REGIONE DEL FEASR

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

PROGRAMMA DI SVILUPPO LOCALE “ITINERARI, PAESAGGI E PRODOTTI DELLA TERRA”

GRUPPO DI AZIONE LOCALE “VENEZIA ORIENTALE” – VEGAL

Oggetto: “Realizzazione di studi e censimenti” nell’ambito del Piano di Sviluppo Locale (PSL) “Itinerari, paesaggi e prodotti della terra”, PSR 2007/13 – Asse 4 – LEADER Misura 323/A, Azione 1 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale – Patrimonio rurale”

S T U D I O E C E N S I M E N T O

PSR 2007/13 – Asse 4 – LEADER Misura 323/a Azione 1 “Tutela e riqualificazione del patrimonio – Patrimonio rurale”

Reg. CE 1698/05 art. 52 lettera b) punto III)

1 Titolo dello Studio e Censimento: Territorio del fiume Livenza (Comuni di , e ) Tutela e riqualificazione del paesaggio e dell’architettura rurale del bacino del Livenza

Indice

Introduzione generale 4 1 Localizzazione 7 1.a Localizzazione del Comune di San Stino di Livenza 7 1.a.1 Analisi della componente storico-culturale 8 1.a.2 Analisi della componente architettonica 9 1.b Localizzazione del Comune di Torre di Mosto 11 1.b.1 Analisi della componente storico-culturale 11 1.b.2 Analisi della componente architettonica 14 1.c Localizzazione del Comune di Ceggia 15 1.c.1 Analisi della componente storico-culturale 15 1.c.2. Analisi della componente architettonica 16 2 Analisi della componente paesaggistica 17 a. Sintesi del Paesaggio Fluviale della Livenza 17 b. Sintesi del Paesaggio Vitivinicolo 19 c. Sintesi del Paesaggio di Bonifica 21 d. Sintesi del Paesaggio dei Boschi Planiziali 22 3 Ricognizione e descrizione degli studi/ricerche già esistenti e disponibili, per il medesimo territorio interessato 23 4 Conseguente illustrazione dei fattori/argomentazioni/considerazioni che motivano il nuovo studio/ricerca e degli obiettivi specifici del medesimo 28 5 Individuazione, classificazione e descrizione dei principali elementi/beni del patrimonio rurale presenti sul territorio con riferimento a una o più componenti storico, culturali, paesaggistiche, artistiche, architettoniche, in merito alla fattibilità degli interventi di conservazione dei beni 30 5.1 Considerazioni esplicative dei parametri in scheda 39 5.2 Individuazione cartografica su Carta Tecnica Regionale degli elementi rilevati. Il Comune di San Stino di Livenza 42 5.2.1 Schede delle categorie di beni e paesaggi del Comune di San Stino di Livenza 59 5.3. Individuazione cartografica su Carta Tecnica Regionale degli elementi rilevati. Il Comune di Torre di Mosto 103

2 5.3.1 Schede delle categorie di beni e paesaggi del Comune di Torre di Mosto 111 5.4. Individuazione cartografica su Carta Tecnica Regionale degli elementi rilevati. Il Comune di Comune di Ceggia 147 5.4.1 Schede delle categorie di beni e paesaggi del Comune di Ceggia 155 6 Considerazioni sul legame delle singole” tipologie” di beni/paesaggi, come individuati al capitolo 5, come testimonianza dell’ economia rurale tradizionale, motivo di attrattività, motivo di coesione sociale e identità culturale locale 179 7 Rispondenza degli interventi di conservazione, gestione e/o pubblica fruizione degli elementi oggetto di studio, alle principali politiche regionali 180 8 Giustificazione e conferma della rispondenza degli interventi proposti rispetto agli obiettivi e alle strategie complessive del Programma di Svilup- po Locale del GAL Venezia Orientale 181 9 Connessione delle risorse censite, beni/paesaggi, attraverso degli itinerari secondari anche di progetto, con il collegamento agli itinerari principali già esistenti nei territori 183 9.1 L’itinerario secondario storico-naturalistico 183 9.2 Gli itinerari principali “GiraLivenza” e “Strada dei Vini D.O.C. Lison- ” 184 9.3 Gli itinerari secondari in relazione alla Misura 313 azione 1 “ITINERARI” 186

Allegati grafici:

N.1 Mappa formato AO “Territorio del fiume Livenza”

3 Introduzione generale

Il presente Studio si inserisce all’interno del Programma di Sviluppo Locale (PSL) “Itinerari, paesaggi e prodotti della terra” approvato e finanziato dalla Regione del Veneto con Deliberazione n. 545 del 10 marzo 2009 e coordinato dal Gruppo di Azione Locale (GAL) VeGAL di . Il tema centrale del Programma di Sviluppo Locale è volto alla creazione di itinerari integrati tra la costa e l’entroterra che connettano in modo innovativo le risorse dell’area (ambientali, agro/enoturistiche, storico-culturali), realizzando iniziative di studio e progettazione, infrastrutturazione, comunicazione, promozione e commercializzazione e intervenendo mediante cinque linee strategiche d’intervento: qualità della vita; diversificazione; paesaggio- ambiente; filiere corte e prodotti; governance. Centrale per la definizione delle attività che saranno oggetto dell’attenzione del PSL “Itinerari, paesaggi e prodotti della terra” risulta, in particolare per le attività afferenti al miglioramento della qualità della vita nell’area, l’Azione n.1 “Realizzazione di studi e censimenti”, che prevede la realizzazione di studi atti a monitorare e documentare i caratteri storici, architettonici e culturali degli elementi che caratterizzano il paesaggio e l’architettura rurale dell’area. Tale azione proposta da VeGAL risulta in particolare inserita nell’Azione 1 “Realizzazione di studi e censimenti” della misura 323/A “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale – Patrimonio rurale” del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Veneto, valevole per il periodo 2007/2013, volta in generale a migliorare le condizioni di vita e l’economia delle zone rurali, a contribuire al mantenimento della popolazione rurale valorizzando le risorse endogene e ad aumentare l’attrattività degli ambiti rurali valorizzandone le componenti culturali, architettoniche e paesaggistiche. La misura 323/A del Programma di Sviluppo Rurale del Veneto si articola in quattro azioni (Azione 1 - Realizzazione di studi e censimenti; Azione 2 – Recupero, riqualificazione e valorizzazione del patrimonio storico architettonico; Azione 3 – Valorizzazione e qualificazione del paesaggio rurale; Azione 4 – Interventi per la valorizzazione culturale delle aree rurali) e si rivolge in particolare a imprenditori agricoli (ai sensi dell’art. 2135 del Codice Civile), atri soggetti privati (persone fisiche e persone giuridiche), Enti pubblici e Onlus (ai sensi del D.lgs n. 460/1997) che dimostrino il possesso/proprietà di beni da destinare a una prioritaria fruizione pubblica nell’area d’intervento del PSL. Scopo generale della misura 323/A del PSR Veneto è di rispondere all’esigenza delle aree rurali di dover contribuire con strumenti anche diversificati a invertire la tendenza al declino socio economico e allo spopolamento e abbandono della campagna, anche attraverso iniziative finalizzate alla salvaguardia e alla tutela del patrimonio culturale, paesaggistico e

4 architettonico. La conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-culturale, al fine prioritario della sua pubblica fruizione, può rappresentare, infatti, una leva fondamentale per migliorare la qualità della vita delle popolazioni locali e accrescere, nel contempo, l’attrattività dei territori e delle aree rurali, con forti ricadute in termini di sviluppo economico sostenibile. Tra le diverse dimensioni del contesto rurale, gli aspetti connessi con il paesaggio e l’architettura rurale tradizionale costituiscono una rilevante e singolare ricchezza culturale e storica, quale testimonianza diretta della relazione tra l’attività dell’uomo e l’ambiente naturale e fonte effettiva di attrattività del territorio e dei sistemi locali. Per una più completa analisi dell’area d’intervento del PSL di VeGAL, il territorio è stato suddiviso in sei distinti ambiti territoriali: • territorio del fiume Tagliamento (Comuni di San Michele al Tagliamento e ); • territorio del fiume Lemene (Comuni di e Portogruaro); • territorio del fiume Livenza (Comuni di Santo Stino di Livenza, Torre di Mosto e Ceggia); • territorio della Litoranea veneta (Comuni di Cavallino Treporti, , e ); • territorio della Strada vini D.O.C.-Lison-Pramaggione (Comuni di e Pramaggiore); • territorio ambito del costituendo Parco Lemene-Reghena (Comuni di , e ). Per ciascuno ambito territoriale è stato prodotto uno Studio contenente un’analisi specifica degli aspetti storico-architettonici e paesaggistici, sulle tipologie costruttive e sui materiali e sulle caratteristiche storico-culturali che caratterizzano l’architettura rurale e il paesaggio. Scopo finale dello Studio è quello di fornire un’indagine approfondita riguardante ciascun ambito territoriale, finalizzato a monitorare, valutare ed elaborare le informazioni e i dati capaci di migliorare le conoscenze sugli elementi essenziali che caratterizzano i beni dell’architettura rurale e del paesaggio, ai fini dei possibili, successivi interventi di recupero, riqualificazione e valorizzazione previsti, in particolare, dalle Azioni 2, 3 e 4 della Misura 323/A. Gli interventi che potranno essere realizzati nel periodo 2011-2014 sull’area d’intervento del PSL mediante le Azioni 2, 3 e 4 della Misura 323/A dovranno infatti essere in linea e comunque coerenti con gli Studi realizzati ai sensi dell’Azione 1 della medesima Misura 323/A. Entrando nel merito dei contenuti dello Studio, esso comprende innanzitutto un’analisi preliminare della componente storico-culturale, architettonica (capitolo1),e paesaggistica (capitolo 2) che caratterizza ciascun ambito territoriale. Successivamente (capitolo 3) lo Studio riporta una ricognizione e la descrizione degli studi/ricerche già esistenti e disponibili per ciascun territorio interessato, redatti nell’ambito

5 della predisposizione di strumenti di governo del territorio di scala vasta (PTRC, PTCP, ecc.) e di livello comunale (PRG, PAT, ecc.) o di altri analoghi documenti e dei relativi risultati ed esiti. Nel capitolo 4 sono quindi evidenziati i fattori e le argomentazioni che motivano lo Studio e gli obiettivi della classificazione dei principali elementi e beni del patrimonio rurale. Tali beni, con riferimento alle componenti storico-culturali, paesaggistiche, artistiche, architettoniche del territorio interessato dallo Studio (quale ad esempio il legame/relazione con un evento storico o con un preciso elemento paesaggistico caratterizzante l’ambito oggetto di intervento) nel capitolo 5 sono classificati in “categorie” (edifici, manufatti, paesaggi, siti archeologici, …….) e, per ciascuna categoria, classificati in “tipologie”, il tutto distintamente per l’analisi riguardante sia il paesaggio che i fabbricati e strutture. Nel capitolo 6 vengono riportate le considerazioni e le motivazioni per le quali i beni precedentemente individuati possono essere o meno considerati testimonianza dell’economia rurale tradizionale e motivo di attrattività, ovvero motivo di sostegno della coesione sociale e delle identità culturali della popolazione locale. I beni rilevati sono stati individuati cartograficamente sulla Carta Tecnica Regionale ( sempre con riferimento al capitolo 5),mediante supporto ed utilizzo di strumenti di georeferenziazione che permettono di associare i dati rilevati, in formato digitale, alle relative coordinate sulla superficie terrestre. Per ciascun bene rilevato cartograficamente è riportata (capitolo 5) una scheda sintetica (richiamata da un apposito codice che individua Comune e numero del bene) contenente le seguenti informazioni:

• numero scheda; • nome del bene; • foto del bene; • localizzazione, con apposito codice individuante il Comune; • epoca di costruzione; • categoria; • tipologia; • caratteristiche principali; • proprietà; • interesse turistico; • valutazione del degrado; • connessioni con gli itinerari esistenti; • visibilità e fruibilità pubblica; • cantierabilità;

6 • costo ipotetico dell’intervento; • incremento delle potenzialità turistiche.

Scopo principale di queste schede sintetiche è di fornire una descrizione ed una valutazione in merito alla fattibilità degli interventi di conservazione dei beni oggetto di studio, anche in merito alla possibilità di una loro conseguente effettiva gestione e/o pubblica fruizione, in particolare relativamente alla successiva fase di realizzazione degli interventi di cui alle azioni 2, 3 e 4 della Misura 323/A ed anche da quanto previsto dalla Misura 313 azione1. Mentre il capitolo 7 prende quindi in esame la rispondenza degli interventi di conservazione, gestione e/o pubblica fruizione, degli elementi oggetto di studio, con le principali politiche regionali direttamente interessate, con particolare riferimento ai settori ambiente, territorio e beni culturali. Il capitolo 8 affronta come gli interventi proposti siano coerenti agli obiettivi e alle strategie complessive del Programma di Sviluppo Locale di VeGAL e fornisce alcune tipologie di criteri per la selezione degli interventi di cui alle azioni 2, 3 e 4 della misura 323/A. Il capitolo 9 affronta infine i temi degli itinerari per la valorizzazione delle risorse censite, attraverso la definizione di specifici itinerari secondari ciclo-pedonali. Quindi in ogni Comune vengono ipotizzati e descritti dei tracciati di collegamento secondario che graficamente vengono individuati nell’ allegata tavola A0 di sintesi dei tematismi di studio e delle schedature. Lo studio è stato realizzato dall’ A.T.P. (Associazione Temporanea Professinale) composta dai professionisti Arch. Roberto Pescarollo (Capogruppo mandatario ATP), Dott. Agr. Paolo Ziliotto, Arch. Marco Manetti, Arch. Caterina Martini (questi ultimi due, in qualità di professionisti associati dello Studio MIARC) su incarico affidato da VeGAL. Lo Studio, presentato in bozza ad ottobre 2010 ai Comuni del relativo ambito territoriale, è stato concordato nella struttura generale e nella presentazione grafica con gli altri professionisti incaricati per i vari ambiti territoriali del territorio del PSL di VeGAL, attraverso una serie di incontri di coordinamento tenutisi nel periodo agosto-ottobre 2010. I dati riportati nello Studio sono aggiornati al 30 ottobre 2010.

1 Localizzazione

Il presente Studio interessa i Comuni di San Stino di Livenza, Torre di Mosto e Ceggia ubicati nel Veneto Orientale in Provincia di Venezia. Per comodità di lettura si preferisce descrivere autonomamente le caratteristiche di ogni singolo Comune, pertanto al capitolo 1.a- vengono inserite le indicazioni relative al Comune

7 di Santo Stino di Livenza, al punto 1.b- quelle del Comune di Torre di Mosto, ed infine al punto 1.c- quelle del Comune di Ceggia.

1.a Localizzazione del Comune di Santo Stino di Livenza

Santo Stino di Livenza è un Comune della Provincia di Venezia di circa 13 mila abitanti e ha una superficie di 68,1 Km quadrati, è situato nel Veneto Orientale, delimitato dai corsi dei fiumi Livenza e dal canale Malgher, confinando con i Comuni di Annone Veneto, Caorle, Cessalto, Concordia Sagittaria, Eraclea, Motta di Livenza, Portogruaro e Torre di Mosto. Le principali infrastrutture viarie attraversanti il territorio comunale sono l’autostrada “A4” Venezia-Trieste -con l’importante casello di Santo Stino di Livenza-, la ferrovia Venezia- Trieste e la storica strada statale n.14 “Triestina”. Il maggiore insediamento umano è polarizzato nel nucleo centrale e dei servizi a San Stino di Livenza, mentre -data la morfologia del territorio comunale sono strategiche, anche ai fini residenziali, le frazioni di Biverone, Corbolone e La Salute di Livenza. Altri nuclei abitativi con dimensioni minori, sono individuabili nelle località di “Bosco”, “Bivio Triestina”, “Sant’ Alò”, “Cà Cottoni” e “Ottava Presa”, caratterizzando il “sistema insediativo” generale i trasporti ed i servizi.

1.a.1 Analisi della componente storico-culturale

Le prime tracce di insediamento nel territorio risalgono all’età romana e sono legate al passaggio dell’importante arteria romana: la “Via Annia”. A tal proposito nel 1883, vennero ritrovati i resti di un ponte romano in pietra, sul Fiume Livenza, localizzati a circa 150 metri di distanza dall’attuale ponte sulla strada “Triestina”. Alla caduta dell’Impero Romano il territorio del Veneto venne invaso dai barbari e le popolazioni che vivevano nelle aree lagunari riuscirono a sfuggire alle devastazioni, protetti proprio dall'inospitalità di quei territori. Fu proprio in questi luoghi che, nel V secolo, su delle terre un po' più alte, fu edificata la “Pieve del Grumello” (una delle più antiche della Diocesi di Concordia Sagittaria), che si ritiene sorgesse nelle vicinanze della località di S. Alò, dove più tardi si sviluppò un piccolo borgo attorno al monastero di San Pietro di Romadina, ubicato lungo il Livenza nell’attuale tratto di fronte alla località di “Boccafossa”. Intorno al X secolo, quando iniziò il ripopolamento dell’entroterra, dopo le incursioni barbariche, nei pressi di un antico insediamento romano venne costruito dalla famiglia dei “Da Prada” un castello. Intorno al maniero, di cui oggi rimangono poche tracce situato tra le attuali Via Fratelli Martina e Via del Popolo, si costituirà in seguito l’abitato urbano di Santo Stino, il cui nome deriva dalla contrazione di Stefano. Durante una delle numerose guerre tra

8 il Patriarcato di Aquileia e la Repubblica di Venezia, nel 1387, il castello di Santo Stino fu affidato dal Patriarca all’Arcidiacono di Gorizia, Simone de’ Gavardi, che compì diverse incursioni nei territori dei veneziani e si spinse fino a saccheggiare e a incendiare Caorle. La rappresaglia di Venezia fu altrettanto violenta e si concluse, nel 1388, con l’assalto e l’incendio del castello. In seguito, con l’annessione dei territori del Patriarcato di Aquileia alla Repubblica di Venezia, nel 1420, Santo Stino perse la sua importanza strategica e il castello divenne la fastosa residenza della nobile famiglia veneziana degli Zeno. La vita dei sanstinesi, oltre che dalle guerre e dalle epidemie, fu profondamente segnata dalle disastrose esondazioni del Livenza, tanto che nel 1766 nel territorio si potevano contare solamente 1731 residenti. Nel periodo successivo all’Unità d’Italia furono effettuati i primi interventi sul corso del Livenza per difendere il territorio delle disastrose alluvioni. Tra le due guerre mondiali il paese fu interessato inoltre dalle grandi bonifiche che strapparono all’acquitrino più di 3000 ettari di terreno; una delle più vaste aree bonificate è nota come la “Bonifica delle Sette Sorelle”. La fatica dei braccianti, protagonisti di quella che fu una vera epopea, è magistralmente raccontata dal poeta sanstinese Romano Pascutto. Nella storia recente di San Stino di Livenza la figura di Pascutto assume un ruolo culturalmente sempre più rilevante. Infatti dopo la recente morte del Poeta, si è costituito il circolo culturale “Amici di Romano Pascutto”, che con il patrocinio del Comune, si pone l’obiettivo di contribuire alla pubblicazione e alla diffusione dell’Opera Omnia del suo grande concittadino. Si tratta, anche in prossimo futuro, di “…catalogare l’archivio dei manoscritti, di organizzarlo scientificamente, per dar modo di essere consultato dagli studiosi di ogni paese1…”. A San Stino di Livenza, in prossimità dell’area scolastica, è localizzato l’edificio del cinema-teatro Romano Pascutto, luogo utilizzato frequentemente anche per convegni sul territorio, oltre che struttura culturale con un cartellone di rappresentazioni teatrali-cinematografiche.

1.a.2. Analisi della componente architettonica

A San Stino, da Piazza Aldo Moro sulla quale si affaccia il Municipio, si giunge in via Fratelli Martina nel cuore del capoluogo, dove quasi completamente nascosto da un'alta e folta vegetazione sorge il Castello di Santo Stino, Castrum S. Stene, trasformato nel corso dei secoli in un palazzo nobiliare e oggi residenza privata non visitabile, circondato da un parco con fitta vegetazione con l’aspetto di una villa articolata su tre piani, già menzionato nella precedente analisi della componente storico-culturale. Dai segni che si possono ritrovare sui muri, sembra che avesse anche delle torri, che furono abbattute alla caduta della Serenissima. Quindi il Castello di Santo Stino, anche se molto rimaneggiato nella sua

1 Tratto da Finnnegans n. 17 del 12/2009, L’Amour fou Edizioni, Treviso, 2009

9 tipologia, è un elemento architettonico di fondamentale interesse proprio per la sua valenza storica.

Proseguendo nelle vicinanze si arriva sotto l’argine della Livenza, dove si scorgono il Campanile e la Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano, eretta in sostituzione della precedente chiesa nella seconda metà del XIX secolo e caratterizzata da una semplice facciata a salienti in mattoni a vista. Nei pressi della Chiesa, si trova Villa Rubin già Mazzotto, (di cui si rimanda alla scheda n.SS 16) costruita sin dagli inizi Settecento dalla famiglia Papadopoli, il cui stemma si può ancora vedere sopra la finestra centrale del piano nobile verso il fiume. La “villa veneta”, a pianta quadrata e disposta su tre piani, si caratterizza per l’assoluta proporzione dei volumi e per il motivo della “finestra serliana” (finestre-trifora con l’apertura centrale ad arco e le due laterali architravate; in questo caso murate successivamente) in corrispondenza della stanza centrale al piano nobile. Villa Rubin è un esempio di “villa veneta” con riferimento alla tipologia del palazzo veneziano, di notevole eleganza ed in ottimo stato di conservazione. Altri esempi architettonici della tipologia di “ville venete” caratterizzanti il territorio sanstinese sono: Villa Agazzi, Villa Calzavara, Villa Migotto (in via Silvio Trentin, 17 a San Stino), Villa Gubitta, Villa Migotto (in via Riviera, 6 a Corbolone), Villa Nogarotto, Palazzina Longo e Villa Piva (già Corner a Sant’Alò). Proprio per la loro importanza storico-tipologica e testimoniale le più importanti, anche in relazione alla loro ubicazione rispetto ai percorsi turistici principali, sono state recensite nell’allegata schedature degli edifici di cui al capitolo 5.

Ripercorrendo a ritroso Via Fratelli Martina e continuando diritti in via Marconi, si esce dal centro di San Stino, attraversando il ponte ad archi sul canale Malgher e si gira a sinistra in direzione Corbolone. Qui, si scorge sul lato sinistro della strada, leggermente rientrante, la piccola Chiesa delle Beata Vergine del Rosario (di cui si veda la scheda n. SS12), costruita nel 1904 su progetto dell’architetto Max Ongaro. Il precedente oratorio sorgeva fin lì dal 1578 e alla fine di quel secolo fu affiancato da un piccolo convento per due padri domenicani di San Pietro Martire di Murano; distrutto dalle piene della vicina Livenza nel 1677. Fu ricostruito una prima volta e demolito agli inizi del Novecento per procedere alla sistemazione degli argini fluviali, fino alla riedificazione nel 1904. Allora l’edificio sacro era ancora lambito da un’ansa della Livenza, chiusa nel 1929 a seguito degli interventi di bonifica che riutilizzarono quella parte del letto del fiume per farvi scorrere il canale Malgher. Proseguendo lungo Riviera Trentin fino alla rotonda, si imbocca l’uscita per la frazione di Corbolone, giungendo dopo 2 Km alla cinquecentesca chiesa di San Marco Evangelista. (di cui si veda la scheda n. SS6) La Chiesa fu edificata su progetto di Giorgio e Bernardino da

10 Crema nel 1514, incorporando la piccola cappella, eretta nel 1459 dalla Confraternita dell’Annunciata, che ora si apre a metà dalla parete sinistra dell’aula. La Chiesa si presenta con una pianta a forma rettangolare absidata, la facciata è sobria, ed elegante con mattoni a faccia vista ed abbellita sopra il portone da un rosone e ai lati da due archetti ciechi, le cui cornici si prolungano fino alla pavimentazione. La Chiesa ospita importanti opere quali, la Pietà, gruppo scultoreo in terracotta che l'artista veronese Benedetto Stefani realizzò nel 1585. Sull'altare maggiore è collocato il famoso dipinto noto come la Pala del Tiziano e raffigurante S. Marco in cattedra tra i SS. Sebastiano e Rocco, attribuito a Bonifacio de' Pitati detto Bonifacio Veronese. Sul lato sinistro della Chiesa, nella cappella dell'Annunciata, su un altare di marmi policromi si trova il gruppo scultoreo del vicentino Orazio Marinali, raffigurante l'Annunciazione e datato 1704.

Si demanda al capitolo 2 della presente relazione per l’analisi paesaggistica, eseguita in modo congiunto per il “ territorio della Livenza” nelle 3 Amministrazioni Comunali analizzate.

1.b Localizzazione del Comune di Torre di Mosto

Il Comune di Torre di Mosto occupa una posizione centrale nel territorio del Basso Piave, tra Piave, Livenza e Lemene, confinante con i Comuni di San Stino di Livenza, Cessalto, Ceggia, Eraclea, Caorle e San Donà di Piave. La viabilità si sviluppa su due importanti direttrici, la Strada Provinciale (S.P.62) Sant’Anastasio-Tezze-San Giorgio di Livenza e la Strada Provinciale (S.P.57) Prà di Levada- Staffolo-Ponte Crepaldo ed in parte interessa la Strada Provinciale (S.P.n.42) in corrispondenza di Via Triestina Bassa. Il centro abitato di Torre, è localizzato in uno dei meandri del fiume Livenza, ed il suo territorio si estende per complessivi 38,34 Kmq. Toponomasticamente il territorio è formato oltre che dal capoluogo, dalle frazioni di “Staffolo” e “Boccafossa”, e dalle quattro località di Senzielli, S. Elena, Rotta e Tezze.

1.b.1 Analisi della componente storico-culturale

Il toponimo Torre di Mosto è un nome composto, la cui prima parte deriva dalla presenza di un’antica Torre posto in riva al fiume Livenza e dal nome “Da Mosto”, nobile famiglia veneziana proprietaria, fino alla metà del cinquecento, di gran parte dell’attuale territorio comunale. I primi insediamenti nel territorio di Torre di Mosto sono riconducibili al V secolo a. C., quando la città di Oderzo sentì il bisogno di allargare il commercio nell’area lagunare, verso il

11 mare aperto. La scelta del luogo cadde su un tratto della laguna opitergina, il Liquentesino, poiché il bacino offriva un ormeggio comodo e ben riparato tra la costa e l’arcipelago Medilissa e aveva facili uscite verso il mare. Sul Liquentesino si specchiava un piccolo villaggio, che prese il nome di Portus Liquentiae con la realizzazione del porto. (2) La posizione del villaggio era all’incirca la stessa che oggi occupa il centro urbano di Torre di Mosto. La creazione di questo porto determinò la rapida crescita del commercio opiterigino e, di conseguenza, di Portus Liquentiae, anche se il villaggio non divenne autonomo giuridicamente e amministrativamente, ma restò centro satellite della città di Oderzo. In epoca romana Oderzo e il suo porto si svilupparono grazie a Cesare e divenne Municipium, la prima città veneta i cui abitanti ottennero il privilegio di divenire cittadini romani. Al tempo di Augusto la città raggiunse l’apice della ricchezza, grazie anche alla sua posizione al centro della piana fluviale, che ne faceva una base logistica. Le esigenze militari portarono poi al potenziamento della rete stradale, tra il centro della città e Portus Liquentiae. Completava la rete viaria di Portus Liquentiae la via Annia, costruita nel 131 a.C. dal console Annio Rufo come completamento di via Flaminia, al fine di collegare Roma ad Aquileia.

Con l’invasione dei Longobardi gli abitanti di Oderzo furono costretti ad abbandonare la loro città, a cercare un riparo nell’arcipelago di Medilissa e a stanziarsi nel territorio che diverrà poi Eraclea. La città di Eraclea assimilò Portus Liquentiae, ovvero l’attuale Torre di Mosto. In pochi anni Eraclea raggiunse l’apice della potenza, diventando un fiorente porto commerciale marittimo e lagunare. Nel V secolo le invasioni barbariche portarono all’abbandono di ogni difesa idraulica fluviale, spezzando quell’azione di arginatura e di canalizzazione che era alla base della fertilità e della salubrità del territorio. I corsi d’acqua, lasciati in balia di se stessi, provocarono in breve l’impaludamento della piana fluviale in corrispondenza anche di Torre di Mosto, aumentando nel contempo la sicurezza degli abitanti di Portus Liquentiae (Torre di Mosto) rispetto alle molteplici invasioni barbariche… In questi secoli avvennero eccezionali “disalveazioni” soprattutto del Piave, che si distaccò dal Sile, modificandone la foce…. Le piene del Piave divennero sempre maggiori e così violente che interrarono anche la laguna di Eraclea e modificarono l’ambiente antropico trasformandolo da salubre a malsano. Il Liquentesimo, (assimilabile al basso territorio del veneto orientale) invaso dai sedimenti fluviali, si trasformò in “palude”, mentre le isole dell’arcipelago di Medilissa si saldarono tra loro, congiungendosi alla terraferma… La morfologia del territorio, ormai non è più composto da un sistema di lagune aperte al mare, ma da una serie di valli paludose, tagliate da canali melmosi, ostruiti dai canneti.

12 Agli inizi del IX secolo si formò in un meandro della Livenza, l’insediamento di Torre di Mosto con una Cappella dedicata a San Martino ed una robusta torre eretta dai Dogi a difesa di Heraclia... 2 La Torre, denominata Turris Ducis (Torre del Doge), sorgeva su un terrapieno ed era circondata da un fossato, tipica struttura militare delle zone di pianura, parte integrante di un sistema di torri con funzione di difesa e di controllo delle merci che transitavano su tutto il territorio del Dogato. Il luogo era quindi lo stesso in cui sorgeva Portus Liquentiae prima del suo assorbimento da parte di Eraclea; tuttavia il nuovo villaggio non riprese l’antico nome, ma fu chiamato Torre. Il villaggio fu compreso nel territorio soggetto ai Gastaldi di Cittanova (la nuova Eraclea), territorio che a sua volta è incluso nel Dogato Veneziano, ma le condizioni ambientali del territorio Liquentesino mutarono in peggio, rendendo la zona ancora più malsana fino al XV secolo. Nel 1412, a seguito di una terribile guerra fra Venezia e Sigismondo, re d’Ungheria e imperatore di Germania, il villaggio di Torre fu distrutto e la torre rasa al suolo, ma, nel corso del secolo, fu ricostruito grazie al contributo di una nobile famiglia veneziana, Da Mosto, che in quei luoghi amministrava estesi terreni agricoli. Da allora il nome dei Da Mosto fu associato a quello del borgo che assunse il toponimo di Tor da Mosto. All’inizio del XV secolo le condizioni ambientali del territorio veneto erano pessime e la Serenissima intraprese dei grandi lavori idraulici al fine di salvaguardare la sua laguna, tra cui la diversione del Piave verso le valli che un tempo formavano la laguna eracleana, incrementando la sua paludosità. Per tre secoli il fiume Piave e soprattutto il Livenza devastarono il territorio di Torre e dei comuni limitrofi, costringendo i proprietari dei terreni a presentare al Doge varie suppliche, che non ebbero risposta, fino al 1815, quando, sotto la dominazione austriaca, si diede avvio alla sistemazione organica degli argini della Livenza. Con l'avvento del Regno d'Italia (1871) iniziò anche la bonifica del territorio, completata dopo la Prima Guerra Mondiale, che permise di prosciugare e dissodare oltre 3000 ettari di terreni. Oggi, Torre di Mosto, accanto alla propria vocazione agricola (cereali, barbabietole, uva e foraggi), vanta un consistente sviluppo nell'edilizia e nell'artigianato e si sta evolvendo nei settori dell'industria (con importanti lottizzazioni ed insediamenti agro-industriali), del turismo e dei servizi, ed infine con la valorizzazione del suo patrimonio storico-culturale e paesaggistico. Due sono le sedi museali: il “Museo della Civiltà Contadina” in località Boccafossa, (privato) e il “Museo del Paesaggio” (pubblico) ubicato a poca distanza dal primo.

2 Testo storico tratto ed elaborato da Torre di Mosto. La sua gente, le sue vicende; D. Cagnazzi (a cura dell’Amministrazione Comunale di Torre di Mosto); Istituto Tipografico Editoriale di (Ve) !

13 Il “Museo della Civiltà Contadina” raccoglie circa 2800 oggetti: attrezzi agricoli, strumenti e suppelleti legati alla vita rurale. Sono disponibili, inoltre, supporti audiovisivi che ricostruiscono l’ambiente, l’atmosfera e le condizioni di vita della comunità del luogo strettamente legata ai grandi lavori di bonifica. Il “Museo del Paesaggio” negli ultimi anni è stato ampliato e completamente riallestito dalla Amministrazione Comunale di Torre di Mosto, ospitando qualificate mostre temporanee anche specificatamente nei temi del “Paesaggio del Novecento” dove la maestria della “scuola pittorica veneta” si interseca ai soggetti dei paesaggi fluviali, di bonifica e lagunari … Anche l’ambito naturalistico è stato valorizzato da parte dell’Amministrazione Comunale con la realizzazione dell’itinerario ciclo-fluviale intercomunale “GiraLivenza”, con interconnessioni ai Comuni di Ceggia, San Stino e Caorle, dove si è infatti notato un incremento dell’utilizzo degli itinerari naturalistici, sia da parte della popolazione locale ( dedita principalmente al footing, bici, percorso-vita …) che da un’utenza, anche turistica, con provenienza extracomunale. Importanti a tal fine, sono le strutture di servizio al turista che gradualmente si stanno sviluppando nel territorio comunale, incluse le aziende agrituristiche e le fattorie didattiche (si veda a tal proposito le schede n. TO16 /17/18/19/20/21/22 Azienda Agricola “Sacraterra” in località Boccafossa) o il centro ricreativo-sportivo, attrezzato con maneggio, a poca distanza dal capoluogo.

