UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DI SCIENZE STORICHE, GEOGRAFICHE E DELL’ANTICHITÀ CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE STORICHE L'evoluzione della struttura urbana di Treviso nel XIV secolo. Un percorso tra le carte del Senato veneziano. Relatore: Chiar.mo Prof. Dario Canzian Laureanda: Irene Granzotto Matricola: 1082954 Anno Accademico 2015-2016 INDICE Pag. INTRODUZIONE 5 PARTE 1 - IL CONTESTO STORICO 11 PREMESSA 13 1 I RAPPORTI TRA VENEZIA E IL TREVIGIANO PRIMA DELLA DOMINAZIONE 15 1.1 I RAPPORTI COMMERCIALI 16 1.2 PROPRIETÀ VENEZIANE IN TERRAFERMA 18 1.3 CITTADINI VENEZIANI COME PODESTÀ A TREVISO 22 2 LE FASI DELLA STORIA DI TREVISO NEL TRECENTO 25 2.1 DALLA SIGNORIA CAMINESE ALLA DOMINAZIONE SCALIGERA: VERSO LA CONQUISTA VENEZIANA 26 2.1.1. La signoria caminese (1283-1313) 26 2.1.2 La parentesi comunale, il vicariato di Enrico II, la signoria di Guecello Tempesta (1313-1329) 28 2.1.3 La dominazione scaligera (1329-1339) 30 2.2 LA PRIMA DOMINAZIONE VENEZIANA (1339-1381) 31 2.2.1 Le cause della dominazione 31 2.2.2 La dedizione solenne 34 2.2.3 Le forme della dominazione 35 2.2.4 Istituzioni, vita pubblica e rapporti economici 38 2.2.5 Gli assetti politici 42 2.3 LA DOMINAZIONE CARRARESE (1384-1388) 49 2.3.1 La dominazione austriaca: verso la conquista carrarese 49 2.3.2 La dominazione carrarese: istituzioni, funzionari e legislazione 52 2.3.3 Il tumulto di Treviso e la fine della dominazione carrarese 56 2.4 LA DEFINITIVA CONQUISTA VENEZIANA: TREVISO NELLO STATO DI TERRAFERMA 60 2.4.1 Venezia e l’espansione in Terraferma 61 1 2.4.2 Venezia e le “due Terraferme” 63 2.4.3 L’organizzazione dello stato di Terraferma 66 PARTE 2 - LA STRUTTURA URBANA 71 3 I CONFINI DELLA CITTÀ: MURA E PORTE 73 3.1 TREVISO: LO SVILUPPO DELLA CITTÀ 75 3.1.1 Dal castrum romano all’epoca comunale 75 3.1.2 Dalla dominazione scaligera al regime carrarese 80 3.1.3 L’epoca veneziana 83 3.2 TREVISO: IL RAPPORTO TRA CITTÀ E SUBURBIO 86 3.3 LE MURA E LE PORTE NELLE DELIBERE DEL SENATO 88 3.3.1 Le mura 88 3.3.2 Le porte 95 3.3.3 Il rapporto tra città e suburbio 101 4 POTERE E DIFESA: IL CASTELLO URBANO 109 4.1 IL CASTELLO DI TREVISO 111 4.1.1 Dalle origini agli Scaligeri 111 4.1.2 Dall’epoca carrarese al dominio veneziano 114 4.2 IL MODELLO DELLE CITTADELLE 117 4.3 IL CASTELLO COME LUOGO DI CONSERVAZIONE DELLE BIADE 121 4.4 IL CASTELLO NELLE DELIBERE DEL SENATO 123 4.4.1 L’organizzazione della difesa 123 4.4.2 La struttura 133 4.4.3 La conservazione delle biade 142 5 IL PALAZZO PUBBLICO 149 5.1 IL PALAZZO PUBBLICO DI TREVISO 150 5.1.1 I tempi e le ragioni della costruzione 150 5.1.2 Le diverse articolazioni del palazzo: XII e XIII secolo 153 2 5.1.3 Gli sviluppi nel Trecento e nel Quattrocento 157 5.1.4 Il palazzo pubblico di Treviso nelle fonti iconografiche 160 5.2 IL PALAZZO NELLE DELIBERE DEL SENATO 161 6 L’IMPORTANZA DELL’ACQUA: PONTI E MULINI 173 6.1 TREVISO E L’ACQUA: UN LEGAME INDISSOLUBILE 174 6.2 PONTI E MULINI NELLE DELIBERE DEL SENATO 178 CONCLUSIONI 187 APPENDICE 197 TABELLA 199 IMMAGINI 211 BIBLIOGRAFIA 225 3 4 INTRODUZIONE La presente ricerca ha preso avvio dall’idea che la città medievale, con la sua organizzazione urbanistica e la sua struttura, possa parlarci e darci informazioni sulla società e sulle sue trasformazioni storico-politiche. È come un documento privilegiato che possiamo percorre dall’interno, camminando per le sue strade e osservando il suo aspetto, per quanto ancora possiamo cogliere dietro i rifacimenti che nel tempo si sono stratificati. Bisogna saper vedere le “rare e care ‘cose’ medievali” di cui parla Bortolami, “incastonate nell’infinitamente diverso paesaggio del ventesimo secolo” che però “non sono pezzi di un museo all’aperto lontanissimi dalla nostra esistenza; sono invece sostanza viva e memoria concreta di una storia ancora da scoprire”1. La storia da scoprire è in primo luogo quella della città, della sua struttura complessiva e dei singoli edifici che la costituiscono, della “città di pietra”, dunque; al contempo è anche la storia della “città vivente”2, dei cittadini che la abitano e delle autorità che ne sono responsabili. Proprio le autorità cittadine furono le prime a cogliere l’importanza della città come realtà materiale, dal momento che “anche l’architettura e l’urbanistica potevano essere un valido strumento di comunicazione, un linguaggio muto, ma comprensibile a tutti. Fornivano gli strumenti per un’utilizzazione simbolica e culturale dello spazio”3. Così nella città si ripercuotono in forma materiale le scelte e le politiche delle istituzioni, essendoci sempre un nesso “tra la struttura organizzativa e il funzionamento degli apparati amministrativi e politici e l’intelaiatura urbanistica e architettonica all’interno della quale agiscono”4. L’aspetto della città, quindi, come concreto disvelamento di tutto ciò che la caratterizza e la muove: i rapporti politici, economici e sociali. L’interesse degli studiosi per la città medievale e la sua storia urbana sorse negli anni Settanta. Dalla lunga evoluzione storiografica che gli studi in questo ambito hanno 1 BORTOLAMI, Città e ‘terre’ murate, p. 20. 