withmostofitscontributorsfrom A recenteditedvolumeonPoliticalEthnography ethnographic methodsamongpoliticalscientists. that there are signs of some increasing interest in so letusseeiftheyliveuptotheideal. rary organizationstendtocelebratetransparency, may notbeinsurmountable.Afterall,contempo- sional problemsofethnographeraccess,butthey pening intheirinternallife?Therecouldbeocca- trade unions,mainstreamchurches.Whatishap- to be in fairly widespread decline – major parties, twentieth centuryEurope,butwhichnowappear which tendedtomakeupthebackboneofmid- welfare. Foronethingtherearethoseorganizations ciety: inpolitics,economics,education,media,and studying thecoreinstitutionsofcontemporaryso- hand, Iwouldarguethatwecoulddomorewith more widelyoutsidethediscipline.Onother 2009). Onemightonlywishthattheyhadreached Holmes 2000,GingrichandBanks2008,Geschiere now anumberofanthropologicalstudies(seee.g. anti-Islamic politicalgroupings,therecertainlyare alist, xenophobic,morerecentlyoftenspecifically rable presence,ofthosevariousnativist,neonation- anthropology. As yetanotherexampleofacurrentissuein In thisconnection,Iwouldnoteasanaside With regardtothegrowth,andbynowfairlydu- Ulf Hannerz,OperationOutreach:AnthropologyandthePublicinaWorldofInformationCrowding scene, thishas tendedtobeincountries wherehe become more of a public intellectual on anational been thatwhenoccasionally ananthropologisthas ences nexttothemintheterrain. Myimpressionhas little demand, oflimited interest to the wider audi- ien mayoftensimplyhave knowledgewhichisin own lives,notpartoftheirpersonalexperiences. away, notsoclearlyorprobablyrelevanttotheir ably closeathandratherthanthosewhicharefar after all,takeagreaterinterestinmattersreason- home” has acertainadvantage in that most people, bit different.Itseemstomethat“anthropologyat how toreachwiderpublicsmayinsomewaysbea identity ofthediscipline,ourconsiderations which foralongtimehavebeensocentraltothe studies inmoredistantsocialandculturalmilieux issues, andevenlargefacts. think itisusefulifwealsoattimesoflarge without muchinthe way ofresearchgrants, but I much aswecanhandlebesideateaching load and “anthropology athome”maybewhatwethinkisas jects which seem to make up afairly large part of disposal. Afterall,themoremodestresearchpro- funding wecanget,andwhattimehaveatour the enddependonsuchmundanemattersaswhat perhaps moredemandingresearchtopicsmustin thropologists oftakingonthesemoreambitious, be interested. a widerpublic,andperhapspolicy-makers,could believe itcouldquitepossiblyalsobeoneinwhich rative workwithcolleagues across borders,butI lend itselftocomparativestudies,andcollabo- between nativesandnewcomers.Thetopicmight bly alsobetweenclasses,andgenerations,aswell could bedifferencesbetweencountries,butproba- guage ideologiesandpolicies.Insuchareasthere gating, althoughnotforegroundedinofficiallan- cross eachotherinwaysworthnotingandinvesti- which formalandinformalpathstolanguageskills and arenotdubbed.Theremaybeotherwaysin screens andintheirmovietheaters,carrysubtitles ticularly English,becausefilms,ontheirtelevision a headstart in picking up foreign languages, par times madethatpeopleinsmallercountrieshave perhaps otherfactorsaswell.Thepointissome- background, education,workandmediause trilingual, dependingoncombinationsofpersonal think agreatmanypeopleareactuallybilingualor do theydevelopthemanddeploythem?Iwould Specialists onmatterswhicharedistantandal- With regard to “anthropology away”, those I dorealizethatourchancesaspracticingan- 3. Thepublicandthedistant 13 -

Ragionare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) or she, and perhaps many other colleagues as well, far away turned them into celebrities. One of them, have practiced “anthropology at home”. rather more an ornithologist than an anthropologist We may still ask what we can do to cultivate (although his granddaughter eventually became a an interest in the wider audiences in matters else- student in our department), wrote a bestseller with where, in people and places beyond boundaries. the title My Father is a Cannibal. The story behind Perhaps we might feel that with globalization as this revelation was that on his expedition to high- one of the keywords of our times, it ought to be lands New Guinea, he had been ritually adopted now so much easier to find willing readers, listeners by one family. By now, one could imagine that the or whatever for the kinds of stories that travelling response to that book title might have been more anthropologists can tell. I would still like to think like “So what?”. Or just as likely, the good citizen that is true, but then I am reminded that when I of the world might feel that it is not quite politically began my study of the foreign correspondents correct to draw attention to such unfortunate feed- some fifteen years ago, I innocently assumed that ing habits. this, again for reasons of growing global intercon- nectedness, would be an occupation with a great future. And so I was rather taken aback when one 4. Finding a place in the information flow of them, a very prominent American journalist, told me, at the end of a working breakfast, that I should What I am suggesting, simply enough, is that remember this was “a dying occupation”. the anthropologists cannot now be so sure to be Since then, there may indeed have been more the stars of global storytelling. They have to find bad news than good news about the circumstances their place in a dense global information flow. I of foreign news reporting. It is expensive for a me- have referred to it elsewhere as «representational dia organization to maintain any more substantial crowding» (Hannerz 2010: 107). The classic style network of correspondents of its own, and so when of foreign reporting in journalism may be in uncer- the media become increasingly dominated by mar- tain times, but there are also NGOs, international ket values, and when especially the print media tend business reporting, travel agencies, travel writing not to do so well business-wise any longer, there is and indeed travel itself, lifestyle writing about food a tendency to rethink the forms of foreign coverage and drink, any number of web sites and blogs of – often to shrink it as a more active pursuit. The op- diverse kinds of news and opinion, globally mobile portunities for fieldwork abroad by anthropologists art exhibits, and noteworthy, prize-winning fiction are not governed by precisely the same constraints, writers from every corner of the world, all adding but in any case it seems that an expanding curiosity their bits and pieces to a global kaleidoscope. So about distant lands is not to be taken for granted. rather than pretending that they are alone, acting It might even be that some people, finding the en- as if all these other kinds of information and image- croachments of globalization mostly disturbing, are ry did not exist, anthropologists may need to seek yet more inclined to turn inwards, and become pre- their niche, or set of niches, in open networks of occupied with what is safely local. So we need to representational activity. consider by which means we can effectively reach That may involve a rather versatile readiness to out to the public. offer commentary on these other genres of commu- Now to quote Clifford Geertz (1984: 275) once nication about the world out there. Consider again more, it is another of his memorable formulations the newsmedia foreign correspondents, and com- that anthropologists have characteristically been pare it with what anthropologists are more likely to «merchants in astonishment»; hawking the anoma- do. In one of the more striking but recurrent varie- lous, peddling the strange. That may have been so, ties of their working habits, they turn into what is and is perhaps still to an extent so. When a Swedish known in the business as “firemen”, or “parachut- journalist calls on me to hear a little about some- ists”, rushing into some remote and quite possibly thing called potlatch that might be comparable to dangerous place where some crisis has erupted, re- the extraordinary behavior of local brats from the porting on the event, and then departing just about world of finance, or of a sensation-seeking politi- as quickly as they arrived; the lights go out over that cian, then indeed his hope is that I will have some- place as far as world attention is concerned. Now if thing astonishing to purvey. Yet I am not sure that an academic anthropologist should take a deeper this particular business has a very promising future. interest in that same crisis, he or she might start Ongoing, more or less everyday globalization make putting together a research proposal to be ready in people rather less astonishable. When I was a child, time for the nearest deadline of a funding agency, there were still in Sweden a handful of more or less wait for its deliberation and somewhat unpredict- general-purpose explorers, whose accounts of life able decision-making, then plan for research leave

14 edgeable about it.Sopossiblywewould becapa- age orwhatever–andmay indeedbequiteknowl- coming out of our field regions – fiction, report- ple, thatmanyofusdofollow thecreativewriting fit withhardnewsreporting. Isuspect,forexam- well involvemorethanbackground knowledgeto expertise. what isinthenewstotheirkindsofmoredurable pologists, too,couldlookforpegs,waysoflinking could hangtheseotherkindsofreporting.Anthro- stories, lookedfor“pegs”–eventsonwhichone as importantprocesses,orotherkindsoffeature ic events,attheexpenseoflonger-term butatleast came toofocusedonhardnews,particulardramat- frustrated bythefactthatnewsbusinessbe- foreign correspondentinformants,sometimesabit the publiceyebyattendingtonewsflow. My ing thespaceforanthropological knowledge in public brandaspeoplewithregionalexpertise. for suchcommentary, needtocultivateastronger that anthropologists, if they do wantto be available asters, epidemics, and so forth. Here it would seem about howeventsaffectpeople’s lives–naturaldis- knowledgeable when it comes toother questions such matterscompetently, andarequitelikelymore frequently just about as well equipped to handle But myguesswouldbethatanthropologistsare one ofpolitics,elections,coups,orinternalwars. That ishardlyunexpectedwhenthenewsstory litical scientistswhohavesomeareastudiesbent. that suchrequestsratherfrequentlygotothosepo- of thatareajuststruckbycrisis.Myimpressionis body whocanofferalittlebackgroundknowledge foreign newsdeskathomemaywellseekoutsome- the relevantexistingliterature.Theeditorsat in question,orsimplythroughagoodoverviewof up, throughpreviousfieldexperienceinthearea the newsmaylieratherinknowledgealreadybuilt anthropological knowledge to event reporting in much quicker. Frequentlythecomplementarityof could alsorespondtothatcrisisinanotherfashion, still-remembered event.Buttheanthropologist of what happened afterwards, inthe case of some audience could possibly be aroused by the question probably valuable,andeventhecuriosityofawider stances ofacrisisanditscontinuedconsequencesis A longer-term viewofboththebackgroundcircum- parachutist journalistsleft. – andperhapsbeonthespotayearortwoafter That regionalspecialistbrand,however, may There maybeopportunities,too,forexpand- That maybythenstillbeaworthyundertaking. Ulf Hannerz,OperationOutreach:AnthropologyandthePublicinaWorldofInformationCrowding 5. Versatilecommentators know, orcould ambitiouslylearnmore about, that abroad, therewouldappear tobethingsthatwe of thingsthatpeoplewant tolearnabout. collective versatilityincommenting onsomevariety cuisine consultants,butto identifyourpotentialof specifically asliterarycriticsortouristguides not somuchtosuggestthatweestablishourselves have notyetfoundallthegoodways.Thepointis out withanthropology. ButIwouldthinkthatwe contempt. Yes, theremaybe badwaysofreaching such effortswilleventuallybeheldagainstthem,in their academiccolleagueswillnotapprove,that thodox, user-friendly ways becausethey sense that reluctant totryexhibittheirknowledgeinunor frequently forcomfort,Ihearcolleagueswhoare We may or may not be ready to try them. Rather too parts oftheworld,andpeoplewholivethere. knowledge thatweasanthropologistshaveofother attract membersofawiderpublictothekind culture” waitinginsuchgenresaswell. added asspice.Thereareexperimentsin“writing ways whichallowsomesuitableethnographytobe terested audiencesathome,contextualizingitallin their culinaryexperiencesfromthefieldwithin- themselves. Ortheymightsharetheirrecipesand that they will forever have their fields entirely to than justhoping(probablyinvainthelongrun) amateur explorersmightnotusuallygo–rather areas probablyoffthebeatentrackwheresuch to, andmoveaboutenjoythemselvesin,those and travellers,offeringusefuladviceonhowtoget occasionally trytheirhandatwritingfortourists stance ofstudyingsideways. selves tellstoriesabout–anotherintriguingin- like them,andaboutthekindofpeopletheythem- discussing awritertellingstoryaboutsomeone Amazonian experiencetolettheirvoicesbeheard, would seemtobeachanceforanthropologistswith ogy student,gonenative.Here,ifanywhere,there who turnsouttobemostlikelyalostanthropol- Machiguenga people, deep in the Amazon forest – is abookfocusingonmysteriousstorytellerofthe (The StorytellerinEnglishtranslation,1990).This I rememberedparticularlyonenovel,ElHablador ing a fair amount of it. But learning of the award, gas Llosa’s writing,althoughIhaveenjoyedread- the local,nationalorregionalbackgroundofVar Americanist, and havenoparticular insight into year’s NobelPrizeinliterature.IamnotaLatin writer MarioVargas Llosahadbeenawardedthis ing thistalk,itwasannouncedthatthePeruvian One example is near at hand: just as I was prepar ble ofoccasionalcommentaryinthisareaaswell. So whetherwedoouranthropology athomeor So these,possibly, couldbewaysoftryingto I couldimagine,too,thatanthropologists 15 - - -

Ragionare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) could interest a wider public if it finds out about in-box are there, and when there is time we may them. Then, however, there is also the big question be curious enough to click and see what is there. of just how we can best reach the wider audiences, And if one can match the contents of messages well what can be effective channels. No doubt there is enough with recipients, rather than routinely dish- room for experimentation here, not least in view ing out everything to everybody, the chance of their of the continuously changing modes of electronic actual attention to messages is likely to grow. media use in our times. Yet I still like print. I have liked to find that at least a handful of colleagues, in different countries, have established themselves 6. Helpers in outreach over different periods as regular public commenta- tors, sometimes as columnists, in the national press. With regard to organization, are there people Margaret Mead was certainly an early and famous who can help us reach out, or what can we do to example, with her column in Redbook, a magazine get together around such endeavors? I do not think aimed at a general readership among American we should give up on journalists. Some number of women. In much more recent times, I have come them may cling to that notion of anthropologists as across regular work of newspaper commentary by global curio experts, knowing strange and wonder- Lodewijk Brunt in the Netherlands, Dan Rabinow- ful things about potlatch and polygamy and tribes itz in Israel and Andre Gingrich in Austria. Arne and tattoos and cannibalism. But then among the Martin Klausen may have been the pioneer among large numbers of young people who pass through several Norwegian anthropologists engaging in this undergraduate anthropology courses in our uni- kind of journalism (cf Eriksen 2006: 69 ff.). For versities, year after year, some do turn into journal- a brief period, I dabbled in it myself, in a rather ists; some of them may actually be journalists. So shortlived Swedish financial daily with a remarka- they could be our likely allies in their future work. bly ambitious “culture page”. So I wrote about the I would add that it seems to me that the genre of growing importance of diasporas, and about Bra- “science journalism”, as practiced in more upscale zilian cities, and about the mobile “symbolic ana- newspapers and magazines, usually turns out to be lyst” elites of world cities, and about the two halves mostly about the natural sciences and medicine. of Berlin coming together in the early 1990s, after That is perhaps what one would expect, insofar the Wall had crumbled, and about various other as this is where the hard news of discoveries and things. I also had some colleagues with this kind of inventions may most often be found. But I would experience come together in a panel at one meet- like to see more journalists trying out operating as ing of EASA (the European Association of Social knowledge brokers between academic anthropol- Anthropologists), and it was a session which drew a ogy and the public, turning the departments, con- considerable audience. I had in fact hoped to move ferences and journals of the discipline into a part of on with it to an edited publication, but then other their regular beat. demands came in its way. We could also look for allies within the organi- I am sure there are a number of ways, technically zation of our universities – although with mixed re- and organizationally, to handle such outreach. No sults. Some years ago, I found myself on the podium doubt many will now be attracted by the possibili- at one Swedish university, about to offer a public ties of using electronic rather than print media, and lecture – that year had been proclaimed a “year of certainly there are great possibilities here. But one diversity”, so social and cultural diversity was my reason why I am a bit of two minds is that in this topic. A woman who was going to offer some initial world of information crowding, such efforts may remarks introduced herself to me as the newly ap- risk being less effective than we would wish them pointed information officer of the university. Her to be. It is easy to create a new website, a new blog, previous experience, she mentioned, was in the ho- but it can turn out to be a form of personal or col- tel business, so arriving in the academic world, she lective narcissism rather than an successful tool of said, was “coming in from reality”. And afterwards, communication. On the basis of my own somewhat she seemed pleasantly surprised that what I had haphazard experience as an Internet information said actually seemed to have to do with reality, as consumer, I would believe at least a little more in she defined it. This person may well have had some the power of e-mail lists. Certainly some of the vari- skills useful to her new employer, but it seemed to ety of things that may be coming in through our e- me that someone in a key position to tell the public mail may leave us cold. I do not know exactly how about what the university was doing, what kinds of I ended up on the receiving end for the Circassian knowledge were being produced there, could well World Newsletter and the Mumbai Theatre Guide. have had more experience of scholarly activities, But at least the messages that we allow to enter our and a more positive attitude. I wondered what the

16 source. colleagues willmostlikelyalsobeaveryusefulre- in theinternationalorganizationsandnetworksof of experiences and ideasabout outreach operations can do.Butthencertainly, acontinuedexchange of anthropologistscouldaskthemselveswhatthey raised inatentativeform.Ornationalassociations departments, suchpossibilitiescouldatleastbe haps inthecorridortalkorcoffeeroomsof lic, thesourceathomehassomeaddedvalue.Per reasons andbecausetonewspeoplethepub- best done at a local or national level, for language form throughtherightchannels.Thisisprobably ences, andfeedingthenewsofitinanappropriate potential forseizingtheattentionofwideraudi- ties and research results that might have particular out overthefield,thinkaboutinterests,activi- colleagues wouldhaveaspecialmandatetolook discipline, andwithinitsdivisionoflabor, some probably help if within the internal diversity of our sonal outreachprojects.Formoreofus,itwould kinds of contacts and networks useful for our per of us may well cultivate, or just stumble into, the about whatwecandoforourselves,together. Some used, however, Isuspectthatwehadbetterthink Even ifsuchopeningsshouldbeinvestigatedand home institutionsisableandwillingtodoforus. experiences ofwhatthestaffinsuchcornersour university hadreallythoughtofwhenithiredher. Sometimes, certainly, we can also have happier

Ulf Hannerz,OperationOutreach:AnthropologyandthePublicinaWorldofInformationCrowding - - 1990 Vargas LlosaM. 2009 Schatz E.(ed.) 2000 Holmes D.R. 2010 2004 Hannerz U. 2009 Geschiere P. 1984 1973 Geertz C. 2006 Eriksen T. H. References Note the thoughtfulresponsesofrespectiveaudiences. hospitality oftheorganizersbothconferences,andfor lermo, Italy, onDecember3,2010.Iamgratefulforthe D’Agostino andVincenzo MateraatUniversitàdiPa- or theAnthropologist’s Craft”,organizedbyGabriella 2010, andattheworkshop“ApologyforAnthropology, of RadboudUniversiteitNijmegen,onNovember4-5, ds, organizedbyHenk Driessen ochMartijndeKoning pology and/inPublicity»inRavenstein,theNetherlan- * This paper was presented at the workshop «Anthro- The Storyteller,FaberandFaber, London. Press, Chicago. Political Ethnography,UniversityofChicago ceton, NJ. Integral Europe,PrincetonUniversityPress,Prin- Anthropology’s World,PlutoPress,London. cago. Foreign News,UniversityofChicagoPress,Chi- Press, Chicago. The PerilsofBelonging,UniversityChicago American Anthropologist,86:263-278. “Distinguished Lecture: Anti Anti-relativism”, in York. The Interpretation of Cultures, Engaging Anthropology,Berg,Oxford. Basic Books, New 17

Ragionare

two Translations Cultural JournalismandAnthropology:ATaleof Helena Wulff is whytheyhad allowedmebackstage forsolong, their trust.TheyknewIwas notacritic,andthat ers arenotreaders.Butit was notdifficulttokeep eventually turnedouttobe thecaseasmostdanc- forthcoming book(Wulff 1998),Ifigured, which to readthisrelativelyshort essayratherthanmy continued research,wouldreadit.Theywerelikely world Iwasstillstudyingandthusdependedonmy aware that dancers and other people in the ballet their fictionwritingwhichisfarlesslucrative. journalism isalsoawaytomakeliving,support enjoy writingbothfictionandjournalism.Their fiction aswell,inmanycasestogreatacclaim.They se writersstartedoutasjournalists,andnowwrite mes intheformoftravelwriting.Anumber- that theyalsowriteculturaljournalism,someti- contemporary fictionwritersinIrelandandthefact research. Thisleadsovertomyongoingstudyof tural journalismdrawingonmyanthropological I willbeginbyexploringtheprocessofwritingcul- necessarily withanthropology. Inthispresentation, a widerreadershipfamiliarwiththearts,butnot findings notonlyaccessible,butalsoattractiveto journalistically Ihadtomakemyanthropological into academicconceptualizations. In ordertowrite thropologists wecanbesaidtotranslateourfields than theacademiconeIwastrainedfor. Asan- by academics,freelancewritersandjournalists. of submitted essays on culture, history and politics bladet, a Swedish daily that features a daily section cultural journalism(Wulff 1994)forSvenskaDag- world ofballet,Ithussetoutonmyfirstpiece the peoplethathadallowedmeaccesstoclosed national ones.Inordertogivesomethingback they toldme,indancemagazines,internationaland by writingabouttheminthenewspaper, andalso, seemed tosuggestthatIshouldmakemyselfuseful furt andNewYork. ThepeopleIwasstudying national balletworldinStockholm,London,Frank- asking mewhenIwasdoingfieldworkinthetrans- us in the paper?», one dancer after another kept «So you’reawriter–whydon’t youwriteabout Writing myessay forSvenskaDagbladet,Iwas This entailedadifferenttypeoftranslation writing journalistically itisimportant tostopin crafted. Contrarytowriting academically, when terwards. Exitsofessays should alsobecarefully portant forhowandifa piece isrememberedaf- tested history. lines cancrystallizealonglifeorcountry’s con- This isthesametechniqueasinpoetrywhereafew nalism asawaytoindicatewidercircumstance. Captivating ethnographiccasesareusefulinjour be impressedanywaywhichIwillcomebackto. impress colleagueswiththeoreticalideas–theywill no timeforcomplicatedargumentsorintentionsto had tomakemysentencesshortandclear. Thereis the attentionofevenreluctantreader. ThenI dictory beginningsoftenwork,somethingthatgets striking. Slightlyprovocativeorseeminglycontra- and artificial-theentranceofanessayhastobe which mostpeoplethinkofaselitist,old-fashioned newspaper –rememberIwaswritingaboutballet is key. Inordertocapturethegeneralreaderofa And justlikeinthetheatre,onstage,entrance up anargumenttowardsitasinacademictexts. with theessenceofessay, ratherthanbuilding journals andvolumestendtobe.Ialsohadstart which ismuchshorterthanacademicarticlesin essay, Ihadtosticknomorethan1800words, standard academicformat.Writing myjournalistic ed totheoreticaldevelopment.Thisis,ofcourse,a which shows how thisethnography has contribut- related to a theoretical discussion, and a conclusion articulated aim,followedbyethnographicevidence haps in the form of an ethnographic vignette, an more spacewhichallowsforanintroduction,per normally didwhenIwroteacademicallyaswehave I alsohadtoorganizethetextdifferentlythan this wasnottheplaceforthat.Writing myessay, leading rolesattheexpenseofbetterdancers,but wealthy fatherspayingfortheirdaughters to get dancing capacity, theprevalenceofanorexia,or in somecompanies,theuseofdrugstoenhance ballet worldsuchasthelackoflong-termcontracts critical inmyessayaboutcertainconditionsthe even intointimatesituations.Icouldhavebeen And justlikeinthetheatre, again,exitsareim- 19 - -

Ragionare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) time – otherwise the editor will stop, which often media reports of the ballet world, my essay was a means cutting from the end, and a risk that con- positive portrait. Dancers are vulnerable, they often cluding points disappear. With newspapers there feel misrepresented in media, and see themselves as is no possibility to negotiate about word count. different from other people. They are trained to ex- Journalistic essays can in fact end on the climax, press themselves through their dance, not through or with a question. It is common that essays end by words. Secondly, by using materials in the form of connecting to the opening thereby forming a cir- field notes, for a general readership, I discovered cle. The end can also be used as a contrast, to turn new data, circumstances and connections in my everything around that has been said previously wi- materials that I later was able to take back to aca- thout warning, which can be one way of making an demic writing. argument. In my experience, more often than not, I promised to say a few words about my col- endings appear during the writing process, they do leagues and their reaction to my essay. Mostly they not always turn out to be what I have planned. My appreciated it, but I also encountered some envy preference is ingenious endings. from colleagues who had tried to publish journal- When I posted my essay in a yellow mailbox, istic essays, but failed. Since then I have continued which you did in those days, this was in 1994, to write cultural journalism about once a year or I knew that if the essay was accepted, the editor so, and kept meeting colleagues who have an inter- would do the headline as this is common practice est in writing in this genre, but do not know how in journalism, and I would not have any influence to get into a newspaper. It seems to me as if there over that. He would also write a short introduction is an assumption that as an academic you can also summarizing the essay. It was thus not until the very write popularly without any coaching. To write an- morning the essay appeared in the newspaper, that thropological journalism requires training, this has I learnt that the title of it was “Ballet – a langua- to be taken seriously and should be provided for ge everyone can understand”. I would never have students and young scholars. Certain anthropolo- come up with a title that general had I been allowed gists who would like to write journalism now and to do my title, but it was fine. The editor obviously then make the mistake of not adhering to the rules knew what he was doing, and I was still learning to and conditions of journalism. This is surprising in relate to a wider readership outside not only aca- light of the fact that getting into the “native’s point demia but also outside the ballet world. The essay of view” is our expertise. We have to learn to switch was a success. I was suddenly surfing on fame – as into a less academic tone meaning more straight- long as it lasted – which was for about a week. After forward, and of course to adjust to the very short all there is a new essay everyday in this newspaper. time frames, at least with newspapers, which again But friends and family, of course, also colleagues, is different from what we are used to in academia. acquaintances and people I did not know such as a Cultural journalism can be included in outreach ballet fan who wrote a fan letter to me, praised my activities at many universities. In the framework of essay. I even heard from my primary school teacher Swedish university life, activities of communicating whom I had not seen in about thirty years. I got a and collaborating with groups and audiences out- sense that “everyone” had read my essay, also from side the university is summed up by the term “tredje the knowledge that this newspaper is printed in uppgiften”, the third task, besides research and tea- hundreds of thousands of copies. This quick major ching. A concern with developing effective writing impact is quite different from the academic world in public anthropology obviously fits in here. where publications not only take much longer to My cultural journalism has consisted of essays write, but also reach a considerably smaller reader- on my ongoing research, review articles on books ship. Academic publications may also last much relating to my research, and interviews with chore- longer, though, while newspaper essays are in most ographers, and one composer. I occasionally write cases forgotten after a while. Even today and in the for the Swedish daily, the Swedish dance magazine, age of Internet publication, books and journals are and British or European dance magazines. Like still cherished and kept in collections. Newspapers any writer, I have had rejections, but after one or are thrown away or used for packing things. more attempts I have found another publication What I had not expected with my first essay, for rejected articles. With time, I have learned that was that it would become a part of my fieldwork cultural journalism, not least dance journalism, has in two ways. Firstly, the dancers did read it, and to be hinged on current events such as upcoming to my great relief they liked it. And I realized that tours or opening nights. Timing is a central. So is part of the reason that they liked it, was that I had relating to the politics in the relatively small Euro- managed to verbalize what mattered the most to American dance world where everyone knows, or them about their dancing life. Contrary to many knows about, everyone. When I recently wrote

20 Kirin Narayan(2007)points outthat: erary style presents real eventsinafictional form. roots inNewJournalismthelate1960s,thislit- States), is creativenon-fiction(Cheney 2001). With cently amonganthropologists(mainlyintheUnited ative writing,whichhasexpandedenormouslyre- writing byanthropologists. A sister genretocre- pology asLiterature”(2009).Allthisiscreative in anthropologythearticle“BelievingAnthro- Ruth Beharidentifiesthesignificanceofliterature from theirethnographicexperiences(White2007). gists take an interest in writing detective stories based ontheauthor’s research. Someanthropolo- one exampleofananthropologicalnovelwhichis Jaguar: A Story of Africans in America (1999) is anthropologists whowritefiction.PaulStoller’s ring thegenres.Drawingonethnography, there are cal writing thatoften blend into each other, blur are, ofcourse,manyothergenresanthropologi- genre, oneanthropologicalwritingstyle.There journalism nowandthen. Tel Aviv amongotherswhowriteanthropological Hylland ErikseninOslo,andDanRabinowitz thropologists AndreGingrichinVienna, Thomas field ofjournalism. Thisalsoapplies tofellow an- articles publishedyouacquireareputationinyour sometimes doesculturaljournalism.With timeand that Iamknowninsomecirclesasascholarwho higher forallfreelancewriters,butitdoesmatters ning. I do not think this is only because fees are also gethigherfeesnowthanIdidinthebegin- edited bytheeditorsthanmorerecentones.I my text.Unsurprisingly, myearlyessaysweremore as a“photoessay”,itwaslikegalleryillustrating more andmadetheessayintowhathereferredto had submittedimages,theeditorfoundeven dance photographerandhiswork.EventhoughI publishes popularscholarship.Iwroteabouta mission wasforaSwedishmagazine,Axess,which that Icouldreaditbutwitheffort.Theothercom- essay wastranslatedintoGermanwhichmeant early, andthenmoveontoasecondcareer. This that dancershavetwocareersastheystopdancing where I was asked to write in English about the fact ism. OnewasforaGermanartmagazineParallax, dance magazinesareeditedbycritics. his work,Ihadtochoosethemagazinecarefullyas good reviews,whichmakesthemdislikehimand does not care to hang out with critics just to get about a choreographer who is aprivate person, and I havediscussedculturaljournalismasone I have had twocommissionsfordance journal- cal toolsthatmay helpethnographersseekingto shape tentially useful to ethnography. I present a few practi- attention tothecraftofcreative nonfictionispo- Helena Wulff, CulturalJournalismandAnthropology:ATaleoftwoTranslations - out, thereseemstobe standing andauthenticity. AsUlfHannerzpoints the relationshipsbetweeninterpretation,under slation inanthropologyhasgeneratedinsightsinto learn aboutyourself.Thedebateonculturaltran- of course, that learning about difference is a way to way oflife.Theclassicalinsightinanthropologyis, slation, callitunderstanding,interestinadifferent problem. Yet thingsmightalsobefoundintran- dance? Anthropologistsareacutelyawareofthis ple, studyinaculturewherethereisnowordfor ble. Whatdoesadanceanthropologist,forexam- look forculturalunitsthatactuallyareincompara- slation, ormisunderstood.Thereisariskthatwe tion canobviouslygetlost,atleastpartly, intran- exactly thatistranslated?Culturalconceptualiza- in thediscipline,aswelldebated.Forwhatisit ral translation,anotionwhichhasbeeninfluential (1965) identified anthropology interms ofcultu- to theissue of translation.AlreadyEvans-Pritchard Irish writersandtheirjournalism,letmecomeback rent topics. comes toconveyinganthropologyonmanydiffe- reading. Clearlyalucidstyleisimportantwhenit suspense andsurprisearekeyinkeepingthereader conferences, book launches,prizeceremonies, rea- vation at writers’ festivals and retreats, literary versus theglobalinapostcolonial age. practice, prestigeandcareer patterns,andthelocal quite answered,inmystudy whichfocusesonwork Ireland? Thesequestionsareaddressed,butnotyet translate eventsinEuropeandelsewherebackto rican, even a global readership? And how dothey ropean readership, on the other hand for an Ame- political eventsononehandforanIrishandaEu- ters translate Irish concern, or other historical and yet anotheractoftranslation.HowdoIrishwri- anthropologists areaimingfor. character, scene,andsummary(Narayan2007:130). the materialsoffieldwork:story, situation,persona, as aworkinitsownright(Hannerz1993:45). tual termsbothasareflectionoftheoriginalworkand tion is“toberespondedto”inaestheticandintellec- second typeisallowedmorecreativityasthistransla- language inanexact,literalway, “impartial”,whilethe of translator is expected to convey the meaning of a think of translation in its ordinary sense: the first type Before movingontomyongoingresearch To thissuggestionitcanbeaddedthefactthat Methodologically, Iengagein participantobser So areIrishwritersastheirwritingisinfact It isobviouslythelattertypeoftranslationthat

two mainideasof the translator’s role, when we 21 - -

Ragionare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) dings, and creative writing workshops. I also spend time with the writers informally, such as at dinners. In the United States, Tóibín regularly teaches I do in-depth interviews with them, and their publi- creative writing and Irish literature as a visiting pro- shers, and I read their literary and journalistic texts, fessor and writer-in-residence at universities such as well as reviews. as Stanford, Texas, Princeton, and the New School Today I will consider Colm Tóibín who is based for Social Research. Ireland features frequently in in Dublin and lives in Spain and the United Sta- Tóibín’s writings, and so do Spain and the United tes every year1. He started out as a journalist and States, often as nodes in networks of travel. parallel to writing fiction, he still writes essays and Anthropology tends to imply travel, not least for review articles for The New Yorker and New York the anthropologist who goes to another place to do Times Book Review in the Unites States, London fieldwork, whether commuting to the other side of Review of Books in Britain, and The Irish Times in town or moving temporarily to another country far Ireland. away. Increasingly, anthropologists find themselves Like many Irish writers, Colm Tóibín is a true going to two, even three places for one multi-local traveller. Tóibín has been travelling since he fini- study, as the people we study are themselves on the shed his BA degree in History and English at the move. Staying in one place risks missing out on an University College Dublin. In 1975, the day after he important aspect of the social life we are searching had his final exams, he left for Barcelona where he to grasp. It is clear that transnational connections lived for three years, taking an active interest in Ca- through travel keep growing in number and fre- talan culture and politics after Franco’s death. Back quency in many professions, as well as in family in Dublin, he took up journalism, and became edi- life and leisure such as in tourism. Yet it was not tor of the current affairs magazine Magill, and star- until the 1990s that James Clifford (1997: 25, 19) ted writing literary essays. In the mid-1980s, Tóibín encouraged anthropologists to look for “traveling left Ireland again, this time heading for South Ame- cultures” while not forgetting a culture’s “cen- rica. He travelled around until he reached Buenos tres, its villages, its intense fieldsites”. As Clifford Aires, in Argentina, where he witnessed the trial of says, «the people studied by anthropologists have the generals after the return of civilian rule. Expe- seldom been homebodies. Some of them, at least, riences from this trip went into his journalism, as have been travellers: workers, pilgrims, explorers, did observations from subsequent travels in Sudan religious converts». Clifford, too, argues that travel and Egypt. Tóibín’s first book, which is a travel implies translation. Such cultural translation from book, Walking Along the Border, that is the Irish one place to another is, of course, what travel wri- border between Northern Ireland and the Republic ting is all about. It is Clifford’s description of Vic- of Ireland, was published in 1987. It has been reis- torian bourgeois travellers and their entourage of sued a couple of times, most recently as Bad Blood guides, servants, translators and carriers that ma- in 2001 by Picador in London. To date, Tóibín has kes us aware of the contrast of Colm Tóibín when written seven novels, one play, and numerous lite- he is exploring the world as a lone traveller, with rary essays, reviews and articles on art and politics. an interest in the world from the people’s point of Many of the essays have been reissued in collected view. There is nothing of the imperial eyes of travel anthologies. Among seven non-fiction books are writing as identified by Mary Louise Pratt (1992) in three travel books: Bad Blood (2001), Homage to Tóibín’s observations. He was raised in the after- Barcelona (2002) and The Sign of the Cross: Travels math of British colonialism, in a family that was ac- in Catholic Europe (2001). Scrutinizing the literary tively involved in the nationalist struggle, the 1916 journalism of Colm Tóibín as travel writer, I espe- rebellion against the English colonizers. Being a cially note that these travel accounts discuss conte- gay atheist Catholic, travelling was also a way for sted situations of religion and politics. Tóibín to escape a still deeply religious society whe- In Spain, Barcelona offers Tóibín an opera se- re homosexuality was illegal until as late as 1993. ason, while a Pyrenees village, he maintains, is a In the book Walking Along the Border (1982: setting where he can write undisturbed: “It’s not 53-54) which is a literary reportage, Tóibín can be about travelling”, he explains: said to be on home ground, more so than in his fol- lowing travel books that mostly deal with foreign it’s about settling. I have a house in this village. I’m places. The point is, of course, that he encounters there for two-three months every summer. There are political and religious difference along the Irish no bars or restaurants. I suppose I could dig or do gar- border as he journeys back and forth between dening, but I write. I work every day, in the morning, Northern Ireland and the Republic of Ireland. The all day. It’s Catalonia, it gets into your system. I read a night before the Twelfth of July (the Protestant cele- Spanish newspaper. I listen to the radio. bration involving marches which has a well-known

22 make thesign ofthecrossinmemory hisfather. details howTóibín,tohisown surprise,ismovedto tone is totally different, serious and haunting, as it gave thebookitstitle,“The SignoftheCross”, something Imusttryagain». Inthechapterthat struck measIlayinmycomfortable bedthatitwas thought thatIwasapriest.Thisworkedwellandit The proprietress,hemarvelstohimself:«She,too, without awordheisshowntoroomofhisown. the pilgrimshavetosharerooms.NotsoTóibín– a priest.ThehotelinLourdesisoverbooked,and his waytoBarcelona,hefindshimselfmistakenfor and shrines.WhenhegetsonaflighttoLourdes Catholic writerisfascinatedwithfaith,pilgrimages, as welltoScotlandandinIreland.Thiselapsed sions intopost-CommunistLithuaniaandEstonia, Seville, Rome,BavariaandtheBalkans,withexcur cing made across Europe in the early 1990s, experien- These traveloguesdepictanumberofjourneyshe from hiswalking,Tóibínwasrestingandhadbeen: below thewindowhadbeendrinking».Exhausted Tóbín noteswithquietamusementthat:«Theman dow». HecouldhearavoicedesecratingthePope. when Iwasawakenedbysoundsbeneaththewin- himself tobed,but:«Itwasn’t longaftermidnight many people. Tóibín checks into a hotel, and puts parade, includingamealofsausageandbreadfor where preparationswereunderwayforits(Orange) Ballinamallard, inFermanaghNorthernIreland violent past), Tóibín spends in the small village, over tohisnexttravelbook,The an island(LoughDerg),andthethemehereleads Soul”, Tóibíngoesonanausterepilgrimageto funerals. munity, and he listenedtopeoplefrombothsidesofthecom- complex situation,asTóibínkeptbeingtoldwhen Ireland. Buttensionandfearremained.Thiswasa to bringaconclusionthetroublesinNorthern the UnitedKingdomandIreland,madeinorder aftermath oftheAnglo-IrishAgreementbetween to Newryinthesummerof1986.Thiswas long story, reporting on Tóibín’s walkfrom Derry tell theirowntales,theyareorganizedintoone books inthateventhoughtheindividualchapters that upabovehimwasapapistfromWexford. wondering ifthemanbelowwindowhadanyidea again, butnotyet,OLord,yet.NowIwasinbed an inch,letaloneamile.SoonIwouldstartwalking and exertingmyselfaslittlepossible.Ihadn’t walked This bookstandsoutfromtheothertwotravel In onechapterentitled“DarkNightofthe various expressionsofCatholicisminPoland, drinking inBlake’s, swimminginthepublicbaths, observed ritualssuchasmarchesand Sign oftheCross. Helena Wulff, CulturalJournalismandAnthropology:ATaleoftwoTranslations -

political situation: which indicateshowpoeticprosecantranslatea home fromBarcelona,Tóibín wrote thefollowing does comehometoDublin,nowandthen.Coming ease inbothjournalisticandliterarystyles.Yet he cultural foreigncorrespondent.Hemoveswith reports back,hecanbesaidtodotheworkofa their hearts»(Toíbín 2002:163). of thegeneration1992havetakenchampagneto poets andtheprofessors,designersrest of Orwell’s HomagetoCatalonia.«InBarcelonathe newed interestintherevisedandexpandededition cosmopolitan culture in the 1990s, there was a re- clubs. AsBarcelonabecameanewworldcentrefor cafés andrestaurants,markets and trendynight of itsartandarchitecture,churchesmuseums, of Barcelona. He provides delightful descriptions Dalí, Tóibín tells the political and cultural history people, artists such as Gaudí, Míro, Picasso and ring areturnyearin1988.Throughportraitsof in Barcelonathe1970s,butitwaswrittendu- to recur”.Thisbookbuildsonhislong-termstay been exemplary in the way it hasallowed change ath. AsTóibíntoldmeinaninterview:“Spainhas protests against Franco and hissubsequent de- during politicalunrest,inthe1970s:public Spanish Civil War, Tóibín first came to Barcelona count. JustlikeOrwellwhocommentedonthe grandeur ofthecitythroughhisaffectionateac- his identified as an “homage to George Orwell” and but itisinHomagetoBarcelonawhichhasbeen not leastglobally. Someofthediscussion overthe cultural diversity, in local and national society but with the emphasis on understanding social and anthropological writingnaturally hasmuchtodo der public(Eriksen2006). Theparticulartaskof its socialandculturalunderstandings reach awi- in anthropologywithmakingitsreporting and new combinations. those whostayputtake for granted, and theymake When Tóibíntravelsabroadasajournalistand Barcelona ismentionedinTheSignoftheCross, (Tóibín 2002:3). the police,slogans,sexualfreedomandheat of garlic,thefacesinademonstrationdefiantagainst on theCathedralwalls,politicalferment,smell bring itallback:thebeautifuloldcity, thegraffitiinred who spokeCatalan.Hearingthelanguageagainwould ry so often in Ireland I would come across someone Barcelona on holidaysafewtimesoverthe years. Eve- In conclusionnow, there is a growing concern Travellers haveafresheye.Theynoticewhat Homage to Catalonia, that Tóibín captures the I wentbacktomyowncountry, andreturnedto 23

Ragionare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) forms and techniques of writing relate to parallels Notes and contrasts with journalism and other reporta- ge as shown by Gottlieb and Graham (1994), and Boyer and Hannerz (2006). The point of departure in this presentation was a tale of two translations: 1 The following sections are republished with kind per- the first one taking place when the ethnographer mission from Nordic Irish Studies. They first appeared in translates a field into academic conceptualization, Wulff, Helena (2010). “Colm Tóibín as Travel Writer”. the second one when an anthropologist translates Nordic Irish Studies, 9: 109-116. Some of these themes academic findings into cultural journalism. With have been presented in Palermo, 2010, December the 3rd, the account of the Irish fiction writers’ journali- at the seminary “Elogio dell’Antropologia, o il mestiere sm, this presentation turned out to deal with three dell’antropologo/Apology for Anthropology, or the an- translations, after all, as the writers translate Irish thropologist’s craft”, organised by Fondazione Buttitta and circumstances to a national or a transnational re- directed by Gabriella D’Agostino and Vincenzo Matera. adership depending on topics and how Irish local knowledge is phrased. Irish writers also transla- te what is happening abroad back to Ireland. We have seen how travel writing by Colm Tóbín tran- slates political, religious and historical events and References circumstances such as the Troubles with tensions between Catholics and Protestants in Northern Ire- Behar R. land, protests against Franco in Barcelona as well as 2009 “Believing in Anthropology as Literature”, in its new cosmopolitan culture. And finally, as much Waterson, Alisse and Maria D. Vesperi (eds.), An- read as Colm Tóbín is a fiction writer, writing as a thropology off the Shelf, Wiley-Blackwell, Oxford. journalist does give him – as it does anthropologists – an even wider readership. For anthropological Boyer D., Hannerz U. journalism such as cultural journalism, is one effec- 2006 “Introduction: Worlds of Journalism”, in Ethnog- tive way of sharing academic findings with a general raphy, 7 (1): 5-17. readership, and an opportunity to make an impact in the world. Cheney T., Rees A. 2001 Writing Creative Nonfiction: Fiction Techniques for Crafting Great Nonfiction, Ten Speed Press, Berkeley.

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Ragionare

in theUK Cultural Exclusion:MigrantMinoritiesandtheLaw Ralph Grillo in familydynamics (e.g.intherelationships betwe- what arenowmaturingpopulations, andchanges policy isconcerned.Demographic changeswithin perhaps “problematic” so farasthe law and public societies inwhichtheyhave settledandtherefore and practicespotentiallyat oddswiththoseofthe backgrounds mayseektomaintainsomevalues tional. Atthesametime,somepeoplefromsuch rities isoftenmulti-jurisdictionalandtrans-jurisdic- The worldofmigrants,refugees,andsettledmino- and perhapsconflict,withmultiplelegalsystems. lies acrossborders,maybringpeopleintocontact, multi-cultural lives,forexample,organisingfami- live transnationally. Livingmulti-sited,andoften purview ofthelaw, especially iftheyaretryingto milies, sometimes whole communities, within the been growingandthismaybringindividuals,fa- ming from immigration and migrant settlement has this. Oneissimplythattheculturalpluralitystem- creasing importance.Thereareseveralreasonsfor of themillenniumthatinteractionhasassumedin- in EuropeandNorthAmerica sity andthelawlegalpracticehasalonghistory pally intheBritishcontext. possibly conflicting,valuesandpractices,princi- field, focusing on the law in relation to “other”, law, andthispaperdealsspecificallywiththelegal and individualsconcernedwithortouchedbythe the manyinterestedpartiesarevariousgroups for instance,socialworkersandteachers.Among national levels,andinthedailypreoccupationsof, cians, policyinitiativesatlocal,nationalandinter debates, statements by religious leaders and politi- in themedia,electionmanifestos,parliamentary and itslimitsishighlycontentious,asobservable Currently, however, theissueofculturaldifference tion ofworkersandrefugees,theirsettlement. versity whichhasstemmedfromthemassimmigra- nic andmulti-cultural,notablyintermsofthedi- societies are,togreaterorlesserdegrees,multi-eth- Study oftheinteractionbetweenculturaldiver As iswell-known,allcontemporaryEuropean 1 2 , butsincetheturn 1. Introduction - - is aworld-wide “judicialisation”ofpolitics, thatis Shari’a. Thisisoccurring in acontextwherethere Islamic legalpracticesand principles,thatistosay nationally, havedrivenclaims fortherecognitionof Saudi Arabia,andMuslim scholarsoperatinginter for whatcourtsdecide.Moreover, countriessuchas as veilingandarrangedmarriageswithimplications fluenced debates and legislation about matters such about the“Islamisation”ofEurope.Thesehavein- “parallel lives”,ormorefantastically seek tobring in Europerefusetoacceptintegrationandlead obviously significant,asareconcernsthatMuslims prominence ofIslambothbeforeandafter9/11is in thesediscussions.Theheightenedinternational enter intothepicture),theirsituationloomslarge the UKreligiousgroupssuchasHindusandSikhs no meanstheonly“others”inEurope(certainly Western countries.ThusalthoughMuslimsareby Islam nowseemespeciallyproblematicinalmostall forms, butbeliefs and practices associated with ference inEuropeandNorthAmericatakesmany gnificance forMuslims.Religiousandculturaldif- rate) institutions. arena, andseekthatspacewithintheirown(sepa- shing space for their cultural practices in the public certain groupsorindividualsfeelthereisdimini- need orshouldnot.Theconsequencemaybethat means) ofdoingso,andindeedmayassumethey sponsible mayhavenomeans(oronlyinadequate and rightsareaccessedallocated.Thosere- minority groups of migrant origin the anthropologicalsense)ofmigrantsandsettled nel, to take into account the cultural practices (in re ofinstitutionssuchasthelaw, andtheirperson- te is “cultural exclusion”, the outcome of the failu- “other” values,meaningsandpractices.Itsopposi- in whichtheyaresensitiveto,andmakeroomfor, in, or in the shadow of, the law, adopt a perspective here refers to the extent to which those operating modation ofthosepractices?“Accommodation” implications. en gendersandgenerations)mayalsohavelegal In contemporary Europe this is of particular si- What is happening regarding the legal accom- 3 , when resources 27 -

Ragionare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) what Hirschl (2008: 94) calls the «ever-accelerating women migrants who insist on dressing themsel- reliance on courts and judicial means for addres- ves and their children in “traditional” Pakistani sing core moral predicaments, public policy que- Muslim garb, including the headscarf, is a more so- stions, and political controversies». This in turn is phisticated version of this approach. Theirs is a ho- related to an increasing globalisation of the legal stile (discriminatory, racist) response to difference sphere, with the proliferation of cultural and reli- represented by a particular cultural practice. Dress gious claims by individuals and activist movements is a metonym, the outside and readily visible sign on the basis of international conventions of human, of “otherness”, but it is the (racial) otherness of the cultural and gender rights. Pakistani women to which objection is made rather This is a large topic and the present paper ad- than the garb as such. This is not quite the same as dresses only part of it4, and specifically in relation what has been called “cultural racism”, biological to the UK. Section 2 discusses the concept of cul- racism expressed through the language of cultu- tural exclusion and its relevance to social exclusion ral difference, significant though that is, nonethe- and discrimination, while Section 3 presents a brief less there are similarities between cultural racism preliminary example which concerns Hindus and and cultural exclusion in this first sense. A related Sikhs. Section 4 develops an extended case study approach is taken by Michie (1993), who uses the of cultural exclusion or potential cultural exclusion term to refer to the exclusion of Victorian women affecting Muslims, which focuses on mahr or dower, writers from the realm of high culture, that is cul- a form of marriage payment. The concluding sec- tural exclusion through (gender) discrimination. As tion reflects on some of the difficulties entailed in Will Kymlicka points out, other groups too, such operationalising the concept of cultural exclusion. as religious minorities or gays, may feel excluded, despite common citizenship, «not because of their socio-economic status, but because of their socio- 2. Cultural Exclusion cultural identity – their “difference”» (1995: 180). This first approach, then, is about exclusion on Discrimination and social exclusion are closely the grounds of social identity. A second approach connected and central to the discussion of (immi- concerns exclusion through lack of appropriate grant) integration. That discussion is frequently social capital. Gramsci, perhaps reflecting on the economic in character and closely associated with situation of those from a background similar to his employment and unemployment. But economic life own, remarked in a famous passage: is by no means its beginning or end. Social exclu- sion is a wide-ranging phenomenon and the exclu- Someone who only speaks dialect, or understands sion which characterises the experience immigrants the standard language incompletely, necessarily has an and their families can by no means be reduced to intuition of the world which is more or less limited or matters of income or employment, no matter that provincial, which is fossilised and anachronistic in rela- these have an important part to play in it. Thus a tion to the major currents of thought which dominate concept of cultural exclusion needs to be deployed world history. His interests will be limited [...] not uni- alongside that of social exclusion, and in theoretical versal (1978: 325). terms this broadens the notion of social exclusion in a way that speaks directly to the work of anthro- Gramsci was writing about access, and from pologists. this point of view the dialect speaker (in Gramsci’s The term “cultural exclusion” was original- example) is culturally excluded from the mainstre- ly suggested to me by my Sussex colleague Katy am of society. This form of exclusion through lack Gardner as one which best represented some of of linguistic capital has implications for the orga- the problems she was exploring in her work on nisation of ethnic minority communities and their Bangladeshis in London (e.g. Gardner 2002). It is members’ relations with the dominant (host) socie- used quite widely, without an agreed meaning, and ty. It represents an important aspect of social exclu- is sometimes employed, as if what it connotes were sion distinct from, though related to, other, more self-evident, which is far from the case. material, aspects. Gramsci’s concerns (Michie’s Several usages may be identified. First is an al- too) are similar in some respects to T.H. Marshall’s ternative way of referring to exclusion on racial or (1964). Kymlicka (1995), reviewing Marshall’s ac- ethnic grounds, with culture and social identity se- count of citizenship, draws attention to his argu- emingly conflated: “culture” simply substitutes for ment that the working class, with its own (sub) the “r” or “e” words (e.g. Croucher 2006; Hoch culture, was excluded from participation in the na- 1993; Leontidou et al. 2005). Bun’s paper (2006) on tional culture, a condition which Marshall sought the response of Hong Kong Chinese to Pakistani to tackle through an inclusive notion of citizenship

28 following lines(2010:322): but distinctfrom“politicalcitizenship”,alongthe poses aconceptof“culturalcitizenship”alongside as distinctfrompoliticalexclusion»(ibid.),hepro- and assessingrelevantformsofculturalexclusion, he says,providesa«conceptualtoolforidentifying constructed “websofmeaning”»(2010:321).This, Geerzian, semiotic,approachtocultureas«socially (2004, seefurtherbelow).Van Hensbroekadoptsa as aboutculturallibertyproposedbytheUNDP van Hensbroek(2010)whichalsobuildsonide- rent waysoflifeorlanguage. and Gramscicultural exclusion isrootedindiffe- in thefirstapproachidentityiscrucial,forMarshall and thereductionofmaterialinequalities.Whereas to incorrect inferences, misunderstandings, and participants from different backgrounds gives rise conversational conventions. Theiremploymentby culture toculture,andthere areculturallydistinct ned: thewaydiscourseis organisedvariesfrom perz’s viewthelinguisticandculturalareintertwi- cultural or sociolinguistic “interference”. In Gum- currence ofthephenomenonsometimesknownas and culturalbackgrounds,revealsthefrequentoc- bureaucrats andtheirclientsfromdifferentethnic by JohnGumperz(1982),onencountersinvolving works. Researchintheethnographyofspeaking sciously) becauseofthewayinwhichaninstitution sion, whichoccurs(ofteninadvertentlyoruncon- is called“institutionalracism”,racism,orexclu- example, itmayoperateinsimilarfashiontowhat may appearinmanyguisesandatlevels.For minently inathirdapproach.Culturalexclusion production ofcultureandmeaning. (intended orunintended)fromtheprocessofco- This approachistakenfurtherinapaperby cipates [hisemphasis]. cultural contexts (webs of meaning)in which one parti- citizenship isthen:tobeco-producer,orco-author,ofthe of meaning-making.Theessencetheideacultural making insociety, culturalcitizenshipconcernsthat political citizenshipconcernstheprocessofdecision- established culturalconsensusandhegemony. While right tochallengeanyauthoritativelyortraditionally ral citizencanclaimco-authorshipandthusalsothe (such asinanaristocraticsystem).Similarly, thecultu- “natural”, “divine”or“traditional”guardianofpower cal actorship while rejecting any claim of some to be a positive claim to beinvolved,thatis,can claim politi- social ideal.Thepoliticalcitizencanputforwardthe then, isontheideaofco-productionasanormative As withGramsci,languagealsofigurespro- Cultural exclusion, therefore, implies absence The focusofbothpoliticalandculturalcitizenship, Ralph Grillo,CulturalExclusion:MigrantMinoritiesandtheLawinUK and religious discrimination,forexample, provides freedom isrelevanthere. Legislating againstracial to him,thephilosopherIsaiah Berlin’s accountof others insociety»(ibid).Althoughtheydonotrefer insists that individuals must live exactly like all style thatagroupwould choose to haveandthat «denies recognitionandaccommodationofalife- defining culturalexclusion.Theformer, however, identity, whichtakesusbacktothefirstwayof to discriminationordisadvantageongroundsof and “participationexclusion”.Thelatterrefers gues, takestwoforms:“livingmodeexclusion” tural libertyiscurtailed,andthis,theReportar The centralideais“culturalliberty’: World ,whoseprincipalarchitectwasAmartyaSen. 2004, sub-titledCulturalLibertyinToday’sDiverse ned inthe UNDP’s HumanDevelopment Report count ofculturalexclusiondevelopedideasoutli- stic/discursive “interference”. this culturalexclusionthoughcultural/sociolingui- and themismanagementofcodes.We mightcall ved inculturalmisunderstandingsatthatinterface, types ofknowledgeandpower, andmaybeobser communication attheinter-face betweendifferent exclusion isamongotherthingsaboutintercultural other hand,expandsonthetext.Thuscultural it, toafewworkingnotions.Overcoding,onthe are reducedbyasortof“roughcoding”,ashecalls have somethingtodowith“friendship”.Thedata aware that a certain range of phrases and gestures stand aforeignlanguagewhograduallybecomes 1976: 135).Hecitesapersonattemptingtounder to bepertinentunitsofacodeinformation»(Eco portions ofcertaintextsareprovisionallyassumed reliable pre-establishedrules,certainmacroscopic «the operationbymeansofwhichintheabsence ways of“reading”atext.Undercodingisdefinedas coding” and“undercoding”,whichcontrasttwo semblance towhatUmbertoEco(1976)calls“over to codesappropriateanother. Itthusbearsre- tion inoneculture“ethnocentrically”byreference may be glossed as coding and decoding informa- communicative breakdown.Culturalinterference state actionandattention(UNDP2004:6). tant aspectofhumandevelopment-andthusworthy short: culturallibertyisahumanrightandanimpor scriminated againstinotheraspectsoftheirlives.In be freetoexpresstheseidentitieswithoutbeingdi- zed andaccommodatedbythestate,peoplemust freedom. People’s cultural identities must be recogni- education, adecentstandardoflivingandpolitical Cultural exclusioniswhathappenswhencul- Fourthly. Asnotedabove,vanHensbroek’s ac- Human development requires more than health, - 29 - - - -

Ragionare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) what Isaiah Berlin called “freedom from” (Berlin cremations. The Law Reports6 summarised as follows: 2002: 178). But in Berlin’s view there is another kind of freedom, “freedom to”, which he glosses The claimant [Mr. Ghai] was an orthodox Hindu. as «the freedom which consists in not being pre- He wished his body to be cremated on an open air pyre vented from choosing as I do by other men» (ibi- following his death, and he also wanted similar open dem). Thus “cultural liberty” is a form of “freedom air funerals for other Hindus. He approached the de- to”; cultural exclusion is a restriction of cultural fendant local authority to facilitate those goals. The au- liberty/“freedom to”. thority rejected his approach on the ground that open The UNDP Report is a wide-ranging attempt air funerals were unlawful under [an Act of 1902]. to identify forms and types of cultural exclusion in this sense and its overlap with other types of exclu- It added that the claimant, who was supported sion. Living mode exclusion may be difficult to by various charitable bodies, contended that the identify, it argues, though in extreme form it may Act «could not [...] override his fundamental right involve restrictions promulgated by the state, with to undertake an open air funeral pyre in accordan- «policies to suppress or prohibit the use of langua- ce with his religious or cultural beliefs», under Ar- ges or religious or other important practices such ticle 9(1) of the European Convention on Human as dress that are visible markers of identity – for Rights.7 example, turbans worn by Sikhs or the headscarf The case has many angles, and the arguments worn by some Muslim women» (UNDP 2004: 30), put forward by the different parties, both before and one might add the burqa or niqab. Neverthe- the judge and in the wider public sphere, not le- less, «attempts can be made to gain a rough idea of ast on television8 are of considerable interest. For the scope of the problem based on some key cultu- example, the claims made by Mr. Ghai and his ral markers such as religion, language and ceremo- supporters are not as widely espoused by Hindus nial practices» (2004: 31), and important sections and Sikhs in Britain as they suggest. Not all belie- of the report are devoted to surveying the extent ve that open air funeral pyres are necessary for a of such exclusion across a wide range of countries, “good death”, a matter for considerable discussion and considering it might be remedied. and dispute between the experts who gave eviden- While van Hensbroek’s ideas are attractive (and ce on behalf of the various parties. The judge’s very mesh with an approach to multiculturalism as a ne- detailed report drew on a variety of evidence, in- gotiated order: Grillo 2010), the present paper ad- cluding that of expert anthropological witnesses, to dresses other implications of the UNDP’s concept come to a view about whether or not the practice of cultural liberty: restrictions on cultural liberty or of open-air cremation, which Mr Ghai and others “freedom to”. Thus, briefly, people who adhere to were claiming as their right, could be permitted in distinct, non-dominant, beliefs and practices may a diverse society like the UK, taking into account be unable to participate on the basis of equality the views of both the majority and minority popula- within systems permeated by other (dominant) va- tions and also government legislation on health and lues (and by other languages in the literal sense), safety, pollution and so forth. His conclusions may that fail to value those beliefs and practices that be summarised as follows: they bring, for example to institutional encounters. Personnel often have no means (or only inadequa- a) The relevant Act and Regulations does indeed te means) of taking into account the practices with prohibit the burning of human remains, other than which they are confronted. Indeed, it may be assu- in a crematorium; med they should not have to do so. This may then b) Hindus and Sikhs dispute whether their reli- lead certain groups to feel that there is less and less gious beliefs necessitate an open air pyre and asso- space for them in the public arena, and in conse- ciated ceremonial; quence seek that space within their own (separate) c) Nonetheless, «the claimant’s belief in open air institutions. An extended example, in this instance funeral pyres is cogent and also central to his strand involving Hindus and Sikhs in the UK, may help of orthodox Hinduism. It is beside the point that illustrate this. typically Hindus in this country do not share that belief»; d) Consequently the claimant does have a right 3. A Case about Cremation to hold and «manifest his religious belief in open air funeral pyres» under ECHR Article 9(1); A recent British court case (Ghai vs Newcastle e) However, «the prohibition on open air fune- City Council5) concerned an application by a British ral pyres is justified» by reference to Article 9(2)9 Hindu (Davender Kumar Ghai) to permit open air on various grounds including, as argued by the Se-

30 rectly on his body while it was being cremated». traditional fire,[and]andsunlightcouldshinedi- a structure,providedthatthecremationwasby satisfied ifthecremationprocesstookplacewithin his death,onapyreintheopenair[but]wouldbe does notinfactrequirehimtobecremated,after Mr. Ghai’s lawyers claimed that «his religious belief could beaccommodatedwithinthecurrentlaw. the courtsoughtwaysinwhichMr. Ghai’s wishes in accordancewiththeHindureligion.Instead, to dowithwhetherornotMr. Ghai’s beliefswere reversed thedecision.Thereasonsgivenhadlittle pealed againstthisverdict,andtheappealcourt being burnedinthisway»(para.161). would finditabhorrentthathumanremainswere munity wouldbeupsetandoffendedbythem cretary ofStateforJustice,that«othersinthecom- was describedasatypicallyBritishcompromise. satisfied theact,andMr. Ghaiwonthroughwhat the appealjudgesagreeditneednot.Thestructure building needhavearoof.Aftermuchdeliberation tion of theword “building”, and whether legally a sfied the Act hinged in large part onthe interpreta- building, andwhethertheproposedstructuresati- specified thatacrematoriumwascertainkindof in SpanishMorocco.TherelevantAct,however, An exampleofasuitablestructurecouldbefound which civil marriages may be conducted, and the lemnised mustbeofficially registeredasaplacein sque orotherbuildingin which themarriageisso- remony withintheproceedings. Forthis,themo- may beorganisedsoasto incorporateacivilce- civil marriage,orviceversa. Nevertheless, a nikah (nikah) isnotassuchrecognisedconcludinga blem isthataMuslimreligiousmarriageceremony and thelatterbyreligiousauthorities.Thepro- implications forentitlementtorightsandbenefits, marriages, theformerrecognisedbystate,with relates tothedifferencebetweencivilandreligious vorce twice (see countries, too,Muslimsmustmarrytwiceanddi- It has long been argued that in Britain and in other payments, incorrectlyoftenreferredtoasdowry). tably concerningwhathappenstomahr(marriage marriage anddivorcesettlements,no- in Muslimmajoritycountries)focusingon sewhere inEuropeandNorthAmerica(aswellas ars therehavebeendiscussionsintheUKandel- This wasnottheendofstory. Mr. Ghaiap- Turn, now, toMuslims.Overanumberofye- 4. MuslimMarriages,DivorcesandDivorce inter alia Pearl, Menski 1998). This Ralph Grillo,CulturalExclusion:MigrantMinoritiesandtheLawinUK Settlements 10

the UKhasbeen inpartaresponseto demands by that thegrowingimportance ofShari’aCouncilsin aves thewomaninlimbo, and ithasbeensuggested to pronouncetalaq[allowareligiousseparation] le- remain faithful toIslam. The failure of the husband civil divorce, especially if she wishes to remarry and portant (indeed perhaps moreimportant) than a Muslim womanareligiousdivorcemaybeasim- the contrary, thisisaproblembecausefordevout appropriate religiously recognised divorce by pronouncing the divorce, butthehusbandhasrefusedtoconfirma riages” arethosewherethewifehasobtainedacivil riages”, anddisputesaboutmahr.“Limpingmar the UKareproblemofso-called“limpingmar legal system. sdiction whereitisrecognisedasvalidbythelocal recognised whenutteredoutsidetheUKinajuri- the nationalterritory, thoughsuchadivorcemaybe a In general,inBritainasmostWestern countries Shari’a councilorcourtonanapplicationbyawife. number oftimes;khul’aisadivorcegrantedby ply byahusbandpronouncingthetalaqformula the modeofdivorcewhichcanbeinstitutedsim- concerned two: talaqand vorce inIslam,buttheUKmostdiscussionhas Jews, butalso,indifferentways,RomanCatholics. faced byfollowersofotherreligions,too,notably the latter, in serious difficulties. This is a problem the othermayplacehusbandorwife,butespecially gious practiceandprinciples.Thelackofoneor and/or wishestoremarryinaccordancewithreli- mic law, essentialifeitherofthecoupleisdevout legally again;theotherisadivorcethroughIsla- has beenregisteredandthecouplewishtomarry ding toEnglishcivillaw, essentialifacivilmarriage twice justastheymustmarrytwice.Oneisaccor mahr (marriagepayments). has abearingondivorceandthethornysubject of conduct acivilceremonyaswellthenikah.This have appliedforoneoftheirofficialstobeable relatively few mosques (perhaps as few as 10%) both ceremoniessimultaneouslywouldassistthis, registering mosqueswiththefacilitytoconduct religiously andcivillytobeenableddoso, it wasdesirableforthosewhowanttobemarried and non-Muslimswouldconcurthatinprinciple before orafterthenikah.AlthoughmanyMuslims must gothroughaseparatecivilmarriageceremony gister themarriage.Unlessthisisdone,acouple have beengrantedtheappropriateauthoritytore- Imam orotherpersonconductingthenikahmust talaq divorce is not recognised if uttered within Two mattersconcerning divorce byMuslimsin There areanumberofwaysobtainingdi- It issaidthatMuslimsinBritainmustdivorce talaq formula.Althoughsomeargueto khul’a. The first refers to 31 - - -

Ragionare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) women for a religiously recognised divorce. A si- portant in khul’a divorces when what is at stake is milar situation has existed for Jewish women con- the mahr, and whether or not it should be returned cerning the get, the divorce document which must in accordance with Islamic principles, and wives be ceremonially presented by the husband to his argue that it is theirs by right whoever instituted wife. And the position of a devout Catholic whose divorce proceedings. Although Fournier does not marriage can only be annulled by the Church ac- refer to the UK, what she says rings true of Britain. cording to stringent rules is in some respects also Certainly elements of all three approaches can be comparable. identified in judicial and other statements. Con- A perennial problem in divorces, Muslim or cerning mahr, however, there are too few cases to otherwise, is the financial settlement. One matter identify the prevailing opinion, though one case which has caused particular concern in the UK (as (Uddin vs Choudhury ([2009] EWCA Civ 1205)) indeed in the Muslim world generally) is what to has attracted a good deal of attention and commen- do about mahr [dower or marriage payment] in the tary and has considerable interest from the point of event of a divorce. Although there are differences view of khul’a type divorces and the return of mahr. between various Islamic schools of law, it seems This is a complicated husband and wife divorce generally agreed that if the husband unilaterally settlement, which came before a higher court as an divorces his wife by pronouncing talaq, the wife appeal by the husband’s father (who represented may keep or demand payment of the mahr. If the himself) against a judgment by a lower (county) wife takes the initiative and obtains a khul’a divorce court that gifts made to the bride need not be re- through a Shari’a council, against the initial wishes turned and that the agreed mahr should indeed be of her husband, then, and this is controversial, the retained by the bride. The matter had previously mahr should be returned or foregone, as a sort of gone to an Islamic Shari’a council which decided compensation for his eventually agreeing to pro- that a khul’a divorce could be granted and the mahr nounce talaq. At any rate, this generally is the posi- forgone by the wife. Reasons for the failure of the tion taken by UK Shari’a councils. marriage (including whether it was consummated), The matter has come up in Parliament on seve- were disputed, and there are many aspects which ral occasions, and the issue of mahr has also come are unclear, but, as the judge put it, «the case that before the courts in a number of cases in Europe came to court after the dissolution was all about and in North America usually where wives who money and property». The claimant (i.e. the hu- have obtained a khul’a divorce have declined to re- sband’s father) went to court to retrieve property turn the mahr or sought to claim it, and judges have (mainly jewellery) to the value of £25,000 which he been required to come to a view about what sort of said had been taken from his house. The bride and agreement mahr entails, and what to do about it. her family, however, said that the marriage contract A Canadian lawyer, Pascale Fournier, has written indicated a mahr of £15,000, which had not been extensively on what happens in divorce settlements paid. The lower court accepted the expert advice of involving mahr come in Canadian, French, German a Muslim barrister that some of the assets involved and US courts. She shows (2010) that although in were outright gifts (and hence, he argued, not re- legal terms the four jurisdictions may be different, turnable under Islamic law). Concerning the mahr, there are similarities in the way they handle mahr the lower court judge ruled that the marriage agre- claims. Underlying judicial decisions, and cutting ement was a valid contract, and this was upheld by across the jurisdictions, are three ideological ap- the higher court judge. proaches: There are several contentious matters in this jud- gement, including whether or not the court should 1) A Liberal-Legal Pluralist, multiculturalist ap- have paid any attention to Shari’a. Be that as it may, proach, which recognizes the Islamic principles what the court did was to treat the marriage agre- behind mahr, and takes them into account in finan- ement quite simply as a contract. It accepted that cial settlements. there was a valid agreement concerning the mahr 2) A Liberal-Formal Equality approach which and that it should be enforced, i.e. the mahr need sets aside the religious aspects of a Muslim marriage not be returned. There is precedent for this in a and treats mahr as a financial agreement, valid or not case from 1965 (Shahnaz vs Rizwan ([1965] 1.QB according to the neutral principles of contract law. 390). It is also in line with cases in Canada and the 3) A Liberal-Substantive Equality approach con- USA, where a legal authority commented on one cerned with what mahr says and does about equality judgement that it provided «a good example of and fairness, especially as regards women and gender what has long struck me as the right way of dealing rights. with this problem: If possible, treat the agreements These different approaches are particularly im- as normal agreements, without regard to their Isla-

32 normal agreements». mic character, andthenenforcethem–ornotas a countrysuch asBritain,Kymlicka may havea principal of“equalitybefore thelaw”demandsthis. for allwithoutculturalor religiousdistinction; the be guaranteedthroughasystem whichisthesame gued thatsocietalcohesion andequalitycanonly Regarding thelaw, forexample, itisfrequentlyar along with their original national membership». voluntarily relinquishsomeoftherightsthatgo 96), «indecidingtouprootthemselves,immigrants of integrationisnotunjust»,saysKymlicka(1995: with existingnormsandvalues.«Theexpectation say “No!”Migrantsshouldbeobligedtoconform contemporary societies.Oneresponseissimplyto plurality whichisaninescapablecharacteristicof how farsocietiesshouldgotoaccommodatethe of “freedomto”.Thisinevitablyraisesthequestion scrimination. Theyneedalsoaddresstheproblem mes shouldtackleexclusionthroughnegativedi- original contextsbecomesLostinTransplantation. it, thecomplexandchangingmeaningofmahrinits mahr link between the form of an Islamic divorce and the gnized theShari’aCouncil’s logic,and«severedthe construction ofIslamiclaw»,thejudgesmisreco- agreement concerning understandings thepartieswouldhavehadoftheir gested thatbynottakingintoaccount«thelikely logist, John Bowen (2010: 428), has further sug- the marriagebreaksdown».Anotheranthropo- dowries, regardlessofthecircumstancesinwhich brides areentitledtoretaintheirmahrand/or precedent intoEnglishLaw:namelythatMuslim this case:«thelearnedJudgehasintroducedanew Ballard (personalcommunication),hasobservedof and publicpolicy. So,astheanthropologistRoger he mighthaverejecteditongroundsoffamilylaw gnised andacceptedtheShari’aCouncil’s logic, We donotknow. Butevenifthejudgehadreco- turned inaccordancewiththeprinciplesofkhul’a? would hehaveagreedthatthemahrshouldbere- done so,wouldhisrulinghavebeenthesame,i.e. or haditssignificancefullyexplained.Ifhe have seenanytextoftheShari’aCouncil’s decision the terpretation, thismeantthewifehadnoclaimon khul’a divorcewasagreed.AndintheCouncil’s in- the wifehadsoughtanendtomarriageanda In theIslamicShari’aCouncil’s view, ofcourse, Concerning people who cometemporarily to It iswidelyacceptedthatintegrationprogram- mahr. Thejudge,however, doesnotappearto obligations». AsPascaleFournier(2010)puts 11 mahr withinone or another 5. Conclusion Ralph Grillo,CulturalExclusion:MigrantMinoritiesandtheLawinUK - Enhancing someone’s “freedomfrom” mayentail point widelymadebyproponents ofaburqaban. to theenhancement of another’s (e.g. women’s), a one parties’ cultural rights (e.g. men’s) may lead both entail winners and losers. The suppression of stomary law»(ibidem:81).Inclusionandexclusion must notbesacrificedtoclaimsoftraditionorcu- values ofhumanrightsandindividualfreedoms including gender equality», and adds: «universal form tointernational standards of human rights, gal systems–whether unitary orplural –must con- lopment perspective»,itargues(2004:58),«allle- to otheruniversalrights:«Fromahumandeve- cultural libertyandrightsbutsubordinatesthem sequences? TheUNDPReportstronglydefends are beingincluded/excluded,andwithwhatcon- about thepractice,andfearingdemonisation. pulations infactacceptthis,whilefeelingdefensive is possible.Thegreatmajorityamongminoritypo- human rights.No“culturaldefence”,asitiscalled, beral democratic societies, with a strong belief in acknowledged tocontravenethebasicvaluesofli- practices, forexample,forcedmarriage line beingdrawn,isoftenverydifficult,butsome es. Knowingwheretodrawtheline,oraccept entails much,pragmatic,negotiationofboundari- public. Multiculturalismasaformofgovernance recognise, formallyandinformally, inprivateand about whatkindofdifference,andhowmuch,to nance of multicultural societies entails judgment ply, how far can one, should one, go? The gover unproblematic. First,andonceagain,quitesim- tend tofavourtheinclusivestrategy, itisnot his open-aircremation. inclusive, for example, to allow Mr. Ghai to have or interpreting it in such a way as to make it more make itmoreexclusive,asopposedtobroadening banning theburqaorniqab,narrowinglawto move acrossmanycountriesin2010-11towards outstanding example of the exclusion strategy is the to onewhichtendstowardsculturalexclusion.An a strategyopentoculturalinclusion,asopposed se “other” values, and practices; that is adopting account andallowroomfor“freedomto”exerci- grandparents migrated? ght upinthecountrytowhichtheirparentsor relevant whenthoseconcernedarebornandbrou- migrants whohavenaturalised?Andsurelyitisir does theargumentapplytolongtermsettlersor operate withatotalprohibitionofotherness.But is debatable– and indeed in practice few countries fused rightsaccordedbyinternationalconventions point, thoughwhethertheycouldorshouldbere- Secondly, whoseculture and cultural rights Although mostanthropologistsinstinctively The alternativeistotake“culturalliberty”into 12 , willbe 33 - -

Ragionare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) restricting someone else’s “freedom to”. Notes This paper cannot resolve this conundrum, but can only underline the difficulties entailed in reconciling cultural exclusion and the law, difficul- ties which pose challenges of a legal, ethical, ethno- 1 A version of this paper was presented as a keynote ad- graphic, theological and philosophical character dress to the XIII Congresso Nazionale of the Associazio- for all anthropologists. ne Italiana per le Scienze Etnoantropologiche (AISEA), Rome, April 2011, whose theme was “Discriminazioni: modelli culturali, retoriche pubbliche e pratiche sociali”. I thank the organisers for their hospitality and members of the audience for their instructive comments.