1.b.2 Analisi della componente architettonica

In centro abitato si trova la parrocchia di San Martino, le cui origini sono precedenti all’XI secolo. Il soffitto della chiesa è decorato con un pregevole affresco raffigurante la Glorificazione di San Martino, opera di Costantino Cenini del 1771. L’altare maggiore è sormontato da una bella pala con San Martino, di scuola veneta del XVIII secolo e di ottima fattura; di notevole rilievo è anche il fonte battesimale in legno che risale al XV secolo. Dal centro di Torre, dirigendosi verso sud, seguendo la Strada Provinciale 62, dopo 5 Km si giunge presso la frazione di Boccafossa, dove è presente il Museo della Civiltà Contadina. Molteplici le azienda agricole nel territorio, tra cui spicca a Boccafossa, con un’estensione di circa 160 ettari l’Azienda Agricola “Sacraterra”, dedita anche alla produzione di piante officinali, dove è allocata una specie arborea autoctona,ad alto fusto, censita -per rarità dimensionale e longevità- negli appositi archivi pubblici. Continuando lungo la strada che attraversa Boccafossa, una volta giunti alla grande rotonda si imbocca la Strada Provinciale n.54, in direzione Caorle, incontrando dopo 6 Km, un po’ all’interno e sulla sinistra, l’Idrovora del Termine, nei pressi dell’abitato Brian, già frazione del Comune di Eraclea. Una volta giunti al “Brian”, si prende la strada che costeggia l’argine del canale Revedoli verso Torre di Fine. In questo tipico paesaggio di bonifica, si trova l’azienda

14 agricola “La Fagiana”, con i suoi tipici edifici rurali finalizzati alla produzione e lavorazione artigianale del riso Carnaroli.

Grazie alla disponibilità di una via d’acqua naturale interna la “Torre di Fine”, citata già in documenti del XI e del XII secolo, e che divenne per i pescatori luogo di commercio con Caorle e rifugio nei giorni di tempesta, “Tore da Fin” era, presumibilmente, una torre di controllo fluviale nel territorio di Fine, antico insediamento ora scomparso. Fine venne infatti, abbandonata tra il XIII e XIV secolo e la stessa torre scomparve poco dopo.

Dopo secoli di impaludamento, nell’Ottocento si cominciò a risolvere la disordinata situazione idraulica e si recuperarono terreni all’agricoltura attraverso l’operato dei Consorzi di Bonifica. Dopo il prosciugamento erano necessari ben 5 anni per ottenere un suolo agricolo idoneo alla produzione, iniziando con colture rustiche (avena, segale, orzo) per arrivare a barbabietole, frumento, mais,piante orticole … Il paesaggio odierno si presenta, in sintesi, come una fitta trama di canalizzazioni e di arginature: capifosso, scoline, capezzagne, idrovore, elementi questi che sono completati dalla presenza puntuale nel territorio di aziende agricole con i loro fienili, granai, pozzi artesiani, stalle ed il reticolo di strade interpoderali … Tutti elementi architettonici tipici di un paesaggio di bonifica oltre che identitari della condizione della ruralità, e testimonianza della “civiltà contadina”. Si demanda al capitolo 5.3.1 per la puntuale analisi delle caratteristiche architettoniche dei beni/paesaggi censiti nel Comune di Torre di Mosto.

1.c Localizzazione del Comune di Ceggia

Il Comune di Ceggia ha una superficie di 21,99 Kmq ed è uno dei meno estesi della Provincia di Venezia; esso comprende le frazione di Gaiuniga e le località di Pra’ di Levada, Rivazancana di Sopra e Rivazancana di Sotto. Le arterie principali che interessano il territorio comunale sono la Strada Statale n.14 “Triestina” e la linea ferroviaria Venezia- Trieste. Il Comune ha una popolazione di 5096 abitanti, con una densità di 232,1 abitanti per Kmq (Censimento ISTAT 2001) e confina con i comuni di Cessalto, San Donà di Piave e Torre di Mosto.

1.c.1 Analisi della componente storico-culturale

L’origine del nome del paese va ricercata nel termine Cilia maris o Cilium maris, ovvero riva del mare, proprio perché situato sul ciglio lagunare.

15 In epoca romana il territorio di Ceggia era una zona vivace e produttiva, percorsa da un’arteria importante come la via Annia, che collegava Padova, Altino e Aquileia, come documentano numerosi reperti archeologico venuti alla luce in tutto il territorio comunale, oltre ai resti del ponte sulla via Annia in località Rivazancana. Il declino dell’impero romano, le invasioni barbariche e i graduali fenomeni di abbassamento del suolo, che aprirono le terre all’avanzata delle acque, determinarono l’abbandono delle campagne, divenute un’enorme distesa paludosa, a vantaggio delle fasce litoranee; si aprì così un lungo processo di decadenza della zona, che percorse tutto l’Alto Medioevo. In quest’epoca Cegla, così denominata, era ridotta a un piccolo borgo posto sul lembo di terra più alto rispetto al livello delle paludi, oggetto di contesa, per almeno tre secoli, tra gli insediamenti monastici e i grandi feudatari. Nel XIII secolo il comune di Treviso, da cui dipendeva sia pure nominalmente, vi istituì un posto di dogana (palada). Nel 1317 Ceggia divenne di proprietà dei Da Camino che la detennero fino al 1382, quando entrò nel dominio della Repubblica di Venezia che, presa dai propri gravi problemi idraulici, non si preoccupò di bonificare le zone acquisite ma, al contrario, favorì l’espandersi delle aree paludose. Alcuni nobili veneziani scelsero, tuttavia, il territorio ciliense per erigervi le loro dimore, come i Loredan e gli Zeno; bisognerà attendere la fine del Settecento e poi l’Ottocento per l’inizio dei lavori di bonifica e di sistemazione agraria. Nel 1866 il Veneto passò a far parte del Regno d’Italia e il nuovo potere statale non mancò di dare impulso alle opere di bonifica; ingenti capitali privati della piccola nobiltà del territorio o della nascente borghesia furono indirizzati al recupero di zone acquitrinose, con un progressivo aumento demografico e miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti, grazie all’incremento dell’attività agricola. La coltura della barbabietola fece sorgere a Ceggia un grande zuccherificio che oggi non è più attivo, ma resta tuttavia una testimonianza dello sviluppo economico di questa terra nel corso del XX secolo; oggi l’area esterna che circonda lo stabilimento viene spesso usata come spazio per mettere in scena spettacoli teatrali. Infine una delle tradizioni culturali cilensi, ormai consolidata, è la sfilata di carnevale che si tiene ogni anno da più di cinquant’anni; Ceggia, infatti, è nota come la “Viareggio del Veneto” per il tradizionale Carnevale, caratterizzato da una sfilata ricchissima di carri allegorici di grande qualità e ingegno, costruiti da vari rioni del paese in una vera e propria sfida di bravura…

1.c.2 Analisi della componente architettonica

La componente architettonica più rilevante di Ceggia, è costituita senza dubbio da alcune importanti “edificazioni storiche puntuali” costituite da chiese, oratori, e “ville venete” considerate per la loro “importanza testimoniale” elementi di identità di Ceggia. Sono da

16 considerarsi di secondaria importanza -ai soli fini dell’ analisi della componente prettamente architettonica- le tipologie abitativo-produttive legate al mondo rurale e al paesaggio di bonifica che vengono puntualmente censite nelle loro caratteristiche al capitolo 5.4.1

Così nel cuore del centro abitato di Ceggia, spicca la “Chiesa Parrocchiale dedicata a San Vitale”, eretta nel Settecento sui resti di una cappella trecentesca, ed è stata più volte oggetto di rifacimenti. Ultime in ordine di tempo sono state le trasformazioni ottocentesche, che hanno invertito l’ingresso aprendolo sulla via principale, e le ricostruzioni successive alle due guerre mondiali. All’interno la Chiesa conserva, sul soffitto della navata centrale, un grande affresco di Giovanni Battista Canal (1745-1825), nipote del Canaletto, raffigurante il Martirio e il Trionfo di San Vitale; la Chiesa è infine affiancata dal più celebre campanile ricordato da Ernest Hemingway nel romanzo Di là del fiume e tra gli alberi. Nei pressi del ponte pedonale sul Canale Piavon, sempre nel centro cittadino, è visibile sul muro di una abitazione una lapide del 1721 in cui sono riportati i pedaggi dell’antica dogana fluviale riferita al “passo de Ceggia”. Da segnalare è poi l’Oratorio Bragadin (si veda la scheda n. CE14), ricostruito nel 1795 in stile neoclassico e completamente affrescato all’interno dall’artista veneto Giuseppe Bernardino Bison (1762-1844); in origine, il piccolo edificio sacro era stato eretto, accanto all’omonima Villa, dal nobile Marco Antonio Bragadin (1523-1571), governatore veneziano di Cipro ucciso dai Turchi. L’oratorio e la villa si trovano in direzione nordovest, verso Cessalto, e quindi facilmente raggiungibili dal centro abitato. Riprendendo la Strada Statale n.14 “Triestina”, in direzione di San Stino di Livenza, dopo circa 1,5 km si può imboccare sulla destra via Ponte Romano che conduce all’area archeologica di Ceggia dove, nel 1948, sono stati scoperti i resti di un “ponte romano sulla via Annia”, risalente al I secolo d.C., che attraversava l’antico corso del fiume Piavon e del quale rimangono solo le fondazioni in blocchi di arenaria e le due testate. Infine, nella frazione di Prà di Levada, sorge il complesso architettonico di “Villa Franchin”, risalente alla seconda metà del secolo XVII e in origine proprietà del monastero agostiniano delle suore di Santa Maria degli Angeli di Murano. Dopo la soppressione del monastero nel 1810, le proprietà terriere e il complesso edilizio furono acquistati da privati. Nei pressi della villa si erge l’ Oratorio di Pra’ Levada, con timpano e campaniletto, dedicato alla Beata Vergine del Rosario, detto anche di Santa Maria degli Angeli o dell’Annunziata, edificato nel 1668 e ricostruito nel 1853.

2 Analisi della componente paesaggistica Si ritiene opportuno individuare e classificare, anche ai sensi della “Convenzione Europea del Paesaggio” -rettificata dal Governo Italiano nel 2006-, i paesaggi presenti nei territori di

17 studio dei Comuni di San Stino di Livenza, Torre di Mosto e Ceggia, proprio in quanto area dai tematismi paesaggistici omogenei.

Per facilità descrittiva si individuano e si classificano i paesaggi in: a. Paesaggio Fluviale della Livenza b. Paesaggio Vitivinicolo c. Paesaggio di Bonifica d. Paesaggio dei Boschi planiziali

a. Sintesi del Paesaggio Fluviale della Livenza

Il Paesaggio fluviale, che caratterizza i comuni di San Stino di Livenza, Torre di Mosto e Ceggia, è principalmente composto dal corridoio naturalistico del fiume Livenza. Il PTRC della Regione Veneto (art. 5 delle Norme Tecniche), mediante uno specifico Progetto Strategico denominato “Greenways: Boschi e Fiumi della Repubblica di Venezia”, intende “mettere a sistema” la mobilità cilclabile e fluviale, costituendo una “rete” che permetterà di sfruttare appieno le potenzialità culturali, enogastronomiche, turistiche e paesaggistiche di questo importante fiume del Veneto Orientale, al fine di valorizzare ed incrementare l’identità dei luoghi. La Livenza è un fiume tra i più importanti della pianura veneto-friulana, nasce in Friuli nel Comune di Polcenigo dalle sorgenti della Santissima e dal Gorgazzo; suoi principali affluenti sono il Meschio, il Monticano ed il Meduna-Noncello, suo principale tributario. Con un andamento caratterizzato da una continua successione di meandri, il fiume Livenza bagna numerosi comuni in tre provincie sfociando nel Mare Adriatico, presso Santa Margherita di Caorle, dopo circa 110 Km di percorso. Il fiume Livenza presenta caratteristiche di fiume di risorgiva nella parte alta del percorso per poi trasformarsi in fiume più lento, “cintato” da arginature nella parte mediana e caratterizzato da vistose e suggestivi meandri che rendono il corso ”sinuoso” fino alla foce.

Il fiume nel tratto, oggetto del presente studio, lambisce i Comuni di Santo Stino di Livenza e Torre di Mosto con un corso dolce, protetto da alte arginature caratterizzate da golene interne ed eventualmente fruibili per il tempo libero. La sua sinuosità è stata anche originata da cambi rapidi del corso del fiume, in occasione di piene ed esondazioni -succedutesi nel tempo passato- prima che fossero messe in atto opere per il rafforzamento delle arginature che oggigiorno “disegnano” il territorio, caratterizzato dalle “linee geometriche e regolari degli elementi idraulici secondari della bonifica”.

18 Anche la vegetazione, quale componente del paesaggio fluviale, è tipica dei fiumi arginati che nelle zone golenali si caratterizza per ampi prati stabili e radi alberi e arbusti (per ragioni di sicurezza idraulica), quali salici, pioppi, platani e aceri tipici dell’associazione Frangulo- Salicetum, mentre le sponde sono ricche di canne palustri (proprio in quanto il fiume scorrendo lentamente favorisce una vegetazione tipica delle acque calme, come accade in laguna).

Infine la direttiva “Habitat” (Direttiva 92/43/CEE), relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica l’Unione Europea, ha promosso la costituzione di una rete ecologica europea denominata Natura 2000, con l'obiettivo di garantire la conservazione degli habitat naturali e delle specie e di contribuire a salvaguardare la biodiversità. La Rete Natura 2000 è costituita dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e dai Siti di Importanza Comunitaria proposti (SIC); in particolare, il Fiume Livenza si inserisce all’interno di un importante Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) IT3240029 “Ambito fluviale del Livenza e corso inferiore del Monticano”, parte del sito, inoltre, è Zona di Protezione Speciale ZPS IT3240013 “Ambito fluviale del Livenza”. La normativa prevede che ogni intervento in area SIC o in area contermine allo stesso debba essere valutato al fine di definire l’incidenza ambientale del progetto sulle componenti biotiche o abiotiche. Pertanto ogni intervento deve essere corredato di una Valutazione di Incidenza Ambientale, per verificare il tipo di incidenza che il piano o il progetto hanno sul sistema ambientale (biotico) e stabilirne quindi le misure di attenuazione, mitigazione e/o compensazione, in coerenza anche con le disposizioni di cui alla DGR n. 2803 del 4.10.2002 della Regione Veneto. b. Sintesi Paesaggio Vitivinicolo b.1 Sinistra Livenza Il Comune di Santo Stino di Livenza in quanto posizionato sulla sponda sinistra del fiume è incluso nella zona D.O.C. Lison-Pramaggiore attraversata dagli itinerari delle strade del Vino, dove l’amore per la viticoltura e il culto del vino durano da epoche immemorabili. Per la congiunta volontà del Consorzio Vini D.O.C. “Lison-Pramaggiore” e della Camera di Commercio di Venezia, unitamente alla Regione Veneto, all’Amministrazione Provinciale di Venezia ed all’Associazione commercianti nel territorio del Mandamento di Portogruaro, col sostegno di altri Enti operanti nel territorio, nasce, sul finire dell’estate 1986, la STRADA DEI VINI D.O.C. “LISON - PRAMAGGIORE”. L’area D.O.C. Lison-Pramaggiore, istituita a partire dal 1971, si trova nella parte più orientale del Veneto, tra i fiumi Livenza e Tagliamento, e comprende i territori di gran parte dei comuni

19 del Veneto Orientale. Questa zona prende il nome dal borgo di Lison e dal paese di Prammaggiore, aree di origine e le più vocate rispettivamente per il vino Tocai (oggi denominato Lison) e del Cabernet-Carmenere, vini di punta della produzione enologica locale. La pratica enologica era già viva all’epoca dei romani e si sviluppò particolarmente sotto la dominazione delle Repubblica Veneta fino ad essere produttrice di vini già apprezzati dai Dogi. Oggi il comprensorio vitivinicolo è puntellato di cantine, maggiormente concentrate nei comuni delle “Città del Vino”: Annone Veneto, Pramaggiore, Santo Stino di Livenza e Portogruaro. Questo territorio, così ricco di riferimenti turistici, storici ed ambientali, è in grado di offrire al visitatore la possibilità di conoscere e degustare una delle sue grandi ricchezze: i vini e i prodotti tipici della “Strada del Vino D.O.C. Lison-Pramaggiore”. Si riporta di seguito la descrizione di un tratto di strada del vino che invita alla visita di questo territorio contrassegnato da questa coltivazione millenaria. “ …La strada tocca luoghi ricche di splendide modernissime vigne ed impreziositesi da opere di arte e di storia, a cominciare dalle Chiese, dai libri aperti sulla storia civile, religiosa ed artistica delle diverse comunità.La strada inizia a Faè di Annone Veneto, ai confini con la Marca Trevigiana e tocca luoghi di grande valore enologico, come Carline e Loncon e poi Pramaggiore, con Belfiore, Bressaglia e Salvarolo, attraversa Cinto Caomaggiore, passando vicino alla storica Abbazia benedettina di Sesto al Reghena, si dirige a Portogruaro, la città del Lemene, con il suo Museo Archeologico e gli splendidi palazzi che ricordano l’antica opulenza dei luoghi toccati dalla viticoltura, come Lison, Summaga, Pradipozzo e poi Fossalta di Portogruaro, con Fratta il cui nome riporta al Castello antico raccontato da Ippolito Nievo ed ancora Concordia Sagittaria, con i resti preziosi della sua romanità e quel gioiello purissimo che è il Battistero del Vescovo Reggimpoto…” 3. Il paesaggio vitivinicolo che caratterizza il territorio di Santo Stino di Livenza in particolare la parte nord dell’abitato, è costituito da infiniti filari di vigna allevata a contro spalliera in diverse forme, che negli ultimi anni hanno subito un forte rinnovamento con la sostituzione delle vecchie vigne con nuovi cloni e nuovi impianti, caratterizzati da un infittimento del numero di piante. La coltura tipica della vigna ha modificato il paesaggio alternando la regolarità vegetale dei filari molto curati e controllati con l’irregolarità del sistema di siepi e boschetti diffusi ai confini dei poderi, quale residuo del sistema dei campi chiusi tipici del territorio a nord della S.S.14 “Triestina”. Questo accostamento vegetale così diverso rende speciale il sistema del paesaggio viticolo regalando forti emozioni visive e olfattive in particolari periodi quali la primavera e l’autunno,

3 Giampiero Rorato, Brano tratto da Strada dei vini DOC Lison – Pramaggiore; ricerca di Gruppo di Azione Locale (GAL) Venezia Orientale

20 con la maturazione dell’uva unita alla varietà cromatica dei vigneti che varia dal verde-giallo- rosso-bruno... b.2 Destra Livenza I Comuni di Torre di Mosto e Ceggia il cui territorio si snoda sulla sponda destra del fiume Livenza sono inclusi nella zona D.O.C. Piave, una delle più estese del nord Italia. L’area D.O.C.Piave si estende dalla zona pedemontana trevigiana del Montello e di Conegliano scendendo lungo le pianure alluvionali del Piave ricche di scheletro (terreno sassoso) fino ad arrivare alle porte di Venezia e alle zone di bonifica del veneziano. La tecnica viticola si sviluppò sin dall’era romana con alterne vicissitudini che classificarono i vini della zona come di bassa qualità, ma portò sino all’epoca moderna la tradizione e la costanza di questa coltura sino agli anni ’70 che videro la nascita della DOC Piave volta alla tutela e alla valorizzazione dei vitigni e vini locali. Tra questi si ricorda il Raboso, il Prosecco, oltre a quelli internazionali importati per combattere la fillossera e per offrire al mercato vini di maggiore pregio (Cabernet, Merlot, Chardonnay, Pinot Grigio, etc.). I territori dei due Comuni sono interessati parzialmente dalla zona DOC Piave e in queste aree si riscontrano le maggiori estensioni di vigna che si caratterizzano per filari regolari intervallati dalle sistemazioni idrauliche quali i fossi di scolo delle acque e i sistemi di canalizzazione più importanti tipici delle zone di bonifica. Infatti il paesaggio delle viti in questi territori si interseca con il paesaggio di bonifica e con i suoi sistemi di regimazione delle acque che hanno disegnato i terreni con una evidente regolarità e razionalità. Solo ultimamente con interventi di supporto si è incentivato lo sviluppo di filari e piccoli boschetti che hanno attenuato le geometrie di bonifica che sottendono la disposizione dei vigneti e che rendono molto piacevole l’alternanza dei filari di vigna con formazioni vegetali diverse, utili all’incremento della biodiversità della campagna. Le cantine sono presenti in forma minore che in altre zone viticole ma in grado di offrire un prodotto sano e genuino e di buona qualità assieme alla forza dell’unione delle cantine cooperative di tutta l’area est della provincia di Venezia che sono diventate un soggetto importante nel panorama produttivo anche nei due Comuni interessati dallo studio. c. Sintesi Paesaggio di Bonifica

Il Paesaggio di Bonifica dei territori attorno alla Livenza e nella parte meridionale del portogruarese è parte integrante dell’opera di riappropriazione dei terreni, iniziata già nel ‘500 dalla Repubblica Veneta, ripresa nel ‘800 e concretamente conclusa nei primi decenni del ‘900.

21 La storia della Bonifica del territorio è ampia, ricca e ben documentata nel vicino “Museo della Bonifica” ubicato a San Donà di Piave. Si pensi che una prima traccia documentata di opere idrauliche di bonifica, nel portogruarese, è rappresentata dalla realizzazioni di canalizzazioni nel 1620 nella zona di Lugugnana.

Una svolta per tutto il territorio avvenne nel 1885 quando l’area venne classificata di “prima categoria” al fine di iniziare le opere di bonifica e vennero così fondati vari Consorzi di Bonifica. Ulteriori opere di bonifica iniziarono a seguito della legge n.1367 del 1920, che intervenne sulla regimazione della Livenza con le attuali deviazioni del Malgher, del Brian, etc. che contribuì ad avviare la bonifica delle campagne circostanti avvenute quindi in forma organica e concreta tra il decennio tra il 1920 e il 1930.

Le opere di regimazione avevano lo scopo di eliminare le acque stagnanti e paludose per rendere coltivabili le terre anche con la possibilità di irrigarle, in caso di necessità, in linea con gli obiettivi di aumento delle superfici coltivabili. Il paesaggio di conseguenza venne radicalmente mutato: caratterizzato da appezzamenti di terreno coltivabile regolari, di forma pressoché rettangolare, circondati da fossi (“scoline”) di raccolta delle acque in eccesso che, come una rete, si collegano con canali più ampi di raccordo e quindi con altri canali in un “reticolato idrografico più ampio” che, mediante gli impianti di sollevamento idraulico ( idrovore) si collega al mare attraverso il corso dei fiumi, dei “canali di taglio” o delle stesse lagune … I terreni di bonifica sono per la maggior parte coltivati a seminativi: progressivamente sono stati eliminati tutti i filari di alberi ed arbusti, al fine di aumentare la superficie coltivata e soprattutto non ostacolare le macchine agricole, sempre più grandi, ottenendo così un paesaggio “piatto”, caratterizzato da ampi orizzonti -senza ostacoli naturali- ricco di canalizzazioni perpendicolari tra loro che tagliano i terreni in porzioni geometriche regolari. I colori sono quelli delle colture praticate in estate, mentre in inverno il colore dominante è il bruno intervallato dal verde dei cereali vernini e dalle sinuosità delle arginature del fiume Livenza. E’ un paesaggio dove trionfano le linee rette e regolari intersecate con una geometria variabile degli appezzamenti coltivati, intervallati dagli edifici rurali tipici - formati dalla parte residenziale unita a quella della stalla-fienile caratterizzati da colori vivi e intensi quali il giallo, il rosso e il bianco. Le forme vegetali naturali, come i filari di alberature o boschetti, sono rari anche se in tempi recenti si sono rivalutati ed incentivati, conferendo al paesaggio “nuovi elementi di collegamento” tra le forme regolari dei territori di bonifica. Ulteriore elemento architettonico tipico di questo paesaggio è rappresentato dalle “idrovore”; edifici di varie dimensioni e fattura che si stagliano lungo arginature e canali quali esempi di

22 archeologia industriale a testimonianza di un’ epopea di lotta per sottrarre i terreni alle acque.

d. Sintesi Paesaggio dei Boschi planiziali

Tra gli elementi paesaggistici significativi del Veneto Orientale vanno citate le superfici dei boschi planiziali caratterizzati generalmente da querce, carpini, olmi, aceri, frassini, che un tempo occupavano gran parte di questo territorio, ma che oggi restano solo piccolissimi lembi fortemente modificati dall’azione antropica. Particolarmente suggestivo è il Bosco di Bandiziol e Prassacon presso il Comune di San Stino di Livenza (si veda scheda n. SS1) Giunti a Corbolone di San Stino di Livenza, imboccata la S.P. n. 60 in direzione Loncon, dopo circa 3 Km, si giunge all’altezza dell’ ingresso dei “Boschi di Badinziol e Prassaccon”. Si tratta di un’area anticamente ricoperta da boschi che la Repubblica di Venezia controllava direttamente come proprietà demaniale (i “Boschi di San Marco”), attraverso appositi magistrati, considerandoli una risorsa strategica indispensabile per le costruzioni navali della Serenissima.

Nel corso della prima metà del Novecento, alla deforestazione completa seguì l’utilizzo di terreni per colture agrarie. Dal 1996 il Comune, proprietario dell’area, iniziò la ricostruzione del manto boschivo, con la collaborazione del volontariato locale, mettendo a dimora giovani piante di quercia, carpino, frassino, acero campestre, olmo, pioppo nero, ontano nero e salice, su una superficie complessiva di ben 110 ettari. Nel cuore del bosco di Bandiziol, all’estremità di un grande prato - “Prà del roccolo”- è stato ricostruito un roccolo, antico sistema di uccellagione che utilizzava per la cattura reti poste tra filari di alberi e cespugli diversi, disposti sapientemente in forma circolare o ellittica nei quali si nascondevano i richiami. Nella parte orientale dello stesso bosco, inoltre, a ricordare la caratteristica dominante del territorio sanstinese in epoca precedente alla bonifica, è stata creata un’area umida di circa 10.000 metri quadrati, il “Palù di Bandiziol”, richiamo ideale per gazzette, aironi, anatre e svassi. All’interno è stato costruito un osservatorio ornitologico in muratura, raggiungibile percorrendo l’antica stradina Munisture, che richiama nella forma i “casoni di campagna”, povere abitazioni contadine, ancora visibili nel secondo dopoguerra soprattutto nella laguna di Caorle. Mentre nel Comune di Ceggia, seguendo un gradevole percorso immerso nel verde che si snoda lungo le rive del canale Piavon e che costeggia il canale Grassaga, si può giungere al Bosco Olmè, Sito Naturalistico di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale, localizzato di fatto al confine dei territori comunali di Ceggia e Cessalto. Si tratta di un relitto di bosco planiziale tipico della pianura veneta, ridotto ad una estensione di soli 24 ettari negli

23 anni Settanta del Novecento a causa della costruzione dell’Autostrada Venezia-Trieste (A4).Nonostante la ridotta superficie, all’interno dell’area boschiva originaria sono state censite ben 90 specie faunistiche. Alla fine del secolo scorso, anche l’ Amministrazione Comunale di Cessalto ha piantumato nuove superfici boscate del Bosco Olmè, realizzando contestualmente aree di sosta e a parcheggio che, con il passare degli anni, stanno acquisendo un valore strategico anche al fine della realizzazione di itinerari intercomunali naturalistico-didattici interessanti anche il Comune di Ceggia, come evidenziato nella allegata planimetria di sintesi.

3 Ricognizione e descrizione degli studi/ricerche già esistenti e disponibili, per il medesimo territorio interessato

Ricognizione sugli studi esistenti -di governo del territorio- come parte integrante conoscitiva sul territorio della Livenza, e suddivisa in:

• Strumenti territoriali di “scala vasta”: a) Piano Territoriale Regionale di Coordinamento Regione Veneto (PTRC adottato); b) Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Venezia (PTCP adottato); c) Piano Territoriale della mobilità ciclistica L.R.39/91 D.G.R. N.3640 del 30/11/2009

Risultati della ricognizione: L’ elemento di studio di maggiore interesse è risultato il “corridoio ecologico della Livenza” con l’ indicazione della strategica pista ciclabile regionale “Caorle(Ve)-Portobuffolè(Tv)”, come indicato negli elaborati del PTRC Regione Veneto. Si è preso anche atto che, nel marzo 2010 con specifica Delibera di Giunta Regionale, veniva formalmente dato avvio al “Progetto Strategico” -di cui all’ art.5 dello stesso PTRC adottato- denominato “Greenways:Boschi e Fiumi della Repubblica di Venezia” dove di fatto viene metodologicamente proposta la realizzazione di un “sistema della mobilità lenta” interessante i territori attraversati dai fiumi Piave, Livenza, Monticano e Lemene, con l’ obiettivo di sviluppare nuove potenzialità turistiche anche nei territori rurali oggetto del presente studio. Dal Piano Territoriale della mobilità ciclistica, sono state analizzate le principali indicazioni progettuali strategiche, al fine di compararle con gli itinerari ciclo-pedonali esistenti e di progetto, quest’ultimi ipotizzati proprio dal presente Studio per i tre territori comunali.

• Strumenti di “livello comunale”:

Comune di San Stino di Livenza:

24 Comune di San Stino di Livenza; Variante Generale PRG Zona Agricola Beni Ambientali. Schede tipo B Comune di San Stino di Livenza; PAT Piano di Assetto del Territorio. Documento Preliminare, 2009 Comune di San Stino di Livenza; PAT Piano di Assetto del Territorio. Relazione Ambientale Preliminare, 2009

Risultati della ricognizione: Gli studi sono stati necessari, per una reale presa di conoscenza del quadro generale di pianificazione del territorio e delle sue politiche urbanistiche, con una analisi sommaria dello strumento urbanistico di governo del territorio (lettura eseguita con un tecnico comunale in apposito incontro durante il mese di luglio) ed una particolare ricognizione e puntualizzazioni sui seguenti elementi: - gli edifici storici e rurali, gli ambiti naturalistici; - indicazioni di piano / previsioni sulle opere di mobilità lenta; quali argomenti questi principalmente correlati all’ oggetto del presente studio. Sono state analizzate, in un secondo incontro con un funzionario comunale preposto, tutte le Schede B dello studio sopraindicato, al fine di capire l’ entità e lo stato di conservazione degli edifici rurali, a cui poi si è dato inizio alla fase di sopraluoghi/ schedatura di seguito allegata.

Comune di Torre di Mosto:

Comune di Torre di Mosto; PRG, Variante. Consistenza patrimonio edilizio. Schede tipo B. Planimetrie sezioni di rilevamento con individuazione edifici; 1991 Comune di Torre di Mosto; PRG, Variante. Consistenza patrimonio edilizio. Schede tipo B dal n. 1 al n. 38; 1991 Comune di Torre di Mosto; PRG, Variante. Consistenza patrimonio edilizio. Schede tipo B dal n. 39 al n. 77; 1991 Risultati della ricognizione: Gli studi sono stati necessari, per un aggiornamento/ analisi del quadro generale di pianificazione del territorio e delle sue politiche urbanistiche, rispetto alla conoscenza direttamente maturata nei luoghi, attraverso la progettazione e direzione lavori che si è eseguita personalmente nel progetto di itinerari ciclo-fluviali “GiraLivenza” ultimato nel 2008. Si è eseguita con un tecnico comunale, in apposito incontro durante il mese di luglio, una ricognizione dei temi specifici e una puntualizzazione sui seguenti elementi: - gli edifici storici e rurali, gli ambiti naturalistici principali; - gli edifici museali pubblici e privati;

25 - indicazioni di piano / previsioni sulle opere di mobilità lenta, con particolare riferimento alle ciclabili e all’ utilizzo del navigabilità fluviale; quali argomenti prescelti e correlati direttamente all’ oggetto del presente studio. Sono state analizzate, in un secondo incontro (durante il mese di settembre) con il professionista che ha redatto lo strumento, tutte le Schede B dello studio sopraindicato, al fine di capire l’ entità e lo stato di conservazione degli edifici rurali, a cui poi si è dato inizio alla fase dei sopraluoghi/ schedatura di seguito allegata.

Comune di Ceggia

Comune di Ceggia:PRG Variante Generale; 1999 Elaborati di analisi 1 Comune di Ceggia:Schede degli edifici di interesse storico o testimoniale esistenti in zona agricola ai sensi della L.R. 24/85 Comune di Ceggia:Programmazione e pianificazione di livello superiore TAV 3 PRG 199

Risultati della ricognizione: Gli studi sono stati necessari, per una reale presa di conoscenza del quadro generale di pianificazione del territorio e delle sue politiche urbanistiche, con una analisi sommaria dello strumento urbanistico di governo del territorio (lettura eseguita con il tecnico comunale in apposito incontro durante il mese di luglio) ed una particolare ricognizione e puntualizzazioni sui seguenti elementi: - gli edifici storici e rurali, gli ambiti naturalistici; - gli edifici industriali dismessi nell’area ex-zuccherificio Eridania e la potenziale funzione didattico-turistica, quale “area umida”, della vasca da rinaturalizzare nell’ ex-zuccherificio; - le aree a vocazione naturalistica del “Canalat” e, con un percorso vita, in prossimità del Bosco Olmè in direzione Cessalto; - l’itinerario ciclo-pedonale del “Ponte Romano” e della Via Annia; - indicazioni di piano/previsioni sulle opere programmate nella mobilità lenta; argomenti questi tutti correlati all’oggetto del presente studio.

Sono state analizzate, in un secondo momento, tutte le schede –di cui all’ Allegato A- dello studio sopraindicato, al fine di capire l’ entità e lo stato di conservazione degli edifici rurali, a cui poi si è dato inizio alla fase di sopraluoghi/schedatura di seguito allegata.