2 DELL’APROVITOLA, La politica urbanistica dei Visconti, p. 10. 3 BOCCHI, Per antiche strade, p. 111-112. 4 DELL’APROVITOLA, La politica urbanistica dei Visconti, p. I. 5 compiuto5 abbiamo tratto, per questa ricerca, delle basi metodologiche fondamentali. Dalle prime riflessioni degli anni Settanta si è tenuto conto in particolare di due principi: in primo luogo la necessità di contestualizzare sempre la città nel quadro spaziale e temporale e, di conseguenza, in secondo luogo, l’esigenza di non inserire le esperienze delle singole città in teorie generali che non tengono conto delle singolarità6. Il medesimo principio verrà riproposto negli anni Novanta da Manfredo Tafuri, che ricorda la necessità di analizzare situazioni concrete e di evitare “astratte tipologie”7. Dagli sviluppi degli anni Ottanta sono invece stati fatti propri diversi principi. Come prima cosa quanto già detto circa l’aspetto che la storia della città si deve leggere “nelle sue vie e nelle sue piazze, nel duomo e nel palazzo municipale, nei conventi e nelle chiese, nei porti e nei mercati”, dentro la città stessa, dunque, e grazie all’immagine che ne abbiamo. Inoltre è in questo periodo che si sviluppa l’idea che dall’immagine della città si possano cogliere storie fino ad allora studiate separatamente, come quelle delle istituzioni, del loro rapporto con i cittadini e della cultura popolare8. Tenendo conto di queste basi si è scelto di affrontare un aspetto specifico della storia della città. Se si pensa all’evoluzione urbana della città medioevale si è infatti portati a concentrare l’attenzione sul Duecento e l’inizio del Trecento, quando i Comuni si fecero promotori di tutta una serie di interventi anche di sviluppo urbano, come è ben esemplificato non solo dalla costruzione dei recinti murari e dei palazzi pubblici, ma anche dall’attenzione che le norme statutarie dedicano al mantenimento del decoro urbano9. In questo lavoro ci si è invece concentrati su un periodo particolare, il XIV secolo, che vide il sorgere delle grandi signorie regionali e, di conseguenza, di città che passarono da una condizione di indipendenza a quella di subordinazione all’interno del più ampio contesto delle signorie pluricittadine o degli stati regionali. Nel presente lavoro è stato quindi affrontato proprio il particolare aspetto degli interventi urbanistici in una città suddita. La ricerca è stata dunque rivolta alla città di Treviso e si è svolta lungo l’arco cronologico del XIV secolo. Il Trecento non fu un secolo semplice per la città della Marca, che si trovò al centro dei giochi delle grandi potenze d’Oltralpe e dell’Italia nord-orientale, desiderose di rafforzare il proprio potere in quell’area o, come Venezia, di garantirsi le vie commerciali che la attraversavano. Le travagliate vicende che coinvolsero la città comportarono un alternarsi ininterrotto di dominazioni, a 5 Per un resoconto dettagliato del panorama storiografico si rimanda a DELL’APROVITOLA, La politica urbanistica dei Visconti, p.1-11. 6 DELL’APROVITOLA, La politica urbanistica dei Visconti, p. 4. 7 TAFURI, Ricerca del Rinascimento, p.89. 8 DELL’APROVITOLA, La politica urbanistica dei Visconti, p. 6. 9 Per Treviso, in riferimento alla pulizia delle strade e alla pavimentazione delle piazze, basti vedere gli esempi riportati in MARCHESAN, Treviso medievale, I, p. 29-30 , oppure, per le regole di costruzione delle case, si veda VALENZANO, Cultura architettonica, p. 96. 6 partire dalla caduta del cosiddetto libero Comune nel 1318. Si è però scelto di concentrarsi con maggior attenzione sul periodo della dominazione veneziana, che interessò per un tempo maggiore la città (il primo quarantennio va dal 1338 al 1381 mentre la seconda e definitiva dominazione inizia nel 1388). L’intento è dunque quello di valutare se Venezia intraprese una voluta politica urbanistica in una città, quale Treviso, che fu la sua prima conquista in terraferma, quando ancora l’idea di uno Stato di Terra non faceva parte dei suoi piani. Per questo motivo si è scelto di analizzare la documentazione veneziana, quale via di accesso privilegiata alle decisioni che la Repubblica prese nei confronti di Treviso. Le informazioni che sono alla base della ricerca qui svolta sono state infatti tratte dalle deliberazioni redatte da uno dei numerosi organi di governo veneziani, il Senato. Cercare di capire quali sono le prerogative di questa assemblea ci renderà più chiare le peculiarità dei dati che saranno analizzati.
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