2 See Grillo et al. (eds.) 2009 for reviews of the literature.

3 I use “migrants” or “immigrants” as shorthand for this phrase.

4 The paper arises from a wider research project on «Muslims, Islam and the Law: A Legal Industry» (MIL- LI).

5 Ghai vs Newcastle City Council [2009] EWHC 978 (Ad- min) (08 May 2009). Decision of Mr. Justice Cranston. http://www.bailii.org/ew/cases/EWHC/Admin/20- 09/978.html [Accessed 19 May 2009].

6 Volume 159, Issue 7369,14 May 2009, http://www. lawreports.co.uk/WLRD/2009/QBD/ghai_v_newca- stlecc.htm [Accessed 26 November 2009].

7 «Everyone has the right to freedom of thought, con- science and religion; this right includes freedom to chan- ge his religion or belief, and freedom, either alone or in community with others and in public or private, to ma- nifest his religion or belief, in worship, teaching, practice and observance».

8 See reports on the website of the Anglo-Asian Frien- dship Society: http://www.anglo-asian.moonfruit.com [Accessed 24 November 2009].

9 «Freedom to manifest one’s religion or beliefs shall be subject only to such limitations as are prescribed by law and are necessary in a democratic society in the interests of public safety, for the protection of public order, health or morals, or the protection of the rights and freedoms of others».

10 In Ghai, R. (on the application of) vs Newcastle City Council & Ors [2010] EWCA Civ 59 (10 February 2010). Text available at http://www.bailii.org/ew/cases/EWCA/ Civ/2010/59.html [Accessed 17 February 2010].

11 Eugene Volokh, http://volokh.com/2010/02/25/isla- mic-agreements-in-civil-courts-2/ [Accessed 26 January 2011].

34 2009 Grillo R.,etal.(eds.) 1978 Gramsci A. 2002 Gardner K. 2010 Fournier P. 1976 Eco U. 2006 Croucher S. 2006 Bun K.H. 2010 Bowen J.R. 2002 Berlin I. References NOT anIslamicpractice. 12 Contraryto what is widely believed forced marriage is Farnham. Legal Practice and Cultural Diversity, Ashgate, shart, London. and GeoffreyNowell-Smith,LawrenceWi- Gramsci. EditedandTranslatedbyQuentinHoare Selections fromthePrisonNotebooksofAntonio don, Berg,Oxford. and LifeHistoriesamongstBengaliEldersinLon- Age, Narrative and Migration: The Life Course splantation, Ashgate,Farnham Muslim Marriage in WesternCourts: Lost in Tran- Bloomington/London. A TheoryofSemiotics,IndianaUniversityPress, Science, 28(2):181-200. litics of American Nationhood”, in “Ambivalent Attachments: The Hegemonic Po- in AsianEthnicity,7(3):285-302. ces ofPakistaniWomen in‘Global’HongKong”, “Body, Dress and CulturalExclusion: Experien- 7(3): 411-435. riah?”, inUniversityofSt.ThomasLawJournal, “How Could English Courts Recognize Sha - Liberty, OxfordUniversityPress,Oxford. Ralph Grillo,CulturalExclusion:MigrantMinoritiesandtheLawinUK New Political 2010 van HensbroekP. B. 2004 UNDP 1998 Pearl D.,W. Menski 1993 Michie E.B. 1964 Marshall T. H. 2005 Leontidou L.,H.Donnan,A.Afouxenidis 1995 Kymlicka W. 1993 Hoch C. 2008 Hirschl R. 1982 Gumperz J. 2010 317-330. Activist Practices”,inCitizenshipStudies,14(3): “Cultural Citizenship as a Normative Notion for Development Programme,NewYork. berty inToday’sDiverseWorld,UnitedNations Human DevelopmentReport2004:CulturalLi- Maxwell, London. Muslim FamilyLaw, University Press,Ithaca. ference, and the Victorian Woman Writer,Cornell Outside thePale:CulturalExclusion,GenderDif- bleday andCo.,GardenCity, NewYork. Class, Citizenship,andSocialDevelopment,Dou- Regional Research,29(2):389-407. Mappings”, in International Journal of Urban and der: SocialandCulturalMarkers,Spatialities “Exclusion andDifferencealongtheEUBor Rights, ClarendonPress,Oxford. Multicultural Citizenship:ATheoryofLiberal Association, 59(4):451-460. “Racism andPlanning”,inAmericanPlanning litical Science,11:93-118. Rise ofPoliticalCourts”,inAnnualReviewPo- “The Judicialization of Mega-Politics and the Cambridge. Discourse Strategies,CambridgeUniversityPress, gious andEthnicDiversity, Göttingen. 10-02, MaxPlanckInstitutefortheStudyofReli- gimes and Moral Orders, MMG Working Paper Contesting DiversityinEurope:AlternativeRe- (3 rd Edition),Sweet& 35 -

Ragionare

Valentina Rametta ria antropologicadell’immaginario Il desideriodelselvatico.LaWilderness comecatego- postmoderno tica e il supremo aspetto formale di tutto il pensiero fatto dell’oggetto-paesaggio la vera chiave ermeneu- nari finoalleesperienzedell’EcologicalArt,hanno temi ediscorsiche,dall’ecoantropologiadiLanter sviluppando unrepertoriodiapproccidisciplinari, del Novecentoèstatalariflessionesulpaesaggio, zato ilpanoramaintellettualedell’ultimotrentennio contemporanee: individua comeilproblemacentraledellesocietà natura cheilcriticoneomarxistaFredricJameson zione dellospaziomateriale,l’eclissiradicaledella cartografia dei saperi umani, e dall’altro la muta- traverso il ritorno del“paradigma escluso” nella il tentativodiformulareunnuovoumanesimoat- logico dellecategorieculturalieantropologiche, di decentrareericonfigurarel’orizzonteepistemo- “condizione postmoderna”:daunlato,l’esigenza che Lyotard, ormainellontano1979,hadefinitola siero contemporaneorivelailparadossodiquella logetico. Questocaratterepaesaggisticodelpen- le seccheintellettualidiunusovolgarmenteapo- del postmodernismoaccademico,arenandosientro trasformata peròmoltovelocementeinunoslogan tà diunmutamentodeiparadigmitradizionali,siè lutazione intellettualealcuifondositrovalavolon- della culturacontemporanea,sintomodiunariva- la “cultura”èdiventata un’autentica“secondanatura”, mondo piùcompiutamenteumano, nelqualetuttavia e lanaturaèsvanitapersempre. […]sitrattadiun allorché ilprocessodimodernizzazione siècompiuto Una delledominanticulturalichehacaratteriz- Il Postmodernismoèciòcheci sitrovadifronte 1 E ilCoyotechecanta/èlasciatofuoriperché . La tendenza alla “paesaggiologia” per sempre/Dentrodivoi.Manonèvero. temono /ilrichiamodelselvatico.[…] Mi piacerebbepoterdire/IlCoyotesarà Gary Snyder, TurtleIsland 1. Premessa - visione appiattita sull’ideologema“natura vscultu- discorso sulpaesaggiodeve essereliberatodauna spingere ariformulareitermini dellaquestione.Il ca econtroculturaledelsenso. Questoaspettodeve immettendo in essi una forma di riattivazione politi- gonista rispettoaidiscorsi sulpaesaggiotoutcourt, esaggio selvaggio,emergeconunavocazioneanta- culturale. Intalsensol’ideadiWilderness,delpa- costituisce unelementofondamentalediresistenza delle alteritàingioco,nelqualeproprioilpaesaggio in uncampoeterogeneodiricollocazionediscorsiva gioso, socialeeartistico,intrecciandoquestiaspetti continua asuscitarereazionisulpianoetnico,reli- pressione delcapitalismofinanziariointernazionale, economica dellediverserealtàgeopolitiche,sottola si geopoliticiinternazionali aree finoaogginonancoracooptatedagliinteres- prodigiosa delmodelloeconomicooccidentalein eadunaespansione all’esportazione, connessa è le creatasi tracollassoeconomicoeambienta- pologicamente inmanieradiversa.Lacongiuntura 2008), sonoforsepensabili criticamente e antro- bifronte dellanostramodernità(LaCecla1988, del paesaggionaturale,checostituisconoilGiano Il mutamentovertiginosodellaspazialitàurbanae nella dialettica tra luoghi e non-luoghi (1996: 711). soggetto eambientechelostessoAugéindividuava logico, ediunoscollamentoestetico-cognitivotra centro di unproblemaepistemologico e antropo- i conticonquestanecessitàdiripensamento,al nella coscienzacontemporaneaèiltentativodifare lo spazio»(1996:33,37).Ilritornodelpaesaggio gica «abbiamobisognodire-imparareapensare avvertiva che permisurarne la portataantropolo- che nonabbiamoancoraimparatoaosservare»;ed contraddistinguono lasurmodernité, va nellospaziounadelle«figuredell’eccesso»che ci delpensieropostmoderno,MarcAugéindica- divenuto moltoprestounodeimanifestiideologi- mava ancora“estetizzazionedellarealtà”(2007:6). reale, ungrandebalzoversoquellocheBenjaminchia- un’immensa estoricamenteoriginaleacculturazionedel In un classico dell’antropologia contemporanea, 2 . L’unificazione tecno- «un mondo 37

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) ra”, che nella letteratura antropologica ha assunto urbano e per il paesaggio come processo culturale una funzione quasi dogmatica di rappresentazione ha continuato a essere l’accezione di senso privile- dialettica (Descola 2005; Lai 2001), per essere ri- giata attraverso la quale perimetrare e ridefinire la guadagnato alla coscienza critica e all’antropologia dialettica uomo/ambiente, affiancata al nuovo mo- come campo di interazioni complesse e come cate- tivo politically correct della Green economy, molto goria antropologica dell’immaginario, in cui il con- raramente la discussione si è spostata oltre i limiti cetto di paesaggio, inteso in modo estensivo e poli- geografici dei luoghi antropizzati, e poco o nulla è semico, non è solo il prodotto storico di una cultura, stata la riflessione sul paesaggio come modello co- in termini di relativismo ambientale e sociale, ma la gnitivo trasversale di una ecologia profonda e come traccia di un paradigma culturale universale e trans- strumento di critica culturale della società moderna. storico di pensiero complesso e di pensiero engagé, In tal senso la particolare latitudine antropologica ovvero di pensiero implicato in un doppio senso: del concetto di Wilderness negli ultimi trent’anni come «reciprocità di prospettive in cui l’uomo e si è agganciata ad alcuni movimenti politici, e a il mondo si fanno vicendevolmente da specchio» esperienze artistiche e letterarie di grande impatto (Lévi-Strauss 1996: 243) tra iterazioni fisiche, cogni- critico e culturale, un filone esile ma energico che tive e simboliche, e come pensiero critico rispetto al ha fatto da ponte tra riflessione ecologica, riflessio- presente (Meschiari 2008, 2010a; Serres 2000). ne sociale e pensiero creativo, all’interno dei quali Ripartendo dal problema della mutazione dello gli studi etnoantropologici sul paesaggio occupano spazio e dell’eclissi della natura quali fatti emer- un posto centrale e quasi consustanziale alla formu- genti del presente, emerge in parallelo un aspetto lazione stessa del discorso sulla Wilderness (Bai- antropologico importante: una penetrazione e una rd Callicot 1998, 2008; Haen, Wilk 2006; Milton colonizzazione storicamente originali della natura 1993; Nelson 1997; Oelschlaeger 1991, 1992; Ra- e dell’inconscio. Si tratta non solo dell’espansione sula 2002; Scriven 1997; Shepard, McKinley 1969). del cityscape e del neocolonialismo economico oltre Prima di addentrarci nella Wilderness, la cui la portata del sistema mondiale capitalista (Klein fenomenologia culturale copre un vasto campo di 2007), ma della distruzione delle sacche di resisten- esperienze eterogenee che in America possono de- za ecologica e culturale del Terzo Mondo e delle signare tanto il rapporto con la natura selvaggia di cosiddette culture di interesse etnografico opera- un pensatore libertario quanto quello di un caccia- ta dalla Rivoluzione Verde e dall’espansione degli tore di cervi, occorre avanzare alcune precisazioni interessi geopolitici continentali (Jacobs 1991). La di carattere epistemologico sul “discorso paesag- distruzione dell’elemento naturale in un’epoca di gio”. Nella letteratura sull’argomento il termine dissoluzione ambientale implica la riduzione pro- incontra una sorgività e una polisemia che non gressiva degli ambiente primari e la conseguente sempre è stata accolta in modo operativo, come “dislocazione dell’alterità”, di un’esperienza dell’al- utile indeterminatezza in grado di comprendere tro deprivata della sua alterità, o più precisamente la fluidità dialettica dei concetti quali strumenti di della “condizione” di alterità, per cui «l’altro della un tipo di sapere, e dei relativi effetti di conoscen- nostra società non è più la Natura, come avveniva za che tale campo specifico è disposto a un dato nelle società precapitaliste, bensì in qualcos’altro momento ad accettare. La posta in gioco non è ancora da identificare» (Jameson: 2007: 57). La la discussione sulle modalità e sulle procedure di prospettiva dialettica che emerge da questa risco- definizione dell’oggetto-paesaggio, ma ripensarne perta del paesaggio, come soggetto antropologico la pensabilità, «risvegliare un concetto assopito e e come oggetto culturale, mostra dunque simulta- di rimetterlo in gioco su una scena nuova, anche neamente la sparizione della natura di fronte alla a costo di rivolgerlo contro se stesso» (Deleuze, progressiva estetizzazione della realtà3, nel momen- Guattari 2002: 75), trovare idee che rendano testi- to in cui la perdita di carisma e il contenimento si- monianza di quel «labirinto di interazioni» della stematico dell’energia teorica4, la retorica dell’iden- «complessità umana e del flusso storico» di cui par- tità e della neoetnicità, dell’onnivora omologazione la Feyerabend (2008: 16). Partendo dalla consape- delle alterità su scala globale, ha spinto a ripartire volezza che in ogni strumento d’osservazione è insi- proprio dal paesaggio come nuova entità mentale to un pregiudizio ideologico, una «fede percettiva» per ripensare e cartografare i conflitti del presente (Knapp 1985) che configura e rappresenta il campo (Jarvis 1998; Meschiari 2008). di interazioni, bisogna muoversi nella direzione di una «frequente rinuncia alla ragione» (Feyerabend 2008: 146), impiegando il concetto di paesaggio 2. Antropologia del paesaggio come un concetto-valvola. Non si tratta di una sortita arbitraria dalle dialettiche per avallare un Di fatto, se in Europa l’interesse per lo spazio nuovo vuoto epistemologico, piuttosto il tentativo

38 meneutico morbidoeilare manifesti dipropagandauncertonichilismoer paesaggio, edegliepiciclialatere,circolaticome prattutto losmarcamentodeidiscorsiprodottisul ribaltamento dicerteconclusionicritiche,maso- ment, questaviratadiprofiloimplicanonsoloun 2009; Turri 1974;Zagari2011).Questodétourne- rarefazione (Calenge2003;LanternariRogier ambivalente, negativo/positivo del ritaglio e della lettiche’ riconoscendo al termine paesaggio il gioco di colmarequest’ultimoeripensarele’trappole dia- delle differenzepensatecomel’ideadelbricolage l’appiattimento ideologico,afavorediunriverbero può accidentalmenteprodurrenovitàcontenendo concetto ne paesaggiodivieneinclusivoeporoso,un fatto, ilconcetto diWildernessnonesiste,se nonin re, ecostruire,ilpensiero dell’Altro/ve. InItalia,di emergere l’urgenzaeilbisogno ditornareapratica- che nefatranquillamente astrazione) chepossafar mentale (nuovaquantomeno nelcontestoitaliano vs culturadaunlato,eintrodurre unanuovaentità détournement interpretativodelladialetticanatura al concettodipaesaggiotoutcourt,pertentarequel doppia esigenza:contrapporloinmododialettico di natura,masegueundoppiomovimentoeuna un sottoinsiemediquestoounavariantedell’idea gico deidiscorsisulpaesaggiononsignificacreare il concettodiWilderness un concorsodicauseapiùdimensioni.Immettere gici, connettendoregimididiscorsodifferentiin ripetibile maaunsistemadirapportimicrodialo- paesaggio, nonriducibileaunmodellounitarioe della percezione,rappresentazioneescritturadel do comeproblemaermeneuticocentralequello di affluentilateralicheingrossanoilcorso,ponen- intrecciate, unacatenadirapportifrastagliatiricca getto, offrendodiessounfasciointerpretazioni guadagnare continuamenteilpropriooggetto-sog- come unsapereipoteticochedeveridefinireeri- L’antropologia delpaesaggio,dunque,si configura manca da tempo dalle abitudini intellettuali locali. potrebbe sviluppare quella coscienza critica che concetto dipaesaggioimplodal’ideaWilderness cizio delpensiero.Inquestosenso,lasciarecheil oggetto mentaleineditoeunacondizioneperl’eser suna diesseevengacreatonuovamente,divengaun corre chequesto“soggetto” non appartenga a nes- chiamare araccoltadueotrescienze,piuttostooc- prendere ilsoggettopaesaggioeintornoadesso respiro generalistaemultidisciplinare,nonbasta una costellazionediesperienze. astratti deldiscorsoteorico come segnimaterialidi composizione eteroclitacheinterrogaiconcetti di Lévi-Strauss(1996: 30-35), unrepertorio dalla Affinché l’antropologiadelpaesaggioabbiaun border crossing,adautoingerimento,che Valentina Rametta,Ildesideriodelselvatico.LaWilderness comecategoriaantropologicadell’immaginario nell’orizzonte antropolo- 5 . Inquest’otticailtermi- - - 6

tura ciare la cellula staminale da cui si è generata l’idea tensione culturale e biologica, è possibile rintrac- al problemadell’ecologia umana nellasuaduplice la riflessionetrauomoe natura el’attenzioneposta tema dominante, affrontato in modosistematico, è Zerzan 2001).Inquestomagma eterogeneo,ilcui Nelson 1983,1997;Peacock1990;Snyder1992; 1995; Krakauer1996;Lopez2006;McGinnis1998; (Berry 1977;Cafard2003;Kerasote2000;Kilgo delle terreestremediungiovanedellamiddleclass son, dall’ecologiaprofondaallaricercadelmito alle ricercheetnoantropologichediRichardNel- movimenti bioregionalisti,daglianarcoprimitivisti ci, dallenuovefilosofieagrariedi WendellBarryai ze e concettualità della natura selvaggia moltepli- è stato“inventato”,perchépuòdesignareesperien- complesso eabbastanzaimprendibileanchelìdove di alterità,ma è unconcettoantropologicamente per l’irrigazionecontrollata(HansfordVest 2005). agli agrocarburantioallacostruzionediunadiga pezzo diWildernessinunapiantagionedestinata magari rilocandoloinunariservaperconvertireun ne diunnemicodaaddomesticareeaddormentare, to dellegastronomieetnicheoppurenellacreazio- a precipitareogniAltro/venelloscenarioconsuma- parametri dellasurmodernitàglobalechecontinua sive, una“resistenzacognitiva”dellapercezioneai in unmotoperpetuodiconflittieidentitàesclu- appiattiscono l’asprezzaeladurezzadell’Altro/ve resistenza alleabitudiniintellettualioccidentali grande “lezionedialterità”dellaWilderness,èuna ritengo possaesseresviluppatopropriograziealla – hadismessolecoordinate.Ilpuntodivistache spalle ifastideigiochilinguisticidelpostmoderno stra contemporaneità–chesieappenalasciataalle mario nell’esperienzadelmondo,qualelano- 2003). Siamo cioè al nocciolo di un movimento pri- ta etico-culturale(Ahmed,Shore1995;Lanternari problemi planetari,quantolanecessitàdiunasvol- l’ingerenza ecologica, oggi sempre più al centro dei ma antropologicoinsensoprofondo,riguardatanto nuovi eineditinonèsolounbisognointellettuale diato consumodimassa(Centini2003,Meli2007). ciò cheè“altro” della criticaestemperalaricerca,ilconfrontocon una culturachenonriesceadaffondareilcoltello riproducono laderivacommercialeepopulistadi lettuale epolitica una visioneimportatadiscarsapenetrazioneintel- Dicevamo chel’ideadiWildernessèunalezione L’esigenza di confrontarsi conoggetti mentali à lamodedell’argomento 7 in un’immaginedifacileeimme- ocomeaccessoriodiunariscrit- 3. SulletraccedellaWilderness 8 , lecuiintenzionalità che 39

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) di Wilderness, concetto che fa i conti con un pae- sarebbe la condizione di selvatichezza, lo stato pro- saggio materiale e mentale che è quello della cultu- prio degli animali selvatici, mentre il wil-deor è pro- ra americana, la cui convivenza – tragica e costante prio l’animale allo stato selvatico: – con i nativi è stata il confronto permanente con l’alterità non riducibile e non assimilabile (Lopez Nell’Antico Germanico e nel Norreno, da cui si 1990; Nash 2001). Per la storia culturale europea è sviluppato in gran parte il termine inglese, la radi- non è possibile individuare un’esperienza radica- ce sembra essere stata will con il significato descrittivo le come questa, poiché il gioco dialettico/dialogi- di arrogante, ostinato, o incontrollabile. Da willed è co con i grandi spazi selvaggi e con le popolazioni venuto l’aggettivo wilde [selvaggio] utilizzato per tra- “fuori legge” si era concluso durante il Medioevo, smettere l’idea di un essere smarrito, indisciplinato, già dall’età dei comuni e dall’intensificarsi della disordinato, o confuso. [...] Applicato inizialmente alla dialettica città/campagna, concettualmente paralle- condotta umana, il termine è stato esteso ad altre for- la all’invenzione del paesaggio moderno (Lai 2000; me di vita. Così l’antico inglese deor [animale] è stato Meschiari 2008; Turri 1998). In tal senso Roderick preceduto dal prefisso wild per indicare le creature che Nash parla del concetto di Wilderness come ingre- non sono sotto il controllo dell’uomo. [...] A questo diente fondamentale nella costruzione dell’imma- punto la derivazione di Wilderness è chiara. Wildeor, ginario e dell’identità americani9, cresciuti in un dalla forma contratta wilder ha dato luogo a wildern e paesaggio che ha mantenuto una continuità almeno infineWilderness . Etimologicamente, il termine signifi- fino a duecento anni fa, non disturbata dalle rivolu- ca wild-deor-ness, il luogo degli animali selvaggi (Nash zioni industriali e dalla lunga storia culturale di un 2001: 1-2). continente come l’Europa10: La Wilderness è la condizione dell’animale sel- La Wilderness è stata l’ingrediente base della cultu- vatico e, metonimicamente, il luogo dell’animale ra americana. Dalle materie primarie della Wilderness in quanto luogo anarchico al di fuori del controllo fisica, gli americani costruirono una civiltà. Con l’idea umano. Ciò che per la percezione fa Wilderness è di Wilderness hanno cercato di dare identità e senso la totale autonomia, l’assoluta indipendenza delle alla loro civiltà. […] I luoghi selvaggi e gli elementi condizioni di esistenza del selvatico. È in gioco una selvaggi ancora oggi godono di una popolarità diffusa. doppia tensione: il rapporto con l’animale e la fasci- Di fatto, la salvaguardia della Wilderness è di nuovo nazione che l’alterità selvatica esercita sull’immagi- minacciata dai tanti visitatori entusiasti e dallo svilup- nario. Lo storico e antropologo Jay Hansford Vest, po economico. Sorprendentemente, la Wilderness è in concentrandosi sul suffisso -ness, ricorda che nelle pericolo dall’attuale passione per la morte. Dalla pro- regioni dell’Europa del nord e nelle lingue celto- spettiva della storia intellettuale, questa rivalutazione è germaniche questo era impiegato nella costruzione rivoluzionaria (Nash 2001: xi). dei toponimi (si pensi ai toponimi scozzesi Loch- Ness, Fife-Ness o Buchan-Ness) e riconnette il L’autore sta additando due aspetti fondamentali termine all’idea di uno spazio materiale fuori con- alla base dell’idea di Wilderness: essa ha a che fare trollo, alla condizione di selvatichezza propria del con la percezione delle “qualità”, della “condizio- paesaggio: ne” materiale di alterità dei luoghi, e Wilderness è anche rischio, esposizione verso il limite. L’idea di In will-der-ness, allora esiste una “volontà-della- Wilderness ci mette di fronte a una dimensione ma- terra” [will-of-the-land], e in wildeor, c’è una “volontà- teriale e a una dimensione che potremmo definire dell’animale” [will-of-the-animal]. Un animale selvati- spirituale e filosofica, o più precisamente mitopo- co è self-willed-animal un animale allo stato selvaggio, ietica. Queste due dimensioni antropologiche non e similmente, le terre incolte sono self-willed-land, sono dicotomiche, ma si dispongono sul medesimo “luogo-fuori-controllo” (Vest 1985: 324). livello di costruzione semantica, sullo stesso piano del significato, articolato dal gioco simultaneo del- Vest assimila l’idea di Wilderness sia alla selvati- la percezione e della rappresentazione di ciò che è chezza degli animali che del paesaggio, concentran- “altro” nella sua irriducibilità. Per comprendere dosi anch’egli sul medesimo particolare sottoline- meglio questo aspetto, è utile riferirsi all’etimolo- ato da Nash: il self-willed, la volontà selvatica. Lo gia della parola Wilderness: will(d)-deor-ness ovve- strato profondo poggia dunque su una qualità che ro, da un lato il termine wild, col valore di “fuori ha a che fare con le condizioni di esistenza concreta controllo”, “senza regole”, “selvaggio”, “incolto”, dei luoghi e degli animali, cioè sulla percezione di e dall’altro deor, riferito alla selvatichezza propria un’esistenza “altra” volitiva, autonoma e anarchi- degli animali, mentre il suffisso -ness indica condi- ca. Per tale ragione l’immagine della Wilderness zione e qualità attribuita agli oggetti. La Wilderness poggia sull’assenza dell’uomo e sulla propria in-

40 europei luoghisacri: ragione questiluoghieranoritenutidaiprimiindo- una forzaselvaggiafuoridell’ordinario, e pertale come terrachepossiedeunintrinsecowillpower, io stato, unacondizione,durataqualitativasenza la sarebbe emersal’ideadiuna“volontàdellaterra”: trinseca, ostinata volizione, da cui,secondo Vest, dei sistemiideologici dellediverseculture inrap- ne diunmodelloanalitico complessonellostudio dei luoghi,potrebbeessere estesanell’elaborazio- tualità dell’ideadiWilderness comeforzavolitiva fico dellanozionediciviltà. stesse, all’ambienteregolatoeordinatocheèspeci- si applicanodirettamente,eoppongonopersé conseguenze intellettualidiquestaideavolizione va, dell’anti-umano,dell’alteritàpereccellenza.Le del “non-umano”e,perpolarizzazionesuccessi- e “fuorilegge”,dacuisièsviluppatal’immagine do dialettico:ilfuoricontrollocome“non-istituito” nazione degliatti»,enesvelailpropriodoppiofon- Bachelard (1975)chiamava«laleggedell’immagi- ni divitasignificative, chemagistralmente Gaston comportamento, dellapresenzadiforzeinsituazio- di piùsullaWilderness. bifronte, dellaterraedell’animale,cidicequalcosa certo sensoanticipatodaldesiderio.Malavolizione la percezionechenonèdeltuttounoggetto,ein lizione individuale ed enigmatica di un oggetto del- dire chelaWildernessècognizionediquestavo- lo chenonsottostàanessunaregola.Sipotrebbe ha chiamatoilself-willed,unsoggettofuoricontrol- delle azioni in un senso inatteso che Hansford Vest nessi all’ideadivolizione,allavolontàcompiere 1985). Tutte questiaspettisonostrettamentecon- elementi ditensionedialettica(Nash2001;Vest “dominato da altrui volontà”, adombrino questi che “dominareconlaforza”, ficato di“desiderare intensamente,volere”ma an- will, “volontà”,dacuiilverbotoconsigni- 11 Wilderness il concettodiWilderness(ibidem:325). concetto diuna“volontàdellaterra”[will-oftheland], za numinosa.Edèdaquestatradizionecheemergeil cepivano inessiunasensodimisterosacro,presen- energia spirituale.Perquestoiprimiindoeuropeiper [wille force] – autonoma, ostinata, incontrollabile – e di profondo deltermine;eranointrisidiforzavolitiva Questi luoghinaturalieranoWildernessnelsensopiù alieni allaprofanazioneumanaedellalorotecnologia. basato sultematradizionaledeiluoghinaturalisacri, È interessantenotarecomeiltermineinglese Da unpuntodivistaantropologico laconcet- . HansfordVest insistesull’ideadiWilderness Il cultodellanaturaperiprimiindoeuropeiera Valentina Rametta,Ildesideriodelselvatico.LaWilderness comecategoriaantropologicadell’immaginario non èunoggettomasiriferisceauno Essa implica e l’aggettivowilled, l’idea diun - getto, piuttosto liinerisce non presupponesolounaut trasoggettoeog- tra corpoepaesaggio, identitàealterità, che che implicaun’irriducibilità delrapportodialettico razione traduepresenze poggiano suqualcosache potremmodefinireinte- di HomoMetropolitanus. etnoecologica, il moderno interesse per il paesaggio ridiscuta inmodoanalogo,cioèunprospettiva paesaggio trasocietàdicacciatori-raccoglitori,e invarianti nellapercezioneerappresentazionedel in culturealtre,ovverochetengacontodialcune e comecategoriaoperativadifenomenianaloghi Wilderness dialettica primaria,all’internodellaqualel’ideadi ti dell’alterità,cogliereil“come”diunacostruzione generale sui nessicheleganolatopologiaeiconcet- etnografiche all’internodiundibattitoteoricopiù a unainvariantea-culturale,macollocareleanalisi L’ipotesi nonèappiattireledifferenticosmologie culiarità morfologiche(Meschiari2002/04:64). naturali sacrisceltinelpaesaggioperlelorope- degli snodinevralgiciche chiamano sejdi,luoghi dei Saami,chesiestendesulterritorioseguendo di essi (Cartry 1979). O ancora, la geografia sacra ambigua, in continuomovimento e incombente su selvatico chechiamanofuali villaggio comeavvoltodallapresenzadellospazio cuore dell’Africanera,iqualipercepisconoilloro di sacralità;iGourmantchèdelBurkinaFaso,nel insicuri, ilcuipericoloèconnessoadunaltolivello che dividono il territorio tra luoghi sicuri e luoghi tivo, sipensiagliAborigenidellaTerra diArhnem, con l’ideadiWilderness interesse etnograficorivelaunacertaconnessione senso delsacrodeiluoghipressomolteculturedi nell’ecologia del paesaggio (Oelschlaeger 1991). Il concetto diWildernesscomecategoriadinamica rappresentazione dellospazio,tenendoincontoil lisi, allo studio delle origini della percezione e della connesse, a livellopiù generale e trasversale di ana- manifestazioni delsacro.Questepotrebberoessere peculiarità geomorfologiche,comeierofanie, voli delpaesaggiosonostatipercepiti,percerte (Berkes 1999;Bradley2000).Questiluoghinote- una topografiaeditopologiaritualeprecisa non modificatidall’uomomaiscrittiall’internodi dell’archeologia deiluoghinaturali,cioèsiti (1985). Direcenteinfattisièsviluppatolostudio gerito porto al paesaggio e alla L’idea diWilderness in nucedalleosservazionidiHansfordVest sia intesacomemodellointerpretativo 4. LacondizionedellaWilderness da unpuntodivistacogni- o traduevolontà,qualcosa e ilconcettodivolizione Sacred ecology, come sug- l’uno nell’altro. Ledina- 12 , unazonageografica 41

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) miche tra selvaggio/civilizzato (scilicet natura/cul- all’ordine centrale dello Stato (Scriven 1997). tura, da cui dinamico/statico, pericolo/sicuro) non La penetrazione dell’idea di Wilderness nell’im- sono solo coppie oppositive di rappresentazione maginario americano è tale da essere un tassello del mondo, ma poggiano su un piano connettivo, fondamentale anche nella costruzione della storia e vicinale e consistente, una zona di indiscernibilità dell’identità religiosa del paese (Rolston 1992). L’i- che tocca e riversa uno nell’altro. La variazione im- deologia della cristianizzazione, sviluppatasi come plica l’effetto di una intrusione, che avvicina il gioco costola della più generale idea di progresso e di ci- dialogico della volizione in un doppio movimento: vilizzazione secondo i canoni già descritti dalla tra- l’io è un qui e l’altro è un altrove, ma simultanea- dizione antropologica del “fardello dell’uomo bian- mente si fa l’esperienza inversa, cioè l’io è un altro/ co”, ha associato il concetto di Wilderness a quello altrove e l’altro è un qui. La chiave di lettura della di terra desolata, minacciosa, priva di cultura e sen- Wilderness americana risiede proprio in questo di- za legge, in questo caso sovrapponendo al “senza slivello percettivo, il quale è storicamente il disli- legge” della dimensione sociale l’assenza della legge vello tra Vecchio e Nuovo Mondo, altalenante tra divina. Il significato germinale della Wilderness, di due tensioni: il confronto permanente tra il luogo luogo fuori dal controllo, subisce un restringimento noto, famigliare e leggibile, e un luogo ignoto, sen- semantico. Implicando l’idea di un luogo indipen- za coordinate leggibili13. Nel dinamismo di questo dente dall’azione umana, nel senso della non dipen- confronto/scontro continuo, il pensiero americano denza da altrui volontà se non quella del self-will, ha saputo scorgere un valore pregnante nell’alterità dell’autodeterminazione, ha prodotto un’accezione del paesaggio selvaggio, paesaggio che è anche, e negativa del concetto di Wilderness accentuando- sempre, alterità di luoghi e popoli. L’idea di Wil- ne il polo del “non-umano”. La Wilderness assume derness implica che la relazione tra il Sé e l’Altro è l’aspetto di una terra disordinata e disabitata, terra innescata a partire dal paesaggio, nel quale la perce- nullius al confine dell’umanità, che designa para- zione di una differente volontà di controllo sembra dossalmente un luogo dell’assenza, un luogo privo essere stata un dato che ontologicamente ha prece- di vita. Con questo carattere ideologico il termine fa duto l’identità. In quanto tale, la Wilderness come ingresso per la prima volta nel 1526, nella traduzio- concezione culturale storicamente determinata è ne anglosassone dei testi biblici di William Tyndale, espressione di un dualismo dialogico che conferi- e per questa via verrà accolto nelle Scritture come sce ai due termini in questione una processualità equivalente di “deserto” (accezione ancora presen- fortemente dinamica. Per la mentalità americana la te nei dizionari di oggi) condizione di solitudine e Wilderness rappresenta questo dualismo concentri- selvatichezza (Nash 2001: 3). La Wilderness biblica co, dove il polo della natura, del paesaggio concre- declinata come wildlife, vita allo stato selvaggio, e to, dell’animale e del confronto permanente con i wildland, terra incolta e vergine, può essere dunque popoli indigeni del continente non conduce inva- un concetto reazionario di propaganda nazionali- riabilmente, in una sorta di relazione causa-effetto, sta, non solo in contrapposizione agli indigeni da all’alternativa tra assimilazione, domesticazione ed civilizzare e assimilare, ma strettamente legata al estraneità, ma quasi ad una impossibilità di con- paradigma agropastorale dell’ideologia giudeocri- tenere e addomesticare integralmente l’Altro/ve. stiana, ampiamente diffuso nella cultura puritana La riflessione sul rapporto uomo/natura in ambi- americana e ancora oggi largamente presente. Si to americano ha una tradizione molto lunga (Buell pensi ad esempio all’idea di Wilderness sviluppata 1995), sin dai primordi dell’avventura coloniale del dal movimento dell’Agrarianismo di Wendell Ber- continente, e in particolare negli ultimi duecento ry e al suo «manifesto del contadino impazzito» anni ha sviluppato un corollario di temi connessi in (1977), e al Biblical Agrarianism legato all’esperien- modo fondativo alla convivenza con i nativi (Lopez za delle comunità tradizionali giudeocristiane come 1990). Diversamente dal contesto europeo, che di i Mannoniti o gli Amish (Inge 1966). ritorno ha elaborato un’immagine talvolta sfocata, Le radici della storia culturale del continente talvolta fantastica dell’alterità del Nuovo Mondo, configurano la civilizzazione come “creatrice” della la Wilderness ha portato a emersione un complesso Wilderness. Essa è stata il paradigma dell’uomo del- spettro di esperienze dell’altro, non soltanto quale la frontiera, del pioniere venuto nel Nuovo Mondo, impasse «di un io che nel momento in cui è chiamato attratto non solo dal desiderio di terre da sfruttare a rappresentare l’altro, di fatto riconferma se stes- ma da uno stile di vita «che assomiglia sempre più a so» (Cocchiara 2000: 25), ma di una fascinazione, una condizione di spirito, a un intuito libertario che di una penetrazione della volizione selvatica nella preferisce alle lotte sociali e di religione la lotta con mentalità e nell’ideologia collettiva, che ha prodot- gli elementi» (Meschiari 2010a: 38). Come ricorda to una moltitudine di esperienze tradottesi anche Roderick Nash (2001: 27-30), per il pioniere la Wil- in pratiche di sperimentazione sociale alternative derness è una lotta con le forze della natura. Nel

42 dionale deimontiAppalachi,scrive: montanari di originescozzesenella regione meri- Our SouthernHighlanders,cheraccontalavitadei del Nord.Inuntestopubblicatonel1913daltitolo vita nelleGreatSmokyMountainsdellaCarolina trascorse gliultimiventicinqueannidellapropria ra. IlprimoframmentoèdiHoraceKephart,che autori diduetestisullavitadegliuominifrontie- scrittori vissutientrambiagliinizidelNovecentoe te, vorreimettereinparallelodueframmentidi te civili»(1989:11). contrapposta «aunalibertàeculturapuramen- conflitto tral’assolutalibertàdellostatoselvaggio natura cheHenryDavidThoreauindividuavanel sioni oppostedelmondo,traduesentimentidella La contraddizioneèanchel’oscillazionetraduevi- un paeseinformazionepulsantedicontraddizioni. ne duplicetraluogoeidea,naturacultura,in una dimensionespiritualeacavallodiun’invenzio- dimensione materialedellaWildernessintreccia respiro libertario,tracancellazioneenostalgia.La a oscillareambiguamentetraspiritodicontrolloe si, dapopoliselvaggieanimaliostili,comincia vegetazione primordiale, da paesaggiasprie roccio- La geografiafisicadellevasteareepopolatedauna frontiersman, volontà ostile.IlNuovoMondodeipionieri,del cana l’ideadiunconfrontoinevitabileconuna 2008: 17-45),rappresenta per la mentalità ameri- letteratura dellerêverie presa nell’immaginariodell’amalgamatrascienzae delle Alpinell’ultimoquartodelSettecento nabile forse,perrilievoculturale,alla“scoperta” paesaggio cheinEuropanonhaanaloghi,parago- La rilevanzaculturaledellaWilderness militari, comeinunasfidaallimitedell’esposizione. rico difascinosubito,descrittaattraversometafore mini cheriflettonotuttal’intensitàemotivaeilca- Wilderness» (ibidem:24),questaèindicataconter del processodicivilizzazionee«conquistadella turalistiche –nellacostruzionedellagrandeepopea viaggio, diari,memoriali,riflessionifilosoficheena- magma deidocumentipiùdisparati–resocontidi Per comprenderebenequestadialetticalaceran- (1913: 306). del mio destino, io sono il capitano della mia anima» che possaesisteresullaterra.[…] «Iosonol’artefice coloro cheresistevanoeralapiù puraindipendenza Ma c’eraunacompensazione.[…] Elaricompensaper e lacarestiainemici,oppure certamentemorirai!». tue braccia»,tidicelaWilderness,«controilfreddo frontiera eralafiduciainséstessi.«Confidasolonelle forza deglielementi.[…]Laprimalezionedellavitadi – lavitaeraunalunga,duraecrudeleguerracontro Per qualsiasi pioniere – e per le lorodonne e figli Valentina Rametta,Ildesideriodelselvatico.LaWilderness comecategoriaantropologicadell’immaginario è un“altro”mondononmisurabile. geologiche, cfr. Meschiari (un’idea di 14 , ealla - Wilderness: rapida trasformazione,svelando l’altrovoltodella so dinostalgiaperunmondo eperunpaesaggioin regione delleRocky-Mountain dell’Oregon,èintri- dente, il testo di Parkman, che descrive la vita nella però anchequalcos’altro.Diversamentedalprece- ricano durantel’avventuradellafrontiera,appare vie dimigrazioneversoilnorddelcontinenteame- di paesaggiochepercorselaOregonTrail,unadelle prima da Fransis Parkman, un giornalista e pittore montanari diKephart,pubblicatoappenaunanno dio, lacomprensionedellorostiledivita. avventura deimontanarinegliAppalachi,elostu- storytelling, traraccontodiunaepopea,lagrande molto benequestadoppianatura,acavallotralo tutto all’immaginario.Ilsottotitolodellibrorivela no per una una volontàdicomprensionedeiconflittieilfasci- re scozzesetrapiantato,esembranoanimareinlui montano, aicantiedetti,agliaspettidelfolklo- teri alrapportoconinatividella regione, aldialetto temi etnoantropologici.Kephartdedicacapitoliin- in lucealcuneconnessionidellaWildernessconi reperimento di informazioni sulla regione, mettono Il girodiriferimenticheKephartcompie,daPoeal ra uno strano silenzio; era una intorno aquestedimorenell’Americaorientalec’e- che parlasserodelleintimeconoscenzelocali[…] suo popolo»,manonesistevano«raccontiostorie ti daquestagenerazione,chedescrivelaterraeil vano solounamanciatadiarticoligiornale«scrit- le cimepiùaltedelsistemadegliAppalachi,esiste- primo soggiornonelleGreatSmokyMountains,tra regioni nonsiconoscemolto.Inoccasionedelsuo Carolina delSudsonoavvoltedalmistero,diquelle sud» (ibidem:13).Kephartdicecheleterredella in letteraturaaunodeimontanaridelleregionidel selvagge delWest Virginia, «ilprimoriferimento Allan Poe nel quale si fa allusione alle montagne si apreconilriferimentoaunraccontodiEdgard sto sonoquellediunoscrittore.L’incipit dellibro la linguaeicanti,mainparteleintenzionidelte- geografia dellemontagne, le abitudini alimentari, dei montanaridifrontiera,ilcontestoecologico,la porta daetnologo,descrivendoilmododivivere ne. Il dettaglio non è irrilevante. Kephart si com- un intellettuale attratto dalla vita libera del confi- allo sbaraglionellaWildernessdegliAppalachima elementari. Kephartnoneraunpionierelanciato legge nelqualel’uomoèaconfrontoconleforze non governabile, la condizione del mondosenza so delself-willed,ilrapportoconunasituazione sociazione dellaWildernessconilprimitivoimpul- In untestopraticamentecoevoaquellosui Ciò cheappareimmediatamente evidente èl’as- terra incognita da guadagnare prima di terra incognita» ivi). ( 43

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1)

Invece di tende indiane, con il loro trofeo di arco, dotto nell’aut-aut di un bilinguismo ma ha saputo lancia, scudo e scalpi penzolanti, abbiamo villaggi e cit- produrre cordate interdisciplinari di grande respiro tà, località di soggiorno per chi cerca divertimento e generalista. Nel pensiero americano la Wilderness salute in una società piacevole, moda di Parigi, riviste, e il rapporto con il paesaggio è sempre stata una la più recente poesia e l’ultimo nuovo romanzo. […] Il riflessione all’incrocio tra letteratura e scienza già bisonte è sparito e dei tanti milioni rimangono le ossa. a partire dalle prime descrizioni dei coloni trasfe- Bestiame domestico e recinti di filo spinato hanno sop- riti nel Nuovo Mondo, una “tradizione” che si è piantato le grandi mandrie e i pascoli sconfinati. Quelle mantenuta costante anche presso i padri fondatori serenate disarmoniche, i lupi che ululano nella sera in- del pensiero americano moderno, i trascendenta- torno al fuoco di bivacco del viaggiatore, hanno ceduto listi, passando attraverso la letteratura modernista all’arsenico e ridotto al silenzio la loro musica selvaggia fino a oggi (Buell 1995; Kilgo 1995; Lopez 1997; (1912: XVIII). Nash 2001). La Wilderness suggerisce un problema di scrittura che si rivela essere un problema di “tra- Ben lontano dall’essere un ritorno periodico del duzione” dell’alterità, di ricerca di un linguaggio, di buon selvaggio nel pensiero addomesticato del- strategie narrative adeguate di penetrazione espres- la società civilizzata, il corto circuito che descrive siva e analitica. Parkman, rievocando l’immagine della moda di Pa- La letteratura sulla Wilderness, che conta circa rigi e dell’arsenico in quella che fino a un decennio cinque o sei centinaia di volumi variamente indiciz- prima era terra incognita di bisonti e lupi, sembra zabili tra testi filosofici, geografici, naturalistici, et- essere la feritoia da cui emerge una realtà che è già nografici, manifesta la radicale indifferenza nei con- entrata nel passato e nel ricordo. La musica delle fronti della dialettica tra scienza e letteratura, e tra alture selvagge è diventata un oggetto del desiderio, linguaggio poetico e linguaggio scientifico, rivelan- è diventata uno stato della mente. Nell’immagine done un’originaria connivenza e convivenza, aperta di Parkman la Wilderness di fatto, non c’è già più, al qualitativo e al plurale. In questo senso l’idea di creando una specie di brusio immaginario dall’an- Wilderness si traduce in una lezione di metodo, in damento intermittente in cui si ascolta la storia scal- una impalcatura per strutture complesse che ren- firsi, tra accelerazioni e immobilità dialettiche, tra dano testimonianza delle diverse dimensioni impli- immagine presente e immagine latente, tra perdita cate nel paesaggio in rapporto all’uomo, e dell’uo- irreparabile e nostalgia. mo in rapporto al paesaggio. Paesaggio e scrittura diventano un terreno unico, un unico problema di spazi e di luoghi. Nelle parole di Gary Snyder si 5. La Wilderness come scrittura di luoghi comprende lo scarto, in certa misura utopico, in cui si colloca questa particolare prassi della scrittura: Tentando alcune possibilità d’esplorazione del contemporaneo interesse per la Wilderness, vor- Nutriamo la speranza di creare una letteratura del- rei suggerire alcuni autori camminando attraverso la natura contemporanea, che abbia radici profonde, una manciata di testi che hanno plasmato un gene- che celebri la meraviglia del mondo naturale e che at- re letterario largamente praticato negli Stati Uniti, tinga alla bellezza – essendone al tempo stesso artefi- quello della Nature Writing o Landscape Writing, ce – delle conoscenze scientifiche, straordinariamente traducibile in modo approssimato con “scrittura ricche. Una letteratura, ancora, che possa affrontare la della natura” o “letteratura di paesaggio”15 (Lo- questione dei danni terribili che vengono perpetrati in pez 1989, 1997; Rasula 2000). L’attenzione rivolta nome del progresso e dell’economia mondiale (Snyder dalla critica alle forme di scrittura del paesaggio 2008: 45). è largamente documentato sia dall’emergere nella letteratura e nella sociologia di nuove istanze mili- Per Snyder gli «esploratori della mente selva- tanti, come l’ecocritica, l’ecofemminismo, l’ecocen- tica» sono gli scrittori e gli artisti, e «l’immagina- trismo (Fromm, Glotfelty 1996; Iovino 2006; Scri- zione poetica» è il territorio della mente selvatica ven 1997), sia dall’osmosi delle strutture di fictione (ibidem: 80). Da un ecosistema scaturisce un tipo di non-fiction nella sperimentazione delle strategie di poesia e di storia che definisce «la letteratura discorsive, rendendo estremamente magmatico il dell’ambiente», e questa ha sempre a che fare con panorama dei generi e il confine tra essi (Elis - Bo- un’«ecologia dell’immaginazione» (ibidem: 46). Per schner 1996). Questo carattere plurale della lette- gli scrittori americani parlare di Wilderness come ratura americana, a cavallo tra scienza e letteratura, di un oggetto immobile in una sola di queste di- rivela un bifrontismo dell’immaginario che, diver- mensioni dell’esperienza, non restituisce l’idea di samente dall’Europa e ad eccezione di pochi autori una conoscenza e di un sapere che è sempre saper- come Michel Serres o Kenneth White, non si è tra- altro, di una prassi della scrittura che volge prima

44 catalogo dipopolieluoghidelNordAmerica: e quasi a volerne sanare la percezione compone un ricchezza geograficaeculturaledell’AltroMondo, sultato dell’incapacità dell’Occidente di leggere la coloni europei,l’autoresostienechesiastatoilri- che dell’ecocidiodeinativiamericanidaparte testo, ripercorrendoleragionistoricheeideologi- faro della Landscape (2006)diBarryLopez,unoscrittore- (1990) eHomeGround.LanguageforanAmerican letteratura sono TheRediscoveryofNorth America la terra.Unesempiodiquestogenerebilingue naturale e dietnologia, le scienze ecologiche e del- versando opere poetiche e non narrative, di storia territorio che sa intrecciare natura e cultura, attra- La letteraturadellanaturasorgenelmezzodiun di tuttoallalezionedell’etnopoetica(Snyder1992). approssimazione narrativa. cosa chenonpuòesserecompreso senonconuna il paesaggioèindistinguibile dall’esperienza,qual- l’emergere di una storia personale e collettiva in cui prendere gli eventi e i sistemi di valori condivisi, nomi deiluoghisonoilpunto dipartenzapercom- mesa, fiume,ounaltroelemento»(ibidem:62).I stica delpaesaggio–unnomespecificocomebutte, cia conunriferimentoaunaparticolarecaratteri- loro storieedeiraccontitradizionali«comin- la linguaApachespiegachemaggiorpartedelle Basso (1996),ilqualenelsuolavorosulpaesaggioe ga èinfattiquellaaffrontatadall’antropologoKeith ture di interesse etnografico. Un’operazione analo- analitico epoeticodeisaperitassonomicidellecul- il glossariodiLopezsembrafareappelloalpotere una solaparolaèingradodiriattivare,eperquesto recuperare laprofonditàdisaperieconoscenze che una vagalistadiparoleanonime»(ibidem:XVI),e le contrastareunlinguaggioche«stacollassandoin e il sapere tradizionale. L’operazione di Lopez vuo- done ladefinizione,storialinguistica,geografia dei qualisièoccupatodiunaopiùvociricostruen- compendiato dapiùdiquarantascrittori,ognuno forme delpaesaggio e deimodididireilpaesaggio, rio diterminiinglesi,francesi,spagnolienatividelle imponente cheLopezconcepiscecomeunglossa- anima l’altro testo, Home Ground (2006),un’opera mitopoietico. Questostessosguardoantropologico portata antropologicadeldireiluoghicomeatto con unlinguaggioeunaprosa“poetica”,rivelala scambio profondo(Lopez1990) Si trattadiluoghiconcuipossiamoavereancorauno Si trattaancora,inqualchemodo,delNuovoMondo. in noiilsensodiampiezza di questo paesaggio […]. La necessitàcatalogatoriadiLopez,rievocata Questa brevelitania di nomi,dovrebberisvegliare Wilderness contemporanea. Nel primo Valentina Rametta,Ildesideriodelselvatico.LaWilderness comecategoriaantropologicadell’immaginario cosiddetta postmodernista, chehaavuto ilmerito per laWilderness ristica dell’etnoantropologia connessa all’interesse Certamente sipotrebbeinterpretare questacaratte- ne analiticadall’intelligenza dellavita»(1996:268). definito il«temporaneoscarto cheseparalaragio- Lévi-Stauss, apropositodelpensieroselvaggio,ha un bisognodiimmaginare,colmarequelloche nuncia al“malinteso” dell’incontro con l’altro,ea una scritturachesidichiaracreativaenonri- strategie discorsivedicreativenonfictionwriting, fitta schieradiautoriWilderness,sperimentano etnografici diRichardNelson,comequelliuna trismo delmodelloculturaleoccidentale.Ilavori tivo conl’alterità,ridimensionandol’antropocen- care delledirezioniapartiredalconfrontoopera- coscienza collettivadiun’altra,iltentativoindi- pologia americanaatraghettareunaculturanella Nelson riflette molto bene l’inclinazione dell’antro- nel dibattitocontemporaneo.Lostilesaggisticodi dell’ambiente, edellarilevanzadell’antropologia nianza dell’emergerediuninteresseperiproblemi serie televisivanazionaleincinqueatti,atestimo- e deiminerali,èstatalabasefictionaleperuna ca controlespeculazionidelleindustriedellegno la causaambientaledelleforestedelnordAmeri- (1983), chesiètradottainunamilitanza attiva per gione borealedaltitoloMakePrayerstotheRaven sua ricercasulcampopressoiKoyukondellare- americano contemporaneo(Nelson1983,1997).La dell’Alaska esulruolodellacaccianell’immaginario il cuilavorosièconcentratosullecultureindigene nologi enaturewriteramericani,Richard Nelson, temi èvisibilenellavorodiunodeipiùattiviet- nario eallacrisiambientaledelmomento. no dellacoscienzaecologica,allacrisidell’immagi- al presente,dirispondereinmodoefficace,sulpia- resse etnograficoinmateriavivacapacediparlare tendenza alla musealizzazione delle culture di inte- di tentarestrategieorientering,convertendola poranea, un’ideamilitantedell’antropologiacapace con lenecessitàconcretedellacondizionecontem- ha saputoconnetterelaricercaetnoantropologica vono le ultime monumentali monografie prodotte, Milton 1993).L’antropologia americana,cuiside- le e sulle competenze ecologiche (Haen, Wilk 2006; culturale sulle strategie di sopravvivenza ambienta- pard 1998),sonoalcentrodiunpiùvastointeresse e naturale(Nelson1983,1997;Kerasote2000;She- zione, l’ecologia,ilrapportoconl’alteritàanimale Lévi-Strauss 1968).Lacaccia,laraccolta,l’evolu- dell’antropologia tradizionale (Lee,DeVore 1968; di scritturaeadalcunitemicruciali,universali, dalle originiculturalidelconcetto,aunamodalità La rilevanzaculturaleassuntadaquestigrandi L’idea diWildernessdunqueèconnessa,sin come effetto dell’antropologia 45