Elenco delle pubblicazioni: Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione; Progetto di Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico del bacino idrografico del fiume Livenza; 2004/06

26 D. Cagnazzi (a cura dell’Amministrazione Comunale di Torre di Mosto); Torre di Mosto. La sua gente, le sue vicende; Istituto Tipografico Editoriale di Dolo (Ve) F. Cellotto, P. Frasson; Ceggia. Immagini ritrovate; Tipografia Sagittaria; Concordia Sagittaria (Ve); 1997 Comune di Ceggia, Pro Loco di Ceggia; San Martino: Tradizioni e segni del mondo contadino. Andar per capitelli…; 2009 E. Fantin (a cura di); Alla scoperta di un territorio, fra storia, arte e natura. Itinerari della Destra Tagliamento fra Veneto e Friuli; Edizioni La Bassa; 2007 L. Fassetta; La bonifica del Basso Piave; Venezia; 1977 P. Frasson; Ceggia. Il Carnevale dei ragazzi. Carnevale Popolare Veneto; Treviso; 2004 P. Frasson; Trent’anni di Carnevale a Ceggia (1954-1983); Caorle (Ve); 1985 R. Guerra; M. Mattozzi; L. Uvai (a cura di); Il Fiume Livenza. Contributo alla salvaguardia del suo territorio R. Guerra (a cura di); Il Fiume Livenza e i suoi principali affluenti R. Guerra; Liquentia. Un fiume nella X Regio augustea Venetia et Histria A. Lorenzon (a cura di); RivaGranda. Raccolta delle pubblicazioni di RivaGranda da Giugno 1995 a Dicembre 2000 F. Magani (a cura di); Giuseppe Bernardino Bison. Gli affreschi dell’Oratorio “Bragadin”; 1994 G. Marson; Il Fiume Livenza; Editore Canova; Treviso; 1997 G. Marson; San Stino. Ricerche storiche; Edizioni Canova; Treviso; 1993 M. Pandolfi, G. Rallo; Le zone umide del Veneto; Padova; 1988 A. Padovan (a cura di); L’agricoltura di Ceggia all’inizio dell’Ottocento. Tre atti del catasto austriaco; Edizioni del Vento; Venezia; 1995 L. Pavan (a cura di); Terre della Venezia Orientale. Guida turistica e culturale; Ediciclo Editore; Portogruaro (Ve) L. Perissinotto; La chiesetta del Rosario di San Stino di Livenza. I Condulmer, i domenicani di Murano e un monastero nelle terre del vescovo di Concordia; Paolo Gaspari Editore; Udine; 2005 A. Peressini, A. Scalon; Le terre della gastaldia di “Tor da Mosto”; Editore GMV Libri Provincia di Venezia, Assessorato alle Attività Produttive, Agricoltura e Alimentazione (a cura di); Strada dei Vini D.O.C. Lison – Pramaggiore; Videolab; Padova Provincia di Venezia; La Via Annia. Memoria e presente; Arsenale Editrice; Venezia; 1984 R. Sandron; Portogruaro; Associazione Pro Loco Portogruaro F. Vallerani (a cura di); Dalle praterie vallive alla bonifica. Cartografia storica ed evoluzione del paesaggio nel Veneto Orientale dal ‘500 ad oggi; Portogruaro (Ve); 2008

27 F. Vallerani; La scoperta dell’entroterra. Nuovi turismi tra Veneto Orientale e pordenonese; Ediciclo Editore; Portogruaro (Ve); 1994

Elenco degli studi realizzati dal GAL Venezia Orientale di Portogruaro:

GAL Venezia Orientale, “Interreg-Leader. Lo sviluppo rurale nelle aree di confine. Portogruaro 2003-2004” GAL Venezia Orientale, “Ricerche di fisiografia antica e moderna nel comprensorio del Veneto Orientale” .Fozzati, Soprintendenza Archeologica del Veneto, San Stino di Livenza, 2001 GAL Venezia Orientale, “Studio di fattibilità per l’attuazione ed il rilancio della strada dei Vini DOC Lison – Pramaggiore” Associazione Strada dei Vini D.O.C. Lison – Pramaggiore,2002 GAL Venezia Orientale” Cent’anni di storia a Portogruaro. Dalle bonifiche alla raffineria nel Regno di Gaetano Marzotto”, Istituto Veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea, Venezia 2001 GAL Venezia Orientale, “Fiume vivo”, ASAP ora Venezia Opportunità, Venezia, 2000 GAL Venezia Orientale,” Indagine idrogeologica”, Consorzio di Bonifica Pianura Veneta tra Livenza e Ta- gliamento, Portogruaro, 2001 GAL Venezia Orientale,” Scenari per il Veneto Orientale nei prossimi dieci anni. Evoluzione in corso ed esiti possibili” , COSES – Consorzio per la Ricerca e la Formazione di Venezia, Venezia,2007 GAL Venezia Orientale “Giralivenza – la Greenway sul fiume Livenza”, Comune di Torre di Mosto, Pescarollo, Ziliotto, Torre di Mosto, 2008 GAL Venezia Orientale “Giralivenza “La progettazione strategica nel territorio: il progetto integrato dei percorsi ciclopedonali nella Venezia Orientale”, Conferenza dei Sindaci del Veneto Orientale, Portogruaro, 2007 GAL Venezia Orientale “Acque Antiche. Il percorso della Litoranea Veneta” Provincia di Venezia, Venezia 2001 GAL Venezia Orientale “Affacci sul Canale Malgher” Comune di S. Stinno di Livenza,

4 Conseguente illustrazione dei fattori/argomentazioni/considerazioni che motivano il nuovo studio/ricerca e degli obiettivi specifici del medesimo

Le argomentazioni che motivano il nuovo studio si possono così riassumere in:

• necessità di realizzare un “documento di sintesi” sul patrimonio degli edifici architettonici e rurali di maggiore valore testimoniale, propri di “una economia rurale tradizionale”,

28 oltre che dei principali elementi costituenti il paesaggio, e dei relativi itinerari ciclo- pedonali intercomunali sia principali che secondari;

• necessità di classificare singole tipologie di beni/paesaggio e il loro motivo di attrattività turistica, proprio in quanto elementi di “identità culturale locale” da proporre in una “rete intercomunale di visitazione”, anche attraverso l’ ipotesi di nuovi itinerari secondari eventualmente cofinanziabili con la Misura 313 azione 1;

• necessità di verificare con le amministrazioni pubbliche locali quali siano le politiche degli interventi, considerati per un prossimo futuro strategici, al fine di valorizzare il paesaggio rurale con le sue tipicità ed identità culturali anche a scopi turistico-didattico- enogastronomici;

• capire, attraverso una selezione e verifica nei luoghi, quali siano i beni tipici dell’ architettura rurale e del bene paesaggistico che maggiormente accrescano “l’ identità e la coesione sociale” delle stesse popolazioni e, come tali, quali siano puntualmente le eventuali Azioni applicabili di cofinanziamento previste dalla Misura 323/a,

• indagare sulle reali possibilità di cantierabilità, e/o di cofinanziamento delle opere - attraverso l’ inserimento nel piano triennale delle opere pubbliche (da parte dei Comuni)- o raccogliendo ipotesi di probabile realizzazione da parte di soggetti privati, eventualmente convezionabili con lo stesso soggetto pubblico.

Gli obiettivi specifici del nuovo studio si possono quindi così riassumere:

• Definire, attraverso l’ attività di schedatura, un numero compiuto di edifici rurali e di elementi del paesaggio che potrebbero fruire di interventi di restauro/ristrutturazione e contestualmente essere i potenziali beneficiari dei cofinanziamenti previsti dalla Misura 323/A;

• Predisporre una schedatura informatizzata -quale strumento conoscitivo ed aggiornabile dei beni/paesaggi di ogni singolo comune- comparando i dati cartacei esistenti, con una verifica puntuale e un sopralluogo presso i beni/paesaggi individuati a “testimonianza dell’ economia rurale tradizionale”;

• Individuazione cartografica dei beni/paesaggi -di cui alle schede suddivise per comuni- attraverso un sistema di georeferenziazione (GIS), permettendo una gestione

29 informatizzata dei dati raccolti, utili anche per successivi aggiornamenti agli strumenti di governo del territorio ( esempio PAT o PATI) , proprio in quanto informaticamente esportabili e condivisibili;

5 Individuazione, classificazione e descrizione dei principali elementi/beni del patrimonio rurale presenti sul territorio con riferimento a una o più componenti storico, culturali, paesaggistiche, artistiche, architettoniche, in merito alla fattibilità degli interventi di conservazione dei beni

L’elenco dei beni/siti è stato verificato con le Amministrazioni comunali ambito dello studio con le seguenti modalità: - VeGAL ha comunicato alle Amministrazioni comunali l’avvio degli studi con nota prot. 23001/P del 7/7/2010 e richiesto “informazione e segnalazioni sui principali beni (siti, ambiti, manufatti, edifici, fabbricati, ecc.) che presentino un particolare interesse storico, artistico, paesaggistico, architettonico, culturale, archeologico, etnoantropologico o che siano comunque espressione della storia, dell’arte e della cultura locale”; - si sono tenuti in data 11 e 12 ottobre 2010 una serie di incontri, per ogni ambito territoriale di ciascuno studio, convocati da VeGAL con note Prot. 23244/P del 4.10.2010 (ambito Tagliamento), Prot. 23245/P del 4.10.2010 (ambito Lison-Pramaggiore), Prot. 23246/P del 4.10.2010 (ambito Livenza), Prot. 23247/P del 4.10.2010 (ambito Litoranea Veneta), Prot. 23248/P del 4.10.2010 (ambito Parco Lemene-Reghena e delle Cave di Cinto) e Prot. 23249/P del 4.10.2010 (ambito Lemene). - in data 19.1.2011 l’elenco dei beni/siti individuati per ciascuno studio è stato distribuito ai Comuni e successivamente inviato da VeGAL ad ogni Comune con nota prot. 23771/P del 20.1.2011 e fornito il termine del28.1.2011 per ricevere eventuali osservazioni ed integrazioni dei beni.

Ai fini dell’azione 2 della misura 323/A sono stati inseriti negli studi beni con caratteristiche di fruibilità visiva dagli itinerari secondari ipotizzati per ciascuno studio e dagli itinerari principali (ai sensi della R.E.V.).

Categorie e tipologie:

Lo studio definisce 9 categorie di beni da censire suddivise in: a) Edifici, b) Edifici religiosi, c) Edifici militari d) Manufatti religiosi,e) Manufatti della vita collettiva, f) Manufatto idraulico, g) Paesaggi, h) Siti archeologici, i) Immobili per servizi pubblici.

30 a. Edifici In questa categoria di beni vengono catalogati gli edifici tra i quali gli edificio adibiti a servizi, stazione ferroviaria, il faro e:

Edificio rurale La maggior parte degli edifici rurali risalgono alla fine dell’ Ottocento, quando tutto il territorio venne interessato da massicci interventi di bonifica. La tipologia della casa rurale è caratterizzata da un corpo principale, solitamente con portico e granaio e/o stalla. In adiacenza o staccato, usualmente è presente un edificio per le attrezzature agricole.

Complessi agricoli Si compongono da gruppi di edifici rurali inseriti generalmente in grandi estensioni agricole di bonifica. Sono formati da edifici che hanno caratteristiche funzionali diverse tra le quali granai, stalle, depositi macchinari etc, mentre il corpo principale è riservato prevalentemente alla funzione abitativa.

Borgo rurale Insieme di edifici rurali, uniti a case/palazzi e chiesa, generalmente inseriti in aree rurali o periurbane anche in prossimità di aree fluviali e di collegamenti stradali importanti. Generalmente è proprio la chiesa l’edificio centrale della “composizione urbana di un borgo”, assumendo -maggiormente nel passato- anche il ruolo di luogo di aggregazione sociale.

Villa La maggior parte delle ville presenti nel territorio di studio sono state costruite nei secoli XVII, XVIII e XIX. Per la loro tipologia architettonica -di derivazione dall’ architettura veneziana- ( si pensi ad esempio alla capostipite “Villa Zeno” di Andrea Palladio in prossimità di Ceggia), rappresentano “lo stato di terra della nobiltà veneziana” che per secoli ha abitato ed ancora, in parte possiede, proprio questi prestigiosi immobili generalmente legati a grandi estensioni terriere.

Castello Trattasi di immobili che, per la maggior parte dei casi, hanno subito molteplici trasformazioni edilizie alla loro originaria struttura, ma che sono testimonianza storica di questa importante tipologia edilizia. Un esempio è il Castelllo di Santo Stino di Livenza, fulcro abitativo originario dello stesso aggregato urbano, che nel corso dei secoli si è modificato sino all’ attuale destinazione a residenza privata.

31 Casa padronale Tipologia edilizia generalmente diversa dall’ edificio rurale, anche se per alcune caratteristiche funzionali è ad esso molte volte simile. Generalmente è con tipologia quadrata o rettangolare, impostata su finiture di facciata più ricercate rispetto allo stesso edificio rurale. E’ solitamente rappresentazione di uno status sociale più agiato, che si evidenzia nella scelta degli elementi architettonici del corpo di fabbrica padronale, rispetto agli altri annessi rustici, sempre funzionali alla conduzione del fondo, che generalmente sono ubicati distaccati dalla casa.

Palazzo padronale Si identificano come tali quelle costruzioni generalmente di fine ‘800 inizio ‘900, spesso abitazioni signorili, di pianta rettangolare sviluppata su tre o più livelli con elementi decorativi di facciata seppur semplici ma di distinzione, anche sociale, rispetto alle altre costruzioni propriamente dette rurali. In alcuni casi riguardano un’ edificazione tra più strutture esistenti, a costituire la cortina edilizia della piazza comunale o del borgo.

Mulino / Fornace/ Segheria A partire dal XV secolo, sfruttando l’energia dell’acqua, furono costruiti diversi mulini lungo il corso ad esempio dei fiumi Lemene e Reghena. Caratteristiche principali: fabbricati di medie dimensioni, dotati all’esterno di ruote dentate in legno atte all’impiego dell’energiaidraulica e collegate con il sistema di macinazione e/o segheria posto generalmente al suo interno. Un altro esempio di edifici schedato è rappresentato dalla fornace per la produzione di mattoni di argilla a Lison, da tempo non più in uso, la cui struttura si staglia dal paesaggio vitivinicolo. b. Edifici religiosi La categoria si riferisce ad organismi edilizi dedicati alle funzioni generali di tipo liturgico ed aventi caratteristiche collettive importanti, in quanto espressione del potere ecclesiastico e talvolta anche motivo di vanto delle varie comunità. Alcuni edifici hanno anche assunto ca- ratteri di storicità importanti e per questo opportunamente salvaguardati come patrimonio culturale. Tra gli edifici religiosi si annoverano anche le tipologie di Sacello, Tomba di famiglia, Battistero

Cattedrale / Chiesa / Chiesetta Questa tipologia dalla storia millenaria, riscontra innumerevoli esempi anche in questa area. Generalmente nello studio la tipologia chiesa viene considerata in un edificio,

32 morfologicamente caratterizzato da un preciso disegno d’impianto planimetrico,e specificatamente dedicato al culto religioso cristiano.

Oratori Storicamente, luogo consacrato, solitamente di piccole dimensioni, destinato alla preghiera e al culto privato di famiglie o comunità; nel significato moderno, inteso come edificio della comunità cristiana di aggregazione giovanile. Si riferisce generalmente a piccoli edifici re- alizzati all’ interno del complesso più ampio della villa padronale di una certa consistenza ed importanza, nella quale avveniva un uso quasi esclusivo per i proprietari e nel quale si esercitavano le funzioni religiose e dove comunque in particolari periodi venivano aperti anche ai contadini dell’ area vicina. Infatti hanno spesso due ingressi, una dall’ area della villa e uno dalla strada sulla quale si affacciano. c. Edifici militari Tra gli edifici militari si annoverano anche le tipologie di torri telemetriche , bunker, batterie, forti

Torri telemetriche Punto centrale del sistema difensivo lagunare, le torri telemetriche sono state realizzate negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale quale apparato di avvistamento comunicante con le batterie di tiro dislocate lungo il litorale di Cavallino - Treporti. Ben presto, con la prosecuzione del conflitto bellico e la rapida evoluzione delle forze navali, queste architetture di “archeologia bellica” divennero del tutto inadeguate per la loro altezza ridotta, tanto che per buona parte furono modificate elevandole di alcuni piani. Volutamente simili a edifici civili - per mimetizzarne la verticalità in un paesaggio orizzontale - sono caratterizzati da una pianta quadrangolare o circolare e presentano come elemento connotante la finestra a nastro posta all’ultimo piano.

Batterie Fortificazioni militari costiere che facevano parte di un complesso sistema difensivo ottocentesco / novecentesco che avevano lo scopo di proteggere Venezia dalle corazzate austro-ungariche che in poche ore di navigazione potevano minacciare il più importante porto in Alto Adriatico della Regia Marina italiana.

Forti

33 Simbolo delle fortificazioni militari del litorale di Cavallino, i forti sono stati costruiti nell’ambito di una lunga catena di interventi volti a presidiare le bocche di porto del Lido del territorio lagunare. d. Manufatti religiosi In questa categoria di beni vengono catalogati i manufatti religiosi tra i quali l’ edicola, l’oratorio campestre e:

Capitello votivo / Cappella votiva Sono elementi che “punteggiano” tutto il territorio di studio e sono presenti soprattutto nelle contrade rurali. Si tratta di piccoli tabernacolio cappelle votive comunemente chiamati, in dialetto veneto “cisiol”, che rappresentano la devozione religiosa delle famiglie rurali o dei piccoli borghi. Purtroppo molti di questi capitelli sono andati in rovina e spesso sono stati restaurati o edificati a nuovo con scarso valore architettonico. Sono manufatti che comunque rappresentano un luogo di aggregazione e di forte significato per le piccole collettività rurali. e. Manufatti della vita collettiva Tra i manufatti della vita collettiva si annoverano anche le tipologie di: pozzo, stele e:

Ponti Strutture utilizzate per superare un ostacolo naturale o artificiale, che si antepone alla continuità di una via di comunicazione. Particolarmente interessanti nell’ area studio sono i ponti fluviali, apribili o girevoli, risalenti alla prima metà del Novecento.

Bilancia Grandi reti a bilancera che vengono manovrate dall’interno di piccole capanne da pesca. Le bilance rappresentano un elemento tipico dell’ attività della pesca lungo i fiumi dell’ area studio e la loro esistenza è simbolo di un forte legame tra il fiume e le popolazioni locali.

Fontane / Fontanella / Fontanella con abbeveratoio/ Lavatoio Nelle strade di campagna, sono presenti tipici elementi di vita collettiva come le fontane ed i lavatoi che, pur non presentando caratteristiche di costruzione di pregio sono importanti luoghi proprio perché questi manufatti testimoniano momenti di vita collettiva e punti di socializzazione per la popolazione di un tempo e in misura minore di oggi. Essi hanno svolto per lunghissimo tempo funzioni non solo legate all’uso stretto della risorsa acqua, quando questa era possibile canalizzarla e organizzarla in punti specifici, e di solito a ridosso di

34 borgate, ma ha consentito anche una intensa vita di relazione. La loro salvaguardia è quindi un motivo di importanza culturale sotto l’aspetto della tradizione.

Monumento alla memoria Si riferisce a organismi di valore religioso o storico-testimoniale, talvolta di modesto valore artistico, distribuiti sul territorio e che storicamente rappresentano un motivo di coesione sociale.

Attracchi Pontile galleggiante in legno utilizzato per l’ormeggio delle imbarcazioni al fine di permettere la salita e discesa dei passeggeri.

Alaggio Gli alaggi sono una sorta di “scivoli” utilizzati per lo più per la messa in acqua o in secco di una imbarcazione.

Altana Le altane sono strutture aperte, generalmente di tipo ligneo, che assumono il ruolo di belvedere in forma di torretta di avvistamento.

Percorsi ciclabili Molteplici le piste ciclabili realizzate nei 16 Comuni oggetto del presente studio, che sono state schedate in certi casi, in rapporto alla realizzazione di ipotizzati itinerari eventualmente cofinanziabili con la Misura 313 Azione 1. f. Manufatti idraulici Tra i manufatti idraulici si annoverano anche le tipologie di: centrale idroelettrica, salto idraulico e:

Idrovora Rappresenta un particolare tipo di pompa utilizzato per assorbire ed asportare grandi masse d’acqua per opere di bonifica o in casi di alluvione. Sono edifici caratterizzanti il territorio di bonifica in quanto ospitano i macchinari che negli anni del primo ‘900 sono stati installati per realizzare e mantenere a tutt’oggi la fitta rete di canali di bonifica. Possono essere considerati edifici ormai “storici” sia per la loro bellezza, che per la testimonianza di un’epoca che ha tracciato le nuove linee del territorio e messo a coltura migliaia di ettari sanificando dalla malaria intere popolazioni.

35

Conca di navigazione Le conche di navigazione permettono alle imbarcazioni di superare il dislivello esistente fra un canale a livello più o meno costante e la laguna a livello più variabile, rendendo così possibile la navigazione entro i dislivelli di marea. Le conche consistono in due paratoie che delimitano alle estremità una vasca; venendo aperte alternativamente, in base al principio dei vasi comunicanti, consentono di variare il livello dell’acqua nella vasca stesa, permettendo alle imbarcazioni il superamento dei dislivelli di marea che altrimenti genererebbero forti correnti.

Chiusa La chiusa è costituita da una paratoia che, in caso di maree di particolare intensità o di piene che potrebbero provocare allagamenti, interclude il passaggio di acqua. In questo territorio numerosi sono gli interventi idraulici realizzati dall’uomo per adeguare l’ambiente alle proprie esigenze, tenendo conto degli equilibri e delle leggi fisiche che lo regolano. Si tratta di opere basate sul principio delle “porte vinciane”. Così chiamate perché ideate da Leonardo da Vinci, le porte costituiscono unsistema di chiuse incardinate verticalmente su pilastri che si aprono sfruttando la sola forza dell’acqua quando essa, da un punto di maggiore livello, durante la bassa marea scende verso il mare; l’apertura delle porte ne consente il deflusso riequilibrando i livelli. In caso di alta marea, la forza dell’acqua che sale fa sì che le porte si richiudano e impediscano così all’acqua marina di risalire il corso dei canali interni. g) Paesaggi In questa categoria di beni vengono catalogati gli elementi puntuali quali la strada campestre, la risorgiva, il canale, il prato e:

Bosco Nell’ ambito dello studio sono stati rilevati alcuni relitti di bosco planiziale, a memoria del fatto che queste aree erano ricoperte di selve, con una prevalenza di querce in quanto la formazione forestale è quella del querco-carpinetum. Ma di tali boschi planiziali, caratterizzati da querce, carpini, olmi, aceri, frassini, che un tempo occupavano gran parte di questo territorio, oggi restano solo piccolissimi lembi fortemente modificati dall’azione antropica. Si evidenziano presenze di specie di rilevante interesse faunistico, ormai quasi scomparse.

Bonifica

36 Uno dei principali paesaggi che contraddistinguono il territorio di studio è il paesaggio di bonifica, caratterizzato da ampie distese di appezzamenti agricoli, intervallati da filari,viali alberati, vigneti ed orti e dai lineari canali irrigui.

Fiumi Nell’ ambito dei 6 ambiti territoriali riversano una particolare importanza naturalistico- ambientale i “corridoi naturalistici” del Piave, Livenza, Lemene, Tagliamento tutti intersecanti il “sistema costiero” della Litoranea Veneta, riconosciuto percorso principale, ciclabile e navigabile, dalla stessa Regione Veneto nella Rete Escursionistica Veneta (REV)

Zona umida Numerose sono le zone umide nell’ area studio,alcune protette e delimitate anche dalla vigente legislazione urbanistica altre ancora da normare. Nello studio ad esempio si segnala la “vasca di lagunaggio”, nel complesso industriale dell’ ex-zuccherificio Eridania di Ceggia, che rappresenta un luogo naturalistico dalle alte potenzialità trasformative anche ai fini di uno sviluppo sostenibile del territorio per un turismo didattico-naturalistico.

Alberature / Filari /Albero monumentale Filari e viali alberati frammentano le ampie distese di terreni agricoli di bonifica, destinati a far da barriera al vento (frangivento) a beneficio delle colture, ma anche quali elementi di pregio.

Campi chiusi Peculiarità del territorio agricolo, molto visibile in alcune delle foto aeree dei territori di studio quali ad esempio nel Comune di Gruaro. Facilmente riconoscibile nel contesto, in quanto si caratterizza dalla presenza di siepi o filari alberati, per la delimitazione di singoli campi o di appezzamenti di più campi generalmente coltivati a seminativo.

Lago artificiale Nel territorio sono presenti grandi cave, attualmente dismesse ma un tempo impiegate per il prelievo di ghiaia, che hanno subito un processo di rinaturalizzazione diventando laghi artificiali votati anche alla pratica della pesca sportiva.

Lagune Rappresentano un bacino costiero separato dal mare da un cordone litoraneo (sia esso tombolo o lido) e caratterizzato da acqua salmastra e maree. Il nome deriva dal latino “lacuna”, che significa spazio vuoto. Le lagune tendono a formarsi in territori pianeggianti e solitamente interessati da foci a delta dei fiumi e vengono classificate in lagune vive e lagune

37 morte. Le prime presentano uno o più collegamenti o sbocchi con il mare aperto, le seconde, al contrario, sono completamente circondate da terraferma.

Parco/ Parco e laghi / parco naturalistico Molteplici sono i parchi in tutta l’ area di studio. Un esempio di “parco e laghi” è nell’ ambito specifico denominato Lemene-Reghena e dei laghi di Cinto considerata tra le aree più integre e significative, dal punto di vista naturalistico, della Provincia di Venezia.E’ un’area ricca di caratteristici elementi ambientali quali prati, boschi planiziali, siepi ripariali, nonché di una numerosa e varia fauna ittica e aviaria.

Valli Il nome deriva dal latino “vallum” che significa argine o protezione. Si tratta di un’area lagunare separata dalla laguna aperta da una recinzione fissa costituita oggi da pali o argini nella quale si pratica la vallicoltura, una pratica di itticoltura estensiva. All’interno della valle veniva praticato l’allevamento del pesce e la caccia, ed entrambe queste attività costituivano per la Serenissima una grande riserva di cibo che permettevano agli abitanti una certa autosufficienza alimentare in caso di necessità. Il fatto di essere separate dalla laguna da recinzioni fisse le esclude dal flusso e riflusso della marea: l’introduzione delle chiusure fisse nelle valli è stata dettata dall’esigenza di sottrarre l’ambiente vallivo dalla variabilità dell’ambiente lagunare, soprattutto per quanto riguarda l’inquinamento causato dalle zone industriali e dai concimi chimici usati nelle campagne. La valle da pesca è un’area artificializzata, creata a scopi produttivi, ma che mantiene elevati livelli di naturalità, contribuendo alla protezione dell’ambiente lagunare. Inoltre costituisce un luogo importante per la nidificazione di molti uccelli. h. Siti archeologici Uno dei principali nell’ area studio è Il sito dell’antica Julia Concordia (42 a.C.).Importantissimi, i reperti dell’antica città romana con le terme, il teatro e i resti delle domus, sono stati recentemente oggetto di lavori di restauro e di un nuovo spazio espositivo al fine di una migliore fruizione turistica.

Ponte Romano La Via Annia è una delle più importanti viabilità storiche, di origine romana, che attraersa il territorio oggetto di studio. Costruita nel 131 a.C. dal console Annio Rufo, come completamento di via Flaminia, al fine di collegare Roma ad Aquileia Il ponte romano di Ceggia, è testimonianza puntuale di un tratto della Via Annia e rappresenta un luogo archeologico con potenzialità turistiche

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i) Immobili per servizi pubblici

Si includono i Centri civici, Biblioteche, Maneggi, Musei, Ostelli, Scuole, Teatro, Fiera. In questi territori si trovano numerosi immobili adibiti a servizi pubblici, oltre ai municipi, si annoverano anche le biblioteche civiche e il consorzio dell’ agricoltura. In genere si tratta di edifici con impianto architettonico fortemente riconoscibile, sia per la mole dimensionale che per le finiture delle facciate. Le funzioni museali, unite a quelle civiche e religiose, se messe in “rete”, possono costituire un volano e motivo di attrattività turistica sia per turisti che per studiosi e cultori specifici.

A seguire nello studio si riportano le schede di censimento dei principali elementi, sia del patrimonio rurale che paesaggistico, presenti nel territorio interessato dallo Studio.

5.1 Considerazioni esplicative dei parametri in scheda

Tutti i beni sono stati censiti mediante un codice alfanumerico, riportante il Comune in sigla ed un numero progressivo del bene censito. AN Annone Veneto, CA Caorle, CT Cavallino Treporti, CE Ceggia, CC Cinto Caomaggiore, CO Concordia Sagittaria, ER Eraclea, FP Fossalta di Portogruaro, GR Gruaro, JE Jesolo, PO Portogruaro, PR Pramaggiore, SM San Michele al Tagliamento, SS Santo Stino di Livenza, TE Teglio Veneto, TO Torre di Mosto. Le schede contengono le seguenti informazioni: nome del bene, localizzazione immagine del bene/sito, epoca di costruzione, categoria del bene, tipologia del bene. A seguire si riportano i significati dei parametri utilizzati:

Parametro: CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE PRINCIPALI Individua l’impianto architettonico del bene, ne descrive le volumetrie ed i principali elementi architettonici che lo caratterizzano. Nel caso di paesaggi si descrivono le componenti naturali e le caratteristiche del contesto.

Parametro: PROPRIETA’ Individua il tipo di proprietà del bene/sito, distinguendola in pubblica, privata, ecclesiastica, demaniale

Parametro: INTERESSE TURISTICO

39 Relazioni del bene/sito con le modalità turistiche locali ed il modo di rappresentare testimonianza di tipicità.

Parametro: STATO DI CONSERVAZIONE Indica lo stato di conservazione del edificio/manufatto/paesaggio: Cattivo (in stato di rovina o di inagibilità) Mediocre (condizioni statiche sufficienti e quindi agibile, richiedente una manutenzione straordinaria) Buono (condizioni statiche ordinarie e con un buon aspetto manutentivo e di decoro) Nei sopralluoghi eseguiti non si sono potute verificare puntualmente le condizioni statiche degli edifici, basandosi solo su una analisi visiva compiuta, generalmente, esternamente al bene.

Parametro: CONNESSIONE CON GLI ITINERARI ESISTENTI Localizzazione del bene rispetto agli itinerari esistenti, facilità di visita da parte dei fruitori e connessione del bene con gli itinerari secondari ipotizzati.

Parametro: VISIBILITÀ PUBBLICA Possibilità di vedere il bene da un’area pubblica (strada, piazza etc): Bassa (bene non visibile o difficilmente visibile) Media (bene sufficientemente visibile per apprezzarne il valore) Alta (bene facilmente visibile anche da più visuali)

Parametro: FRUIBILITÀ PUBBLICA Possibilità di accedere per visitare il bene anche internamente: Bassa (bene non visitabile) Media (bene visitabile, ma soggetto ad orari di visita) Alta (bene aperto al pubblico e sempre fruibile)

Parametro: CANTIERABILITÀ Possibilità nel breve di rendere cantierabile i progetti di sistemazione del bene: sì (esiste una progettualità di diverso grado) no (non è presente alcuna progettualità) non rilevato (informazioni non acquisite)

Parametro: RIFERIMENTO ALL’ AZIONE DELLA MISURA PREVISTA DAL PSL

40 Tale parametro definisce in quale Azione (Azioni 2, 3, 4 della Misura 323/A) del PSL è inseribile il bene/paesaggio.

Parametro: COSTO IPOTETICO DELL’ INTERVENTO Dall’analisi visiva del bene e dal relativo stato di conservazione, indica il costo ipotetico suddividendolo in: < di 100.000 Euro e > di 100.000 Euro

Parametro: VALUTAZIONE SULL’ INCREMENTO DELLE POTENZIALITA’ TURISTISCHE DEI LUOGHI, ATTRAVERSO IL RECUPERO DEL BENE/SITO Descrive come le eventuali ipotesi di recupero del bene/sito possano incrementare le potenzialità turistiche dei luoghi.

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5.2. Individuazione cartografica su Carta Tecnica Regionale degli elementi rilevati. Il Comune di San Stino di Livenza

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5.2.1 Schede delle categorie di beni e paesaggi del Comune di San Stino di Livenza

59 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS01 Nome del bene Bosco di Bandiziol e Prassaccon Localizzazione Via Loncon Meduna, località Loncon Epoca di Costruzione 1996 Categoria Paesaggi Tipologia Bosco Caratteristiche principali I boschi di Brandiziol e Prassaccon sono frutto di una ricostruzione dell’ecosistema portata avanti dal 1994 dopo quasi cinquant’anni da quando tali territori vennero convertiti da boschivi a seminativi. L’obiettivo era la ricostruzione di un bosco di pianura naturaliforme con finalità di recupero e valorizzazione ambientale, turistico-ricreativa, culturale e didattica. L’operazione ha previsto la piantumazione, per file, di alberi e arbusti presenti naturalmente nel paesaggio di pianura veneto-friulano per un totale di 1600 piante per ettaro Proprietà Pubblica Interesse Turistico Il bosco è un’importante testimonianza degli elementi naturalistici che un tempo caratterizzavano il paesaggio del Veneto Orientale Stato di conservazione Buono stato di conservazione, l’intervento di piantumazione è recente

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il bosco è connesso all’itinerario secondario ipotizzato (IT 3) che lega il centro di Corbolone con il Comune di Annone Venete in località Loncon. E’ raggiungibile percorrendo la strada di accesso che conduce al Bosco Visibilità pubblica: Media, dalla strada principale è visibile il profilo bosco in lontananza Fruibilità pubblica: Alta

Cantierabilità: Si X No Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’intervento di recupero del bosco – manutenzione ordinaria e la prevista sistemazione dei percorsi interni- insieme alla sua connessione all’itinerario “GiraLivenza”, sono indispensabili al fine di tutelate il prezioso patrimonio ambientale boschivo e di renderlo facilmente accessibile ai turisti sensibili e attenti agli elementi naturali del paesaggio. Tali azioni permetterebbero quindi il mantenimento e la valorizzazione di un ecosistema complesso che fa parte della storia di tale territorio, un tempo ricoperto di foreste e paludi

60 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS02 Nome del bene Palù del Bandiziol Localizzazione Bosco di Bandiziol, località Loncon Epoca di Costruzione 1996 Categoria Paesaggi Tipologia Zone umide Caratteristiche principali L’area umida, con un’ampiezza di circa 10 mila mq, è luogo di nidificazione e svernamento di molte specie di uccelli, tra cui gazzette, aironi, anatre e svassi. All’interno è stato costruito un osservatorio ornitologico in muratura Proprietà Pubblica Interesse Turistico Il palù rappresenta un’importante testimonianza degli elementi che un tempo facevano parte del paesaggio di San Stino di Livenza. In particolare, è diventato l’habitat naturale di varie specie di uccelli diventando questo, un ulteriore elemento attrattore per il turismo Stato di conservazione La zona umida è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il palù, situato all’interno del Bosco di Bandiziol, è connesso all’itinerario secondario ipotizzato (IT 3) che lega il centro di Corbolone con il Comune di Annone Veneto in località Loncon. E’ raggiungibile percorrendo la strada di accesso che conduce al Bosco Visibilità pubblica: Bassa, il palù si trova in un’area interna del bosco di Bandiziol e quindi non è visibile Fruibilità pubblica: Alta nel caso di realizzazione dell’itinerario secondario

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero del palù, -necessita di manutenzione delle rive- insieme all’intervento di connessione all’itinerario “GiraLivenza”, permetterebbero da una parte una maggiore fruibilità dell’area, dall’altra il mantenimento e la valorizzazione di un ecosistema complesso così legato al territorio, al fine di renderlo, un forte elemento attrattore per un turismo attento agli elementi naturali del terriorio

61 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS03 Nome del bene Riviera del Canale Malgher Localizzazione Riviera Corbolone, località Corbolone Epoca di Costruzione Seconda metà degli anni 20 Categoria Paesaggi Tipologia Canali Caratteristiche principali La riviera alberata sulla sponda sinistra del canale è attrezzata con idonea pavimentazione, illuminazione e con sedute per la sosta temporanea. Il “segno” artificiale (è un canale di bonifica) generato dal canale sul territorio è caratterizzato dalla rigogliosa vegetazione degli alberi autoctoni che scandiscono lo spazio

della riva e dalla altrettanto fitta vegetazione delle sue sponde. Tale canale lambisce, da nord, la frazione di Corbolone, San Stino di Livenza per poi confluire nel fiume Loncon Proprietà: Pubblica Interesse Turistico È un elemento del paesaggio su cui si affacciano molteplici testimonianze architettoniche di pregio quali chiese, capitelli e ville. Costituisce inoltre l’itinerario per annuali eventi ciclo-turistici organizzati dai cittadini di San Stino di Livenza Stato di conservazione Il filare alberato in oggetto e la riva del Malgher sono in un buono stato di conservazione essendo soggette a periodica manutenzione

Connessioni con gli itinerari esistenti: La riviera è inserita nell’itinerario secondario ipotizzato (IT 3) che si connette all’interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, la strada costeggia il canale Fruibilità pubblica: Alta, la strada costeggia il canale

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323 Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: La manutenzione e la sistemazione paesaggistica della Riviera del Malgher, incrementerebbe le potenzialità di fruibilità turistica dei luoghi a essa adiacenti, costituendo l’elemento di collegamento, dotato di viabilità in sicurezza, aree di sosta, etc, tra i diversi nuclei del territorio

62 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS04 Nome del bene “Cisiol” di Corbolone Localizzazione Via Loncon Meduna, località Corbolone Epoca di Costruzione: 1946 Categoria Manufatti religiosi Tipologia Cappella votiva Caratteristiche architettoniche principali: Piccola cappella per la preghiera dedicata a S. Antonio. Il manufatto ha pianta rettangolare, con antistante portico sorretto da colonne in stile dorico, architrave e timpano affrescato con immagine di santo. Tipico elemento di devozione della civiltà contadina Proprietà Privata Interesse Turistico Manufatto che testimonia la cultura

religiosa della civiltà contadina di tale territorio Stato di conservazione Il manufatto è in buono stato di buono, è stato recentemente ristrutturato

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il manufatto è direttamente connesso all’itinerario naturalistico interprovinciale GiraLivenza Visibilità pubblica: Alta, il manufatto si trova lungo la Riviera del Malgher Fruibilità pubblica: Bassa, il manufatto è di proprietà privata e accessibile con richiesta delle chiavi ai proprietari delle abitazioni adiacenti

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero del manufatto e dello spazio esterno, permetterebbe di valorizzare il bene e di realizzare un luogo di sosta che incrementerebbe le potenzialità di visitazione del luogo in relazione al vicino itinerario “GiraLivenza”

63 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS05 Nome del bene Casa Rurale-Cantina Gelmini Localizzazione Via Annone Veneto, località Corbolone Epoca di Costruzione XIX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurale Caratteristiche architettoniche principali L’edificio sviluppato longitudinalmente si caratterizza per il “camino” con cornice di gronda a dentelli sul prospetto ovest con comignolo in cotto. In facciata sono presenti alcuni elementi decorativi quali le aperture incorniciate da fasce rosso cupo da altre cromie

Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio rappresenta un piccolo esempio di casa rurale ed è una testimonianza architettonica della trascorsa attività agricola di San Stino di Livenza Stato di conservazione L’edificio presenta un mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è situato poco distante dall’itinerario “GiraLivenza” lungo la Riviera Corbolone. Può essere raggiunto attraverso breve deviazione per via Annone Veneto Visibilità pubblica: Media, l’edificio non si trova lungo l’itinerario principale Fruibilità pubblica: Bassa, l’edifico è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene rurale significativo del territorio di San Stino di Livenza. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio e di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e delle caratteristiche architetture presenti in esso, dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

64 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS06 Nome del bene Chiesa di San Marco Evangelista Localizzazione Riviera Corbolone, località Corbolone Epoca di Costruzione 1514 Categoria Edifici religiosi Tipologia Chiese Caratteristiche architettoniche principali Chiesa a unica navata con presbiterio absidato, costruita nel 1514 su progetto di Giorgio e Bernardino da Crema. Elemento interessante che interrompe la regolarità della pianta rettangolare è l’antica cappella dell’Annunciata, eretta nel 1459 dall’omonima confraternita che il progetto incorpora al suo interno con accesso della parete sinistra dell’aula. All’esterno la chiesa, sobria ma elegante, è caratterizzata dai

mattoni faccia a vista e abbellita sulla facciata principale e laterali da coppie di archetti ciechi le cui cornici si prolungano fino alla pavimentazione. All’interno si trovano affreschi del Pordenone (1528-29), tele del Diziani, una pala d’altare attribuita al veronese Bonifacio de’ Pitati e un pregevole gruppo scultoreo in terracotta attribuibile a Benedetto Stefani (1585) Proprietà Privata (ente ecclesiastico) Interesse Turistico L’edificio, con la sua storia, testimonia il passato della località Corbolone e il passaggio in tale territorio dei pittori e scultori che hanno realizzato le opere che in essa si trovano Stato di conservazione La chiesa è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente connesso all’itinerario naturalistico interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio si trova lungo Riviera Corbolone Fruibilità pubblica: Media, legata agli orari di apertura

Cantierabilità: Si X No Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero dell’edificio -necessita apparentemente solo di manutenzione ordinaria- e del suo spazio esterno, come da documentazione analizzata in Comune, permetterebbe da una parte la miglior conservazione e valorizzazione di uno degli elementi storici più significativi della città, e dall’altra la realizzazione di un luogo di sosta che valorizzerebbe e incrementerebbe la fruibilità del luogo in relazione all’adiacente itinerario lungo il Malgher

65 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS07 Nome del bene Villa Calzavara Localizzazione Via Buso e via Morer delle Anime, località Corbolone Epoca di Costruzione XVIII secolo Categoria Edifici Tipologia Ville Caratteristiche architettoniche principali La villa, voluta dalla famiglia Calzavara nel Settecento, è a pianta rettangolare orientata lungo l’asse est-ovest ed è organizzata in tre piani con copertura a padiglione. Le due facciate principali, una prospiciente il canale, l’altra rivolta verso il parco, sono pressoché identiche e organizzate secondo lo schema tripartito tipico del palazzo veneziano. Sono caratterizzate da una bifora che illumina il salone del piano nobile. I due prospetti sono ricchi di dettagli architettonici in pietra, come le cornici, gli architravi delle finestre e le balaustre aggettanti. Sul lato settentrionale del vasto parco, discosto dalla villa, si trova un ampio annesso rustico costruito probabilmente alla fine del XVIII secolo, ora ristrutturato e adibito ad albergo e ristorante Proprietà Privata Interesse Turistico La villa è un elemento architettonico significativo che testimonia il passato di San Stino di Livenza e in particolare la storia delle nobili famiglie che l’hanno posseduta Stato di conservazione La villa è in mediocre stato di conservazione mentre l’annesso rustico è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente connesso all’itinerario naturalistico interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edifico si trova lungo la riviera del Malgher, sede dell’itinerario “GiraLivenza” Fruibilità pubblica: Bassa per la villa, che è di proprietà privata, media per l’annesso rustico essendo adibito ad albergo e ristorante

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero della villa permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di San Stino di Livenza. Tale azione consentirebbe di recuperare e valorizzare la Villa rendendola un elemento importante all’interno dell’itinerario “GiraLivenza”, percorso volto alla riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano

66 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS08 Nome del bene Villa Migotto Localizzazione Via Buso, località Corbolone Epoca di Costruzione Primo impianto XIV Categoria Edifici Tipologia Ville Caratteristiche architettoniche principali L’edificio, su tre piani, conserva intatto l’originario impianto regolare. I due prospetti principali, sui quali si trovano le aperture del salone passante al piano nobile che attraversa l’intero corpo di fabbrica, guardano a ovest verso il canale e a est verso l’antico giardino. Tali prospetti replicano il modello della tradizione edilizia veneziana che prevedeva un asse centrale segnata dal portone di accesso al corpo, dal quale si disponevano poi simmetricamente le aperture su tutto la facciata La costruzione è coronata da una cornice dentellata lungo tutti e quattro i lati Proprietà Privata Interesse Turistico La villa è un elemento architettonico significativo che testimonia il passato di San Stino di Livenza e in particolare la storia delle nobili famiglie che in tale edificio hanno vissuto Stato di conservazione La villa è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente connesso all’itinerario naturalistico interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edifico si trova lungo la riviera del Malgher, sede dell’itinerario “GiraLivenza” Fruibilità pubblica: Bassa, la villa è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero della villa permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di San Stino di Livenza. Tale azione consentirebbe di recuperare e valorizzare la Villa rendendola un elemento importante all’interno dell’itinerario “GiraLivenza”, percorso volto alla riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano

67 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS09 Nome del bene Cisiol di Strada bassa Localizzazione Via Strada Bassa Corbolone, località Corbolone Epoca di Costruzione 1903 Categoria Manufatti religiosi Tipologia Cappelle votive Caratteristiche architettoniche principali Piccola cappella votiva dedicata a G.V. delle Grazie ed eretta da Girolamo Bevilacqua nel 1903. Presenta unica piccola navata con antistante portico sorretto da sottili colonne e finta trabeazione con iscrizione. Elemento interessante di tale manufatto è il piccolo campanile annesso alla cappella dotato di accesso dall’interno

Proprietà Privata Interesse Turistico Piccolo manufatto che testimonia la devozione della civiltà contadina di queste terre Stato di conservazione La cappella votiva è mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il manufatto è direttamente connesso all’itinerario principale “Strada del vino DOC Lison-Pramaggiore” nel punto d’intersezione con l’itinerario “GiraLivenza” (bivio tra via Morer delle Anime e Strada Bassa di Corbolone) Visibilità pubblica: Alta, il manufatto è lungo la strada principale Fruibilità pubblica: Bassa, il manufatto risulta di proprietà privata e accessibile con richiesta delle chiavi ai proprietari delle abitazioni adiacenti

Cantierabilità: Si X No Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero della cappella votiva, che necessita manutenzione ordinaria e straordinaria, e dello spazio esterno adiacente al piccolo manufatto, permetterebbe da un lato il mantenimento e la valorizzazione del manufatto stesso, dall’altro la realizzazione di un luogo di sosta che incrementerebbe le potenzialità di visitazione del luogo in relazione all’adiacente itinerario “Strada dei Vini DOC Lison-Pramaggiore

68 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS10 Nome del bene Casa rurale Localizzazione Riviera Giovanni Pascoli, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XVIII secolo Categoria Edifici Tipologia Case rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio è un elemento architettonico appartenente all’antico complesso della canonica ed è composto da due piccoli corpi separati organizzate su due piani Proprietà Privata

Interesse Turistico L’edificio testimonia l’evoluzione storica del borgo sviluppatosi anticamente attorno alla Chiesa del Rosario, oggi riscostruita Stato di conservazione L’edificio è in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio, situato in prossimità del canale Malgher, è direttamente collegato all’itinerario naturalistico interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è situato in prossimità del canale Malgher Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

L’intento dovrebbe essere quello di recuperare paesaggisticamente il borgo storico della Chiesa della Madonna del Rosario con coinvolgimento tra Pubblico e Privato

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene rurale significativo del territorio di San Stino di Livenza, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione, assieme al recupero degli edifici limitrofi facenti parte del borgo storico e alla sistemazione dello spazio antistante al sagrato, permetterebbe la valorizzazione dell’intero complesso dandone visibilità dall’adiacente itinerario lungo il Malgher

69 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS11 Nome del bene Casa rurale Localizzazione Riviera Giovanni Pascoli, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XVIII secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche principali Il piccolo edificio è un elemento architettonico appartenente all’antico complesso della canonica e occupa la porzione di testa di un edificio più ampio sviluppato longitudinalmente su due piani e diviso in unità Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio testimonia l’evoluzione storica del borgo sviluppatosi anticamente attorno alla Chiesa del Rosario, oggi riscostruita Stato di conservazione L’edificio è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio, situato in prossimità del canale Malgher, è direttamente collegato all’itinerario naturalistico interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è in prossimità del canale Malgher Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene rurale significativo del territorio di San Stino di Livenza, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione, assieme al recupero degli edifici limitrofi facenti parte del borgo storico e alla sistemazione dello spazio antistante al sagrato, permetterebbe la valorizzazione dell’intero complesso dandone visibilità dall’adiacente itinerario lungo il Malgher

70 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS12 Nome del bene Chiesa del Rosario Localizzazione Riviera Giovanni Pascoli, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione 1904 Categoria Edifici religiosi Tipologia Chiese Caratteristiche architettoniche principali La piccola chiesa dedicata alla Madonna del Rosario è composta da un’unica navata con capriate lignee, dal presbiterio con volta a botte, dall’abside semicircolare e da una piccola sagrestia addossata alla parete destra dell’aula. Venne costruita nel 1904 su progetto dell’architetto veneziano Max Ongaro. La piccola chiesa, nel suo insieme costituita da volumi ben proporzionati tra loro, si presenta esternamente in mattoni a vista a parte una

piccola fascia lungo il sottotetto, intonacata con decorazioni

stilizzate. Sulla facciata a capanna, il massiccio campanile quadrangolare funge da protiro aprendosi alla base sui lati esterni con tre archi a tutto sesto. All’interno decorazioni di Giuseppe Cherubini, pittore che dal 1900 lavorò a Venezia. Proprietà Privata (ente ecclesiastico) Interesse Turistico La chiesa, fulcro dell’antico borgo, con la storia, testimonia l’evoluzione storica del piccolo centro fin dalle sue origini Stato di conservazione La chiesa è in buono stato di conservazione, risulta restaurata nel 1981

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio, situato in prossimità del canale Malgher, è direttamente collegato all’itinerario naturalistico interprovinciale “GiraLivenza” e all’itinerario secondario ipotizzato IT 3 Visibilità pubblica: Alta, il sagrato della chiesa è collegato allo spazio pubblico lungo il canale Malgher, sede dell’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Fruibilità pubblica: Alta, l’edificio è aperto al pubblico tutti i giorni

Cantierabilità: Si X No Non rilevata

E’ strategica la progettazione di uno spazio per un nuovo sagrato, in collegamento con la riviera del Malgher di cui l’Amministrazione Comunale già condivide amministrativamente l’intervento Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero del sagrato e adiacente spazio esterno, come da documentazione analizzata in Comune, permetterà di realizzare un luogo di sosta che valorizzerà il borgo e incrementerà la fruibilità del luogo. Tale azione, inoltre, permetterà di dare maggiore visibilità anche dall’adiacente itinerario lungo il Malgher. Il nuovo Sagrato viene considerato dall’Amministrazione come uno spazio da implementare non solo per l’uso della comunità locale bensì anche per una fruizione sovracomunale in relazione all’itinerario “GiraLivenza” che in questo tratto percorre la riviera verso il comune di Motta di Livenza (Tv)

71 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS13 Nome del bene Casa rurale Localizzazione Riviera Giovanni Pascoli, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XVIII secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche principali L’edificio è un elemento architettonico appartenente all’antico complesso della canonica e occupa la porzione di testa di un edificio più ampio sviluppato longitudinalmente su due piani e suddiviso in unità Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio testimonia l’evoluzione storica del borgo sviluppatosi anticamente attorno alla Chiesa del Rosario, oggi riscostruita Stato di conservazione L’edificio è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio, situato in prossimità del canale Malgher, è direttamente collegato all’itinerario naturalistico interprovinciale “GiraLivenza” oltre che all’itinerario secondario ipotizzato IT3 Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è in prossimità del canale Malgher Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene rurale significativo del territorio di San Stino di Livenza. Tale azione, assieme al recupero degli edifici limitrofi facenti parte del borgo storico e alla sistemazione dello spazio antistante al sagrato, permetterebbe la valorizzazione dell’intero complesso dandone visibilità dall’adiacente itinerario lungo il Malgher

72 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS14 Nome del bene Villa Morana Localizzazione Via Fosson, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XVIII secolo Categoria Edifici Tipologia Ville Caratteristiche architettoniche principali Il corpo originario dell’edificio era a pianta quadrata, la facciata è simmetricamente impostata rispetto a un ingresso centrale e si presenta tripartita da due lesene che incorniciavano le aperture archivoltate (successivamente modificate). Si conserva invece integrale il grande timpano che corona l’edificio e che con le lesene e i due fastigi laterali costituisce l’elemento caratterizzante dell’intera costruzione Proprietà Privata Interesse Turistico La villa, elemento architettonico significativo del territorio di San Stino di Livenza, testimonia il suo passato e in particolare la storia delle nobili famiglie che l’hanno posseduta Stato di conservazione L’edificio è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio non è collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile da via Fosson Fruibilità pubblica: Bassa, l’edifico è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo della villa permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di San Stino di Livenza. Tale azione consentirebbe di recuperare e valorizzare la villa rendendola un elemento di grande interesse all’interno dell’itinerario “GiraLivenza”, percorso volto alla riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano

73 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS15 Nome del bene Castello di San Stino Localizzazione Via Fratelli Martina, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione X secolo Categoria Edifici Tipologia Ville Caratteristiche architettoniche principali Il Castello di S. Stino, Castrum S. Stene, trasformato nel corso dei secoli in un palazzo nobiliare, è oggi residenza privata, quasi completamente nascosta dall’alta e folta vegetazione del parco circostante. Il castello, come tutte le fortezze- abitazioni dell’epoca è costruito principalmente in cotto. La sua forma oggi è rettangolare e risultano evidenti le successive modifiche apportate alla struttura originaria. Si dice che esistessero due passaggi sotterranei che collegassero il castello con la località di Biverone, forse con Villa Agazzi. Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio testimonia il passato della città e in particolare rappresenta il nucleo originario d’insediamento della comunità che ha colonizzato tale territorio. E’ quindi un elemento architettonico fondamentale per l’identità della comunità sanstinese, Stato di conservazione L’edificio è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” nel tratto in cui attraversa il centro abitato di San Stino di Livenza Visibilità pubblica: Bassa, la fitta vegetazione del parco non permette una buona visibilità dell’edificio Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio risulta di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero dell’edificio permetterebbe la conservazione e la valorizzazione di un elemento architettonico unico nel suo genere nel territorio di San Stino di Livenza, tutelando così un patrimonio storico- architettonico di notevole valore.

74 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS16 Nome del bene Bilancia fluviale Localizzazione Fiume Livenza, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Manufatti della vita collettiva Tipologia Bilance Caratteristiche architettoniche principali Questo manufatto idraulico, dalle rilevanti dimensioni è “sospeso” sul fiume Livenza attraverso robuste strutture metalliche e testimonia come l’attività di pesca sia, ancora oggi, un attività importante e caratteristica del territorio del Basso Livenza. Proprietà Privata Interesse Turistico ll manufatto è un elemento funzionante per la pesca fluviale e luogo di incontro enogastronomico durante tutto

l’anno. E’ quindi testimonianza del lavoro e della vita collettiva della

comunità di San Stino di Livenza Stato di conservazione Il manufatto è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il manufatto è collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” attreverso l’itinerario nautico Visibilità pubblica: Alta, il manufatto è un elemento facente parte del paesaggio fluviale della Livenza Fruibilità pubblica: Bassa, è un bene privato

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero del manufatto permetterebbe il mantenimento e la valorizzazione di uno degli elementi più suggestivi del paesaggio fluviale e il suo inserimento in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e degli elementi che lo caratterizzano, dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile. Si suggerisce l’ampliamento della volumetria (cucina e sala pranzo) per una maggiore fruibilità da parte di un turismo enogastronomico

75 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS17 Nome del bene Villa Mazzotto-Rubin Localizzazione Via Fratelli Martina, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XVIII secolo Categoria Edifici Tipologia Ville Caratteristiche architettoniche principali La villa venne costruita nei primi decenni del Settecento dalla famiglia Papadopoli, e ne resta testimonianza nello stemma sopra la finestra centrale del piano nobile verso il fiume. Appartenne successivamente alla famiglia Mazzotto e poi alla famiglia Rubin. L’edificio, tipica dimora veneziana, presenta pianta quadrata ed è disposto su tre piani. Lo caratterizzano un’assoluta proporzione dei volumi che attribuisce notevole

eleganza alla residenza e la serliana in facciata, tipico elemento dell’architettura veneziana, presente in corrispondenza della sala centrale del piano nobile. Le facciate principali sono rivolte una a nord verso la Livenza, una a sud verso il giardino. Purtroppo le finestre laterali della serliana risultano al momento murate Proprietà Privata Interesse Turistico La villa rappresenta un significativo elemento architettonico per le caratteristiche poste in evidenza e testimonia la presenza in questi territori della nobiltà veneziana che qui aveva possedimenti terrieri Stato di conservazione La villa è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente collegato all’itinerario “GiraLivenza” nel tratto in cui attraversa il centro abitato di San Stino di Livenza Visibilità pubblica: Media, la villa, rientrante rispetto alla strada principale è parzialmente coperta dalle piante del giardino Fruibilità pubblica: Bassa, la villa è di proprietà privata

Cantierabilità: Si X No Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero della villa permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di San Stino di Livenza. Tale azione consentirebbe di recuperare e valorizzare la villa rendendola un elemento grande interesse all’interno dell’itinerario “GiraLivenza”, percorso volto alla riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano

76 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS18 Nome del bene Chiesa parrocchiale di Santo Stefano Localizzazione Via del Popolo, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione Seconda metà del XIX secolo Categoria Edifici religiosi Tipologia Chiese Caratteristiche architettoniche principali L’edificio, eretto in sostituzione della precedente chiesa nella seconda metà del XIX secolo è caratterizzato da una semplice facciata a salienti in mattoni a vista decorata con due lesene laterali che ne sottolineano il profilo. La pianta presenta un’ampia navata centrale con cappelle laterali e transetto. Il campanile, anch’esso in mattoni a vista è di grandi dimensioni. Proprietà Privata (ente ecclesiastico) Interesse Turistico Di grande interesse dal punto di vista storico-architettonico e artistico, la chiesa è anche un punto di riferimento importante per la vita collettiva locale Stato di conservazione La chiesa è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio si trova lungo le sponde del fiume Livenza ed è direttamente collegato all’itinerario naturalistico interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, il sagrato della chiesa è collegato allo spazio pubblico facente parte dell’itinerario naturalistico “GiraLivenza” Fruibilità pubblica: Media, l’edificio risulta aperto al pubblico tutti i giorni secondo gli orari previsti.

Cantierabilità: Si X No Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero della chiesa, che necessita apparentemente solo di manutenzione ordinaria, prevede un’ipotesi di realizzazione di un nuovo sagrato. Questo elemento unirebbe la chiesa al fiume e quindi al percorso interprovinciale “GiraLivenza” permettendo di incrementare turisticamente la fruibilità del luogo

77 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS19 Nome del bene Teatro Comunale Romano Pascutto Localizzazione Via Papa Giovanni XXIII, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione anni ’80 del Novecento Categoria Immobili per servizi pubblici Tipologia Teatro Caratteristiche principali L’edificio, di recente costruzione, è adibito a teatro-cinema e, grazie all’interessante attività svolta all’interno, ha un’utenza intercomunale. E’ dedicato al poeta sanstinese Romano Pascutto. Molteplici anche le rappresentazioni teatrali

sempre dedicate alle opere dello scrittore Proprietà Pubblica Interesse Turistico L’interesse turistico del Teatro Comunale è alto essendo strettamente collegato al Circolo culturale Amici di Romano Pascutto che, con il patrocinio del Comune, si è posto l’obiettivo di contribuire con ogni mezzo alla pubblicazione e alla diffusione dell’Opera Omnia del suo grande concittadino Stato di conservazione L’edificio è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edifico è direttamente connesso all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile dalla via principale Fruibilità pubblica: Il Teatro Romano Pascutto è aperto durante la programmazione degli eventi

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 4

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero delle strutture teatrali e/o di eventuali spazi idonei a organizzare l’archivio dei manoscritti di Romano Pascutto, permetterebbe il mantenimento e la valorizzazione di un patrimonio culturale prezioso per la città di San Stino di Livenza diventando forte elemento attrattore di un turismo culturale legato alla personalità e alle qualità storico-letterario-teatrali del poeta, recentemente sintetizzate nel numero monografico della rivista culturale “Finnegans” n°17 del 12/2009 Romano Pascutto. Si suggerisce inoltre la realizzazione di una guida territoriale-cofanetto multimediale “GiraLivenza” (in più lingue) con l’obiettivo di descrivere i paesaggi letterari e le attività turistico-ricreative presenti nel territorio

78 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS20 Nome del bene Casa Rossi Localizzazione Via Tre Ponti, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XIX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali La costruzione rurale si caratterizza per l’interessante succedersi delle sette arcate a tutto sesto del vasto portico, in asse alle quali si impostano le piccole aperture architravate del primo piano. Il rustico, originariamente allineato alla residenza, conserva le tradizionali capriate lignee in copertura e attualmente vi

risulta anteposto un portico architravato scandito da pilastri e tamponato con il tradizionale graticciato in cotto lavorato a croce. L’edificio, a parte tale modifica, presenta pressoché integralmente la configurazione originaria Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, elemento architettonico caratteristico del paesaggio agricolo, è testimone della vita rurale che ha caratterizzato questi territori dopo le bonifiche della prima metà del novecento Stato di conservazione L’edifico è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edifico, posto sul tracciato storico della via Annia, è situato poco distante dall’itinerario principale “Strada del vino DOC Lison-Pramaggiore”. Può essere raggiunto attraverso breve deviazione che si diramerebbe dall’itinerario in corrispondenza dell’intersezione tra via Caorle e via Triestina, lungo via Tre Ponti Visibilità pubblica: Media, l’edificio è rientrante rispetto alla strada principale Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di San Stino di Livenza, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente in disuso e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

79 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS21 Nome del bene Casa Rurale Localizzazione Via Zoccat, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XIX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali Il complesso rurale si articola in due grandi edifici distinti, il primo, su tre piani, adibito ad abitazione, e il secondo, più basso, un annesso rustico originariamente usato come stalla e fienile. Il corpo principale, coronato da una copertura a padiglione, era originariamente alleggerito in facciata da un portico scandito da tre archi, due dei quali sono stati successivamente tamponati. Il rustico, edificato sul modello dei classici “barchi”, è caratterizzato da sei archi a tutto sesto (di cui cinque successivamente tamponati) che si succedono in facciata evidenziati da semplici lesene che proseguono fino alla cornice di gronda Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, elemento architettonico caratteristico del paesaggio agricolo, è testimone della vita rurale che ha caratterizzato questi territori Stato di conservazione Il corpo principale è in buono stato di conservazione mentre l’annesso rustico risulta in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il complesso architettonico è direttamente connesso all’itinerario “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, il complesso è visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Bassa, il complesso è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene rurale significativo del territorio di San Stino di Livenza, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente in disuso e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

80 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS22 Nome del bene Sette Sorelle Localizzazione Località Sette Sorelle Epoca di Costruzione XIX secolo Categoria Paesaggi Tipologia Paesaggio di bonifica Caratteristiche principali Il Paesaggio di Bonifica di Sette Sorelle è parte integrante della grande opera di bonifica dei terreni paludosi, portata a termine nel periodo tra le due guerre mondiali che strappò all’acquitrino più di 3000 ettari di terreno. E’ un paesaggio dove dominano le linee rette e regolari generate dalla bonifica intersecate alle linee più sinuose proprie del territorio. Altri elementi caratteristici del paesaggio di bonifica sono le affascinanti case rurali, i filari alberati, la fitta rete di canali per la raccolta delle acque piovane, gli imponenti manufatti idraulici come le idrovore, le chiuse, le chiaviche e i ponti. Proprietà Privata Interesse Turistico Il paesaggio di bonifica rappresenta un’importante testimonianza del lavoro di prosciugamento delle zone paludose che occupavano il territorio del Veneto Orientale prima del Novecento. Il paesaggio oggi si presenta come un territorio agricolo delimitato da un sistema di canali e manufatti idraulici, caratterizzato da ampi orizzonti con rari elementi verticali (case coloniche e filari Stato di conservazione Il territorio della bonifica si presenta in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il paesaggio di bonifica è attraversato dall’itinerario principale “Strada del vino DOC Lison-Pramaggiore” che segue la SS59 e dall’itinerario secondario ipotizzato (IT 5) di natura intercomunale, che congiunge il centro di Torre di Mosto con il Comune di Concordia Sagittaria, passando per la bonifica delle Sette Sorelle e seguendo per un tratto il corso del fiume Loncon Visibilità pubblica: Alta, il paesaggio di bonifica è perfettamente visibile dalle principali strade di connessione Fruibilità pubblica: Alta, territorio è attraversato dalla viabilità pubblica

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il paesaggio di bonifica necessita di interventi di miglioramento dal punto di vista ambientale, ecologico e idraulico, che da una parte, porterebbero vantaggi all’attività agricola e dall’altra, favorirebbero la tutela ambientale valorizzando gli elementi naturalistici attrattori del turismo lento e sostenibile

81 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS23 Nome del bene Villa Correr Agazzi Localizzazione Via Agazzi, località Biverone Epoca di Costruzione XVII secolo Categoria Edifici Tipologia Ville Caratteristiche architettoniche principali Il corpo principale della villa, eretta per volere della famiglia Correr, è articolato in quattro piani e risulta orientato sull’asse nord-sud con il prospetto principale affacciato sul grande parco. Presenta una doppia scala,

davvero insolita, che dà l'accesso al mezzanino; al piano nobile è presente una pregevole trifora arcuata con antistante poggiolo in ferro battuto. A tale corpo si addossa una barchessa probabilmente coeva, più bassa, aperta verso il giardino con cinque arcate a tutto sesto. Il corpo principale è a pianta quadrata e i prospetti, che ricalcano il tipico impianto delle ville venete, risultano sostanzialmente integri e caratterizzati dalle numerose aperture architravate Proprietà Privata Interesse Turistico La villa, con la sua barchessa, è un esempio di architettura rurale significativo per le caratteristiche poste in evidenza. Testimonia da un lato la presenza in questi territori di nobili famiglie con possedimenti terrieri e dall’altro l’organizzazione del lavoro in questi piccoli borghi agricoli Stato di conservazione La villa è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: La villa non è connessa all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza”. Può essere raggiunta compiendo una deviazione rispetto all’itinerario secondario ipotizzato (IT 5) che congiunge il centro di Torre di Mosto con il Comune di Concordia Sagittaria, passando per le località di Passo Torre, Biverone e infine Fingoli Primo Visibilità pubblica: Alta, la villa è visibile da via Agazzi Fruibilità pubblica: Media, parte della villa è adibita a eventi aperti al pubblico

Cantierabilità: Si X No Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero della villa permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di San Stino di Livenza. Tale azione consentirebbe di inserire il bene nell’itinerario “GiraLivenza” volto alla riscoperta dei territori rurali e delle caratteristiche architetture presenti in esso.