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di far emergere spazi più ampi di riflessione episte- terra fuori dal controllo umano è uno schiaffo in faccia mologica generale. Ciò che appare evidente è che all’arroganza dell’umanesimo – elitario o dell’uomo co- le prospettive di questo tipo di ricerca rivelano un mune, capitalista o socialista, primo o terzomondista; e radicalismo nella messa in crisi delle modalità stan- per loro, è anche qualcosa da temere (Foreman 2000: dard di costruzione etnografica attraverso il ricor- 33). so alle strategia di storytelling, il quale ridefinisce i criteri del topos dell’osservazione partecipante, In questo ideale schiaffo all’arroganza del mo- calettata e interamente tradotta in un’antropologia dello antropocentrico si muovono alcune tra le più militante e in una coscienza di resistenza. significative esperienze di resistenza conviviale le- gate all’idea di Wilderness. È il caso del bioregio- nalismo sviluppato da Gary Snyder e Max Cafard, 6. La nostalgia del selvatico un approccio conoscitivo, etico, economico, ideo- logico e sociale che si basa sull’educazione al rico- Tutti gli scrittori di paesaggio, siano essi poeti o noscimento nel territorio delle unità ecosistemiche, etnologi, hanno scritto della Wilderness contenen- la “bioregione”, che contribuiscono a plasmare le dosi in essa. Lo scavo culturale e linguistico intra- politiche pubbliche e accrescere i legami dei mo- preso, attraverso l’approfondimento della lettura vimenti popolari con la terra. L’idea di bioregione della varietà del paesaggio, la militanza attiva nella è connessa al “pensiero selvaggio”, cioè ai sistemi difesa dell’ambiente, nella causa dei diritti dei po- di interazione delle società tradizionali con quelle poli indigeni, nella critica allo stile di vita addome- parti della natura intese come comunità. La fascia sticato del pensiero occidentale, nell’immaginare granitica di un bacino fluviale, una porzione di co- utopie di convivialità tra uomo e natura, hanno tro- sta, una catena montuosa, sono delle particelle di vato nella Wilderness il playground di connessione alterità, cioè luoghi in cui dominano i «processi sel- tra necessità e concettualità, tra profondità analitica vatici», e sono uno strumento eco-orientato di in- e sguardo poetico, tra ideologia ed ecologia. L’idea venzione di «una nuova cultura regionale transna- di Wilderness è l’immagine di un presente remoto zionale» (Snyder 2008: 116). Max Cafard precisa che interseca gli stratri biologici e culturali dell’e- questo aspetto contrapponendo il nazionalismo sperienza del paesaggio, un paradigma di pensiero dei “regionalisti” all’ampiezza attraversata da una ed un terreno nel senso proprio, in cui registrare le moltitudine di linee e processi della “regione”, rela- interferenze tra mente e paesaggio ma soprattutto il tivizzando «le pseudo-politiche e le pseudo-econo- potenziale antropologico dell’essere-per del paesag- mie di ogni sistema di potere» (2003: 11). Il biore- gio, che «non sempre attivato, raramente ascoltato, gionalismo si mostra non solo come contestazione può dire qualcosa di determinante sul passaggio dell’omologazione ambientale, dell’appiattimento […] dalla conoscenza alla coscienza, dal dire al della varietà ecosistemica, ma come contestazione predire» (Meschiari 2010a: 16). Perché proprio una generale del processo di globalizzazione e di annul- delle vocazioni della Wilderness è quella di essere lamento delle alterità sia su scala macro che micro- pensiero engagé e outsider allo stesso tempo (Scri- sistemica (McGinnis 1998). L’idea della bioregione ven 1997), ed è oggi sorgente di riflessioni sul modo implica una dimensione localizzata della vita e dei in cui i luoghi fanno la mente, sull’importanza eco- processi di pianificazione territoriale in piena ade- logica ed etica degli etnopaesaggi, sullo stato della sione alle esigenze di autodeterminazione decentra- cultura e sulla condizione umana. Per molti studio- ta dalle logiche di governo nazionale. Come spiega si “selvaggi”, come Kerasote, Nelson, Snyder, She- Cafard, la bioregione è un realtà ecologica che com- pard e Zerzan, la Wilderness implica una battaglia pone un sistema di alterità, un arcipelago di centri per le idee e una lotta per le immagini, una resisten- in conflitto costante con il potere centralizzato: za all’alienazione simbolica, ecosistemica e politica del mondo moderno (Zerzan 2007). Dall’ultimo L’anti-centrismo regionalista è di una qualità diver- posto nella scala delle preoccupazioni sociali l’idea sa.Noi Surre(gion)alisti proclamiamo la fine del centri- di Wilderness rimette la questione ambientale al smo, ma cerchiamo di creare e ricreare un gran nume- primo, obbliga a un prudente realismo ecologico, ro di centri. Poiché non c’è un centro […] ma centri a rivedere tutte le priorità politiche ed economiche d’immaginazione che possono proliferare. Lo spirito del pianeta. In questo senso David Foreman, ripar- umano ha sempre trovato il centro dell’universo in luo- tendo dal grado zero della Wilderness, afferma che ghi significativi. Infatti, ogni luogo può essere il centro. Tali centri sono centri di intensità spirituale, punti fo- Questa ostinazione della terra [self-willed land] è il cali per la convergenza di realtà (Cafard 2003: 5). senso della Wilderness, e adombra in esso tutti gli altri. Wilderness significa “al di là del controllo umano”. La L’ottica di Cafard è quella del “filone geoanar-

46 moderno alle radici del pensiero selvaggio ( ibidem: Wilderness Zerzan. Paul Shepard,chel’anarcoprimitivismodiJohn È qui che si inserisce sia la “scienza sovversiva” di ai problemidell’ambienteedell’ecologiaumana. Wilderness chico”, di pensatori libertari che attraverso l’idea di derna ne ecologicainaccessibile all’ideologia dell’eramo- radigma storico,ilfraintendimento delladimensio- di minare, attraverso la messa in discussione del pa- reciprocità con leorigini selvatiche. Shepard cerca siderare la vita,mail tentativo di riguadagnare la Shepard nonèunmodopiùsemplificatodicon- monio genetico-cognitivo.IlPost-primitivismodi base anatomicaefisiologica,maapartiredalpatri- temporaneo e ilsuo antenato arcaico non solosu stocene”, ponendolacontinuitàtral’uomocon- di interesseetnografico,ma non èsololacondizionedeiluoghiodelleculture stigia deipopolitribali»(ibidem:53).LaWildness selvatici comerelittiestetici,losonoleve- ciata aunamentalitàdienclave,cheisola«iDNA una ideaeaunusodellaWildernesschevedeasso- di selvatichezza (ibidem: 49), in contrapposizione a risce parlarediWildness sistema delmeccanismopredatorio,Shepardprefe- allo studiodellewildculturedioggiealcomplesso accordata all’imperativoterritorialedellacaccia, Attraverso larilevanzaantropologicaecognitiva ecologica edesteticacondivisodallanostraspecie. provenendo daungrumoprimariodicoevoluzione è ilnostromododirapportarcialmondoselvatico, Homo sapienssapiens.La primaria della Wildernessnellastoriaevolutiva di antico e piùcomplessocherimonta all’esperienza zione recente di unquadro biologico-culturale più raffinate opzioniesteticheoccidentali,sianolafilia- esaggio checredevamomoderne,prerogativadelle un’eredità cherivelerebbecomemolteideesulpa- «genoma pleistocenicoselvatico»(Shepard1992), moduli cognitivisottoformadiquellochechiama no delnostrocorredogenetico,iscrittoneinostri assimilate dalmodellooccidentale,maall’inter nelle specieselvaticheoculturenonancora Nell’ottica della le, sarannoglistessipopolitribali(ibidem:77). nostre miglioriguide,quandoimpariamoariconoscer mentale. Inqualsiasimodopossanoesserechiamate,le zione paleolitica,unanuovacinegetica,unvenatoria fonda, unasoluzioneparaprimitiva,contro-rivolu- Shepard invitadunquea“fareritornonelPlei- 16 si trattainsintesidi un archetipo dell’ecologia pro- , riportandolaculturae mentedell’uomo hanno sviluppatounapproccioradicale non èsolofuori,neglihabitat Valentina Rametta,Ildesideriodelselvatico.LaWilderness comecategoriaantropologicadell’immaginario Human ecology di Shepard la come condizione mentale Wilderness per Shepard inalterati, - - modello antropologico nell’emergere dellepra- sociale, politicaeculturale, siiscriveinfinecome si animaleconnessealladimensione venatoria. do naturaleeaunafenomenologia dellametamorfo- una concezioneeco-centrica epan-umanadelmon- alle culturediinteresseetnograficoeorientateverso trimonio arcaicodicredenze,inmolticasiispirate sono fenomeniculturalicheappartengonoaunpa- del o pratiche sciamaniche, il cultodeldruidismo celtico pi neopaganienewage,ilnuovointeresseperle animali (Lancaster1997;Luhrmann1993).Igrup- Musgo, tradizionilegatealcultodellaterraedegli spagnoli delBallodeiSelvaggiedell’Hombrede opagane, e di nuove, sonoallabasedellemodernepratichene- profonda, seppureconcaratteristichespecifiche poranea el’interesseversoiproblemidell’ecologia della societàtardocapitalista. Plata delladittaturaargentina,espongonoilnervo Owen Daniels«abbandonandoParigi»alRiodela zia» (ibidem:44)questefiguredellaresistenza,da diventare unavittimadelpropriosensodiingiusti- dell’esperienza, dello 2007: 29).Attraversolaforzapoeticadellaparolae vizio dellamemoriaedell’immaginazione»(Lopez posto dallestoriedipersonaggidissidenti«alser ha dedicatoal tema della resistenza un libro, com- percezione delmondo.IlnaturewriterBarryLopez di reinventarelavitaquotidianaetrasformare stenza traducononellaprassilibertariailtentativo glese (Zerzan2007).Questiesempiconcretidiresi- First!, il Live Wild or Die e Green il Anarchists in- trale, enumerosiperiodiciradicali come l’Earth Civilization, incontinuoconflittoconilpoterecen- come gli sociale dinumerosigruppiantagonistiautogestiti co-ecologismo, cheinAmericahaispiratolaprassi dato vitaaunaprospettivarivoluzionariadianar politica conilpiùrigorosoambientalismo,hanno dei pensatorianarchici,coniuganol’analisisocio- oltre allaradicalitàpoliticamentescorrettatipica civiltà moderna (2001, 2007). Le teorie di Zerzan, limento delpensierosimbolico»esullacriticadella è concentratosull’originedell’alienazione,sul«fal- tivista, JohnZerzan,anarchicoambientalistachesi preistorico siricolleganoleteoriediunaltroprimi- cosmologia» (Lévi-Strauss1962:283). storia interminidibiologia,geologiae,infine, logia eilbisognodi«ricollocarelastorianellaprei- infra-storica incuiregnanolapsicologiaefisio- traducono laprospettivaprimitivisticainunazona 53). Leargomentazioni di Shepardsulla Il desideriodelselvatico come contestazione Il ritorno del selvatico nella coscienza contem- Alle ideediPaulShepardsulruolodelpassato Wild ManinGranBretagna,Germania, Eugene Anarchists e la revival folklorico come gli esempi storytelling come «rifiuto di Coalition Against Wildness Italia, 47 - -

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) tiche artistiche eco-orientate (Cembalester 1991; ton 2000), traduce il desiderio del selvatico nella Lord 1996). Già a partire da alcune significative frequentazione materiale e spirituale del paesaggio esperienze della Land Art degli anni ’60, e dagli camminato che assume la forma di una protesta: happening di Joseph Beuys in difesa della natura, «La natura è la sorgente della mia arte, e l’arte è il problema ecologico e l’interesse per il selvatico la forma di protesta passiva contro il dominio del- sono stati oggetto di un’attenzione particolare, che la vita urbana. Io sono interessato alla Wilderness oggi sta vivendo un’esplosione senza precedenti. non alle metropoli»17 (Fulton 2005). La pratica del L’arte geopoetica di Claudia Losi, la pratica del walkscape di Fulton entra per molte vie come un walkscape degli Stalker (Careri 2006), i progetti si- problema di estetica politica perché da un lato s’i- te-specific del Laboratorio La Spezia, gli arcipelaghi spira alle grandi avventure del viaggio a piedi, col- di arte ambientale en plein air di Arte Sella e della locandosi entro una rete fittissima di precedenti che Marrana, la walking art di Hamish Fulton (2005), hanno fatto della camminata nel paesaggio un atto sono tutte direttamente ispirate alla Wilderness in- di coscienza ecologica che supera il gesto artistico tesa come modello di confronto e di connessione (Solnit 2002), in risonanza con le camminate dei con l’alterità non addomesticabile della natura. Il primi ominidi all’origine della specie fino ai viaggi tipo di concettualità artistica che viene a emersio- di Chatwin; e dall’altro perché la camminata tradu- ne dalla contemporanea mobilitazione intellettuale ce l’impegno a costruire un’esperienza della natura degli artisti è un’arte orientata antropologicamente che ha vita propria e non ha bisogno di essere mate- verso i temi dell’ambiente, dell’ecologia profonda, rializzata in lavoro artistico (Careri 2006). del paesaggio concreto e del rapporto con l’alteri- La cultura contemporanea sembra dunque at- tà animale. A quest’ultima si lega la performance di traversata da questa nostalgia per il selvatico, dalla Joseph Beuys tenuta nel maggio del 1974 dal titolo ricerca dell’esperienza e del contatto con la Wilder- Coyote. I like America and America likes me, in cui ness. Da questa feritoia la condizione di selvatichez- l’artista-sciamano alla ricerca di un’unione perduta za dei luoghi e degli animali ancora oggi continua con la natura, tenta di addomesticare l’animale sel- a essere oggetto di una fascinazione e di un’attra- vatico leggendo ad alta voce il Wall Street Journal. zione mentale irresistibile per scrittori, filosofi, et- Beuys crede nella coincidenza integrale tra arte e nologi, artisti, ecologisti e uomini comuni in cerca scienza sociale, e arte per lui vuol dire dar forma di un’utopia conviviale. Quella che Thoreau (1989: all’utopia. Tentando di comprimere il tempo della 45) chiamava «fantasticheria selvaggia» trascende storia umana nello spazio dell’incontro con la natu- i limiti della storia, l’ordine del tempo e dell’evo- ra, nelle sue action ricorrono animali totemici come luzione culturale, emerge nella pratica artistica e il cervo e la lepre, allegorie dell’alterità del selvatico intellettuale come un modello di pensiero iperin- nella costruzione e nella definizione delle culture. clusivo e totalizzante di riabitare la terra con quella Se Beuys fa entrare il selvatico nelle gallerie d’ar- coscienza ecologica che, di fatto, non è ancora im- te, Hamish Fulton con l’idea della walking art (Ful- plicata nella nostra cultura.

48 di prospettiva: laseparazionedell’intenzione autoriale tivo. Tale aspettovienericondottoa duetipidi“errori” altà nonsonoseparabilise suunpianoesemplifica- generare problemiteoriciseparando terminicheinre- scritto l’autoreintende la teoriacomeunatendenza a grammatico dicriticateorica “senzateoria”.Inquesto Knapp daltitoloAgainstTheory(1985),unsaggiopro- (1996: 69). taneamente, didesocializzazioneeartificializzazione» nostri paesaggi è forse in fase di estetizzazione e, simul- il non-luogo:«Ilrapportoconlastoriacheossessionai gici» utiliperripensarelospazionellacontemporaneità, proprio attraversol’analisidiunodei«luoghiantropolo- esprime questatendenzaall’estetizzazionedelpaesaggio rubrique4.html?lang=it. sito delgruppohttp://www.cartografareilpresente.org/ secolo: rischi,sfide,prospettive,disponibileonlinesul Mondo Contemporaneo,daltitoloL’energianelXXI ternazionale diBolognaperlaCartografiael’Analisidel di ricerca «Cartografare il Presente» del Comitato In- (2007: 50-66). i tratticomplessidiunproblema“esteticapolitica” delle condizionidellapercezione,assumendodunque problema cognitivoinrelazionealgeneralemutamento stemologico, e la loro conseguente riformulazione quale mediana dellecategoriespazialidaunpuntodivistaepi- un problemabifronte,ovverolafunzionemediatricee mapping. L’espressione modello dirappresentazionel’immaginedelcognitive le avocazioneeminentementespaziale,utilizzandocome smo, chenonacasoJamesonindicacomelogicacultura- qualitativo nelladisposizioneculturaledelPostmoderni- emersione ilruolodisoggettielivellospecificatamente terno diquestoquadrointerpretativo, portandone a il discorsosulpaesaggioesull’ideadiWildernessall’in- partire daglianni‘60.Ilpresentelavorointendedisporre designa lostilepropriodialcuneespressioniartistiche,a logica economica,mentreilconcettodiPostmoderno di autonomiae della sua progressiva assimilazione alla poranea, vistacomerisultatodellaperditadiunasfera lo Jameson (2007).Ilconcetto di Postmodernismo designa modernismo” comelogicaculturale,operatadaFredric no” comestileel’usoestensivodelconcettodi“Post- fa riferimentoalladifferenziazionetrail“Postmoder Note status propriodellaculturatardo-capitalistacontem- 1 4 3 2 BastiricordareilcontroversosaggiodiStephen L’antropologia dellasurmodernité diMarcAugé Sivedaildossierinprogressrealizzatodalgruppo NelpresentearticoloilterminePostmodernismo Valentina Rametta,Ildesideriodelselvatico.LaWilderness comecategoriaantropologicadell’immaginario cognitive mapping rappresenta - ricerca. particolare, erivendicarlacomecategoriageneraledella impossibilità adusciredalproprioelementoosituazione antropologica, cioèl’“osservazionepartecipante”,come do luogopermettedirivedereunodeitopoidellateoria ne” diunostatusontologicoeconcettuale,insecon- cogliere ilnocciolodellaformateorica“negazio- nenza perildiscorsosulpaesaggioperchépermettedi Questo tipo di considerazioni sono di particolare perti- «porre aldifuoridellapropriafede»(Knapp1985:27). l’autore chiama “fede”, generandol’ideachecisipossa ca piùampiacheseparala“conoscenza”daquella e delsignificatodeitesti,unapatologiaepistemologi- antecedenti» (Lévi-Strauss1996: 29-30). conservarlo coniresiduidicostruzione edidistruzione sono presentatedirinnovare odiarricchirelostock ma èilrisultatocontingente ditutteleoccasionichesi mento, néd’altrondeconnessunprogettoparticolare, questo insiemenonèinrapportoconilprogettodelmo- materiali, peraltroeterocliti,datochelacomposizionedi dispone, cioèauninsiemevia“finito”diarnesie consiste nell’adattarsisempreall’equipaggiamentodicui verso strumentaleèchiusoeperlui,laregoladelgioco mente perlarealizzazionedelsuoprogetto:iluni- terie primeediarnesi,concepitiprocuratiespressa- dall’ingegnere, egli non lisubordinaalpossessodima- gran numerodicompitidifferenziati,madiversamente re unostacolo.[…]Ilbricoleurècapacedieseguire distrae, delcavallochescartadallalineadirittaperevita- incidente: quellodellapallacherimbalza,delcanesi all’equitazione, ma sempreperevocareunmovimento applica algiocodellapallaedelbiliardo,allacaccia lezioni dimetodo. goglioso relativismoculturale,senzachequestoproduca casi) soltantol’illusionedella“ragioncinica”ediunor critica depotenziataacuièconcessa(nelmiglioredei ve, confinateentroglispaziangustidiunasoggettività sorta diavocazione mostrato lalorosterilitàalpuntodaavergeneratouna spressione chestrizzal’occhioalPostmoderno–hanno di fronteallasostanzarealedelReale–perusareun’e- no ancora,lecategoriedelpensierooccidentale,quali nasconde ildisagionelqualesisonotrovate,etrova- intriso dimetaforeeibridismilinguistici,dall’altronon gli anni’80,eallostessotempouncertointellettualismo una certadiffidenzaculturaleinvogatraglianni’70e anarchia delmetodo,richiamaquasiautomaticamente soggetto, disocietàdeisimulacriedeglispettacoli, di nuovi paradigmi conoscitivi, di decentramento del tà sullatemporalità,dicrisiepistemologicaericerca 5 7 6 Separlaredipaesaggio,primatodellaspaziali- Nonostante l’assenza esiste però l’Associazione «Nel suo antico significato, il verbo integrale dellepossibilitàconosciti- bricoler si 49 -

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Italiana Wilderness (AIW), fondata da Franco Zunino si scientifiche e storiche, nei resoconti di viaggio e nei e ispirata alla coscienza conservazionista dei primi am- documenti “etnografici” dei secoli successivi. Concetti bientalisti americani. La «via italiana alla preservazione come lo stato di natura, il modello del diffusionismo delle terre selvagge», come la definisce il fondatore, è della civiltà, i topoi del buon selvaggio e del barbaro, «prima di tutto e soprattutto, conservazione degli spazi l’immagine dell’altro come essere ferino al confine con selvaggi attraverso formali impegni di salvaguardia che l’animalità, la retorica dell’alterità, andrebbero riscritti siano il più duraturi possibile», e rivendica l’appartenen- interamente mantenendo sullo sfondo il concetto di Wil- za ideologica al filone cosiddetto della received Wilder- derness. ness idea (Baird Callicott, Nelson 1998, 2008; Foreman 2000; Rolston 1998; Stankey 1989), la definizione tradi- 11 Se si volessero trovare delle analogie con alcune zionale e storicizzata di Wilderness che rimonta ai padri esperienze filosofiche in ambito europeo, quest’idea di fondatori dell’ambientalismo di fine Ottocento, e conflu- volizione del selvatico potrebbe essere accostata al con- ita nella definizione formale del Wilderness Act del 1964, cetto di spazio liscio di Gille Deleuze, che nel pensie- nel quale è indicata a partire dal contrasto con le aree in ro del filosofo trova ulteriori sviluppi con il problema cui dominano i segni antropici e riconosciuta come un dell’immanenza. In Millepiani infatti l’idea dello spazio luogo indipendente dalle azioni umane «in cui l’uomo liscio è tradotta come un’entità sospesa tra l’astratto e stesso è un visitatore occasionale» (Baird Callicott 2000: il concreto, in cui i materiali segnalano forze o servono 24). L’associazione ha il grande pregio di aver istituito loro da sintomi: «La percezione, qui, è fatta di sintomi numerose aree protette nel territorio italiano, ma la sua e valutazioni, non di misure e proprietà. Per questo lo azione resta culturalmente ai margini sia del dibattito spazio liscio è occupato dalle intensità, i venti e i rumori, politico in materia di responsabilità ecologica sia inci- le forze e le qualità tattili e sonore, come nel deserto, la dendo poco nella coscienza collettiva. steppa o i ghiacci» (Deleuze, Guattari 2003: 668).

8 Per il lettore italiano gli unici testi disponibili sono 12 Così scrive Cartry: «Di notte lo spazio del fuali un breve pamphlet di Massimo Centini (2003) il quale, avanza nel villaggio fino al limite segnato dai recinti del- seppur dedicato alla Wilderness, si limita a citarne i due le abitazioni, penetra a volte negli interstizi tra queste. autori cliché per eccellenza, Henry D. Thoreau e Aldo Quando il sole è allo zenith, il territorio del villaggio Leopold, dimenticandosi di consultare una incredibile sembra costellato da piccole isole di “terreno selvatico” varietà di riferimenti alcuni dei quali imprescindibili per in cui è pericoloso penetrare. Fuali implica qualcosa di affrontare l’argomento, optando piuttosto per una rivi- indistinto, l’assenza di contorni differenziati, l’evane- sitazione “all’italiana” attraverso una sequela di autori scenza dei confini» (Cartry 1979: 268). Spostando l’at- (Hannah Arendt, Julius Evola, Mircea Eliade, Giorgio tenzione sugli aspetti percettivi emerge un tipo di con- Bertone, per citarne alcuni) che nulla hanno a che fare cettualità dello spazio “selvatico” che si avvicina molto a con la Wilderness. L’altro lavoro disponibile per tastare quella di “luogo fuori controllo” e di “volontà della ter- il polso della ricezione locale in materia è un testo che ra”. Per i Gourmantchè il paesaggio che sfugge al con- affronta l’argomento secondo il tradizionale canone del trollo e all’ordine del luogo abitato «tende a trasformarsi genere letterario dell’escursionismo americano di fine in “terreno selvatico”», e un vasto campo semantico di Ottocento. L’autore compie un’operazione più avveduta costruzioni linguistiche include nozioni dello spazio sel- della precedente, offrendo al lettore, oltre ad un com- vatico che hanno effetto sul corpo umano in un modo pendio di cose già note (il sempre presente Thoreau e specifico: «se state per troppo tempo “in terreno selvati- il trascendentalismo di Ralph Waldo Emerson), un as- co” è come essere svuotati» (Ibidem: 269). saggio di letteratura dei nativi d’America e un capitolo conclusivo dedicato al bioregionalismo di Gary Snyder 13 Una conferma di tipo archeologico potrebbe ve- (Meli 2007). In entrambi i casi l’idea di Wilderness è nire dalle ricostruzioni sulle evidenze dell’espansione approssimata ad una visione idilliaca e sentimentale che neolitica, che mostrerebbero come questa sia avvenuta scivola dai topoi del West alla lettura in chiave spirituali- non a ventaglio ma a macchie, in cui i luoghi colonizzati sta e new age della natura. durante le varie fasi di spostamento venivano assimilati morfologicamente ed ecologicamente a quelli di origine, 9 Le traduzioni dei passi scelti dai testi di cui non esi- come se la “scelta” dei luoghi dipendesse dal grado di ste edizione italiana, quando non altrimenti specificato, leggibilità e di riducibilità a ciò che era familiare. Per sono mie. questo si veda Oelschlaeger 1991.

10 Seguendo questa pista concettuale si potrebbe ri- 14 La Wilderness farà “ritorno” nel pensiero europeo leggere la storia secolare dei modelli di rappresentazio- attraverso l’immaginario romantico legato alla scoperta ne dell’Altro dalla Grecia in poi che hanno continuato delle Alpi. Il paesaggio delle Alpi e delle nevi perenni a propagarsi nelle trattazioni geografiche, nelle sinte- possono essere assimilati a una alterità geografica ina-

50 servazionista chehaportatoalWildernessAct. americano, sonostatiparteintegrantedelpensierocon- John Muir, unodeipadrifondatoridell’ambientalismo sionistici americanicomel’AppalachianeilSierraClubdi confronti delpaesaggio.Lanascitadeiprimiclubescur resse perlebellezzenaturaliallaresponsabilità etica nei coscienza ambientalistaamericana,coniugandol’inte- a casosvolgeràunruoloimportantenellosviluppodella scientifica. Ilmodellodell’associazionealpinistica,non un incrocio tra un circolo di che fonderannoallametàdelXIXsecolol’AlpineClub, della scalatacomesportdicultodeiromanticibritannici, blime naturale.AllascopertadelleAlpièlegatalanascita go indecifrabile in“bellezza”, in manifestazione del su- la nascitadellaglaciologia per esseretrasformato da luo- iesi chelopopoleràdimostriedraghi,dovràattendere to. Questoluogoinospitalesaràoggettodiunamitopo- è fisicamenteesclusomadalqualementalmenteattrat- sono terradesolata,undesertodighiacciodacuil’uomo non abitare. In questo senso le Alpi americane, sonoluoghichesipossonofrequentarema bitabile eostile.Ighiacciai,comecerte aree Wilderness logo dellamostraFulton(2005). sizioni nelle gallerie d’arte. Per questo si rimanda al cata- che l’artistarealizzadopolesuecamminateperespo- lato selvaticodalnostroattualepaesaggiomentale. naturale daglistudiumanicorrispondeall’espulsionedel che un’eresia»(1996:19).L’esclusione delparadigma naturali diunfenomeno[…]diventainpotenzapeggio culturale qualsiasiindaginesuglielementi o fondamenti di culturali.[…]Conquestoapproccioesclusivamente processi culturali:«lanaturaumanaèesclusadaglistu- sovversiva dell’elementonaturalenellacostruzionedei logiche dell’esperienzadelsacroidentificavalaportata Meschiari 2008:46-69. genti di quegli anni. Per un’analisi del problema si veda di unanacronismorispettoalletendenzeletterariaemer del luogodefinisce«fuoridaltempo»,quasisitrattasse presenze di scrittori che per questo loro intrinseco senso ligure”, qualiFrancescoBiamontieGiuseppeConte, za nell’analisidialcuniscrittoridellacosiddetta“Linea l’idea dei“romanzi-paesaggio”cheItaloCavinoutiliz- 15 17 16 Lecitazioniegliaforismisonopresidaipannelli AncheWilliam Burkertnelsaggiosulletraccebio- InItaliapotrebbeaccostarsiallanaturewriting Valentina Rametta,Ildesideriodelselvatico.LaWilderness comecategoriaantropologicadell’immaginario gentleman e una società fanno Wilderness, - - 2003 Calenge C. 2003 Cafard M. 1996 Burkert W. 1995 Buell L. 2000 Bradley R. 1977 Berry W. 1999 Berkes L.R. 1996 Basso K. 2008 1998 Baird CallicottJ.,NelsonM.P. (eds.) 1975 Bachelard G. 1996 Augé M. 1995 Ahmed A.-ShoreC.(eds.) Riferimenti Communications 74/1:33-47. “Ideologie verteetrhetorique paysagere”,in Exquisite Corpse,BatonRouge. The Surre(gion)alistManifestoandOtherWriting, rienza religiosa,Adelphi,Milano. La creazionedelsacro.Ormebiologichenell’espe- University Press,Harvard. and theFormationofAmericanCulture,Harvard The EnvironmentalImagination.Thoreau,Nature don. An Archeology of Natural Places, Routledge, Lon- ture, SierraClubBooks,SanFrancisco. The UnsettilingofAmerica.CultureandAgricul- ladelphia. and ResourceManagement,Tylor &Francis,Phi- Sacred Ecology.TraditionalEcologicalKnowledge querque: 37-70. Apache, UniversityofNewMexicoPress,Albu- ce. LandscapesandLanguageamongtheWestern “Stalking withStories”,inId.WisdomSitePla- orgia Press,AthensGA. Great NewWildernessDebate,UniversityofGe- The WildernessDebateRagesOn.Continuingthe Georgia Press,AthensGA. The Great New Wilderness Debate, University of La poeticadellospazio,Dedalo,Bari. surmodernità, Eleuthera,Milano. Nonluoghi. Introduzioneaun’antropologiadella Contemporary World,Athlon,London. The Future of Anthropology. Its Relevance to the 51

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54 Manufacturing ofNationhoodinPost9/11Italy Blessed betheGoodSoldier:Cinema,Mediaand of us,onthe celebrationofApril25th, thedayof of nationalflagsduring football cupsor, for some ing oritssymbols.Onlyexceptions weretheraising “Italians”, butwewouldnot celebratethatbelong- my friendsandmeshared. We allknewwewere identity underthetricoloured flagwasnothingthat left thecountryinyear1991)thissenseofnational Growing upinItalyduringthe1970sand1980s(I deed fairlypeculiar(andalsopicturesque)tome. Merton 1972), such patriotic feelings appeared in- them inschool. of thenationalanthemtellingmethat he hadlearnt little boyonenightalsorecitedtomesomewords out ofthebalconyabignationalflag.Proudly, this was immunetoanynationalisticfeelings)hang his grandfather(whohavinglivedthroughWWII family, myeight-year-old nephewhadconvinced town inthenorthwestofItaly. Upthere,inmyown and Turin andsowerealsothoseofmysmallhome- the streetsofRome,andsowerethoseNaples I sawacountrydecoratedbynationalflags.Sowere Paolo Favero life. The17 few weeks after the celebrations of the 17 responded welltothisinvitation.ReachingItalya of nationalidentitymaking.Overall,Italy’s citizens another importanttailinthecontemporaryprocess mally celebratingthisevent,addinginwayyet right andleftagreedupontheimportanceoffor ing minoritiesofSouth-Tirol, etc.). Yet overall, Lega NordaswellamongsomeGerman-speak- of resistance(amongmembersseparatistparty the country. Thisdecisionfoundindeeditspockets to popular knowledge, has always been missing in of nationhood and unity, something that, according this holidaycelebratesItaly’s (newlyfound)sense already severalmonthsbeforetheofficialfestivity, Unleashing awideseriesofpubliceventsstarting by theParliamentanew(one-off)nationalholiday. creation ofthekingdomItaly, hasbeendeclared King Vittorio EmanueleIIsolemnlyproclaimedthe I mustadmit that, as aninsider/outsider (cf. This yearItalycelebratesitsfirst150yearsof th ofMarch,dateinwhich(in1861) 1. ThePrologue th of March - how Italianpopular culturehasbeenable tokeep schoolbooks datingfrom fascist era)Iwillsuggest of thewriterEdmondode Amicisandintosome resentation (hencelooking brieflyintothework Offering glimpsesalsointo thehistoryofsuchrep- Italy’s involvementinforeignmissionsof“peace”. war cinemaandoncontemporarymediareports Italian popularculturefocussingprimarilyonpost- discontinuities in therepresentations ofsoldiers in of nationhood,Iwillexplorethecontinuitiesand ing itscentralityinthecontemporary construction in adialoguebetweenvariouscontexts.Suggest- rary Italy, analysestherepresentationofsoldier of theculturalpoliticsnationhoodincontempo- tense momentsofnationalunification. Italian soldiersinforeignmissionshaveproved- particular inoccasionofthedeathsome bringing GodandHomelandinunity)delivered al pride.Theflagsraisedandthespeeches(often a preciouspillarforgeneratingsenseofnation- soldier would(inarepetitionofhistory)emergeas ment inwarmissionsIraqandAfghanistan,the “coalition ofthewilling”andhencebyitsinvolve- epoch characterizedbyItaly’s participationtothe in thenation,stateanditsrepresentatives.Inan pivotal figurescapableofinstillingfaithandrespect the incorporationintopopularcultureofaseries the schoolsystem,etc.suchprocessfundeditselfon Involving variousactorsrangingfromthemedia,to have founditswayintothehomesofItalians. for thelastdecadeorsoandthatfinallyseemedto result ofaslowyetcapillaryprocessthathadlasted found senseofprideinthenationwasfact Chomsky 1994)asenseofnationhood.Thisnewly adopt consciously the term used by Herman and a traditionandthroughthatat“manufacturing”(I phrasing HobsbawmandRanger(1992),inventing tant stepinthesofarsuccessful attempt at,para- What Iwaswitnessingtonowindeedanimpor porters. Yet, thiswasallevidentlychangingnow. thing belongingmostlytonostalgicMussolinisup- belief inthenationwas,ourimagination,some- liberation fromfascism.Fortherest,suchstrong This paper, which is part of a wider exploration 55 -

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) alive a fairly coherent idea of the Italian solders as per is hence a mixture of face-to-face interactions a Good Soldier. He is driven by love and altruism. with artists, filmmakers and intellectuals involved Perhaps a little egoistic, opportunist and lazy he is in debating/representing questions regarding na- however incapable of hurting anyone. He is in any tional identity in contemporary Italy and visual and case detached from any historical responsibility. written material collected from cinema, television, Such representation, I suggest, is widely informed newspapers and the Internet. This material is how- by the self-representation of the Good Italian, an ever also brought in dialogue with a self- or auto- image born to justify Italy’s first (failing) colonial ethnography (cf. Okely and Callaway 1992 and enterprise. Elsewhere (cf. Favero 2010) I have Khosravi 2010), i.e. with my own rethinking of my showed how this self-representation has historically own memories of the country that I left many years functioned (and still functions) in Italy as a kind ago. Beginning with a brief contextualization of the of laundry for reformulating and then setting aside historical background for the debate on national disquieting moments of national shame and how identity in Italy, this paper will then proceed to an- it has been central to the construction of a mod- alyze the history of the image of the Good Soldier ern Italian identity. Offering a sense of continuity and then proceed to look into its representation in with the past and allowing for the generation of a post-war cinema. I will then conclude showing how sense of nationhood, this representation has been the contemporary description of the role of Italian brought again to popular attention in particular soldier in Iraq and Afghanistan make sense against in the recent years functioning as a way to explain such a specific background. Italy’s participation at wars in foreign territories and to justify the growing wave of racist and homo- phobic attacks taking place in the country (cf. also 2. The Problematic Making of Nationhood Favero 2009). Material for this article was primarily gathered Scholars and lovers of Italy alike know very during fieldwork conducted in Rome between 2005 well that in the country national identity has al- and 20071 among the South Asian community that ways been a problematic issue. Already at the very resides in the central neighbourhood of Esquilino. birth of the nation, in the 19th century, Massimo Located near Rome’s central station and known d’Azeglio, one of the founding fathers of the uni- for its large presence of migrants, this area, known fied country, wrote «we have made Italy, now we primarily through its main square called Piazza Vit- have to make the Italians». Becoming one of the torio, has been, in the recent years, the object of a most famous ways for defining Italianness i.e. para- strong debating and also of direct political inter- doxically through its very absence, this sentence ventions. With statistics reporting only thirty-three gives a sense of how nationhood has historically per cent of the population being mother tongue been experienced in the country, i.e. as a problem Italian speakers and with its proximity to the sta- to be solved. Nurturing primarily small-scale iden- tion (in Italy a marker of low status) Piazza Vit- tifications (the extended family, the city, the region, torio has received a bad reputation as an area of the political party, the football team) the “Italians” crime and danger, an area loosing its “Italian char- have always been considered to have a critical rela- acter”. While I was working with the local South tionship to the nation-state and its symbols and to Asian community, I got attracted by such debates never have really united under a sense of national as well as by the ever-growing amount of explicitly belonging (cf. Ginsborg 1998, Carandini 1995, Cas- xenophobic and homophobic messages exposed in sano 1998). Attempts at changing this have indeed public. I also got exposed to the protests of neigh- taken place and among them Mussolini’s stands bourhood organization declaring their intent to indeed out as the most conscious one. Aiming at “clean up” the area. I noticed how these attacks (forcibly) boosting nationalist feelings among “his” were moving hand in hand also with an overall re- people the Duce set in motion a proper factory of writing of history finalized to the incorporation of national identification. He inserted Roman symbols fascism as an acceptable political position (some- and the national flag in public culture, abolished thing which Italian Constitution prohibits through the use of foreign words, “produced” national he- a specific law called Legge Scelba). Finding myself roes, and also signed (in 1926) the Concordat with buried in this complex context I progressively the Catholic Church, sanctioning its role as a “reli- shifted my attention towards an analysis of Italian gion of state”. popular culture and to its politics abandoning my Despite its vigour, this impressive machine focus upon the South Asian community. This is failed in its intent. There are good reasons to be- how the work behind the paper was born. The eth- lieve that, because of its overall failure, fascism nographic material specifically informing this pa- ended up contributing to the post-war disenchant-

56 and ofnationalidentity» the «proud andconscious profile ofour ownroots Ciampi spokeabouttheimportanceofcherishing 1999 duringhisNewYear speechtothenationMr. cess ofcreationanewsensenationhood.In somewhat precisely, thetimescheduleofthispro- of thisattemptandoneallowingusalsotolocate, tween 1999and2006,standsoutasakeysymbol Mr. AzeglioCiampi,Presidentofthecountrybe- endeavour. Jumpingtotherecentpastfigureof dow ontothesofarsuccessfulconsequencesofthis with whichIopenedthispaperareindeedawin- ing asenseofculturalunity, andthecelebrations new millenniumtowitnessaattemptatcreat- public contexts.We basicallyhadtowaitforthe memory offascism,endedupbeingtoneddownin the experiencesofcitizenstobetooclose ment withpatrioticsymbols,which,appearingin on June2 the realizationofamilitaryparadetobeheldyearly ding Cake”,seebelow)tothevisitors,hesupported monument alsoknownbyforeignersasthe“Wed- in year 2000 the re-opening of theVittoriano (the abandoned orforgotten.Heordered,forinstance, popular cultureofaseries of symbolsthathadbeen worked veryactivelyforthere-insertioninItalian ing ofnationalunity. InthefollowingyearsCiampi think ourhistoryinordertostrengthen the feel- following: torian Labanca(inDelBoca 2009:150)wrotethe of thehistoricalmeaning Italiancolonialismhis- able political position). Debating the re-definitions side-effect tore-incorporate fascismasanaccept- shared accountsofnationalhistory(allowingasa and throughthatinre-fashioningsome,untilthen, succeeded in cavalcading this waveofnationalism orchestrated bytheBerlusconi-ledgovernments ioned fascistideals,awholeconstellation of parties ulism, anti-communism or simple belief in old fash- sire to“re-patriate”all migrants, xenophobia, pop- of thecountry. Forvariedreasonsbethemthede- ticularly popularamongthevariousrightistparties ing andre-thinkingnationhoodturnedindeedpar zation. However, thiswhole process ofmanufactur been involved with anyparticular political organi- d’Azione duringtheendofWWIIhehadnever tion in the liberal anti-fascist party called professional politicianandthatbesidesaparticipa- Mr. Ciampiwasactuallya“technocrat” and nota not forgetthat,whilemostlysupportedbytheLeft, shared amongmostItalianpoliticalactors.Letus momentum again. And this was indeed a process that feelingsofnationalunityreallystartedgaining during theyearscoincidingwithCiampi’s mandate, day’s status as a national holiday, etc. It was hence Paolo Favero,BlessedbetheGoodSoldier:Cinema,MediaandManufacturingofNationhoodinPost9/11Italy nd , i.e.onRepublicday, sanctioningthis 2 andabouttheneedtore- Partito - - state) withthefollowingmotivation: of value(highestamongtheinsigniaItalian Homeland”) andhonouredwiththegoldenmedal Christened fromthatmomentasthe“Altarto this ritualtravelplacedinsidetheVittoriano(re- their tribute to it) this corpse was et the end of as manycitizenspossiblecouldseeitandbring eastern cityofItalyallthewaytoRome(sothat wagon movingatwalkingspeedfromthisnorth- during thewar. Transported thenonanopentrain bol ofallthoseyoungmenwhohadgonemissing corpse amongmanythathadtobecomethesym- front, wasgiventheprivilege/dutyofselecting a mother ofasoldierwhohaddisappearedonthe ceremony intheCathedralofAquileiayoung before Mussolini’s marchonRome,inasolemn the struggleagainstterror? wards ayoungsoldierhavingsacrificedhislifein ernment. Afterall,whocanbedisrespectful to- any otherformsofprotestagainsttherulinggov- Italy’s participationinforeignmissionsofwarand pacifist movement,inisolatingtheprotestagainst these men hasbeen functional also insilencing the tyrs andnationalheroesofwarthesacrifice fact, witnessedtothereturnofpopularitymar hood andnationalunity. Since2002wehave,in figures pivotaltothecreationofasensenation- occasion oftheirowndeaths through theirpublicsanctificationinparticular lamic terrorism”,theItaliansoldiershaveemerged, “coalition of the willing” aimed at defeating “Is- fear forterroristattacksandbythecreationofa “Italianness”. Facilitated by theongoing wave of functioning asproperpillarsforthisnewlyfound symbols havebeenre-insertedintopopularculture during thisprocesstheArmyandasetofmilitary issue here.RatherIwouldliketopointouthow In 1921,intheaftermathofWWIandoneyear the past”. old mythsandpasswords…thisisaproper“returnto gns anddemonstrationsofpoliticalculturestilltiedto Berlusconi ledcentre-rightgovernments–ofclues,si- happening handinwiththeconsolidationof the victoryandgreatnessof motherland. and fellfightingwithouthoping inanythingelsebut fought withallhiscourageinthe mostbloodybattles lization, heenduredinthemost contestedtrenches, I willnotgointoanyfurtherdepthwiththis In thelastfifteenyear, wehavefacedthereturn– Worthy sonofabrave raceandofamillenarycivi- 3. TheMakingoftheGoodSoldier 3 , asimportantsocial 57 -

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This image of the heroic soldier, that was to fully the years of the after war, from 1919 and 1922, had bloom in a few years with the emergence of Fascism, lost sense of duty and any feeling of patriotism. Benito had been, however, the result of a long process of Mussolini took on the serious task of putting back on myth making that can be detected in many different a straight path the Italian people founding the Fasci di fields. In literature, for instance, one of the leading Combattimento5 on the 23rd of March 1919 in Milan loci for the production of such representations is (Acuto 1937:93) to be found in 19th century writer’s Edmondo de Amicis stories and novels. Described by Umberto It was hence the duty of a special corps of fight- Eco as an example of «petty bourgeois pedagogy, ers (the Fasci di combattimento) to bring, through class-conscious, paternalistic and sadistic» (cf. Eco the use of violence, the Italian “sheep” back upon 1973:24) De Amicis’ tried to instil a blind sense of the “righteous path” and teach them what proper faith in the young generations in the state, the army “Italianness” meant.6 etc. institutions that he brought into intimacy with The militant image promoted by Mussolini was the reader particularly through the recurrent use however respectful of motherhood and religion too of the figure of the mother. In “La Vita Militare” and hence capable of co-existing with the consola- (1868) de Amicis writes: «That soldier, once in the tory self-representation of the Good Italian. This is field, will let someone kill him with no fear and he visible, for instance, in one of the descriptions that will die with the name of his mother on his lips» Mussolini himself offered regarding the mission of and further, «homeland is hundred thousand moth- the fascist soldier: ers and families like his» (quoted in Del Boca 2005). Mitigated by the figure of the mother, the soldier The fascist soldier must serve Italy in purity with a depicted here fist nicely with historian Gianni Ol- spirit filled of profound mysticism, held up by an un- iva’s (2006:6) description of the Italian soldier as shakeable faith, dominated by an inflexible will, dis- «fundamentally good, firmly anchored to the values dainful of opportunity and prudence, as of cowardice, of the family, and perhaps a little mammone4». Basi- prone to sacrifice and to his faith, convinced about the cally this representation was from its very birth in- apostolate to save the great common mother and give fluenced by (and incorporated into) the myth of the her strength and purity (Mussolini quoted in Del Boca Good Italian, that all-pervasive image that, as we 2005: 43). saw, postulating the intrinsic sense of goodness of the Italians, had served the country for justifying the Schoolbooks are a key arena for understanding failures of colonialism as well as, later on, the cruelty this particular blend of militantism and goodness and contradictions through which WWII ended. too. In L’Italia degli Italiani (Rossi and Monti 1942) The Good Soldier would remain a pillar on we are, for instance, offered side by side with each which to construct patriotism for Mussolini too. other a description of the gestures of heroism dis- Yet, during his rule, this representation got ac- played by Italian soldiers during the battle of Adua companied by the attempt at constructing also a (1896) and a celebration of the generosity of Italian more belligerent sense of nationhood and hence voluntarism abroad. Regarding Adua we read: by a set of stronger, harsher and more militant rep- resentations. Convinced, in tune with the image I have never seen, neither during the unfair, bloody of the Good Italian, that his countrymen lacked battle nor during the long and painful withdrawal one both stamina and a sense of unity, Mussolini saw single gesture of timidity, a single manifestation of re- the Italians as a «race of sheep» characterized by laxation in discipline. What was this if not high military an intrinsic «moral weakness», (cf. Gallo 1967:249) spirit and burning love for the homeland? (1942: 142) and declared his intent to awake them from their slumber. The schoolbooks of the epoch offer us And regarding voluntarism: precious insights into the rhetoric of this attempt. The history chapter of an elementary schoolbook Voluntarism is the clear manifestation of that gen- printed in 1937 and aimed, as the preface declares, erous and chivalrous spirit that constitutes one of the at offering an «imperial education» though the noblest and most precious qualities of our race. No evocation of figures capable of instilling «political other race succeeds as the Italian one to lavish its blood greatness and military potency» (p. 3) displays, in in favour of other people and for the liberty and inde- a paragraph devoted to the «Fascist Martyrs», the pendence of other nations. (ibidem: 198-199) following description of Mussolini’s mission: Schoolbooks were hence pivotal to the shap- After having united the Italian land from the Alps ing of an image of the soldier as at once heroic and to Sicily it was necessary to shape the Italians who, in proud but also as a «bearer of humanity» (Oliva

58 this passageinthefollowingway: those crimesasideandbehind.DelBocasumsup the wareagerandquickinsettingmemoryof committed byNazism,Italiansweretheendof rienced bymanyasafairpunishmentforthecrimes described, the bombings of the country were expe- instance, inGermany, where,asSebald(2004)has their sins. of Catholic Piety, a whole nation forgiveness for one thatcouldgrant,throughitsembeddedsense ing thepresenceofsuchanauto-consolatorymyth, tion andexhaustionwasindeedamomentneed- its atrocities,spreadofhatredanddespera- imagination ofthesoldier. TheendofWWIIwith Good Italianremainedasolidpillarinthenational ever outofpopularculturewhiletheimage cism, the desire for a belligerent race faded how- be insertedintothelivesofItalianfamilies. Good Soldierwashenceafigurethatcouldeasily hood, lovefortheotherandoverallgoodness,this Merging militant heroism with respect for mother trial plants, schools» (Rossi and Monti 1942:180). road, railways, canals, civilian constructions, indus- sacrifice, thepublicworksneededforcivilization: the purpose of «spreading, with severe costs and 2006: 8)involved,intheimperialmissiononlyfor dent expressionincinema. ture andthatwouldhaveitsgreatestmostevi- would prove to be enduring in Italian popular cul- intent in helping the others, a representation that got backtobeingexclusivelytheGoodSamaritan ted after1943,etc.InthiscontexttheItaliansoldier nial campaigns, all theintestineatrocities commit- garding Italy’s crimesofwar, ofitsaggressivecolo- deleting from publicconsciousnessalltraces re- his re-insertion into the (at times ironic) space of the spaceofbelligerentFascist patriotismandto one which proved fundamental to his removal from softened, familiarizedrepresentation ofthesoldier, With theendofwarandfailurefas- give backtoitasortofmoralvirginity(2005:5). exculpate thecountryfromanyresponsibilitiesandto manoeuvre sharedbythewholeantifascistclass,to removed fromnationalconsciousness[…]apolitical mediately after that, wanted to forget it and have it the samewarofaggressionasNaziGermanybut,im- The representationoftheGoodItalianhelped Post-war cinema was pivotal in re-producing a Paolo Favero,BlessedbetheGoodSoldier:Cinema,MediaandManufacturingofNationhoodinPost9/11Italy 4. TheNaïve,theCowardandOpportunist: From June 1940 to September 1943 Italians fought 7 Differently from what happened, for the GoodSoldierinCinema - that itisnotcorrect toabandonit.Atthis pointthe Alberto, stillproudlywearing hisuniform,replies deport anyonecaughtwith theItalianuniformon, the Captaininformshim that theGermanswould posed hisuniform.Thetwo haveanargument.As ex-Captain oftheItalianarmy whohadalreadyde- refuge atapeasant’s farmhouse wheretheymeetan escape, for instance, Alberto and his partner find the naïvetéthatImentionedabove.Duringtheir ulcer. Inmanyscenesofthis filmAlbertoembodies the company of a Neapolitan soldier suffering from around him,findshimselfattheendjourneyingin Alberto, unabletounderstandwhatishappening ly escapingagainsttheorderoftheirLieutenant) Loosing onesoldieratatime(eachegoistical- berto and his shaking battalion manage to escape. Nazi troops(theformeralliednowenemies)Al- troops (theformerenemiesnowallied)andthe in a confused crossfire between the invading allied cans andanenemyoftheGermans).Endingup (hence beinganalliedoftheBritishandAmeri- the ArmisticesanctioningItaly’s changeofside cise moment in whichGeneral Badoglio declares troops onSeptemberthe8 by coincidenceoutsidehiscaserntogetherwith of AlbertoInnocenziasecondlieutenantcaught key figureinItalianpost-warcinema)therole of them. three filmsselectingafewspecificaspectsforeach capable ofhurtinganyone.Iwillnowpresentthe Most commonly unable to act, they are hence in- home and live peacefully with their beloved ones. cally good people whose only real wish is to go back and egoist they appear nonetheless to be intrinsi- depicted asindividualist,hypocritical,opportunist figure ofthemothertoo.Whilebeingattimesalso their missionsandadevotiontowomenthe ity andlovetothelocalpeopletheyencounterin sabilized) fromhistory. Theyalsoshareaproxim- them andhencelargelydetached(andde-respon- being fairlyunawareofwhatishappeningaround The centralcharactersineachfilmareportrayedas as afun-loving,simpleandfairlynaïvecharacter. the threefilmsispresentationofsoldier portant tracesinpopularculture.Commontoall described historicalsetofrepresentations,leftim- tions ofthesoldierthat,dialoguingwithabove these three films, Isuggest, offer iconic representa- one a success in terms of audience and critics too, Mediterraneo (byGabrieleSalvatores,1991).Each (“The GreatWar” byMarioMonicelli1959)and by LuigiComencini,1960),LaGrandeGuerra three films,i.e.TuttiaCasa(“Everybodygohome”, these cinematographicrepresentationsfocussingon everyday familylife.InthissectionIwilldiscuss Tutti aCasadisplayscomedianAlbertoSordi(a th 1943,i.e.atthepre- 59

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Captain asks him why and wonders whether this the Academy Awards), was exposed in the 1960s war did any good to anyone. Sensing the Captain’s to censorship for promoting an idea of the Italian divergent opinions, Alberto now abandons his soldier detached from the heroism that has char- militant pride and changes expression: «I did not acterized fascist cinema (Zagarrio 2004). Staged in declare this war, Sir, I never believed in it, I never the Italian North-Eastern front in 1916, the film wanted to take part at it». At this point the general promotes, in tune with most Italian war films (cf. says «Yes, but who was there singing Nizza Savoia8 Comencini’s film above but also De Sanctis’Italia- on the streets, you were a student weren’t you?». ni Brava Gente and Salvatores’ Mediterraneo, see And Alberto replies: «Sir, the only patriotic hymn below) a sense of unity between soldiers coming I know is “Mom, soon I will be back to our little from different regions (hence speaking different home”… I have always been of divergent opinions, dialects) and different social classes hence promot- mr. Captain». ing an idea of unity in diversity. The film is centred In this exchange Alberto, in a blend of naïveté around two main characters each one embodying and piety (and hypocrisy), is evidently repositioning one particular aspect of the national spirit. One himself form being a loyal soldier to someone who (once again Alberto Sordi) is Oreste Jacovacci, a never really supported Mussolini’s regime. He em- coward and foolish yet highly patriotic young man bodies hence the opportunism that has been typical from Rome while the other (played by a magnifi- for the end of WWII and that General Badoglio cent Vittorio Gassman) is the charming, individu- summed up with the sentence «né sentito né accet- alistic and clever Giovanni Bisacca from Milan, a tato» («neither heard of, nor accepted») and that man with no faith in the war or in the homeland at made possible the public representation of fascism all. As in Tutti a casa in this film too we are offered as a parenthesis of Italian history (and not one of a representation of the Italian soldier as someone its constitutive traits). Basically, Alberto appears totally detached from the events happening around here as morally detached from the events of the him. This detachment is simplified, on the one war and hence also from his responsibility in them. hand, by Oreste’s foolishness, cowardice and po- The film spectator can therefore easily detach him litical unconsciousness (in one tragic-comic scene from Mussolini’s vision of the cruel soldier able to for instance, he mistakes a group of fellow soldiers stand up to comparison with the Germans and, reaching the camp for foreign prisoners of war and through this re-insertion into the representation of welcomes them with insults) and on the other hand the Good Italian, accept him into family life. The by Bisacca’s egoism and opportunism. These two apparent coward, egoistic, ignorant and disorgan- together try to escape from all potentially danger- ized character of Alberto’s army too, while appar- ous situations and will end up, during one of these ently giving a derogatory image of the Italian bat- escapes, getting caught and then executed by the talion, is functional to this “cleaning” of the public Austrians. I will get back to their killing later on, for image of the soldier. Reproducing the idea that «the the moment let us instead observe how the naïveté Italian soldier is commonly incapable of cold and and intrinsic goodness of the Italians is constructed calculated brutality» (Salvemini quoted in Oliva in the film by describing one particular scene that 2006: 6) this army (composed by individuals from begins with our two heroes lying on the back on a all over Italy) is unable, also because of their sheer mountain slope listening to the singing of the birds. individualism, to act and hence to hurt anyone. Suddenly Bisacca senses that one of the songs (that The last line in the exchange between Alberto Oreste mistook for the voice of a blackbird) is com- and the Captain quoted above, however, also deli- ing from a human voice. They turn around and spot cately introduces the theme of the mother display- an Austrian soldier who is intent in preparing a cof- ing the intrinsic soft nature of the soldier and his fee in front of an old farmhouse. Knowing that their only desire, i.e. to go back home to his mother. Such duty is to shoot the man down, they get prepared, sweetness and desire for love is also the ground mo- lying down each one aiming at the enemy with tivation behind the only heroic act being commit- their rifle. No one shoots however. Interrogating ted by an Italian soldier in the film. A young man of each other, Oreste uses the excuse that he is short- the battalion will end up, in fact, getting shot down sighted while Bisacca says that he is against the war. by Nazi troopers in his attempt to protect a young Quarrelling about who should shoot, they suddenly Jewish woman (with whom he had fallen in love) stare into each other’s eyes and say «Let’s let him at from being caught during a control. least have his coffee first, no?». At that point they Monicelli’s La Grande Guerra, one of the most witness to the killing of the Austrian by the hands well know blends of Neorealism and Italian com- of some fellow Italian soldiers who, coming from edy (winner of a Golden Lion at the Venice film behind them, insult them for their incapacity to act. festival and of a nomination as best foreign film at Tutti a casa too therefore contributes in presenting

60 onions!». they onlyknowitassomethingtobecookedwith have no liver [in Italian synonymous to courage], commander in chief who tells his assistant «Italians tion OresteandBisaccagetinfactinsultedbythe in respectfortheirenemies.Duringtheinterroga- the Italians,Austriansappearalsoaslacking their missionandintrinsicallymoreaggressivethan of theAustrians.Notonlymoreconvincedabout sympathy vis-à-visthecruelandharshbehaviour humanizing thesoldierandhenceincapturingour cowardice, despitebeingderogatory, succeedsin I amacoward,everyoneknowsthat!».Oreste’s instead shouting«Idonotknowanything,itistrue, having insulted the AustrianCaptain, Oreste dies to their act of heroism). While Bisacca dies after humble heroes(noonebutthecamerawitnesses mation regardingtheirbattalionandsilentlydieas cause theydonotorcannothandoveranyinfor the endoffilmtwomengetexecutedbe- cowardice andtheAustrian’s cruelness.Towards also throughthedepictionofItaliansoldier’s the war. hence de-responsabilizedfromthetragiceventsof an Italiansoldierincapableofhurtinganyoneand air inreaction toachickenthathadjumped onto the youngestsoldiers,has explodedashotinthe central square,weheara shootout. Farina,oneof start spreadinginthegroup. Suddenly, whileinthe not detectanysignsoflife. Fearandpreoccupation tually in the centre of a village where they still can- slowly advance towards the inland ending up even- absence ofhumanlife.Afraidanambushthey zarre armyismet,rightuponlanding,bythetotal the film.Preparingapropermini-invasion,thisbi- members, areevidentalreadyinthefirstsceneof of thisarmy, aswellthegoodinclinationsofits little paradise.Thefunnyandparadoxicaldestiny and eldersleftbehindbecauseofthewaronthis tricably linkedtothoseofthelocalwomen,kids ten from their homeland, their lives will get inex- end upspendingthreeyearsthere.Totally forgot- trolling this area of the Aegean, they will, however, of theislandandtouseitasanoutpostforcon- in themiddleofWWII.Decidingtotakecontrol of ItalythathavebeenstrandedonaGreekisland ful ofsoldierscoming,onceagain,fromallregions small entertainingbattalioncomposedofahand- terraneo byGabrieleSalvatores.Herewemeeta emy Award winningfeaturefilmfrom1991Medi- also totheportrayal of thesoldiersinItalianAcad- to standoutasGood. essary counterpartsallowingfortheItaliansoldier too thebadforeignersarecruelandtrucenec- This warmcharacterizationisobtainedhowever A similar set of representations is fundamental Paolo Favero,BlessedbetheGoodSoldier:Cinema,MediaandManufacturingofNationhoodinPost9/11Italy 9 AsinLaGrandeGuerra,Tuttiacasa - 5. guarantee forintrinsicgoodness. a lazy, cowardandopportuniststandsouthereasa into. Inotherwords,paradoxicallyenough,being day lifethatthespectatorcaneasilymirrorherself ther fromtherealitiesofwarandintoanevery- derogatory, seems to actually remove him even fur inactive, andopportunist,whileapparentlybeing depiction oftheItaliansoldierasegoistic,coward, life beyondthewarmorethan with war itself.The women, heseemsassomeonepreoccupiedwithhis population, enamouredwithmothers,familiesand Appearing as anice character, closeto the local sically detachedfromallresponsibilitiesofthewar. to promoteanimageoftheItaliansoldierasintrin- much moremachothantheItaliansare. men whouponreturntotheislandappearbe their weaponsandbelongingfromtheGreek Turks, onefacerace»ripsthemofffromall Turkish drugdealerwhounderthemotto«Italians wards theendoffilmcometorescuethem, the formalandrigidBritishNavyofficerswhoto- foreigners thatwegetintroducedto,i.e.vis-à-vis the Italian soldier is constructed also above herethegoodness,softnessandsympathyof anything tochange.Asintheotherfilmsdescribed with Italy, acountrythatinhisviewdidnotallow to the island after a few years, in disillusionment and tothedesireforfightingwar, willgoback the onemoststronglyconnectedtohomeland with. Lorusso,whothroughout the film seems tobe a localwoman(aprostitute)hehadfalleninlove ment ofdepartureandhencestayontolivewith with thecomplicityofLieutenant,atmo- turned islanders.Farinawillgoasfarhiding, local habits(toGreekcoffeetoo!)andbasically spent there theywillhave gotten accustomed to the close to the local population. After the three years one wherethesoldiersarealsoportrayedasbeing series ofpunsandjokesthatcharacterize this film chicken!». Thisexchangeisjusttheapotheosisofa reacted too…Sir, wehavebeenattackedbyGreek acted, quiterightlyinmyownview, andthetroop Farina wasattackedbyachickenandpromptlyre- intervenes explainingtheevents.«MrLieutenant, Lorusso (playedbycomedianDiegoAbatantuono) Lieutenant ofthearmyrushesbackandSergeant soldiers turnaroundandshootinhisdirection.The his headfromanearbywall.Impulsively, theother Italian popular culture and that, in the aftermath of recent yearsthesoldiershave beenre-introducedin Good SoldiersandMartyrs and Today’sItalianness Summing up, thesethree films share acapacity It isagainstthisbackground hencethatinthe vis-à-vis the 61 -

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9/11 and the Iraqi war, national heroes and martyrs, were presented as soft, loving, unselfish, family-ori- have made their impressive entrance into the lives ented men. Such aspects are particularly visible in of Italian families becoming fundamental instru- the words pronounced by Mr. Marcello Pera, then ments in the creation of national unity. The attack President of the Senate, who in the 2004 commem- on Nassiriya in 2003 was indeed the most crucial oration of the Martyrs of Nassiriya, stated: event in these regards and one deserving of atten- tion. The car-bomb attack on the Italian Army base The men we are today remembering and honour- in this Iraqi city cost in total the life of 28 people ing […] knew why they were in Nassiriya. They knew (out of which 17 were Italian soldiers) and moved that Italy had responded to the call of a population that the whole nation. As a reaction, media and public is trying to free itself from the consequences of a dev- institutions strongly called for national unity. The astating dictatorship. They knew that Italy is there for day of the funerals of the victims the city of Rome bringing help, safety and reconstruction. […] They did got clad with national flags and, in the Basilica of know this and died because they believed in it. Our Saint Paul, so did also the coffins of the newly de- battalion contributes daily with a hundred interven- clared “martyrs of Nassiriya”.10 During the ceremo- tions in the fields of safety, public order, health, school ny Cardinal Ruini (at the epoch the President of the education, civilian and military infrastructure and hy- Italian Episcopal Conference) proclaimed: droelectric plants. It intervenes in the cleaning and refurbishment of the roads. It offers assistance to the May a sense of gratitude and solidarity for the de- local hospitals, it cures the population, collaborates in ceased, the wounded and their families come from the paying retirement fees, protects archaeological heritage hearth of our people and express its profound unity and distributes food relief.12 and its awareness of a shared destiny […] With this Mass we turn to God, our creator and father, omnipo- In likelihood with the description offered by the tent and merciful, and to Him we entrust, one by one, old fascist schoolbooks described above (remem- the deceased and their families, each one of the wound- ber Italy being described as intent in «spreading, ed, all the Italians, civilians and soldiers, who are in with severe costs and sacrifice, the public works Iraq for accomplishing a great and noble mission. And needed for civilization: road, railways, canals, civil- with them we entrust Him also this beloved homeland ian constructions, industrial plants, schools», Rossi of ours, the peace in the world and the respect of hu- and Monti 1942: 180) the Italian soldiers are here man life. May God bless and protect our people and depicted as being intent in another act of volunta- our soldiers.11 rism, nothing more. Why would or could anyone want to kill a whole army of people helping the lo- Offering a sense of devotion to the Homeland cals in cleaning the streets, taking care of the elderly that had not been seen in Italy in the last half-cen- and the children? Why would anyone want to kill tury (and indeed also a unification of the Homeland such peace loving people? with God, cf. Favero 2007) Ruini’s words present- And the images from a photographic book on ed to us a Good Soldier intent in protecting both Nassiriya produced by Italian television RAI in his homeland and peace in the world. Such image collaboration with the Minister of Foreign Affairs came to dominate media reports of the event and (Santi 2004) exemplify this even better. In this book took several different rhetorical shapes. A special we see an alternation of portraits of smiling locals ap- reportage on national television news TG1 chose to parently always happy to see the Italian soldiers ar- comment the images of the funeral with the voice of riving (in one photograph they also wave their hands an elementary school boy saying: when they spot an Italian armoured van) and visions of the city from the god-like perspective of the sol- Dear heroes, we elementary school kids are so sor- diers (hiding on roofs, behind windows etc.) with ry that you died, but you made a great gesture of love. the banal message that such smiles are made possible You have done so much good to the kids of Iraq and I by the overlooking protection of these very special hope that you are feeling well now in the company of Italians guardian angels (Santi 2004: picture 1). the small angels and that when I die I will be with you Indeed the choice of highlighting this “peaceful” for ever. aspect of Italy’s participation to the war on terror and hiding the most properly belligerent one was, The image of the nature of the work done by as suggested by some debates following the event, “our soldiers” was hence presented as to fit the necessary in order to tone down a fundamental representation of the Good Italian. Rather than ambivalence regarding the formal terms of Italy’s belligerent macho men intent in shooting down participation to the mission in Iraq. During one bearded Al-Qaeda terrorists these military heroes interview, Aureliano Amadei, a young film-maker

62 you tothelights ofParadise.LongLive Italy!». the angelsofLordsmile toyouastheyescort during thefuneraloutside thechurchsaying:«May a closeuponlargehand paintedsigndisplayed kids andtalkingtolocal elderly andendingwith images ofsmilingItaliantroopers playingwithlocal other as ing portraitsofthesoldierswhodiedaswell lover, goodbyemyfriend” ontopofimagesdisplay- builders”) withJamesBluntsinging“Goodbyemy roes of war” (under the title “Blessed be the peace offeritsowntributetothenewlynamed“he- would ISAF forceoperationsin2009thesameprogram belonging totheregimentFolgoreinvolvedin the caseofattackagainsttwoarmouredtrucks kids won’t havetheirfriendtoplaywith».Andin tors saying«whentheywakeuptomorrow, these stan andsoldiersinIraqwiththecommenta- documentary displaying images ofkidsinAfghani- masses ofhousewives,withafiveminuteslong Uno Mattina,apopulistshowcateringforthewide Afghanistan gotcommentedbymorningprogram Italian Armyonanotherso-calledpeacemissionin of DanielePaladini,a35yearoldMarshalthe place. InNovember2007,forinstance,thedeath and each time a new wave of nationalism would take event. More attacks on Italian troops would follow position. Yet Nassiriyabecamefarfromanisolated of atelevisionfilmputtingforththegovernment’s in Nassiriya became eventually also the subject also placed (against all rules) at ground floor. The events explosion oftheammunitiondepositthathasbeen “friendly” bulletsbeingshotinalldirectionsbythe of theexplosiveloadedvanbutbecause in Nassiriyafactdidnotdiebecauseoftheblast proof vans and helicopters). Most of the soldiers much asthesoldierswerenotequippedwithbullet not designed for the eventuality of a car bomb (as of thesurvivors,whosuggestedthatbasewas porting Aureliano’s thesisarethereportsofsome do whatevertojustifythat»,saidAureliano.Sup- mission ofpeaceandthegovernmentwasreadyto needed beapeacefulplace,right?«Nassiriyawas they couldshootafeaturefilmdowntherethenit Italy wasinIraqwithouttakingpartatthewar. If that the government needed in order to prove that fence wasaccording to himoneofthemanyproofs and fundingoftheMinistryCultureDe- location. Thefilm,thathadreceivedtheblessings of afictionfilm(noticenotdocumentary)shoton director (whodiedintheblast)realization interesting. He was inNassiryafor assisting a film of peaceandnotwar. Aureliano’s storyisquite of defendingthestatusmissionasa rettes” toldmethatthemajorissueatstakewas thored a filmof thisexperienceentitled “20 Ciga- who survivedtheattackandrecentlyhasau- Paolo Favero,BlessedbetheGoodSoldier:Cinema,MediaandManufacturingofNationhoodinPost9/11Italy 13 be a little egoistic, opportunist and lazy too. Yet, love andaltruismtheGood Soldiermayperhaps out Italian history as intrinsically good. Driven by the GoodItalian,andhas been presentedthrough- many embodimentsofthe self-representationof An ambivalentcharacter, thesoldier, isoneofthe and totoday’s ambivalent role inthewaronterror. failed imperialplan,tothepainfulendofWWII characterized Italian history starting from Italy’s condensed manyofthecontradictionsthathave which thesoldierisafigurethathasabsorbed and rienced anyparticularcontradictioninthiseither. to theMadonna.Yet, inthe audience,nooneexpe- and secularism, my uncle’s friend recited a prayer doxically enoughdespitetheiranti-Catholicism communism appearedontheirflag.Finally, para- anti-Catholic. So,whilebeingred,nosymbolsof in facttoagroupingthatwasanti-Bolshevikand communists andtheCatholics,myunclebelonged scenario largelydominatedbytwoforces,i.e.the of inspirationandfundingforthepartisans).Ina movement (whichhadbeenafundamentalsource It wasredyethadnoinsigniaofthecommunist This flaginitselfthencontaineditsownparadoxes. carried ontothealtarflagofpartisangroup. fact thatwhilewearinguniformthismanhad pine Army. Norwouldanyonecommentuponthe tisan historywearingtheuniformofRoyalAl- he tooapartisan,wouldcelebratethispieceofpar contradictory, however, inthefactthathisfriend, of ourarea.Nooneintheaudiencesawanything that wasorganizingitsactivitiesinthemountains represented and hadjoinedthepartisan movement chosen tofightagainsttheArmytheyhadearlieron Armistice of 1943 he, with his friends, had in fact a partisanandnotasregularsoldier. Afterthe by hisbrothersinarmsbecauseofactivitiesas point outinthatoccasionmyunclewascelebrated ized theendofWWII).InfirstplaceImust explaining someoftheparadoxesthatcharacter in contemporaryItalianpopularculture(aswellas the ambivalences regarding the role of the soldier Yet, whenlookeduponindetailitdisclosesmostof contains in appearance nothing particularly strange. who willprotectthemfromupthere.Thisscene their onlyrefugeinthefigureofdivinemother ing underthestarsincoldofmountainsfind which evokesthemomentsinsoldiersly- a prayerindialectcalled“LaMadonnadell’Alpino” the memoryofmyuncleandstartsrecitingoutloud stepped ontothealtar. Carryingaredflaghegreets man wearing the uniform of the Alpine battalion This event therefore exemplifies the way in Some years ago during my uncle’s funeral an old 6. Conclusions 63 - -

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) the condensation of such apparently contradictory qualities turn him into a tame character incapable of hurting anyone. Firmly detached from any re- sponsibility in the events of history the Good Sol- dier still functions as a solid pillar on which to con- struct a sense of Italian nationhood and patriotism.