82 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS24 Nome del bene Idrovora Curti Valeri Localizzazione Località Sette Sorelle Epoca di Costruzione 1930 Categoria Manufatti idraulici Tipologia Idrovore Caratteristiche architettoniche principali L’edifico, di piccole dimensioni venne costruito per la bonifica delle paludi circostanti. La costruzione si caratterizza per la precisione della tessitura muraria delle superfici in laterizio a vista sulle quali di aprono le ampie traforature archi voltate Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio assume un’importanza storica per la funzione che lo connette al territorio di bonifica, testimoniando un’importante tappa sua trasformazione. Inoltre può essere considerato anche un elemento significativo nell’ambito dell’“archeologia industriale” Stato di conservazione L’edificio è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edifico, non è connesso all’itinerario “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Media, l’edificio è lontano rispetto alla strada principale ma visibile dall’argine del fiume Loncon Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero -l’edificio necessita apparentemente solo di manutenzione ordinaria- permetterebbe la miglior conservazione e valorizzazione di un importante elemento architettonico facente parte di quella che viene definita “archeologia industriale”. Tale azione consentirebbe di inserire l’idrovora in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

83 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS25 Nome del bene Idrovora Localizzazione Località Sette Sorelle Epoca di Costruzione 1930 Categoria Manufatti idraulici Tipologia Idrovore Caratteristiche architettoniche principali L’edificio, armoniosamente inserito nel paesaggio, si distingue per l’imponenza delle sue dimensioni e per l’interessante articolazione volumetrica. Da sottolineare sono la successione di archetti in rilievo che accentuano lo sviluppo longitudinale della fabbrica oltre al portale dell’ingresso caratterizzato da un interessante stile

Liberty minore Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio assume un’importanza storica per la funzione che lo connette al territorio di bonifica, testimoniando un’importante tappa sua trasformazione. Inoltre può essere considerato anche un elemento significativo nell’ambito dell’“archeologia industriale” Stato di conservazione L’edificio è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edifico è direttamente connesso con l’itinerario secondario ipotizzato (IT 5) che congiunge il centro di Torre di Mosto con il Comune di Concordia Sagittaria Visibilità pubblica: Alta, l’edificio, rientrante rispetto alla strada principale, è visibile dalla strada di bonifica Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero -l’edificio necessita apparentemente solo di manutenzione ordinaria- permetterebbe la miglior conservazione e valorizzazione di un importante elemento architettonico facente parte di quella che viene definita “archeologia industriale”. Tale azione consentirebbe di inserire l’idrovora in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile. In particolare si segnala la necessità della sistemazione delle pertinenze esterne all’idrovora, che faciliterebbero la sua fruibilità e migliorerebbero il collegamento con l’itinerario (area di sosta, etc.)

84 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS26 Nome del bene Filare di pioppi cipressini Localizzazione Via dei Pioppi, Passo Torre Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Paesaggi Tipologia Filari

Caratteristiche principali Il doppio filare, elemento naturale che caratterizza il paesaggio di bonifica, è composto da pioppi cipressini (Populus nigra italica) posti in sequenza ravvicinata. Svolge una funzione di frangivento per le zone agricole aperte circostanti Proprietà Privata Interesse Turistico Il doppio filare è un elemento tipico che segna il paesaggio di bonifica. Quale elemento verticale emerge visivamente su un territorio piatto e caratterizzato da spazi aperti, risultando facilmente riconoscibile dal turista Stato di conservazione Il filare è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il filare alberato è parte dell’itinerario secondario ipotizzato (IT5) che congiunge il centro di Torre di Mosto con il Comune di Concordia Sagittaria passando per il territorio di bonifica della Sacraterra Visibilità pubblica: Alta, il filare, grazie alla sua dimensione è un elemento molto visibile Fruibilità pubblica: Bassa, il percorso è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero del filare alberato e il suo inserimento in un itinerario secondario, permetterebbero il mantenimento e la valorizzazione di un suggestivo elemento del paesaggio. Il bene paesaggistico, solo se fruibile pubblicamente, attraverso un accodo tra Entità Pubblica e Proprietà Privata, potrebbe diventare un elemento particolarmente suggestivo lungo l’itinerario “GiraLivenza” in direzione Concordia Sagittaria.

85 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS27 Nome del bene Azienda Agricola Piva Localizzazione Via Corner, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XIX secolo Categoria Edifici Tipologia Complessi agricoli Caratteristiche architettoniche principali Interessante complesso rurale composto da una residenza padronale e da un’abitazione minore con annesso piccolo rustico. La “villa” si caratterizza per l’equilibrio delle proporzioni del massiccio volume in cui si sottolineano, come elementi decorativi, il piccolo balcone sovrastante l’ingresso e l’elaborata cornice di gronda a dentelli in cotto intonacato presente anche nel corpo più basso. In quest’ultimo, la divisione tra residenza e rustico è definita dagli elementi compositivi in facciata. Da evidenziare le alterazioni delle forature (aperture archivoltate al pian terreno del corpo principale) che hanno cancellato quella ricercatezza compositiva che caratterizzava la facciata principale Proprietà Privata Interesse Turistico La villa, con l’annesso rustico, è un esempio di architettura rurale significativo per le caratteristiche poste in evidenza. Testimonia da un lato la presenza in questi territori di nobili famiglie con possedimenti terrieri e dall’altro l’organizzazione del lavoro in questi piccoli borghi agricoli Stato di conservazione L’edificio è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio non è connesso con l’itinerario interprovinciale “GiraLivenza”, Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile da via Corner Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di San Stino di Livenza, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente parzialmente in disuso e di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

86 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS28 Nome del bene Azienda Agricola Piva Localizzazione Via Corner, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XIX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurale Caratteristiche architettoniche principali Il grande edificio rurale, in muratura a vista, è composto da un corpo principale adibito ad abitazione, su tre piani e un annesso rustico contiguo più basso per la stalla e il fienile. La facciata principale è semplice e simmetricamente impostata rispetto all’arco fortemente riabbassato del piccolo portico d’ingresso; si è successivamente

affiancato, sul prospetto ovest, il camino dal tradizionale focolare sporgente. Da sottolineare le alterazioni avvenute nei prospetti ovest e sud del rustico Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, elemento architettonico caratteristico del paesaggio agricolo, è testimone della vita rurale che ha caratterizzato questi territori dopo le bonifiche della prima metà del novecento Stato di conservazione L’edificio è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio non è connesso con l’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile da via Corner Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di San Stino di Livenza, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente parzialmente in disuso e di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

87 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS29 Nome del bene Complesso rurale Localizzazione Via Corner, località Santo Alò Epoca di Costruzione XIX secolo Categoria Edifici Tipologia Complessi agricoli Caratteristiche architettoniche principali Il complesso rurale è costituito da un corpo principale su tre piani, diviso in due unità residenziali adiacenti e da un annesso rustico indipendente che ripropone il modello tradizionale del ‘barco’. La residenza più antica, coronata da una copertura a padiglione, presenta una semplice facciata simmetrica impostata rispetto a un ingresso centrale e decorata unicamente dalle modanature lineari dei davanzali e della cornice di gronda. La seconda abitazione si caratterizza per le numerose aperture dal tradizionale architrave con formato ad arco fortemente ribassato; il rustico, in muratura a vista, è caratterizzato dall’ampio portico che si apre su tre lati. Proprietà Privata Interesse Turistico Il complesso agricolo rappresenta un esempio significativo di casa rurale con annesso ed è una testimonianza architettonica della trascorsa attività agricola

di San Stino di Livenza Stato di conservazione L’edificio è in un buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio non è connesso con l’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile da via Corner Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero degli edifici permetterebbe la valorizzazione di un bene rurale significativo del territorio di San Stino di Livenza e consentirebbe di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

88 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS30 Nome del bene Agenzia Veronese Localizzazione Via Corner, località Santo Alò Epoca di Costruzione XIX secolo Categoria Edifici Tipologia Complessi agricoli Caratteristiche architettoniche principali L’inusuale complesso rurale si sviluppa longitudinalmente e nell’articolazione volumetrica dei tre corpi di fabbrica evidenzia nettamente le diverse destinazioni d’uso. L’abitazione è alleggerita da numerose aperture con architrave ad arco ribassato e dai davanzali in cotto, che

insieme alla cornice di gronda linearmente modanata rappresentano gli unici elementi decorativi. L’elemento maggiormente caratterizzante è il corpo centrale, dal massiccio volume cubico ingentilito dalle aperture archivoltate che si ripetono nei tre piani. Completamente ristrutturato appare il lungo “barco”, che dell’impianto primitivo conserva solo la facciata con nove archi a tutto sesto che scandiscono il portico. Proprietà Privata Interesse Turistico Il bene rappresenta un esempio di complesso rurale con impianto e tratti non comuni e testimonia la presenza di borghi agricoli organizzati dove trovavano alloggio le famiglie nobili proprietarie delle tenute agricole. L’edificio unito al contesto ambientale fluviale è di sicuro interesse turistico Stato di conservazione L’edificio è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il complesso agricolo non è connesso con l’itinerario interprovinciale “GiraLivenza”, Visibilità pubblica: Alta, il complesso agricolo è visibile da via Corner Fruibilità pubblica: Bassa, il complesso agricolo è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale originale del territorio di San Stino di Livenza, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio parzialmente in disuso e di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

89 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS31 Nome del bene Casa Veronese Localizzazione Via Ludovico Arioso, località Boccafossa Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edifico, adibito a deposito agricolo, è caratterizzato da un lungo portico scandito da archi a tutto sesto ribassato che sui prospetti sud e ovest alleggerisce questo grande volume longitudinale articolato in una pianta a “elle”. Il nucleo originario è costituito dal tradizionale “barco” aperto su tre lati e coronato in facciata da una cornice di gronda linearmente modanata. Il complesso è stato alterato dal tamponamento di tre delle cinque arcate dell’ampio portico. Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio rappresenta un esempio insolito di casa rurale ed è una testimonianza architettonica della trascorsa attività agricola di San Stino di Livenza Stato di conservazione L’edificio è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio non è connesso con l’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile da via Ludovico Ariosto Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si X No Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene rurale originale del territorio di San Stino di Livenza, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente parzialmente in disuso e di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

90 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS32 Nome del bene Casa Veronese Localizzazione Via Ludovico Ariosto,, La Salute di Livenza Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Edifici Tipologia Casa Padronale Caratteristiche architettoniche principali La residenza padronale è stata realizzata secondo un gusto neo- rinascimentale riscontrabile in particolare nelle proporzioni del volume e nella facciata simmetricamente impostata rispetto al portale d’ingresso sovrastato dalla trifora archivoltata del primo piano.

Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio rappresenta un esempio interessante di casa padronale ed è una testimonianza architettonica della trascorsa attività agricola di San Stino di Livenza e delle famiglie nobili che l’hanno gestita Stato di conservazione L’edificio è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio non è connesso con l’itinerario interprovinciale “GiraLivenza”, Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile da via Ludovico Ariosto Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi:” L’eventuale recupero dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di San Stino di Livenza e consentirebbe di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

91 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS33 Nome del bene Ponte levatoio del Marango Localizzazione Sul fiume Loncon, località Marango Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Manufatti vita collettiva Tipologia Ponti Caratteristiche architettoniche principali Il ponte presenta una struttura in ferro regolata da bilancini che consentono al ponte di aprirsi permettendo il passaggio delle imbarcazioni lungo il Fiume Loncon Proprietà Pubblica Interesse Turistico Il manufatto è un elemento

architettonico interessante in quanto rappresenta un tipico esempio di manufatto di ingegneria idraulica che caratterizza il paesaggio di bonifica Stato di conservazione Il manufatto versa in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il manufatto non è collegato all’itinerario “GiraLivenza”. Può essere raggiunto attraverso una breve deviazione dall’itinerario secondario intercomunale ipotizzato IT 5b, che segue il corso del fiume Loncon Visibilità pubblica: Bassa, il ponte è collocato al termine di una strada di accesso al ponte stesso Fruibilità pubblica: Bassa, il ponte non è accessibile

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero del manufatto, che fa parte delle opere realizzate durante le bonifiche, valorizzerebbe la consapevolezza dell’evoluzione di tali luoghi, un tempo caratterizzati da lagune e paludi, inserendosi così appieno nella “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e al turismo sostenibile

92 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS34 Nome del bene Azienda Agricola (La Salute) Localizzazione Laterale di via Volta, località Ottava Presa Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali Tale complesso di edifici rappresenta un tipico esempio di case rurali con impianto edilizio simmetrico. Della costruzione risalta immediatamente il “rosso veneziano” delle superfici che ne esalta la pulizia delle linee compositive. La semplice facciata simmetrica è animata dall’apertura archivoltata del primo piano e decorata dalla cornice di gronda in cotto linearmente modanata. Sulle facciate e nel rustico annesso sono evidenti successive modifiche rispetto al progetto originario Proprietà Privata Interesse Turistico La coppia di edifici è una testimonianza architettonica del lavoro e della vita collettiva del territorio di San Stino di Livenza, rappresentando inoltre un esempio originale di tale tipologia di edifici Stato di conservazione L’edificio presenta un mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: La coppia di edifici non è connessa all’itinerario “GiraLivenza”. Può essere raggiunta compiendo una breve deviazione lungo la strada di accesso alla bonifica, che si diramerebbe dall’itinerario principale “Strada dei vini DOC Lison-Pramaggiore” Visibilità pubblica: Bassa, l’edificio è rientrante risetto la strada principale Fruibilità pubblica: Bassa, la coppia di edifici è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo degli edifici permetterebbe la valorizzazione di un bene rurale originale del territorio di San Stino di Livenza, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente parzialmente in disuso e di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

93 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS35 Nome del bene Ponte del Marango Localizzazione Fiume Lemene, località Marango Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Manufatti della vita collettiva Tipologia Ponti Caratteristiche architettoniche principali Il ponte, risalente al secolo scorso e tuttora funzionante, è mosso da un motore che permette alla struttura in ferro di ruotare sul perno centrale, consentendo il passaggio delle imbarcazioni lungo il Fiume Loncon Proprietà Pubblico

Interesse Turistico Il manufatto è un esempio interessante delle opere collaterali alle opere di prosciugamento delle paludi e acquitrini che caratterizzano il paesaggio di San Stino di Livenza e dei comuni limitrofi Stato di conservazione Il manufatto è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il manufatto non è connesso all’itinerario “GiraLivenza”. E’ parte integrante dell’itinerario principale “GiraLemene”, nel tratto in cui si connette all’itinerario principale “Strada dei vini DOC Lison-Pramaggiore” al confine tra il Comune di San Stino di Livenza e Caorle. Visibilità pubblica: Alta, il manufatto si trova sulla strada principale Fruibilità pubblica: Alta, il ponte è attualmente funzionante

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero del manufatto, che fa parte delle opere realizzate durante le bonifiche, valorizzerebbe la consapevolezza dell’evoluzione di tali luoghi, un tempo caratterizzati da lagune e paludi, inserendosi così appieno nella “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e al turismo sostenibile

94 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS36 Nome del bene Azienda Agricola “Casere” Localizzazione Strada R. Franchetti, località Agenzia Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Edifici Tipologia Complessi agricoli Caratteristiche architettoniche principali Sorto agli inizi del Novecento come zuccherificio, questo grande complesso fu utilizzato successivamente solo con destinazione agricola. L’imponente struttura si caratterizza per la rapida successione delle paraste che accentuano lo sviluppo longitudinale della fabbrica. Un certo gusto eclettico e citazioni di un liberty minore si evidenziano soprattutto nel prospetto che fronteggia il corso d’acqua. La costruzione è stata più volte oggetto di rimaneggiamenti che hanno modificato l’assetto strutturale-dispositivo originario Proprietà Privata Interesse Turistico L’azienda agricola, con il suo imponente edificio, è una testimonianza architettonica viva del lavoro, dell’organizzazione e della vita collettiva che caratterizzano il territorio di San Stino di Livenza. Inoltre è un importante punto di attrazione per i prodotti agricoli in essa venduti e per l’importante colonia faunistica che dei suoi territori ha fatto il proprio ecosistema Stato di conservazione L’edificio è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio non è connesso all’itinerario “GiraLivenza”. Può essere raggiunto direttamente dall’itinerario principale “GiraLemene”, nel tratto successivo alla località Marango, in cui si connette all’itinerario principale “Strada dei vini DOC Lison-Pramaggiore”. L’edificio è raggiungibile percorrendo la strada di accesso privata dell’azienda agricola Visibilità pubblica: Bassa, il complesso non è visibile dalla strada Fruibilità pubblica: Media, l’edificio, sebbene di proprietà privata e parzialmente accessibile al pubblico perché adibito alla vendita dei suoi prodotti

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale originale del territorio di San Stino di Livenza e consentirebbe di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

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TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS37 Nome del bene Villa Migotto, già Zanier Localizzazione Riviera S. Trentin Santo Stino di Livenza Epoca di Costruzione XVIII secolo Categoria Edifici Tipologia Ville Caratteristiche architettoniche principali La villa è situata al fondo di uno scenografico viale, all’interno di un’area attualmente a vigneto, in prossimità del canale Malgher. Originariamente il corpo dominicale era caratterizzata da eleganti cornici in pietra che sormontano le finestre del piano terra e del piano nobile. Il salone centrale, sempre del piano nobile presenta un balcone timpanato con balaustra in ferro forgiato. Proprietà Privata Interesse Turistico La villa rappresenta un significativo elemento architettonico per le caratteristiche poste in evidenza e testimonia la presenza ,probabilmente in questi territori della nobile famiglia Corner che qui aveva possedimenti terrieri Stato di conservazione La villa è in pessimo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente collegato all’itinerario “GiraLivenza” nel tratto in cui attraversa il centro abitato in località Corbolone di San Stino di Livenza Visibilità pubblica: Media, la villa, rientrante rispetto alla strada principale, è parzialmente coperta da piante e dal vigneto Fruibilità pubblica: Bassa, la villa è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero della Villa e del parco, permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di San Stino di Livenza. Tale azione consentirebbe di recuperare e valorizzare la villa rendendola un elemento grande interesse all’interno dell’itinerario “GiraLivenza”, percorso volto alla riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano

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TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS38 Nome del bene Villa Longo Localizzazione Largo Trieste, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XIXI secolo Categoria Edifici Tipologia Ville Caratteristiche architettoniche principali La villa ha subito numerosi interventi per adattarla alle esigenze abitative e funzionali degli occupanti succedutisi negli anni; nonostante i molti cambiamenti è ben leggibile l’impianto originario, con il salone passante al piano nobile e la scansione delle aperture in facciata. Il prospetto appare scarno nonostante le soglie in pietra modanate che sottolineano le semplici finestre rettangolari. La porta d’ ingresso è sormontata da una porta finestra protetta da una balaustra aggettante in pietra; il prospetto si conclude con una sobria cornice modanata. Proprietà Privata Interesse Turistico La villa rappresenta un significativo elemento architettonico per le caratteristiche poste in evidenza e testimonia la presenza in questi territori della nobiltà veneziana. Stato di conservazione La villa è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente collegato all’itinerario “GiraLivenza” nel tratto in cui attraversa il centro abitato di San Stino di Livenza Visibilità pubblica: Media, la villa è posta al centro del paese, rientrante rispetto alla strada principale in prossimità di Via Leopardi. Fruibilità pubblica: Bassa, la villa è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata x

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro x > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero della villa permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di San Stino di Livenza. Tale azione consentirebbe di recuperare e valorizzare la villa rendendola un elemento grande interesse all’interno dell’itinerario “GiraLivenza”, percorso volto alla riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano

97 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS39 Nome del bene Villa Gubitta Localizzazione Riviera Corbolone, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XVI secolo Categoria Edifici Tipologia Ville Caratteristiche architettoniche principali La villa fu costruita probabilmente tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento e deve il proprio nome agli attuali proprietari. Sfortunatamente quanto si vede oggi è il risultato di

rimaneggiamenti condotti fino ad anni recenti. Attualmente il portale d’ingresso del piano terra è inserito tra due finestrelle lobate, il salone del piano nobile è scandito da tre aperture coronate da timpano,oltre che da una balaustra aggettante in materiale lapideo. Proprietà Privata Interesse Turistico La villa rappresenta un significativo elemento architettonico per le caratteristiche poste in evidenza e testimonia presumibilmente la presenza delle famiglie veneziane di Iseppo Bonazza o di Alvise Bembo. Stato di conservazione La villa è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente collegato all’itinerario “GiraLivenza” nel tratto in cui attraversa la “Riviera” di Corbolone in prossimità di Santo Stino di Livenza Visibilità pubblica: Media, la villa un po’ rientrante rispetto alla strada principale è parzialmente coperta da piante. Fruibilità pubblica: Bassa, la villa è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata x

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero della villa permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di San Stino di Livenza. Tale azione consentirebbe di recuperare e valorizzare la villa rendendola un elemento grande interesse all’interno dell’itinerario “GiraLivenza”, percorso volto alla riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano

98 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS40 Nome del bene Oratorio - complesso ex Lippi Localizzazione Via F.lli Martina, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XV e XX secolo Categoria Edifici Tipologia Villa Caratteristiche architettoniche principali Il complesso immobiliare si compone di due distinti corpi di fabbrica: il primo, più imponente, presumibilmente di origine seicentesca si sviluppa su tre piani, ed è caratterizzato da un prospetto con asse di simmetria centrale, con forometria regolare e con la presenza di un importante timpano di facciata.Il secondo edificio, è un volume compatto, sempre su tre piani, presumibilmente di origine novecentesca, ed è attualmente sede dell’ Oratorio Parrocchiale di Santo Stino di Livenza. Proprietà privata (Ecclesiastica) Interesse Turistico Il complesso ex Lippi rappresenta un significativo elemento architettonico per le caratteristiche poste in evidenza e testimonia, per la parte della villa e degli annessi, la presenza in questi territori della nobiltà veneziana. Stato di conservazione La parte seicentesca, come quella novecentesca risultano oggi in buono stato di conservazione..

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il complesso è direttamente collegato all’itinerario “GiraLivenza” nel tratto in cui attraversa il centro abitato di Santo Stino di Livenza, in prossimità dell’ex Castello di San Stino. Visibilità pubblica: Alta, il complesso rientrante rispetto alla via principale è facilmente accessibile Fruibilità pubblica: Bassa, in quanto di proprietà privata

Cantierabilità: Si x No Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro x > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero della parte seicentesca del complesso immobiliare ex-Lippi permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di Santo Stino di Livenza. Tale azione consentirebbe di recuperare e valorizzare l’intera area rendendola un elemento di interesse all’interno dell’itinerario “GiraLivenza”, percorso volto alla riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano

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TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS41 Nome del bene Oratorio - complesso ex Gini Localizzazione Via del Gallo, in località Corbolone Epoca di Costruzione XIX secolo Categoria Immobili per servizi Tipologia Ville ed oratorio Caratteristiche architettoniche principali Il complesso immobiliare si compone di due corpi di fabbrica: il primo, più importante, è costituito dalla Villa storica ottocentesca mentre il secondo, presumibilmente coevo, da degli annessi rustici. Nel suo insieme trattasi di una volumetria articolata, oggi sede museale della “Mostra dei Vini” di Santo Stino di Livenza. Proprietà privata Interesse Turistico L’oratorio e il complesso ex Gini, rappresenta un elemento di testimonianza storica, quale tipologia di oratorio e villa dell’ ottocento. Stato di conservazione L’intero complesso edilizio si presenta attualmente in un buono stato di conservazione.

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il complesso è in prossimità dell’itinerario “GiraLivenza” nel tratto in cui attraversa la località di Corbolone . Visibilità pubblica: Alta, in quanto il complesso è facilmente accessibile Fruibilità pubblica: Bassa, è di proprietà privata (Parrocchia)

Cantierabilità: Si No x Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 4

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro x > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale valorizzazione museale del “Museo del Vino” della Città di Santo Stino di Livenza, permetterebbe nel contempo una maggiore visibilità turistica del l’ intero complesso immobiliare ex-Gini (oratorio e villa), rendendoli un elemento strategico all’interno dell’itinerario interprovinciale “GiraLivenza”.

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TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS42 Nome del bene “Salto di Corbolone” Localizzazione nell’intersezione a nord tra il canale Fosson ed il canale Postumia, in località Corbolone di San Stino di Livenza Epoca di Costruzione 1930 Categoria Manufatti idraulici Tipologia Salto idraulico, con ponte e sfioratore Caratteristiche architettoniche principali La realizzazione del salto è stata un’opera di carattere prettamente idraulico anche se ha portato con se notevoli trasformazioni degli ambiti urbani con la realizzazione del ponte sovrastante e dello sfioratore verso il Fosson, essendo inseriti in un ambito paesaggistico di particolare pregio. Il salto di Corbolone, condiziona il regime idraulico di un territorio della dimensione di circa 10.000 Ha, e la funzione del manufatto è quella di regimentare le acque provenienti dai fiumi tributari Sile e Fiume facendo defluire la portata massima compatibile con il sistema idrografico di valle Malgher-Fosson-Loncon-Lemene. Proprietà pubblica Interesse Turistico Il complesso rappresenta un elemento di testimonianza idraulica del novecento, inserito in un pregevole ambito paesaggistico, in prossimità della “riviera” di Corbolone. Stato di conservazione L’intero ambito del “salto di Corbolone” si presenta attualmente in un buono stato di conservazione.

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il salto, è in prossimità dell’itinerario “GiraLivenza” nel tratto in cui attraversa la località di Corbolone. Visibilità pubblica: Alta, in quanto il complesso è facilmente accessibile Fruibilità pubblica: Alta

Cantierabilità: Si x No Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3 X Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Un’ eventuale nuova segnaletica di indicante il “Salto di Corbolone” permetterebbe la valorizzazione sia del manufatto idraulico che dell’ ambito paesaggistico fluviale in cui è inserito.

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TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI SANTO STINO DI LIVENZA

SCHEDA SS43

Nome del bene “Azienda Agricola Livenza” Localizzazione Santo Alò, San Stino di Livenza Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali Il complesso immobiliare dell’ azienda agricola si compone di due distinti corpi di fabbrica: il primo e più importante era riservato alla parte dominicale sviluppato su tre piani, mentre il secondo, in adiacenza quale tipico annesso rustico funzionale alla conduzione del fondo agricolo. L’ edificio principale conserva

una facciata simmetrica caratterizzata dal tipico portico con due archi centrali a sesto ribassato. Proprietà privata Interesse Turistico L’Azienda Agricola Livenza, nel suo complesso,rappresenta un significativo elemento del paesaggio di bonifica e testimonia la presenza dell’ attività agricola in questi territori. Stato di conservazione In stato di abbandono;non abitabile.

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il complesso è collegato all’itinerario nautico “GiraLivenza” , in prossimità del fiume Livenza Visibilità pubblica: Alta, il complesso è facilmente visibile dalla strada. Fruibilità pubblica: Bassa, è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero dell’ edificio rurale nel suo complesso, permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di San Stino di Livenza. Tale azione consentirebbe di recuperare e valorizzare l’intera area rendendola un elemento di interesse all’interno dell’itinerario “GiraLivenza”, percorso volto alla riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano.

102

5.3 Individuazione cartografica su Carta Tecnica Regionale degli elementi rilevati. Il Comune di Torre di Mosto

103 104 105 106 107 108 109

110

5.3.1 Schede delle categorie di beni e paesaggi del Comune di Torre di Mosto

111 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO01 Nome del bene Ponte della Provincia o Ponte Tezze Localizzazione Parallelo alla SS14 tra i comuni di Torre di Mosto e di San Stino di Livenza Epoca di Costruzione Prima metà del XX secolo Categoria Manufatti della vita collettiva Tipologia Ponti Caratteristiche architettoniche principali Il ponte che attraversa il fiume Livenza, è composto da un porzione centrale di quattro campate di 16 ml di luce, e da due parti laterali minori sempre a quattro campate, ciascuna con luce 5,20 ml. E’ caratterizzato dalla presenza di

“archi superiori in c.a. con catena, collegati alle campate laterali da travi rettilinee. Attualmente il ponte non è agibile Proprietà Pubblico Interesse Turistico Il manufatto è un esempio interessante di tecnica costruttiva applicata ai ponti. Questa tipologia di ponte può essere elemento di attrazione turistica in quanto non più facilmente riscontrabile perché spesso sostituita da manufatti più moderni Stato di conservazione Il ponte è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il manufatto è parte integrante dell’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, il manufatto è visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Alta, il manufatto è di proprietà pubblica

Cantierabilità: Si X No Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero del manufatto permetterebbe il completamento in sicurezza dell’itinerario ciclo-pedonale ”GiraLivenza” tra Torre di Mosto e San Stino di Livenza. I lavori di recupero della funzionalità del ponte incrementerebbero la fruibilità turistica prevedendo la realizzazione di spazi utili alla “promozione territoriale dei prodotti enogastronomici del Veneto Orientale” e inserendo il ponte in una rete di “musei all’aperto dei manufatti idraulici” presenti lungo l’itinerario turistico-fluviale interprovinciale “GiraLivenza”

112 . TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO02 Nome del bene Cà Difendi Localizzazione Via Tezze, località Tezze Epoca di Costruzione Fine del XIX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali Originariamente nato come casone di valle, e successivamente ricostruito come rustico adibito a stalla e fienile, oggi presenta l’impianto tipico dell’annesso rustico. La facciata è ritmata da fori ad arco a tutto sesto al primo piano e, nel fienile, da aperture tamponate da mattoni con tessitura a croce

Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, elemento architettonico caratteristico del paesaggio agricolo, è testimone della vita rurale che ha caratterizzato questi territori dopo le bonifiche della prima metà del novecento Stato di conservazione L’edificio si presenta in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è connesso direttamente all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile da via Tezze Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di Torre di Mosto, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente abbandonato e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

113 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO03 Nome del bene Filare di pioppi cipressini Localizzazione Località Confin Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Paesaggi Tipologia Filare Caratteristiche principali Il doppio filare, elemento naturale che caratterizza il paesaggio di bonifica, è composto di pioppi cipressini (Populus nigra italica) posti in sequenza ravvicinata. Svolge una funzione di frangivento per le zone agricole aperte circostanti Proprietà Pubblica (primi 200 ml), privata la restante porzione sud Interesse Turistico Il doppio filare è un elemento tipico che segna il paesaggio di bonifica. Quale elemento naturalistico emerge visivamente su un territorio piatto, caratterizzato da spazi aperti, risultando facilmente riconoscibile dal turista Stato di conservazione Lo stato di conservazione del filare è mediocre, essendo integro nella parte finale ma mancante totalmente nella porzione iniziale di collegamento con l’itinerario naturalistico principale

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il viale alberato è parte dell’itinerario secondario ipotizzato che collega lo stesso filare, attraverso l’itinerario interprovinciale “GiraLivenza”, con il centro di Torre di Mosto e prosegue lungo la SP14 caratterizzata dal filare di platani, sino a Stretti di Eraclea attraversando la frazione di Staffolo Visibilità pubblica: Alta, è un elemento visivamente dalla strada principale Fruibilità pubblica: Alta nel tratto pubblico e bassa nel tratto privato

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero del filare alberato, con il ripristino della porzione mancante, insieme al suo inserimento in un itinerario secondario, permetterebbero il mantenimento e la valorizzazione di un suggestivo elemento del paesaggio. Il bene paesaggistico, solo se fruibile pubblicamente, attraverso un accodo tra Entità Pubblica e Proprietà Privata, potrebbe diventare un elemento particolarmente suggestivo lungo l’itinerario “GiraLivenza” in direzione Ceggia- Torre di Mosto. Inoltre, essendoci un’area pubblica non utilizzata, questa potrebbe diventare un luogo attrezzato per la sosta di biciclette e/o altri mezzi dei fruitori dell’itinerario principale e secondario

114 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO04 Nome del bene Casa Rurale Mazzarotto Localizzazione Via Confin, Torre di Mosto Epoca di Costruzione Fine XIX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio presenta i tratti tipologici tipici degli edifici rurali che caratterizzano il territorio. L’edificio è costituito da un corpo più antico, su tre piani, con una regolare ma elegante facciata e da un corpo più basso un tempo adibito a stalla e fienile, attualmente ristrutturato e ad uso

abitativo Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, situato nei pressi della Chiesetta della Madonna Bambina, rappresenta un tipico esempio di casa rurale presente nel territorio, risultando una testimonianza architettonica della attività agricola di Torre di Mosto Stato di conservazione L’edificio presenta un buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio, è direttamente connesso all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è situato lungo una delle strade principali di accesso alla città Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero dell’edificio –necessita apparentemente solo di manutenzione ordinaria- permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di Torre di Mosto. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio rurale e di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori e delle caratteristiche architetture presenti in esso, dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

115 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO05 Nome del bene Chiesetta di Maria Bambina Localizzazione Via Confin, Torre di Mosto Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Edifici religiosi Tipologia Chiese Caratteristiche architettoniche principali La chiesa è di piccole dimensioni, ad unica navata con copertura in legno. La facciata presenta due lesene in pietra laterali che sorreggono un timpano, poggiato su di un cornicione lapideo. Edificata dalla famiglia Vidotto, originariamente conteneva la statua della Madonna Bambina, oggi conservata nella Chiesa di S. Martino Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, che fino a qualche anno fa era meta della celebrazione del Rosario nel mese di Maggio, è una peculiare testimonianza della cultura religiosa della civiltà contadina Stato di conservazione L’edificio si presenta in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio religioso è direttamente connesso all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile da via Confin Fruibilità pubblica: Media, l’edificio è visitabile secondo gli orari di apertura

Cantierabilità: Si X No Non rilevata

Dalla documentazione analizzata presso l’Amministrazione Comunale di Torre di Mosto, il restauro del bene è considerato strategico e pertanto inserito nelle priorità amministrative

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’edificio religioso potrebbe, dopo la ristrutturazione, riprendere la sua originaria funzione di luogo di culto, preghiera e di celebrazione del rosario nel mese di Maggio. Inoltre l’eventuale recupero del filare alberato di via Confin, permetterebbe di realizzare un’area che valorizzerebbe e incrementerebbe le potenzialità di visitazione del luogo in relazione anche all’itinerario “GiraLivenza”

116 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO06 Nome del bene Magazzino Idraulico Localizzazione Via Fratelli Cairoli, Torre di Mosto Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio è composto da un corpo intonacato a tre piani, ciascuno sottolineato da marcapiani, ampliato in seguito con una porzione più bassa. Il ritmo in facciata è dato da fori rettangolari regolari. Il sito era probabilmente sede dell’antica torre a cui il paese deve il suo nome, che fu distrutta dagli

Ungari nel 1412 Proprietà Pubblico Interesse Turistico L’edifico è una semplice costruzione localizzata in un’area significativa per la storia del Comune a testimonianza delle origini. L’interesse turistico dell’edificio è legato anche alla posizione strategica rispetto alla piazza del paese Stato di conservazione L’edifico è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è poco distante dall’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” che attraversa la vicina piazza di Torre di Mosto. Per raggiungerlo è necessario compiere una breve deviazione da viale Roma verso l’argine del fiume Livenza Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è prospiciente alla piazza del Municipio di Torre di Mosto Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è attualmente chiuso

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero dell’edificio, prospicente alla piazza comunale, consentirebbe di valorizzare l’edificio stesso, consolidarne la struttura (copertura, etc..) e permetterne la fruibilità pubblica, mediante la realizzazione di uno spazio a disposizione del turista al quale offrire informazioni utili alla scoperta del territorio, delle sue bellezze artistiche, dell’ospitalità e dei suoi prodotti tipici

117 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO07 Nome del bene Chiesa Parrocchiale di San Martino Localizzazione Piazza Chiesa, Torre di Mosto Epoca di Costruzione VII secolo Categoria Edifici religiosi Tipologia Chiese Caratteristiche architettoniche principali La chiesa, ampliata nel 1734, presenta un’unica navata, sulla quale si aprono sei altari, due dei quali sulla parete dell’abside. La facciata è caratterizzata da quattro lesene che sorreggono un cornicione sovrastato da un timpano con affresco. All’interno il soffitto è decorato da un affresco del Cenini, del 1771, uno dei pittori più significativi della storia del Veneto; altri affreschi interni, la pala d’altare e il battistero

ligneo costituiscono ulteriori elementi di interesse Proprietà Privata (ente ecclesiastico) Interesse Turistico La chiesa è un elemento architettonico di grande interesse dal punto di vista storico-architettonico e artistico. Rappresenta anche un punto di riferimento importante per la vita sociale del paese Stato di conservazione La chiesa si presenta in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: La chiesa è poco distante dall’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” ed è raggiungibile attraverso un percorso ciclopedonale già presente lungo via Due Giugno. Visibilità pubblica: Alta, la chiesa è situata al centro del paese con ampio sagrato antistante Fruibilità pubblica: Aperto su richiesta tutti i giorni dalla 8 alle 12, chiavi in parrocchia.

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero -l’edificio apparentemente necessita solo di manutenzione ordinaria- permetterebbe la miglior conservazione e valorizzazione di uno degli elementi storici più significativi della città e in particolare del suo significativo patrimonio artistico interno

118 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO08 Nome del bene Cappella votiva dedicata alla Santissima Trinità Localizzazione Via Molino, Torre di Mosto Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Manufatti religiosi Tipologia Capitello votivo Caratteristiche architettoniche principali Il manufatto religioso è composto dalla cappella architravata con immagine votiva protetta da un cancello. L’architrave sorregge un timpano composito con dedica alla Santissima Trinità Proprietà Privata Interesse Turistico Il manufatto rappresenta un

elemento architettonico rurale tipico testimone della cultura religiosa della civiltà contadina Stato di conservazione Il manufatto è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il manufatto è raggiungibile dall’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” attraverso una breve deviazione che si dirama dal centro di Torre di Mosto Visibilità pubblica: Alta, il manufatto è visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Alta, il manufatto non presenta recinzione

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero del manufatto e dello spazio esterno ad esso adiacente, permetterebbe di valorizzare il bene e di realizzare un luogo di sosta che incrementerebbe le potenzialità di visitazione del luogo in relazione al vicino itinerario “GiraLivenza”

119 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO09 Nome del bene Villa Petrin Localizzazione SP57, località Staffolo Epoca di costruzione XX secolo Categoria Edifici Tipologia Ville Caratteristiche architettoniche principali La villa è costituita da un corpo su tre piani, con forature regolari e nessuna decorazione di rilievo. L’ingresso è posto centralmente rispetto alla facciata principale ed è riparato da un terrazzino al primo piano. Tra l’edificio e la strada principale è presente un ampio giardino

Proprietà Privata Interesse turistico L’edificio rappresenta un esempio di villa di recente impianto e può essere considerata una testimonianza architettonica del territorio Stato di conservazione Il complesso è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: La villa è connessa all’itinerario secondario ipotizzato che collega il centro di Torre di Mosto e l’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” con la località Staffolo e Stretti Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile dalla Strada Provinciale 57, in direzione Staffolo Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio non è visitabile

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero dell’edificio e del giardino ad esso circostante permetterebbe la valorizzazione di un elemento architettonico significativo del territorio di Torre di Mosto. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e delle caratteristiche architetture presenti in esso, dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

120 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO10 Nome del bene Filare di platani Localizzazione Lungo via Staffolo (SP57), Torre di Mosto Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Paesaggi Tipologia Filari Caratteristiche principali Il filare è composto da alti platani (Platanus ibrido) posti in sequenza lungo la Strada Provinciale 57. il filare è un elemento caratteristico utilizzato anche come frangivento in aree agricole e come identificazione della strada stessa Proprietà Pubblica

Interesse Turistico Il filare, sia singolo che di doppia piantumazione, è un elemento tipico del paesaggio di bonifica e di interesse turistico in quanto potenziale elemento di fruizione del territorio Stato di conservazione Il filare si presenta in buono stato di conservazione nel primo tratto e da integrare ex novo nel secondo tratto

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il filare “segna” la SP14 sede dell’itinerario secondario intercomunale ipotizzato (IT 1) che collega il centro di Torre di Mosto e l’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” con la località Staffolo e Stretti di Eraclea Visibilità pubblica: Alta, il filare è lungo la Strada Provinciale 57 Fruibilità pubblica: Alta

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero del filare alberato (allée), attraverso interventi di manutenzione ordinaria, quali potature, trattamenti, etc, permetterebbe il mantenimento e la valorizzazione di questo rilevante elemento del paesaggio. Si suggerisce di integrarlo ed implementarlo anche attraverso la piantumazione di un doppio filare di platani (boulevard), azione questa che contribuirebbe a mantenere l’aspetto monumentale dell’itinerario secondario lungo la SP 57 e nel contempo a mettere in sicurezza l’utenza ciclopedonale di valenza intercomunale

121 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO11 Nome del bene Casa Rurale Localizzazione Via Rotta, località Rotta Epoca di Costruzione XVIII secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio è costituito da un unico corpo, su due piani, sviluppato longitudinalmente con una porzione abitativa e una porzione adibita a stalla e fienile. La facciata principale è caratterizzata da un interessante portico, che identifica la porzione abitativa, caratterizzato da cinque ampi archi a

tutto sesto e da tre aperture archivoltate che definiscono invece la parte della stalla e del fienile Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, rappresenta un tipico esempio di antica casa rurale ed è una testimonianza architettonica interessante della trascorsa attività agricola di Torre di Mosto Stato di conservazione L’edificio versa in cattivo stato di conservazione, in particolare la porzione centrale della copertura è crollata

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è situato lungo via Rotta Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di Torre di Mosto, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente in disuso e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano, dedicata alla mobilità lenta e al turismo sostenibile

122 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO12 Nome del bene Azienda Agricola Ex-Ferri De Lazara Localizzazione Via Sant’Elena, Torre di Mosto Epoca di Costruzione 1905 Categoria Edifici Tipologia Complessi agricoli Caratteristiche architettoniche principali L’impianto a corte comprende più edifici di morfologia diversa, a due o tre piani, tutti con copertura a padiglione; il magazzino presenta un’interessante scala a due rampe simmetriche di accesso al primo piano. L’edificio con funzione residenziale è dotato di un tipico camino veneto con torretta. L’accesso

avviene da un cancello con portale, di pregio Proprietà Privata Interesse Turistico Il bene, per l’organizzazione particolare del complesso attorno ad una corte centrale, rappresenta un’insolita testimonianza architettonica dell’attività agricola che da sempre caratterizza l’area Stato di conservazione L’edificio si presenta in buono stato di conservazione, è stato restaurato recentemente

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il complesso agricolo è direttamente collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: L’edificio è visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero del complesso agricolo –necessita apparentemente solo manutenzione ordinaria- permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di Torre di Mosto. Tale azione consentirebbe di recuperare gli edifici e di inserirli quindi in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e delle caratteristiche architetture presenti in esso, dedicata alla mobilità lenta e al turismo sostenibile

123 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO13 Nome del bene Agriturismo Casa Vecia Localizzazione Via Rotta, località Rotta Epoca di Costruzione 1929 Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio è composto da un ampio corpo principale ad uso abitativo su tre piani, e da un annesso rustico originariamente per la stalla e il fienile con antistante portico architravato aggettante rispetto alla facciata principale dell’edificio. Attualmente, dopo le opere di ristrutturazione l’edificio è adibito ad agriturismo Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio costituisce un tipico esempio di casa rurale e può essere considerato una testimonianza dello sviluppo agricolo del territorio Stato di conservazione L’edificio è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’agriturismo Casa Vecia è raggiungibile dall’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” attraverso una breve deviazione lungo via Rotta che si dirama dal percorso in corrispondenza della località Agenzia De Lazara Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Media, l’edificio è un agriturismo aperto al pubblico tutto l’anno

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’intervento di recupero –l’edificio necessita apparentemente solo di manutenzione ordinaria- e di connessione con l’itinerario “GiraLivenza” permetterebbe una migliore fruibilità della struttura da parte di un turismo enogastronomico, interessato alla riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano

124 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO14 Nome del bene Casa Rurale Localizzazione Via Sant’Elena 41, Località Sant’Elena Epoca di Costruzione 1850 Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio è composto da un corpo principale con funzione abitativa su tre piani, e da un annesso rustico più basso originariamente destinato a stalla e fienile oggi usato come deposito. La porzione residenziale si caratterizza per un ampio arco a piano terra che segna l’ingresso mentre l’annesso presenta

in facciata eleganti forature ad arco al piano primo. Interessanti citazioni classiche si ritrovano nelle modanature in facciata, nei fregi sotto i davanzali, nei marcapiani e nelle cornici Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio ha struttura e organizzazione tipica della tipologia della casa rurale, arricchito però da citazioni classiche nelle decorazioni architettoniche. Per questo, rappresenta una testimonianza architettonica singolare della trascorsa attività agricola di Torre di Mosto Stato di conservazione Il corpo principale è in mediocre stato di conservazione mentre l’annesso rustico è in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di Torre di Mosto, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio in parte non utilizzato e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano, dedicata alla mobilità lenta e al turismo sostenibile

125 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO15 Nome del bene Casa Rurale Localizzazione Via Sant’Elena 63, Località Sant’Elena Epoca di Costruzione 1930 Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’impianto dell’edificio è tipico degli edifici rurali. E’ composto da un corpo principale ad uso residenziale su tre piani, e un annesso rustico più basso, ad uso di stalla e di fienile. La facciata principale presenta forature regolari architravate sul corpo principale e aperture archivoltate sull’annesso

rustico. E’ presente un interessante camino esterno Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio è un tipico esempio di casa rurale caratteristica del territorio e rappresenta una testimonianza architettonica importante della trascorsa attività agricola di Torre di Mosto Stato di conservazione L’edificio è in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio, collocato ai piedi dell’argine del fiume Livenza, è direttamente collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” e accessibile attraverso una strada di accesso privata Visibilità pubblica: Bassa, l’edificio è collocato alla fine di una strada di accesso privata Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio con relativa strada di accesso, permetterebbe la valorizzazione di un bene rurale significativo del territorio di Torre di Mosto, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente in disuso e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano, dedicata alla mobilità lenta e al turismo sostenibile

126 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO16 Nome del bene Bilancia fluviale di Boccafossa Localizzazione Fiume Livenza, località Boccafossa Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Manufatti vita collettiva Tipologia Bilance Caratteristiche principali Questo manufatto idraulico, dalle rilevanti dimensioni è “sospeso” sul fiume Livenza attraverso robuste strutture metalliche e testimonia come l’attività di pesca sia, ancora oggi, un attività importante e caratteristica del territorio del Basso Livenza. Torre di Mosto infatti, (denominata Portus Liquentiae), fin

dall’epoca romana, era il più importante porto fluviale sulla Livenza prima della città di Oderzo Proprietà Privata Interesse Turistico Il manufatto è un elemento funzionante per la pesca fluviale e luogo di incontro enogastronomico durante tutto l’anno. Stato di conservazione Il manufatto è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il manufatto è direttamente collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, il manufatto è visibile dall’argine del fiume Livenza Fruibilità pubblica: Bassa, è un bene privato

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero del manufatto permetterebbe il mantenimento e la valorizzazione di uno degli elementi più suggestivi del paesaggio fluviale e il suo inserimento in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e degli elementi che lo caratterizzano, dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile. Si suggerisce l’ampliamento della volumetria (cucina e sala pranzo) per una maggiore fruibilità da parte di un turismo enogastronomico

127 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO17 Nome del bene Paesaggio di bonifica dell’Azienda Agricola Sacraterra Localizzazione Via delle Bonifiche, località Boccafossa Epoca di Costruzione XIX secolo Categoria Paesaggi Tipologia Paesaggio di bonifica Caratteristiche principali Il Paesaggio di Bonifica dell’Azienda Sacraterra è parte integrante della grande opera di bonifica dei terreni paludosi, portata a termine nel periodo tra le due guerre mondiali che strappò all’acquitrino più di 3000 ettari di terreno. E’ un paesaggio dove spiccano le linee rette e regolari generate dalla bonifica intersecate alle linee più sinuose proprie del territorio. Altri elementi caratteristici del paesaggio di bonifica sono le affascinanti case rurali, i filari alberati, la fitta rete di canali per la raccolta delle acque piovane, gli imponenti manufatti idraulici come le idrovore, le chiuse, le chiaviche e i ponti. Proprietà Privata Interesse Turistico Il paesaggio di bonifica rappresenta un’importante testimonianza del lavoro di prosciugamento delle zone paludose che occupavano il territorio del Veneto Orientale prima del Novecento. Il paesaggio oggi si presenta come un territorio agricolo delimitato da un sistema di canali e manufatti idraulici, caratterizzato da ampi orizzonti con rari elementi verticali (case coloniche e filari alberati) che lo rendono particolarmente suggestivo da attraversare Stato di conservazione Il territorio della bonifica si presenta in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il paesaggio di bonifica è collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” in località Boccafossa attraverso l’itinerario secondario ipotizzato (IT 2) che attraversa la Tenuta Sacraterra Visibilità pubblica: Alta Fruibilità pubblica: Alta, il paesaggio di bonifica è attraversato da un itinerario secondario

Cantierabilità: Si X No Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il paesaggio di bonifica necessita di interventi di miglioramento dal punto di vista ambientale, ecologico e idraulico, che da una parte, porterebbero vantaggi all’attività agricola attiva sul suo territorio, e dall’altra, favorirebbero la tutela ambientale valorizzando gli elementi naturalistici attrattori di un turismo lento e sostenibile

128 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO18 Nome del bene Casa rurale Localizzazione Tenuta Cellini, località Boccafossa Epoca di Costruzione 1908 Categoria Edifici Tipologia Complessi agricoli Caratteristiche architettoniche principali Il complesso, situato vicino all’argine del canale Brian, è un interessante esempio di borgo rurale. E’ composto da un ampio edificio sviluppato longitudinalmente, da un edificio ad uso fienile e da una piccola casa su due piani per uso residenziale (vedi foto pagina successiva). Di particolare rilevanza

architettonica è il primo degli edifici citati, caratterizzato da due ampie unità affiancate, ciascuna delle quali composta, secondo la tipologia della casa rurale, da un corpo principale su tre piani ad uso residenziale e da un annesso rustico più basso caratterizzato dalla copertura sporgente in sostituzione del tipico portico. Proprietà Privata Interesse Turistico La casa, con gli annessi rustici di competenza, è un esempio di complesso agricolo, caratteristico del territorio di bonifica e rappresenta una testimonianza architettonica importante della trascorsa attività agricola di Torre di Mosto e delle relazioni che intercorrevano tra i borghi appartenenti alla stessa tenuta agricola Stato di conservazione Il complesso è in cattivo stato di conservazione, parte della struttura del tetto è crollata

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente collegato all’itinerario “GiraLivenza” attraverso l’itinerario secondario ipotizzato (IT 2) che attraversa il territorio di bonifica della Sacraterra Visibilità pubblica: Media, il complesso è visibile solo lungo l’itinerario secondario Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo del complesso agricolo con relativa strada di accesso privata, permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico particolarmente significativo del territorio di Torre di Mosto, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un complesso di edifici attualmente in disuso e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano, dedicata alla mobilità lenta e al turismo sostenibile

129 SCHEDA TO18 Nome del bene Casa rurale

Localizzazione Tenuta Cellini, località Boccafossa

Nome del bene Fienile

Nome del bene Casa

130 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO19 Nome del bene Azienda Agricola Cellini Localizzazione Via delle Bonifiche, località Boccafossa Epoca di Costruzione 1935, modificato nel 1970 Categoria Edifici Tipologia Complessi agricoli Caratteristiche architettoniche principali Il complesso, posto all’interno del territorio di Bonifica della Sacraterra, è il nucleo principale della Tenuta Cellini di cui fanno parte anche gli edifici e complessi agricoli delle schede TO18, TO20, TO21 e TO23. E’ composto da un ampio edificio sviluppato longitudinalmente, composto a sua volta da due blocchi affiancati utilizzato per l’essicazione, da un edificio recentemente ristrutturato utilizzato per la produzione di prodotti agricoli e da una piccola casa-foresteria su due piani sede degli uffici dell’azienda (vedi foto pagina successiva). Il complesso conserva inalterati i caratteri formali tipici del complesso agricolo come la partitura dei fori delle facciate e la disposizione planimetrica degli edifici attorno ad un cortile centrale in cui anticamente si svolgeva la vita quotidiana. Di particolare rilevanza architettonica è l’essicatoio che emerge per le sue notevoli dimensioni Proprietà Privata Interesse Turistico Gli edifici rappresentano un esempio interessante di complesso agricolo caratteristico del territorio di bonifica. Sono una testimonianza architettonica importante della trascorsa attività agricola di Torre di Mosto e delle relazioni che intercorrevano tra i piccoli borghi appartenenti alla stessa tenuta agricola Stato di conservazione Il complesso è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente collegato all’itinerario “GiraLivenza” attraverso l’itinerario secondario ipotizzato (IT 2) che attraversa il territorio di bonifica della Sacraterra Visibilità pubblica: Alta, il complesso è visibile da via delle Bonifiche Fruibilità pubblica: Media, il complesso agricolo è parzialmente accessibile perché adibito alla vendita diretta dei prodotti agricoli che in esso vengono preparati

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi:

131 L’eventuale recupero del complesso agricolo che apparentemente necessita solo di manutenzione ordinaria, permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di Torre di Mosto. L’azione di collegamento con l’itinerario “GiraLivenza” consentirebbe di inserire il complesso di edifici in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano

132 SCHEDA TO19 Nome del bene Annesso rustico-essicatoio Localizzazione Via delle Bonifiche, località Boccafossa

Nome del bene: Annesso rustico produttivo

Nome del bene: Casa rurale, foresteria

133 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO20 Localizzazione Tenuta Cellini, località Boccafossa Nome del bene Casa rurale Epoca di Costruzione 1912, ampliato nel 1935 Categoria Edifici Tipologia Complessi agricoli Caratteristiche architettoniche principali Il complesso, situato lungo la strada di privata di collegamento interna alla Tenuta Cellini, è un esempio di piccolo borgo rurale. E’ composto da un edificio con tipologia e struttura tipica della casa rurale, da un edificio più piccolo sempre ad uso residenziale e da due annessi, torera e pollaio (vedi foto pagina successiva). Il primo degli edifici citati, è costituito, secondo la tipologia tipica della casa rurale, da un corpo principale su tre piani e un annesso rustico contiguo caratterizzato da un’ampia copertura sporgente in sostituzione del classico portico presente negli annessi rustici. I restanti edifici presentano forme semplici e aperture regolari caratteristiche degli annessi rustici Proprietà Privata Interesse Turistico La casa, con gli annessi rustici di competenza (casa, torera e pollaio), è un esempio di complesso agricolo, caratteristico del territorio di bonifica e rappresenta una testimonianza architettonica importante della trascorsa attività agricola di Torre di Mosto e in particolare delle relazioni che intercorrevano tra i borghi appartenenti alla stessa tenuta agricola Stato di conservazione Il complesso è in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente collegato all’itinerario “GiraLivenza” attraverso l’itinerario secondario ipotizzato (IT 2) che attraversa il territorio di bonifica della Sacraterra Visibilità pubblica: Bassa, il complesso è collocato all’interno di una vasta area privata Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo del complesso agricolo con relativa strada di accesso privata, permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico particolarmente significativo del territorio di Torre di Mosto, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un complesso di edifici attualmente in disuso e quindi di inserirli in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano, dedicata alla mobilità lenta e al turismo sostenibile

134 SCHEDA TO20 Localizzazione Tenuta Cellini, località Boccafossa Nome del bene Casa rurale

Nome del bene Casa rurale

Nome del bene Torera e pollaio

135

TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO21 Nome del bene Casa rurale Localizzazione Tenuta Cellini, località Boccafossa Epoca di Costruzione 1935 Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio presenta le caratteristiche formali e costruttive tipiche degli edifici rurali. E’ composto da un corpo principale su tre piani ad uso residenziale e da un annesso rustico contiguo per la stalla e il fienile caratterizzato da un’ampia copertura sporgente che sostituisce il tipico portico presente negli annessi rustici Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio è un esempio di casa rurale caratteristica del territorio di bonifica e rappresenta una testimonianza architettonica importante della trascorsa attività agricola di Torre di Mosto e in particolare delle relazioni che intercorrevano tra i borghi appartenenti alla stessa tenuta agricola Stato di conservazione L’edificio è in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente collegato all’itinerario “GiraLivenza” attraverso l’itinerario secondario ipotizzato (IT 2) che attraversa il territorio di bonifica della Sacraterra Visibilità pubblica: Bassa, il complesso è collocato all’interno di una vasta area privata Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio con relativa strada di accesso privata, permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale particolarmente significativo del territorio di Torre di Mosto, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente in disuso e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano, dedicata alla mobilità lenta e al turismo sostenibile

136 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO22 Nome del bene Zona umida della Sacraterra Localizzazione Località Boccafossa Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Paesaggi Tipologia Zone umide Caratteristiche architettoniche principali L’area umida è luogo di nidificazione e svernamento di molte specie di uccelli, tra cui gazzette, aironi, anatre e svassi. All’interno è presente un casone Proprietà Privata Interesse Turistico La zona umida, essendo l’habitat naturale di

varie specie di uccelli, rappresenta un importante elemento attrattore per il turismo ecosostenibile. E’ inoltre testimonianza del paesaggio che caratterizzava tali aree della pianura prima della bonifica degli anni trenta del novecento Stato di conservazione La zona umida è in un mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: La zona umida è direttamente collegata al “GiraLivenza” attraverso l’itinerario secondario ipotizzato (IT 2) che attraversa il territorio di bonifica della Sacraterra Visibilità pubblica: Bassa, il paesaggio è collocato all’interno di una vasta zona privata Fruibilità pubblica: Bassa, la zona umida è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero della zona umida, che necessiterebbe interventi di manutenzione ordinaria della vegetazione, permetterebbe di mantenere e valorizzare un habitat naturale popolato da numerose specie di uccelli, rendendolo così un importante elemento attrattore inserito in una “rete di itinerari” rivolti, in particolar modo, ad un turismo attento e sensibile agli elementi naturalistici

137 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO23 Nome del bene Casa rurale Localizzazione Tenuta Cellini, località Boccafossa Epoca di Costruzione 1912, modificato nel 1935 Categoria Edifici Tipologia Complessi agricoli Caratteristiche architettoniche principali Il complesso, situato al termine della strada privata di collegamento interna alla Tenuta Cellini, è un esempio di piccolo complesso rurale presente all’interno della tenuta stessa. E’ composto da un edificio con tipologia e struttura tipica della casa rurale, da due edifici più piccoli ad uso residenziale uno e di fienile l’altro (vedi foto pagina successiva). Il primo degli edifici citati, è composto, secondo la tipologia tipica della casa rurale, da un corpo principale su tre piani e un annesso rustico contiguo caratterizzato da un’ampia copertura sporgente in sostituzione del classico portico presente negli annessi rustici. I restanti edifici presentano forme semplici e aperture regolari caratteristiche degli annessi rustici Proprietà Privata Interesse Turistico La casa, con gli annessi di competenza, è un esempio di complesso agricolo, caratteristico del territorio di bonifica. Rappresenta una testimonianza architettonica importante della trascorsa attività agricola di Torre di Mosto e in particolare delle relazioni che intercorrevano tra i borghi appartenenti alla stessa tenuta agricola Stato di conservazione Il complesso è in cattivo stato di conservazione, parte degli edifici annessi sono crollati

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente collegato all’itinerario “GiraLivenza” attraverso l’itinerario secondario ipotizzato (IT 2) che attraversa il territorio di bonifica della Sacraterra Visibilità pubblica: Bassa, l’edificio è collocato all’interno di una vasta area privata Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo del complesso agricolo con relativa strada di accesso privata, permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale particolarmente significativo del territorio di Torre di Mosto, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un complesso di edifici attualmente in disuso e quindi di inserirli in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e delle architetture che lo caratterizzano, dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

138 SCHEDA TO23 Nome del bene Casa rurale Localizzazione Tenuta Cellini, località Boccafossa

Nome del bene Casa rurale

139 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO24 Nome del bene Albero centenario Celtis Australis Localizzazione Tenuta Cellini, località Boccafossa Epoca di Costruzione XIX secolo Categoria Paesaggi Tipologia Albero monumentale Caratteristiche principali L’albero centenario è situato all’interno della Tenuta Cellini al termine della strada privata che collega tutti i complessi agricoli tra loro. E’ un esemplare centenario di Celtis Australis, protetto dai Beni Ambientali. E’ caratterizzato da un tronco robusto con possenti nervature, una chioma densa e di forma espansa. E’ un elemento del paesaggio, che, grazie alla sua altezza, spicca sull’orizzonte piatto che caratterizza il territorio di

bonifica Proprietà Privata Interesse Turistico L’albero è un’importante testimonianza degli elementi che un tempo facevano parte del paesaggio di tale territorio e rappresenta un potenziale elemento di attrazione turistica se adeguatamente connesso con la viabilità e reso maggiormente fruibile nel rispetto del valore ambientale Stato di conservazione L’elemento paesaggistico si presenta in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’albero è direttamente collegato al “GiraLivenza” attraverso l’itinerario secondario ipotizzato (IT 2) che attraversa il territorio di bonifica della Sacraterra Visibilità pubblica: Bassa, l’albero è situato in una strada privata Fruibilità pubblica: Bassa, l’albero è posizionato in una zona privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3 X Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’albero, con la sua ampia chioma, necessita interventi di manutenzione quali potature e trattamenti, indispensabili al fine di tutelare tale prezioso patrimonio naturale. Tali azioni valorizzerebbero il suo potere attrattivo nei confronti di un turismo attento e sensibile agli elementi naturalistici. Si suggerisce di renderlo accessibile ai turisti che percorrono il vicino itinerario “GiraLivenza”

140 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO25 Nome del bene Ponte girevole sul Canale Brian Localizzazione Via Boccafossa, località Boccafossa Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Manufatti vita collettiva Tipologia Ponti Caratteristiche architettoniche principali Il ponte che attraversa il Canale Brian, è costituito da un unico braccio in ferro con perno centrale che permetteva la rotazione della struttura per consentire il passaggio delle imbarcazioni lungo il canale. Attualmente il meccanismo non è funzionante Proprietà Pubblica Interesse Turistico Il manufatto è un esempio interessante delle opere d’ingegneria idraulica costruite durante il periodo delle bonifiche e che caratterizzano il paesaggio Stato di conservazione Il manufatto è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il ponte è parte integrante dell’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’itinerario attraversa il ponte Fruibilità pubblica: Alta, il ponte è percorribile

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero –il meccanismo del ponte girevole non è attualmente funzionante e la struttura in ferro necessita interventi di manutenzione- permetterebbe la miglior conservazione e valorizzazione di un importante manufatto idraulico delle opere di bonifica degli anni trenta del novecento

141 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO26 Nome del bene Casa rurale Localizzazione Via Livenza, località Boccafossa Epoca di Costruzione XIX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio rispetta la tipologia usuale della casa rurale. Presenta infatti un corpo principale, su tre piani, ad uso residenziale, e un annesso rustico contiguo di due piani, per la stalla e il fienile preceduto da un portico architravato, sporgente rispetto alla facciata principale dell’edificio. E’ presente un ampio camino esterno sul lato corto dell’edificio Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio è un tipico esempio di casa rurale presente nel territorio di bonifica e risulta una testimonianza architettonica della trascorsa attività agricola di Torre di Mosto Stato di conservazione L’edificio è in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente connesso con l’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile dalla strada principale, posta sopra l’argine del fiume Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene rurale significativo del territorio di Torre di Mosto, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente in disuso, di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e delle caratteristiche architetture presenti in esso, dedicata alla mobilità lenta e al turismo sostenibile

142 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO27 Nome del bene Chiesetta del convento Localizzazione Via Livenza, località Boccafossa Epoca di Costruzione Inizio XX secolo Categoria Edifici religiosi Tipologia Chiese Caratteristiche architettoniche principali La chiesa, situata ai piedi dell’argine del fiume Livenza, è annessa al corpo dell’adiacente convento. Presenta pianta ad unica navata e una facciata caratterizzata da un portale in rilievo incorniciato da lesene in mattoni che sorreggono una struttura avente i tratti di un’edicola. Sopra il portone è presente un mezzo rosone in cui si evidenziano decorazioni in oro Proprietà Privata

Interesse Turistico La piccola chiesa testimonia l’evoluzione

storica e religiosa del territorio agricolo di Torre di Mosto e delle comunità limitrofe Stato di conservazione La chiesa è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: La chiesa è direttamente connessa all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, L’edificio è visibile da via Livenza Fruibilità pubblica: Media, la chiesa è visitabile durante gli orari di apertura

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’edificio non evidenzia particolari necessità di recupero apparenti, presenta una fruibilità media e si inserisce pienamente nell’itinerario “GiraLivenza” valorizzandone così l’aspetto turistico

143 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO28 Nome del bene Museo della Civiltà Contadina Localizzazione Via Sant’Anna, località Sant’Anna di Boccafossa Epoca di Costruzione L’edificio risale al XIX secolo Categoria Immobili per servizi pubblici Tipologia Museo Caratteristiche architettoniche principali Questo piccolo museo è stato istituito grazie all'iniziativa di un gruppo di volontari, il Comitato Promotore per la civiltà Contadina. Sono stati raccolti circa 2800 pezzi nella barchessa dell'Azienda Bianchi Marzotto con l'intento di testimoniare la vita della comunità locale legata agli imponenti lavori di bonifica del territorio circostante, una volta caratterizzato da paludi. Nei locali adibiti a museo trovano posto suppellettili, corredi, macchine e attrezzature per la lavorazione della terra. Il museo é inoltre dotato di un laboratorio per il restauro degli oggetti recuperati Proprietà Privata Interesse Turistico Il museo, con la sua raccolta, è un’importante testimonianza della vita della comunità locale, e risulta così tappa interessante per il turista attento e desideroso di raccogliere informazioni sulla sua evoluzione storica e culturale Stato di conservazione L’edificio è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il museo è direttamente connesso con l’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, il museo è visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Media, il museo è aperto sabato e domenica

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 4

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale manutenzione e riordino museale dell’edificio permetterebbe di tutelare la valenza culturale del museo, consentendone un migliore apprezzamento turistico e una migliore fruibilità da parte del pubblico. Inoltre l’ipotesi per un eventuale rifacimento dell’allestimento interno, permetterebbe un incremento dei visitatori

144 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO29 Nome del bene Museo del Paesaggio Localizzazione Località Sant’Anna di Boccafossa Epoca di Costruzione XXI secolo e ristrutturazione completa delle sale interne nel 2007 Categoria Immobili per servizi pubblici Tipologia Museo Caratteristiche architettoniche principali Il Museo del Paesaggio, raccoglie le opere di artisti, per lo più pittori, del novecento che hanno operato prevalentemente in Veneto e che hanno per tema principale la rivisitazione del paesaggio, particolarmente del territorio in analisi. ll Museo incentra quindi la sua ricerca nella raccolta di immagini sulla rappresentazione del Veneto così come gli artisti l’hanno “inventato” tra fine ottocento e il primo novecento attraverso principalmente mostre temporanee Proprietà Pubblica Interesse Turistico Il museo, con le sue esposizioni, è un’importante testimonianza delle trasformazioni del paesaggio tra ottocento e novecento, e degli artisti che in questi territori hanno operato. Rappresenta quindi una tappa interessante per il turista attento e desideroso di raccogliere informazioni sulla trasformazioni del territorio e sulla natura dei suoi paesaggi Stato di conservazione Il museo si presenta in buone condizioni, la parte adiacente non è agibile

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il museo è parte integrante dell’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile dalla via principale Fruibilità pubblica: Media, aperto secondo gli orari di cui a [email protected]

Cantierabilità: Si X No Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 4

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale manutenzione ordinaria dell’edificio permetterebbe di tutelare la valenza culturale del museo consentendone un migliore apprezzamento turistico e una migliore fruibilità da parte del pubblico. Inoltre il rifacimento dell’allestimento interno nell’area attualmente non agibile, permetterebbe il miglioramento della qualità espositiva generale. Si ipotizza anche l’eventuale realizzazione di una consona sistemazione paesaggistica (“giardino di bonifica”) nelle aree esterne situate nel retro degli edifici museali. Si suggerisce la realizzazione di una guida territoriale-cofanetto multimediale “GiraLivenza” (in più lingue) con l’obiettivo di descrivere i paesaggi e le attività turistico ricreative presenti nel territorio