Santi 2004: picture 1

64 of nature!». ning ofthefilmsays:«AnItalianwithcourageisajoke mandolin, whereatoughPenelopeCruzatthebegin- later on also be used in another film, ranean. song celebratingthefascistoccupationofMediter across Libya,Ethiopia,Somalia,Greece,theBalcansetc. Rochat 2005) Italy did commit sever crimes of war Del Boca2005,2008and1991,Oliva20062007, Boca 2005:46). than enjoymentasmandolin-players”(quotedinDel could generate“horrorfortheiraggressivenessrather expressed his happiness regarding thefact that Italians 1938, afterthecruelbombingofBarcelona,Mussolini the messageoffascism. army constructedforspreading,withtheuseofviolence, could mean“mommy-dependent”. tive powerinthatlanguage.Yet, iftranslated,theterm away inthemissionsIraqandAfghanistan. ish ResearchCouncil. 72/40104/composizioneattopresidente.htm Note ore&type=admin&op=noexist&modname=&modfile= be called“MartyrsofNassiriya”. of thearticle. di-ciampi.html blica/2000/12/29/identita-nazionale-riforme-nel-messaggio- 6 5 4 3 2 1 * Note:alltranslationsfromItalianarebytheauthor 12 11 10 9 8 7 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repub- ThisdepictionofthecowardItaliansoldierwould “NizzaSavoia”aretheopeningwordsofapatriotic As has been pointed out by several historians (cf. Cherishingthismilitantcharacterofhissoldiers,in The “Fasci di Combattimento” was Mussolini’s own IkepttheterminItaliangivenitsstrongconnota- So far approximately seventy soldiers have passed FundingforthisresearchwasgrantedbytheSwed- Paolo Favero,BlessedbetheGoodSoldier:Cinema,MediaandManufacturingofNationhoodinPost9/11Italy http://www.grillonews.it/index.php?module=Err AfterthisalotofstreetsandsquareinItalywould http://www.senato.it/presidente14leg/21572/215- Captain Corelli’s - 1967 Gallo M. 2010 2009 2007 Favero P. 2009 Del BocaA.(ed.) 2005 1991 Del BocaA. 1998 Cassano F. 1995 Carandini G. 2005 Amadei A.-Trento F. 1937 Acuto A. References in Somaliabetween1992and1994. the expensesoflocalwomenduring“peace”mission (quickly silenced)scandalregardingrapescommittedat the samebattalion,Folgore,wasatcentreofa 13 Indeed no mention was ever made to the fact that Vita diMussolini,Laterza,Roma-Bari. nal ofCriticalPractice:138-153. bates onXenophobiaandWar”, inOutlines.Jour- tional Self-RepresentationinContemporaryDe- “Italians, the‘GoodPeople’:ReflectionsonNa- 345-350. no Ferrente,Italy2006)”,inSocialAnthropology: Film ‘L’Orchestra diPiazza Vittorio’ (byAgosti - ibility ofPolitics:AReviewtheDocumentary “The SpectacleofMulticulturalArtandtheInvis- Curve, OklandCA,n.31:106-108. Rebirth ofPatriotisminPost9/11Italy»,Left «“Celebrity Survivor”:Televised Faithandthe litico, NeriPozza,Vicenza. La Storia Negata: il revisionismo e il suo uso po- Italiani BravaGente?,NeriPozza,Vicenza. Laterza, Roma-Bari. Gli Italiani in Libia.DalFascismoaGheddafi, Bari. Paeninsula: l’Italiadaritrovare,Laterza,Roma- che, Laterza,Roma-Bari. Il disordineitaliano:ipostumi delle fediideologi- Venti sigaretteaNassiriya,Einaudi,Torino. co, Torino. alle scuole medie inferiori, Nuove Edizioni Guas - Il miolibrodipreparazioneagliesamid’ammissione 65

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(Diop 2008; ti- - - sentazione dell’altrove’ esperienza dellamobilitàedelaboranounarappre- come contestosocialesignificanteincuiessi‘fanno per moltisenegalesiimpiegatinelsettoreturistico, persone –esplorandoilruolochequestoassume, attraverso il turismo, cui sono soggetti luoghi e ficazione’ (Wang 2000)–lacreazionedellospazio internazionale’, discuteròilfenomenodi‘turismi- 191). Attraversounalenteetnograficasul‘turismo vissuta all’internodiunmondoglobalizzato(1991: natura eilsensodiun«luogo»,comeesperienza rogativo diAppaduraimichiederòqualisianola zioni elerappresentazioni.Parafrasandol’inter sociali checontribuisconoaconfigurarneleperce- pratiche elenarrazioniquotidiane di alcuniattori gli spazi urbani di M’bour e Saly dove si situano le zonte deterritorializzato:l’ElDorado. sull’immagine diindividuicheanelinoadunoriz- landone l’interpretazionequasisempreappiattita costruzione dell’ideadialtroveinSenegal,riformu- nali, individualiecollettive–chepromuovonola si articolanoledinamiche–nazionalietransnazio- sino 2010),puòfavorireunacomprensionedicome avvicendano sull’“altra sponda” (Riccio-Lagomar alle quotidianedinamichesocialieculturalichesi ternative (Carling2002),un’attenzione insomma rimane, persceltavolontariaomancanzadial- contesti localidiprovenienzadeimigranti,eachi nella costruzione socialedelladimensione migra- porto tra‘migrazione’,‘spazio’ e‘immaginazione’ ampio progettodiricerca tesoadindagareilrap- una giovaneguidaturistica. in particolareconleparole el’esperienzadiMalik, costruire laquotidianitàsenegalesesaràillustrato che ‘immaginarel’altrove’assumenelpensaree piegati avariotitolonelsettoreturistico.Ilruolo nella vitasocialedeigiovanidiM’boureSalyim- modalità attraversocuisicostruiscel’ideadialtrove sonale. Nellepagineseguentidescriveròlediverse torio percomprendereerileggerel’esistenza Con tale prospettiva focalizzerò lo sguardo su- L’adozione diunaprospettivapiùattentaai Questo lavoros’inserisce all’interno diunpiù Immaginare l’altrove puòdiventare un labora- 1 . 67 - - -

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) toria tra migranti ‘clandestini’ e non-migranti nel un ‘brassage culturel’ di molteplici gruppi come i contesto urbano senegalese. Le osservazioni e le te- Mandeng, i Lébou, i Wolof, i Peul, gli Haalpulaar stimonianze qui presentate sono il frutto di un’atti- e i Djola della Casamance. Storicamente descritta vità etnografica condotta a Thiaroye-sur-Mer, nella come spazio d’incroci socio-culturali, M’Bour si periferia di Dakar, e nell’area urbana e peri-urbana è nel tempo caratterizzata come località geografi- di M’bour e Saly2. camente strategica per il transito e il traffico com- merciale – distante 49 km. da Thiess, 83 da Dakar e 110 da Kaolak; – aspetti ulteriormente favoriti 2. M’bour e Saly: la turismificazione dello spazio dall’importanza della città come sede del principale mercato ittico del paese. Partito da Dakar, dopo un viaggio di circa tre Percorrendo la rue Nationale n. 1, come nota un ore, sono arrivato nella regione della Petite Côte venditore di t-shirt: «Nei quartieri di M’bour-Serer uno dei primi giorni di luglio del 2009, durante l’hi- e Chateau d’Eau la maggior parte delle abitazioni vernage (stagione delle piogge) che solitamente è sono oggi case in affitto di proprietà di stranieri periodo di bassa stagione turistica. Seduto sui gra- europei e senegalesi immigrati»6, nonché di alcuni dini prospicienti l’entrata dell’Hôtel de Ville, non notabili della città e funzionari pubblici di Dakar. è difficile scorgere molti cittadini di M’bour che, Come quello di Gran Bour, questi quartieri hanno vestiti di tutto punto, sostano davanti al municipio i caratteri di un paesaggio in trasformazione dove o si susseguono sulla trafficata rue Nationale n. 1 costruzioni in lamiera, coperture in paglia ed edi- con le loro auto BMW o Volkswagen dalla targa te- fici in mattone si mischiano ed alternano in modo desca, testimoniando il rapporto di preferenza, or- assolutamente spontaneo e disordinato. Gli edifici mai decennale, che molti di essi intrattengono con a più piani in affitto o le case dei migranti nelle sie- la Germania3. Alle automobili si alternano i pulmi- pi e nella decorazione floreale dei cancelli ricorda- ni di proprietà delle diverse strutture hoteliere che no piuttosto i motivi di uno «stile europeo» (Figg. fanno la spola tra le due località, suggerendo come, I, II). «Quartieri per niente cool!»; «quartieri per ad eccezione del personale specializzato, la maggio- pensionati e gente che si accontenta»7; queste sono ranza degli impiegati negli hotel di Saly vengano da le parole con cui gruppetti di ragazzi ventenni, in- M’Bour e dintorni4. dicando queste aree, segnate da una rete di stradi- Questa istantanea di vita quotidiana che ben si ne in sabbia rossa, esprimono lo scontento verso il affianca alla galleria d’immagini e personaggi ritratti turismo, un fenomeno che, nonostante gli introiti con critica ironia da Fatou Diome (2004: 136-137), economici prodotti a Saly non promuoverebbe di mi ha accompagnato durante le peregrinazioni sul- fatto alcun miglioramento sociale per M’bour e la la rue Nationale e attraverso il mercato di Escale. sua popolazione. Quest’ultimo si trova nell’omonimo quartiere dove La progressiva turismificazione dello spazio di hanno sede le principali attività economiche ed am- M’bour non si esprime solo nell’architettura dei ministrative della città e mantiene ancora nel nome luoghi e delle pratiche professionali quotidiane, e nelle sbiadite facciate dei suoi edifici coloniali con ma anche a livello iconografico, nella cartelloni- i tetti in zinco e ardesia, per la maggior parte riuti- stica pubblicitaria e nelle molte insegne di negozi lizzati e nobilitati da un alone antico soltanto agli che promuovono l’offerta di strutture turistiche in occhi dei turisti, la memoria storica dei primi de- un paese di sogno: «Sénégal: pour vivre plusieurs cenni del XIX sec., quando il porto era scalo mer- rêves» (Fig. III). Nondimeno la produzione dello cantile nelle rotte internazionali dei commerciati spazio mostra di realizzarsi attraverso un «atto di francesi. narrazione» (Donald 1997: 183) o quelle che De Nel 1922 si colloca la nascita del primo nucleo Certeau definisce «retoriche pedonali» (2001). Nel urbano quando, per fuggire la malattia del sonno, linguaggio turistico così come nelle narrazioni di l’autorità coloniale francese insediata inizialmente a molti abitanti, l’identità spaziale di M’bour si confi- Nianing, decise di trasferire nel territorio più salu- gura nel contrasto con Saly8; il suo contesto spaziale bre di M’Bour lo scalo delle attività economiche dei è percepito attraverso immagini e rappresentazioni commercianti di Marsiglia e Bordeaux5. La fertilità che stabiliscono tra M’bour e Saly dei «confini cul- del terreno, le ampie possibilità di pesca favorite da turali» (Simonicca 2006). La costante opposizione un clima mite, furono i principali moventi che con- tra un “loro” e un “noi” attraverso cui è descritto notarono M’bour come un punto di convergenza e lo spazio urbano, esprime , spesso con toni aspri, la popolamento per diversi gruppi etnici fin dal XV distanza tra ‘senegalese’ e ‘toubab’ come nelle paro- sec. In alcuni testi e tra i miei stessi interlocutori le rivoltemi da un’anziana passeggera che con me la storia di M’Bour è, infatti, stata rappresentata effettua il viaggio da Dakar a M’bour in taxi9. in modo ricorrente come il frutto dell’incontro, di

68 riconferma l’idea diconfiniculturaliinterconnessi so cuièsocialmentecostruito lospaziodiM’bour turale locale. allora, èpresenteesipuò rivivere latradizionecul- supposta natura della città stessa, dove oggi, come (brassage culturel) è assunto come emblema di una urbano» (Hobsbawm1994).L’incrocio culturale venzione dellatradizione»o«neotradizionalismo tichi (1999)attraversodellepratichesocialidi«in- nuovi confini tanto quanto lariaffermazione di an- come notanoGeschiere-Meyer, lacostruzionedi prodotti dalturismoappaionoallorainnescare, secamente ‘interculturale’.Iflussiculturaliglobali tà dove l’accento è posto sulla sua origine intrin- turistica, attraverso una rappresentazione della cit- M’bour simanifesta,all’internodelladimensione di testimonianzaomemoriastorica,l’identità opera divarigruppietnici.Lontanodaunintento lamento esviluppourbanoavvenutoindecenni,a della cittàisegnielastoriadelprocessodipopo- suggerendo lapossibilitàdicoglieretralestrade ra nettadeiquartieridiventapatrimonioculturale, smettere alturista:unacittàdoveladivisioneanco- rappresentazione chediM’boursidesideratra- Samba (Fig.IV). 2008 dallostessofunzionarioattualmenteincarica, vendo unacartinadellacittàredattaapennanel formazioni pressol’ufficiolocaledelturismo,rice- di unamappa della città, ho cercato maggiori in- fin daiprimigiorniaM’bourquando,sprovvisto rigidi estremi.Questoaspettoèsembratoemergere tra ‘tradizione’e‘modernità’comeimmaginididue zione dellospaziourbanodiM’BoureSalyèquella M’bour). ancora ilnomedelleetnie(08.07.09-Ndiouma,Enda, Senegal…è la città in cui i quartieri non a caso hanno Samba, agenteturistico,M’bour). etnie… iwolof,bambara,toucouleur…(10.07.09– poli..di incrociculturali.M’bourèunincrociodimolte vedi, quindi,lastoriadiM’bourèunamoltipo- Escale; nonc’eranolazonaSonateloGranBour. Come legata un’etnia.[…]Inoriginec’eranosoloTefesse e puoi rimanerequiaM’boursenotuseiperduto! toubab!! Torna acasatua…tornatraitoubab…tunon che stanno i turisti..è là che devi andare! Dove ci sono i 07.09). Significativa opposizionecheconnotalaperce- L’opposizione ‘tradizione/modernità’ attraver La cartinaricevutadaSambaèsimbolica della M’bour sipuòdirecheèlapiù“culturale”del I quartierisidividonoinetnie;adogniquartiereè Sei direttoaSaly?PerchétunonscendiÈlà Stefano degliUberti,Turismoeimmaginarimigratori.Esperienzedell’altrovenelSenegalurbano (24. - animano lavitaquotidiana. grande nelleazionieparoledellepersoneche stanzia M’bourdaSaly, diventasignificativamente ci, linguisticiesignificatisociali. sante ecomplessacombinazionedicriterigeografi- rappresentazioni; nondimenoèemersaun’interes- l’esistenza nondiunasola,mapluralità nelle narrazionidegliinterlocutorihannosvelato di M’bour, iconfiniculturalieledicotomieemerse 1999: 2). processi di«chiusuraculturale»(Geschiere-Meyer un equilibriotra«iflussidellaglobalizzazione»ei parazione, esprimendoinmodidiversilaricercadi e pratichesocialicomunitarie,stabilisconounase- sieme all’importanza attribuita ad alcune abitudini posto su specifici aspetti della storiadi M’bour, in- globale comeilturismointernazionale.L’accento dare unnuovosensoall’influenzadifenomeno cità identitariedelcontestolocaleneltentativodi produce oriproduce differenze culturali e specifi- solo in modo difensivo e chiuso, ma anche creativo, lazione di M’bour è in atto un processo che, non pera dipromozioneturistica;mentretralapopo- rappresentazione tipizzatacheèfunzionaleall’o- magine diM’bouragliocchideituristi,generauna mento. Il‘tradizionalismo’dicuisiammantal’im- e fluidiinrapportoaidiversiattorisocialidiriferi- spazio urbano è percepito socialmente nell’opposi- rapporto conSaly, comeelemento attraversocuilo ta nella sua identità culturale, ma siconfigura, nel non sipresentasolocome una caratteristicainscrit- presentazione dellacittà dove ilbrassageculturel to di molteplici gruppi etnici promuove una rap- M’bour, comefruttodiun progressivostanziamen- tradizionale senegalese. una localitàdoveriviverel’autenticitàdellacultura are dilusso’aSalyelapromozioneM’bourcome duplice forma:l’espressionediun‘esotismobalne- scorso turisticodominantechesipresentainuna tismo’, sono state riformulate all’interno di un di- attorno alleideedi‘autenticità’,‘tradizione’,‘eso- sociali dellelocalitàdiM’boureSaly, costruitesi attribuire significatoadessi.Lerappresentazioni gli spazisociali,corrispondonoaltrettantimodidi spettive oposizionamenticoncuigliattorivivono e Salyhannomostratocomeallemolteplicipro- esperienza nell’attraversarelelocalitàdiM’bour L’esigua manciatadichilometri,otto, che di- Nella costruzioneturisticadelcontestourbano L’enfasi ripostasull’origine‘interculturale’di Le immagini, i discorsi, i gesti di cui ho fatto 3. L’altrovenonèlà-bas!Lacostruzionesociale di unaltrovelocale 69

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) zione tradizione/modernità. Le pratiche culturali e i discorsi menzionati as- Sono emblematici, a questo proposito, i signifi- sumono un significato differente in rapporto ai loro cati veicolati dalle pratiche discorsive che hanno ac- attori: la popolazione locale e i turisti. Attraverso le compagnato l’organizzazione della prima edizione sue manifestazioni culturali, il Fescum appare, da del Festival delle Culture di M’bour (Fescum) che un lato, ribadire dei confini e la specificità culturale si è tenuta dal 16-20 dicembre 2009, in un perio- di M’bour rispetto a Saly, riaffermando un isomor- do di alta stagione turistica. «La cultura si colloca fismo tra ‘spazio’ e ‘identità’, mentre dall’altro favo- all’origine e alla fine nello sviluppo»: è con queste risce la costruzione di uno spazio locale cosmopo- parole, pronunciate in passato dal padre della pa- lita che si manifesta nel sentirsi appartenenti, come tria e poeta Leopold Sedar Senghor, nato a pochi cittadini di M’bour, a una rete di legami inserita nel kilometri da M’bour (Joal), che il sindaco chiarisce più ampio contesto globale. le due anime della città che connotano il festival: la celebrazione della diversità culturale della Petite La Cultura al servizio dello Sviluppo sarà il tema Côte e la promozione del turismo locale. Il Fescum di questa prima edizione. Il comitato organizzatore si propone di «offrire alle popolazioni di M’bour annuncia la partecipazione a questo festival di nume- uno spazio che permetta di esprimere la loro diver- rosi ospiti […]: i rappresentanti della città belga di sità culturale e di partecipare al rilancio della città Mölenbeck, di quella tedesca di Bielefeld, di quella in- attraverso la cultura: spettacoli, danze, esposizioni glese di Penzance (23.10.10 – “Walf Quotidien”). d’arte, conferenze, presentazione della moda e del- le acconciature. Il festival si pone come un evento Nel contesto del Fescum, emerge chiaramente turistico annuale che consenta a M’bour di farsi co- come la tradizione di brassage culturel sia stata rein- noscere all’estero». ventata in modo funzionale all’interno della dimen- sione turistica e in tempi più recenti, sotto l’influsso Il Fescum mostra l’aspetto cosmopolita di M’bour, dei processi di globalizzazione, abbia trovato una un crogiuolo culturale, un luogo di incrocio multi- riformulazione della sua natura d’interrelazionali- culturale, multietnico e multirazziale. Si ritiene che la tà nella dimensione del cosmopolitismo, inteso «in cultura sia al centro della costruzione della personali- primo luogo come un orientamento, una volon- tà umana e allo stesso tempo, favorisca l’incontro con tà di interagire con l’Altro» (Hannerz 2001: 131). l’altro, favorisca e rinforzi la solidarietà tra i popoli La ridefinizione di una certa ‘indigenità’, ossia la (18.12.09 - El Hadji, sindaco, M’bour). tradizionale ‘identità interculturale’, in rapporto al moderno contesto turistico, diventa per una parte Un grande carnevale ha permesso di veder sfilare della cittadinanza di M’bour un fattore decisivo dei gruppi di Sérèr, Poular, Diola, Mandingue, Balan- nella capacità di rileggere la propria dimensione te, Laobe, Lébou. Questo affresco ha fatto da sfondo esistenziale all’interno di una cornice globale. a tutte le attività artistiche e culturali dei differenti Le affermazioni del sindaco di M’bour e del gruppi e ha dimostrato un perfetto cosmopolitismo coordinatore del Festival richiamano le parole di (18.12.09 – Babakar, ordinatore del Fescum)10. Callari Galli quando ricorda che «lo sviluppo del turismo culturale può […] divenire un’opportuni- Al centro di questo intreccio di segni, pratiche, tà per valorizzare il [proprio] passato, la [propria] significati, apparentemente discordanti sembra storia, la [propria] eredità ma allo stesso tempo un trasparire quell’attitudine cosmopolita che Glick modo per poter partecipare a una cultura in grado Schiller et al. considerano come un processo di di uscire da se stessa per comunicare con le molte «simultaneo radicamento e apertura alle emozioni, diversità che oggi sono in contatto – a livello reale esperienze e aspirazioni umane» (2011: 399; Werb- e/o virtuale – tra di loro» (2001: 16). ner 2006; 2008). Sia le parate dei vari gruppi etnici, In questa prospettiva forse, è proprio nella co- icona di un brassage ‘multiculturale’ e ‘multietnico’, struzione sociale di M’bour come spazio cosmo- sia il richiamo, nei discorsi degli organizzatori del polita, così come è inteso da Hannerz, che alcuni Fescum, a una natura cosmopolita della città di cittadini si confrontano ed elaborano una risposta a M’bour, appaiono contribuire, piuttosto, a un pro- quella ‘modernità’ (Matera 2008) che prende forma cesso di produzione della località di un’immagine nelle molteplici rappresentazioni di cui è oggetto ‘situata’ del cosmopolita, in altre parole di un ‘co- Saly e che si manifesta in modo sempre più fre- smopolita locale’. Questa immagine difficilmente è quente nella pratica dei matrimoni misti11. in sintonia con una definizione che lo rappresenta Se la produzione di uno specifico senso di spa- esclusivamente come membro di un’élite di «intel- zialità di M’bour è costruito attorno ad alcuni cri- lettuali generalmente sempre in pista, in giro per il teri quali la storia, il linguaggio, lo spazio, questa mondo» (Hannerz 2001: 132; Vertovec 2009). rappresentazione è valorizzata in contrapposizione

70 nel propriocontestodiprovenienza. bisogno diriconoscimentoeaffermazionesociale similazione conilturistastraniero,èunarispostaal do unaformadiauto-rappresentazioneche,nell’as- più i residentil’immaginediunmigrantecheèsempre resorts della piccola città balneare, rinforzando tra stero, chespessotrascorronoqualchesettimananei karois) ediconnazionaliemigratiritornodall’e- dalla periodica presenza dei cittadini di Dakar (da- poter soddisfareilpropriodesideriod’esotismo. Saly comeimmaginedi‘unaterraparadisiaca’dove 6) attraversocuiituristisonoindottiapercepire Saly) sonosoltantoalcunedelleinsegne(Figg.5, (insegna chepubblicizzaunnuovissimoresortdi ne) oloslogan«SileParadisest déjà surlaterre?» «Le PetitEden»(ilnomediunhotelincostruzio- collocata sulla soglia di un salone da parrucchiere), ture turistichediSaly. «Choufferparadis»(insegna promuovono iconforteservizioffertidallestrut- di negoziedallacartellonisticapubblicitariache con ilmessaggiotrasmessodallenumeroseinsegne occhi, vienicon meetifaròconoscereil mondo!» gio tradizionale.Avanti…giusto perilpiaceredegli Dall’altra partediquestastrada c’èinveceilvillag- venuto inEuropa,quisiamo nellamodernaSaly! urlando: «Turista italiano?…turista spagnolo?Ben- che Ousmaneavevarichiamato lamiaattenzione sione ainternet.Ènell’atmosferadiquestoscenario nuovo deinumerosiservizidiristorazioneeconnes- illuminate dei negozi e sulle facciate dal profumo di sulle stradeordinateebenasfaltate,vetrine ma visita a Saly, il mio sguardo correva con curiosità dell’Europa. l’area diSaly diventa piuttosto la rappresentazione ni cittadini,deimigrantidiritornoedakarois, M’bour, delleguidelocali, cosìcomedeglianzia- giorno. Nell’esperienzaquotidianadeipescatoridi che pertutticolorovivonolacittàgiorno no lospazio,culturalmenteesimbolicamente,an- Questa ideaèinoltreulteriormenteaccentuata hotels (07.08.09–Babakar, boutiquer, SalyPortudal). ri checonillorotrolleyvannoversoleentratedegli scorrere ilw-endaM’bour:[...]avvocatiericchisigno- venditrice snackbar, Saly). no, senzadirenienteallafamiglia tamente qui;restanounpaiodisettimaneepoiriparto- […] nonvannodallapropriamogliemavengonodiret- quelli che ritornano dall’Europa! Quando ritornano, Disceso dalsepteplaces,nelgiornodellamiapri- Allo stessotempo,però,questisegniconnota- toubabisés (Salomon2009b:153),eaccrescen- Molti sonoi“ricchi”diDakarchevengonoatra- I Senegalesi che vengono qui sono soprattutto Stefano degliUberti,Turismoeimmaginarimigratori.Esperienzedell’altrovenelSenegalurbano (17.07.09 -Marlène, 12 . zionali”. la conservazionedipratichevitasociale“tradi- ‘senegalesità’ che garantisce ancora la continuitàe rispetto a quelladiM’bour, emblema di unacerta realtà sregolatadipericolosaoccidentalizzazione stessa capitaleDakar, cherappresenterebbeuna stanza sievidenzia,nondimeno,neiconfrontidella Dal puntodivistadegliabitantiM’bour, ladi- za tra‘senegalese’e‘toubab’,AfricaedEuropa. zione balneare,esprimemetaforicamenteladistan- urbani diM’boureSaly, all’internodellastessasta- caso, ilconfinechemarcaladivisionedeglispazi segnato daconfiniculturalimolteplici.Inquesto “qui elà”delineal’immaginediunospaziosociale migrazione chestabilisceunacontrapposizionetra zione dimoltiabitantiM’bourunaretoricadella di Dakar, ma soprattuttodiSaly, rappresentazioni uno ‘spaziolocaleafricano’ contrappostoaquello promozione turisticasianella costruzionesocialedi ne, èunaspettocentralesia nelprocessodellasua tradizionale’, dicuisarebbe ancoraoggiespressio- sato storicopre-coloniale della cittàe‘cultura in unasettimana!(02.08.09–Babakar, M’bour) questo, spendono lostipendio che hanno guadagnato sort, per provare l’esperienza del comfort europeo. Per trascorrere unagiornatanellapiscina,neilussidiunre- […] Vengono quiaM’bournonperilmarema no adistanza,percomevestono,camminano. Babakar commenta] Guardali! Icityboyssiriconosco- M’bour). lità chenoncisonoquiaM’bour”(07.07.09-Malik, allo stesso tempo là ci sono tutti i comfort, le potenzia- darci…e aSalyc’èlavoro,manonèfaciletrovarlo; (30.05.09 –Gabriel,guidalocale.M’bour). Qui sibeveancorailtèelavitaècomunitaria sa, tupuoientraredovevuoi.Lagenteèpiùsolidale. incontrarsi e stare insieme. Invece a M’bour è spazio- troppe personemanonc’èspazioperlepersone, Nelle rappresentazionituristicheenellaperce- A M’bourilprocessodivalorizzazionedelpas- Luterana, M’bour). pea” di loro,vuoldire:“Esseresenegalesievivereall’euro- Plateau. Iononriuscireiaesprimertiquellochepenso salutano perstrada,soprattuttoalquartierecentrale sone tornano dal lavoro e sono sole; le persone non ti [Seduti inrivaalmare,nellaspiaggiadiM’bour, Malik: “Perchédisolito[inEuropa]nonpuoian- Stefano: PerchéSalysidicechesial’Europa? Per meDakarèlabourgeoisie. Dakar ècomeParigidovetuttofitto,cisono (18.07.09 –Segretariobibliotecadellamissione […] Spessoleper - 71

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) di una ‘modernità europea domesticata’ (Geschie- La costruzione sociale e l’esperienza di un ‘al- re-Rowlands 1996). Come suggeriscono le testi- trove locale’, si configurano come prodotti storici, monianze seguenti, proprio in rapporto a questa frutto di processi informali e selettivi dei soggetti, valorizzazione del passato storico locale, che con- che quindi non si elaborano in riferimento ad una tribuisce alla formazione della frontiera tra ‘qui’ e generalizzata idea di El Dorado. Tra molti abitanti ‘là’, s’inscrive la costruzione sociale di un’idea d’al- di M’bour, soprattutto impiegati nel settore turisti- trove. co, Saly non è percepita quindi soltanto come «una banlieue tropicale dell’Europa» (Salomon 2009b: [Con Babakar all’uscita da Le Rools, nota discoteca 151), ma diventa il termine di riferimento nella co- di Saly] Guarda quei ragazzi, hai sentito come parlano? struzione di un altrove locale che non è geografica- Loro sono di Dakar. Ma ti pare possibile che per darsi mente tanto distante ma è piuttosto qui e ora (Fou- un tono debbano mettersi ad imitare il modo di parlare quet 2007b). L’idea di un ‘altrove locale’ dischiude francese dei parigini? Fanno ridere! Imitano gli euro- una forte problematicità nell’uso delle nozioni di pei, imitano la loro parlata francese e magari là non ci “vicinanza” e “lontananza”; esse trovano una confi- sono mai stati. gurazione di senso in rapporto a coordinate tempo- rali e non necessariamente spaziali. Come osserva Io amo le notti di Saly; da mezzanotte fino alle cin- Scarduelli, «ciò che è culturalmente lontano spesso que! Le notti in discoteca, tra gli europei, sono come è geograficamente vicino o vicinissimo, mentre ciò un viaggio. Quando la vita s’illumina..come in una che è culturalmente familiare può essere trovato in notte di Parigi! Ma dalle cinque in poi incominciano luoghi remoti» (2003: 15). i rumori: “Paa paa, Bhee bhee, e allora si ritorna alla Questa sembra essere la condizione esistenziale solita M’bour, si torna alla vita di sempre. Di giorno vissuta da molti antiquaires14, e più in generale dal- c’è rumore; la vita è diversa a Saly!” (03.08.09 – Sidati, le guide turistiche, nel rapporto con i turisti, cui si boutiquer, M’bour) volgerà l’attenzione nella sezione seguente dando voce all’esperienza di Malik. Per lo spazio di alcune ore, le serate in discoteca, gli incontri con gli europei e la vita mondana a cui si può partecipare imitando la parlata dei parigini 4. L’esperienza di Malik: guida o vestendo come un rapper americano, diventano turistica tra due mondi il veicolo attraverso cui molti giovani di M’bour, e provenienti da Dakar, fanno esperienza di un altro- Primogenito di cinque figli, Malik è un ragazzo ve: si proiettano in un tempo ‘altro’ o, per dirla con di trent’anni di origine peul, dagli occhi svegli, il il linguaggio di Bourdieu, somatizzano “un’altra” sorriso accattivante e la parlantina svelta, simile a cultura attraverso un processo d’incorporazione un car rapide15, come lui stesso si definisce: «Ero (1992), inteso come le modalità attraverso cui le bravo nel mio lavoro di guida, ero un car rapide; persone «abitano» i loro corpi, così che questi si con le mie parole portavo i turisti dove volevano, «abituino»13. In quest’ottica, emerge come faccia non c’erano fermate, non c’erano confini, o ce ne parte delle disposizioni del corpo anche l’impiego potevano essere infiniti, lo decidevo io!»16. Malik di particolari linguaggi o parole, così come alcune vive a M’bour da dodici anni, in una casa con ter- disposizioni più scontate come l’intonazione, i ge- razza nel quartiere di Chateau d’Eau Nord, ultima sti, il gusto: l’apprezzamento o il rifiuto verso par- di una lunga serie di abitazioni in cui egli ha vis- ticolari forme d’abbigliamento, di alimentazione o suto in seguito ai frequenti spostamenti dovuti alla di comportamento, possono modificarsi nel tempo. professione del padre, guardia penitenziaria, oggi La notte, non diversamente da come osserva in pensione e impiegato come guardia di sicurezza Fouquet nella sua etnografia sul fenomeno della presso uno dei campements di Saly. Fin dalla tenera prostituzione a Dakar, «è associata con l’inedito, età Malik si è trovato a viaggiare molto; a suo dire, l’ignoto, l’allegria, la bellezza, la festa e la temera- dopo trent’anni sono ormai rimaste poche le città rietà, che dischiudono in filigrana la possibilità di del Senegal dove egli non abbia lasciato le sue im- ‘raccontare la propria storia’, di impegnarsi nella pronte nella terra. riformulazione inedita del sé; [la notte] è il tempo delle possibilità, della libertà, dell’invenzione del Ci sono molte persone che non hanno mai visto la sé» (2007a: 117), di quell’«esilio immaginario» (Ibi- sabbia; non sono mai state alla spiaggia. Ci sono tantis- dem: 119) che si configura come una modalità di sime persone che si vantano di essere nate a Dakar, e domesticazione dei significati trasmessi dalla socie- non hanno mai messo i piedi fuori dalla capitale. […] tà internazionale e rielaborati all’interno della loca- Molte persone conoscono il loro paese soltanto sulla lità d’appartenenza. mappa. Io conosco il mio paese… io lo conosco molto

72 presso labottegadiunamico. to unlavorotemporaneocomeapprendistasarto, sistema lavorativoconognisforzo,troveràsoltan- cupato eimpegnatoneltentativodireinserirsi rico, avenderelasuaautomobile;daallora,disoc- miliari, Maliksaràobbligato,connonpocoramma- come guidaturistica,acausadiurgentiesigenzefa- nio celebratonelmesedigennaio2011. di Malikecheavràuncoronamentonelmatrimo- to, allargatoancheaglialtrimembridellafamiglia con cuis’instaureràunrapportodiprofondoaffet- di quattroanni;Elsie,invece,èunaragazzahaitiana francesi chevedràperiodicamentenell’arcodipiù lik miraccontadiClaudineeMathilde,dueragazze gazze allequali rimane particolarmente legato: Ma- tore turistico,haoccasionediconoscerealcunera- una ragazzasvedese.Negliannidiattivitànelset- anche dopocheegliparteperlaSveziaalfiancodi simo amico,conilqualeMalikèinstrettocontatto stingue ElHadji,nonsolouncollegamacaris- giandosi allaboutiquediunamico,Bibi. di incontrareituristisullespiaggeSaly, appog- lavoro vicinoallestruttureturisticheesipreoccupa ufficiale diguidaturistica,Maliksvolgeilproprio località turistichedelSenegal.Privobrevetto guida, trasportandoituristiavisitareSalyelealtre tomobile eincominciaalavorarecomechauffeur venti di quest’attività, decide di acquistare un’au- Saly, doverimarràpercircadueanni.Conipro- a lavorarecomecucinierepressol’hotelTeranga, a faresperienzanelturismo.Aventiseianni,inizia deciso diinterrompereglistudiperincominciare la qualeharaggiuntolicenzamedia,Malik per lamiafamiglia(05.07.09). dovere, senzaneanchepensarci perchéeranecessario è statofacilepermemal’hofatto conpiaceree dalla finestra!Permel’automobile eraillavoro…non delle feste…iononl’hofatto!Nonlihobuttatifuori persone chequandofannoisoldilispendonoperfare fare deilavoriurgentiperlacasadimiopadre.Cisono Dopo unabreveformazionescolasticadurante città dascoprire(01.08.09–Malik,M’bour). e di conoscere il tuo paese. Mi mancano soltanto poche re; ilturismoel’automobiletipermettonodiviaggiare rismo. La vita di mio papà mi ha permesso di conosce- ancora dipiùperchéhoincominciato a lavorare nel tu- la possibilitàdiconoscereancorapiùeviaggiare Ziguinshor, Touba. […]ArrivareaM’bourmihadato bene! Tamba, Matam,Kolda,Thiès,Lingère,Dahara, Il lavorodiguida turistica, sebbene siaunapro- Dopo circaunannoemezzod’intensaattività Tra i ragazzi che frequentano la Io hovendutolamacchinaperchéeranecessario Stefano degliUberti,Turismoeimmaginarimigratori.Esperienzedell’altrovenelSenegalurbano boutique si di- nuncia altempodellapropriavitanonlavorativa. che richiedeunaprofondadedizioneespessolari- come un’attivitàmoltoimpegnativaecoinvolgente ti al suocarattere stagionale, è descritta da Malik fessione soggetta alunghiperiodi d’inattività dovu- al. 2011:403).Sembra esserciun’importante corre- te localizzato(Werbner 2008;cfr. Glick-Schilleret come fruttodiunprocesso relazionale,storicamen- contro, chequindiappare opportuno comprendere comunicativo diquestofenomeno, scaturitodall’in- parole diMaliksuggeriscono ilcaratterecreativoe tismo facendoriferimentoadellesoggettività,le rienze vissute(01.08.09). Quando tiparlodiloro,“Là-bas”,permesonoespe- sento partedilui.Iomidelloromondo! avrei unfortedesideriodiraggiungerloperchémi mi telefona El Hadji dalla Svezia, mi parte la testa e dranno amangiare(17.07.09). a parlare di cibo, di come sarà il ristorante quando an- brava guidatudevilasciar stare lacultura e incominci ascoltano perniente.Ealloraaquelpuntoseseiuna parli dellastoriaeculturadelpaeselorononti gono quasiesclusivamente per mangiare. Quando gli dell’Africa” (08.07.09).Cisonoaltrepersonecheven- tinua curiosità. I turisti vogliono conoscere la “realtà sempre risponderealleloroaspettative,allacon- (11.07.09) rata. Insommadobbiamoesserenikel…etradizionali! allo stessotempodobbiamoavereunapettinaturacu- vestito tradizionale,deibraccialettioicapellirastama marca. Duranteilgiornocisiaspettacheportiamo vestiti bene…conunbelpantaloneounacamiciadi notte primanon“hannofattoserata”(13.07.09). sto, versole7peresseredisponibileconituristichela verso le2dinotteelamattinadevisvegliartimoltopre- o forsenehaun’altra.Haquelladelturista.Torni acasa (13. 07.09). che nonlavoravanonelturismolivedevoanchemeno di incontrarsiperunasettimanaseguito.Gliamici cune serateorganizzateaSalyperituristi,succedeva non vedere i vicini di casa per mesi e poi durante al- tempi diventavanoquellideituristi.Potevacapitaredi tava partediquellavissutaconituristi.Spessotuoi per incontrarsicongliamici…lavitapersonalediven- Sebbene siparligeneralmentedicosmopoli- Quando mitelefonanoClaudineoElsie…quando La guidaturisticahamoltidoveri[…]devesaper Noi –mispiegaMalikdiseradobbiamoandare Chi lavoranelturismononhapiùunapropriavita… Quando lavoravo con i turisti non c’era mai tempo 73

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) lazione tra la dimensione glocale (Robertson 1994) indefinito il confine: la quotidiana esperienza della assunta dal contesto sociale di M’bour e Saly, fa- guida con i turisti diventa la propria quotidianità. vorita dal processo di turismificazione dello spazio Se la condizione esistenziale di Malik è sospesa tra urbano, e la cosmopolitizzazione delle attitudini e due universi culturali ed esistenziali apparentemen- dei valori di molti attori sociali. te separati, è nel momento in cui, come afferma Attraverso i mass media, l’incontro e l’esperien- Malik: «Non si ha più la propria vita, […] ma si za turistica con i clienti, Malik ha acquisito una diventa parte di quella del turista» che egli si apre conoscenza dei turisti, del loro contesto socio-cul- alla dimensione dell’altrove, trasportato in viaggio turale di provenienza. Questa conoscenza, seppur dai turisti. generica, della storia culturale dei turisti, se da un Se per la guida turistica «l’essere a cavallo tra lato permette alle guide turistiche di focalizzare due mondi […] finisce per costituire l’essenza della l’attenzione su alcuni aspetti della propria cultura sua professione» (Aime 2005: 84), nel caso di Ma- o tradizione, accentuando una rappresentazione lik questa esperienza di attraversamento, intreccio che ritrae il contesto sociale come un luogo esotico e sovrapposizione di mondi ha una valenza a livello inalterato, dall’altro si serve di una forma di comu- esistenziale; le sue affermazioni suggeriscono come, nicazione che fa un largo uso dei riferimenti ad una nella capacità d’informare di senso le pratiche e gli “cultura popolare globale”. spazi sociali in cui egli opera quotidianamente, s’in- Sebbene non tutti gli ambienti turistici e i ruo- scriva la possibilità di trascendere culturalmente, li professionali siano favorevoli ad alimentare dei all’interno di un orizzonte immaginario (Crapanza- valori cosmopoliti, per molte guide come Malik, è no 2007), non solo i confini sociali ma anche quelli l’incontro turistico che sembra diventare lo spazio geografici. liminale da cui scaturisce e si esprime una forma di La possibilità di continuare a partecipare di «cosmopolitismo vernacolare»17 (Diouf 2000; Ric- una realtà altra, si esprime nelle descrizioni e nelle cio 2005; Werbner 2008), un senso di appartenenza opinioni di Malik, in contrapposizione al proprio che travalica i confini di M’bour trovando i propri contesto sociale privato, percepito come uno spazio riferimenti in un sentimento di condivisione delle strutturato dal binomio dentro/fuori. esperienze legate agli amici emigrati o a quelle dei turisti nel loro paese di provenienza. Qui [a casa]…in questo quartiere, è onestamente come stare in una casa di riposo per pensionati. Prima, Spesso mi sembra che nelle escursioni dove accom- [quando lavoravo] passavo la maggior parte del mio pagno persone come Mathilde a scoprire il Senegal – tempo al lavoro, con gli Europei (27.08.09). mi spiega Malik – non sono io che le porto a fare un viaggio o un giro turistico, ma sono loro che mi fanno Ricordo che ogni tanto El Hadji mi confidava che viaggiare, che portano via una parte di me; ti traspor- ormai non sapeva neanche più come rimorchiare (dra- tano in un’altra realtà e poi tu ti senti sospeso…non sai guer) una ragazza senegalese perché eravamo sempre più esattamente dove sei. Ti senti di qua e di là. Pen- insieme a quelle europee. E in effetti, io condividevo so spesso di scrivere a Mathilde una lettera perché io la sua idea. Il lavoro ci assorbiva al punto che spesso io nella vita sento che ci sono due modi di essere diver- mi sentivo come se fossi escluso o esterno alla società si, abitudini o costumi diversi che non voglio perdere senegalese. Anch’io le ragazze che ho avuto erano tutte (07.08.09). delle turiste. Ho avuto una ragazza senegalese, ma vi- veva in Francia. Ora in un certo senso mi vedo con una Spesso lavorare nel turismo era un po’ come vivere ragazza del quartiere. Del resto non avevo mai tempo in vacanza o in un’altra vita perché i turisti ogni tanto di conoscere le senegalesi perché ero tutto il tempo in- m’invitavano a trascorrere le serate o i w-end nel loro sieme a quelle straniere (23.08.09). stesso albergo. Io ho visitato molti di questi hotels e villaggi turistici. Ma non è così per tutti. Molti abitanti I confini culturali che emergono nella descrizio- di M’bour non sono mai venuti a Saly (17.08.09). ne dell’esperienza esistenziale di Malik come gui- da turistica informano un processo di costruzione Ogni tanto mi sembra quasi di non riuscire a com- identitaria che si nutre delle rappresentazioni turi- prendere il Senegal. Io vivo qui ma molto spesso non smificate degli spazi urbani di M’bour e Saly. riesco neanche a capire che cosa succede intorno a me. Nella costruzione turistica di una certa “afri- E se invece si parla di crisi in Europa, so che cosa pen- canità” le guide come Malik appaiono situarsi in sare ma non so dove voltare la testa! (05.07.09) modo duplice e ambivalente nel rapporto tra i turi- sti e i ‘locali’. Se da un lato attraverso l’uso estetico Col tempo la dimensione lavorativa e quella e simbolicizzato del proprio corpo le guide tendo- personale si sovrappongono, rendendo molto più no a qualificarsi come ‘locali’, o rappresentarsi tali

74 de similaritàconM’bour. in Tolosa, lacittàincuiviveClaudine,delleprofon- dall’uso diunawebcam,Malikritrovaadesempio (2010: 61-62). è ilmondochevienesemplicementeversodi[lui]» il mondopersviluppareun’attitudinecosmopolita; – Malik«nonha fisicamente bisogno digirare per rimentare l’alteritàseneavessero i mezzifinanziari quali desidererebberoviaggiareall’esteroperspe- turistiche inIndonesiaeTanzania –moltedelle a comeosservaSalazarnelsuostudiosulleguide a unarealtàlontananellospazio.Analogamente nario diunaltrovechenonrinvianecessariamente di un’esperienzamobilitàeconfigural’immagi- per unprocessodiridefinizionedelsé. di ‘tradizionalismo’),emergonocomelepremesse ni dilocalismo(cheagliocchideituristisonosegni posizionamento distaccatoassuntoversoespressio- occidentale (es. lostiledell’abbigliamento), unita al ca d’incorporazioneesteticaesocialediun’alterità le pratichedivitaquotidiana,d’altrolatounaprati- più diquantoeffettivamentepossonoapparirenel- scerlo comeseciavessevissuto. più volteavevavistoinwebcam, alpuntodacono- mare l’appartamentodove avrebbeabitato,eche Grazie allepotenzialitàoffertedainternete Nel sentirsi«trasportatodaituristi»Malikparla vissute (06.07.09). luoghi. NoiquiinSenegalabbiamodelleinformazioni ci; si conoscono molte persone provenienti da molti così decisacertezzasenzaessercimaistato] Malik comeeglipossaconoscereedaffermarequestocon Parigi. Cisonodelleparlatedifferenti!! molto diversorispettoaquellidiMarsiglia,Lioneo cose cheapprezzo!(18.07.09) Queste sonocosechefacciamoanchenoiqui.Sono scorse achiacchierarecongliamicifinonottetarda… li, itavolini,lepasseggiatevicinoailocali,nottitra- finestre dellasuastanza,lavitadi Tolosa. Lelucisera- Claudine mihamostratoconlawebcamattraversole ho lospiritounpo’altrove(11.08.09). ci eravamopiùvoltedetti.Èperquestocheognitanto essere aTolosa vicinoaClaudineperchéèunacosache stanza làaTolosa…me l’hafatta vedereClaudineconla Insieme aClaudineavevaprogrammatodisiste- Tu nonconsiderichenoiquiabbiamomoltiami- [Con atteggiamento volutamente polemico chiedo a A Tolosa gli abitantihannounmododiparlare Tolosa èuna città veramentetranquilla!Piùvolte Io aquest’oranon dovrei essere in Senegal, dovrei Ci sentivamospessoconClaudine. Ioholamia Stefano degliUberti,Turismoeimmaginarimigratori.Esperienzedell’altrovenelSenegalurbano molteplici rappresentazioni dello spazio, che a loro molteplici rappresentazioni dellospazio, chealoro guest diventamomentocentrale nellosviluppodi aree urbane di M’bour e Saly, l’incontro tra taria chehavistoprotagoniste leguidelocali.Nelle mente assegnatieilprocesso dicostruzioneidenti- tazioni dello spazio, i valori che ad esso sono social- luce lostrettorapportochesussistetralerappresen- attori socialicoinvoltinellaricerca,hannomessoin riche pedonali»(DeCerteau2001)raccoltetragli (cfr. Salazar2010). stici globali»eleproprie«aspirazionicosmopolite» tima sitrovaanegoziaretradegli«immaginarituri- di un’interazionetraturistaeguida,dovequest’ul- stualmente specificadiessa,fruttounoscambioe fruiscono diun’interpretazionesoggettivaeconte- locali fannoconoscenzadellarealtà,mapiuttosto nieri invisitaSenegal.Néituristi,néleguide dai migrantidiritorno,mapiuttostoturististra- rappresentazioni immaginarienonsianoalimentate nate diquelleturistiche.Nonèuncasochequeste spesso intimotralaguidaeilturista,mamenopati- sentazioni socialiegeografiche,fruttodell’incontro un puzzled’immaginichedannoformaarappre- parole diMalikdescrivono,piuttosto,unmosaico, ni veicolatedaimigrantidiritornoinSenegal.Le un mondoomogeneocheriflettelerappresentazio- – nonrisultapercepitocomeunElDorado, rienza dell’alterità–certounaltroveimmaginato l’idea d’Europa attraverso cuiprendeformal’espe- rappresentazioni trasmessedaimediasuimigranti, uno stereotipatoElDorado.Contrariamentealle ve chel’Europasiacollettivamentepercepitacome specifici, chequindimetteindiscussionel’ideanai- altrove geograficodairiferimenticontestualmente cezione dellospazioturisticoinSenegal;comeun alla dimensione professionale di guida e alla per costruzione sociale diunaltrove locale, connesso trove siconfiguraquindiinmododuplice:comela ginazione locale (2004: 226). L’immaginario dell’al- all’intersezione tra le possibilitàglobali e l’imma- biere, lefantasiediMaliksonorealiegiacciono che s’innescanoall’internodeisalonidibar vissuto (01.08.09). so lavorarelà,senzaviverci…senzaneanchemaiaverci cose al meglio. È strano, sai, vivere qui e al tempo stes- ho trascorsodeltempoapensarecomeprogettarele su comeintervenirediquaelà.Perquestolavoro, io ledavodeiconsiglisucomeinterveniresuimuri… telecamera. Lei mi ha fatto più volte vedere la casa, ed L’osservazione delpaesaggiourbanoele«reto- Come osservaWeiss apropositodelledinami- 5. Conclusioni host e 75 - -

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) volta descrivono molteplici modi di vivere lo spazio. Lo sguardo etnografico sulle pratiche sociali e È nelle rappresentazioni o immagini di questi sui linguaggi che informano la percezione, descri- contesti culturali e geografici, fortemente turismi- zione e ‘costruzione sociale di un altrove locale’ ficati, ma a mio parere non necessariamente stere- contraddice la convinzione diffusa che la spinta a otipati (come evidenziato nel caso di rapporti più migrare si nutra di una rappresentazione stereoti- confidenziali tra guide locali e turisti), che trova pata dell’Europa come El Dorado. Si è dimostra- sviluppo un ‘immaginario altrove’. In questo qua- to come la rappresentazione dell’Europa, o più in dro, il tentativo di definire la mobilità ha implica- generale dell’altrove, vada disaggregata e ripensata to la decifrazione di come e che cosa sia percepito nella sua complessità e molteplicità, in rapporto come frontiera; in particolare, l’analisi di come sia alla comprensione più approfondita dei processi costruito socialmente lo spazio dell’area urbana di culturali e d’interazione sociale da cui scaturisce. A M’bour e Saly ha mostrato che l’esperienza della prescindere dall’influenza culturale dei media e dei mobilità e dell’attraversamento, solitamente conce- migranti periodicamente di ritorno in Senegal, e di pita in termini di spostamento geografico dei mi- fronte alle difficoltà politico-sociali ed economiche granti, si configura culturalmente all’interno di uno che ostacolano la mobilità e la riuscita sociale, mol- stesso contesto locale. teplici sono apparse le pratiche e i contesti sociali Il processo di turismificazione che ha caratteriz- della vita quotidiana dove gli interlocutori della mia zato molti senegalesi impiegati nel settore turistico e ricerca hanno sviluppato una propria esperienza le stesse località di M’bour e Saly ha mutato il modo dell’altrove. in cui molti individui percepiscono e descrivono se I processi di costruzione sociale degli spazi pub- stessi; questi luoghi si sono configurati come lo spa- blici e domestici, le pratiche verbali e non verbali, zio semantico dove ‘si fa esperienza di un altrove’ sono apparsi elementi significativi nel contribuire culturale, piuttosto che geografico. Le rappresenta- a dar forma alle traiettorie culturali ed esistenziali zioni dello spazio e l’idea di altrove si dimostrano (Appadurai 2001) di queste persone, nel configurar- quindi tutt’altro che un gioco letterario, mostrando si come dispositivi simbolici in grado di alimentare gli effetti concreti e tangibili che hanno nelle varie tanto un nuovo senso di appartenenza al contesto sfere della vita quotidiana, come i racconti di Ma- in cui vivono quanto un legame con un ‘altrove im- lik hanno cercato di suggerire. Se l’altrove risulta maginato’. Forse, è attraverso il continuo coltivare inscritto in un territorio glocale, e la sua percezio- questo senso di appartenenza, in una molteplicità ne non risponde necessariamente ad un criterio di di forme ed espressioni, pratiche e simboliche, che distanza geografica, il “desiderio dell’altrove” non molte guide turistiche locali mostrano la capacità di prende forma sulla base di rappresentazioni e fan- andare ‘oltre’ i confini della propria condizione di tasmi elaborati sulle società del Nord, ma piuttosto «involontaria immobilità» (Carling 2002). in rapporto ad esperienze soggettive e contestual- mente specifiche.

76 Uberti, 2009) 1 -Edificioperabitazioni multifamiliari nel quartiere diChateau d’Eau(fotodegli 2 -Abitazioneprivata,quartiere diChateaud’EauNord(fotodegliUberti,2009) Stefano degliUberti,Turismoeimmaginarimigratori.Esperienzedell’altrovenelSenegalurbano 77

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3 - Poster pubblicitario presente nell’Ufficio del Turismo di M’bour (foto degli Uberti, 2009)

78 4 -CartinadellacittàdiM’bour (realizzatadall’Ufficiodel Turismo diM’bour) Stefano degliUberti,Turismoeimmaginarimigratori.Esperienzedell’altrovenelSenegalurbano 79

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5 -‘Eden – Rifugio di passaggio’. Struttura alberghiera e ristorante situato sul Bou- levard Demba Diop (foto degli Uberti, 2009)

6 - Tabellone pubblicitario situato sul Boulevard Demba Diop (foto degli Uberti, 2009)

80 e pensarecome unoccidentale:senza Dioeccetto come archetipo;“Toubabdiventaesinonimodiagire mine acquisisce un significatopiùampioquando èusato più ingeneralegliuominidi pelle bianca.Tuttavia, ilter mine dilinguawolofusato per identificareifrancesie (Ciss 1983). presentato dallecosiddette4S:«Sea,Sun,Sandand calità comecentro del turismo “esotico” dimassa,rap- al turismobalnearehafavoritoun’immaginedellalo- non residentiinSenegal(Viallet 2003).L’orientamento coglie insiemeaM’bouril30%dellatotalitàdeituristi so l’UCAD. Sud-Quotidien, e di alcune tesi di laurea consultate pres - nalista accreditatoperlasezionelocaledelquotidiano contri conSambaNiebeBa,professorediliceoegior automobili private). prese attivitàinformalicomeaiuto-autistaol’affittodi servizi, l’arredamento,laferramentaeitrasporti(com- settori collateralidell’industriaturistica:l’artigianato,i non impiegatinellapescaartigianale,siconcentranonei 2003); piùrecenteèl’arrivodituristiitalianiespagnoli. ri dellaPetiteCôteospitidegliamicieuropei(Marfaing lo sviluppodellaprimagenerazionedimigrantiorigina- anni ‘90risalequelladituristitedeschichefavoriranno rizzati dallapresenzadifunzionariemilitarifrancesi;agli M’bour eSaly, diventanospazidivilleggiatura,caratte- (1981), laPetiteCôte,einparticolareleareeurbanedi ri, amicieresidentidelquartiere). spiagge) eprivati(abitazionidimigrantilorofamiglia- te condotta in luoghi pubblici (strade, piazze, mercati, si èaffiancataunapraticadiosservazionepartecipan- semi-strutturate, realizzatedaMarzoaSettembre2009, zioni, campidigioco,siticonsumo(Wang 2000:197) il suoambientesonostatitrasformatiinspettacoli,attra- economici esocio-culturaliattraversocuiunasocietàed Note 4 3 2 1 9 8 7 6 5 InSenegal“toubab”significa“europeo”,edèil ter Inauguratanel1983,lastazionebalnearediSalyac- 10.08.09–Notedaldiariodicampo. 05.07.09–venditore,M’bour. Le note storiche qui raccolte sono il frutto degli in- Le opportunità lavorative, soprattutto per i giovani Conl’aperturadelclubfrancofonoPalmBeach Aconversazioniinformalieoltretrentainterviste ‘Turismificazione’ fariferimentoaiprocessisocio- Stefano degliUberti,Turismoeimmaginarimigratori.Esperienzedell’altrovenelSenegalurbano Sex» - - - (Riccio 2006:259-260). zione, ospitalitàedignità(iprincipalivalorisenegalesi) ‘Xalis’ (denaro),privodisolidarietà,tolleranza,modera- menti (Bourdieu1992). nei comportamenti,finoalleposturedelcorpoeaisenti- esplicito interiorizzatodaisoggettinellelorocognizioni, sizioni che rimandano a un sapere comune implicito ed nito daBourdieufariferimentoaduninsiemedidispo- (Scheper-Hughes 2000:284).L’habitus cosìcomedefi- turale diutilizzareil,edesserenel,corpo(enelmondo)» quelle tecnichesomatichecherappresentanol’artecul- intendeva riferirsiatutteleabitudiniappresee mine piùtardiripresodaBourdieu,econcuiMauss – sirifàallanozionedi“habitus”Mauss[1965],ter 2009a). XVII° secolo,aSaly Portudal, JoaleRufisque (Salomon di “matrimonioallamoda”cuiiprimicasirisalgonoal vono nellastoriacoloniale del Senegal come unaforma del Senegal.Leunionicondegliuominieuropeis’inscri- non è un fenomeno recente, ma s’inserisce nella storia fr.allafrica.com/stories/200912180740.html be sadiversitéethnique(18Dicembre2009)-http:// Niébé Ba-Sénégal:FestivaldesculturesM’bourexhi salista emodernista”(Werbner 2006:496;Diouf2000). transnazionale, trascendente, elitario, illuminato, univer specifico epopolarecoesiste conciòcheètranslocale, “ciò che è locale, parrocchiale, radicato, culturalmente scrive larealtàdiun“cosmopolitismodalbasso”incui ni dispecificitàlocaleeilluminismouniversale,side- un ossimorocheuniscecontraddittoriamentelenozio- cipali mezziditrasportodeicittadiniDakar. ricoprono lacarrozzeria,icarsrapidessonounodeiprin- gialle ebluperlescritteinneggiantiadAllahchene di oggettipresuntiantichi. indirizzandoli verso le alla sogliadeglihotelsefannoaffariadescandoituristio percorrono lespiaggedellaPetiteCôte,sostanodavanti 13 12 11 10 17 16 15 14 «Questogiocodiparole–notaScheper-Hughes 04.07.09–Ousmane,guidaturistica,Saly. Ilmatrimoniomisto,rilettocomebrassageculturel, Dichiarazioniriportatenell’articolodiSamba Conl’espressione“cosmopolitismovernacolare”, 10.07.09–Malik,M’bour. Inconfondibili per le coloratissime decorazioni “Antiquaire”èriferitoaigiovanisenegalesiche boutiques dei complici, mercanti 81 - -

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dei WahehedellaTanzania* La curadell’uchimvi:notasullamedicinatradizionale Tommaso India tato daiWahehe”) (cfr. Letcher1918:164-172). indicato coniltermineUhehe(lett.“territorioabi- tradizionalmente eraabitatodaiWahehe eveniva s.l.m ecoincidequasiperinteroconilterritorioche e Kilombero,raggiungeinmediai1400-1500m. La regionesiestendefraifiumiGrandeRuaha Iringa (partecentro-meridionaledellaTanzania). di originebantu cheeranosolitialternare periodi ad unadelleprincipaliattività svoltedaipopoli Wahehe) significa‘cacciatore’,rinviandodunque che in kihehe (lingua parlata tradizionalmente dai partire dalnomedell’antenato eponimoMfwimi, provenienza deiWahehe. Innanzituttoènecessario linguistici, possonofornirciqualcheindiziosulla integrati aidatietnologiciearcheologici,oltreche lazione inquestione)sulmitodifondazionehehe, missionario vissutotrentaseiannipressolapopo- 12; cfr. ancheMumford1934:203). scomparve ediluinonsiseppepiùnulla(Crema1987: nascerà saràunmaschiolochiameraiMfwimi!».Poi re ilproprionome.Ledissesolo:«Selacreaturache rese incinta una certa Semduda, cui non volle rivela- Costui andòacaccianellaregionediNg’uruheequi sagara, membrodiunatribùchevenivadallaNubia. narrano diuncerto“cacciatore”,provenientedall’U- Secondo ilmito,iWahehe discendonodaMfwimi: I pochi elementi riportati da padre Crema (prete I Wahehe decisivi sonostatiuncertousodellinguaggioeunadifficile presenti lavita.Essononèdatoalsaperesetermine d’un lungomovimentodispazializzazioneicuistrumenti Il terminemfwimi L’individuo nonèlaformainizialenépiùacutaincuisi 1. Breve introduzione storico-etnografica 1 vivonoattualmentenellaregionedi significa “cacciatore”.I Wahehe concezione dellamorte. (Foucault 1969:195) 1997: 69): arrestarono laloroavanzata versosud(cfr. Roberts le qualiquelladeiMasai che daquestomomento rie diguerrevittoriosecontro letribùlimitrofe,fra definitivamente i Wangoni ecombattendounase- “re”). Eglicontinuòl’operadelpadresconfiggendo tanto dameritarsil’appellativodimtwa gumba, ecoluichedivenneilpiùillustrecapohehe, scesa deiVayinga» (Bellagamba 1991b:544-545). nieri diguerrafattinelbrevearcotempodell’a- originariamente laregioneedeinumerosiprigio- conglomerato diqueipiccoligruppicheabitavano «coloro cheoggisiriconosconoWahehe sonoil Come giustamentesottolineaAliceBellagamba: mentate delpopolohehe(cfr. Roberts1997:69-71). risalgono leprimeattestazionistoricamentedocu- provenienti dalsuddell’Africa.Aquestoperiodo clan heheefecefrontealleincursionideiWangoni, ne, Munyigumbariunìsottoilsuocomandoivari Arabi in cambio di schiavi. A seguito dell’invasio- dovuta alpossessodiarmidafuocoottenutedagli tà militaredelsuoesercitorispettoaisuoivicini, di Ng’uruhe,invasel’Uhehegrazieallasuperiori- gumba, delclandeiVayinga, provenientedalregno guate alsuoinsediamento dove, presumibilmente,hatrovatocondizioniade- 1997: 9-11),perarrivarefinoall’attuale Tanzania nord-est dell’Africaindirezionesud(cfr. Sutton sappiamo essersi mosso,inondate successive, dal scere lacronacadiunpopolooriginebantu,che In questabrevedescrizionesipuòdunquericono- Wahehe: Munyigumba(cfr. Redmayne1968:411). proviene ilprimocapo storicamente attestato dei vava nella regione di Iringa ed è il luogo da dove est dell’Africa;ilregnodiNg’uruhe,infine,sitro- lago Vittoria; ilsecondoèunaregionedelnord- un montesituato a nord dell’Uhehe, a ridosso del racconto: Usagara,NubiaeNg’uruhe.Ilprimoè tener contodeiluoghimenzionatiinquestobreve di attivitàagricoleaperiodicaccia.Bisognapoi Nel 1855circanacqueMkwawa,figliodiMunyi- Intorno al1830,ilcapodeiWasangu Mkwawa eracostantemente in guerra. Una ragione 2 . (in swahili 3 , Munyi- 85

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potrebbe essere che il suo potere era fondato primaria- zania per il loro rinomato valore di guerrieri5. Es- mente sul suo esercito piuttosto che sull’organizzazio- sendo sostanzialmente dei contadini, lo stile di vita ne politica. Egli governò, come aveva fatto suo padre dei Wahehe è legato all’alternanza di due stagioni: Munyigumba, in parte attraverso uomini nominati da la masika (stagione delle piogge) e la kiangazi (sta- lui stesso, principalmente provenienti dalla propria fa- gione secca). Ciascuna stagione dura circa sei mesi. miglia, e in parte attraverso capi formalmente indipen- La masika comincia a novembre-dicembre e finisce denti (ibidem: 70). ad aprile-maggio, la kiangazi va da aprile-maggio fino ad ottobre-novembre. Mkwawa, avendo espanso i suoi domini ed aven- I prodotti principali della dieta hehe sono il do eliminato le popolazioni cuscinetto fra il suo re- mais, i fagioli e il riso (quest’ultimo viene mangiato, gno e le colonie della Germania presenti nel territorio però, solo in rare occasioni a causa del suo elevato dell’allora , si trovò ben presto a dovere costo). Nella regione di Iringa esistono due varie- ingaggiare una dura e relativamente lunga guerra di tà di fagioli: la maharage (o maharagwe), che è il resistenza con i tedeschi, vincendo peraltro alcune fagiolo comune, e la kunde, varietà di fagiolo più famose battaglie come quella del 17 agosto 1891 (cfr. piccolo del precedente e dal colore violaceo. Dal Redmayne 1968: 409). La libertà dell’Uhehe dal do- mais macinato si ottiene una farina che, mescolata minio tedesco durò fino al 1894, anno in cui l’eserci- ad acqua e cotta, serve ad ottenere l’ugali, il piatto to colonizzatore riportò una vittoria schiacciante su principale del pasto hehe. Oggi però i prodotti tra- Mkwawa, il quale dovette fuggire dal suo quartier dizionali sono stati affiancati da pomodori, cipolle generale, situato a Kalengae, conquistato dai tede- e patate dolci. Il mais viene seminato generalmen- schi. La latitanza del mtwa dei Wahehe durò fino al te nel mese di dicembre, mentre i fagioli possono 1898, quando, ormai braccato dal nemico, si uccise essere piantati in due diversi periodi dell’anno: la per non essere catturato (cfr. ivi). prima volta fra novembre e dicembre e la seconda Con la sconfitta nella Prima Guerra mondiale, la a marzo. Entrambi i prodotti (mais e fagioli) vengo- Germania è costretta a rinunciare alle proprie colo- no raccolti nei mesi che vanno da giugno ad agosto nie e il Tanganyika passerà sotto il dominio inglese. (cfr. Crema: 124-125). Così come avevano fatto i loro predecessori, anche I pochi animali posseduti da una famiglia hehe gli Inglesi sfrutteranno i nuovi territori per ottene- sono mucche, capre, pecore e galline. Le prime re soprattutto caffè, arachidi e avorio. Nel 1961 il vengono sfruttate principalmente per il loro latte, Paese ottenne l’indipendenza dall’Inghilterra e nel mentre gli altri animali vengono consumati, spesso, 1964 si unì politicamente all’isola di dan- durante particolari riti o in speciali occasioni6. do vita alla Repubblica Unita della Tanzania4. Fra I Wahehe celebrano numerose cerimonie e ri- i fautori principali di questo processo vi fu Julius tuali, per lo più inerenti al “ciclo della vita”7. La Nyerere, primo presidente della nuova nazione e prima cerimonia è quella concernente la nascita. La autore dell’, complesso piano di sviluppo comunicazione dello stato di gravidanza avviene se- economico e sociale di ispirazione socialista, che fra condo tempi e modalità ben precisi. Generalmente, gli altri ebbe l’effetto di sradicare dai territori di ap- infatti, la donna comunicherà la notizia della pro- partenenza le varie popolazioni per distribuirle più pria gravidanza al marito soltanto un mese dopo equamente su tutto il territorio nazionale al fine di avere avuto i primi segnali. Il marito, a sua volta, evitare l’insorgere di scontri. Questo tipo di politica comunicherà la notizia al proprio padre soltanto un sociale ha determinato: mese dopo averla ricevuta egli stesso e così di segui- to fino ad arrivare alla madre della ragazza che sarà […] una pluralità di situazioni etniche, perché […] l’ultima ad essere informata. Dal momento in cui accanto ai Wahehe, che costituiscono la maggior parte la donna sa di essere gravida deve rispettare alcuni della popolazione, troviamo anche gruppi di Masai, di divieti comportamentali la trasgressione dei quali Wabena, di Wakinga, unitamente a persone che pro- potrebbe causare un parto difficile, la morte della vengono dalle zone più lontane della Tanzania. Vi è madre, del bambino o di entrambi. Uno dei divie- anche una pluralità culturale, poiché ciascuno di questi ti più importanti da rispettare riguarda il consumo gruppi, per quanto minoritario rispetto ai Wahehe, por- dello msilo (animale tabù) della famiglia del marito. ta con sé una diversa eredità (Bellagamba 1991b: 545). La violazione di tale divieto da parte della madre, infatti, costringerebbe il bambino a venire meno ad L’attività lavorativa principale dei Wahehe è una importante norma sociale8. Avvenuta la nasci- l’agricoltura. A questa si integrano l’allevamento ta, il bambino viene presentato prima ai parenti più e il lavoro salariato; inoltre, fra gli anni Sessanta e stretti e poi alla comunità. Durante questa occasio- Settanta del secolo scorso, molti Wahehe furono ne gli affini si recano a salutare il nuovo arrivato arruolati fra le fila del nascente esercito della Tan- portandogli alcuni doni: per lo più qualche scellino

86 sono maritoe moglie. gli sposivengonolasciatida soliedaquelmomento che occorrepercelebrare lafesta.Arrivatasera, hanno giàdatoinizioalla preparazione dituttociò famiglia dellasposadove i parentidiquest’ultima pagnato datuttalasuaparentela, sirecaacasadella ragazza. Ilgiornodelmatrimoniolosposo,accom- famiglia delragazzoditrattareconladella Questi sonospessoamicioparentiincaricatidalla rito eiwanyalugendo(lett.“colorocheviaggiano”). A questariunionesonopresentiancheilfuturoma- renti dellalineapaternadelragazzodevonoversare. discutere insiemeilprezzodellasposachetuttiipa- in ungiornoprestabilito,tuttalasuaparentelaper ragazza accettilapropostadimatrimonioraduna, effettuare losposalizio. Nel caso in cui il padre della sempre questiadavviareletrattativenecessarie gazzo chescelgonolasposaperillorofiglioesono parenti eiloroamici.Infatti,sonogenitoridelra- che riguarda non solo i futuri sposi, ma anche i loro za ditipopatrilocale.Ilmatrimonioèunafaccenda patrilineari esogamiciehannounaregoladiresiden- per l’interasocietà.IWahehe sonodivisiingruppi sono prontialmatrimonio,altroritofondamentale come comportarsiinsocietàeconilfuturomarito. istruzioni, spessoancheattraversoprovefisiche,su rimanenti fasi,allaragazzavenivanoimpartitedelle toposta alnimbisi(“clitoridectomia”).Durantele subito iluluwungolwalifio),laragazzavenivasot- mfudasi (unasortadiamicaocomarechehagià parenti dellalineapaterna.Dopoaversceltouna una Durante laprimafaseallaragazzavenivaassegnata go lwakugalusa(“istruzionedellosposalizio”). quarta ed ultima fase, infine, era chiamata luwungo lwa likulo(“istruzione della crescita”);la (“istruzione dellafestadellepalme”);laterzau nascosta”); lasecondaerauluwungolyalibanzu fasi: laprimaerauluwungolwalifio(“istruzione che, almenoinpassato,avvenivasecondodiverse Più articolataè,invece,l’iniziazionedelleragazze che questafaserichiedaparticolarisequenzerituali. paterna enonsembra,daidatiemersidallaricerca, avviene peroperadelnonnoedegliziidellalinea l’iniziazione all’etàadulta.Nelcasodeiragazzi,essa vevano preparareilcibo. la terraedifenderepropriacasa,lesecondedo- terno dellasocietàhehe:iprimidovevanolavorare principali doveridegliuominiedelledonneall’in- li avevanounchiarovaloresimbolicoriferibileai un mortaio,nelcasodiunafemmina.Questirega- un bastone,nelcasodellanascitadimaschio,e In passato venivano portati in dono una zappa e tanzaniano o un po’ di farina di mais per l’ugali. Superati i riti di iniziazione alla pubertà, i giovani Superati iritidiiniziazioneallapubertà,giovani Altro momentoimportantedelciclodellavitaè muwunzi (“madrina”)sceltadallamadrefrale Tommaso India,Lacuradell’uchimvi:notasullamedicinatradizionaledeiWahehedellaTanzania u luwun- rimanevano che le ossa il defunto era seppellito bero elasciatoimputridire.Soltantoquandonon dopo ildecesso:cadaverevenivalegatoaunal- i morti non venivano seppelliti immediatamente prattutto CattolicesimoeIslam,pressoiWahehe individuale chesociale. quei casiincuicisisenteminacciatisiaallivello grave malattia,disiccitàe,piùingenerale,tutti lui, comesivedràinseguito,cirivolgecasodi kienyeji (lett.“dottorelocale”o“delvillaggio”).A tenati èriconosciutodallacomunitàalmgangawa e averfattoqualcosadiimportanteperlacomunità. prole numerosa,nonavermaidatoaditoascandali damentali. Il defunto, infatti, deve avere avuto una momento chesononecessarialcunirequisitifon- no dirittoafarpartedelmondodegliantenatidal proprio potere. Non tutti possono entrare a pie- per incrementareipropriguadagnioaumentareil avere unabbondanteraccolto,incasodimalattia, Crema: rappresentato dairitifunebri.ComescriveEgidio gli antenati,lareligione e lacuradellemalattie,è hehe, a causa della sua connessione con il culto de- (sing. ka), chepossonoesserechiamatianchemashetani ogni aspetto della loro vita. Ai si rivolgonoaffinchéintercedanopressoNguluvisu Supremo visonoimasoka(antenati)acuiWahehe tore), oMbuya(Ordinatore).Aldisottodell’Essere correnza può esserechiamatoancheMgava(Crea- si festeggiava l’ingresso ufficialedeldefunto nel «per nondividerelafamiglia». Inquestaoccasione na eaicuginidiprimogrado dellalineamaterna sa elidistribuivanofratutti gliaffinidilineapater coglievano ancheiprodotti dellapersonascompar Nel periododelraccoltoi parentideldefuntorac- hehe. AlverticedelmondovièNguluvi la strutturadell’universoreligiosoecosmologia a questopuntodescrivere,anchesebrevemente, Wahehe conilmondodegliantenatièopportuno Prima delladiffusionedellegrandireligioni,so- Un rapportoprivilegiatoconglispiritideglian- Altro momentofondamentaledellavitasociale gruppo (Crema1987:146-147). se fuun“malvagio”,cioèattentatorealbenedel nuando avivereeadagirenell’aldilà,overràdistrutto funto acquista,intalmodo,unavitalitànuova,conti- emotivo e sentimentale da parte dei suoi parenti. Il de- ma nerimanevivoilricordo,congiuntoall’aspetto La morteponefineall’esistenzaterrenadell’individuo, scaturisce dallafedeinunacertasopravvivenza. […] aspetti piùinteressantidellavitadeiWahehe, equesta Per comprendereapienoilrapportodei shetani) La venerazioneversoiproprimortièunodegli 10 , sichiede,infatti,diintervenireper masoka 9 , cheall’oc- (sing. liso- 87 11 - - .

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) mondo degli antenati con canti e danze tradiziona- rito funebre da parte di un danzatore è considerato li, che sono di due tipi: la kudua (swahili) o kuduva una grave offesa verso il defunto e i suoi parenti. Al- (kihehe) e la njuga (swahili) o mangala (kihehe)12. tro aspetto da mettere in rilievo è la presenza di un La kudua è una danza svolta in tutte le occasioni danzatore che indossa la nyngo (la pelle di capra). di ritrovo; nel caso dei riti funebri viene eseguita al Tale travestimento, a detta degli informatori, serve mattino e nel primo pomeriggio. Non sono neces- per benedire le greggi e per ricordare i tempi in cui sari particolari strumenti ed è ballata principalmen- i Wahehe si vestivano con la pelle dei loro animali. te da donne anche se non è raro vedere gli uomini Infine, non è da trascurare il costante e abbondante cimentarsi in tale danza. È qui che le donne intona- uso di pombe (bevanda alcolica ottenuta dal succo no i canti in cui si chiede agli antenati di benedire di mais fermentato) per tutta la durata del rito, sia i bambini. Dalle cinque del pomeriggio circa fino da parte dei danzatori che da parte degli astanti. alle dieci del mattino del giorno dopo si effettua la L’avvento del Cristianesimo e dell’Islam ha la- njuga. Questa è una danza che può essere eseguita sciato sostanzialmente invariato il rapporto dei soltanto dagli uomini che «hanno questo dono»13. Wahehe con i loro defunti. Come già detto, i cam- Gli oggetti rituali necessari sono: i mangala (da cui biamenti riguardano soprattutto le modalità di sep- la danza prende il nome), gli ngoma e, infine, la pellimento. Infatti, oggi i defunti vengono seppelliti nyngo. I mangala sono dei sonagli metallici a forma immediatamente e non si aspetta più che il raccolto di conchiglia tenuti insieme da una cordicella e le- sia pronto per sancire l’ingresso dello spirito fra gli gati alle caviglie dei danzatori; gli ngoma sono due antenati, ma si attende un periodo convenzionale di tamburi di diversa misura e la nyngo è una pelle di quaranta giorni. capra indossata da un partecipante alla danza. Que- sta viene effettuata girando intorno al punto dove si trovano gli ngoma e i cantori, che possono essere 2. La medicina tradizionale hehe sia uomini che donne, e saltando ritmicamente sui piedi. In alcuni casi, quando la fatica si fa sentire di Nel 1977 Byron J. Good osservava che: «La ma- più, due o più danzatori cambiano il ritmo del loro lattia ha rappresentato per gli antropologi un cam- passo e si affrontano in un duello simbolico accom- po fondamentale d’indagine della relatività cultura- pagnato dal vigeregere (acuto urlo di gioia effettua- le, ovvero dello studio dei processi di costruzione to attraverso un movimento verticale della lingua). del significato della realtà “naturale”» (Good 2006: Come già notato da Evans-Pritchard a proposito di 31). In queste poche righe è sintetizzata la questio- una danza simile presso gli Azande: ne principale che gli antropologi e il personale me- dico hanno dovuto affrontare nel momento in cui si Lo si vede [nel caso di Evans-Pritchard si tratta di sono trovati a lavorare in contesti differenti rispetto un anti-stregone, mentre nel caso qui osservato di uno ai loro quadri culturali di riferimento e ai luoghi qualsiasi dei danzatori] mimare un calcio […] in di- di formazione. Alcune delle domande che essi si rezione di un altro collega; la sua sortita dà luogo ad sono posti possono essere così formulate: quando un animato duello tra i due. Si fanno avanti nella pista un individuo si può ritenere malato? Quali sono i di danza, lanciandosi a vicenda occhiate torve, fanno sintomi e i parametri che vengono presi in esame alcuni preliminari e indi danno vita ad un focoso duello per dichiarare una persona affetta da una certa ma- di danza (Evans-Pritchard 1976: 225). lattia? E quelli per dichiarare, invece, un paziente guarito? E, infine, la malattia e la guarigione dipen- Nel frattempo, le donne, che si trovano al di fuo- dono esclusivamente da determinati parametri bio- ri del cerchio dei danzatori, agitano delle stoffe al di fisiologici o vengono presi in considerazione altri sopra della testa dei partecipanti alla danza. Queste fattori? Nelle prossime pagine descriverò alcuni dei hanno lo scopo di conferire potenza ai danzatori principali aspetti relativi a quella parte del sapere più affaticati14. In passato gli uomini che prendeva- tradizionale che indicherò come ‘medicina tradizio- no parte alla danza dovevano presentarsi ai funerali nale hehe’ e affronterò la questione di come questo coperti solo da un tessuto che ne celava il sesso: i si sia modificato e adattato, non solo insinuandosi più bravi e valorosi fra di essi venivano vestiti dalle fra i meccanismi e le procedure della medicina uf- donne con i kanga e i kikoi (tessuti femminili tra- ficiale, ma anche in conseguenza della comparsa di dizionali). Oggi alla danza ci si presenta completa- nuove malattie, nella fattispecie l’HIV\AIDS15. mente vestiti, ma gli uomini ricevono ancora i tes- Bisogna innanzitutto notare che l’arte di cura- suti da parte delle donne. re, fra i Wahehe, non è mai esercitata da tutti gli Nel momento in cui un uomo indossa i mangala operatori allo stesso modo: essa si attua in maniera per prendere parte alla njuga è costretto a danzare diversa sia per quanto riguarda l’identificazione del per tutta la durata dei funerali. L’abbandono del disturbo, sia per l’individuazione delle cause e, infi-

88 classificati comeuchawi(“stregoneria”) uomini provengonotuttiqueidisturbichevengono lasorte”) (cfr. Bellagamba1991b:551-552).Dagli disturbi intestinali;e,infine,labahatimbya(la“ma- e delleferite;imadudu degli ascessi, della mancanza di latte nelle donne ereditaria; i vidudu(germi), che sonoresponsabili lista. Aquestacategoriaappartengono:l’epilessia possono esserecuratisenzal’aiutodiunospecia- dono particolaricompetenzeperesseretrattatie quei disturbidiordinequotidianochenonrichie- mashetani omasoka).DaMunguprovengonotutti plesso diregoletradizionali)eglispiriti(majini, della disturbi: tro sonolecausecheprovocanol’insorgeredeivari paziente anche“magicamente”. l’intervento dipersonalespecializzatocheoperisul ti o amici); nel secondo caso, invece, è necessario da nonspecialisti(sitrattausualmentediparen- generalmente conrimedierboristicisomministrati di gravimalattie.Nelcasodeiprimisiinterviene che vadaisemplicidisturbiquotidianifinoaicasi Wahehe, sicollocano lungo unascala gerarchica quanto riguarda il primo caso le patologie, per i palmente la gravità delle malattie e l’eziologia. Per zioni dilivelli.Questielementiriguardanoprinci- cui nonsonoescluseleeccezioniesovrapposi- considerati più che altro un modello generale da della lorofluiditàedinamicitàessidevonoessere dividuati tenendobenpresente,però,cheacausa via, esistonodeglielementichepossonoesserein- modi disomministrarle»(Bellagamba1991a:59). lattia: radicidiverse,diversecombinazioni,diversi ri nonaffronterannonellostessomodolastessama- ne, nellasomministrazionedellacura:«duecurato- agire siaper conto propriochesucommissione e gli abitanticondelleforti febbri.Ilmchawipuò su ungruppodicasevicine facendoneammalare animale pienodierbemedicinali chevienelanciato provocare lapazzia;kapembe , cheèuncornodi “vento”) simileallaprima, machehal’effettodi e cheprovocagonfioriallegambe;lambepo(lett. sentiero sucuipasserà la vittimao isuoiparenti riko, ovverounatrappolasistemataneipressidel per rendereefficacelasuastregoneriasono:l’isha- cuni deiprincipalimezziimpiegatidallostregone femminile, l’impotenzaelefebbriimprovvise.Al- mchawi, lett. “stregone”) sono: la pazzia, la sterilità ni deidisturbiprovocatidaiwachawi(pluraledi uchawi il suovicinato.Lemalattiechedipendonodalla verso cui è rivolta, la sua parentela e, in alcuni casi, tima rappresentaunaseriaminacciaperl’individuo Per quantoriguardal’eziologiapatologica,quat- All’interno di questa grande eterogeneità, tutta- mila (lett.“usanza”,daintenderecomecom- devono esseretrattatedaspecialisti.Alcu- Mungu (dio) Tommaso India,Lacuradell’uchimvi:notasullamedicinatradizionaledeiWahehedellaTanzania 16 , gliuomini,latrasgressione (parassiti), responsabilidi 17 . Quest’ul- eventualmente, aquellodi origine: passare dauncampoad altroperpoiritornare, li spessosiintersecanoe alcuniterminipossono senta unaestremadinamicità incuiiquattrolivel- non hanulladisistematicoecodificato,mapre- gamba 1991b:557-558). mentare) dellafamigliadiappartenenza(cfr. Bella- o, infine,perchéhannoinfrantolomsilo(tabùali- hanno trascuratolacuradelletombedeiloropadri, lo svolgimentodeivariritidellacomunità,perché perché nonhannoricordatoiloroantenati durante denti inviandoloroformemomentaneedipazzia, Questi ultimipossonotormentareilorodiscen- gli spiritiancestrali chiamati re, colpirlifinoallamorte(Crema1987:171-172). e, nelcasoincuiicolpevolinonvoglianoconfessa- litambulilo, chehaloscopodiscopriregliadulteri (ibidem: 745-764).Altrapraticasimileallalitegoèil simbolicamente larefurtivaesiristabiliscel’ordine tombe degliantenati.Inquestomodo,sirestituisce so unmgangaperchéuccidaalcunianimalisulle renti dellavittimalitegodevonorecarsipres- neralmente èimpossibilerestituirelarefurtiva,ipa- diversi anni.Inquestocaso,dalmomentochege- ladro eagireall’internodellafamigliaancheper maltolto. Lalitego gli effettidiquesta“trappola”,deveconsegnareil alla morte.Seilsoggettocolpitovuoleliberarsida- forti edimprovvisefebbrichelipossonocondurre funzione discoprireiladrieprovocarelorodelle della a scoprire e colpire i responsabili di trasgressione ton-Winans 1964:761-764).Unapratica finalizzata i membridellacomunitàdevonoristabilire(Edge- to creando un disequilibrionell’ordine cosmico che loro cultura»(ibidem:555)echequalcunohaviola- me, diregolecheiWahehe ritengonopropridella ricondurre aunpatrimoniodiconoscenze,nor (mila) provengono quei disturbi la cui «causa è da laggio”) sucuimisoffermeròpiùavanti. mganga) inoltre, èpossedutoanchedaiwaganga(pluraledi pace anchediuccidere.Questostrumentomagico, una personamoltopotente,temutae,sipensa,ca- un pollo sgozzato. Il proprietario del “attivato” facendocolaresopradiessoilsangue colui che vuole ottenere maggior potere e che viene lyang’ombe: unbraccialettodimetalloindossatoda ni particolari oggetti. Il più famoso di questi è il e supremazia attraverso la preparazione di alcu- oltre adarrecaredannopuòfarottenerepotenza L’eziologia medica dei Wahehe sopra descritta Infine, lemalattiepossonoessereprovocateda- Dalla trasgressionedellatradizioneo“usanza” mila èlalitego(lett.“trappola”).Questaha Il linguaggio della causalità si organizza intorno ad Il linguaggiodella causalitàsiorganizzaintorno ad wa kienyeji(lett.“dottorilocali”o“delvil- può colpireancheiparentidel masoka omashetani. lyang’ombe 89 è -

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1)

una serie di nuclei portatori di significato, da cui si ir- lo stesso mganga con cui ho lavorato ha dichiarato, raggiano molteplici reti di associazioni. I diversi termini inoltre, è tenuto ad accompagnare personalmente sono fra loro collegati in una trama, fatta da connessioni all’ospedale i pazienti che non è in grado di curare. sempre e comunque parziali, suscettibili di modificarsi, Il rapporto mganga-lisoka raggiunge il suo apice nel nel discorso, a seconda delle motivazioni e degli orizzonti munya-lisoka (lett. “posseduto dallo spirito”), nel di riferimento dell’interlocutore e, nella prassi dell’inter- momento cioè in cui lo spirito dell’antenato si im- pretazione, in rapporto alle esigenze del corso terapeuti- possessa del guaritore: co (ibidem: 558-559). Nel munya-lisoka, […] il legame con i defunti, che gli altri conservano in virtù del ricordo e dei riti appro- 3. Il mganga wa kienyeji priati, è diretto e continuo. Il suo consiglio, e la sua diagnosi hanno l’autorità e il peso di un consiglio dato La persona che ha le competenze adeguate ed dai morti, la sua arte ha il potere che viene dagli ante- è legittimata dalla società a curare le malattie e i nati, da coloro che sono aria, vivono in tutti i luoghi e disturbi sia fisici che psicosomatici presso i Wahehe in nessun luogo (Bellagamba 1991a: 61). di Nzihi, il villaggio dove ho svolto la mia ricerca18, è, come ho anticipato, il mganga wa kienyeji (plur. Il mganga è per molti aspetti una figura specula- waganga wa kienyeji) che vuol dire letteralmente re a quella del mchawi (“stregone”), i cui tratti sono “dottore locale” o “del villaggio”19: talmente simili alla prima che, in alcuni casi, le due funzioni possono essere confuse e assolte dallo stes- La sua conoscenza è wa kienyeji […] “locale”, so individuo. Anche il mchawi possiede le proprie nel senso più letterale del termine, perché legata a un medicine, i propri strumenti, anche lui ha ereditato luogo d’origine: lì gli antenati acquisirono, per volontà le proprie conoscenze e, soprattutto, possiede uno dell’Essere Supremo, la conoscenza delle erbe, lì sono spirito-guida (cfr. ibidem: 67). Non esistono criteri le loro tombe, lì il mganga ha imparato a riconoscere organici e sicuri per distinguere il mganga dal mcha- le diverse piante, lì torna a raccoglierle pur lavorando wi: le due figure sono distinte esclusivamente dalla lontano; in quel luogo costruirà la casa una volta lascia- comunità di cui fanno parte. Se una persona si reca ta ai figli la sua attività e in quel luogo sarà seppellito presso un individuo per guarire da una malattia o (Bellagamba 1991a: 59). farsi togliere l’uchimvi (“malocchio”, “jettatura”) allora si tratta di un mganga. Se un soggetto, invece, L’addestramento del mganga comincia fin da si reca dallo stesso individuo dotato di quei poteri bambino e avviene tramite un parente, spesso il ultraterreni per ottenere ricchezza o per danneggia- padre, anch’egli “dottore del villaggio”. Durante re qualcuno allora è un mchawi. In altre parole: «la la prima fase dell’iniziazione il ragazzo comincia a posizione del grande curatore è sempre ambigua. distinguere i vari tipi di vegetali, le loro proprietà e Egli vive in una dimensione di eccezionalità più o gli scopi per cui sono utilizzati. In seguito: meno accentuata, sul filo del giudizio collettivo: ba- sta una mossa sbagliata, una consulenza non pro- la base di conoscenze ereditata può essere accre- priamente onesta a far di lui uno stregone» (Bella- sciuta viaggiando e confrontandosi con interpretazioni gamba 1991a: 68). differenti della malattia; incontrando colleghi, oggi- Il mchawi può agire per invidia o collera nei con- giorno frequentando anche i seminari governativi sui fronti di altre persone particolarmente fortunate; principi che guidano l’approccio biomedico al proble- oppure, per il desiderio, da parte di terze persone, ma della salute (ibidem: 60). di accrescere la propria ricchezza smisuratamente e in maniera improvvisa20. Le azioni del mchawi han- Altro aspetto importante per diventare mgan- no l’effetto, in genere, di accecare la vittima desi- ga, oltre all’apprendistato, è il possesso del lisoka gnata per renderla inabile al lavoro, di infonderle (plur. masoka, “spirito dell’antenato”), il quale la pazzia, di farla diventare sterile o, infine, di farne guida il curatore durante lo svolgimento delle sue morire i figli (cfr. Bellagamba 1991a: 68). attività: tutti possono dirsi mganga, ma soltanto co- A Nzihi la medicina tradizionale è esercitata dal lui che possiede il lisoka e, allo stesso tempo, ne mganga Nyembeke, un uomo di circa sessantacin- è posseduto viene considerato un grande curatore que anni che è nato e vissuto per tutta la vita nel ed è interpellato in situazioni gravi. In cambio dei villaggio. Egli racconta di aver cominciato la sua poteri concessi dallo spirito, egli deve osservare al- attività in una notte del 1980, quando fu rapito dal cuni divieti: non può, per esempio, fare del male suo lisoka che lo portò a circa 5 km di distanza da alla gente; non può allontanarsi per più di un gior- Nzihi e, giunti sotto un grande baobab, insegnò no dal villaggio; infine, non può bere pombe. Come all’uomo tutte le medicine di cui egli ha avuto biso-

90 dopo diverse settimanedisofferenze, su richiesta un che peresserecuratinecessitano dell’interventodi chico. L’uchimvi malessere generaleallivello siacorporeopsi- di testaefebbricontinue oltre cheperunsensodi sta usualmentetramitestatidiarroici,violentimal citata da unomchawi. è consideratoilfruttodiunaazionemagicaeser colpisce siauominichedonne,adultiebambinied animali sulletombedegliantenati. la tradizione, vengono curate tramite il sacrificio di quelle chehannocomecausaunatrasgressionedel- mato dallospiritochegliricordòlasuamissione un primomomentosirifiutòdiaiutarlo,marichia- neo-curatore, sorpresodallarichiestadell’uomo,in nessuna causaapparente,chiedevailsuoaiuto.Il perché lesuemucchecontinuavanoamoriresenza abitazione unuomoche,inpredaalladisperazione parsa. Quellostessogiornosipresentòpressolasua sua parentelainagitazioneperl’inspiegabilescom- cine, Nyembekeritornòacasadovetrovòtuttala raggiungere uncertobenessereeconomico. to però,ricevedeidonicheglihannopermessodi dere un pagamento esplicito ai suoi pazienti. Di fat- Nyembeke è fatto divieto di bere proprio villaggioperpiùdiungiorno.Infine,a il lo avrebbeportatodipersonaall’ospedale; inoltre, non fossestatoingradodicurareunpaziente,egli sarebbero presentatiallasuaportae,nelcasoincui che luiavrebbedovutocuraretutticolorosi sere comeunsoldato» battaglia avanzanoeancheluiavrebbedovutoes- rispose che«ancheisoldatihannopaura,manella in un primo momento ebbe paura, ma lo spirito gli gno durantelasuacarrieradicuratore.Nyembeke del corpointeressate preparate per essere bevute o applicate sulle parti con radici e piante raccolte dallo stesso parte deidisturbiconsideraticurabilivienetrattata sono, per esempio, il colera e l’AIDS. La maggior ke dichiaradinonriuscireassolutamenteacurare “malocchio”), mentrequellechelostessoNyembe- l’impotenza, lasterilitàfemminileel’uchimvi(lett. saper curareriguardanoidisturbiallegambe, naia dimucche». ziente: «oggi quell’uomo è padrone di molte centi- fu costrettoadaccettarediaiutareilsuoprimopa- mganga nonavrebbemaipiùdovutolasciareil Secondo iWahehe, l’uchimvi Passata la notte in cui illisokainsegnò le medi- Le malattiecheilmgangadiNzihisostiene mganga. Quest’ultimosirecadal suopaziente, rientra nellacategoriadei disturbi Tommaso India,Lacuradell’uchimvi:notasullamedicinatradizionaledeiWahehedellaTanzania 23 21 . Altremalattie,soprattutto Questo disturbo si manife- . IllisokadisseaNyembeke 4. Lacuradell’uchimvi è undisturboche pombe e di richie- mganga e 22 - , tesse entrareafarpartedelmondodegliantenati defunto dal corpo, passaggioobbligato affinché po- organi el’azionedeglianimaliliberassel’animadel un grandealberoinattesachelaputrefazionedegli queste occasioni,infatti,ildefuntovenivalegatoad questi luoghi,inparticolarmodoiritifunebri.In to iWahehe eranosolitieffettuareilororitipresso diversi informatorihannodichiaratocheinpassa- terreno. Perquantoconcerneglialberieimassi, centrale nella comunicazione con ilmondoultra- dal puntodivistaspirituale,acausadellororuolo qua. Questiluoghihannouncaratteresignificativo di qualche antenato, meglio se vicino a corsi d’ac- ta spessodibaobab,grandimassiodellatomba volta inbasealleindicazionedeimashetani. il suoassistito la tuteladelmganga. non èesaudita. richiesta diliberazionevienereiteratafinquando modo, dipreservarelacomunitàdallamalattia.La anche lapotenzamaleficadellospiritoe,inquesto di casa.Recludendol’infermositentaarginare to interessatomaancheiparenti,gliamicievicini ogni caso,lospiritopuòaffliggerenonsoloildiret- inviati daaltriuominiperprovocarelamalattia.In che obbligosocialeoreligioso,possonoessere degli uominiaseguitodellatrasgressionediqual- spesso provocatadaglispiriticheentranonelcorpo ziato inprecedenza,lafollia,secondoiWahehe, è sofferenza lazione dovutaprobabilmenteallungoperiododi mori e,inalcunicasi,impossibilitànelladeambu- crisi psichiche,chesimanifestanoconurla,tre- fase, ilpazienteèsoggettoadellevereeproprie dei parentidellavittimadel“malocchio”.Inquesta si rifiutano«perchéhannopaura» di liberare il suo paziente dalla “prigionia”, ma essi Quest’ultimo, arrivato sulposto,chiede ai parenti no ilmalatoinunastanzaechiamanomganga. inconsulti versosestessoeglialtri,chiudo- nare iseguenticanti: funzione diaiutante,Nyembekecominciaadinto- tenitori. Affiancatodaunodeisuoifigli,chehala alberi ed erbe polverizzate e riposte in piccoli con- zucca essiccataalsole;e,infine,radici,corteccedi un strumenti necessarisono:unalamabeneaffilata; A questopuntocominciailritoveroeproprio,icui Da questomomentoilpazientesitrovasotto queste personenei loroproblemi. Dio, cheseilàsopraaiutamiad aiutare tutto questouniscenellasofferenza. Anche seilsoleèforteesplende nelcielo che fasoffrirelepersone. 1) Anchesesialzailsoleèquello kibuyu, unostrumentoottenutodaunapiccola 24 . Iparenti,perevitarechecompiagesti in unluogochecambiadivolta Egli sipreoccupadiportare 25 . Comeeviden- Si trat- 91 26 .

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prima, come si ricorderà, è effettuata in prevalenza, Dio è colui che può fare tutte le cose, ma non esclusivamente, da donne durante la matti- è colui che può guarire. na del giorno in cui si celebra l’ingresso del defunto Anche io per mezzo di Dio posso guarire nel mondo degli antenati; mentre la seconda viene questa persona che ha dei problemi. eseguita dalle cinque di sera circa del medesimo giorno, ovvero all’imbrunire, fino al mattino suc- 2) C’è un insetto (mdudu) che è stato messo da uomini cessivo. Durante la kudua si eseguono i canti che per fare male ad altri uomini. hanno come argomento principale i bambini e la Dio, visto che c’è questo insetto loro protezione da parte degli antenati. Nel secon- che crea la sofferenza nelle persone do caso, si invocano i nomi degli antenati e se ne ri- dammi la forza per poterlo sconfiggere. cordano le gesta. Si nota quindi una netta divisione Ti prego Nguluvi, togli questo spirito (shetani). del tempo in cui il giorno viene identificato come poiché Nguluvi ha creato gli alberi, i fiumi, le montagne, momento di vita, attraverso il continuo riferimento ogni cosa è stata fatta da lui. ai bambini che rappresentano la perpetuazione del Ti prego Nguluvi che sei nel cielo, aiutami a togliere questo gruppo e, quindi, della vita degli uomini. Al contra- insetto che insieme al suo stregone vola sulle case per rio, la notte viene rappresentata come il momento fare male alle persone. della morte, attraverso il riferimento agli antenati Fallo scendere a terra cosicché io lo possa combattere. e, quindi, al mondo degli spiriti. Il sole che sorge, secondo questa ottica, è il momento in cui i due 3) Per Nguluvi noi siamo solo dei bambini mondi, che normalmente dovrebbero essere netta- che vengono cresciuti. mente divisi, entrano in contatto dando vita a delle Se anche facciamo cose cattive anomalie cosmologiche responsabili anche della noi galleggiamo nell’acqua sofferenza degli uomini. e lui dall’alto ci vede. Dopo aver fornito un quadro generale sulla si- Oltre che pregare Nguluvi non possiamo tuazione da cui dipendono le anomalie e la sofferen- fare niente nei suoi confronti za, nel secondo canto, Nyembeke concentra la sua visto che lui ha potuto tutto. attenzione e quella del paziente sulla causa specifi- Anche se sei capace di girarti il corpo ca del disturbo che viene identificato come mdudu in modo che la pancia sia dietro e la schiena avanti (insetto) in un primo momento e, in seguito, come lascia stare e torna a pregare. shetani (spirito). Questi passaggi danno forma alla Anche colui che ha fatto l’uchimvi malattia consentendo al paziente di immaginarla. non ha nessuna possibilità davanti a Nguluvi. 27 Egli istituisce la seguente equazione: mdudu = she- Nguluvi ha il potere di farti guarire, non ti preoccupare . tani = malattia. L’identificazione fra questi diversi termini è ugualmente necessaria alla comprensione I canti sono eseguiti a due voci, le quali ripe- della malattia. Infatti, è proprio grazie a tale equa- tono alternativamente gli stessi versi creando un zione e ai parametri spaziali e mistici che il mganga effetto ossessivo, e permettono allo spirito-guida traccia durante i canti introduttivi, che si gettano di impossessarsi del kibuyu, che nel frattempo è le basi per una comprensione o, se si preferisce un stato posto sotto i piedi del mganga. Quelli sopra completamento, della malattia da parte dello stesso trascritti possono essere definiti come canti intro- paziente28. Infine, è da notare l’interessante verso duttivi in cui il medicine-man cerca di costruire una in cui Nyembeke parla del volo dello stregone so- sorta di paesaggio immaginario. È come se l’azione pra le case per arrecare il male alle persone. Qui si del mchawi andasse al di là del fatto riguardante il assiste ad una variante di quello che nella letteratu- singolo paziente per essere collocata in una dimen- ra antropologica è definito “volo magico”, attestato sione destoricizzata e mitica in cui l’uchimvi che ha ampiamente in diverse parti del mondo (cfr. Eliade colpito il paziente è la sofferenza che colpisce tutti 1988: 507-509)29. Nel terzo canto l’attenzione vie- gli uomini. Il tempo storico si trasforma in tempo ne spostata dal tempo e dalle vicende degli uomini mitico: un tempo senza tempo. Infatti, il primo ver- alla sfera celeste. Nguluvi e la sua onnipotenza sono so del primo dei tre canti qui riportati comincia evi- l’argomento principale di contro alla impotenza denziando che la sofferenza inizia con il sorgere del di fronte a dio da parte degli uomini. Il terapeuta sole, ovvero in un momento critico poiché è allora chiede la potenza dell’Essere Supremo allo scopo che il mondo degli spiriti e il mondo degli uomini di curare il paziente. vengono in contatto (cfr. Caillois 1999: 7-25). Tale Eseguiti i canti introduttivi, Nyembeke entra ipotesi trova nuovamente riscontro nei riti funebri in uno stato di semi-incoscienza e gli spiriti si im- hehe. Mi riferisco all’usanza di eseguire due danze possessano del kibuyu, che è utilizzato come una durante il rito di ingresso del defunto nel mondo maraca. I mashetani parlano, a questo punto, per degli antenati: la kudua e la njuga o mangala. La

92 filosofo eteologo: nisce comesciamanismo di possessione. in particolareconquellocheKlausE.Müllerdefi- siano numeroseleanalogieconlosciamanismo33, terno delritodicuradell’uchimvi eterna» (Eliade1976:199). cellenza. [Essa]guarisce,ringiovanisce,donalavita Eliade, la:«sostanzamagicaemedicinaleperec- come precedentementeosservato,bensì,citando comunicazione framondoterrenoedultraterreno, rappresenti piùunluogod’accessofavorevolealla nella sequenzarituale,l’acquainquestocasonon nevole supporreche,acausadellasuaposizione tato presso unfiume ountorrente. Ritengo ragio- futuro. l’integrità del corpo e di proteggere il paziente nel l’applicazione dierbehaloscoporipristinare garantisca lasalutedell’organismo32;alcontrario, rappresenti lavitastessae,mantenendolopuro,si pratica èdaconnettereallacredenzacheilsangue vono, quindi,allapurificazionedelcorpo.Questa mchawi hamessonelcorpodelmalato.Esseser uscire il sangue “cattivo” e il come moltiinformatorihannoconfermato,perfare (Redmayne 1980:150).Leferitesonoprovocate, due giorni,peravererispostaallelorodomande» sui pollici,sulcolloepiedi,ditornare,dopo ga] disselorodiandareafarsifaredeipiccolitagli tata dallastessaRedmayne,silegge:«Egli[Chikan- Nella trascrizionediunasedutaChikanga,ripor 1956 eil1965,perlesuedotidigrandecuratore. tà propriopressolapopolazioneinquestionefrail Alison Redmayne.Costuiebbeunagrandenotorie- chiamato Chikanga(lett.“coraggio”),riportatoda hehe. Famoso,infatti,èilcasodiLightonChuda, dato riscontrabileall’internodelquadroculturale pratica diincidereilcorpoascopoterapeuticoèun nati conleerbeeradicimedicinali31.Anchela guito, applicasulleferitedegliimpacchiconfezio- incisioni lungotuttoilcorpodelpazientee,inse- messo nelcorpodelsuopaziente.Eglipraticadelle affrontare il mente, oquasi,incomprensibileainoniniziati30. etnologici, lalinguautilizzatainquestocasoètotal- no. mezzo delmganga In ultimaistanzavorreisottolinearecomeall’in- Effettuate leincisioni,ilpazientevienetraspor Avvenuta lapossessione,ilmganga offerte votiveesacrificali.[...]Lafunzioneterapeutica che] vengono celebrati riti in suo onore e presentate addirittura oggettodiunavenerazione cultuale[tanto riti personalidelletipologieprecedenti. Tale divinitàè divinità), incuisiriconoscono alcuni trattideglispi- legame –avitaconunadata potenzaspirituale(o Come è largamente attestato in diversi contesti Tipico diquestaformasciamanismoèl’intimo mdudu (lett. “verme”) che qualcuno ha con illorolinguaggioultraterre- Tommaso India,Lacuradell’uchimvi:notasullamedicinatradizionaledeiWahehedellaTanzania mdudu che qualche appena descritto è prontoad Secondo il - - - non trascurabilesullasocietà hehe. proporzioni ragguardevoli chehaavutounimpatto con iloromezziunmale totalmente nuovoedalle no dipadreinfiglio,essi hannodovutoaffrontare ti, detentori di saperi e pratiche che si perpetuava- della culturatradizionaleemodernità.Infat- sfida diventando,loromalgrado,ipuntid’incontro Nyembeke sonostatimessidifronteadunanuova all’inizio degli anni Ottanta, i “dottori locali” come Mbeya (15,9%) e quella di Dar es Salaam (10,9%). con il18,2%disogettisieropositivi;laregione gio diNzihielagranpartedellapopolazionehehe, colpite sonoquelladiIringa,dovesitrovailvillag- 11-12). AttualmenteleregionidellaTanzania più te perimass-mediaelescuole(cfr. AA.VV. 2008: blica attraversocampagnediinformazionepensa- alla nuovaepidemiaesensibilizzarel’opinionepub- e curareimalati,addestrareilpersonalesanitario va allacreazionedistruttureadatteadaccogliere successive (daattuarsifrail1985e2002)mira- sto programmadiinterventoprevedevadiversefasi impedire il veloce propagarsi dell’epidemia. Que- governo decisedivarareun’azionecontrastoper delle donneeil6,3%degliuomini)nel1985 pito unabuonapartedellapopolazione(il7,7% politici siaccorserocheilproblemaavevagiàcol- al confineconl’Uganda.Findasubitostudiosie situata nella parte nord-occidentale della Tanzania, no diagnosticatinel1983nellaregionediKagera, primi casidisoggettisieropositivinelpaesefuro- Mwilini più diunaseduta. AIDS, ipazientispessosonocostrettiasottoporsi momento che l’uchimvièspesso associato all’HIV\ te èdichiaratodaNyembekeguarito.Tuttavia dal nimo 5. Lacuradell’uchimvieiltrattamentodell’HIV/ 32) di lui,guarisceotrasmetteinformazioni(Müller2001: sciamano sièvotatoentranelsuocorpoe,attraverso tiche, bensìdisedutepossessione:lospiritoacui non citroviamodunque più inpresenzadiseduteesta- dello sciamanononintraprendepiùviagginell’aldilà, quanto accadevanellosciamanismo«classico»,l’anima formata dalla comunità di villaggio.Diversamente da cità diprevedereilfuturo.Lasuaclientelaabitualeè to ancheperisuoipoterididivinazioneelasuacapa- resta centrale, tuttavia [...] lo sciamano viene consulta- Come ho già accennato nel paragrafo preceden- Con la comparsa in Tanzania dell’HIV/AIDS, Concluso ilritodicuradell’uchimvi,pazien- In Tanzania, l’HIV/AIDSèindicataconl’acro- 34 UKIMWI . (lett. “mancanzadidifesanelcorpo”).I che sta per Upungufu wa Kinga AIDS 93

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te, spesso l’uchimvi è diagnosticato da parte del coi quali separati settori del sistema medico esprimono mganga Nyembeke a seguito di una precisa sinto- la malattia come una rete psicoculturale di credenze e matologia le cui manifestazioni più frequenti sono: di esperienze. Non di rado, i ME si trovano in conflitto violenti cefalee, febbre, diarrea e malessere diffu- (ibidem: 13-14). so. Generalmente, a questi sintomi corrisponde un consequenziale calo di peso del soggetto affetto da Ciò significa che i vari livelli culturali e socia- “malocchio”. L’HIV/AIDS, proprio a causa della li possono rispondere in modo diversificato ai bi- sua sintomatologia iniziale simile a quella dell’u- sogni che la difesa della salute impone. Inoltre, ai chimvi, è stata identificata dal mganga con il “ma- tre livelli di relazioni sociali da cui si ottengono i locchio” e come tale trattato. Tutti gli informatori ME, Kleinman fa corrispondere tre diversi termini sieropositivi con cui ho parlato hanno dichiarato di i quali hanno lo scopo di sottolineare la complessità essersi sottoposti sia alle terapie mediche oggi som- del concetto di malattia. Il primo termine è disease ministrate dalle strutture sanitarie create dallo Sta- (patologia). Esso è associato ai ME che fanno ri- to tanzaniano sia alle cure del mganga, spiegandomi ferimento a figure professionali ed è caratterizzato di essere stati curati perché affetti da uchimvi. dalle particolari teorie elaborate sulla causa della Proprio questa somiglianza di sintomi con quelli patologia e del suo trattamento. Spesso, tali teorie dell’uchimvi e di altre categorie diagnostiche della sono espresse attraverso un idioma tecnico proprio medicina hehe (come l’ugandaganga, letteralmente di figure specializzate. Il termine illness, o esperien- “la malattia che fa dimagrire”, o la mkunguru ba- za di malattia, fa generalmente riferimento ai ME ridi, letteralmente “la malattia del freddo”), che elaborati a livello familiare e sociale ed è caratteriz- erano trattate dai waganga prima che si comincias- zato da un idioma non tecnico e abbastanza concre- se a conoscere la sindrome da immunodeficienza, to in cui le spiegazioni eziologiche di una malattia e ha permesso di far sostenere ai medicin-men che dei suoi problemi e impedimenti sono fornite dagli l’HIV/AIDS è una malattia esistita da sempre e che individui colpiti dalla patologia stessa, dai familiari può essere gestita con metodi tradizionali. L’argo- e amici più prossimi o da individui legittimati, al mento secondo cui l’AIDS «non costituisce qualco- livello sociale, a trattare le patologie. Con il termi- sa di nuovo, [ma] essa rappresenterebbe solamente ne illness, inoltre, vengono indicati i ME forniti da il termine occidentale per descrivere una serie di quelli che usualmente vengono definiti con i termi- afflizioni da sempre presenti» (Quaranta 2006: 125) ni “curatore” o “medicine-men” che, pur avendo lascia un margine di azione a Nyembeke, il quale conoscenze e tecniche differenti rispetto agli altri dichiara di non saper curare l’HIV/AIDS, ma di componenti del gruppo, esprimono le nozioni in essere perfettamente in grado di curare le malattie loro possesso utilizzando dei codici comunicativi e i disturbi che esistono da sempre nella sua terra. condivisi dal gruppo di cui fanno parte. Infine, il Apparentemente, sembrerebbe di trovarsi di termine sickness è da intendere come l’assetto di fronte a un argomento contraddittorio: come è pos- forme culturali e comportamentali volto alla difesa sibile che il mganga dichiari di non sapere curare della salute psicofisica e che coinvolge non soltanto l’HIV/AIDS e tuttavia diagnostichi ed esegua il rito il personale che a vario titolo si occupa della cura di cura dell’uchimvi anche a tutti coloro che sono dei disturbi o i pazienti, ma tutta la comunità (cfr. affetti dalla sindrome da immunodeficienza? Si può Kleinman 2006: 15-16). rendere conto di questa contraddizione facendo ri- Il caso qui presentato rientra all’interno di quel- ferimento al modello teorico di Arthur Kleinman lo che Kleinman designerebbe come livello della sulla disease, illness e sickness. Secondo l’antropo- illness. È evidente, infatti, come il ME fornito da logo americano, come è noto, ogni cultura affronta Nyembeke sia fortemente legato non solo alla tra- le varie patologie su tre livelli diversi: professionale, dizione hehe, ma anche alla legittimazione del pro- familiare e sociale (Kleinman 2006: 9-10). Da ognu- prio ruolo all’interno della società di appartenenza. no di questi livelli è possibile ricavare dei Modelli Sostanzialmente, il mganga, attribuendo all’HIV/ Esplicativi (ME). Essi: AIDS le caratteristiche dell’uchimvi, non farebbe altro che ricondurre la malattia a schemi culturali sono legati a sistemi specifici di conoscenza e di va- che rendono la stessa un evento concreto e tangi- lori localizzati in differenti settori e sottosettori sociali bile, dovuto non al “caso” (rapporti sessuali, tra- del sistema medico. Per questo sono prodotti storici e smissione madre-figlio, trasfusioni ecc.), ma ad una sociopolitici. Le relazioni mediche […] possono essere precisa volontà di fare del male da parte di terzi studiate e confrontate come transazioni tra differenti («C’è un insetto che è stato messo da uomini per ME e tra sistemi cognitivi e le posizioni a cui sono con- fare male ad altri uomini» o ancora «Ti prego Ngu- nessi nella struttura sociale. A livello culturale, possia- luvi che sei nel cielo, aiutami a togliere questo in- mo concepire queste transazioni tra differenti idiomi setto che insieme al suo stregone vola sulle case per

94 fare maleallepersone») ropositivi, madituttalacomunità in crisil’essere-nel-mondononsolodeisoggettisie- di unsensoadeventograveetemibilechemette dell’HIV/AIDS, pressoiWahehe èl’attribuzione definitiva, larelazionemganga-paziente,nelcaso ne disignificatisiabiofisiologicisimbolici.In essere definita e conosciuta grazie all’attribuzio - che, tramitel’interventodelmganga,cominciaa il pazientefaesperienzadiunarealtàsconosciuta 2003; Csordas 2003: 19-42).ComenotaCsordas: influenza ilcorsodellevicende(cfr. Merleau-Ponty che vieneplasmatodaglieventi,ma,allostessotempo, biologico, maancheunprocessostoricoeculturale In questoprocessoilcorpononèsoltantoprodotto affrontabile tramiteunprocessodiincorporazione. paziente perrenderelapatologiacomprensibilee attraverso l’attribuzione di una forma, sia utile al sta dell’essere-nel-mondocorporeo(Csordas2003:19). in cuiquestepossonoesserecompresedalpuntodivi- riguardano invecelaculturael’esperienza,nellamisura “incorporazione” nonriguardanoilcorpoinsé.Essi allora riconoscerecheglistudiinclusisottolarubrica e ilterrenointersoggettivodell’esperienza,dobbiamo zione esistenzialeincuiilcorpoèlafontesoggettiva Anche attraverso il rito di cura dell’uchimvi Ritengo cherendere“concreta”lamalattia, Se assumiamo che l’incorporazione sia una condi- Tommaso India,Lacuradell’uchimvi:notasullamedicinatradizionaledeiWahehedellaTanzania 35 . 37 . 36 , nota 21). all’attività ealcoraggiodei soldatiinbattaglia(infra, con cuiquestiaffrontalemalattie eglispiritimalvagi, ragonare l’attivitàdelmgangawakinyeji , durante i colloqui con i miei informatori, tanto da pa- nuto inaltaconsiderazione,comehopotutoriscontrare il gloriosopassatomilitaredeiWahehe èancoraoggite- Tanzania cfr. Ki-Zerbo1977;Crema1987. regione diMbeya. 1977: 224-225. parlata deiWahehe. lingue parlate;coniltermineKihehe,quindiindicheròla in swahilianche(manonsolo)perindicarelediverse e dallaradice-hehe.IlprefissoKi-,infine,èutilizzato Wa-, utilizzatoperindicaregliesseriviventialplurale, utilizzerò iltermineWahehe,parolaformatadalprefisso golare, e dalla radice -hehe. Se le persone sono due o più classe swahili persona appartenenteaquestaetniautilizzeròiltermine ciale utilizzeròilterminehehe,mentreperindicareuna questione. Quindi perindicare un aspetto culturaleoso- to ilPaese)perriferirmiagliappartenentiallasocietàin gua ufficialedella Tanzania correntementeparlataintut- Note stioni estremamenteintimeedelicate. villaggio checonmehavolutoparlare,avolte,dique- dal 2002lavoranellaregionediIringa,edellagentedel senza ilsupportodellaOnlusitalianaAsantesana,che processo diindividuazionenonsarebbestatopossibile concernenti lamalattiaecurapressoiWahehe. Tale sia statoutilequantomenoperindividuarealcuniaspetti tropologico, ritengocheilperiododilavorosulcampo brevità, rispettoaglistandardcanonicidelfieldworkan- fine dimarzoeiprimigiugnodel2009.Nonostantela lavoro èilfruttodiunaricercasulcampoeffettuatafrala 2009/2010, relatoreProf.SalvatoreD’Onofrio).Questo AIDS, ritoeculturafraiWahehedellaTanzania(a.a. Filosofia dell’UniversitàdegliStudidiPalermosultema: pologia CulturaleedEtnologiadellaFacoltàdiLetteree modificato, dellamiatesidilaureaspecialisticainAntro- * Ilpresentearticoloèunestratto,rivedutoeinparte 5 4 3 2 1 Ritengoquestodatointeressantedalmomentoche Per maggiori informazioni sulla storia recente della Popolazione della Tanzania originaria dell’attuale Sullemigrazionideipopolibantucfr. Ki-Zerbo Inquestolavoroseguiròleregoledelloswahili(lin- M-, utilizzatoperindicareunessereviventealsin- Mhehe, parola formata dal prefisso della prima e ilcoraggio 95

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6 Fra questi, particolare rilevanza hanno i riti per im- una carica politica che ha responsabilità di governo su petrare la pioggia. In questo caso gli anziani delle fami- una circoscrizione formata in genere da due o tre villaggi glie più importanti (nel caso in cui il rito sia svolto da attigui) di Nzihi, anche dal fatto che le stoffe sostituisco- una o più comunità di villaggio) o il capo famiglia con i no le code di mucca, utilizzate in passato. Queste ultime suoi affini (nel caso in cui il rito sia eseguito da un solo rappresentano un simbolo di potere in molte culture gruppo domestico) si riuniscono presso la tomba di un africane (cfr. Bonhomme 2003: 63-68). antenato e sgozzano un capretto. Facendo colare il san- gue sulla tomba essi chiedono la pioggia. Alla fine dei 15 Qui e nelle pagine seguenti mi baserò sulla defini- canti con cui si ringraziano e si ricordano i nomi degli zione di medicina di Tullio Seppilli, secondo il quale con antenati, i partecipanti al rito consumano la carne dell’a- tale termine «possiamo sostanzialmente intendere, in nimale sacrificato. ogni contesto storico-sociale, l’assetto delle forme cultu- rali, comportamentali ed organizzative concernenti […] 7 Tutte le informazioni sugli usi rituali dei Wahehe, la difesa della salute e dell’equilibrio psichico» (Seppilli tranne che nei casi che andrò puntualmente segnalando, 2008: 623). Con i termini medicina tradizionale, indiche- sono tratte da Crema (1987). rò, quindi, tutto quel complesso di pratiche e conoscen- ze di cui scrive Seppilli e che affondano le loro radici 8 Cfr. Crema 1987: 28-29, cui rimando anche per una nella cultura propria dei Wahehe; invece con i termini lista più dettagliata dei divieti che una donna incinta medicina ufficiale mi riferirò alle conoscenze e alle prati- deve rispettare. che proprie della scienza medica di origine occidentale.

9 A proposito di questo dio, Ernst Dammann scri- 16 È preferibile, in questo caso, utilizzare il termine veva: «Per quel che riguarda il Nguluvi, “maiale”, dei Mungu, che rimanda all’idea di Essere Supremo, piut- Bena, degli Hehe e dei Safwa del Tanganyika, è opinabile tosto che il termine Nguluvi, legato invece al dio tradi- un originario totemismo. Può darsi piuttosto che Ngulu- zionale hehe. Questo perché anche i Wahehe che hanno vi fosse il nome di un antenato, per esempio, di un capo una religione diversa da quella tradizionale ritengono tribù, come è stato attestato per il Nguluwe dei Kinga e il che i disturbi che esporrò di seguito siano inviati dall’Es- Nguruvi dei Safwa» (Dammann 1968: 37). sere Supremo indipendentemente dal credo di apparte- nenza di ogni singolo individuo. 10 Il termine lisoka/masoka proviene dal kihehe e sembra riferirsi in particolar modo agli spiriti degli an- 17 Con il termine uchawi (“stregoneria”) i Wahehe tenati; mentre il termine shetani/mashetani appartiene indicano generalmente un concetto astratto e generico allo swahili e viene utilizzato per indicare gli spiriti in inerente all’attività del mchawi (“stregone”), mentre con generale. il termine uchimvi (“malocchio”, “jettatura”) viene indi- cata un’azione “magica” che ha lo scopo di colpire una 11 Per quanto concerne le doppie esequie rinvio, o più persone. solo a titolo esemplificativo, al classico lavoro di Robert Hertz (1970: 1-83) e quelli più recenti di Adriano Favole 18 Il villaggio si trova a circa 30 km da Iringa, il capo- (2003; 2007: 125-135). luogo del distretto, e a 12 km da Kalenga, l’antico quar- tier generale di Mkwawa, in direzione nord-ovest. 12 L’informazione mi è stata fornita dal sig. Kali S., Mhehe di sessantacinque anni, residente nel villaggio di Nzihi. 19 Tutte le notizie relative all’attività del mganga wa kienyeji, dove non specificato, sono state fornite dal Si- 13 A proposito della possibilità o meno di ballare que- gnor Nyembeke, mganga del villaggio di Nzihi nel corso sta danza è bene precisare che gli uomini, generalmente di due lunghi incontri. all’età di 14-16 anni possono provare a danzarla. Se il ragazzo è giudicato capace di effettuare la njuga allora 20 In questo caso il mandante della uchawi è spesso potrà farlo ad ogni funerale a cui prenderà parte, ma se identificato con un parente, un amico o, comunque, una non è capace la prima volta gli sarà preclusa la possibilità persona molto vicina alla vittima del mchawi, secondo di danzare in ogni altra occasione. Non mi sono chiari, dei meccanismi presenti in diversi luoghi, fra i quali, per allo stadio attuale della ricerca, i criteri secondo i qua- esempio, la Sicilia. Come nota infatti Elsa Guggino: «In- li viene giudicata la capacità di un ragazzo di ballare o sistente è […] l’indicazione dell’insieme sociale prossi- meno la njuga. mo alla vita dei protagonisti, dei parenti in primo luogo e poi del vicinato, come mandanti delle fatture o di qua- 14 L’ipotesi della trasmissione di potenza è conferma- lunque maleficio. […] Il maleficio ha sempre profonde ta, oltre che da alcuni informatori come il sig. Kindole ragioni rintracciate nell’immediato microcosmo econo- L., mwenyekiti (letteralmente “presidente”. Si tratta di mico e sociale» (Guggino 1993: 19).