145 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO30 Nome del bene Casa rurale (casa del custode del ponte) Localizzazione Via Taglio, Torre di Mosto Epoca di Costruzione XIX-XX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio rispetta la tipologia usuale della casa rurale. Presenta infatti un corpo principale, su tre piani, ad uso residenziale e granaio all’ultimo piano, e un annesso rustico di due piani, per la stalla e il fienile preceduto da un portico architravato. Elementi di pregio inusuali in tale strutture sono le tre

aperture ad archi che occupano la parte centrale della facciata al piano terra e primo nel corpo principale. E’ presente camino esterno Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio è un tipico esempio di casa rurale presente nel territorio rurale e risulta una testimonianza architettonica interessante della trascorsa attività agricola di Torre di Mosto Stato di conservazione L’edificio è in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente connesso con l’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di Torre di Mosto, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente in disuso e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e delle architetture caratteristiche che in essi si trovano

146 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI TORRE DI MOSTO

SCHEDA TO31 Nome del bene Idrovora di Boccafossa Localizzazione Via Taglio, Torre di Mosto Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Manufatti idraulici Tipologia Idrovore Caratteristiche architettoniche principali L’edificio rappresenta un esempio di idrovora costruita durante il periodo delle bonifiche del Novecento e si distingue per le forme funzionali che caratterizzano tale tipologia di edifici Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio assume un’importanza storica per la funzione che lo connette al territorio di bonifica, testimoniando un’importante tappa sua trasformazione. Inoltre può essere considerato anche un

elemento significativo nell’ambito dell’“archeologia industriale” Stato di conservazione L’edificio è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è situato sulla riva del Canale Brian e non è connessa all’itinerario “GiraLivenza”. E’ eventualmente raggiungibile attraverso una piccola deviazione su via Taglio che si dirama dal centro della località Boccafossa Visibilità pubblica: Alta l’edificio è visibile anche da via delle Bonifiche Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero -l’edificio necessita apparentemente solo di manutenzione ordinaria- permetterebbe la miglior conservazione e valorizzazione di un importante elemento architettonico facente parte di quella che viene definita “archeologia industriale”. Tale azione consentirebbe di inserire l’idrovora in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata alla mobilità lenta e al turismo sostenibile

147

5.4. Individuazione cartografica su Carta Tecnica Regionale degli elementi rilevati. Il Comune di Ceggia

148 149 150 151 152 153 154

155

5.4.1 Schede delle categorie di beni e paesaggi del Comune di Ceggia

156 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE01 Nome del bene Casa Vendramin Localizzazione Via Colonne, Ceggia Epoca di Costruzione Primo impianto fine XIX secolo, successivi ampliamenti e ristrutturazioni nel XX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio, articolato su due piani, presenta le forme e l’impianto tipologico tradizionali della casa rurale; di particolare interesse è il portico, caratterizzato da quattro archi Proprietà Privata

Interesse Turistico L’edificio, situato nei pressi della Villa Zeno (Comune di Cessalto – TV) rappresenta un tipico esempio di casa rurale caratteristica del territorio, e risulta quindi una testimonianza architettonica interessante della trascorsa attività agricola di Ceggia Stato di conservazione L’edificio è in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è situato poco distante dall’itinerario “GiraLivenza” e può essere raggiunto con una breve deviazione rispetto all’itinerario principale nel punto in cui questo percorre via Donegal in direzione Cessalto, breve deviazione lungo via Colonne Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è posto lungo via Colonne e quindi visibile da essa Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di Ceggia, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente in disuso e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

157 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE02 Nome del bene Casa rurale Localizzazione Via Salezzo, Ceggia Epoca di Costruzione Primo impianto XIX secolo, successivi ampliamenti e ristrutturazioni nel XX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio rispetta la tipologia usuale della casa rurale. Presenta infatti un corpo principale, su tre piani, ad uso residenziale, e un annesso rustico di due piani, per la stalla e il fienile. Di particolare rilievo è il camino a “doppia canna terminale”. Le facciate dell’edificio, corpo principale e annesso, sono alleggerite da numerose aperture (piccoli fori rettangolari regolari, distribuiti in linea con le finestre) che ne scandiscono il ritmo. Superfetazioni successive hanno modificato la struttura della copertura Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, situato non lontano dall’itinerario “GiraLivenza”, rappresenta un tipico esempio di casa rurale presente nel territorio di bonifica, risultando una testimonianza architettonica interessante della trascorsa

attività agricola di Ceggia. Può essere quindi considerato un anello importante nella ricostruzione delle vicende storiche e culturali di tale territorio Stato di conservazione L’edificio presenta un mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio non è ben connesso all’itinerario “GiraLivenza”. Può essere raggiunto prevedendo un eventuale percorso alternativo, che si diramerebbe dal “GiraLivenza” dal centro di Ceggia e in particolare dal ponte che attraversa il Piavon, proseguendo poi in direzione Cessalto, lungo la via principale, via Guglielmo Marconi, e successivamente lungo via Salezzo Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile da via Salezzo Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero e riutilizzo dell’edificio e un eventuale sua connessione all’itinerario “GiraLivenza”, permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di Ceggia, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente in disuso e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

158 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE03 Nome del bene Casa rurale Localizzazione Via Salezzo, Ceggia Epoca di Costruzione Primo impianto XIX secolo, successivi ampliamenti e ristrutturazioni nel XX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio presenta le forme e l’impianto tipologico tradizionale della casa rurale. L’abitazione, articolata su tre piani, presenta una semplice facciata principale, con aperture regolari e caratterizzata da camino e relativa canna fumaria sporgenti. L’annesso rustico indipendente dal corpo principale (foto in basso) è adibito a stalla e fienile, è oggi utilizzato come magazzino, è articolato su due piani e caratterizzato da mattoni faccia a vista Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, rappresentando un tipico esempio di casa rurale caratteristica del territori, risulta una testimonianza architettonica interessante della trascorsa attività agricola di Ceggia Stato di conservazione Il corpo principale dell’edificio è in buono stato di conservazione, mentre l’annesso rustico si presenta in

mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio non è ben connesso all’itinerario “GiraLivenza”. Può essere raggiunto prevedendo un eventuale percorso alternativo, che si diramerebbe dal “GiraLivenza”, dal centro di Ceggia e in particolare dal ponte che attraversa il Piavon, proseguendo poi in direzione Cessalto, lungo la via principale, via Guglielmo Marconi, e successivamente lungo via Salezzo Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile da via Salezzo Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero e riutilizzo dell’edificio, in particolare dell’annesso rustico, e una eventuale sua connessione all’itinerario “GiraLivenza”, permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di Ceggia, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente in disuso e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

159 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE04 Nome del bene Casa Carrer (ora Zoro) Localizzazione Via Donegal, Ceggia Epoca di Costruzione XVI secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio rurale, articolato su due piani e sviluppato longitudinalmente, è composto all’affiancamento di due corpi di fabbrica, uno con l’originaria funzione residenziale, l’altro con funzione di stalla, fienile e deposito. La facciata principale, rivolta a sud, mostra una serie di arcate a tutto sesto con diverse proporzioni: le prime quattro sulla sinistra, con pilastri contraffortati, risultano più basse e più strette delle altre sette. Sul porticato delimitato dagli archivolti, che poggiano su robusti pilastri quadrangolari, si aprivano gli spazi di servizio e le stanze del piano terra della casa. Le finestre rettangolari, in asse con gli archi sottostanti, sono presenti fino alla sesta arcata da sinistra. La facciata è conclusa da una raffinata cornice in cotto sulla quale si imposta la copertura a due falde Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, di grande interesse storico, rappresenta uno dei pochi esempi di case rurali antecedenti alle

prime bonifiche dell’800. E’ per questo una testimonianza architettonica importante della trascorsa attività agricola di Ceggia Stato di conservazione L’edificio è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Situato lungo il Canale Piavon, l’edificio è direttamente collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile dall’itinerario principale “GiraLivenza” Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di Ceggia, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente in disuso e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

160 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE05 Nome del bene Villa Loro Localizzazione Via Cavour, Ceggia Epoca di Costruzione XIX – XX secolo Categoria Edificio Tipologia Ville Caratteristiche architettoniche principali Il complesso architettonico è composto da due grandi edifici affiancati, entrambi con la facciata principale rivolta a nord. Dei due, la costruzione più recente è un opificio oggi in disuso, costituito da tre corpi di fabbrica disposti a “U” rovesciata, mentre il secondo (vedi foto) è l’edificio più

antico, che comprende la casa adronale (corpo principale) di tre piani con annesso corpo più basso che si sviluppa poi verso sud parallelamente all’ex stabilimento. La facciata principale del corpo padronale è organizzata secondo lo schema tripartito tipico del palazzo veneziano, dove un’apertura centrale è affiancata da finestre in asse tra loro. Al piano nobile, i fori non sono architravati, ma richiamano l’impostazione a edicola, conclusa alla sommità da una cornice modanata aggettante, che contiene l’apertura archivoltata. La facciata è, inoltre, chiusa da una cornice a dentelli sulla quale si imposta il tetto a padiglione Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, rappresenta un esempio di villa veneta edificata tra il XIX e il XX secolo, ed è quindi una testimonianza architettonica dell’attività artigianale-industriale nel territorio di Ceggia Stato di conservazione Il complesso è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il complesso è direttamente collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è situato lungo la strada principale Fruibilità pubblica: Bassa, la villa è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero di parti del complesso permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di Ceggia, quale testimonianza della presenza di famiglie nobili. Tale azione consentirebbe di recuperare il complesso o singoli edifici, in particolare l’opificio, che attualmente risultano utilizzati in parte, e di inserirli quindi nell’itinerario “GiraLivenza” volto alla riscoperta dei territori rurali e delle loro ville

161 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE06 Nome del bene Villa Marcello Loredan - Franchin Localizzazione Via Prà di Levada, Ceggia Epoca di Costruzione Primo impianto XIII secolo, successivi ampliamenti e ristrutturazioni tra il XV e il XVI secolo Categoria Edifici Tipologia Ville Caratteristiche architettoniche principali La casa dominicale, sviluppata longitudinalmente, è caratterizzata, nella parte centrale, dalla tradizionale tripartizione veneziana, con centrale, in corrispondenza del quale si trova, al piano terra, l’ingresso principale. Le finestre, architravate e con il profilo in pietra bianca, presentano davanzali uniti da una fascia continua che segna il prospetto. Il corpo principale è affiancato da due strutture di tre piani, che presentano aperture archivoltate, parzialmente tamponate. Il complesso architettonico comprende oltre la villa, due barchesse e due annessi, tra cui spicca una pregevole costruzione settecentesca e un ampio parco Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, vincolato Ex Legge 1089/39,

rappresenta un importante esempio di villa veneta di antico impianto, e risulta quindi una testimonianza architettonica della presenza di nobili famiglie veneziane nel territorio di Ceggia. E’ situata poco distante da Villa Loro Stato di conservazione Il corpo principale è in mediocre stato di conservazione a differenza della barchessa staccata che è stata recentemente restaurati.

Connessioni con gli itinerari esistenti: La villa è direttamente collegata all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, il complesso è visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Media, il complesso, è di proprietà privata ma in parte adibito a cerimonie e convegni

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi:

162 L’eventuale recupero di parti del complesso della Villa Marcello Loredan Franchin, permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico particolarmente significativo del territorio di Ceggia, essendo uno dei pochi esempi presenti di antica villa appartenente alla nobiltà veneziana. Tale azione consentirebbe di recuperare il complesso o singoli edifici, e di inserirli quindi nell’itinerario “GiraLivenza” volto alla riscoperta dei territori rurali. Nel caso specifico il suo recupero permetterebbe di valorizzare anche il parco storico che circonda la villa, rendendola una delle principali attrazioni per un turismo lento e attento alle bellezze architettoniche e del paesaggio dell’ambito territoriale di Ceggia

163 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE07 Nome del bene Zona umida annessa a Villa Franchin Localizzazione La zona umida è situata all’interno della tenuta agricola della Villa Franchin Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Paesaggi Tipologia Zone umide Caratteristiche principali Situato all’interno della tenuta agricola Franchin a nord dell’omonima Villa, la zona umida era utilizzata in passato come sito privato per l’esercizio della caccia. Oggi è un luogo di nidificazione e svernamento di molte specie di uccelli migratori e stanziali tipici delle zone umide e costiere (aironi,

egrette, anatre). Inoltre nel sito sono presenti specie vegetali prevalentemente autoctone Proprietà Privata Interesse Turistico Tale sito rappresenta un piccolo esempio di rinaturalizzazione delle aree di bonifica a zone umide. Le paludi caratterizzavano infatti questo territorio. Si presenta quindi come una testimonianza paesaggistica della presenza di situazioni ambientali molto diverse da quelle attuali nel territorio di Ceggia Stato di conservazione L’area si presenta in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: La zona umida annessa a Villa Franchin, è direttamente connessa all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Bassa, la zona umida è collocata nel cuore del parco della villa, non visibile quindi dall’esterno della proprietà Fruibilità pubblica: Bassa, la zona umida è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: La zona umida necessita di interventi di manutenzione ordinaria, di un progetto di tutela e miglioramento della vegetazione arborea e arbustiva e della realizzazione di un collegamento con il complesso della Villa e con l’itinerario “GiraLivenza”. Nel caso specifico il suo recupero permetterebbe di mettere in rete la stessa zona umida con il complesso monumentale della villa e con l’agriturismo posto più a sud (Cà di Levada)

164 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE08 Nome del bene Chiesa di Villa Franchin Localizzazione Via Prà di Levada, Ceggia, all’interno del complesso della Villa Franchin Epoca di Costruzione 1668 e riedificata nel 1853 Categoria Edifici religiosi Tipologia Chiese Caratteristiche architettoniche principali La chiesa, quale corpo unico con la villa, è un’armonica costruzione con campanile. La pianta è costituita da un’unica navata, dove all’interno si è custodisce un’immagine di Maria con Gesù Bambino di scuola veneta del XVI secolo. In facciata timpano, mezzo rosone e portale d’ingresso architravato Proprietà Privata

Interesse Turistico L’edificio, interessante esempio di oratorio gentilizio, testimonia l’importanza del complesso storico a cui è annessa Stato di conservazione La chiesa è in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: La chiesa, come il complesso della villa a cui appartiene, è direttamente collegata all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, la chiesa è visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Media, la chiesa è di proprietà privata e accessibile previo appuntamento

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’edificio che apparentemente non presenta particolari necessità di recupero, potrebbe essere reso maggiormente accessibile al pubblico. Tale intervento consentirebbe di valorizzare un bene architettonico altrimenti non facilmente accessibile e di inserirlo nell’itinerario “GiraLivenza”, itinerario volto alla riscoperta dei territori rurali e dei suoi beni architettonici

165 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE09 Nome del bene “Annesso di villa Franchin” Localizzazione Ingresso in Via Triestina, località Prà di Levada Epoca di Costruzione Primo impianto XIX secolo, successivi ampliamenti e ristrutturazioni nel XX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio, articolato su due piani, non presenta le forme e l’impianto tipologico tradizionale della casa rurale. La facciata è semplice, caratterizzata da lesene che sottolineano

l’ingresso principale L’intero fabbricato è coronato da una cornice di gronda linearmente modanata. Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, situato nei pressi del complesso di Villa Franchin, rappresenta un tipico esempio di antica casa rurale presente nel territorio. Risulta una testimonianza architettonica interessante della trascorsa attività agricola di Ceggia e in particolare della vita del borgo legata a Villa Franchin e agli edifici limitrofi Stato di conservazione L’edificio presenta un mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente connesso all’itinerario secondario proposto denominato “Villa Franchin” che si interseca all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” in corrispondenza dell’accesso a villa Franchin Visibilità pubblica: Bassa, l’edificio non è visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di Ceggia, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente in disuso, di inserirlo direttamente nell’itinerario secondario proposto e quindi connetterlo all’itinerario “GiraLivenza”

166 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE10 Nome del bene “Annesso rurale di villa Franchin” Localizzazione Via Prà di Levada 13, località Prà di Levada Epoca di Costruzione Prima metà XIX secolo Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio, situato nei pressi del complesso di Villa Franchin, è sviluppato longitudinalmente e organizzato su due piani. La facciata è asimmetrica, caratterizzata da un ampio portico che da una parte è contraddistinto da cinque piccole arcate e da finestre in linea e dall’altra è segnato due grandi arcate successivamente tamponate. Altri elementi decorativi sono le cornici, che, lievemente aggettanti, conferiscono, assieme alle ripetizioni dei fori, un ritmo cadenzato alla facciata Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, situato nei pressi del complesso di Villa Franchin, rappresenta un tipico esempio di antica casa rurale presente nel territorio. E’ una testimonianza architettonica interessante della trascorsa attività agricola di Ceggia e in particolare della vita del borgo legata alla Villa Franchin e agli edifici limitrofi Stato di conservazione L’edifico, fortemente rimaneggiato, versa in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente connesso all’itinerario secondario proposto denominato “Villa Franchin” che si interseca all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” in corrispondenza dell’accesso a Villa Franchin Visibilità pubblica: Bassa, l’edificio è visibile ma rientrante rispetto alla viabilità pubblica Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2 X Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio, permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di Ceggia, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente adibito a magazzino e quindi di inserirlo direttamente nell’itinerario secondario proposto e quindi connetterlo all’itinerario “GiraLivenza”

167 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE11 Nome del bene Casa Rurale Localizzazione Via Prà di Levada, Ceggia Epoca di Costruzione Prima metà XIX secolo, successivi ampliamenti e ristrutturazioni Categoria Edificio Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali Il corpo principale dell’edificio, di tre piani, si caratterizza per l’interessante succedersi delle sette arcate a tutto sesto del vasto portico, sulle quali si impostano simmetricamente le aperture del primo e del secondo piano. La facciata si

conclude con la cornice di gronda dentellata. Il rustico, sporgente rispetto alla facciata principale del corpo più alto, è caratterizzato anch’esso da un vasto portico di cinque arcate a tutto sesto, in cui l’ultimo arco è stato successivamente tamponato e da una copertura ad una falda. Unico elemento decorativo è la cornice di gronda linearmente modanata Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, situato nei pressi del complesso di Villa Franchin, rappresenta un tipico esempio di antica casa rurale presente nel territorio. E’ una testimonianza architettonica interessante della trascorsa attività agricola di Ceggia e in particolare della vita del borgo legata a Villa Franchin e agli edifici limitrofi Stato di conservazione L’edificio versa in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio è direttamente connesso all’itinerario secondario proposto denominato “Villa Franchin” che si interseca all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” in corrispondenza dell’accesso a Villa Franchin Visibilità pubblica: Bassa, l’edificio non è visibile Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di Ceggia, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente disabitato e quindi di inserirlo direttamente nell’itinerario secondario proposto e quindi connetterlo all’itinerario “GiraLivenza”

168 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE12 Nome del bene Casa rurale Localizzazione Via Rivazancana di Sotto, Ceggia Epoca di Costruzione Prima metà XIX secolo, successivi ampliamenti e ristrutturazioni Categoria Edificio Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio, articolato su due piani, presenta le forme e l’impianto tipologico tradizionale della casa rurale. Il fabbricato è caratterizzato da un portico di cinque arcate a tutto sesto e da una copertura a falde Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio rappresenta un tipico esempio di antica casa rurale presente nel territorio. E’ una testimonianza architettonica interessante della trascorsa attività agricola di Ceggia Stato di conservazione L’edificio presenta un cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio non è collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza, ma è possibile raggiungerlo attraverso il previsto itinerario secondario (itinerario secondario denominato “Ponte romano”) intersecante la SS14 Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è perfettamente visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di Ceggia, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare l’edificio e di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

169 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE13 Nome del bene Capella votiva Localizzazione Via Rivazancana di Sotto, Ceggia Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Manufatti religiosi Tipologia Cappelle votive Caratteristiche architettoniche principali Il manufatto religioso è composto dalla cappella con immagine religiosa aperta all’esterno attraverso un arco a tutto sesto e da un portico antistante sorretto da sottili colonne concluso da un timpano dalla forma composita Proprietà Privata Interesse Turistico Il manufatto, struttura architettonica rurale tipica, è testimoniaza della cultura religiosa della civiltà contadina Stato di conservazione Il manufatto si presenta in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il manufatto non è collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza”. E’ possibile raggiungerlo compiendo una breve deviazione rispetto all’itinerario principale, lungo la statale SS14, da via Cavour in località Prà di Levada in direzione Ceggia. Lungo la stessa via (SS14), nei pressi di tale manufatto, sono presenti altri edifici di interesse architettonico Visibilità pubblica: Alta, il manufatto è visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Alta, il manufatto, non essendo recintato, è fruibile liberamente dal pubblico

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero del manufatto e relativa pertinenza, permetterebbe di realizzare un luogo di sosta che valorizzerebbe e incrementerebbe le potenzialità di visitazione del luogo in relazione all’ipotesi progettuale inserita nel Piano Trerriotoriale della Mobilità Ciclistica che prevede un percorso di 380 m

170 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE14 Nome del bene Casa rurale Localizzazione Via Rivazancana di Sotto, Ceggia Epoca di Costruzione Primo impianto nella prima metà XIX secolo, successivi ampliamenti e ristrutturazioni Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio, sviluppato longitudinalmente su due piani, presenta le forme e l’impianto tipologico tradizionale della casa rurale. Parte di esso era infatti adibito ad abitazione e parte a fienile e stalla. Il portico, caratterizzato da quattro archi,

definisce la partitura della facciata principale. Sul lato corto dell’edificio è presente un voluminoso camino esterno Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio rappresenta un tipico esempio di casa rurale presente nel territorio ed è una testimonianza architettonica della trascorsa attività agricola di Ceggia Stato di conservazione L’edificio è in cattivo stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio non è collegato all’itinerario interprovinciale “GiraLivenza”. E’ possibile raggiungerlo compiendo una breve deviazione rispetto all’itinerario principale, lungo la statale SS14, da via Cavour in località Prà di Levada in direzione Ceggia. Lungo la stessa via (SS14), nei pressi di questa casa rurale, sono presenti altri edifici di interesse architettonico Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile dalla strada principale (SS14) Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo dell’edificio, permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di Ceggia, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio disabitato e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

171 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE15 Nome del bene Villa Genovese - Bragadin Localizzazione Via Guglielmo Marconi, Ceggia Epoca di Costruzione 1640 Categoria Edifici Tipologia Ville Caratteristiche architettoniche principali La villa è composta da un corpo principale su tre piani e un annesso laterale contiguo, sempre di tre piani, con carattere più rustico. La facciata della parte nobile della villa, presenta lo stile del “palazzo veneziano”, con composizione tripartita caratterizzata da un asse compositivo centrale in

corrispondenza dell’ingresso principale. Nel parco si trova una vera da pozzo tardo-rinascimentale, datata 1591 Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, rappresenta un importante esempio di villa veneta di antico impianto, e è quindi una testimonianza architettonica della presenza di nobili famiglie veneziane nel territorio di Ceggia Stato di conservazione Il complesso è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: La Villa è collegata all’itinerario secondario denominato “Bosco di Olmè” che mette in relazione il centro di Ceggia (connesso direttamente al “GiraLivenza”) con la riserva naturalistica del bosco di Olmè Visibilità pubblica: Alta, il complesso è visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Bassa, il complesso è di proprietà privata, in parte affittato ad enti pubblici

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero del complesso o di alcune sue parti, permetterebbe la valorizzazione di un bene architettonico significativo del territorio di Ceggia, quale testimonianza della presenza di famiglie nobili nel territorio e quale esempio di villa veneta di antico impianto. Tale azione consentirebbe incrementare la fruizione turistica della villa all’interno dell’itinerario “GiraLivenza” e dell’itineraio secondario “Bosco di Olmè”

172 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE16 Nome del bene Oratorio Bragadin Localizzazione Via Guglielmo Marconi, Ceggia Epoca di Costruzione Ricostruzione nel 1795 Categoria Edifici religiosi Tipologia Oratori Caratteristiche architettoniche principali L'edificio, in stile neoclassico, presenta un’unica navata centrale con cappelle laterali e un piccolo abside semicircolare al termine della navata centrale, nella quale si possono ammirare gli affreschi attribuiti a Giuseppe Bernardino Bison (1762-1844). La facciata, con timpano e segnata da lesene con capitello in stile ionico, è lineare. In origine, il piccolo edificio era stato eretto accanto all’omonima villa, dal nobile Marco Antonio

Bragadin, governatore veneziano di Cipro

Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, situato poco distante da Villa Bragadin, è un interessante elemento architettonico testimone della storia legata alla villa e delle famiglie nobili che l’hanno posseduta. Assieme al complesso principale di Villa Bragadin, è soggetto a tutela ai sensi di legge nazionale Stato di conservazione Buono stato di conservazione, è stato restaurato recentemente

Connessioni con gli itinerari esistenti: La Villa è collegata all’itinerario secondario denominato “Bosco di Olmè” che mette in relazione il centro di Ceggia (connesso direttamente al “GiraLivenza”) con la riserva naturalistica del bosco di Olmè Visibilità pubblica: L’edificio è visibile dalla via principale Fruibilità pubblica: Alta, visitabile a richiesta

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero della chiesa –l’edificio apparentemente necessita solo di manutenzione ordinaria- permetterebbe la miglior conservazione e valorizzazione di uno degli elementi architettonici più significativi per la storia del Comune di Ceggia.

173 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE17 Nome del bene Azienda Agricola Bragatto Localizzazione Via Caltorta, località Case Doretto Epoca di Costruzione 1922 Categoria Edifici Tipologia Complessi agricoli Caratteristiche architettoniche principali Il complesso agricolo è costituito da un corpo principale, ad uso abitativo, su tre piani e da un annesso rustico utilizzato come magazzino e cantina. Quest’ultimo, di recente edificazione, è composto a sua volta da tre corpi affiancati, leggibili in facciata attraverso la copertura a falde Proprietà Privata Interesse Turistico Il complesso rappresenta un esempio recente di casa rurale-azienda agricola, e risulta comunque una testimonianza architettonica interessante della attività agricola di Ceggia attuale e del passato Stato di conservazione Il complesso si presenta in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il complesso agricolo non risulta connesso all’itinerario “GiraLivenza”. E’ vicino all’itinerario secondario “Bosco di Olmè” al quale può facilmente connettersi. Visibilità pubblica: Alta, il complesso, anche se rientrante rispetto alla strada principale, è visibile Fruibilità pubblica: Bassa, il complesso è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero e riutilizzo del complesso agricolo permetterebbe la valorizzazione di un importante bene architettonico-rurale del territorio di Ceggia, compatibilmente con la destinazione d’uso scelta dal privato. Tale azione consentirebbe di recuperare un complesso agricolo attualmente in uso agevolando da una parte l’attività dell’azienda stessa e dall’altra il turista attento e sensibile agli elementi paesaggistici presenti in essa. Inoltre permetterebbe l’inserimento del complesso architettonico in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

174 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE18 Nome del bene Casa Davanzo Localizzazione Via Ramedello, Ceggia Epoca di Costruzione Primo impianto nella prima metà XIX secolo, successivi ampliamenti e ristrutturazioni Categoria Edifici Tipologia Edifici rurali Caratteristiche architettoniche principali L’edificio, articolato su due piani, presenta le caratteristiche formali e costruttive tipiche degli edifici rurali e si caratterizza, sul fronte interno, per l’interessante succedersi delle sei arcate a tutto sesto del vasto portico e per la cornice finemente modanata. Il fronte lungo la strada è privo di decorazioni e scandito da aperture architravate. La copertura è a falde Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio rappresenta un elegante esempio di casa rurale ed è una testimonianza architettonica della trascorsa attività agricola di Ceggia Stato di conservazione L’edificio si presenta in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio non è collegato all’itinerario “GiraLivenza”. E’ possibile raggiungerlo facenedo un breve deviazione dall’itinerario secondario di connessione che collega il Bosco di Olmè con il centro di Ceggia. Nelle vicinanze sono visibili altri elementi architettonici rurali di rilievo (case rurali e idrovora) Visibilità pubblica: Alta, l’edificio, trovandosi lungo la strada principale è facilmente visibile Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero dell’edificio e la sua connessione all’itinerario secondario di collegamento tra Ceggia e il Bosco di Olmè, permetterebbero la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di Ceggia. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio attualmente in uso e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e degli elementi architettonici che li caratterizzano, dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

175 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE19 Nome del bene Case Formighè Localizzazione Via Formighè, Ceggia Epoca di Costruzione Primo impianto precedente XIX secolo, successivi ampliamenti e ristrutturazioni Categoria Edifici Tipologia Complessi agricoli Caratteristiche architettoniche principali Il complesso è composto da due edifici. Il primo sviluppato longitudinalmente su tre piani, presenta un corpo più antico caratterizzato da un elegante portico con piccole arcate a tutto sesto sorrette da colonne in pietra e un corpo più recente intonacato compositamente più semplice. Il secondo presenta i tratti di un annesso rustico con funzione di stalla, fienile e deposito attrezzi. E’ presente inoltre una piccola cappella all’estremità dell’ala minore Proprietà Privata Interesse Turistico L’edificio, rappresentando un elegante esempio di complesso rurale tipico del territorio, quale testimonianza architettonica della trascorsa attività agricola di Ceggia Stato di conservazione Il complesso è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: L’edificio non è collegato all’itinerario “GiraLivenza”. E’ possibile raggiungerlo facenedo un breve deviazione dall’itinerario secondario di connessione che collega il Bosco di Olmè con il centro di Ceggia. Nelle vicinanze sono visibili altri elementi architettonici rurali di rilievo (case rurali e idrovora) Visibilità pubblica: Alta, l’edificio è visibile dalla strada principale Fruibilità pubblica: Bassa, l’edificio è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 2

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: L’eventuale recupero dell’edificio e la sua connessione all’itinerario secondario di collegamento tra Ceggia e il Bosco di Olmè, permetterebbero la valorizzazione di un bene architettonico-rurale significativo del territorio di Ceggia. Tale azione consentirebbe di recuperare un edificio in parte in uso e in parte in disuso e quindi di inserirlo in una “rete di itinerari” per la riscoperta dei territori rurali e degli elementi architettonici che li caratterizzano, dedicata soprattutto alla mobilità lenta e a un turismo sostenibile

176 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE20 Nome del bene Vasca di lagunaggio, ex zuccherificio Eridania Localizzazione Via Fossà, Ceggia Epoca di Costruzione XX secolo Categoria Paesaggi Tipologia Zona umida Caratteristiche principali La vasca, fa parte del complesso dell’ex zuccherificio Eridania, costruito nel XX secolo e che rimane testimone dello sviluppo economico di questa terra. Utilizzata in passato nelle fasi di produzione dello zucchero da barbabietola, oggi è un luogo di nidificazione e svernamento di molte specie di uccelli migratori e stanziali tipici delle zone umide e costiere (aironi, egrette, anatre). Inoltre nel sito sono presenti numerose specie vegetali tipica delle zone umide Proprietà Privata Interesse Turistico La vasca rappresenta un esempio di conversione di un manufatto industriale ad ambito naturalistico. Pur rimanendo una testimonianza architettonica delle attività industriali del territorio è potenzialmente un sito di valore paesaggistico capace di attrarre un turismo didattico e attento alla tutela dell’ambiente Stato di conservazione La vasca si presenta in mediocre stato di

conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: La vasca è direttamente connessa all’itinerario che, partendo dalla vasca stessa lungo l’argine del Canale Piavon si congiunge al centro cittadino. Questo itinerario all’altezza del ponte sul Canale Piavon è collegabile con un altro itinerario che può condurre il turista all’importante sito archeologico del “Ponte Romano” Visibilità pubblica: Bassa, la vasca è circondata da alti argini e quindi non visibile dalla strada Fruibilità pubblica: Bassa, la vasca è di proprietà privata

Cantierabilità: Si X No Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il recupero della vasca, con interventi di miglioramento dal punto di vista ambientale, ecologico e idraulico, unito al collegamento diretto con un itinerario secondario, permetterebbe da una parte di valorizzare gli elementi naturali in essa stabilizzatisi e dall’altra di diventare un sito di forte attrazione per un turismo lento, attento e sensibile agli elementi naturali. In particolare al fine di migliorare la fruibilità dell’area si prede la realizzazione di una torre di osservazione dell’intera area umida

177 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE21 Nome del bene Canale Canalat Localizzazione Zona sud-est del Comune di Ceggia Epoca di Costruzione Elemento naturale Categoria Paesaggi Tipologia Canale Caratteristiche principali Il canale Canalat era il paleoalveo del Fiume Piavon, il suo corso è meandriforme e collega la zona centrale del paese fino al sito archeologico del ponte romano lambendo il “paesaggio di bonifica del Grassaga” Proprietà Pubblica Interesse Turistico Il canale, sebbene con una piccola portata d’acqua, rappresenta un elemento paesaggistico di rilievo e connettore tra la realtà cittadina e la campagna con i suoi elementi paesaggistici di pregio. Testimonia inoltre l’attività agricola di tali territori, essendo fonte naturale per l’irrigazione e scolo di acque piovane Stato di conservazione Il canale è in mediocre stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Lungo le rive del Canale Canalat si prevede la realizzazione di un itinerario secondario che collega il centro di Ceggia con il sito archeologico del ponte romano e della via Annia e proseguire, intersecando la SS14, verso nord fino a ricongiungersi con l’itinerario principale interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Bassa, il Canale attraversa fondi agricoli privati Fruibilità pubblica: Bassa, le rive del canale sono private

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323 Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro > di 100 mila euro X

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: La manutenzione del Canale Canalat, comprensiva del miglioramento dello stato della vegetazione ripariale, unita al progetto di realizzazione di un itinerario secondario sulla riva sinistra, permetterebbero la valorizzazione degli elementi naturali presenti lungo il corso d’acqua assieme alla funzione di collegamento diretto del sito archeologico del ”Ponte romano” con il centro del paese

178 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE22 Nome del bene Paesaggio di bonifica del Grassaga Localizzazione Area tra il canale Canalat e il canale Piavon Epoca di Costruzione Prima metà del XX secolo Categoria Paesaggi Tipologia Paesaggio di bonifica Caratteristiche principali Il Paesaggio di Bonifica del Grassaga è parte integrante della grande opera di bonifica dei terreni paludosi, portata a termine nel periodo tra le due guerre mondiali che strappò all’acquitrino più di 3000 ettari di terreno. E’ un paesaggio caratterizzato dalle geometrie di linee rette generate dalla bonifica, intersecate alle linee più sinuose proprie del paleoalveo fluviale. Altri elementi caratteristici del paesaggio di bonifica sono le architetture delle case rurali, i filari e viali alberati, la fitta rete di canali per la raccolta delle acque piovane, gli imponenti manufatti idraulici come le idrovore, necessarie per le opere di bonifica, le chiuse, le chiaviche e i ponti. Proprietà Privata Interesse Turistico Il paesaggio di bonifica rappresenta un’importante testimonianza del lavoro di prosciugamento delle zone paludose che occupavano il territorio del Veneto Orientale prima del Novecento. Il paesaggio oggi si presenta come un territorio agricolo delimitato da un sistema di canali e manufatti idraulici, caratterizzato da ampi orizzonti con rari elementi verticali (case coloniche e filari alberati) che lo rendono particolarmente suggestivo da attraversare Stato di conservazione Il territorio della bonifica si presenta in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il paesaggio di bonifica è lambito dall’itinerario secondario che collega il centro di Ceggia con il sito archeologico del ponte romano e della via Annia e proseguire, intersecando la SS14, verso nord fino a ricongiungersi con l’itinerario principale interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta, il paesaggio è visibile dalla strada sull’argine del canale Piavon Fruibilità pubblica: Bassa, il paesaggio di bonifica è di proprietà privata

Cantierabilità: Si No Non rilevata X

Inseribile nella Misura 323/a Azione 3

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Il paesaggio di bonifica necessita di interventi di miglioramento dal punto di vista ambientale, ecologico e idraulico, che da una parte, porterebbero vantaggi all’attività agricola e dall’altra, favorirebbero la tutela ambientale valorizzando gli elementi naturalistici attrattori di un turismo lento e sostenibile

179 TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE ARCHITETTURA E PAESAGGIO RURALE DEL COMUNE DI CEGGIA

SCHEDA CE23 Nome del bene Resti del Ponte Romano Localizzazione Via Ponte Romano, Ceggia Epoca di Costruzione I secolo d.C. Categoria Siti archeologici Tipologia Ponte romano Caratteristiche principali Il ponte attraversava l’antico corso del fiume Piavon e di esso rimangono le fondamenta in blocchi di arenaria provenienti dalle cave delle Prealpi Friulane, e le due testate. I resti furono trovati nel 1948, nel terreno di proprietà della

famiglia Loro. I blocchi in pietra arenaria, legati tra loro con malta, presentano incavi marginali per “grappe” di ferro che dovevano assicurare maggiore compattezza alla costruzione. Le testate del ponte sono conformate a cuneo secondo una tecnica usuale nel mondo romano usata al fine di rompere l'impeto della corrente ed evitare la formazione di vortici e rigurgiti. Il ponte formava tre arcate; gli archi, di cui nulla rimane se non un blocco prismatico iniziale su cui s'impostavano gli elementi dell'estradosso, dovevano essere conformati a sesto ribassato. Proprietà Pubblica Interesse Turistico Il reperto archeologico testimonia il passaggio, in tali territori dell’antica via Annia, strada commerciale romana. E’ un elemento architettonico che testimonia la storia più antica del territorio del comune di Ceggia Stato di conservazione Il reperto archeologico si presenta in buono stato di conservazione

Connessioni con gli itinerari esistenti: Il sito archeologico è direttamente collegato all’itinerario che collega il centro di Ceggia con il sito archeologico del ponte romano e della via Annia e proseguire, intersecando la SS14, verso nord fino a ricongiungersi con l’itinerario interprovinciale “GiraLivenza” Visibilità pubblica: Alta Fruibilità pubblica: Alta, il sito archeologico, di proprietà pubblica, è protetto da una struttura lignea che ne definisce il perimetro di pertinenza ma che è sempre aperta

Cantierabilità: Si No X Non rilevata

Inseribile nella Misura 323/a Azione 4

Costo ipotetico dell’intervento: < di 100 mila euro X > di 100 mila euro

In che modo il manufatto, attraverso il suo recupero, incrementa le potenzialità turistiche dei luoghi: Gli eventuali lavori di miglioramento dello spazio esterno antistante al manufatto archeologico, permetterebbero di realizzare un luogo di sosta per il visitatore che valorizzerebbe il sito e incrementerebbe la sua fruibilità, anche in relazione alla previsione del passaggio di un itinerario secondario

180 6 Considerazioni sul legame delle singole ”tipologie” di beni / paesaggi, come individuati al capitolo 5, come testimonianza dell’ economia rurale tradizionale , motivo di attrattività , motivo di coesione sociale e identità culturale locale.