96 di esprimersi». esercitare laprofessionedandoalla“virtù”possibilità maghi insistere nella richiesta da parte degli esseri di vamente, Guggino (1993: 75): «è luogo nelle storie dei attestato in diverse parti del mondo. Come nota, nuo- un pazientesottol’insistenzadiessereultraterrenoè se lesuericerche, nonècasuale dan, altempoincuiEdward E. Evans-Pritchardcondus- Buttitta 2006:16-21;Id.2008: 29-60).FraiNuerdelSu- antica influenzagermanica e celticaalsud-Europa(cfr. le all’areanord-amerindiana, epoi,ancora,dall’areadi mondo: dall’areaasiaticacentro-orientale esettentriona- vita” nelcasodeibaobab,èdiffusoindiversepartidel Cosmica” nel caso dei grandi massi, o dell’ “Albero della Il motivo, che lo stesso Eliade definisce della “Montagna fra lorodaunassecentrale»(Eliade1988:283,290-298). ripartito intrepiani–Cielo,Terra eInferni–collegati niverso che[...]vieneconcepito,nelsuoinsieme,come cosmiche [...]resapossibiledallastrutturastessadell’U- di unaveraepropria][...]comunicazionefralezone dei grandimassi,comenotaMircea Eliade: «[Sitratta 2008: 129-156). voca lamalattia,colpisca tutta lacomunità(cfr. Petrarca centri abitatiperevitarechelospiritomaligno,pro- getti condisturbipsichiciinluoghinascostiolontanidai 1961: 59-87;Low1985:187-196. nologici. Solo per fare qualche esempio cfr. De Martino altri fenomenimoltosimiliattestatiinsvariaticontestiet- di esseabbastanzadettagliatacfr. Walsh-Moyer 2002. utilizzate nellapreparazionedellemedicine.Perunalista po comeilsottoscritto,venireaconoscenzadellepiante per dipiùhasoggiornatounbreveperiodosulcam- (Perrin 1995:75). autres chamanesafind’assurerlasurviedugroupe» mis. Lechamanesecomportealorsenguerrierfaceaux pétuation delasociété,proviennentgroupesenne- infortunes, oubiendessubstancesnécessairesàlaper conception propreàcertainspeuplesselonlaquelleles les deuxpouvantêtreliées.Lespremièresreflètentune guerres: les“guerresinvisibles”ouguerresréelles, chamanes peuventêtreimpliquésdansdeuxsortesde sciamanismo. ComescriveMichelPerrin,infatti:«Les è unelementopresenteall’internodelfenomenodello mento che,insiemeadaltrichesivedrannoinseguito, dell’attività delmganga 23 22 21 26 25 24 Ritengoestremamenteinteressanteilparagone Perquantoconcerneilsimbolismodell’alberoo Ènota,ancheinAfrica,lapraticadirelegareisog- Èpossibileparagonare queste crisipsicofisichead Èestremamentedifficile,perunnoniniziatoeche Anche l’obbligodapartediunterapeutaaiutare Tommaso India,Lacuradell’uchimvi:notasullamedicinatradizionaledeiWahehedellaTanzania con quelladelsoldatodalmo- che fossepossibile ve- - (Quaranta 2006:99). attingere laforzanecessariapertenereunitoilregno» di poterecuiilfon «Le pietrerappresentanoveriepropritempli,ricettacoli (Evans-Pritchard 2002:60).OppurefraiGrassfields: dere «l’alberosottoilqualevennealmondol’umanità» di volare. di essereinvisibilee,ovviamente,quellocapace nari quali,peresempio,quellodiattraversare le pareti, anche uneccezionalestregonedotatodipoteristraordi- oltre checomeungrandemtwaecondottieromilitare, tenato eponimoMkwawasiaconsideratodaiWahehe, (2004). durante iritidicurasciamanicirinvioallibroSeveri comprensione deidisturbipsicofisicichesiinnescano all’italiano èstataeffettuatadaChiaraGagliardo. e, inunsecondomomento,latraduzione dallo swahili zione dal kihehe allo swahili operata da Lazaro Kindole tuata induefasi:laprimafasehariguardatounatradu- kienyeji Nyembeke in kihehe. La traduzione è stata effet- tutto dimenticato nonappenaescedallacapanna ovesi noi (spiriticelesti)nellaloro lingua; mapretendediaver presso cui «durante la seduta lo di esempio,possonoessere ricordati iPigmeiSemang no 1993:73-78).Inareaafricana, infine,sempreatitolo parlare qualunquelinguaesistente almondo(cfr. Guggi- lingue incomprensibiliodichiaranodiesserecapaci in cuiivarimaghi,magheointervanosoliatoutilizzano rà quiricordaregliimportantilavoridiElsaGuggino (Déléage 2005: 350). Per passareall’area europea baste- l’anaconda quichante,etnonlapersonneduchamane» qu’une glosegénérale:ceslignesaffirmentquec’estbien sens, leschamanes(ouquasi-chamanes)neproposent dis quelesnonchamanesenignorentcomplétementle une série de formules jugées incompréhensibles. Tan - ve: «Leschantscoshoiticommencentinvariablementpar degli SharanahuadelBrasilesucuiPierreDéléagescri- difficili (cfr. Lévi-Strauss1990:210-229),oppurequello canti kunautilizzatiperaiutareledonneduranteiparti senza nessunapretesadicompletezza,ilfamosocasodei area amerindiana sipuòcitare, solo atitolo di esempioe gli Ostiachi, i Ciukci, gli Yakuti e i Tungusi (cfr. segreta” èattestatainareaeuro-asiaticafraiLapponi, mente dagli“spiriti”»(Eliade1988:118).La“lingua da unmaestro,ovveroconmezzipropri,cioèdiretta- riti eglianimali-spiriti.Questalinguasegretal’apprende che useràdurantelesedutepercomunicareconglispi- zione ilfuturosciamanodeveimpararelalinguasegreta 29 28 27 30 Èinteressantenotareatalpropositocomel’an- Per una più ampia trattazione dei meccanismi di Icantiriportatisonostatieseguitidalmgangawa ComenotaMirceaEliade:«Nelperiododell’inizia- [sovrano locale]sirivolgealfinedi hala [...] parla con i Che - ivi). In 97

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svolgono i riti» (Eliade 1988: 118) o il caso degli Azande, tologie. Sull’assimilazione della sindrome da immunode- studiati da Edward E. Evans-Pritchard, il quale notava ficienza acquisita ad alcune malattie locali in altre parti che: «Dopo una danza frenetica [gli anti-stregoni] rivela- dell’Africa cfr., oltre al già citato Quaranta (2006), anche no segreti o profezie con la voce di un medium che vede Dozon-Vidal (1995) e Vidal (2004 e 2007 ). e sente qualcosa dall’esterno. Questi messaggi psichici 36 Molto brevemente accenno al fatto che altri mo- li emettono con frasi sconnesse, spesso in una filza di menti fondamentali del processo di incorporazione sono parole distinte, grammaticalmente slegate, con una voce l’incontro con il personale sanitario degli ospedali che si trasognata e lontana. Si esprimono con difficoltà, come occupano di curare i soggetti sieropositivi e il confronto se parlassero nel sonno» (Evans-Pritchard 1976: 215). con i membri sia sieropositivi che sieronegativi della so- La “lingua segreta” è uno degli aspetti, in sostanza, che cietà, rispettivamente collocabili, secondo la terminolo- si registra con una diffusione planetaria in questo tipo di gia di Kleinman nell’ambito della disease e della sickness. tecniche terapeutiche. Nel primo caso il paziente, attraverso la relazione con il personale sanitario e la creazione dei ME forniti da 31 Uso qui il termine “incisioni” o, come in seguito, quest’ultimo, impara a convivere con la malattia e a co- “ferite” piuttosto che “scarificazioni” dal momento che noscerla, oltre che dal punto di vista strettamente simbo- queste ultime hanno in aggiunta al carattere purificato- lico, anche dal punto di vista biofisiologico. Nel caso, in- rio anche un intento ornamentale che manca nel caso qui vece, della sickness il paziente, attraverso la relazione con presentato. il resto della società di cui fa parte, riceve e allo stesso tempo crea dei ME della malattia mutuati sia dalla tradi- 32 Cfr. Héritier 2006: 95; Lombardi Satriani 1989: zione (per esempio gli usi matrimoniali o il rapporto con 387-431. gli antenati) sia dalle nuove istanze della modernità che mette in discussione, per esempio, proprio gli usi ma- 33 Su cui, punti di riferimento ancora validi sono i la- trimoniali. Altri ME, collocabili al livello della sickness, vori di Mircea Eliade (1946: 5-52; 1988). Sulla questione sono quelli creati dal rapporto dei soggetti sieropositivi della presenza o meno di fenomeni sciamanici in Afri- con altri soggetti nella stessa condizione durante gli in- ca rinvio a: Juillerat (1977: 117-121); De Heusch (1971: contri nei PTC (Post Test Club). 226-244); Hell (1999). Sul dibattito intorno allo sciama- nismo più in generale rinvio a: Perrin (1995); Lapassade 37 Secondo Thomas J. Csordas “l’essere-nel-mondo” (1997); Scarduelli (2007); Saggioro (2010). «è quell’esperienza corporea fondamentale in cui il cor- po non è un oggetto, ma un soggetto, e in cui l’incorpo- 34 Questo tipo di sciamanismo è presente, oltre che razione è, innanzi tutto, la condizione in virtù della quale fra i Wahehe dove il mganga è posseduto dai suoi mashe- possiamo avere degli oggetti – ossia possiamo costruire tani che lo hanno “chiamato” e gli hanno insegnato tutte una struttura oggettuale della realtà» (Csordas 2003: 24). le medicine, anche, per esempio, presso la “società ini- Sulla definizione di senso utilizzata in questo contributo ziatica” Bwete Misoko del Gabon dove gli spiriti-guida vedi il saggio di Antonino Buttitta (1996: 44-62, in part. si impossessano degli adepti durante il complesso rito p. 62). di ingresso alla società (Bonhomme 2003: 340-350). A proposito del legame fra lo sciamano e, nel caso qui ana- lizzato, medicine-man, e lo spirito-guida o divinità è in- teressante sottolineare come ogni anno Nyembeke, fra la fine di ottobre e le prime settimane di novembre, orga- nizzi un rito di ringraziamento a Nguluvi a cui prendono Bibliografia parte i pazienti curati durante l’anno precedente. AA. VV. 35 Quello di ricondurre la sindrome da immunode- 2008 Ungass country progress report Tanzania Main- ficienza a schemi culturali conosciuti è una pratica nota land. Reporting period Jenuary 2006-December in diversi contesti africani. Presso i Wahehe di Djombe 2007 TACAIDS Tanzania Commision for AIDS, (città situata a circa quaranta kilometri da Iringa) l’HIV/ http://tanzania.go.tz/hiv_aids.html. AIDS è assimilata, in alcuni casi, all’ugandaganda (lett. “la malattia che fa dimagrire”). Come ha spiegato una in- Bellagamba A. formatrice sieropositiva originaria di quella città ma re- 1991a “Curare nella tradizione. L’arte medica locale fra i sidente a Nzihi da alcuni anni, tale malattia è da sempre Wahehe della zona di Iringa”, in Africa, n. I: 55-73. presente all’interno della comunità in questione e colpi- 1991b “La causalità della malattia nella cultura hehe sce soprattutto i bambini. In questo modo il dato che fa (Tanzania)”, in Africa, n. IV: 542-563. scattare il meccanismo di assimilazione dell’HIV/AIDS all’ugandaganda è il calo di peso tipico di entrambe le pa-

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100 Alessandro Mancuso te diraccogliere varitipidirami,fracui quellodi ta ingremboleparlano,chiedendole ripetutamen- varie terre.Duranteilsuo cammino,ifiglichepor Parte seconda i Wayuu Concezioni deiluoghiefiguredell’alterità:ilmaretra gna laseconda varianti) diunarugiadafredda concuiilprimoba- durante unadanzao(come sispecificainalcune za diunsemplicecontattoepidermicotraidue relazioni sessuali,elafecondazioneèconseguen- e ladonna-piantanonhannoinfattivereproprie sociato allastagioneinvernalefredda.L’uomo-stella data inmaniera‘prodigiosa’daunuomo-stellaas- chiamata siasiichichemokochirra),–vienefecon- ‘guamacho’ (Pereskiaguamacho;inwayuunaikiè di unapiantaarborea,ingenereidentificataconil chiamata daalcunideinarratoriconlostessonome ta ilmaggiornumerodivarianti.Laloromadre- dei suoifratelli(unoodue)èquellochepresen- tano alconcepimentoeallanascitadiMaléiwa sioni pubblicatecheinquelledameregistrate. sodi che si trovano sia nella maggioranza delle ver varianti, emilimiteròariassumerealcunidegliepi- problema dicomespiegareirapportifraqueste presente argomento,nonaffronteròilcomplesso di alcuni dei personaggi che vi appaiono. Ai fini del per numeroeordinedegliepisodil’identità Chacin 2003: 25-30; Mujica Rojas s.d.: 1-6; 14-16) 98; PazIpuana1972:29-39;PimientaPrieto1998; diverse (cfr. Perrin1979:170-189;1997[1976]:86- avrebbe avutooriginel’assettoattualedelmondo. da questopersonaggioinillotempore,dallequali terno diunastoriapiùampiasullegestacompiute mo episodioèspessoinseritodainarratoriall’in- Wayuu elalorosuddivisionein‘clan’.Quest’ulti- 2010: 88), è attribuita la ‘fabbricazione’ dei primi rale’ cui,comeprimasièvisto(cfr. Mancuso2009- sta storie sul‘tempodelleorigini’;diesseèprotagoni- rispetto allaterraemergeprepotentementenelle ambiente meno‘colonizzabile’e‘addomesticabile’ L’episodio iniziale, relativo agli eventi che por Di questastoriasonostatedocumentateversioni Presso iWayuu, laconcezionedelmarecome Maléiwa, lafiguradidemiurgoe‘eroecultu- 1. Ilmarenellestoriesul‘tempodelleorigini’ 3 . Ladonnainiziaaperegrinare per 1 2 e - - - dei Wayuu, eassumonolaloroformaanimale. questi ultimi sono cacciati ai margini del territorio guaro, allafinedelquale, dopomoltevicissitudini, che opponeMaléiwaeisuoifratelliagliuomini-gia - giando laloromadre.Nenasce unviolentoscontro proviene dailorodentieliavvertechestannoman- Masticando lacarne,gliessisentonounavoceche nano dallacaccia,dà da mangiare la propria madre. inganno gliuomini-giaguaro,aiquali,quandoritor assume poilesembianzedell’anzianapertrarrein sue carni prepara uno stufato.Grazie ai suoi poteri, madre degliuomini-giaguaro,lafaapezzieconle carsi degliuccisoridellamadre.Uccidepertantola stanze della sua nascita, come sononati.Venuto a conoscenzadellecirco- Con l’intenzionediinsultarli,Mouwarivelaloro Mouwa, lacolomba,vengonosorpresidaquesta. dine dirubareimelonichecrescononell’orto giorno non riesconoaotteneredellebuoneprede.Un la caccia, anche quando gli stessi uomini-giaguaro soprannaturali ottenendouncostantesuccessonel- Nondimeno, eglibenprestomanifestaisuoipoteri gistrato –masásai,ossiaconlegambeatrofizzate. sottolineato in più di una delle versioni che ho re- wa appareperòrachitico,essendoinoltre–come apprendono acacciare.Rispettoaifratelli,Maléi- e cresciutidallamadredegliuomini-giaguaroed no ledimensionidiunlombrico.Essisonoallevati nascono e ladivorano.Daalcunideiresiduidalorosputati sentono ilsuoodore,simileaquellodiunmelone, dei tessuti,maallororitornogliuomini-giaguaro la avvertedelpericolochecorreenascondesotto da diversideinarratoriconWalit,ilformichiere), L’anziana madrediquestiultimi(cheèidentificata quel momentofuoriacaccia,hannolalorodimora. terra dove gli uomini-giaguaro che ifiglitacciano.Successivamente,giungenella cecata. Arrabbiata,sicolpisceilventre,ottenendo dei ramientranegliocchidelladonnacherestaac- bricare lefrecceconcuiinfuturocacceranno.Uno koushot (cordiaalba;spagnolo:‘caujaro’)perfab- Molti narratori fannoseguireaquesto episodio Maléiwa eisuoifratelli,chehannol’abitu- Maléiwa eisuoifratelli,cheall’iniziohan- Maléiwa decide di vendi - 4 , che si trovano in 101 -

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altre storie. Quelle più comunemente raccontate Maléiwa fece un fuoco. Raccolse la legna e delle pietre sono tre, in un ordine che può variare. Uno è il già nere, lisce e molto dure, e le gettò nel fuoco. citato racconto di Maléiwa che crea e infonde vita Quando le pietre furono calde, ne spinse una con il ai primi Wayuu plasmandoli dall’argilla e, succes- piede, in direzione dell’alta Guajira, che era lì accanto. sivamente, li riparte in clan matrilineari (eirruku), Prese una fionda e lanciò le altre più lontano, dona loro alcuni beni (fra cui, il bestiame) e li invia una a nord, una a sud, una a ovest. nelle differenti terre associate a ogni clan (cfr. Man- - Kaoo! Kaoo! cuso 2009-2010: 88). Un altro episodio è quello in Gridava il mare fuggendo. cui egli incontra, presso la località di Wotkasainrü, Il mondo riapparve, il mare si seccò. in Alta Guajira, una donna primigenia dalla vagina Si fermò dove ora è la riva … (1997: 95-96). dentata: Wolunka. Considerando che ciò costituisca un impedimento alle unioni sessuali e alla procrea- Secondo Guerra (2005: 64), Palaa rappresenta zione dei Wayuu, Maléiwa approfitta di un momen- un equivalente, nelle storie sul ‘tempo delle origini’, to di distrazione di Wolunka che si sta bagnando in di Pulowi, che ne può essere considerata la personi- uno stagno, e scocca una freccia che, colpendola, ficazione attuale. A conferma di questa osservazio- infrange i denti della sua vagina. Diverse specie di ne, in una delle versioni che ho registrato, la donna- uccelli arrivano allora a bagnarsi nell’acqua insan- mare è significativamente identificata con Pulowi: guinata, acquistando così il piumaggio rosso che ora li caratterizza. Alcuni narratori aggiungono che Il Maléiwa masásai [incapace di camminare] si innamo- i denti della vagina di Wolunka sono oggi i denti rò di Pulowi (numurrajüin Pulowi). posseduti dai pesci anch’essi accorsi, e che quelli Ella tesseva amache, ed egli le disse: ‘insegnami come si che li hanno più affilati, come lo squalo (piyui) e il fa’. Nel frattempo, cercava di sedurla. barracuda (walepa), sono quelli che in illo tempore Il mare era allora rinchiuso in un vaso (julaa). arrivarono per primi. Egli cercò di afferrarla per violentarla (ataüja). Questi due episodi possono essere preceduti o Allora ella ruppe il recipiente (amuchi), e così il mare si seguiti da un’altra storia, in cui Maléiwa entra in con- versò. flitto e si affronta con Palaa, il mare, identificato con Il masásai allora formava montagne, ma le onde del una donna dotata di poteri straordinari. La versione mare arrivavano fino alla loro sommità. di quest’episodio pubblicata da Perrin è la seguente: Il mare veniva dietro a lui, e lui correva e creava montagne. Fino a che creò una montagna grandissima, quella Maléiwa si diresse verso il mare. che oggi è la Sierra Nevada di Santa Marta [massiccio Incontrò una donna che filava il cotone. montuoso che si trova immediatamente a ovest della Volle toccarla, carezzarla … penisola della Guajira], egli stava lassù e il mare lo cir- Ma la donna protestò. Lo minacciò: - Resta quieto. Al- condava. trimenti ti colpirò. Camminando in cima alla montagna, egli raccoglieva Maléiwa posò le mani su di lei. koushot per accendere un fuoco. - Hóuu! Hóuu!... Hóuu!... Lo accese, e intanto fabbricava delle corde con gli steli. La donna era il mare. Trovò un amo (julirra), era una collana (kakuna) da cui Si distese sulla terra ricavò un amo. E cercò di annegare Maléiwa. Lo tirò e pescò un barracuda. Egli fuggì davanti a lei … Il barracuda aveva i denti della donna [Wolunka] che Ma il mare continuava ad avanzare. lui aveva ferito. Maléiwa si arrampicò sulla cima della montagna Iitu- Egli arrostì e mangiò il barracuda. julu [nome di una cima della catena montuosa della ‘Che farò con il mare che mi circonda?’. Makuira, in Alta Guajira]. Prese una pietra incandescente dal fuoco e la buttò Il mare avanzava sempre, stava per sommergerlo … nell’acqua. Ma improvvisamente, la montagna Iitujulu si sollevò. Subito dopo, il livello dell’acqua andò abbassandosi, e Si sollevò, si sollevò. si sentiva un rumore di bolle. Maléiwa salì fino in cima. ‘Questo è il rimedio (shiale payálaka süpula [paya’la: Era diventata una montagna immensa. ‘essere efficace per curare una malattia, o per risolvere Il mare si arrestò infine estenuato. un problema’, cfr. Jusayu e Olza Zubiri 1988: 163]). Ma ricopriva tutta la terra. Egli continuò a tirare le pietre nell’acqua, e l’acqua si Maléiwa rifletté, non voleva rimanere là. abbassò ancora un poco. Aveva con sé delle frecce di legno di koushot. Per questo, il mare oggi ci circonda. Ne fece un’asta e un perno. Pulowi mandò i pellicani per vedere se egli era morto Strofinando l’asta tra le palme delle mani, e soffiando, o era ancora vivo.

102 lo oppone a sfida esconfiggegliuomini-giaguaro,quelloche mare, tral’episodioincuiegli,conisuoifratelli, ta, alposto dell’episodio che lo oppone alla donna- storia dellegestadiMaléiwa,ilnarratorel’hainseri- una variantediquestoepisodio.Raccontandomila mare è associato e dal mare proviene è evidente in cabili’ dapartedeiWayuu, invalicabile. limitazione deglispazi‘appropriabili’e‘addomesti- grazie al‘potere’deisuoiattiresta,rispettoallade- il confinesegnatodallalineadicostacheristabilisce rare cheilmareinondipersempretuttalaterra,ma vadendo laterraferma. tentativo diseduzione‘violenta’,acuireagiscein- dio èladonna-mare/Pulowiaessereoggettodiun sedurre i cacciatori e i pescatori, in questo episo- è associatoall’originedigravimalattie: ranno intuttala terra(süpapunammaka)’. ‘Queste saranno le malattie dei miei discendenti, esiste- che puntasserointutteledirezioni. piantò nelsuoloevifissòlelische (nimsha),inmodo Maléiwa tagliò un albero, fece un palo con il tronco, lo süpushuwa). Così fececontuttelepartidelpesce(nükorrolojimekai wairu), quellepiùpiccoleilmorbillo(sarampiuna). le squame (suttai) più grandi sarannoil vaiolo (pirru- cioè ladiarreaconsangue(eitaishá); il sangue(nüsha)saràl’insonniadeimieidiscendenti, pus eflemma]; La bava(nuluerra)saràmaüu[amebiasi,diarreacon (nachirrayatka) deimieidiscendentitaikeyu). Il pesce, sichiamavaamáitkana. Tutti loroiniziaronoatiraresulalenzaeissaronoil prio difrontealmare,sierasedutolà. Egli erasalitoincimaallamontagnadiKamaichi,pro- Prese lalenzaelanciò.Immediatamentepescòqualcosa. ‘Datemi lalenza,proveròio’. ‘Non abbiamopescatoniente(nojotshijimejüin)’. ‘Che avetefatto?Comeèandata?’,disseloro. Andarono lì,enonpescarononulla. ra, inAltaGuajira]’. [nome diunpiccomontuosodellacatenaMakui- ‘Andate apescareetirateli,arrivatefinoJiwonnee minerale, nonidentificato]. L’esca eraunacollana(kakuna)diamurruleya[tipo to incastigliano‘CabodellaVela’] ediedelorodegliami. montagna diKamaichi[nomeunpromontoriochiama- Dopo di ciò, A differenza dei racconti in cui è Pulowi a volere Epinayu, 20/1/2005). oggi ipellicanirimaseronelmareeabitanolì(Retra Con ilgestodellamanoeglilifermava,eperquesto Il caratterediminacciaannessoatuttociòcheal pulashi losquamòedisse:questesarannolemalattie Wolunka. In questa variante, andò con i suoi fratelli fino alla Maléiwa andò con i suoi fratelli fino alla Maléiwa riescesìascongiu- Alessandro Mancuso,Concezionideiluoghiefiguredell’alterità:ilmaretraiWayuu Maléiwa ciato aldominiodellamorteemalattia. alla figura di anche quandononsembracollegatodirettamente che sullaterraaffliggonoi Wayuu. Inquestestorie, tima, quellodiportareall’invasionedellemalattie stava persommergeretuttalaterra,oppure,nell’ul- (nelle primedueversioni)difareritirareilmareche questi oggettihannouneffetto‘prodigioso’:quello ricavato da una collana); al contatto con ilmare, sione che haper tema l’originedelle malattie: amo ricavato daunacollanapiùpietrearroventate;ver me registrataincuiladonna-mareèPulowi:amo blicata daPerrin:pietrearroventate;versione posizione gettainmaredeglioggetti(versionepub- Maléiwa ascendeaunacimamontuosa;daquesta ni chehoriportatoèlaseguentesequenzadieventi: la donna-mare.Unelementocomunealletreversio- ‘trasformazione’ diquellodelconflittotraquestie dallo spiritodiunmorto. 2001: 214;JusayueOlzaZubiri1988:197),ossia re statocolpitodaunoyoluja’(cfr. ivi:53;Perrin le malattieyolujatüin,terminechevuoldire‘esse- narratore sotto unamedesimatipologia: esse sono (cfr. Perrin1982:65;73-74)sianoraggruppatedal che alla fine dell’episodio le malattie menzionate biri 1988: 78). In questo senso, appare significativo yoluja, letteralmente‘ombre’(cfr. JusayueOlzaZu- Perrin 1997:139):arrivandolì,imortidiventano spesso come un’isola situata in mezzo al mare (cfr. est, versoJepírra,la‘terradeimorti’,rappresentata bero la terraferma per viaggiare, in direzione nord- infatti illuogodacuileanimedeimortilascereb- le concezionicosmologichetradizionali,questoè le malattiesiaproprioquelladiKamaichi.Secondo variante l’alturamontuosadacuiMaléiwa‘pesca’ lattie. Viceversa, nonapparecasualecheinquesta altre, adesserequiassociataall’originedellema- una ragionepercuisiaproprioquestaspecie,enon lops Atlanticus).Nonsonoriuscitoaindividuare de’ nellospagnololocale,(nomescientifico:Mega- peso dipiùunquintale)chiamato‘sabalogran- ni (puòraggiungerei2,5metridilunghezzaeun designare una specie di pesce di notevoli dimensio- tro pescatore,iltermineamaitkanaèimpiegatoper in wayuunaikidispeciemarinefornitamidaunal- go dacuisono arrivatiglialijuna,stranieri di 2. Ilmarecomeluogodiprovenienza dellostraniero Questo episodiosipresentadunquecomeuna Come hoverificatoscorrendounalistadinomi (Carlos Epieyu,22/01/2005). Queste malattiesonoquellechesichiamanoyolujatüin. Per iWayuu, ilmarerappresentaancheluo- Pulowi, il mare appare dunque asso- 103 -

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origine europea. Ho già ricordato come molte del- La minore (shimirrua), quella che avrebbe fatto del gio- le varianti dell’episodio in cui Maléiwa ripartisce i vane wayuu il proprio marito, scese e restò lì. primi Wayuu in clan e assegna loro il bestiame fac- Sua sorella se ne andò verso nord-est (Wüinpumüin) e ciano riferimento all’‘origine’ delle diseguaglianze arrivò in una località chiamata Jouktaipana (‘luogo del di ricchezza materiale esistenti tanto all’interno alla vento’). società indigena quanto fra ‘non indigeni’ (alijuna) Questa è terra di Pulowi, c’è una montagna, là lei tesseva e Wayuu. Mentre nel primo caso queste disegua- amache. glianze sono semplicemente attribuite alla diversità La sorella minore restò a Masichi. Aveva un gomitolo degli ‘strumenti’ che Maléiwa distribuì agli indige- di filo, e lo tirava lontano, a circa quattro braccia dalla ni (il bestiame ai pastori, che per questo oggi sono riva. Poi correva sulla riva e aspettava che il mare glielo ‘ricchi’, gli attrezzi di pesca e di caccia a quelli che riportasse. Poi, di nuovo lo lanciava. oggi sono poveri), le diseguaglianze tra alijuna e Giocava così, questo era il suo passatempo, il gomitolo Wayuu sono fatte derivare dalla scarsa prontezza era pulashi. con cui questi ultimi rispondono a una richiesta Questo lo faceva giorno dopo giorno. fatta dal demiurgo (cfr. Perrin 1979: 185-187; 1997: Chania era alijuna, però sapeva parlare wayuunaiki. 194-5), o dalla differente abilità dimostrata nell’uso Non era completamente alijuna, ma era pulasü. di determinati ‘mezzi di produzione’, come le im- Continuava a giocare, giorno dopo giorno. barcazioni a motore (cfr. Mancuso 2009-2010: 88). Un giorno un giovane wayuu arrivò sulla riva dove lei Allo stesso tempo, l’alijuna è assimilato piutto- stava giocando e si mise a guardare ciò che faceva. sto a figure non propriamente ‘umane’, e in parti- Anche lei cominciò a guardarlo e lo corteggiava, lo cor- colare ai wanülü (cfr. Perrin 1988: 131; 1989; 1997: teggiava, però, nel mentre, continuava a giocare, gioca- 193-195). Nelle narrazioni relative a incontri con va tutto il tempo, solo di notte se ne andava a dormire. questi ‘spiriti predatori’, una delle forme con cui Continuarono a vedersi e lei diventò sua moglie. essi sono considerati manifestarsi è infatti quella di Stavano bene insieme, già lei era come una wayuu, si un alijuna; inoltre, diversi outsü intervistati da Per- comportava come una wayuu tutto il tempo, non come rin affermavano che fra i wanülü che fungevano da una alijuna, parlava in wayuunaiki, si lavava con il sa- loro ‘spiriti ausiliari’ ve ne erano molti di origine pone [sostanza estratta da alcuni vegetali] che utilizza- ‘straniera’ (Perrin 2001: 251-254). Lo stesso Perrin no i Wayuu. spiega così questa associazione: Però, il tempo passava, e lei, anche se era sua moglie, non cucinava, non le veniva mai fame, trascorreva tutto i wanülü appartengono al mondo pulasü, al ‘mon- il tempo giocando con il gomitolo sulla spiaggia, poi di do altro’ associato a tutto il potere delle Pulowi e del notte andavano a dormire. soprannaturale. Come i wanülü, lo straniero bianco I primi tempi, il Wayuu non diceva niente: ‘che posso appartiene a un altro mondo. Egli non è un vero es- fare con mia moglie che non cucina per me?’. sere umano, un Wayuu e, i Guajiro lo dicono frequen- Lei era pigra, stava per diventare wayuu. temente, i bianchi sono pulasü. [… Essi] condividono Un giorno, lui le tolse dalle mani il suo giocattolo e glie- con i wanülü una posizione ambivalente. Possono stare lo nascose. dalla parte dello spirito ausiliare dello sciamano, del Lei si mise a piangere e non la smetteva più. buon wanülü, o dalla parte del wanülü che, con le sue ‘Ora me lo riprendo’, decise di fare un maleficio frecce, causa la morte (Perrin 1989: 51). (shiajüin kasa mojusü). Una notte, dopo che avevano fatto l’amore, prese il La rappresentazione dello ‘straniero’ in termini seme dell’uomo e lo tostò (shitujüin). di ambivalenza e di presenza funesta si riscontra an- Il seme divenne secco, ridotto in polvere. che in un racconto da me registrato che ha per tema Lei lo sparse sul sentiero dove vi erano le case dei la storia di una relazione tra una donna ‘straniera’ Wayuu. (alijuna), venuta dal mare, e un Wayuu: Cominciarono a incendiarsi e i Wayuu morirono, an- che quello che era suo marito. Chiania è la stessa Pulowi, ciò che è alijuna. Questa fu la storia di Chiania (José Epieyu, Kalekale- Un giorno arrivò a Masichi, sulla costa, in Alta Guajira. mana, 18/5/2000). Allora lì vi erano case come quelle in cui abitiamo noi, e la gente si alimentava di tartarughe marine. Nonostante il suo argomento sia a prima vi- Arrivò presso un giovane, con un’imbarcazione simile sta ben diverso tanto da quello dei racconti sulla a un motoscafo. contrapposizione tra Maléiwa e la donna/Pulowi I Wayuu la aiutarono ad ormeggiare il motoscafo, di di mare, che da quelli sugli incontri tra questa e i fronte alla riva. pescatori wayuu (cfr. Mancuso 2009-2010: 91-92), Nell’imbarcazione vi erano due donne, due sorelle. questa narrazione riprende e rielabora dagli uni e

104 sociale che ‘campo socialesemi-autonomo’,ossiadiuncampo dei caratteridiciòcheSallyFalkMoorechiama vita sociale e politica dei Wayuu presentava molti neva che, al tempo della sua ricerca sul campo, la decennio prima),BensonSaler(1988:120)soste- gli anniOttantadelsecoloscorso(mascrittoun annienta ilpropriomaritoeglialtriWayuu. un esitocatastroficopergliesseriumani:ladonna processo nonsologiungeacompimento,maha dimento dellalinguaindigena.Nondimeno,questo il raccontosottolineacollegamentoconl’appren- abitano, iniziaa‘diventarewayuu’,processodicui dendo presso lo spazio‘domestico’incui i Wayuu ‘mondo altro’associatoallamorte,Chiania,risie- so di sé ipescatori,tende a farli diventare esseridel relazione: mentrePulowi,facendosoggiornarepres- condizione ‘ontologica’deisoggetticoinvoltinella nel processo di ‘attrazione’ e di trasformazione della gare lapossibilitàdiuna‘inversionetendenza’ marini. A questo fatto, la narrazione sembra colle- i pescatoriwayuuelePulowi‘signore’deglianimali neralmente presentataneiraccontisullerelazionitra dei Wayuu, all’inverso,quindi,dellasituazionege- niera/Pulowi adarrivareeasoggiornarenella‘terra’ ma successivamenteneprovocalamorte. nia fainnamoraredileiilWayuu chelaincontra, una relazionechesirivelaambivalente:ancheChia- lowi, trala‘straniera’eilgiovanewayuusiinstaura racconti sugliincontritraipescatoriwayuuePu- incontrata daMaléiwa.Alparidiquantoaccadenei è impegnataladonna-mare/Pulowiquandoviene versa, alfilareetessere,cioèalleattivitàincui sia leichesuasorellasonoassociate,inmanieradi- juna vieneesplicitamenteaccostataaPulowi,ma dagli altrialcunielementi.Nonsololadonnaali- chiave di lettura delle strategie di ‘indigenizzazio- loro sicurezza)sipresta,almeno inparte,aquesta nisola dellaGuajiracorrendo menorischiperla potevano risiedereespostarsi all’internodellape- geni (ingenerecommercianti cheinquestomodo matrimoniali fradonnewayuu euomininonindi- In unsaggiopubblicatonellasecondametàde- In questanarrazione,tuttavia,èladonnastra- times at its own instance (Falk Moore 2000 [1978]: 55). sometimes attheinvitationofpersonsinsideit,some- social matrixwhichcan,anddoes,affectinvadeit, erce compliance; but itissimultaneously set inalarger rule makingcapacities, and the means toinduceorco- which it is surrounded. The semi-autonomous field has and otherforcesemanatingfromthelargerworldby nally, butthatitisalsovulnerabletorulesanddecisions La diffusione,giànelsecoloXVIII,delleunioni can generaterulesandcustomssymbolsinter Alessandro Mancuso,Concezionideiluoghiefiguredell’alterità:ilmaretraiWayuu - visto interminicomplessivamentenegativi: 41-42; Mancuso2008:272-282).Questoprocessoè gena, comeun‘diventarealijuna’(cfr. Perrin1989: te interpretata,all’internodellapopolazioneindi- il wayuunaiki).Questacondizioneèfrequentemen- esempio perchésièvissutiincittàononparlapiù parte deitrattiassociatial‘costumewayuu’(per wayuu, possonononesibirequalcuno o lamaggior vidui cheinbaseallalorofiliazionesonoconsiderati ad assolvere. parentela delproprioconiugepuòesserechiamato casione delleobbligazionisocialicheilgruppodi ‘tradizionale’ deiWayuu, apportaredeibeniinoc- mangiare cibiconsideratipartedell’alimentazione associate al‘costumewayuu’:parlareilwayuunaiki, sona indigena,assumealcunedellecaratteristiche parte, ‘diventarewayuu’se,oltreasposareunaper vista, siritienecheunostranieropossa,almenoin fettuare iritifunebri,ecosìvia.Daquestopuntodi di risoluzionedisputeoconflitti, aquello dief- sussistenza svolte,alluogoincuisiabita,modo tipo di alimentazione e di vestiario, alle attività di riferimento ai tratti somatici, alla lingua parlata, al co’ tradue‘modidiessere’,iWayuu possonofare dei non indigeni. Per definire questo ‘confine etni- wayuu) in quanto distinto da quello degli guire il‘costume,mododivita’wayuu(süküoitpa scendenza familiare, ‘essere wayuu’vuoldire se- matrilineare, nonsarebberoconsideratiwayuu. donne nonindigene,icuifigli,inbaseall’ideologia razione chehoriportato,cioètrauominiindigenie trimoniali deltipodiquellarappresentatanellanar viceversa moltopiùrare,ancheoggi,leunionima- uterini prossimi (cfr. Goulet 1981: 135-171). Sono ‘carne’ (eirruku)disuamadreedeisuoiparenti mata dall’ideacheunessereumanoabbialastessa zione algruppo,laquale,asuavolta,vienelegitti- wayuu, invirtùdellaregolamatrilinearediaffilia- ritti, i figli di queste unioni sono infatti considerati quale il loro gruppo di parentela ha titolarità di di- seguito al matrimonio, non lasciano la terra sulla prio territorio.Soprattuttofinquandoledonne,in storicamente reagitoallapresenzastranieranelpro- ne’ (Sahlins1999)concuilapopolazionelocaleha dalla casa. Ora invece le ragazze vanno a scuola, sono cemente si avvicinavano alla porta, ma non uscivano vano ilmondodifuori.Searrivava unalijuna,sempli- si sottoponevanoalritualedireclusione, nonconosce- che emule.Leragazze,quando diventavano signorine, in passatoiWayuu possedevanocavalli,tessuti,ama- prima pascolavanolecapre,mucche,icavalli.[…] ventati D’altra parte,oggi,unnumerocrescentediindi- Va tuttaviarilevato che oltreadipendere dall’a- I figlidei Wayuu vannoascuolaora,[…]sonodi - alijuna (alijunaipa),sonocambiatiawanajasü alijuna, 105 - -

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alijuna. […] Il Wayuu del passato era più ricco, lo rice- questo racconto, la donna straniera sembra accen- vevano e lo rispettavano, in cambio adesso è diventato tuare le sue caratteristiche di improduttività per la alijuna (alijunain); per esempio […] mangia riso e non vita degli indigeni proprio con il procedere del suo usa più il cavallo. Queste non sono usanze dei Wayuu, ‘diventare wayuu’: essa non cucina mai per suo ma- ma degli alijuna (Papun Epinayu, Piulachon, circa 80 rito, e quando alla fine lo fa, non è per alimentarlo, anni, 20 e 29/2/2000 e 16/4/2001). ma per annientare sia lui sia ogni possibilità di una loro prole ‘wayuu’. Oggi i Wayuu indossano pantaloni e non vogliono L’esito catastrofico cui approda questa storia, più portare i loro indumenti. Questo vuol dire che vo- sembra alludere all’idea secondo cui gli alijuna, gli gliono assumere i tratti dell’alijuna (eitaweshi alijuna), stranieri di origine europea arrivati dal mare, con- diventare alijuna (alijuneshi), imitarli (ashatushi), si tinuano a costituire un genere di alterità con cui credono alijuna (alijunain) (Miguel Aguilar Pushaina, è particolarmente difficile instaurare dei rapporti Chispana, circa 60 anni, 19/2/2001). sociali di reciprocità. In questo senso, gli alijuna sono messi in rapporto, per affinità e differenza, I Wayuu oggi sono diventati alijuna (alijunaipa), con quell’altra figura dell’altro da sé rappresentata perché la terra è cambiata, in passato si mangiava il da Pulowi. Ma, a differenza di quanto avviene in cuore del parrulü [specie di cactus: cactus caesius; spa- questa storia, in quelle che hanno per tema le rela- gnolo: ‘pichibel’], io no, perché ero figlia di gente ric- zioni tra le Pulowi di mare e i pescatori, nonostante ca (Maria Josefa Epieyu, circa 80 anni, Tocoromana, il pericolo di morte che esse implicano, la possibi- 17/4/2001). lità che queste siano indotte a ‘rilasciare’ i propri animali è comunque contemplata. Anche nella sto- La storia della relazione tra la Pulowi/alijuna ria dell’antagonismo fra la donna-mare/Pulowi e arrivata dal mare e i Wayuu riflette il modo ambiva- Maléiwa, questi fallisce quando vuole, per così dire, lente con cui gli indigeni guardano alla loro relazio- che il mare entri a far parte dei propri ‘domini’, ma ne con i non indigeni. Sembra quasi che l’avvio di ottiene nondimeno che la linea di costa segni una un processo di ‘familiarizzazione’ e di ‘assimilazio- sorta di confine tra il mondo ‘domestico’ per gli ne’ della donna straniera alle condizioni di esisten- esseri umani, e il ‘mondo altro’. Nella variante in za wayuu porti a uno stravolgimento delle modalità cui Maléiwa ‘pesca’ le malattie, questa soluzione di con cui, nella maggior parte delle storie che riguar- compromesso sembra già più incerta: le malattie, dano Pulowi, avvengono le transazioni e gli scambi ‘venute dal mare’, si diffondono sulla terra degli tra esseri umani ed entità soprannaturali: qui infatti esseri umani. Infine, la storia della Pulowi donna è assente ogni cenno agli animali del mare che sono straniera arrivata dal mare, dipinge una situazione sotto la sua signoria e controllo, elemento invece in cui, con la crescente diffusione della presenza dei che ricorre costantemente nei racconti in cui essa non indigeni negli spazi della propria vita dome- ‘riceve’ chi li vorrebbe pescare. Inoltre, la decisio- stica e nel proprio territorio, il mantenersi dentro ne della donna alijuna/Pulowi di restare a vivere questi confini non è più sufficiente a scongiurare i presso i Wayuu contrasta con quella della sorella pericoli di morte associati al ‘mondo altro’: gli ali- maggiore, che continua il suo viaggio e va a vivere juna infatti, come scrive anche Perrin (1997: 206), altrove. Come la donna-mare/Pulowi che ‘resiste’ portano spesso con sé queste minacce. alle avances di Maléiwa, questa sorella maggiore è presentata come un’abile tessitrice, ossia svol- ge un’attività che secondo i Wayuu, produce beni 3. L’origine marina del bestiame di prestigio (in particolare le amache) e, dunque, è fonte di ricchezza. La donna protagonista della L’insieme delle specie animali cacciate o pesca- storia, invece, sembra non trarre altro profitto dal te fa parte della categoria degli animali ‘selvatici’, gomitolo di tessuto che possiede, se non quello del chiamati dai Wayuu uchii. Bisogna però precisare piacere di un gioco ‘improduttivo’. Questa caratte- che in determinati contesti di discorso, questo ter- ristica appare non solo in contrasto con il modo in mine viene impiegato per riferirsi in particolare alla cui gli alijuna sono rappresentati nelle storie della classe degli uccelli5. Gli animali per cui il termine ripartizione originaria dell’umanità, in cui essi sono uchii non viene mai utilizzato sono viceversa tutti contrapposti ai Wayuu proprio per la loro maggiore quelli considerati ‘domestici’: la mucca, il cavallo, abilità in tutte quelle attività reputate fonte di ric- il mulo, l’asino, la capra, la pecora, il cane, la gal- chezza; essa è anche anomala rispetto alle rappre- lina; come già detto, i Wayuu li raggruppano sotto sentazioni della donna wayuu, che insistono sulle il termine mürrüt o mürülu (Perrin 1987a: 6). Inol- sue virtù di laboriosità domestica, di cui la tessitura tre, per riferirsi a essi si utilizzano anche i termini è considerata una delle principali espressioni. In amülüin o amünüin il cui impiego è però sempre

106 seguito dalnomedelpossessorediquestianimali ‘guardate’, che, nelcasoinquestione, puòessere dipendono dal‘puntodi vista’ dalqualevengono sono suscettibilidiassumere sembianzediverseche Castro 1998; AA.VV. 2007), in cui gli esseri viventi è partediun’‘ontologiaprospettivista’ (Viveiros de ste semplicemente nell’impiego di un’analogia, ma sto mododirappresentaretalerapportononconsi- sono isuoi‘animalidomestici’,mürrüt.Que- Inoltre questiesseriviventi,‘selvatici’periWayuu, infatti considerateunasua‘proprietà’(sükorrolo). porto particolareconlafiguradiPulowi.Essesono piante silvestrielafaunamarinastannoinunrap- la cosmologiatradizionalewayuuselvaggina,le Come sièvisto(Mancuso2009-2010:91-92),nel- esseri umani(wayuu)chedelbestiamemürrüt). da predapossanoassumerelesembianzesiadegli è collegatal’ideachenel‘mondoaltro’glianimali seri umani,animaliselvaticiedomestici, relazione ditipo‘metonimico’. bestiame, intrattengonodunqueconiWayuu una selvatici, glianimalidomesticie,inparticolare,il (Saler 1985,Picon1996).Adifferenzadeglianimali di disputeavvienetramitetrasferimentibestiame clusione dialleanzematrimonialielacomposizione allo statussocialedegliindividui,siaperchélacon- esseri umani, sia perché il loropossesso è associato di ‘equivalentevalore’(Descola2001:113)degli rizia, glianimalidomesticisonodivenutiunasorta altri termini,inseguitoall’introduzionedellapasto- gruppi didiscendenza in cui egli lihasuddivisi.In ai Wayuu, distribuendoloaciascunodeglieirruku,i appare semplicementecomeunbenecheeglidona degli esseriumanidapartediMaléiwa,ilbestiame i altro’. Undiscorsosimilenonvieneinvecefattoper mento incuigliesseriumani‘passano’nel‘mondo sü) originariaèconsiderata‘riattualizzarsi’nelmo- mune tra i Wayuu; questa indistinzione (papushiwa- erano esseriumani(wayuu)è,ancoraoggi,assaico- era misteriosa(pulasü)’,glianimaliselvaticiuchii) ‘umano’, coincideconlamorte. cui completamento,guardatodaunpuntodivista mesticamento’ dei primi da parte delle seconde, il stessa le entitàdel‘mondoaltro’(tracuiinprimoluogola le donne)chesonodetteinstaurarsifraiWayuu e seduzione (pergliuomini)edisottomissione (per 1988: 41).Sesiaccettaquestaipotesilerelazionidi ‘fare innamorare,corteggiare’(JusayueOlzaZubiri anche, inmanierapiùdiretta,conilverboamürraja, punto divista morfologico mürrutsia imparentato tare o condurre il bestiame’, è probabile che da un Oltre checonilverboarrulewa,‘raccogliere,inci- mürrut. Neiraccontisull’originedellaripartizione A questomododiconcepireirapportitraes- L’idea secondocui,inpassato‘quandolaterra Pulowi) equivalgonoaunprocessodi‘addo- Alessandro Mancuso,Concezionideiluoghiefiguredell’alterità:ilmaretraiWayuu 6 . commenti esplicativi: to, incuilosvilupponarrativoèaccompagnatoda 2005: 64-65). Eccone un esempio da me registra- cura di,1986:501-514;Jusayu43-54;Guerra mediatamente (cfr. Perrin,Wilbert eSimoneau,a giorno, alrivelareilloro‘segreto’,muoionoim- dai proprifamiliari,portandounariccapesca.Un ne, mossidallanostalgia,ritornanosullaterraferma scatori vengono trattati e alimentati bene, ma infi- sono detteassumerele sembianze di mucche. I pe- di to osulfondodelmare.Quiarrivanonelladimora arpionate, sono da queste trascinati in mare aper che, cacciandoinmareletestuggini,dopoaverle comunità costiere»(Guerra2005:65),dipescatori quentemente menzionatedaipescatorididiverse hanno undirettocorrispettivonellestorie,«fre- assuma laformadiesseriumaniobestiame ve comelaselvaggina,nelleterredaleidominate, lowi (cfr. Mancuso2009-2010:94),incuisidescri- ‘animali domestici’. quello di un ‘predatore’ o quello di un padrone di Pulowi. Inquestiambienti,letestugginimarine I raccontisull’incontrodeicacciatoriconPu- Per lei(sümüin),glianimaliselvatici (uchii)sonocapre, mare sonoanimalidiPulowi. I gamberietuttiipescichesitrovano nellelaguneenel (kamünüin) [k-èunprefissocheindicapossesso]. tutti ipescichevivononelmare sonolesuegreggi Pulowi hailsuodominio(kapulain ) lìnelmare, Lì eracomelaterra.[…] (sütuma tüpulowi). pecore eglialtripescieranolecapre,acausadiPulowi (jimeka) eranopecore e capre, i gamberi(jisot)eranole cane, idelfini(chichunaka)suoimaialieglialtripesci La casa era bella e grandissima, lo squalo (piyui) era un di Pulowieranobestiame(mürrüt). Per iWayuu, glianimalichesitrovavanovicinola casa babilmente aLepidochelysolivacea]. nome spagnolo:‘caguama’o‘gogo’;corrispondepro- li eranoilwouwou[altraspecieditartarugamarina, sa cernia;nomespagnololocale:‘meroguasa’],icaval- l’asino erajuna cavalli, asini, Essi osservaronochevieramoltobestiame,vacche, La donnaliinsediònellaparteposterioredellasuacasa. dove stoora. era comesefosseroarrivatiinunluogoquesto palaaka musüsainmma), A loroilmareapparivacomesefosseterraferma(tü sommerse nelmare. I Wayuu restaronoimmersinelmare,fuPulowicheli Essa appartenevaaPulowi(sükorrolepulowi). scatori wayuuversooriente(wüinpumüin). scientifico: Si raccontachelatartarugamarina(sawainru[nome Chelonia mydas])avesse trascinato dei pe- [Epinephelusitajara,unaspeciedigros- 107 7 - ,

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cavalli, vacche, galline, maiali, incorporare questi nuovi esseri nell’universo sociale e per lei tutti i pesci sono gli animali domestici (mürrüt) simbolico della popolazione indigena che se ne appro- che si trovano fuori (anouipa) dall’acqua. priava (Guerra 2005: 62). Quando io ero giovane, i Wayuu potevano morire quando pescavano i gamberi, ve n’era una gran quan- A questo proposito, Perrin (1987a, 1987b, tità. 1988b, 1997) ha argomentato che, da un punto di Così successe a una sorella minore di mia moglie. vista simbolico, il bestiame sarebbe venuto a oc- Perché Pulowi si adirava (arrülajasü) per la confusione cupare una posizione intermedia rispetto alle op- di tutta la gente che veniva a pescare. (Carlos Chieta posizioni categoriali da cui sarebbe ‘strutturato’ il Epieyu, 1 luglio 2002). ‘sistema di pensiero tradizionale’ wayuu. Come si è visto, secondo lo studioso questo sistema di op- A differenza di quanto avviene per gli animali posizioni sarebbe compendiato dai ruoli e dalle terrestri, dove l’equivalenza ‘animali selvatici = ani- proprietà che nella narrativa orale sono associate mali domestici di Pulowi’ è limitata alla selvaggina, alla coppia costituita da Pulowi e da Juyá (‘Piog- (essa non si applica, per esempio, né agli uchii per gia’, visto come personaggio mitico). Rispetto a un eccellenza, gli uccelli, né ai felini carnivori, consi- «‘sistema dominante’ di organizzazione del pen- derati dei predatori potenziali degli esseri umani)8, siero» che avrebbe informato le «rappresentazioni essa si estende all’insieme degli animali che vivono tradizionali» (Perrin 1988: 121) della realtà prima sotto la superficie del mare. In questo altro brano dell’arrivo degli Europei, le specie di cui si com- da me registrato, questa concezione è presentata pone il bestiame avrebbero costituito una ‘novità’ con ricchezza di dettagli: da un duplice punto di vista: sia perché introdotte nel territorio dei Wayuu solo in seguito a questo Pulowi è la padrona degli animali (sükorrole uchii- ‘evento’, che perché divenute termine di una rela- ka palaa pulowi), della tartaruga, dello squalo. Il mare zione con l’animale non più basata sulla predazione è il suo territorio (saanainka paalaka, letteralmente: ‘il ma sulla domesticazione. Impiegando un lessico di mare è il cuore dei luoghi in cui risiede’). Tutto quello stampo strutturalista, Perrin sostiene che gli anima- che c’è nel mare lei lo ordina, lo dirige (alujatawain). li domestici «partecipano nello stesso tempo della Gli squali sono i suoi cani, fanno parte del gregge di natura e della cultura» (1997: 192); per questo Pulowi (sümünüin pulowi). Lo squalo fa la guardia (süluwatain süchirrua) ai greggi di Pulowi, ai pesci [i Wayuu li] considerano esseri ambivalenti. In (jimeka); egli controlla (anajüin) quelli che entrano, quanto animali, li associano spontaneamente a Pulowi, pascola (arrülejaka) gli animali di Pulowi. L’iyolosok che i miti descrivono come una ricca proprietaria di [grossa specie di cetaceo; nome scientifico non iden- selvaggina e di bestiame (suggerendo allo stesso tempo tificato], questa è la cavalcatura (shejeena) di Pulowi una continuità tra caccia e pastorizia: il pastore mantie- (Yaco Uriana, Guasima, 26/6/2002; 18/01/2005). ne un debito verso il mondo soprannaturale [superna- ture], simile a quello del cacciatore nei confronti della Un tipo di ‘prospettivismo ontologico’ analogo, signora della selvaggina; sebbene ne sia proprietario, ma configurato in maniera più complessa, si regi- non può dominare il bestiame senza restrizioni). Tut- stra anche nel modo di parlare delle specie (in par- tavia gli animali domestici sono ugualmente accostati ticolare le pecore e le mucche) che costituiscono il a Pioggia che garantisce la loro prosperità assicurando bestiame. Le concezioni che tendono ad assimilarlo la ricchezza dei pascoli di cui si nutrono. D’altronde a un ‘bene’ fonte di ricchezza convivono infatti con Juyá è considerato montare un magnifico cavallo (Per- l’idea, ancora oggi di notevole diffusione presso i rin 1988: 123-124). Wayuu, secondo cui esso avrebbe un’origine mari- na; da questa ‘provenienza’ deriverebbe una certa Allo stesso Perrin dobbiamo la prima documen- ‘instabilità’ di sembianze e di comportamento che tazione di un genere di racconto il cui tema è l’‘at- caratterizzerebbe questo genere di animali. Come trazione’ esercitata su un gregge di pecore ‘domesti- nota Guerra, che’ da parte di pecore ‘selvatiche’ di provenienza marina. Eccone un riassunto: un pastore porta a pa- La costruzione del mare come luogo è per i pesca- scolare le sue pecore vicino la spiaggia. Una notte, tori wayuu intimamente legata alle trasformazioni sto- dopo una pioggia abbondante, le pecore prendono riche nelle attività di sussistenza di origine preispanica, un altro cammino che le fa arrivare alla spiaggia. come la caccia e la pesca, investite di un alto valore sim- Quando le va a riprendere e a raccogliere, il pastore bolico […]. Ad esse si è aggiunta, negli ultimi secoli, la le vede lottare con pecore molto più grandi, emerse pastorizia di animali introdotti in Guajira dagli europei dal mare. Prima dell’alba le pecore ‘marine’ rientra- nel secolo XVI, la quale ha comportato l’esigenza di no nel mare e la maggior parte delle altre pecore le

108 seguito il testo di quella più lunga e completa: seguito iltestodiquellapiùlungaecompleta: ‘pietrificate’ dandoorigineaquellerocce.Riportodi sulla terra.Sorpresedall’arrivodelgiorno,restarono precisato, ogni notte uscivano dal mare a pascolare fossero dellevaccheche,inunpassatononmeglio in unalocalitàcostieradellaGuajira,chiamataPájala, orali incuisiraccontadicomealcunerocceesistenti quella stessadirezioneeambiente(ivi:12). di cuilamemoriastoricadescrivel’‘emersione’da to chelecollegaproprioaglialijuna,stranieri ta sullepecore,costituirebberotuttaviaunelemen- provenienza dalmareel’attrazionecheessoeserci- tamente agliuomini»(ibidem).SecondoPerrinla sticati, glianimalinonappartengonomaicomple- gerisce aipastori[wayuu]che,sebbeneaddome- tradizionale dellestoriedicacciatorieccessivi,sug- Inoltre, questanarrazione«ricalcatasulmodello avrebbero subito questaforza d’attrazione (ivi: 11). se fosserostatediorigine‘straniera’,alijuna,non racconto, laloroorigine‘autoctona’,ossiawayuu: mare, ‘proverebbe’,secondolostessonarratoredel re delpastoreleseguano,attratteeinghiottitedal associati aPulowi.D’altrondeilfattochelepeco- si presentanocomeesseripulasü,implicitamente presta aunaletturacomplessa.Lepecoremarine 1987a: 8-9perlaversioneintegrale). segue. Essevengonoinghiottitedalmare(cfr. Perrin ze divacche. Inesso,comeinquelloche mettein sono glistessichesullaterraferma hannosembian- in marehannolesembianze ditartarughemarine cezione prospettivistasecondo cuigliesseriche Nel 1990, Guerra ha pubblicato alcune narrazioni Nel 1990,Guerrahapubblicatoalcunenarrazioni Secondo lostessostudioso,questoraccontosi Anche inquestoracconto èpresentelacon- Uriana, inGuerra1991:186-187). e ilgiornotornavanelmare(narratore:RafaelPana pascolava durantelanottesullaterraferma lowi Restano lìcomericordodiquandoilbestiamePu- e restaronotramutatepersempreinroccebianche. la versospiaggia il solelesorpresementrevenivanodaltorrentediPája- Una mattinalevacchediPulowinonpoteronotornare, Di giornoeranogranditartarughechenuotavano. Di mattinaritornavanonelleprateriedelmare. che pascolavanodinotte. Le tartarugheeranovacchegrandiebelle e sitrasformavainmucche. Veniva apascolaresullaterraferma, In passato,tuttoilbestiamediPulowi terra. Sono vacchediPulowichesonostateimprigionatesulla Sono dellegrandiroccevicinoauntorrente. Conosci letartarughediPájala? Alessandro Mancuso,Concezionideiluoghiefiguredell’alterità:ilmaretraiWayuu volte questaideadell’originemarinadelbestiame: di esseresenziente. può essereinterpretatacomeperditadiunostatus trificate, condizioneche,nelcontestoinquestione, alla finesottrattesuainfluenza,restandopie- scompaiono inmare,quilevacchediPulowisono quello pubblicatodaPerrin,lepecoredelpastore assoggettamento di questianimalirestaaperta:sein seri umani,laquestionedelcontrollo,dominioe sulle pecorecheformanopartedeigreggideglies- scena la‘forzad’attrazione’dellepecorediPulowi essi sonocapaci diguidarsiperproprioconto (laüla), Da lìsonocapacidiusciresolamente imaschi,perché ed essinonriesconopiùauscire. Se qualcunovuolerinchiuderli, costruisceunrecinto, Essi vengonofuoricircaalledue dinotte,oalledieci. nella savana. i cavallisonodeglistessicoloridiquellichesivedono colori, re scuro, a volte bianchi, dorati, possono essere di tre A voltequestianimaliesconosullaterra,sonodicolo- è unluogosolitario,appartato. Lì risiedono in un luogo che è come una savana (anoui), mare (tüwashirrüshirroküpalaa). to dallospagnolo‘borrico’]),laricchezzavengonodal Le pecore,levacche,gliasini(puliku[terminederiva- I mürrütprovengonodalmare(shirrokojepalaa). Epieyu, 10marzo2002). Tutto ilbestiame èemersodalmare(Carlos‘Chieta’ perché sonovenutedalmare,animalidiPulowi. non letrovano, Per questolepecoresenevannodinotteeipadroni per mangiaredinotte. Vi èunaspeciedigrottadacuiesseuscivanodalmare Il luogodovequestoèsuccessosichiamaJouktaipana. gnolo ‘carnero’])sonovenutefuoridalmare. Anche lepecore(annetka[terminederivatodallospa- Le vacchesonouscitedalmare. Lì sonorestateaccovacciate,trasformateinrocce. rizal. Questo luogosichiamaPájala,glialijunalochiamanoCar Guajira, oltreWalirajut. Sulla terrasitrasformaronoinrocce(ipasü),làAlta Così successeconlevacche,uscironodalmare. Chiusero l’entratadelrecinto. ‘Andiamo a rinchiuderli in un recinto’, dissero i Wayuu. arrivarono lì,madibestiame. non avevanol’aspettoditartarughemarinequelliche ri (anouipamüin); e levacche(paa)arrivaronosullarivapermangiarefuo- Raccontano che un giorno, nel passato,il cavallo (amá) laaka). Il bestiame(mürrut)èuscitodalmareshirrokojetüpa- Nel corsodellamiaricerca,hoincontratopiù - 109

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saltano lasciando le femmine dentro. A quei tempi il mare era grandissimo, Le pecore appartengono a Pulowi (sükorrolo pulowi), l’unica cosa che emergeva era la montagna Epits [altra vengono dal mare. altura della penisola della Guajira, chiamata in spagno- Esse vennero fuori da lì e i Wayuu se ne impadronirono lo ‘Cerro de la Teta’]. (sükorrot). Allora i Wayuu che si trovavano sulla cima della mon- Gli anziani dicono che anche le vacche sono venute tagna presero una fionda (junaya) grande. fuori dal mare (juittüsü shirrokü palaa). Vi collocarono una pietra che si trovava lì. A Carrizal vi sono delle rocce che assomigliano (ayatsü: ‘Che sarà di noi?’, dissero. ‘essere eguale di forma’) a delle vacche, però, se ti av- Impressero slancio alla pietra e la lanciarono molto lon- vicini sono rocce. tano. Un alijuna che viveva lì vicino, sentiva il muggito di Cadde in mare. un toro e si domandava: “Che sarà? Lo catturerò un Allora il mare cominciò a ritirarsi, ed emerse di nuovo giorno e l’altro”. la riva, verdeggiante, Li vedeva in gruppi (kottüin), andavano a pascolare là dove cadde la pietra, vicino Musichi. fuori dall’acqua (chajaka anouipa). Allora iniziarono a vedere un’ombra (shiyolojoka) nel Così ne catturò alcuni. mare. Quelle che rimasero (saamulain: ‘eccedenti’), furono Erano le pecore, iniziarono a uscire sulla riva, venivano trasformate in vacche. a pascolare lì. Lo stesso accadde con il manato [Trichecus manatus, in I Wayuu dicono che le pecore si sono originate dal mare wayuunaiki: manach]. (shirroküjein tü palaa shiki tü annetka namaka na wayuu- All’arrivo dell’alba quelle che non riuscirono a scap- ka). pare si trasformarono in pietre, sembrano vacche ac- Per questo, ora quando piove nelle savane della Bassa covacciate (süikkala), lo stesso successe con quelle che Guajira (wopumüinka anoui), catturarono. (Yaco Uriana, 18/1/2005) le pecore se ne vanno verso oriente (wüinpumüin), perché vengono da lì, e vogliono ritornare lì da dove Le vacche sono uscite dal mare (shirrokoje palaa). sono venute (Ivan Pushaina, circa 40 anni, Chispana, Lì in Alta Guajira si vede da lontano qualcosa che pare 7/3/2002) simile a delle vacche. Furono sorprese dallo spuntare del giorno. In molti dei brani appena riportati, tra il pas- Si vedono lì accovacciate in gruppo. sato, in cui si situa il tempo in cui il ‘bestiame’, di Uscivano sempre di notte a pascolare nella pianura. notte, usciva dal mare a pascolare sulla terra, e la si- Le vacche, quando mangiano molto, si sdraiano e così tuazione attuale, non vi è una vera e propria discon- facevano loro. tinuità. Come si spiega in alcuni di essi, le pecore, Si alzavano prima che si facesse giorno, perché il loro se sottratte alla vigilanza del pastore, tenderebbero pascolo era lontano dal mare. a dirigersi verso il mare, ad oriente, quasi fossero Un giorno, albeggiò quando ancora erano in cammino ansiose di farvi ritorno. Questa ‘forza d’attrazione’, (ayuka saü). che si è già incontrata nel racconto pubblicato da Si trasformarono in rocce e così sono restate (ipalasü Perrin, ‘proverebbe’ la loro provenienza originaria sümaka). dal mare. D’altra parte, nei modi in cui si racconta Per questo quelle rocce da lontano sembrano vacche la storia dell’origine marina dei bovini, non appa- (musü kasain paa watta). re casuale l’oscillazione, un po’ da parte di tutti i Anche le pecore provengono dal mare (Teodoro Wou- narratori, tra il vedere nella pietrificazione l’esito di riyu, circa 70 anni, Kamuchasain, 3/2/2005). una interruzione dei rapporti che essi, in passato, avrebbero avuto con l’habitat marino (e dunque In un altro brano, il narratore inserisce il tema con l’ambito che si considera, proprio perché scar- dell’origine marina delle pecore in una storia che samente ‘addomesticabile’, dominato da Pulowi), è chiaramente una rielaborazione dell’episodio del e il presentare, come causa di quella stessa inter- conflitto tra Maléiwa e la donna-mare/Pulowi: ruzione, un evento ‘inaugurale’ identificato con la loro riduzione in cattività da parte dei Wayuu (in Mio padre Kashitala Ipuana diceva che le pecore sono una versione sostituito da ‘un alijuna’)9. venute dal mare. Si può cioè ritenere che, presso i Wayuu, allo Secondo gli anziani wayuu, le pecore hanno avuto ori- sviluppo di una relazione tra esseri umani e anima- gine dal mare (tü shikika tü annetka ejetüin shia shir- li fondata sulla domesticazione abbia corrisposto, roküjekat palaa mushi), sul piano delle rappresentazioni simboliche, una in un passato remoto, quando la terra era misteriosa progressiva erosione di una concezione ‘prospetti- (sümaiwa main, pulaiwa mma). vista’ dell’animale. In altre parole, anche in questi

110 e animaliglirisponda: to daunriccopastorepernonpossederericchezze il narratore racconta comeunpescatore, apostrofa- ta diapologomoraleregistratodaGuerra.Inesso, sono il‘bestiame’diPulowi).Neèesempiounasor domesticazione (laselvagginaeglianimalidelmare vista’ degli esseri viventi in termini di relazione di semplice declinazione di una ontologia ‘prospetti- è innegabile,etendeadandarespessobenoltrela e raccolta) ma sulla domesticazione e l’allevamento sate non più su tecniche di prelievo (caccia, pesca lazione conglianimaliel’ambientenonumanoba- la), avoltedescrittocomecaprasimaaluna. mestiche: è,peresempio,ilcasodelcapriolo(uya- selvatiche mièstatodettocheuntempoeranodo- zionato. Inpiùdiun’occasione,alcunespecie rinselvatichiscano, costituisceuntemaspessomen- gli animalidomesticitorninosimaaluna,ossiasi pecore nonneèilsoloesempio:lapossibilità che dell’animale resta comunque instabile. Il caso delle tra questeduediversemodalitàdirappresentazione fa, echelacacciasiaquasiscomparsa,ilrapporto stiame tra i Wayuu rimonti a quasi quattro secoli una formaunivoca. in untendenziale‘fissaggio’delleloroapparenze incontro aunprocessodi‘reificazione’,cherisulta compongono ilbestiame),questisembranoandare come èavvenutofraiWayuu conlespecieche un poteredidomesticazione degli animali (così quando sonogliesseriumaniadiveniretitolaridi domesticità, conlesembianzedimucca.Tuttavia, marina, e,inquantosottomessoaunarelazionedi to ‘preda’ di caccia, con le sembianze di tartaruga quale inmare,unostessoanimaleappare,quan- racconti sipuòintravederelaconcezionesecondoil vamente, pesca epovertà,proprietàdi bestiamee re’ lo stereotipo che fra i Wayuu associa, rispetti- In questomodo,ilnarratore cercadi‘capovolge- ti aglistessirischicuiquest’ultimo risultaesposto. bestiame, inquantoi‘suoi’ animalinonsonosogget- è dunqueavvantaggiatorispetto alproprietariodi Tuttavia, lapreminenzaassuntadaformedire- Nonostante l’adozionedell’allevamentodibe- 1990: 175). staranno lì(ClementeGutiérrezEpieyu,inGuerra delle tuericchezzeedeituoianimali?Incambioimiei e letuepecoremuoionodisete,dimmi:cheneresterà demia elatuamandriasiestingue,sesiccitàèforte sono néepidemie,furtisiccità.Searrivaun’epi- rischio chesiestinguano,perchélì[nelmare]nonvi Quando hobisognodiunoessi,meloscelgosenza sono loroschiavo, come loseitudelle tue mandrie. In questoapologo,chivivedellapescanelmare Anche iohoricchezzeemoltianimali;solochenon Alessandro Mancuso,Concezionideiluoghiefiguredell’alterità:ilmaretraiWayuu - 1997; Descola 2005). Secondo François Sigaut, 1997; Descola2005).SecondoFrançoisSigaut, 2006, 2009 una veraepropria‘decostruzione’(cfr. Digard1988, oggetto diunforteripensamentocritico,senon uomo e animali,lanozione di domesticazioneèstata stico’ (cfr. Mancuso2009-2010:82-84). cultura equelletra‘selvaggio’o‘selvatico’‘dome- del nonumano,e,inparticolare,quellefranaturae la distinzione tra il dominio dell’umano e quello in Occidente, negli ultimi secoli, si è rappresentata salità dialcuneopposizioniterminologicheconcui to dell’intensodibattitocheharipensatol’univer alcun ruolo. gli esseriviventiedeiluoghisembranongiocarepiù la concezionediun‘prospettivismoontologico’de- valenza diunasempliceimmaginemetaforica,incui sa savanadipascolo»(Guerra1990:175)assumela nere, ilparlaredeifondalimarinicomediuna«este- dei suoi animali implicano. Nei discorsi di questo ge- mortale, perilpescatore,chelacatturael’uccisione alla suadipendenzadaPulowi,equindialrischio seduto efontediricchezza;nessuncennovienefatto te ‘reificata’, e considerata solo in quanto bene pos- appare, alparidelbestiameterrestre,completamen- proprietà dibestiame,tuttavialastessafaunamarina chi» (CarlosEpieyu,1/7/2002). costieri (apaalanchi),iboviniappartengonoairic- testuggini marinesonoilbestiamedinoi,pescatori ne ricorrentetraipescatoriconcuiholavorato:«le stesso senso può essere interpretata un’affermazio- ricchezza (cfr. Mancuso 2009-2010: 86-89). Nello univoco (Sigaut1988:64-65). domesticazione nonhaaffattoun contenutoprecisoe dere ilconcettodidomesticazione. […]lanozionedi il fattochelosianoinparteèsufficiente afareesplo- esse. Nonchesianototalmenteindipendenti,certo.Ma no a delle logichedifferenti, senza legami necessari tra le realtàchesisituanosuquestitrepianiobbedisco- parte dell’uomo.Ciòchemisembraessenzialeè quello, economico,dell’utilizzazionedell’animaleda logico, dellalorofamiliarizzazionereciproca;einfine male da parte dell’uomo; quello, si potrebbe dire eto- […]: ilpianogiuridicodell’appropriazionedell’ani- fonde dellecosechesisituanosudeipianidifferenti te didescriverla,eancormenoanalizzarla.Essacon- Una constatazione analoga,vanotato, puòin Soprattutto nel caso degli studi sulle relazioni tra Soprattutto nel casodeglistudisullerelazionitra Nella primapartediquestoscrittosièdatocon- In questaimplicitaassimilazionedellapescaalla essa designaunarealtàapparente,manonpermet- 2 ; Ingold 1996; Russell 2002; Erikson ; Ingold1996;Russell2002;Erikson 4. Conclusioni 111 -

Ricercare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) buona parte essere fatta valere anche per le rela- il bestiame ai Wayuu), gli animali allevati costitu- zioni tra gli esseri umani e gli spazi fisici. Con l’a- iscono una proprietà degli esseri umani, che eser- nalisi delle diverse modalità con cui fra i Wayuu citano su di essi un ‘dominio’, ossia un tipo di re- si configurano le relazioni fra esseri umani e tutto lazione stabilmente asimmetrica e gerarchizzata in ciò che costituisce, rispetto alla condizione uma- cui diversi studiosi (cfr. Ingold 1996; Tapper 1988; na, un’alterità, si è cercato di offrire un contributo Russell 2002) hanno individuato il tratto distintivo etnografico a queste discussioni. Si è visto in par- della vera e propria domesticazione, rispetto a una ticolare come presso questa popolazione indige- semplice familiarità con l’animale o a una sua ri- na il mare possa assumere valenze e connotazioni duzione in cattività10. Il bestiame, in questo senso, molto diverse. Esso può essere immaginato come per ciò che attiene al suo ‘statuto ontologico’, ten- un principio personificato che si oppone all’intru- de a essere rappresentato in forme ‘reificate’, come sione degli indigeni, per i quali resta qualcosa che ‘bene’ e ‘strumento’, e ad assumere quindi una po- segna i confini del proprio territorio (woumainpa). sizione antitetica a quella che caratterizza, presso All’altro estremo, come si è mostrato, la sua rappre- molte popolazioni amerindiane, gli animali selvatici sentazione come savana e pascolo della fauna che (cfr. Descola 2005: 514-525). vi abita può assumere i tratti di una semplice me- Presso i Wayuu, tuttavia fra questi due estre- tafora per sottolineare il rapporto di proprietà che mi si incontra un insieme di rappresentazioni in lega questo luogo e le sue risorse agli esseri umani: cui il mare e tutti gli esseri che, per risiedervi o come le zone di pascolo sono oggetto di diritti di per provenirvi, vi sono associati, restano qualcosa accesso la cui titolarità è detenuta da un gruppo di che può essere appropriato o addomesticato dagli parentela uterina, che li può concedere in cambio esseri umani instaurando una negoziazione, dagli di compensazione, fra i Wayuu è stata documentata esiti sempre incerti, con il ‘mondo altro’ che ne ha anche la vigenza di zone di pesca, sulle quali coloro il controllo. La rilevanza che presso questa popo- a cui ne è riconosciuto un diritto di controllo ter- lazione ha storicamente assunto un tipo di rappor- ritoriale possono fare valere restrizioni di accesso to con gli animali non più basato sulla predazione (cfr. Guerra 2004: 61-63). ma sull’allevamento e possesso di bestiame, trova Queste due opposte concezioni del mare sem- espressione nel modo di assimilare la relazione, brano avere un corrispettivo in alcuni dei modi con tanto di ‘familiarità’ quanto di ‘dominio’, che la ‘si- cui i Wayuu concepiscono le relazioni con gli ani- gnora del mondo altro’, Pulowi, intrattiene con gli mali. Non sembra casuale che le storie sul tempo animali cacciati e pescati dai Wayuu, alle relazioni delle origini configurino la stessa reciproca esclusi- che questi hanno con il bestiame. Ma d’altronde, la vità di dominio territoriale come esito dei rapporti stessa ‘domesticità’ delle specie allevate resta insta- sia tra l’eroe culturale Maléiwa e la donna mare/Pu- bile e potenzialmente reversibile: esse, come viene lowi, che tra questi e i felini carnivori, da lui infine sottolineato, non solo ‘provengono’ dal mare, ma confinati ai margini del territorio wayuu. All’altro possono rientrarvi, sottraendosi al controllo degli estremo (come, sul piano della stessa narrativa ora- esseri umani, e passando nuovamente sotto quello le, testimonia la storia di Maléiwa che distribuisce della ‘signora’ di questo ambiente: Pulowi.

112 wayuu dellastella Vega. donna guamacho(mokochirra ) èchiamatoJiichi,nome registrate, ilpersonaggioche feconda prodigiosamentela incinta dopountemporale.In unadelleversionidame ne, sonorestieaprenderemarito) restamisteriosamente clusione ritualecheseguel’arrivo dellaprimamestruazio- usata perriferirsiaquelleragazzeche,sottomesseallare- chiamata semplicementejulamiapaülajütü,espressione che vièpubblicata(ivi:14-16),dovelafanciulla(qui vidanza. Essesonoinvecemenzionatenell’altraversione si facennoallecircostanze‘straordinarie’dellasuagra- pubblicate nellibrodiMujicaRojas(s.d.:1-6),incuinon con ilguamachositrovaancheinunadelledueversioni questo personaggiovengachiamatoconunaltronome. nota seguente)perchéinalcuneversionidiquestastoria, significa ‘inunpassatoremoto’.Ciòspiegherebbe(vedi biale esarebbeimparentataconilterminesümaiwa,che di questaparola,sümaléiwa,cheavrebbevaloreavver tempi. Misicitavaaquestopropositounaformarelativa significato siriferisceatuttociòchestavaalprincipiodei inteso, oltrechecomenomeproprio,epitetoilcui Wayuu concuiholavorato,iltermineMaléiwapuòessere (2009-2010), n.12(2):81-103. cata nell’ArchivioAntropologicoMediterraneo,XII/XIII ne dellepiogge. considerare nomegenericodiastroassociatoallastagio- chi) eJuya,cheinquestocontestodidiscorsopossiamo nome collettivopertuttiifratelli)sonoilguamacho(Sii- (1998: 13-49),i due genitoridi 2010: 101, nota 31). Nella versione di Pimienta Prieto tanza conlasuaapparizioneincielo(cfr. Mancuso2009- stella Sirioeallepioggecheinizianoacadereinconcomi- ‘sciamani’ wayuu)èfecondatadaSimirriu,nomedatoalla Tumajule èilnomeconcuiMaléiwavienechiamatodagli fratelli; cfr. PinedaGiraldo[1947:145]secondoilquale che nellealtreversionicorrispondonoaMaléiwaeaisuoi majule yPeeliyu(questinomiidentificanoipersonaggi Ipuana (1972:29-39),Manna,lamadredeigemelliTu- fecondata» (1979:170).NellaversionepubblicatadaPaz non avessemaicopulato.Nessunosapevachila gravida «nonostantenonavessemaiavutounmaritoe Tribulus Cistoides),oconSiichi,ilguamacho,rimase nello spagnololocaleAbrojoamarillo;nomescientifico la madre di Maléiwa,identificata conManna (chiamato 86-98; 1979:170-189),siraccontasemplicementecome alcune versioni.InquellepubblicatedaPerrin(1997: gio chelafecondaprodigiosamenteèspecificatasoloin Note 3 2 1 L’identità dellamadrediMaléiwaedelpersonag- Secondo quanto mi è stato spiegato da alcuni dei quanto mi è stato spiegato da alcuni dei Secondo Laprimapartediquestoarticoloèstatapubbli- L’identificazione della madre diMaléiwa (qui usato come Maléiwa (qui usato come Alessandro Mancuso,Concezionideiluoghiefiguredell’alterità:ilmaretraiWayuu -

quali carnivori sonochiamatidainarratoriconterminidiversi Strauss. ComenotaPerrin(1997:88,34),ifelini ricani ènotoatuttiilettoridelleMitologichediLévi- gono nei‘mitidiorigine’deigruppiindigenisudame- ma prefissata derivatadaunaradice,átpa , cheappare süchirra palaa.Nelcasodisütpale , sitrattadiunafor alcuni Wayuu mihannoparlatodellastessaPulowicome pio, mièstatotradottocome: ‘secrezionedelmare’e secrezione chedinutrimento: süchirrapalaa,adesem- prefissata siasi cosachepuòemettereunasecrezione’.Nellaforma quello diachirra,‘mammella’e,piùgeneralmente,‘qual- spiegato cheilsignificatodelprimoterminederivada sütpale. al postodeltermineshe’e,altriduetermini:süchirrae tipo diclassificazionedellafauna,i Wayuu usanoavolte, rano gliuchii‘pereccellenza’. esclusi gliuccelli,ossiaanimalicheiWayuu conside- delle specie animali per habitat restano apparentemente Va comunqueosservatochedaquestaclassificazione letteralmente ‘parassitadeibambini)»(Perrin1987a:6). docchio (chiamatomapüi,maavolteancheshe’etepichi logica’), e piùspecificamente unparassita, comeilpi- in unambientedeterminato(unaspeciedi‘nicchiaeco- più ampio,designal’insiemedeglianimalicheabitano per ‘fauna’ la parola e per ultimo la ‘fauna marina’ (she’e palaa), traducendo stre’ (she’emma),la‘faunadiacquadolce’wüin Wayuu] distinguonotregrandiclassi:la‘faunaterre- gli animaliselvaticiancheinbaseallorohabitat:«[i messa alritualedireclusione. donne, portandoviadallasuacasaunafanciullasotto- Perrin 1979:144-147),chesicomportada‘predatore’di un raccontooraleancoraoggiabbastanzadiffuso(cfr. Epeyüi oKaláirasonoancheinomidelprotagonistadi ‘esserci qualcosadipericoloso’»(1997:128,nota48). «viene tradottodaibilinguicondelleperifrasicome lega ilsuosignificatoaquellodelverbokepéyüla,che suscettibile di assumere sembianze umane» (ibidem) e nome spessodato[…]algiaguarosoprannaturale,cioè maculata delgiaguaro.Perrinaffermache«Epéyüièil dipinto configure’,chiaroriferimentoallapelliccia porto conquellodiakánala,‘dipingere’,ekaná‘essere gnificato di di artigliricurvi(kulirra:‘amo’;apatou‘artiglio’);ilsi- esempio, si riferisconoadiversecaratteristichedell’animale.Ad brano piuttostoessere,ancheinquestocaso,epitetiche questi termininondesignanospeciediverse,masem- (‘león’ nellospagnololocale),neldiscorsoordinario parte quest’ultimochequasicertamentedesignailpuma Come riportalostessostudioso(ivi:8),inquesto 4 5 Ilruolopreminentecheigrossifelinicarnivorisvol- PerrinhaosservatocheiWayuu suddividono Epéyüi, I Wayuu bilinguiconcuiholavoratomihanno Kulirrapata siriferiscecertamentealpossesso süchirra, ilterminerinvierebbesiaall’idea di Kanapü, come mi è stato spiegato, è in rap- Kaláira, she’e […] che, nel suo significato Kulirrapata, Kanapü, Wasash. A 113 -

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in diversi vocaboli: átpaja è, ad esempio, un verbo che sumono rispetto a Pulowi quando soggiornano nei suoi significa ‘raccogliere alimenti e, in particolare, frutti’; domini territoriali: quelli che definiscono il ‘mondo altro’. átpain è un sostantivo che significa «frutti staccati o fatti 8 Nelle descrizioni dei ‘territori’ di Pulowi è fre- cadere dalla pianta, prodotti commestibili silvestri che si quente la menzione del gran numero di uccelli che vi sono raccolti, inclusi gli animali selvatici» (Jusayu e Olza si incontrerebbero, ma questi, a differenza delle specie Zubiri 1988: 67-68). Sütpale palaa, ad esempio, potrebbe considerate selvaggina, non vi appaiono mai rappresen- dunque essere tradotto: ‘ciò che viene raccolto dal mare tati come se fossero il suo ‘bestiame’ (mürrüt). Anche per uno scopo alimentare’. per ciò che riguarda gli stessi mammiferi selvatici, questa rappresentazione non riguarda i felini carnivori di gros- 6 Perrin scrive che «la categoria amülüin designa tre sa taglia, che sembrano piuttosto costituire una sorta gruppi molto diseguali: gli animali domestici, gli anima- di controparte maschile della ‘signora’ della selvaggina li selvaggi addomesticati, e i cani» (Perrin 1987a: 6). In e sono considerati, non a caso, una delle forme sotto realtà, gli si potrebbe obiettare che questi animali sono le quali si manifestano gli spiriti wanülü (Perrin 1997: ‘diseguali’ solo se si assume come modello di riferimento 128). I felini carnivori infatti occupano, rispetto agli es- la moderna tassonomia scientifica; essi cessano di appa- seri umani, delle posizioni analoghe a quelle di Pulowi. rire tali se, appunto, li si considera dal punto di vista Da una parte, infatti, essi sono dei potenziali predatori delle relazioni di domesticità rispetto agli esseri umani. di esseri umani. Dall’altra, come nel caso delle relazioni tra questi ultimi e Pulowi, essi rappresentano - o, per 7 In Mancuso (2009-2010: 94) ho ricordato una versio- meglio dire, hanno rappresentato in passato - degli ‘an- ne di questo racconto pubblicata da Perrin (1997 [1976]: tagonisti’ rispetto all’appropriazione delle specie che 51-60), in cui si descrive come al cacciatore che sia attratto costituiscono la selvaggina. Questa posizione è quella nelle terre in cui abita Pulowi, la selvaggina appaia con le configurata nell’episodio delle storie di Maléiwa in cui sembianze di fanciulle che come lei, sono ricche proprieta- egli, con i suoi fratelli, combatte, sconfiggendoli, con gli rie di bestiame, e che cercano di sedurlo e di farlo diventa- uomini-giaguaro. Si può infatti dire che in questo epi- re il loro marito. Nel corso della mia ricerca, ho registrato sodio, i primi passano gradualmente da un tipo di rela- diversi racconti simili, come il seguente: zione con i secondi originata da un atto di predazione cannibale (come si ricorderà, la madre di Maléiwa viene C’era un cacciatore infallibile (ainai), divorata dagli uomini-giaguaro) e caratterizzata da una cacciava cervi, uccideva sempre cervi, ogni giorno. sorta di domesticità asimmetrica (Maléiwa e i suoi fra- “Che sta succedendo con le mie mandrie (kamünüin- telli vengono allevati dagli uomini-giaguaro, così come, ka)?”, disse allora Pulowi. presso i popoli indigeni sudamericani, è frequente che si Pulowi ha servi (piuna), il suo bestiame sono i cervi, i faccia con i cuccioli degli esemplari uccisi, cfr. Erikson caprioli, i pecari, i conigli. 1997), a un altro in cui essi, dopo aver imparato a cac- Pulowi si accorge di quelli che mancano, li conta e dice: ciare, diventano loro ‘concorrenti’ nella competizione “che è successo, perché questo non è qui? Lo andrò a per l’appropriazione delle stesse risorse (la selvaggina). cercare”. Questa competizione risulta infine nella sconfitta degli Essa si trasformò in cervo (irramajasü) e andò incontro uomini-giaguaro che, cacciati fuori dal territorio wayuu, al wayuu. assumono la loro forma ‘attuale’ di animali. Questi gli sparò, ma non successe nulla. Sparò di nuovo, lo ferì alla zampa. 9 Fra i racconti pubblicati in spagnolo da Mujica Pulowi si rifugiò nel buco in cui entrano i suoi animali. Rojas (s.d.) se ne trova uno che presenta un’ulteriore Il wayuu l’afferrò per la zampa ed entrò anche lui nella sua variante di questa configurazione: una enorme tartaru- terra. ga marina arriva sulla spiaggia e comincia a evacuare. I “Tu che vai cacciando i miei animali, ne hai uccisi mol- primi escrementi si trasformano in scogli emergenti dal- ti, sei la piaga che causa questo”. la superficie marina; quelli successivi sono, nell’ordine, Per questo lo rinchiuse lì, lo fece prigioniero. i cavalli, gli asini, le vacche e le pecore. Per ultimo, la Pulowi vive in questi luoghi (Teodoro Wouriyu, circa tartaruga evacua le capre. Il racconto si conclude così: 70 anni, Kamuchasain, 3/2/2005). «gli esseri umani presero per sé il bestiame e così ebbe inizio l’ufficio di pastore tra i Wayuu, con il bestiame che Queste due versioni differiscono per il tipo di sem- arrivò dall’altro lato del mare» (p. 9). bianze assunte dalla selvaggina: esseri umani in quella pubblicata da Perrin, bestiame in quella che ho registrato. 10 La tesi secondo cui sarebbero più rilevanti le con- Tuttavia, questa differenza cessa di apparire significativa tinuità che le discontinuità esistenti tra una condizione quando si consideri che in entrambi i casi ciò che risulta di semplice riduzione in cattività degli animali, quella rilevante è il tipo di relazione, tanto di domesticità che (chiamata apprivoisement in francese e taming in inglese) di assoggettamento, che sia i Wayuu che la selvaggina as- di ‘addomesticamento’ senza finalità di controllo della

114 grado» (ivi:580). venti nonumani,[…]unadifferenzadinaturae rappresentazioni dell’azione dell’uomo sugli esseri vi- bestiame, esisterebbedunque«dalpuntodivistadelle ‘domesticità’ quasifamiliare,eglianimaliallevaticome ridotti dagliindigeniamazzoniciinunacondizionedi (2005: 514-525).Fragliesemplaridellespeciecacciate nel secondoaessinonsarebbepiùannessoquestostatus ti, alparideglianimaliselvatici,‘personenonumane’, prima questi ultimi continuerebbero a essere considera- ontologico’ deglianimali‘addomesticati’:mentrenella rispondono rappresentazioniantitetichedello‘statuto mali finalizzatoallalororiproduzionecontrollata,cor dell’Amazzonia, e all’allevamento di popolazioni ani- pratica dell’apprivoisementtralepopolazioniindigene mentre nelsecondoquestaimplicazionenonèpresente. alimentare esteso atuttigliindividuidellasuaspecie, classici studidiLeach(1964)eTambiah (1969)-untabù gli ambientidomesticiimplica-comeavevanorilevatoi status di‘familiarità’derivantedallasuaassociazionecon primo caso,dunque,l’attribuzioneall’animale di uno (cfr. HughJones1996;Erikson1997;Descola2005).Nel esclusivi, fralepopolazioniamazzonicheessicoincidono vi appartengono,dueraggruppamentireciprocamente mati costituiscono,dalpuntodivistadellespecieche animali dacompagniaeuccisiperessereconsu- significative differenze:mentrenell’Occidentemoderno mentato cheiduecontesticonfrontatipresentanoalcune tra i gruppi indigeni dell’Amazzonia, i quali hanno argo- critica dapartedidiversietnologichehannolavorato zione dell’apprivoisementsonostateoggettodiunaforte ‘apprivoisement’ edomestication’,chelasuainterpreta- che nederiverebbepergliesseriumani(Digard1993). uccisione econsumo,attenuandola‘cattivacoscienza’ relazioni con gli animali che hanno come risultato la loro stituirebbero unasortadi‘contrappesosimbolico’delle ‘animali dacompagnia’(pets):inentrambiicasi,esseco- mantenimento, nellamodernasocietàoccidentale,degli tica, dalpuntodivistadeisuoisignificati,aquelladel studioso hainoltrepropostodiassimilarequestapra- mali uccisinellebattute di caccia(Digard1992).Questo del significatodell’apprivoisementdeicucciolidegliani- to allaquestione,nellesocietàindigenedell’Amazzonia, stata sostenutadaDigard,ancheconspecificoriferimen- popolazioni di una specie e ha invece questa finalità, è l’allevamento riguarda nonindividuisingoli,maintere loro riproduzione,equelladiunadomesticazioneincui Per questimotivi,Descolahasottolineatochealla Sia lasuatesidiunafondamentalecontinuitàtra Alessandro Mancuso,Concezionideiluoghiefiguredell’alterità:ilmaretraiWayuu - 2005 2004 1990 Guerra CurveloW. 1981 Goulet J.G. 2000 [1978]LawasProcess.AnAnthropologicalAp- Falk MooreS. 1997 Erikson P. 2009 2006 1993 1992 1988 Digard J.P. 2005 2001 Descola P. 2003 Chacin H. 2007 AA. VV. Bibliografia 2 “El universosimbólico delospescadoreswayuu”, y pescaentrelosWayuu,testononpubblicato. El marcimarrón.Conocimientos sobrenavegación Bogotá: 163-189. memoria alporvenir,Ed.UniversidadNacional, yuu, inG.Ardila(acuradi), La Guajira.Dela Apaalanchi: unavisióndelapescaentrelosWa- Corpozulia-UCAB, Maracaibo-Caracas. El Universosocialyreligiosoguajiro,Biblioteca Melbourne. proach, Routledge & Kegan, London-Boston- rope”, inTerrain,28:119-124. ou lestribulationsd’idéesaméricanistesenEu- “De l’acclimatationdesconceptsetanimaux gie d’unepassion,Fayard,Paris. L’homme etlesanimalsdomestiques.Anthropolo- tions”, inL’Homme,177-178:413-428. Représentation duréeletréalitédesreprésenta- “Canard sauvagesouenfantsduBonDieu? rurales, 129-130:169-178. “Les nouveauxanimauxdénaturés”,inEtudes 122-124: 253-270. la domesticationdesanimaux”,inL’Homme, “Un aspect méconnu de l’histoire de l’Amérique: tion animale”,inL’Homme,108:27-58. “Jalons pour un’anthropologie de la domestica- Par-delà natureetculture,Gallimard,Paris. 114. California Press,BerkeleyandLosAngeles:91- Gender inAmazoniaandMelanesia,Universityof Melanesia”, inT. A.Gregor, D.Tuzin (eds.), Paradigms in the Comparison of Amazonia and “The GenresofGender:LocalModelsandGlobal rial Antillas,Barranquilla. Lírica ynarrativadesdeunavisiónwayuu,Edito- aplicación práctica,Lima. ruana, 30,Centroamazónicodeantropologíay Perspectivismo, numerospecialediAmazoníaPe- 115

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Don Chisciotteinnamorato Antonino Buttitta trettanto coglie ilveroVittorio Bodiniquandoef- più realistichedelChisciotte (capp.39,40,41);al- che propriosullaschiavitù silegganolenotazioni della societàaluicontemporanea. Nonècasuale vedere, siatenendoconto dell’orizzonteculturale autore, comeunacertacritica idealisticasirifiutadi rapporto alleassaidureesperienzeumanedelsuo nell’età incuiilRomanzoèstatoscritto. del mondodellacavalleria:giàaltramontoinrealtà un cavaliereideale,equellamodernacomerifiuto hanno fattolacriticaromanticacomevicendadi re neostacolanolacomprensioneletturache tutti icriticinelrealesuosignificato.Inparticola- talmente complessadanonesserestataintesa ra, malgradoglistudi,spessoassaipregevoli,risulta fatto, erispettoalsuosignificatosostanziale,l’ope- pazione delromanzod’avanguardia.Stantequesto rebours, ecc. ne fanno, a giusta ragione, una antici- l’intreccio delraccontoatessere,lanarrazioneà autoriali: ilveroCervantes,suppostoBenengeli, rativa moderna,anzilastrutturaapiùsoggetti del 1616, unannoprimaerauscitalasecondaedizione III, dovescrivealcunedellesueopere.Muorenel In seguitosistabilisceaMadridallacortediFilippo immoralità insiemeallasorellaefiglianaturale. di omicidioeincriminatoancheperchéaccusato bilisce inseguitoaValladolid. Quivienesospettato (1602). ASiviglianascel’ideadelChisciotte.Sista- Siviglia, coinvoltonelfallimentodiunbanchiere da invencible.Subiscelascomunicaeilcarcerea ge l’attivitàdicommissarioperiviveridellaArma- Fino al1600risiedeaSivigliadovesisposa.Svol- di FilippoII.Tenta invanoditrasferirsiinAmerica. 1580, riscattato, si reca in Portogallo presso la corte pirati turchiecondottoaAlgericomeschiavo.Nel so dellamanosinistra.Nel1575vienecatturatoda nel 1571allabattagliadiLepanto,doveperdel’u- Nasce nel1547adAlcalàdeHenares.Partecipa felici vicende e sappiamo degli anni di prigionia. come uomonéscrittore.Sononotelenon Miguel deCervantesnonhaavutofortunané Il Il Romanzoèconsideratoall’originedellanar Chisciotte: dieciannidopodallaprimaedizione. Chisciotte èdaleggerepiùcorrettamentesiain - to ancoraDeRiquer: cente anchelaletturaopposta. Osservainproposi- impropria. Delresto,per la stessaragioneèdistor del Romanzo,usandouna chiave diletturadeltutto e isuoiideali.DicemoltobeneMartinDeRiquer: tanto verocheeglirifiutilacavalleria:ilsuomondo no duefattiestremamentesignificativi.Nonèin- del Bembo(Cervantes2004:1067). per esempio,unariscritturadeGliAsolani(1505) Sannazaro. La sua poesia pensiamo soloall’Italia:PietroBemboeJacopo Boiardo eAriosto.Conosceanchealtriautori.Se di ChrètiendeTroyes, l’AmadisdeGaula,inostri secoli precedenti:iromanzidelCicloarturiano, varia letteraturacavallerescadelsuotempoedei Aristotele, Platone,Orazio,Virgilio; soprattutto la casuali conoscenzefilosoficheeletterarie.Haletto stro, nonsonodatrascuraredicontrolesue gio» (1957:XXXIX). to assaipiùridicolichenonquellidelsuopersonag- combatterla, avrebbecombattutodeimuliniaven- dunque seCervantesavessescrittoilsuolibroper è unfenomenorealeaitempidiCervantes:[…]e ficacemente scriveche:«Lacavalleriaerrantenon quer 2004:LXV). episodi e alla stessa struttura della narrazione (De Ri- burlesco inmoltipersonaggi)finoacertipassaggi,agli bri dicavalleria,dalsuostile(arcaizzanteeroboante, Tutto ilChisciotteècostruitocomeunaparodiadeili- mancanza dimisuraridicolizzavanol’eroicoel’ideale. certi libricheperlaloroestremaesagerazionee la dell’eroismo e dell’idealismo nobile, ma la burla di è, comepensavanoalcuniautoriromantici,unabur in vogaduranteilsecolosedicesimo.IlChisciottenon affrettato, ma la parodia di ungenereletterario molto talvolta sièaffermatoepuòfarcredereungiudizio tira dellacavalleriaodegliidealicavallereschi,come è giustotenere conto che questa novella non èuna sa- La piùpartedeicriticitrascura questoaspetto Proprio lescelteletterariediCervantes,prova- Per capireapienol’identitàintellettualedelNo- Per avereunaesattacomprensionedelChisciotte 1

Amor, cuando yo pienso è, - 119 -

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Si è detto anche che il Chisciotte è il migliore dei tradizione epico-retorica, per la quale anche la prosa è libri di cavalleria o la sublimazione e idealizzazione del un’arte, arte oratoria, retta da proprie leggi (Auerbach genere. Questa idea è falsa, perché il Chisciotte non è 2004: 1194). un libro di cavalleria ma precisamente tutto il contra- rio, cioè la sua parodia. Stante questo fatto è pericoloso In sostanza Auerbach riguardo all’atteggiamen- stabilire comparazione e paralleli troppo stretti tra l’o- to di Cervantes è molto determinato: pera di Cervantes e l’Orlando furioso, poiché il poema di Ariosto esprime un concetto dell’arte molto diverso Se Cervantes intendeva polemizzare contro i ro- da quello dell’autore spagnolo (Ibidem: LXV). manzi cavallereschi (il che faceva senza dubbio), non polemizzava però contro lo stile sublime del linguaggio È limitativo tuttavia, quanto dice De Riquer, ri- cortigiano; al contrario rimprovera ai libri di cavalleria spetto al significato ultimo del Romanzo, considerar- di non sapere maneggiare codesto stile e di essere scrit- lo una semplice parodia della letteratura cavalleresca, ti in maniera dura e arida. E così accade che in mezzo o della moda di questa, contemporanea a Cervantes. a una parodia dell’amore cavalleresco si trovi uno dei È invece da tenere in giusto conto, come ha avvertito più bei passi di prosa che sia stato prodotto da quella Salvador de Madariaga, che significativamente nel forma tarda dell’amore cortese (Ibidem: 1204). Chisciotte tutti conoscono la letteratura cavalleresca e che nei discorsi dei diversi personaggi Altro dato su cui riflettere riguardo al Chisciot- te e alla sua distanza dalla narrativa tradizionale, è serpeggino, assieme alle critiche sui difetti da emen- proprio il significato dell’amore del Cavaliere della dare, elogi per gli aspetti piacevoli di quei testi. Lo stu- Mancha per Dulcinea. La letteratura ci ha abituato dioso nota di conseguenza una discrepanza, anche se a considerare la coppia amorosa come uno, se non forse esistente a livello inconsapevole, fra il Cervantes il più importante, topos letterario. Pensiamo a Pari- critico e quello creativo, mentre il primo condanna i de e Elena, Enea e Didone, Petrarca e Laura, Dante romanzi di cavalleria in nome della verità, sia storica e Beatrice, Paolo e Francesca, Eloisa e Abelardo, che letteraria, e dei principi classici, il secondo se ne Cirano e Rossana; né dimentichiamo: Vittoria di rivela un grande lettore che non può non apprezzarne Knut Hamsun, Incontrarsi e dirsi addio di Körmen- le caratteristiche che li rendono così ben accetti al po- di, L’amore al tempo del colera di García-Márquez, polo, pubblico che cerca soprattutto una distrazione L’insostenibile leggerezza dell’essere di Kundera. Di alla monotonia e allo squallore della propria vita (Ruta quest’ultimo, per il nostro discorso, è molto inte- 2000: 42). ressante leggere anche Amori ridicoli. Orbene, è nell’amore per Dulcinea che si po- In effetti, il salvataggio dal fuoco, da parte del trebbe occultare il senso ultimo dell’opera cer- barbiere e del curato, di alcuni testi di letteratura vantina. Diversamente dalle coppie che abbiamo cavalleresca della biblioteca di Don Chisciotte, è ricordato infatti Dulcinea, pur figura centrale della una spia dell’atteggiamento sostanzialmente nostal- narrazione, nella realtà non c’è. È in questo suo non gico di Cervantes nei confronti del mondo da essi esserci da cercare quanto Cervantes ha voluto dirci. rappresentato: confermato per altro dall’insistenza In proposito Eduardo Urbina ha opportunamente e durezza della sua condanna, fin al momento della notato: morte di Don Chisciotte, quasi che Cervantes, ri- badendola più volte, volesse convincerne se stesso. Sin embargo, tanto el contexto narrativo como la Ha pertanto ragione Caterina Ruta nell’affermare ironía temática ponen de manifiesto no sólo la inexi- che quella di Cervantes rispetto ai libri di cavalleria stencia de Dulcinea, sino lo muy inconveniente que è «una presunta condanna», mentre, come sostiene resulta para el ejercicio de la caballeria del hidalgo Móron Arroyo, è più prossimo alla verità piuttosto manchego la sumisión de su voluntad a tan alta como dire che: «La intención del Quijote es el Quijote» ausente señora (Ruta 2008: 82, n. 78). (Móron Arroyo 1992: 129).2 Considerati certi tratti stilistici per altro non si Quindi giustamente la Ruta può scrivere: può non concordare con Eric Auerbach: Eduardo Urbina la subraya como razón de la pro- Al Cervantes piacciono assai questi pezzi di bravu- funda tristeza de don Quijote cuando, frente a la duque- ra cortigiana ricchi di ritmi e immagini, ben articolati e sa, tiene que admitir que los magos enemigos, al privarlo musicali – che però si fondono anche sulla tradizione de la dama ideal, han eliminado de su vida un elemento antica – e in essa egli è un maestro. Sotto questo riguar- básico de la orden de la caballería (Ibidem: 82). do, egli poi non è soltanto un critico e un distruttore, bensì un continuatore e un perfezionatore della grande In sostanza, il disagio reale di Don Chisciotte

120 una dellechiaviperleggereilRomanzo: sogno conlamorte.Potrebbeforseesserequesta a tortostantel’identificazionefattadaSanchodel Don Chisciotteallaconcretezza:forsenondeltutto Sancho, daunacertacriticaassuntoarichiamoper del possiamo leggereunadellepaginepiùsuggestive soltanto sognataidentificalarealtà. donna reale.DonChisciotteperchéinuna re. L’Orlando diAriostoèpazzoperamoreuna mondo immaginarioincuiCervantesvuolecrede- cinea inesistente,insostanzaèmetaforapalesedel Cervantes vuolechiamarsifuoridallarealtà.Dul- e patito.DonChisciotteèfuoridallarealtàperché mondo altrorispettoaquellochehasperimentato cinea èunpartodelsuobisognodiinventarsi si riconoscenonesiste.NondiversamentedaDul- vero cavaliere,manelfattochelarealtànellaquale non risiedenell’impossibilitàdiviverecomeun evadere dallavitareale.Dice beneBodini: cavalleresca èdacondannare perlasuggestionea consapevole lesueideesono nette.Laletteratura Scrittore combattuto tra sogno e realtà. A livello cinea riflettono di fatto il travaglio interiore di uno cabo.» (Ibidem:800). las cosascuyaaveriguaciónsehadellevarhastael si es fantástica o no es fantástica; y éstas no son de –. DiossabesihayDulcineaonoenelmundo, eso hay mucho que decir – respondió don Quijote Don Chisciotte circa la realtà di Dulcinea: «– En pure indirettamente,dallaperplessitàdellostesso cia ildisagiopsicologicodiCervantes,indiziato,sia questo dettaglio,inrealtàsoloapparente,sidenun- altro assimilatocontraddittoriamenteallamorte.In con il sogno: per un verso mai tanto elogiato per un al suomondo.Èquantoaccadesignificativamente vantes ilibridicavalleria,fatto,appartengono Non èuncasocheproprioriguardoalsogno poca diferencia(Cervantes2004:1065). a lamuerte,puesdeundormidomuertohaymuy mala el sueño, según he oído decir, y es que se parece el reyyalsimplecondiscreto.Solaunacosatiene se compran,balanza y pesoqueigualaalpastorcon y, finalmente, monedageneralconquetodaslascosas sed, fuegoquecalientaelfrío,fríotemplaardor tos, manjarque quita lahambre,agua que ahuyentala sueño, capa que cubre todos los humanos pensamien- za, nitrabajogloria;ybienhayaelqueinventó que entantoduermonitengotemoresperan- I dubbidiDonChisciottesull’esistenzaDul- Esplicitamente eduramentecondannatidaCer Chisciotte. Èsignificativocheaparlarnesia – Noentiendoeso-replicóSancho–:sólo Cervantes nonpoteva nonsaperecomelemutate - 200) Llosa quandoafferma: stretto a vivere. Coglie pertanto il centro Vargas dunque diCervantesallasocietànellaqualeèco- del rifiuto,dellaribellionealmondoqualeessoè, alla suafigura,facendonesostanzialmentesimbolo questa impossibilitàèquantodàcomunquesenso consisterebbe lasuapazzia.Vivere lapossibilità di quello diDonChisciotteall’Aldiquà.Inquesto do cuiPaoloaspiraappartienetuttaviaall’Aldilà, quello chenonsivede(Ebrei,11,1).Mentreilmon- fede inquellochesperaeritienelaprovadi lina. MalgradotuttoDonChisciottecomePaoloha speranza diCervantesnonèdiversadaquellapao- È unaattenzionenoncasuale.Apensarcibenela Cervantes perPaolo(Galati,1,11-12)(Ruta2000). è piùcomplesso.Rutahagiànotatol’interessedi però ilsignificatodellafiguradelnostroHidalgo risorgere quelladell’oro» per volontàdelcieloinquestaetàdiferrofar dalgo all’iniziodelRomanzo–sappicheionacqui ria delleutopie:«Sancho,amicomio,–dicel’Hi- umani», ariconoscersinellapiùsuggestivaeilluso- mentato idealistachecercalagiustiziaintermini evadere nelsognoecomeDonChisciotte,«tor nel descriverel’Etàdell’orotral’altronota: del piuttosto quelliche inessavivevano,ignoravano queste quell’epoca fortunata,senzafatica alcuna,maperché nella nostraetàdiferrotantosi stima,siottenesse,in dero nomididorato,enonperché inessil’oro,che ne (Vargas Llosa2004:XXIII). venga colpito,vessatoeconvertitoinoggettodiirrisio- tica, siconfonde,scontraconostacoliinsuperabilie in meglio,anchequando,cercandodimetterlapra- come suaresponsabilitàpersonalecambiareilmondo ribelle, giustiziere che porta il personaggio a assumere È indubbiamenteveroquantodiceBodini.Ep- È l’esperienzadellavitaaindurreCervantes sparmio ladrogadell’evasione(Bodini1957:XXXIX). alla veritàdellavita,percomprarsiconquelfalsori- sione dalla realtà, la diminuzione di valore accordato è questochesiavvalediquello.Questovelenol’eva- ricordo dellacavalleriaadaverecreatoquelveleno,ma sa, diventandounafunzionedelpresente.Anzinonèil suoi contemporaneiquellamemoriadiun’etàtrascor attuale, ilvelenoincuis’ètrasformatanell’animadei sua lotta non è contro il passato, ma contro un mostro fondamento e d’ognisenso l’istituto cavalleresco; la condizioni storicheesocialiavevanodestituitod’ogni Quijote èdecisivosottolinearecheCervantes 3 . Alfinediintendereilsignificatoprofondo Età feliceefelicisecoliquellia cuigliantichidie- La modernitàdiChisciotteconsistenellospirito Antonino Buttitta,DonChisciotteinnamorato

(1, XX)(Vecchioni 2005: - 121 -

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due parole: tuo e mio. Erano in quella santa età tutte In sostanza, secondo Auerbach, esistono due Don le cose comuni; […] Alla verità e alla schiettezza non Chisciotte: uno savio e l’altro pazzo. In ogni caso: andava mescolata la frode, non la malizia e l’inganno. La giustizia se ne stava nei propri limiti, senza che cer- la sua saggezza non si ispira affatto alla dialettica del- cassero di sconfinare in essi, per turbarla e offenderla la follia, ma è una saggezza normale e per così dire media favori e interessi, […] La legge dell’arbitrarietà non si […] La saggezza di Don Chisciotte non è quella di un era ancora insediata nel cervello del giudice, perché pazzo; è l’intelligenza, la nobiltà, la costumatezza e la di- non vi era a quei tempi che cosa e chi giudicare. […] È gnità d’un uomo prudente ed equilibrato; egli non è né per la loro sicurezza che, che con l’andar del tempo e demoniaco, né paradossale, non è tormentato dal dubbio l’aumentare della malvagità, fu istituito l’ordine dei ca- e dalle contraddizioni, dal sentirsi senza patria in que- valieri erranti, per difendere le donzelle, proteggere le sto mondo, anzi è sempre uguale e ponderato, sensibile, vedove e soccorrere orfani e oppressi (Cervantes 1957, benevolo e discreto anche nell’ironia, è anche piuttosto vol. I: XI). conservatore e in ogni modo consenziente con lo stato di cose esistenti (Ibidem: 1203). Auerbach non è convinto del significato alterna- tivo della follia di Don Chisciotte. Senza mostrare L’idea di due Don Chisciotte, e del suo essere dubbi infatti scrive: consenziente con lo stato presente, secondo quanto pensa Auerbach, rischia di far sfuggire lo spessore Nel tema del pazzo nobile e generoso che va del personaggio. Risultano invece molto più inte- alla ventura per mettere a effetto il suo ideale e ressanti le considerazioni di Alfred Schutz. Questi migliorare il mondo, potrebbe vedersi il modo di muove dal presupposto che quanto chiamiamo re- mettere in evidenza e portare a decisione i pro- altà, è una costruzione sociale fondata sul linguag- blemi e i conflitti esistenti nel mondo (Auerbach gio, dunque sulla comunicazione. La realtà che 2004: 1197) sperimentiamo quotidianamente, egli pensa, è il risultato di diversi ordini più o meno percepibili, Egli stesso rifiuta tuttavia questa ipotesi: prodotti dalle nostre diverse esperienze. Nel caso di Don Chisciotte è la conoscenza delle letteratura Noi sappiamo però che Don Chisciotte non pensa cavalleresca a fondare il suo mondo possibile, ed affatto ad attaccare sistematicamente l’ordine giuridi- è la complessità e ambiguità di questo a suscitare co, non essendo né un anarchico né un profeta del re- nel lettore una partecipazione anche creativa con le gno di Dio; invece ogni qual volta non sia in giuoco la vicende narrate4. sua idea fissa, di buon grado s’inserisce nel mondo qual Il rapporto tra linguaggio e realtà, come sua rap- è dato […] (Ibidem: 1199). presentazione sociale, da Genesi in poi; attraverso Aristotele, i Nominalisti, Schopenauer, Wittgen- Riguardo alla follia di Don Chisciotte Auerbach stein, Cassirer e così via, è stato, sia pure non chia- ha una propria opinione: ramente intuito come fatto indissociabile. Quanto pensa Schutz non è dunque nuovo. Le sue conside- Nella sua follia Don Chisciotte conserva una natu- razioni fanno riflettere sul fatto che la realtà, quale rale dignità e superiorità, su cui non influiscono i molti quotidianamente sperimentata e rappresentata, ri- pietosi insuccessi. Egli non è mai pazzo […] non è un sulta essere un insieme di diversi livelli da tutti noi automa […] e si fa via via più benevolo e più saggio partecipati; avendo più o meno percezione della mentre la sua pazzia persiste. Non è dunque questa loro razionalità o irrazionalità sulla base di conven- una pazzia saggia nel senso dell’ironia romantica? Non zioni sociali. trae egli forse la saggezza dalla pazzia? […] No non è Questa complessità e molteplicità del rapporto nemmeno così. Non appena la ‘follia’ vale a dire l’idea dell’uomo Cervantes con la realtà, come riflesso in fissa della cavalleria errante s’impossessa di lui egli agi- Don Chisciotte, sfugge a Auerbach. Da qui la sua sce da dissennato […] Egli possiede saggezza e bontà idea più volte ribadita che il Chisciotte non vuole indipendentemente dalla sua follia. A dire il vero, una trasmettere un messaggio, ma è sostanzialmente l’e- pazzia come la sua può nascere soltanto in un uomo sito di un gioco intellettuale. Lo dice molto esplici- puro e nobile, ed è anche vero che saggezza, bontà e tamente: dignità splendono attraverso la sua pazzia, che ne è resa amabile […] una monomania l’ha colto in un momen- Io mi sono sforzato di dare il minimo d’interpreta- to determinato, lasciando ancora liberi alcuni lati della zioni possibili, ho sempre fatto rilevare la scarsità nel sua personalità, sicché in molti casi agisce e parla come nostro testo dell’elemento tragico e problematico. A un sano, e un giorno, poco prima della morte, ne è di me sembra un giuoco sereno condotto su molti livel- nuovo liberato (Ibidem: 1201). li stilistici e specialmente su quello del realismo quo-

122 gni visionaridiDonChisciotte, scrive: Aristide Vecchioni, cogliendoilsignificatodeiso- Fedro (244,A,B,D)aproposito dellasanafollia, sfera culturaledeltempo.Diverseopere da Cervantesèopportunoinveceriferirsiall’atmo- un giuoco. intento diCervantesrappresentarelavitacome quelle chemotiverebberoinognicasoilsupposto per ragionimoltoserie:comeseriealtrettantosono del successivo,aburlarsimiticoefiabesco tendenza dellaculturaeuropeadelXVIIsecoloe quanto menolavolontàdinontenercontodella Auerbach, sonoipotesicherivelanoinquesticritici a rappresentare la realtà come un giuoco, secondo cavalleresca, comepensaDeRiquer, oppuretenda intenzioni diCervantesunaparodiadellaletteratura malaffare, ingiustiziaedisordine. rimetro ludico.Vi troviamoognitipodigente le simuoveDonChisciottenonesondamaiilpe- 221-222). critica propriolapiùaltaautorità(Starobinski1990: alla solagerarchiadeivalori‘ufficiali’:perviaindiretta fetto distruttorealsoloambitodell’estetica, e neppure delle favolepastoralioguerresche,nonlimitailsuoef- più generalechelaparodiaburlescadeiraccontimitici battaglia […]Sipuòaddiritturaaffermare,inmodo ga colorocheversanoilpropriosanguesulcampodi moneta falsaconcuilacelebrazionemitologicaripa- così denunciatoèl’immortalitàfittizia,l’imbroglio,la È megliolasemplicefelicitàdivivere.Quantoviene dileggio tendeacolpire,piùingenerale,l’idealeeroico. Prendendo abersaglioglieroiedeidell’antichità,il belliche, sacrificiodellavitaperlapatriaegloria. zione incombevaallatradizioneepico-mitica:imprese più venerati:tramitelorocriticanolevirtùlacuiesalta- ma neltestononesiste(Ibidem:1211,1212). zatura. Unataleinterpretazionepuòancheesseredata, un significatosimbolicoetragico,misembraunafor pazzia diDonChisciotte.[…]Madareaquestafollia e infelicità.[…]Questamisembralafunzionedella la eanullaportarimedio,trasmutaingiuocofelicità Che lafolliadiDonChisciottevuoleesserenelle In sostanza, pensa Auerbach,larealtà nella qua- sempre ungiuoco(Ibidem:1207). altrettanto privadiproblemi,dell’Ariosto;matuttavia tidiano, eperciòdistinto,adesempio, dalla serenità, Dopo aver ricordato quanto Aristotele dice nel Per capireicomportamentidelCavalierecreato non sonosoltantounattentatoaimodelliletterari L’apparire diDonChisciotte,chenonmiglioranul- - ha consolatol’umanitàinvestedimito Chisciotte dicediesserenato. età dell’oroperlaquale,comeabbiamovisto,Don di “realizzarel’utopia”»(Ibidem:200).Èquella scandalosamente ingiusto[…]siponel’esigenza consolidato eperpetuatounordineplanetario nalizzazione” –hascrittoancora Vecchioni –ha a ripensareilconcettodirazionalità.«Sela“razio- no esecondoBloom om 1996:116).DonChisciottesecondodeUnamu- che Kafka avrebbe chiamato «perché lasuafolliaderivadaunafedeinquella ritiene DonChisciotteunkafkianoprimadiKafka: porto conilcapolavorocervantino»,HaroldBloom sentimento della vita si fondava sul suo intimo rap- guel deUnamuno,«ilcuitragicorapportoconil samente: fatto ecaricared’utopiailfuturo(Ibidem:195). tano astuziedelcuorepernonarrendersiallostatodi dietro l’ideafissa,sognareadocchiaperti[…]diven- ad unvissuto[…]incui l’uscire disenno, trincerarsi sogno, nell’illusione,nellafrenesia[…]Siamodifronte d’ogni sorta.[…]Nediscendeunafugaliberatorianel li ineludibiliedalienanti,ceppiefardelliconvenzionali prepotere che imponebrutalmentevalori assoluti, ruo- fesa dell’annientamento della personalità operato dal alismo astratto.Ilsuoèildisperatotentativod’autodi- ‘cavaliere errante’sirinchiudenellapurezzadiunide- bensì unochegioca aessereuncavaliereerrante. […] 116). eroica, sia del Cavaliere che del suo scudiero (Ibidem: è lasuarivelazioneecelebrazionedellaindividualità go ilDonChisciotte,poichépermecuoredellibro Io stesso, come è ovvio, sto con Unamuno quando leg- tare quellocheFreudchiamava“principiodirealtà”. visione la follia di Don Chisciotte è un rifiuto di accet- consiste inunacrociatacontrolamorte.[…]Inquesta tabili (Vecchioni 2005:200). porre leregoledelgiocoalivellipiùelaboratiesoppor quanto èconsolidato,costringonoilsistemaaripro- immaginative deldeliriocreativo,sconquassandotutto malità, integrazionedobbiamodedurrechelecapacità È lastessaetàimmaginariachefindall’antichità Il Romanzo,dunque,èuninvitoancheattuale Bloom èdeciso: In dissenso con ErichAuerbach e seguendo Mi- Per sfuggire ad una realtà penosa ed inaccettabile il Se perrazionalitàintendiamostabilità,ordine,nor Don Chisciottenonènéunpazzo néunbuffone è uncercatoredisopravvivenzalacuiunicafollia Antonino Buttitta,DonChisciotteinnamorato indistruttibilità» (Blo- 5 . Nondiver - - 123 -

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Il Cavaliere si colloca in un luogo e in un tempo ideali se piace agli intellettuali». «Forse non è il libro a man- ed è fedele alla propria libertà, al disinteresse e all’e- car di senno» mormorò Destino. «Forse è il lettore» sclusività, nonché ai limiti di essa, finché, sconfitto ab- (Scarron 2005: 159). bandona il gioco, fa ritorno alla sanità mentale cristiana e così muore (Ibidem: 116-117).6 Attraverso queste parole apprendiamo, grazie a Scarron, delle idee di Cervantes, molto di più di Senza bisogno di evocare Kafka e Freud, la follia quanto la critica ci abbia proposto. Vogliono far- di Don Chisciotte non è in sostanza da considerare ci capire l’ostilità di Cervantes al sistema di valori un semplice espediente creativo di Cervantes per della società del suo tempo. Sta probabilmente in proporre una visione giocosa della realtà, quanto questo l’attualità oggi del Quijote: un mondo che un modo indiretto di contrapporsi all’universo as- ha sempre più bisogno di decostruire i falsi miti ai siologico borghese. Un significativo proverbio sici- quali si ostina ancora a credere. liano dice: Si u riccu un fussi foddi, un campassi u Per parte nostra, per capire la follia amorosa di puvireddu. Come dire: è solo il caos del potere a Don Chisciotte, stante la natura fantastica di Dul- rendere possibile la sopravvivenza degli altri, cioè cinea, è opportuno riferirne la figura alla donna la vita. Nel nostro caso, molto più modestamente, cortese che incontriamo in tante chansons de geste, alla follia di Don Chisciotte dobbiamo se non altro nelle quali persisteva ancora l’immagine di una cre- il romanzo contemporaneo. Con Pascal, rovescian- atura femminile soprannaturale «che non è difficile do i termini, potremmo affermare che nessuno è far risalire alle dee o alla dea fondamentale presente più saggio del pazzo in un mondo di saggi o di pre- in molte culture mediterranee e in quelle indoeuro- tesi tali. Significativamente Hermann Melville defi- pee» (Fassò 2005: 235). Pertanto: niva Don Chisciotte: «quel più saggio dei saggi che sia mai vissuto». In proposito, uno scrittore quanto vivere la fin’amor è vivere in un altrove, certo, ma meno singolare, Paul Scarron (1610-1660), nel suo in un altrove separato da questo mondo da confini non Romanzo buffo ha una pagina che merita di essere del tutto invalicabili […]. Amare una fata è amare un ricordata. Facendo ricorso a un abile antifrasi ideo- essere soprannaturale, magari immortale, ma corporeo logica, Scarron fa esprimere un giudizio fortemente […]. E si comprende perché, nonostante tutto, anche negativo sul Chisciotte al più imbecille dei suoi per- la più rarefatta fra le poesie trobadoriche conserva una sonaggi. È un giudizio che avrebbe certamente fat- tonalità inconfondibilmente umana (Ibidem: 236).7 to felice Cervantes: suggerendo sul significato della follia di Don Chisciotte più di quanto Cervantes Per questo aspetto la Dulcinea incantata di Cer- stesso abbia scritto. vantes, senza che il suo creatore ne abbia piena con- Stanno parlando tre personaggi di Romanzo sapevolezza, indizia lontani precedenti nelle chan- buffo: un consigliere del parlamento di Rennes, il sons de geste e in definitiva il suo amore sia pure poeta Roquebrune, non brillante per intelligenza, e negato per esse. La verità è che, contrariamente a un componente di una compagnia francese di com- quanto si è pensato, soltanto se riferita all’orizzonte medianti, Destino, secondo il nome di scena: simbolico della letteratura cavalleresca si può in- tendere pienamente la figura di Don Chisciotte. In Disse il consigliere: «I libri più divertenti che ho questo infatti «l’immaginario fa sempre parte della letto sono romanzi moderni. I bei romanzi sono fran- realtà, l’immaginario è una realtà» (Pastoreau 2009: cesi, ma gli spagnoli possiedono il segreto delle novelle. 11). Lo stesso nome della donna da lui amata è spie- Sono cose più alla nostra portata; sono più umane delle gato dal simbolismo medievale. Nel Medio Evo in- vecchie storie piene di eroi chimerici, che rompono i fatti «tutto è detto nel nome e attraverso il nome» corbelli a furia di essere perfetti … Spero che si scrive- (Ibidem: 7). Nella dolcezza di una donna semplice- ranno novelle anche in francese. Se saranno belle come mente sognata, Cervantes sogna l’inverso specula- quelle di Miguel de Cervantes, sono sicuro che avranno re della amarezza della propria vita. Nel mondo di più successo dei romanzi eroici». Roquebrune non è Don Chisciotte, in sostanza, nega il suo tempo e si d’accordo: «Nessun romanzo potrà mai valere qualco- nega al suo tempo. sa, se i personaggi non sono principi; e non principini L’esibita follia del Cavaliere della Mancha se di campagna, ma colossi di prima grandezza». «E dove da un lato misura e denuncia la distanza tra realtà troveremo al giorno d’oggi re e imperatori da cavar- e fantasia, dall’altro comunque annulla e sublima ne romanzi?». «Basta inventarli» rispose Roquebrune. questa opposizione nell’inclinazione della narra- «Non c’è nessun bisogno di copiare dal vero». «Vedo tività e più in generale del linguaggio letterario al che non andate d’accordo col libro di Don Chisciotte» mitico. Dice bene Foucault: «Don Chisciotte è la osservò il consigliere. «Quello è proprio il libro più stu- prima opera moderna perché in essa il linguaggio pido che abbia mai letto» rispose Roquebrune, «anche rompe il suo tradizionale rapporto con le cose per

124 1148) gerà senonconvertitoilletteratura»(Guillén2004: penetrare nellasovranitàsolitariadallaqualeemer be difficile capire inprofonditàlaCommedia eil nea diCervantes:duefigure senzalequalisareb- realmente somiglilaBeatrice diDanteallaDulci- il IVcantodellaCommedia,haosservato: Dante nellaCommedia. ziale compararneilruoloaquellodellaBeatricedi ria, qualepersonaggiodelChisciotte,èconsequen- Attesa la centralità di Dulcinea, sia pure immagina- ideali proprio quando rivolti a realtà improbabili? voluto dircilasaggezzaultimadeisentimentiedegli Chisciotte per unadonnainesistente, Cervantes ha inquietante domanda.NellafolliaamorosadiDon non solo(Cervantes2004:1062). mente irritualenelcanonenarrativooccidentalee di etimologiaDonChisciotteaSancho:assoluta- Basterebbe ricordareaquestopropositolalezione tutti debitoridiCervantes»(Vargas Llosa:XXIII). esperienze linguistiche,ancheseloignorano,«sono scondendo eintrecciandoipuntidivista,facendo do conleforme,distorcendoitempinarrativi,na- stro Critico, in sostanza, gli scrittori dioggi giocan- quali nascerà il romanzo moderno». Secondo il no- forme narrative del suo tempo e gettò le basi sulle raccontare le gesta chisciottesche, rivoluzionò le l’attualità del realtà letteraria,cioèinmito. (Paoli 1997:103-104). ma eternamentemestiperchédimenticatidall’amore mini, perfinogratificatidalcielodiunaspecialedignità lizio idealeecongenialedialtispiriti;veneratidagliuo- […] comeinfineeglisisentaasuaagioinquestosoda- ri lanobiltàconcuiessisopportanolorosolitudine strazione diunamorenonricambiato,comeegliammi- letterati egliriveliladisperazionedeldesiderio;fru- dei piùgrandiletteratidituttiitempi:comequesti dal cantocheospitaeriuniscepiùletterati,anzialcuni tale (Borges1982:158). e una voce che egli sa perduti, sono il fatto fondamen- fone eBertranddeBornsonointercalazioni;unsorriso i novecerchiconcentricieFrancescalasirenailGri- meglio: icerchidell’InfernoedelPurgatorioaustrale re alcuniincontriconlairrecuperabileBeatrice.Dico miglior librorealizzatodellaletteraturaperintercala- Non possiamononchiederci, tuttavia, quanto Opportunamente RobertoPaoli,commentando A questopuntoriesceimpossibilesfuggireauna Non solo in questo, osserva Vargas Llosa, sta 8 si capisce facilmente come Borges sia stato attratto Sospetto –scriveBorgescheDanteedificòil . Comedire:volgendolarealtàeffettualein Chisciotte. In realtà «Cervantes, per 10 9

- far esclamareaSancio,DonChisciottemorente: (quanto leirappresenta)hataleforzadirealtàda Laura Silvestripuògiustamente affermare: quando entrainrapportoconilsuolettore. Menard, autordelQuijote,cheunlibroesistesolo so proprio da Borges, non a caso autore di Né dobbiamodimenticarequantoabbiamoappre- no lostessoDonChisciotte»(Bloom1996:116). a tortoBloomaffermache«maiduelettorileggo- rassegnarsi aunarealtàgrigiaesenzamiti. l’indiretto rifiuto di Cervantes edeisuoi lettoridi pazzia” diDonChisciotte,dall’altrostaribadendo le diDulcinea,stadaunlatoavvalorandola“sana minanti: par suoHaroldBloomharispostointerminiillu- Chisciotte. Nonèdomandafacilmenteesitabile.Da nore diquelladellafatataDulcinea(Bloom1996:72). rico, nonhaunostatutodirealtànémaggioremi- Beatrice, interminidicattolicesimoistituzionaleesto- santi, sonometaforeperedentrounpoema,laceleste ga lapoesiaalladottrina.Icavalierierranti,alparidei Domenico. Nonfapoimoltadifferenzachesipredili- ascende al reame di san Bernardo, san Francesco e san celebrità della cavalleria mitologica, mentre Beatrice Palmerino d’Inghilterra,ilCavalieredelSoleesimili occupa ilsuopostonelcosmodiAmadigiGaula, la gerarchiadiDonChisciotteèprofana:Dulcinea Beatrice diDantecheAldonzahaconDulcinea;vero, chiere, BeatricePortinari,halostessorapportoconla gazza dicampagnaAldonzaLorenzo.Lafigliadelban- nea delToboso, lavisionariatrasfigurazionedellara- intanto sono cambiati i modi di lettura, le circostanze ti isuoidettagli,giànonpuòessere lostessoperché nard, cheilnuovotestosiaidentico all’originale intut- nulla dipiùbello(Cervantes1957,II:1181-1182). Dulcinea giàdisincantata,chenonsipotrebbevedere che dietroqualchecespuglionontroviamolasignora gna afareipastori,comeabbiamocombinato:chissà pigro esialzidaquestoletto,andiamoceneincampa- fuorché quelladellamalinconia.Cerchidinonessere ammazzi echenonlofacciaperirenessun’altramano morire, così,dipuntoinbianco,senzachenessunolo che puòfareunuomoinquestavitaèquelladilasciarsi siglio mio,evivamoltianni;perchélapazziapiùgrande Come perDante,Cervantes Dulcinea Proprio perchéquantoscriveBorgesèvero, Naturalmente sonopossibilialtreletture.Non Sancio insostanza,affermandol’esistenzarea- La BeatricediDonChisciotteèl’incantataDulci- Anche ammettendo,comenelcaso delPierreMe- Non muoialasignoriavostra,signore;sentailcon- Antonino Buttitta,DonChisciotteinnamorato 11 Pierre 125

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storicopolitiche e la visione del mondo degli individui. Dettata dall’immaginazione: sì. Ispirata dalla vita: sì Ossia è cambiato tutto ciò che può influire nella inter- (Gordimer 1996: 12). pretazione del segno letterario (a partire dalle stesse esperienze di vita dei lettori) (Silvestri 1999: 404-405). Il rapporto tra letteratura e realtà è dunque più complesso e comunque diverso da come lo poneva Quanto dice la Silvestri è una opinione ormai il pensiero antico con il concetto di mimèsis (Ari- ampiamente condivisa; uno dei più grandi critici del stotele, Poetica) e ancora più equivoco di quello di nostro tempo, George Steiner, lucidamente afferma: imitatio dei Latini. La letteratura sarebbe ben po- vera cosa, e questo vale ancor più per il Quijote, se La nozione di lettura come processo realmente si limitasse a essere mero rispecchiamento della re- collaborativo è intuitivamente convincente. Il lettore altà. «Spesso, ha scritto Ferroni, il senso ‘vero’ del- attento lavora insieme allo scrittore. Capire un testo, la ‘realtà’ non può essere semplicemente dato dalla illustrarlo nei termini della nostra immaginazione, della sua mimesi, ma piuttosto da ciò che non si vede, da nostra rappresentazione associativa e nell’ambito delle ciò che si nasconde dietro quello che appare il suo nostre capacità individuali, equivale a ricrearlo (Steiner volto» (Ferroni 2010: 25)12. 2000: 27). Effettualmente la vita, quella che pienamente vi- viamo, consiste in cose che non vediamo piuttosto Anche Eco, per quanto autore di Opera aperta che in quelle che vediamo non avendone reale con- (1962), ha tuttavia dovuto alla fine riconoscere I li- sapevolezza. Ecco perché, «per risultare realistico, miti dell’interpretazione (1990). Ha pertanto ragio- ha acutamente notato la Gordimer, un personaggio ne ancora Borges: deve sempre essere più grande della realtà, più in- tenso, composito e concentrato nell’essenza della Le pagine che possiedono vocazione alla immor- personalità di quanto sia materialmente possibile» talità possono attraversare il fuoco degli errori, delle (Gordimer 1996: 13). Questo si dà grazie al potere versioni approssimative, delle letture distratte, delle “magico” della vera letteratura, ed è il nostro caso. incomprensioni, senza perdere l’anima nella prova. Joseph Conrad ha affermato: «Che cosa è un ro- Non si può impunemente variare […] nessuna linea di manzo se non un’idea dell’esistenza dei nostri simili quelle costruite da Gongora ma il Chisciotte vince le che sia abbastanza forte da assumere su di sé una battaglie postume contro i suoi traduttori e sopravvive forma di vita immaginaria più nitida della realtà a ogni distorta versione (Borges 1989: 204). stessa?» (Said 1966: 10). È in questa realtà immaginaria che si impone Leggiamo pertanto come vogliamo il Chisciotte. la “follia” di Don Chisciotte. È attraverso questa Non è possibile comunque sottrarsi alla sua attua- che si sublima e annulla la profonda contraddizio- lità rispetto ai nostri anni di piombo. Non serve ne che inquieta l’animo dell’uomo e dello scrittore chiedersi se quanto abbiamo amato nella nostra Cervantes: le umiliazioni, le sconfitte, i compromes- giovinezza: es fantastico o no es fantastico. Ha ragio- si della realtà vissuta e il sogno di un mondo giu- ne Don Chisciotte: non ci è dato comprendere. Del sto e felice: l’età d’oro nella quale Don Chisciotte resto, la società dei nostri giorni ha gia da tempo si ostina a credere. È attraverso questa irrealistica rinunciato a sognare, dunque a capirsi e a capire. invenzione narrativa che Cervantes fa emergere Resta da spiegare semmai il perché dell’interesse la sua realtà visionaria. Dice ancora bene Ferroni: ancora vivo non solo in Occidente, per il Chisciot- «molto frequentemente […] la verità più essenziale te; domanda che finisce con il porne un’altra dal [è] toccata proprio dalle costruzioni che sembrano perimetro ben più esteso e problematico: qual è il più allontanarsi dalla mimesi e dalla stessa verisimi- rapporto tra la scrittura e la realtà? glianza» (Ferroni 2010: 25). Il Nobel Nadine Gordimer ha posto e risolto con È la ricerca di verità che travaglia la più parte intelligenza questo problema, anche se solo in parte: dell’umanità, se non tutti gli uomini. Se il vero fine della letteratura è «la scoperta e la registrazione del […] la creatura plasmata da elementi materiali mondo dell’uomo», come ha scritto Frank Kermo- e immateriali – le persone che l’autore ha sentito re- de (1986)13, o come già aveva capito Manzoni: il spirare nell’intimità o ha sfiorato per strada, e le idee «desiderio di conoscere quello che è realmente, e che modellano il comportamento nella sua coscienza di vedere più che si può in noi e nel nostro destino personale del tempo e del luogo in cui vive, guidando su questa terra» (Ferroni 2010: 29); è da cercare qui la carne all’azione –, la creatura del romanzo, giunge il segreto della universalità e attualità del triste Ca- alla sintesi dell’essere solo grazie all’immaginazione valiere della Mancha. dello scrittore, e non viene clonata da qualche costola di Adamo e grembo di Eva con un nome ben preciso. L’universalità – ha scritto Bloom – è l’aspetto au-