Le considerazioni sul legame sono così sintetizzabili per le diverse tipologie : • Le tipologie: “edifici rurali”, “ville”, sono storicamente la testimonianza dell’ economia rurale tradizionale, sviluppata nei secoli nel territorio. Si pensi alla “Civiltà di Villa” , durante il periodo della Serenissima Repubblica di Venezia e alla sua massima espressione architettonica con Andrea Palladio e “Villa Zeno”, visitabile dal territorio in oggetto di studio, anche se localizzata a Donegal di Cessalto, con il suo originario contesto paessagistico-fluviale ubicato proprio nel Comune di Ceggia. Oppure si pensi al “Novecento” e al periodo storico delle grandi bonifiche, in cui le case rurali sono state - e per certe zone lo sono ancora - testimonianza indiscussa, oltre che di coesione sociale, anche di identità culturale della stessa “civiltà contadina”. Molteplici poi sono i motivi di attrattività turistica quali ad esempio quello storico, quello architettonico oltre che quello prettamente paesaggistico, elementi questi che sono il fondamento dell’ identità culturale locale.

• Le tipologie: “oratori”, “edifici religiosi”, “cappelle votive” sono profondamente legati “…al tempo del mercante e al tempo della chiesa” parafrasando un noto storico francese, nel senso che questi beni rappresentano un motivo indubbio di coesione sociale, dove le popolazioni si identificano da secoli e dove la “civiltà contadina” si lega ai valori fondativi della tradizione storica della religione cristiana. Sono beni, magari di valore storico- testimoniale, ed alcuni con modesto valore artistico, ma assumono importanza in quanto “rappresentativi di attrattività e di coesione sociale” soprattutto per certi strati sociali delle popolazioni, che ancora oggi si riconoscono ad esempio nella periodicità di certe funzioni religiose (Si pensi alla funzione aggregativo-sociale dei capitelli e delle cappelle votive utilizzati per la recita del “Rosario alla Madonna” nel mese di maggio)

• Le tipologie di beni: “Idrovore, manufatti idraulici, ponti, bilance, vasca di lagunaggio” … sono di fatto elementi storici , legati al mondo della bonifica, e allo svolgimento delle attività economiche tradizionali delle zone rurali. Le idrovore ed i ponti rappresentano un particolare valore testimoniale e di identità culturale locale. Infatti proprio per le loro tecnologie costruttive e meccaniche, ricordano la storia economico-sociale di questi territori, e ancora oggi svolgono una funzione di salvaguardia e tutela del territorio diventando anche elementi di attrazione turistica quali esempi di archeologia industriale.

181 Anche gli altri manufatti di vita collettiva, quali fontane, lavatoi, meridiane o le stesse “bilance” per la pesca fluviale, sono considerati dei testimoni importanti della tradizione storica dell’economia rurale tradizionale e per certi versi motivo di coesione sociale, come si riscontra soprattutto nei piccoli borghi e nelle frazioni del territorio considerato.

• Le tipologie dei teatri e musei (sia pubblici che privati) rappresentano di per sé un grande motivo di attrazione funzionale e turistica, oltre che di aggregazione e coesione sociale. Nel Comune di Torre di Mosto si segnalano la presenza di due musei: il Museo del Paesaggio (pubblico) ed il Museo della Civiltà Contadina (privato), mentre nel Comune di Santo Stino di Livenza è funzionante il Cinema-Teatro (pubblico) dedicato a Romano Pascutto. Nel Comune di Ceggia si segnala la Fondazione privata “Progetto Contemporaneo” particolarmente attiva anche in campo internazionale con studi sull’ architettura contemporanea e sul paesaggio. Le funzioni museali, unite a quelle civiche e religiose, se messe in “rete”, possono costituire un volano e motivo di attrattività turistica sia per i turisti che per studiosi e cultori del paesagggio. Una proposta di museo innovativo “open air”, potrebbe essere applicata anche in questi territori, ad esempio proponendo il ripristino del “Ponte della Provincia” tra Santo Stino di Livenza e Torre di Mosto quale elemento del paesaggio fluviale da collegare “in rete” con gli altri manufatti idraulici caratterizzanti il territorio, così da formare uno specifico itinerario museale.

Analoghe considerazioni sul legame esistente tra gli elementi del paesaggio -quali testimonianza dell’ economia rurale tradizionale (si pensi ad esempio alla bonifica), motivo di attrattività, motivo di coesione sociale e identità culturale locale-. si possono estendere alle tipologie di paesaggio identificate al capitolo 5 e puntualizzate nelle schedature. Gli elementi paesaggistici della bonifica, il paesaggio vitivinicolo, il paesaggio fluviale con i suoi canali, i paleoalvei, oppure gli alberi monumentali, le zone umide, i boschi ed i filari frangivento diventano, se conservati e valorizzati in un prossimo futuro, ulteriore testimonianza dell’ economia rurale tradizionale, ma soprattutto motivo di attrattività anche turistica, e di coesione sociale / identità culturale del territorio della Livenza.

7 Rispondenza degli interventi di conservazione, gestione e/o pubblica fruizione degli elementi oggetto di studio, alle principali politiche regionali

Gli ipotizzati interventi di conservazione, gestione e/o pubblica fruizione, oggetto del presente Studio sono stati schedati e localizzati nei Comuni di Torre di Mosto, Ceggia, Santo Stino di Livenza, come indicato alle precedenti schede.

182 In tutti gli eventuali interventi prospetta dallo Studio nel territorio della Livenza, sussiste il pieno rispetto alle principali politiche regionali previste dal PTRC della Regione Veneto e dallo strumento del PTCP della Provincia di Venezia oltre che dal Piano di Sviluppo Locale del GAL Venezia Orientale. La rispondenza dei potenziali interventi ipotizzati, sottesi nelle schedature, può essere valutata in primis, attraverso una “coerenza metodologica e di indirizzo” sottesa dagli stessi strumenti di governo del territorio.

Trattandosi di interventi di recupero ambientale e di restauro architettonico, tutti i potenziali interventi schedati, dovranno nella eventuale fase progettuale rispettare le indicazioni degli strumenti urbanistici comunali, sia di carattere generale che attuativi, nel rispetto anche di tutte le prescrizioni espresse dagli Enti Territoriali di competenza quali Genio Civile, Consorzio di Bonifica …

Nel caso delle “ville venete”, specificatamente schedate nel presente studio, e nella fase di eventuale progettazione degli interventi di restauro / ristrutturazione, sarà importante verificare anche le modalità di eventuali cofinanziamenti sul bene e/o sul paesaggio, come previsto dalla legislazione vigente in materia di ville venete. In ogni caso, come pure per i siti archeologici (esempio “Ponte Romano” di Ceggia …), che per quelli paesaggistici, sarà importante preliminarmente valutare il contributo -anche metodologico- fornito dalla competente Soprintendenza di Venezia, sia per i singoli manufatti che per la tutela dei paesaggi individuati, come previsto dalla vigente normativa.

Nel caso negli interventi nei musei di Torre di Mosto e nell’ edificio del Cinema-teatro “Romano Pascutto” di San Stino di Livenza, beni questi con elevata fruibilità culturale pubblica, è importante contestualizzare gli eventuali interventi ammissibili previsti con la Misura 323/A azione 4, all’interno di “progetti culturali” dove le iniziative di “promozione culturale del territorio” siano relazionate e supportate con gli Enti preposti allo “sviluppo turistico territoriale, e dell’identità locale”, nello specifico la Provincia di Venezia e la Regione Veneto, che annualmente programmano iniziative, con il fine di realizzare una “rete di eventi per il territorio”, auspicabili di forte visibilità, quale motivo di attrattività turistica.

8 Giustificazione e conferma della rispondenza degli interventi proposti rispetto agli obiettivi e alle strategie complessive del Programma di Sviluppo Locale di VeGAL

La strategia prevista dal PSL “Itinerari, paesaggi e prodotti della terra” prevede la connessione delle principali risorse dell’area in itinerari integrati costa-entroterra, rafforzare

183 l’identità culturale dell’area e valorizzare il paesaggio. Il territorio dispone infatti di una serie di risorse non collegate, frutto di parziali interventi di recupero e valorizzazione. Un’opportuna azione di messa in rete e di realizzazione di iniziative pilota e di connessione, consentirà di rendere fruibili una rete di itinerari sul territorio ambito del PSL. Ne risulta quindi la piena rispondenza degli interventi proposti all’interno del presente Studio con la strategia prevista dal citato PSL. Le proposte delineate nello Studio sono coerenti anche con il tema centrale del PSL, volto alla creazione di itinerari di turismo rurale integrati tra la costa e l’entroterra che connettano le risorse ambientali, agro/enoturistiche, storico-culturali dell’area. Lo Studio mette infatti in luce le principali componenti storico-culturali, paesaggistiche, artistiche, architettoniche del territorio di riferimento, componenti (costituite da beni e paesaggi) che rappresentano in vero valore aggiunto degli itinerari di fruizione. Infine, all’interno delle cinque linee strategiche d’intervento previste dal PSL (qualità della vita; diversificazione; paesaggio-ambiente; filiere corte e prodotti; governance) lo Studio, che rientra nella linea strategica volta alla “qualità della vita”, è pienamente coerente con un approccio volto a favorire la riqualificazione e la valorizzazione delle caratteristiche storico- architettoniche e costruttive di fabbricati, immobili e manufatti che presentano un preciso interesse storico, artistico, paesaggistico o culturale, ai fini della relativa conservazione e pubblica fruizione. Lo Studio risulta di fondamentale importanza non solo per contribuire a tutelare e a tramandare la memoria storica dell’attività e della cultura rurale, ma anche per il contributo che fornisce al processo di riqualificazione del territorio rurale e alla strategia complessiva per il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni rurali.

A conclusione degli studi è emerso che l’avvio di una serie di potenziali interventi di recupero da eseguirsi sui beni quali “Chiese e Cappelle Votive” permetterebbe di realizzare dei progetti pilota per la valorizzazione del territorio rurale al fine di accrescerne la sua identità. Alcuni di questi interventi permetterebbero anche di aumentare l’aggregazione sociale delle popolazioni e nel contempo di valorizzare -rendendoli maggiormente fruibili- i beni architettonici e gli elementi paesaggistici -ad esempio i filari alberati- caratterizzanti i luoghi del canali fluviali. Particolare importanza andrà riservata ai potenziali interventi di recupero delle “Case rurali e delle ville venete”, proprio in quanto beni di importanza storico-testimoniale, al fine di trasmettere consapevolmente l’identità specifica dei luoghi. Anche dal punto di vista dei beni paesaggistici, importante saranno ad esempio le progettazioni ambientali per la valorizzazione dei “filari alberati” presenti nel territorio, attraverso potenziali progetti pilota di valorizzano della loro specificità paesaggistica.

184 Infine strategiche sono anche le connessioni dirette tra gli stessi beni storico-architettonici e quelli paesaggistici, attraverso l’ipotizzato “rete della mobilità lenta” individuata embrionalmente nelle tavole allegate, composta da nove itinerari secondari ciclo-pedonali, per definire nei tre territori comunali di studio “una economia della mobilità lenta”, quale prospettiva economica futura per uno sviluppo ecosostenibile. Itinerari secondari che si collegheranno all’esistente itinerario interprovinciale “GiraLivenza” che, nella parte già realizzata nei Comuni di Torre di Mosto e di Ceggia, ha permesso lo sviluppo di una prima serie di itinerari lungo l’asta fluviale della Livenza con l’importante collegamento ciclo-pedonale a Caorle, dove andrebbero curate annualmente le opere di ordinaria manutenzione. Itinerario del “GiraLivenza” che a Caorle si innesta nella Litoranea Veneta , considerata dalla R.E.V. itinerario principale sia ciclabile che navigabile. Altro fondamentale itinerario è costituito dalla “Strada dei Vini D.O.C. Lison-Pramaggiore” che consente, con il suo itinerario intercomunale, di relazionare diversi manufatti e beni paesaggistici schedati da questo studio, con uno specifico itinerario secondario, che si collega a Concordia Sagittaria ed ipotizzato dal presente lavoro.

In sintesi quindi si è definito un quadro organico sovracomunale di analisi delle principali componenti storico-culturali, architettoniche e paesaggistiche che caratterizzano i territori e nel contempo sono state evidenziate le molteplici potenzialità di trasformazione, attraverso un’ ipotesi per la costituzione di una “rete di relazioni prioritarie tra beni archiettonici e paesaggistici” quale sistema di valorizzazione delle aree rurali come espresso compiutamente negli obiettivi e strategie complessive del Programma di Sviluppo Locale “Itinerari, paesaggi e prodotti della terra” redatto dal VeGAL di Portogruaro.

9 Connessione delle risorse censite, beni/paesaggi, attraverso degli itinerari secondari anche di progetto, con il collegamento agli itinerari principali già esistenti nei territori

9.1 L’itinerario secondario storico-naturalistico

Il territorio della Livenza, nei Comuni di Ceggia, Santo Stino di Livenza e Torre di Mosto presenta, come si è potuto constatare nelle fase di analisi, di cui ai capitoli precedenti, un sistema articolato di piste ciclabili esistenti e, dalla programmazione comunale, si evincono anche una serie di opere infrastrutturanti e prioritarie, che definiscono una rete delle ciclabili di progetto.

185 Opere dai costi di realizzazione anche elevati, che si presuppone che verranno realizzate in tempi medio–lunghi, vista l’attuale congiuntura economica, e la cui ricaduta nel territorio non è al momento quantificabile.

L’itinerario secondario storico-naturalistico è invece un percorso ciclo-pedonale, per lo più esistente che attraversa strade secondarie -quasi sempre pubbliche- sia in contesti storici che naturalistici di pregio ambientale. Lo scopo degli itinerari, espressi normalmente anche attraverso una rigorosa progettazione della segnaletica, è quello di promuovere la visita dei luoghi storici, dei beni architettonici e rurali oltre che dei paesaggi censiti nel presente studio, e contestualmente promuovere una “economia della mobilità lenta”, quale nuova risorsa per i territori rurali. Nell’area studio dei territori della Livenza, si ritiene elemento fondamentale per la realizzazione di una “rete secondaria della mobilità lenta” l’intermodalità tra gli stessi sistemi di comunicazione riassumibili in pedonale, ciclabile, fluviale, e soprattutto l’uso del treno -con l’ eventuale servizio “Bici al Seguito”- attivabile presso le stazioni ferroviarie di San Stino di Livenza e Ceggia- oltre che dagli autobus pubblici … al fine di rendere visibile, sia al potenziale turista che al cittadino, un itinerario ed una rete fruibile turisticamente, con lo scopo di valorizzazione compiutamente le “risorse territoriali” costituite dai beni e dagli elementi paesaggistici, censite dal presente Studio.

9.2 Gli itinerari intercomunali “GiraLivenza” e “Strada dei Vini D.O.C. Lison- Pramaggiore”

Nei tre territori comunali oggetto del presente studio, sono stati sviluppati negli scorsi anni, con il cofinanziamento dell’ Unione Europea -Programma Leader-, Regione Veneto e dl GAL Venezia Orientale, delle progettualità che ha portato alla realizzazione di opere puntuali con il fine di realizzare un itinerario intercomunale storico-naturalistco-fluviale denominato “GiraLivenza” nei Comuni di Torre di Mosto (capofila amministrativo) e di Caorle. Successivamente, con fondi propri il Comune di Santo Stino di Livenza, ha approvato dei progetti preliminari per implementare il percorso principale, ma soprattutto per accedere al cofinanziamento delle opere per tratti / manufatti considerati strategici. (Ad esempio lo storico “Ponte della Provincia” tra i Comuni di Torre di Mosto e Santo Stino di Livenza, l’ itinerario secondario verso Cà Cottoni , etc…) Infine il Comune di Ceggia, con fondi propri, ha realizzato un progetto di segnaletica “GiraLivenza” integrandosi formalmente a quando precedentemente sviluppato dagli altri comuni sopra menzionati, con l’intento di integrare l’itinerario anche verso la confinante

186 Provincia di Treviso dove emergono importanti beni quali il Bosco di Olmè e la Villa Zeno, entrambi localizzati nel confinante Comune di Cessalto.

Nel Dicemnbre del 2009, viene siglato il “Protocollo d’intesa interprovinciale GiraLivenza”, tra le tre Province di Venezia, Treviso e Pordenone. Con tale documento programmatico di fatto l’itinerario naturalistico “GiraLivenza” diventa un unitario itinerario interprovinciale ciclo- pedonale, oltre che un nautico, lungo tutto il percorso del fiume, collegando tre Province e due Regioni. Il fine è di caratterizzare una nuova offerta turistica, fondata anche sulla valorizzazione dei territori rurali, dei centri storici, della valorizzazione dei prodotti enologici, nonché sulla promozione dei prodotti agricoli caratteristici, espressione anche di una antica tradizione enogastronomica nelle tre Province. Il “Protocollo d’intesa interprovinciale” ha recepito, di fatto, anche l’ impostazione del PTRC della Regione Veneto, che con il “corridoio ecologico della Livenza” individua nella ciclabile “Caorle-Portobuffolè” un itinerario ciclabile con caratteristiche a priorità regionale. Nei territori comunali di Ceggia, San Stino di Livenza e Torre di Mosto -oggetto del presente studio- si è così evidenziato in cartografia l’itinerario intercomunale “GiraLivenza” nell’ allegata planimetria di sintesi (in formato A0) , quale elemento strutturante la mobilità lenta dei tre comuni e di collegamento all’ itinerario principale della Litoranea Veneta, secondo quanto stabilito dalla R.E.V.

Si è analizzato l’ itinerario anche alla luce delle analisi progettuali del Piano Territoriale della Mobilità Ciclistica, ai sensi della L.R. 39/91 D.G.R. N. 3640 del 30/11/2009, che ha evidenziato come ad esempio nel Comune di Ceggia, possa essere strategica l’ eventuale realizzazione – quale ipotesi di progetto- di un tratto di ciclabile (con una lunghezza di circa 380 m) all’ interno di un itinerario secondario di valorizzazione dei territori, con un percorso che potrebbe mettere in “rete” diversi elementi -beni/paesaggi- , di cui alla schedatura specifica, quali il “Canalat ed il Ponte Romano” in quanto elementi attrattori e con caratteristiche di identità territoriale.

Altro itinerario intercomunale, interessante i territori oggetto di studio, è costituito dalla “Strada dei Vini D.O.C. Lison-Pramaggiore”. Questa Strada dei Vini, completamente tabellata nel territorio, è stata istituita con apposita DGR dalla Regione Veneto e attraversa puntualmente il territorio comunale di Santo Stino di LIvenza, che si ricorda è anche una delle quattro “Città del Vino”, proprio per la sua importante vocazione vitivinicola.

L’allegata planimetria progettuale di sintesi (in formato A0) evidenzia con opportuna grafia nel Comune di Santo Stino di Livenza il tracciato dell’ itinerario principale “Strada dei Vini

187 D.O.C. Lison-Pramaggiore” localizzando -a nord di Santo Stino di Livenza- anche l’ area comunale a maggiore vocazione vitivinicola dove, di fatto sono appunto localizzate importanti cantine e superfici a vigneto.

Uno degli scopi di questo itinerario principale, attraversante “trasversalmente” il territorio comunale di San Stino di Livenza, è di sottendere ad un importante collegamento verso la città turistica di Caorle, dove di fatto la presenza di vigneti e di cantine è alquanto ridotta, ma è invece strategica la sua funzione di città balneare dalle molteplici presenze turistiche, che può portare al settore vitivinicolo e all’entroterra rurale forti flussi turistici periodici, incrementando così nel contempo la destagionalizzazione dell’offerta turistica .

9.3 Gli itinerari secondari in relazione all’applicazione della Misura 313 azione 1 “ITINERARI”

Il presente studio ha evidenziato nella cartografia allegata gli itinerari intercomunali “GiraLivenza” e “Strada dei Vini D.O.C. Lison-Pramaggiore”, contestualmente ha georeferenziato nei territori della Livenza, nei i tre comuni di Santo Stino di Livenza, Ceggia e Torre di Mosto, i manufatti (beni) e gli elementi paesaggistici.

Si è quindi ipotizzata una potenziale “rete” di itinerari secondari strategici, atti a collegare i principali beni/manufatti, gli elementi del paesaggio e gli itinerari principali precedentemente descritti.

L’ obiettivo è stato quello, una volta verificate nei luoghi le modalità di connessione ciclo- pedonale, di dare maggiore valenza turistica ai beni censiti attraverso l’individuazione in planimetria di una ipotesi per potenziali gli itinerari secondari di progetto, collegandoli al GiraLivenza per poi intersecare la Litoranea Veneta. Ipotesi che prevede per la sua eventuale realizzazione, da parte dei soggetti beneficiari, l’uso del bando di cofinanziamento previsto dalla “Misura 313 Azione 1 ITINERARI”, al fine di poter realizzare e qualificare l’itinerario secondario, proprio quale “funzione di collegamento agli itinerari principali” (Litoranea Veneta, sia ciclabile che navigabile) che caratterizzano il territorio della Livenza nei tre comuni in oggetto.

Quindi, le ipotesi progettuali tracciate nell’ allegata mappa, sono da considerarsi percorsi/itinerari secondari o “percorsi di collegamento” in quanto tracciati che con i relativi interventi, saranno in grado di favorire, direttamente o indirettamente, “ …il miglioramento complessivo della rete di interconnessione e di collegamento tra i percorsi secondari,

188 prevedendo un’ effettiva intersezione con quelli principali (Litoranea Veneta) , oppure un aumento del numero dei territori ad essi collegati o, ancora il completamento anche parziale di tragitti destinati al collegamento tra i suddetti percorsi o che consentono comunque il consolidamento di collegamenti già finanziati da risorse pubbliche…” (Definizione in parte tratta dagli obiettivi PSR 2007-2013 Misura 313 azione 1)

Le connessioni attraverso itinerari secondari, ipotizzati nel presente studio tra i principali manufatti/beni paesaggistici, e gli itinerari intercomunali “GiraLivenza” e “Strada dei Vini D.O.C. Lison-Pramaggiore” sono così evidenziati nei tre comuni:

Comune di Torre di Mosto

- Ipotesi di “Itinerario secondario n.1”, di raccordo tra l’elemento paesaggistico “filare alberato frangivento di Via Confin” di cui alla scheda n TO3” con il percorso intercomunale “GiraLivenza” in direzione Ceggia. Si prevedendo l’integrazione di alberature autoctone lungo il caratteristico filare, la realizzazione di eventuale area di sosta su area pubblica esistente , un ulteriore ripristino di alberature anche in prossimità della rotatoria di Via Confin, per una maggiore fruibilità turistica in relazione alla vicina “Chiesetta della Maria Bambina” di cui alla scheda n.TO5”. Itinerario secondario questo, intersecante il “GiraLivenza”, che permette una potenziale valorizzare sia di un manufatto che di un bene paesaggistico del territorio che prosegue poi in direzione Staffolo-Stretti di Eraclea lungo la strada provinciale caratterizzata da un’imponente “filare alberato” di platani di cui alla scheda n.TO11 dalle molteplici potenzialità trasformative.

- Ipotesi di “Itinerario secondario n.2”, di raccordo tra l’elemento paesaggistico dello storico albero “Celtis Australis” di cui alla scheda n.TO24 -nella “Tenuta Sacraterra” di Torre di Mosto-, che verrà inserito nel breve in un percorso -in corso di realizzazione da parte della stessa azienda agricola- che si connetterebbe all’itinerario intercomunale “GiraLivenza” proprio in prossimità di Boccafossa. Sullo stesso itinerario si inserirebbe una deviazione che collega la “zona umida di Boccafossa, di cui alla scheda n.TO22” di proprietà privata, che completa le caratteristiche naturalistiche di questo itinerario secondario proposto.

Comune di San Stino di Livenza

- Ipotesi di “Itinerario secondario n.3”, quale raccordo secondario, tra l’elemento paesaggistico della “Riviera del Malgher” di cui alla scheda n. SS03 - Chiesa della Madonna del Rosario – di cui alla scheda n. SS 12 - e il percorso intercomunale “GiraLivenza” in

189 direzione Motta di Livenza (Tv), attraversano la chiesa di cui alla scheda n.SS06, quindi si immette nella strada verso est attraversando il paesaggio vitivinicolo, il “Bosco di Bandiziol e Prassacon” per giungere in Comune di Annone Venete in località Loncon.

- Ipotesi di “Itinerario secondario n.4”, di connessione tra la località di “San Giorgio di Livenza (Comune di Caorle) con la località di Cà Cottoni (Comuni di Caorle) attraversante il territorio del Comune di San Stino di Livenza, come individuato nella allegata tavola A0 di sintesi progettuale. E’ un itinerario strategico per il Comune di San Stino di Livenza, con cantierabilità nel breve termine, con l’obiettivo strategico di mettere in sicurezza un tratto del percorso intercomunale “GiraLivenza” e nel contempo di collegare la Chiesetta di Cà Cottoni e il suo nuovo pontile fluviale, al centro abitato di S. Giorgio di Livenza. L’intervento per quanto detto precedentemente ha caratteristiche intercomunali, pur essendo localizzato tutto in territorio di San Stino di Livenza.

- Ipotesi di “Itinerario secondario n.5”, per la realizzazione di una connessione secondaria tra il Centro Storico di Torre di Mosto, -attraverso Via dei Pioppi con il “doppio filare storico” di pioppi cipressini di cui alla scheda n.SS26 -, e il paesaggio di bonifica della zona di “Sette Sorelle” nel Comune di Santo Stino di Livenza e prosegue raggiungendo l’ idrovora di cui alla scheda n. SS 25 , seguendo il corso del fiume Loncon immettersi nel Comune di Concordia Sagittaria. E’ un itinerario secondario che collegherebbe il “GiraLivenza” alla “Strada dei Vini D.O.C. Lison-Pramaggiore”, di valenza intercomunale e anche con “notorietà cinematografica” acquisita da tempo dai luoghi. Auspicabile è un’azione di ripristino ambientale nei tratti mancanti delle alberature dei filari che compongono questo grande elemento paesaggistico, eventualmente proseguirne la realizzazione ex-novo, utilizzando i potenziali cofinanziamenti della Misura 313 azione 1.

Nel Comune di Ceggia

- Ipotesi di “Itinerario secondario n.6” quale percorso di raccordo denominato “Ponte Romano”, come individuato nella planimetria allegata. Trattasi di un tratto di ciclabile di nuova realizzazione, inserita in un più vasto itinerario ecoturistico detto del “Canalat-Ponte Romano” – di cui alle schede n. CE 23 , quale itinerario secondario e della memoria ( I luoghi della “Via Annia”) direttamente intersecante il percorso intercomunale “GiraLivenza”;

- Ipotesi di “Itinerario secondario n.7” - denominato “Bosco di Olmè”- quale percorso secondario di valorizzazione paesaggistica e ricreativa, con un collegamento intercomunale tra la Stazione Ferroviaria di Ceggia e il Bosco di Olmè di Cessalto, quale elemento

190 paesaggistico identificante il territorio, e quindi da connettere –quale risorsa principale- all’itinerario intercomunale “GiraLivenza”;

- Ipotesi di “Itinerario secondario n.8” realizzazione di percorso secondario, di connessione al “GiraLivenza” quale collegamento ciclo-pedonale all’area della “Vasca da naturalizzare nell’ ex-Zuccherificio Eridania” (di cui alla scheda n. CE20) anche attraverso l’eventuale nuova realizzazione di manufatti per il birdwatching e l’ osservazione naturalistica dell’ area umida.

- Ipotesi di “Itinerario secondario n.9 ”denominato di “Villa Franchin” , di cui alla scheda n. CE06, per la realizzazione di percorso secondario, intersecante lo stesso percorso intercomunale “GiraLivenza”, quale collegamento ciclo-pedonale della stessa Villa Franchin, il parco,la zona umida – di cui alla scheda n. CE07, e l’intero complesso architettonico con un vicino agriturismo.

Tutti le nove ipotesi di percorso secondario sopra descritte sono state graficamente individuate, con apposita grafia (colore rosso), nell’elaborato di sintesi -in formato AO- che è parte integrante del presente studio, oltre che in appositi ingrandimenti cartografici in formato A4, allegati alla presente relazione. Lo scopo è quello di far emergere chiaramente la funzione strategica di tali percorsi/itinerari secondari, con il fine ultimo di evidenziare le connessioni o tra beni/paesaggi che sono stati oggetto della schedatura del presente Studio.

Allegati grafici:

N.1 Mappa formato AO “Territorio del Fiume Livenza”

191

Comune di Torre di Mosto Ipotesi per itinerario secondario n. 1 e n. 2

192

193 Comune di San Stino di Livenza Ipotesi per itinerario secondario n. 3

194 Comune di San Stino di Livenza Ipotesi per itinerario secondario n. 4

195 Comune di San Stino di Livenza Ipotesi per itinerario secondario n. 5

196 Comune di Ceggia Ipotesi per itinerario secondario n. 6; n. 7 “Bosco di Olmè; n. 8 e n. 9 “Villa Franchin”

197

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