126 chioni 2005:199) importa) che lo aiuta a vivere e ad operare» (Vec- scienza, mitooconcetto,leggendastoria,poco mo perdifenderequellapersonaleverità(poesiao per Cervantes:«laperenneevanalottadell’uo- Quijote diMigueldeUnamuno,cherappresenta come notaVecchioni, ricordandolaVidadedon vantes» (Ibidem:118).ÈilCavalieredellaMancia, con il suo protagonista di quanto abbia fatto Cer sun scrittorehainstauratounrapportopiùintimo proprio nellamiticafiguradiDonChisciotte.«Nes- scrittore: dacercarepiùdiquantononsisiafatto de Cervantes e del suo rapporto con la realtà come stessi poesia».Stiamoappunto parlando diMiguel con gli altri facciamo retorica; del conflitto con noi È proprio vero come diceva Yeats: «Del conflitto che conilmondo,peraltroeraanchesestesso. conflittuali. IlconflittodiCervantes,ancorprima tire lamolteplicitàdellarealtà,vivonointermini vorito dalfattocheigrandiscrittori,oltreadavver 116). Questovariaredilettureprobabilmenteèfa- lettori legganolostessoDonChisciotte»(Ibidem: ancora ragioneBloom:«Sidirebbechemaidue te sonolepossibilitàdiletturadelChisciotte.Ha folli sarebbe un’altra formadifollia». mini sono così inevitabilmente folli, che non essere del mito.D’altraparte,ritornando aPascal:«gliuo- e dileguarsinelleeffimere epurpersistentischiume diversamente dalla di chirimaneaterra»,restiamo aosservarlo,non Chisciotte. Èpiùfortunatodinoiche«dellarazza dello stesso cerchio magico nel quale si illude Don te soloin ges 2001:119-120).Nelnostrocaso,purpresen- sempre vad’accordoconciòchedescrive»(Bor vi partecipa.Epartecipa in unmodo chenon centro dell’azione. Non solovede tutte le cosema posito dellaCommedia,Cervantes«simetteestaal caso delQuijote,comediceBorgesdiDanteapro- quello consuetotraautorieloropersonaggi.Nel sciotte eCervantes.Illoroilrapportovaaldilà Per concludere,possiamo affermare che infini- del Canoneperlettoripiùgenerali(Bloom1996:65). assieme conDonChisciotte,continuaaesserealcentro è statoilruoloimpareggiabilediDante,Shakespeare, lore poetico.Peraltripoeti,essereilcentrodelCanone nell’universalità lacaratteristicafondamentaledelva- d’accordo conAntonioGarcía-Berioladdoveindica hanno raggiuntoapienol’universalità.[...]Mitrovo per Hölderlin;masoltantoCervanteseShakespeare dei massimiscrittorioccidentali,daPetrarcapassando ristocratico universalismodiDantehainauguratol’era Shakespeare, Dante,Cervantes,forseTolstoj. […]L’a - tentico diappenaungruppettoscrittorioccidentali: Non c’è,difatto,realedistanzatraDonChi- figura, Cervantesparimentistaalcentro 14 . Esterina di Montale, immergersi 15 - - - del Quijote. litica, aPortoAlegre,percelebrareilquartocentenario del 2005sièsvoltounconvegnodaltitoloUtopiaepo- - Luckmann1969;Musso2009-2010. cfr. Samonà-Varvaro 1972:183ss. 2004. Note 2007 Benozzo F. 2004 Auerbach E. Bibliografia mantica delprincipeMiškinneL’idiotadiDostoevskij. che Bertoni2007. smo nellaletteraturaoccidentalediErichAuerbach,an- 7 6 5 4 3 2 1 15 14 13 12 11 10 9 8 LadefinizionediDonChisciotteèBloom1996:124. Cfr. ancheBenozzo2007:157sgg. PerilsaggiodiAuerbach:Cervantes1994. Cfr. Eliade1980.Significativamenteil29gennaio Cfr. Schutz1995;Predmore1953:489-498;Berger IlgiudiziodellaRutasileggain2000:43. Sulla moda della letteratura cavalleresca in Spagna Èmialatraduzione.Vedi ancheBorges2001:101. Cfr. Foucault1967e1963.LacitazioneèdaGuillén Pascal2004:31,17.Danondimenticarelafolliaro- Cfr. DeUnamuno1933. Cfr. Gordimer1996:26. Cfr. suquestodiscussoproblema,oltreaIlreali- SuPierreMenardcfr. Steiner1994:101-104. Cfr. anchePaoli1977. La tradizionesmarrita , Viella, Roma. 116. nella letteraturaoccidentale,Einaudi,Torino: 88- “Dulcinea incantata”,inId., Mimesis.Ilrealismo Antonino Buttitta,DonChisciotteinnamorato 127

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Divagare

sua introduzione neiprogrammirituali aoperadi merosi contemporanei)soprattutto apartiredalla Vivaldi, Pergolesi, DomenicoScarlatti,oltreanu- lebri compositori(tragli altri Desprez,Palestrina, è statoinfatti nente musicale da sempre associata al testo. Questo popolari, primefratutteleconfraternitelaicali. ma anche e soprattutto all’interno degli ambienti accolto nonsoltantoall’internodegliambienticolti del componimentoununicumpoetico-letterario, prio questosempliceescorrevolelinguaggioafare tima commozione.Secondoglistudiosièstatopro- tempo sublimatodaimmaginidensediaffettoein- con unlinguaggiosempliceeimmediato,al- infatti, lacosiddettaCompassioMariaeèespressa caratterizza le Laudimedievali.Nello Stabat Mater, ro atteggiamento“sentimentale”chegeneralmente del componimentononsidiscostanodaquelsince- Stabat MaterditradizioneoraleinSicilia* Giuseppe Giordano di dubbio sull’attribuzione altri testidellostessoautorelascinoampimargini isce aJacoponedaTodi, sebbeneiraffronticon celeberrimo tato ladiffusionepiùampiaèstato,com’ènoto,il biente popolare pratiche devozionalipiùsentitesoprattuttoinam- Dolori, ricorrenzachegiàdatemporientravafrale Missa Dolorosa, da cantarsi per lafesta dei Sette l’Ordinario diunamessapropriamenteintitolata nel CalendarioRomano (il 15settembre), compose ficialmente lamemoriacelebrativadell’Addolorata to primachepapaPioVIInel1814inscrivesseuf- anche allaliturgiacosiddettaufficiale. cati inambitodomesticodaidevoti,estendendosi trovarono spazioall’internodei“piiesercizi”prati- re”: poesie,poemetti, inni, litanieevariepreghiere rosa sièsviluppataun’estesa“letteraturadeldolo- questa ragioneintornoallafiguradellaMaterdolo- venendo quasil’emblemadeldoloreumano.Per forti sentimentidicordoglioecompassione,- la Madreaccantoallacroce,hasempresuscitato All’alto valore lirico si unisce anche la compo - Il componimentopoeticochehatuttaviavan- Nella tradizionecristiana,l’immaginediMaria, Il musicistaAntonioCaldara(1670-1736),mol- Stabat Materchelatradizioneattribu- ripetutamente messoinmusica dace- 1 . 2 . Ilcontenuto e lo stile all’interno dicontestidevozionali minili, all’internodiazioniliturgichecanonicheo gnamento strumentaleoacappella,maschilifem- esecuzioni monodicheopolivocali,conaccompa- forme delle varie tradizioni locali. Così si ritrovano versioni musicalidiverse,fondatesuglistiliele Santa in tuttoilterritorio nazionale, assumendo accompagnano soprattuttoiritidellaSettimana presenza all’internodellepratichedevozionaliche ter ètestimoniatoinoltredallasuaquasicostante na (cfr. Garbini2005:305). quattro post conciliaredelDiesIrae–costituisceunadelle dell’Addolorata, cheoggi–inseguitoall’esclusione fece unaSequentiadacantarsiilgiornodellafesta Benedetto XIII, all’inizio del Settecento, il quale ne done leforme poeticheemusicalisia indagando i pertori monodicidellaSettimana Santa,siastudian- di Passioneinstilemonodico (cfr. Carta2). si registrainvecelaconsuetudine dieseguireicanti 1995). Soltantoinun’area ristretta del Palermitano rinascimentale delfalsobordone(cfr. Macchiarella cordo”, peralcuniaspettiriconducibileallapratica condo unmodellocomunedicantodetto“adac- Carta 1),prevalelostilepolivocale, articolato se- sola, precisamentenellazonacentro-orientale(cfr. corporazioni dimestiere.Inun’ampiaareadell’I- collegati aconfraternitelaicalio,piùraramente, maschili, di norma denominati Sicilia, specialmentetramandatidagruppicorali caratterizzano i repertori della Settimana Santa in musicali dellaPasquasivedaBonanzinga2002). località dell’Isola(perunosguardosinteticosuiriti rievocazione dellaPassionediCristoinmoltissime gnano escandisconolecelebrazioniconnessealla senza dinumerosepratichemusicalicheaccompa- periodo dell’annoèinfatticaratterizzatodallapre- li) soprattuttodurantelaSettimanaSanta.Questo mente impiegato(ancheindiverseparafrasitestua- Mater costituisceunodeitestipoeticipiùfrequente- L’importanza e il valore assuntodallo Recentemente misonooccupato propriodeire- Due sonole modalità esecutivedi canto che Nel panoramaetnomusicalesiciliano,loStabat Sequentiæ mantenutenellaLiturgiaRoma- squatri 3 . Stabat Ma- (squadre), 131

Documentare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) presupposti storico-antropologici che ne avrebbe- esposto al “Calvario” – costruzione presente in di- ro circoscritto la diffusione in un’area ristretta della versi paesi della Sicilia che intende rappresentare Sicilia (cfr. Giordano 2009). Sono emersi, tra l’altro, il sacro luogo della crocifissione – per intonare il evidenti rapporti tra la presenza di questa pratica proprio repertorio costituito da una serie di canti musicale e i confini territoriali dell’Arcidiocesi di in italiano (Gesù mio con dure funi, O fieri flagelli, Palermo. Questi repertori monodici accolgono testi ecc.) a eccezione dello Stabat Mater che viene però poetici esclusivamente in siciliano e sono eseguiti in intonato nel momento cruciale del rito, ossia du- contesti paraliturgici, a differenza dei repertori po- rante la deposizione del Cristo dalla croce, fino a livocali che invece prevedono anche testi in latino quando, adagiata la statua all’interno dell’urna, ha provenienti dalla liturgia “ufficiale” (Inni, Salmi e inizio la processione. Il silenzio orante dei numero- Sequenze) e sono spesso eseguiti all’interno di azio- si fedeli si trasforma in commozione quando dall’al- ni prettamente liturgiche (soprattutto la Domenica to del Calvario la voce dei cantori diffonde l’austera delle Palme, il Giovedì e il Venerdì Santo). Questo melodia, prevalentemente in forma monodica con dato, dunque, tenderebbe a evidenziare una origine piccoli tratti in cui si percepisce una seconda voce colta della pratica polivocale, in seguito trasferitasi in che procede per terze parallele. Molti di loro non contesti che oggi convenzionalmente definiamo po- comprendono il significato del testo cantato e, sep- polari, conservando però tratti evidenti di un passato pure più recentemente qualcuno abbia provveduto legato ad ambienti ecclesiastici o comunque ricon- a fornire alcune copie a stampa, si limitano a in- ducibile a una produzione musicale più “raffinata”. tonare soltanto la prima strofa ed eventualmente In diverse località siciliane il testo dello Stabat a ripeterla. «Guardi che questo canto è in latino» Mater ha dunque assunto vesti musicali differenti, mi ripeté più volte, con l’orgoglio di chi conosce o sia riguardo ai modelli esecutivi sia riguardo agli possiede qualcosa di straordinario, uno dei cantori stili vocali, rispecchiando le due principali moda- subito dopo che assistetti alla loro performance. Se lità di canto tradizionale della Settimana Santa: la dunque spesso manca una completa comprensione polivocalità e la monodia. Il componimento iaco- del testo poetico è altrettanto vero che i cantori ser- poniano, inoltre, rappresenta per i cantori popolari bano il senso più profondo di quei versi, cogliendo- uno dei brani più significativi del repertorio. Non ne il valore espressivo al di là delle stesse parole: un raramente, infatti, esso marca le fasi più salienti dei significato associato al testo cantato anche in virtù riti, giungendo a segnare dei veri e propri percorsi del momento in cui questo deve eseguirsi secondo sonori, come nel caso delle Viae Crucis che utilizza- le prescrizioni locali. no le diverse terzine dello Stabat in coincidenza del- Numerose sono le versioni musicali dello Stabat le soste presso ognuna delle quattordici “stazioni”. Mater che nel passato venivano eseguite all’interno A Ventimiglia di Sicilia, un piccolo centro agri- delle chiese, quasi sempre accompagnate dall’orga- colo del palermitano, durante la processione fune- no o dall’armonium: ne sono testimonianza, tra l’al- bre del Venerdì Santo, i fedeli, in punti prestabiliti tro, le molteplici trascrizioni musicali operate da sa- dell’itinerario, intonano un tradizionale Stabat Ma- cerdoti e organisti, oggi conservate prevalentemente ter accompagnato dal locale complesso bandistico, presso archivi parrocchiali o presso i familiari. Più eseguendo una strofa per ogni sosta, solitamente di tutti spicca certamente il modello gregoriano, effettuata in prossimità di una chiesa o di una edi- spesso soggetto a variazioni sia nel testo sia nella cola votiva. Il suono della tràccola (tabella), scossa musica. Ma altre melodie tradizionali venivano e da un confrate, segna l’inizio e la fine di ogni ese- vengono tutt’oggi intonate dalle corali presenti nel- cuzione. L’impianto armonico della composizione le chiese, le quali hanno spesso ereditato tradizioni sembra richiamare la struttura tripartita che solita- musicali più antiche. Così avviene tra l’altro nella mente caratterizza le marce funebri per banda4. Si chiesa di San Giuseppe ad Augusta, in provincia nota dunque una fase iniziale in modo minore, cor- di Siracusa, dove i cantori intonano accompagnati rispondente al primo verso poetico, dal timbro più dall’organo uno Stabat Mater, a due voci parallele, scuro, cui segue una seconda sezione nella relativa prima dell’uscita del fercolo dell’Addolorata. tonalità maggiore, introdotta da un inciso strumen- A Vicari (Pa), la mattina del Sabato Santo, al ter- tale del flicorno e del basso tuba, dove emergono i mine dei cosiddetti viaggi – processioni penitenziali clarinetti che eseguono all’unisono la parte cantata. effettuate dalle confraternite5 – viene tutt’oggi ese- La conclusione avviene richiamando parti della se- guito uno Stabat Mater che i fedeli cantano accom- zione iniziale nuovamente in tonalità minore. pagnati dall’armonium. Riferisce l’anziano organi- A Castronovo, paese al confine tra le provincie sta che il canto era nel passato patrimonio esclusivo di Palermo e Agrigento, il gruppo dei cantori, in delle suore che, oltre al Sabato Santo, lo eseguivano questo caso non legato ad alcuna confraternita, si nel giorno della festa dell’Addolorata a settembre. riunisce il Venerdì Santo ai piedi del Crocefisso È stato lui, di recente, a trascriverlo su pentagram-

132 su elementidellamelodiavocale(cfr. un breve“passaggio”musicaleadlibitumfondato strofa el’altrasolitamentel’organista usa inserire tosto regolaretendentealtempoordinario.Frauna le dimodominoreconunascansionemetricapiut- rimaste. Lamelodiaèfondatasuunimpiantotona- vote cuisiassociaunafraleultimeanzianesuore ma continuandoaeseguirloconungruppodide- tus nonmoltoesteso(cfr. muove perlopiùpergradicongiuntientrounambi- esclusivamente perlaconclusione.Lamelodiasi si alternanodall’inizio,mentreilterzoèutilizzato sostanzialmente tremodulimelodici:iprimidue che inpassatoeseguivanoilcanto.Sievidenziano sei annifa,grazieallacollaborazionedidueanziane è stataricavatadaunaregistrazioneeffettuatacirca (magari in unadiversaoccasione).Latrascrizione re l’impiegodell’armoniumancheinquestocanto le cartedell’organistadell’epoca,lascianoipotizza- musicali manoscritte,recentementerinvenutefra gnamento strumentale.Tuttavia alcunetrascrizioni il cantoerasolitamenteeseguitosenzaaccompa- riano. Daalcunetestimonianzeapprendiamoche di ampimelismicherichiamanolostiledelgrego- Mater su una melodia caratterizzata dalla presenza dell’Addolorata, cuiseguivailcantodelloStabat appunto le donne a cantareil rosario in siciliano nio addietroancheaMisilmeri(Pa),doveerano l’immagine. Cosìavvenivafinoacircauntrenten- sempre all’internodellachiesachenecustodisce ni cheprecedonolafestivitàdell’Addolorata,quasi centri dell’Isolaancoraoggisisvolgeneisettegior nale curatasoprattuttodalledonne,cheinalcuni rante laSittinadil’Addulurata:unapraticadevozio- mediante lascrittura, puòtestimoniare unapratica che invece, grazie alla provvidenziale registrazione rischiava altrimentidiessere deltuttoobliatoe era certamentequellodi conservare uncantoche dello StabatMater».L’intento dell’ecclesiastico alla trascrizione:«intercalare unastrofagregoriana ta alleBalate».Ilsacerdoteannotainoltreincalce a PalermonellachiesadiS.Mariadell’Annunzia- tolo: «sicantaperlafesta,15Sett.,dell’Addolorata rettore della confraternita, segnando accanto al ti- nel suo“Quadernodimusica”neglianniincuifu sacerdote, Mons.FrancescoRomano,chel’annotò trascrizione musicalecheriportiamoèoperadiun come testimoniaqualcheconfratepiùanziano.La bilmente accompagnatodalsuonodell’armonium, della festaunoStabatMateratrevoci,moltoproba- dolorata pertradizioneusavanocantarenelgiorno auditorium), iconfratichegestivanoilcultoall’Ad- “alle Balate”(oggichiusaalcultoetrasformatain so, aPalermo,nella chiesa dell’Annunziata detta Il testodiJacoponedaTodi siesegueanchedu- Fino agliinizideglianniOttantadelsecoloscor es . mus . 2). es . mus . 1). - - Giuseppe Giordano,StabatMaterditradizioneoraleinSicilia torio, risulta strutturato in periodi musicali di senso torio, risultastrutturato inperiodimusicali disenso Lo mente questobranomaèestesa atuttoilrepertorio. consuetudine diesecuzione nonriguardaesclusiva- falsittu vengonorealizzatidasingoli cantori.Questa prima (cioèla voce che espone il testo verbale) e il seconda eilbassopossonoessereraddoppiate,la quarta vocepiùacuta,chiamatafalsittu.Mentrela seconda ebasso),cuisiaggiungeinalcunitrattiuna dialetto locale.L’esecuzione prevedetrevoci(prima, in unlatinoampiamentemodificatodall’influssodel dell’Addolorata, iconfratiintonanoloStabatMater, sione delVenerdì Santo,alla presenzadelsimulacro nato capite, sit possibileest, da sequenzeevangelicheinerentilaPassione(Pater brani esclusivamenteinlatino,moltideiqualitratti cativo epressochéunicoinquantosicomponedi il repertoriopolivocalediMussomelirisultasignifi- mandare unatradizionealoromoltocara.Inoltre, ri conlaconsapevolezzadivolereapprendereetra- molti giovani che si sono accostati agli anziani canto- polivocale dellaSettimanaSanta,anchedapartedi un rinnovatointeresseneiconfrontidelrepertorio e compiutamenterappresentato dello dicantopolivocaleinSiciliaèpiùampiamente meli, inprovinciadiCaltanissetta,areacuiilmo- vocali maggiormente articolati figura anche Musso- senza ilsostegnoarmonicodellealtrevoci. voce separatamentedallealtreparticorali,ovvero cantori nonsianoingradodieseguirelapropria parti vocali. Capita di frequente infatti che gli stessi regole cheglipermettonodi“costruire”leproprie un sistemadicuiconosconobeneimeccanismiele “colta”. Icantorisonoinfattisaldamenteancoratia mente diversadaquellachecaratterizzalapolifonia cale dellepartiobbedisceaunalogicasostanzial- nea” delsaperemusicale.Losvolgimentopolivo- trasmissione oraleedirealizzazione“estempora- mente unarticolatoecomplessomeccanismodi oppure quandonevienerichiamatal’immagine. intonano inpresenzadelsimulacrodell’Addolorata, figura ancheloStabatMatercheicantoridinorma vocano levicendedellaPassionediCristo.Fraquesti parafrasando musicalmentelediverseazionicherie- eseguiti inprecisimomentideiritipasquali,quasi testi in siciliano, anche canti in latino che vengono to più“stabile”(cfr. sumibilmente affidata ai bassi, mostra un andamen- delle duevocisuperiori,mentrelaterzavoce,pre- evidenzia un procedere costante per terzeparallele forme polivocaliditradizioneorale.Latrascrizione che sicollocaalconfinetralapolifonia“colta”ele Fra lelocalitàincuisiconservanorepertoripoli- La tradizione polivocale testimonia indubbia- Molti repertoripolivocalicontengono,oltrea Stabat Mater,cosìcomeglialtricantidel reper Emisit spiritum,etc.).Durantelaproces- Diviserunt sibivestimentamea, es . mus . 3). 6 . Qui si registra . Quisiregistra Inli- 133 -

Documentare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XII/XIII (2011), n. 13 (1) compiuto che però quasi mai coincidono con i versi vozionale. La trascrizione evidenzia una esecuzione poetici. La struttura melodica tende infatti a mante- tendenzialmente regolare dal punto di vista ritmi- nere una sua autonomia rispetto a quella testuale. I co (4/4). L’ascolto della registrazione dalla quale è versi poetici quasi si innestano sul materiale musicale ricavata la trascrizione (anno 2007) rivela una fre- e quest’ultimo a sua volta si dilata o si contrae per quente “oscillazione” nell’intonazione complessiva, accoglierli e contenerli al suo interno. Il testo non con margini pari anche al semitono (cfr. es. mus. 6). facilmente lo si comprende durante l’esecuzione, in Un’altra parafrasi in italiano dello Stabat Mater quanto risulta dissolto e amalgamato con la materia inizia con i seguenti versi: Stava ai piedi della croce / sonora nella quale si smarrisce. Scrive Roberto Leydi Senza lacrime né voce / Contemplando il figlio. An- a questo proposito che «il testo si traveste in musica» che questa si trova diffusa in molte località e quasi (Leydi 1987). Di seguito si riporta la trascrizione mu- sempre viene intonata sul modello musicale gre- sicale temporizzata dello Stabat Mater di Mussomeli goriano, giacché la struttura metrica corrisponde eseguita da Ignazio Macchiarella (cfr. es. mus. 4). a quella del testo originario in latino8. Più di ogni A Santo Stefano di Camastra (Me) il repertorio altra, questa parafrasi in particolare ha sostituito il polivocale della Settimana Santa presenta alcuni canto dello Stabat Mater in latino durante la pratica canti dedicati all’Addolorata (per esempio I par- devozionale della Via Crucis. È infatti consuetudi- ti dâ cruci, incentrate sul tema delle Sette spade ne diffusa intonare specialmente la seguente terzina dell’Addolorata) e fra questi anche uno Stabat Ma- fra una “stazione” e l’altra: Santa Madre deh! Voi ter (chiamato anche Chiantu ri Maria) che i cantori fate / che le piaghe del Signore / siano impresse nel più esperti intonano al termine della processione mio cuore. del Venerdì Santo all’interno della Chiesa Madre. A Ventimiglia di Sicilia, la mattina del Venerdì L’edificio sacro in quell’occasione rappresenta in- Santo, i confrati dell’Addolorata, detti anche “del- fatti per la gente del luogo il sepolcro di Cristo, e la Maestranza” per via della loro appartenenza alla dunque al suo interno vengono collocati i fercoli categoria degli artigiani, svolgono una processione del Cristo morto e dell’Addolorata per essere ve- penitenziale che inizia e termina presso l’Oratorio gliati dai fedeli. Lo Stabat Mater di Santo Stefano di San Nicolò, sede della confraternita. Qui, mentre di Camastra presenta sostanzialmente una strut- compiono il gesto di baciare la croce, i confrati in- tura armonica a tre voci (prima, secunna e bassu) tonano U chiantu di Maria (Il pianto di Maria), una alle quali si aggiunge anche una quarta voce svolta parafrasi in siciliano dello Stabat Mater articolato dal coro (coru). L’esecuzione è limitata soltanto alla in terzine quasi tutte di ottonari con l’ultimo verso prima terzina del testo latino, che nella pronuncia sdrucciolo, intercalate da un ritornello. La melodia risulta tra l’altro chiaramente modificata dall’influs- è uguale sia nelle strofe sia nel ritornello, con alcuni so dialettale: Stave Mater dolorosa / iù sta crucem tratti fondati su una corda di recita, riconducibile a lacrimosa / dummo pende Pater Filiu. La trascri- uno stile di canto prettamente chiesastico (cfr. es. zione effettuata da Massimiliano Fiorella (cfr. es. mus. 7). Questo il testo cantato in occasione del Ve- mus. 5) rivela una struttura bipartita del canto, con nerdì Santo 2009: segmenti melodici che si ripresentano all’interno di ognuna delle due frasi7. Chiantu di Maria Pianto di Maria Va ricordato che in altre località in cui è pre- sente lo stile polivocale sono state documentate al- Maria Stava assai dulenti Maria stava molto dolente trettante significative esecuzioni dello Stabat Mater a la cruci fu ppinnenti alla croce appeso all’interno delle celebrazioni della Settimana Santa, era l’unigènimu. ci stava l’unigenito. per esempio a Assoro (En), Bronte (Ct) e Montedo- ro (Cl). In numerose località si trovano inoltre di- Santa Matri chi vui faciti Santa Madre deh! Voi fate verse parafrasi della Sequenza, sia in italiano sia in chi di Cristu i so firiti che per le ferite di Cristo siciliano: Caronia (Me), Casalvecchio Siculo (Me), ricivitivi st’ànima possiate ricevere questa anima. Montedoro (Cl), Niscemi (Cl), Palermo, etc. A Villafrati (Pa), il Venerdì Santo, di norma Trapassari la cruda spata Trafitta dalla crudele spada mentre al “Calvario” il simulacro del Cristo mor- la dulenti contristata la dolente contristata to viene posto all’interno dell’urna per dare inizio sua piancenti ànima. sua piangente anima. alla processione, un gruppo di donne appartenen- ti all’ambiente parrocchiale intona il canto Stava Quantu fu mesta er afflitta Quanto fu mesta ed afflitta Maria dolente, una tra le più note parafrasi dello la gran Mmatri bbiniritta la gran Madre benedetta Stabat Mater. Dopo ogni quartina si intercala un ri- di lu Fìgghiu ùnicu. del Figlio unigenito. tornello, assente nelle più comuni versioni a stampa del canto contenute perlopiù in libretti a uso de- Idda assai s’addulurava Ella assai si affliggeva

134 e lipiaghiderilitti. lu patiridilasomorti Di Ggesùchissempriporti vògghiu cuvvuichiànciri. nun midatist’amarizza O Mariasummaducizza picchi chiànciriiudisìu. er avvuiaccumpagnari A lacrucicuvvuistari di vostruFìgghiuammiapàtiri. e lipenicuncirìtimi Cu vvuichiàncirifacìtimi li granpenidivìriri. di luFìgghiuevvuicummia Bbinignàtivi oMaria pi Idducumpiacìrisi. di Ggesùchiffussiamanti Stu mecoritralichianti chi sisciogghiinlàcrimi. v’è stucoripiduluri O Mariafontid’amuri esalò luspìritu. vitti ggiàchiddisulatu Lu soduciFìgghiuamatu e assuggittauastràziu. Ggèsu vittigranturmenti Pi l’erruridilisogenti cu sifiraaunchiànciri? a Ggesù,Mariadulenti, Cuntimplannu pienamenti nun sisciogghiinlàcrimi? a Mmariafratantuaffannu Quali donnachigguardannu di Ggesùlispàsimi. mentri attentariguardava

e lepiaghederelitte. il patimentodellasuamorte Di Gesùchesempreporti voglio convoipiangere. non midatequestaamarezza O Maria,sommadolcezza perché piangeredesidero. e voiaccompagnare Alla croceconvoistare di vostrofiglioamefarpatire. e lepene,concedetemi, Con voifatemipiangere le granpenediguardare. del Figlio,evoiinsiemeame, Degnatevi oMaria per Luicompiacersene. di Gesùchesiaamante Questo miocuorefraipianti che siscioglieinlacrime. vi èquestocuoreperdolore O Mariafonted’amore emise lospirito. vide chegiàdesolato Il suodolceFiglioamato e provatodallostrazio. Gesù videingrantormenti Per l’erroredelsuopopolo chi ècapacedinonpiangere? Gesù, Mariadolente, Contemplando pienamente non siscioglieinlacrime? Maria fratantoaffanno Quale donnaguardando di Gesùglispasimi. mentre attentacontemplava Giuseppe Giordano,StabatMaterditradizioneoraleinSicilia di tuttilimàrtiri. io vilassuavvuiRigina E pperciòMatriddivina pi lavostrantircissioni. assai ddignuesempricchiù D’accustàrinni aGgesù la bbiatagloria. a chist’armasiadata O granMmatriAddulurata di lagranvittoria. pi MmariaReginaaparma Miu Ggesùscioltuchist’arma nta luiornudûgiudiziu. iu pivvuiMariaddifisu Di lifiamminunsiauccisu nostra dulentiVìrgini. di lutoFigghiuzzuamatu Di lacrucisanguepiaghi offrendone unaprimapanoramicagenerale. repertorio. Valga intanto avere postolaquestione dere piùchiariicontornielaconsistenzadiquesto popolare. Ulterioriindaginipotrannoinfuturoren- si rilevainveceneicantidellatradizioneliturgico- prattutto distantidall’intensacaricaespressivache sostituite daaltrecomposizionispessobanalieso- dizionali delloStabatMatersonostatelocalmente in genere.Nellospecifico,diverseintonazionitra- cellare itrattisignificatividelpatrimoniofolklorico autorità chegestisconoicultilocali,tendenteacan- per un’ostinatavolontàerosivadapartedimolte mazione dellaculturatradizionale,masoprattutto ne soltantoacausadeinaturaliprocessiditrasfor recente ispirazione. Questo, purtroppo, non avvie- cedere amodellimusicali“standardizzati”dipiù ta ormaisuperatanelleformeeneicontenuti,per re traccediunamemoriamusicalecollettiva,ritenu- che esisteunatendenzaaltrettanto forte acancella- tutt’ora fortemente vitali. Va d’altraparte osservato Sicilia permangonomodellimusicalitradizionali Dagli esempiesaminatiappareevidentechein di tuttiimartiri. io viproclamoRegina E perquestoMadredivina per lavostraintercessione. (possa essere) Di accostarmiaGesù la beatagloria. a quest’animasiadata O granMadreAddolorata della granvittoria. per MariaRegina(datele)lapalma Mio Gesùliberataquest’anima nel giornodelgiudizio. io pervoi,Maria,siadifeso Dalle fiammenonsiaucciso nostra dolenteVergine. del tuoFiglioloamato Dalla crocesangueepiaghe sempre più degno sempre piùdegno 135 -

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Esempi musicali

Le trascrizioni musicali n. 1, 2, 6, 7 si riferiscono a rilevamenti audio-visuali effettuati da chi scrive. Le altre trascrizioni sono state effettuate da Mons. Francesco Romano (n.3), Ignazio Macchiarella (n.4), Mas- similiano Fiorella (n.5). Nelle trascrizioni effettuate da chi scrive si sono utilizzati i seguenti segni diacritici laddove necessario: ← (più lento del valore segnato); → (più veloce del valore segnato); ↓ (più grave del valore segnato). Negli esempi 2 e 7 è stata effettuata una trasposizione ai fini di una lettura “più immediata”, facendo tuttavia precedere la trascrizione dalla finalis originale.

Es. mus. 1 - Esecuzione: Giuseppe Pecoraro (armonium) e coro femminile Rilevamento: Vicari (Pa), 11/04/2009

Es. mus. 2 - Esecuzione: Antonina Di Palermo, Vincenza Giordano Rilevamento: Misilmeri (Pa), 15/01/2006

136 E s . mus . 3- Trascrizione manoscrittadiMons.F. Romano–archivioprivato-Misilmeri E s . mus Rilevamento: Mussomeli(Cl) (in Macchiarella1993:58) . 4- Esecuzione: coromaschile Giuseppe Giordano,StabatMaterditradizioneoraleinSicilia 137

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138 Rilevamento E s : . Santo StefanodiCamastra(Me),14/04/2006 mus . 5- Esecuzione: coromaschile Giuseppe Giordano,StabatMaterditradizioneoraleinSicilia 139

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140 Giuseppe Giordano,StabatMaterditradizioneoraleinSicilia 141

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Es. mus. 6 - Esecuzione: coro femminile Rilevamento: Villafrati (Pa), 06/04/2007

142 Rilevamento E s . mus . 7- : Ventimiglia diSicilia(Pa),10/04/2009 Esecuzione: confratidell’Addolorata Giuseppe Giordano,StabatMaterditradizioneoraleinSicilia 143

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Carta 1 - Zone interessate dalla polivocalità9

Carta 2 - Località interessate dalla monodia di competenza maschile

144 in particolare il librettoallegatoaldoppio LP Pennino- connesse allaSettimanaSanta. che trattano,anchealivellolocale, letradizionimusicali to inareaitalianasipossono rilevare nellepubblicazioni Mater eilcantofratto:alcunetestimonianzefrancescane. re: nuovericerche(1994-2009);MarcoGozzi,LoStabat Montecassino; MauroBalma,StabatMaternell’arealigu- Sicilia; Nicola Tangari, nella tradizione musicale paraliturgica degli Albanesi di va la Madre lacrimosa). Una parafrasi dello Stabat Mater antico; GirolamoGarofalo,RrijeJëmapërlotuarë(sta- Agamennone, quenza edinnonellatradizionescrittaitaliana;Maurizio relazioni: Giacomo Baroffio, Lo“Stabat Mater” tra se- significative dimoltissimelocalità.Questiititolidelle za delloStabatMaterall’internodellepraticheritualipiù hanno dimostrato,tral’altro,unaquasicostantepresen- s’agonizzante sonostatipresentatidiversicontributiche 1998: 537). fornisce ancheiltestoperunInnoliturgico(cfr. Apel oltre a essere impiegato per la Sequenza del 15settembre tetrametri trocaici,ilterzocatalettico.LoStabatMater a SanBonaventuraeadaltri.Èscrittoinstanzeditre cessioni dalcarattereprettamentefestivo. Venerdì diPassione,mentreasettembresisvolgonopro- svolgono processionipenitenziariedell’Addoloratanel Romano, 1953).InSiciliaancoraoggipertradizionesi ne delPapa,condottoinesiliodaNapoleone(Messale Croce, perringraziarelaVergine Mariadellaliberazio- a Settembre, il giorno successivo all’Esaltazione della dusse unasecondamemoriacelebrativadell’Addolorata dente laDomenicadellePalme).Nel1814PioVIIintro- dopo laDomenicadiPassione(ovveroalvenerdìprece- all’intera ChiesaCattolicanel1727,fissandolaalvenerdì in Germania,celebrazionecheBenedettoXIIIestesepoi il ConciliodiColoniaintrodusselafestadell’Addolorata antica e la si fa risalire addirittura al IV secolo. Nel 1423 Note ne diSantuLussurgiu. a piùvociliturgico,paraliturgicoeprofanodalComu- 2009, promossoda nizzante svoltosiaSantuLussurgiu(Or)il29novembre to presentatoalConvegnoStabatMaterapesdes’ago- pliato, anchecontrascrizionimusicalieimmagini,èsta- Altre importantiinformazionisullapresenzadelcan- 1 * Ilcontenutodiquestosaggio,quirivedutoeam- 4 3 2 Sullebandemusicaliesuiloro repertorisiconsulti InoccasionedelconvegnoStabatMaterapesde Iltestopoeticoèstatovariamenteattribuitoanche Ladevozioneai“DoloridiMaria”ètuttaviamolto Su alcune intonazioni di Stabat nel Cilento Hymnos -Reteterritorialedelcanto Alcune fonti dello Stabat Mater a Giuseppe Giordano,StabatMaterditradizioneoraleinSicilia soprattutto acuradellestesseassociazionimusicali. vece, laproduzionediscograficasuirepertoribandistici, Politi (1989)eBonanzinga(2006).Piùampiarisulta,in- del cantoècontenutainSarica-Fugazzotto(cd1994). ta un’analisipiùdettagliatadelcanto;Unaregistrazione Laurea diMassimilianoFiorella(2006),dovevienesvol- guito inquestalocalità,siconsultianzituttolaTesi di Camastra, edunquesulloStabatMaterchevieneese- cilia sivedainparticolareMacchiarella1993. dell’Addolorata. ne delpercorsobaciailsimulacroCristomortoe chiesa compiendoilgestodellaflagellazione.Altermi- al collo,percorreinginocchiolanavatacentraledella rona diviminisulcapoeunflagellocorda(libàniu) sicale. GiuntialCollegio,ogniconfrate,recanteunaco- dal suonodellemarcefunebrieseguitedallabandamu- custodisce l’immaginedell’Addolorata,accompagnati oratorio pergiungere nella chiesadelCollegiodovesi prestabilita, partendodallapropriachiesaodalproprio Sicilia (ALS). disponibile lacartadibasedell’AtlanteLinguisticodella listicamente. d’Italia seppure con versioni musicali diverse anche sti- Sicilia einparticolaremoltelocalitàdelMeridione possibile osservarnel’impiegoanchealdifuoridella stampato in moltilibrettidiusodevozionale. È dunque 2002 Bonanzinga S. 1987 Arcangeli P. -LeydiR. Morelli R.-SassuP. 1998 Apel W. Bibliografia 7 6 5 9 8 SuicantidellaSettimanaSantaaSantoStefanodi SuirepertoripolivocalidellaSettimanaSantainSi- Ogniconfraternitainiziailviaggiu(viaggio)nell’ora Ringrazioilprof.GiovanniRuffinoperaverereso Iltestodiquestaparafrasitestuale lo ritroviamo Antropologico Mediterraneo,VII/5-7:181-190. “Suoni egestidellaPasquain Sicilia”,inArchivio dischi). scicolo allegatoalcofanetto Albatros, ALB21(4 (a curadi),Cantiliturgiciditradizioneorale,fa- Libreria MusicaleItaliana,Lucca. ne rivedutaeaggiornatadaMarcoDellaSciucca, notazione, modalitàetecnichecompositive,edizio- (I ed.1958),Ilcantogregoriano.Liturgia,storia, 145

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2006 “Musiche e musicanti di Sicilia”, in AA.VV., Le Leydi R. Bande Musicali in Sicilia. La Provincia di Palermo, 1987 “Le ricerche, gli studi”, in Arcangeli-Leydi-Mo- Edizioni Arianna, Geraci Siculo (PA) 2006, pp. relli-Sassu 1987: 17-29. 7-10. Macchiarella I. Fiorella M. d.1989 (a cura di), I “Lamenti” di Mussomeli (Sicilia), Al- 2006 I suoni della Passione a Santo Stefano di Camastra batros VPA 8492, con libretto allegato (Me), Tesi di Laurea in Discipline della musica 1993 I canti della Settimana Santa in Sicilia, Folkstudio, (relatore prof. Sergio Bonanzinga), Università di Pa­lermo. Palermo, a.a. 2005/2006. 1995 Il falsobordone fra tradizione orale e scritta, Libre- ria Musicale Italiana, Lucca. Garbini L. 2005 Breve storia della musica sacra. Dal canto sinagoga- Pennino G., Politi F. le a Stockhausen, il Saggiatore, Milano. 1989 (a cura di), Bande musicali di Sicilia, cofanetto Al- batros ALB 22 (tre dischi), con libretto allegato. Giordano G. 2009 La monodia di tradizione orale per la Settimana Sarica M., Fugazzotto G. Santa in Sicilia. Ambiti di competenza maschile, cd1994 (a cura di) I doli dû Signuri, Ethnica 10, TA 10- Tesi di Laurea Specialistica in Musicologia (rela- SN0042. tore prof. Sergio Bonanzinga), Università di Pa- lermo, a.a. 2008/2009.

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Tzvetan Todorov Ulf Hannerz CNRS, Paris Stockholm University Department of Social Anthropology [email protected] Le scienze umane e sociali. Uno sguardo retrospettivo

L’autore ripercorre il proprio rapporto con le scienze Operation Outreach: Anthropology and the Public in a umane e sociali durante un cinquantennio (1960-2010). World of Information Crowding Richiamando il lavoro di Claude Lévi-Strauss e il suo modello teorico che assimila le scienze umane alle scien- Fairly recently there was a story in newsmedia in Sweden ze esatte, eliminando ogni traccia di soggettività, l’arti- about some young nouveaux riches who displayed their colo pone a confronto il contributo di Germaine Tillion wealth by ostentatiously pouring out champagne in the che, negli stessi anni, affermava l’impossibilità di elimi- sink. At about the same time, another item described a nare l’esperienza personale dello studioso dai risultati public occasion where a feminist politician, well-known since her past as leader of the country’s main postcom- del proprio lavoro. Un approccio pluralista alle disci- munist party, had set fire to 100000 kronor (some 10000 pline umanistiche è la raccomandazione che l’Autore ci euro) in bills, to make some point dramatically. This drew consegna nelle conclusioni. widespread comment, although it may be that while few could remember exactly what the point was, the suspicion Parole chiave: Oggettività; Soggettività; Conoscenza was confirmed that this was not a person to be trusted letteraria; Scienze Umane/Scienze naturali; Pluralismo with public funds. metodologico Anyway, both the champagne pouring and the money on fire undoubtedly drew some added attention in the media because they occurred during the summer, when good sto- Human and Social Sciences. A retrospection ries tend to be hard to come by. One journalist contacted me after he had heard from someone that there were North American Indians who also had public rituals of destruction, The author describes his contacts with the social and hu- something called “potlatch”. And so he asked if I would care man sciences during the last 50 years (1960-2010). His first to offer an anthropological perspective on their new occur- major encounter is with the work of Claude Lévi-Strauss, rence in Sweden. I suggested that if he wanted to know more who recommended the assimilation of the humanities to about potlatch he could take a look at the Wikipedia article, the exact sciences and the elimination of all traces of sub- but apart from that I declined the invitation to comment on jectivity. This attitude is compared with the contribution of the Swedish politician going Kwakiutl. Germaine Tillion who defends the impossibility to elimi- If we wonder about the part of anthropology in contem- nate the personal experience of the scholar from the results porary public life and public knowledge, we may find that of his work. In conclusion, the author recommends a plu- it is sometimes, in fact rather frequently, like that. People ralistic approach to the humanities and the social sciences. who have no close acquaintance with the discipline expect the anthropologists to be in control of exotic tidbits from around the world, and thus able to offer possibly entertain- ing, although otherwise probably rather useless, parallels, Key words: Objectivity; Subjectivity; Literary knowledge; comparisons, or overviews. Perhaps some of us will then Human and Natural Sciences; Methodological Pluralism indeed try to search the global ethnographic inventory for something to say, out of a sense of public duty or seduced by the possibility of fifteen seconds of fame. Again, in this instance, I was not tempted.

Key words: Branding; Commentary; Journalism; Politics; Multilingualism

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Eccessi di azione: il ruolo pubblico dell’antropologia in un Helena Wulf mondo sommerso dalle notizie Stockholm University Department of Social Anthropology Di recente è circolata nei media svedesi la storia di alcuni [email protected] giovani arricchiti che fanno mostra della loro ricchezza gettando champagne nel lavandino. Più o meno nello stesso periodo un’altra voce descriveva un’occasione Cultural Journalism and Anthropology: A Tale of two pubblica durante la quale una femminista, nota per il Translations suo passato come leader del principale partito postco- munista della nazione, aveva dato fuoco a 100.000 co- Already Evans-Pritchard identified anthropology in terms rone (circa 10.000 euro) in contanti, per rendere spet- of cultural translation, a notion which has been influen- tacolari alcuni punti del suo discorso. Ciò ha prodotto tial in the discipline, as well as debated. The debate has una vasta eco, sebbene alla fine abbia trovato comunque generated insights into issues of interpretation, under- conferma il sospetto che non si trattasse di una persona standing and authenticity. When I study the transnational affidabile per la gestione di fondi pubblici. dance world, or the world of contemporary Irish writers, I In ogni caso, sia lo spreco di champagne sia il denaro translate these settings with their concerns into academic bruciato, senza dubbio ottennero una particolare atten- conceptualizations. This is what I was trained to do. But zione da parte dei media perché entrambi i fatti capi- during my fieldwork in the dance world, one dancer after tarono in estate, quando le buone storie da raccontare another kept asking me “So you’re a writer – why don’t scarseggiano. Un giornalista mi contattò dopo che aveva you write about us in the paper?” The people I was study- sentito da qualcuno che c’erano degli Indiani norda- ing seemed to suggest that I should make myself useful mericani che praticavano anch’essi dei rituali pubblici by writing about them in the newspaper, and also, they di distruzione, qualcosa chiamato “potlach”. E quin- told me, in dance magazines, international and Swedish di mi chiese se mi interessasse fornire una prospettiva ones. In order to give something back to the people that antropologica sulla nuova comparsa di questi rituali in had allowed me access to the closed world of ballet, I thus Svezia. Suggerii che avrebbe potuto sapere qualcosa in set out on my first piece of cultural journalism for Sven- più sul potlach, nel caso avesse questo desiderio, dando ska Dagbladet, a Swedish daily. This entailed a different una semplice occhiata all’articolo di Wikipedia, e a parte type of translation. Now I had to make my anthropological questo declinai l’invito a commentare i politici svedesi findings not only accessible but also attractive to a wider mutanti Kwakiutl. readership familiar with the arts, but not necessarily with Se ci interrogassimo sul ruolo dell’antropologia nella anthropology. The purpose of this article is to explore the vita pubblica contemporanea, potremmo scoprire che process of writing cultural journalism drawing on anthro- consiste a volte, di fatto direi piuttosto frequentemen- pological research. te, in qualcosa del genere. Gente che non ha familiarità con la disciplina si aspetta che gli antropologi padro- Keywords: Cultural journalism; Cultural translation; neggino “bocconcini” esotici un po’ di tutto il mondo, Creative writing; Travel; Transnational e per questo siano in grado di offrire una possibilità di intrattenimento, probabilmente non molto utile, magari qualche parallelismo, qualche confronto, o una visione Antropologia e giornalismo culturale. Storia di due traduzioni d’insieme. Forse alcuni di noi tenteranno allora di esplo- rare l’inventario etnografico globale per avere qualcosa Già Evans-Pritchard intese l’antropologia in termini di da dire, in riposta a un senso del dovere pubblico o se- traduzione culturale, una nozione che ha esercitato mol- dotti dalla possibilità di quindici secondi di gloria. Per ta influenza sulla disciplina e anche molto discussa. Il di- quanto mi riguarda, almeno in quel caso, non mi venne battito ha prodotto una particolare sensibilità per i temi la tentazione. dell’interpretazione, della comprensione e dell’autenti- cità. Nello studiare il mondo transnazionale della danza, Parole chiave: marchio; commento; giornalismo; politi- o quello degli scrittori irlandesi contemporanei, traduco ca; multilinguismo questi ambiti e le loro problematiche nei termini delle concettualizzazioni accademiche. È ciò che la mia for- mazione mi spinge a fare. Tuttavia, nel corso del mio la- voro di campo sul mondo della danza, molti iniziarono a chiedermi “dunque sei una scrittrice – perché allora non scrivi un bell’articolo su di noi?” Le persone che stu- diavo sembravano suggerirmi che avrei potuto rendermi utile scrivendo di loro sul giornale e anche, mi dissero, su riviste specializzate, internazionali e svedesi. Allora, per ricambiare le persone che mi avevano permesso di

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entrare nel mondo chiuso del balletto, mi accinsi a scri- Ralph Grillo vere il mio primo pezzo di “giornalismo culturale” per Dept of Anthropology la Svenska Dagbladet, un quotidiano svedese. Questo mi School of Global Studies impegnò in un tipo diverso di traduzione. Avevo il com- University of Sussex pito di rendere le mie scoperte antropologiche non solo Brighton, BN1 9SJ, UK accessibili ma anche attraenti per un più ampio pubblico [email protected] di lettori dotato di una certa familiarità con l’arte, ma non necessariamente con l’antropologia. In questo ar- ticolo esamino il processo che a partire da una ricerca Cultural Exclusion: Migrant Minorities and the Law in antropologica porta a fare del “giornalismo culturale”. the UK

Parole chiave: Giornalismo culturale; Traduzione cultu- Study of the discrimination which affects migrants and rale; Scrittura creativa; Viaggio; Transnazionale their descendants in contemporary Europe has focused principally on social and economic exclusion and its con- sequences for integration. The concept of ‘cultural exclu- sion’, which refers to the way in which institutions and their personnel may fail to take into account the religion and ‘culture’ (in the anthropological sense) of migrants and their descendants when resources and rights are ac- cessed and allocated, broadens the notion of social ex- clusion in a manner that speaks directly to the work of anthropologists. Building on the UNDP’s concept of ‘cul- tural liberty’, the paper explores immigrant and ethnic mi- nority cultural and religious exclusion specifically in the context of encounters with the law and legal processes in the UK, and examines how far the law and those operat- ing in its shadow could or should make room for, ‘other’ values, meanings and practices.

Key words: Cultural exclusion; Ethnic minorities; Reli- gion; Law; UK

L’esclusione culturale: minoranze migratorie e Diritto nel Regno Unito

Lo studio della discriminazione che colpisce i migranti e i loro discendenti nell’Europa contemporanea si è con- centrato soprattutto sull’esclusione economica e sociale e sulle sue conseguenze per l’integrazione. Il concetto di ‘esclusione culturale’, che si riferisce al modo in cui le istituzioni, e il loro personale, nel garantire accesso e nell’allocare risorse e diritti, possono non tenere in conto la religione e la ‘cultura’ (in senso antropologico) dei mi- granti e dei loro discendenti, allarga la nozione di esclu- sione sociale in una maniera che si rivolge direttamente al lavoro degli antropologi. Basandosi sul concetto di ‘libertà culturale’ adottato dall’UNDP, lo scritto esplora l’esclusione culturale e religiosa delle minoranze etni- che costituite dagli immigrati nel contesto specifico dei rapporti con la legge e i procedimenti legali nel Regno Unito, ed esamina fino a che punto la legge e i funzionari pubblici incaricati di applicarla potrebbero o dovrebbe- ro lasciar spazio a valori, significati e pratiche ‘altre’.

Parole chiave: esclusione culturale, minoranze etniche, religione, diritto, UK.

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Valentina Rametta Paolo Favero Università di Palermo Centre for Research in Anthropology (CRIA), Lisbon [email protected] University Institute Director of Post-Graduation Program in Digital Visual Culture Il desiderio del selvatico. La Wilderness come categoria [email protected] antropologica dell’immaginario

Nel quadro della riflessione contemporanea sul paesag- Blessed be the Good Soldier: Cinema, Media and the Man- gio il concetto di Wilderness si configura come categoria ufacturing of Nationhood in Post 9/11 Italy antropologica originaria, come paradigma primario di pensiero che interseca gli strati biologici e culturali nella This article addresses the contemporary wave of national- percezione e nella rappresentazione del rapporto uomo/ ism in Italy looking upon one of its pivotal figures, i.e. ambiente. Il moderno interesse per il selvatico che tra- the soldier. Focussing primarily on post-war cinema and sversalmente coinvolge le nuove istanze dell’ecologia contemporary media reports regarding Italian soldiers in umana, dell’etnoecologia, dell’ecocritica, della letteratu- foreign missions of war (but offering also glimpses on ra e dell’arte, mette in discussione le dialettiche conso- schoolbooks from the fascist era) the article will offer an lidate del modello culturale antropocentrico, esploran- exploration of the continuities and discontinuities in the do il legame con l’alterità dell’elemento naturale nella representation of the Italian soldier across history in Ital- costruzione della strategie di sopravvivenza ambientale, ian popular culture suggesting how, in line with the self- delle competenze ecologiche e della definizione sociale. representation of the Good Italian, the soldier has always been presented as a good human being, one inevitably de- Parole chiave: Wilderness; Antropologia del paesaggio; tached from historical responsibilities. Scrittura della natura; Ecologia umana; Anarchismo verde. Key words: Cinema; Representation; Nationalism; Sol- diers; Contemporary Italy. The Desire for the Wild. Wilderness as an Anthropologi- cal Category of Imagination “I nostri (bravi) ragazzi”. Cinema, media e costruzione del In the context of contemporary reflection on the landscape, senso di appartenenza nazionale nell’Italia del ‘dopo 11 the Wilderness concept takes the form of original anthro- settembre’. pological category, as the primary paradigm of thought that crosses cultural and biological layers in the perception Questo articolo analizza la rappresentazione del solda- and representation of the relationship between man and to nella cultura popolare italiana. Mettendone a fuoco environment. The modern interest for the wild what in- la centralità nella costruzione contemporanea del senso volve crosswise new instances of human ecology, etnoecol- di appartenenza nazionale, l’articolo evidenzia continu- ogy, ecocriticism, literature and art, to rise a questions the ità e discontinuità nella rappresentazione del soldato in consolidated dilectic of anthropocentric cultural model, contesti diversi, con particolare attenzione al cinema del exploring the connection with the otherness of the natu- Dopoguerra e ai dibattiti mediatici a proposito del coin- ral element in the construction of environmental survival volgimento italiano nelle missioni di “pace” all’estero. strategies, ecological competences and social definition. Attraverso l’analisi di alcuni passi tratti da libri scolasti- ci dell’epoca fascista, l’articolo suggerisce inoltre come Key words: Wilderness; Landscapes Anthropology; Na- la cultura popolare italiana sia stata capace di tenere in ture writing; Human Ecology; Green Anarchy. vita un’immagine coerente del soldato italiano, rappre- sentandolo principalmente come un“soldato buono”. Nonostante sia generalmente dipinto come un individuo mosso da amore e altruismo, talvolta gli si riconoscono tratti di egoismo, opportunismo e pigrizia. L’insieme di tutte queste caratteristiche, per quanto apparentemente incoerenti tra di loro, ottiene l’effetto di attenuare ogni forma di responsabilità storica.

Parole chiave: Cinema; Rappresentazione; Nazionali- smo; Soldati; Italia contemporanea.

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Stefano degli Uberti Tommaso India Università di Bergamo Palermo, Fondazione Buttitta [email protected] [email protected]

Turismo e immaginari migratori. Esperienze dell’Altrove La cura dell’uchimvi. Nota sulla medicina tradizionale tra nel Senegal urbano i Wahehe della Tanzania

Le rappresentazioni dell’‘Altrove’ sono un’angolazione pe- In questo articolo collego i concetti dell’eziologia e della culiare per capire le aspirazioni al viaggiare di molti africa- cura delle malattie tra i Wahehe, una popolazione della ni; questo fattore assume un ruolo centrale nelle esperienze Tanzania centro-meridionale, alla loro cosmologia. In individuali e collettive, diventando un elemento significati- questo sistema medico tradizionale, il ruolo di terapeuta vo che apre spazi di definizione del sé. Finora, un interesse è svolto dai waganga wa kienyeji (letteralmente: “dot- minore è stato rivolto verso le varie forme e gli ambiti, non solo geografici, in cui l’Altrove è rappresentato, assunto di tori del villaggio”). Dopo aver analizzato il rito di cura solito come l’espressione di un universalismo occidentale, dell’uchimvi (lett. “malocchio”), nell’ultima parte de- nutrito da immagini e modelli culturalmente globalizzati. scrivo come, negli ultimi anni, i sintomi dell’HIV\AIDS Al contrario, questo contributo sottolinea come ‘l’idea di siano stati assimilati e trattati dai waganga come casi di Altrove’ si costruisce storicamente in un contesto locale, uchimvi. Essi, con il rito di cura del’uchimvi, aiutano i facendo luce su come alcuni aspetti culturali locali produ- loro pazienti ad averne una prima conoscenza e, infine, a cono uno specifico senso di spazialità, favorendo la forma- ‘com-prendere’ l’HIV/AIDS. zione della frontiera tra ‘qui’ e ‘là’. Volgendo lo sguardo alle aree urbane di M’bour-Saly, si osserva il ruolo svolto Parole chiave: Wahehe; Antropologia medica; Rituali te- dai processi turistici e in quale misura essi diano significa- rapeutici; Curatori tradizionali; HIV/AIDS e medicina to alle immagini, alle narrazioni e alle pratiche attraverso tradizionale cui gli individui esprimono il loro ‘desiderio dell’Altrove’. Si problematizza l’idea naïf di un’Europa collettivamente percepita come uno stereotipato ed omogeneo El Dorado: la sua percezione sembra piuttosto legata alle esperienze The cure of uchimvi. A note on traditional medical system soggettive e locali dei singoli. among Wahehe (Tanzania)

Parole chiave: Senegal; Turismo; Migrazione; Altrove; In this article I link concepts of health disorder’s etiology Immaginario. and therapy among the Wahehe’s, a people living in the south and central part of Tanzania, to their cosmology. In their traditional medical system, people affected by health Tourism and Migratory imaginaries. Experiences of Else- disorder’s are treated by the waganga wa kienyeji, “the where in Urban Senegal village doctors”). After focusing on the rite of treatment of Representations of the ‘Elsewhere’ is as peculiar field to un- uchimvi (“evil eye”), in the last pages I describe the way derstand the aspirations to travel of many African people; HIV/AIDS is conceived and treated by the waganga as this factor assumes a pivotal role in individual and collective occurrences of uchimvi. By this way of interpreting this experiences, becoming a meaningful device that opens up disease, waganga so help their patients to have a former spaces of self-definition. So far, a minor interest is devoted knowledge of it and, finally, to ‘understand’ the HIV/ to styles and arenas where the Elsewhere is represented, of- AIDS. ten assumed as the expression of culturally globalised im- ages and models of a Western universalism. Conversely, Key words: Wahehe; Medical anthropology; Therapeutic this contribute underlines how the ‘idea of Elsewhere’ is rituals; Traditional curers; HIV/AIDS and traditional constructed historically within a local context, shedding medical systems. light on how some cultural local aspects produce a specific sense of spatiality, fostering the formation of the frontier between ‘here’ and ‘there’. Looking at the urban areas of M’bour-Saly, I show the role played by the touristic processes and to what extend they give meaning to images, narrations and practices through which people express their ‘desire of Elsewhere’. The work aims to problematise the naïf idea of Europe, collectively perceived as a stereotypical and homoge- neous El Dorado: its perception seems rather to be linked to the subjective local experiences of individuals.

Key words: Senegal; Tourism; Migration; Elsewhere; Imaginary

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Alessandro Mancuso Antonino Buttitta Università di Palermo Università degli Studi di Palermo Dipartimento di Beni Culturali, Storico-Archeologici, [email protected] Socio-Antropologici e Geografici [email protected] Don Chisciotte innamorato

Concezioni dei luoghi e figure dell’alterità: il mare tra i Il significato dell’opera di Cervantes non è ancora stato Wayuu. Seconda parte. inteso nella sua pienezza. Non è la vicenda di un cavalie- re ideale, come ha letto la critica romantica, neppure il Tra i Wayuu, una popolazione indigena sudamerica- rifiuto del mondo della cavalleria né una sua parodia. Il na che ha adottato l’allevamento di bestiame nel secolo suo senso ultimo si sostanzia e si esprime nell’amore per XVII, il mare ha valenze simboliche differenti, che oscil- Dulcinea che, sebbene figura centrale della narrazione, lano tra due poli opposti. Nel primo, esso è rappresen- nella realtà non esiste. In questo suo non esserci, infatti, tato come un luogo destinato a restare sotto il dominio si occulta quanto Cervantes ha voluto dirci. Il disagio di del ‘mondo altro’, associato con la morte e le malattie; Don Chisciotte non consiste nell’impossibilità di vivere nel secondo esso diventa un luogo addomesticabile e ap- come un vero cavaliere, ma nel fatto che la realtà nella propriabile. In questa seconda parte, esamino dapprima quale si riconosce non esiste. Non diversamente da Dul- i modi in cui il mare compare nei miti cosmogonici, e cinea, è un parto della sua fantasia, del suo bisogno di del suo rapporto con l’immagine dei Bianchi,; successi- inventarsi un mondo altro rispetto a quello che ha speri- vamente analizzo il legame tra la credenza secondo cui mentato e patito. gli animali marini sono gli animali domestici di Pulowi, la signora del ‘mondo altro’, e quella che il bestiame abbia Parole chiave: Cervantes; Don Chisciotte; Cavaliere; Re- un’origine marina. altà/Fantasia; Follia

Parole chiave: Wayuu; indigeni sudamericani; dicotomia selvaggio/domestico; alterità; sistemi di classificazione. Don Quixote in love

The meaning of Cervantes’ work has not been completely Images of places and figures of Alterity: the sea among the assessed in all its complexity. It is neither the story of an Wayuu. Second part. ideal knight, as the romantic critics would say, nor the de- nial of the cavalry world, nor even his parody. Its ultimate Among the Wayuu, a South-American indigenous people meaning is expressed in Don Quixote’s love for Dulcinea. which adopted cattle-rearing since the XVIIth Century, the Although she is the central character of the narration, she sea can assume different symbolic values, which sway be- does not exist in reality. The non-existence of Dulcinea tween two opposite polarities. According to the first one, points at Cervantes’ hidden message. Don Quixote’s un- it is a place which will always be under the mastery of the ease does not consist in the impossibility to live as a real ‘otherworld’, linked with death and sickness; according knight, but in the fact that his reality does not exist. Like to the second one, it can become a place to be domesti- Dulcinea, his reality is a product of his fantasy, of his need cated and appropriated. In the second part of this paper, I to invent another dimension different from that he has first describe the ways the sea appears in the cosmogonical experimented and suffered. myths and its relationship with the image of the White- men; afterwards, I study the link between the belief that Key words: Cervantes; Don Quixote; Knight; Reality/ sea animals are the cattle of Pulowi, the Master of the Fantasy; madness ‘Otherworld’, and the belief that cattle come from the sea.

Key words: Wayuu; South American Indians; wild/do- mesticated dichotomy; alterity; systems of classification.

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Giuseppe Giordano [email protected]

Stabat Mater di tradizione orale in Sicilia

I comportamenti musicali svolgono tuttora un ruolo fondamentale entro i contesti celebrativi della Settima- na Santa in Sicilia. Suoni strumentali (inni e marce dei complessi bandistici, segnali prodotti con trombe, tam- buri, crepitacoli ecc.) e soprattutto canti tradizionali – in siciliano, latino e italiano – marcano le azioni rituali con- nesse alla rievocazione della passione e morte del Cristo, con stili e modalità esecutive ampiamente variabili. Lo Stabat Mater è uno tra i canti che più frequentemente ricorre nei riti pasquali di numerosi centri dell’Isola. A causa della sua nota origine “letteraria”, questo testo assume un valore emblematico come attestazione del legame tra ambienti popolari e ambienti colti nella for- mazione dei repertori musicali cosiddetti paraliturgici. Questo contributo offre una panoramica generale sulla presenza dello Stabat Mater nella tradizione etnomusi- cale siciliana, analizzando alcune esecuzioni del canto e delineando i contesti socio-culturali in cui da secoli se ne tramanda la pratica, spesso a opera di cantori associati a confraternite laicali o ad ambienti parrocchiali.

Parole chiave: Stabat Mater; Oralità; Settimana Santa; Paraliturgia; Sicilia

Stabat Mater of oral tradition in Sicily

Musical behaviours still provide an important role dur- ing Holy-Week Sicilian celebrations. Instrumental sounds (hymns and marches of band ensembles, signals performed by trumpets, drums, crepitacols, etc.) and traditional song – in the Sicilian dialect or in Latin and Italian – mark the ritual actions that traditionally evoke the passion and death of Jesus Christ. The Stabat Mater is often sung in Easter rites of several Sicilian villages. For its “literary” origin this text has an emblematic value to show the con- nection between “high” and folk contexts in the creation of paraliturgic repertoire. This contribution offers a gen- eral view of the presence of Stabat Mater in ethnomusi- cal Sicilian tradition, analyzing some of the musical per- formances, and delineating the socio-cultural contexts in which for several centuries the practice has been transmit- ted, often by singers associated with laical Confraternities or with parishes.

Key words: Stabat Mater; Oral tradition; Holy-week; Paraliturgy; Sicily

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